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    Direttore Luca Beltrami GadolaNumero 3 Anno II

    26 gennaio 2010

    www.arcipelagomilano.orgEditoriale - L.B.G. - BIBLIOTECHE: LE VIE ALLA MODERNIZZAZIONE

    Citra- Giorgio Uberti - LAPIDI E FUTURO, IL PRIMO PERCORSO DELLA MEMORIADall' Arcipelago - Vincenzo Ortolina - LA CRISI DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (E NON SOLO)

    Economia- Roberto Taranto- IL DIGITALE TERRESTRE IN LOMBARDIA: UNA SCATOLA VUOTA?Approfondimenti - Mario De Gaspari - NUOVA PROPROGA PER I PGT . . I t FINITA UNA STAGIONEUrbanistica - Lodovico Meneghetti - COME DARE L'ULTIMA MAZZATA ALLA CITTA PUBBLICA

    Scuola - Andrea Vanzo - IL RUOLO (MODESTO) DELLA MUSICA NELLA SCUOLALettera - Giancarlo Pagliarini - UNA RIVOL TA DALLA PERIFERIA DELL'IMPERO

    Dal palazzo - Oreste Pivetta - I DECIBEL DELLA MORA TTlArchitettura - Paolo Favole - LA CASA DELLA MEMORIA

    VideoANTONIO PADOA SCHIOPPA: IL FUTURO DELLA BEIC

    MusicaANTONIO BRIOSCHI - Musicista milanese

    Sinfonia in si bemolle magg. (1741 ca.) Primo Movimento

    II magazine offre come sempre Ie sue rubriche di attualita inARTE & SPETIACOLI

    MUSICA - a cura di Paolo ViolaTEA TRO - a cura di Guendalina MurroniCINEMA E TV - a cura di Simone Mancuso

    ARTE - a cura di Rita Bramante

    http://www.arcipelagomilano.org/http://www.arcipelagomilano.org/
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    EditorialeBIBLIOTECHE: LE VIE ALLA MODERNIZZAZIONEL.B.G.

    Ricordando a distanza di anni, era-vamo nel 2001 rna pare un secolo fa,Ie tre ''I'' di Berlusconi - Inglese, In-formatica, Impresa - come Iinee gui-da per la modemizzazione del Paesee pensando a cosa e successo dopo diallora, dall ' 11 settembre allo scoppiodella bolla finanziaria, per arrivare aoggi, ci rendiamo conto che il per-corso della modernizzazione nonpassa tanto daIle tre ''1'' quanto dallacultura generale dei suoi cittadini equest' ultima passa necessariamenteanche attraverso il sistema delle bi-blioteche pubbliche. C'e una partico-larita in pili: tra le tante "moderniz-zazioni" quella delle bibliotechesembra essere una delle pili necessa-rie in un sistema d'istruzione-formazione-ricerca che forse pili diogni altro ha visto l'ingresso di tee-nologie innovative e di cambiamentoquantitativo e qualitativo della do-manda. A Milano e dal 1996 che siparla di una grande biblioteca chemetta la nostra citra al passo con lealtre citta europee. Sono cambiate IeGiunte, sono cambiati igoverni, c'ela grande opportunita dellExpo eforse dopo ventun anni vedremo Ianuova BEIC, 1aBiblioteca europea diinformazione e cultura.Abbiamo chiesto al professor Anto-nio Padoa Schioppa, presidente dellafondazione BEIC, di rilasciarci un'i-ntervista per questo numero di Arci-pelagomilano. Ma non e solo diBEIC che si deve parlare e mi sono

    fatto guidare dal Dottor Massimo Be-lotti, direttore della rivista Bibliote-che oggi e grande esperto del settore,per capire ache punto e 1anostra cit-taoMilano non e messa poi cosi ma-le dal punto di vista delle sue biblio-teche, a partire dalla principale, laBiblioteca Sormani rna va subito det-ta una cosa: il nostro sistema, in par-ticolare quello delle biblioteche rio-nali, e figlio del '900 , e insomma i1modello della biblioteca popolare delglorioso riformismo turatiano comestrumento si di cultura ma soprattuttodi emancipazione sociale. Oggi - di-ce Belotti-l'orientamento e di andareverso Ie Public Library di modelIoanglosassone, non pili l'austero tem-pia del sapere rna anche un acco-gliente luogo di socializzazione edinformazione e persino di supportoinformative per Ie necessita della vitaquotidiana di lavoro e di svago.Le biblioteche del terzo millenniohanno lasciato aIle spalle il'900. .In questa direzione quelle di pili re-cente realizzazione, fatta eccezioneper la Valvassori Peroni da poco i-naugurata, sono tutte nell 'hinterlande sembra quasi stringano d' assedio lavecchia struttura milanese forte dellesue 24 biblioteche rionali e dei suoi500 mila volumi. Come sempre nelnostro Paese sono Ie strutture perife-riche e territoriali quelle nelle quali sinasconde l'impegno culturale e civilee cosi anche ibibliotecari e idirettorisi affannano a tener dietro ai tempi

    pur con strutture inadeguate: la mi-gliore declinazione italiana dell'artedi arrangiarsi.Ma per finire, quale potrebbe essereil destino della Sormani, dopo l'a-rrivo della BEIC? Potrebbe diventa-re - dice Belotti - la biblioteca del'900 e soprattutto quella della culturamilanese, giocata in parte sulla suagrande raccolta di periodici - 20 miladi cui 8 mila testate consultabili - ecomunque forte di 800 mila volumi edi migliaia di documenti audiovisi-vi.. Ci sono tuttavia molte nuvoleall' orizzonte di un Paese come il no-stro che pensa di essere uscito dallacrisi perche gli indicatori della politi-ca economica - ripresa degli ordini emiglioramento della domanda - sonopositivi. II gettito fiscale e in deere-scita e 1adisoccupazione fa diminuiredunque Ie risorse finanziarie: soprav-vivra la BEIC alla stretta? Milanonon puo comunque rinunciare ad a-vere una biblioteca adeguata ai suoibisogni anche senza forse pensare auna struttura tanto impegnativa, so-prattutto suI versante della gestione,quanto la BEIC.Non esistono in ogni caso strumentialtemativi alle biblioteche sulla stra-da della modernizzazione, soprattuttoqueUe pubbliche e generaliste, apertea tutti dai bambini di 1 anna - legge-re prima di leggere - agli anziani.L'hinterland e andato avanti e forseanticipa con le sue biblioteche la gr-ande Milano dei servizi ai cittadini.

    CittaLAPIDI E FUTURO, IL PRIMO PERCORSO DELLA MEMORIAGiorgio Uberti

    16 Gennaio 2009, una data importan-te per la memoria milanese. L' As-sociazione Nazionale Partigiani Ita-liani, i Giovani Democratici dellaZona 7 e l'Associazione Nives Bez-zo, hanno organizzato ilPrimo per-corso della memoria: una manifesta-zione dall 'altissimo valore culturale,storico e simbolico. Una visita ailuoghi della memoria, e la deposizio-ne di una rosa bianca nel ricordo deicaduti per la pace e la democrazia.Ospite d'onore, Loris Vegetti, parti-giano, memoria dena Zona sui fattirelativi alla lotta liberazione e ac-compagnatore ufficiale in questa giro

    per "quei luoghi" tanto amati da Ca-lamandrei. E' positivo che venganoorganizzate queste iniziative - di-chiara Vegetti - che avranno diversitraguardi durante l'anno, nel territo-rio e in altri territori. Questa e unmodo per far conoscere alla cittadi-nanza Ie singole vittime e impegnarel' autorita del comune di Milano atutelare e incentivare la conoscenzadelle tracce di storia presenti in cit-ta.La data non coincide con nessun e-vento 0 ricorrenza particolare, anchese abbastanza vicina al tanto discusso27 Gennaio. Come mai alIora una

    manifestazione di questo tipo a metagennaio? Per capirlo abbiamo chiestoa Marcello Dassi, 22 anni, giovanedemocratico e organizzatore di que-sta giomata: Ogni momenta e unbuon momenta per 1a memoria. Ab-biamo scelto questa data perche pen-siamo che ricordarci di queste perso-ne, solo il 25 Aprile, con 1a deposi-zione di una corona di fiori, non siaabbastanza. Quindi quale puo essereil senso di questo primo percorso del-la memoria? Sempre Marcello ci haorgogliosamente risposto: E' ilpri-mo atto che i giovani fanno in questaZona per ricordare icaduti della resi-

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    stenza. Non dobbiamo dimenticarciche in fondo queste persone sono, perla maggior parte, nostri coetanei. Essihanno lottato e sacrificato la loro vitaper difendere la liberta e la democra-zia di questa Paese. Ci fa piacere cheil tema colpisca ancora molte perso-ne.Questo primo percorso ha infatti vi-sto la partecipazione di oltre ventipersone, motte per un'iniziativa natain un Circolo di quartiere. Prima tap-pa il Cimitero di Guerra degli Inglesi,presso il Parco di Trenno. Questoluogo, per la presenza di numerosicaduti di diverse nazionalita e statoscelto come simbolo dei grandi sacri-fici offerti alla causa della Iiberta edella pace di ogni parte della terra.Accomunati dal dolore e dalla rico-noscenza per questi uomini la "caro-vana" ha proseguito verso la lapidein ricordo dei Partigiani di QuintoRomano: Galli Giuseppe morto nelcampo di concentramento di Dachau,Clerici Attilio e Sisti Rino morti incombattimento e Carati Rinaldo, fu-cilato dai fascisti della "Muti", Stessasorte di quest'ultimo anche per FinziAngelo e Cantu Mariuccia, ricordati

    in una lapide sulla strada per Baggio,rei di aver sottratto ai fascisti alcunidocumenti, una macchina da scriveree 620mila lire in contanti.Proseguendo poi verso Baggio tro-viamo il cippo in ricordo di GiordanoRosetta, inseguito e fucilato duranteun rastrellamento nel Novembre del1944. Giunti a Baggio si sono ricor-darti i caduti del monumento di Piaz-za Stovani, in particolare GalileoVercesi, Segretario Provinciale dellaDC, catturato e Fucilato a Fossoli nel1944. Durante le tappe conclusive,avvenute a Quarto Cagnino, si sonoricordarti: Gabriella Bortolon, mortainnocente nell' attentato alla questuradel 1973 e alla quale il gruppo consi-liare di Zona 7 del PD ha depositatouna richiesta d'intitolazione del par-co locale, e Giovanni Alippi fucilatonel 1944 per aver rubato un camiondal quale furono diffuse delle copiedell'Unita titolanti la liberazione diFirenze.Questa manifestazione mette in lucel'importanza che ha oggi la memoriain quanta valo re, ma per un giovanequanto dovrebbe essere importanteapprendere una storia, solo margi-

    nalmente toccata nei programmi mi-nisteriali, come la lotta di liberazio-ne? Abbiamo chiesto all'accompa-gnatore Loris Vegetti: Non c'e Na-zione, Stato 0 Comunita senza Ieproprie radici, essi non possono vive-re senza la memoria. Le radici dellademocrazia italiana stanno nel rove-sciamento della dittatura. Per i gio-vani e importante conoscere questeorigini attraverso delle iniziative perarrivare a comprendere la Costitu-zione della Repubblica e per arrivareai temi basati sull'applicazione dellaCostituzione. Infine non e difficileimmaginare, ragionando suI nomedella manifestazione la volonta, daparte degli organizzatori, di una futu-ra reiterazione. Questo perche la co-noscenza storica non PUO, esseretramandata da un giomo con l'altro,essa ha bisogno di essere assirnilatanelle menti delle nuove generazioni,le quali avranno il compito di tra-smetterla a lora volta.A tal propos ito il filosofo spagnoloSantayana amava ricordare che: "Co-loro che non sanno ricordare il passa-to sono destinati a ripeterlo".

    Dall'ArcipelagoLA CruSI DELLE ASSEMBLEE ELETTlVE (E NON SOLO)

    Vincenzo OrtolinaC' e un tema che, sulle pagine deigiomali, di tanto in tanto ricorre: lascarsa produttivita dei consigli deglienti locali e, pili in generale, delleassemblee elettive. I quotidiani mila-nesi ne parlano spesso. In questigiorni, Repubblica ci segnala che ilconsiglio comunale di Milano ha ap-provato, in tre anni, sol tanto 286 de-libere. A naso, una a seduta. In Pro-vincia, che ha competenze pili ridot-te, la situazione (1 0 dico per espe-rienza diretta, avendo fatto il presi-dente del consiglio con Penati) nonva certo meglio: anzi! 10 credo, allo-ra, sia il caso di rifiettere, in argo-mento, cercando, se possibile, di fareanche un po' di chiarezza. In premes-sa, la domanda e: come si misura laproduttivita di un'assemblea elettiva?

    La funzione di un Consiglio deglienti locali e di approvare gli atti fon-damentali dell' ente, e di indirizzare econtrollare (in senso non ragionieri-stico) l'attivita dell'esecutivo. Qu-est'ultima funzione in particolare siesercita in molti modi: definendo li-nee d'indirizzo per la giunta, formu-lando ordini del giomo e mozioni,presentando interrogazioni, e via di-scorrendo. In questo contesto, parlaredi produttivita come se fossimo inun'azienda, a me sembra un po' su-perficiale: perche qui c'e di mezzoanche una questione che si chiamademocrazia, non misurabile in termi-ni puramente quantitativi.Ma se di atti consiliari che produco-no immediati effetti amministrativive ne sono cosi pochi, anche nelle

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    entita di grossa dimensione, qualcheproblema c'e, evidentemente. In pro-posito, io ho dubbi che si debba attri-buirne la responsabilita soltanto agliesecutivi, poco solleciti a proporredelibere, appunto, per l'assemblea. IIproblema e pili di fondo: sindaci epresidenti di Provincia (con le lorogiunte), da quando sono eletti diret-tamente, concentrano nelle propriemani, come ha voluto la legge, mol-tissimi poteri, parte dei quali in pre-cedenza assegnati ai consigli. Conse-guentemente, le assemblee, da anni,sono chiamate a deliberare meno,molto meno che nel passato. E i ver-tici dell'amministrazione sono pocointeressati a parteciparvi. La mia 0-pinione e che vi era indubbiamentel' esigenza di rendere pili produttivi

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    gli enti, e questo implicava il raffor-zamento, in particolare, degli esecu-tivi. Maforse si e esagerato.La colpa, a11ora,e del sistema legi-slativo vigente, detto senza voler concia allontanare il problema. Non pernulla, tale situazione fa pariare, daanni, di crisi delle assemblee elettive.Crisi alla Quale il parlamento nazio-nale, ultimamente, ha risposto deci-dendo quasi semplicemente (vedansiIe ultime finanziarie) di ridurre ilnumero dei componenti le stesse, e ditagliare Ie indennita dei consiglieri,nonostante esse non siano scandalo-se, e in ogni caso assai meno elevatedi queUedei parlamentari e anche deiconsiglieri regionali. Con queste sc-elte, i vertici istituzionali hanno cosidato l'impressione di ritenere questiorganismi un po' inntili, Chi credenel valore della democrazia, Ii consi-dera invece insostituibili, e ritieneche l'esigenza vera e quella di ridefi-nire in misura equilibrata, senzamancare l'obiettivo dell' efficienzadell' ente, il rapporto fra giunte e con-sigli, oggi squilibrato a favore delleprime.

    E stato detto e scritto tante volte, dadestra, dal centro e da sinistra: nes-suno desidera tomare ai tempi in cuile assemblee deliberavano anchesull'acquisto delle matite, rna si senteil bisogno di attribuire loro un mole(politico, d' indirizzo, di controllo)che sia certo, fattivo. In una parola,vero. Anche se, di questi tempi, sitratta di un argomento che non ap-passiona certo le masse. Faccio unsolo esempio: le assemblee elettivehanno competenza, come detto, sualcuni atti fondamentali per la vitadelle amministrazioni, quali, in pri-mis, il bilancio di previsione. Inutilericordare che, senza l'approvazionedi quel documento economico-fin-anziario, il presidente 0 il sindaconon possono spendere, non possonoscegliere come investire, non posso-no, insomma, decidere.Ma cosa accade, davvero, quando ilbilancio previsionale arriva in aula, aMilano come altrove? Accade che lagiunta (sia essa di destra 0 di sinistra,sia chiaro), dopo averlo predisposto,di fatto 10 blinda, sollecitando la sua

    maggioranza a non modificarlo senon marginalmente.E I'opposizione, in questo contesto, ecostretta di norma a cautelarsi, pre-sentando una caterva di emendamen-ti, per poi eventualmente ritirarli, unavolta raggiunto un accordo politicocon l'esecutivo e la sua maggioranzaCo-si, l'assemblea elettiva diventa unpalcoscenico, in cui ognuno recita unruolo stando abbastanza attento a nonuscire dal copione.Diverso sarebbe, per esempio, se lalegge imponesse che il bilancio (co-me la stessa UP1 prospetto, a suotempo) fosse predisposto dalla giuntainsieme all'assemblea.Anche se, certo, si tratterebbe di unpercorso non facile, soprattutto ri-spetto all' es-igenza di fare sintesidelle varie istanze.Insomma, I'obiettivo e quello di ride-finire un sistema che impedisca chel'assemblea sia, di fatto, sostanzial-mente chiamata, semplicemente, aprendere atto, a ratificare, anzichevotare, gli stessi atti fondamentali,siano essi, appunto, il bilancio,o al-tro.

    EconomiaIL DIGITALE TERRESTRE IN LOMBARDIA: UNA SCATOLA VUOTA?Roberto TarantoNei prossimi mesi anche gli utentilombardi saranno obbligati a passaredall'attuale sistema di trasmissionete1evisivaana1ogico a1digita1e terre-stre, sistema oramai in uso in molteparti del territorio nazionale. Di taletema le pagine regionali dei quoti-diani nella nostra regione non hannoancora parlato ed e quindi solo chiabbia un televisore dell'ultima gene-razione (0 chi, come il sottoscritto,ha voluto anticipare la modifica delsistema comprando un decoder) adavere l' opportunita di valutare il gra-do d'innovazione che il digitale ter-restre introduce.II nostro sistema televisivo e caratte-rizzato da un dualismo che vede con-trapposto il gestore di pay-tv Sky daun lato e i tre maggiori gestori (RAI,Mediaset e La 7) dall'altro; aII'inter-

    no di questi ultimi Mediaset si e co-munque mossa per prima utilizzandoil digitale terrestre per Ia trasmissio-ne di programmi pay-tv. La principa-le domanda che si porranno moltiutenti lombardi non ancora abbonatia Sky nel prossimo futuro e: le tra-smissioni del digitale terrestre "gra-tuite" amplieranno effettivamente,come detto pili volte dalla RAJ,I'offerta di programmi in modo taleda poter competere con la pay-tv?L'attuale offerta di programmi suldigitale terrestre in Lombardia, inaggiunta ai canali dei tre principaligestori che ho prima nominato e ada1cuni canali prevalentemente dedi-cati a promozioni commerciali, e laseguente:-tre programmi di sport -Sportitalia eRAI Sport- che non offrono eventi

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    sportivi di grande rilievo mondialesalvo alcuni tomei tennistici;-tre programmi di cartoni animati;-una rete addizionale di film dellaRAJ-rete 4- sulla Quale non mi pareappaiano pellicole di grande qualita;-due reti di programmi musicali;-due programmi RAI rispettivamentededicati alle notizie e alla storia;-tre canali Telenova che rappresenta-no, almeno finora, I'unica rete storicadelle televisioni "rninori" lombardepresente sul digitale terrestre;-un canale-Cielo- che rappresenta dapochi giorni una finestra promozio-nale di Sky nel nuovo sistema "gene-ralista" e gratuito;-alcuni canali prenotati da RAI e altrigestori, ma per ora vuoti;-una serie di programmi criptati aiquali si puo accedere solo mediante

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    schede a pagamento vendute da Me-diaset e da qualche altro gestore.E' prevedibile oltre che auspicabileche nei mesi che ci separano dal pas-saggio della Lombardia al nuovo si-stema altre reti locali, che svolgonoda molti anni un eccellente servizioerogando programmi che toccano itemi politici del territorio e riguarda-no la cultura musicale e teatrale lom-barda, entrino nel digitale terrestre eamplino l'offerta generalista . Resta-no tuttavia forti dubbi che il nuovosistema possa eompetere con una retequal e Sky attraverso la Quale passa-no tutti i programmi sportivi pili inte-ressanti per 10 spettatore italiano(quelli calcistici in testa), rna anche

    eventi culturali di grande rilevanzaQuale l'inaugurazione del Teatro alIaScala. A tale riguardo sottolineo che,come dichiarato da1 Presidente dellaRAl, oltre 150.000 spettatori in Eu-ropa e nel mondo hanno potuto vede-re in diretta la Carmen il 7 dicembre2009 grazie ai tecnici RAI mentre talevento non ha potuto essere visto da-gli spettatori italiani della RAJ (che,come noto, pagano un canone annua-le) poiche la diretta era riservata agliutenti Sky.Gli esperti del settore te1evisivo cidicono che il futuro del mezzo tele-visivo, che in Italia ha una rilevanzaassai maggiore che negli altri paesieuropei, sta nella pay-tv e nel cosid-

    detto video on demand, cioe nell'ac-cesso ai progranuni rego1ato in fun-zione della scelta del momenta mi-gliore per l'utente anziche sulla basedi un programma deeiso dal gestore.La fascia pili anziana e meno riccadella popolazione resters pen) fuorida questo sviluppo e dunque saracondannata a vedere programmi dellivello attuale, assai modesto. II digi-tale terrestre per tale fascia si ridurradunque a un costa netto, poiche pervedere i programmi della tv generali-sta occorrera eomunque dotarsi, co-me gia accaduto nelle altre regioniche ho prima citato, di decoder delcosto medio di alcune decine di 0di televisori della nuova generazione.

    ApprofondimentiNUOVA PROROGA PER I PGT. ItFINITA UNA STAGIONEMario De Gaspari

    A questo punto comincia a sorgere ildubbio ehe a Milano non ci sia moltavoglia di approvare ilpiano di go-verno del territorio. E questo non os-tante gli appelli del sindaeo e dellastesso Berlusconi.Certo non da parte dell' assessoreMasseroli che, bene 0 male, ci hamesso tempo e dedizione, rna forseda parte delle altre componenti poli-tiche della maggioranza. Potrebbeanche essere un atteggiamento reali-stico viste Ie difficolta che il sindacotrova nel coagulare il consenso. InRegione, infatti, si sta profilando laterza proroga per la scadenza deiPGT. Si pensa, secondo quanta rife-rito dall'assessore Boni, di postici-parne appunto la scadenza dal 31 di-cembre 20lO allafine di marzo 2011,quando moW comuni, tra cui ancheMilano, saranno coinvolti nella cam-pagna elettorale. Siccome e evidenteehe quanto aeeade a Milano non puonon eondizionare Ie seelte ehe si fan-no in Regione, il sospetto ehe si stiadecidendo di lasciar macerare i PGTaneora per un po' di iempo ei pareabbastanza fondato. Tanto pili ehedal regime di salvagaurdia verrebbe-ro esclusi icomuni interessati alleopere di Expo 2015. Se le opere sipossono fare 10 stesso, e eosi pure gliaffari, evitando la conflittualita ehe

    inevitabilmente suseita la discussionesui piani urbanistiei, perche andare ineerea di guai? E vero, del resto, eheei sono pareeehi comuni inadempien-ti, rna e diffieile pensare ehe tre mesidi proroga possano risolvere il pro-blema. AHa fine, eomunque, la pro-roga eomplessiva, dalla prima appro-vazione della legge 12, sara di bendue anni. Ammesso ehe nel frattem-po non se ne faeeiano altre.Staremo a vedere eosa sueeede a Mi-1ano e eosa decideranno in Regione,rna intanto si puo trarre un primo bi-laneio sull'effieaeia della 1egge 12 eproporre un paio di riflessioni.Tra i 1546 eomuni lombardi solo il12% ha approvato i1 PGT ai sensidella nuova norrnativa, e solo il 17%10 ha formal mente adottato. Gli altri1059 eomuni sono fermi. Non pareun gran successo. Ma sieeome Ienonne innovative ei mettono deltempo a far valere i lore effetti, que-sti dati non possono in assoluto esse-re considerati una prova d'ins-ueeesso. I risultati ehe non si sonoaneora prodotti potranno sempre a-versi in un prossimo futuro. Almenoin teoria. Ne1 caso speeifieo, inveee,pensiamo che non s a r a eosi. E questoqualche buona ragione.Quando fu approvata 1a1egge 12, erai1 12 marzo del 2005, ilnostro paese,

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    e quasi il mondo intero, era ne1 pienodel boom immobiliare. Le banehedavano soldi facili agli immobi1iaristiper Ia trasfonnazione dei terreni, da-vano mutui "generosi" agli extraeo-munitari, ehe potevano eosi sostene-re, "democraticamente", "dal basso",il mercato eomprando a sovraprezzoIe case pili malandate della periferia,sostenevano l'apertura di fondi im-mobiliari e societa miste. II real esta-te tirava ehe era un piaeere. La legge12 e fig1ia di quella stagione e soprat-tutto dell'illusione ehe quella stagio-ne potesse non finire mai. II ereditoera facile perche pareva ehe il suolostesso potesse produrre moneta senzalimiti, di quantita e di tempo. La cittaera finalmente diventata una "growthmachine", e un adeguato modelIo di"governance" richiedeva che 1a pia-nifieazione "eentralizzata" faeessespazio alIa eoneertazione "organizza-ta". Urbanistica ed eeonomia poteva-no fmalmente parlare la stessa lin-gua, e iceti popolari, secondo quel-l'interpretazione, potevano sedersialIo stesso banehetto degli immobi-liaristi. Ora e vero ehe in molti stan-no cercando di riaprire quella stagio-ne, si dice ehe il real estate sia in ri-presa e eosi pure gli hedge fund, maIe eondizioni del 2004-2005 non eisono pili e eereare di riprodurle sa-

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    rebbe una sorta di suicidio collettivo.C'e ancora tanta liquidita, rna Ie ban-che devono salvare investimenti ebilanci, non danno pili mutui al120%, devono ricapitalizzare e ilcredito e molto meno generoso. Cisono 11miliardi di prestiti "bullet" inscadenza, in buona parte legati adavventurose operazioni immobiliari,che rischiano di creare voragini neibilanci delle banche e forse c'eall' orizzonte qualche altra mina va-gante di cui non abbiamo ancora no-tizia.Ecco, e questa la riflessione e questoe il nostro modesto suggerimento.Prendiamo atto di quello che e sue-

    cesso. In fondo la crisi finanziaria estato un avvenimento, questo si, ve-ramente epocale. E cambiato ilmon-do e qualcosa sarebbe meglio checambiasse anche nell'approccio algoverno delle nostre citra, La "gro-wth machine" richiede l'intermediaz-ione tra gIi interessi presenti suI terri-torio, vuole una certa "partecipazio-ne", perche alIa crescita tutti devonocontribuire, chi col capitale, chi colcredito e chi con Ia spesa e col lavo-roo A tutt'oggi, pen), gIi interessi"mediati" sono stati solo queUi degliimmobiIiaristi.Solo la componente della renditapare avere capacita di autorappresen-

    tanza nelle nostre citta, grandi e pic-cole.A Milano, del resto, 10 si percepisceforse pili che altrove. Gli interessidiffusi, quelli delle categorie "debo-li", faticano a raggrumare l'energia ele idee per farsi ascoltare. Ma anchela politica ha sbagliato qualcosa eforse potrebbe proporsi in manieradiversa, impegnandosi realmente perorganizzare l' ascolto della citta Ec-co, si potrebbe ripartire da qui, ra-gionando sull'attualita di una leggeche sembra aver gia fatto ilsuo tem-po e dando voce alle diverse anime diuna citra che oggi, francamente, cipare poco rappresentata.

    UrbanisticaCOME DARE L'ULTIMA MAZZATA ALLA CITTA PUBBLICA

    Lodovico MeneghettiL'articolo di Giovanni Valentini suRepubblica del 31 dicembre (e ripro-dotto in eddyburg) Caserme, castellie spiagge saldi di Stato per il territo-rio riguarda iltrasferimento di que-sti beni agli enti locali (cfederalismodemaniale), che provvederanno alIaloro commercializzazione. Non e unanovita quella della distruzione delpatrimonio immobiliare pubblico at-traverse varie procedure. Ne, in tem-pi di predominio della cultura liberi-sta contraria a qualsiasi sorta di pia-nificazione, l'andazzo e sorprenden-teo La vecchia urbanistica, che riven-dicava l'indispensabile legame, nelpiano regolatore, fra esistenza di ri-serve immobiIiari di proprieta pub-bllica e possibilita effettiva di attuareil piano (e teorizzare di pianificazio-ne non illusoria), e stata sconfitta. Lapratica odierna e coerente con la su-premazia politica della destra e conla debolezza della sinistra se non del-la sua rinuncia ai propri modelli chene giustificherebbero l' esistenza stes-sa. Tuttavia sorprende, della sinistra,l'assoluta mancanza almeno di uncontrasto, di una qualche barriera allasmaccata liquidazione, totale in pro-spettiva, del demanio di ogni Iivelloistituzionale, Purtroppo 10 stessoprincipio di privato e bello si e in-

    trodotto non furtivamente fra i suoiideali.Penso agIi anni fra i Cinquanta e iprimi Sessanta del Novecento. Eranoi Comuni allora detti democratici,in accordo con i progettisti di sinistrao da questi sollecitati, a voler preser-yare la proprieta pubblica di suoli edi edifici destinati a funzioni sociali eculturali 0 a residenza (case comuna-li, dell'Iacp e di altri istituti); nei casimigliori a volerla aumentare median-te precise indicazioni net piano urba-nistico non solo dei servizi singolar-mente definiti, rna anche di aree vin-colate a una nuova esplicita destina-zione appunto a riserva demaniale.Forse 10 pennetteva il contesto poli-tico culturale poi contraddistinto dal-la legge 167 e dai Piani di ediliziaeconomica e popolare per la parterelativa all'acquisizione dei terreni alprezzo vigente due anni prima delladeliberazione consiliare. Qualcheprogettista oso infatti prospettare nelpiano regolatore, a parte le consuetee larghe dotazioni di servizi, areevincolate a Centri d'iniziativa pub-blica (CIP), da acquisire per mezzodi esproprio 0 conveniente accordobonario, per fronteggiare future esi-genze non al momento prevedibili.Appunto, una riserva demaniale. Ora

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    tutto questo e sepolto nella memoriadi pochi e nessuno nel centrosinistrarna nemmeno nel residuo della sini-stra si sognerebbe di proporre, anzi-che alienazioni, incremento di dema-ni statali e 10c31i.Trasferinlento di beni della stato aComuni, Province Regioni: fosse so-lo questo. La realta locale rispettoaIle proprieta pubbliche mostra che iComuni stanno provvedendo perconto loro a vendere se stessi. IIgiornale Milano finanza del 19 di-cembre scorso illustra un piano dialienazioni immobiliari dei Comunie ne seleziona sedici in una tabella incui i valori immobiliari riferiti a 0-gnuno di essi derivano dai bandi del-le aste previste per il triennio 2009-2011. Vale la pena di elencarli, casiemergenti di un insieme pili numero-so che certamente risultera ben pre-sto: Aosta, Bari, Bologna, Cagliari,Firenze, Genova, Milano, Padova,Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Emi-lia, Trieste, Venezia, Verona, Viter-boo II malloppo totale, 31quale appar-tengono sia i gioielli di famigliaappetiti dai grandi speculatori, siabuone occasioni per qualsiasi im-prenditore 0 anche semplice cittadinoabbia a disposizione qualche milioneo persino poche centinaia di euro, e

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    di 5 miliardi e 638 milioni. Quale ilpiatto pili ricco dell'intero servizio?Naturalmente quello di Milano, ben 4miliardi e 700 milioni.La giunta ha deciso di disfarsi entroil 2011 di 134 immobili ubicati den-tro 0 fuori 1a citra. Fra essi, palazzi dialtissimo valore finanziario, funzio-nale e simbolico in pieno centro cit-tadino, come I'enorme sede dell' ana-grafe in Via Larga prossima a piazzaDuomo, 1a sede centrale dei vigiliurbani in piazza Beccaria/piazzaFontana, ossia l'ex palazzo dei Giu-reconsulti di origini cinquecentesche,l'esattoria comunale di via San To-maso a due passi dal Castello. E cosivia: nodi strategici di una rete di luo-ghi della citra pubblica vengono sci-olti per ridurla a magazzino delle asteper i migliori affari del mercato. Ve-

    nezia e, dopo Milano e, a grande di-stanza per valori in causa, Verona,l' inatteso terzo fronte immobiliare.Su 230 milioni di euro di dismissio-ni, dopo ilconferimento di diverseproprieta per un valo re di 82 milionial Fondo immobiliare Citta di Vene-zia, Est Capital si e aggiudicatatramite gara 1'intero pacchetto invendita, comprensivo di munerosiedifici non residenziali, tra cui a1cunidi prestigio 0 strategici per 10 svilup-po della citta, oltre a terreni dove so-no previsti importanti interventi resi-denziali. Fra il resto: basta un' of-ferta di 81 milioni di euro per aggiu-dicarsi 1'intero complesso del-l' exOspedale al Mare.Nessuno puc sapere quale sara il de-stino urbanistico (per modo di dire) eedilizio di questo violento passaggio

    dalla citta pubblica alIa citra privata,se non che si assistera all' ennesimavicenda disastrosa dal punto di vistadegli interessi sociali cittadini. Nes-suna condizione, nessun vincolo sul-la destinazione futura e sulle trasfor-mazioni fisiche regola le vendite. IComuni fanno cassa in questa modoper pareggiare i bilanci, anziche, frale azioni possibili, pretendere dal go-verno la restituzione deU'Ici. E gl'i-mmobiliaristi, grandi medi piccolicome i pupazzi di Dario Fo , si senti-ranno sempre pili 1iberi, col ringra-ziamento dell'autorita pubblica, dicontinuare e portare a compimento ilprogramma di appropriazione dellacitta, dunque anche di abolizione diquel che rimane del sentimento dicomunanza urbana vantato dagli abi-+"'"+1l.O.1.l.U ...

    ScuolaIL RUOLO (MODESTO) DELLA MUSICA NELLA SCUOLA

    Andrea VanzoOggi, quasi ogni italiano, persino intempi confusi come questi, coltiva lacertezza di vivere in un paese digrandi tradizioni.Tra queste c'e anche quella musicalerna, come talvo1ta accade in Italia, laverita storica, se accostata alla realta,stride fastidiosamente.A dispetto delle folle che partecipanoai concerti-evento, a dispetto dellamusica che ci accompagna ovunque,il rapporto spontaneo e non mediatocon il far musica manca sempre dipili.Per verificarlo e sufficiente proporredi cantare a un gruppo di bambini ela cosa verra naturale, ma chiedere aun adulto 0 a un gruppo di adulti,magari tra loro sconosciuti, di accen-nare una breve melodia estempora-nearnente produce si1enzi.Anche se un simile risultato puo es-sere prevedibile, non bisogna trascu-rare il dato di fatto: cio che accadecon gioia e spontaneita nei bambinipossa diventare fonte d'imbarazzoper gli adulti. Sostenere, d'altra parte,che l'eta adulta comporta tante inibi-zioni e inc1udere tra queste anche 1'i-

    nibizione al canto, significa dimenti-care un fattore determinante nellavita di ciascuno: l'educazione, in par-ticolare quella scolastica.Tralasciando l'autonomia delle scuo-le nell'indirizzare la programmazionee, pili in generale il ruolo dei conser-vatori, ora l'educazione musicale einterrotta alIa fine delle scuo1e me-die, proprio quando ragazze e ragazziiniziano a maturare una propria vo-cazione, che e fatta non solo di undesiderio, rna anche di un corollariodi esperienze e stimoli che vengonoanche e soprattutto da l sistema scola-stico. E cosi interrotto un percorso dicrescita proprio nel momenta in cui,a dispetto delle apparenze, la mente epili desiderosa di apprendere e di es-sere guidata.Questa scelta non comporta soltantola rinuncia a insegnare la grammaticadella musica, che pure sarebbe ne-cessaria per imparare a riconoscere labuona e la cattiva musica (come lagrammatica italiana ci consente divalutare meglio un testo), ma anchela rinuncia a sviluppare e trasmetterea ciascuno in modo compiuto la con-

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    sapevolezza di una qualita comune enaturale: la musicalita.II compito che devono fronteggiareinsegnanti e professori di musica nel-la scuola dell'obbligo e percio arduo:con i mezzi e iltempo a disposizione(normalmente pochi) devono educaremusicalmente schiere di ragazzi im-pegnati nella studio di materie consi-derate tradizionalmente pili "nobili".II risultato e quindi prevedibile e, inmancanza d'insegnanti avveduti,sconcertante. A.nche gli studenti mu-sicalmente pili dotati rischiano di nonsviluppare in modo organico Ie loraqualita, mancando di diventare testi-moni della bellezza del far musica. IIdanno si moltiplica cosi di anno inanno.A. fronte di questo, vanno segnalatidiversi interventi, come l'attivazionedi corsi a orientamento musicale nel-le scuole medie, 1'avvio di percorsimusicali extrascolastici e infme l'in-troduzione, con la prossima riformadell'istruzione ad opera del MinistroGelmini, del Liceo Musicale e Co-reutico. La combinazione di questifattori e probabilmente la soluzione

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    pin promettente, in quanto consentedi coniugare Ia maggiore attenzioneverso Ie materie pi n tradizionali conl'insegnamento della musica che bendifficilmente potra diventare priorita-rio.Un ultimo elemento da prendere inconsiderazione e il ruolo dei genitori.Se adeguatamente sensibilizzati sindai primi anni, possono essere gli al-

    Ieati preziosi di una scuoia dell'ob-bligo final mente cosciente dell'impo-rtanza dell'educazione musicale nellacrescita della persona.Per ricordare quanto tutto ci o sia a110stesso tempo ovvio e indispensabile,pu o essere d'aiuto un'ultima conside-razione.Com'e necessario a un neonato, persviluppare il linguaggio, sentir parla-

    re intorno a se, cosi non e difficileimmaginare ch e il canto, in particola-re della madre, sia altrettanto impor-tante nella sviluppo di un bambino.Condividere senza riserve questo pa -ragone, non puo che eostringerei apensare in modo diverso al ruolo del-la musica nella seuola di oggi.

    LetteraUNA RIVOL TA DALLA PERIFERIA DELL'IMPERO

    Giancarlo PagliariniHo rieevuto la mail di una signorache mi ha ehiesto se "Per una voltaposso serivere qualeosa ehe ci dia lasperanza di un paese migliore. Sonosicura che qualcosa di buono c'e an-che nella politica italiana".In un primo momento avevo pensatoche questa era una missione disperatae stavo per suggerire alla signora diemigrare e scappare il piu lantanapossibile. Proprio come aveva sugge-rito Pier Luigi Celli al figlio con laormai famosa "Iettera aperta" pubbli-cata da Repubblica, ricordate?:"Questo Paese non e piu un posto incui sia possibile stare con orgoglio,in Italia per Ie nuove generazioni nonc'e futuro. L'Italia e un paese pervecchi e medioeri. Questo e un Paesein cui, se ti va bene, comincerai gua-dagnando un decimo di un portaborsequalunque; un centesimo di una veli-na 0 di un tronista; forse poco piu diun millesimo di un grande managerche ha all' attivo disavventure e fal-limenti ch e non pagher a ma i" . Quellalettera (purtroppo!) era assolutamentecondivisibile. Era colma di amarezzae rassegnazione e la fotografia ch e neveniva fuori era quella di un'Italiache non ha spazio per valori come lacredibilita e il rispetto, I' onesta e ilmerito. In effetti l'unico merito a cuiquesto Paese lascia spazio e quellodell' affiliazione politica, farnilisticao di clan.Pero a pensarci bene una bella storiada raccontare ce rho. E' la storia diuna "rarita biologica": un cittadinocoraggioso.

    Provo a sintetizzarla in dieei punti.Primo. Si chiama Giorgio Fidenato.E' un imprenditore nato a Mereto diTomba (Udine) e residente ad Arba(Pordenone), un bel eomune che piuFriulano non si puo. Belle case, co-me le facevano una volta, e un siteinternet chiaro e trasparente. Ha 48anni, ha la testa dura, e presidentedella associazione Agricoltori Fede-rati della Provincia di Pordenone ed efondatore assieme alleditore di Tre-viglio Leonardo Faceo, del Movi-mento Libertario. Da poco e anchediventato padre: ha adottato una bellabambina armena di 11 mesi.Secondo. Tra i costi della sua aziendaci sono anche le fatture dell'espertodel lavoro. Infatti Fidenato deve la-vorare "a gratis" per 10s tate e opera-re come "sostituto d'imposta" deisuoi sei dipendenti, versando le loratasse e i lora contributi sociali. Que-sto ormai e diventato un vero e pro-prio lavoro e quasi ogni mese ci sononuove "racole" e adempimenti buro-cratici. In Italia in media i cittadinidedicano al fisco 360 ore all'anno(45 giomi) . In Svizzera Ie ore sono63 (8 giomi). Fonte Doing Business2008.Terzo. In tutto il mondo i Iibertarisono pochi. Per forza sono pochi:non sono in ginocchio, non obbedi-scono, non baciano gli anelli dei pa-drini e non cercano di "fare camera".Li riconosci subito perche sono queI-li che non mettono in galera i loropensieri e dicono sempre quello chepensano. Leggono molto. L'ultima

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    volta che ho sentito Fidenato al tele-fono mi 11aricordato che I'articolo 5della Carta dei diritti fondamentalidell'Unione Europea dice che "nes-suno puo essere costretto a compiereun lavoro forzato 0 obbligatorio". Ma10 stato italiano, con la sua legge sui"sostituti d'imposta" obbliga gli im-prenditori a lavorare per lui.Quarto. Dal primo di gennaio '09 Fi-denato ha deeiso di mettere nella bu-sta paga dei dipendenti tutto illorostipendio lordo, rieordandogli ch edevono versare le lora tasse e icon-tributi sociali. Fidenato non evadenemmeno un centesimo di Euro.Quinto. In questo modo i suoi dipen-denti sono piu consapevoli perche a)sanno quanto e il loro vero costa perla ditta e b) "toccano con mano" ilcosta delle Pubbliche Amrninistra-zioni e il peso e le complicazioni del-la burocrazia.Sesto. Idipendenti hanno provato aversare le tasse e i eontributi, ma none stato per niente facile perchel'agenzia delle entrate da loro nonvuole i soldi: livuole incassare dal"sostituto dimposta". Hanno pagatotutto, fino all 'ultimo centesimo, conlibretti al portatore inviati all' Ag-enzia delle entrate, ma I'Agenzia Iiha fatti convocare dai Carabinieri perrestituirli.Settimo. E adesso viene il bello dellastoria. Dopo aleuni avvisi "bonari"l'INPS ha iscritto a ruolo i contributie il 23 Luglio 09 ha mandato la car-tella esattoriale a Fidenato, che cosiha potuto portare la questione in tri-

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    bunale. II suo ricorso e di 23 pagine,e serio, non e ideologico, e cerca didimostrare che la figura del "sostitutod'imposta "e incostituzionale.Ottavo. La comparsa di rispostadell'INPS e stata una vera sorpresa.Poteva cercare di dimostrare che Fi-denato aveva torto, oppure potevadichiarare che in teoria aveva ragionema la Repubblica italiana e l'INPShanno problemi di bilancio. Invece Iecinque pagine del documento INPSmi sono sembrate sul piano della "Ie-sa maesta". La ricostruzione legisla-tiva di Fidenato e definita "una via dimezzo tra l'innovativa e la bizzarra".Sono citati Woody Allen e il film "ildittatore dello stato libero di Bana-nas", gli attentati aIle Twin Towers,la bolla immobiliare e i mutui su-

    Ho Ietto in questi giomi notizie assaicarine ma inquietanti a proposito delnostro sindaco, Letizia Moratti.La prima riguarda i Beatles e in par-ticolare nn ex dei Beatles, il celeber-rima Paul McCartney. Pare (il dub-bio e lecito: che non ci sia sotto qual-che storia d'ingaggi e di contratti?)

    . che abbia purtroppo rinnnciato a esi-birsi a Milano, perche allo stadioMeazza sarebbe stato costretto a suo-nare rispettando il famigerato limiteacustico di 78 decibel. Purtropposenza ironia: "purtroppo" e il segnodella nostra poverta, cioe della po-verta di Milano, che non ha un altroluogo per celebrare i suoi ambiziosieventi canori tranne il malandatotempio del caleio.La signora Moratti s'e detta dispia-ciuta: avrebbe ascoltato Paul McCar-tney dal prato di San Siro, dalla pri-ma fila. Poi ha aggiunto, se i giornalihanno riferito correttamente: "Le li-mitazioni di decibel, che non hannoa1cun riscontro in altre citta, nasconodalle proteste di comitati di pochis-simi cittadini, che tra l'altro prendo-no pure i biglietti quando gli vengo-no dati gratis, vanno ai concerti perpoi lamentarsi dei decibel continua-mente" . Infine ha ricordato igravi

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    bprime. Riconosce il "marasma nor-mativo che e ormai diventato il no-stro ordinamento giuridico nel suocomplesso" ma poi suggerisce di "i-struire al proprio interno un impiega-to capace di redigere buste paga equant'altro serve per i rapporti conI'Agenzia delle Entrate e gli Entiprevidenziali", Gia, ma chi 10 paga?Ma questi signori hanno una vagaidea dei problemi dei piccoli impren-ditori italiani?Nono. II 19 Novembre il tribunaledel Iavoro di Pordenone ha sospesoI'esecutivita delle cartelle esattorialidell'INPS ed ha rinviato la discus-sione al 28 gennaio. To faro tutto ilpossibile per essere a Pordenone quelgiorno, con la speranza di un rinvioalIa Carte Costituzionale.

    Dal PalazzoI DECIBEL DELLA MORA TTl

    Oreste Pivettadarmi che avrebbe subito cosi il turi-smo culturale ...Mentre la citta soffoca d'inqu-inamento atmosferico e di polverisottili che aggrediscono i nostri pol-moni, I'inquinamento acustico diqualche nottata eben poca cosa. Nesoffro anch"io, abitando a San Siro,ma non mi pare la questione pili gra-ve. Si sopporta tutto. Si sopporta An-tonacci, come si fa a maltrattare Paul.Le questioni pili gravi mi sembranoaltre, la prima riguarda il senso altoche il nostro sindaco manifesta versol' espressione dei suoi concittadini,certo una minoranza che proprio inquanto minoranza meriterebbe anco-ra pili rispetto e attenzione... Se sicrede nella democrazia... Per la Mo-ratti sono profittatori, ipocriti, maldi-centi, incarogniti 0 almeno dispettosi.Seconda questione. La Moratti (od-dio, ci ha gia offerto ampie dimostra-zioni) non conosce una regola fon-damentale della politica, quella cheprevede la trattativa. Si tenesse dav-vero tutti i suoi concerti e tutti i suoidecibel. Ma che cosa offre in cam-bio? Propone un'alternativa alla sof-ferenza acustica? Mi pare proprio dino. Non esiste un progetto, tra itantiche agitano e travagliano Milano, che

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    Decimo: per finire, penso che nonsarebbe male se nel frattempo il Go-verno approvasse un decreta "Sviz-zero", cioe semplice e pragmatico. Siriconosce che 10 stato non puo irn-porre ai cittadini di lavorare per lui,ma non p uo n em m en o proibire liberiaccordi fra le parti e di conseguenzaraccomanda aIle aziende e ai dipen-denti di concordare fra di loro il dafarsi: a quelli che 10 vog1iono saradato 10 stipendio lordo e poi saracompito loro versare tasse e contribu-ti. Per quelli che non vogliono fastidiIe aziende potrebbero continuare afare il lavoro di sostituto d'imposta.Ci sono problemi di bilancio? Bastafare entrare a regime il decreta in 10anni, al ritmo di due Regioni all'a-nno.

    tocca la questione: sia che si disputila finale della Coppa dei Campioni,sia che si debbano celebrare Ie Co-munioni, sia che arrivi Paul McCar-tney si va sempre a finire li, nel pratodi San Siro zollato e rizollato,un'alternativa non e prevista neppurecome ipotesi di scuoIa, un "parcodella musica" per la grande Milano,un "auditorium" a cielo aperto, qual-cosa insomma che Iasci i1 calcio alcaleio. Ma proviamo a credere chealternativa 110n vi sia e soprattuttonon vi debba essere. Vi dovrebbe es-sere almena attenzione al "luogo",allo stadio e a cio che gli si stendeattorno e cioe al piazzale, dedicatotra l'altro ad Angelo Moratti, I 'uomoche ha tramite il figliolo dato un co-gnome e qualehe fortuna al nostrosindaco. Non mi pare che esista qual-che disegno per questo luogo (non-luogo, come direbbe Marc Auge) diinquietante degrado. Basterebbe tra-versarlo da 1 1 1 1 capo all'altro in qual-siasi mattinata e magari avvicinarsi alfantasma del palazzo della sport, tra-volta da una lontanissirna nevicata(1985, se ricordo bene). Nulla, se nonrottami, cavalletti, nastri bicolorimemoria di qualehe lavoro passato,sporcizia. AHa maniera di Milano. La

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    Moratti parla di turismo culturale:per il turismo culturale si potrebbemagari tentare qualche cosa di pill,dagli spazi verdi a un bar decentedove rifocillarsi. Qualcosa di pili percompensare quanti soffrono d'in-quinamento acustico per renderlo pilisopportabile, qualcosa di pili perl'intera citra. Mi risulta che le unicheipotesi in corso riguardino la lottiz-zazione delle aree degli ippodromi:con l'idea insomma di cancellarequanta potrebbe invece rappresentareuna risorsa "culturale" per quantivengono da turisti a Milano e perquanti vivono a Milano.Accenno appena a110stato della via-bilita, Un concerto significa l'im-mobilita per un quartiere. Non e bel-lo. Ma pazienza. Pazienza se a ognipartita di calcic il tram fa eapolineada un'altra parte e occorre trasborda-re su un autobus, perche il tram inpiazzale Angelo Moratti passa troppovicino alla nuova cancellata e ai nuo-vi cancelli: rna chi e l'artista che hacombinato il disastro? Con la conse-guenza che nelle ore di maggior af-flusso allo stadio, il servizio pubblico

    Milano sta (ri)costruendo l'area Gari-baldi-Repubblica, dopo oltre 50 annidi attesa: grattacieli per residenza,uffici, alberghi, esposizioni, multisa-Ie, ecc ed anche un parco molto atte-so, rna con un progetto pin volte ridi-segnato: ilurto rivedendo totalmentela viabilita e nel node pili infrastrut-tumto della citra.Ai margini di quel parco, in via DeCastilla, di fronte a via Volturno, estata prevista la Casa della Memoria,opera realizzata come onere di urba-nizzazione dalla Hines, l'operatoreche realizza tutti gli edifici dell 'area.Localizzazione un po' marginale ri-spetto al nuovo intervento, rna conti-gua con la parte nord dell' "isola",contiguita voluta perche e una signi-ficativa posizione di cerniera tra laparte nuova e quella storiea, Ina che,mi si permetta, potrebbe costituire unlimite a110svi luppo del p roget to

    pili efficiente (il vecchio tram) vienedirottato. Piccolo intralcio, si did.Tanto vanno tutti in macchina. Si,perche non esiste nessun piano dellaviabilita e del trasporto pubblico,niente. Si va in macchina e il caos eformidabile, uno spettacolo nellaspettacolo, peggio con i concerti ov-viamente, pili affollati delle partite dicalcio e soprattutto interminabili ...M-a questa e civilta urbana, secondo laMoratti. Qualche specialista potrebbetentare un conto economico del caose dell'abbandono: quanto si spendeper l'uno e quanta non s'incassa perl'altro. Non si capisce che 10 stadio,gli stadi (cioe gli ippodromi), il ver-de, persino la (gloriosa) storia delMilan e dell'Inter sono una risorsaper Milano, una risorsa che eviden-temente non intercetta gli interessidei nostri palazzinari.Un'altra notizia e un'ultima conside-razione. Leggo che il nostro sindacos'e recato a colazione dal presidentedel Consiglio ad Arcore e che l'arg-omento di conversazione tra idue siastato, tra l'altro, il Pgt, il piano digoverno del territorio. Pare che Ber-

    ArchitetturaLA CASA DELLA MEMORIAPaolo Favole

    Ottima l'idea e complimenti a chiIha avuta: una sede per un uso fles-sibile oltre che permanente delle as-sociazioni che della Memoria sonoportatrici per compiti istituzionali,ANPI, AIVITER, ANED, INSMLI, emagari altre, ora 0 in futuro, perchedeve essere un luogo da condividereper principi culturali e politici LaMemoria per gli storici e l 'humus delnostro presente 0, come dicono i filo-sofi, "l'organizzazione dell'oblio"cioe la scelta dei valori, dei mornenti,delle persone, che devono restarenella memoria, che in una casa, inquesta casa, si devono ritrovare.Memoria della storia recente. Milanoe un luogo di particolare stratifica-zione di memorie e ha cosi l'occasio-ne di realizzare un edificio unico inItalia, rna in rete con Ie altre citra ita-liane consultabile e forse visitabilevirtualmente da altre sedi. Non solo

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    lusconi, viste dieci slides, abbia con-diviso e abbia ordinato: "Va approva-to rapidamente". Che il sindaco diMilano chieda conforto al presidentedel Consiglio credo sia un fatto chesegnali vistosamente la debolezza delprimo cittadino, incapace malgradola forte maggioranza di governare.Mi sembra il solito bambino che inlite con ilcompagno di scuola mi-nacci: "Lo dico al mio papa". La Mo-ratti 10 ha detto. Lascio stare la que-stione relativa alla lesione dell 'a-utonomia del consiglio comunale. LaLega sarebbe dovuta insorgere controil centralismo.Un post scriptum per l'assessorecompetente, Masseroli, quello deltunnel. Leggo che a proposito dellarisistemazione della Scalo Farini a-vrebbe esclamato: "II 65% a verde etroppo. L'accordo con le ferrovieprevede case e uffici, un po' di verdeva bene, rna non 430 mila metri qua-dri, pili del parco Sempione". "Unpo' di verde ...", Mi sembra anchequesta una bella prova della culturadi chi ci amministra, cioe un modestocontabile conto terzi del calcestruzzo.

    un museo, ma un contenitore, dove lagestione sara importante come l'ar-chivio.IIprogetto affidato a110studio Boeri,direttamente e senza concorso, pre-vede una sorta di edificio cubico aquattro pi ani, con una propagginenella facciata principale aggettantesulla parte destra ad angolo acuto duefacciate sono cieche, quella a sud etotalmente vetrata e quella a ovest hain parte un risvolto vetrato, in parte ecieca.Trasparenza assoluta dal giardinoverso l'interno, a cui si vedranno lasala riunioni, Ie mostre, e nell'angolosporgente la grande scala, esaltazionedel percorso che conduce ai piani.Vi saranno contenuti spazi per espo-sizioni, incontri, archivi e uffici dellediverse associazioni ehe Ii gestisco-no. Un progetto diverso da altri dellastudio Boeri che e impegnato nella

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    stessa area per un importante com-pIesso di torri residenziali caratteriz-zate da terrazzi verdi a ogni piano,edifici composti da appartamenti-villa con giardino, sovrapposti in ver-ticale.II giardino di fronte dovra essere uti-lizzabile per allestire una parte dellemanifestazioni nella spazio aperto,rna suggerirei di prevedere un "per-corso della memoria": statue, Iapidi,scritte, ... che conducano alla casa ene siano la proiezione esterna.Va notata 1a semplicita della propo-sta: il tema poteva suggerire segni,

    Raddoppiare, triplicare, moltiplicare itempi; camminare piano, scrutandocio che normalrnente non ci s i f erm aad osservare. vcdere cose che per an-ni abbiamo ignorato, notare partico-lari che sfuggono allo sguardo di unpassante che va di fretta: scoprire inaltri termini I'importanza di un an -damento lento. A questo sembranoinvitarci le dodici chiocciole gigantiin plastica riciclata, alte piu e li duemetri e lunghe tre, can un' ingo-mbrante conchiglia a spira le rosashocking che hanno migrato lenta-mente da novembre a gennaio in luo-ghi stratcgici della citta. da PiaZ711della Scala alla Piazzetta Reale perarrivare infine al cospetto della Sta-zione Centrale.Una installazionc in span pubblici acielo aperto, patrocinata dall' Asses-sorato alla Cultura di Milano in col-laborazione con il collettivo interna-zionale di designer di avanguardiaCracking Art Group (*), nell 'ambitodell'iniziativa RE-generation.II gruppo di artisti, gia noto per lasua singolare fattoria degli animali -dai conigli arancioni aIle tartarughedorate collocate a centinaia tra ipa-diglioni della Biennale del 2001, daidelfini rosa ai coccodrilli rnulticolor,che nel 2007 invasero pacificamente

    simboli, forme significanti, aperturepermanenti al pubblico, superfici perproiezioni, muri con scritte 0 lavoratidrammaticamente. Quello che simiIiedifici sembrano comportare nelmondo, basti pensare ai diversi me-morial realizzati 0 in progetto negliultimi anni.I progettisti invece si sono orientativerso un intervento minimale e ra-zionale, scevro anche da ogni deco-struttivismo, che sembra andare dimoda in questi casi. La funzione erichiamata solo da un intervento dilettering: una scritta con il nome del-

    RUBRICHE

    ARTEQuesta rubrica e curata da Rita P. Bramante

    /\RRJVEDERCI ALLE CHIOCCIOLE ROSAMilano - si occupa di questioni socia-Ii e ambientali modellando sculturedi plastica con sembianze animali,dimensioni alterate e cromie accese,che non possono certo passare inos-servate ai passanti. Questo zoo surre-ale sollecita la percezione della spet-tatore e ha un sicuro impatto visivo-emotivo: Ie chiocciole milanesi, inparticolare, sembra vogliano invitarea smettere di correre, a fennarsi unpo', a concedersi del tempo vuoto.Iento, in cui Ie sensaz ioni possono a-mpliarsi a dismisura. Un appello ariappropriarsi della qualita della vita,ad affrettarsi lentamente, rinuncian-do almeno un po' alla frenesia checaratterizza la vita della metropoliche va veloce. A fare propria lartedel vivcre con lentezza (**). comeraccomandano i 'comandalcnti: adabbatterc la tirannia dell' orologio e laschiavitu dellagenda per disintossi-carsi dalla frena che inquina la nostravita (***), 'a leggere lentamente, inprofondita, lasciando porte apertecon dita e occhi delicati ', come haraccomandato Dante Isella.II countdown della corsa verso l'E-xpo 2015 - anna in cui e previsto ilritomo di un esercito di centoventichiocciole multicolori ehe nel frat-tempo migreranno e approderanno in

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    la casa all'ultimo piano. L'unico ele-mento decorativo e una cornice bian-ca che disegna imarcapiano e divie-ne parete che profila le vetrate dellafacciata.E' una scelta che forse si distingueratra imultiformi linguaggi degli edifi-ci in realizzazione.Mi si permetta un augurio; che ilprogetto si realizzi presto e non di-venti per contrappasso una Casa delricordo disatteso, che sarebbe unatragica beffa.

    citta gemellate con ilcapoluogo lom-bardo, capitali mondiali e luoghi sim-bolo del Pianeta - e cominciato dun-que con un appello che e affidatoall'iconografia urbana della lumaca,con un monito che vuole coniugare larnitologia del fare che da sempre ca-ratterizza la metropoli ambrosianacon I'elogio della Ientezza, del saperrallentarc, fare un uso ragionato deltempo c. se serve. anche fermarsi.Protette dalloro guscio le chiocciolesono passate indenni attraverso stra-volgimenti climatici, estinzioni dimassa, nascita di nuove specie ani-mali: l'auspicio e che anche le nostremetropoli del villaggio globale rie-scano a realizzare gli obiettivi deldecalogo del Manifesto del terzo mil-lennio attravcrso la lotta per la difesadella natura e dell'uomo, lasciandoalle giovani generazioni un mondomigliore di quello che abbiamo tro-vato. La chiocciola del resto non esoltanto il simbolo della calma, rna-come ipesei e le tartarughe - anchedella buona fortuna.c E vinse la tartaruga. Elogio dellalentezza: rallentare per vivere me-glio' http://www.carlhonore.com/e aMilano vinceranno le chioccio1e!

    http://www.carlhonore.com/ehttp://www.carlhonore.com/e
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    (*) ttp:ll"v'vw.crackmgart!..,'roup.co~index.asP .

    C'e un negozio, a Milano - 1acui sto-ria non puo lasciare indifferenti gliamanti della musica - di cui tutti san-no qualeosa rna poehi eonoseono irisvolti pili curiosi. A cominciare dalsuo bel nome. Mitarotonda, infatti -che fino a poehi mesi fa ocehieggia-va con grande visibilita dall'angolofra corso Monforte e via Conservato-rio - e un nome cui vien voglia di at-tribuire qualche recondite significato(anche di leggerlo Mita Rotondachiedendosi da dove possa prendereorigine il diminutivo Mita); invece esemplicemente il cognome napoleta-no di un farmacista che negli annisessanta approdo a Milano per to-gliersi da dietro il banco di vendita eper inventarsi un'attivita pili stimo-lante.Un giomo dellontano 1974 gli venneproposto, a saldo di un eredito daparte di un cliente inglese, di aceetta-re sessanta pianoforti usati; nessunoin famiglia aveva dimestichezza conquesti strumenti tranne una figliache, tra una lezione e I'altra all'uni-versita, prendeva privatamente lezio-ni di piano. E dunque fu lei a doversiprendere la briga dapprima di cercareun luogo dove depositarli - un ma-gazzino in piazza Napoli - e poi diindustriarsi per venderli uno a lIDOproponendoli ai commercianti di Mi-lano e di tutta la Lombardia.Paola Mitarotonda si rivelo cosi bra-va che ben presto, venduto il primo

    (**)http://v.ww .vivereconlenteaa . i t A

    MUSICAQuesta rubrica e curata da Paolo [email protected]

    UNABOTTEGA DI MUSICA

    stock e per non scontentare colorache nel frattempo erano diventatisuoi affezionati clienti, dovette gio-coforza approvvigionarsi di altri pia-noforti, e dunque si mise a giraremezza Europa non solo per trovarenuove buone occasioni rna anche percercare altri strumenti - chitarre, sas-sofoni, flauti e via di seguito - chesempre pili le venivano richiesti.Cosi nacque un'attivita commercialee la studentessa, lasciata Iuniversita,si trove a gestire non pili un magaz-zino rna un vero e proprio negozio;pero i pianoforti andavano anche risi-stemati e accordati e dunque - perassistere meglio isuoi c1ienti e peruna naturale vocazione alla profes-sionalita - la Mitarotonda prese conse un vecchio e nota accordatore eriparatore di pianoforti (quel Caval-lotti di cui qualcuno ricordera i bel-lissimi "organi di Barberis" che DeSica utilizzo nel "Miracolo a Mila-no") da cui apprese buona parte deisegreti del nuovo mestiere.L' attivita intanto cresceva - e quelbel nome napoletano cominciava aesser nota nella Milano musicale -quando, dodici anni dopo l'inizio diquesta storia, il famoso Gallini, tito-lare del negozio d'angolo di corsoMonforte, decise di ritirarsi e CasaRicordi - che da buona monopolistanon voleva lasciarselo scappare, rnanemmeno impegnarvisi direttamente

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    - decise di acquistarlo per affidarloproprio alla giovane Mitarotonda.Da allora sono passati altri ventiquat-tro anni e questa estate ilnegozio diMitarotonda ha lasciato corso Mon-forte e si e trasferito poco lantana -in via Corridoni nella stesso isolatodel Conservatorio milanese - per di-ventare una vera e propria "bottegadi musica"; ai docenti e agli allievidella grande scuola musicale non of-fre pili solo strumenti nuovi ed'occasione, ma anche partiture, librie - nonostante non vi sia pili ilCaval-lotti - grande esperienza e competen-za.Ci sono a Milano - ce ne sararmomoltissime, rna queste ora ci vengo-no in mente - altre due signore rigo-rosamente napoletane con storie va-gamente parallele a questa di PaolaMitarotonda, che harmo anch'esseaperto "bottega" a Milano diventan-do parte integrante della citra e con-tribuendo a definime I' orizzonte u-mano e culturale. Pensiamo ad Anto-nia Iannone, con la bella Galleriad'arte che porta il suo nome in corsoGaribaldi, grande amica e partnerdegli architetti, e a Sonia Tagliavinicon quella sua deliziosa Cucitoria divia Disciplini dove ci si fanno ripara-re gli abiti 0 ce li si fa fare su misura.Dimostrando cosi che a Milano, se sisa fare, ce la si puo anche fare.Specialmente le signore napoletane.

    mailto:[email protected]:[email protected]
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    "Pul compagnie in residenza" e unaresidenza teatrale che ha sede a110SpazioMil di Sesto San Giovanni, excomplesso industriale gestito dallaTieffe-Filodrammatici Stabiled'Innovazione. Le giovani compa-gnie coinvolte sono la Babygang,Band a part e Sanpapie che per unperiodo di tre anni produrranno spet-tacoli e progetti proponendo inoItreIaboratori e workshop.Due semplici cose da notare: Ie com-pagnie producono spettacoli nuovi,10 Spazio Mil e uno spazio riconver-tito e dedicato alla cultura e alIa mul-tidisciplinarieta, Questa rivalutazionedei luoghi e fondamentale per un re-cupero culturale di Milano che nonsegua solamente una linea.Fino al 25 gennaio e andato in scenaOperazione Tandem della compagniaSanpapie, che oltre a mettere in scenail proprio spettacolo Prima Persona,invita cinque giovani compagniecoinvolte nella danza a presentareun'anteprima dei loro lavori. Questecompagnie sono Cleancorner, Fatto-ria Vittadini, Matteo Graziano,Lybratimestieri, Opera di Polvere,Questa partecipazione fa in modo diaprire un confronto con le compagnieemergenti e da loro visibilita e op-

    Avatar di James CameronE' da tempo che sostengo la rivolu-zione della terza dirnensione neI ci-nema. Avatar sancisce questa teoriain maniera definitiva. Forse e esage-rato affermare che dopo le rivoluzio-

    TEATROQuesta rubrica e curata da Guendalina MUIToni

    mbricheialarcipelagomilano.org

    PUL COMPAGNIE IN RESIDENZA.

    portunita d'incontro con compagniedi professionisti.Una particoIare attenzione va dataalla compagnia di danza Fattoria Vit-tadini, un gruppo di tredici giovanis-simi danzatori, alcuni anche coreo-grafi, gia "iniziati" alla scena milane-se con spettacoli al Piccolo TeatroStudio, al Franco Parenti, all'Elfo,rna anche con una tappa a Parigi. Illoro repertorio di coreografie includegrandi nomi quali Yasmeen Godder,Lucinda Childs, Jean Claude Pen-chenat, Luciana Melis e Ariella Vi-dach, Per quest'occasione hanno pre-sentato uno studio di una nuova pro-duzione, Il Banchetto, Ii vedremonuovamente il 4 febbraio alla Fonda-zione Arnaldo Pomodoro con unacoreografia ispirata aIle opere di Cri-stina Iglesias.Prossimamente alio Spazio Mil perPUL compagnie in residenza, dal 28gennaio all'l febbraio andra in see-na GLAS, della compagnia Band aPart "... un progetto nomade, un di-spositivo di produzione del (dis)-senso. Tutto quello che vuoi e fa pri-ma tappa del grande spettacolo dellemigrazioni, migrazioni nella spazio enella mente". Domenica 31 gennaiodopo la replica la compagnia propor-ra.

    CINEMAQuesta rubrica e curata da Simone Mancuso

    mbrichermarcipelagomilano.org

    ni del sonoro prima e del colore poi,arrivi il 3D. Di sicuro, almeno perquanto riguarda la modalita di viso-ne, e quindi 1afruizione del film daparte delle spettatore, quest'ultimaviene stravolta per diventare pili per-formante. E' chiaro che questo film e13

    INVISIBILl. (IM)POTENZADELL'ALTRO: incontri, visioni eriflessioni sui temi dell'intolleranza edell'immigrazione seguito dal mono-logo INVISIBILI di Mohannned Ba.Cosa c'e da vedere:Pili che da vedere, da non perdere -Pene d'amor perdute, con la regia diLev Dodin dal 28 gennaio al 7 feb-braio al Teatro Grassi. Il 29 gennaiosara tenuto un incontro dal titoloShakespeare secondo Dodin con unsaluto a Cechov, con Lev Dodin eFausto Malcovati.Quartet, di The Urban PlaygroundTeam dal 28 a131 gennaio a1Teatrodella Contraddizione.Interessante performance che prendevita da diverse discipline di movi-mento, quali street dance, contactimprovisation, hip hop, capoeira edanza contemporanea. AlIa fine dellaperformance uu'ora di laboratoriocon il pubblico.

    Ancora in cartellone:Aspettando Godot fino al 7 febbraioal Teatro Out Off.

    uno dei pochi casi tra i 3D, che puoessere apprezzato anche in 2D, Hillchiaramente la performance dellaspettatore sulla visione cambia,Un kolossal in tutto e per tutto, nelgrande stile hollywoodiano, una con-fezione tipica della struttura ameri-

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    cana, soprattutto nella sceneggiatura.Vi si riconosce tutto il cinema post-moderno: dal western, ai film diguerra, al fantasy, ai film di fanta-scienza. Eterogenia concentrata an-che nel soggetto, che ingloba tutti itemi dell'attualita: dal con:flitto inIraq e l'amore per l'esportazione del-la democrazia che qui si trasfonna inesportazione della civilta, ai temi e-cologisti, a que11i new-age versol'energia della terra madre ch e portaequilibrio, ecc ...Su di un soggetto cosi corposo, forsesi poteva sviluppare una sceneggiatu-ra un po' pili s tud ia ta , p e rche la sen-sazione e o che sia stata tralasciata afavore di un'attenzione maggioreverso tutta la parte tecnologica e laregia del film. Forse affiancarsi di unaltro sceneggiatore sarebbe state uti-le.Tecnologia che e o stata applicata inmaniera massiccia, come forse maiprima, a favore del tridimensionale,con I'uso di una macchina da presainnovativa, Ia fusion-cam. E' unacamera, progettata tra gli altri dallostesso Cameron, che permette di gi-rare le scene con gli attori, riuscendoa integrare nel monitor della stessacamera il 3D, in maniera che il regi-sta possa vedere contemporaneamen-te, la scena che sta girando nell' a-mbiente tridimensionale. Questa euna delle tante rivoluzioni che il 3Dha portato nel modo di fare i film,quindi non solo nella visione, ma an-che nella costruzione della stessa.Cameron dimostra, ancora una volta,di essere uno dei pili capaci registi eproduttori cinematografici che ci sia-no oggi nel mondo, confezionando

    un prodotto di due ore e quaranta mi-nuti, senza un momenta di pausa (aparte quella forzata che fanno i peg-giori cinema per vendere pop-corn),che anzi per come si sviluppa il film,ho trovato anche corto, si poteva e-stendere un po' di pili la sceneggiatu-ra, sviluppando cia che avviene dopoil finale.Gli attori hanno tutti fatto un gran-dissimo Iavoro, sostenuto, ovviamen-te dal grande lavoro registico, soprat-tutto l'attrice che interpreta Neytiri,Zoe Saldana, magnifica nel dare alsuo personaggio tutta la sensualitaselvaggia che solo un'afro-americanaavrebbe potuto dare in quel modo.Da tenere d'occhio nel cast di questofilm e o il direttore della fotografiaMauro Fiore, il cui lavoro 10 ritrove-remo nel 2010 con il film sull' A-Team.Ancora una volta James Cameronriesce a colonizzare il nostro imma-ginario, e in questo caso anche la no-stra modalita di visione, senza darciscampo ne scelta di fuga, come fecemolti anni fa con Terminator, Ia-sciando una traccia sempre pi n inde-lebile nella storia del cinema.

    Soul kitchen illFatih AkinDivertente commedia dal sapore mu-sicale, in ogni senso, visto che motatutto tra la cucina di un ristorante e lamusica soul. II regista de "La sposaturca", ci fa divertire sviluppando lasceneggiatura in maniera da non an-noiare mai 10 spettatore, e creandosempre risvolti interessanti. Unacommedia come una volta, retta qua-

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    si in toto su di un soggetto e una see-neggiatura molto solide, e sui perso-naggi diretti egregiamente. Carina lacolonna sonora in gran parte animatada blues, soul e funky, e contaminatada una spruzzatina di hip-hop.Un 1avoro molto pili leggero rispettoalla Sposa turca, soprattutto nel sog-getto, rna che comunque da la possi-bilita di passare una divertente ora emezza, di buon cinema.

    II mondo dei replicanti di Jona-than MostowFantascienza non troppo spinta, perun soggetto che parrebbe un futuronon troppo lontano e irreale. IIegi-sta dell 'ultimo Terminator fa uso del-10 stesso sceneggiatore, ilbravissimoMichael Ferris, per adattarel'omonima graphic novel dei sogget-tisti Robert Venditti e Brett Weldele.La vita vera sara vissuta dai replican-ti di ognuno di noi gestiti in primapersona comodamente sdraiati da ca-si. II risvolto avviene con I'av-versione da parte di chi ha creatoquesto sistema per ilsistema stesso.Un adattamento della sceneggiaturaall'altezza di uno dei migliori see-neggiaturi di Hollywood, con unosviluppo tutto sommato classico rnamai banale. La regia mantiene 10stesso profilo, confermando il con-nubio gia evidenziato in Terminator3.Non e il solito film di fantascienza,chp parla di un futuro improponibilee frrealizzabile. Questo sembra pro-P l 0 un futuro pili prossimo che maio

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    YOUTUBEA. PADOA SCHIOPPA: IL FUTURO DELLA BEIC

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