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NOTIZIARIO Su la possibilit~ di ottenere immagini acustiche analoghe alle ottiche. -- I1 sig Pohlman (Zeit. f. Phys., 113, 697) si domanda se non sia possibile di ottenere con onde acustiche delle vere e proprie immagini di oggetti esposti a quelle e come si possono rendere visibili tall immagini. ]~ chiaro the, non conoscendosi, nel caso delle onde acustiche (meno in po- chissimi casi) un assorbimento selettivo, non si potr~ avere qualcosa che corrisponda a un'immagine eolorata, ma si avranno soltanto delle immagini in bianco, nero e graduazioni intermedie; i corpi di materiale molle (assor- bente) daranno, diciamo cos~, immagini scure; invece i corpi di materiale du~o (non ~ssorbente) daranno immagini chiare. II dispositivo usato dall'A. cosl costituito : 1) come sorgente sonora ~4ene usato un oscillatore a quarzo piezoelettrico avente una frequenza fondamentale di 8,10~ Hertz (lavorante perb con la sua 3" o 5 a armonica), alimentato da un circuito ad alta fre- quenza della potenza di 400 Watt; 2) come sistema producente l'immagine si usb dapprima uno specchio concavo, ma poi una lente convergente sim- metriea di CC1, (o di CHCIO limitata da lamine curve (5,5 cm di raggio di raggio di curvatura) di rame dello spessore di 0,01 ram; 3) per ottenere un rivelatore delle immagini si ~ fatto ricorso alla proprietor che hanno di- spersioni a granuli appi~ttiti di disporsi, in un mezzo in cui si propagano ultrasuoni, parallelamente al fronte delle onde. Una sospensione di questo genere (polvere di alluminio in xilolo) viene posta in una cella piatta con una parete piana formata da una lamina sottile di tame e l'altra pure piana, di vetro. Le onde nltrasonore cadono sulla parete di tame; le particelle, lh dove le onde hanno la massima intensith, si dispongono parallelamente al fronte delle onde e se illuminiamo la sospensione attraverso la parete di vetro riflettono la lute; in tal modo si finisee per a~ere nn'immagine lumi- nosa su fondo scnro. L'A. ottiene immagini sis per riflessione dirigendo il faseio di ultrasuoni sull'oggetto (in aequa) e eoncentrandone i raggi riflessi con una lente sul rivelatore, sia per rifrazione interponendo l'oggetto fra la sorgente e la lente. Per vari oggetti I'A. ha potuto ottencre in tal modo delle immagini pih che soddisfacenti. Deduzione del raggio molecolare di alcuni Uquidi dalla velocith del suono in essi. -- Se dall'equazione di Van der Waals ricaviamo' M l'espressione della pressione p, ponendo v----- (M ~-massa moleeolare, P

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N O T I Z I A R I O

Su la possibilit~ di ottenere immagini acustiche analoghe alle ott iche. - - I1 sig Pohlman (Zeit. f. Phys., 113, 697) si domanda se non sia possibile di ottenere con onde acustiche delle vere e proprie immagini di oggetti esposti a quelle e come si possono rendere visibili tall immagini. ]~ chiaro the, non conoscendosi, nel caso delle onde acustiche (meno in po- chissimi casi) un assorbimento selettivo, non si potr~ avere qualcosa che corrisponda a un'immagine eolorata, ma si avranno soltanto delle immagini in bianco, nero e graduazioni intermedie; i corpi di materiale molle (assor- bente) daranno, diciamo cos~, immagini scure; invece i corpi di materiale du~o (non ~ssorbente) daranno immagini chiare. II dispositivo usato dall'A.

cosl costituito : 1) come sorgente sonora ~4ene usato un oscillatore a quarzo piezoelettrico avente una frequenza fondamentale di 8,10 ~ Hertz (lavorante perb con la sua 3" o 5 a armonica), alimentato da un circuito ad alta fre- quenza della potenza di 400 Watt ; 2) come sistema producente l 'immagine si usb dapprima uno specchio concavo, ma poi una lente convergente sim- metriea di CC1, (o di CHCIO limitata da lamine curve (5,5 cm di raggio di raggio di curvatura) di rame dello spessore di 0,01 ram; 3) per ottenere un rivelatore delle immagini si ~ fatto ricorso alla proprietor che hanno di- spersioni a granuli appi~ttiti di disporsi, in un mezzo in cui si propagano ultrasuoni, parallelamente al fronte delle onde. Una sospensione di questo genere (polvere di alluminio in xilolo) viene posta in una cella piatta con una parete piana formata da una lamina sottile di tame e l 'altra pure piana, di vetro. Le onde nltrasonore cadono sulla parete di tame; le particelle, lh dove le onde hanno la massima intensith, si dispongono parallelamente al fronte delle onde e se illuminiamo la sospensione attraverso la parete di vetro riflettono la lute; in tal modo si finisee per a~ere nn'immagine lumi- nosa su fondo scnro. L'A. ottiene immagini sis per riflessione dirigendo il faseio di ultrasuoni sull'oggetto (in aequa) e eoncentrandone i raggi riflessi con una lente sul rivelatore, sia per rifrazione interponendo l'oggetto fra la sorgente e la lente. Per vari oggetti I'A. ha potuto ottencre in tal modo delle

immagini pih che soddisfacenti.

Deduzione del raggio molecolare di alcuni Uquidi dalla velocith del suono in essi. - - Se dall'equazione di Van der Waals ricaviamo'

M l'espressione della pressione p, ponendo v - - - - - (M ~-massa moleeolare,

P

438 N o ~ z I ~ o

p ---- densith, v ~ volume) e tenendo conto the la velocith del suono u ~ data

dalla relazione u . ~ V ? , si ottiene per u l 'espressione :

~ = _ RT [~ +(~b I ] 1 [2~ + , / ~ 1

I1 sig. Schaaffs (Zeit. f. Phys., 114, 1]~0) osserva ehe, secondo le ricerche di ~a

Van Laar, si pub ritenere che, per i liquidi, ~ sia molto piccolo e c h o

quindi ~O~]T sia trascurabile di s a 2ap. Se, f ra l'equazione che ci

d~ u 2 e quella di Van der Waals, eliminiamo la quantit~ ap/M ~, si ottiene:

R r r.~ / ~ 1 2r n T 1 u2 (~ /p - b), L~ + ~ ) d + ~ [ P - ~ / ~ - b]"

1~ difficile valutare ~ T perb si pub, secondo i ealcoli del l 'A, traseurare

" "(ab) di fronte a M/o' ,e siccome, alla pressione ordinaria e per i anche ~_T

liquidi si pub trascurare 2p di fronte a pu ~, dall 'ult ima equazione possiamo

------~/-~- ( N = nu- r icavare b e poich~ il raggio moleeolare r ~ dato da ~ --16~N

mero di Loschmidt), I'A. ottiene finalmente: 3

~ 3 M [1 RT[1/-~- ~'Iu"

I valori di r ehe si ottengono in tal modo per 30 liquidi diversi (per i quali si hanno valori attendibili di u) sono pochissimo differenti da quelli che si possono ricavare dalla rifrazione moleeolare.

In un lavoro successivo (Zeit. f. Phys., 114, 351) fl sig. Schaaffs rieerca se il valore della costante b dell'equazione eli Van der Waals, quale si deduce

dalla formola : b -~ ~- \ Mu ~ ( -~- ~-~ ~ 1 , dedotta con le consi-

derazioni del lavoro precedente, goda per i composti chimiei della propriet'~ additiva, cio~ si possa calcolare dai valori di b corrispondenti ai singoli ele- menti componenti la molecola di quei eomposti. L 'A. trova che effettiva- mente tale additivit~ sussiste e, con i valori di b caleolati per esempio per l ' idrogeno e per il carbonio da alcuni composti in cui questi elementi en- t rano con differenti legami, ha potuto calcolare il valore di b per una serie di 32 liquidi.

Su l a f o r m a z i o n e deUo ione H e l l § - - I sigg. Mc Evren e Arnot (Proc. Roy. Soc. London A., 172, 107) hanno studiato, per mezzo dello spet t rografo di massa, la formazione dell'elioidrurione. Esso si genera per collisione ~ra una molecola di idrogeno avente nna earica elementare posi- r e un atomo di elio, secondo la reazione: Hs ~ + He ~ Hell + ~--tt.

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Naturalmente, perch~ la formazione dello ione H e l l § avvenga, occorre che le particelle urtantisi abbiano un'energia cinetica superiore alla differenza fra l'energia di dissociazione del H~ + (2,6V) e quella del H e l l + (1,5V); cio~ bisogna che l'energia dello ione H~ + sia maggiore di 1,1 V.

Bombardamento de lrargento con deutoni. - - Bombardando l'argento con deutoni da 9 MV ottenuti con cyclotron, i sigg. Krishman e Gant (Na- ture, 23 serf.) hanno ottenuto i seguenti risultati: 1) un'attivith ~ con un periodo di 2m,4 che sembra dovuta al ~~ 2) l 'analisi chimica ha mostrato ancora un elemento con attivit~ ~ e ~, di periodo 6g,8 che potrebbe essere l~ oppure l~~ 3) la stessa analisi chimica ha rivelato la presenza di un altro elemento attivo emettente positroni con un periodo di 26m con proprieth analoghe a quelle del ~~ e di pill un ulteriore elemento, non identificabile, dotato di attivit~ ~ e con un periodo di almeno alcune set~ timane.

Esplos ione del ioduro d'azoto provocata dal lo spezzamento del nucleo dell'uranio. - - I1 sig. Feenberg (Nature, 30 sett.), esponendo al- l'irraggiamento neutronico, dovuto a 200 mgr di Ra-~-Be, delle miscele di ossido di uranio e di ioduro d'azoto, trova che circa la met~ dei preparati irraggiati esplodono durante un'esposizione di alcune ore. Poich~ preparati puri di ioduro d'azoto sono insensibili all'irraggiamento neutronico e d'al- tra parte miscele di ossido di ~ranio e di ioduro d'azoto non irraggiate esplodono con una frequenza 20 volte minore, I'A. ~ indotto a ritenere che l'esplosione ~ provocata dal riscaldamento locale che si ha nel frenamento dei frammenti del nucleo dell'uranio.

Su l 'aerosol atmosfer ico . - - Lo studio del contenuto in polveri del- l 'aria che respiriamo va richiamando sempre pill l'attenzione degli studiosi dell'aerosol atmosferico sia dal punto di vista fisieo che da quello chimico- fisico e medico. Per dare un'idea della varieth di azioni che queste polveri possono provocare nell'organismo basti dire che da questo punto di vista le polveri possono classificarsi in ben sette gruppi : 1) quelle the provocano azioni microchimiche conducenti a ]esioni caratteristiche (per es. nel easo della silicosi e dell'asbetosi); 2) quelle che non producono ]esioni po]monari se non dopo un'inalazione intensa e prolungata come nel caso del]e polveri di carbone e di minerali non silicei; 3) quelle che attaccano pifi i bronchi che i polmoni come le polveri di legno, di sostanze tessili e di cereali; 4) quelle che hanno un'azione carcinogenica come le polveri di cromati, di nichel o di sostanze radioattive; 5) quelle che esercitano azioni chimiche o meccaniche favorevoli allo sviluppo di processi infiammatori; 6) quelle che hanno un'azione infettiva in quanto ai loro granuli sono ancorati microor- ganismi patogeni; 7) quelle che producono una vera e propria azione in- tossicatrice diretta, come nel caso del manganese. Di qui si comprcnde come siano necessari studi intensi a trovare i mezzi pifi opportuni per coagulare e precipitare queste polveri al fine di purificare l'aria.

4 ~ 0 NOTIZI&".IO

Contenuto in e l io de l s a l g e m m a e de l la s i l v i n a . ~ I1 sig. Koczy ha elaborato un metodo per determinare il contenuto in elio di vari cam- pioni di diverse provenienze, di salgemma e di silvina (Anz. Akad. Wien., 6, 25). Questo contenuto ~ per il salgemma dell 'ordine di grandezza di 10--s cm ~ per grammo di materiale; per la silvina invece di 10 -~ era*; esso varia da campione a campione il the b verosimilmente dovuto al diverso contenuto in radio delle acque madri dalle quall si ~ cristallizzato fl minerale. Tanto i campioni colorati come quelli incolori contengono, in media, la stessa quantit~ di elio, quindi la colorazione dei pr imi non deve essere provocata dalle radiazioni di sostanze radioattive eontenute nello roccie perch,, anche per i campioni incolori, la durata dell ' irradiazione ~ certamente stata pifi the sufliciente per produrre la colorazione.

D e t e r m i n a z i o n e de l c o n t e n u t o in u r a n i o e in tor io dei ca lcar i e del le do lomie de l l e A lp i . - - La sig. ~ Lahner ha trovato (Anz. Wien. akad., 11, 59) i seguenti valori del contenuto in uranio e in torio: per i calcari 0,31.10 - 5 gr di uranio e 2,4.10 - 6 gr eli torio per grammo di ma- teriale; per le dolomie rispettivamente 4 ,10-7 gr di uranio e 1 ,7 .10 - 6 gr di torio, sempre per grammo di materiale. Dal confronto di questi dati con quelli del contenuto in radio helle stesse roccie, I 'A. deduce the in queste non c'~ equflibrio radioattivo f ra uranio e radio.

Sul c o n t e n u t o in azoto , argon e n e o n n e l l a cros ta t erre s t re . - - Lord Rayleigh (Proc. Roy. ~oc. London A., 170, 451) svo]ge alcune consi- derazioni cosmologiche partendo dal contenuto di questi gas nel]a erosta terrestre. La relativa rari th, nell 'atmosfera terrestre, del neon rispetto al- l 'azoto, mentre negli spazi intersiderali si ~ spesso riscontrato il contrario si ~ spiegato finora ammettendo che il neon, contenuto originariamente nell 'at- mosfera, sia in gran par te sfuggito da questa nello spazio circostante. Ora questa ipotesi ~ plausibile soltanto se si ammette che il neon e l'azoto, con- tenuti originariamente nell 'atmosfera, siano stati componenti originari della sola atmosfera terrestre, cio~ che essi non fossero eontenuti nella crosta terrestre e da questa passat i poi nell 'atmosfera, come per es. invece ~ i l caso dell'clio. L'A. determina il contenuto in neon e in argon di diverse roccie antichissime e trova che ambedue i gas esistono in queste in quantith determinabili e precisamente 2.10 - 5 cm 3 di argon e 8,10 - s cm 3 di neon per grammo di roccia. Percib, secondo I'A., l ' ipotesi della sfuggita del neon dal- l 'atmosfera ~ da rigettarsi. I1 contenuto in azoto delle roccie molto antiche

di circa 0,04 cm* per grammo di materiale; quindi Fazoto, contenuto glo- balmente nella terra, non si trova prevalentemente nell 'atmosfera; anzi, nella crosta terrestre ne esiste una quantith 50 ~olte maggiore. Ne segue, secondo I'A., che i gas, che si trovano ora nell 'atmosfera, non sono stati necessariamente componenti originali della massa terrestre. (A. P.)

Direttore responsabil9 : ~ . M A J O R A N A Cooperat~va ~ipografica Azzoguidi - B o l o g n ~