Mortara_tesi Hoshi

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    ............................................................................................................................. 2

    INTRODUZIONE......................................................................................................................... 5

    CAPITOLO I ............................................................................................................................ 12

    1.1DAL TANTEI SHSETSUALLA SECONDA GUERRA MONDIALE....................................................... 15

    1.2LA SECONDA GUERRA MONDIALE......................................................................................... 23

    1.3GLI ANNI 50,'60E '70 ..................................................................................................... 26

    1.4GLI ANNI '80,IL CYBERPUNK E I GIORNI NOSTRI...................................................................... 33

    CAPITOLO II ........................................................................................................................... 42

    2.1L'UOMO E LO SCRITTORE.................................................................................................... 42

    2.2SHORT SHORTE CONTE................................................................................................... 522.3LO STILE E I TEMI............................................................................................................... 55

    2.3.1SPAZIO E TEMPO............................................................................................................ 55

    2.3.2BELLE RAGAZZE DI PLASTICA............................................................................................. 59

    2.3.3LE BIZZARRE AVVENTURE DEL SIGNOR N ............................................................................. 62

    2.3.4C' DEL MARCIO IN GIAPPONE:LA SOCIET GIAPPONESE VISTA DA HOSHI................................ 64

    2.3.5IFINALI PIROTECNICI....................................................................................................... 81

    2.3.6DESCRIZIONI................................................................................................................. 87

    2.3.7IL ROBOT E IL SUO INVENTORE.......................................................................................... 93

    2.3.8LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO;LA SEMPLICE SCIENZA DI HOSHI........................................ 102

    2.4CONSIDERAZIONI FINALI................................................................................................... 106

    3.CONCLUSIONI................................................................................................................... 109

    GLOSSARIO.......................................................................................................................... 115

    APPENDICE IINDICE DEGLI AUTORI CITATI............................................................................... 118

    APPENDICE IITRADUZIONE DI ALCUNI RACCONTI DI HOSHI SHIN'ICHI.......................................... 122

    APPENDICE IIITRADUZIONE DI UN TESTO SCIENTIFICO.............................................................. 198

    BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................... 219

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    SF

    50SF

    Verne H.G.Wells

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    Isaac Asimov Philip K. DickRay Bradbury

    SF

    SF

    SF

    GHOST IN THE SHELL

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    SF

    ZEVA-01

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    Wells Verne

    SF

    SF

    SF (1926-1997) SF

    SF SF

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    SF

    SF

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    INTRODUZIONE

    LA FANTASCIENZA IN GIAPPONE

    La fantascienza occupa, ormai dagli anni '50, un posto di rilievo

    nella narrativa mondiale. A cominciare dai suoi esordi a fine '800 con leopere di Verne e H.G. Wells, ambientate in un futuro possibile e

    popolate da scienziati in grado di costruire macchine mai sognate prima,

    la fantascienza ha sempre goduto di crescente popolarit. Molti hanno

    sentito parlare e letto Isaac Asimov, Philip K. Dick e Ray Bradbury, e

    anche visto le innumerevoli trasposizioni cinematografiche e gli omaggia loro dedicati. Per contro, probabilmente non troveremmo altrettante

    persone che conoscono e leggono autori di rilievo della fantascienza

    giapponese. A questa scarsa diffusione della letteratura fantascientifica

    giapponese, fa da contraltare il crescente interesse del grande pubblico

    per anime, manga e film nipponici, anche e soprattutto testimoniato dalla

    vasta disponibilit di titoli tra cui scegliere, in fumetteria, edicola,

    televisione e al cinema. La televisione, in special modo, ha contribuito in

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    modo massiccio alla diffusione della fantascienza giapponese in Italia e

    nel mondo, offrendo una vasta gamma di anime, che il pubblico italiano

    conosce principalmente con il terminetroppo vasto e perci fuorviante

    di cartoni animati. Il genere offre, come noto, manga e anime di

    notevole pregio, a partire dall'ormai storico Astro Boy(1951) di Tezuka

    Osamu, passando per i celeberrimi paladini robot di Go Nagai, fino a

    Evangelion(1994) di Anno Hideaki per arrivare ai pi recenti capolavori

    cyberpunk della saga Ghost in the Shell (1995) di Oshii Mamoru. A

    questo proposito, merita una menzione anche il merchandising che tali

    prodotti sono stati in grado di promuovere, soprattutto in Giappone, ma

    con picchi anche nel resto del mondo.

    Ma come si giunti da opere di autori inglesi di fine XIX secolo

    agli arcinoti Gundam, a Mazinga Z e all'Eva01 che affascinano i cultori

    della fantascienza di tutto il mondo? Come vedremo in questo elaborato,

    la fantascienza arrivata in Giappone in punta di piedi, in un momento di

    fermento culturale quale la fine delsakoku, ossia il periodo in cui il paese

    rimasto isolato dal resto del mondo, chiuso e impervio alle influenze

    esterne, e l'inizio dell'epoca Meiji (1868-1912). Questo genere, dapprima

    giunto attraverso opere tradotte, a partire dai capolavori di Wells e Verne,

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    ha saputo svilupparsi in modo autonomo e autoctono, trovando temi e

    modalit che sono peculiari del sentire nipponico, grazie a veri e propri

    pionieri, che hanno saputo assimilare le idee che arrivavano dall'estero

    principalmente dagli Stati Uniti per creare qualcosa di autentico, che

    adesso rispecchia appieno il sentire giapponese. Inoltre, la fantascienza,

    originariamente assimilata alle storie gialle, ha saputo, in tempi anche

    abbastanza rapidi, affrancarsi dalla categoria in cui era stata

    erroneamente posta, per assurgere a genere vero e proprio, libero dalle

    limitazioni che una categorizzazione errata le avrebbe sicuramente

    imposto, sviluppandosi e diventando ci che oggi, grazie ad autori

    come Hoshi, di cui tratteremo in questa tesi.

    Hoshi Shin'ichi (1926-1997), pioniere della fantascienza

    nipponica, ancora oggi letto e conosciuto dalla stragrande maggioranza

    dei suoi compatrioti. Inoltre, la sua popolarit si estende, lentamente

    eppure senza sosta, ancora oggi nel resto del mondo.

    Hoshi, attivo a partire dalla fine degli anni '50 del '900, un autoreprolifico, ma anche un grande esponente del genere letterario

    fantascientifico, per il quale si impegna a fondo su molti fronti. Infatti,

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    Hoshi stesso a co-fondare con Shibano Takumi, nel 1957, la prima

    fanzinefantascientifica nonch a indire un concorso per aspiranti scrittori,

    diventando il primo scrittore giapponese di fantascienza per professione,

    dando importanza e dignit letteraria alle sue opere. Quindi, oltre a

    essere stato tra i pi attivi promotori della fantascienza in Giappone ha,

    con un sapiente lavoro di cesellatura, scritto pi di mille racconti brevi, i

    suoi famosishort short, di cui tutt'ora considerato il dio, oltre a opere

    televisive e saggi.

    Negli scritti di Hoshi, il tema dello spazio, degli alieni e dei robot

    oltre alla creazione di situazioni paradossali che non esiteremmo a

    definire kafkiane e al limite del ridicolo sono l'arma potente da lui

    utilizzata per prendere le distanze, e quindi poter meglio osservare con

    occhio critico, la societ del suo tempo. Negli anni '60 e '70, come noto,

    il Giappone diventa un paese altamente industrializzato, arrivando ai

    livelli delle altre potenze mondiali. Lo scotto di tale progresso, per,

    pagato dalla popolazione: malattie causate dall'inquinamento, ad esempio

    la malattia di Minamata1, uccidono centinaia di persone, nel disinteresse

    1 La malattia di Minamata stata scoperta per la prima volta a Minamata, cittdella Prefettura di Kumamoto in Giappone, nel 1956. Fu causata dal rilascio di

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    di governo e aziende, se non nella vera e propria noncuranza. Si tratta di

    una societ giapponese moderna ovviamente orientata verso il successo e

    il progresso, ma secondo Hoshi, principalmente spinta dal lucro. Questo

    scrittore riesce, come vedremo, a dipingere il Giappone del suo tempo in

    racconti tanto brevi da essere racchiusi in quattro pagine o poco meno,

    ma in grado di prendere di mira i difetti di una societ in continua

    evoluzione e di osservarla con occhio distaccato e ironico. Il segreto del

    successo di questo autore , come vedremo, la capacit di eviscerare

    difetti e vizi della societ in un numero irrisorio di pagine, grazie all'uso

    magistrale di topoi e tipi della favola. Si potrebbe dunque parlare,

    citando Matsushima2, di favole ambientate nell'epoca spaziale, in cui i

    personaggi, il loro carattere e modo di comportarsi asservito alla trama,

    che rigorosamente ha un finale a sorpresa che lascia il lettore spiazzato e

    interdetto. Le situazioni paradossali citate prima servono proprio a

    metilmercurio nelle acque reflue dell'industria chimica Chisso Corporation, cheperdur dal 1932 al 1968. Questo composto chimico altamente tossico si accumul neimolluschi, nei crostacei e nei pesci della baia di Minamata e del mare di Shiranui,

    entrando nella catena alimentare e causando cos l'avvelenamento da mercurio degliabitanti del luogo. Mentre i decessi (inclusi quelli di cani, gatti e maiali) continuaronoper pi di 30 anni, il governo e l'industria chimica fecero ben poco per prevenire ildisastro ambientale.

    2 Matsushima, Sayuri,Hoshi Shinichi and the Space-age Fable, New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003)

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    fornire al lettore il materiale per una riflessione postuma: spesso, una

    trama concisa e scarna si presta a pi interpretazioni e sprona quasi il

    lettore a riempire i vuoti lasciati dall'autore che, per suo conto, non

    fornisce mai alcuna spiegazione non necessaria o moralistica.

    Oltre alle trame dai finali esplosivi e d'effetto, Hoshi porta dalla

    sua parte il pubblico degli anni '60, e successivo, anche grazie a un uso

    sapiente della terminologia all'interno delle storie. La grande forza

    narrativa di questo autore, oltre alle gi citate trame brevi e d'effetto,

    all'analisi lucida della societ del suo tempo senza dubbio un uso

    limitatissimo se non sporadico della terminologia tecnica che una

    storia di fantascienza richiederebbe, in favore invece di una prosa leggera,

    con parole che un qualsiasi lettore, anche con un'istruzione elementare,

    pienamente in grado di comprendere. Come gi accennato in questa

    presentazione, durante il suo periodo iniziale di sviluppo e diffusione, la

    fantascienza in quanto genere era stata accomunata alle storie gialle, note

    come detective fiction. Pertanto, le riviste che pubblicavano racconti di

    autori affermati, di autori emergenti e le fanzine, trattavano entrambe le

    categorie senza distinzione. Un autore di fantascienza del tempo, gi

    considerato un intruso in una rivista che si occupava di ben altro genere,

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    doveva giocoforza adeguare la sua prosa a un ambiente se non ostile,

    quantomeno scettico. Hoshi, in questo, diventa tanto abile da fare di una

    prosa attraente, vigorosa, eppure semplice ed efficace, un vero e proprio

    marchio di fabbrica, che caratterizza la sua produzione in modo

    trasversale ai generi.

    Nel corso di questa tesi parleremo delle strategie narrative di

    Hoshi, delle sue opere pi famose e pi lette, dei temi trattati nei suoi

    racconti e delle varie trasposizioni che sono state fatte nel corso degli

    anni.

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    CAPITOLO ILA FANTASCIENZA IN GIAPPONE

    Gran parte della fantascienza, in

    Giappone come altrove, prima di

    tutto intesa come divertimento, ma

    in quanto genere, riesce comunque a

    rivelare molto di ansie,

    preoccupazioni, traumi e aspirazioni

    nazionali.

    J. A. A. Stockwin

    Direttore, Nissan Institute of

    Japanese Studies

    University of Oxford3

    A dispetto della ancora parziale diffusione in occidente, la

    fantascienza giapponese ha molto da offrire: dai film post apocalittici

    quali Godzilla (1954), alle saghe spaziali come Capitan Harlock ai

    3 Much science fiction, in Japan as elsewere, is intended primarily asentertainment, but it still manages to reveal much as genre about national anxieties,preoccupations, traumas and aspirations.

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    racconti brevivere e proprie perle della lunghezza di quattro pagine o

    menodi Hoshi Shin'ichi, autore di cui ci occuperemo in questa tesi, e

    tante altre opere ancora. Molti studiosi hanno avanzato ipotesi sul perch

    la letteratura fantascientifica nipponicacon l'esclusione, ovviamente di

    anime e manganon abbia mai avuto particolare successo al di fuori del

    Giappone, ma non esiste tutt'ora una risposta univoca, anche se la teoria

    pi accreditata resta quella della preponderanza nel genere di autori

    americani che ne dettano la direzione e le tematiche principali. A

    prescindere dalla veridicit di questa affermazione, un dato di fatto che,

    per quanto riguarda il Giappone, le opere importate e tradotte, nonch il

    primo impulso a scrivere di fantascienza siano stati, in prima battuta, di

    matrice inglese, con le opere di Wells e Verne e poi, a partire dagli anni

    '50, la forza trainante sia stata e ancora oggi sia statunitense.

    Nonostante la massiccia influenza esterna, per, gli artisti giapponesi nel

    tempo sono arrivati a creare opere che rispecchiano appieno il sentire e

    gli ideali nipponici, giungendo a essere un prodotto chiaramente

    identificabile come fantascienza giapponese.

    In questo capitolo tratteremo brevemente la storia della letteratura

    di genere fantascientifico in Giappone, con particolare attenzione agli

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    anni '60 e i successivi. proprio in questi anni, di vera e propria

    formazione di una fantascienza squisitamente nipponica, che muove i

    primi passi l'autore su cui la tesi tratta, ovvero Hoshi Shin'ichi, il primo

    vero e proprio scrittore di fantascienza professionista in Giappone.

    La fantascienza giapponese odierna deve molto all'opera di

    diffusione del genere e alla capacit di questo autore di donare alla

    fantascienza nipponica gli strumenti per essere pi di un divertissement,

    uno svago popolare senza spunti di riflessione sociale e culturale e

    diventare un genere riconosciuto anche dalla critica. grazie a un

    sapiente lavoro di cesellatura, come vedremo nel prossimo capitolo, che

    Hoshi riesce a creare, nell'arco di una manciata di pagine, racconti dal

    finale stupefacente che, proprio per la particolarit dei temi trattati e della

    peculiarit con cui sono trattati, scatenano nel lettore una doverosa

    riflessione postuma sul racconto, e possibilmente anche sulla societ del

    tempo.

    Come stato vero anche per molti ambiti nonch generi e stililetterari, la fantascienza ha avuto bisogno di figure carismatiche capaci di

    donarle dignit letteraria. Hoshi stato uno degli autori pi carismatici in

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    Giappone, ma non il solo. Di seguito vedremo gli sviluppi della

    fantascienza nipponica, a partire dai suoi esordi.

    1.1DAL TANTEI SHSETSUALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

    Con la fine del sakoku e l'ingresso del Giappone nell'epoca Meiji

    (1868-1912), la fantascienza inizia a farsi strada nel paese e

    nell'immaginario collettivo attraverso le traduzioni di opere famose di

    Verne. Alcuni autori giapponesi scrivono storie di avventura e di

    ambientazione futuristica ispirate alle traduzioni dei testi di Verne e

    Wells4, come nel caso di Ukeshir Monogatari, scritto nel 1890 da Yan

    Rykei (1851-1931). Il testo, che parla di marinai giapponesi alla ricerca

    di nuovi territori da reclamare in nome dell'imperatore, considerato la

    prima storia fantascientifica giapponese 5 . Si tratta di un buon inizio,

    anche per quanto concerne le tematiche del romanzo: anzich assorbire

    4 Il giro del mondo in 80 giorni fu pubblicato per la prima volta nel 1873, DallaTerra alla Luna in 97 ore e 20 minuti del 1865, mentre 20.000 leghe sotto i mari del 1870. Matthew, Robert.Japanese Science Fiction: A View of a Changing Society,1989 p. 7.

    5 Ibid.

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    gli input inglesi senza un minimo di rielaborazione, il testo gi offre un

    chiaro riferimento alla politica interna del paese. per l'imperatore,

    infatti, che i marinai compiono la loro ricerca di nuove terre.

    L'imperatore, come ben sa chi conosce un minimo di storia giapponese,

    motore immobile di molte importanti azioni, letterarie e militari, di

    questo popolo. La proto-fantascienza di cui stiamo trattando or ora

    riflette in modo pi che perfetto le onde di colonialismo e orientalismo

    presenti in Giappone e pi genericamente in Asia al tempo, e che

    sono note a chiunque conosca anche solo superficialmente la storia

    mondiale.

    A partire da Ukeshir Monogatari, il Giappone entra in quella che

    viene definita kikai jidai, l'epoca delle macchine, un'epoca di

    fascinazione per la tecnologia e interesse per le problematiche legate alla

    modernizzazione, grazie alle opere di Mizushima Ni (1884-1988) e

    Yumeno Kysaku (1889-1936), di cui tratteremo a breve.

    Fino al 1885, quindi, sono di moda i romanzi politici, scritti dagliautori per propugnare le loro idee in un paese che stava radicalmente

    cambiando. Anche quando il genere sar sostituito da altre tendenze,

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    l'ambientazione futuristica di questi romanzi, considerata quasi

    all'unanimit dai critici come l'elemento basilare di un romanzo di

    fantascienza, rimane l'unico cambiamento sostanziale nella visione del

    romanzo e della societ da parte di questi autori.6

    In seguito, a partire dagli anni '20, si affermano i romanzi

    polizieschi che prepareranno la strada alla vera e propria fantascienza:

    infatti, i primi racconti fantascientifici saranno pubblicati proprio sulle

    stesse riviste. Il portabandiera del romanzo di investigazione, il

    cosiddetto tantei shsetsu7 la rivista Shinseinen('Il nuovo adolescente',

    1920-1959). L'editore della rivista, Morishita Uson (1890-1965), divide i

    racconti da pubblicare in due categorie: honkaku ('regolare') e henkaku

    ('irregolare'). Il primo termine, honkaku, descrive le storie incentrate

    sulla risoluzione di un crimine tramite deduzione logica. La parola

    henkaku, invece, indica qualsiasi storia che devii dalla definizione di

    regolare. La fantascienza degli albori, naturalmente, trova spazio nella

    6 Ivi, p. 12

    7 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 36

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    seconda definizione.8Morishita pubblica anche traduzioni, sia dei grandi

    scrittori, quali Arthur Conan Doyle e Leroux, sia di autori emergenti,

    come Agatha Christie. L'interesse di Morishita per i nuovi autori lo

    spinge a bandire concorsi per nuovi talenti, dando la possibilit di essere

    conosciuti, fra i tanti, anche a Edogawa Ranpo (1894-1965).9

    8 Ivi, p. 15

    9 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 153

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    Nelle immagini, una copertina di Shinseinendel 1924 e un'illustrazione

    interna.

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    importante ricordare come l'errata categorizzazione della

    fantascienza, assurdamente accorpata ai polizieschi, abbia causato non

    soltanto un ritardo nella presentazione del genere fantascientifico tout

    court al pubblico, ma anche e soprattutto portato a una sostanziale

    modifica nella percezione di questo genere sia negli autori che nei lettori.

    Si pensi a una rivista che pubblica preferenzialmente racconti sullo stile

    di Conan Doyle, come abbiamo visto nel caso di Shinseinen, e che quindi

    si rivolge a un pubblico totalmente disinteressato ad avventure su pianeti

    sconosciuti o viaggi al centro della Terra: i racconti che ricadono nella

    categoria henkakuincontreranno senza dubbio ostracismo o quantomeno

    sospetto da parte sia del direttore della rivista che dei lettori. Per questa

    ragione, bene ricordare che Hoshi, in quanto autore di racconti brevi, si

    formato proprio in un ambiente similare: farsi conoscere e apprezzare

    da un pubblico vasto, pur scrivendo di fantascienza, stato uno dei

    motivi che ha spinto questo autore verso i racconti brevissimi, verso uno

    stile asciutto e chiarissimo e l'ha portato a rifuggire da terminologie

    scientifiche astruse, nonch da kanji troppo complessi e di difficile

    lettura, come vedremo nel capitolo dedicato a questo autore.

    Invece, per quanto riguarda l'evoluzione della fantascienza

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    nipponica, in epoca Taish (1912-26) e nella prima parte dell'epoca

    Shwa (1926-89), oltre alle guerre futuristiche e ai viaggi fantastici

    ispirati da Verne e Wells, prendono forma anche i primi racconti e

    romanzi post-apocalittici: si tratta di un tema ben noto ai fruitori di

    fantascienza giapponese e che ritroveremo in molte opere successive e

    anche in quelle contemporanee. Molte sono le teorie riguardanti il

    successo che queste tematiche riscontrano nel pubblico giapponese, ma

    purtroppo non esiste una spiegazione condivisa.

    Inoltre, gli autori giapponesi delle epoche Taish e Shwa sono

    affascinati dall'idea delle macchine e dei robot, anche detti 'esseri umani

    artificiali', ossia jinz ningen. Alcuni scrittori ne esaltano la complessa

    bellezza, mentre altri ne esplorano la disumanit, oltre all'inquietudine e

    la paura che esse possono provocare. questo il caso di Dogura

    magura 10 , romanzo scritto nel 1935 da Yumeno Kysaku. Inizia in

    10 Il termine deriva dal dialetto di Nagasaki e significa inganno. La trama, distraordinaria complessit, travia il lettore, obbligandolo a cambiare del tutto opinione

    su cosa ha letto, grazie a un colpo di scena finale che ribalta la sua visione del mondoe scuote le sue convinzioni dalle fondamenta.Dogura magura un romanzofortemente caratterizzato da elementi psicologici e scientifici: il protagonista ricerca lapropria identit lungo tutta la storia, mentre i corpi umani vengono sempre descrittiattraverso metafore che li paragonano a macchine. La linea di demarcazione tra umanoe macchina, fra biologico e robotico, volutamente resa poco chiara. Nel 1988, daquesto romanzo stato tratto un film dallo stesso titolo.

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    questo modo un amore per i robot, i cyborg e gli androidi, per

    l'esplorazione di ci che umano e macchina allo stesso tempo:

    possiamo dire che i robot sono uno dei mezzi tramite cui non solo autori

    americaniad esempio Asimov, per citare forse il pi arcinoto e citato

    ma anche giapponesi, hanno espresso negli anni le loro inquietudini

    esistenziali e le loro indagini sulla psiche, oltre che sul destino della

    razza umana in quanto tale. Volendo forse esagerare con le nostre

    speculazioni, potremmo pensare che Ghost in the Shell11eNeon Genesis

    Evangelion, anime in cui questa linea di demarcazione superata, fino

    all'impossibilit di scindere essere umano e macchina, siano nati dal

    germe piantato con Dogura magura. Anche Hoshi ha scritto variamente

    di robot, rendendoli antropomorfici o spietatamente disumani quando

    richiesto dalla trama. I robot delle storie di Hoshi, come vedremo,

    perdono quasi del tutto la componente inquietante a cui abbiamo

    accennato poco sopra: come ogni elemento nei racconti di questo autore,

    hanno un ruolo e una funzione che va al di l del loro essere macchine,

    diventano tipi e si comportano come tali nel corso della narrazione.

    11 Brown, Steven, Tokyo Cyberpunk: posthumanism in Japanese visual culture,Palgrave Macmillan, New York, 2010, p. 10

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    Quindi i robot, cos come i personaggi umani nelle sue storie, hanno un

    ruolo ben preciso e si conformano a esso per esigenze di trama.

    L'incidente in Manciuria del 1931 e la guerra sino-giapponese

    scoppiata nel 193112assestano un duro colpo alla letteratura giapponese:

    la critica sociale malvista dai militaristi, cos come i romanzi di

    investigazione, perch trattano di tematiche immorali, quali il crimine. I

    contenuti dei romanzi devono obbligatoriamente essere riveduti per

    superare la rigida censura del governo. Dal 1937 in avanti, gli scrittori

    vengono spesso inviati sul campo per scrivere della guerra e delle

    operazioni militari: inutile dire che le opinioni dovevano giocoforza

    essere positive e che, pi che di informazione, si trattava di mera

    propaganda. 13

    1.2LA SECONDA GUERRA MONDIALE

    Come abbiamo accennato, in questo periodo, poco spazio

    12 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 65

    13 Kat Rytar,Modern Japanese Literature, Books Abroad, Vol. 28, No. 3(Summer, 1954), p. 293

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    riservato alla fantascienza e alla letteratura in genere. Anche durante la

    seconda guerra mondiale, lo sforzo di mantenere il paese compatto

    specie per quanto riguarda il consenso delle masse e il controllo di

    qualsiasi tipo di dissidenza politica ha sicuramente tarpato le ali a

    molte opere potenzialmente grandi. Oltre alla necessit di propagandare

    le azioni del governo, la sempre ridotta disponibilit di carta non ha di

    certo favorito la stampa di opere non ritenute fondamentali n utili a fini

    pratici.

    Piuttosto, le conseguenze della seconda guerra mondiale hanno

    fornito svariate fonti di ispirazione agli scrittori, ma anche agli

    sceneggiatori di anime e film. Oltre all'umiliazione dell'occupazione

    militare alleata in Giappone e al divieto di pubblicazione di libri e articoli

    di giornale per i criminali di guerra (chiamati senpan)14, lo shock delle

    due bombe nucleari sganciate il 6 e 9 agosto 1945 sulle citt di

    Hiroshima e Nagasaki ha prodotto una rinnovata riflessione sulle

    catastrofi naturali e causate dall'uomo , e sulla presunta inviolabilit

    del territorio nipponico, come dimostrano opere dell'immediato

    14 Ivi, p. 295

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    dopoguerra quali il film Godzilla (1954) di Honda Ishir.15

    Nell'immagine, un frame di Godzilla tratto dall'omonimo film del 1954

    Oltre ad essere un capolavoro della cinematografia giapponese,

    Godzilla la pietra miliare per quanto riguarda i film sui kaij16, e ogni

    regista che voglia cimentarsi con questo genere deve fare i conti con

    quest'opera. Godzilla, oltre a rappresentare il mostro pi famoso

    dell'immaginario post-apocalittico giapponese, rappresenta anche il

    culmine dell'orrore per la nuova tecnologia applicata alla guerra, che ha

    15 Schnellbcher, Thomas,Robot, ghosts and wired dreams: Japanese ScienceFiction from origins to anime, University of Minnesota Press, Minneapolis, 2007, p.28

    16 , letteralmente 'strano mostro', ma banalmente ridotto a mostronelle traduzioni italiane

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    trovato il suo culmine proprio su Hiroshima e Nagasaki.

    Come si vedr pi avanti, il popolo giapponese, gi avvezzo alle

    sciagure, ha trovato conforto e a oggi ancora esprime, nelle sue opere di

    tematica fantascientifica e apocalittica, il disagio e il terrore causati dagli

    eventi traumatici susseguitisi allo scoppio delle bombe americane. Molti

    critici sostengono che il bisogno di scrivere e di descrivere l'orrore delle

    bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki serva a parlare di ci che ha

    significato la sconfitta per la popolazione e che servano a dare voce e

    significato ai ricordi traumatici legati alla fine della guerra e alle sue

    conseguenze.

    1.3GLI ANNI 50,'60E '70

    Questo un periodo di forte espansione del genere, anche e

    soprattutto trainato dalla fantascienza americana: a partire dagli anni 50,

    secondo alcuni critici, si pu finalmente parlare della fantascienza

    giapponese come di un movimento organizzato, dotato finalmente di una

    sua fanzine di successo e nonch di una sua rivista ufficiale. Si tratta

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    rispettivamente di Uchjin (Polvere cosmica, 1957-), fondata dallo

    scrittore e traduttore Shibano Takumi (1926-2010) e di Hayakawas SF

    Magazine, del 1959. Entrambe le testate sono tutt'ora pubblicate in

    Giappone.

    Nell'immagine, una copertina di Uchjindel 1962

    Gli anni 60 sono i pi prolifici, per la fantascienza e le attivit a

    essa connesse: nel 1962 il primo raduno, il Meg-con, svoltosi a Tokyo;

    nel 1963, Fukushima Masami (1929-76) costituisce il primo gruppo per

    scrittori di fantascienza e fantasy giapponesi. Shibano Takumi, invece,

    fonda la federazione dei fan della fantascienza nel 1965. Sempre

    quellanno, viene istituito un premio annuale per il Fandom, soppiantato

    poi, nel 1970 dal Premio Seiun(, Seiunsh, nebulosa, galassia).

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    Si pu affermare che, grazie all'attivit di molte persone, negli anni '60,

    anche il Giappone finalmente accetta la fantascienza come genere e il

    risultato pi macroscopico il vero e proprio boom di questo genere.

    Secondo Takayuki, si possono dividere gli scrittori di fantascienza

    attivi a partire dagli anni '60 in quattro generazioni, corrispondenti, come

    abbiamo accennato, alle diverse influenze ricevute dalla fantascienza

    internazionale e in primis da quella americana. Quindi, i padri fondatori

    della fantascienza giapponese sarebbero gli scrittori degli anni 60,

    fortemente dipendenti dalle novit letterarie americane degli anni 50. A

    questo riguardo, importante fare notare come le tematiche della

    fantascienza giapponese quasi inseguano quelle della fantascienza

    americana, seppure non ne siano mai completamente succubi, ma

    riescano sempre a sviluppare tratti peculiarmente nipponici. Per anni, a

    partire dagli esordi a fine '800, infatti, possiamo notare come sia la

    fantascienza anglo-americana a fare da apripista per quanto riguarda

    tematiche e stili, mentre gli autori giapponesi, con una decina di anni di

    ritardo, quasi le arranchino dietro. Ci vorranno anni per giungere non

    solo a una totale indipendenza della fantascienza giapponese, ma per

    notare una vera e propria inversione di rotta, con la fascinazione

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    dell'occidente per un oriente (in special modo un Giappone) iper-

    tecnologico eppure mistico, come vedremo pi avanti.

    Nel panorama degli anni '60, i primi grandi autori sono Abe Kb

    (1924-93) e Numa Shz (1926-2008).Daiyon Kanpyo-ki(Inter Ice Age

    4, 1958) di Abe Kb considerato il primo romanzo di fantascienza

    giapponese moderno17. Abe Kb, con due saggi, uno del 1962 e uno del

    1966, anche il primo scrittore che si preoccupa di una possibile

    razionalizzazione e spiegazione del termine fantascienza, contribuendo

    alla sua diffusione e dando importanza e credibilit al genere.18

    in questo periodo che Hoshi Shin'ichi (1926-1997), considerato

    17 L'autore si occupa di come l'umanit si comporterebbe, se scoprisse che si staavvicinando la fine di un'era geologica: l'iperattivit dei vulcani sottomarini mostrache ci sar un'immensa onda anomala, che ricoprir d'acqua la terra. Abe Kbdescrive le reazioni della gente di fronte a questo grave problema. L'unica soluzionesembra essere creare un nuovo tipo di essere umano: un essere umano acquatico.Anche se si rivela possibile, alcuni rifiutano l'idea, perch pensano che la creazione diun essere umano del genere negherebbe loro stessi, rendendoli meri fossili del passato.Dobbiamo sopportarlo, dice uno dei personaggi. In questo romanzo, il sistema divalori viene completamente sovvertito, e il futuro diventa un problema da risolvere(Kokusai Bunka Shinkkai, 1972, 2)

    18 In realt, Abe non scrive a favore della creazione di un genere fantascienzache sia indipendente. Per lo scrittore, esso infatti non altro che un elemento daaggiungere ai propri romanzi, ove lo si ritenga opportuno. Paradossalmente, haprevalso proprio l'opinione contraria. Abe Kb, Christoper Bolton, ThomasShnellbcher, Two essays on Science Fiction, Science Fiction Studies, Vol. 29, No. 3,(Nov. 2001) p. 341

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    uno dei tre grandi scrittori della prima generazione assieme a Komatsu

    Saky (1931-2011) e Tsutsui Yasutaka (1934-), inizia a scrivere le sue

    storie. lui, assieme a Shibano Takumi, a dare vita a un movimento

    fantascientifico organizzato, di cui tutti gli scrittori delle generazioni

    successive hanno beneficiato, ma della biografia e bibliografia di Hoshi

    tratteremo in dettaglio nel capitolo seguente.

    Fra le opere degli autori pi influenti del periodo, sia per successo

    commerciale che per tematiche trattate, possiamo citare senza dubbio

    Nippon Apacchi-zokku ('The Japanese Apache', 1964) e Hateshinaki

    Nagare no Hateni('At the End of the Endless Stream', 1966) di Komatsu

    Saky. Questo autore, noto soprattutto perNihon chinbotsu('Japan Sinks',

    1973) 19 scrive storie fantascientifiche sul futuro del Giappone, che

    intrigano e scioccano i lettori dell'epoca. Nelle sue opere ritroviamo il

    tema della ricostituzione di una societ pi o meno evoluta e

    sostanzialmente modificata dopo un evento apocalittico, tema che,

    abbiamo visto, sempre stato molto gettonato e trattato, anche al di fuori

    dei confini del Paese.

    19 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 177

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    Il secondo autore, famoso a livello mondiale, , come abbiamo

    accennato, Tsutsui Yasutaka, vincitore di premi Seiun per opere quali:

    Reicho-rui Minami e ('Sapients, Go South!', 1969), Ore no chi wa tanin

    no chi ('My Blood Is Of Another', 1974) e Nanase futatabi('Ms. Nanase

    Strikes Back', 1975). Tsutsui, inoltre, noto al grande pubblico per

    Papurika ('Paprika', 1993), romanzo da cui stato tratto l'omonimo film

    del 2006.

    Nellimmagine il poster del filmPapurika

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    Per quanto riguarda la seconda generazione, attiva a partire dagli

    anni '70, tre sono i pi grandi autori: Tanaka Kji (1941-), Yamada

    Masaki (1950-) e Kawamata Chiaki (1948-). Tanaka scrive un romanzo,

    considerato il capolavoro degli anni '70, che anticipa i temi cyberpunk

    degli anni '80, Genkaku no Chiheisen('Drug-trip Horizon', 1972), in cui

    l'autore re-immagina i figli dei fiori come una razza post-umana in grado

    di modificare la storia dell'uomo.

    Dopo questo grande successo, Tanaka scrive Waga Omomuku wa

    Aoki Daichi ('Deep Sea My Destination', 1975). Anche in questo

    romanzo ritroviamo temi post-apocalittici, oltre alla speculazione su un

    possibile futuro della razza umana.

    Anche Yamada, nel suo Saigo no teki('The Final Enemy', 1982),

    per il quale ha vinto il Japan SF Award, si occupa di temi simili, ovvero

    le realt alternative, il DNA e la fine della razza umana.

    Ci sembra importante notare come, a partire da questa seconda

    generazione, inizino a comparire nomi importanti di scrittrici di

    fantascienza, quali Kurimoto Kaoru (1953-2009), autrice di GUIN SAGA

    (1979-2013),a testimonianza del fatto che non sono esclusivamente gli

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    uomini, d'ora in avanti a portare innanzi il vessillo della fantascienza di

    qualit.

    1.4GLI ANNI '80,IL CYBERPUNK E I GIORNI NOSTRI

    A partire dal dopoguerra, l'Asia smette di essere oggetto di

    stereotipi negativi su un'alterit vista come pericolosamente diversa e

    ricomincia a essere indirizzo di fantasie positive: gi con la New Wave

    degli anni '70, l'estremo oriente diventa fonte di ispirazione quasi

    mistica20, mentre, negli anni '80, con il movimento cyberpunk, guidato

    dall'americano Gibson (1948), in particolare conNeuromante21(1984), si

    assiste a un crescente interesse del resto del mondo nei confronti

    20 Prima ancora del fascino per lo Zen, che ha ispirato George Lucas e i suoicavalieri Jedi, il misticismo indiano aveva portato i Beatles a viaggiare in India nel1968, e la riscoperta dei lavori di Hermann Hesse (1877-1962), nell'anno della suascomparsa, a un rinnovato interesse (anche politico) per il Buddhismo.

    21 In questo romanzo, che segna l'inizio del movimento cyberpunk, sono svariati

    gli elementi che richiamano a un Giappone mistico, ma al contempo oscuro etecnologico e, senza dubbio, sconosciuto alle masse al punto di poter essere plasmatosecondo le fantasie dell'autore. Molti sono i richiami all'oriente: dal microchip cherende possibile l'avventura, chiamato in modo inequivocabilmente evocativo Hosaka,al cyberspazio Ono-Sendai 7 fino a uno dei personaggi pi importanti del romanzo,Hideo, il super-ninja geneticamente modificato e aiutato da implementazionicibernetiche.

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    Giappone come nuova frontiera del moderno. Insomma, esso diventa la

    terra mitica, ipertecnologica e moralmente ambivalente in cui storie

    quali Blade Runner (1982) di Ridley Scott possono trovare la perfetta

    ambientazione futuristica.

    Nell'immagine a sinistra, la locandina per il filmBlade Runner, a destra, invece, lacopertina diNeuromante

    Gli anni '70 e '80 sono, per la letteratura fantascientifica giapponese, anni

    molto prolifici, che potremmo paragonare agli anni '50 e '60 per gli Stati

    Uniti. Una nuova generazione di scrittori si affaccia al mondo della

    fantascienza avendo alle spalle due decenni di romanzi giapponesi di

    successo. Questa generazione finalmente in grado di a assorbire non

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    solo diacronicamente, ma sincronicamente la tradizione sia occidentale

    che orientale, scoprendo nuovi orizzonti e temi, questa volta

    creativamente nipponici. Possiamo affermare che, in questo periodo, la

    fantascienza giapponese diventa un mondo a parte: seppure in contatto

    con le correnti provenienti dagli USA, ne al contempo indipendente.

    Sempre secondo la divisione operata da Takayuki, sono tre gli autori pi

    influenti di questa generazione: Arai Motoko (1960-), che ha debuttato

    nel 1978 ed nota per la scrittura in prima persona di personaggi

    femminili carismatici e uno stile molto ideologico e quasi metafisico. Nel

    1981 e 1982 due storie brevi di questa autrice hanno vinto il premio

    Seiun: Green RequiemeNeptune.

    Un secondo autore influente Kanbayashi Chohei (1953-),

    vincitore del premio Seiun nel 1984 e 1985 con Teki wa Kaizoku,

    Kaizoku Ban ('Pirates are the Enemy: Pirate Edition') e Sent Ysei

    Yukikaze('The Fighting Spirit Yukikaze').

    Infine, troviamo hara Mariko, autrice sia di storie brevi che di romanzi,tra cui Kikaishin Asura ('Asura the Mechanichal God', 1983) e

    Haiburiddo Chairudo ('Hybrid Child', 1990). Quest'ultimo romanzo ha

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    vinto il premio Seiun nel 1991.

    In questo periodo vanno menzionati almeno alcuni degli anime di

    impronta pi squisitamente fantascientifica che hanno avuto e

    continuano ad avere una grande influenza sia sulla produzione

    giapponese che americana. Come per Godzilla, pietra miliare e

    imprescindibile paragone per quanto riguarda i kaij, anime e manga

    quali Ghost in the Shell(1995) eAkira(1988) hanno dato il via a un vero

    e proprio boommondiale. Ricollegandoci a quanto detto a inizio capitolo,

    proprio grazie a capolavori della fantascienza giapponese quali Akirae

    Ghost in the Shellche il Giappone ha dimostrato si spera una volta per

    tutte che i disegni non solo esclusivo appannaggio dei cartoni animati

    per bambini, ma possiedono dignit sufficiente a narrare storie pi

    complesse e crude e, facendolo, raccontare le inquietudini post-umane e

    post-apocalittiche nipponiche.

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    Nell'immagine a sinistra: la locandina del filmAkira, a destra quella di Ghost in the

    Shell

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    Attualmente, alcuni critici sostengono che la spinta creatrice di

    nuove opere di fantascienza si sia arrestata o quantomeno rallentata e che

    non ci siano in cantiere lavori all'altezza dei precedenti. un sentire

    diffuso, anche trasversalmente alla letteratura, ma la modesta opinione di

    chi scrive che, pi che una stasi, ci sia una sostanziale suddivisione e

    differenziazione del genere fantascienza in molte branche, o categorie,

    che scelgono di sviluppare o meno aspetti peculiari del genere. Come

    stato vero per alcuni generi musicali, oltre che letterari, sicuramente

    necessario un momento di espansione, quasi di diaspora, che aiuti il

    rinnovamento. La fantascienza in Giappone ormai un genere letterario

    a tutti gli effetti, non deve pi lottare per un riconoscimento, quindi gli

    autori possono finalmente permettersi di esplorare tutte le possibilit che

    questa offre.

    Soprattutto dal punto di vista degli anime e dei manga,

    recentemente sono stati prodotti lavori degni di nota. Ad esempio, All

    you need is kill, di Sakurazaka Hiroshi (1970-), una light novel del

    2004, che ha avuto tanto successo da venire adattata in un manga

    omonimo e poi balzare agli onori di Hollywood e del pubblico

    internazionale dieci anni dopo col filmEdge of Tomorrow(2014). I temi

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    principali sono familiari ai videogiocatori: una razza aliena invade la

    Terra per tentare di terra-formarla, l'abilit di questi mostri tornare

    indietro nel tempo, un po' come i salvataggi nei videogiochi, fino al

    punto in cui il risultato della battaglia contro la resistenza umana ancora

    pendeva dalla loro parte. A ogni ripristino del tempo, gli alieni

    migliorano in forza, combattivit e strategia. Sarebbero invincibili, e

    forse a lungo andare prevarranno sulla sempre pi stremata razza umana,

    ma il protagonista rimane intrappolato per sbaglio in uno dei loop

    temporali, imparando a sfruttare questa nuova abilit e migliorandosi

    ogni volta.

    Un altro lavoro degno di nota Psycho Pass(), anime

    del 2012 giunto ormai alla seconda stagione, creato a partire dalla lezione

    di Oshii Mamoru e del suo Ghost in the Shell. Le tematiche, infatti, sono

    similari, perch entrambe le opere esplorano la psiche umana. Siamo nel

    2113: un sistema operativo detto Sybil System misura costantemente lo

    stato mentale della popolazione, tramite scanner cerebrali posti nei

    luoghi pubblici. Il risultato che ne deriva detto Psycho Pass (gioco di

    parole sulla parola inglese psychopath, 'psicopatico'), che attesta la

    possibilit che la persona analizzata commetta un crimine. In caso il

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    Coefficiente Criminale sullo Psycho Pass sia alto, la persona

    rintracciata e presa in custodia o, se necessario, fisicamente eliminata.

    Nella descrizione di una distopia in stile quasi orwelliano, l'anime cita e

    si ispira a molte fonti occidentali, ma resta una boccata d'aria fresca per

    quanto riguarda la fantascienza nipponica attuale.

    Nellimmagine a sinistra un poster pubblicitario perPsycho Pass, a destra la copertina

    della light novel All You Need Is Kill

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    Nel 2014 hanno trovato spazio anche alcuni franchise, quali

    Gundam (di Sunrise) che, dagli esordi come anime nel 1979 ha prodotto

    quasi senza sostaspin-offe progetti alternativi fino ad oggi.

    In conclusione, riteniamo un'esagerazione sostenere che la

    fantascienza in Giappone non sia ancora morta o irrimediabilmente

    decadente, ma abbia molto da offrire.

    Nel prossimo capitolo, focalizzeremo l'attenzione su Hoshi

    Shin'ichi e i suoi racconti brevi.

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    CAPITOLO II

    FOCUS SU HOSHI SHIN'ICHI

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    Hoshi Shinichi

    2.1L'UOMO E LO SCRITTORE

    Hoshi nacque a Tokyo nel 1926, primogenito del direttore della

    Hoshi Pharmaceuticals. Crebbe con i nonni a Tokyo: il nonno era un

    rispettato anatomista e antropologo, che aveva studiato in Germania, e

    aveva quindi ricevuto un'educazione pi europea. La nonna, invece, era

    sorella di Mori gai, nonch poetessa, ed era solita leggere poesie al

    22 Hoshi Shin'ichi, Kaisetsu,Kimagureboshi no memo, Tokyo, Kadokawashoten, 1971, p. 381

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    nipote tutte le sere. Per quanto riguarda il padre, Hoshi Hajime si era

    laureato nel 1901 alla Columbia University e per quindici anni fu parte

    attiva della Dieta. Hoshi Shin'ichi, dunque, pass la sua infanzia in un

    ambiente intellettualmente e culturalmente stimolante, ambiente che

    possiamo trovare riflesso nei suoi racconti e nella sua garbata ma

    mordace ironia, che mai scade nel volgare.

    L'infanzia di Hoshi si pu quindi definire formativa da un punto di

    vista culturale e sociale, grazie alla sua famiglia, che sicuramente era pi

    istruita della maggior parte dei giapponesi dell'epoca. Ancora prima del

    '900, i contatti con l'estero erano rari, e studiare in Germania, come

    invece ebbe la possibilit di fare il nonno di Hoshi, era un'opportunit

    prestigiosa e quasi unica. La letteratura fu, proprio grazie alla sua

    famiglia particolarmente colta, parte integrante della vita quotidiana del

    giovane Hoshi. In ogni caso, come molti altri autori, non decise subito di

    dedicarsi anima e corpo alla scrittura. Prima, infatti, si era laureato in

    biochimica presso l'Universit di Tokyo, sebbene avesse dovuto

    interrompere gli studi specialistici per aiutare il padre nell'azienda di

    famiglia. Nel 1945, alla morte del padre, tocc a Hoshi stesso, in prima

    persona, prendere in mano le redini dell'azienda, subendo anche il

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    fallimento dell'impresa dodici anni pi tardi. A causa di questa sventura,

    Hoshi fu costretto a un ritiro forzato dal lavoro e perci, dopo un periodo

    di depressione, decise di tentare la carriera di scrittore professionista. Era

    il 1957. Come potremo notare nei racconti che vedremo in questo

    elaborato, la sua esperienza di vita lo rende un narratore ironico e

    disincantato, che si diverte a tirare fuori e sottolineare i vizi e le

    incongruenze delle persone e della societ del suo tempo. La

    fantascienza, molte volte, non che un espediente per mascherare una

    realt fin troppo attuale.

    Anche se la pubblicazione del primo racconto risale al 1949, la

    sua collaborazione con Shibano Takumi nella fondazione della rivista

    amatoriale Uchjin(cfr. cap. 1) del 1957, l'anno in cuicome abbiamo

    visto il fallimento dell'azienda di famiglia lo costrinse a un

    allontanamento dal mondo del lavoro. Sempre nello stesso anno e sulla

    stessa fanzine, Hoshi pubblic il suo primo racconto fantascientifico,

    Sekisutora23, seguito daBokko-chan () e Oi! Dete koi!(

    , 'Ehi! Vieni fuori!'). Questi tre racconti ottennero un

    23 In questo racconto, Hoshi ipotizza un futuro di pace, ottenuto grazieall'avvento di un robot in grado di prendersi cura di ogni necessit sessuale umana.

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    successo strepitoso, anche grazie al fatto che la fantascienza era

    finalmente sotto i riflettori di tutto il mondo, complice, tra l'altro la

    grande corsa allo spazio che vedeva contrapposti Stati Uniti e URRS e il

    sempre maggiore interesse per gli scrittori americani di fantascienza, che,

    come abbiamo detto nel capitolo precedente, importarono e furono il

    traino di questo genere letterario in Giappone per un periodo assai lungo.

    Come vedremo, Hoshi dimostra nei suoi saggi di avere letto in maniera

    estensiva e quindi conoscere a fondo la letteratura fantascientifica

    americana e inglese.

    La pubblicazione dei propri racconti su Uchjin, come

    precedentemente accennato, fu per Hoshi l'inizio di una sfolgorante

    carriera nel genere fantascientifico, e non solo, culminata senza dubbio

    con la nomina a presidente del primo club di scrittori di fantascienza

    giapponesi nel 1976. A lui si deve la diffusione della fantascienza, grazie

    alla sua abilit di renderla appetibile a un pubblico vasto e riscattarla dal

    ruolo di sottogenere cui l'avevano relegata i critici letterari giapponesi24.

    Quella di Hoshi stata una carriera di successi ininterrotti fino alla sua

    24 Matsushima Sayuri, Hoshi Shinichi and the Space-age Fable,New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 95

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    morte, nel 1997, e che ha visto la felice invenzione, o secondo alcuni

    rielaborazione (cfr. par. 2.2)del racconto breve, lo short short. Hoshi

    ne scrisse addirittura mille e uno, in omaggio alla famosissima raccolta di

    fiabe mediorientali Le mille e una notte, dando cos importanza e

    valore letterario alla fantascienza e guadagnandosi il nome di 'dio del

    racconto breve' ( ). Per questa ragione

    importante notare come, a partire dagli anni '60, Hoshi sia

    universalmente ritenuto il primo scrittore di fantascienza a tempo pieno,

    quando il genere ancora faticava ad affrancarsi da generi come il giallo e

    il mystery (cfr. cap 1). Come vedremo in questo capitolo, lo stile di

    Hoshi deve molto al duro apprendistato di scrittore su riviste che si

    occupavano anche di quella che potremmo definire proto-fantascienza,

    ma prima di tutto di tantei shsetsu, ovvero romanzi polizieschi. Per

    poter essere pubblicato su tali riviste, Hoshi ide lo stile grazie al quale

    ancora oggi letto e apprezzato da milioni di persone.

    In Giappone ancora pi che in Italia, gli scrittori amano adottare

    nomi di penna con cui firmare i loro racconti e romanzi. Il nome ad hoc

    per qualsiasi scrittore di fantascienza quale Hoshi Shin'ichi () ,

    sorprendentemente, meno artificioso del previsto, come egli stesso

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    scrisse:

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    dovremmo pensare che si tratta di un buon auspicio?>>25

    Gli amici e colleghi scrittori lo ricordano come un uomo brillante,

    interessante, specie dopo qualche bicchiere, quando tirava fuori il meglio

    della sua ironia con battute sagaci26. Il tipo di ironia mordace che Hoshi

    mostrava agli amici, si pu ritrovare, come vedremo, nelle trame dei suoi

    racconti brevi.

    Per quanto concerne il mestiere di scrittore, Hoshi apparteneva

    senza dubbio alla categoria degli eccentrici. In un breve saggio che tratta

    della sua famiglia particolare, la figlia Marina ricorda:

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    seduto alla scrivania, estremamente concentrato. Gli facevo la

    mia domanda e lui mi apriva l'enciclopedia. Non ho tempo

    per leggere tutto, adesso! protestavo. E allora lui scorreva

    rapidamente le pagine, indicava un punto importante e diceva:

    Vedi? proprio qui. Credo che il suo cervello lavorasse al

    massimo durante quelle ore tarde. Mi sorprendevo, perch non

    importava quanto tardi entrassi nel suo studio, non importava

    di quale materia si trattasse, lui non mi mandava mai via

    dicendo: Adesso sono troppo impegnato o Avresti dovuto

    iniziare a studiare prima. Se ci ripenso, pap era come un

    motore di ricerca umano, disponibile a qualsiasi ora della

    notte. [] All'alba, per calmare il suo cervello surriscaldato,

    mio padre prendeva dei sonniferi e beveva fino ad

    addormentarsi. Mentre lo faceva, mia madre si svegliava per

    prepararci la colazione e il pranzo per la scuola. Poco dopo,

    io e mia sorella avremmo iniziato la nostra giornata.>>27

    In Kimagureboshi no memo (1968), Hoshi stesso spieg che

    scrivere richiede cos tanta concentrazione, specie se si parla di navicelle

    spaziali, alieni e robot, ossia quanto di pi lontano ci sia dalla scrivania a

    cui si costretti a sedere per ore e ore, da aver bisogno di una stanza il

    27 Marina Hoshi Whyte, The House That Never SleptAbout the Author|TheHouse That Never Slept (http://shinichihoshi.com/theHouseThatNeverSlept.php)

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    pi tranquilla e priva di rumori molesti possibile. Per questo motivo,

    specie quando ci sono bambini piccoli, scrisse l'autore, l'unico momento

    di requie in casa la notte, lasso di tempo che questo autore sfruttava al

    massimo.

    Come abbiamo precedentemente accennato, la produzione di

    Hoshi stata, in circa cinquanta anni di carriera, estremamente vasta e

    variegata. Gli valsa due premi importanti: uno nel 1968 per il racconto

    breve 28(ms gink, 'la banca delle illusioni') e nel 1998 il

    Nihon SF Taish Award alla carriera, purtroppo postumo.

    A partire dal 1979 fu lanciato un concorso per racconti brevi, lo

    Hoshi Shin'ichi Short-Short Contest: centinaia di aspiranti scrittori

    inviavano le proprie opere e Hoshi stesso selezion personalmente i

    vincitori fino al 1996, un anno prima della sua scomparsa.

    In questo elaborato ci concentreremo su tre opere in particolare: la

    raccolta di saggi Kimagureboshi no memo (), del

    1968,Bokko-chan(, 1971) eKimagure robotto(

    28

    Questo, a differenza dei racconti per cui diventato cos famoso, unracconto di mistero, infatti il premio gli stato assegnato dallaNihon Suiri Sakka

    Kykai(, 'Associazione degli scrittori di mistero giapponesi')

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    , 1966).

    A sinistra, la copertina diKimagure robotto, a destra quella diBokko-chan

    La ragione per cui abbiamo selezionato proprio queste tre opere

    semplice: sono tra le pi significative della produzione di Hoshi, nonch

    appartenenti alla stessa fase artistica di questo scrittore, ovvero quella

    centrale. Dopo aver stabilito contatti con il mondo della fantascienza ed

    essersi affermato come scrittore di professione, Hoshi pot, nel periodo

    che va dagli anni '60 ai '70, esprimere al meglio le proprie qualit. La

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    seconda ragione per cui sono state scelte in particolare queste opere la

    possibilit che ci offrono di commentare in maniera esaustiva tutte le

    tematiche care all'autore che sono, infatti, trattate estensivamente nei

    lavori qui presentati.

    2.2SHORT SHORTE CONTE

    Hoshi Shin'ichi, il genio del racconto breve e dio del racconto

    breve, come stato pi volte chiamato, fece dello short short la sua

    caratteristica pi distintiva. Qui di seguito, tratteremo di cosa significa

    questo termine e del perch Hoshi ne un mirabile portavoce.

    Lo short short, o racconto breve, pare aver preso molto dal

    contefrancese (alla giapponese konto), che era in voga in Giappone negli

    anni '20, importato dallo scrittore Okada Sabur (1890-1954), tornato da

    Parigi nel 1923. Nonostante questa contestualizzazione, gli studiosi sono

    ancora incerti sull'attribuzione di tutto il merito della creazione del

    racconto breve agli europei: secondo alcuni, Hoshi gi scriveva racconti

    brevi, quando lo scrittore Tsuzuki Michio (1929-2003) fece conoscere al

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    Giappone le opere brevi di scrittori quali Stanley Ellin, Roald Dahl e

    Fredric Brown 29 . In ogni caso, argomenta Matsushima, autori come

    Kawabata Yasunari (1889-1972) avevano provveduto a rivoluzionare e

    adattare il conteche in Francia poteva eccedere le cento pagine ed era

    considerato dai critici come letteratura di bassa lega al gusto

    nipponico30.

    Il racconto breve di Hoshi, come il konto, possiede tre elementi

    distintivi: un'idea originale, una trama ben congegnata e un finale a

    sorpresa 31 . In linea con questo principio, la prosa di Hoshi

    caratterizzata da frasi brevi, semplici e scarne. Anche l'uso degli

    aggettivi scarsissimo , delle descrizioni e delle parole in generale,

    costantemente tenuto sotto controllo: non c' mai un aggettivo o un

    avverbio di troppo, a deviare dalla geniale linearit della trama e dal

    finale a sorpresa. Oltre a ci, come vedremo, questo autore rifiuta di

    utilizzare termini scientifici in modo massiccio, mantenendo uno stile

    29 Matsushima Sayuri, Hoshi Shinichi and the Space-age Fable,New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 95.

    30Ivi, p. 97

    31Ivi, p. 97

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    semplice, senza rinunciare all'elemento fantascientifico che

    contraddistingue la sua produzione (cfr par. 2.3.8). Una delle ragioni che

    hanno portato Hoshi a adottare e adattare al proprio gusto e sentire

    questo stile come abbiamo accennato all'inizio del capitolo l'avere

    dovuto scrivere per riviste che non sempre trattavano solo di

    fantascienza32. Hoshi stesso ammise che, soprattutto all'inizio, era restio

    a scrivere storie lunghe, dato che pubblicava in special modo sulla rivista

    Hseki, che si occupava quasi esclusivamente di detective fiction. I

    lettori forse non lo avrebbero compreso e apprezzato, se non avesse

    adattato la sua prosa a un pubblico non avvezzo al genere fantascientifico.

    Per attirare il pubblico, quindi, Hoshi si specializzato in questo genere,

    di cui, ad oggi, considerato l'indiscusso maestro. Lo stile di Hoshi

    distintivo al punto da valicare i confini dello short short e arrivare a

    caratterizzare persino la sua produzione di non-fiction, come si pu

    osservare leggendo i saggi che compongono la raccolta Kimagureboshi

    no memo, di cui abbiamo fornito un estratto in traduzione nel paragrafo

    precedente.

    32Ibid.

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    Nei prossimi paragrafi, vedremo pi in dettaglio i racconti brevi e

    le loro caratteristiche, aiutandoci con esempi tratti dagli stessi short short.

    2.3LO STILE E I TEMI

    Per quanto riguarda lo stile di Hoshi, che, come abbiamo detto,

    del tutto personale e rielaborato a partire da input di provenienza varia e

    anche occidentale, importante tenere a mente alcune caratteristiche. I

    suoi racconti brevi, infatti, lo rendono diverso dagli altri autori

    giapponesi del tempo e hanno contribuito alla sua fama non solo fra i

    giapponesi e gli appassionati di fantascienza33. Nei seguenti paragrafi

    elencheremo le caratteristiche che riteniamo significative e le

    illustreremo con esempi tratti dai racconti stessi.

    2.3.1SPAZIO E TEMPO

    Partiamo, innanzitutto, dalla quasi totale assenza di riferimenti

    spazio-temporali o alla cultura del momento, che lasciano la narrazione

    33I racconti brevi di Hoshi sono spesso usati come materiale di lettura nelle

    scuole elementari e medie giapponesi, dal 1996 il racconto Oi! Detekoi! fa persinoparte di un'antologia scolastica americana per i licei.(http://shinichihoshi.com/profile.php)

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    sospesa in un momento non meglio precisato che potrebbe essere oggi,

    domani o fra mille anni in un qualsiasi posto, sulla Terra o nella galassia

    pi remota. La mancata contestualizzazione della vicenda serve, come

    vedremo in seguito, a fare da contraltare a racconti in cui invece la

    descrizione del dove e il quando serve in maniera incontrovertibile alla

    trama (cfr. par. 2.3.6). In linea con la teoria del non sprecare nemmeno

    una sillaba che non sia fondamentale al racconto, questo autore tralascia

    del tutto le informazioni non strettamente necessarie alla vicenda.

    Fedele a questo principio di economizzare le parole utilizzate, ad

    esempio, in Bokko-chan (), considerato forse il racconto

    pi famoso di Hoshi, i riferimenti al dove e al quando mancano del tutto:

    l'autore inizia in medias res, catapultandoci nella trama con una

    rapidissima, ma dettagliata, descrizione di Bokko-chan e del perch sia

    stata costruita, conferendo alla storia un sapore atemporale e perci non

    penalizzato dall'invecchiamento che un qualsiasi altro testo potrebbe

    subire, se contenesse informazioni troppo precise, nonch ridondanti.

    L'incipit, infatti, tralascia ogni dettaglio che non sia la stessa

    Bokko-chan, che infatti la chiave della storia:

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    >34

    Possiamo notare come Hoshi non utilizzi dettagli fisici che il

    lettore potrebbe anche trovare interessanti, ma non sono fondamentali

    allo svolgimento della vicenda, e pertanto trascurabili: l'autore ha gi

    specificato che Bokko-chan bella, che il lettore si immagini pure a suo

    piacimento le fattezze del robot. Ai fini della trama, decisamente pi

    che sufficiente sapere che bella, ma fondamentale spiegare quanto il

    34 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971 p. 13

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    suo comportamento sia limitato dal suo essere robot, perch ci che

    tiene in piedi l'intero racconto.

    Analogamente, in Yoru no jiken ( , 'Avvenimento

    notturno'), la storia viene contestualizzata con un brevissimo paragrafo

    introduttivo, per iniziare subito con la trama vera e propria:

    > 35

    In entrambi i casi, come si scoprir leggendo per intero i racconti,

    tutta la storia giocata sulla presenza di questi robot e sulle loro abilit

    o mancanza di abilit. Il genio di Hoshi sta nel non caricare inutilmente il

    racconto con descrizioni del tutto irrilevanti. Ancora di pi: la narrazione

    coinvolge il lettore al punto da fargli scordare che alcuni dettagli che

    35 Hoshi Shinichi,Kimagure robotto, Tokyo, Rironsha, 1999, p. 33

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    pure sarebbe intrigante conoscere alcuni dettagli e, anzi, non sono

    neppure percepiti come mancanti.

    2.3.2BELLE RAGAZZE DI PLASTICA

    Entrambi i racconti appena citati, Bokko-chan e Yoru no jiken,si

    aprono, come abbiamo potuto constatare, con affermazioni molto simili:

    qualcuno ha creato un robot femmina molto attraente, tanto da renderla

    quasi indistinguibile da un essere umano vero e proprio. Inoltre, nessuno

    dei due robot ha una vera e propria intelligenza: Bokko-chan

    semplicemente in grado di ripetere sotto forma di domanda ci che le

    dicono gli avventori del bar in cui lavora36, mentre il robot senza nome di

    Yoru no jiken conosce a malapena qualche frase di cortesia, del tutto

    scevra da qualsiasi contesto. La forza dei racconti sta nella capacit di

    Hoshi di creare storie totalmente opposte a partire quasi dalle stesse

    36 Una nota di traduzione che potrebbe essere interessante aggiungere a questopunto come, in giapponese, Bokko-chan non si limiti ad aggiungere la particellainterrogativa kaa fine frase, ma civetti con l'espressione squisitamente muliebre,nonch intraducibile di per se, kashira('forse, chiss'), oltre a conoscere un paio difrasi criptiche su quanti anni abbia o se le piaccia o meno una persona, per tenere sullespine i clienti del bar.

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    premesse37. Bokko-chan e la ragazza robot del parco divertimenti sono

    approcciate da personaggi affatto simili e, nonostante ci, il motore del

    racconto proprio l'incapacit di questi robot di pensare come un essere

    umano. Bokko-chan fa involontariamente innamorare un avventore di

    bar che, non trovando altro modo di conquistarla, pensa ucciderla

    facendole bere del veleno. Veleno che, ovviamente, non ha alcun effetto

    sul robot, ma uccide immediatamente avventori e gestore del bar.

    Quest'ultimo, infatti ha l'abitudine di riciclare l'alcol che gli avventori

    offrono a Bokko-chan durante la serata, per servirlo nuovamente ai

    clienti, ormai troppo ubriachi per accorgersene. A fine racconto, per,

    offre inconsapevolmente come bicchiere della staffa proprio il veleno

    che il robot ha ingurgitato. Bokko-chan non potrebbe avvisare, e quindi

    salvare, il proprio padrone neppure se lo volesse.

    La ragazza robot del luna park in Yoru no jiken, invece, salva la

    Terra da un'invasione aliena senza nemmeno rendersene conto: non sente

    dolore e non prova paura, anzi, continua a ringraziare gli alieni che la

    frustano e la minacciano con armi che terrorizzerebbero chiunque, al

    37Possiamo avere un'idea di quale sia la portata dell'immaginazione di questo

    autore leggendo la raccolta di raccontiNokku no oto ga(, 'Bussaronoalla porta').

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    punto da fare immaginare agli invasori che gli umani siano una razza

    quasi indistruttibile e costringendoli loro malgrado a una ritirata

    strategica. Nessuno sapr mai da quale grave pericolo ci abbia salvati

    quell'avvenente fanciulla di metallo e plastica, ma certo che non lo

    verremo a sapere da lei.

    La bellezza o bruttezza di un personaggio, tranne in racconti

    come quelli appena presentati, in cui la trama giocoforza basata sulla

    dicotomia bellezza-disumanit, solitamente, non mai un tema di Hoshi,

    che preferisce mantenere il pi anonimo possibile i protagonisti dei suoi

    racconti. Se bellezza-disumanit un tema poco frequente, per i robot e

    la loro mancanza di umanit, dovuta ovviamente alla loro essenza di

    robot, senza dubbio un leit motiv di Hoshi e, in senso lato, della

    fantascienza. Hoshi ha un gusto particolare per creare macchine, perfette

    o meno, dallaspetto umanoide e dal comportamento imprevedibile,

    richiamando in modo inequivocabile i jinz ningen che tanto hanno

    inquietato le visioni futuristiche degli scrittori di fantascienza degli

    anni 20 (cfr. cap. 1)

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    2.3.3LE BIZZARRE AVVENTURE DEL SIGNORN

    Un tratto distintivo di questo autore senza dubbio il modo in cui

    sceglie i nomi dei protagonisti dei suoi racconti. Infatti, Hoshi si limitava

    a chiamarli usando soltanto una lettera dell'alfabeto. Hoshi stesso ha

    spiegato che un nome vero avrebbe potuto fornire informazioni non

    richieste, come il sesso, l'et o il carattere; onde evitare di dare nomi che

    suggeriscano forza o bellezza, Hoshi preferisce limitare il loro nome a

    una singola lettera38. Perci, ipotizzandone una traduzione in italiano39,

    avremo un signor N, un professor S, un signor F e via di seguito. In

    questo modo, i protagonisti delle vicende raccontate sono ridotti a niente

    pi che persone qualunque, quasi delle macchiette, dei veri e propri

    Pinco Pallino a cui capita qualsiasi bizzarra disavventura. Come vedremo

    analizzando Megusuri (, 'collirio'), molti dei personaggi che Hoshi

    38

    Ishikawa Takashi in Matsushima Sayuri,Hoshi Shinichi and the space-agefable, Victoria University of Wellington, New Zealand Journal of Asian Studies, 5, 2December 2003, pag. 100

    39 importante notare che in giapponese, invece, Hoshi si serviva del katakana

    anzich delle lettere maiuscole nel nostro alfabeto che, ovviamente, avrebbero unrisalto maggiore e non necessario in una pagina stampata in kanaekanji.

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    abbozza, pi che descrivere, sono oggetto di un'ironia acuta e mordace

    con cui l'autore minimizza le loro avventure e le loro problematiche.

    Ricollegandoci al paragrafo che trattava di spazio e tempo nei

    racconti di Hoshi (2.3.1), possiamo asserire che Hoshi scelga

    deliberatamente di non caratterizzare i propri personaggi pi del

    necessario in uno spirito di economia che serve anche a rendere pi

    scoppiettante la vicenda: non conoscere nulla del signor F o del professor

    N rende pi comica la loro sconfitta e pi semplice a Hoshi stesso fare

    prendere alla storia la piega che pi le si conf, senza dover giustificare

    eventuali o incoerenze del personaggio.

    Inoltre, un personaggio tanto comune serve a rendere pi credibile

    la vicenda. Quando tratteremo dei professori geniali e un po' sadici

    inventati da Hoshi, noteremo come tutto sia descritto in modo semplice e

    quasi come fosse un dato di fatto, e non una realt assurda dettata da una

    trama fantascientifica, ma una vicenda che potrebbe capitare a chiunque

    abbia un laboratorio e si diletti a inventare macchinari strani o medicine

    dagli effetti imprevisti e comici allo stesso tempo.

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    Il pensiero critico di questo autore emerge in special modo dai

    suoi racconti sulla societ giapponese, vera o fittizia. Hoshi, come

    abbiamo visto, fu in grado di sviluppare un racconto del tutto paradossale

    ma verosimile a partire sia da premesse del tutto plausibili che da basi

    assurde. Per avere un esempio di quest'ultimo caso, basta pensare a un

    racconto come Man Eiji (, 'L'epoca dei soldi'), in cui

    viene descritta la giornata tipo di una ragazzina qualsiasi. Tutto, dalle

    relazioni familiari alle convenzioni sociali, regolato dallo scambio di

    monete e dalla mercificazione di qualsiasi servizio: la ragazzina si fa

    corrompere dal padre, troppo impegnato a curare i propri affari per

    accompagnarla ai giardini botanici cosmici, con alcune monete d'oro.

    Anche cedere il posto a una signora anziana sul bus costa a quest'ultima

    un paio di monete d'argento. Una volta arrivata a scuola, sempre il

    denaro pagato all'insegnante la scappatoia da un'interrogazione troppo

    complessa. Il sunto della lezione che la ragazzina segue a scuola, nonch

    la morale della storia, che il denaro e la corruzionesono la base di

    una societ civile che funziona. Il seguente estratto la spiegazione che

    l'insegnante fa sulla storia della corruzione, durante l'ora di sociologia:

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    volte nel tempo. Sono state tentate svariate cose, come la religione,

    il potere, gli assolutismi, e la scienza. Ma alla fine si trattava deisoldi. Se si paragona la societ a una macchina, i soldi sono il

    lubrificante, e se la si paragona a un animale, sono il sangue. []

    Come sanno tutti, anche se ci sono le prigioni, non esistono

    prigionieri, e anche se ci sono patiboli, non ci sono esecuzioni. La

    gente del passato ha tentato di decidere tutto basandosi solo sulla

    legge. Era come cercare di fare funzionare un macchinario senza

    lubrificante... [] In breve,in quest'epoca commettere crimini

    decisamente improduttivo.>>41

    Paradossalmente, proprio il denaro a obbligare la ragazzina a

    comportarsi bene: studier di pi per non dover spendere soldi per pagare

    i suggerimenti che le offrono i compagni, e si impegner ad alzare i

    propri voti per ricevere pi soldi dal padre. In pi, si comporter bene

    perch, se sua madre la picchia, deve sborsare soldi per farla smettere, e

    questo sicuramente danneggerebbe le sue finanze. Hoshi utilizza

    l'esagerazione per distorcere il presente e mostrarci un futuro impossibile,

    svelando cos quanto la gente pensi ai soldi e al profitto in modo

    41 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971, p. 139

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    ossessivo e malsano.

    Un altro racconto che estremamente significativo sia per quanto

    riguarda Hoshi come autore che come critico del suo tempo, il gi

    nominato Oi! Dete koi! ('Ehi! Vieni fuori!'), racconto in cui lo

    sciacallaggio sui disastri naturali e la totale incuria per la Terra raggiunge

    livelli paradossali che ci possono ricordare, tristemente, il nostro Paese.

    La trama semplice e lineare e, come in ogni buon racconto di questo

    autore, possiamo aspettarci un finale che ci lascer spiazzati e interdetti,

    ma sicuramente far riflettere. Un tifone fa danni in un villaggio: il

    santuario Shintoista raso al suolo, con grande dispiacere degli abitanti.

    La novit un buco profondissimo comparso come per magia di fianco

    alle rovine del santuario. Un giovanotto del luogo, pensando si tratti di

    una tana di volpe, grida: Ehi! Vieni fuori! e, non ottenendo risposta

    nemmeno l'ecovi getta dentro una pietra. Da subito, si capisce che non

    si tratta di un buco normale, cos intervengono scienziati, giornalisti e

    curiosi, ma non si viene a capo della faccenda. Quando ormai il clamore

    si quietato, un appaltatore dall'aria losca chiede all'anziano del villaggio

    di poter riempire lui il buco, e ottiene questa concessione offrendo ma

    pi che offrendo, noi diremmo corrompendo agli ingenui abitanti

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    la promessa di costruire un nuovo e pi grande santuario, oltre a una sala

    per le riunioni. L'appaltatore, ovviamente, inizia a fare pubblicit a

    questo buco apparentemente senza fondo. Concede di riempire il buco a

    chiunque paghi, senza riguardo per uno stoccaggio corretto dei rifiuti. Le

    centrali nucleari competono per avere l'appalto:

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    conseguenze. Tutti volevano lavorare solo per aziende che

    producevano o vendevano, non per lo smaltimento dei rifiuti.

    Ma pensavano che, prima o poi, il buco si sarebbe occupato di

    risolvere anche questo problema.

    Le ragazze che avevano fissato la data delle nozze buttavano

    nel buco i loro vecchi diari. C'erano anche quelli che avevano

    iniziato una nuova storia d'amore e si sbarazzavano delle foto

    che li ritraevano coi fidanzati precedenti. I poliziotti erano

    tranquilli quando gettavano via le banconote abilmente

    contraffatte che avevano sequestrato. I criminali erano

    sollevati nel buttare nel buco le prove materiali dei loro reati.

    Il buco accettava qualsiasi cosa avessero voluto gettargli

    dentro. Il buco accettava le acque nere della citt e sembrava

    proprio che il mare e il cielo fossero pi puliti di prima.>>43

    Il buco sembra svolgere una funzione sociale, come se fosse una

    discarica dei sentimenti e dei problemi della gente del villaggio e non

    solooltre alla pi esplicita funzione di vera e propria discarica. Il fatto

    che i rifiuti spariscano senza lasciare traccia deresponsabilizza in toto chi

    se ne sbarazza, al punto che tutti preferiscono ignorare che fine facciano i

    43 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971,p. 23

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    rifiuti, per concentrarsi sulla produzione. Produrre nuovi oggetti e

    ricchezza, senza rispetto per niente e nessuno, pu essere un'altra parola

    chiave del racconto, che serve come chiave di lettura per il suo finale.

    La conclusione della triste vicenda, che ci lascia sicuramente

    spiazzati, sembra fatta apposta per scatenare un acceso dibattito. Il buco

    che sembra non avere fine ormai diventato parte della vita quotidiana:

    gli abitanti del villaggio, ormai assuefatti all'economia gonfiata che il

    buco garantisce loro, permettono la costruzione di un grattacielo dopo

    l'altro, finch le conseguenze delle loro azioni scriteriate non tornano a

    presentare il conto:

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    Ironia della sorte o amara constatazionetrasversale alla civilt e

    ai tempo che chi non impara dalla propria storia condannato a

    ripeterla? A giudicare dal finale aperto, Hoshi sembra meno interessato a

    dare una risposta esaustiva che non a provocare un dibattito, o

    quantomeno a stimolare un pensiero critico in chi legge. La mancanza di

    una presa di posizione netta dello scrittore lingrediente che rende il

    racconto ancora attuale oggi, nonostante siano passati pi di quarantanni

    dalla sua pubblicazione.

    La critica di Hoshi alla societ giapponese del tempo prosegue

    prendendo in esame anche le relazioni interpersonali, con un altro

    racconto fortemente ironico e del tutto paradossale:Kata no ue no hisho

    (, 'Il segretario sulla spalla'), in cui la fantascienza usata

    come strumento per creare una situazione estrema in cui inscrivere la

    propria critica. La storia divisa in tre fasi nette, che mostrano tre aspetti

    diversi della sempre crescente difficolt di comunicazione e relazioni

    interpersonali dei giapponesi, ma non solo, e del ruolo che la tecnologia

    pu giocare e gioca nel rendere ancora pi difficoltoso un rapporto

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    umano veritiero45. Nella prima fase della storia veniamo a sapere che

    tutti, in quel periodo storico, portano un pappagallo robot sulla spalla che

    fa loro da segretario: la comunicazione diretta tra persone del tutto

    inutile, basta sussurrare al pappagallo ci che si vorrebbe dire e

    quest'ultimo rielabora la frase in un discorso articolato e perfettamente

    adatto al contesto. Il protagonista, il signor Zem, non fa eccezione.

    Questi un rappresentante di un'azienda di elettronica e tenta di piazzare

    un nuovo prodotto presentandolo porta a porta. In questa tranche di

    racconto lo vediamo interagire, o meglio: vediamo il suo pappagallo

    interagire con quello della padrona di casa. interessante notare come,

    in questo scambio di battute del tutto codificato, lo sforzo dei

    partecipanti sia quasi nullo e tutto il lavoro di rielaborazione del

    contenuto sia lasciato ai segretari robot:

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    Il pappagallo del signor Zem chin il capo e sussurr al suo

    orecchio: Chiede chi sei.

    Questo pappagallo robot era anche in grado di trasmettere i

    messaggi da parte delle altre persone in forma concisa.

    Vengo dalla New Electro Company. Compra il ragno

    elettrico.

    In risposta a quel borbottio, il pappagallo parl educatamente:

    In realt sono un venditore della New ElectroCompany. La

    signora sar certamente a conoscenza del fatto che la nostra

    una compagnia orgogliosa della sua lunga tradizione e

    reputazione. A tale proposito, la ragione per cui oggi mi sono

    recato a farle visita niente altro che questa: volevo mostrarle

    l'ultimo prodotto che la nostra sezione di ricerca ha appena

    creato. questo ragno elettrico...>> 46

    Zem non riesce a piazzare il ragno, e si congeda dalla mancata

    cliente per tornare in azienda, dove lo aspetta una lavata di capo da parte

    del suo superiore, insoddisfatto per il suo scarso rendimento:

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    Il pappagallo sulla sua spalla parl in tono sottomesso al

    capo sezione: Lo capisco perfettamente. Sono anche io

    determinato ad aumentare il numero delle vendite. Comunque,

    recentemente le altre aziende hanno usato metodi e oggetti

    diversi, e hanno fatto nuove cose. Adesso non facile vendere.

    Certo, ci metter pi impegno, ma sarei molto grato se Lei

    potesse mettere una buona parola con la sezione di ricerca

    perch creino nuovi prodotti.>> 47

    Anche in questo caso, il pappagallo si dimostra fondamentale ai

    fini dell'interazione con il superiore: il suo intervento, che articola lo

    scarno mica cos facile borbottato da Zem evita a quest'ultimo la

    fatica di doversi effettivamente sorbire una vera sgridata e, in un certo

    senso, mettendosi tra lui e il capo, il pappagallo funge da scudo,

    rendendo quasi irreale la conversazione e limitandone alquanto ogni

    possibile danno. La storia si conclude in modo estremamente

    provocatorio: Zem finisce la sua giornata lavorativa e si reca al bar,

    come ogni sarariiman48 farebbe per rilassarsi e staccare la spina dopo

    47 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971,p. 203

    48 Dall'inglese 'salaryman', il termine si riferisce principalmente a impiegati

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    una dura giornata di lavoro:

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    propria mancanza di rispetto dimostrata dai padroni dei segretari robot e

    la cortesia quasi stucchevole di questi ultimi giocoforza di impatto

    minore rispetto alla lettura di questo racconto in lingua originale.

    Riteniamo tuttavia che sia abbastanza evidente la mancanza di un

    qualsivoglia sforzo comunicativo da parte delle persone in carne e ossa

    anche nellaseppur limitata e limitantetraduzione in italiano.

    Per quanto riguarda invece i rapporti sociali messi in evidenza in

    queste tre parti del racconto, viene da chiedersi se sia effettivamente

    necessario un pappagallo a fare da barriera fra le persone, o se non sia

    soltanto una metafora che Hoshi utilizza per far riflettere su quante sono

    le frasi di circostanza dette ogni giorno per togliersi d'impiccio o per

    riempire silenzi altrimenti ancora pi imbarazzanti. Oppure, per

    riprendere un concetto espresso da Matsushima, quale sia l'abisso tra ci

    che si pensa e ci che si dice50. interessante notare come, tra l'altro, il

    pappagallo, nelle sue elaborate circonvoluzioni, non si rivolga mai

    veramente all'altra persona, bens alla sua controparte robotica. Questi,

    in seguito, riporter in modo pi conciso il succo del discorso al suo

    50Matsushima Sayuri,Hoshi Shinichi and the Space-age Fable, New Zealand

    Journal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 106

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    possessore. Sembra un passaggio inutile, nonch uno spreco di energie,

    per ottenere un risultato nemmeno cos ottimale, visto che il pappagallo

    che riceve il messaggio lo riporta poi, sostanzialmente identico a come

    l'ha pronunciato la prima persona. I pappagalli che fanno da segretari,

    quindi, potrebbero non essere altro che il simbolo di tutte le convenzioni

    sociali che spingono gli esseri umani a comportarsi in modo educato e

    civile, anche quando non ne avrebbero la minima intenzione. Come

    sempre, Hoshi non fornisce spiegazioni in nessun senso.

    Questo racconto fa parte di una raccolta compilata nel 1971, ovvero

    scritto in tempi non sospetti, dato che la comunicazione via Internet era

    ancora una possibilit teorica e certamente non a disposizione delle

    masse51, come lo al giorno d'oggi. In ogni caso,Kata no ue no hisho

    un racconto ancora straordinariamente attuale, specie se pensiamo allo

    schermo del PC o del telefono cellulare come al pappagallo del nostro

    tempo, ossia il parafulmine che ci salva da chiacchiere spiacevoli o

    inutili, o lo strumento perfetto che si frappone tra noi e gli altri e ci aiuta

    a trovare il coraggio di dire quello che non facile o corretto dire.

    51In realt, la prima e-mail fu inviata proprio nel 1971, ma il suo uso era

    limitato a una stretta cerchia di programmatori.(http://openmap.bbn.com/~tomlinso/ray/firstemailframe.html)

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    Hoshi non si limita a immaginare come potrebbero evolversi le

    nostre comunicazioni interpersonali in un futuro non troppo lontano, ma

    crea un mondo del tutto automatizzato, nel 2050, con lo short short

    Yukitodoita seikatsu (, 'vita agiata'), dalla raccolta

    Bokko-chan. In questo racconto, Hoshi descrive la mattina tipica di un

    uomo del futuro: la tecnologia di quest'epoca tanto avanzata che il

    protagonista il signor Ter, di cui non conosciamo quasi nulla non

    deve muovere un dito da quando si sveglia a quando arriva sul luogo di

    lavoro. infatti una voce robotica a svegliarlo, mentre una mano

    robotica a sollevarlo dal letto, fargli barba e doccia, preparargli la

    colazione e accendere per lui il televisore mentre sta mangiando, e poi a

    metterlo sul mezzo di trasporto che lo condurr in ufficio. Quando arriva

    in ufficio, sono i suoi colleghi a notare che il povero signor Ter era

    morto gi l