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N. 2656-3247-A CAMERA DEI DEPUTATI RELAZIONE DELLA VII COMMISSIONE PERMANENTE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) presentata alla Presidenza l’8 giugno 2016 (Relatrice: SANTERINI) SULLE PROPOSTE DI LEGGE n. 2656, DINIZIATIVA DEI DEPUTATI IORI, PICCOLI NARDELLI, FARAONE, BERLINGHIERI, BONOMO, CANI, D’INCECCO, DONATI, GANDOLFI, GHIZZONI, GIORGIS, GRASSI, GRI- BAUDO, GIUSEPPE GUERINI, LAFORGIA, LATTUCA, LENZI, MAESTRI, MALISANI, MALPEZZI, MANZI, MARCHI, MORANI, NARDUOLO, PA- TRIARCA, PICCIONE, PREZIOSI, QUARTAPELLE PROCOPIO, ROCCHI, SCUVERA, TIDEI, ZAMPA Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista Presentata il 7 ottobre 2014 NOTA: Per il testo delle proposte di legge nn. 2656 e 3247 si vedano i relativi stampati. Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI

N. 2656-3247-A CAMERADEIDEPUTATI - Tecnico di Laboratorio · Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista Presentata il 7 ottobre 2014 NOTA: Per il testo delle proposte

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N. 2656-3247-A

CAMERA DEI DEPUTATI

RELAZIONE DELLA VII COMMISSIONE PERMANENTE(CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)

presentata alla Presidenza l’8 giugno 2016

(Relatrice: SANTERINI)

SULLE

PROPOSTE DI LEGGEn. 2656, D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI

IORI, PICCOLI NARDELLI, FARAONE, BERLINGHIERI, BONOMO, CANI,D’INCECCO, DONATI, GANDOLFI, GHIZZONI, GIORGIS, GRASSI, GRI-BAUDO, GIUSEPPE GUERINI, LAFORGIA, LATTUCA, LENZI, MAESTRI,MALISANI, MALPEZZI, MANZI, MARCHI, MORANI, NARDUOLO, PA-TRIARCA, PICCIONE, PREZIOSI, QUARTAPELLE PROCOPIO, ROCCHI,

SCUVERA, TIDEI, ZAMPA

Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista

Presentata il 7 ottobre 2014

NOTA: Per il testo delle proposte di legge nn. 2656 e 3247 si vedano i relativi stampati.

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI

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n. 3247, D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI

BINETTI, ALLI, BUTTIGLIONE, CAUSIN, CERA, DE MITA,GAROFALO, PAGANO, PISO

Ordinamento della professione di pedagogistae istituzione del relativo albo professionale

Presentata il 22 luglio 2015

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA A.C. 2656-3247-A

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ONOREVOLI COLLEGHI ! – Il testo unificatodelle proposte di legge nn. 2656 Iori e3247 Binetti, il cui esame si è conclusopresso la Commissione cultura nella se-duta dell’8 giugno 2016, rappresenta unesempio di lavoro che nasce dalla colla-borazione di tutti i gruppi parlamentari eche intende affrontare in modo concretouna forte domanda che viene dal mondodelle professioni sociali. La proposta dilegge disciplina infatti l’esercizio delle pro-fessioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista, valorizzandole egarantendone il riconoscimento, la traspa-renza e la spendibilità. Sono centinaia dimigliaia gli educatori e le educatrici cheattualmente sono impiegati negli ambitidei servizi alla persona e che svolgono unvero « mestiere dell’umano » non sempreadeguatamente riconosciuto. Anche sevengono da una formazione spesso disor-ganica, la loro funzione è indispensabileper accompagnare minori e adolescenti nelloro percorso di crescita, sostenere lepersone anziane, aiutare nell’integrazionesociale e lavorativa i detenuti, promuoverei diritti degli immigrati e dei rifugiati.

L’iter del testo – tutto sommato breveper i tempi parlamentari – era iniziato nelluglio 2015, con la relazione introduttiva,mentre nella seduta del 16 luglio 2015 èstato deliberato di nominare un Comitatoristretto e di svolgere un ciclo di audizioniche hanno coinvolto associazioni, esperti,docenti. L’adozione di un testo unificatoquale testo base è avvenuta nella sedutadel 9 febbraio 2016.

Ci collochiamo, voglio dirlo in pre-messa, nel quadro degli indirizzi fornitidall’Unione europea in materia di educa-zione formale, non formale e informale ein particolare nel quadro della strategiaadottata a Lisbona dal Consiglio europeo,che intende sviluppare la formazione pertutto l’arco della vita e in tutti i campi. Aldi là del ruolo della scuola e dei sistemiformativi come l’università, sistemi checurano l’educazione formale, esiste infattil’immensa area dell’educazione « infor-male », cioè nel sociale, nel territorio, nei

servizi, a favore di bambini, anziani epersone fragili, per garantire la loro so-cializzazione, favorire la prevenzione deldisagio, curare il rapporto tra persone diculture diverse. Questo è il campo in cuiagiscono le figure professionali dell’educa-tore socio-pedagogico, socio-sanitario e delpedagogista che abbiamo contribuito adisciplinare con questa legge.

Secondo gli indirizzi dell’Unione euro-pea non solo occorre valorizzare l’ambitoinformale, ma soprattutto garantire servizie interventi educativi di qualità, in modoomogeneo in tutto il territorio nazionale.Per realizzare tale qualità la legge stabi-lisce che l’esercizio delle attività è consen-tito solo a chi è in possesso delle relativequalifiche, attribuite all’esito del percorsodi studi universitari, in particolare dellaclasse L-19 Scienze dell’educazione e dellaformazione, e da qui l’attribuzione dellaqualifica « professionale » agli educatori dicui la legge si occupa. Inoltre la qualificadi pedagogista è attribuita solo a chiconsegue un diploma di laurea nelle classidi laurea magistrale in Programmazione egestione dei servizi educativi (classe LM-50), Scienze dell’educazione degli adulti edella formazione continua (classe LM-57),Scienze pedagogiche (classe LM-85), oltreche a docenti di ruolo di scienze dellaformazione, ricercatori e dottori di ri-cerca.

Nella società della conoscenza, infatti, èindispensabile che i compiti educativi, checomportano cioè la cura allo sviluppodella persona, alla sua crescita – anchequando si tratti di adulti – o alla suaintegrazione sociale, siano svolti con lacompetenza che viene dal possesso di unaspecifica cultura professionale, quella edu-cativa e pedagogica. Lo stesso principio èaffermato nella legge n. 107 del 2015, adesempio nella delega al Ministero del-l’istruzione per decreti legislativi che pre-vedono nell’ambito del sistema integratoper l’infanzia da zero a sei anni la qua-lificazione universitaria del personale deiservizi educativi, in gran parte costituitaproprio da educatrici.

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

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Per questo viene affermato all’articolo2 che le due professioni sono caratteriz-zate da autonomia scientifica e responsa-bilità deontologica e operano nel campodell’educazione formale e di quella nonformale, svolgendo interventi in vari con-testi educativi e formativi, su individui egruppi (di ogni età), nonché attività didat-tica, di ricerca e di sperimentazione. In-fatti, l’educatore o educatrice ovvero lapedagogista non si limitano ad agire masoprattutto costruiscono pratiche innova-tive e di trasformazione a partire dal-l’esperienza con persone e gruppi, neiservizi come nelle comunità di acco-glienza, nei nidi o nella strada o in ambitosportivo, ma sempre di tipo riflessivo,ovvero attraverso l’approfondimento e laricerca.

Quella del pedagogista, nello specifico,è una professione di livello apicale chesvolge funzioni di coordinamento e pro-gettazione nei servizi socio-educativi. Pervalorizzare tale livello ulteriore, raggiuntoa seguito di una laurea magistrale, la leggeprevede uno specifico titolo abilitante checontribuisce a meglio definire la forma-zione di questo professionista accanto allealtre figure presenti nei servizi socialicome l’assistente sociale o lo psicologo.

La presente legge mira, pertanto, aridare dignità agli educatori o educatrici,ambedue professionali, che d’ora in poichiameremo « socio-pedagogici » e « socio-sanitari » e ai pedagogisti. Chiarisce chel’educatore professionale socio-pedagogicorientra nel livello di conoscenze, compe-tenze e abilità e opera nelle aree diprofessionalità del 6o livello del Quadroeuropeo delle qualifiche (QEQ), mentre ilpedagogista rientra nel livello di cono-scenze, competenze e abilità e opera nellearee di professionalità del 7o livello delQEQ.

Si è voluto quindi agganciare questovasto mondo di professionalità ed espe-rienze – che attiene all’educazione lungo ilcorso della vita – alla filosofia formativadell’Unione europea sul long life learning,sull’importanza dell’educazione informale,sulla connessione tra il sociale e l’educa-tivo.

Sempre in linea con gli orientamentieuropei si dispone che le professioni dieducatore e di pedagogista rientrano fra le

professioni non organizzate in ordini ocollegi, di cui alla legge n. 4 del 2013.Ricordo infatti che tale legge si propone,in sostanza, di dare un inquadramentoall’attività di quei professionisti, semprepiù numerosi, che non sono inseriti inordini o collegi e che svolgono attivitàspesso molto rilevanti, consistenti nellaprestazioni di servizi o di opere a favoredi terzi, esercitate abitualmente e preva-lentemente mediante lavoro intellettuale, ocomunque con il concorso di questo. Inol-tre, ribadisce il ruolo importante delleassociazioni per garantire la qualità del-l’operato degli associati.

Il testo dispone, altresì, che le stesseprofessioni sono inserite negli elenchi enelle banche dati dei soggetti deputati allaclassificazione e alla declaratoria delleprofessioni, nonché nel repertorio nazio-nale dei titoli di istruzione e formazione edelle qualificazioni professionali.

Al fine indicato, sono attivati specificicodici professionali ed è unificata la clas-sificazione delle professioni dell’ISFOL edell’ISTAT, dei Ministeri, delle regioni edegli altri organismi autorizzati. A taleclassificazione devono attenersi anche gliorganismi di accreditamento e certifica-zione della qualità, le associazioni profes-sionali e i singoli professionisti.

D’altronde l’esigenza di qualificare glieducatori si collega a quella di potenziaree valorizzare il terzo settore, come èavvenuto con l’approvazione da parte dellaCamera della delega al Governo per lariforma del terzo settore, dell’impresa so-ciale e per la disciplina del servizio civileuniversale, solo pochi giorni fa. Si po-trebbe dire che la legge sul terzo settore ècompletata da questa norma perché que-st’ultima qualifica una buona parte deglioperatori che agiscono in tale ambito, cosìimportante per il nostro paese.

Qualificazione e valorizzazione hannorichiesto un cambiamento non solo nellaformazione, ma anche nell’intitolazione enella delimitazione dell’ambito di inter-vento. In questo senso la legge stabilisceche coloro che finora erano definiti « edu-catori » – lo sottolineo ancora una volta,senza una specifica formazione adeguata– siano chiamati « educatori professionalisocio-pedagogici » e coloro che erano de-finiti genericamente « educatori professio-

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nali » diventino « educatori professionalisocio-sanitari ».

La doppia specializzazione della figuradell’educatore è un altro punto crucialedella legge che stiamo approvando. Già aseguito del decreto del Ministro della sa-nità n. 520 del 1998 la qualifica di « edu-catore professionale » veniva data ai lau-reati nella classe SNT/2, mentre i laureatidella classe L-19 (ex 18) Scienze dell’edu-cazione e della formazione erano definitigenericamente « educatori ».

La legge è volta a introdurre il princi-pio per cui, nell’ambito della professioneeducativa, esisteranno due tipi di educa-tori: quello professionale socio-pedagogicoe quello professionale socio-sanitario.

L’attività di quest’ultimo resta discipli-nata dal predetto decreto del Ministrodella sanità n. 520 del 1998, come profes-sione sanitaria dell’area della riabilita-zione (classe di laurea L/SNT2). In base almedesimo decreto ministeriale, la forma-zione dell’educatore professionale avvienepresso le strutture sanitarie del Serviziosanitario nazionale e le strutture di assi-stenza socio-sanitaria degli enti pubbliciindividuate con protocolli d’intesa fra re-gioni e università. Le università provve-dono alla formazione attraverso la facoltàdi medicina e chirurgia, in collegamentocon le facoltà di psicologia, sociologia escienze dell’educazione.

Si stabilisce invece, come si è detto, chel’educatore professionale socio-pedagogicodovrà conseguire il diploma di laurea nellaclasse di laurea L-19 (Scienze della for-mazione e dell’educazione).

Si profilano così come in passato duediversi percorsi di studio (l’uno nei dipar-timenti e facoltà di medicina, l’altro neidipartimenti e facoltà di scienze dell’edu-cazione e della formazione) ma si chiari-scono i diversi ambiti di intervento, sta-bilendo che l’educatore professionale so-cio-pedagogico agisca nei servizi e presidisocio-educativi e socio-assistenziali, non-ché nei servizi e presidi socio-sanitarilimitatamente agli aspetti educativi, men-tre quello socio-sanitario nei presidi eservizi sanitari e socio-sanitari.

La delimitazione degli ambiti viene daltipo di formazione, simile per certi aspetti– e cioè nell’impostazione che ha perobiettivo l’educazione della persona e per

lo svolgimento di un tirocinio – ma diversiovviamente perché l’educatore professio-nale formato nella classe 2 di Medicinaconsegue una laurea già oggi abilitantericevendo una formazione con un ampionumero di crediti di tipo sanitario. Quellosocio-pedagogico, invece, approfondiscemaggiormente il campo sociale acquisendole competenze relative, in coerenza con illivello del QEQ e con i requisiti di qualitàrichiesti dall’Agenzia nazionale di valuta-zione del sistema universitario e dellaricerca (ANVUR) secondo la normativauniversitaria vigente.

La distinzione, che nulla esclude sipossa in futuro superare, trova fonda-mento quindi nella differente struttura deicorsi di laurea e nelle diverse funzioni chei due gruppi di educatori sono chiamati asvolgere. La limitazione agli aspetti edu-cativi per l’intervento dell’educatore pro-fessionale socio-pedagogico nell’ambito so-cio-sanitario trova ragione nel fatto chenon avrebbe le competenze necessarie persvolgere compiti di tipo riabilitativo otanto meno terapeutico nel campo dellasalute; viceversa, proprio la formazionericevuta dall’educatore professionale so-cio-sanitario nei dipartimenti e facoltà dimedicina li rende adatti ad operare incampo sanitario e socio-sanitario anzichéprettamente pedagogico o socio-culturale.

Naturalmente si sottolinea che deveessere favorita in via prioritaria l’attiva-zione di corsi di laurea interdipartimentalio interfacoltà tra strutture afferenti al-l’area medica e all’area delle scienze del-l’educazione e della formazione per ilconseguimento di un diploma di laureanella classe L-19 ovvero nella classeL/SNT/2. Allo stesso tempo, le universitàdovranno favorire il riconoscimento delmaggior numero di crediti allo studente/studentessa che, in possesso di uno dei duetitoli, voglia conseguire anche l’altro, pro-prio per sottolineare la necessità di colle-gamento e di interconnessione tra i duetipi di formazione.

Tra gli ambiti in cui agisce l’educatoresocio-pedagogico, la legge cita senza al-cuna pretesa di esaustività quelli scola-stico; sociale; del welfare; della genitoria-lità e della famiglia; ambientale; culturale;motorio; del lavoro; giudiziario; dello svi-luppo delle comunità locali; dell’intercul-

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tura e della cooperazione internazionale.La varietà e l’ampiezza di questi ambiti diintervento possono far temere un rischiodi onnicomprensività. Ma è la stessa vo-cazione educativa a richiedere una multi-dimensionalità perché vari sono i bisognia cui si risponde. Sarà compito del Mini-stero dell’istruzione, dell’università e dellaricerca di provvedere, con propri decreti,ad apportare le necessarie modificazionialla determinazione delle classi di laureatriennale e magistrale interessate dallapresente legge e sarà compito dei dipar-timenti interessati sviluppare una forma-zione ampia ma non generica o superfi-ciale in campi diversi in cui però laprospettiva educativa faccia da elementounificante.

L’articolo 4, invece, elenca le diversetipologie di servizi e le diverse istituzionio organizzazioni – specificando che pos-sono essere pubbliche o private, anche nonaccreditate, o del terzo settore – nell’am-bito dei quali i professionisti possonooperare. Per quanto riguarda i servizi, sitratta, fra l’altro, di:

a) servizi educativi per lo sviluppodella persona e della comunità territoriale;

b) servizi educativi per bambini da 0a 3 anni;

c) servizi extrascolastici per l’infan-zia;

d) servizi educativi nelle istituzioniscolastiche; servizi extrascolastici per l’in-clusione e la prevenzione del disagio edella dispersione scolastica;

e) servizi per la genitorialità e lafamiglia; servizi educativi per le pari op-portunità; servizi di consulenza tecnicad’ufficio in particolare nell’ambito fami-liare;

f) servizi educativi di promozione delbenessere e della salute, con riguardo agliaspetti educativi; servizi per il recupero el’integrazione;

g) servizi di educazione formale enon formale per gli adulti;

h) servizi per anziani e servizi geria-trici;

i) servizi educativi, ludici, artistico-espressivi, sportivi, dell’animazione e deltempo libero dalla prima infanzia all’etàadulta;

l) servizi per l’integrazione degli im-migrati e dei rifugiati e per la formazioneinterculturale; servizi per lo sviluppo dellacooperazione internazionale;

m) servizi educativi nel sistema pe-nitenziario e di risocializzazione dei dete-nuti; servizi di assistenza ai minori coin-volti nel circuito giudiziario e penitenzia-rio;

n) servizi di educazione ambientale;servizi per la conoscenza, la salvaguardiae la valorizzazione del patrimonio dei beniculturali;

o) servizi educativi nel campo dell’in-formazione, comunicazione, multimedia-lità, promozione culturale e della lettura;

p) servizi educativi nei contesti lavo-rativi, nei servizi di formazione, colloca-mento, consulenza, orientamento e bilan-cio delle competenze; servizi per l’aggior-namento e per la formazione di educatorie di pedagogisti.

Come si è detto, in particolare, il pe-dagogista si occupa – oltre che di azionipedagogiche rivolte a singoli soggetti – diprogettare, programmare, organizzare ecoordinare i servizi pubblici o privati dieducazione e formazione, nonché di mo-nitorarli e valutarli. All’educatore spettainvece, tra l’altro, di sviluppare i pianieducativi individuali e progettare le azionieducative rivolte ai singoli soggetti.

La Commissione cultura ha dedicatoparticolare attenzione anche al regimetransitorio, perché – in assenza di unadisciplina specifica – in molti degli ambitidescritti si sono stratificati nel corso deglianni professionalità, esperienze e bisogniche l’introduzione del requisito professio-nale universitario potrebbe ipoteticamentemettere a repentaglio. Proprio per scon-giurare ogni, sia pure ridotto, rischio diimpatto occupazionale negativo, nell’arti-colo 13 è stata stabilita una serie dipossibilità « sananti », volte a consentire achi non abbia la laurea di continuare a

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svolgere il proprio lavoro. Oltre a preve-dere l’equipollenza di alcuni titoli, si isti-tuisce un corso intensivo di 60 crediti perchi voglia conseguire il titolo di educatoreprofessionale, mentre si tutela chi, anchese privo di una formazione universitaria,voglia continuare a svolgere il suo lavoroforte anche dell’esperienza acquisita cherappresenta una competenza da ricono-scere.

Il dibattito presso la Commissione cul-tura ha visto il contributo delle diverseistanze culturali e professionali portatodai soggetti ascoltati nel corso delle audi-zioni informali, in primis le associazionidegli educatori e dei pedagogisti, chehanno seguito da vicino il lavoro, docentiuniversitari e le loro società di riferimento,

gli esperti. Sono state molto utili le opi-nioni dei parlamentari che hanno parte-cipato alla discussione e importanti i con-tributi delle Commissioni in sede consul-tiva che ci hanno permesso di entrare nelmerito delle competenze, al ruolo e so-prattutto all’impiego professionale deglieducatori e dei pedagogisti chiarendo me-glio anche molti aspetti organizzativi.

Per questi motivi, invito l’Assemblea adapprovare convintamente il provvedimentoche fa emergere dall’invisibilità e dal di-sordine un gruppo professionale indispen-sabile per la crescita della nostra società,impegnato generosamente nel servizio efinora socialmente poco riconosciuto.

Milena SANTERINI, Relatrice

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PARERE DELLA I COMMISSIONE PERMANENTE

(AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

esaminato il testo unificato delle proposte di legge C. 2656 Iorie C. 3247 Binetti, recante « Disciplina delle professioni di educatoreprofessionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitarioe di pedagogista »;

considerato che le disposizioni da esso recate sono riconducibilialla materia « professioni » che rientra, ai sensi dell’articolo 117, terzocomma, della Costituzione nell’ambito della competenza legislativaconcorrente;

ricordata la consolidata giurisprudenza costituzionale secondocui l’individuazione delle figure professionali, con i relativi profili,titoli abilitanti ed ordinamenti didattici, è riservata, per il suocarattere necessariamente unitario, allo Stato, rientrando nella com-petenza delle regioni unicamente la disciplina di quegli aspetti chepresentano uno specifico collegamento con la realtà regionale (sen-tenza n. 138 del 2009; nello stesso senso, ex plurimis, sentenze n. 98del 2013, n. 300 del 2010, n. 131 del 2010, n. 328 del 2009, n. 57 del2007, n. 424 del 2006 e n. 153 del 2006);

rilevato che in base al combinato disposto dell’articolo 2,comma 4, e degli articoli 7 e 11, l’esercizio della professione èconsentito solo a chi possiede le qualifiche di educatore professionalesociopedagogico e di pedagogista, attribuite all’esito del percorso distudi universitario specificamente indicato che per il pedagogista èabilitante;

evidenziato che lo stesso principio si applica, in base all’articolo2, comma 4, anche per l’esercizio della professione di educatoreprofessionale socio-sanitario, subordinato al conseguimento dellospecifico titolo di studio abilitante;

preso atto che l’articolo 15 reca norme finali e transitorie edispone, in particolare, che la qualifica di educatore professionalesocio-pedagogico è attribuita direttamente a coloro che, alla data dientrata in vigore della legge, sono assunti con contratto a tempoindeterminato negli ambiti professionali indicati nel testo, che abbianoalmeno 50 anni di età o 25 anni di servizio;

sottolineata, al riguardo, l’opportunità di chiarire meglio lanozione di « ambito professionale di cui alla presente legge » attraversoun richiamo diretto all’articolo 3 che definisce i predetti ambiti;

rilevato, altresì, che, mentre appare ragionevole la previsione inbase alla quale la qualifica possa essere attribuita a chi è stato assuntocon contratto a tempo indeterminato e abbia almeno 25 anni diservizio, occorrerebbe, invece, valutare sotto il profilo della ragione-volezza la previsione che consente di acquisire direttamente la

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qualifica a coloro che sono titolari di contratto a tempo indeterminatoe abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età a prescindere dalladurata dell’attività svolta;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:

all’articolo 15 sia valutata, alla luce del principio di ragione-volezza, la previsione che consente di acquisire direttamente laqualifica a coloro che sono titolari di contratto a tempo indeterminatonegli ambiti professionali indicati dalla proposta di legge e abbianocompiuto il cinquantesimo anno di età a prescindere dalla duratadell’attività svolta.

PARERE DELLA II COMMISSIONE PERMANENTE

(GIUSTIZIA)

NULLA OSTA

PARERE DELLA VIII COMMISSIONE PERMANENTE

(AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)

PARERE FAVOREVOLE

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

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PARERE DELLA X COMMISSIONE PERMANENTE

(ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

La X Commissione,

esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delleproposte di legge C. 2656 Iori e abbinata, recante: « Disciplina delleprofessioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatoreprofessionale socio-sanitario e di pedagogista », quale risultante dagliemendamenti approvati dalla Commissione di merito;

sottolineato che il provvedimento è volto a disciplinare l’eser-cizio delle professioni di educatore socio-pedagogico e di pedagogista(nonché, per alcuni aspetti, la professione di educatore professionalesocio-sanitario, nuova denominazione dell’attuale educatore profes-sionale) stabilendo a questo fine che l’esercizio delle rispettive attivitàè consentito solo a chi sia in possesso delle relative qualifiche,attribuite all’esito del percorso di studi universitario specificamenteindicato, abilitante per le sole figure di pedagogista e di educatoreprofessionale socio-sanitario;

evidenziata la previsione per cui i laureati nella classe dellelauree in scienze dell’educazione e della formazione possono svolgereattività professionale come formatore, istruttore o tutor nei servizi diformazione professionale e continua (pubblici, privati e del privatosociale), nelle imprese e nelle associazioni di categoria e consideratoche la stessa può rappresentare una leva di miglioramento delleorganizzazioni e, quindi, un ausilio allo sviluppo dell’innovazione inimpresa;

considerato, alla luce del capoverso precedente, essenzialeprevedere un tirocinio professionale adeguato per l’educatore profes-sionale socio-pedagogico e per il pedagogista, visto che secondo lanormativa vigente si richiede un tirocinio pari a circa 1500 ore;

osservato che, all’articolo 14, si prevede che le professioni dieducatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista rientranofra le professioni non organizzate in ordini o collegi e valutatopositivamente che queste figure siano inserite nel sistema di certifi-cazione nazionale delle competenze per favorire la mobilità deilavoratori e delle lavoratrici, l’incontro tra domanda e offerta nelmercato del lavoro, nonché la spendibilità delle certificazioni inambito nazionale ed europeo;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

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PARERE DELLA XI COMMISSIONE PERMANENTE

(LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)

La XI Commissione,

esaminato, per quanto di competenza, il nuovo testo unificatodelle proposte di legge atti Camera n. 2656 e n. 3247, recante ladisciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedago-gico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista;

considerato che, allo stato, l’ordinamento riconosce unicamenteil profilo dell’educatore professionale in ambito socio-sanitario, di-sciplinato dal decreto del Ministero della sanità n. 520 del 1998,mancando, di conseguenza, un quadro regolamentare di riferimentoper la disciplina degli educatori in ambito socio-pedagogico;

apprezzate le finalità dell’intervento legislativo, che intendedisciplinare l’esercizio delle professioni di educatore socio-pedagogicoe di pedagogista, valorizzandole e garantendone il riconoscimento, latrasparenza e la spendibilità, nel quadro degli indirizzi fornitidall’Unione europea in materia di educazione formale, non formale einformale;

ritenuto che il provvedimento costituisca un primo importantepasso nella direzione dell’individuazione di una figura professionaleunica di educatore, nell’ambito della quale prevedere specializzazioniin ambito socio-pedagogico o sanitario;

rilevato che sia l’articolo 2, comma 1, sia l’articolo 4, comma1, prevedono che l’educatore professionale socio-pedagogico e ilpedagogista operino in regime di lavoro autonomo, subordinato o,laddove possibile, mediante forme di collaborazione;

considerato che il successivo articolo 3, delineando gli ambitidell’attività professionale dell’educatore socio-pedagogico, dell’educa-tore socio-sanitario e del pedagogista, stabilisce che l’educatoreprofessionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nei servizi enei presìdi socio-educativi e socio-assistenziali nonché nei servizi epresìdi socio-sanitari, con riguardo agli aspetti socio-educativi, mentrel’educatore professionale socio-sanitario opera nei servizi e nei presìdisanitari nonché nei servizi e presìdi socio-sanitari;

rilevato che il provvedimento disciplina in modo dettagliato lemodalità di acquisizione delle competenze richieste ai fini dell’eser-cizio della professione di educatore professionale socio-pedagogico edi pedagogista, in modo da garantire un’elevata preparazione e laprofessionalità nello svolgimento dell’attività lavorativa da parte deglioperatori;

evidenziata l’opportunità, ai fini dell’individuazione delle cono-scenze e delle competenze richieste all’educatore professionale socio-pedagogico e al pedagogista, di fare riferimento a quelle relative,rispettivamente, alle qualifiche di cui all’articolo 7 e all’articolo 11;

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XVII LEGISLATURA A.C. 2656-3247-A

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osservato che l’articolo 15 reca disposizioni di carattere tran-sitorio per il riconoscimento della qualifica di educatore professionalesocio-pedagogico a soggetti titolari di specifici titoli di studio, aeducatori che superino un corso intensivo di formazione di almeno unanno, da svolgersi presso le università, nonché a lavoratori assunti concontratto a tempo indeterminato negli ambiti professionali disciplinatidal provvedimento che abbiano almeno 50 anni di età o 25 anni diservizio;

ritenuto che la definizione di un quadro normativo di riferi-mento per la disciplina delle figure operanti in campo pedagogico,assicurandone la qualificazione e la professionalità, possa contribuirein modo determinante ad un miglioramento delle condizioni generalidi lavoro di tali operatori, anche con riferimento alle retribuzioni;

auspicato che, anche grazie alla più precisa definizione deiprofili professionali dell’educatore socio-pedagogico e del pedagogista,vengano individuate adeguate dotazioni di tali figure nell’ambito degliorganici delle pubbliche amministrazioni e sia corrispondentementelimitato a fattispecie meramente residuali il ricorso a contratti dicollaborazione,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:

a) valuti la Commissione di merito l’opportunità di migliorareil coordinamento tra le disposizioni dell’articolo 2, comma 1, edell’articolo 4, comma 1, alinea, le quali, entrambe, prevedono chel’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operino inregime di lavoro autonomo, subordinato o, laddove possibile, medianteforme di collaborazione;

b) valuti la Commissione di merito l’opportunità di sostituirel’alinea del comma 2 dell’articolo 6 con il seguente: « L’educatoreprofessionale socio-pedagogico è in possesso delle conoscenze e dellecompetenze relative alla qualifica di cui all’articolo 7 e svolge leseguenti attività educative e formative: », nonché di sostituire l’alineadel comma 2 dell’articolo 10 con il seguente: « Il pedagogista è inpossesso delle conoscenze e delle competenze relative alla qualifica dicui all’articolo 11 e svolge le seguenti attività pedagogiche: »;

c) valuti la Commissione di merito l’opportunità di definire inmodo più puntuale la disciplina transitoria di cui all’articolo 15, alfine di:

1) precisare che, negli ambiti professionali di cui all’articolo3 e nei servizi, nelle organizzazioni e negli istituti di cui all’articolo4, l’entrata in vigore del provvedimento non possa costituire motivoper la risoluzione unilaterale dei rapporti di lavoro in essere, né perla loro modifica in senso sfavorevole al lavoratore;

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XVII LEGISLATURA A.C. 2656-3247-A

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2) precisare i termini per lo svolgimento dei corsi intensivi diformazione di cui al comma 2 e i requisiti previsti dal comma 3, perl’acquisizione diretta della qualifica di educatore professionale socio-pedagogico, anche riducendo a venti il numero di anni di servizio concontratto a tempo indeterminato negli ambiti professionali di riferi-mento, richiesti per l’acquisizione della qualifica.

PARERE DELLA XII COMMISSIONE PERMANENTE

(AFFARI SOCIALI)

La XII Commissione,

esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delleproposte di legge C. 2656 Iori e abbinata, recante: « Disciplina delleprofessioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatoreprofessionale socio-sanitario e di pedagogista », quale risultante dagliemendamenti approvati dalla Commissione di merito;

osservato preliminarmente che rimane auspicabile disciplinareun’unica figura di educatore professionale, prevedendo all’uopo uncorso di laurea triennale in scienze dell’educazione e della formazionee, quindi, corsi biennali di specializzazione differenziati, con indirizzosanitario o pedagogico;

espresso comunque apprezzamento per il provvedimento inoggetto cui si attribuisce il merito di regolamentare le figure operantiin campo pedagogico, disciplinandone i percorsi formativi, al fine digarantire l’erogazione con omogeneità di servizi e interventi educatividi qualità e adeguati ai fabbisogni della popolazione;

espresse, in particolare, alcune perplessità con riferimento alledisposizioni di cui agli articoli 6, comma 2, e 10, comma 2, nella partein cui prevedono l’elenco delle discipline che devono rientrare nellasfera di conoscenza e di competenza dell’operatore socio-pedagogicoe del pedagogista, in quanto si ritiene che l’individuazione di talidiscipline dovrebbe spettare a un organismo di carattere tecnico e nondirettamente al legislatore;

considerato che gli articoli 3, comma 3, e 4, comma 1,prevedono un numero particolarmente elevato e variegato di ambitie di servizi, pubblici e privati, nei quali l’educatore professionalesocio-pedagogico e il pedagogista svolgono le rispettive attività, ragioneper cui si reputa essenziale prevedere un tirocinio adeguato, soprat-tutto alla luce del fatto che, ai sensi della normativa vigente, si prevedeun tirocinio pari a circa 1500 ore per l’educatore professionale;

evidenziato altresì che l’articolo 15, al comma 2, recante unadisposizione transitoria ai sensi della quale possono acquisire la

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XVII LEGISLATURA A.C. 2656-3247-A

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qualifica di educatore professionale socio-pedagogico previo supera-mento di un corso intensivo di formazione, anche a distanza, coloroche svolgano o abbiano svolto attività di educatore per un certoperiodo di tempo, non specifica il termine entro il quale i soggetti chene abbiano i requisiti possano avvalersi della predetta possibilità,

esprime:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:

valuti la Commissione di merito l’opportunità di precisare,all’articolo 15, comma 2, il termine entro il quale i soggetti in possessodi determinati requisiti, previsti dalla stessa disposizione, possonoacquisire la qualifica di educatore professionale socio-pedagogicoprevio superamento di un corso intensivo di formazione.

PARERE DELLA XIV COMMISSIONE PERMANENTE

(POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA)

PARERE FAVOREVOLE

PARERE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTAREPER LE QUESTIONI REGIONALI

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,

esaminato il testo unificato delle proposte di legge C. 2656 Iorie C. 3247 Binetti, recante « Disciplina delle professioni di educatoreprofessionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitarioe di pedagogista », come risultante dagli emendamenti approvati dallaCommissione in sede referente;

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XVII LEGISLATURA A.C. 2656-3247-A

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rilevato che la disciplina delle « professioni » rientra, ai sensidell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, nell’ambito dellacompetenza legislativa concorrente;

considerato altresì che, secondo la consolidata giurisprudenzacostituzionale, l’individuazione delle figure professionali, con i relativiprofili, titoli abilitanti ed ordinamenti didattici, è riservata, per il suocarattere necessariamente unitario, allo Stato, rientrando nella com-petenza delle regioni unicamente la disciplina di quegli aspetti chepresentano uno specifico collegamento con la realtà regionale (sen-tenza n. 138/2009; nello stesso senso, ex plurimis, sentenze n. 98/2013, n. 300/2010, n. 131/2010, n. 328/2009 e n. 153/2006),

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:

si valuti l’opportunità di stabilire espressamente che nei reper-tori regionali non possano essere identificate figure professionali chepresentino elementi di sovrapposizione con le figure individuate nellalegge a formazione universitaria e abilitante.

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TESTO UNIFICATODELLA COMMISSIONE

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Disciplina delle professioni di educatoreprofessionale socio-pedagogico, educa-tore professionale socio-sanitario e pe-dagogista

ART. 1.

(Oggetto).

1. La presente legge disciplina le pro-fessioni di educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista, nonché laprofessione di educatore professionale so-cio-sanitario. A quest’ultima, per quantonon espressamente previsto nella presentelegge, continuano ad applicarsi le disposi-zioni del regolamento di cui al decreto delMinistro della sanità 8 ottobre 1998,n. 520.

2. L’educatore professionale socio-pe-dagogico e il pedagogista operano in am-bito educativo, formativo e pedagogico, inrapporto a qualsiasi attività svolta in modoformale, non formale e informale, nellevarie fasi della vita, in una prospettiva dicrescita personale e sociale, come indicatodall’articolo 2 del decreto legislativo 16gennaio 2013, n. 13, attraverso la regola-mentazione e l’integrazione della forma-zione universitaria, delle competenze, deltitolo, della qualificazione, dell’accesso allavoro e della formazione continua, pervalorizzare il patrimonio professionale eper garantirne il riconoscimento, la tra-sparenza e la spendibilità

3. La disciplina delle professioni dieducatore professionale socio-pedagogico edi pedagogista, prevista dalla presentelegge, persegue gli obiettivi della Strategiaeuropea deliberata dal Consiglio europeodi Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, inmateria di sviluppo dell’educazioneformale, non formale e informale

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lungo il corso della vita dei cittadini eu-ropei per la realizzazione dello spazioeuropeo della società della conoscenzaavanzata e competitiva, democratica e in-clusiva, conformemente alle conclusioni2009/C 119/02 del Consiglio europeo, del12 maggio 2009, su un quadro strategicoper la cooperazione europea nel settoredell’istruzione e della formazione (« ET2020 »).

ART. 2.

(Definizione delle professioni di educatoreprofessionale socio-pedagogico e di pedago-

gista).

1. L’educatore professionale socio-pe-dagogico e il pedagogista sono professio-nisti che operano nel campo dell’educa-zione formale e dell’educazione non for-male, nel rispetto delle norme dei rispet-tivi ordinamenti e profili professionalinonché dello specifico codice deontologico,con l’utilizzo di metodologie proprie dellaprofessione, in regime di lavoro autonomo,subordinato o, laddove possibile, medianteforme di collaborazione.

2. L’educatore professionale socio-pe-dagogico è un professionista che svolgefunzioni intellettuali con proprie autono-mia scientifica e responsabilità deontolo-gica, con l’uso di strumenti conoscitivispecifici di tipo teorico e metodologico, perla progettazione, programmazione, inter-vento e valutazione degli esiti degli inter-venti educativi e supervisione, indirizzatialla persona e ai gruppi, in vari contestieducativi e formativi, per tutto il corsodella vita, nonché con attività didattica diricerca e di sperimentazione.

3. Il pedagogista è un professionista dilivello apicale, specialista dei processi edu-cativi e formativi, con proprie autonomiascientifica e responsabilità deontologica,che svolge funzioni di progettazione, coor-dinamento, intervento e valutazione peda-gogica, in vari contesti educativi e forma-tivi, sia nei comparti socio-assistenziale esocio-educativo, sia nel comparto socio-sanitario con riguardo agli aspetti socio-

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educativi, nonché attività didattica, di ri-cerca e di sperimentazione.

4. L’esercizio della professione di edu-catore professionale socio-pedagogico èsubordinato al conseguimento della quali-fica di cui all’articolo 7, comma 1. L’eser-cizio delle professioni di educatore pro-fessionale socio-sanitario e di pedagogistaè subordinato al conseguimento dello spe-cifico titolo abilitante.

ART. 3.

(Ambiti dell’attività professionale).

1. L’educatore professionale socio-pe-dagogico e il pedagogista operano nei ser-vizi e nei presìdi socio-educativi e socio-assistenziali, nonché nei servizi e nei pre-sìdi socio-sanitari limitatamente agliaspetti socio-educativi.

2. L’educatore professionale socio-sani-tario opera nei servizi e nei presìdi sani-tari nonché nei servizi e nei presìdi socio-sanitari.

3. L’educatore professionale socio-pe-dagogico e il pedagogista operano nei con-fronti di persone di ogni età, prioritaria-mente nei seguenti ambiti:

a) educativo e formativo;

b) scolastico;

c) socio-sanitario e della salute, limi-tatamente agli aspetti socio-educativi;

d) socio-assistenziale;

e) della genitorialità e della famiglia;

f) culturale;

g) giudiziario;

h) ambientale;

i) sportivo e motorio;

l) dell’integrazione e della coopera-zione internazionale.

ART. 4.

(Servizi, organizzazioni e istituti nei quali èesercitata l’attività professionale dell’educa-tore professionale socio-pedagogico e del

pedagogista).

1. L’educatore professionale socio-pe-dagogico e il pedagogista, ciascuno nella

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sfera delle proprie competenze, operanoprioritariamente negli ambiti di cui all’ar-ticolo 3, in particolare all’interno dei se-guenti servizi e presìdi pubblici e privati:

a) servizi educativi per lo sviluppodella persona e della comunità territoriale;

b) servizi educativi per bambini da 0a 3 anni;

c) servizi extrascolastici per l’infan-zia;

d) servizi educativi nelle istituzioniscolastiche; servizi extrascolastici per l’in-clusione e la prevenzione del disagio edella dispersione scolastica;

e) servizi per la genitorialità e lafamiglia; servizi educativi per le pari op-portunità; servizi di consulenza tecnicad’ufficio in particolare nell’ambito fami-liare;

f) servizi educativi di promozione delbenessere e della salute, con riguardo agliaspetti educativi; servizi per il recupero el’integrazione;

g) servizi di educazione formale enon formale per gli adulti;

h) servizi per anziani e servizi geria-trici;

i) servizi educativi, ludici, artistico-espressivi, sportivi, dell’animazione e deltempo libero dalla prima infanzia all’etàadulta;

l) servizi per l’integrazione degli im-migrati e dei rifugiati e per la formazioneinterculturale; servizi per lo sviluppo dellacooperazione internazionale;

m) servizi educativi nel sistema pe-nitenziario e di risocializzazione dei dete-nuti; servizi di assistenza ai minori coin-volti nel circuito giudiziario e penitenzia-rio;

n) servizi di educazione ambientale;servizi per la conoscenza, la salvaguardia

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e la valorizzazione del patrimonio dei beniculturali;

o) servizi educativi nel campo dell’in-formazione, della comunicazione, dellamultimedialità, della promozione culturalee della lettura;

p) servizi educativi nei contesti lavo-rativi, nei servizi di formazione, colloca-mento, consulenza, orientamento e bilan-cio delle competenze; servizi per l’aggior-namento e per la formazione di educatorie di pedagogisti.

2. Per le amministrazioni pubblicheinteressate, le disposizioni del comma 1non comportano l’obbligo di erogare ser-vizi socio-educativi aggiuntivi rispetto aquelli stabiliti dalla legislazione vigente nécostituiscono autorizzazione a derogare aivincoli assunzionali ivi previsti.

ART. 5.

(Qualifica europea dell’educatore).

1. L’educatore professionale socio-pe-dagogico rientra nel livello di conoscenze,competenze e abilità e opera nelle aree diprofessionalità del 6o livello del Quadroeuropeo delle qualifiche (QEQ), secondo lareferenziazione nazionale delle qualificheall’European qualifications framework daparte del Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali, del Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, delDipartimento per le politiche europeedella Presidenza del Consiglio dei ministrie dell’Istituto per lo sviluppo della forma-zione professionale dei lavoratori (ISFOL),ai sensi della raccomandazione del Parla-mento europeo e del Consiglio, del 23aprile 2008, sulla costituzione del QEQ perl’apprendimento permanente, di seguitodenominata ”raccomandazione europea 23aprile 2008”.

ART. 6.

(Attività professionali e competenze del-l’educatore professionale socio-pedagogico).

1. Negli ambiti di cui all’articolo 3,l’educatore professionale socio-pedagogico

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svolge mansioni relative alla programma-zione, alla progettazione, all’attuazione,alla gestione e alla valutazione delle azionieducative e formative dei servizi e deisistemi di educazione e formazione pub-blici o privati e del terzo settore. Concorre,inoltre, alla progettazione dei suddetti ser-vizi e sistemi e di azioni educative rivolteai singoli soggetti.

2. L’educatore professionale socio-pe-dagogico è in possesso delle conoscenze edelle competenze relative alla qualifica dicui all’articolo 7 e svolge le seguenti atti-vità educative e formative:

a) progetta, programma, realizza evaluta interventi e trattamenti educativi eformativi diretti alla persona negli ambitie nei servizi individuati dalla presentelegge;

b) accompagna e facilita i processi diapprendimento in contesti di educazionepermanente;

c) accompagna e facilita i processi diapprendimento in contesti di formazioneprofessionale;

d) accompagna e facilita interventi diinserimento lavorativo;

e) coopera alla definizione delle po-litiche formative;

f) coopera alla pianificazione e allagestione di servizi di rete nel territorio;

g) collabora all’attuazione dei sistemiintegrati per la gestione e la valorizzazionedelle risorse umane e per lo sviluppo dicompetenze.

ART. 7.

(Formazione universitaria dell’educatoreprofessionale socio-pedagogico e dell’educa-

tore professionale socio-sanitario).

1. La qualifica di educatore professio-nale socio-pedagogico è attribuita a seguitodel rilascio del diploma di un corso dilaurea della classe di laurea L-19 Scienzedell’educazione e della formazione.

2. La formazione universitaria dell’edu-catore professionale socio-pedagogico, di

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cui al comma 1, è funzionale al raggiun-gimento di idonee conoscenze, abilità ecompetenze educative e disciplinari con-nesse, per lo svolgimento delle attivitàprofessionali di cui all’articolo 6, in coe-renza con i livelli del QEQ e con i requisitidi qualità previsti dell’Agenzia nazionaledi valutazione del sistema universitario edella ricerca (ANVUR) secondo la norma-tiva universitaria vigente.

3. La qualifica di educatore professio-nale socio-sanitario è attribuita a seguitodel rilascio del diploma di laurea abili-tante di un corso di laurea della classeL/SNT2 delle professioni sanitarie dellariabilitazione.

4. Le università favoriscono in via prio-ritaria l’attivazione di corsi di laurea in-terdipartimentali o interfacoltà tra strut-ture afferenti all’area medica e all’areadelle scienze dell’educazione e della for-mazione per il conseguimento dei diplomidi laurea nella classe L-19 ovvero nellaclasse L/SNT2.

5. Le università favoriscono il ricono-scimento del maggior numero di creditiallo studente che, in possesso di uno deidue titoli di cui al comma 4, intendaconseguire anche l’altro.

ART. 8.

(Qualifica europea del pedagogista).

1. Il pedagogista rientra nel livello diconoscenze, competenze e abilità e operanelle aree di professionalità del 7o livellodel QEQ, secondo la referenziazione nazio-nale delle qualifiche dell’European qualifi-cations framework da parte del Ministerodel lavoro e delle politiche sociali, del Mini-stero dell’istruzione, dell’università e dellaricerca, del Dipartimento per le politicheeuropee della Presidenza del Consiglio deiministri e dell’ISFOL, ai sensi della racco-mandazione europea 23 aprile 2008.

ART. 9.

(Attività professionali e competenzedel pedagogista).

1. Negli ambiti di cui all’articolo 3, ilpedagogista svolge attività di progetta-

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zione, programmazione, organizzazione,coordinamento, gestione, monitoraggio, va-lutazione, consulenza e supervisione dellaqualità pedagogica dei servizi e dei sistemipubblici o privati di educazione e forma-zione. Compie inoltre azioni pedagogicherivolte a singoli soggetti.

2. Il pedagogista è in possesso delleconoscenze e delle competenze relativealla qualifica di cui all’articolo 10 e svolgele seguenti attività educative e formative:

a) progetta, coordina, realizza e va-luta interventi e trattamenti educativi eformativi diretti alla persona, negli ambitie nei servizi individuati dalla presentelegge;

b) effettua la ricognizione, il coordi-namento, la rilevazione, l’analisi, l’inter-pretazione e la valutazione funzionale ditipo pedagogico e collabora al lavoro delleéquipes plurispecialistiche;

c) programma, progetta, coordina, ge-stisce e valuta piani di formazione per-manente;

d) progetta, gestisce, coordina e va-luta servizi e sistemi di formazione pro-fessionale manageriale;

e) realizza e coordina interventi diorientamento pedagogico e di orienta-mento permanente nonché di consulenza,bilancio di competenze e inserimento la-vorativo;

f) coopera alla definizione delle po-litiche formative;

g) offre consulenza per la pianifica-zione e la gestione di servizi di rete nelterritorio;

h) offre consulenza per l’attuazionedei sistemi integrati per la gestione e lavalorizzazione delle risorse umane e per losviluppo di competenze;

i) coordina servizi educativi e forma-tivi territoriali.

ART. 10.

(Formazione universitaria del pedagogista).

1. La qualifica di pedagogista è attri-buita a seguito del rilascio di un diploma

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di laurea abilitante nelle classi di laureamagistrale LM-50 Programmazione e ge-stione dei servizi educativi, LM-57 Scienzedell’educazione degli adulti e della forma-zione continua, LM-85 Scienze pedagogi-che o LM-93 Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education. Le spesederivanti dallo svolgimento dell’esame pre-visto ai fini del rilascio del diploma dilaurea abilitante sono poste integralmentea carico dei partecipanti con le modalitàstabilite dalle università interessate.

2. La qualifica di pedagogista è attri-buita altresì ai professori ordinari, straor-dinari, associati, fuori ruolo e in quie-scenza, ai dottori di ricerca in pedagogia,anche in possesso di titoli accademicidiversi da quelli previsti dal comma 1, cheabbiano insegnato discipline pedagogiche,per almeno tre anni accademici anche nonconsecutivi, nelle università italiane o instrutture di particolare rilevanza scienti-fica anche sul piano internazionale, non-ché ai ricercatori universitari di ruolo indiscipline pedagogiche, anche in possessodi titoli accademici diversi da quelli pre-visti dal comma 1.

3. La formazione universitaria del pe-dagogista è funzionale al raggiungimentodi idonee conoscenze, abilità e competenzepedagogiche e nelle aree disciplinari con-nesse, per lo svolgimento delle attivitàprofessionali individuate nell’articolo 9, incoerenza con i livelli del QEQ e con irequisiti di qualità previsti dall’ANVURsecondo la normativa universitaria vigente.

ART. 11.

(Adeguamento dei percorsi formativi).

1. Entro tre mesi dalla data di entratain vigore della presente legge, il Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca provvede, con propri decreti, adapportare le necessarie modificazioni aidecreti del Ministro dell’università e dellaricerca 16 marzo 2007, concernenti ladeterminazione delle classi delle laureeuniversitarie triennali e delle classi dilaurea magistrale, pubblicati rispettiva-

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mente nei supplementi ordinari n. 153alla Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio2007 e n. 155 alla Gazzetta Ufficiale n. 157del 9 luglio 2007.

2. Entro tre mesi dalla data di entratain vigore della presente legge, il Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca e il Ministro della salute provvedono,con proprio decreto, ad apportare le ne-cessarie modificazioni al decreto intermi-nisteriale 19 febbraio 2009, pubblicatonella Gazzetta Ufficiale n. 119 del 25 mag-gio 2009, concernente la determinazionedelle classi dei corsi di laurea per leprofessioni sanitarie.

ART. 12.

(Collocazione professionale).

1. Ai sensi della legge 14 gennaio 2013,n. 4, le professioni di educatore professio-nale socio-pedagogico e di pedagogistarientrano nelle professioni non organiz-zate in ordini o collegi.

2. Le professioni di educatore profes-sionale socio-pedagogico e di pedagogistasono inserite, secondo la presente legge ein rapporto alla classificazione del QEQ,negli elenchi e nelle banche di dati deglienti e organismi nazionali e regionali de-putati alla classificazione, alla declaratoriae all’accreditamento delle professioni, non-ché nel repertorio nazionale dei titoli diistruzione e formazione e delle qualifica-zioni professionali, di cui all’articolo 8 deldecreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13.

3. Ai fini di cui al comma 2, sonoattivati e aggiornati gli specifici codiciprofessionali di educatore professionalesocio-pedagogico, di educatore professio-nale socio-sanitario e di pedagogista, uni-ficando la nomenclatura e la classifica-zione delle professioni del Consiglio na-zionale dell’economia e del lavoro, del-l’ISFOL, dell’Istituto nazionale di statistica,dei Ministeri, delle regioni e degli altriorganismi autorizzati, cui devono attenersianche gli organismi di accreditamento ecertificazione della qualità nonché le as-sociazioni professionali e i singoli profes-

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sionisti che esercitano in qualsiasi formala professione secondo la legge 14 gennaio2013, n. 4.

ART. 13.

(Norme finali e transitorie).

1. La qualifica di educatore professio-nale socio-pedagogico è attribuita a coloroche, alla data di entrata in vigore dellapresente legge, sono in possesso di undiploma o di un attestato riconosciutoequipollente al diploma di laurea dellaclasse L-19 con decreto del Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricerca,di concerto con il Ministro del lavoro edelle politiche sociali, da emanare entronovanta giorni dalla data di entrata invigore della presente legge.

2. In via transitoria, possono acquisirela qualifica di educatore professionale so-cio-pedagogico, previo superamento di uncorso intensivo di formazione per com-plessivi 60 crediti, da svolgersi presso leuniversità, anche tramite la formazione adistanza, coloro che, alla data di entrata invigore della presente legge, sono in pos-sesso di uno dei seguenti requisiti e in-traprendono i predetti corsi intensivi entrotre anni dalla medesima data:

a) inquadramento nei ruoli delle am-ministrazioni pubbliche a seguito del su-peramento di un pubblico concorso rela-tivo al profilo di educatore;

b) svolgimento dell’attività di educa-tore per non meno di tre anni, anche noncontinuativi. L’attività svolta è dimostratamediante dichiarazione del datore di la-voro ovvero autocertificazione dell’interes-sato ai sensi del testo unico di cui aldecreto del Presidente della Repubblica 28dicembre 2000, n. 445;

c) diploma abilitante rilasciato entrol’anno scolastico 2001/2002 da un istitutomagistrale o da una scuola magistrale.

3. Il corso di cui al comma 2 è orga-nizzato dai dipartimenti e dalle facoltà discienze dell’educazione e della formazione

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delle università. Le relative spese sonoposte integralmente a carico dei frequen-tanti con le modalità stabilite dalle mede-sime università.

4. Acquisiscono direttamente la quali-fica di educatore professionale socio-pe-dagogico coloro che, alla data di entrata invigore della presente legge, essendo titolaridi un contratto di lavoro a tempo inde-terminato negli ambiti professionali di cuialla presente legge, siano in possesso an-che di uno solo dei seguenti requisiti:

a) almeno cinquanta anni di età ealmeno dieci anni di servizio;

b) almeno venti anni di servizio.

5. Le modalità di accesso e di svolgi-mento del corso intensivo di formazione dicui al comma 2 e della relativa provascritta finale sono definite con decreto delMinistro dell’istruzione, dell’università edella ricerca, di concerto con il Ministrodel lavoro e delle politiche sociali, daemanare entro novanta giorni dalla data dientrata in vigore della presente legge.

6. Fermo restando quanto previsto daicommi precedenti, i soggetti che alla datadi entrata in vigore della presente leggeabbiano svolto legittimamente l’attività dieducatore per un periodo minimo didodici mesi, anche non continuativi, do-cumentata nei modi di cui al comma 2,lettera b), possono continuare ad eserci-tare l’attività di educatore. I soggetti dicui al periodo precedente non possonoavvalersi della qualifica di « educatoreprofessionale socio-pedagogico ». Negliambiti professionali di cui all’articolo 3 enei servizi, nelle organizzazioni e negliistituti di cui all’articolo 4, il mancatopossesso della qualifica di « educatoreprofessionale socio-pedagogico » o di« educatore professionale socio-sanitario »non può costituire, direttamente o indi-rettamente, motivo per la risoluzione uni-laterale dei rapporti di lavoro in corsoalla data di entrata in vigore della pre-sente legge, né per la loro modifica,anche di ambito, in senso sfavorevole alprestatore.

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ART. 14.

(Clausola di invarianza finanziaria).

1. All’attuazione delle disposizioni dicui alla presente legge si provvede nel-l’ambito delle risorse umane, finanziarie estrumentali disponibili a legislazione vi-gente e, comunque, senza nuovi o maggiorioneri per la finanza pubblica.

Stampato su carta riciclata ecologica*17PDL0042140*

*17PDL0042140*

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