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CINQUANTESIMO DELLA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANI DUEMILADODICI CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON DIDIMO MANTIERO $ FXUD GHO &RPLWDWR 2UJDQL]]DWRUH 6XSSOHPHQWR GHOOD 9RFH GHL *LRYDQL ² Q LO SPECCHIO DELL'ANIMA ALCUNE LETTERE DI DON DIDIMO /HWWHUD D 6LOYLR &DUROL Santa Croce in Bassano, 24 agosto 1954 (G q SURSULR ODJJL LQ PH]]R DJOL XRPLQL FKH LO 6LJQRUH DFFRPSDJQD LO VXR VDFHUGRWH¶,R SHU TXHVWR VRQR QDWR SHUFKp DEELDQR OD YLWD H ODEELDQR LQ DEERQGDQ]D· ( TXDOH vita? Quella dell'amore, della verità, quella delle vette altissime dove è continuamente generato, vive ed opera il LOGOS. E per chi è così alta vita? Per quelli che il mondo osa spogliare di tutto, anche della voglia di vivere. Parlare di Dio sommo agli uomini che sono WXWWL SUHVL GDOOH IDFFHQGXROH GHOOD SRYHUD WHUUD 5LSHWHUH D ORUR ÀQR D FRQYLQFHUOL FKH OD vita è solo un dono di Dio. Convincere i potenti, i ricchi, i conquistatori dell'umana scienza FKH FLz FKH QRQ q 'LR q QLHQWH FKH FLz FKH FL GLVWDFFD GD 'LR q VROR GDQQRVR¶&KH VHUYH DOOXRPR JXDGDJQDUH DQFKH WXWWR LO PRQGR VH SRL SHUGH OD VXD DQLPD·" 4XHVWR sì che è un compito arduo. Sembra cosa fatta solo ed esclusivamente per mani divine. Chi oserà allora salire l'altare del monte Tabor, farsi consacrare le mani e ridiscendere poi nella valle per ritornare quindi sulla vetta con le spalle cariche di anime di poveri uomini? Lo può e lo deve colui che il Signore FKLDPD SXUFKp VL WUDWWL GL XQR ¶FRQ OH PDQL LQQRFHQWL H LO FXRUH SXUR· 3HU LO UHVWR FL SHQVD LO 6LJQRUH ¶'HXV HVW TXL LQFUHPHQWXP GDW· ,QJLQRFFKLDWR vicino al Tabernacolo, sacerdote da pochi anni, chiesi a Dio che cosa avrei dovuto fare di me per rendermi utile alla causa della anime. Pregai con tanto fervore. Alla notte sognai. Fui condotto per le stanze di un grandioso palazzo. Tutto vi era bello, lussuoso. La mia attenzione fu però attratta da XQD EUXWWD ¶&(67$· 1RQ DYHYD PDQLFR HG HUD EXFDWD SL GHO QRUPDOH /·DYHYDQR DWWDFFDWD DG XQD ÀQHVWUD VRSUD XQD WHUUD]]D JUDQGH TXDQWR una stanza. Che bruttura! Indovinate le mie segrete meraviglie, chi mi JXLGDYD DSHUVH OH ODEEUD DG XQ OHJJHUR VRUULVR H ¶TXHOOD FHVWD GLVVH q OD FRVD SL XWLOH LQ WXWWR LO SDOD]]R· $FTXD IUHVFD SXOLWLVVLPD H YLYD aumentava salendo su, non so come, dal suo interno e non ne cadeva XQD JRFFLD 6ROR TXDQGR OD PLVWHULRVD ¶FHVWD· QH IX ULFROPD O·DFTXD XVFu FDGGH VXO SDYLPHQWR VRSUD OD WHUUD]]D 6FRUUHQGR YHORFH H DEERQGDQWH VÀRUDQGR LO lucente marmo, io la vidi far nascere da questo, innumerrevoli erbe di frumento, crescerlo D YLVWD H FRURQDUOR FRQ PDJQLÀFKH JURVVH H ELRQGH VSLJKH 2UD QRQ SRVVR Qp VR ULSHWHUWL TXHOOR FKH SURYDL DOORUD 5LFRUGR OH SDUROH D FRPPHQWR GL FKL PL DYHYD JXLGDWR¶,O SDOD]]R q OD VDQWD &KLHVD O·DFTXD q OD *UD]LD GL 'LR LO PDUPR q LO PRQGR OH VSLJKH VRQR OH DQLPH che Dio cava anche dai sassi; la cesta sfasciata e brutta, è il sacerdote umile e santo, GL FXL VHPSUH LO 6LJQRUH VL VHUYH SHU VDOYDUH OH DQLPH GLIÀFLOL· 7XWWR TXHVWR q WDQWR EHOOR a vedersi! Ma io credo di poterti assicurare che almeno in certi momenti, è duro assai, WHQHUH QHO SDOD]]R LO SRVWR GHOOD ¶FHVWD· &RQRVFLXWR FRVu QRVWUR 6LJQRUH *HV &ULVWR SXz ÀQDOPHQWH LO VDFHUGRWH SDUODUH FRPH XQ JLRUQR VDQ 3DROR DO SRSROR FULVWLDQR¶,R SRL quando venni a voi, o fratelli ad annunziarvi la testimonianza di Cristo, venni, non con sublimità di ragionamento o di sapienza. Poiché non mi credetti di sapere altra scienza WUD GL YRL VH QRQ *HV &ULVWR H TXHVWR FURFLÀVVR· ,O SRSROR FULVWLDQR PLR FDUR 6LOYLR D QRL VDFHUGRWL JXDUGD VROR FRQ JOL RFFKL GHOO·DQLPD H GHO FXRUH &HUFD GL YHGHUH QHOOH nostre mani, le stigmate di Cristo e sulla nostra testa, non la corona di alloro, cui aspirano i poeti… ma quella di spine. Don Didimo Mantiero Estratto della lettera a Silvio Caroli del 24 agosto 1954 /HWWHUD D 6DQ *LRYDQQL &DODEULD Monte di Malo, 30 settembre 1942 “Padre Reverendissimo, O·XOWLPD YROWD FKH HEEL OD IRUWXQD GL YHGHU/D ULFHYHWWL le Sue congratulazioni, per essere io molto povero. E ne godetti. Tuttavia allora non ero nella miseria. Ora ad esempio vorrei venirLa a trovare (molte cose ho da dirLe). Ma vede Padre, non posso disporre nemmeno di 50 lire per il viaggio. Queste cose non ho mai detto nemmeno a Gesù, quando celebro la S.Messa. Le dico a Lei, per averne un consiglio. Ella sa (Le esposi tutto a Costozza) come devo pensare al completo mantenimento di un orfano, dedicatosi allo studio. Fin qui si tirò innanzi e Dio nulla mai lasciò mancare al suo orfanello. Oggi tuttavia ho dovuto rimandarlo a casa senza il denaro necessario per la pensione a quegli che gli somministra il pane. Gli dissi di tornare fra quindici giorni... Per quanto riguarda me, Padre, aver denaro o non averne, è perfettamente la stessa cosa. ( SHU TXHO ÀJOLXROR D *HV KR VHPSUH detto due cose, nella S.Messa: -”da mihi animas coetera tolle” e poi spiego, quasi Dio non leggesse nel mio animo: SULYDUPL DQFKH GHOO·RQRUH GHOOD VWLPD presso i Superiori stessi, del denaro, di tutto, purché ciò torni alla tua gloria, nella salvezza GHOO·XOWLPD DQLPD GHO PRQGR &UHGR FKH LQ TXHVWR 'LR PL DEELD SLHQDPHQWH HVDXGLWR QH YDGR ÀHUR µID R *HV FKH LO ÀJOLXROR 6WHOLQR VLD VHPSUH SL ULSLHQR di grazia e di sapienza divina”. Se non vedo male, mi pare che anche in questi giorni mi abbia o mi vada esaudendo. Quando sono in queste strettezze, penso a don Bosco che entra in Trino con la Madre sua e non ha nulla di nulla tanto che un suo confratello gli dona il suo orologio. E mi consolo. La notte poi, quando prima di coricarmi (e sono magari le 12) mi inginocchio DFFDQWR DO PLR SLFFROR &URFLÀVVR H SUHJR SL D OXQJR che posso, mi pare che Gesù mi dica sempre: non dubitare. Sono con te. Pure alla notte, quando faccio meditazione per il giorno seguente, e subito prima della preghiera di cui sopra, (medito nel gran libro “Sì Padre” di Riccardo Giof) leggo come noi uomini ci si ÀGD WURSSR SRFR GHO EXRQ 'LR FOTO Don Didimo coltiva la sua passione _PROSEGUE

Notiziario n°2

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Notiziario sui festeggiamenti del 50esimo del Comune dei Giovani e sul 100nario dalla nascita di don Didimo Mantiero

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CINQUANTESIMO DELLA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANIDUEMILADODICI

CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON DIDIMO MANTIERO

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OBIETTIVO20122012

LO SPECCHIO DELL'ANIMAALCUNE LETTERE DI DON DIDIMO

/HWWHUD�D�6LOYLR�&DUROLSanta Croce in Bassano, 24 agosto 1954

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generato, vive ed opera il LOGOS. E per chi è così alta vita? Per quelli che il mondo osa

spogliare di tutto, anche della voglia di vivere. Parlare di Dio sommo agli uomini che sono

WXWWL�SUHVL�GDOOH�IDFFHQGXROH�GHOOD�SRYHUD�WHUUD��5LSHWHUH�D�ORUR�ÀQR�D�FRQYLQFHUOL�FKH�OD�vita è solo un dono di Dio. Convincere i potenti, i ricchi, i conquistatori dell'umana scienza

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Chi oserà allora salire l'altare del monte Tabor, farsi consacrare le mani

e ridiscendere poi nella valle per ritornare quindi sulla vetta con le spalle

cariche di anime di poveri uomini? Lo può e lo deve colui che il Signore

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dovuto fare di me per rendermi utile alla causa della anime. Pregai con

tanto fervore. Alla notte sognai. Fui condotto per le stanze di un grandioso

palazzo. Tutto vi era bello, lussuoso. La mia attenzione fu però attratta da

XQD�EUXWWD� ¶&(67$·��1RQ�DYHYD�PDQLFR�HG�HUD�EXFDWD�SL��GHO�QRUPDOH��/·DYHYDQR�DWWDFFDWD�DG�XQD�ÀQHVWUD��VRSUD�XQD�WHUUD]]D��JUDQGH�TXDQWR�una stanza. Che bruttura! Indovinate le mie segrete meraviglie, chi mi

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sublimità di ragionamento o di sapienza. Poiché non mi credetti di sapere altra scienza

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i poeti… ma quella di spine.

Don Didimo Mantiero

Estratto della lettera a Silvio Caroli del 24 agosto 1954

/HWWHUD�D�6DQ�*LRYDQQL�&DODEULDMonte di Malo, 30 settembre 1942

“Padre Reverendissimo,

O·XOWLPD�YROWD�FKH�HEEL� OD� IRUWXQD�GL�YHGHU/D�� ULFHYHWWL�le Sue congratulazioni, per essere io molto povero.

E ne godetti. Tuttavia allora non ero nella miseria.

Ora ad esempio vorrei venirLa a trovare (molte cose

ho da dirLe). Ma vede Padre, non posso disporre

nemmeno di 50 lire per il viaggio. Queste cose non

ho mai detto nemmeno a Gesù, quando celebro la

S.Messa. Le dico a Lei, per averne un consiglio. Ella

sa (Le esposi tutto a Costozza) come devo pensare

al completo mantenimento di un orfano,

dedicatosi allo studio. Fin qui si tirò

innanzi e Dio nulla mai lasciò mancare

al suo orfanello. Oggi tuttavia ho dovuto

rimandarlo a casa senza il denaro

necessario per la pensione a quegli

che gli somministra il pane. Gli dissi di

tornare fra quindici giorni... Per quanto

riguarda me, Padre, aver denaro o non

averne, è perfettamente la stessa cosa.

(�SHU�TXHO�ÀJOLXROR�D�*HV��KR�VHPSUH�detto due cose, nella S.Messa: -”da

mihi animas coetera tolle” e poi spiego,

quasi Dio non leggesse nel mio animo:

SULYDUPL� DQFKH� GHOO·RQRUH�� GHOOD� VWLPD�presso i Superiori stessi, del denaro,

di tutto, purché ciò torni alla tua gloria, nella salvezza

GHOO·XOWLPD�DQLPD�GHO�PRQGR��&UHGR�FKH�LQ�TXHVWR�'LR�PL�DEELD�SLHQDPHQWH�HVDXGLWR��QH�YDGR�ÀHUR�� �µID��R�*HV��� FKH� LO� ÀJOLXROR� 6WHOLQR�� VLD� VHPSUH� SL�� ULSLHQR�di grazia e di sapienza divina”. Se non vedo male, mi

pare che anche in questi giorni mi abbia o mi vada

esaudendo. Quando sono in queste strettezze, penso

a don Bosco che entra in Trino con la Madre sua e non

ha nulla di nulla tanto che un suo confratello gli dona

il suo orologio. E mi consolo. La notte poi, quando

prima di coricarmi (e sono magari le 12) mi inginocchio

DFFDQWR�DO�PLR�SLFFROR�&URFLÀVVR�H�SUHJR�SL��D�OXQJR�che posso, mi pare che Gesù mi dica sempre: non

dubitare. Sono con te. Pure alla notte, quando faccio

meditazione per il giorno seguente, e subito prima

della preghiera di cui sopra, (medito nel gran libro “Sì

Padre” di Riccardo Giof) leggo come noi uomini ci si

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FOTO Don Didimo coltiva la sua passione

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OBIETTIVO20122012

CINQUANTESIMO DELLA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANIDUEMILADODICI

CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON DIDIMO MANTIERO

Una lettera di Don Didimo inviata a San Giovanni Calabria fa riferimento esplicitamente all'elaborazione del progetto educativo che sarà realizzato sotto il nome di "Comune dei Giovani". La lettera fu scritta da Valdagno, dove don Didimo gestiva l'oratorio parrocchiale un anno prima del suo trasferimento a Santa Croce di Bassano.

Mio venerato Padre, sono tanto felice di pregare per Lei molto spesso, specie con la

S. Messa di tutte le feste.Forse è anche per questo che il Signore permette ancora che

mi tocchino di grosse tribolazioni. E dire che io domando così poco per me, ma niente,

nemmeno quello.Mi sembra qualche volta che il Signore mi voglia staccare completamente

dalle cose, dalle persone di questo mondo. Io credo che sarei pronto a dimenticare le cose,

ma non mi sento altrettanto pronto a lasciare le persone che mi sono care. Fin qui ho cercato,

PD�VLQFHUDPHQWH��GL�FRQYDOLGDUH�TXHVWR�DWWHJJLDPHQWR��DSSHOODQGRPL�DOO·HVHPSLR�GL�*HV��(forse ho fatto male) che ha sempre amato di

preferenza S. Giovanni Evangelista. Eppure,

IDUz� DQFKH� TXHVWR� VDFULÀFLR� VH� LO� 6LJQRUH� OR�vuole. Ma Le confesso, Padre, che mi costerà, perché io ho un temperamento piuttosto

affettuoso. Ho presentato a Sua Eccellenza il mio Vescovo, già da più mesi, un progetto

riguardante una nuova forma di organizzazione di gioventù,�GD�DIÀDQFDUH�DOOH�WUDGL]LRQL�H�DOOH�VDQWH�DWWLYLWj��FRPH�DG�HVHPSLR�O·$]LRQH�&DWWROLFD��+R�GHOOD�EUDYD�JHQWH�ODLFD�FKH�VL�farebbe in pezzi più di veder realizzata la suaccennata idea; non è dello stesso parere il mio

Arciprete. Il Vescovo poi non si decide.Pochi giorni fa è uscito in quella frase “Il Cardinale

La Fontaine mi ha insegnato che quando in una diocesi nasce una luce il Vescovo non deve

spegnerla”. Padre, mi benedica tanto perché io voglio sapere che vuole Gesù da me.

Don Didimo Mantiero Valdagno, 5 agosto 1952

´4XHOOR�FKH�PDQFD�D�PROWL�GL�QRL��ÀJOLROR�FDUR��q�OD�SUHJKLHUD��)DFFLDPR�WDQWH�IDWLFKH��tante prediche, ma preghiamo meno. Gesù domanda in primo luogo la preghiera. È Dio che ti ha suggerito la Dieci, coltivandola, perché Dio la vuole. Essa farà tanto bene nel mondo. Il mondo è un deserto arido. La Dieci è come un canale di acqua YLYD��1HVVXQR�OD�QRWD��QHVVXQR�VH�QH�DFFRUJH��9LYUj�XPLOH��FRPH�O·DFTXD��FKH�VFRUUH�VRWWR�OD�WHUUD��Oj�GRYH�VRUWLUj�Ou�ÀRULUDQQR�RDVL�GL�JUD]LD�H�GL�YLWD��1HOOD�PLD�SRYHUWj��SL��con il cuore che con la mano, benedico a te, mio caro e alla tua santa iniziativa, che direi provvidenziale, perché è necessario ritornare alle fonti, attingere alle sorgenti sempre vive del Vangelo, vivendo in pratica gli esempi e gli insegnamenti del divin nostro Redentore.I Dieci saranno come un lievito divino, che farà fermentare la grande massa della parrocchia, apportando preziosi frutti di virtù e di santità”.(San Giovanni Calabria)Con questa benedizione è nato il primo gruppo: dieci giovani.

$QFKH�DOORUD�JRGR�GHOOD�PLD�VWHVVD�PLVHULD�H�VH�PDL��QH�IDFFLR�DUJRPHQWR�SUHVVR�LO�6LJQRUH��GL�PLD�ÀGXFLD�LQ�/XL��7XWWDYLD�RJJL��TXDQGR�GRYHWWL�SHU�OD�SULPD�YROWD��GRSR�XQ�DQQR��ULPDQGDUH�LO�ÀJOLR�PLR��SHU�DVVROXWD�LPSRVVLELOLWj��SURYDL�XQD�VWUHWWD�DO�FXRUH��SHU�OXL��7HPHWWL�FKH�VL�DFFRUJHVVH�GL�PLD�GLIÀFROWj��0D�PL�VHQWR�DQFRUD�WDQWR�VLFXUR�H�WUDQTXLOOR�H�PL�SDUH�FKH�'LR�PL�YHUUj�FHUWDPHQWH�LQ�DLXWR��SHUFKp�*OL�YRJOLR�EHQH�H�SHUFKp�TXHO�GHQDUR�FKH�KR�DYXWR�O·KR�VSHVR�WXWWR�SHU�OD�JORULD�GL�'LR�Meno, (devo esser sincero) qualche poco, che uso per comprarmi le sigarette. Il consiglio che volevo chiederLe Padre è questo. Devo pregare di più

*HV��EXRQR��D�GDUPL�XQ�SR·�GL�GHQDUR��LQ�TXDOXQTXH�IRUPD�OR�YRJOLD�IDUH��R�GHYR�VHPSUH�WDFHUH��DVSHWWDQGR�FRQ�PDVVLPD�VHULHWj�H�IHGH�QHOOD�6XD�3URYYLGHQ]D"�(OOD�3DGUH��GHYH�LQWHUVHQH�EHQH�GL�TXHVWH�FRVH��0L�VXJJHULVFD�XQ�SR·�OD�6XD�OLQHD�GL�FRQGRWWD��,R�OD�VHJXLUz�VFUXSRORVDPHQWH�FRPH�PL�VRQR�VIRU]DWR�GL�IDUH�VHPSUH�TXL��3DGUH��EHQHGLFD�WDQWR�L�ÀJOL�PLHL��VSHFLDOPHQWH�L�'LHFL��/H�EDFLR�OD�VDQWD�PDQR�

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,O� &RPXQH� GHL� *LRYDQL� q� XQLGHD��UHVSRQVDELOL]]DUH� L� JLRYDQL��0ROWD�JHQWH�VFULYH�H�SDUOD�GHOOD�JLRYHQW���PD� FRPH� VH� VL� WUDWWDVVH� GL� XQD�PDVVD�� RUD� XWLOH�� RUD� IDVWLGLRVD��ora dannosa.

D. Mantiero, Manoscritto 1971

,O� WHPSR� OLEHUR� q� LO�SXQWR� LQ� FXL� O·LGHDOH� SL��IDFLOPHQWH� GD� ´GRYHUHµ�GLYHQWD� ´IDVFLQRµ��LQL]LDWLYD� HVFOXVLYD� GHO�JLRYDQH�� UHVSRQVDELOLWj�FRVFLHQWHPHQWH� H�JHQHURVDPHQWH�DVVXQWD�

L. Giussani, Il rischio educativo

VITA DI PREGHIERA

LA GESTAZIONE DEL COMUNE DEI GIOVANI

�����Le prime elezioni del Comune dei Giovani si svolsero domenica 11 settembre 1962 e fu eletto sindaco Sergio Scalco. Il primo statuto fu approvato dall'assembrela il 20 settembre di quell'anno.

���� Nasce il Comune delle Giovani H�LO����DSULOH�GL�TXHOODQQR�YLHQH�HOHWWD�VLQGDFR�OD�VLJQRULQD�)ORUD�Bozzetto

Ricorrenze

Anno 2011

50 anni dell'associazione Calcio S. Croce 70 anni dell'associazione La Dieci 30 anni della scuola di cultura cattolica 20 anni della morte di don Didimo

Anno 2012

50 anni del Comune dei Giovani 100 anni dalla nascita di don Didimo Mantiero

FOTO Il prof. Carnelutti,uno dei sostenitori del Comune dei Giovani

PROSEGUE_

FOTO San Giovanni Calabria

OBIETTIVO20122012

CINQUANTESIMO DELLA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANIDUEMILADODICI

CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON DIDIMO MANTIERO

Chi a distanza di FLQTXDQW·DQQL� VL� FKLHGHVVH�che razza di umanità era quella su cui costruì don Didimo il Comune dei Giovani è presto accontentato. Era una compagnia di tredici giovanotti appartenenti DOO·$]LRQH� &DWWROLFD� GHO�capellano don Luigi Tassoni; robuste braccia di contadini e di lavoratori legati da

profonda amicizia e da interessi comuni. Pochi soldi, tanta voglia di vivere con qualche allegra trasgressione. Messa feriale al mattino DOOH� ����� SHU� LQFRQWUDUH� OH� UDJD]]H�� )RUWH� LPSHJQR� FRQ� OD� ELFLFOHWWD�ed un sano terrorismo che seminavano per il paese e per la città di Bassano; talvolta segnalati ai Carabinieri o ai vigili urbani per i rudi inviti alla modestia nei confronti delle coppiette che innocentemente si appartavano lungo le tenebrose siepi delle strette vie e dei tratturi della SHULIHULD�GL�6DQWD�&URFH��PDJDUL�D�ULGRVVR�GHO�JUDQGH�FLPLWHUR��)X�QHO������� H� SUHFLVDPHQWH� O·�� GL� GLFHPEUH�� FKH� DYYHQQH� LO� SULPR� LPSDWWR�WUD� O·HVXEHUDQWH�JUXSSR�H� LO�TXDVL�FLQTXDQWHQQH�SDUURFR�GRQ�'LGLPR��Non fu un incontro molto cordiale. Certamente fu un incontro alla luce del sole, in piena funzione religiosa pomeridiana durante i vesperi VROHQQL� SHU� OD�0DGRQQD� ,PPDFRODWD�� SDWURQD� GHOO·$]LRQH�&DWWROLFD� H�in coincidenza con la festa del gruppo ACLI di Santa Croce. La notte SUHFHGHQWH�TXHO�JLRUQR���GLFHPEUH�HUD�WHQHEURVD�H�VHQ]D�OXQD��SULYD�però di nebbia.La punta del campanile in lamiera zincata era stata brutalmente portata YLD� GDO� QXELIUDJLR� GHOO·HVWDWH� SUHFHGHQWH�� 1HVVXQR� DQFRUD� DYHYD�messo mano al ripristino del danno. Il campanile gemeva ferito e privo della sua punta con la croce innestata. La parrocchia di Santa Croce sembrava ferita al cuore e incapace di intraprendere iniziative atte a SRU�ÀQH�DOO·ROWUDJJLR�GHOOD�QDWXUD�Il gruppo quasi compatto di giovani, che avrebbe costituito il nerbo del primo Comune dei Giovani, si trovò sotto il campanile verso mezzanotte. )X�LVWLWXLWD�XQD�SRVWD]LRQH�GL�JXDUGLD�DL�SLHGL�GHO�PRQXPHQWR�DL�FDGXWL�davanti al cimitero per il controllo della viabilità: fu assegnata al più debole del gruppo. Gli altri penetrarono dentro la chiesa vecchia e aprirono la porta interna del campanile. Si issò una robusta scala a pioli verso la cella campanaria, ma poiché era troppo corta, due dei più forti, contadini e muratori, la tennero sollevata. I più coraggiosi penetrarono arrapicandosi sulla scala “mobile” nella cella campanaria, facendo DWWHQ]LRQH�D�QRQ�PXRYHUH�OH�FDPSDQH��&RVWUXLURQR�XQ·LPSDOFDWXUD�LQ�OHJQR�DOO·DOWH]]D�GHOO·LQQHVWR� FRQ� OD� FLPD�GHO� FDPSDQLOH�D� FLUFD�YHQWL�metri di altezza. Su tale supporto, gli eccezionali e pazzi carpentieri innestarono in perfetto e stabile equilibrio a prova di vento un ombrellone da bar, con la scritta Chinotto Recoaro, trafugato in precedenza alla ORFDQGD�&RURQD�G·,WDOLD�LQ�YLD�GHOOH�)RVVH�LQ�FHQWUR�FLWWj��(�LO�FDPSDQLOH�HEEH�QXRYDPHQWH�XQD�FRSHUWXUD�VWUDRUGLQDULD��/·RSHUD]LRQH�GXUz�ÀQR�DOOH� WUH� GHO� PDWWLQR�� /D� GRPHQLFD� �� GLFHPEUH�� LO� FDPSDQDUR� QRQ� VL�accorse di nulla e suonò le campane per la messa delle 5.30. Visto il periodo invernale, solo dopo le sette del mattino alcune pie donne si accorsero della novità e informarono scandalizzate chi di dovere. $OOD�PHVVD�GHOOH������L�YLJLOL�GHO�IXRFR�GL�%DVVDQR�HUDQR�DQFRUD�LQWHQWL�ad appoggiare le scale per salire sul campanile e togliere la strana FXSROD��/·LQWHUYHQWR�GXUz�ÀQR�DOOD�ÀQH�GHOOD�0HVVD��TXDQGR� L�JLRYDQL�XVFLURQR�GDOOD�FKLHVD�´PHUDYLJOLDWLµ�SHU�O·DFFDGXWR��/D�JHQWH�GLFHYD�FKH�era stata opera di sacrileghi e che il parroco era furibondo e che aveva

I “CABALLEROS” DEL PRIMO COMUNE

PRESI SUL SERIO

(UDQR�WUHGLFL��JLRYDQL�H�IRUWL��

L'anno 1962 fu l'anno delle grandi speranze. Kennedy alla Casa Bianca aveva inaugurato una nuova politica e Antonio Segni fu eletto 3UHVLGHQWH�GHOOD�5HSXEEOLFD�,WDOLDQD��'RSR�OH�HOH]LRQL�GHOO·���VHWWHPEUH�1962 si insediò il primo consiglio del Comune dei Giovani formato da nove ministri. Uno dei primi orientamenti fu quello di presentarsi con cautela alla città e alle autorità pubbliche. Sarebbe stato opportuno attendere i primi concreti frutti. Ma l'entusiasmo e la fantasia dei ministri giocò a favore di una rapida apparizione, anche per l'appoggio morale GHO�SURI��)UDQFHVFR�&DUQHOXWWL��QRWR�SHQDOLVWD�H�SURIHVVRUH�XQLYHUVLWDULR��A Natale sull'onda dell'entusiamo il consiglio deliberò di attribuire la cittadinanza onoraria a due eminenti personalità che in quel periodo avevano suscitato grandi speranze di rinnovamento: Antonio Segni, presidente della Repubblica Italiana e John Kennedy, presidente degli

Stati Uniti d'America. Si commissionò un pergamena ÀQHPHQWH� GHFRUDWD� GDOOH� VXRUH�di Casa Gerosa e si conferì la "cittadinanza onoraria" al Presidente 6HJQL�� LQROWUDQGR� ORQRULÀFHQ]D�tramite posta ordinaria, senza alcuna presentazione politica. )XURQR� LQYLDWH� OD� SHUJDPHQD�e una lettera accompagnatoria che spiegava cos'era il Comune dei Giovani e quali erano le sue ÀQDOLWj�� ,O� VHJUHWDULR� JHQHUDOH�della presidenza della Repubblica a sorpresa rispose il 23 agosto

1963 che il Presidente accettava "di tutto cuore" la cittadinanza onoraria (FOTO). Il prof. Antonio Segni, era il primo cittadino onorario del neonato Comune dei Giovani. Proprio in quel periodo fu annunciato FKH� LO�3UHVLGHQWH�DYUHEEH� IDWWD�YLVLWD�XIÀFLDOH�D�%DVVDQR�GHO�*UDSSD�nel mese di settembre. Ma le pubbliche autorità non sapevano della cittadinanza. Si chiese al Sindaco di Bassano, il prof. Pietro Roversi, di poter incontare il Presidente. La risposta fu negativa. Ma i giovani non si persero d'animo. Si coniò una medaglia d'oro con lo stemma del Comune dei Giovani, la scritta "Juvenum Respublica" e con la dedica "Al Presidente Antonio Segni, cittadino onorario". Alcuni giorni prima dell'arrivo del Presidente della Repubblica a Bassano, si consegnò la medaglia d'oro con la copia della lettera di accettazione della FLWWDGLQDQ]D�RQRUDULD��DIÀQFKp�LO�VLQGDFR�5RYHUVL�OD�FRQVHJQDVVH�DOORQ��Segni durante il pranzo. Nessuno dei giovani era presente, ma la medaglia fu effettivamente consegnata. Infatti, datata 20 settembre 1963, giunse la lettera di ringraziamento da parte del segretario generale del Presidente della Repubblica per la medaglia ricevuta a Bassano del Grappa. )X� LO� SULPR� HYHQWR� FKH� SRVH� DOODWWHQ]LRQH� GHOOD� SXEEOLFD� RSLQLRQH� LO�Comune dei Giovani.

aspramente rimproverato il cappellano don Luigi per lo scarso controllo GHL�VXRL�JLRYDQL��0D�ÀQR�DOOD�0HVVD�JUDQGH�GHOOH�������QRQ�VXFFHVVH�QXOOD�� )XURQR�EHQHGHWWH� OH� WHVVHUH� GHOO·$]LRQH�&DWWROLFD� H� GHOOH�$&/�dallo stesso don Didimo, il quale non disse una parola sul grave fatto VDFULOHJR��$OOH�������YL�IXURQR�L�YHVSUL�VROHQQL�D�FXL�WXWWL�L�JLRYDQL�GHOO·$&�parteciparono, compresi gli autori del clamoroso episodio. E fu durante la predica che si aprì il cielo in un crescendo impressionante di tuoni e fulmini. Mai sentito don Didimo così furente contro gli autori del gesto FKH�LQWDFFDYD�OD�VDFUDOLWj�GHL�OXRJKL�GL�FXOWR��)X�XQD�ODYDWD�GL�FDSR�WDOH�che quei tredici scapestrati decisero di cambiare vita e di dedicarsi con passione e impegno a quella meravigliosa costruzione che è il Comune dei Giovani.

FOTO I primi cittadini del Comune dei Giovani

OBIETTIVO20122012

CINQUANTESIMO DELLA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANIDUEMILADODICI

CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON DIDIMO MANTIERO

IT 67 S 05572 60160 CC0810167783

Intestato a:

Associazione Comune dei Giovani

Causale:

Celebrazioni anniversario

3HU�XQ·RFFDVLRQH�LPSRUWDQWH�RJQL�FRQWULEXWR�q�IRQGDPHQWDOH

BIANCOVERDI ALE’

Celebrazioni 2011

���DQQL�GHOO·DVVRFLD]LRQH�Calcio S. Croce

Gennaio - )HVWD�GHOO·$�6��6DQWD�&URFH�Maggio - )HVWD�GL�WXWWL�L�SURWDJRQLVWL�GHOO·$�6��6DQWD�&URFH�GDO�����Settembre - &HOHEUD]LRQH�XIÀFLDOH

Celebrazioni 2012

Primavera - Convegno “La Dieci” a Roma

Estate - Celebrazione 100 anni di don Didimo

� 0RVWUD�IRWRJUDÀFD�DO�0HHWLQJ�GL�5LPLQLAutunno - )HVWD�GHO�&RPXQH�GHL�*LRYDQL

´$OWUHWWDQWR� OHJJHQGDULR� HG�HSRSHLFR�LO�ODYRUR�GL�FRVWUX]LRQH��SL�� FKH� GL� DVVHVWDPHQWR�� GHO�FDPSR� VSRUWLYR�� 6WXGHQWL��FDOFLDWRUL� H� VRVWHQLWRUL� VL�LPSRVHUR� XQ� RUDULR� GD� LQWHUQDWL�FKH� DQGDYD� GDOOH� ����� DOOH� �����GHO� PDWWLQR�� SULPD� GHO� PDWWLQR�RUGLQDULR�QHOOH�IDEEULFKH��H�GDOOH����DOOH����GL�VHUD�H�WXWWR�LO�VDEDWR�SRPHULJJLR�� ,Q� XQ� FOLPD� GD� )DU�:HVW�� VRWWR� LO� VROH� G·DJRVWR�� LQ�PH]]R�DG�XQ�SROYHURQH�LQIHUQDOH��DUPDWL�GL�WUDWWRUH��UDVWUHOOL��EDGLOL�H� FDUULROH� VHWDFFLDURQR� TXHOOD�SLHWUDLD�� WUDVIRUPDQGROD� LQ� XQ�SRVVLELOH�FDPSR�VSRUWLYRµ�

Paolo Baldo, Il Comune dei

Giovani di Bassano del Grappa,

un metodo originale di educazione

alla fede

La scelta dei colori della maglia fu fatta una sera, dopo un DOOHQDPHQWR�� SUHVHQWH� GRQ� 'LGLPR�� SULPD� GHOO·DYYLR� GHO�campionato. I colori scelti furono il bianco e il verde. Le motivazioni della scelta furono le seguenti: il bianco come colore della “purezza” dello sport, che va fatto solo per gioco, per divertimento, e per un bene educativo. Il verde fu scelto come colore della speranza, per fare bene secondo i propositi della società. Don Didimo accolse con favore la scelta. Il campo di gioco era un terreno donato alla Parrocchia dalla Contessa Giulia Giusti del Giardino, adiacente al cimitero, dove ancor oggi si svolgono partite organizzate dallesquadre della Parrocchia. La grande passione e le forti motivazioni FKH� LO� 3DUURFR�'RQ�'LGLPR� YHGHYD� QHOO·RSSRUWXQLWj� GL� XQR� VSRUW�come strumento di educazione fecero ben presto crescere in tanti giovani la voglia di giocare. E si cominciò per primo a sistemare il campo per renderlo più idoneo al gioco. Diventò un campo da calcio come si usava in quegli anni, con porte fatte da tre semplici pali, senza rete, segnato con la calce, con poca erba./� ·LOOXPLQD]LRQH� VXELWR� QRQ�F·HUD�H�VDUHEEH�DUULYDWD�GRSR�qualche anno.

����Durante il campeggio al Passo Duran (BL) sul massiccio del monte Civetta, il “Moscon” alias Don Gianni Urbani, cappellano,”Neno” DOLDV�(QQLR�=RQWD�PLQLVWUR�GHOOH�ÀQDQ]H�GHO�&RPXQH�GHL�*LRYDQL�H� LO�´&HRµ�DOLDV�0DUFHOOR�&DUOHVVR��QHOOD�SDXVD�WUD�XQ�WXUQR�H� O·DOWUR��XQD�sera dopo la cena vanno a bere il caffè a Cortina. Non trovandolo di proprio gusto, decidono di andare in una città più grande. Viaggiano tutta la notte a bordo della cinquecento di “Neno” e arrivano il mattino seguente a Vienna.Bevono il caffè e ritornano, viaggiando tutto il giorno, al passo Duran. Ancora oggi non si sa se il caffè sia stato di loro gusto e se il prezzo sia stato giusto.

CURIOSITA’

FOTO�,�SULPL�VSRJOLDWRL�GHOO·$V�6DQWD�Croce

FOTO Lavori di sistemazione del campo da calcio con i giocatori stessi impegnati