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Atti Parlamentari ~ 1773 ~ ~enato d,lla lft/pubblica 17 SETTEMBRE 1948 DISOUSSIONI ANNO 1948 ~ Jj VIII SEDUTA LVIII. SEDUTA VENERDì 17 SETTEMBRE 1948 . . . Presidenza del Presidente BONOMI IN DI del Vice Presidente ALBERTI ANTONIO INDICE Oongedi. ............... Pago Disegni di legge (Presentazione). . . . . . . Disegno di legge: « Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati». (21~Urgenza) (Seg-uito (leUr!, discussione): SACCO FIORE .. PANETTI . BOSI .. D'ARAGONA GIUA ... FA NFANI, )Ifinistro del la'voro e della. prr. 1!idenza so,'id" . BIBOLOTTI . . . . MERLIN ANGELINA TOMMASINI Interpellanze (Annunzio di): Interrogazioni (Annunzio di): Mozione (Annun2.io di): Sull'ordine dei lavori: PRESIDENTE TON ELLO 1792 17~3 1799 1801 1804 1805 1805 1803 1803 La seduta è aperta alle ore 16. RAJ A, segretario, lettura del processo verbale della seduta precedente, che è appro~ vato. Presentazione di disegno di legge. 1773 1773 FANF ANI, MinistlAo del la'L'oro e della pre~ videnza sociale. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. F ANF ANI, Ministro del lavoro e della pre~ videnza sociale. Ho l'onore di presentare al Senato il disegno di legge: « Disposizioni in materia di ricorrenze festive ». PRESIDENTE. Do atto all'onorevole Mini~ stro del lavoro e della previdenza sociale della presentazione di questo disegno di legge che seguirà il corso stabilito dal regolamento. 1774 1778 1781 1783 1790 1792 Congedi. PRESIDEN'rE. Ha chiesto congedo il se~ natore Caso per giorni cinque. Se non si fan~ no osservazioni, questo congedo si intende accordato. Seguito della discussione del disegno di legge: «Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori invo- lontariamente disoccupati '>. (21_Urgenza). PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il segui.to della discussione sul disegno di legge: «Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratOl'i involon~ tariamente disoccupati ». TIPOGJUJIA DJlJL SENATO (1200)

LVIII. SEDUTA VENERDì 17 SETTEMBRE 1948 - senato.it · Naicisiamo battuti gomito agomito, ma la nostra proposta non fu ap~ provata per trevoti contrari. Quello diStuart Bunning delle

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Atti Parlamentari ~ 1773 ~ ~enato d,lla lft/pubblica

17 SETTEMBRE 1948DISOUSSIONIANNO 1948 ~ Jj VIII SEDUTA

LVIII. SEDUTA

VENERDì 17 SETTEMBRE 1948. ..

Presidenza del Presidente BONOMI

I N D I

del Vice Presidente ALBERTI ANTONIO

INDICE

Oongedi. . . . . . . . . . . . . . . . PagoDisegni di legge (Presentazione). . . . . . .

Disegno di legge: «Provvedimenti in materiadi avviamento al lavoro e di assistenza deilavoratori involontariamente disoccupati».(21~Urgenza) (Seg-uito (leUr!, discussione):

SACCOFIORE . .PANETTI .BOSI . .D'ARAGONAGIUA . . .FA NFANI, )Ifinistro del la'voro e della. prr.

1!idenza so,'id" .BIBOLOTTI . . . .MERLIN ANGELINA

TOMMASINI

Interpellanze (Annunzio di):

Interrogazioni (Annunzio di):

Mozione (Annun2.io di):

Sull'ordine dei lavori:

PRESIDENTE

TON ELLO

179217~317991801

1804

1805

1805

18031803

La seduta è aperta alle ore 16.

RAJ A, segretario, dà lettura del processoverbale della seduta precedente, che è appro~vato.

Presentazione di disegno di legge.

1773

1773

FANF ANI, MinistlAo del la'L'oro e della pre~videnza sociale. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.F ANF ANI, Ministro del lavoro e della pre~

videnza sociale. Ho l'onore di presentare alSenato il disegno di legge: « Disposizioni inmateria di ricorrenze festive ».

PRESIDENTE. Do atto all'onorevole Mini~stro del lavoro e della previdenza sociale dellapresentazione di questo disegno di legge cheseguirà il corso stabilito dal regolamento.

177417781781178317901792

Congedi.

PRESIDEN'rE. Ha chiesto congedo il se~natore Caso per giorni cinque. Se non si fan~no osservazioni, questo congedo si intendeaccordato.

Seguito della discussione del disegno di legge:«Provvedimenti in materia di avviamentoal lavoro e di assistenza dei lavoratori invo-lontariamente disoccupati '>.

(21_Urgenza).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ilsegui.to della discussione sul disegno di legge:«Provvedimenti in materia di avviamento allavoro e di assistenza dei lavoratOl'i involon~tariamente disoccupati ».

TIPOGJUJIA DJlJL SENATO (1200)

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Senato deUaRepùbblicaAtti Parlamentari ~ 1774 ~

17 SETTEMBRE 1948DISCUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

H1;t facoltà di parlare sempre in sede di di~scussione generale, l'onorevole Sacco.

SACCO. Onorevole Presidente, onorevoleMinistro, onorevoli senatori, Per la prima vol~ta io prendo la parola in quest'Aula per discu~tere un disegno di legge. È giusto, come di~cevaieri il. collega Grava, che ci si presentiun po', perché, anche se l'età consentirebbe dipensare che qualche cosa di ciò che si è scrittopossa essere noto a molti, tuttavia non mi il~ludo che molti dei miei colleghi mi conoscanoper i volumi che posso avere scritto in questamateria.

Molti anni sono passati da quando, dal ban~co di lavoro, ebbi l'ambizione di portare sullacattedra universitaria questi problemi e ciòmi riuscì, perchè ebbi la passione ed il con~vincimento che bisognava sottrarre alla fazio~sità, ed anche al politicantisIÌlo, lo studio e larisoluzione dei problemi del lavoro e dei pro~blemi sindacali.

La preoccupazione della disoccupazione e lostudio dei mezzi idonei ad ovviare a questa edi provvedere al collocamento della manod'opera disoccupata non è di ieri, ma è ditutti i tempi e di tutti i luoghi. Di sempre;pel'chè infatti nei tempi barbari l'occupazione aforza delle tene degli altri popoli e dei terreniincolti da dissodare davano il diritto di pos~sederle. In tempi civili, quando l'assetto so~ciale lo consentì, fu sempre ambizione delleCompagnie delle Arti e fu sempre sentito ildovere dai maestri delle botteghe artigiane dioccupare la mano d'opera" e di distribuirlaequamente, di educare all'arte i discepoli e difar sì che la distribuzione dei lavoranti fossefatta in modo da rispondere alle mutevDli esi~genze sociali.

Solo nel secolo scorso, per il fenomeno delliberismo economico e della concentrazione Iindustriale, si pretese che lo Stato fornisse lama:no d'opera già qualificata agli imprenditorie li esonerasse da quello che fu un dovere co~stantemente praticato. Ed ecco allora la crisiche ne venne; ecco allora perchè nel 1848, cen~to anni fa, al Lussemburgo fu ampiamente di~scusso il probema del diritto al lavoro e imezzi per provvedere a soddisfare questa esi~geIlza sociale.

Ho fatto questa esperienza: due anni faalla Camera del lavoro di Torino abbiamo te~

nuto un corso sui Consigli di- gestione. Ioebbi la sorte di inaugurado e ell cllÌuderlocon un discorso nel quale lessi, traducendodal francese in italiano, alcuni br'ani pronun"ciati al Lussemburgo da Louis Blanc, dalLamartine, dal Proudhon, e domandai poi agliuditori se l'avvisassero gli autori di quei di~scorsi.

Uno di essi mi rispose che indubbiamente sitrattava di UIl discorso di un membro della.Assemblea Costituente italiana, la quale stavaappunto discutendo in quei giorni i problemi

del lavoro. Egli rispondeva in buona fede, cosìpoco cammino si è peI'corso da cento anni inqua, su questo teITeno, tanto che i discorsipronUllciati al Lussemburgo potevano esserescambiati con quelli fatti l'anno scorso all'As~semblea Costituente.

Il problema è ora grave; ieri l'onorevole La~. I

briola lo ha impostato in un modo che non miha certamente convinto. Quando furono pub.blicati dal De Girardini in due grossi volumiquei discorsi che ho citato, sul Droit au tra~vail, fu risposto in un opuscolo da Paul Lafar.gue, genero di Carlo Marx, che bisogna conqui.stare Le droit à la paresse, il diritto. all' ozio,otium inteso alla latina. Occorre, ossia, far sìche ognuno possa svolgere l'attività alla qualeegli è chiamato dalle sue attitudini naturali,dalla sua predilezione per un lavoro che nongli costi fatica e gli consenta di utilmente im.piegare i talenti che la Provvidenza gli ha do.nato.

Dopo di all'ora, fallito l'esperimento degliateliers nationaux, in Francia si costituironoles bour'ses de travail, borse di lavoro, co"piando la denominazione dalle « borse di com~mercia ». Si diceva: nello stesso modo con cuii capitalisti; gli imprenditori ed i commerciantihanno le loro borse per i loro traffici, così an.che noi abbiamo il diritto di mercanteggiare lanostra merce, il lavoJ.~o. E quando ne l 1893 aParma si convocò il 10 Congresso delle Ca"mere del lavoro, si era in dubbio; ed era Co.stantino Lazzari ad avere questo dubbio, eda sostenere che si dovessero chiamare in Italiaborse di lavoro quelle che si chiamàrono poiCamere del lavoro. Ebbero questo nome per~chèin Piemonte prima, ed in Italia poi, le Cameredel commercio esistevaho da centinaia di anni;e così si chiamò Camera quella che racchiu~

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Atti Parlatrumiarì Senato della Repubblìca~ 1775 ~

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

deva le rappresentanze delle categorie del la~varo (in Toscana si sorrise, perchè camera èsinonimo di luogo ove riposare).

Come risolsero queste primitive organizza~zioni sindacali il problema 'del collocamento?Allora non esisteva nel Governo dello Statoliberale, agnostico per principio, la preoccupa~zione di questa funzione sociale, e non esistevala sensibilità di quella esigenza nell' opinionepubblica. Esisteva invece, sempre piÙ acuta,nelle prime leghe di resistenza e nelle organiz~zazioni sindacali di ogni colore.

Chi ha letto la relazione del Cab1"ini del10 Congresso delle Camere del lavoro del 1893,

ha visto con quale sensibilità il tema sia statoaffrontato. Tuttavia non si arrivò a trattare afondo quell'argomento per nOn perdere l'ap~poggio di taluni comuni, e di altri Enti pub~blici che ravvisavano 'l'utilità degli uffici dicolJocamento intesi a sottrarre ana specula~zione sordida, dei collocatori privati, i' lavora~tori.

Ma gli Enti pubblici, lo Stato, le Provincie,i Comuni non ardivano prendere l'iniziativa enaturalmente questa si svolse in modo disor~dinato. per sottrarre. è vero, il collocamentoallo sfruttamento privato, ma anche generandodisordini ed Rrhitrì bericolosi. Mi insegnanogli onorevoli colleghi, i quali in materia sin~dacale sono piÙ esperti, ehe effettivamente al~lara lo sfruttamento delle esigenze dell'oceu~pa?;ione era tale da reclamare rimedi. che fu~1>ono opportunamente offerti dalJeCamere dellavoro, nel senso di istituiTe cioè nel proprio"01)0 ,gli Uffici di collocamento paritetiei, chefunzionarono in qualche regione lodevolmente.

L'onorevole Labriola ieri affermò ancoraq nella mentalità agnostica del mondo liberale.Egli appartiene ancora a quella genel'azione.a quella ideologia che nega sempre il cÒmpitoallo Stato di intervenire in materia di lavoro oin materia di economia: ed egli può avere all~che qualche pa1.te di ragione. Io lion pretendoche l'onorevole Labl'Ìola abbia letto quello cheio ho 8el'itto. Ma io, che ho letto tutto quelloche ha scritto lui e lo ho :-,ognìto da vicino(interruzioni), 10 conosco hene.

rj'ONELLO. Ma lo ha scritto i170 tempore.SACCO. Onorevole Tonello, l'onorevole La~

briola è perfettamente coerente a se stesso. H8commesso, però" due grossi errori, uno nel

tempo e l'altro nello spazio. Nel tempo, perehèè rimasto aneorato a quelle idee che, dal 1905egli professava e sosteneva, senza aderire allarealtà delle successive trasformazioni socialie senza intendere le esigenze sociali che ven~nero poi manifestandosi imperiose, incontroalle quali il disegno del Ministro Fanfani oggiintende andare.

Ha commesso poi un altro errore, ed è er~l.ore nello spazio, o piÙ preeisamente nella to-pografia parlamentare: anzichè sedere su quelhanco, prossimo all'estrema sinistra, dovrebbesedere qua vieino al senatore Angiolillo e alsenatore Lucifero. Questo sarebbe il suo posto,perchè è vero che egli è sempre il libedario di40 anni fa, colui ehediceva: il Jiberalismo èmorto, ma c'è il suecesSOre del liberaiismo, edè il sindacalismo. Egli aveva in questa sua tesiun compagno da lui insospettato: Luigi Einau~di. Luigi Einaudi già mio maestro allora e poimio coll.ega all'Università e poi per poehi giorninostro collega qui al Senato, salito quindi aglialti fastigi della Presidenza della Repubbliea,dieeva esattamente questo: il liberalismo èmorto, suceessore del liberalismo è il sinda~calismo.

Io che ho sempre avuto una certa simpatiaper le teorie professate dall' onorevole Labrio~la, proprio per amore di libertà, se si vuole]Jer eeeessivo amore di libertà, faccio a luil'addebito di avere commesso due errori: er~

l'ore del tempo, perchè egli è rimasto fermo a40 anni fa, e l'errore dello spazio in quantoegli dovrebhe sedere sul banco di destra.

Forse egli 8iede a sinistra perchè la suaanima rivoluzionaria ha una particolare formaspirituale; egli crede di riscaldarsi vicino alfuoco rivoluzionario che da quel settore lo puòinvestire; ma potrebbe d.arsi che invece di unfuoco rivoluzionario gliene venga un gelo si~beriano.

.

Spero e1HJ gli onorevoli colJeghi liberali ri~fuggano da quella che fu la. afferma)';ione diieri dell'onorevole Labriola, e penso che. ade~l'endo a quelle che sono le esigenze deUo Statoattuale. le eonc1izioni sociali dell'Ttalia, essivoteranno. sia pure suggerendo emem1amenti,il disegno Panfani, perchè meritevole non solo(li attenzione, ma DeJ"chè è il solo meZ70 i(lo~11eo, oggi, a ri80lvere il problema.

Si dirà: ma il nroblema della aisoccl1pa7iollPnon si risolve sul piano nazionale, occorre 1,101'0

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 1776 ~

17 SETTEMBRE 1948DISCUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

tarlo su un piano pm ampio. Non vedo pre~sente l'onorevole D'Aragona, il quale potrebbericordare quando 30 anni fa a Washington conGino Baldesi ci siamo battuti per più di ventigiorni nello Congresso internazionale del la~varO per far capire che le Nazioni molto popo~late e con risorse insufficienti dovevano essereaiutate nel loro sforzo per risolvere questogl'avissimo problema: di dare cioè lo spaziovitale ai popoli esuberanti per pdpolazione epoveri di risorse. N ai ci siamo battuti gomitoa gomito, ma la nostra proposta non fu ap~provata per tre voti contrari. Quello di StuartBunning delle Trades Unions inglesi, quellodi Draper, rappresentante delle Trades Unions

canadesi e quello di Balino della Confedera~cion obrera argentina. Due di queste Confe~derazioni aderivano alla Internazionale sinda~calista socialista. Voi sapete quale incrinatura

/quel voto ha creato nella saldezza della TerzaInternazionale. Il Baldesi, tornato in Italia,ebbe una drammatica discussione con i suoicolleghi della Confederazione nazionale del la~varo, perchè aveva impostato con me la riso"luzione di un problema che aveva avuto com~patto il voto in favore della Delegazione Ita~liana, ossia anche dei rappresentanti del Go~verno e degli imprenditori.

Ora quel problema, nel campo internazio~naIe, io non so quando potrà essere fruttuosa~mente impostato. È augurabile che si possaaffrontarlo al piÙ presto, con efficacia. Auguro

"Dche che i sindacFlti operai possano portareil loro contributo alla soluzione del problema.Inoltre voglio anche augurare, parlando daouesta parte, che una voce augusta, un mes~saggio pontificio del 1942, che riguarda Questa

.materia, 1)OSSatrovare consensi in quelle Na~zioni fortunate che hanno il dovere di venireincontro alle Nazioni più bisognose, che ne~cessltano di uno spazio al sole per le loro po~polazioni esuberanti.

Se nel campo internazionale poco possiamosperare, ecco come si presenta il problema nelcampo nazionale. Il disegno di legge che ilMinistro del lavoro ha sottoposto alla nostradiscussione è tale da rispondere alle esigenzedei lavoratori, oppure deve essere respinto?

L'onorevole Labriola vuole, col suo ordinedel giorno, che sia respinto, perchè egli man~tiene la sua posizione contraria ad ogni in~

ter'vento dello Stato. Egli nel suo discorso hadetto anche qualche altra cosa; ha aggiuntoun motivo nuovo di diffidenza a causa del co~lore politico che egli attribuisce al Governoattuale. Io credo' che l'onorevole Labriola siasempre fermo a' più di cinquanta anni addie~tra. Allora egli ebbe un insigne maesti:o, chefu ed è uomo di larga esperienza di governoe che oggi onora quest'aula, il quale dopol'enciclica Rerum N ovarum, nel 1893 ~ salvoerrore ~, allora l'onorevole Labriola era sui

banchi dell'Università, pubblicava il volume:Socialismo cattolico, in cui denunciava que~sto socialismo come più pericoloso per la na~zione di quello marxista. Io credo che oraquell'eminente professore abbia,mutato la suaopinione: sapientis est mutare consilium! Ciòfarebbe anche onore alla sua obiettività scien~titiGa ed allA, sua politicità, perchè la politica èl'arte del possibile, l'arte di aderire alle esi~genze attuali, non a quelle di ieri, ~nè a quelledi domani: aderire infatti a quelle di ieri è dafossili, aderire a quelle di domani è da uto~pisti.

Io penso che debba essere reso omaggio al~l'onorevole Fanfani. C'è una diffidenza gene~rica verso gli scienziati che si dànno alla pra~tica. Io ho avuto la buona sorte di vedere ilMinistro. Fanfani, prima studente, e poi av~viato all'attività scientifica dove siè così vasta~~mente affermato; e l'ho sempre seguìto conammirazione, ammirazione che è diventata en~tusiasmoquando egli insegnava storia econo~mica. Mi sono veramente compiaciuto quando,esaminando i disegni di legge che egli ha pre~sentato all'esame delle Camere, ho potuto rile~vare con quale obiettività egli sia venuto in~contro alle esigenze attuali. L'omaggio al Mi~nistro Fanfani è dovuto. Noi dobbiamo l'alle.grarci, perchè possiamo avere sulla cattedrauomini insigni e valenti, ma purtroppo, spessevolte la scienza non aderisce così alla realtàdelle cose, come questa volta.

E questa non è piaggeria di amico di parte;io non sono uso fare complimenti e neancheperorazioni, perchè non m'illudo di convincerecoloro che non sono convinti. Ma desiderochiedere attenzione particolare ai colleghi diquel settore che sono i più vicini all'estremae che con l'estrema si confondono anche nellevotazioni. Io vorrei domandare, per esempio,

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.1tti Parlamentari Senato della Repubblica~ 1777 ~

17 SETTEMBRE ] 948ANNO 1948 ~ LVIII SEDU'I'A DISCUSSIONI

mi si perdoni questa specie di interpellanza("osì personale, all'onorevole Romita, se egliricorda quando nel 1920 l'onorevole Colombino

\della F.LO.M. riceveva da Giolitti in conse~gna i due arsenali militari e le cinque fabbri~

che di armi. Quale era il progetto che l'onore~vale Colombino enunciava e il programma diazione che egli formulava? E poi, nel 1921,quando voi, onorevole Romita, COn Togliatti,non ancora deputato, ed alcuni altri ~ voirappresentavate, se ben ricordo, le coopera~tive ~~ avete avuto quel drammatico colloquiocon l'Agnelli, nel quale egli vi proponeva lagestione cooperativa della «Fiat », e Togliattiinsorse dicendo: «Sì. Però non vogliamo chesiano tramutate in obbligazioni, le azioni ».Dal 1920 al 1921 si scavò un abisso che viseparò. Non so se voi lo vediate. Mi augurereiche voi lo vedeste. È un po' il supplizio di Mas~senzio che voi subite e che vi rende impossibilela collaborazione.

Io so che voi socialisti avete lavorato moltoin questa materia, e che avete una tradizioneche dovreste far valere. Non dovreste, perciò,nascondervi dietro le spalle dell'onorevole La~briola, il quale è geniale, è fosforescente, manon può servirvi da paravento, no. Voi dovre~ste assumere le vostre responsabilità, indivi~duate e distinte dai comunisti. Io vorrei cheanche dall'estrema venisse la collaborazione aQuesto piano: mi augurerei che fosse addirit~tura rovesciato, ma che qualche cosa si fa~cesse, e si rispondesse a questa domanda: sea ciò non è lo Stato che provvede, chi potràprovvedere? Mi si risponderà: i sindacati. Èuna risposta che io darei tanto volentieri, seciò fosse possibile, come uno dei sindacalistipiù anziani di quest'aula. Ma è pur vero cheoggi i sindacati non possono adempiere obiet~tivamente e serenamente a Questo ufficio, cheperciò è da negarsi ad essi. È l'evidenza deifatti che lo nega. E allora ?Allora se lo Statonon può essere estraneo a Questa altissimafunzione, se lo Stato deve venire incontro alleesigenze del 1)Onolo che l'ec1ama lavoro, se un

ordinamento, un disciplinamento debbono es~sere dati, chi li deve dare, se i sindacati sonoinadeguati a questo ufficio? Se purtroppo, di~ceva bene. l'onorevole Labriola. oltre la p08~sihiliti1 di 11no Stato dentro 10 Stato, c'è anchel'altra possibilità. di uno Stato contro lo Stato;

ed in uno Stato democratico questo non si puòtollerare. lo sono decentralista, sono autono~mista, sono regionalista; ma riconosco che loStato non può rinunciare a quella che è la suafunzione, a lui consacrata ed addebitata dallanuova Costituzione. Lo Stato e il Governohanno il dovere di adempiere i còmpiti che laCostituzione loro affida; come adempiere que~sto còmpito se non con disegni di legge chevengano incontro a queste esigenze? Ecco al~lara il disegno di legge per la disoccupazione,per gli uffici di collocamento, ecco il disegnodi legge per le case, ecco lo sforzo che il Go~verno deve fare.

Vogliamo concorrere col Governo, che nonè un governo di partito, ma un governo dellaNazione, governo del popolo italiano, voglia~ma conCOI'rere (clamori dall'estrema), voglia~ma concorrere a fare sf che l'opera del Go~verno trovi nel popolo l'aiuto che è. neces~sario, oppure vogliamo ostacolare l'opera delGoverno, lo sforzo generoso che esso fa pervenire incontro a queste esigenze?

Questo è il problema; ora talnno potrà ri~snondere: no, a rJr'ior'i come rispondeva ieril'onorevole Labriola, con la posizione parti~colaristica, individualistica della sua pregiu~diziale politica. Ma mi sia consentita questainvocazione, quella che faceva ieri l'onorevo~le Grava per i motivi che egli invocava e cheio non sto a ripetere. Vediamo di andare ef~fettivamente incontro alle esigenze del popo~lo. che lavora e che attende da noi provvedi~menti legislativi per cui possa sperare in undomani migliore; chè se ostacoli verrannofrapposti, quanto meno si ingenererà nel Pae.se l'opinione che il Governo, che 10 Stato, nonfaccia per colpa del Parlamento guanto è p08~sibile per adempiere il còmpito che la Costi~tuzione gli ha affidato. E saranno tristi i gior~ni che verranno, le delusioni per il nostropopolo.

Ora taluno potrà pensare che nel regimesindacalista plurimo si potrebbe anche colla~barare all'esercizio degli uffici di collocamen~to, all'infuori dell'ingerenza statale. Sarebbeda augurarselo. In tal uni paesi felici delmondo, là dove esistono due o tre confedera~zioni diverse rli lavoratori, si può vedere lagestione in comune degli uffici di collocamen~to. È questione di educazione sindacale. 0

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Atti Parlamentari ~ 1778 ~. Senato deUrt Repubblica

ANNO 1948 ~ LVIn SEDUTA DISCUSSIONI 17 SETTEMBRE 1948

questione di maturità politica, e noi ci auguriamo che questa educazione possa essereraggiunta anche dalle nostre masse lavora~trici. Ma ci domandiamo qualche volta per~plessi ed afflitti se effettivamente tale buonavolontà. sussista in tutti coloro che qui sonorappI:esentati, in tutti i partiti, in tutte le cor~

l'enti politiche. E allora la nostra coscienzadi sindacalisti, la nostra attività di parlamen~tari, rimane turbata, rimane come diminuitanelJa sua efficacia persuasiva a far sì che ilpopolo possa e voglia .collaborare, perchè iprovvedimenti legislativi si traducano in ef~fettivi beneficì.

Io non sto qui a trattenermi oltre sullaQuestiDne che ieri l' on orevole Labriola hasollevato perchè io credo il Senato app'rove~rà il passaggio alla discussione degli articoli;quando si discuteranno gli articoli di legge,quando, ossia, si entrerà. nel merito delle di~sposizioni, allora si potrà vedere tutta l'espe~ricnza,la saviezza di cui gli organiz'latorisindacali potranno fare dono al Governo; al~lara si potrà vedere e si vedrà se veramenteesiste quella buona volontà alla Quale io hofatto appello.

Mi riservo di riprendere la parola nella di.scussione degli articoli poichè ho proposto iostesso un emendamento,

Hecentemente a Torino si è discusso, nelCongresso per l'orientamento professionale,di un problema che io stesso ho impostato eche avevo già impostato qui a Homa al Con~

gl'esso della Scuola popolare. In Italia vi èun tesoro che è !'intelligenza: si può dire chenoi non abbiamo altra materia prima mig'lio~re. Quando noi pensiamo e provvediamo allamassima occupazione delle braccia, non do~vremmo occuparci della migliore utiIizzazio~ne delle intelligenze? Non voglio parlare del~le categorie inteUettualL Come negli altri Sta~ti, l'avviamento degli apprendisti al lavorodovrebbe avvenire previa esame psicotecnkodella dipllosizionee dolle capacità e delle dotidi ciascun ragaz'lo. Noi avremmo così unutile impiego dell'intellic;enza, che accresce~

l'ebbe il valore della occupazione della manod'opera. Io ho proposto soltanto ùn emenda~mento di poche righe: Cluesto mio di adessoè un piccolo preludio, ma mi riservo di svol~gere la questione più ampiamente in seguito.

Penso che in Italia questo orientamento pro~fessionale debba entrare nella coscienza, spe~cialmente di coloro che si occupano dei pro~blemi del lavoro, poichè effettivamente o noici occupiamo anche dell'intelligenza e dellasensibilità sociale, ovvero facciamo degli or~gani b1Ìrocratici di distribuzione materiale dibraccia, deQ;li uffici ai quali manca il presidioe l'aiilto di coloro che, per le proprie attitu~dini di psicotecnici, possono dare un contri~buto validissimo alla più intelligente occupa~

. zione.Onorevole Fanfani, voi non avete certa~

mente bisogno del mio incitamento, ma nontemiate di essere audace e non dubitate d'ub~bidire alla prudenza. Voi, onorevole Ministrodel lavoro, conoscete quel magnifico affrescoa Siena rinroducente l'allegoria del BuonGoverno' voi Io conoscete ed io penso chenel~la vostra opeta vi ispiriate a quell'allegoria.Quando uscirete da questa Aula, passando di~nanzi a fi. Luigi. dei Francesi, vi troveretein una piccola piazza intitolata ad uno di cuifui discepolo e che mi è legato da molti ricor~di familiari. Nel 1911, noi, ad Assisi, ci sia~ma riuniti in un congresso scientifico distu~di per segnare le mète, le vie del1'attività sin~dacale: fummo ricevuti ad Assisi da manife~sti ingiuriosi contro il nostro oscurantismo,contro la nostra ignoranza. Il Toniolo ci am~ .mani (10 può dire l'onorevole Boggiano chepresiodeva auel congresso), dicendo che ilpensiero cristiano avrebbe l'i conquistato l'Ita~lia. Crediamo che il suo vaticinio si sia inparte avverato. Ma di piÙ: egli .ha detto chequesto secolo sarebbe stato il secolo della ci~viltà del lavoro. Onorevole Fanfani, alzatealta questa bandiera, poichè in questo secolovedremo la civiltà del l'avaro: e sarà civiltàcristiana e basterb che sia civiltà del lavoro,perchè sia cristiana. (Applrll18i dal centro e1a destra).

FlOHE. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FfORR Varie volte in questa Aula abbia~ma udito dichiarazioni, direi solenni, di inte~reSEamento per le Regioni meridionali e pr~r]a Sicilia. Si sono assunti iml1egni, quasi co~

me debito di onore, per la riparazione dei tor~ti che per decenni si sono fatti al1e nostrpterre. Insieme a queste doverose riparazioni

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AU'iPar'lamentari

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISCUSSIO:NI

~ 1779 ~ Senato della Repubbli~a

17 SETTEMBRE 1948

si è parlato di provvedÌInenti idonei a toglie~re dalla poverta e dallo stato dl inferiorita illcui Vlvono queile povolaziolll meridlOnali;Sl e parlato dl l"ilorma agl'al'la, dI elevaZlOnGsoprattutto del tenore di vIta dei nostri operaie ,dei nostri contadini.

Nla tutto cia e rimasto nel campo delle pa~l'ole, nel campo dei discorsi; quando SI ètl'attato di prendme concreti pl'ovvedimenti le~gislativl, nOI abbiamo visto e vediamo che sie tentato e si tenta non soia di mantenere an~cara nello stato di minorità e di inferiorità inostri operai e i nostri contadini del meri~dione d'ltalia, ma si tenta di soffocar'e in essiquegli aneliti alia libertà, quegli sforzi vòltiad acquistare la coscienza dei diritti dellapersonalità umana. Si tenta insomma di sof~iocarli per mantenerli ancora nella soggezione,per mantenerli ancora, attraverso forme dipaternalismo, schiavi, perchè siano greggeelettorale per il partito politico dominante.

Il progetto che noi, dobbiamo esaminare, seè un progetto di una gravità eccezionale pertutti i lavoratori d'Italia, per i lavoratori delmeridione e per i lavoratori della Sicilia, inispecie, assume un aspetto di particolare im~portanza.

N ai abbiamo una dura, durissima espe~l'ienza in Sicilia degli uffici statali di colloca~mento, perchè dopo la liberazione, proprio, inSicilia, per ordine degli alleati, furono costi~tuiti gli uffici del lavoro ead essi fm-ono de~mandati i còmpiti degli Uffici di collocamento..Ebbene, io penso che se il Ministro del lavoroavesse posto attenzione al risultato nettamentenegativo degli Uffici di collocamento in Si~cilia, avrebbe forse riflettuto un po' di più pI'i~ma di presentare questo progetto di legge.

I lavoratori siciliani non è da ora che han~no visto il grave pericolo che incombeva sudi loro. Immediatamente dopo la liberazione,in un Congresso delle Camere del lavoro dellaSicili a, ten utosi a Caltanissetta, a cui parteci ~

pavano i rappresentanti di tutte le tendenzesindacali, compresi gli amici democristiani,all'unanimità fu votato un ordine del giorno,perchè gH {Tffici di collocamento passasserodagli Uffici del lavoro alle organizzazionioperaie, alle Camere del lavoro. Ai lavoratori,iciliani questo discorso, tenuto nell'ottobredel '1944 a Caltanissetta, sembrò la ripresa di

un vecchio discorso, poichè già dal 1894, gui~. dati da De Felice, guidati da Nicola Barbato,

guidati da Nicola Petrina, essi si batter'onoperchè tali uffici fossero nelle mani delle classilavoratl"ici, si batterono per l'imponibile dellamano d'opera, per le affittanze collettive; eprima e dopo la guerra mondiale del 1914~18,ancora ardue lotte condussero proprio perquesti Uffici di collocamento per l'imponibiledella mano d'opera, e nella lotta cadevanoassassinati dalla mafia Verro, Panefinto,AI011ge.

l:Devideute che quanuo i lav01'atori sicilianiapPl'enderanno che si vuole non solo conti~11uare in un sistema che ha ratto fallimentom 'sicilia, ma che si vogliono anzi l"ibadiI'eancora quelle str'ettoie che impediscono ai la~\orat01:i di esplicare tutta la loro 'attività, sicapisce che i lavoratori siciliani si porrannodecisamente cont1'O questo progetto.

Ma esaminiamolo questo progetto di legge,per quanto r'iguarda la situazione special~mente delle telTe meridionali.

Mi soifermo sopl'attutto sull'articolo 17 delprogetto: «E data facoltà al datare di lavoro diassumere direttamente la mano d'opera in tuttii casi in cui tale assunzione sia giustificatada forza maggiore o da necessità di evitaredanni alle persone o agli impianti:J>.

Onorevole Fanfani, nel suo progetto di leggenon c'è una pa1'ola in cui si dica che è vie"tato all'D fficio di collocamento di continuarele sue funzioni in periodo di conflitto operaio.Nel suo progetto di legge l'affermazione chel'assunzione diretta è giustificata da forzamaggiore o da necessità di evitare danni allepersone o agli impianti, non fa che legalizzareil crumiraggio.

È evidente che se UIm categoria è in scio"pero per la conquista di migliori patti salarialied in q nel determinato momento l'ufficio dicollocamento cOlI la forte disoccupazione chenoi abbiamo, invia all'industria, all'aziendaagricola ajtI.i lavoratori pCI'sostituire gli scio~peranti, questa è azione legale, statale eli cru~miraggio.

Ciò, evidentemente, porterà a dei conflitti lacui responsabilità ricadrà su di voi. Ma voinon dite nemmeno una parola, e cioè se l'uf~fido eli collocamento debba tener c'onta, o me~no, delle tariffe sindacali concordate, se si

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Atti Parlamentari

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

~ 1180 ~

DlS0USSIONI

Senato della ltepubbiica

17 SETTEMBRE 1948

deve «collocare» il lavoratore in base ai patticontrattuali, oppure no.

Onorevole Fanfani, ciò che le dico lo alier~mo per amara esperienza; perchè nella pro~vinci a di Messina i prefetti sono stati costrettiparecchie volte ad emettere provvedimenti« contro» i lavoratori della provincia che ve~nivano a lavorare in città. Ciò avveniva per~chè i corrispondenti degli uffici provinciali dellavoro, spesso inviavano agli appaltatori e adaltri datori di lavoro, degh operai che veni~vano pagati con UI~ salario di gran lunga in~feriore a quello che, per .la stessa categoria,era pagato in città. Ed allora i lavoratori dellaprovincia avevano convenienza a fare 30 Km.in ferrovia per venire in città ed altrettantiper far ritorno al paese, aggravando ancorala situazione della disoccupazione cittadina.

È evidente che fin quando non si lega il col~locamento alle condizioni salariali del con ~

tratto collettivo, il collocarnento non potrà fun~zionare. Che cosa significa collocamento? Ilcollocamento è il risultato e, in una certa' mi~sura, il coronamento di tutta una lotta e diuna attività sindacale.

Le competenze! Ma sul serio l'onorevoleF'anfani, che ha una esperienza, per esempio,nel campo dell'emigrazione, può attestare chegli uffici statali sono idonei a fai'e il colloecamento? Ma, onol'evole Fanfani, gli scandalidell'Argentina, del Belgio non le dicononien~te? Non le dice nulla il primo contingente diminatori che andò nel Belgio, contingente re~clutato dagli uffici del lavoro della Sicilia, eche risultò composto, nella sua grandemaggioranza, di barbieri, di geometri, di mae~stri elementari, i quali appena condotti ai poz~zi delle miniere sono ritornati indietro spa~ventati ed hanno creato la incresciosa situa~zione che tutti conosciamo? E niente le diceil fatto che, tre mesi dopo, un altro contin~gente, re,.,jutato sotto la direzione della Fede~razione regionale minatori, ha evitato questiinconvenienti?

Questo dimostra appunto che non è possi~bile che il collocamento venga esercitato daorgani dello Stato. L'impiegato statale che stadietro lo sportello, anche con tutta la buonavolontà possibile, aspetterà la comunicazionedal datore d\ lavoro il quale gli dica: ho biso~gno di tanti operai. Ma nella nostra terra noi

abbiamo compiuto ispezioni sui cantieri, sia~mo andati a vedere se in quel dato cantiere,in quella data industria vi potesse essere bi~sogno di lavoratori. E questa azione nOn puòessere fatta dall'impiegato che ha determinatemansioni, e deve aspettare le richieste di la~voro.

Concependo così il collocamento, si colpi~scono maggiormente i lavoratori della Sicilia,ed in genere del meridione d'Italia. Spesse vol~te i « settentrionali» ci accusano di non avereabbastanza iniziativa, che non sappiamo muo~verci ed agire, dimenticando tutte le ragionieconomiche e storiche per cui le nostre popo~lazioni si trovano in queste condizioni.

Ma tutte le volte che noi facciamo qualchesforzo perchè i nostri lavoratori, perchè le no~stre popolazioni cessino di stare in ginocchioe s'alzino, ecco che interviene lo Stato, ed unprogetto di legge obbliga i lavoratori siciliani,i lavoratori meridionali a rimanere quello cheerano, cioè dei « minorati », quasi degli schiavi.

Evidentemente, onorevole Fanfani, quandoci sono delle situazioni di fame, di disoccupa~zione e di miseria come nel meridione, l'uffi~cio di collocamento non 'diventa, in mano delloStato, che uno strumento di dominio del par~tito che ha il potere. Perchè, intendiamoci:noi parliamo di Stato come un'entità quasimetafisica; ma lo Stato è rappresentato da unGoverno; un Governo segue una determinatapolitica la quale si prefigge dei determinatiscopi. E questo Governo attraverso gli ufficidi collocamento tende ad indebolire, noh solole organizzazioni sindacali, ma tende, special~mente nel meridione, ad impedire che i lavo~ratori in un certo momento acquistino coscien~za dei loro diritti.

Onorevole Fanfani, gli Uffici Jìl'ovinciali dellavoro della Sicilia ed i loro Uffici di colloca~mento hanno 'dato la dimostrazione pratica e,direi, quasi plastica della incompetenza e deldanno che essi portano all' organizzazione dellavoro e della produzione; badi che questogiudizio non è un giudizio di parte.

Ad un certo momento il prefetto di Messina,dott. Giovannitrapani, in una determinata si~tuazione, quando bisognava collocare 1000edili, con una sua disposizione fece sì che,derogando dal precedente decreto prefetti zio,il collocamento venisse fatto dalla Camera del

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Atti Parlamentari — 1781 — Senato della Repubblica

ANNO 1948 - LVIII SEDUTA DISCUSSIONI 17 SETTEMBRE 1948

lavoro; anche altri preietti della provincia di Messina e l'ingegnere Capo del Genio Civile, spesso hanno detto alla Camera del lavoro: inte­ressatevi voi del collocamento. E sono stati gli stessi appaltatori che hanno ripetuto: interes-satevene voi, Camera del lavoro; quegli appal­tatori ai quali l'Ufficio del collocamento, quan­do domandavano un operaio specializzato per un dato lavoro, ne mandava loro un'altro di tutt'altra competenza. L'Ufficio di collocamen­to, non avendo la possibilità e la capacità di controllare la qualifica e la specialità, inviava ai datori di lavoro degli operai che non servi­vano alla bisogna, degli operai che il giorno dopo dovevano essere licenziati e sostituiti, creando quindi uno stato d'animo particolare, pericoloso per i lavoratori.

Per tutto ciò spesso noi abbiamo avuto in­viti da parte delle autorità prefettizie, da parte di alcuni datori di lavoro e da parte del Ge­nio civile perchè l'invio degli operai al lavoro lo facessimo noi. E in deroga allora alle di­sposizioni vostre, a un certo momento si disse: un rappresentante della Camera del lavoro vada all'Ufficio del lavoro non con voto con­sultivo, ma con voto deliberativo. Ed infatti il rappresentante della Camera del lavoro si è trovato in queste condizioni: lui che sce­glieva, perchè, ogni volta che si trattava di edili, si mandava il segretario della Federa­zione edili, se si trattava di metallurgici si mandava il segretario della Federazione me­tallurgici; e soltanto così si evitarono i citati inconvenienti.

Ora non è possibile, non è concepibile che oggi si voglia estendere a tutta l'Italia un espe­rimento che è fallito in pieno in Sicilia e si vogliano costringere i lavoratori siciliani non solo a restare sotto la stessa bardatura, ma sotto una bardatura più grande. Onorevoli colleghi, i lavoratori della mia terra hanno sempre combattuto gli uffici di collocamento statali ed hanno sempre cercato i mezzi ido­nei per liberarsi dalla cappa di piombo che pesa su di loro. Essi non accetteranno il vo­stro progetto e lotteranno contro di esso, per­chè il vostro progetto giova solo ai datori di lavoro e serve a mantenere ancora nello stato di soggezione i nostri lavoratori. Questi, coi mezzi legali che hanno a loro disposizione, cercheranno di opporsi in tutti i modi al pia­no Fanfani. (Applausi da sinistra).

PANETTI. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. PANETTI, Onorevoli colleghi, quanto diro

non è gran cosa, attesa la mia scarsa compe­tenza in materia di lavoro e di sindacati. Il pioblema è già stato sviscerato magistralmente dal senatore Sacco, il quale ha messo bene iu evidenza come le obbiezioni al piano del Ministro Fantani siano di due ordini. La pri­ma obbiezione è di carattere assoluto, e punta sul fatto che le nuove disposizioni mettereb­bero nelle mani di un organismo statale la scelta degli operai disoccupati da collocare. E si noti bene: disoccupati; infatti l'influenza statale — che alcuni temono — sarebbe al più rivolta agli operai disoccupati, quindi non a tutta la classe lavoratrice. Si dice che con que­sto sistema noi togliamo alle organizzazioni sindacali le conquiste raggiunte, e mettiamo in pericolo gli ideali tradotti in atto da queste conquiste.

La seconda obbiezione è stata pure messa in evidenza nel discorso dell'onorevole Sacco. Egli ha fatto notare come vi sia una contrad­dizione in ciò che afferma un illustre maestro di economia, quale l'onorevole Labriola. Que­sta obbiezione dice che la concezione liberale economica sarebbe atta a guarire il male della disoccupazione nel modo teoricamente più semplice, perchè l'offerta della mano d'opera, superando la richiesta, porta con sé, di conse­guenza, in libera economia, l'abbassamento del costo della mano d'opera, quindi l'abbas­samento del costo dei manufatti, quindi la pos­sibilità di esportarli, quindi il risanamento della situazione economica. Ma a quale prezzo si otterrebbe tutto ciò? A prezzo delle soffe­renze dei lavoratori. Ce lo insegna il Giap­pone che, prima della guerra, aveva raggiunto un alto livello produttivo e abbattuto le bar­riere dell'esportazione, riuscendo a dominare vittoriosamente, in alcuni settori, il mercato internazionale. Sappiamo tutti però quali era­no le condizioni di vita dei lavoratori giappo­nesi, quale la ristrettezza del loro stesso nu­trimento e quanto la vita di quei lavoratoli differisca da quella delle nostre classi operaie. Questa via di superare la crisi economica non può essere nel pensiero del nostro Governo, e non è certamente nel pensiero dell'onorevole Ministro; perciò la necessità di un intervento statale pronto e disciplinato. Ho detto che i

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Atti Parlamentari 1782 --.... Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948DISOUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

due punti sono stati sviscerati e chiariti ob~biettivamente dall'onorevole Sacco e che quin~di non è il caso di spendere altre parole pertrattenervi su di essi.

Un rilievo mi pare però da non- dimenti~cal'si: i provvedimenti, che il piano dell'onore~vole Ministro contempla, corrispondono aduno stato di cose anormali, ad uno stato dicose estremamente critico, direi patologico.Che la disoccupazione sia' stata sempre unalninaccia pel' la economia italiana, grazie allaesuberanza di popolazione e alla mancanza dimaterie prime, e soggiungiamo anche, grazieal grado di perfezione non eccellente dei no~stI'i mezzi di produzione, questo è noto.

Ma che oggi la cosa assuma le proporzionidolorose che tutti deploriamo, questo è conse~guellza della guerra. Pensate,' per ciò che ri~guarda la esuberanza della popolazione, qualeè stata la conseguenza del rientro dalle colo~nie e dan'estero di un gran numero di lavo~ratori italiani che non potevano più, nè nellecolonie, nè nelle provincie, passate sotto ildominio straniero, prolungare la loro attivitàproduttiva. Pensate alla distruzione dei mezzidi lavoro, già non esuberanti, per effetto delledue armate che sono venute ad installarsi nelnostro territorio, e hanno causato distruzionidi ogni genere. Tutto questo dimostra che lecondizioni presenti sono fenomeni di carattereeccezionale e quindi è perfettamente logico chei provvedi,menti abbiano essi pure caratteteeccezionale, e soprattutto carattere di urgenza.

Si discute se è meglio un Consiglio nazio~naIe dell'economia o se è meglio un Comitatoconsulente che presieda alla realizzazione diquesto nuovo piano. Importante è di agire sol~lecitamente, di giungere presto alla base, allaradice del male' e di cercare di attenuarlo.(~uesto non può fado che il Governo, perchèsoltanto lui può commisurare i sacrifici finan~ziari che questa nuova azione imporrà ai van~taggi che possiamo riprometterci da essa.

Onde è naturale il provvedimento che vienepresentato. Si tratta di un provvedimento acarattere eccezionale, il quale però deve pro~mLlovere opportune iniziative che preparinoqualche Cosa di permanente. Ma io trovo quiun campo nel quale vi è possibilità che questeiniziative possano svilupparsi e lo trovo nelprogramma di rieducazione, nel programma di

addestramento dei lavoratori, per orientarli ilpiù rapidamente ed il più prontamente possi~bile verso le forme di attività che le presenticondizioni segnaleranno come più idonee avalorizzare la loro capacità di lavoro. Intendoparlal'e della istruzione professionale, che èinquadrata in modo realmente audace nel di~segno di 'legge. Se ne discuterà particolarmen~

te quando passeremo all'esàme dei - singoli .

articoli, ma finora è oppoHuno tener presentequesto concetto fondamentale: unificare i can~

i tier-i, le officine e le attività agricole con lescuole di rieducazione professionale delle ri~spettive specializzazioni. N ai abbiamo qui unafusione veramente auspicabile.

Certamente dalla saggezza dell' onorevoleMinistro sarà stato ponderato il problema dicoordinare tutte le forze nazionali e in parti~colare quelle già cospicue della istruzione pub~blica industriale verso questi risultati. Noiabbiamo dei consorzi provinciali che si occu~pano dell'insegnamento professionale, abbiamoun istituto generale che in tutta l'Italia siè fatto promotore di tali scuole di tipo speciale.Abbiamo istituti industriali e scuole indu~striali che dipendono direttamente dal Governoe sono realmente degne della massima consi~derazione. Indubbiamente queste sono forzevive che potranno essere utilizzate al serviziodi queste finalità, con l'innovazione felice dellafusione del cantiere con la scuola e dell'offi~cina con la scuola. Il disegno di legge ha dun~que una bella unità di concezione, una novitàdi impostazione, un felice indirizzo anche l'i~spetto a quei nuovi atteggiamenti che ci con~vinceranno della enorme importanza dell'istru~zione tecnica, quale negli Stati più potenti delmondo, quelli che oggi si contendono il pI'i~mato economico e politico. è universalmentericonosciuta come la più importante per la pre~parazione alla produzione, ciò che forse franoi non è ancora abbastanza sentito.

Invero questo è n problema che rappresentala nostra crisi; incapacità di produrre fino alpunto di non poter esportare; e poichè noisiamo necessariamente soggetti alla importa~zione pel~ difetto di materie prime, non potre~

ma mai raggiungere il bilancio economico, senon riusciremo ad esportare. Quindi il dise~gno di legge si segnala per le sue diretti ve sianelle provvidenze che il Governo prende a so~

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica

] 7 SET':I'EMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

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DISCUSSIONI

degno degli organismi della previdenza perassistere i disoccupati, sia nel sussidio per larieducazione alla produzione. Perciò, da unlato i 5 miliardi per la disoccupazione, dal~l'altro, quello che il Governo ha in animo difare per migliorare la preparazione di questilavoratori. Mi auguro che questi mezzi sianoutilizzati per migliorare le nostre industrieedili, alle quali sono destinati 10 miliardi, ecoordinando l'azione delle leggi sociali coimezzi già aggiunti dei quali dispone il Mini~i-itcro dell'istruzione, onde avvalorare la pre~parazione dei nostri operai disoccupati, orien~

tal'Ji più opportunamente e renderli capaci dinna emigrazione proficua.

Permettete che aggiunga un rilievo che siunisce alle considerazioni generali sul difettodi orientazione delle nostre attività produttive:noi dobbiamo riconoscere che per effetto dellacomplicata organizzazione assistenziale, nelsuo più largo significato, una quantità nume~rosissima di nostri lavoratori si è trasformatasemplicemente in persone che redigono e rac~colgono delle pratiche, che registrano dei datistatistici e li elaborano, che trasformano, at~traverso a laboriose operazioni aritmetiche, lequote di retribuzione e di assistenza dellamano d'opera. Si tratta di un organismo ec~cessivamente pesante, paragonabile ad unamacchina di cattivo rendimento, la quale in~vece di lavorare utilmente per la produzionea cui è destinata, disperde una percentuale8110rmA di forze per muovere se stessa. Oranoi abbiamo qui un còmpito grave da assol~vere ed è quello di convincere questi numero~i-iissimi lavoratori che bisogna cambiare atti~vità, bisogna disporli ad un lavoro più fati~cosa quale quello delle officine e della terra,anzichè al lavoro più comodo degli uffici erleIle amministrazioni pletoriche. A questo sideve mirare, innovando e potenziando l'inse~gnamento tecnico che mira direttamente allaproduzione. Anche per questa ragione quindinon posso che innalzare la mia debole voceper augnrare che il piano dell'onorevole Mi~llistro Fanfani abbia quel riconoscimento daparte nostra e da parte di tuW i settori chemerita l'impostazione del problema economi~co che è a]Ja sua base. Auguro altresì chepossano concorrere con la loro competenzaanche i settori che hanno un punto di vista

diverso dal nostro, ma che debbono sentirsisolidali nella preoccupazione di potenziare, enon ostacolare semplicemente, l'avvento diquei provvedimenti che l'opinione pubblicaaltamente reclama. (Applausi dal centm e dadestra ).

BOSI. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOSI. Onorevoli colleghi, sulle ragioni pro~fonde che hanno mosso il Ministro del lavoroa presentare il progetto, che dovrebbe rego~lare il collocamento della mano d'opera inItalia, è già stato detto ieri abbastanza ampia~mente da due oratori che mi hanno preceduto,l'onorevole Fortunati e l'onorevole I.Jabriola.Si tratta di un problema che va appena al dilà di quelle che sono le apparenze immediate.Si tratta, in una parola, di intervenire nellavita economica del Paese in uno dei punti piùdelicati in modo che possano aversi le mag~giori conseguenze nello sviluppo della vitaeconomica stessa, e quindi anche nella vitasociale e politica del Paese.

Ma se queste sono le ragioni che, ormai èriconosciuto, hanno mosso il Ministro del la~voro, sarebbe bene fosse a conoscenza che ilcontrasto che esiste oggi, sull'indirizzo da da~re alla vita economica del Paese, ha trovatomanifestazione in una serie di episodi minori,i quali dimostrano che il Ministro del lavoroè da tempo che si interessa del collocamento.Da parecchio tempo anzi; e se ne interessa,bisogna dirlo, con una costanza degna dilode se si trattasse di fare qualche cosa dibuono; ma che è riprovevole nelle Sue appli~cazioni e nelle sue intenzioni, poichè egli agi~see proprio nella direzione contraria a quellache è stata richiesta dai lavoratori stessi. Delcollocamento si discute da parecchio tempo:c'è in corso una campagna, la quale trae pre~testo dai contrasti in atto; ci sono i lavoratoriche domandano, dopo aver visto cadere i sin~dacati fascisti e tutta la bardatura fascista,domandano di poter liberamente agire, nel~l'àmbito della democrazia italiana, nel campodel lavoro, con le loro forze, con le loro orga~nizzazioni, e domandano di essere padroni

I

eli loro stessi e della loro attività. Questa èla richiesta dei lavoratori: essi si sono tro~vati contro, in questa loro richiesta, il per~

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Atti Parlamentari ~ 1784 ~ Senato della Repubblica

ANNO 1948 ~LvnI SEDUTA DISCUSSIONI 17 SETTEMBRE 1948

sistere della regolamentazione fascista in ma~teria di collocamento, e la legislazione alleatapure in materia di collocamento. Si sono tro~vati cioè di fronte ad una legislazione creatada un esercito occupante per i propri bisogni,esercito il quale aveva necessità per la guerradi avere a disposizione liberamente i lavora~tori. Si trattava quindi di una legislazioneche non corrispondeva a quelli che sono i bi~sogni normali di un paese libero.

E si sono trovati di fronte a quella che eral'azione, ad un certo momento, del Ministerodel lavoro, il quale tendeva a mantenere invita questa. legislazione che legava le mani ailavoratori, perchè espressione di un regimetotalitario e schiavistico. L'esercito occupante.aveva avuto anche lui i suoi bisogni, che intempo di guerra non permettevano di occu~parsi della libertà dei cittadini di un paeseoccupato.

Sono questi. i contrasti che sono sorti, sonostate queste le richieste dei lavoratori. Essi,liberati da questa bardatura oppressiva, han~no cercato nel momento in cui il fascismo èfinito ed è finita anche l'occupaZione alleata,allo scopo di ricostruire gli organismi cheessi aveva,no prima del fascismo, di farli fun~zionare come allora, di cercare di inserirsinella nuova vita del Paese con un istituto cheper essi significava un gradino più alto sullastrada verso la libertà. Dall'altra parte con~temporaneamente noi vediamo sorgere, spe~cialmenteda un anno a questa parte, una ea~tegoria di persone che si interessano ancheesse del collocamento, una categoria di per~sane che trova rispondenza nella stampa, especialmente nella stampa di quelle provinciein cui il collocamento funziona ..veramente ein cui i lavoratori sono sicuri di avere queltanto di lavoro che c'è, spartito equamente traloro, senza soggiacere ai tentativi di corru~zione e di istigazione al crumiraggio da partedei proprietari.

Tn quelle regioni noi vediamo sulla stamparipetersi esattamente la cl1mpagna contro ilcosì detto monopolio della mano d'opera cheha caratterizzato la lotta contro le organizza~zioni operaie e contro la democrazia nel1921~22: sono gli stessi giornali, più o meno,sono qualche volta gli stessi scrittori che ri~

petono le stesse cose che dicevano allora, glistessi scrittori che sOno poi diventati gli espo~nenti del fascismo. Basta leggere il «Restodel Carlino» del 1920~21, e troverete gli arti~coli di Ovidio, Cappa ed altri val~nti uomini,

. molto ben conosciuti, che allora si scagliava~no cOntro il così detto monopolio della manod'opera: è la stessa campagna prodotta dallestesse ragioni. Da una parte ci sono i lavora~tori. che non vogliono più essere soggetti alreclutamento quando vanno ad offrire la ma~llO d'opera, e dall'altra ci sono i proprietariehe esigono che la mano d'opera vada a chie~dere, a impetrare il lavoro, a raccomandarsi,2.ccettando tutte ]e condizioni che ad essa vor~

l'anno imporre. I proprietari pretendono chenon ci sia più la solidarietà tra i lavoratoriin questa azione che è la base della loro vita.

C'è questa campagna in atto la quale in findei conti ha trovato ascolto presso il Mini~

. stro; ed il Ministro del lavoro, nel presentarequesto progetto, non fa altro che accoglierein pieno, al cento per cento, le richieste deipropriEJtari terrieri e degli industriali: al cen~to per cento! N on c'è nessuna differenza. Leg~gete .]a st:,trnpa così detta indipendente, e guar~date le richieste che si fanno; e confrontatelecpl disegno di legge. Del resto qualche volta,anche senza voler'lo, si dice la verità. Nel te~sto dçlprogetto ci sono enunciate queste ve~ri.tà. Il progetto non può soddisfare i lavora~tori. Può soddisfare solo gli agrari, solo gliindustriali. È strano che nel momento in cuici si. presenta davanti al Parlamento a chie~clere che .esso elia un ordine ad una deterIlli~nata attività, non ci si rifaceiaalle esperienzein atto, al] e esperienze passate propriamenteita] iane,propriamente espresse attraverso

l'attività di coloro .che sono interessati in que~ste esperienze.

III Italia gli nffici di collocamento che pos~sianio studiare, che conosciamo nella loro at~tività, son o quélli creati dalle organizzazionioperaie. Non ho saputo che prima di proce~dere a presentare il progetto di legge si siaandati a studiare come funzionano quei fa~mi gerati uffici di collocamento, perchè essipossono servi re da modello ad una legislazi o~ne nuova. Perehè cercare neUa legislazionefascista, nelle altre legislaziQni fuori del no~

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Atti Parlamentari ~ 1785 ~

17 SETTEMBRE 1948

Senato della Repubblica-

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

stro Paese, qualche cosa che serva a regolarela materia? In Italia ci si picca sempre di voler(creare qualcosa di nuovo, qualcosa di origi~naIe e poi si vanno a cercare esperienze fuoridelJ'Italia o in quei regimi itaJiani che noi,almeno credo, riteniamo che di italiano nonabbiano avuto niente.

Ebbene, questo non si è fatto; non s'è an~dato a vedere come funzionano gJi uffici dicollocamento; non si è cercato di prenderequel che c'è di fatto, di rimodernare o, se vo~lete, di perfezionarlo, di renderlo accessibilea tutti. Si è agito, fin dall'inizio, col solo scopodi rompere quello che i lavoratori itaJianisono stati capaci di creare e che può esserepreso a modello, non solo da tutte le regioniitaliane, che oggi ancora non l'hanno, ma cre~do anche di tutto il mondo, senza esagera~zione. Credo che un istituto perfetto come

quello che han saputo creare i lavoratori ita~liani, come quello che hanno saputo creare ibraccianti della Valle Padana, non esista innessuna altra parte del mondo, per la capacitàtecnica, per lo spirito di libertà e di democra~zja che regna in questi organismi. Ebbene,

tutta l'azione che si è svolta contro questi or~ganismi, ha cercato di privare i lavoratori diquel che essi avevano conquistato e saputocreare: infatti oggi quando si parla di darequeste funzioni a dei funzionari statali, sicerca di dire che un sempJice organizzatore,un semplice contadino, un semplìce bracciantenon è capace di compiere questa opera com~plessa richiesta dagli uffici di collocamento, eci si dimentica che quest'opera è fatta in modotale che nessun funzionario dello Stato, perintelligente e capace che sia ed anche animatoda spirito di umanità e di comprensione, nonè capace di fare.

Voi avete un'esperienza in materia, non pro~pl'iamente in quella degli uffici di colloca~mento dei lavoratori, ma avete l'esperienzadelle vostre imprese, l'esperienza di quelle chesono le vostre attiviUt. Se vi venissi a parlaredi mettere un funzionario statale a dirigere levostre imprese, protestereste, come fate sem~pre. Voi dite che siete contrari allo statalìsmo.Fate molto spesso la vostra campagna controgli Stati nei quali molte funzioni sono attri~buite all'organismo statale; ma proprio in

questa materia, nella materia del lavoro, voistate creando lo statalismo.

Nell'ultima riunione della corrente sinda~cale democratico~cristiana è stato detto nelledichiarazioni dei suoi uomini rappresentativi:« N ai siamo contro lo statalismo)>. Però perquello che riguarda i lavoratori voi voletemettere lo statalismo dove non c'è. Siete con~trari a rendere pubbliche determinate attivitàche interessano effettivamente la vita del Pae~se ed allontanate ogni possibilità di interve~nire in determinate imprese di carattere indu~striale che sono la base della vita economicadel nostro Paese perchè siete contro lo sta~talismo. Volete la libertà per gli industrialie per i grandi proprietari, ma volete sottomet-tere i lavoratori all'arbitrio dello Stato. (Ap-plausi da sinistra). Volete impedire che i la~voratori possano muoversi liberamente neiconfronti dei loro avversari. Questo state at~tuando con il vostro progetto, questo è lo spi~rito del vostro progetto.

Fate questo forse perchè non sapete checosa fate? Sarebbe peccare d'ingenuità crede-re che voi non sappiate che cosa fate. Tuttala vostra politica è proprio rivolta a realiz~zare questo.

Del resto, non è nece:;;sario questo progettodi legge per tentare, come si sta facendo, oggied ogni giorno, in materia di collocamento,di rompere quella che è la conquista e lo stru-mento dei lavoratori.

Qui è stato detto che bisogna sottrarre ilcollocamento a quella che può essere l'influen~za di una organizzazione, di un organismopolìtico. Queste sono sciocchezze perchè nonpotete portare prove su questo lato.

Cosa sta accadendo oggi? Ci dica il Mini~stro del lavoro che cosa sta accadendo in pro-vincia di Modena, ove glì uffici di collocamentogià esistevano sulla base di un accordo conl'ufficio provinciale del lavoro e con glì ufficidei contributi unificati. 'rutti i rappresentantidei lavoratori sono stati immediatamente lì~cenziati, malgrado che ci sia contrasto con lestesse disposizioni emanate e al loro postosono stati messi i rappresentanti delle ACLI.Evviva l'imparzialìtà! }Dvviva la volontà direndere indipendenti glì uffici di collocamentodalle organizzazioni di parte! I membri degli

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Atti Parlamentari

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

~ 1786 ~ Senato deUa Repubblica

17 SETTEMBRE 1948

uffici di collocamento della provincia di Mo~dena erano stati eletti ed anche confermatidall'ufficio del lavoro e dai lavoratori. N oncredo che possiamo dimostrare che oggi leACLI nella provincia di Modena siano l'or~gallismo che rappresenta non dico una partenotevole, ma qualcosa che vada al di là del~

l'uno o del due per cento del numero dei brac~danti.

Eppure sono questi gli uomini che vannoa sostituire i rappresentanti dei lavoratori,affinchè questi non siano nemmeno a contattocon le organizzazioni sindacali.

E questo sta avvenendo in tutta l'Italia. Dapareechi mesi a questa parte tale lotta controi collocatori di fiducia delle organizzazionioperaie si sta facendo. Si sostituiscono questicollocatori con dei Consiglieri comunali, conun qualsiasi disoccupato, con lo scaccino, eonil parroco o altre persone. (lnte1Tuzioni).

F ANF ANI, MinistJ'o del lavoro e della pre~videnza sodale. N on dica sciocchezze. (Inter~ruzioni e ru.mori da sinistra).

LANZETTA. Nessuno qui dice sciocchezze.Si esprime solo il proprio parere.

FANFANI, 2YIinist1'o del lavoro e della pre~'uidenza sociale. Allora sono bugie.

BOSI. Questa azione di sostituzione negliuffici di collocamento delle organizzazioni ope~

l'aie avviene anche nelle città del Nord. Ciò èaccaduto per esempio a Ferrara dove, quandosi è trattato di collocare i lavoratori stagio~nali negli zuccherifici, non si sono scelti deidisoccupati e non si è seguìta la proceduranormale attraverso gli uffici di collocamento.I proprietari hanno assunto chi volevano, emolta gente è andata a lavorare senza passareattraverso l'ufficio di collocamento; inoltre so~no state assunte persone, le quali non avevanonessuna possibilità di essere assunte se si fos~se addivenuti all'esame delle loro condizionieconomiche. Ci sono state delle persone as~sunte per mille ragioni; ma non erano per~sane che avevano bisogno di lavoro.

Il collocamento avviene subito su queste ba~si appena cessi il collocamento delle organiz~zazioni sindacali; e non bisogna stupirsi didò, onorevoli colleghi! Ma dove mai l'ufficiodel lavoro ha funzionato favorendo il collo~camento?

E non mi resta che ribadire quello che di"eeva l'onorevole Fiore poco fa, circa ciò cheavviene in SiCìJia. La Sicilia è all'ordine delgiorno del nostro Paese per gli arresti di Cal~

tanissetta. Da che cosa sono stati causati que~sU arresti, se non dalla questione del colloca~mento? L'Ufficio del lavoro di Caltanissetta

dichiarava al prefetto che in tutta Caltanis~setta e provincia esistevano soltanto 70~HO di~soccupati braccianti agricoli. È stato neceS8a~

l'io fare delle dimostrazioni di migliaia di di~soccupati. Oggi coloro che avevano guidatoquelle manifestazioni sono in galera; ma ciò

non toglie nulla al giudizio che dobbiamo daredegli uffici del lavoro di tutta l'Italia meridio~naIe. Il collocamento non è stato mai fatto,

nè si può fare là dove le organizzazioni ope~

l'aie vengono perseguitate e regna la volontàdel proprietario.

Ma dove ci sono migliaia e migliaia di brac~cianti disoccupati durante tutto l'anno, è im~pedito loro di fare manifestazioni e perfino difare loro la scuola sindacale (si prendono in~fatti i sindacalisti, che si erano recati in"Emi~lia, e si cacciano via), si vieta loro di impa~rare: eppure questo è uno strumento della loroemanCÌpfJezione.

Ora quale resistenza volete che i lavoratorioppongano al proprietario che li ha ingag~

giati? Quando i braccianti vogliono lavorare,vanno sulla piazza del paese, perchè c'è an~cara il mercato del lavoro in ogni piazza dipaese; e questo accade dove non ci sono an~cora gli Uffici di collocamento dell'organizza~zione operaia. È una vergogna di cui bisogne~

l'ebbe cancellare ogni traccia; in questo pro~getto, invece, si fa di tutto per ritornare nellestesse condizioni, anche nelle zone dove que~sto non avviene piÙ da molti anni, grazie allavolontà e alla capacità dei lavoratori. Il pro~getto del Ministro Fanfani porterebbe come

.conseguenza, così come è statù proposto, di

far sì che in tutte le piazze dei nostri paesi,dove ci sono braccianti agricoli, si ripeta lascena del proprietario che va sul mèrcato etasta i muscoli di coloro che sono lì in attesa,con la conseguenza che gli ingaggi avverreb~

bero a prezzo minore, perchè i braccianti nonhanno nessuna possibilità di sottrarsi a que~sta imposizione.

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Atti Pa'rlamentari ~. 1787 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948DISCUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

CJuesto si vorrebbe fare in Italia, e questosaI'ebbe il risultato del progetto! Perchè nondire sinceramente ciò? Perchè mascherare ilprogetto come un tentativo per organizzare ilcollocamento in Italia? lo non lo chiamo ilprogetto di legge per il collocamento, ma ilprogetto di legge per impedire in Italia ogniesercizio del collocamento della mano d'operadisoccupata!

II progetto stesso del resto, nel modo comeè :-;tato presentato, ha una caratteristica, cheagli occhi degli italiani è odiosa. Si potrebbedefinire infatti il progetto deJla carota e delbastone .~ mi scusi onorevole Fanfani ~ per~

chè, mentre da una pa.rte si parla del sussidiodi disoccupazione, si parla del collocamentodi determinate categorie di disoccupati, chenail so come potrebbe essere attuato (e parle~j.emo di questo quando discuteremo della si~

tuazione che c'è in Italia), d'altra parte si na~se onde quello che è il vero scopo, cioè, inflig~gere un colpo ai lavoratori. Non varrebbeniente oggi dare lavoro a qualche decina dimigliaia di disoccupati in Italia quando si to~gliesse la possibilità ai lavoratori di tutelarei loro diritti, i salari raggiunti, la regolamen~tazione del lavoro, la possibilità di migliorareancora le loro condizioni. Queste sono le ca~]'atteristiche generali del progetto.

E allol'a resterebbe da domandarsi quale siail nosÌl'o parere in materia di uffici di collo~camento, a che cosa, cioè, deve servire l'Uffi~cia di collocamento. lo voglio riferirvi qui po~che parole, che fanno parte di un ordine delgiorno votato nel 1911 al Congresso dei lavo~rat01.i della tena, presentato da un nostro col~lega, l'onorevole Nino Mazzoni. «Gli uffici dicollocamento servono a impedire che l'av~vedutezza del capitalista possa con la compli~cità della parte meno cosciente e piÙ indigentedel proletariato rendere parzialmente nulle leconquiste della resistenza ». È chial'O che essipossono fare quanti scioperi si vogliono, spe~cialmenteda parte dei braccianti agricoli, con~qui stare un patto del lavoro al momento in cuic'è la necessità del lavoro, al momento del rac~colto, ma durante l'inverno qnel patto non saràosservato, perchè, se i lavoratori non hannola garanzia di poter dividere tra di loro il pocolavoro che resta, nell'inverno le tariffe nonsono rispettate da nessnn proprietario fondia~

l'io. Non c'è nessuno di essi, per quanto ani~mato da spirito cristiano, che rifiuti di fare iPI'Opti interessi e quando ha la possibilità dilarll con lluesto sistema li fa, se togliete ailavol'atm'i la possibilità di impedire questo.NOll basta permettere che questo sistema ven~ga applicato.

Continua Mazzoni: «L'ufficio di colloca~mento serve a preparare la disciplina del mer~cato e del lavoro locale eliminando la concor~j'enza Iunesta ed immorale tra i lavoratori::l>.Così avviene che non c'è nessuno che vada aprendere il posto di un altro, perchè i lavora~tori sanno controllarsi tra di loro, sanno di~stl'ibuire il lavoro in guisa che dana interve~l1uta disciplina nasca e si educhi quel sensodi solidarietà che, deve costituire la moraledella nuova soeietà, soverchiando il vecchiospÌl.ito egoistico, individualistico. Tutto ciòè opera dei nostri uffici di collocamento. V or~rei, onorevoli colleghi, che voi tutti poteste os~servare il funzionamento degli uffici di collo~

.camento. Voi vedreste che nelle tabelle, espo~ste esternamente all'ufficio, ogni lavoratorepuÒ controllare il numero delle giornate e del~le ore di lavoro che tutti gli iscritti all'ufficiostesso percepiscono mese per mese, e poi allafine dell'anno. Si tratta di cifre istruttive, NelleZOlle piÙ ricche della nostra Italia vi son0 la~voratori i quali fanno 130 giornate di lavoroall'anno, se sono uomini, e hanno un bilancioa fine anno ~ parlo del 1947 ~ di 82.000 lire.Tanto guadagna un lavoratore della terra! Senon ci fossero gli uffici di collocamento e senon fosse la distribuzione del lavoro fatta dailavoratori stessi, questi risultati non sarebbe~

l'O neppure lontanamente realizzabili. TuttaItalia si troverebbe nelle condizioni della Si~cilia, della Calabria, della Puglia e della Sar~degna.

Ad ogni modo tale spirito di fraternità, cuisi richiamava prima, nel pensare all'educazio~ne dei lavoratori, l'onorevole collega che miha preceduto viene esercitato attraverso questaautodisciplina dei lavoratori. Lì c'è la frater~nitàin atto, la conoscenza precisa dei doveriverso gli altri; è questo organismo che svilup~pa questa forma di solidarietà e neSSun altroorganismo, nessuna scuoletta, nessuna predi~ca di Vangelo riesce a far tanto quanto fannoi 1avoratori nella loro autoeducazione, quando

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica .~ 1788 ~

17 SETTEMBRE 1948DISCUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

sanno difendere i loro interessi e quando san~no applicare il senso della solidarietà umana.(Applausi dalla sinistra).

ContiIma l'ordine del giorno Mazzoni:« . . . a prep~1.rare mercè il coordinamento degliuffici locali accordi idonei alla disciplina dellecorrenti emigratorie interne provinciali cheprospettano tanti e così gravi problemi ». Manegli uffici di collocamento attuali, non quellidel 1911, ma quelli del 19L18, onorevoli colle~ghi, c'è qualche cosa di più, ed è ciò che piùurta chi è contro gli" uffici di collocamento. Sitratta del fatto che gli uffici di collocamentonon si limitano semplicemente a distribuire illavoro, ma hanno un altro còmpito fondamen~tale, quello della ricerca del lavoro, che nonpotrà far mai nessun impiegato statale.

La libertà dei lavoratori, onorevoli colleghi,è di una importanza fondamentale, perchè met~te i lavoratori in grado di esercitare una fun~zione di primo piano nella vita economica delnostro Paese. Ha detto l'onorevole collega chemi ha pl'eceduto che purtroppo il li vello tec~.nico della nostra produzione è generalmentemolto basso. Ma ciò non accade, onorevoli col~leghi, clove da cinquanta anni i lavoratori sibattol1 o per la conquista cli migliori condizionidi vita, e hanno avuto uffici di collocamento,Invece, il livelJo di produzione è molto bassodove l'intervento dei lavoratOl'i è sempre statoE:troncato, dove essi non hanno potuto avere[lffici di collocamento.

Ebbene, oggi gli uffici di collocamento, peradempiere al loro còmpito, debbono cercare illavoro; e voi potreste vedere che essi fannomolto meglio della n.C.S.E.A. e della U.P,S.E.A., alle quali forse l'onorevole Ministro

vOl'l'ebbe attribuire questa funzione; molto me~glio spesso degli uffici provinciali dell'agri~coltura, e di tutti gli organismi statali. Essisanno alla perfezione quelle che sono le azien~de delJa loro zona e della loro circoscrizione,le coltivazioni che si fanno, quali sono quelleche vengono trascurate e quelle che bisogne~l'ebbe introdurrepel' migliorare la nostra agri~coltura, dando maggior lavoro agli operai emaggiore prosperità al popolo italiano e allanOstra economia. Questo fanno gli uffici dicollocamento. Ve lo manderò questo prospetto.

Del resto so che prima di votare, sarebbestato molto meglio andare a fare una inchie~

sta in questi posti, andare a vedere come van~ .

no le cose laggiù, prima di prendere delle de~cisioni, di stroncare quello che hanno saputofare i lavoratori. Questa fUllzione fondamenta~le che vale molto di più, quando viene lasciataai lavoratori, dei molti progetti di l'Ho l'me agra~rie, che oggi circolano per il nostro Paese. Èinutile pensare di fare dei provvedimenti e del~le leggi per imporre le trasformazioni fondia~rie. Sono delle cose che con tutta probabilità,ne siamo sicuri, lasceranno il tempo che tro~vano. Date ai lavoratori, attraverso i loro uf~fi;:;i di collocamento, la possibilità di control~lare che vengano fatti i migliol'amenti, e ve~drete che non sfuggirà nessuno a qualsiasidisposizione che venga emanata in merito. Maquando voi togliete ai lavoratori questa pos~sibilità, voi nOn farete nessun miglioramentoper la nostra agricoltura. Questa è la verità,perchè se voi volete escludere quello che èl'attore principale della nostra economia, il la~voratore, dall'intervento attivo nella produzio~ne e volete renderlo soggetto alla volontà del~l'imprenditore o del proprietario, che è in Ita~Lia quello che è -~~~non facciarnoei nessunaillusione e non nascondiamo quella che è lal'ealtà ~ voi togliete al progresso del nostroPaese la leva fondamentale. (~uesto sarebbe ilrisultato della applicazione del progetto :F'an~fani.

Si è detto che bisognerebbe entrare l1el~l'àmbito del progetto di legge. Si è detto checi sono oggi delle irregolarità nel funziona~mento degli uffici di collocamento, che cisono delle ingiustizie. Può anche darsi chequesto sia vero. Non ci mancherà mai la obiet~Lività di riconoscere, dove ci possono essere,gli errori e gli abusi; ma voi, onorevoli col-leghi, per sostituire un piccolo abuso, ne vo~lete compiere uno molto più grande. Voi state

facendo una operazione di questo genere, seapproverete il progetto. Per eliminare l'abusonell'esercizio di un diritto che è il diritto dellalibertà dei lavoratori di associarsi come vo~gliono e di tutelare i loro interessi, garantitidalla Costituzione, voi togliete loro la libertà.Sarebbe come se, scusate il paragone, pe)' ilfatto che qualche commerciante disonesto puÒtruffare chi va a comprare merci da h.J.i, to~glieste a tutti i commercianti la possibilità. dicommerciare.

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 1789 ~

17 SETTEMBRE 1948DISOUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

Voi non vi sentite di fare questo; ma nelGampo dellavOl"o state facondo proprio la stos~:-;a cosa. Dove sono poi questi abusi Y Si diceche negli uffici di collocamento sono iscrittIsoltanto i lavoratori che appartengono all'o)'gamzzazione: non è vero, onOl'evoh colleghi.

1'~egli statuti degli umci di collocamento, cilesono gestiti dalle orgallizzazioni operaie, èdetto che negli uffici di collocamento sonoiscritti e rappresentati gli aderenti alle asso~ciazioni operaie e tutti gli altl.i lavol'atOJ"i chevogliono essere iscritti agli uffici di colloca~mento, senza nessuna distinzione, senza al ~

cuna richiesta di tessera.

Questo è quello che avviene, onorevoli col~leghi; basta semplicemente che diate all'ufficiodi collocamento que::;ta l:estr'iz,ione, che tutti i

lavoratol'Ì debbono essel'e iscritti all'ufficiostesso; e chi manca, 88 volete, punitelo, fateuna legge corne punite i commercianti disone~sti. Così facendo, sanereste lo monde se cifossero, e lo Stato avrebbe ragione di interve~nire, punendo i contravventori alle disposi~zioni.

Si dice d'altra patte che gli uffici di col~locamento sono il monopolio di una organiz~zazione. Di chi volete che siano monopolio?JJi coloro che non sono organizzati ? Voletec:he siano monopolio di tutti? Ma è una cosamolto semplice. Voi volete insegnal'o la de~mocrazia ai lavoratori italiani, c.omo se non]a conoseessero, e non è ancora dimostrato

che essi non la conoscono. Se volete che ilcollocatol'e, invece di essere nominato, comeavviene oggi, dal Consiglio delle leghe, sia no~minato da tutti i lavoratori, obbligate che sianominato da tutti i lavoratori; ciò mi pare chesia la cosa piÙ normale in regime democra~tico. Se Clualcuno pensa che ci sia la possibi ~

Età di trufJ'are, si mettano delle regole; ma to~giie!.e ai lavoratori il diritto al collocamento,pej'chè qualcuno poti'ebbe essere escluso dal~l'entrare negli uffici di collocamento e diven~

il colloc:aton~, mi pare che non sia una le~zione eli democrazia. Obbligate, se volete, al~l'elezione del eo11ocatore; lasciate la libertà a

tutti quanti di presentarsi candidati. I lavor.a~tori sceglieranno la persona di loro fiducia.In .;egnerete così a risolvere i problemi demo~craticamente, e non attraverso imposizioni.

t~uesta è la lezione di democrazia che do~vreste dare, invece di togliel'e la libert.i agliitaliani per insegnare la democrazia,

}iJun sistema che ha tentato il fascismo; ma

sappiamo quali sono stati i risultati. Voi se~guite quella strada, onorevoli colleghi. Visono molte altre questioni che, secondo noi,vanno considerate nel progetto; ma fondamen~talmente le questioni si riducono a questa: ovoi vi decidete a fare veramente una politicaa favore dei lavoratori dando loro il modo dieducarsi e di diventare, qualora non lo fos~6ero, e io affermo che lo sono, cittadini dellaRepubblica italiana, o, altrimenti, voi fareteun'altra opera, la stessa che ha fatto il fasci~smo, privando i lavoratori di ogni libertà, po~nendoli alla mercè degli industriali e dei pro~prietari, il che significa applicare la politicache è stata ieri denunciata dal senatore For~tunati, nell'esclusivo interesse dei proprietarie non dei lavoratori, in quanto sono soltantoi proprietari che hanno interesse ad avere al~la loro mercè i lavoratori.

Che voi siate su questa strada, onorevolicolleghi, non c'è da dubitare, poichè è tuttala vostra politica che lo dimostra. Non c'è nes~suna misura vostra fino ad ogg.i che non ten~da a questo obiettivo e quindi, secondo me,non c'è nessuna possibilità, salvo gli emenda~menti del pt'oprio pensiero che ognuno, chenon sia Sll questa strada per partito preso eper difesa dei [H'opri intel"essi, puÒ prendere.Salvo questa occasione penso che voi approve~rete il progetto cosÌ com'è. Farete cioè unavolta di piÙ un atto contro l'interesse dei la~voratori, contro l'avvenire del nostro Paese.(~uesta sarebbe la vostra azione, questo il si~gnificato di questa azione.

Io non ho molte parole da spendere per direquale sarebbe il risultato di questa politica:c'è stato già che l'ha tentata, e ha cel'cato diattuarla. Il popolo italiano ne paga oggi leconseguenze; poichè non ha danneggiato sol~tanto i lavoratori, ma tutto il Paese l'averagito contr.o rinteresse dei lavoratori. Se og~gi voi credete di ritentare quella politica conparvenze nuove, con strumenti nuovi, poteteanche farlo, ma il risultato per il nostro Paesenon cambierà. Voi ripeterete esattamente, sevi sarà lasciato il tempo di ripeterlo, lo stessodisastro che ha prodotto il faseismo al nostro

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Atti Parlamentari ~ 1790 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Paese. Il vostro progetto è un progetto che faa pugni con la Costituzione democratica ita~liana, ed è di spirito nettamente totalitario. Lodite voi stessi, nella vostra propaganda, cheogni regime totalitario è contro l'interesse delPaese e dei lavoratori. Questo sarà il risul~tato del progetto li legge, se voi lo approve~rete così com'è. (Applausi da sinistra).

D'ARAGONA. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'NRAGONA. Per incarico del Gruppo acui appartengo dirò alcune parole s,ul proget~to di legge in discussione. Il progetto contem~pIa una commissione centrale: ad essa sonodeferiti dei poteri che si limitano alla puraespressione di pareri. È esclusa ogni possibi~lità di iniziativa; è esclusa ogni possibilità dipoteri deliberativi in materia d'applicazionedella legge.

Noi abbiamo dei precedenti in Italia; ave~vamo un Consiglio superiore del lavoro, unufficio del lavoro che aveva delle funzionimolto vaste e generiche e di grande impor~tanza, tra le quali anche quella di vigilare sulservizio del collocamento che embrionalmenteesisteva allora. Questo comitato, questo con~siglio aveva non solo l'incarico di esprimeredei pareri, dei quali il Ministro può più omeno tener conto, ma aveva proprio dei po~teri di iniziativa, suggerendo al Ministro iprovvedimenti necessari perchè i servizi chedeve compiere lo Stato, in l'apporto al pro~getto di legge che abbiamo in discussione,possano essere migliorati, perfezionati, appli~cati con maggiore coscienza e maggiore ca~pacità. Domando perchè noi non potremmoestendere a questa Commissione centrale deIpoteri più ampi, di quelli che le sono statideferiti con il progetto di legge. Perchè nondare alla composizione di questa Commissioneuna rappresentanza proporzionale, dato cheoggi non siamo più di fronte ad un organismounico sindacale, ma ve ne sono due, tre, nonso quanti sono, e quanti saranno in avvenire?Perchè non dare una rappresentanza propor~zionale a questi vari organismi, in modo chela classe lavoratrice sia rappresentata pro~porzionalmente a qùelle che sono le forzedelle organizzazioni a cui i lavoratori appar~tengono? Ma il punto cruciale di questo pro~getto è costituito dagli uffici di collocamento.

L'onorevole Labriola, il quale si è ricordatodi essere stato Ministro del lavoro nel 1919, siè dimenticato dei progetti varati da lui, si èdimenticato che proprio lui ha varato unalegge che riguardava, il collocamento ed i sus~sidi di disoccupazione, i quali prima d'alloranon esistevano. Si è allora costituita una com~missione che era presieduta da un nostrocollega, il senatore Abbiate, della quale hoavuto l'onore di far parte fino a quando i fa~scisti mi hanno eliminato. Ebbene, quellacommissione aveva proprio il còmpito di vi~gilare sugli uffici di collocamento che nonerano obbligatori, come stabilisce il progettoattuale, ma che erano lasciati alla iniziativaprivata. Avevamo allora uffici di colloca~mento, così detti di classe, cioè gestiti daisindacati; avevamo uffici di collocamentomisti, cioè uffici di collocamento che erano ge~stiti dalle rappresentanze degli imprenditori edei lavoratori; avevamo uffici di colloca~entogestiti da enti ed avevamo uffici di colloca~mento gestiti da comuni. Insomma chiunquepoteva prendere l'iniziativa per costituire unufficio di collocamento; c~liedeva alla Com~missione, che era stata costituita in base allalegge Labriola, gli aiuti, il finanziamento,

almeno in parte, di cui aveva bisogno. 11 chevuoI dire quindi che fin da allora lo Stato in~terveniva in una forma limitata, ma interve~niva. Perchè? Perchè erano stati introdotti i

sussidi di disoccupazione, che prima non esi~stevano. Chi controlla se l'operaio è un disoc~cupato involontario o volontario, se è un di~soccupato vero o se è un disoccupato falso?Lo Stato deve provvedere a gestire i fondi peri sussidi di disoccupazione, ma ha il doveree il bisogno di gestirli in modo economico egiusto e di assicurarsi che il denaro messo adisposizione andrà veramente a quelli che menritano di essere sussidiati, cioè ai disoccupatiinvolontari. Ecco perchè è sorta questa speciedi disciplinamento, di direzione nazionale per

il funzionamento e l'attività degli uffici di col~locamento. Oggi ho sentito l'onorevole Bosiil quale ha detto delle cose interessanti e vere:perchè i braccianti hanno costituito i lara uf~fici di collocamento? Purtroppo ilbracciantatoin Italia appartiene alla categoria che subiscela maggiore disoccupazione; è una disoccupanzione permanente che impedisce loro di avere

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Atti Parlamentari ~ 1191 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVnI S:mDU'1'A DISCUSSIONI

.lavol'o nemmeno per la metà dell'anno. Ai mieitempi si calcolava che i braccianti lavOl"as~sera dai 130 ai 150 giorni all'anno; ma dove~vano vivel'e 365 giorni all'a11no il che volevadire una condizione vel'amente triste e dolo~t,osa. Bisognava, quel poco lavoro che c'era,

tJ,'a lavori pubblici e agricoli, distribui1'loequamente h'a tutti questi braccianti. AllOI.'asi è stabilito il concetto dei turni. Ma chi ap~plica questi turni? Le leghe di resistenza,

come si chiamavano allor'a, i sindacati comesi chiamano oggi, hanno pensato che l'unicomodo per poter distribuire equamente quelpoco lav01'0, che era a disposizione di questadisgraziata categoria di lavol.atori, fosse quel~Jo di faJ'e dei turni e che qualcuno li discipli~nasse. Ecco come sono sOl,ti gli uffici di cblulocamento, gestiti dalle leghe che avevano ilcòmpito, fra laltro, di disciplinare i turni.

Non so quel che avviene adesso, ma allora,in molte località, il bracciante non ricevevadirettamente la paga dal proprietario terrieroper il quale aveva lavorato; era l'ufficio di col~locamento che incassava e che poi distribuiva,in base alle giornate fatte dai singoli, queltanto che a questi spettava. Perchè questo? Pergarantirsi che le tariffe stabilite dai patti con~cordati coi datori di lavoro fossero rispettate.Altrimenti c'era il pericolo, oltre quello diavere un limitato numero eli giornate annuedi lavoro, anche dena non applicazione dellatariffa e quindi di una ulteriore diminuzionedel guadagno annuo di questi lavoratori. Tut~to questo è vero. Ì<Jpossibile concilial'e questedue esigenze? Da un lato, vi è il concetto affermato nel progetto di legge, che il serviziodel collocamento è una funzione pubblica(come stabilisce l'al'tkolo 4 della Costituzioneche dice: «La Repubblica riconosce a tutti icittadini il diritto allavol'o e promuove le con~djzioni che rendono effettivo questo diritto y)e secondo cui logicamente questa funzionelion può essere esercitata che dagli uffici dicollocamento; ma, d'altro canto, vi è la neces~sità è!i alcune categorie, anche se non di tutteperchè ncl campo industriale salvo alcune di(~sse, quali i tipografi, i panettieri, per lealtre un problema veramente grave di col1o~camento non è mai esistito. NOll so se esistaoggi, ma non lo credo, poichè sono convintoGhe nel campo dei metallurgici ~ categoria

alla quale io appartenni ~ non esiste questo

problema.Ma indubbimnente per i braccianti esiste.

E possihile quindi conciliare questi due pI'Ìn~clpi: runzione pubblica, ufficio di collocamentogestito dallo Stato cd esigenze della categoriaparticolare dei braccianti? È difficile trovareuna soluzione. Però ci potremo avvicinare.Se su questi uffici di collocamento, riconosciu~ti come esercitanti una funzione pubblica equindi runzionanti in nome dello Stato, diamoa queste categorie una possibilità di controlloe di esercizio probabilmente ci avvicineremonon dico a risolvere, ma a conciliare questidue interessi che sembrano .contrastanti.

Dal punto di vista tecnico debbo fare delledichiarazioni. Indubbiamente il sindacato èpi LI tecnicamente preparato che non l'ufficioprovinciale del lavoro a rare il servizio del col~loc:amento, perchè quando voi dovrete collo~care, per esempio, un tipogrf;1fo, bisogna, co~noscere non solo l'industria in senso gene~rico, ma industria per industria, stabilimentoper stabilimento, bisogna sapere quale lavorofa e quali macchine vi sono, se si tratta di ope~rai adatti o no. Tipografo è un nome generico;se prendiamo il tipografo compositore consta~tlamo che ve ne sono di diverse specie. SeInendiamo il macchinista il problema diventaanche più difficile, perchè non tutti i macchi~nisti sono capaci e adatti a lavorare su tuttele macchine di una tipografia. Quindi, se l'in~cal'icato del collocamento è uno che conosc.eil mestier'e può essere in grado di risponderemeglio a queste esigenze dell'ufficio di collo~camento, che non il collocatol'e generico.

Voglio rare una raccomandazione all'ono~,'evole Ministro: quando si tratta di assumerej collocatori, tenga conto 'di queste esigenzetocniche. So che c'è un certo criterio che re~gola anche gli uffici provinciali e regionalidel lavoro in base alle lam'ee, ai diplomi ecc.Questo problema mi è stato sottoposto quandoio ero Ministr:o del lavoro e a quelli che sonovenuti da me a, sostenere la tesi che per esseredirettore bisogna avere la laurea, che per es~sere capo di un determinato servizio bisognaavere il diploma, ho detto: scusate, sono ilMinistro del lavoro, sono al di sopra di tuttivoi, non ho nè laurea nè cliploma; come è pos~sibile che rimanga a questo posto? Bisognerà

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Atti Parlamentari Serwto della RerrublJ/ico

A:NNO 1948 ~ LVJII SEDUTA

~. 1792.~

17SETTEMBRE 1948DISOUSSIONI

stabilire una super laurea per poter fare ilministro quando la si esige dai suoi dipen~denti, specialmente quando questi compionofunzioni per le quali sono richieste qualitàtecniche che possono essere acquisite indipen~dentemente dalle lauree e dai diplomi.

GIUA. Lei, onorevole Ministro, ha dato del~lo sciocco all'onorevole Basi. Esprima allora1111giudizio sull'onorevole D'Aragona.

F ANF ANI, Ministro del lavoro e della pre~videnza sociale. Non ho dato dello sciocco aneSS11no; ho detto soltanto che diceva dellesciocchezze. Se lei invita l'onorevole D'Ara~gana ad interrompere il suo dh'e, mi farei unvanto d'aver fatto approvare una legge per cuinon occorre, per fare il direttore degli ufficiproviriciali di collocamento, alcuna laurea.

D'ARAGONA. (~uesti uffici non debbQnodivenire degli uffici burocratici, perchè sonodogIiuffici tecnici, squistamente tecnici. Oggiessendo il collocamento una funzione squisita~mente tecnica, bisogna che a svolgere ques~ocompito siano chiamati dei tecnici.

GA VINA. Mandi un funzionario della Si~cilia a dirigere gli uffici sindacali di Pavia.

D'AHAGONA. Indubbiamente è nell'abilitàdel Ministro, sapere conciliare tutte queste esi~genze, che a prima vista sembrano inconcilia~bili: ma con un po' di buona volontà e conl'esperienza, io spero che si possa arrivare adar'e agli uffici di collocamento tutte le garan~zie che deve avere lo Stato.

A questo proposito vorrei chiedere perchèl'Istituto, che è chiamato a gestire i sussidi didisoccupazione, enormemente interessato albuon funzionamento degli uffici di colloca~mento, non debba essere rappresentato in tuttigli organi preposti al collocamento. In tuttiquesti organi i rappresentanti di questo isti~tuta dovrebbero essere presenti per una ragio~m~di interesse diretto. Infatti se gH altri sono,eh] punto di vista sindar:ale, morale ecc. ecc.,pilìint(wessati, dal punto di vista finanziarioil piÙ interessato è questo IstitlJ.to che cleve[!Astire il denaro a favore dei disoccupati.

Noi ahbi}!mo fatto una Costituzione e ab~biamo eereatò di mettervi dentro il piÙ che erapossibile. Ora cominciano le conseguenze ditutto ciò, percbè quando voi volete l'interventodeUo Stato per un}! cosa, 1'int81',:"ento dello Sta~to per l'altra, logicamente cosa avviene? Che

lo Sta"to deve fare, vuole vedere, vuole os~servare, vuole eontrollare. Questa è la nostraCostituzione.

MANCINI. Non è così, veramente.

D'ARAGONA. Basta leggere la Costitu~zione. Mi auguro che quando saremo chiamatia discutere sul disciplinamento dei sindacati(richiesto da un altro articolo deUa Costitu~zione, il tr'entanovesimo, che parla del rico~nascimento, dell'iscrizione ecc.) potremo esa~minare nuovamente anche i rapporti tra loStato e gli uffici di collocamento. Tutto dipen~deI'1\ dal modo come disciplineremo il ricono~scimento del sindacato. Può darsi che, comedelegazione di poteri, lo Stato possa deferireai sindacati, o a determinati sindacati, la fun~zione del collocamento. Bisognerà quindi chenoi teniamo sempre presente questa possibi~lità, reclamando il disciplinamento dei sinda~cati. Vedremo se sarà possibile disciplinarliin modo tale che possano essere investiti an~che del potere del servizio del collocamento.

E veniamo alla forma di elevazione profes~sionale. L'onorevole Labriola ha detto che ciòvuoI dire mettere nelle mani dello Stato, delGoverno, tutto l'avvenire della classe lavora~h'ire.Non esageriamo, perchè se noi ragio~niamo a paradossi, si può arrivare dove sivuole. Ma l'articolo 35 diee:« La Hepubblicatutela j] lavoro in tutte le sue forme e app1ica~lIioni e cura la formazione e l'elevazione pro~fessionaledei lavoratori ),\.È cioè la Costitu~zione che demanda allo Stato l'incarico di cu~rare la formazione e l'elevazione professio~naIe dei lavoratori.

Cmm dice questo progetto? Invita i lavol'a~tori, aIlzi li obbliga in determinati casi, a par~tecipal'e a quei corsi d'insegnamento profes~;;;ionale, di rivalorizzazione professionale, peJ'~chè acquistino niaggioreèapacità tecnica, inmodo da meglio rispondere alle esigenze dellaproduzione e alle necessità di un maggiorep;ua,dagno: Se debbo dirvi la verità, sono moltoscettico a proposito di questi corsi. Non credoche nel periodo di tI-e, di quattr;o. di cinque, disei mesi si possano fare clegli operai qualifi~ratL Chi è lJratico di mestiere sa che, salvoalcuni, gli altri non si imparano in un brevetelTIno, quale è queno indicato dalla legge.

Ai miei tempi per diventare tornitore mec~cani l'O bisognava lavorare molti anni, com~.

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~. 1793 ~~

17 SETTEMBRE l !)~18ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

piere il serVlZlO militare e, dopo qualche an~no _ancora di lavoro, si poteva essere conside~J'ati tornitori provetti. Ricordatevi che allora

si andava a lavorare ad otto~nove anni; il<.:hevuoI dire che quando si arrivava all'annodella leva si era già lavorato undiei anni eche, dato che erano necessari ancora due otl'e anni, ci volevano circa quattordici anni diattività per potel'si chiamare torni tori. £J pos-sibile che tutta questa esperienza si possaacquistare per mezzo di un insegnamento disette od otto mesi'? Non lo credo. Però a quaj~che cosa serviranno i corsi di qualificazione.Ci S0110 dei mestieri che si possono impararcin periodo così breve, anche se non completa~mente. Se n011 si otterranno degli op01'ai vera~mente qualificati, per lo meno si otterrannodegli operai un po' più competenti, dei «mez-zi operai ». C'è inoltre il vantaggio che, an-dando al corso, si ottiene un aumento di sus~si dio. Perciò io voterò anche questa parte delpl'ogetto di legge.

Qualche cosa desidero dire sulle Commis~sioni provinciali, a proposito delle quali ripe~terò alcune osservazioni già fatte per la Com-missione centrale. Perchè non dare a questcCommissioni lJ1'ovinciali il pot01'e delibel'a-tivo? Nel progetto c'è un articolo che dice ehe

Commissioniprovineiali dànno parere sui]'ieo1'si di coloro ehe si lamentano del funzio-namento 'degli uffiei di collocamento. Il giu-dizio lo dà però il Direttore degli uffiei dellavoro, che assomma in sè la funzione di pre~sidente delle Commissioni provinciali, di capodei servizi del collocamento della sÙa zona di,gi udke che deve decidere sugli esposti dei ri-cornmti. quindi costui è, in certo qual modoPf1rte e giudice. Ed aHara perchè non deman-darc la funzione di giudicare i ricorsi allaCommissione provinciale'?

Altre modificazioni potrebbero essere ap-pOI.tate per valorizzare meglio queste Com-missioni provinciali. Valorizzandole, voi datela possibilità ai rappresentanti degli interessi,che sono legati agli uffici di C'olJocamento dipoter esser qualche cosa di piÙ eli quello chenon siano in base alle proposte che noi abbia~ma sot1'occhio; si potrebbero conciliare, per'quel tanto che è possibile, le esigenze stat'die sindacali. cioè avvicinare ~ speriamo ~gli

interessi della collettività e gli interessi deilavoratori.

Noi dobbiamo prendere atto con soddisfa~zione che i sussidi di disoccupazione sonostati estesi anche ai lavoratori agl'ieoli. L'e~stensione dei sussidi ai lavoratori agricoli èun problema che ha sempre assillato il pensierodi tutti i tecnici competenti in questa materia.L'eventualità di dare sussidi di disoccupa~zio11e ai lavoratori agricoli, cioè ai. braccianti,ha sempre fòollevato molte critiche, perchè sidiceva che eJ'a difficile il controllo e che eranofaci1j le truffe, gli imbrogli. Io sono lieto cheil Ministro abbia avuto il coraggio di infran-gere questa inerostazione che si era stabilitanell'ambiente cosiddetto dei tecnici di questaforma di assicurazione, e sono lieto che ab~bia avuto la forza di affermare che anche ilavoratori, agricoli hanno diritto ad essere as~sistiti in caso di disoccupazione, carne tutti

<sIi altri lavoratori. Quanto ai controlli e alle1'i9:ilanze, si formeranno e si troveranno. Miauguro, d'altra parte, che si possano esten~dere questi servizi, cioè i sussidi di disoccu~nazione. anche ad aJtre categorie per lè qualil'islllta anche piÙ difficile il servizio dì con-traIl o.

Ho letto la relazione di minoranza, che ac~cenna anche ai lavoratori a domicilio: illdiscu~tibilnwnte il problema è grave dal punto divista del (;ontrollo. che il Ministro VOI'l'hTWITe allo studio anche questa questione pervederc se (> possibile trovare un servizio diconb'oIlo che garantisca an..he a quesJ;::l cate~goria la possibilità del sussidio di disoccupa~zione.

Riservandoci dunquc di ))]'esentare gliem(~ndanieljti che l'itcrrenlO opportuni, dichia~j'iamo che votÒremo il passaggio alla diseus~Slone degli articoli. (Applausi).

BTBOLOTTI. Domando di padarePHESIDENT~~. Ne ha facoltà.

BIBOLOTTI. Onorevoli colleghi, abbiamoascoltato ieri il disC01'SO dell'esponente princi~pale di quello che fu il sindaealismo rivolu-zionario italiano, l'onorevole Labriola, ed ab~biamo testè udito il discorso di quegli che fu,insieme a Rinaldo Rigola, l'esponente massimodel sindacalismo riformlsta,

Certamente i lavoratori. italiani, leggendo ilresoconto di questo dibattito. cercherannoquarìto sia rimasto nel loro pensieJ;o di queJJa,e118 fu la lara azione di giovani çombl1ttentidella classe lavoratrice italiana. In verita, io

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Atti Parlamentari ~ 1794 ~

17 SETTEMBRE 1948

Senato di3lla Repubblica

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISCUSSIONI

debbo dire che, ascoltando ieri l'onorevole La~briola, ho risentito qualche cosa di quel peri~siero che io, più giovane di lui, seguii nei primianni del secolo, nelle prime, grandi agitazionide] 1904, '905, '906 e '907, Era allora quel

movimento la espressione di una protesta deilavoratori italiani, di una volontà di conqui~sta e di elevazione, ed era in quel periodo edi quel periodo, un disegno, confessato dallaborghesia italiana, o quanto me~o dalla suaparte più illuminata, di portare le classi lavo~ratrici ad inserirsi nello Stato. Fu costanteproposito e disegno dell'allora Presidente delConsiglio, onorevole Giovanni Giolitti, di go~vernare insieme. coi socialisti, di governareanche senza i socialisti, ma di non governaremai contro i socialisti. Ciò troviamo consa~crato nelle molte pagine del Croce.

Fu quello un periodo ascensionale delleclassi lavoratrici, perchè era anche, e soprat~tutto un periodo ascensionale delle classi ca~pitalistiche italiane. Era il periodo in cui icapitalisti comprendevano che non sI può vi~vere, non si può costituire una società civilese non si ha il consenso, la collaborazione at~tiva, . intelligente delle masse lavoratrici. AI~lora fu costante proposito dei governanti deltempo d'affidare lo studio dei problemi del

lavoro ad organizzatori sindacali, a uominidel socialismo, a uomini che fossero vicini ilpiÙ possibile alle classi lavoratrici, e ane lo~

1'0 aspirazioni. E io a distanza di molti anniporgo il mio ringraziamento all'allora Mini~stro, onorevole Labriola, che ebbe la bontà dichiamarmi a far parte, in nome ed in rappre~sentanza dei lavoratori, dell'Istituto flella pre~videnza che àllora sorgeva per l'applicazionedelle leggi. sulla invalidità e vecchiaia.

Chi vi parla è un modesto sindacalista dioggi e di ieri, senza i capelli bianchi dell'ono~

revole Labriola, ma senza alcun capello per~chè molti anni sono passati su questa testa:ebbene, sempre da parte dei lavOl'alori. edanche da parte degli agrari e dei canitalisti.si è riconosciuto il diritto all'autodifesa deilavoratori. Se le prime leghe. onorevoleD'Aragona, si chiamarono di resistenza e dimiglioramento, fu perchè per i lavoratori si.nnse allora. come si pone anche oggi. il 1')1'0~hlema di difendersi da qualche cosa. il nroble~ma di :migliorare le proprie condizioni. Oggi

come concezione politica' e come realtà delladialettica della lotta di classe, il sindacato. èsoprattutto strumento di lotta e di conquista,ma non vi è dubbio che le prime leghe di resi~stenza sorsero proprio per difendersi, nelsenso di società di mutuo soccorso e di coope~rative e concorsero sempre al progresso eco~nomico e civile della Nazione. Ai capitalistiinteressava, ed interessa, poter usufruire dellalibera scelta nel mercato del lavoro. Tristi con~

.dizioni quelle che sopravvivono purtroppoancora in alcune terre del nostro Mezzogiorno,dove il lavoratore si reca ogni mattina in piaz~za ad offrirsi all'ingaggiatore, che prende or~

dini dall'agrario e non si rivolge al collocatoredell'ufficio di collocamento. Egli è un agentedel proprietario, che ha bisogno, ìn quel d"eter~minato momento, di braccia da lavoro. Cosìi lavoratori non vengono scelti con un cri~

terio molto di verso da quello che si adottaquando si va al mercato per comprare bestieda lavoro.

Ebbene, è questa la lunga e dolorosa storiadella classe operaia. Essa ha costituito or~ganismi di autodifesa, di aiuto, di soccorso,di solidarietà; e questa sua creazione è il sin~dacato; e il sindacato, come prima manifesta~zioné della sua esistenza, ha voluto difenderela dignità dei singoli lavoratori, e la dignitàcollettiva, di classe, dei lavoratori, dando vitaagli uffici di colloc~mento, ai suoi uffici di col~locamento.

È la nostra lotta onorevoli colleghi. Qual~che volta, dai vostri banchi, si leva una pro~testa perchè noi saremmo colpevoli di recla~mare il monopolio della rappresentanza deilavoratori; voi ve ne adontate e dite: ma anche

noi amiamo i lavoratori, anche noi ci occu~piano dei lavoratori. Che ve ne occupiate, ehe

voi possiate amare in astratto, come fiJantropi

e come cristiani, i lavoratori, io non ho nes~sun motivo di porlo in dubbio. Ma qui non sitratta di beneficenza, nè di buono o di cattivo

sentimento: qui si tratta di contrasto di inte~ressi. E la vostra parte, lo vogliate o no, èqualificata a difendere non gli interessi per~manenti e storici dei lavoratori, ma quelli del~la classe capitl1listica, e specialmente dei cetiagrari. (Rumori ed interruzioni dal centro eda destra),

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Senato della RepubblicaAtti Parlamentari ~ 1795 ~

17 SETTEMBRE 1948DISOUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

Onorevoli colleghi della destra, io non com~prendo perchè vi adontiate per l'affermazionedi questa verità così solare. Perchè non sol~taÙto chi vi parla, ma parecchi dei miei com~pagni che siedono in questi banchi, sono sfi~lati sui banchi e nelle gabbie del Tribunalespeciale fascista. Ciò non perchè noi avessimopiù coraggio di voi, ma pel'chè noi eravamoeffettivamente dalla parte dei lavoratori; e sevoi andrete a spulciai-e gli archivi del Tribu~naIe speciale fascista, troverete che molti la~voratori italiani sono stati condannati per averstampato e diffuso «Battaglie sindacali », ilgiornale clandestino della Confederazione dellavoro, éhe l'onorevole D'Al-agona aveva con~;egn~to al fascismo. Ed allora perchè questo?Perchè c'è stata, per tutto il ventennio, una})attuglia di sindacalisti autentici, senza ag~settivi, nè quello caro all' onorevole Labriola,nè quello caro all'onorevole D'Aragona, di,indacalisti, cioè, che avevano messo in testav,dogni 10]'0 pensiero, ad ogni loro preoccu~)azione, la lotta per migliorare le condizionilei lavoratori. Ma se poi è vero che voiamate di sviscerato amore i lavoratori, ijraccianti, i contadini, perchè allora non neaseoltate la voce, i voti, le aspirazioni, le ri~v'endicazioni? Ma non ci sono forse tutti ivosÌl.i discorsi, i vostri scritti, i vostri congres~si a dimostrare il contrario? E se vm'amentevoi, ed in questo caso, se il Ministro del la~varo, che pure apparttene, o apparteneva, allacorrente più avanzata del suo partito, fossestato mosso dall'interesse delle classi lavora~triei, per quale ragione, e per la prima volta,egli avrebbe nel redigere, o far redigere, unprogetto di legge che interessa i lavoratori,trascurato di consultare le organizzazioni sin~dacali dei lavoratori? È la prima volta checiò avviene. Sempre, tutti i suoi predecessori,ogni qualvolta si è trattato di legiferare inmateria di lavoro, hanno sentito il bisogno diconsultare i rappresentanti delle organizzazio~ni sindacali, hanno discusso con loro, hannocioè redatto insieme, articolo per articolo, ildisegno di legge prima di presentarlo all'esa~me delle Camere legislative. Perchè questavolta non lo si è fatto?

F ANF ANI, Ministro del lavoro e della pre~videnza sociale. Perchè anCOra non c'erano leCamere!

BIBOLOTTI. So la sua l'isposta, onorevoleFanfani; ce l'ha già detto in sede di commis~sione: perchè la Costituzione non da più i po~terì legislativi al Governo, ma gli dà il poteredi presentare i progetti e i disegni di legge.(~uesto non spiega niente, perchè se volevateveramente approfondire questo problema ~ ve

l'ha già detto il mio collega e compagno For~tunati ~ avreste dovuto prima di tutto poi'~tare qui al Senato il disegno di legge per lacostituzione del Consiglio superiore della eco~'nomia e del lavoro. Perchè non l'avete fatto?Perchè portate dei disegni di legge che trat~tana solo un lato del problema, ed un proble~ma staccato?

Io ho avuto quella ingenuità che il compa~gno ed amico Basi ha detto di non avere: hocreduto al vostro buon volere, onorevole Mi~nistro, vi ho ascoltato il giorno in cui, alladecima Commissione, ci avete informato iam~piamente e C'Ortesemente sui vostd propositi esui moventi del vostro disegno di legge. Vi hoascoltato con molto interesse, perchè mi risul~tava es.sere in voi un che di mistico, che ècosì comune negli uomini della vostra terradi confine fra l'Umbria e la Toscana.

Voi siete un po' illuminista, voi siete un po'utopista, onorevole Fanfani (ilarità al centro) ;voi credete veramente che basti sedersi allascrivania di Ministro, buttar giù una decinadi articoli per avere risolto un grande pro~blema, quale è quello del mercato della manod'opera. Ma voi sapete molto bene che ia eli~minazione totale della disoccupazione in regi~me capitalistico è una utopia; voi non riusci~l~ete mai perchè il vostro sistema di produzio~ne produce la disoccupazione e i capitalistihanno sempre bisogno di una massa di di~'soccupab. Voi,. quando affermate il propositodi voler eliminare la disoccupazione, affer~mate cosa non vera e che sapete non poteressere vera, e vi ponete su un terreno paterna~listico; ma, così operando, voi ricacciate leclassi lavoratrici ai margini dello Stato.

ZOLI. Retorica! Una parte delle classi la~voratrici è a favore del disegno di legge.

BIBOLOTTJ, Vi dicevo che gli uomini, cheressero per conto della borghesia il Governoal principio del secolo, si ripromettevano diinserire le classi lavoratrici nello Stato: eraallora una illusione, una utopia. Tuttavia dopo

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Atti Parlamentarì Senato della Reptlbblica~ 1796 ~

17 SETTEMBRE 1948AYNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

la guerra di liberazione, dopo i Comi'ali diliberazione nazionale, dopo la illuminab par~tec-ipazione delle classi lavoratrici al Governo,questo inserimento era in atto. Voi idenUi~cando il Governo con lo Stato, identificando lavostra parte e la vastI-a fazione con gli in eressi statali, state rigettando ai margini delloStato le classi lavoratrici italiane: voi fatepei-ciò soltanto opera reazionaria; voi tentatedi far girare indietro la ruota della storia, nelnostro Paese.

Ma domando ancora al Ministro Fanfani' edal Governo che egli rappresenta: avete mi;tifatto lo sforzo di prendere in attento esame iprogetti, i memoriali, le richieste dell'organiz~zazione sindacale la quale era allora unitaria,e quei documenti scatuì~ivano dalla col abOl'a~zione, e recavano perciò !'impronta anche d~ivostri uomini? Ci sono in Italia tali lavoripubblici da compiere, vi sono opere di bonifi.ca, di can'alizzazione, indipendentemente danostesso problema della ricostruzione edilizia, dapoter o<:~cupare proficuamente tutti i disoccu~pati italiani, ma voi non avet8 fatto nulJa suquesto terreno. Non ci avete neanche pensato,nè ci pensate.

Una voce. E voi avete fatto i lavori a re.gìa, quando Romita. era Ministro dei ]avo*ipubblici.

.

BIBOLOTTI. E quando avete tentato di l'Ì'solvere questi problemi, avete ingannato delì~beratamente le masse dei lavoratori italiani,spingendo le all'emigrazione in Argentina. Ri.cOl~datevi che quando allora la Confederazionegenerale del lavoro si levò contro questi. si~stemi dell'invio indiscriminato di lavoratori inpaesi lontani, senza un contratto di lavoro,senza la protezione diplomatica, senza prote~zione consolare e sindacale; una parte di voiha aizzato contro là Confederazione i lavora.

te-l'i affamati, che chiedevano di partire ad ognicosto; ma adesso arrivano le maledizioni diquei "lavoratori abbandonati a se stessi. C'è,neEn capitale del Venezuela, una piazza chBsi chiama la Piazza del Pianto, dove lavor3c~tori manuali, tecnici ed intellettuali, imprecanpcontro coloro che ve li hanno inviati, ed inparte anche contro di noi che non li avremmosufficientemente messi in guardia contro i p~'!:ieoli che li minacciavano. E di questo voi, ela vostra parte, siete responsabili.

Il vostro Presidente del Consiglio, nella pe.nultima dichiarazione del Governo, annunciòla costituzione dell' Alto (]ommissariato per laemigrazione e poi, nell'ultima esposizione,questa realizzazione è stata messa da parte,

perchè voi non volete il controllo sull emigra.zione e vi baloccate nei dissidi di competenzatra il Ministero del lavoro e quello degli eSLeri,abbandonando i nostri lavoratori nei campidi concentramento di Montmelian, nella Savoiaed altrove. Quei nostri lavoratori, che passanoclandestinamente le Alpi senza il vostro e sen.za il controllo sindacale, sono reclute obbli.gate delle legioni straniere, e vanno a finirenel Marocco. Abbiamo tutti i giorni memorialiche grondano lacrime e sangue, e gli organi

del Governo sono assenti, impotenti, ed indiI~ferenti. In 1ma certa misura, di ciò voi sietecomplici. Legiferate su questo terreno, dateciquesto Consiglio superiore del lavare e dellaeconomia. Ricostituite il Commissariato del.l'emigrazione, date ci pure, se volete, le' leggisiIidacali previste dalla Costituzione; ma nonvenite qui con un semplicismo che ci spaventa,con un disegno di legge che manomette tuttala nostra storia, la sloria delle lotte di classeper la emancipazione dei lavoratori, che è sto.ria di progresso e di civiltà, perchè, vedete, lal'esistenza dei lavoratori allo sfruttamento ca.pitalistico ha contribuito largamente al PIO'gl'esso del nostro Paese.

Andate, se non ci siete ancora stati, a VISI.tare le pianure del ferrarese e vedrete chequella conquista imponente, effettiva, di unvero ÌTÌ1pero è stata l'opera dei braccianti emi.liani e ]'omagnoli, è frutto della resistenza deilavoratori che si opposero ad essere obbligatialla emigrazione, e pretesero, dal Governo deltempo, che si facessero opere pubbliche. Esono gli stessi lavoratori che ci hanno dato labonifica di Ostia, e vedremo se ci direte ancorache questa è retorica e demagogia. No, questaè una realtà, è una realizzazione dei lavora.tori, pel' il bene del notro Paese, è un'operaimposta dalle organizzazioni dei lavoratori aigovernanti borghesi e capitalisti.

Ma voi venite a legiferare con una legge.rezza, ripeto, che ci spaventa. Non avete con~sllltato nessuno; deliberatamente avete volutonon ascoltare il pensiero di coloro che hannoUIm esperienza maggiore della vostra, onore~

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Atti Pa1"lamentari ~ 1797 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~. Il VIII SEDUTA DISOUSSIONI

vale Minish'o, e certamente maggiore di quelladei vostri consiglieri, i quali hanno dato edànno continuamente prova della loro insensi-bilità ai problemi sociali. Essi sono oggi a,dllll livello molto più arretrato dei funzionari,che erano i consiglieri di Giovanni Giolitti,peruhè sono i residui del periodo fascista t

sanno legiferare solo dall'alto, avulsi da agIlIsorgente di vita. Così nascono questi vostridecreti n. 1 e n. 2, che sono pezzi di una mac-china che voi volete costruire per premere suilavoratori, per limitare la loro libertà. Vi doh.hiamo dire con tutta franchezza, onorevoleMinistro, che da qui non passerete, che i brac-eianti dell'Emilia non si lasceranno toglierègli uffici di collocamento. Ricordo un'espres-sione che si riferiva, se non erro, ai decretidi Pelloux. Quei decreti contro i lavoratorivennero definiti: «irriti e nulli ~. Irriti e nullisono i vostri decreti, onorevole Fanfani. Essiservono solo ad acuire il dissidio nel nostroPaese, servono solo a seminare la sfiduciaverso lo Stato e voi, attraverso una politicastatalistica, minate le basi democratiche delloStato e ricacciate i lavoratori nell'àmbito delsovvel'sivismo, come i funzionari di polizia Ilconsideravano in passato.

l%bene noi lotteremo contro questo vostro,disegno. Noi vogliamo riportare e mantenerenella cittadella della Repubblica le masse la.voratrici come collaboratrici nella costruzionedel nuovo Stato Repubblicano, e non ci lasce.remo sop]'affare per il fatto che occasionaI.mente voi disponete di una maggioranza, chegià. sta franando. (P1"oteste da destra e ru-mor-i) .

Presidenzadel Vice Presidente ALBERTI ANTONIO

BIBOLOTTI. Veniamo al vostro proponi-mento: voi dite che gli uffici di collocamentocostituiti dai lavoratori e dalle loro organiz.zazioni sindacali commetterebbero degli abu:"i.A ciò è già stato risposto: ma ~o vi domando:dove sono i vostri organi di controllo? Checosa fa il vostro Ispettore del lavoro? N on visiete preoccupati di rafforzare l'organo attra.\Terso il quale voi avreste potuto controllare e ilavor-ator'i e le loro organizzazioni, laddove so-

no controllabili, e soprattutto i datori di lavmoche continuano a violare le leggi di protezionedel lavoro, le leggi su l'igiene e la sicurezzadel lavmo. Che forse, onmevole Ministro, vi'3iete impensierito, ed avete messo un occhioattento in quel congegno così delicato? N onve ne siete mai preoccupato. Ma se anche pen.saste che gli uffici del lavoro, costituiti daisindacati opeI'ai, avessero bisogno di esserecontrollati, inserite questa esigenza e questoprovvedimento nelle leggi sindacali previstedalla Costituzione. Ben vengano i controlli sesaranno illuminati, sereni ed obiettivi.

La verità è che voi, onorevole Ministro,qualche cosa dovevate pur concedere ai grandiindustriali ed ai grandi agrari. La verità è chedovevate fa l'vi perdonare il vostro preteso si.nistrismo, la vostra tendenza a sinistra (ru-mori); ed allora non delle esigenze fondamen-tali dei lavoratori vi siete preoccupato, madelle richieste fondamentali della Confindu.stria: questa è la verità e questa è la spiega.zione dei vostri due decreti.

Veniamo ora al problema della educazionedei lavoratori, dell'addestramento professiona-le. Io ho già manifestato il mio stupore insede di commissione, quando ho veduto checon questo decreto si mira a smobilitare i dueistituti che hanno molte manchevolezze ~ l'l.

. N.A.P.L.I. e l'E.N.A.L.C. ~ alla testa dei qua~li sono stati posti, sin dall'inizio, due commis.sari democristiani. Si sono fatte delle scuole,si sono indetti dei corsi. Noi potremmo portarequi molte critiche a quegli istituti; ma è certomolto sospetto che voi vogliate smobilitarlioggi che, per legge, voi siete obbligato a daread essi un consiglio di amministrazione.

FANF ANI, Ministro del lavoro e della pre.videnza sociale. Legga l'articolo 45.

BIBOLOTTI. Sino ad oggi questi istitutisono stati diretti dal potere personale dei va.stri uomini, che non hanno nè ben diretto, nèbene amministrato, e non hanno promossoquella unificazione organizzativa o, quantomeno, di indirizzo, che era nei voti dei lavora-tori tutti. Queste richieste le avete ignoratementre siete solleciti per le richieste dei datoridi lavoro. Certo nel vostro progetto ci sonodelle cose, come ad esempio i campi di lavoroo il rimboschimento, che seducono. Il rimbo.sehimento era il cavano di battaglia del fra.

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Atti Parlamentari ~ 1798 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE1948DISCUSSIONIANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA

tello del dittatore; io pensavo che uscendo dalcarcere non avrei più trovato terre incoite esenza alberi; si magnificava tanto l'opera dirimboschimento italiano che pensavo che lenostre colline fossero state tutte chiomate everdi.

Vace. C'è stata un'altra guerra.

BIBOLOTrrI. Con quale serietà inseritequesta capitale riforma, senza uno studio pre~ventivo, senza un progetto nè finanziario, nètecnico, ed agrotecnico"( Ma voi avete fatto ciòper mettere una bella parola,' e nulla di piÙebe una bella parola. Uerto noi plaudiremmoalla iniziativa vostra e del vostro governo, seci fosse stato presentato un piano organico di]'icostruzione, un piano organico' di lavoro, unpiano organico per la nostra agricoltura.

Ma nulla avete fatto per bonificare quelletene che anCOra circondano incolte la capitaledella Repubblica; nulla di tutto questo avetefatto. Avete fatto una cosa sola, avete preso

l'aratro non per smuovere la terra degli ita~liani, ma le organizzazioni sindacali italiane ,di ciò solo vi siete preoccupati.

Io ho veduto un'ordine del giorno presentato'dall'onorevole Ruini e da altri della correnteliberale storica per affidare lo studio di questiproblemi al C.E.N. Dal momento che vi è que-sto ente fatelo funzionare; perchè creare nuoviorgani quando ve n'è già uno? Non che que~sto organo obbedisca alle esigenze di uno stu~dio completo del pro1jlema del lavoro; ma in~tanto, in attesa di questo Consiglio superioredel lavoro e dell'economia, avreste potuto ser~virvi di questo istituto che è composto in modo

d~ garantire la presenza e la partecipazionedI una rappresentanza di lavoratori. Ma i la~

voratori vi fanno un po' paura, e di essi ve nesiete occupati al punto di spingere avanti lasci~sione sindacale, per avere degli organizza~ton addomesticati e ligi al vostro Governo.

L'onorevole D'Aragona ci ha detto che sesi tolgono alcune categorie, i lavoratoridel~l'industria non hanno sempre bisogno di ufficidi collocamento. Tuttavia io speravo dall'exsegretario della Confederazione generale dellavoro una parola di difesa per i lavoratoridel ,:etro, per i lavoratori del pane, per i tipo~gl'ah, per quelle categorie alle quali forse lostesso onorevole D'~ragona aveva portato ilsuo contributo affinchè si costituissero in sin~

dacato, e, attraverso il sindacato, creassero i10rO UIllCI m collocamento.

11 Yresidente del Uonsigllo ci ha annunciatotame C03e, m materia dI legislazwne sui la~Yoro, con ana mmaCClosa 'ancbe: leggi contl'ogn sCIOperI, ecc. Ma insomma decidetevi a sce~gllere una strada ! ~uesto vostro progetto ce10 avete presentato con carattere di urgenza!come se con esso poteste riuscire veramentead eliminare la disoccupazione. Non ci credeteVOI stessi, e non ci credono i vostri iunzionariche banno stilato gli articoli del progetto.

Ma io mi domando: per quali ragioni noncominciate, là dove c'è già qualcosa di prepa-rato'( Per esempio, per il Consiglio nazionaledell'economia e del lavoro esisteva già, mipare, quando era Ministro del lavoro l'onore-vole Barbarescpi, un progetto, che prevedevala costituzione del Consiglio, che allora sichiamava Superiore del Lavoro. È il progettoal quale hanno collaborato le organizzazionisindacali. Si poteva riprenderlo, ristudiarlo,emendarlo. Era contributo portato da tecnici,da esperti in materia. Lo avete ignorato!

lo penso che anche per il Commissariatodell'emigrazione avreste trovato qualcosa neivostri archivi. Avete, per ultimo, il progettoper la riforma previdenziale, ma avete dettoin Consiglio dei Ministri che se ne parlerà aprimavera. Intanto aspetteranno i pensionati,gli invalidi e i mutilati, della guerra e del la-voro, le vedove, i lavoratori indipendenti, chenon godono di nessuna pensione. E di L{uesto110n avete fatto nulla; avete rimandato. Dal 2aprile la Commissione ha consegnato al Pre-sidente del Consiglio questo progetto. Pensoche la vostra ambizione di uomo di governo,di uomo politico doveva essere quella di pI'e-sentare alla ripresa dei lavori parlamentari unprogetto organico per detta riforma che po~nesse veramente il Parlamento in gl~ado di di~scutere e risolvere un così importante proble~ma. E invece ci avete presentato questo pro-getto, che offende i lavoratori e li mette in unostato di allarme.

Se voi avete voluto fare opera di sobillazioneci siete riusciti; se avete voluto aumentare ladiscordia nel Paese ci siete riusciti; ma se voivi siete ripromessi di diminuire lo stato di di-soccupazione, di venire incontro ai disoccu-pati, voi avete fatto fiasco in partenza. E losapete: perchè solo la vostra parte è con voi

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Senato della RepubblicaAtti Parlamentari ~ 1799 ~

17 SETTEMBRE 1948DISOUSSIONIANNO 1948 ~ J~VIII SEDUTA

per disciplina di partito, senza convinzione,(Rumori dal centro e da destra. Applausi dasinistra).

MERLIN ANGELINA. Domando di parlare~PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MERLIN ANGELINA. Onorevoli colleghi,il mio gruppo solo da mezz'ora mi ha datol'incarico di parlare sul disegno di legge chequi si discute. Io non sono sufficientementepreparata, e forse non sono neppure sufficien~temente competente dei problemi del lavoro, so~pl'attutto dei problemi sindacali. Ma vi è inquesto disegno di legge una parte che ha agitosu di me come ~ permettetemi l'espressione ~

il richiamo della foresta, cioè il richiamo diqualche cosa che la lunga abitudine ha ormaiconnaturato in me: la scuola, scuola professio~naIe alla quale ho dedicato i miei anni mi~gliori. Ho rivisto dinanzi a me le giovinetteappartenenti ai bassi strati sociali che fre~quentavano le scuole di avviamento al lavoro,ho rivisto dinanzi a me !'immagine degli ope~

l'ai, dei piccoli impiegati di Milano, che la sera,stanchi dal lavoraI venivano alla scuola pro~fessionale per prepararsi ad un lavoro chefosse insieme qualificato e più redditizio.

Ma accanto a queste visioni, che sono nelmio ricordo, io ho visto anche !'immagine deimolti operai, dei molti lavoratori disoccupati,che sono in tutte le provincie d'Italia. Anch'io,come i colleghi, rivedo le lunghe schiere deib]>accianti di Puglia che la mattina presto, albuio, attendono qualcuno che ingaggi le nume~rose braccia. Rivedo dinanzi a me i 36 miladisoccupati del Polesine, che cercano invanoun lavoro. Onorevole Merlin, lei può dirlo, chetante volte mi è compagno in quelle scorri~bande attraverso la nostra terra operosa. Ri~vedo i pastori della Sardegna, che mi ebbeesule per anni ed anni, andare lenH, cantandollna nenia, vicino alle poche pecore che essin on allevano scientificamente come i pastoridell'Inghilterra. Tutta questa ,gente ha biso~gno di una riqualifica per rendere più fecondo,più redditizio, più ricco il lavoro italiano edanche Del' cercare le vie dell'estero in ben al~tre condizioni da quelle in cui io l'ho vista.

Onorevoli colleghi, anche io sono stata neglialti badni carboniferi del Nord della Francia,riel Belgio, sono andata fino alla bocca dellaminiera e anche in un luogo dove nessuna

donna è andata mai. Sono andata al «PetitChàteau» di Bruxelles, dove centinaia di no~stri emigrati, che dovevano essere minatori, enon erano nulla, erano rinchiusi in attesa diritornare, perchè si erano spaventati sullabocca della miniera. È la miseria d'Italia cheio ho visto in Italia stessa, in tutte le provin~cie, e anche all'estero, dovunque. È la miseriad'Italia, perchè quelle braccia non sanno la~varare per il mondo moderno, anche se neicervelli di questi nostri connazionali brilliquella scintilla d'intelligenza che è propriadella nostra gente.

Perciò, onorevoli colleghi, questa parte deldisegno di legge, che l'onorevole Fanfani ci hasottoposto,

.è da me vista senza nessun pre~

concetto. Io l'ho letta attentamente; e ben pochesono le critiche che io devo fare all'onorevoleFanfani. La legge ha certamente dei difetti;è però piena di buone intenzioni; ma tutti noisappiamo che di buone intenzioni è lastricataanche la via deU"inferno. Perciò mi permet~terò soltanto di rilevare qualche pericolo cheio vedo insito in questa legge.

Il primo pericolo che io vedo è questo: chenella riqualifica degli operai, soprattutto diquelli disoccupati, non si insinui un piccoloserpente, cioè la possibilità di un'attuazione

non buona: quella di preparare il materialedi crumiraggio per gli operai veramente di~soccupati, o per gli operai ribelli per unoqualsiasi dei motivi di ribellione che succe~dono nel mondo del lavoro. Io vorrei quindiche alla legge qualcuno proponesse qualcheemendamento, se ciò non è già stato fatto, ecioè che lariquaJifica per gli operai si fa;~cesse per categorie affini, in modo che se ungiorno sono disoccupati gli operai edili, peresempio, gli operai disoccupati, che si pren~dono, non siano gli operai delle officine, ma~gari anche gli occupati, che in quattro e quat~tr'otto si preparino per lavorare nei posti de~gli altri. Vorrei dunque che la legge fosse piùchiara su questo punto. Poi un'altra cosa chenaturalmente non è nella legge, ma che nellaapplicazione dovrà trovare il suo posto: chenon si faccia, cioè, anche di questa scuola,come si fa di quasi tutte le scuole d'Italia, unqualche cosa di precario, farraginoso, discon~tinuo. N on so se voi avete pratica di scuola ele~mentare, media ecc., perchè qui vi sono molti

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica....,...... 1800 ....,......

17 SETTEMBRE 19M~ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

professori di università, ma pochi professoridi scuole medie, e forse nessun maestro; nonsolo nella scuola italiana vi è la pletora deilibri, ma vi è la pletora della carta; non è sol~tanto una specialità del Governo fascista,quando si diceva una barzelletta a propositodella Carta della scuola, che cioè la nostraera la scuola della carta. La scuola italianapurtroppo lo è stata prima del fascismo, e loò anCOra in questa nostra epoca post~fascista.

Bisogna fOrmulare programmi che non sia~no farraginosi; bisogna far sì che i program~mi della scuola professionale riguardino lapossibilità di elevare la capacità tecnica deilavoratori. Io ho pratica, come vi ho detto, discuole professionali. Andate a vedere quantilibri sono adottati nelle scuole professionali.Ma voi non sapete che quelli che studianoagraria, che studiano anche in quei paesi doveci sono delle terre a disposizione, studianotutto a parole; poi, posti davanti ad una piantadi grano, non sanno neppure che cosa è.

Questo avviene anche in tutti gli altri campi.Solo di parole è fatta la nostra scuola, non dicose; quindi io raccomando che in queste no~stre scuole professionali, quando sorgeranno,non si ricada nell'errore di tutte le nostrescuole.

Bisogna che la nostra scuola sia qualchecosa di vivo; vorrei che gli insegnamenti nonavvenissero in locali separati o lontani daquelli che sono i luoghi del lavoro. Si dovreb~be fare la scuola presso i complessi edilizi, icomplessi industriali e quelli agricoli, in ma~niera che i raf!azzi, gli uomini, le donne, ap~nrendessero dalle cose vive, dalle cose in atto.Noi sappiamo bene ciò che faceva Machiave11i,il ouale alla sera si rinchiudeva nella sua bi~blioteca; l'alta mente faceva rivivere gli uominidell'antichità; egli viveva con essi. Ma i no~stri ragazzi, i nostri lavoratori non possonofare Quello che faceva la mente eccelsa di Ma~chiavelli. Siamo noi che dobbiamo preparareper ouesti figlioli una scuola che sia viva, nonun cimitero di carte.

E vorrei anche un'altra cosa: che si cercas~se di fare frequentare le scuole da quella gio~ventÙ che oggi popola le nostre strade, spessoper compiervi atti di delinquenza. N on credoche sia innato nei nostri giovani lo spirito didelinquenza; sOno gli anni passati che li han~

no preparati così. Che cosa si era fatto duranteil fascismo dei giovanetti? S'erano loro messidegli stivaloni e dei guanti, si era dato loro inmano un moschetto, erano stati preparati nel~l'esercitazioni militari e non nel lavoro. Poiessi sono stati mandati alla guerra, e quelliche sono ritornati non sanno che una cosa:uccidere, compiere tutto ciò che non è morale,tutto ciò che non è vitale per il nostro Paese.Il lavoro deve redimere questa nostra gioventùa cui noi,. generazione passata, non abbiamosaputo inculcare l'amore per un mondo piÙbello e per un mondo più buono. A'bbiamo pre~parato loro un mondo di lotta, ma non di lottafeconda, un mondo di lotta, dove odiarsi e nonamar si era la regola. Il lavoro deve rigenera~re anche per questo lato.

Anche per le donne vorrei si preparasserole scuole di qualifica e di riqualifica: nonparlo delle donne che frequentano le scuoledove s'insegna a cucire, poichè di queste cene sono I1nche troppe. Parlo delle donne chevanno soprattutto nelle fabbricne. Voi sapeteche la donna non è mai considerata come unoperaio qualificato, anche se sotto alcuniaspetti certi lavori della donna non possonoesser fatti che da lei sola, come avviene nelleindustrie tessili. La donna non è mai conside~rata operaia qualificata, anche se compie la~vari qualificati; e ciò, in verità, non è giusto.Nai abbiamo un articolo della Costituzioneche parifica la donna all'uomo: occorre peròche la donna non sia parificata soltanto nellaCostituzione, ma venga parificata nella realtà,e soprattutto poi quando lavora e vive e opera.a profitto di tutta la società.

Per queste scuole io vorrei un'altra cosa,onorevole Fanfani: scegliere gli insegnanti. Ildramma della nostra scuola è connesso allapovertà d'animo dei nostri insegnanti. Sì, cene saranno migliaia che sanno il greco, il la~tino e il francese e la matematica, e tante altrecose; ma questa gente non ha però l'animodell'insegnante, l'animo che suscita l1ello sco~lara un iJ.,ltroanimo, che suscita un palpito divita. Questo occorre; e se questo occorre neilicei, nei ginnasi, nelle università, occorrerànncora maggiormente per quell'insegnante, uo~ma o donna che sia, che s'accosta agli uominidel lavoro, così vituperati, così accusati quan~do chiedono soltanto il pane e quando chie~

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Atti Padarnentari Senato della Repubblica~ 1801 ~

17 SE'l'TEMERE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

,dlcmo soltanto una casa. Oggi vi chiederanno]l'istruzione, vi chiederanno di essere messi nel'Inondo del lavoro come forze particolal'mellterefw.cienti per capacità tecnica. E bene sarebbe,d'te questa capacità tecnica non fosse una cosa{redda, una cosa forzata, ma una fiamma chevivifichi e faccia risorgere il nostro Paese.(Applausi da tutti i settori).

TOMMASINI. Domando di parlare.PRE~SIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASINI. Onorevoli colleghi, m'impe~gno, come è il mio stile, di essere breve; e vidico che di fronte ai discorsi, che ho ascoltatoqui dentro, sento la mia inferiorità, e non avreiparlato se qualcuno avesse risposto prima a<ehi bisogna rispondere. La spinta, la molla a1parlal'C mi viene, onorevoli colleghi, perchè ho(compresso la tentazi one di interrompere: nn ~

;terruzione è sempre poco simpatica in tutti icontraddittorì, e specialmente in un consessocome questo. Io, che non uso contraddire, hopreferito chiedere la parola; e vi prego, onore~voli colleghi dell'altra parte, non interrompete~mi perchè, quando voi parlate, noi siamo gar~bati, e voi non dovete presumere di possedereil privilegio delle verità che meritano di essereascoltate, e che noi viceversa diciamo dellecose che non siano da voi ascoltabili.

Io rispondo all' onorevole Basi soltanto perquanto si riferisce agli uffici di collocamento.Egli ha citato i1 caso della Sicilia dove sonostati assunti degli elementi che non avevanobisogno di lavorare. Ebbene, io ho letto nel~l'annuario che l'onorevole Basi è Un impie~gato ed è nato a Ferrara: è quindi un setten~trionale. L'onorevole Basi ha detto: «Perchèprima di proporre una legge non avete fattoun'inchiesta?:>. Ebbene, onorevoli colleghi,nel'mettetemi di dire che questa inchiesta io

l'ho fatta, non una sola volta, e che narIo1)1'oprio col suffragio delle prove acquisite at~travel'so questa inchiesta.

Siete voi ben sicuro, onorevole Basi, chef!li arruolamenti che vengono compiuti oggidagli uffici di collocamento ademniano conimparzialità assoluta, e cioè col rispetto asso~Iuta del1a oualifica eli disoccupato, ai loro còm~niti? Ne dubito !

È stato attraverso una inchiesta di codesto.f!enere che io ho avuto questa precisa denun~'Ilia, da un paese dena provincia di Venezia:

h'c disoccupati sono venuti da noi a dirci chesi impegnavano a denuncial'e i nominatividi colato che figurano tra i dÙ30ccupati e chericevono il regolare sussidio di disoccupazio~ne, mentre sono proprietari di terreni, nonaffittuari, quindi, nè mezzadri, ma propl'ie~tari di terreni con relative case coloniche.Dopo pochi giorni però questi tre disoccupatisono venuti da noi a dirci che rinunziavanoal loro impegno, perchè avevano cara la larapelle. E a11ora, io vi dico che come voi, comel'onm'evole Merlin, come tutti noi, io assistone]]a m.ia casa ad un pellegrinaggio di cor~

renti fortissime di disoccupati, che tutte le do~meniche ~ in questa giornata consacrata alriposo ~~ tutte le domeniche dico, affliggono il

mio cuore, vecchio ormai ma non insensibiledi fronte ane miserie sociali perchè, come beneha detto l'alnico Gava, noi non vogliamo esseresecondi a nessuno nell'interpretar~? nel capirequella che è la miseria sociale di oggi. Eb~bene, non sono riuscito, e non riesco, a collo~care nella zona industriale di Mestre un solodisoccupato; e qui, vi raccomando, ascoltatemisenza interrompermi. Io mi sono sentito direparecchie volte da poveri amici ~ ed io non

chiedo mai la tessera perchè sono senatore diVenezia e di Mestre, sen atore democristianoè vero, ma dopo di ciò senatore di tutti, sen~za distinzione di partiti ~ che ci sono state

assunzioni avvenute attravel'SO 1'ufficio dicollocamento, attraverso quelle che naIl do~

vrebbero mai intervenire ma che, di fatto,intervengono, le Commissioni interne, di ele~menti in quanto provvisti di tessera del partitocomunista italiano. (Rumori ed. inte1'ruz1:onida sinistra). Vi ho pregato di non interrom~permi.

Voce da sinistra. E i braccianti agrari?

'1'Oì\fMASTNL I nomi nOn ce li hanno dati,T}erc.hè, come vi dicevo, avevano paura per la]Ol'O pelle.

E dono questo passiamo alla questione de~gli uffici di col1ocamento, e rendiamo 11n plau~so all'onorevole Fanfani. Accetto, peraJtro, leconsiderazioni dell'onorevole D'Aragona. Gliuffici di collocamento devono funzionare indi~

nendentemente da ogni nressione da narte dichicchessia. Oso dire che il capo den'ufficiodi collocamento deve essere un funzionarioopportunamente scelto, un funzionario che ::I,b"

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Atti Pai'lameritar'i ~ 1802 ~

17 SETTEMBRE 1948

Senato della Repubblica

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISCUSSIONI

hia elevatissimo il. senso della responsabilitàper il bene comune; deve essere un funzio~nario inaccessibile alle raccomandazioni, co..minciando da quelle del Prefetto, e, se vi piace,anche da quelle dei Vescovi e dei Parroci.

Voce da sinistra. A chiacchiere. Vi mettereteun demo.cristiano.

TOMMASINI. Perchè lei continua ad inter..rompermi? Io non interrompo mai. (Rumo1'i.Scambio di invettive).

E poi, abbiate pazienza: perchè quandosiamo in Commissione, siamo tutti bravepersone, mentre quando siamo qui dive..niamo gli uni contro gli altri armati, magariarmati di sola lingua? Badate, signori miei,che in un comizio di Venezia di disoccupatiad un vostro compagno che era con me pre..sente al comizio, fu gridato: basta con la po~litica!L'onorevole Bibolotti ha detto che se idisoccupati fossero qui ad ascoltare le nostredisquisizioni direbbero tante cose. Ebbené iodico che ripeterebbero il grido del campo diS. Maurizio a Venezia: «basta COn la politica,date lavoro ai disoccupati~.

Intendiamoci: la questione della disoccupa..zione è questione grave e non si risolve colprogetto Fanfani, nè il Ministro Fanfani haquesta ambizione così stolida, quando egli ciinsegna che, purtroppo, ogni anno abbiamo laleva del lavoro, abbiamo cioè 400.000 unitàmature per essere immesse nel lavoro. Mase non sÙtmo in condizioni di far ci la casa,lasciate che ne facciamo le fondazioni, chefacciamo le mura perimetrali; se non si co~minda, non si concluderà mai niente.

V oi non potete negare, se siete veramenter:oscienti, còme lo siete ~ perchè presi singo..

Jarmente siete delle bravissime persone (ilari..là) ~ non potete negare che mentre l'onorevole

Bibolotti accusava il Ministro Fanfani diave..re tradito i lavoratori, l'onorevole Merlin An..g-elina, che gli è succeduta, diceva (non credo

Del' sDirito di gentile cavalleria) che nel pro..g-etto ha trovato per lo meno dellé buone in..ten 7,ioni.

Hi g:uardo agli uffici di collocamento.. voi nonvolete r:be g:Ji uffici di collocamento deUa Ca~m8ra del lavoro abbiano il monopolio delleRssunzioni, e dite che finchè le Camere dellavoro sono elette dai Conshdi de1le JeR"ne.l';:\l,nre8entanonna maggioranza che va ri8nAt~tata. Questo concetto è stato ripetuto anche

dall'onorevole Bibolotti. Ma io ho sentito sem..pre dagli stessi banchi dire che la Confedera..zione generale del lavoro è composta da unamaggioranza democraticamente eletta e chequindi, come tale, i suoi deliberati devono es..sere rispettati da tutti gli iscritti alla Confe..derazione stessa. Ora perchè tutte le volte chein questa sede si tratta di approvare un pro~getto di legge, noi siamo chiamati esecutoridi un colpo di maggioranza? Non siamo statiforse eletti democraticamente? Vi fa comodochiamare maggiol>anza democratica quella del..la Confederazione generale italiana del lavoroe maggioranza sopraffattrice quella del Par..lamento?

Ieri ho ascoltato con reverenza l'onorevoleLabriola, i cui scritti e le cui conferenze tantodilettarono la mia vita di adolescente. Egli èsempre stato un maestro, ed è apparso tale an..che ieri. Però mi permetto di fare questa con..siderazione molto semplice: l'onorevole La..briola parla benissimo; ma bisognerebbe chetutti gli uomini avessero la mente e la culturadell'onorevole Labriola.

Per un momento consideriamo le scuole diqualificazione. L'onorevole Labriola non credea queste scuole, e l'onorevole D'Aragona dice(ed io sono con lui) che in sei od otto mesinon si improvvisa un lavoratore qualificato. Eci dà atto che un tornitore torna dalla vita mi..litare senza avere ancora imparato il mestiere.Anche nel campo del tornitore la situazione ècambiata, in quanto la guerra ha dimostratocome per quei lavori in serie che si stanno fa..cendo ora, si può improvvisare anche una tor~nitrice in pochi mesi. A maggior ragione sipuò imorovvisare il tornitore. Maggiore diffj..coltà sta nel lavoro e nell'esercizio della lima:è un'arte come quella del violino: non si è im..parato mai abbastanza ad adoperarla. Questascuola di qualificazione, onorevoli colleghi, ene rendo omaggio all'onorevole Fanfani, rap..nresenta. una necessWt: e di ouesta necessitàsi l'enile conto chi come me h9 avuto la nenadi narla.re con ouei ragazzi che vengono inCP1'C1'1di lavoro. Sono reduci dai campi di mi..gionia e di concentramento: e se a ouesta gen..te domandate che cosa sanDia fare. genel"'::!l..mA1ìte 1'i8nonde: 4'.so f;:jre tutto~: Ail P nron1'io"nOr9 tònAnon sanno fare null::!.. Questi novel.ir'!iqO"T'i1OZ111.tinon sanno farA nulla. non nel' di..fetta di volontà, ma, perche non hanno fatto

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Atti Parlamentari .....:. 1803 ~

17 SETTEMBRE 1948

Senato della Repubblica

ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

altro che il militare, perchè sono stati tolti daibanchi della scuola, sono stati tolti dagli opi~tici, e mandati a fare il soldato.

(~ueste scuole di qualificazione rispondon"saggiamente e, come è detto nell'articolo ,15del decreto, sono diversi gli istituti che po~tI'ebbero fare le scuole di qualificazione. locolgo questa occasione per raccomandare alGoverno che la Scuola di avviamento e perfe.zionamento venga informata a criteri scienti-fici, perchè, come diceva l'onorevole Saccq.ciascun uomo deve essere portato a fare quel~lo che la sua vocazione lo porta a fare.

Io vorrei che da queste scuole si rItornasseall'apprendistato e che tutti gli opifici avps~S6ro una scuola perchè, onorevole Merlin, an~che la scuola del mestiere è una scuola <li rie~ducazione; onorevoli colleghi, pensate all'inef~fabile gioia se ci fosse nei grandi stabilimentiuna scuola di apprendistato ove il padre por~tasse con sè il figlio alla mattina andando allavoro, e si sedesse con il figlio a mensa e,rientrando a casa con il figlio, egli avesse cosìla sicurezza d'avere questo figlio tolto dallastI'ada avendo gli, per tal modo, assicurato unmestiere, un impiego. Vivrebbe a sua volta unavita di riposo e tranquillità, perchè saprebbeche l'opificio avrebbe tutto l'interesse a che ilfiglio si sostituisse al padre. A questo intendearrjvare la qualifica.zione. Se sono pochi seimesi, facciamo di piÙ, ma è importante soprat~tutto togliere dall'ozio questi giovani. Infattidurante la guerra si è insegnato che rubare si~gnifica va sabotare, si è insegnato che non la-VOrare sIgnificava non collaborare. Badate cheil non lavorare oggi è una triste scuola dimalvagità, di tristezza e di amarezza sociale;perciò è proprio in noi, come diceva l'onore~vole Merlin, la responsabilità di questa nostragenerazione, d'aver tollerato questo stato difatto, per cui la delinquenza minorile brilla inmodo così spaventoso, da far commuover'echiunque abbia, oltre che una dottrina scien~tifica, un po' di cuore e di umanità. (Applausi).

Io rapidamente mi avvio alla fine, ed insi-sto perchè il progetto sia approvuto. Ho lettola relazione di maggioranza e di minoranza;non era mia intenzione intervenire e sono in~tervenuto solo per chiarire qualche concetto,qualche idea, e per dire a tutti voi che noiapproviamo il progetto Fanfani non per unsenso di obbedienza ad un ordine di scuderia,

come potreste pensare, ma per obbedire sol~tanto all' ordine che ci viene dalla mente e dalcuore.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il se~natore Bosco Giacinto.

BOSCO GIACIN'l'O. Rinuncio, riservando~mi di parlare in sede di discussione degli arti~coli.

ZOLI. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZOLI. A nome anche di altri colleghi chie~do la chiusura della discussione generale.

PRESIDENTE. Domando se la richiesta delsenatore Zoli è appoggiata almeno da otto se~natori.

(È appoggiata).

La pongo ai voti. Chi l'approva è pregatodi alzarsi.

(Dopo prova e controprova la 1'ichiesta dichiusura è approvata).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Desidero comunicare al Se~nato che, in relazione al desidel'Ìo espresso datutti i gruppi parlamentari, è stato stabilito invia di massima il seguente ordine dei lavoriper .ciascuna settimana: sabato mattina si svol~geranno le interrogazioni, e sempre e soltantointerrogazioni. Poi il Senato non si convoche~

l'ebbe che il martedì nel pomeriggio, tenendoseduta il mercoledì, il giovedì, il venerdì e ilsabato mattina, e così di seguito.

Senonchè, una volta al mese, anzichè essereconvocati il pomeriggio del martedì, saremoconvocati il pomeriggio del giovedì, e ciò perdare la possibilità a tutti i senatori, che han~no degli impegni nelle loro provincie, di averequalche giorno di più a disposizione. In com~penso però, il mercoledì, il giovedì e il venerdì,occorrendo, si terranno due sedute e, se lecircostanze lo esigessero, anche tre. (App1'O~ovazioni) .

TONELLO. Domando di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TONELLO. Quanto ha detto il Presidente,in merito alle nostre adunanze, rappresentail desiderio della maggioranza; ma per contomio protesto e dichiaro che subisco, ma nonsono consenziente.

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Atti Parlamentari 1804 ~ Senato della Repubblica

17 SETTEMBRE 1948ANNO 19,18 ~ I, VIII SEDUTA DISOUSSIONI

Annunzio di interpellanze.

PHESIDENTE. Do lettura al Senato delleseguenti interpeJlanze presentate alla Presi~denza:

Al Presidente del Consiglio dei Ministri edal Ministro dell'interno, per sapere come in ~

tendano sollecitare. quella profonda revisionedel testo unico delle leggi di Pubblica Sicu~rezza che è resa indispensabile dalla nuovaOostituzione, pel rispetto dei diritti di libertàda essa garantiti; gli interpellanti osseI'vanoche ~ se fino aJla revisione potI'anno cen ocu~latezz8J applicarsi le norme vigenti che nonsono in aperto contrasto con quelle costitu ~

zionali ~ deb bono fin da ora considerarsi abro ~

gate edinapplicabili, perchè anticostituziona1i,le disposizioni:

a) del]'articolo 19 della Legge di PubblicaSicurezza e dell'articol02 del1qJJI~egge cc mu~naIe e provinciale che d~mno al Prefetto mi.mitati ed arbitrari poteri;

b) degli articoli ] 24~129 delle Leggi diPubblica Sicurezza, che consentono con de~creto prefettizio, per autorizzazione del Mini~stro dell'interno e del Presidente delOonsiglio,la proclamazione dello stato di pericolo pub~blico e di quello di guerra con facoltà, di dero~gare alle leggi in vigore;

ritengono che si;:>0possibile e doveroso pro~cedere ana più ferma ed efficace tutela del~l'ordine pubblico non con le facili deroghe macon l'applicazione rigorosa delle norme delOodice penale e delle altre leggi; e che so]~tanto in deprecabilissi;mi casi di assoluta ne(:es~sità ed urgenza per eccezionali perturba;mentiche ;minaccino la consistenza dello Stato, sipotr'à ricorrere a ;misure straordinarie ;mediantedecreti~legg'e da sottoporre il giorno stesso alParla;mento che anche se sciolto dovrà essereconvocato entro cinque giorni co;me la Oosti~tuzione prescrive;

confidano ehe il Governo, nella difesadella sicurezza, indispensabile in regi;me clilibertà, saprà ispirarsi ai criteri della demo~crazia e dello sta to di diritto.

HUINI (PARATORE ~ GASPAROTTO ~

I~ABRIOLA ~ HEALE VITO ~ PEZZULLO).

Al Presidente del Oonsiglio dei Ministri edai Ministri degli affari esteri e dell'industriae co;mmercio, riconoscendo che il turis;mo aldi sopra' dei vantaggi economici per i Paesiinteressati al suo sviluppo, ha assunto nelcampo internazionale una alta fUllzione civiledi avvicinamento fra i popoli mediante loscambio diretto delle idee e delle conoscenzesui costu;mi, sulla produzione e sulle caratteri~sti che di ogni Paese;

gli interpellanti affer;mano la necessità,che, in concorrenza ane iniziative prese da altriPaesi, il Governo dia nuovo e ;maggiore i;m~pulso all'organo direttiva del movimento turi~stieo in Italia, e, in prosecuzione dell'operainiziata dal nostro Ministero degli esteri e inconcordia ai voti espressi dal Oongresso inter~parlamentare tenutosi a Genova il 14~16 set~tembre;

a) solleciti dai Governi esteri i provvedi~menti necessari a facilitare il transito dei turi~sti e degli uomini di affari da Stato a Statoed a superare difficoltà valutarie in ordine allamoneta e doganali circa il passaggio di fron ~

tiera agli auto~veicoli;

b) de;mandi ~ in attesa della costituzione

di organi più idonei ~ ai nostri Oonsolati"al~

l'estero l'ufficio di diffondere le pubblicazionidirette a mettere in particolare rilievo le bel~lezze naturali, storiche e artistiche, che sonoprivilegio del nostro Paese; e portare a pub~bUca conoscenza le iniziative che al riguardovanno organizzando l'industria alberghiera egli enti preposti allo sviluppo del turis;mo;

c) solleciti e coordini a mezzo del Oo;m ~

missariato del turismo meglio potenziato neimezzi e nelle funzioni, tutte le iniziative dellecategorie ;maggior;mente interessate, dai con ~

duttori di alberghi agli esercenti imprese ditrasporto passeggeri per via di terra, di mare ed'aria, agli enti fieristici e ai dirigenti le piùaccreditate manifestazioni teatrali, folklori~stiche di arte pura, ecc. e a tal fine interpellanosul progra;mma del Governo circa l'incrementoe l'ordinamento del turismo nel nostro Paese,onde elevarlo a sempre maggiore influenza edignità nel campo economico e culturale dellavita internazionale.

GASPAROTTO (:RUINI ~ LABRIOLA ~

FAZIO ~ REALE VITO ~ BERGA~

MINI ~ BENCIVENGA).

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Atti Parlamentari Senato della Repubblico~ 1805 ~

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISOUSSIONI

Domando al Governo quando sia dispostoa sostenere lo svolgimento di queste interpel~lanze.

F ANF ANI, Ministro del lavoro e della pre~videnza sociale. Mi riservo di comunicare ladata, dopo avere informato i Ministri compe~ten ti.

Annunzio di' "mozione.

PHESIDENTE. Avverto il Senato che èstata presentata la seguente mozione:

Il Senato sollecita l'istituzione di un orga.nismo direttivo centrale presso la Presidenzadel Consiglio, con la partecipazione dei Mini.steri della pubblica istruzione, del lavoro edella previdenza, sociale, dell 'Alto Commissa.l'iato per l'igiene e la, sanità pubblica, del Con.siglio Nazionale delle Ricerche, dei rappresen.tanti delle organizzazioni sindaeali dei lavo.ratori, dei datori di lavoro, dei dirigenti diazienda, delle scuole e degli Istituti di assi~stenza sociale, nonchè di specialisti psicologi,insegnanti, sociologi e medici, esperti nei pro.blemi dell'orientamento professionale; l'orga.nismo suddetto, articolato con centri di studie di esperienze sui problemi dell'orientamentoin ogni regione, presso gli Istituti di psicol(}giadelle Università.

SACCO (BOGGIANO PICO, GUARIENTI,

CARRARA, FOCACCIA, Bosco, BAT.

TISTA, VISCRIA, LOVERA, FERRARI.

NO, CANALETTI GAUDENTI, QUAGLIA.

RIELLO, D'INCÀ, CARBONI, BRAC.

CESI).

Annunzio di interrogazioni.

PHESIDENTE. Prego il senatore segretariodi dare lettura delle interrogazioni pervenutealla Presidenza.

LEPOHE, seg'retario:

Al Ministro del lavoro e previdenza sociale,per conoscere se sia esatta la notizia diffusadalJa stampa che si stanno aprendo, a suacura, cantieri di rimboschimento per darelavoro a disoccupati delle provincie di Gras.seta, Arezzo e Firenze e ~ in caso affermativo ~

se non ritenga equo estendere tale provvedi.mento alla provincia di Udine, non meno prc~vata delle precedenti dagli eventi be1lici enella quale la disoccupazione è elevatissima,anche per l'inaridimento delle tradizionaH ecospicue correnti. di emigrazione.

PIEMONTE ~ T'ESSITORI.

Al Ministro dell'industria e commercio, perconoscere in base a quali elementi il Sottose.gretario di Stato di codesto Ministero abbiacreduto di poter comunicare recentemente allastampa quotidiana (vedi giornale « Il Sole»del 12 corrente) previsioni di forti ribassi peri prezzi della cana,pa del nuovo ammasso; pre.visioni che non potevano non produrre unperturbamento nel mercato canapiero già resodifficile dalla crisi in atto, e che prescindevanoda tutti gli elementi indici del prezzo ~ mano

d'opera, seme, concimi, noli delle acque dimacerazione ~ dai quali al contrario si rileva

un aumento notevole del costo di produzionedella canapa in più dello scorso anno.

(L'interrogante chiede l'urgenza).

OTTANI.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, perconoscere i motivi che si oppongono al disbrigosollecito delle pratiche inerenti alla formazionedegli atti di morte dei militari già dispersi eper i quali già esistono documenti compro~vanti l'avvenuto decesso.

Per sapere inoltre se non torni più agevoleagli effetti della celerità del servizio il trasfe.rimento dei compiti e funzioni della Commis.sione interministeriale per la formazione diatti di morte e di nascita non redatti o andatismarriti per eventi bellici, agli uffici compe.tenti delle Forze armate. Motivi di ogni ordineconsigliano una procedura sollecita per sanareirregolari situazioni in materia di stato, disuccessione, ecc.

ZELIOLI.

Al Ministro dell'interno, per conoscere ilsuo pensiero sull 'at teggiamento del Prefettodi Pistoia in occasi('ne della manifestazione

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Atti Parlamentari Senato della Repubblica~ 180~ ..,........

17 SETTEMBRE 1948ANNO 1948 ~ LVIII SEDUTA DISCUSSIONI

promossa dalla Camera del lavoro di questacittà in sostegno di cinquecento lavoratoridi Campo Tizoro minacciati di licenziamento.

SAPORI ~ RISTORI.

Interrogazione con richiesta di risposta scritta.

Al Ministro delle finanze, per sapere seferme restando le precisazioni contenute nellarisposta scritta alla precedente interrogazionesuDo stesso argomento, di cui foglio datato11 agosto 1948 e, preso atto di alcune conclu~sioni che vagliate sotto il profilo delle neces~sità finanziarie del bilancio dello Stato e degliaspetti giuridico~fiseali di circostanza, diYen~gono prevalenti, nonsia peraltro assolutamentenecessario accettare la richiesta che rinnoYata~mente formuliamo di voler aggiornare, perquanto possibile, al valore odierno l'aliquotadi esenzione. Infatti se nel 1928 alla promulga~zione della legge specifica sulle facilitazionifiscali alle famiglie numerose, venne stabilitoil limite di esenzione nella misura di lire 100.000,non è possibile non consentire che il rilievoche il successivo aumento fino a lire 500.000è del tutto sproporzionato alla realtà monetariae dei costi della vita, cie,è a quegli aspettieconomici concreti, che per le famiglie nume~rose nell'eccesso dell'incalzante disagio, legit~timano il provvedimento e la sua adeguazione,è del tutto legittimo. Non ripugnando d'altraparte affatto al contenuto politico morale edemocratico del problema si opina che pur

restando scrupolosamente contenuti nella stret~ta sfera delle valutazioni economiche, deyesiammettere che, se il compenso base di unafamiglia tipo è stato riconosciuto nella sestanzadelle retribuzioni, come comportante realizziche superano il mezzo milione all'anno nellapiù povera delle prestazioni d'opera, si debbaper lo meno elevare la esenzione in paroIadalle attuali 500.000 lire.ai due milioni almeno.

Chiedesi quindi all'onorevole Ministro dellefinanze che o con dispositivo specifico e par~ticolare o coI tenerne conto nella nota riformadella legislazione tributaria, vogliasi accedereall'inyocazione che i sottoscritti 'rinnovano inpiena coscienza e responsabilità.

TARTUFOLI ~ VIGIANI ~ D'INOÀ ~

CARELLI ~ rrOSELLI ~ CICCOLUN~

GO ~Bosco ~ BRAOOESI ~ Rocco .:...

BOGGIANO PICO ~ SACCO ~ DE

LUZENBERG ~ VALMARANA ~ VAO~

CARO ~ LAVIA ~ V ARRIALE~T'OM~

MASSINI ~ G RA VA ~ N ACUOCHI.

PRESIDENTE. Domani seduta pubblicaalle ore 10,30, col seguente ordine del giorno:

Interrogazioni.

La seduta è tolta (ore 19,35).

Dott. CARLO DE ALBERn, Direttore dell'Ufficio dei Resoconti