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Benedetto XVI Nelle zone del terremoto “La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli! In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto; e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza. Guardando le vostre terre ho provato profonda commozione davanti a tante ferite, ma ho visto anche tante mani che le vogliono curare insieme a voi; ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio, e questo è il segno più bello e luminoso.” http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/06/26/news/benedetto_xvi_il_mio_cuore_vicino_al_vostro_per_consolarvi-37986080/ Quello che sta accadendo tra Modena, Ferrara e Bologna è stato per noi un brutto risveglio, l’ultimo in ordine di tempo, da tante certezze rivelatesi fasulle. Questa è un’area dove la disoccupazione era sconosciuta, il benessere un dato acquisito (ed esibito), come la buona amministrazione ed un livello invidiabile di servizi pubblici. Qui era umanamente naturale sentirsi individualmente forti, quasi parte di una umanità superiore, la pianura alluvionale, ricca di una agricoltura organizzata industrialmente, ci illudeva di essere immuni da quello che è un incubo per tutto il resto del paese. Non è più così. Le certezze economiche si sono sbriciolate, la disoccupazione è una possibilità concreta per molti. Quella domenica mattina, la natura ha dato la spallata definitiva al colosso dai piedi d’argilla delle nostre certezze. I monumenti in mattoni, gli intonaci dal giallo all’amaranto, i campanili visibili da chilometri di distanza nella piatta pianura: tutto si è sbriciolato. Un terremoto strano e nuovo in cui tra le vittime scopri nomi di paesi lontani, dove le TV intervistano gente che non ha l’accento che ti aspetti e le notizie riportano dei contadini sikh del reggiano, che condividono i prodotti della terra coi senzatetto. Segno di un mondo pieno di occasioni per tanti e che, ora, sembra volersi riprendere quello che ha dato... con gli interessi. Il Card. Caffarra, dopo avere visitato i luoghi del disastro, ha voluto cogliere e rilanciare una immagine: i luoghi più danneggiati sono le chiese e i municipi, i luoghi del vivere in comunità, quasi che il terremoto abbia rimarcato una delle piaghe latenti di una terra ricca, l’incapacità di riconoscersi fratelli. A differenza del Friuli questa non é una terra dura, aspra, Newsletter n.05/2012 “ Non siete e non sarete soli”

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MLAC - NEWSLETTER 05-2015

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Benedetto XVI Nelle zone del terremoto

“La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli! In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto; e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza. Guardando le vostre terre ho provato profonda commozione davanti a tante ferite, ma ho visto anche tante mani che le vogliono curare insieme a voi; ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio, e questo è il segno più bello e luminoso.”

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/06/26/news/benedetto_xvi_il_mio_cuore_vicino_al_vostro_per_consolarvi-37986080/

Quello che sta accadendo tra Modena, Ferrara e Bologna è stato per noi un brutto risveglio, l’ultimo in ordine di tempo, da tante certezze rivelatesi fasulle. Questa è un’area dove la disoccupazione era sconosciuta, il benessere un dato acquisito (ed esibito), come la buona amministrazione ed un livello invidiabile di servizi pubblici. Qui era umanamente naturale sentirsi individualmente forti, quasi parte di una umanità superiore, la pianura alluvionale, ricca di una agricoltura organizzata industrialmente, ci illudeva di essere immuni da quello che è un incubo per tutto il resto del paese. Non è più così. Le certezze economiche si sono sbriciolate, la disoccupazione è una possibilità concreta per molti. Quella domenica mattina, la natura ha dato la spallata definitiva al colosso dai piedi d’argilla delle nostre certezze. I monumenti in mattoni, gli intonaci dal giallo all’amaranto, i campanili

visibili da chilometri di distanza nella piatta pianura: tutto si è sbriciolato. Un terremoto strano e nuovo in cui tra le vittime scopri nomi di paesi lontani, dove le TV intervistano gente che non ha l’accento che ti aspetti e le notizie riportano dei contadini sikh del reggiano, che condividono i prodotti della terra coi senzatetto. Segno di un mondo pieno di occasioni per tanti e che, ora, sembra volersi riprendere quello che ha dato... con gli interessi. Il Card. Caffarra, dopo avere visitato i luoghi del disastro, ha voluto cogliere e rilanciare una immagine: i luoghi più danneggiati sono le chiese e i municipi, i luoghi del vivere in comunità, quasi che il terremoto abbia rimarcato una delle piaghe latenti di una terra ricca, l’incapacità di riconoscersi fratelli. A differenza del Friuli questa non é una terra dura, aspra,

Newsletter n.05/2012

“ Non siete e non sarete soli”

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sassosa. Forse noi non siamo più abituati alle durezze. Talvolta temo che, al di là dei proclami, ci scopriamo incapaci di reagire. La mia speranza è che il brusco risveglio ci faccia riscoprire forti delle solidarietà che avevamo dimenticato e della capacità di guardare insieme al futuro, anche se nell’immediato chiede rinunce e sacrifici. Alessandro Canelli Segretario M.L.A.C Bologna

http://www2.azionecattolica.it/categorie-mlac/nazionali/terremoto-emilia-romagna

L'anno associativo appena trascorso mi consegna alla mente i vari momenti del nostro stare insieme, i nostri successi come le conferme, tutto con una premessa obbligata: l'attuale realtà economico-sociale ci consegna un paese estremamente sfiduciato da una crisi di cui non si accenna a vedere l'uscita e, per una realtà come la nostra, che ha l'obiettivo di portare il Vangelo negli ambienti di vita professionali, non è sempre stato facile abitare i nostri territori e portarvi il Vangelo. Durante quest'anno, le nostre attività sono state costantemente accompagnate da una cronaca impietosa che parlava di disoccupati in aumento, di famiglie sull'orlo della povertà, di morti sul lavoro e per il lavoro. Abbiamo continuato a svolgere il nostro servizio con passione, cercando di trovare ora la parola di conforto ed ora l'iniziativa di sostegno, in piena collaborazione con l'Azione Cattolica e con tutte le realtà con cui siamo venuti in contatto o con le quali ci accompagnano da sempre, dal Progetto Policoro alla Pastorale Sociale e Giovanile, agli amici della Gioc. Il dato numerico ci dice che il MLAC ha aumentato i suoi iscritti, superando i duemila tra giovani ed adulti che hanno deciso di aderire al Movimento Lavoratori. Nel corso dell'anno, è nato il Movimento di Lamezia Terme, altri si stanno avviando verso i congressi elettivi ed altri ancora si stanno organizzando per raccogliere le adesioni ed individuare gli incaricati. E' stato anche l'anno delle piazze in occasione di san Giuseppe: tra Caltagirone, Rovigo, Ottana in Sardegna, Bari, Napoli e Catanzaro, eravamo in centinaia a testimoniare che il lavoro può essere occasione e motivo di festa. L'anno della conferma dei campi interregionali e regionali, da quest'estate tutti accompagnati dallo stesso filo conduttore, la comunità, che sarà il tema centrale del campo nazionale di Cesana, da cui partiranno le attività per il 2012/2013. L'anno dei quattro progetti vincitori della Progettazione Sociale, che si conferma fiore all'occhiello per il Movimento. Da ultimo, un sentito grazie a tutta l'equipe nazionale ed ai segretari, per aver continuato a svolgere il loro servizio anche tra tante difficoltà professionali che hanno colpito molti di noi: la nostra testimonianza è ancora più forte perchè viviamo noi per primi le difficoltà del presente.

Giuseppe Patta

Attualità

Il Movimento in cammino

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Il precario diventa adulto

La precarietà non è più solo dei giovani ma cresce anche tra i lavoratori adulti. Dati Istat ci dicono che nei primi tre mesi dell’ anno i dipendenti over 34 senza un lavoro fisso sono arrivati circa ad un milione. Mai un numero così alto dal 2004. In particolare la crescita del lavoro precario tra gli “ adulti” è salita del 43,8% ad un ritmo più veloce rispetto al dato complessivo ( 30,2 %). Quindi non solo la maggior parte delle nuove assunzioni avviene con un contratto a termine, ma spesso chi entra precario vi resta per un lungo periodo e magari si ritrova nell’età matura sempre in quella condizione. Di certo la flessibilità non è più un tabù tra gli adulti anche se la schiera dei giovani

rimangono i più colpiti 1 milione 600 mila ( dati di questi giorni). Il ministro del lavoro Elsa Fornero in questi giorni ha ribadito che il ddl sul mercato del lavoro contiene cose positive per le nuove generazioni e rispondendo al presidente di Confindustria dice “ Sono convinta che in questa riforma ci siano molte cose positive per i giovani e anche per le imprese”. Questa, ha continuato, è forse la preoccupazione maggiore del governo : evitare di avere una generazione a cui diamo pochissime opportunità.

Visto i dati Istat e la situazione attuale ci sembra che il cammino da fare sia ancora molto e in questo crediamo ci può essere d’aiuto la riflessione di Cristiano Nervegna all’intervento di Mons. Mariano Crociata

Una visione nuova

Mons. Mariano Crociata agli assistenti delle aggregazioni ecclesiali

http://www.agensir.it/pls/sir/v3_s2doc_a.a_autentication?targ

=3&tema=Anticipazioni&oggetto=242601&rifi=guest&rifp=guest

Il testo che potete trovare al link: è di fondamentale importanza per chi, come noi, è, o è stato, impegnato in associazioni che si prefiggono intenti educativi e formativi. Ma anche per i tanti che, invece, non si impegnano, forse sconfortati e privi di speranza. Il Vescovo afferma in particolare: “Se siamo arrivati alla dichiarata necessità di una nuova generazione di cattolici non è stato per assenza di politici, sindacalisti, figure istituzionali dichiaratamente cattolici, ma per il venir meno di un quadro sociale complessivo religiosamente integrato e per la perdita di vitalità e di adeguata incidenza dell’ispirazione cristiana nella vita sociale, civile e politica”. “È impressionante come tanta nostra gente sia parte integrante di quella folla che va a comporre l’immagine sconfortante di un Paese condizionato dalla presenza di corrotti e corruttori, di evasori e parassiti, di profittatori e fautori d’illegalità diffusa, difensori sistematici della rivendicazione dei diritti nell’ignoranza, se non nella denigrazione, dei doveri”.

E ancora: la “complessità del momento presenta un popolo di credenti fedeli al loro dovere e al loro compito in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni sociali”, ma anche “una sequela di ambiguità, incoerenze, contraddizioni che contribuiscono a spiegare la situazione dell’Italia di oggi”, caratterizzata per i credenti da “una debolezza della personale consapevolezza di fede e della coscienza morale dei singoli” che esige “un’attenta verifica delle nostre proposte formative e dei rispettivi percorsi”, in sintonia con quanto i vescovi italiani chiedono sul tema educativo nel corso di questo decennio.

Lasciamo che le parole di Mons. Crociata interpellino ognuno di noi.

Il Movimento nelle regioni

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Basilicata PROGETTO ELMETTILO “ La sicurezza del lavoro sbarca a scuola”

Il progetto Elmettilo, vincitore del primo bando di “progettazione sociale” organizzato dal Movimento Lavoratori nazionale è cresciuto. Dopo la prima edizione a cura del M.L.A.C di Potenza è andato avanti grazie al finanziamento della Direzione regionale dell’Inail della Basilicata. Giunto alla sua terza edizione, “Elmettilo” è finalizzato alla formazione dei bimbi delle scuole primarie, agli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. in questi anni sono state coinvolte 11 scuole primarie con più di 1.200 scolari. Durante l’anno scolastico i ragazzi hanno appreso i concetti di rischio, di prevenzione e di sicurezza imparando a riconoscere i “Dispositivi di Protezione Individuali”, per poi trasformare con la loro fantasia gli elmetti da lavoro in vere e proprie opere d’arte che ora, finalmente, possono essere apprezzate in mostre che simulano un vero e proprio cantiere edile. In questi giorni infatti ne sono state inaugurate tre, che hanno avuto risalto sia su stampa e tv locali che nazionali.

http://www2.azionecattolica.it/elmettilo-il-mlac-di-potenza-campo-la-sicurezza-sul-lavoro http://www.controcampus.it/2012/06/potenza-la-scuola-vicina-alla-sicurezza-sul-lavoro/

Oltre ai link per i collegamenti con i vari articoli, vi proponiamo la testimonianza della segretaria del MLAC di Potenza.

Elmettilo: l’avventura continua!

Gli amici del Movimento Lavoratori ne avranno sicuramente sentito parlare e, anzi, per taluni risulta addirittura inflazionato. Ma perché ha senso parlare ancora di un progetto che è arrivato alla sua terza edizione

coinvolgendo ben 11 scuole primarie e riuscendo a formare oltre 1.200 alunni? Perché, di questi tempi, far sopravvivere un’idea progettuale, riuscire a darle forma addirittura innovandola e divenendo il riferimento di un ente pubblico nella formazione dei più piccoli, non è affare da poco! In realtà, sono passati più di quattro anni, da quando Michele, già segretario Mlac dell’arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, lo propose in uno dei nostri incontri del lunedì. Il gruppo lo guardò quasi incredulo: non era la prima volta che ci confrontavamo con una proposta di progetto ed i timori erano tanti. Far nascere un’idea è elettrizzante ma poi riuscire a concretizzarla è un’avventura piena di insidie e difficoltà. Ci si deve mettere in gioco, ciascuno con le proprie capacità, disponibilità, responsabilità. E diciamocela tutta, lavorare insieme non è facile. Non ci siamo più abituati. I caratteri più

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intraprendenti fanno da trascinatori: riescono ad entusiasmare anche i pessimisti cronici. Quelli ai quali non puoi proporre nulla perché “tanto non ci riusciremo mai!” Ma poi, sul più bello, è sorprendente scoprire che il progetto stesso resta in vita grazie alla compresenza di tutti. Come un puzzle che piano piano prende forma, ciascuno trova il proprio spazio, secondo le proprie attitudini. E ci porta una sfumatura particolare di colore, una diversa forma. Il progetto stesso è cresciuto in questi anni. Ha trovato una maturità più piena grazie all’esperienza raggiunta. Ha saputo innovarsi, per non perdere di significato. Ha coinvolto nuovi attori che gli hanno dato nuova linfa. Ma se di meriti si può parlare beh allora questi sono tutti di Dio. E’ Lui che ci ha ispirati. E’ Lui che ci guida quando incontriamo i bimbi per parlargli di un Gesù che lavora, degli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, della necessità di conoscere i pericoli riconoscendo l’importanza della sicurezza come valore per custodire l’uomo e la sua dignità. Gesù è la vera forza di Elmettilo! E così, le parole di Nicola, che rimprovera il padre, operaio edile, per non aver mai indossato l’elmetto e, donandogli quello da lui decorato, lo esorta a fare rientro a casa la sera dopo il lavoro, sono di conforto nel sostenere tutta la fatica e stanchezza di chi si dedica ad Elmettilo ormai da anni!

Simona Loperte segretaria M.L.A.C Potenza

Toscana Cronaca di un’insolita domenica fiorentina

Firenze, una domenica pomeriggio di giugno particolarmente afosa. Per il centro storico della città girano tanti turisti; un po’ meno gli italiani, impegnati a prepararsi per vedere l’esordio della Nazionale Azzurra agli Europei di calcio, nel match con la cugina Spagna. Nello stesso tempo un gruppetto di giovani si incontra dietro l’abside di S. Maria del Fiore con il caporedattore del settimanale Toscana Oggi, Claudio Turrini. Sono gli stessi giovani che, su iniziativa del MLAC regionale e dell’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”, hanno

condiviso un intero week-end di febbraio al Centro Studi CISL di Fiesole, per riflettere insieme ‘praticamente’ sul tema del Lavoro. Oggi hanno deciso di andare ‘alla fonte della notizia’, di entrare eccezionalmente là dove nasce e cresce l’Informazione. Accompagnati, quindi, da Claudio Turrini si avventurano alla scoperta della Redazione di Toscana Oggi. Nella stanza delle riunioni sono proiettati sul muro tutti i lanci dell’Agenzia Giornalistica ANSA, minuto per minuto. Insieme riflettono su come gira oggi il mondo dell’editoria: grafici e statistiche mostrano

chiaramente il crollo delle vendite di quotidiani, settimanali e riviste in genere, in atto ormai da diversi anni e che non accenna ad arrestarsi. Si apre il dibattito: l’editoria del futuro farà a meno della carta stampata? Ciascuno di noi avrà la sua informazione, tarata in base ai propri interessi ed alle proprie esigenze, sul PC personale? E in questo modo la pluralità e l’onestà dell’informazione da chi saranno garantite? Non sembrano esserci risposte a portata di mano, ma una cosa rimane sempre valida: mai dimenticare di informarsi lasciando accesa la mente e utilizzando il senso critico.

Tommaso Parlapiano

Campi Regionali

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In questi ultimi fine settimana sono iniziati i campi Regionali in attesa di quello nazionale

CAMPO INTERREGIONALE MLAC – EMILIA ROMAGNA-TRIVENETO-MARCHE

La prima edizione del campo formativo comune tra le tre regioni che si affacciano sull’alto Adriatico si è svolta serenamente e con ampia soddisfazione dei partecipanti. Scelto come tema le riflessioni sul lavoro elaborate da Giuseppe Dossetti, è venuta naturale la scelta della sede, la canonica della Chiesa di Veggio, sull’Appennino bolognese, collocata ai margini meridionali del Parco dedicato alla memoria dell’Eccidio di Monte Sole, nei pressi di dove Don Giuseppe Dossetti ha trascorso nella comunità da lui fondata gli ultimi anni di vita e

studio. La giornata di Sabato è stata aperta dalla testimonianza di Padre Riccardo Pola, figura familiare al MLAC, che nella sua freschezza dona sempre spunti nuovi, utili e graditi. Padre Riccardo ci ha messo a parte delle sua esperienza di evangelizzazione dei luoghi di lavoro nella zona industriale di Imola. Una azione che, nella sua radicale semplicità, fondata sulla vicinanza umana e su un evangelizzazione fatta di primo annuncio, si adatta alla situazione delle nostre città e luoghi di lavoro. L’incontro coi lavoratori nei luoghi e momenti di lavoro, passando attraverso la richiesta fatta ai datori di lavoro, la vicinanza garbata ma costante, la condivisione dei momenti di difficoltà ed il supporto nella ricerca di una soluzione ai problemi – tutto discendente da un accoglienza semplice e anche un po’ coraggiosa del proprio mandato evangelizzatore. Alla testimonianza di Padre Riccardo è seguito un franco scambio di esperienze, in cui ci si è chiesti anche come l’annuncio e la testimonianza nel nostro ruolo di laici possano sposarsi con le difficoltà presenti sui luoghi di lavoro, piccoli e grandi. Graditissima la visita dei responsabili regionali MSAC e Giovani di AC, che ci hanno comunicato le iniziative volte a sostenere le diocesi colpite dal terremoto e ci hanno invitato a una più stretta collaborazione. Nel pomeriggio Don Mandreoli, giovane studioso fresco autore di una pubblicazione sul pensiero di Dossetti, ha tracciato un ampio quadro della vita e del pensiero dossettiani, e del suo svilupparsi nei diversi ambiti di azione. Il lavoro fondamento della comunità civile nel lavoro di costituente, e vissuto come ascesi nella vita monastica. Dal primo punto, la riflessione dossettiana su una riforma dello Stato volta a una democrazia effettiva che superasse la democrazia formale liberale. Dal secondo, la regola-non-regola, da lui redatta per la nuova comunità monastica, che attualizza l’”ora et labora” benedettino inserendo il lavoro in una dimensione di ascesi, che prepari la personale conversione ad opera di Cristo. La discussione comune si è protratta a lungo, con numerosi spunti per approfondimenti.

La Domenica è stata un toccante pellegrinaggio. Don Paolo Rubbi, assistente regionale MLAC Emilia Romagna, ha celebrato l’eucaristia tra i resti della chiesa di Casaglia, sull’altare teatro del martirio di uno dei sacerdoti uccisi nel corso dell’eccidio. In seguito abbiamo ascoltato un sopravissuto che nell’eccidio ha perso gran parte dei familiari. Dopo un resoconto semplice e puntuale degli avvenimenti, il racconto del suo personale, semplice cammino di perdono a chi pure si era macchiato di quelle atrocità. Una breve sosta nel vicino cimitero, dove hanno voluto trovare sepoltura Don Giuseppe Dossetti e Don Luciano Gherardi (autore di uno dei resoconti più apprezzati degli eventi, “Le querce di Monte Sole”).

Ci siamo poi recati sui luoghi colpiti dal terremoto, grazie alla Azione Cattolica della diocesi di Ferrara. Alcuni lavoratori di Vigarano Mainarda, che ci hanno condotti a visitare i luoghi più colpiti, dalle chiese alle campagne, fino alle fabbriche dove hanno perso la vita loro colleghi e dove si prova a ripartire pure nel timore che tanti sforzi si rivelino inutili. Nel cuore rimangono le immagini di quei disastri; ma insieme ad esse, quelle dell’eucaristia celebrata sui luoghi dell’eccidio, e quelle del battesimo visto celebrare in un tendone di fronte alla chiesa pericolante di Vigarano Mainarda, veri segni di una Speranza che non muore e che vince la morte.

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CAMPO INTERREGIONALE BASILICATA CALABRIA

Più PERSONA Più LAVORO Più SOCIETA’

Il campo è nato come interregionale ma ha travalicato i confini della Calabria e della Basilicata estendendosi fino alla Campania. All’inizio di questa esposizione voglio indicare tre motivi di gioia miei personali ma anche di tutti quelli che hanno lavorato alla costruzione di questi momenti formativi.

1) Esperienza di Chiesa. Azione Cattolica, Progetto Policoro e GIOC insieme possono testimoniare quello che il Progetto Policoro ha dentro di se quando parla di rete e di filiere: il futuro dell’evangelizzazione nella Chiesa passa attraverso l’unitarietà e la credibilità. Quanto più sapremo stare insieme a portare l’unico messaggio tanto più saremo credibili e profetici in un tempo che ha fatto dell’individualismo la propria bandiera.

2) Tutte le Chiese della Calabria, alcune della Basilicata e della Campania si ritrovano assieme a riflettere su un tema di grande attualità. Stiamo vivendo una crisi generalizzata economica, etica, morale. Il Papa ci ha ricordato recentemente che la crisi economica va di pari passo con il decadimento dell’attenzione alla persona in quanto tale, alla sua dignità. La perdita costante di posti di lavoro, la sfiducia dei giovani nella possibilità di un futuro lavorativo, il disimpegno e la tendenza al fatalismo, il rifugiarsi sempre più nell’isolamento, nell’individualismo allontanano una visione di società- comunità che spinga alla ricerca del bene comune. E allora … Più PERSONA Più LAVORO Più SOCIETA’

3) Nel titolo di questo nostro campo è sintetizzato un programma di vita. Noi crediamo fortemente che oggi c’è bisogno di valorizzare sempre di più la persona, l’uomo in quanto tale,

è necessario rimetterlo al centro dell’attenzione, è vitale aiutare l’uomo ad essere pienamente uomo. Più PERSONA. Il lavoro è parte integrante dell’essere umano, è dignità, è realizzazione, è compartecipazione alla crescita della persona nella sua globalità e non può e non deve ridursi a mero servizio per fini economici, per cui quando diciamo Più LAVORO non intendiamo quantitativamente, anche se è pure importante, ma qualitativamente, per cui ci è sembrato naturale che se cresce la persona e cresce il lavoro di pari passo crescerà la società. In matematica si può declinare il titolo del campo con una equazione: persona x lavoro = società. E’ una equazione elementare se cresce la persona e/o cresce il lavoro tutta la società cresce se una delle due diminuisce è la società a perderci.

Non entro nello specifico dei temi anche perché è stato un campo molto ricco, voglio solo menzionare alcuni interventi. Il primo ad aprire i lavori è stato Paolo Restuccia già vice delegato regionale per i giovani di AC, presidente FUCI a Cosenza e Cons. Naz. MSAC e oggi Vice Console Generale al Consolato di Sidney (Australia) ha indicati il Bene Comune come possibile solo se cresce il senso di Comunità, rifuggire dall’individualismo. Ha indicato tre grandi sfide che provengono dalla riscoperta del Concilio Vaticano II : Culturale (importanza dei laici); Necessità di rinnovata interreligiosita (accoglienza ); Radicamento della Dottrina Sociale nella prassi della Chiesa. Poi S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini (Vescovo di Locri-Gerace) ci ha invitati a non aspettare il Messia, è già venuto, dobbiamo infondere speranza alle persone. Due missioni: Pensare ad uno sviluppo e un lavoro sostenibile per il nostro ambiente; Uno sguardo all’impegno dei cattolici in politica, “sporcarsi le mani”. Don Ennio Stamile ci ha aiutato a Rileggere e valutare i cambiamenti generati dalla crisi economica ed occupazionale sulla persona e sulla società, alla luce degli insegnamenti sociali della Chiesa, e Flavio Felice (Professore di Dottrine economiche e politiche alla Pontificia Università Lateranense) presentava lavoro e impresa come inscindibili e quasi due facce della stessa medaglia. E’ toccato a Mons. Angelo Casile (Direttore Ufficio Nazionale per i Problemi sociali e il Lavoro) presentare lo stato dell’arte del Progetto

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Policoro e a Katia Stancato (Portavoce Regionale del Forum del Terzo Settore - Economista sociale) indicarci la via tra impresa e cooperazione. Due i messaggi principali: si vince se si sta insieme e bisogna combinare il talento delle persone con le potenzialità del nostro territorio. Lo sviluppo locale. Metodologie e strumenti per la promozione dello sviluppo sostenibile dei territori è stato l’argomento di Gaetano Giunta (ECOSMED) che ci ha raccontato l’esperienza vissuta in Sicilia e ci ha detto che bisogna promuovere la coesione sociale e promuovere sistemi di politica economica, promuovere la singola impresa paga poco. Don Girolamo Ronzoni (Direttore Ufficio Regionale per i

Problemi sociali e il Lavoro) ci ha guidato a capire quale futuro per le nostre regioni alla luce della dottrina sociale. Lavoro e sviluppo non avrà luogo senza la Gratuità. Infine è toccato a Giovanni Serra (Vicepresidente Nazionale del

MoVI) darci qualche consiglio "per non arrendersi: Chiesa, associazionismo, comunità, impegno antico e strade nuove". Concludeva il suo intervento chiedendosi cosa possiamo fare noi come Chiesa in questo momento di crisi (che lui indicava come crinale, tempo di scelte). Necessario è: La dimensione educativa (i bambini e i giovani si formano se ci sono adulti credibili); Impegno di tutti, ma soprattutto impegno cooperante; Partire dai cambiamenti, dai propri cambiamenti. Degni di nota all’interno del campo La visita alla cooperativa sociale IL SEGNO; La tavola rotonda su La riforma del mercato del lavoro condotta da Cristiano Nervegna (Segretario Generale

FORMA) alla quale hanno partecipato Paolo Tramonti (Segretario Regionale CISL), Roberto Castagna (Segretario

Regionale UIL), Giuseppe Patta (Segretario Naz. MLAC), Sac. Mimmo Beneventi (Uff. Naz. Pastorale Giovanile). Un grazie va a Maria Rosaria, una volontaria del santuario che ci fatto da guida alla conoscenza di san Francesco da Paola e dei suoi luoghi. Bella è significativa la partecipazione della delegazione regionale AC della Calabria. Alla fine di questo articolo mi preme sottolineare la bella collaborazione che c’è stata tra Monica Tripodi (Progetto Policoro), Simona Loperte (MLAC Basilicata), Angela Fruci (GiOC) e Pasquale Andidero (MLAC Calabria) per la fattura del campo e sento il bisogno di indirizzare un grosso grazie a Mons. Angelo Casile che ci ha accompagnato passo dopo passo con i suoi consigli, a Nuccio Crisalli, Antonio Gatto e Elisa Laganà perché senza il loro prezioso lavoro il campo sarebbe stato molto più povero e a don Giuseppe Dieni che ha preparato tutte le liturgie ed è sempre presente quando c’è bisogno di lui. Un grazie di vero cuore a tutti i partecipanti e l’augurio che questo sia solo l’inizio di una collaborazione più ampia di Chiesa sotto l’unica bandiera GESU CRISTO MORTO E RISORTO PER NOI, affinché la nostra testimonianza diventi sempre di più credibile.

In questo numero presentiamo il progetto del gruppo

di Molfetta

Il progetto consiste nella realizzazione di un corso di formazione professionalizzante relativo alla figura di “aiuto cuoco” della durata di 60 ore per moduli di 10 partecipanti ciascuno. Lo scorso 20 giugno a conclusione della prima parte del corso durante una festa alla quale, oltre ad una degustazione delle pietanze preparate dai corsisti sono stati consegnati gli attestati finali ai corsisti stessi.

Per l’occasione il responsabile ci ha mandato una testimonianza che vi proponiamo

La prova del cuoco al giro di boa

Una gioiosa emozione che ha coinvolto tutti i partecipanti della serata conclusiva del corso di formazione per “aiuto cuoco” lo scorso 20 giugno, tappa centrale del progetto “la prova del cuoco” promosso dal Progetto Policoro in collaborazione con l’Azione Cattolica diocesana e con la collaborazione della Caritas diocesana. Grazie infatti ad un mini-finanziamento di 3000 euro ottenuto quale primo premio al VI Congresso di

Progettazione Sociale

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Progettazione Sociale organizzato dal Movimento Lavoratori di AC, la nostra Diocesi, sta attuando un progetto caratterizzato dalla formazione e dall'inserimento/reinserimento di giovani ed adulti in difficoltà lavorative, disoccupati o inoccupati. Sappiamo bene infatti come ormai il problema della disoccupazione, non riguarda più

solo i giovani, ma riguarda anche una grande fascia di neo-adulti intorno e oltre i 40 anni che hanno difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro. Sono per lo più cassintegrati, o lavoratori a nero, o lavoratori part-time senza particolari qualifiche o competenze specifiche, che difficilmente sono destinatari di percorsi mirati di reinserimento lavorativo. Un disagio che si ripercuote necessariamente sull’intera famiglia e causa una serie di problemi: dall’incapacità di programmare il proprio futuro a lungo termine, all’avere un reddito insufficiente rispetto ad esigenze quotidiane, piuttosto che l’impossibilità di poter accedere a mutui o prestiti. “La prova del cuoco”, partito lo scorso 28 maggio è un progetto pilota che si propone di offrire ai lavoratori in difficoltà presenti sul nostro

territorio diocesano la possibilità di avere una nuova o una prima occasione per entrare nel mondo del lavoro, in un settore, quale quello della ristorazione, che forse meno di altri ha risentito della crisi degli ultimi anni e che, per talune sue caratteristiche, ben si addice all’inserimento lavorativo di giovani e di stranieri e al reinserimento in non più giovane età. La prima importante tappa del progetto è consistita nella realizzazione di un corso di formazione professionalizzante gratuito curato dalla Factory del Gusto, in collaborazione con l’Associazione Cuochi Baresi per la creazione della figura di “aiuto cuoco”. La durata del corso e stata di 60 ore suddivise in dieci lezioni ed ha visto la partecipazione di ben 11 giovani e non provenienti anche da fuori diocesi e con variegate esperienze professionali ben distanti dal mondo della ristorazione, selezionati attraverso i numerosi CV pervenuti direttamente o tramite alcuni parroci all’e-mail del Progetto Policoro ([email protected]).

Gli 11 piatti preparati dal vivo dai corsisti impiegando ingredienti semplici e locali hanno mostrato tutta la bellezza e la profondità non solo del piatto finale ma anche degli stessi corsisti che nel presentare la preparazione del piatto traspariva la gioia di chi nonostante le difficoltà della vita ha deciso di rimettersi in gioco per dare sempre il meglio di se. “Un segno di speranza e fiducia” come è emerso dal saluto della presidente diocesana di AC e dal messaggio della segreteria nazionale del MLAC, in sintonia con le conclusioni dello stesso Vescovo, Mons. Martella, che presente alla serata ha consegnato ai corsisti l’agognato diploma di “Aiuto Cuoco”. Ora la sfida più interessante è nella seconda parte del progetto partita subito dopo la conclusione del corso e cioè l’attività di orientamento e counseling ostenuta dai docenti de “La Factory del Gusto” e dagli animatori del “Progetto Policoro”, attraverso la quale i corsisti saranno aiutati e orientati nell'inserimento nel mondo del lavoro in relazione alle proprie potenzialità anche attraverso una serie di incontri di formazione sui temi dell’autoimprenditorialità. Un grazie va certamente rivolto al Movimento Lavoratori di AC ed all’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro che hanno patrocinato il progetto e senza il cui sostegno economico difficilmente il progetto avrebbe visto la luce, ma un ringraziamento va anche effettuato i quattro Comuni della diocesi (Molfetta, Ruvo di Puglia, Giovinazzo e Terlizzi) che grazie al loro patrocinio morale hanno permesso di dare maggiore risonanza al nostro progetto.

Nel dare appuntamento al prossimo autunno per la serata conclusiva del progetto possiamo certamente già anticipare che è un’esperienza che possa replicarsi come piccolo segno positivo per cercare di attenuare il grave

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problema dell’assenza di lavoro specialmente per coloro che sono più avanti con gli anni. Un segno di fiducia e speranza!

Onofrio Losito

Viaggio nel tempo attraverso la terra

Il progetto procede secondo l'iter previsto: entro domani è prevista la consegna dei questionari proposti ad agricoltori e massaie al fine di poterli elaborare. Per l'estate contiamo di partecipare ad alcune sagre di paese con i nostri stand tematici, per presentare il progetto e rendere evidenti i dati che verranno fuori dai questionari sensibilizzando al tema dell'importanza dei prodotti tipici per il nostro territorio. Dopo l'estate incontreremo delle classi di scuola elementare facendole partecipare al processo della vendemmia e spremitura dell'uva

In uno dei tanti pomeriggi afosi di giugno continuano le costruzioni degli strumenti musicali. Musica, canzoni e tanta gioia. Sono tutti intorno a un tavolo nel piccolo locale di Santa Maria degli Angeli. L’intento è valorizzare la cultura popolare e musicale della nostra terra d’origine, qual è quella campana, grazie all’affiancamento di una figura esperta nell’antica arte della costruzione di strumenti musicali. A sorprendere è l’eterogeneità di persone presenti, la loro età. La maggior parte ha 30 anni, mentre i due più ‘anziani’ ne hanno 65. Sono Gerardo ed Elia. Quest’ultima adora realizzare collanine e bracciali che poi regala alle volontarie. Riesce anche a ricamare seppur con una sola mano. E’ infatti tetraplegica. Non è l’unica. Mentre siamo intenti o osservarla dipingere uno degli strumenti musicali realizzati Stefano ha iniziato a suonare una tammorra e ha intonato numerose canzoni, cantando a squarciagola. Durante il laboratorio si lavora con materiali che sono reperibili anche facilmente, molti riciclati, come ad esempio i barattoli delle conserve di pomodoro per i putipù. C’è poi un po’ di calce, di legno, mentre le pelli per i tamburi sono state acquistate nel Gargano da un contadino. In un angolino, disposti ad asciugare su un foglio di cartone, ognuno con il nome del ragazzo che l’ha realizzato, ci sono diversi putipù. Ci saranno poi triccheballacche, tamburi e tammorre. Alla fine del percorso, si pensa a settembre, i partecipanti li suoneranno e saranno accompagnati, nella festa finale, dal gruppo locale Sancto Ianne.

http://www.facebook.com/Strumentimusicabili

Aggiornamenti dei progetti in corso

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17 – 21 Agosto 2012

Cesana Torinese (TO) - Casa Alpina Beato Rosaz

Campo nazionale M.L.A.C

"La comunità in campo: il cambiamento che ci mette in movimento"

http://www2.azionecattolica.it/appuntamenti/comunita-di-comunita-campo-nazionale-mlac

SICILIA

Campo Regionale

Progetto Policoro - MLAC

“ Giovani imprenditori sostenuti dalla comunità: l'Economia Civile per uscire dalla Crisi"

5 / 8 Luglio 2012

Triscina di Selinunte (TP)

Hotel Aurus

SARDEGNA - TOSCANA

Campo Interregionale

“Coltiviamo il nostro futuro”

13/15 luglio 2012

Hotel Ester

Via dei Mille 65 – Villacidro

Prossimi appuntamenti

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Per ulteriori informazioni consultare

www.azionecattolica.it/aci/MLAC

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