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SommarioEditoriale Nuove Primavere

AttualitàA dieci anni da una triste data:11 settembre 2001Un altro punto di vista

LettereIl mio abbraccio alla Parrocchia

ResocontiCampionati Mondiali Mtbo:volontari al lavoroLa scuola ha fatto centro di nuovo:un altro “Camp”… un altro successo!San Giacomo… in festaL’alba di un nuovo giorno

RaccontiCome eravamo:Il Bar Primavera, ovvero dalla Rina

AssociazioniComplesso Bandisticodi Romano d’ EzzelinoLa Siriola si rinnova

RicordiRicordo di Marcello Chemello (Baldi), uomo che ha vissuto con la nostalgiadella sua terra

Appuntamenti5° Marcia del SorrisoSiriola: rinnovo cariche 2011

RiflessioniAmor di Patria nel 150° dell’Unità d’Italia

Notizie in breve

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FILIALE DI ROMANO D'EZZELINO

Via Roma, 6236060 Romano d'Ezzelino (VI)Tel. e Fax 0424 514112

Mensile di informazionee di cultura della Pro Locodi Romano d’Ezzelino

Per la Pro Loco di Romano:Maurizio CarlessoDirettore Responsabile:Dario BernardiSegreteria:Stefania Mocellin

In redazione:Sara Bertacco, Cinzia Bonetto,Maurizio Carlesso,Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda,Franco Latifondi, Stefania Moccellin,Valeria Orso, Erika Piccolotto,Christian Rinaldo, Silvia Rossi,Maurizio Scotton, Serenella Zen,Giuseppe Bontorin.

Via G. Giardino, 77Romano d’Ezzelino (VI)Tel. 0424 [email protected]

Poste Italiane Spa - Sped. A.P.D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Vicenza

Tutti i diritti riservati

Quote soci:• ordinario nazionale E 10,00*• ordinario nazionale E 16,00• estero E 22,00• sostenitore E 52,00*quota che non dadiritto a riceverel’organo d’informazione della Pro Loco

ccp. n. 93337772Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975

Tranne gli originali d’epoca,non si restituiscono le foto.

Settembre2011

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 EDITORIALE - PAG. 3

Nuove PrimavereMaurizio Carlesso

Si una nuova primavera è quello che mi aspetto an-che per i nostri parroci della comunità che stanno aprendo la loro vita a dei cambiamenti importanti; Don Manuel nel vigore del suo apostolato guide-rà una comunità qui vicina e quindi avremo modo di rapportarci con lui ancora per molto e gli au-guriamo quindi di poter esprimere al massimo le sue splendide doti di evangelista; Don Paolo, il mio Don Paolo prima che sacerdote è stato il mio inse-gnate alle scuole medie e, mi consentiranno gli altri due parroci, di spendere due parole in più per lui che, ogni volta che lo incontro mi dice “te ricordito quando che jerimo zovani”. Si, Don Paolo mi hai curato dalla mia adolescenza e poi mi hai riabbrac-ciato quando sono tornato ad abitare a San Giacomo e ti sei preso cura della mia famiglia con lo stesso stato d’animo disponibile, cortese, fermo e paterno che avevi espresso a me. Non eri il mio parroco, ma hai saputo lasciare la tua traccia indelebile in tutti i ragazzi che, come me in quegli anni, si sono affacciati alla vita, eri il professore non il prete e basta, eri l’amico pronto a dispensare saggezza e nel limite delle disponibilità di ognuno di noi esprimevi una guida importante. Mi permetto di ringraziarti di cuore per quanto hai fatto per tutta la comunità in cui hai posto il tuo servizio e mi raccomando sentiti sempre giovane. A Don Tarcisio invece che è entrato in comunità come uomo prima che sacerdote e che della sua esperienza di vita in missione ha tratto le basi della sua vita evangelica desidero augurare di ritrovare quella voglia, quello slancio, quello spirito missionario che lo hanno contraddistinto. Caro Don Tarcisio, la tua pagina importante a Romano l’hai

scritta ed ora con la penna che Dio ti ha affidato, cambia il foglio ed inizia a scrivere per la comunità di Santa Giustina una nuova av-ventura, colma di apostolato e saggia cura del prossimo. Tutti noi sappiamo che puoi farlo e soprattutto farlo nel migliore dei modi, i doni che tu hai ri-cevuto, riesci a trasmetterli agli altri. Lo scorso 8 settembre in cui ho assistito ad una tua celebrazione e successivamente ti ho parlato prima di scrivere queste righe, mi ha molto im-pressionato il fatto di trovarmi di fronte ad un uomo che sa di essere stato in osservazione, sa di essere stato umano con le sue fragilità e con i suoi errori, ma allo stesso tempo un uomo che ha ritrovata la sua serenità nel perdono anche se non è sempre semplice perdonare. A poco importano, a noi, le vicissitudini e le problematiche che una bella cittadina come Romano sa esprimere, ma quello che è certo è che per la comunità che ti accoglie nascerà una nuova primavera e per questo dovranno dire grazie ad una persona Speciale. Buon proseguimento di apostolato a tutti. Ai successori dei nostri angeli custodi non possiamo che augurare di sapersi inserire nella comunità nel migliore dei modi sapendo di poter contare su di una comunità di pietre vive disponibile a supportarli ed aiutarli nello scrivere le pagine future della vita di Romano d’Ezzelino. Buon viaggio ed arrivederci a primavera…

Il mese di settembre anticipa, per me e per quest’anno, la stagione dell’autunno. Si normalmente in autunno cadono le foglie i vestiti della natura prendono una vita diversa con colori e sfumature degne di un pittore importante. Cadono le foglie e normalmente lasciano a tutti noi una tristezza ve-lata che ci porta a godere della nuova veste che la vita ci propone, certi comunque che ci sarà una nuova primavera e quindi stare-mo in attesa di questo nuovo evento.

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A dieci anni da una triste data: 11 settembre 2001

La mattina dell’11 settembre 2001, 19 affiliati all’orga-

nizzazione terroristica di matrice islamica al-Qaida di-

rottarono quattro voli civili commerciali. I dirottatori

fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sul-

le torri 1 e 2 del World Trade Center di New York, cau-

sando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e

conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo

di linea fu fatto schiantare dai dirottatori contro il Pen-

tagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o

la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo

vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsyl-

vania), dopo che i passeggeri e i membri dell’equi-

paggio ebbero tentato di riprendere

il controllo del velivolo.

Gli attacchi terroristici dell’11 settem-

bre causarono poco meno di 3.000

vittime. Nell’attacco alle torri gemelle

morirono 2.752 persone, tra queste

343 vigili del fuoco e 60 poliziotti.

La maggior parte delle vittime erano

civili di 70 diverse nazionalità.

Gli attacchi ebbero grandi conse-

guenze a livello mondiale: gli Stati

Uniti d’America risposero dichiarando la “Guerra al

terrorismo” e lanciando una invasione nell’Afghanistan

controllato dai Talebani, accusati di aver volontaria-

mente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense

fece passare lo USA PATRIOT Act mentre altre nazioni

rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incre-

mentando i poteri di polizia. Le borse rimasero chiuse

per quasi una settimana, registrando enormi perdite su-

bito dopo la riapertura, con quelle maggiori fatte regi-

strare dalle compagnie aeree e di assicurazioni. L’eco-

nomia della Lower Manhattan si fermò per via della

distruzione di uffici del valore di miliardi di dollari.

I danni subiti dal Pentagono furono riparati dopo un

anno, e un piccolo monumento commemorativo fu

costruito sul luogo. La ricostruzione del World Trade

Center è invece stata più problematica, a seguito di

controversie sorte riguardo ai possibili progetti e sui

tempi necessari al loro completamento. La scelta della

Freedom Tower per la ricostruzione del sito ha subito

ampie critiche, conducendo all’abbandono di alcune

parti del progetto originario.

Fin qui la ricostruzione dell’evento a memoria futura,

ma a dieci anni di distanza la nuda cronaca dell’evento

fa riemergere le nostre sensazioni di allora, solo un

po’ affievolite dal tempo ma sempre

li pronte ad essere sollecitate da un

servizio o da un’immagine riproposta

da qualche rete televisiva. La memo-

ria di questi tristi eventi e delle suc-

cessive conseguenze ci resti come

monito affinché, ognuno con il suo

piccolo contributo possa collaborare

a far dimenticare all’uomo simili azio-

ni e cerchi ciò che unisce e non ciò

che divide.

Gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati quattro attacchi suicidi da parte di terroristi di al-Qaida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d’America.

Maurizio Carlesso

Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 ATTUALITA’ - PAG. 4

A dieci anni di distanza la nuda

cronaca dell’evento fa riemergere

le nostre sensazioni di allora

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Don Tarcisio

Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 LETTERE - PAG. 5

Il mio abbraccio allaParrocchia

Domenica 25 settembre durante la S. Messa

delle ore 17.00 rivolgerò il mio saluto alla

Comunità che dopo sette anni lascio per as-

sumere l’incarico della nuova parrocchia di

Santa Giustina in Colle in Padova.

Dal mio cuore nasce un sincero ringrazia-

mento a TUTTI senza nessuna distinzione,

a famiglie, a bambini, ragazzi, giovani, anzia-

ni e ammalati, a praticanti o no…In particola-

re a tutti gli operatori pastorali. Saluto e rin-

grazio i membri del Consiglio pastorale, del

Consiglio affari economici, del Comitato del-

la scuola dell’Infanzia, dell’Associazione Noi

con Voi e di tutti gli altri membri dei gruppi

di Formazione e di Servizio. Ringrazio don

Giuseppe, anziano (o meno giovane) uomo

saggio e sempre presente, le suore, dono

prezioso del Signore.

Ringrazio pure le varie Associazioni laicali

tra le quali ricordo con particolare affetto il

gruppo degli alpini, la Protezione civile, la

Siriola …e tutte le altre.

Così pure un sincero ringraziamento alle au-

torità civili, con a capo la sig.ra. sindaco Ros-

sella Olivo, alle forze dell’ordine guidate dal

maresciallo Giuseppe e ad altri…

Ringrazio i due medici del paese, il dott Dis-

segna e il dott. Melandri.

Ringrazio pure tanti, ma tanti amici: li vor-

rei nominarli tutti singolarmente, ma non ci

sarebbe lo spazio disponibile. Voglio quindi

ricordarne solo alcuni che sono stati sempre

presenti in questi sette anni, sia per l’amici-

zia che per l’aiuto pastorale: ringrazio il gio-

vane Omar Busbani per l’aiuto e la compe-

tenza nel campo liturgico, oltre che per la sua

amicizia; la sig.ra Anna Rebellato per la sua

sollecitudine nel campo pastorale; le signore

Rosanna Farronato e Maria Bontorin per la

loro amicizia e la loro continua presenza in

varie attività pastorali, il Sig. Bruno Farronato

per la sua lunga esperienza nella scuola dell’a

dell’Infanzia; il giovane seminarista Scotton

Giuliano che mi è stato così prezioso nel

campo della liturgia, nella stesura del fogliet-

to e di molti altri lavori di archivio assieme al

sig. Roberto Castagna. Affido Giuliano a Ma-

ria Ss.ma che lo aiuti nel suo cammino verso

il sacerdozio.…e poi altri due “personaggi

caratteristici” della Chiesa… e chi possono

essere se non Mario Farronato e Lina Settin?

Un grazie di cuore per il vostro amore alla

Parrocchia ed in particolare alla Chiesa.

Alla fine aggiungo due persone che sono sta-

te presenti sempre nella casa canonica: sono

Anna Guadagnini, che mi ha servito con tan-

to affetto e dedizione, e Silverio Menon per la

sua discrezione, i suoi saggi consigli e la sua

grande disponibilità ad ogni mia chiamata.

Mentre scrivo, mi passano davanti i volti di

tante persone di cui porterò il ricordo nel cuo-

re: a tutti chiedo perdono per le mie miserie

e i miei limiti ed a tutti vada il mio abbraccio

virtuale, ma ricco di sincerità e affetto.

Cosa dirvi dopo questi miei saluti e ringrazia-

menti? Vorrei che si realizzasse questo sogno

nella nostra comunità e lo prendo dalla lette-

ra di Paolo ai Colossesi 3,12-15 che trascri-

vo completamente:

312 Rivestitevi dunque, come amati di Dio,

santi e diletti, di sentimenti di misericordia,

di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di

pazienza; 13sopportandovi a vicenda e per-

donandovi scambievolmente, se qualcuno

abbia di che lamentarsi nei riguardi degli

altri. Come il Signore vi ha perdonato, così

fate anche voi. 14Al di sopra di tutto poi vi sia

la carità, che è il vincolo di perfezione. 15E la

pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché

ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E

siate riconoscenti!

Questi pochi versetti di Paolo alla Comuni-

tà di Colossi non ha bisogno di commenti:

li comprendiamo bene tutti. Sono convinto

che chi possiede Gesù nel proprio cuore, che

ha fatto una forte esperienza di Lui, non può

non vivere questa comunione, superando di-

visioni, vecchi rancori e soprattutto la pre-

sunzione di possedere le Verità.

Chi non crede o ha dei dubbi, vuole vedere i

cristiani (coloro che praticano, uomini e don-

ne, pur nelle loro diversità) che in nome di

Gesù si vogliono bene e vivono in armonia

e concordia, potendo così dire “Siamo stati

crocifissi con Cristo: non vivo più io, ma Cri-

sto vive in me” (Gal. 2,20).

Questo, ribadisco, è il mio grande sogno di

cristiano e di prete e auguro che possa essere

anche il vostro. Lasciate perdere il passato

e con entusiasmo abbiate sempre la forza di

ricominciare sempre di nuovo. Con grande

affetto, vi ricorderò sempre e vi benedico.

Vostro don Tarcisio

Ringrazio la redazione del “Il Nuovo Ezzelino” che mi ha per-messo di pubblicare questo mio saluto alla Comunità di Romano d’Ezzelino.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RESOCONTI - PAG. 6

Dal 20 al 28 agosto 2011 si sono svolti in territorio vicentino i Campio-nati Mondiali di Orienteering in Mountain-bike (MtbO), evento sportivo con protagonisti più di 300 atleti, ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo che con le loro colorate e tecnologiche biciclette hanno spe-rimentato velocità nella corsa e capacità di orientamento percorrendo strade e sentieri della nostra provincia.

Sara Bertacco

Campionati Mondiali Mtbo:volontari al lavoro

Il 23 agosto i concorrenti hanno disputato la Long Distance tra le colline di Marostica e Bassano del Grappa, zona ideale per una gara di orienteering, sia per le caratteristiche morfologiche del posto che per la bellezza del paesaggio. A supporto dell’organizzazio-ne, gli uffici provinciali della Protezione Ci-vile hanno richiesto l’attivazione dei volon-tari di Protezione Civile del Coordinamento “Brenta Monte Grappa” e i volontari dei Nu-clei dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Romano d’Ezzelino e di Bassano del Grap-pa. A loro il compito di segnalare la presenza degli atleti in arrivo alle varie postazioni e di dare ogni forma di supporto logistico utile alla buona riuscita della manifestazione. La Protezione Civile della Provincia di Vicenza ha considerato il Campionato Mondiale di Orienteering una vera e propria esercitazione di Protezione Civile, ovvero un’occasione per testare l’efficienza delle comunicazioni radio in territorio bassanese nonchè l’efficacia or-ganizzativa e operativa del sistema di Prote-

COS’E’ l’OrienteeringL’Orienteering è uno sport dove gli atleti devono effettuare un percorso predefinito, lungo il quale vi sono dei punti di con-trollo chiamati “lanterne” che devono essere trovati con l’aiuto di una bussola e di una cartina topografica. Sulla carta i punti di controllo sono numerati in ordine progressivo. In genere l’Orien-teering viene praticato nei boschi ma anche in am-bienti naturali in generale e centri abitati. Esistono varie tipologie: di corsa, in mountain-bike, sugli sci.

COS’E’

zione Civile locale, composto dai numerosi volontari del Coordinamento “Brenta Monte Grappa” e dei due Nuclei A.N.C., sempre disponibili in situazioni di emergenza. Nei giorni precedenti la gara, i Presidenti del-le Associazioni si sono ritrovati per definire gli incarichi e per suddividere i 57 volontari disponibili nelle varie postazioni di lavoro. Nella sede dell’Associazione Nazionale Cara-binieri di Bassano del Grappa, situata presso l’Ospedale Vecchio di Viale delle Fosse, sono state allestite una sala radio e una segrete-ria dove alcuni volontari hanno gestito sia le comunicazioni tra i volontari e la centrale operativa dell’ organizzazione, fornendo uti-li indicazioni ai volontari operativi nelle 20 postazioni presenti sulle colline bassanesi e in centro città, che la parte burocratica ine-rente l’esercitazione. Il Presidente del Coor-dinamento “BMG”, Italo Bettiati, responsabile dell’organizzazione dei Volontari per l’area Bassanese, al termine della giornata ha ester-nato ai volontari la sua piena soddisfazione

COS’E’la lanterna

La lanterna è un paletto dotato di un telo trian-golare bianco e arancione che riporta un codi-ce identificativo e che segnala un pun-to di controllo.

e quella degli organizzatori dell’evento per quanto svolto da tutto il personale volontario impiegato che, nonostante le oltre 10 ore di attività ininterrotta, il grande caldo e l’afa op-primente, ha saputo svolgere quanto richie-sto con professionalità ed impegno, restando nelle postazioni assegnate fino alla conclusio-ne della gara avvenuta nel tardo pomeriggio. Qualche volontario ha dovuto fronteggiare anche situazioni impreviste, come rovinose cadute degli atleti dalle biciclette, con con-seguenze piuttosto serie; altri sono stati im-pegnati in supporto al personale medico, in attività di sorveglianza a fine gara di alcuni corridori sottoposti al controllo antidoping.La gara si è conclusa in Piazza Libertà alle ore 17:30 con la premiazione dei vincitori e con due piccole soddisfazioni tutte italiane: al secondo posto nella categoria Junior si è infatti classificato il giovane di Schio Riccardo Rossetto, classe ‘91, premiato con medaglia d’argento mentre il bronzo è andato a Laura Scaravonati della categoria Elite donne.

COS’E’ il brickettoOgni passaggio degli atleti nei punti di con-

trollo deve essere registrato. Per permettere questa registrazione, oggi si usa un siste-ma elettronico detto Sport-Ident, dotato di un chip elettronico, chiamato SI-Card o bricketto.

All’arrivo, tutti i dati re-gistrati nel bricketto

vengono scaricati su computer e ve-rificati.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RACCONTI - PAG. 7

Il Bar Primavera è uno dei locali pubblici del Quartiere San Vito che può vantare, credo, la maggiore anzianità; nasceva, infatti, nel 1957 per iniziativa di Giovanni Andolfatto con origini indiscu-tibilmente romanesi e come dice la “menda” dei Peài, che a quel tempo lavorava come lattoniere presso le Smalterie Metallurgiche Venete.

Lucio e Giancarlo Andolfatto (dei Peài)

Come eravamo:Il Bar Primavera, ovvero dalla Rina

Giovanni, appunto, già gravato della responsabili tà dell’intera famiglia a causa della prematu ra scomparsa dei genitori, poté avviare l’at tività grazie alla collaborazione della sorella Orsola (alias Rina) che viveva in famiglia assie-me alla moglie Domenica Zilio, dei “Tochi” da San Giacomo; essa era chiamata anche Santina o, come soleva il vecchio fruttivendolo ambu-lante, santa Santina. Rina e Santina, oltre a sob barcarsi le faccende domestiche, consen tirono l’apertura dell’eser-cizio, nato come Ente dopolavoristico sotto egida dell’En te Nazionale Assistenza Lavoratori (ENAL); poco più tardi la licenza del dopolavo-ro fu trasformata in licenza commerciale.Il Bar era inizialmente costituito da una sala che si affacciava sul portico della vecchia casa famigliare, che fino agli anni ‘60 era disposta da Est ad Ovest. Nel brolo del caseggiato tro-vavano posto due corti: una per il gioco del-le bocce ed una per giocare a cava pallino (bainèto). Con la ristrutturazione dell’abitazio-ne, sono sparite le corti da gioco ed una parte del giardino è stata ceduta all’Amministrazione comunale per l’allar gamento di Via Cogo; ciò nonostante, fino agli anni ‘90, lo stabile ave-va sul suo lato Nord tanto di stalla, pollaio e conigliere, oltre ad una vasta area coltivata a fieno. Questo spazio, tra figli, cugini, nuore e nipoti, si era costretti a rastrellarlo anche sotto il solleone, con lo sguardo attento di Giovanni che dopo il suo riposino pomeridiano veniva a sistemarsi all’ombra e per gratificare i giova-ni parenti a lavoro ultimato serviva una bibita dalla finestra della cucina.Il bar, grazie alle capacità di Santina ai for nelli, è stato per molto tempo la mensa dei dipen-denti dell’allora attiguo Calzaturificio Madras, fino a quando questo non si dotò di un proprio servizio interno di mensa. Aperto da sempre fin dal primo mattino, il bar era meta di tutto il mondo operaio che da Nord gravi tava sulla città: stradini, manovali, muratori e operai; al mattino venivano per bere caffè corretti, mar-sala, ombre e bicchierini di china.Le sigarette, che inizialmente la Rina ven deva “sotto banco” nel numero di due o tre incartate in un foglietto da block notes, cominciarono più avanti ad essere vendute mediante un pa-tentino, con regolare riforni mento presso il ne-gozio di frutta e verdura dei Lancerin in Via Col Moschin. In anni più recenti il patentino si è trasformato in vera e propria Rivendita Autoriz-zata, oggi tra le più frequentate del bassanese.

Il bar era anche la passerella naturale di varie figure di compagnoni come il pittore Valfri-do, Berto Puncin, gli sportivi come Ciambar-le e Ciambarlino, personag gi che incutevano rispetto come Angelo Gastaldello, Toni Bian-co o Orso Bruno (che proprio secondo Toni Bianco doveva essere figlio di Orso Bianco e Volpe Maria), tutti sfe gatati juventini sull’onda della Rina. La Rina cominciava la sua giornata in bici cletta andando “al Termine” per le com-pere al panificio di Battaglia, i giornali da Gilli, il sale dalla Ciàra, una regolata o un’occhiata ad una bicicletta nuova da Scremin, una cami-cetta ed un paio di calze nuove in via Piave da Pesavento (oggi Lucia Mode), frutta e verdura da Franco Petucco.Al bazar di viale Venezia la Rina si recava per qualche tovaglia o ‘na canevassa, e per far due chiacchiere con la “Mora” della ferra menta.Santina andava invece a fare la sua spesa per la cucina da Stocco in via dei Mille.Non di rado erano gli stessi bottegai ad inca ricarsi di por-tare a casa le spese, e questo gli valeva un panino ed un buon bicchiere di vino, tra un commento e l’altro sui fatti della domenica calcistica, per quella che diventa va una pausa nella loro giornata lavorativa. Venivano per lo più in motoretta (Franco Petucco ne aveva una attrezzata con un porta cassette anteriore ed uno posteriore), cosicché si capiva che quello di portare la spesa alle due donne era anche il pretesto per lasciare bottega al fratello, nel caso di Stocco, o alla moglie, nel caso di Fran-co Petucco.Nel pomeriggio, con le donne che aveva no ap-pena finito di ripulire cucina e sala bar, il clima si ravvivava con l’uscita dalla fabbrica: se aveva

fatto caldo, Toni Bianco ordinava direttamente una cassetta di Birra Pedavena, o più avanti di Dreher, in botti gliette piccole. Gli altri faceva-no compagnia a vino bianco e gazzosa, e si andava avanti fino a sera. Erano frequentissimi gli happy hour …de noaltri, a suon di salami e formag gio, acciughe, sottaceti, soppressa, po-lenta e fagioli in salsa.Le specialità della Santina erano tante, ma tra le più apprezzate erano gli sciòsi, o gli ossi de’ mascio, o il salame in técia che, irrorato da una sfumatura d’aceto, riempiva l’aria di un aroma invitante. Invece, nelle serate dedicate ai cac-ciatori, non c’è tipo di sel vaggina che non ab-bia conosciuto i fornelli della Santina.Tutti i ragazzi della famiglia aiutavano con orgoglio a servire in tavola, e oltre a coglie-re l’apprezzamento generale dei convenuti, partecipavano curiosi ai discorsi e alle dispute pallonare. Alla fine, Giovanni per non far torto a nessuno, decise di assecondare tutti i clienti dividendo opportunamente i famigliari tra le diverse tifoserie: a Lucio toccò l’Inter (e sul ter-razzo di casa oggi sventola il drappo nerazzur-ro), a Giancarlo il Milan; la Rina imperversava in ogni caso con la sua maggio ranza di Juven-tini, ai quali si oppose anche Giovanni con il Napoli (il ciuccio che scalcia è ancora in bella vista sulla scansia principale del bar).Santina ai fornelli, Rina al bancone e tutti gli altri a dare una mano, è stata la formula vin-cente dell’iniziativa commerciale di Giovanni Andolfatto dei Peài. Ecco, questo è il Bar “Primavera” cioè “dalla Rina”: un’impresa famigliare che rappresenta un successo che continua.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RESOCONTI - PAG. 8

La scuola ha fatto centro di nuovo:un altro “Camp”… un altro successo!

Lentinu Elisabetta

Ai bambini bisogna promettere solo ciò che si è certi di poter dare se non vogliamo rischiare di perdere la nostra credibilità di adulti e di educatori.Qual è allora il segreto di questo duplice suc-cesso ? Forse un cocktail perfetto di ingre-dienti: una buona dose di divertimento, un pizzico di cultura, un’abbondante quantità di allegria e spensieratezza, una bella infarina-tura di chiara organizzazione e pianificazio-ne , un’adeguata fiducia nelle proposte della scuola. Ma se questa ha fatto centro ancora è merito anche di un altro ingrediente magico e irrinunciabile : la passione e la dedizione di chi lavora all’attuazione di un progetto.Proprio da questi sentimenti germoglia la convinzione di potersi mettere in gioco e di non deludere le aspettative dell’utenza.Avevamo promesso di migliorare le compe-tenze linguistiche degli studenti e ciò è sicu-ramente avvenuto : tutti i bambini e i ragazzi, specialmente nelle famiglie ospitanti, si sono cimentati in conversazioni più o meno com-plesse per rapportarsi con i loro “tutors”, ma persino con i loro compagni!Avevamo previsto nuove opportunità di so-cializzazione ed infatti non sono mancati momenti ideali per stringere nuove amicizie e per rinsaldare , in un contesto diverso, legami già esistenti.Avevamo altresì garantito il divertimento e non è trascorsa giornata al Camp senza che fossero programmati giochi o attività mirate di fondo al rinforzo linguistico ma nelle quali lo spasso era sempre assicurato. Altre volte, pensiamo ai giochi d’acqua, si è trattato dav-

vero di divertimento puro ed è giusto che tal-volta sia così. E’ troppo bello veder sorridere i bambini ! La gioia e la spensieratezza nei loro occhi sono forse gli elementi che danno un feedback positivo del progetto e che più gratificano chi ci ha creduto.Avevamo preventivato, come lo scorso anno, un giorno dedicato ad una speciale uscita ed abbiamo offerto un’opportunità davvero irri-petibile e qualificante, che ha dato al “Camp” una connotazione oltre che ludica e linguistica anche artistico-culturale. Un silenzio quasi re-ligioso ha caratterizzato la visita al Tempio di Possagno, prima tappa dell’escursione, anche durante le spiegazioni, interamente in Inglese per i più grandi, solo parzialmente in lingua straniera per i più piccoli. Poi però c’è stato modo di sfogarsi e di sciogliere la tensione durante i giochi e la merenda al sacco nel ver-dissimo campo sportivo dell’Istituto Cavanis, che ci ha ospitati.Rapida ma pittoresca la successiva cammina-ta sotto i porticati e nella piazzetta centrale di Asolo; irresistibile la tentazione di toccare l’acqua della fontana; faticosa ma interessan-te l’arrampicata sino al Castello della Regina Cornaro.A conclusione della settimana, “full immer-sion in English” non solo per gli studenti e le loro famiglie ma anche per l’intero staff italia-no che si è tuffato in quest’avventura con la massima dedizione, abbiamo gustato il “final show”, una rappresentazione teatrale senza grandi pretese, che ha avuto luogo venerdì 8 luglio nella palestra comunale di Fellette.I giovani attori hanno recitato in Inglese, con

spontaneità e senza alcuna ansia di prestazio-ne, alcuni sketches scaturiti dalla fantasia e dalla creatività di “tutors” e studenti e messi in scena in pochi giorni, scenografia e costumi inclusi. Sembra quasi un miracolo essere riu-sciti a far così tanto in così poco tempo!Ma a volte la determinazione, la dedizione e la generosità degli insegnanti che lavorano in sinergia per attuare un progetto possono com-piere davvero miracoli. Nella scuola pubblica italiana questo per fortuna avviene e quindi, nonostante lo spauracchio di un suo possibi-le naufragio, si fa ancora molto per arricchire l’offerta formativa destinata ai giovani.Ogni scelta dei docenti è compiuta pensando a loro, che saranno artefici del loro futuro ma solo a condizione che abbiano gli strumenti per poterlo fare. Siamo consapevoli che non sarà impresa facile, ma metterli in possesso di una lingua straniera vuol dire sicuramente spalancare loro le porte del mondo del lavo-ro…e non solo!Non si vuole creare l’illusione che una set-timana di “City camp “ possa trasmettere competenze straordinarie, ma senza ombra di dubbio crediamo possa aiutare qualcuno a scoprire la propria motivazione e le proprie potenzialità e quindi a spiccare il volo verso la propria destinazione futura.Dopo lo show finale sono giunte innumere-voli le richieste di garantire al prossimo camp la durata di due settimane. Che rispondere? Beh, intanto gustiamoci il successo e i bei ri-cordi di quello appena concluso e assaporia-mo il piacere di una meritata vacanza …poi si vedrà!

“City camp” 2011 a Romano d’Ezzelino. Ripensando all’evento sorge sponta-nea una domanda : come si è riusciti a riportare sui banchi di scuola quasi

cento bambini durante le vacanze e nonostante la calura estiva?Abbiamo promesso loro la luna? Abbiamo escogitato altre ingan-nevoli lusinghe? Certamente no, niente di tutto questo!

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RESOCONTI - PAG. 9

San Giacomo… in festa

Duilio FaddaPoènta…’ndemo co stà poènta! Maurissio… dai co’ e patatine! Desso riva, no gavìo un momento de passiensa! Normalmente è questo il ritmo con cui si procede nella cucina della Sagra di San Giacomo, velocità e impegno, senza arrabbiature, senza musi lunghi e duri. Il sorriso è di rigore.

Mi viene da pensare alle vicende della nostra Italia, nel 150° anniversario di fondazione dello Stato Italiano siamo arrivati a toccare il fondo, con liti e veti incrociati quotidiani ed invece la sagra di San Giacomo con i suoi 40 anni, portati benissimo, sembra aver trovato l’elisir di lunga vita. Il merito del successo, della sagra s’intende, è dovuto ad un mix misterioso, forse la giusta dose di giovani, anziani e giovanissimi o al gruppo dirigente formato prevalentemente da una compagine omogenea e mediamente di quarantenni. Può darsi che, questa sia la formula del successo. In ogni caso, è oramai sicuro che da una decina d’anni la Festa Par-rocchiale ha conosciuto solo un trend in cresci-ta… nonostante la crisi della nostra Italia.Che sia da proporre il modello San Giacomo, per governare il Paese? Forse non basterebbe, ma a noi della Sagra piace lavorare dentro questo motore pulsante che produce: “il piacere nello stare insieme”; ed è proprio per questo che si partecipa volen-tieri al lavoro comunitario. Poi quest’anno è stato proprio un momento speciale, abbiamo festeggiato i 40 anni del co-mitato festeggiamenti, costituitosi ufficialmente nel 1971 e gran finale con sorprendenti fuochi

d’artificio, i 55 anni di sacerdozio di Don Paolo Dalla Rosa ed i suoi 37 anni di attività pasto-rale svoltasi a San Giacomo. Inoltre Don Ma-nuel Fabris, cappellano di questa importante parrocchia, dopo 6 anni di attività ha salutato i fedeli per la nuova missione pastorale che lo attende come Pievano a Sant’Eulalia. Sarà quindi l’arrivo del nuovo parroco Don Delfino Frigo a chiudere i festeggiamenti della sagra di San Giacomo.Questi importanti momenti che hanno segnato il passaggio di consegne li abbiamo vissuti do-menica 11 settembre durante la celebrazione della Santa Messa celebrata dai due sacerdoti, sono stati momenti veramente emozionanti, per don Paolo, don Manuel e per tutta la co-munità, accompagnata da tutte le autorità civi-li, religiose e militari del Comune Romanese. La mattinata è stata chiusa dall’inaugurazione della nuova sede degli alpini sita nella Corte dei Guagni, con la speciale benedizione di Don Paolo ed a questa ha dato seguito il pranzo co-munitario con oltre 450 persone presenti. Bisogna però dare atto al comitato festeggia-menti che anche quest’anno la sagra di San Giacomo è tra le più gettonate del compren-sorio Bassanese, questo va sicuramente dato

come merito al giovane gruppo dirigente ed anche all’impegno che i molti parrocchiani de-dicano a questa bella iniziativa, poi i numeri parlano chiaro; la crescita è su tutti i settori ed i consumi dei vari generi proposti hanno avuto un incremento notevole. Così pure la scelta di dare spazio ad attività collaterali all’interno del centro giovanile parrocchiale, dove si poteva-no ammirare i quadri della mostra diretta dal M.o Giulio Carandente, i vari modelli del ponte di Bassano, i coppi magnificamente decorati, le meravigliose riproduzioni di vascelli e le cu-riose e innumerevoli sorprese Kinder.Inoltre fra le novità più significative, ma è già il secondo anno, è stato l’utilizzo di materia-li riciclabili, per il consumo dei pasti ( piatti, posate e i contenitori di queste in materiale degradabile ) e poi, anche in cucina, si è pro-ceduto alla separazione dei vari rifiuti con gran vantaggio e soddisfazione per tutti.A chiudere definitivamente questa bella festa sarà la cena di ringraziamento fra i partecipanti a questa importante e impegnativa sagra pa-esana. Il convivio, chiuderà definitivamente i battenti per il 2011, resta solo da segnalare, come si diceva all’inizio, che questa kermesse potremmo definirla la Sagra del sorriso.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 ASSOCIAZIONI - PAG. 10

Complesso Bandisticodi Romano d’ EzzelinoPrima della pausa estiva il Complesso Bandistico di Romano d’ Ezzelino si è esibito in concerto sabato 11 giugno, nella stupen-da cornice di Valle S. Felicita, in occasione del 50° Compleanno del nostro maestro Gianni Zamborlin, ospitando per l’occasione la Banda Musicale G. Verdi di Conselve.

Domenica Bontorin

I due gruppi si sono fusi in un’unica grande orchestra proponendo brani impegnativi, come l’Aida di Giu-seppe Verdi, colonne sonore di Ennio Morricone, la famosissima Pirati dei Caraibi e altre ancora. Per la riuscita della serata, oltre a tutti i suonatori, ringraziamo il nostro maestro Gianni Zamborlin che con il suo impegno conferma il grande amore per la musica, seguendo i due gruppi che egli stesso dirige con tanta passione.Lo stesso concerto l’abbiamo eseguito a Conselve il 24 luglio scorso, riscuotendo un enorme successo.

Ma purtroppo, anche per il Complesso Bandistico e Majorettes di Romano d’ Ezzelino le vacanze stanno per finire e adesso siamo pronti a ripartire con tutte le nostre attività.

A ottobre riprendono tutti i corsi diavvicinamento al mondo della musica: • Corso di propedeutica per bambini a partire dai 5 anni.

• Corso di orientamento musicale di strumento e solfeggio a partire dai 7 anni e senza limite di età.

• Corso per Majorettes e utilizzo di twirling e pon pon.Tutti i nostri corsi sono tenuti da insegnanti e Maestri diplomati.

Se sei interessato non esitare a contattarci ai seguenti numeri: 0424 30176 (mercoledì dalle 21 in poi) – 348 4062235oppure vieni a trovarci il mercoledì seradalle ore 21 sotto Villa Ferrari.VI ASPETTIAMO!

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RESOCONTI - PAG. 11

Alle sei del mattino, mentre il sole lentamente si risveglia, Alpini e Donatori sono già al lavoro per completare gli ultimi preparativi. Sta per iniziare un giorno indimenticabile.Nell’anno in cui ricorrono i 150 anni dall’Unità d’Italia, il Gruppo Alpini di San Giacomo festeggia 90 anni di attività ed il Gruppo Donatori di Sangue di San Giacomo di Romano d’Ezzelino ne fe-steggia 45.

L’alba di un nuovo giornoMaurizio Scotton

Due anniversari molto importanti, che i due gruppi hanno deciso di festeggiare assieme domenica 11 settembre 2011, come segno di collaborazione ed unione, per ricordare il pas-sato, le origini, i valori e con essi le persone che li hanno tramandati.Mancano pochi minuti alle nove e la zona dell’ammassamento è affollata. È una gioia ve-dere così tanti gagliardetti e così tanti Alpini a Donatori accorsi a festeggiare i nostri due gruppi. La banda Ana Montegrappa inizia a suonare e contemporaneamente si accendo-no i motori delle due camionette militari che sono state invitate per accompagnare, in sfila-ta, i reduci di guerra. La loro partecipazione, capitanata dal Cav. Antonio Guerra, è molto importante e significativa.Un giorno che resterà scolpito nella memoria collettiva per le diverse e numerose emozioni vissute. Come quelle che ci regala Giampietro Zen che regge, su un cuscino tricolore, il ca-pello del nonno Bernardo Zen fondatore, in

quel lontano 1921, del Gruppo Alpini di San Giacomo; quelle di Don Paolo Dalla Rosa, che nel giorno del suo saluto alla comunità par-rocchiale dopo 38 anni di servizio, entra in chiesa fra due ali di gagliardetti disposti lungo la navata centrale. Quelle di Filippo, giovane Alpino ancora in armi, che effettua l’alzabandiera mentre suo-na l’inno di Mameli; quelle di Mario e Grazia-no mentre depongono la corona di alloro sul monumento dei caduti; o quelle di Alberto e Lisa che accompagnano in sfilata le due nuove fiamme che verranno poi benedette in chiesa. Dopo la cerimonia religiosa il corteo con le au-torità presenti raggiunge la “corte dei Guagni” per l’inaugurazione della sede dei due grup-pi. La stessa data dell’ 11 settembre, come è stato ricordato prima del taglio del nastro, ci ha riportato alla memoria un tragico evento di dieci anni fa, che oggi si è voluto ricordare per testimoniare ogni giorno quei valori insiti ne-gli Alpini, di solidarietà ed accoglienza. Valori

espressi nelle missioni di pace, dove anche di-versi Alpini hanno dato la vita per la patria.Uno squillo di tromba ed un minuto di religio-so silenzio ci hanno fatto profondamente ri-flettere. La benedizione e l’apertura della sede segna la fine delle celebrazioni ufficiali di que-sta intensa giornata ma altresì segna l’inizio di una nuova vita per questi due gruppi.Questa “Taverna alla corte”, come ricordano i due capogruppo Maurizio e Roberto molto emozionati, sarà il luogo dove Alpini e Dona-tori potranno costruire e progettare assieme un futuro basato sul rispetto e sull’impegno, sulla coesione tra l’entusiasmo dei giovani e la saggezza e la memoria storica dei “veci”. Nel ringraziare le autorità civili e militari pre-senti, le numerose associazioni e le tantissime persone che in diverso modo ci hanno aiutato, i due gruppi vi danno appuntamento a saba-to 01 ottobre presso la chiesa parrocchiale di San Giacomo per la rassegna di cori dedicata a Bepi Zilio.

Vi ricordiamo la serata

di cori dedicata aBepi Zilio il 02.10.2011

alle ore 21.00in San Giacomo presso

la Chiesa Parrocchiale.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 ASSOCIAZIONI - PAG. 12

Abbiamo accolto qualche anno fa un giovane che, con esperienza limi-tata, si è reso disponibile a guidare una tra le maggiori associazioni del nostro territorio, insieme con un valido consiglio direttivo. Ora al termi-ne del suo mandato non possiamo che riconoscere un percorso impor-tante di crescita e maturazione a servizio della nostra bella Romano. Al compimento del suo mandato, portato a termine con impegno, senso di responsabilità, dedizione e disponibilità, ci apprestiamo ad accogliere gli esiti di una nuova elezione di un presidente del Comitato Siriola e con-seguentemente del gruppo dirigenziale del comitato. Il nuovo gruppo dirigenziale, dovrà ricercare e definire la figura di un nuovo presidente e quindi chiediamo al nostro Jurij Baron quali siano le caratteristiche che deve avere la guida del gruppo.

La Siriola si rinnova

Iniziamo, però, la nostra chiacchierata, con chie-dergli se sia disponibile a ricandidarsi alla guida per il prossimo mandato e la sua risposta è:No, ritengo di avere dei pro-getti di carattere personale che ora assorbiranno in toto le mie energie e piuttosto che non riuscire a dare il massimo all’ associazione preferisco collaborare da componente e non da dirigente principale.

Ma allora Presidente, motivi ed interessi di carattere personale le impediscono di pro-porsi per un nuovo mandato, quale eredità lascia al gruppo Siriola? L’eredità che lascio al gruppo è senz’altro quella di aver saputo conservare il gruppo direttivo, ma soprattutto di aver inserito molte giovani figure all’interno della Siriola. E assicuro, è una bellissi-ma soddisfazione.

Ci può indicare qual è stato il momento più difficile e quello più bello del suo mandato? il momento più difficile è stato il Palio del 2010 perché si è creata una situazione difficile alla gara, prima durante e dopo, per motivi diversi con i contradaioli, mentre i momenti più belli non riesco ad identificarli se non con il momen-to dell’elezione del 2008 e poi ogni istante che chiudeva l’edizione di un Palio.

Capiamo quindi che durante il man-dato ha potuto contare su di un nu-trito gruppo di collaboratori e che ringraziare ognuno per le sue pecu-liarità potrebbe farci dimenticare qualcuno e che quindi il ringrazia-mento sia dedicato a tutti, ma se facciamo riferimento al gruppo ci spiega com’è organizzato? Il ringraziamento va in primis ai respon-sabili di ogni area perché ognuno di

loro ha svolto il proprio compito con dedizione e quindi ciò mi ha facilitato enormemente il com-pito, le due figure di riferimento sono poi state i miei due vice presidenti, mentre l’organizzazione è veramente un piccolo capolavoro, vi invito ed invito tutti a venirla a scoprire…

Quale progetto vorrebbe veder realizzato dal Comitato Siriola nel prossimo futuro e per il quale ha già avviato un processo di crescita? Il sogno rimasto nel cassetto è lo studio del pro-lungamento della manifestazione degli angoli rustici da una a due giornate ed anche il comple-tamento del nuovo statuto del gruppo.

L’ultima cena con il gruppo com’è andata? Ci racconta un po’ qual è stato il suo stato d’animo e cosa le ha lasciato l’abbraccio di tutte le persone presenti?Ritengo che l’atmosfera è stata di una festa in-credibile dove tutti si sono divertiti e questo è

stato per me importante. In ogni caso il gruppo rimane coeso e supporterà il nuovo presidente a cui auguro grandi soddisfazioni. La presenza di tanti amici mi ha veramente commosso, anche per quanto mi hanno espresso e donato nell’oc-casione.

In ultima analisi qual’è l’augurio che lascia-mo al nuovo Comitato direttivo ed al nuovo Presidente: l’augurio è quello di poter contare su molte sod-disfazioni e che anche le previsioni meteo sor-ridano alle date previste per le manifestazioni poiché solo tali eventi non sono da noi program-mabili, ma soprattutto, auguro a tutti di essere sorretti dalle motivazioni e dall’impegno sempre dimostrato dal gruppo.

Desideriamo ringraziare quindi noi come Pro Loco per la sua disponibilità e per l’amore dedi-cato al Palio di Romano d’Ezzelino, sappiamo di aver potuto contare veramente su di un uomo “pro loco”, ma nello stesso tempo, considerati gli impegni “personali” auguriamo a lei e a Michela un futuro radioso di vita insieme, certi che con lo stato d’animo presentato e mostrato alla collet-tività potrete vivere insieme felici e nello stesso tempo pronti alla chiamata delle contrade che sempre avranno bisogno della presenza operosa di uomini come Jurij Baron.

Grazie Jurij da parte di tutti noi.

Maurizio Carlesso

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RICORDI - PAG. 13

La vostra corrispondenza con il fratello Mario, mio padre, unico ancora vivente della famiglia Baldi e ormai prossimo centenario, era regola-re. Lo informavate su salute e lavoro, ho me-moria di quella volta che con tanto orgoglio gli avete comunicato che avevate finito la vostra casa… certo è costata tanta fatica, lavoro e pas-sione, ma soprattutto molto amore.Più felici eravate quando poi ci annunciavate che era in arrivo un figlio, era per voi una gioia perché lo consideravate dono di Dio, e questo avete comunicato per ben quattro figli: Arturo, Jonny, Paolo, Eddy. Meravigliosi figli, belli, sani ma soprattutto uniti: questo è il seme che ha germogliato poi altrettante famiglie ancora più numerose. Il vostro sogno si è realizzato, orgogliosamente ne andate fie-ri, tutto è meritato! La foto che avete scatta-to lo scorso Natale che rappresenta la vostra famiglia, parla a me suscitandomi sentimenti di stima, ammirazione e affetto… Grazie zii, bravi bravi!Ricordo quando ritornavate a Romano per ri-vedere i parenti, gli amici e la vostra terra… eravate felici! Dal vostro sguardo però traspa-riva malinconia, perché vi sarebbe piaciuto rimanere a Romano, ma il richiamo dei figli era giustamente più forte, perciò ripartivate! Complimenti zio Marcello e zia Maria!All’impegno della famiglia non trascuravate il vostro hobby: il gioco delle bocce. Per voi era importante partecipare, condividere con

altri emigranti gioie e dolori, vi incoraggiava e vi alleggeriva la pena. Importante era per te zio Marcello gareggiare. Ricordo l’estate del 1974, quando parte-cipasti al Campionato Mondiale di bocce in Francia; venisti a trovarci, fine gara, con Arturo. Che emozione, sentire la fierez-za e la soddisfazione con cui raccontavi la gara.Ricordo anche la tua passione per il canto lirico e per l’opera. Vivevi d’arte. Con quanta emo-zione raccontavi di quella volta che cantasti al “Teatro di Sua Ma-està” una parte dell’opera “Carmen” di Bizet! Con noi venisti a Verona all’Arena a vedere e sentire “La forza del Destino” di G. Verdi. Commuovente vedere i tuoi occhi gonfi di la-crime per la gioia di godere di un così gran-dioso spettacolo!Ora ti immagino caro zio lassù in cielo ad affi-narti l’orecchio e la voce con le note: “All’alba vincerò, vincerò, vincerò…” dall’opera “Tu-randot” di G. Puccini… Sì zio Marcello, hai vinto! Ha vinto il tuo immenso amore per la tua famiglia, ha vinto l’amore per le persone che hai generosamente amato e rispettato, ha vinto l’amore per il tuo lavoro fatto con estre-ma onestà, ma soprattutto ha vinto la tua fede in Cristo, quella che ti hanno trasmessa i tuoi

genitori e che tu quotidianamente alimentavi con la preghiera. Non ti sei fatto piegare dalla sofferenza che ti ha accompagnato negli ultimi anni della vita terrena, perché non ti sembrava di soffrire mai abbastanza! Tutto questo me lo ha raccontato la tua dolce e paziente Maria… Non ha voluto nessun altro vicino a voi, ma ti ha curato con tanta tenerezza ed infinito amore.Il patrimonio spirituale che hai lasciato ai tuoi figli è immenso, certamente loro sanno come farlo fruttare!Marcello, benedici tutti i famigliari e tuo fra-tello Mario, il quale è unito a te con la pre-ghiera quotidiana! Sii il nostro Angelo Custo-de per sempre.Ciao zio Marcello, ti abbraccio teneramente

Rammento che sei partito solo zio, hai voluto precedere zia Maria e il piccolo Arturo di pochi mesi per preparare loro un nido sicuro ed accogliente, ti sei fatto raggiungere da loro l’anno successivo. Ricor-do chiaramente le molte volte che ho fatto compagnia di notte a zia Maria e ad Arturo nella cameretta allestita nel “granaro” della casa paterna dei Baldi. Questi ricordi affiorano spesso nella mia mente e nel mio cuore e mi caricano di tanta tenerezza.

Ricordo di Marcello Chemello (Baldi), uomo che ha vissuto con la nostalgia della sua terraEmigrato da Romano per l’Australia a Nollamara Perthnel 1952 a 28 anni è mancato il 14 giugno 2011

Tua nipote Anna

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5° Marcia del Sorrisoa Romano d’Ezzelino del 6 novembre 2011

Preghiera del podistaTi ringrazio o mio Signore perché mifai camminare, ti ringrazio perché mifai correre, ti ringrazio anche per idolori, le sofferenze del mio esistere,che si dileguano con la gioia delmuoversi mentre vado tra i boschi,lungo il fiume, da solo o tra la gente,su strade assolate o spazzate dalla pioggia o dal vento.Io ti sento, mio Signore, mentre i miei passi fendono ritmici le brume del mattino o la corsa si distende serena nei silenzi opachi e i pensieri si purificano e arrivano fino a Te.Ti sento, o mio Signore, anche nei momenti di stanchezza o di sofferenza,quando il sudore annebbia lo sguardo,la fatica mi fa piegare le gambe e mi vorrei fermare.Questo mio camminare fatto con umiltà ed esaltazione è come una preghiera. E’ questo andare che si fa preghiera, per lodarti e ringraziartio mio Signore.

Sarà un’ottima occasione per creare nuove amicizie e consolidare quelle esi-stenti.I percorsi di km 7 – 9- 17 – 21 sono alla portata di tut-ti, non essendoci l’obbligo della corsa e si addicono facilmente alla passeggia-ta. L’organizzazione dell’evento si ispira ai connotati Fiasp, a cui la Greg Runners è af-filiata sin dalla sua costituzione valorizzando la salute della persona e la riscoperta natura-

listica e culturale del terri-torio comunale di Romano d’Ezzelino come il parco di Villa Negri, la Torre di Dante Alighieri e il Sacello di Valle Santa Felicita.L’arrivo è all’interno della prestigiosa antica Villa Ca’ Cornaro, vero fiore all’oc-

chiello del nostro paese. Grazie all’Associazione Piccoli Punti di Pa-dova i partecipanti alla manifestazione all’arrivo avranno la possibilità di sottoporsi

gratuitamente ad una visita specialista della pelle. Per la realizzazione della marcia saranno im-piegati più di un centinaio di volontari ap-partenenti alle numerose associazioni volon-taristiche esistenti a Romano d’Ezzelino.Altro aspetto fondamentale della manifesta-zione è lo scopo dell’associazione.Attraverso il ricavato, la Greg Runners si propone di sostenere iniziative di carattere sociali e caritatevoli, particolarmente neces-sarie in questo difficile periodo di recessione economica.

Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 APPUNTAMENTI - PAG. 14

In occasione del 1° lustro di vita dell’associazione, la Greg Runners ha in calendario la Marcia del Sorriso domenica 6 novembre 2011.Il periodo coincide nella stagione in cui la natura si sta preparando al riposo invernale. Le giornate si accorciano e il tramonto solare il-lumina di un colore vivo il cadere disteso e soave delle foglie che si

apprestano a regalarci un manto naturale su cui trascorrere una giornata in movimento. Il gioire festoso dei bambini ci ricorde-rà che ci troveremo nella Marcia del Sorriso in un momento di incontro e di distensione domenicale.

Visentin GregorioPresidente A.S.D. Greg Runners

Vi aspettiamoil 6 novembre 2011alla partenza dellaMarcia del SorrisoDalle 8.00 alle 9.00nella anticaVilla Cà Cornarodi Romano d’Ezzelino

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Amor di Patria nel 150° dell’Unità d’Italia

Oggi, si sente così poco parlare di amor di Patria, e lo dimostra anche la quasi nulla partecipazione popo-lare alle cerimonie commemorative del 4 novembre, 25 aprile e 2 giugno, ignorando quanto spargimento di sangue è costata la difesa della Patria nell’unità dei suoi confini, a cominciare dal 1848 fino alle ulti-me sanguinose battaglie sull’Ortigara, sul Grappa e sul Piave fino alla tragedia nazi-fascista nell’ultimo conflitto.Nella ricorrenza del 150° dell’Unità d’Italia, mi è ve-nuta alla mente una poesia patriottica (che consi-glierei tutti di impararla a memoria), tramandatami dalla patriota Baron Elisa (dei Mariga), classe 1911, deceduta in quel di Varese nel 2004, ex partigiana, anche se nella sua umiltà non ne ha chiesto il ri-conoscimento. Ella, collaborò infatti, nella fase del rastrellamento nazi-fascista sul Grappa, con il Parro-co di Romano d’Ezzelino, don Gabriele Bernardini, nell’opera di aiuto e salvataggio di persone, special-mente giovani, ricercate dai nazi-fascisti, fino ad es-sere presente, nel tentativo di poter salvare qualcuno durante l’impiccagione dei giovani in Viale XX Set-tembre a Bassano, ora Viale dei Martiri.La Baron aveva nove anni quando, finita la Prima Guerra Mondiale, in occasione di una manifestazio-ne commemorativa svoltasi nel piazzale del Muni-cipio di Romano d’Ezzelino per ricordare i caduti e celebrare la Vittoria, fu invitata a recitare la poesia di cui appresso, pronunciandola con lo sguardo rivolto al Grappa ed al Triolore ivi izzato:

T’amo Vessillo che sventoli gloriosoin pace e in guerra;

Emblema caro e nobile all’Italia Terra: nel Bianco le tue candide nevi nelle Alpi io ammiro;

al Rosso guardo e ai Martiri pensoe nel cuor sospiro;

al Verde che vivifica la spemaognor nutritache prospera nei secolisarà l’Italia Unita

Viva l’Italia!Come sarebbe bello, per un futuro di pace, unità e amore, sentirla recitare dai nostri giovani, magari con l’aiuto dei genitori che tendono a dimenticare i valori dell’amore e dell’unità.

Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 RIFLESSIONI - PAG. 15

Quale amor di Patria possono avere gli italiani se nessuno dei nostri rappresentanti del Governo si è degnato di partecipare all’annuale ce-rimonia commemorativa dell’8 corrente sul Grappa, monte proclamato Sacro alla Patria, nel cui Sacrario riposano circa 22.000 soldati morti nella Prima Guerra Mondiale per la nostra unità e libertà. Soltanto un piccolo messaggio del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con invito alla pace e all’integrazione. Al contrario, erano presenti il Ministro della Difesa Ungherese Csba Hende, l’Arciduca di Asburgo e Lorena, un rappresentante austriaco con la banda musicale.

Giuseppe Bontorin

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 ATTUALITA’ - PAG. 16

Un’altro modo di vedere i recenti fatti della Parrocchia Purificazione della Beata Vergine Maria di Romano d’Ezzelino.Chiedo ospitalità al Giornale della Pro Loco “Il Nuovo Ezzelino” per ag-giungere, in via del tutto personale, qualche cosa sulla triste vicenda che vede protagonisti, loro malgrado, la comunità della parrocchia Purifica-zione della Beata Vergine Maria di Romano d’Ezzelino ed il suo Parroco, don Tarcisio Favaron, con particolare riferimento agli articoli apparsi a più

riprese sulla stampa locale ed ultimamente anche sul numero di giugno dell’organo ufficiale di codesta benemerita Pro Loco,

che parlano senza mezzi termini di un “paese spaccato”, di “contestazione del parroco” di “pretesto per altri scopi” di Guelfi e di Ghibellini, di parroco “sfiduciato”.

Un altro punto di vista

Chiarisco su-bito che non ho alcuna in-tenzione di fare altre polemiche, ma intendo affermare come sono andate veramente le cose, sottoponendo all’attenzione dei lettori una diversa realtà ed alcune riflessioni; una versione dei fatti acca-duti diversa da come è stata rappresentata nei citati articoli di stampa.Poi, sia quel che sia: chi ha orecchi per inten-dere, intenda!Io sono uno di quegli “abitanti di paesi vicini che vengono a Romano per ascoltare la parola di don Tarcisio” ed ho aderito con tutto il cuo-re e l’anima alla lettera recapitata nel marzo del 2010 (cioè ben quindici mesi or sono) al Con-siglio Pastorale ed al Parroco e che oggi (dopo ben quindici mesi) viene strumentalizzata, evi-dentemente, da chi all’epoca non l’ha né com-presa né, tanto meno, gradita e digerita.Qualche domanda ai soliti “benpensanti” che sostengono che il Parroco se ne va per colpa dei “contestatori”, secondo la malsana teoria per la quale i “48 parrocchiani”, promotori della famosa lettera sarebbero il partito contro don Tarcisio. Così non è.È lecito che in una comunità parrocchiale un gruppo che non è d’accordo con l’andamento della Parrocchia possa rivolgersi accoratamen-te ed in tutta semplicità all’organo di governo della Parrocchia esprimendo il proprio parere e chiedendo motivati cambiamenti? A chi altro avrebbe dovuto rivolgersi? Quali mezzi spetta-colari avrebbe dovuto invece adottare? Nei normali rapporti tra persone e, tanto più, in ambito parrocchiale, nella Famiglia delle fa-miglie, è lecito fare presente il proprio diver-so parere e chiedere di discutere dell’avvenire della propria Parrocchia o no?E cosa vi aspettereste dal Consiglio Pastorale, che dovrebbe avere, oltre a tutto il resto, so-prattutto il Vangelo come guida al suo operare? Che vi convocasse, credo, che vi ascoltasse, che sentisse cosa avete da dire, cosa propo-

nete, quali idee vi frullano per la testa! O mi sbaglio?

Ma non è proprio questo che tutti, in ogni ambito, ed a maggior ragione in Parrocchia ci

si dovrebbe aspettare?Questo è avvenuto? Qualcuno si è preso la bri-ga di ascoltare, di sentire, di riflettere, di discu-tere, di accogliere? Non mi pare.Ma il Consiglio Pastorale non è forse nato per-ché tutti i parrocchiani contribuissero secondo i talenti di ciascuno alla conduzione ed alle attività della Parrocchia, affiancando e soste-nendo il loro Parroco, sotto la sua illuminata guida?O forse qualcuno pensa che le varie funzioni affidate al Consiglio Pastorale siano attribuzio-ni personali, ambiti dove ciascuno possa libe-ramente agire, esercitando poteri che non gli competono? Un’ultima domanda che riguarda il penosissi-mo modo in cui è stata trattata questa triste vicenda: come mai una lettera inviata al Consi-glio Pastorale ed al Parroco finisce sul giorna-le, diventa di dominio pubblico? I membri del Consiglio non sono forse tenuti alla riservatez-za che il loro ufficio impone? Non dovrebbe esserci un segreto che tuteli la delicatezza degli argomenti che investono il Consiglio Pastorale? Oppure dobbiamo pensare che qualsiasi cosa si tratti in Consiglio sia destinata a finire sulla bocca di tutti, travisata come sappiamo sempre accade quando qualche cosa passa di bocca in bocca, e che finisca in pettegolezzo ed in mormorazione?Qualcuno molto addentro agli ambienti della Parrocchia, venendo meno ai valori cristiani, ha montato un caso sul nulla, mettendo alla gogna i firmatari della lettera, il Consiglio pastorale, il Parroco e la comunità parrocchiale stessa.Ma dove sono finiti la lealtà, la sincerità, la franchezza, la carità, la prudenza, l’intelligenza e l’amore? Un gruppo di persone mette nero su bianco il suo punto di vista e chiede di apportare modi-fiche sensibili all’andamento delle cose e cosa ottiene? Dopo quindici mesi è indicato come il contestatore del Parroco, come quello che

lo sfiducia, come la causa del suo abbandono! Non solo, ma adesso è anche accusato, secon-do G. Bontorin, di non aver voluto un “con-fronto diretto che avrebbe potuto calmare gli impulsi” (sic!). Ma se è proprio questo confron-to che è stato espressamente richiesto!No! Non è giusto che succeda questo! Così viene perpetrato un grave torto alla comunità parrocchiale tutta! E soprattutto a quella par-te che orgogliosamente e in spirito di Verità ha preso il coraggio di dire quello che pensa, ben sapendo di pestare i piedi a qualcuno che avrebbe mal tollerato.Come disse un saggio: quando sul cruscotto dell’automobile si accende una spia rossa, il guasto in atto non dipende certo dalla spia, ma dalle condizioni del motore!Un’ultima precisazione: ad onor del vero, in tutta questa vicenda don Tiziano Dal Soglio non c’entra proprio; e chi vuole utilizzare la sua persona e la sua opera per questi scopi, evidentemente è fuori strada e con tutta proba-bilità non vuole guardare la realtà per quello che è e prenderne atto.Bisogna invece rendere onore al merito! Don Tiziano, appena ha avvertito che in seno alla comunità parrocchiale si stava sviluppando un dissidio che causava profondo turbamen-to e dolore soprattutto al Parroco, con grande coraggio, con molta sofferenza ed in accordo con don Tarcisio, ha preso l’estrema decisio-ne di allontanarsi dalla Parrocchia, proprio per non essere considerato lui la causa di tanto patimento; ed infatti, il “problema” è stato fat-to “esplodere” ad arte ben un anno e mezzo dopo che lui ha volontariamente rinunciato al suo incarico presso la Parrocchia di Romano. Infine, se qualcuno avvertisse la necessità di accertare quello che sostengo, si procuri la let-tera famosa in versione integrale (ormai non c’è più alcuna riservatezza da osservare), la legga e giudichi in cuor suo se c’è in essa una sola parola che possa essere contro il Parroco o se, invece, in essa non si richieda con tut-ta umiltà, disponibilità e coraggio un radicale cambiamento di pensiero e di azione.Grazie.

Antonio Degasperi

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 APPUNTAMENTI - PAG. 17

CARROZZERIACARROZZERIA

di Lorenzon RobertoVia Marze, 35 - 36060 Romano d'Ezzelino (VI) - Tel. 0424 382.011 - Fax 0424 390.148

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Sede: Romano d'Ezzelino (VI) - Viale Europa, 25Tel. 0424 31138 - Fax 0424 513118

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La morte di EzzelinoNel castello di Soncinosta il Signore da Romano,pensa all’ultima battagliapresso il ponte di Cassano.Stretto in ceppi, ancor temuto,con l’orgoglio del guerrierogià ha deciso la sua sorte,non vivrà da prigioniero.

Non potrà chinar la frontea chi un tempo l’ha servito,non vivrà per il trionfodi chi un giorno l’ha tradito.Strappa impavido le bendefiero in cuor del suo destino,perché sa che anche da mortoresterà sempre Ezzelino.

E di notte nella torre,mentre l’Adda scorre piano,lenti tornano i ricordinel castello di Romano,quando giovane a cavallo,l’elmo in testa e l’armatura,con la scorta e il padre accantopercorreva la pianura.

Visitava i suoi manieri,conosceva la sua terra,e dal padre e gli scudieriimparava a far la guerra.E cullava forse il sognodi un’ Italia non per bande:ma era un sogno ancora acerbo,quasi un sogno troppo grande.

Sui nemici uno sparviero,come folgore veloce,in battaglia temerario,e per fama il più feroce.Ha vissuto in tempi oscuri,per usbergo il suo valore,dalla sorte ha preso e datopari gloria e ugual dolore.

Poi svaniscono i ricordie si spengono lontano,e ai rintocchi dell’auroramuore solo il da Romano.E anche adesso ogni otto giorninel castello di Soncinosuona ancora una campananel ricordo di Ezzelino.

Mocellin Sergio G.

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 NOTIZIE IN BREVE - PAG. 18

50° di Vittorio Simonettoe Irene GuidolinIl 31 luglio una giornata ricca di emozioni, assieme ai figli e fa-miglie con parenti ed amici, Vittorio Simonetto e Irene Guidolin hanno festeggiato il loro 50° Anniversario di vita in comune.E così in una lenta e lunga scalinata il tempo è passato!!!

Foto: Vittorio Simonetto e Irene Guidolin nel giorno del 50° di matrimonio, con parenti e amici

Ritrovo estivo della“Ciara Stea”I cantori della “Ciara Stea”, si sono ritrovati a luglio per l’annuale momento conviviale. Ospiti dei coniugi Gonzo Giuseppe e Angelina in località Pianelle di Primolano, la foto ricorda quella serata di festa trascorsa assie-me, tra canti e allegria.Grazie a questo gruppo di volontari per l’impegno e la passione che costantemente dimostrano in Parrocchia a Romano!

Suor Caterina Andolfatto ci ha lasciato. È rimasta in India, perché la sua salute non le ha permesso di ritornare. Lascia due fratelli e tre sorelle.È stata ricordata nel suo paese natale, Romano, con una S. Messa e salutata dai nipoti con questa lettera:

Ciao, Suor Caterina!Carissima zia Suor Caterina,tu amavi tantissimo ricevere le nostre lettere e proprio così vogliamo salutarti.Se pensiamo a te, la prima immagine che ci viene in mente è il dolce dondolio del tuo capo e il tuo sorriso quando dicevi “Sì…Sì…”. Avevi acquisito proprio il modo di parlare della gente di quella terra che hai tan-to amato, così tanto amato da volerci rimanere anche dopo la tua morte: l’India. Ricordiamo quando nelle tue lettere, nelle telefonate o nei tuoi racconti quando tornavi a Romano, ci parlavi sempre sorridendo della difficoltà di vivere in un Paese così diverso dal nostro, ma il tuo volto si velava di tristezza se l’argomento era la povertà di quella gente. Sì, perché tu prima hai sem-pre pensato agli altri e poi a te stessa. Come quando ricevevi un pacco e il contenuto lo distribuivi a chi ti stava vicino: quante volte ci hai ringraziato per quello che ti abbiamo spedito, ma sai, zia, siamo noi che ti dobbiamo ringraziare! Grazie per averci insegnato ad accorgerci dell’altro e delle sue difficoltà.

Grazie per averci insegnato che il Signore ci è sempre vicino, soprattutto nei momenti difficili.Grazie per averci insegnato il valore della pre-ghiera.Grazie per essere stata per noi un esempio di vita!Vogliamo ora salutarti con alcuni versi della Bea-ta Suor Teresa di Calcutta che tu stessa hai avuto modo di conoscere:

“Le opere dell’amoreSono sempre opere di pace.Ogni volta che divideraiIl tuo amore con gli altri,ti accorgerai della paceche giunge a te e a loro.Dove c’è pace c’è Dio,è così che Dio riversa pacee gioia nei nostri cuori.”

Ciao, zia!

I tuoi nipoti

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Il Nuovo Ezzelino Settembre 2011 NOTIZIE IN BREVE - PAG. 19

Ci hannolasciato

Paolina Maria Zenved. Lunardon

97 anni19 agosto 2011

Luigina Bussotti (Gina)ved. Giacoppo

78 anni14 agosto 2011

Maria Natalina Todescoved. Carlesso

86 anni23 agosto 2011

Giovanni Visentin

80 anni26 agosto 2011

Eleonora Garionived. Longo

87 anni31 agosto 2011

Vittorio Ferrazzo

68 anni4 agosto 2011

Giovannina Parolinin Dissegna

64 anni30 luglio 2011

Giuliana Crestani

70 anni5 agosto 2011

Loredana Bassoved. Bordignon

68 anni11 agosto 2011

Teodina Morocutti

66 anni11 agosto 2011

Luigi Simonetto

72 anni7 luglio 2011

Vittoria Bordignonved. Lessio

92 anni13 luglio 2011

Il giorno 16 luglio inseguito ad incidente

stradale nella loro terra natale sono mancati

all’affetto dei loro cari

Punti rinnovo sociE’ possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori.La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri.

Sede ProlocoVia G. Giardino 77, San Giacomo

Uffici Postali,Centri Parrocchiali,Banca di Credito Cooperativo.

San GiacomoEdicola Cartoleria Zilio Giovanni,Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina.

FellettePanificio Bosa,Edicola Cartoleria Brillante,Happy Bar, Trattoria Conte Chantal.

Sacro CuoreSpeedy Bar (Autolavaggio Scotton).

RomanoEdicola Pirandello, Profumeria Elisir,Tabaccheria e Cartoleria Mirò,Mario Bragagnollo (Moletta),Giovanni Bontorin (pittore),Foto Gastaldello / Arduino,Frutta e Verdura da Silvana.

Mario RosarioPetralia46 anni

Giovanna MariaContessa Roccolino

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