Le Famiglie Logiche TTL e CMOS

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    CAPITOLO 13

    FAMIGLIE LOGICHE

    Con la microelettronica l'implementazione delle funzioni logiche ha avuto il suo sviluppo pi

    ampio e innovativo. Il motivo risiede nella quasi illimitata possibilit di miniaturizzazione offerta

    dalle tecnologie dei circuiti integrati. Si pensi che i vecchi microprocessori Intel 80486 e

    Motorola 68040 contengono in un unico chip circa 1200000 transistori e il Pentium ben 3100000

    transistori.

    I componenti elettronici base costituenti i vari circuiti integrati digitali sono i transistori BJT e

    MOSFET. Fino a qualche tempo fa si poteva affermare che ad una maggiore densit dintegrazione

    dei MOS, dovuta alle dimensioni pi ridotte, si contrapponeva una velocit di funzionamento

    notevolmente pi elevata dei BJT.

    Le tecnologie pi recenti hanno per portato la velocit di funzionamento dei MOS a competere

    con quella dei BJT, le cui dimensioni d'altro canto vanno riducendosi sempre pi. In questo quadro

    di costante evoluzione si pu in ogni caso dire che la tecnologia MOS tuttora di gran lunga

    predominante nell'alta e altissima scala dintegrazione (LSI e VLSI), mentre nella piccola e media

    scala (SSI e MSI) si assiste ad una competizione molto spinta fra le due tecnologie.

    13.1 Funzionamento del BJT in commutazione

    Nei capitoli precedenti si studiato in dettaglio il funzionamento del BJT in zona attiva.

    Adesso, per completare il quadro si pronti a considerare cosa succede quando il transistor lascia la

    zona attiva. Ad un estremo di questa regione in transistor entra in interdizione, mentre allaltro

    estremo il transistor entra nella regione di saturazione. Questi due modi estremi di funzionamento

    sono molto utili quando si vuole utilizzare il transistor in commutazione, ossia come interruttore,

    come nei circuiti logici digitali.

    Si pu meglio comprendere il funzionamento di un BJT in commutazione, analizzandone le

    caratteristiche duscita. Supponendo pertanto disporre di un BJT in configurazione ad emettitore

    comune come quello in Fig. 13.1a, le sue caratteristiche IC VCE sono tracciate in Fig. 13.1binsieme alla sua retta di carico.

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    a) b)

    Fig. 13.1 a) Circuito per commutazione con BJT ad emettitore comune.

    b) Caratteristiche duscita del BJT e retta di carico

    Sulle caratteristiche duscita si possono riconoscere tre zone: la zona attiva, la regione

    dinterdizionee quella disaturazione. Il funzionamento del BJT in zona attiva (punto di riposo Q)

    stato studiato nel Cap. 4 e com noto in tale regione il transistor si comporta da amplificatore di

    corrente. In particolare il rapporto tra la corrente duscita IC e quella dingresso IB pari al

    guadagno .

    Quando il punto di riposo si porta nella posizione M di Fig. 13.1b la corrente IC non cresce

    ulteriormente, anche se si continua ad aumentare IB, ma mantiene il suo valore pari all'incirca a

    VCC /RC:il BJT allora insaturazione.

    In questa zona non pi valida la relazione fondamentale del transistore espressa dallequazione

    IB=IC /(cfr. relazione (4.1)) ma risulta:

    (sat)

    (sat)

    C

    B

    II > . (13.1)

    La tensione VCEpresenta valori molto bassi e convenzionalmente si assume VCE(sat)= 0,2 V. La

    corrente di collettoreIC(sat) pressoch costante, dato che risulta

    C

    CC

    C

    CECC

    CR

    V

    R

    VVI

    =

    (sat)(sat) . (13.2)

    Essendo inoltreIBpi elevata che in zona attiva, VBEassume valori pi alti e tipicamente si assume

    VBE(sat)= 0,8 V.

    In saturazione entrambe le giunzioni sono polarizzate direttamente; infatti anche la tensione aicapi della giunzione CB, valendo VBC= VBE(sat) VCE(sat)= 0,8 0,2 = 0,6 V, risulta positiva.

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    Normalmente il circuito viene progettato in modo tale cheIBsia pi alta di IB(sat)di un fattore

    che varia da 2 a 10 (denominatofattore di overdrive).

    Diminuendo VBE, la correnteIBdiminuisce e con essa ancheIC, finch per VBE

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    che il BJT si comporta da interruttore aperto. Il circuito si comporta pertanto da porta logica NOT

    ed detto invertitore a transistor.

    Si noti che, a differenza di come si opera in zona attiva, nel funzionamento in commutazione di

    Fig. 13.1a non ci si preoccupa di stabilizzare il punto di riposo con la resistenza sullemettitore o

    dimensionando opportunamente il partitore dingresso: infatti i punti M e N di Fig. 13.1b sono

    (entro certi limiti) intrinsecamente stabili, non dipendendo n da , n dalla dispersione delle

    caratteristiche.

    Le commutazioni fra i due stati di saturazione e di interdizione del BJT non sono, come si pu

    prevedere, istantanee, ma richiedono un certo intervallo di tempo. Si definisce tempo di

    commutazione in ON (o turn-on time), tON, il tempo necessario affinch la corrente IC si porti al

    90% del suo valore massimo di saturazione in seguito ad una commutazione. Analogamente il

    tempo di commutazione in OFF(o turn-off time), tOFF, il tempo necessario affinch la correnteIC

    si porti dal suo valore di saturazione al 10% di tale valore.

    13.2 Funzionamento del MOSFET in commutazione

    Anche per il funzionamento del MOSFET in commutazione conviene riferirsi alle

    caratteristiche duscita. Si consideri pertanto il MOSFET a source comune di Fig. 13.2a e le sue

    caratteristicheID VDSriportate in Fig. 13.2b.

    Fig. 13.2 a) Circuito per commutazione con MOSFET a source comune.

    b) Caratteristiche duscita del MOSFET e retta di carico

    Il MOS, come il BJT, pu lavorare sia come amplificatore di segnale sia in commutazione. Nelprimo caso il punto di funzionamento viene a trovarsi nella zona disaturazione (ad esempio nel

    a)b)

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    punto Q delle caratteristiche), dove la corrente di uscita ID dipende in maniera sufficientemente

    lineare dalla tensione di ingresso VGS.

    Nel funzionamento come commutatore il MOS invece passa da uno stato di interdizione(punto

    N sulle caratteristiche) ad uno stato dipiena conduzione(puntoM) situato nellazona resistiva, che

    coincide con la parte iniziale della regione di triodo. Pi precisamente per valori di VGS < Vt, il

    canale non formato eID= 0: il MOS interdetto(OFF)e il punto di funzionamento cade inNdi

    modo che VDS= VDD. Allorch invece

    VGS> Vt, (13.3)

    nel canale inizia a scorrere corrente e la caduta di tensione sulla resistenza di carico RDprovoca un

    abbassamento di VDS. Il punto di riposo si sposta prima nella zona di saturazione e poi, aumentando

    ancora VGS, nella zona ohmica (punto M) dove il MOS si comporta come una resistenza

    generalmente indicata con rON il cui valore rappresentato dall'inverso della pendenza della

    caratteristica.

    A differenza di quanto avviene nei BJT, con i MOSFET nello stato ON non si ha n una

    tensione VDSnulla, n il dispositivo si pu assimilare ad un interruttore chiuso. In realt, in queste

    condizioni il modello del MOSFET quello di una resistenza pari a rON.

    La resistenza esternaRDe quella del canale rONvengono a costituire un partitore di tensione che

    fornisce in uscita una frazione della tensione di alimentazione VDD. ScegliendoRDsufficientemente

    pi elevata di rON, Vo= VDSpu scendere ad una frazione molto piccola di VDDe il funzionamento

    diventa praticamente lo stesso di quello del BJT. Il circuito di Fig. 13.2asi comporta allora da porta

    NOT ed chiamato invertitore a MOSFET.

    Si noti che i tempi di commutazionenei MOSFET sono fortemente influenzati dalle capacit

    parassite esistenti tra i terminali. Nonostante ci, con le nuove tecnologie di fabbricazione si

    riusciti a ridurre notevolmente le dimensioni dei MOSFET con conseguente diminuzione delle

    capacit parassite, sicch attualmente le velocit di commutazionedegli integrali digitali unipolari

    (MOSFET) sono quasi uguali a quelle degli integrati bipolari (BJT).

    13.3 Evoluzione delle famiglie logiche

    I dispositivi digitali vengono suddivisi in famiglie logiche ciascuna delle quali differisce

    dallaltra sia per quanto concerne il tipo di tecnologia utilizzata, sia per la circuiteria elementare su

    cui si basano le porte logiche. Nellambito della stessa famiglia vi sono poi diverse serie intese a

    migliorare alcune caratteristiche elettriche rispetto ad altre.

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    I dispositivi logici vengono oggi costruiti con la tecnologia dei circuiti integrati monoliticiche

    consente di ottenere su piccole piastrine di silicio (chip) numerosi circuiti logici con elevata

    affidabilit di funzionamento ad un costo relativamente basso.

    A seconda del numero di porte logiche equivalenti contenute in un singolo chip, i circuiti

    integrati si classificano in:

    1. Circuiti SSI(Small Scale Integration), i quali contengono un massimo di dieci porte logiche.2. Circuiti MSI (Medium Scale Integration), i quali contengono tipicamente da dieci a cento

    porte logiche.

    3. CircuitiLSI(Large Scale Integration), i quali contengono tipicamente da cento a mille portelogiche.

    4. Circuiti VLSI(Very Large Scale Integration), i quali contengono un numero diporte logichesuperiore a mille.

    Gli integrati di una stessa famiglia sono contraddistinti da una sigla comune, seguita da un

    numero progressivo che identifica il componente. Cos ad esempio appartengono tutti alla famiglia

    TTL LS (sigla 74LSXX) l'integrato 74LS00, contenente 4 porte NAND,il 74LS74, contenente due

    flip-flop, e il 74LS193, che un contatore binario singolo. Appartengono alla famiglia CMOS

    40XX ad esempio l'integrato 4001, quadruplo NOR, l'integrato 4011, quadruplo NAND e il 4014,

    registro a scorrimentoa 8 stadi. Vedremo pi avanti il funzionamento di questi integrati digitali.

    In Fig. 13.3 sono raggruppate schematicamente le pi importanti famiglie logiche; lo sfondo

    grigio indica quelle famiglie che, pur avendo avuto in passato una certa importanza, sono diventate

    del tutto obsolete.

    La prima ad essere stata sviluppata, all'inizio degli anni '60, stata la tecnologia bipolare con la

    famiglia RTL (resistor-transistor logic, logica resistore-transistor). A questa famiglia, ormai

    scomparsa, seguirono la DTL (diode-transistor logic, logica diodo-transistor) e la HTL (high-

    threshold logic, logica a soglia elevata), derivata dalla precedente e particolarmente adatta, per la

    sua elevata immunit al rumore, a lavorare in ambiente industriale. Anche queste due famiglie sonoormai abbandonate.

    A partire dal 1965 stata sviluppata la TTL o T2L (transistor-transistor logic, logica transistor-

    transistor), che, con tutte le sue evoluzioni, rimane tuttora la famiglia logica a BJT fondamentale.

    Accanto al tipo standard (STD), ancora diffuso, presente tutta una serie di sottofamiglie,

    ciascuna delle quali rappresenta un miglioramento per quanto riguarda la velocit di funzionamento

    e/o il consumo di potenza rispetto alla serie standard.

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    Fig. 13.3 Evoluzione delle famiglie logiche

    La TTL S (TTL Schottky), che impiega il pi veloce BJT Schottky, caratterizzata da un tempo

    di propagazione molto basso (3 ns), mentre la TTL L (low-power) presenta un consumo

    particolarmente ridotto. Quest'ultima famiglia per in netto declino, soppiantata dalla pi

    efficiente TTL LS (low-power Schottky), che unisce al pregio di un limitato consumo l'elevata

    velocit di funzionamento propria dei transistori Schottky. Attualmente la TTL LS la famiglia

    logica pi diffusa per applicazioni generiche e ad essa si fa normalmente riferimento come famiglia

    TTL base.

    Dalle TTL S e TTL LS sono state sviluppate e commercializzate a partire dai primi anni '80 la

    TTL AS (advanced Schottky) e la TTL ALS (advanced low-power Schottky), che costituiscono leinnovazioni pi recenti. La TTL AS la TTL pi veloce (ritardo di propagazione pari a 1,5 ns)

    mentre la TTL ALS la pi efficiente, presentando il prodotto velocit potenza dissipata pi

    basso (4pJ).

    La famiglia attualmente pi veloce in assoluto la ECL (emitter-coupled logic, logica ad

    accoppiamento di emettitore), impiegata in applicazioni che richiedono frequenze di lavoro

    particolarmente elevate e che presenta nella sua serie pi avanzata ritardi di propagazione inferiori

    ad 1 ns. La ragione della sua velocit va ricercata nel fatto che essa lavora tra la zona di interdizione

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    e la zona attiva (invece che in zona di saturazione): le due regioni sono pi vicine tra loro (rispetto

    alla distanza interdizione-saturazione) quindi la commutazione risulta pi rapida.

    La I2L o IIL (integrated-injection logic, logica ad iniezione integrata), pur presentando ottime

    caratteristiche riguardo al consumo e al grado di miniaturizzazione ( impiegata in integrati LSI),

    non ha mai raggiunto una larga diffusione.

    La tecnologia unipolare, sebbene sviluppata e commercializzata pi tardi della bipolare, grazie

    all'elevatissimo grado di integrazione ha praticamente monopolizzato il campo degli integrati LSI e

    VLSI, dapprima con i PMOS, poi con i pi veloci NMOS e CMOS. Questi ultimi inoltre sono ben

    presenti con numerose famiglie nella piccola e media scala di integrazione. Rispetto agli integrati

    TTL, i CMOS offrono il vantaggio di un consumo notevolmente inferiore, a scapito per, per

    quanto riguarda le famiglie delle prime generazioni, di una velocit decisamente pi bassa.

    Negli ultimi anni la tecnologia CMOS ha compiuto passi decisivi e con gli HCMOS (high-speed

    CMOS) delle serie HC e HCT ha praticamente raggiunto le frequenze di lavoro degli integrati TTL

    LS. Con gli ulteriori miglioramenti ottenuti nelle serie pi recenti, le AC e ACT (advanced CMOS),

    i CMOS sono ormai in grado di portare una effettiva concorrenza alle TTL delle serie avanzate.

    Infine, per quanto riguarda il campo di applicazione delle succitate famiglie, il mercato degli

    integrati SSI, MSI e LSI dominato dai CMOS e dai TTL. Integrati VLSI, quali microprocessori,

    memorie, ASIC, ecc. sono realizzati in prevalenza a NMOS o a CMOS. Gli NMOS sono impiegati

    soltanto nella progettazione di circuiti VLSI (memorie, in particolare).

    13.4 Caratteristiche generali delle famiglie logiche integrate

    Sui cataloghi dei circuiti integrati digitali il costruttore riporta tutta una serie di informazioni

    atte a definire le prestazioni del dispositivo in esame.

    Generalmente per ogni dispositivo viene inizialmente data una descrizione sommaria, quindi

    vengono elencate tutte le caratteristiche fondamentali e le tipiche applicazioni. Del circuito

    integrato viene dato lo schema logico insieme alla piedinatura e alla tabella della verit.In seguito vengono mostrate delle tabelle che consentono di ricavare i parametri elettrici sia in

    regime statico che dinamico. Vi poi una tabella che indica i massimi valori che il dispositivo pu

    sopportare senza perdere le proprie caratteristiche. Per dispositivi di una certa complessit, in

    genere la descrizione del circuito integrato completata con dei grafici che mostrano l'andamento

    delle varie grandezze in funzione del tempo.

    Le caratteristiche principali e i parametri di funzionamento delle famiglie logiche integrate

    sono di seguito elencate.

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    1) Tensione dalimentazione VCC

    la tensione continua che si deve fornire all'integrato. Di essa indicata la massima

    escursione. Per la TTL: VCC= 4,5 5,5V, per la CMOS: VCC= 3 18 V.

    2) Corrente dalimentazioneICC

    la corrente fornita dal terminale di alimentazione VCC. Per la TTL: ICC= 10 mA, per la

    CMOS:ICC 0 in regime statico.

    3) Potenza dissipataPd

    la potenza media dissipata per il funzionamento con onda quadra ad una prefissata

    frequenza o quella dissipata in continua. Per la TTL:Pd= 10 mW in continua;Pd= 18 mW a

    1 MHz. Per la CMOS:Pd= 10 nW in continua;Pd= 1 mW a 1 MHz.

    4) Livelli di tensione di ingresso e di uscita

    Rappresentano le tensioni di ingresso e di uscita che consentono un corretto e non ambiguo

    riconoscimento del livello logico basso e alto. Con riferimento alla Fig. 13.4 si ha:

    a) VILmax: Tensione dingresso massima sul livello basso. Per la TTL: VILmax= 0,8 V. Per la

    CMOS: VILmax= VCC /3.

    b) VIHmn: Tensione di ingresso minima sul livello alto. Per la TTL: VIHmin = 2 V. Per la

    CMOS: VIHmin= 2 VCC /3.

    Se la tensione di ingresso VI compresa nell'intervallo VILmax VIHmin non garantito il

    riconoscimento del livello logico di entrata. Tale intervallo viene talora denominato zona

    dindeterminazione.

    c) VOHmn: Tensione minima duscita a livello alto nelle peggiori condizioni di carico. Per la

    TTL: VOHmn= 2,4 V. Per la CMOS: VOHmn VCC.

    d) VOLmax: Tensione massima duscita al livello basso nelle peggiori condizioni di carico.

    Per la TTL: VOLmax= 0,4 V. Per la CMOS: VOLmax 0.

    Fig. 13.4 Dislocazione dei livelli logici di tensione per le porte logiche

    0

    VILmax

    VIHmin

    VCC

    circuito

    integrato

    0

    VOLmax

    VOHmin

    VCC

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    5) Livelli di corrente dingresso e di uscita

    Sui manuali, per convenzione, le correnti sono indicate positivese entrantinei morsetti di

    ingresso o di uscita, negative se uscenti; quelle entranti sono dette correnti di sink, quelle

    uscenti correnti di source.

    a) IIL: Corrente uscente (source current) da un terminale di ingresso quando posto al

    livello basso con gli altri a VCC. Tale corrente deve essere minore di un valore massimo

    IILmax. Per la TTL:IILmax= 1,6 mA. Per la CMOS:IILmax= 0,1 A.

    b) IIH:Corrente assorbita da un ingresso (sink current) quando posto al livello alto con gli

    altri connessi a massa. Il costruttore indica il massimo valore ammissibileIIHmax. Per la TTL:

    IIHmax= 40 A. Per la CMOS:IIHmax= 0,1 A.

    c) IOL: la corrente che una porta logica assorbe (sink current) quando la sua uscita al

    livello basso. Il costruttore indica il valore massimoIOLmaxin prefissate condizioni di carico.

    Per la TTL:IOLmax= 16 mA. Per la CMOS:IOLmax= 4 mA con VCC= +5V (serie HCMOS).

    d) IOH: la corrente che una porta logica eroga (source current) quando la sua uscita al

    livello alto. Viene fornito il valore massimo IOHmax. Per la TTL: IOHmax = 400 A. Per la

    CMOS:IOHmax= 4 mA con VCC= +5V (serie HCMOS).

    Le correnti succitate, riferite ad una porta NAND, sono riportate in Fig. 13.5.

    Fig. 13.5 Connessioni per la determinazione delle correnti

    dingresso e duscita di una porta logica

    Si vuole rilevare che i valori indicati per le tensioni e le correnti sono quelli tipici che il

    costruttore consiglia per un ottimale funzionamento del dispositivo logico operante da solo o

    in collegamento con altri dispositivi logici. evidente che si pu operare in condizioni di

    carico diverse da quelle consigliate. In tal caso, per, si deve verificare attentamente che nonsi superino i valori massimi ammissibili per la rottura dell'integrato e che siano verificate le

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    condizioni di compatibilit dei livelli logici in caso di collegamento di pi dispositivi

    digitali.

    6) Fan-out sul livello altoFOH

    Si definiscefan-out sul livello alto,FOH,il rapporto:

    max

    max

    IH

    OH

    I

    IFOH= . (13.4)

    Esso rappresenta il numero massimo di ingressi che l'uscita di una porta logica pu pilotare

    correttamente sul livello alto. Per la TTL: FOH = 10. Per la CMOS, il valore teorico

    infinito ma il costruttore consigliaFOH= 50

    7) Fan-out sul livello bassoFOL

    definitoFOL il rapporto:

    max

    max

    IL

    OL

    I

    IFOL= . (13.5)

    Esso rappresenta il numero massimo di ingressi che l'uscita di una porta logica pu pilotare

    correttamente sul livello basso. Per la TTL:FOL = 10. Per la CMOS, come perFOH, il

    costruttore consigliaFOL = 50.

    SeFOH eFOL sono diversi tra loro, il costruttore definisce fan-out complessivoFO il pi

    piccolo tra i due valori.

    8) Corrente di corto circuitoIOS

    la corrente che scorre nel terminale duscita quando posto in cortocircuito. Per la TTL:

    IOS = 30 mA. Per la CMOS, la corrente di corto circuito dipende dalla tensione

    dalimentazione; ad esempio per VCC= +5 V si haIOS 5 mA.

    8) Tempi di commutazione

    Sono definiti come i tempi necessari affinch l'uscita, nel cambiare stato logico, si porti al

    livello di riconoscimento del nuovo stato. Si consideri la Fig. 13.6 che illustra il circuito per

    la determinazione dei tempi di commutazione insieme alle tipiche forme d'onda relative adun circuito invertente. In particolare si ha:

    a) Tempo di discesa, tf, (fall time) del segnale duscita misurato tra il 90% e il 10% della

    tensione di uscita massima VOHM.

    b) Tempo di salita, tr, (rise time) del segnale duscita, definito come il tempo necessario

    affinch l'uscita vari tra il 10% e il 90% del valore massimo VOHM.

    c) Tempo di propagazione dal livello alto a quello basso, tpHL, che viene misurato come

    intervallo tra il 50% di VIHMe il 50% di VOHM.

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    Fig. 13.7 a) Transistor multiemettitore con due emettitori.

    b) Schema equivalente del BJT multiemettitore

    Se almeno uno degli ingressi posto al livello basso (massa) la giunzione base-emettitore viene

    portata in saturazione dalla corrente:

    11 R

    V

    R

    VVI CCBECCB

    = . (13.6)

    La corrente di collettore zero poich la tensione di base VB1= VBE 0,7 risulta insufficiente alla

    conduzione della giunzione base-collettore. La tensione duscita vale:

    VC= 0 ovvero: Y1= 0 . (13.7)

    Se invece tutti gli ingressi sono portati al livello alto (VCC) il transistor funziona in regime

    inverso, vale a dire con la giunzioneBCin conduzione e la giunzioneBEinterdetta. La tensione di

    uscita vale:

    ( ) CCBCCCL

    LC VVV

    RR

    RV

    +=

    1

    ovvero: Y1= 1 , (13.8)

    avendo suppostoRLR1e VBC 0,7 V, trascurabile rispetto a VCC.

    La tensione di uscita al livello alto dipende quindi dal carico RL applicato. Se l'uscitaalimentasse altri circuiti digitali il segnale tenderebbe a degradarsi rapidamente per cui si rende

    necessario far seguire lo stadio multiemettitore da un amplificatore di tipo invertente in grado di

    fornire una corrente sufficiente ad alimentare un certo numero di carichi. Per tale motivo la porta

    logica elementare della famiglia TTL la porta NAND, mostrata in Fig. 13.8, ottenuta facendo

    seguire ad un BJT multiemettitore AND un amplificatore invertitore NOT.

    a) b)

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    Fig. 13.8 Schema elettrico di una porta NAND a due ingressi TTL

    La sezione amplificatrice costituita da uno stadio invertitore (BJT Q2)e da uno stadio finale

    denominato Totem Pole (BJT Q3 e Q4 e diodo D). Analizziamo il funzionamento della porta

    NAND nel suo complesso:

    1) Se uno o entrambi gli ingressi A e B a livello basso, la giunzione BE di Q1 risulta in

    conduzione mentre non pu condurre la giunzione BC. La corrente di base del BJT Q2 nulla e di

    conseguenza Q2e Q4sono interdetti.

    Il transistor Q3, pur avendo la base polarizzata direttamente tramite la resistenza R2, non pu

    condurre poich Q4 interdetto. La tensione di uscita si porta a livello alto:

    V5,3223 = RDBECCY IRVVVV , (13.9)

    dove VBE3e VDsono le tensioni di soglia dei componenti ( 0,5 V) comandati dalle deboli correnti

    presenti in un transistor interdetto. Se in queste condizioni l'uscita collegata ad un carico esterno

    (unaltra porta logica), schematizzabile come una resistenzaRL, Q3 libero di condurre e la tensione

    di uscita diminuisce. Dunque evidente che il carico non pu essere troppo piccolo, o altres non

    possibile connettere un numero troppo elevato di carichi in parallelo alluscita. Questo spiega il

    valore finito del fan out delle porte logiche.

    2) Se entrambi gli ingressiA eB sono al livello alto la giunzioneBEdi Q1 interdetta mentre pu

    condurre la giunzione BCche porta Q2 in saturazione che, a sua volta, satura Q4. Il BJT Q3 e il

    diodo di uscita non possono condurre in quanto la tensione di collettore di Q2

    V14(sat)22 += BECEC VVV , (13.10)

    valore insufficiente a porre in conduzione la giunzioneBEdi Q3e il diodoD.

    In assenza di carico esterno l'uscita si porta al livello basso VOL 0 V, essendo Q4 saturo con

    corrente di collettore praticamente nulla. Se si collega l'uscita ad un carico esterno (unaltra porta

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    logica), rappresentabile da una resistenza RL, il BJT Q4 assorbe corrente dal carico e la tensione

    duscita VOLtende ad aumentare(). In questa situazione per non danneggiare il BJT Q4e quindi la

    porta logica, opportuno rendere sempre IOL < 50 mA; di conseguenza, considerando che la

    resistenza di carico connessa allalimentazione (cfr. Fig. 13.5), deve essereR

    L>V

    CC /I

    OL= 100

    .Si noti che il totem-pole duscita si pu rappresentare con il modello equivalente di Fig. 13.9. La

    resistenza duscita Ro coincide con R3 (e vale 130 ); la batteria Eo tiene conto delle tensioni

    VCE3(sat) e VD; i due interruttori infine impongono luscita alta o bassa a seconda che sia in

    conduzione Q3o Q4.

    Fig. 13.9 Modello equivalente del totem-pole duscita

    Per completare la descrizione circuitale si noti inoltre che:

    a) la resistenzaR3ha la funzione di limitare la corrente del BJT Q3nel caso che l'uscita sia incorto circuito con stato logico alto;

    b) il diodo D assicura l'interdizione del BJT Q3quando Q2e Q4sono saturi (uscita sul livellobasso);

    c) i diodi posti sui terminali d'ingresso proteggono la porta logica nel caso di applicazione diuna tensione negativa che potrebbe provocare la rottura della giunzione base-emettitore di

    Q1.

    Come accennato in precedenza, la famiglia TTL suddivisa in diverse sottofamiglie

    commercializzate nel corso degli anni. Le diverse serie differiscono tra loro sostanzialmente per

    quanto riguarda il tempo di propagazione e le correnti assorbite (sink current) o erogate (source

    () man mano cheRLdiminuisce, aumenta la pendenza della retta di carico sulle caratteristiche duscita del BJT epertanto aumenta la tensione tra collettore ed emettitore.

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    current) dai terminali di ingresso e/o uscita della porta logica. Ci comporta, tra laltro, una diversa

    potenza dissipata dal dispositivo e ovviamente anche diversi valori di fan-in e fan-out.

    La serie 74 L (ormai obsoleta), nota con il termine low-power, presenta ridotti consumi di

    potenza. Ci ottenuto utilizzando uno schema elettrico simile a quello della TTL-standard con la

    differenza che i valori delle resistenze sono pi elevati di circa un fattore 10. Il vantaggio di un

    basso consumo per a svantaggio della velocit di risposta del dispositivo.

    La serie 74 S (Schottky) stata studiata al fine di limitare il tempo di propagazione.

    Ci ottenuto impiegando diodi e transistor Schottky che consentono maggiori velocit di

    commutazione tra i livelli logici ma con una pi elevata dissipazione di potenza.

    La serie 74 LS (low-power Schottky) rappresenta un compromesso tra le due precedenti serie.

    Con essa possibile ottenere elevate velocit con ridotti consumi.

    La serie 74H nota come serie ad alta velocit. Tale caratteristica ottenuta utilizzando una

    struttura Darlington nello stadio di uscita e riducendo il valore delle resistenze. Ci da un lato porta

    ad una diminuzione delle costanti di tempo con miglioramento della risposta in frequenza ma

    dall'altro determina un maggior assorbimento di corrente con conseguente aumento di potenza

    dissipata.

    La serie 74 AS (advanced Schottky) nasce dal miglioramento della tecnologia e della

    disposizione circuitale della serie 74S. In particolare vengono ridotte le aree di formazione delle

    giunzioni con conseguente diminuzione delle capacit parassite in modo da consentire pi elevate

    velocit di commutazione.

    La serie 74 ALS (advanced low-power Schottky) presenta una struttura sostanzialmente analoga

    alla 74AS salvo che si sono aumentati i valori delle resistenze al fine di ottenere una riduzione della

    potenza dissipata con una contenuta diminuzione di velocit.

    Con riferimento alle logiche di tipo Schottky, opportuno sottolineare che il transistor Schottky

    presenta unelevata velocit di commutazione perch il BJT non si porta mai in saturazione. In tal

    modo, laccumulo di cariche nella giunzioneBCrisulta molto basso e il tutto si pu schematizzarein una riduzione della capacit parassita della giunzioneBC. Per tale motivo, le logiche TTL S, LS,

    AS e ALS sono note anche come logiche non saturate.

    La Tab. 13.1 riporta i valori dei parametri pi significativi della serie TTL. Pi precisamente

    sono riportati i valori limite delle tensioni di ingresso e di uscita, insieme con i margini di rumore

    NM, nello stato alto (H) e nello stato basso (L) definiti come

    (min)(min) IHOHH VVNM = , (13.11)

    (max)(max) OLILL VVNM = ; (13.12)

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    sono inoltre riportate le correnti massime e i valori di fan-out (F.O.) a livello alto e basso.

    Quest'ultimo parametro espresso sia nell'unit di carico UL della stessa serie, sia in UL della serie

    LS che costituisce la serie di riferimento. Sono inoltre indicati i valori tipici della potenza dissipata

    da una porta singola e i tempi di propagazione.

    Tab. 13.1 Caratteristiche delle sottofamiglie TTL

    13.6 La famiglia CMOS

    I CMOS o MOS complementari (complementary MOS) costituiscono un'importante famiglialogica che, come la TTL, ha dato origine a numerose sottofamiglie. La struttura base, quella

    dell'inverter, illustrata in Fig. 13.10a. Essa costituita da due MOS complementari, cio da un

    NMOS (T1) e da un PMOS (T2) con caratteristiche elettriche simili, posti in serie con i drain

    connessi insieme.

    Come si detto nel Cap. 3, l'NMOS entra in conduzione quando la sua tensione VGSsupera Vt,

    che nei CMOS varia da 1,5 V a circa 0,75 V a seconda della sottofamiglia considerata. Il PMOS a

    sua volta conduce quando VGS< Vt,dove Vtnegativa ed in valore assoluto circa pari alla tensionedi soglia dell'NMOS. Nell'inverter di Fig. 13.10a, allorch Vi= 0, si ha VGS1=0e VGS2= VDD;

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    pertanto T1 OFF mentre T2 ONe risulta Vo= VDD. Viceversa quando Vi= VDD, si haVGSl= VDD

    mentre VGS2= 0; T1 ONe T2 OFF, cosicch Vo= 0.

    Fig. 13.10 CMOS: a) struttura interna; b) caratteristiche di trasferimento

    Si pu analizzare il funzionamento del CMOS pi in dettaglio, facendo riferimento alle

    caratteristiche di trasferimento illustrate in Fig. 13.10b, relative a tre diverse tensioni di

    alimentazione, VDD= 5, 10 e 15 V. Facendo riferimento ai CMOS della serie 4000, finch Vi< 1,5

    V circa, T1 , come si gi detto, OFF e T2ON;l'uscita risulta collegata a VDDattraverso il canale

    del PMOS, in modo che, non scorrendo corrente, Vo= VDD.

    Non appena Visupera la tensione di soglia Vtdi T1, questo va in conduzione ed avviene una

    partizione di VDDsulle resistenze dei canali dei due MOS. Inizialmente la resistenza del canale di T1

    pi elevata; aumentando Vi, questa diminuisce mentre cresce la resistenza di T2, sicch per

    Vi=VDD /2le due resistenze sono uguali. La tensione di uscita Vorisulta allora pari a VDD /2.

    Aumentando ancora Vi, la resistenza di T2 supera sempre pi quella di T1, cosicch Vo si

    abbassa ancora fino a raggiungere circa 0 V quando, per Vi= VDD1,5 V, T2 va in OFF.La porta CMOS pu essere rappresentata, dal punto di vista elettrico, con il modello equivalente

    di Fig. 13.11. L'ingresso, essendo collegato al gate dei MOS, isolato dal corpo del dispositivo

    dallo strato di ossido di silicio; la sua impedenza risulta perci elevatissima (> 1010) e il terminale

    pu essere considerato praticamente fluttuante. Nel ramo duscita i due MOS possono essere

    rappresentati mediante due interruttori, funzionanti in modo complementare, ciascuno posto in serie

    alla resistenza rONdel canale in piena conduzione.

    Il valore di rON tipicamente di 500 nei MOS delle serie classiche (4000 e 74C) mentre siabbassa di una decina di volte nelle serie ad alta velocit (HCMOS).

    a)

    b)

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    Fig. 13.11 Modello elettrico equivalente della porta CMOS

    Per evitare che la carica statica indotta dalla manipolazione del componente crei un potenziale

    in grado di perforare lossido di gate, quindi di danneggiare irreversibilmente il componente,

    vengono allora inseriti dei diodi limitatori (detti diodi clamp) per proteggere gli ingressi, come

    illustrato in Fig. 13.12. Essi impediscono alla tensione sugli ingressi di salire oltre VDD+ Ve di

    scendere sotto a V.

    Fig. 13.12 Protezione mediante diodi clamp dellingresso delle porte CMOS

    Le porte CMOS delle prime generazioni (serie 4000 e 74C) presentano ritardi di propagazione

    notevolmente superiori a quelli delle porte TTL. a causa dei maggiori valori della resistenza di

    uscita, dell'ordine di diverse centinaia di ohm, (mentre per i TTL circa 100 ). Il problema stato

    brillantemente risolto nei MOS ad alta velocit (serie HC, HCT, AC, ACT) dove il ritardo di

    propagazione ormai confrontabile con quello dei TTL.

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    In condizioni statiche la porta CMOS sostanzialmente non dissipa potenza; infatti, la corrente

    dingresso praticamente nulla per via dell'ossido isolante e cos pure quella del ramo di uscita,

    poich uno dei due MOS nello stato di interdizione.

    Al contrario durante la commutazione, i MOS, anche se per un tempo breve, vengono a trovarsi

    entrambi in conduzione cosicch viene a scorrere una corrente IDDdall'alimentazione verso massa.

    In Fig. 13.13a insieme con la caratteristica dingresso-uscita illustrato l'andamento in funzione di

    Vidi questa corrente che, per Vi= VDD /2, raggiunge il valore massimo di qualche mA.

    Viene pertanto dissipata una potenza che dipende, oltre che dalla durata della commutazione e

    della resistenza dei canali, anche dal quadrato di VDDe dal numero di commutazioni nell'unit di

    tempo, cio dallafrequenza di funzionamentof.

    Fig. 13.13 a) Caratteristica ingresso-uscita della porta CMOS ed andamento della

    corrente IDDassorbita dallalimentazione. b) Grafico comparativo delle

    potenze dissipate da porte TTL e CMOS

    In conclusione, se vero che in regime statico la potenza dissipata dai CMOS trascurabile

    rispetto a quella dissipata dai TTL, allaumentare della frequenza i consumi vengono ad avvicinarsisempre pi, come illustrato nei grafici di Fig. 13.13b.

    La tecnologia CMOS presenta un insieme di serie commerciali sia nellambito SSI e MSI, che

    in quello LSI e VLSI che presentano un ventaglio ricco e completo di funzioni. Accanto alle

    classiche ma tuttora valide serie 4000 e 74 C, troviamo le sottofamiglie ad alta velocit 74 HC e

    74 AC, sviluppate e commercializzate pi recentemente.

    Serie 4000. Nell'ambito di questa famiglia, la serie di gran lunga pi diffusa quella

    contrassegnata con il suffisso B, iniziale di buffered. La struttura di una porta 4000B comprende,oltre allo stadio che implementa la funzione desiderata, una coppia di stadi invertitoriche fungono

    a) b)

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    da buffer, ossia separano elettricamente lo stadio di ingresso dall'uscita, migliorando nettamente le

    caratteristiche elettriche della porta. La caratteristica di trasferimento di queste porte si avvicina alla

    curva ideale, con un passaggio netto fra i due stati logici.

    Al contrario della TTL, l'alimentazione della serie 4000 non fissata rigidamente, ma pu

    essere scelta in una gamma da 3 a 18 V. Limmunit al rumore arriva quasi a VDD /2: ci significa

    che per variazioni di Vida 0 a circa 0,5VDD,la porta continua a sentire al suo ingresso uno 0 logico,

    cos come per Vicompreso fra 0,5VDDe VDDcontinua a sentire all'ingresso un 1 logico. Tuttavia i

    CMOS presentano una notevole dispersione della caratteristica, cosicch i costruttori forniscono

    cautelativamente i valori VIL(max)= 30% VDDe VIH(min)= 70% VDD. Ad esempio per VDD= 5 V si ha

    VIL(max)= 1,5 V e VIH(min)= 3,5 V. I margini di rumore, per VDD= 5 V, sono quindi praticamente di

    1,5 V sia per il livello alto che per quello basso.

    I livelli duscita dipendono ovviamente dalla corrente. Per corrente praticamente nulla, caso che

    si verifica quando il carico costituito da altre porte CMOS, vengono forniti i valori limite

    VOH(min)= VDD 0,05 V e VOL(max)= 0,05 V.

    Le correntiduscita sono piuttosto limitate. Con VDD= 5 V vengono forniti per le correnti di

    sink e di source i valori tipici di 0,88 mA (valori minimi 0,44 mA). Poich per le correnti

    dingresso sono veramente esigue (valore massimo di 1 A nelle condizioni pi sfavorevoli) il fan-

    out elevatissimo. Questo parametro risulta per limitato in regime dinamico dai transitori delle

    capacit di carico; i costruttori indicano per esso il valore limite di 50.

    Serie 74C. Questa serie presenta caratteristiche simili alla serie 4000B, ma non bufferizzata.

    Essa ha la particolarit di essere equivalente come funzionalit e piedinatura alla famiglia TTL; ci

    significa che integrati con la stessa sigla nelle due famiglie contengono le stesse funzioni logiche e

    presentano le stesse connessioni esterne. Il 74C00 ad esempio contiene 4 NAND a due ingressi,

    come il 7400 TTL. cos possibile implementare direttamente in CMOS progetti nati per la TTL,

    senza modifica alcuna.

    Serie 74HC e 74HCT. Il limite principale dei CMOS tradizionali, ovvero la scarsa velocit,viene brillantemente superato con le serie CMOS veloci che possono competere ormai, quanto a

    frequenza di lavoro, con la serie TTL LS. La tecnica del gate in polisilicio, insieme con quella

    dell'impiantazione ionica, ha consentito di ridurre notevolmente le dimensioni del MOS (la

    lunghezza del canale stata ridotta a 3 m) e con esse le capacit parassite. Il ritardo di

    propagazione cos sceso a 8 ns e la frequenza di lavoro massima salita a circa 50 MHz.

    La serie 74HC (high-speed CMOS) comprende la maggior parte delle funzioni delle serie TTL e

    le pi importanti della serie 4000. La tensione dalimentazione deve essere compresa tra 2 e 6 V. I

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    valori limite delle correnti di uscita sono pi elevati di quelli della serie 4000, risultando pari a

    4 mA.

    La serie 74HCT (high-speed CMOS TTL-compatible) presenta le stesse caratteristiche della

    serie precedente con la differenza che i livelli di ingresso sono gli stessi della TTL LS. In questo

    modo vengono eliminati tutti i problemi di interfacciamento fra porte TTL e CMOS.

    Serie 74AC e 74ACT. Il processo di riduzione delle dimensioni del MOS ha portato

    recentemente alla produzione di nuove famiglie in cui la lunghezza del canale inferiore a 2 m. Si

    arriva cos a tempi di propagazione confrontabili con quelli delle TTL ALS, con i benefici per di

    un consumo molto pi contenuto. In particolare, la serie AC (advanced CMOS) ha portato il tempo

    di propagazione a 5 ns con un prodotto velocit-potenza di 0,01 pJ, contro i 6 pJ della TTL ALS.

    Anche in questa famiglia disponibile una serie, indicata con la sigla 74ACT, caratterizzata da

    livelli dingresso TTL compatibili.

    In Tab. 13.2 sono riportati i valori limite di tensione e corrente delle diverse sottofamiglie.

    Tab. 13.2 Caratteristiche delle sottofamiglie CMOS

    Per la serie 4000B: VDD= 5 VPer le altre serie: VCC= 4,5 V

    13.7 Configurazioni speciali13.7.1 Porte open collector e open drain

    Le porte open collector e open drain sono circuiti integrati strutturalmente analoghi a quelli

    visti precedentemente, con la differenza che presentano nello stadio di uscita un transistor con il

    4000B HC HCT AC ACT

    VIH 3,5 V 3,15 V 2,0 V 3,15 V 2,0 V

    VIL 1,5 V 0,9 V 0,8 V 1,35 V 0,8 V

    VOH 4,95 V 4,4 V 4,4 V 4,4 V 4,4 V

    VOL 0,05 V 0,1 V 0,1 V 0,1 V 0,1 V

    NMH/L 1,45/1,45 V 1,25/0,8 V 2,4/0,7 V 1,25/1,25 V 2,4/0,7 V

    II (max) 0,1 A 0,1 A 0,1 A 0,1 A 1 A

    IO@ VO

    m 0,44 mA4,6/0,4 V

    m 4 mA3,7/0,4 V

    m 4 mA3,7/0,4 V

    m 24 mA3,7/0,4 V

    m 24 mA3,7/0,4 V

    tp 100 ns 8 ns 8 ns 5 ns 5 ns

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    collettore aperto per la TTL e un MOS con il drain aperto per la CMOS. Ad esempio, una porta

    NAND TTL in open collector coincide con quella gi vista in Fig. 13.8, se si elimina la resistenza

    R3, il transistor Q3ed il diodo, e si preleva luscita Ydirettamente sul collettore di Q4.

    Il simbolo logico di tale porta indicato in Fig. 13.14; in generale lasterisco indica unuscita in

    open collector o in open drain.

    Fig. 13.14 Simbolo logico di una porta open collector o open drain

    Una porta open collector si comporta come una porta ordinaria se si connette tra uscita e

    alimentazione una resistenza detta dipull-upcome mostrato in Fig. 13.15.

    Fig. 13.15 Collegamento di una porta open collector o open drain con resistenza di pull-up

    Iprincipali vantaggi della struttura open collector e open drain sono:

    1. Possibilit di alimentare la resistenza di pull-up RC con una tensione diversa da quellapropria della porta logica; in tal caso la resistenza di pull-up va dimensionata in modo da

    limitare la corrente che assorbe la porta logica ad un valore non eccedente il massimo

    consentito. Ad esempio, nella famiglia TTL il 7407 un chip che contiene sei buffer non

    invertenti a collettore aperto ciascuno dei quali pu essere alimentato con tensione massima

    di 30 V e pu assorbire una corrente fino a 30 mA. Questo genere di funzionamento tipico

    di situazioni nelle quali una porta sia chiamata a pilotare un carico costituito da un rel, da

    una lampada, o da un transistor (e che la tensione di polarizzazione di questo carico sia pi

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    elevata della tensione di alimentazione della porta stessa). Se si utilizzasse una classica

    uscita totem-pole, nello stato alto il transistor Q3 verrebbe irregolarmente polarizzato

    inversamente.

    2. Possibilit di realizzare il cosiddettoAND cablato o wired-AND, vale a dire che collegandoinsieme pi uscite di porte open collector o open drain, come rappresentato in Fig. 13.16a, si

    ottiene l'AND delle uscite stesse. Il simbolo logico di tale connessione riportato in

    Fig. 13.16b.

    Fig. 13.16 a) Connessione wired-AND di due porte NAND

    open collector e b) relativo simbolo logico

    L'analisi del collegamento AND cablato semplice se si tiene conto che un dispositivo open

    collector visto dalla sua uscita pu essere interpretato come un interruttore chiuso: Y= 0 (BJT o

    MOS interno saturato), o come un interruttore aperto: Y= 1 (BJT o MOS interno interdetto). Quindi

    se una o entrambe le uscite Yle Y2 in Fig. 13.16a sono nello stato basso, in RCscorre corrente e

    l'uscita comune Yassume il livello basso imposto dallo stato di saturazione di Yle/o Y2. Se entrambe

    le uscite sono al livello alto, in RCnon scorre corrente e anche l'uscita comune Ysi porta al livello

    alto. In definitiva: Y= Yl Y2.

    13.7.2 Porte three-state (o tri-state)

    Le porte logiche studiate finora possono presentare soltanto due stati: 0 quando luscita collegata a massa tramite un BJT o un MOSFET saturo (detto elemento di pull-down), o 1

    quando luscita collegata allalimentazione tramite un componente interno (detto elemento dipull-

    up). In tutti i casi, la linea duscita, e con essa un eventuale carico, sempre connessa o a massa o

    all'alimentazione.

    In molte applicazioni utile ottenere una terza condizione (three-state) per la quale l'uscita

    risulta praticamente isolata sia dalla massa che dall'alimentazione, In questo stato la porta logica

    non assorbe e non cede corrente e si comporta un carico ad alta impedenza. Ci quanto si realizzanei dispositivi three-state(o tri-state), le cui uscite possono assumere tre stati: 0, 1 e Z dove

    a) b)

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    con Z si indicato lo stato ad alta impedenza. I dispositivi three-state sono disponibili sia in

    tecnologia TTL che CMOS.

    In Fig. 13.17 si mostrano i simboli logici di porte three-state non invertenti.

    Fig. 13.17 Schema di una porta NOT three-state con ingresso di

    abilitazione attivo a) a livello basso, b) a livello alto

    Essi sono provvisti di un ulteriore ingresso, indicato con G o con G, che prende il nome di ingresso

    di abilitazione: nel primo caso (Fig. 13.17a) esso attivo se a livello basso, viceversa nellaltro caso

    (Fig. 13.17b). La tabella di verit relativa alla porta di Fig. 13.17a pertanto la seguente

    mentre per quella di Fig. 13.17b

    dove con sintende che luscita indipendente dal valore assunto da e con Z luscita ad

    alta impedenza.

    evidente che luscita three-state nel caso di porta TTL si ottiene agendo sullingresso

    dabilitazione in modo che esso porti entrambi i transistor del totem-pole in interdizione, mentre nel

    caso di porta CMOS esso deve rendere interdetti entrambi i MOSFET.

    In Fig. 13.18 si mostra una tipica connessione tra due porte three-state che consente di realizzare

    un collegamento bidirezionaletra il dispositivoAe il dispositivoB.

    A G Y

    0 0 01 0 1 1 Z

    A G Y

    0 1 01 1 1 0 Z

    a) b)

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    Fig. 13.18 Collegamento bidirezionale tra due dispositivi

    A e B realizzato mediante porte three-state

    Per G= 1 la porta 1 conduce e la porta 2 in alta impedenza per cuiA lavora da trasmettitore eBda

    ricevitore. Per G= 0 la situazione sinverte per cuiAopera da ricevitore eB da trasmettitore.

    Nella Fig. 13.19 si mostra un'altra applicazione dei dispositivi three-state utilizzata in

    particolare nelle circuiterie dei calcolatori elettronici. Le apparecchiatureA,B, CeDsono connesse

    tramite un unico insieme di fili denominato BUS. Se si vuole collegare, ad esempio, il dispositivoA

    con Copportuno porre B e D nello stato di alta impedenza e abilitare inveceA e C. In tal modo le

    linee del BUS sono dedicate esclusivamente ai dispositiviA e C mentreB eD sono a tutti gli effetti

    sconnessi dal BUS.

    Fig. 13.19 Collegamento tra diverse apparecchiature

    A, B, C e D mediante porte three-state

    Esistono anche porte bidirezionali, in grado cio sia di trasmettere che di ricevere dati dal BUS.

    Queste porte sono indicate con il termine transceiver, sintesi di transmitter e receiver. Un tipicoesempio lintegrato 74HC243.

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    13.7.3 Trigger di Schmitt

    I trigger di Schmittsono circuiti di commutazione che, grazie ad una particolare configurazione

    interna a reazione positiva, presentano due tensioni di soglia precise e ben differenziate, associate

    rispettivamente alle commutazioni basso-alto e alto-basso.

    Allorch l'ingresso, passando dal livello basso a quello alto, supera la tensione di soglia

    superiore +TV , l'uscita commuta da uno stato all'altro per ritornare nello stato precedente solo

    quando l'ingresso scende al di sotto della soglia inferiore TV . In Fig 13.20a e b illustrato il

    comportamento del trigger di Schmitt invertente7414 che presenta tensioni di soglia +TV = 1,7 V e

    TV = 0,9 V. In Fig. 13.20c riportata la caratteristica ingresso-uscitadel trigger di Schmitt; la sua

    forma particolare ad isteresiviene riportata sulla porta come simbolo distintivo, come illustrato in

    Fig. 13.20d. La Fig. 13.20eriporta invece la piedinatura dellintegrato 7414.

    Fig. 13.20 Trigger di Schmitt: forme donda a) dingresso, b) duscita;

    c) caratteristica di trasferimento; d) simbolo logico;

    e) piedinatura del 7414

    Tipicamente queste porte vengono utilizzate per squadrare segnali di forma d'onda qualsiasi,onde renderli adatti ai sistemi digitali. Trovano per impiego anche per rendere i dispositivi digitali

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    esenti dai cosiddetti jitter (o guizzi spuri), che si manifestano sull'uscita quando i segnali applicati

    agli ingressi presentano transizioni lente. In questo caso si dice che i dispositivi sono forniti di

    ingressi triggerati.

    In una porta normale, se l'ingresso commuta lentamente, il punto di funzionamento pu

    rimanere nella zona damplificazione della caratteristica di trasferimento (vale a dire nella zona

    dindeterminazione) per un tempo sufficiente perch si generino nel segnale duscita guizzi spuri,

    che possono essere erroneamente interpretati come segnali veri e propri. I jitter possono nascere sia

    per oscillazione spontanea della porta sia per amplificazione del rumore sovrapposto al segnale di

    ingresso. Nelle porte TTL questo fenomeno pu manifestarsi per tempi di transizione del segnale di

    ingresso superiori a 1 s, nei CMOS per tempi maggiori di 5 s.

    Le porte a trigger di Schmitt, grazie al fatto che la loro commutazione estremamente rapida e

    grazie alla presenza di due livelli di soglia distinti, sono in grado di trattare segnali di ingresso

    anche molto lenti.

    13.7.4 Buffer (o driver)

    Con questo termine sono indicate quelle porte periferiche che vengono interposte fra il sistema

    logico vero e proprio e i dispositivi esterni, quali visualizzatori, lampade, rel, linee, bus, ecc.

    Siccome esse presentano talvolta uscite potenziate in tensione e corrente onde poter pilotare i

    dispositivi esterni, vengono chiamate anche driver. I due termini, buffer e driver sono spesso

    associati o utilizzati luno per l'altro. Circuitalmente i driver presentano spesso uscite open-collector

    o tri-state.

    Il 7407 un buffer driver non invertente mentre il 7406 un buffer driver invertente; entrambi

    presentano unuscita open collector in grado di assorbire una corrente di sink di 40 mA da carichi

    con alimentazione fino a 30 V. I 74125 e 126 sono buffer tri-state unidirezionali, il primo abilitato

    da un livello basso, il secondo da un livello alto.

    Il 74LS245 invece un buffer bidirezionale non invertente, espressamente progettato per

    trasmettere e ricevere da bus.Nelle famiglie CMOS troviamo oltre al transceiver 74HC245, buffer non invertenti a tri-state,

    come il 4503, e i diffusi 4049 e 4050 (invertente il primo, non invertente il secondo).

    Ad esempio, per pilotare un rel tramite un 7406 possiamo ricorrere allo schema di Fig. 13.21:

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    Fig. 13.21 Pilotaggio di un rel tramite buffer 7406

    nello stato basso dell'uscita, il rel attivato e la corrente di sink assorbita dall'uscita della porta

    vale

    L

    OLaL

    R

    VVI

    = , (13.13)

    dove Va la tensione di alimentazione e RL la resistenza interna del rel. Supponendo di avere

    Va= 24 V eRL= 1,3 k, si ottieneIL 24/1,3 = 18,5 mA. Essendo IL

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    Si noti che, a causa della simmetria della struttura dei MOS, ingresso e uscita possono essere

    scambiati; la porta per sua natura bidirezionale.

    Fig. 13.22 Simbolo logico di una porta di trasmissione

    II segnale dingresso, oltre che digitale, pu essere analogico; in questo caso la porta si

    comporta correttamente purch il segnale rimanga contenuto nella fascia compresa fra le tensioni di

    alimentazione VDDe VSS. Il dispositivo viene allora chiamato interruttore(oswitch) analogico.

    Classici integrati contenenti porte di trasmissione sono i 4016 e 4066. La porta, controllata da

    un unico ingresso di controllo G, come mostrato in Fig. 13.23a, si comporta come un vero e proprio

    interruttore ed indicata con la denominazione di bilateral switch. Quando G alto linterruttore si

    chiude, quando G basso linterruttore aperto. Pi precisamente si tratta di un interruttore

    unipolare ad una viaed il suo schema equivalente riportato in Fig. 13.23b.

    Fig. 13.23 a) Schema logico di un bilateral switch e b) suo schema equivalente

    13.8 Norme dimpiego per il pilotaggio di componenti discreti13.8.1 TTL

    Vengono di seguito fornite alcune norme pratiche dimpiego, essenziali per un buon

    funzionamento delle porte TTL. Tali norme sono di uso generale, sebbene particolare enfasi vengaposta ad alcuni accorgimenti necessari per pilotare carichi che non siano costituiti da porte logiche.

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    Com noto, gli integrati TTL vanno alimentati con tensione VCC = 5 V, con tolleranza

    sull'alimentazione del 5 o del 10% secondo il tipo di serie utilizzata. Per fornire la tensione

    dalimentazione adatto, ad esempio, il regolatore lineare 7805, in grado di erogare una tensione

    stabilizzata di 5 V con una corrente fino a 1,5 A.

    Le frequenze massime di lavoro per le varie famiglie TTL sono riportate in Tab. 13.3, insieme

    con quelle delle famiglie CMOS. Di esse si deve tenere conto quando alle porte viene richiesto di

    effettuare una serie di operazioni sincronizzata con un clockesterno, caso molto comune quando si

    lavora con circuiti digitali.

    Tab. 13.3 Massima frequenza di lavoro per le serie TTL e CMOS

    Gli ingressi inutilizzati non devono mai essere lasciati aperti, ossia privi di collegamento. In

    questo caso infatti il circuito, che si comporta come se l'ingresso aperto fosse a livello alto, potrebbe

    captare disturbi ed introdurre rumore. Gli ingressi non utilizzati vanno dunque collegati o ad un

    altro ingresso utilizzato della porta oppure ad un livello che non influenzi la risposta della porta.

    Tale livello sar quindi la massa per le porte OR e NOR e l'alimentazione VCC, attraverso una

    resistenza da 1 k, per le porte AND e NAND. La resistenza serve da protezione per limitare il

    valore della corrente, nel caso che l'ingresso sia sollecitato da un impulso superiore al massimo

    valore consentito. Nella serie LS con ingresso a diodi, gli ingressi non utilizzati possono essere

    collegati direttamente a VCCsenza interposizione di resistenze.

    Se un ingresso deve essere commutato fra i due livelli logici mediante un pulsante o un

    interruttore, conviene adottare lo schema di Fig. 13.24. L'ingresso viene agganciato a VCC tramite

    una resistenza da 1 ke pertanto sente normalmente un livello alto. La chiusura del contatto porta

    viceversa l'ingresso al livello basso; in questo stato la resistenza provvede a limitare la corrente

    proveniente da VCC.

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    Fig. 13.24 Schema elettrico di commutazione mediante pulsante

    Per l'interfacciamento di una porta con carichi che non siano circuiti logici, occorre tener

    presente i livelli delle correnti di uscita di source e di sink forniti dal costruttore. Ad esempio per

    accendere un LED il collegamento corretto quello di Fig. 13.25a;infatti l'uscita di una porta TTL

    STD, essendo in grado di assorbire unaIOL(max)= 16 mA, accetta senza danni la correnteIF= 10 mA

    del LED. Non corretto, viceversa, lo schema di Fig. 13.25b, proprio perch la corrente di source

    della porta, essendoIOH(max)= 400 A (il segno meno indica convenzionalmente il verso uscente),

    assolutamente insufficiente per accendere il LED.()

    Fig. 13.25 Pilotaggio di un LED con una porta TTL: a) schema corretto; b) schema errato

    Per carichi ancora pi elevati (vale a dire per resistenze di carico pi piccole) si pu interporre

    fra uscita della porta e carico un BJT in funzione di buffer. In Fig. 13.26 sono illustrati due degli

    schemi pi usati con BJT.

    ()In realt la porta TTL con uscita a livello alto in grado di erogare correnti anche superiori a 0,4 mA; in questo casoper non viene pi garantito il livello della tensione di uscita VOH(min)= 2,4 V.

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    Nello schema di Fig. 13.26ala corrente di base, oltre che dall'uscita della porta, viene fornita da

    VCCtramite la resistenza di pull-up da 360 ; il valore della resistenza garantisce, quando l'uscita

    a livello basso, che la corrente entrante nella porta, pari a VCC / 360 ( 14 mA) non superi il

    valoreIOL(max). (= 16 mA, per le porte STD). La resistenza da 1 kfra base del BJT e massa ha ilcompito di velocizzare la sua commutazione in OFF.

    Nello schema di Fig. 13.26b infine si fa uso di una porta open-collector e la corrente viene

    fornita non dall'uscita della porta bens da VCC tramite la resistenza da 360 . Se il carico

    collegato a tensioni superiori ai 5 V dell'alimentazione dell'integrato, occorre usare una porta open-

    collector adatta. Gli integrati 7406 e 7407 contengono 6 buffer-driver, invertenti il primo, non

    invertenti il secondo, in grado di pilotare carichi collegati anche a 30 V con correnti di sink fino a

    40 m A.

    Fig. 13.26 Schema di pilotaggio di un BJT con una porta TTL:

    a) con uscita totem-pole; b) con uscita open collector

    In una scheda contenente circuiti integrati digitali, occorre prestare particolare cura ai

    collegamenti di alimentazione e di massa, onde ridurre per quanto possibile gli spike (o picchi) di

    tensione dovuti alle commutazioni. Conviene a tale scopo inserire, fra le piste di alimentazione e di

    massa, condensatori per radiofrequenza (di tipo ceramico, ad esempio da 100 nF) in ragione di 1

    ogni 5 10 integrati.

    13.8.2 CMOS

    Anche con gli integrati CMOS occorre naturalmente seguire norme di impiego ben precise.

    L'alimentazione non rigidamente vincolata come per le TTL, ma pu variare da 3 a 18 V per le

    serie 4000B e 74C, e da 2 a 6 V per le HC e AC.

    Nella serie 4000B i terminali di alimentazione sono indicati con VDD(terminale positivo) e con

    VSS(terminale negativo); nelle altre serie si usa la convenzione delle TTL, cio VCCe GND.

    a) b)

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    Gli ingressi non utilizzati non devono assolutamente essere lasciati scollegati. In questo caso

    infatti la porta verrebbe a lavorare nella sua zona di transizione e basterebbero disturbi minimi (ad

    esempio l'avvicinamento di una mano) per farla commutare in modo incontrollato.

    Le correnti disponibili in uscita per la serie 4000B sono piuttosto deboli. Con VDD= 5 V viene

    indicata dal costruttore una corrente minima Io= 0,44 mA. Pertanto per poter accendere un LED

    occorre interporre un BJT (o un MOS), secondo lo schema di Fig. 13.27, oppure usare il buffer

    invertente 4049 o quello non invertente 4050. Questi buffer sono in grado di assorbire una corrente

    di uscita piuttosto elevata.()

    Fig. 13.27 Pilotaggio di un LED con una porta CMOS della serie 4000B

    La famiglia HC in grado di fornire correnti circa 10 volte superiori rispetto alla serie 4000B

    ma sono sempre insufficienti ad accendere un LED. Con integrati della serie AC/ACT invece

    possibile accendere un LED utilizzando indifferentemente uno degli schemi di Fig. 13.25ae b. Sia

    la corrente di sink che la corrente di source (24 mA per le serie AC/ACT) sono infatti sufficienti a

    pilotare un LED.

    Un sistema piuttosto diffuso per aumentare la corrente di uscita delle porte CMOS quello dicollegare in parallelo pi porte come illustrato in Fig. 13.28. Si ricorda che questo metodo

    assolutamente da evitareper le porte TTL (a causa del totem-pole in uscita).

    ()Per tali buffer, ad esempio con VDD= 5 V, il valore tipico IOL= 5 mA (con VOL= 0,4 V). Questo valore per VDD=10 V, sale a 12 mA (con VOL= 0,5 V). Infine con VDD=15 V la corrente veramente notevole:IOL= 40 mA (con VOL=1,5 V).

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    Fig. 13.28 Schemi per aumentare la corrente duscita delle porte CMOS:

    a) con porte NAND; b) con porte NOT

    13.9 Interfacciamento fra porte TTL e CMOSIn un sistema digitale pu succedere che le varie parti circuitali siano realizzate con integrati

    appartenenti a famiglie logiche diverse. La connessione fra gli elementi deve essere allora effettuata

    tenendo conto delle caratteristiche elettriche (oltre che funzionali) di ciascuno di essi. In altri

    termini assolutamente necessario interfacciare in maniera corretta gli integrati di famiglie diverse.

    Per far questo si deve tener conto dei valori limite delle tensioni e delle correnti, caratteristicidi

    ogni famiglia. In Tab. 13.4 si sono raggruppati, per comodit, i parametri relativi alle famiglie pi

    comuni. Si tenga presente che i livelli di tensione per le serie CMOS sono riferiti ad una

    alimentazione di 5 V.

    Tab. 13.4 Valori limite di tensione e di corrente per le serie pi usate

    a)

    b)

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    13.9.1 Interfacciamento TTL/CMOS

    Consideriamo il caso di alimentazione comune, VCC= VDD= 5 V. La ridottissima corrente di

    ingresso dei CMOS non crea certamente problemi di pilotaggio per le porte TTL. Nascono per

    problemi per i livelli di tensione, come si vede chiaramente in Fig. 13.29; infatti la tensione di uscita

    VOHdelle porte TTL pu scendere fino a 2,4 V (2,7 per la TTL LS), mentre il livello limite per la

    tensione di ingresso dei CMOS VIH= 3,5 V.

    Fig. 13.29 Livelli limite di tensione TTL/CMOS

    pertanto necessario alzare il livello dell'uscita della porta TTL; il sistema pi comodo quello

    di collegare luscita dellintegrato TTL allalimentazione tramite una resistenza di pull-up di pochi

    k (dato che la corrente dingresso del CMOS praticamente nulla), come illustrato in Fig. 13.30.

    In questo modo, quando il totem-pole della TTL si pone a livello alto, la resistenzaRporta l'uscita a

    circa 5 V. In genereRsi sceglie di valore compreso tra 1 e 10 k; un valore maggiore rende pi

    lenta la risposta in quanto aumenta la costante di tempo associata al filtro passa-basso costituito da

    Re dalla capacit equivalente dingresso della porta CMOS.

    Fig. 13.30 Interfacciamento TTL/CMOS con VCC= VDD= 5 V

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    Se si lavora con porte HCMOS, si pu interporre fra TTL e CMOS una porta HCT (ad esempio

    la porta non invertente HCT34), i cui livelli dingresso sono pienamente TTL compatibili, come

    mostrato in Fig. 13.31.

    Fig. 13.31 Interfacciamento TTL/HCMOS

    Nel caso che la porta CMOS sia alimentata con tensione VDD> 5 V, non si pu effettuare il

    collegamento diretto con una porta TTL provvista duscita totem-pole. Occorre viceversa inserire

    come interfaccia una porta TTL con uscita open collector, in grado di sopportare tensioni di almeno

    15 V. Assolvono egregiamente lo scopo i buffer 7407 e 7417, con la resistenza di pull-upR collega-

    ta a VDD, come indicato in Fig. 13.32.

    Fig. 13.32 Interfacciamento TTL/CMOS con VDD> VCC

    TTL HCTHC

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    13.9.1 Interfacciamento CMOS/TTL

    Supponiamo che le porte abbiano la stessa alimentazione VDD= VCC= 5 V. Come si pu vedere

    in Fig. 13.33, non sussistono problemi di livelli di tensione, ma possono nascere problemi di

    pilotaggio in corrente.

    Fig. 13.33 Livelli limite di tensione CMOS/TTL

    Nella serie 4000B la corrente duscita piuttosto bassa; con una VOL= 0,4 V queste porte sono

    in grado di assorbire una IOL di soli 0,44 mA, ben inferiore alla IIL = l,6 mA che fuoriesce

    dall'ingresso di una TTL STD. In questo caso, illustrato in Fig. 13.34, necessario interporre i

    buffer 4049 o 4050 che sono in grado di assorbire unaIOLminima di 4 mA (cio possono pilotare

    comodamente 2 UL STD).

    Fig. 13.34 Interfacciamento CMOS/TTL STD con VCC= VDD= 5 V

    Una porta CMOS 4000B invece in grado di pilotare direttamente un ingresso TTL LS(IIL= 0,4 mA), come indicato in Fig. 13.35.

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    Fig. 13.35 Collegamento diretto fra porte CMOS e TTL LS

    Invece, nel caso di alimentazioni diverse (VDD> 5 V), occorre sempre interporre i buffer 4049

    oppure 4050, come riportato in Fig. 13.36, in grado di ricevere in ingresso tensioni pi elevate della

    propria alimentazione.

    Fig. 13.36 Interfacciamento CMOS/TTL con VDD> VCC

    Con gli HCMOS le cose si semplificano poich queste porte, presentando correnti di source e di

    sinkIo= 4 mA, possono pilotare direttamente sia la porta TTL STD che la porta TTL LS.