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News News dagli Amici di Angal a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di AngalNumero 9 – MAGGIO 2012 1 In questo numero: Cronache da Angal 0 Tempo di bilanci: il nostro e… il loro 0 Nuovi obiettivi e realizzazioni 0 E lontano da Angal… 0 Testimonianze Un “figlio” ritrovato 0 (di Sonia e Giannino Busato) Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni 0 (di Rita Polo) Figli di Angal: mama Klaùdia racconta Jakuma 0 Saggezza africana (V) 0 Cronache da Angal Le missioni continuano Per molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclu- sivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anche l’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affian- carci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione dell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mol- lare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forze nuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti, si è interrotta bruscamente a causa di una grave lomboscia- talgia di Claudia, non trattabile ad Angal. Durante la nostra permanenza, nei vari incontri con l’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avuto l’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i mem- bri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in sala operatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?). Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit, dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla per reperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, a giugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quello secco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per ripren- dere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico, insieme con Maurizio Nicolardi ed Emanuele Giaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimento della rete idrica dell’Ospedale. Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missio- ne di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo e Cecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovo della Convenzione che regola i rapporti essenziali tra Amministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltre alle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons. Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale. Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, che aveva partecipato, su incarico dell’Associazione, al Seminario su “Quality improvement” organizzato dall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia e Giannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi si sono fermati un mese per insegnare i fondamenti del- l’anestesia a medici e infermieri (la loro commossa Testimonianza è a p. ooo). Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifiche di routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incon- tri con il team amministrativo, con gli infermieri, per rac- cogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di miglio- rare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudia in Nutrition Unit.

Notiziario n.9

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In concomitanza con l’imminente partenza di Mario e Claudia per Angal, è uscito ed è già in distribuzione alle numerose persone che ne hanno fatto richiesta, il Notiziario n.9 degli Amici di Angal, che riporta notizie e aggiornamenti dalla missione e dai molti gruppi di appoggio.

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Page 1: Notiziario n.9

NewsNews dagli Amici di Angala cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 9 – MAGGIO 2012

2183

In questo numero:Cronache da Angal 0

Tempo di bilanci: il nostro e… il loro 0

Nuovi obiettivi e realizzazioni 0

E lontano da Angal… 0

Testimonianze

Un “figlio” ritrovato 0(di Sonia e Giannino Busato)

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni 0(di Rita Polo)

Figli di Angal: mama Klaùdia racconta

Jakuma 0

Saggezza africana (V) 0

Cronache da Angal Le missioni continuanoPer molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclu-sivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anchel’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affian-carci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazionedell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mol-lare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forzenuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti,si è interrotta bruscamente a causa di una grave lomboscia-talgia di Claudia, non trattabile ad Angal.Durante la nostra permanenza, nei vari incontri conl’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avutol’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i mem-bri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in salaoperatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?).Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit,dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla perreperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, agiugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quellosecco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per ripren-dere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico,

insieme con Maurizio Nicolardi ed EmanueleGiaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimentodella rete idrica dell’Ospedale.Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missio-ne di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo eCecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovodella Convenzione che regola i rapporti essenziali traAmministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltrealle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons.Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale.Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, cheaveva partecipato, su incarico dell’Associazione, alSeminario su “Quality improvement” organizzatodall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia eGiannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi sisono fermati un mese per insegnare i fondamenti del-l’anestesia a medici e infermieri (la loro commossaTestimonianza è a p. ooo).Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifichedi routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incon-tri con il team amministrativo, con gli infermieri, per rac-cogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di miglio-rare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudiain Nutrition Unit.

Padre Felice Centis ethò (“è morto)

Padre Felice Centis ad Angal

Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; neavrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “ilSignore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come hascritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia.Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie man-sioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma ilsuo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente,dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùrdella Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici-le, che lo impegnò per anni.Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia,volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a conclu-dere la propria missione fra gli Alùr.Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimentodi sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: cheè morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita,come aveva desiderato.Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quantiebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimoalla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angalritorneranno.

E i costi dell’Ospedale?Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanzia-ta da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati delgoverno ugandese e solo il 17% dai ticket pagati daipazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogocome risulti da studi di settore che un ospedale chetragga più del 20% delle proprie entrate dai pazientidiventi a breve un ospedale non più a servizio deipoveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è ilmaggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementirichiederanno a breve/medio termine cambiamenti distrategia da parte di entrambe le parti, allo scopo diottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare ifinanziatori.È in gioco la possibilità che la gente povera dell’areapossa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal unarisposta decorosa ai propri bisogni di salute.

GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per unvalore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro);da sottolineare però che il dato non rispecchia la realeavvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisifinanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di unimportante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come tra-sferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a soste-gno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata paria 43.221 euro.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

Tempo di bilanci: il nostro…e il loro

Spuntino di gruppo sulla via per Angal.

L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.

È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendonoineludibili adempimenti di legge, che diventano ancheoccasione di riflessione su quantità e qualità del nostrointervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioniliberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso

Entrate 2011 Amici di Angal.

Entratefinanziarie

1%

5 x mille9% Attività

tipiche eaccessorie

1%

Erogazioniliberali89%

Uscite 2011 Amici di Angal.

Uscitefinanziarie

1%

Progettiper Angal

97%

Spese perraccoltafondi2%

Entrate ospedale di Angal 2011.

Donazioniin beni eservizi49%

Ticket dapazienti17%

Fondi delegati

governativi23%

Linee di creditoper acquisto

farmaci5%

Borse di studioe stipendigovernativi

3%

Altre3%

1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota nega-tiva : la mancata realizzazione delle casette per gli infer-mieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfa-zione perché 6 nuove casette sono state completate inquesti giorni e presto saranno assegnate ad altrettantidipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fra-tel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruitogli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.

2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idri-ca. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angaldell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato ilprogetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivoad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamoche entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecu-zione.

3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza fron-tiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informati-co ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad

Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le diffi-coltà degli operatori che usano il programma “OpenHospital”. Per la connessione Internet, invece, mancanoancora i fondi.

4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avantinella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negliultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (ago-sto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).

e manifestazioni

event iE lontano da Angal...20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da

Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivodell’Associazione sui risultati del workshop organizzatodall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progettodefinito “Quality Improvement Plan”.A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squa-dra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del FirenzeRugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccoltadi fondi a favore dell’Ospedale di Angal.

7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festadell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodottilocali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno adaltrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infer-mieri.

18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto diNatale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Cantoleggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, ven-gono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offer-te destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di“Amici di Angal”.

31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposi-zione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigianilocali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.

Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% proget-ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938euro, quota percentuale davvero elevata al confronto dialtre realtà associative o istituzionali di aiuto allo svilup-po; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneribancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggioriquindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione,anche perché negli anni il supporto richiestocidall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolarenel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pub-blico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo)incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, alquale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesanteincremento della nostra esposizione finanziaria.

L’Associazione in breveL’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attivitàdell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e variProgetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti.

I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDScontributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie localiche accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20novembre 2011).

Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, curemediche, istruzione).

Ricovero gratuito per i bambinispesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lun-ghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati diAIDS attraverso una équipe di infermieri espressamenteformati per questo servizio.

Operazione Proteinespesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) internoall’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto conte-nuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.

Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche aipazienti bisognosi degli altri reparti.

Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che nonpossono pagare la sia pur modesta retta chiestadall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farma-ci salvavita”.

Che cosa puoi fare tu• Svolgere un’opera di sensibilizzazione.• Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno deisingoli Progetti.

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito inLegge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUScon assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito com-plessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

È possibile anche effettuare donazioni on-line in modorapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di paga-mento Paypal (www.paypal.com).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delleEntrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Almomento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscaledell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spaziodel modello IRPEF.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sce-glieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contribu-ti raccolti attraverso questa forma di finanziamento saran-no interamente impiegati a favore dell’Ospedale e deiProgetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione,coordinata da Tilde Barone [email protected] Giuseppina Ricciarditel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989

Realizzazione grafica: Quadri_FolioFotografie: da archivio dell’AssociazioneStampa: Tipografia Gravinese, Torino

Page 2: Notiziario n.9

NewsNews dagli Amici di Angala cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 9 – MAGGIO 2012

2183

In questo numero:Cronache da Angal 0

Tempo di bilanci: il nostro e… il loro 0

Nuovi obiettivi e realizzazioni 0

E lontano da Angal… 0

Testimonianze

Un “figlio” ritrovato 0(di Sonia e Giannino Busato)

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni 0(di Rita Polo)

Figli di Angal: mama Klaùdia racconta

Jakuma 0

Saggezza africana (V) 0

Cronache da Angal Le missioni continuanoPer molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclu-sivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anchel’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affian-carci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazionedell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mol-lare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forzenuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti,si è interrotta bruscamente a causa di una grave lomboscia-talgia di Claudia, non trattabile ad Angal.Durante la nostra permanenza, nei vari incontri conl’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avutol’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i mem-bri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in salaoperatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?).Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit,dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla perreperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, agiugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quellosecco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per ripren-dere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico,

insieme con Maurizio Nicolardi ed EmanueleGiaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimentodella rete idrica dell’Ospedale.Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missio-ne di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo eCecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovodella Convenzione che regola i rapporti essenziali traAmministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltrealle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons.Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale.Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, cheaveva partecipato, su incarico dell’Associazione, alSeminario su “Quality improvement” organizzatodall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia eGiannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi sisono fermati un mese per insegnare i fondamenti del-l’anestesia a medici e infermieri (la loro commossaTestimonianza è a p. ooo).Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifichedi routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incon-tri con il team amministrativo, con gli infermieri, per rac-cogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di miglio-rare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudiain Nutrition Unit.

Padre Felice Centis ethò (“è morto)

Padre Felice Centis ad Angal

Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; neavrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “ilSignore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come hascritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia.Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie man-sioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma ilsuo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente,dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùrdella Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici-le, che lo impegnò per anni.Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia,volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a conclu-dere la propria missione fra gli Alùr.Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimentodi sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: cheè morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita,come aveva desiderato.Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quantiebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimoalla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angalritorneranno.

E i costi dell’Ospedale?Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanzia-ta da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati delgoverno ugandese e solo il 17% dai ticket pagati daipazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogocome risulti da studi di settore che un ospedale chetragga più del 20% delle proprie entrate dai pazientidiventi a breve un ospedale non più a servizio deipoveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è ilmaggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementirichiederanno a breve/medio termine cambiamenti distrategia da parte di entrambe le parti, allo scopo diottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare ifinanziatori.È in gioco la possibilità che la gente povera dell’areapossa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal unarisposta decorosa ai propri bisogni di salute.

GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per unvalore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro);da sottolineare però che il dato non rispecchia la realeavvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisifinanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di unimportante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come tra-sferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a soste-gno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata paria 43.221 euro.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

Tempo di bilanci: il nostro…e il loro

Spuntino di gruppo sulla via per Angal.

L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.

È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendonoineludibili adempimenti di legge, che diventano ancheoccasione di riflessione su quantità e qualità del nostrointervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioniliberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso

Entrate 2011 Amici di Angal.

Entratefinanziarie

1%

5 x mille9% Attività

tipiche eaccessorie

1%

Erogazioniliberali89%

Uscite 2011 Amici di Angal.

Uscitefinanziarie

1%

Progettiper Angal

97%

Spese perraccoltafondi2%

Entrate ospedale di Angal 2011.

Donazioniin beni eservizi49%

Ticket dapazienti17%

Fondi delegati

governativi23%

Linee di creditoper acquisto

farmaci5%

Borse di studioe stipendigovernativi

3%

Altre3%

1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota nega-tiva : la mancata realizzazione delle casette per gli infer-mieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfa-zione perché 6 nuove casette sono state completate inquesti giorni e presto saranno assegnate ad altrettantidipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fra-tel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruitogli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.

2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idri-ca. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angaldell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato ilprogetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivoad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamoche entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecu-zione.

3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza fron-tiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informati-co ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad

Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le diffi-coltà degli operatori che usano il programma “OpenHospital”. Per la connessione Internet, invece, mancanoancora i fondi.

4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avantinella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negliultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (ago-sto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).

e manifestazioni

event iE lontano da Angal...20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da

Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivodell’Associazione sui risultati del workshop organizzatodall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progettodefinito “Quality Improvement Plan”.A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squa-dra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del FirenzeRugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccoltadi fondi a favore dell’Ospedale di Angal.

7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festadell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodottilocali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno adaltrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infer-mieri.

18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto diNatale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Cantoleggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, ven-gono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offer-te destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di“Amici di Angal”.

31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposi-zione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigianilocali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.

Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% proget-ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938euro, quota percentuale davvero elevata al confronto dialtre realtà associative o istituzionali di aiuto allo svilup-po; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneribancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggioriquindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione,anche perché negli anni il supporto richiestocidall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolarenel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pub-blico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo)incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, alquale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesanteincremento della nostra esposizione finanziaria.

L’Associazione in breveL’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attivitàdell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e variProgetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti.

I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDScontributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie localiche accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20novembre 2011).

Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, curemediche, istruzione).

Ricovero gratuito per i bambinispesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lun-ghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati diAIDS attraverso una équipe di infermieri espressamenteformati per questo servizio.

Operazione Proteinespesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) internoall’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto conte-nuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.

Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche aipazienti bisognosi degli altri reparti.

Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che nonpossono pagare la sia pur modesta retta chiestadall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farma-ci salvavita”.

Che cosa puoi fare tu• Svolgere un’opera di sensibilizzazione.• Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno deisingoli Progetti.

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito inLegge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUScon assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito com-plessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

È possibile anche effettuare donazioni on-line in modorapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di paga-mento Paypal (www.paypal.com).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delleEntrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Almomento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscaledell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spaziodel modello IRPEF.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sce-glieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contribu-ti raccolti attraverso questa forma di finanziamento saran-no interamente impiegati a favore dell’Ospedale e deiProgetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione,coordinata da Tilde Barone [email protected] Giuseppina Ricciarditel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989

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Page 3: Notiziario n.9

NewsNews dagli Amici di Angala cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 9 – MAGGIO 2012

2183

In questo numero:Cronache da Angal 0

Tempo di bilanci: il nostro e… il loro 0

Nuovi obiettivi e realizzazioni 0

E lontano da Angal… 0

Testimonianze

Un “figlio” ritrovato 0(di Sonia e Giannino Busato)

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni 0(di Rita Polo)

Figli di Angal: mama Klaùdia racconta

Jakuma 0

Saggezza africana (V) 0

Cronache da Angal Le missioni continuanoPer molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclu-sivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anchel’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affian-carci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazionedell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mol-lare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forzenuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti,si è interrotta bruscamente a causa di una grave lomboscia-talgia di Claudia, non trattabile ad Angal.Durante la nostra permanenza, nei vari incontri conl’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avutol’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i mem-bri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in salaoperatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?).Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit,dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla perreperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, agiugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quellosecco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per ripren-dere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico,

insieme con Maurizio Nicolardi ed EmanueleGiaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimentodella rete idrica dell’Ospedale.Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missio-ne di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo eCecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovodella Convenzione che regola i rapporti essenziali traAmministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltrealle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons.Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale.Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, cheaveva partecipato, su incarico dell’Associazione, alSeminario su “Quality improvement” organizzatodall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia eGiannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi sisono fermati un mese per insegnare i fondamenti del-l’anestesia a medici e infermieri (la loro commossaTestimonianza è a p. ooo).Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifichedi routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incon-tri con il team amministrativo, con gli infermieri, per rac-cogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di miglio-rare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudiain Nutrition Unit.

Padre Felice Centis ethò (“è morto)

Padre Felice Centis ad Angal

Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; neavrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “ilSignore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come hascritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia.Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie man-sioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma ilsuo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente,dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùrdella Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici-le, che lo impegnò per anni.Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia,volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a conclu-dere la propria missione fra gli Alùr.Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimentodi sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: cheè morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita,come aveva desiderato.Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quantiebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimoalla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angalritorneranno.

E i costi dell’Ospedale?Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanzia-ta da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati delgoverno ugandese e solo il 17% dai ticket pagati daipazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogocome risulti da studi di settore che un ospedale chetragga più del 20% delle proprie entrate dai pazientidiventi a breve un ospedale non più a servizio deipoveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è ilmaggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementirichiederanno a breve/medio termine cambiamenti distrategia da parte di entrambe le parti, allo scopo diottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare ifinanziatori.È in gioco la possibilità che la gente povera dell’areapossa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal unarisposta decorosa ai propri bisogni di salute.

GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per unvalore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro);da sottolineare però che il dato non rispecchia la realeavvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisifinanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di unimportante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come tra-sferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a soste-gno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata paria 43.221 euro.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

Tempo di bilanci: il nostro…e il loro

Spuntino di gruppo sulla via per Angal.

L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.

È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendonoineludibili adempimenti di legge, che diventano ancheoccasione di riflessione su quantità e qualità del nostrointervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioniliberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso

Entrate 2011 Amici di Angal.

Entratefinanziarie

1%

5 x mille9% Attività

tipiche eaccessorie

1%

Erogazioniliberali89%

Uscite 2011 Amici di Angal.

Uscitefinanziarie

1%

Progettiper Angal

97%

Spese perraccoltafondi2%

Entrate ospedale di Angal 2011.

Donazioniin beni eservizi49%

Ticket dapazienti17%

Fondi delegati

governativi23%

Linee di creditoper acquisto

farmaci5%

Borse di studioe stipendigovernativi

3%

Altre3%

1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota nega-tiva : la mancata realizzazione delle casette per gli infer-mieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfa-zione perché 6 nuove casette sono state completate inquesti giorni e presto saranno assegnate ad altrettantidipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fra-tel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruitogli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.

2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idri-ca. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angaldell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato ilprogetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivoad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamoche entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecu-zione.

3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza fron-tiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informati-co ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad

Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le diffi-coltà degli operatori che usano il programma “OpenHospital”. Per la connessione Internet, invece, mancanoancora i fondi.

4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avantinella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negliultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (ago-sto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).

e manifestazioni

event iE lontano da Angal...20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da

Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivodell’Associazione sui risultati del workshop organizzatodall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progettodefinito “Quality Improvement Plan”.A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squa-dra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del FirenzeRugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccoltadi fondi a favore dell’Ospedale di Angal.

7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festadell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodottilocali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno adaltrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infer-mieri.

18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto diNatale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Cantoleggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, ven-gono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offer-te destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di“Amici di Angal”.

31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposi-zione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigianilocali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.

Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% proget-ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938euro, quota percentuale davvero elevata al confronto dialtre realtà associative o istituzionali di aiuto allo svilup-po; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneribancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggioriquindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione,anche perché negli anni il supporto richiestocidall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolarenel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pub-blico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo)incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, alquale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesanteincremento della nostra esposizione finanziaria.

L’Associazione in breveL’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attivitàdell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e variProgetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti.

I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDScontributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie localiche accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20novembre 2011).

Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, curemediche, istruzione).

Ricovero gratuito per i bambinispesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lun-ghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati diAIDS attraverso una équipe di infermieri espressamenteformati per questo servizio.

Operazione Proteinespesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) internoall’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto conte-nuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.

Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche aipazienti bisognosi degli altri reparti.

Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che nonpossono pagare la sia pur modesta retta chiestadall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farma-ci salvavita”.

Che cosa puoi fare tu• Svolgere un’opera di sensibilizzazione.• Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno deisingoli Progetti.

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito inLegge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUScon assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito com-plessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

È possibile anche effettuare donazioni on-line in modorapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di paga-mento Paypal (www.paypal.com).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delleEntrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Almomento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscaledell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spaziodel modello IRPEF.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sce-glieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contribu-ti raccolti attraverso questa forma di finanziamento saran-no interamente impiegati a favore dell’Ospedale e deiProgetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

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e manifestazioni

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Un “figlio” ritrovatodi Sonia e Giannino BusatoLa toccante testimonianza di un pioniere della medicina adAngal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medi-co. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazionedella sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu-scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successol’attività chirurgica.

Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo inpartenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia adessere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda.Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “salaoperatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già aquel tempo contava più di 100.000 persone e che fino adallora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un tagliocesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!).Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quel-la missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostraper la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, lanascita di due figlie, l’incontro con tantissime personecare che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente(eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmopiù liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora inAfrica e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiajcon il grande rammarico di non aver potuto condividerequesta esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andatoavanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso…Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura esostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenu-ti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabi-le, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormaipiù di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, unamissione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presen-za spirituale di persone straordinarie che tanto avevanoinciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta alcentro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuoredi un’ intensa attività umanitaria.«Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoroda fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa allalarga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo del-l’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quantomisconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopoAngal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri didistanza, e ci si incontrava appena possibile. Una voltaMario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista,un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse

così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa diredi essere “missionari dell’anestesia”.Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, magià lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamoripreso la strada di Angal…Incredibile come la lingua abbandonata da oltre qua-rant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti,rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate…Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, genteche avevamo conosciuto direttamente e persone cui ilricordo di noi era stato trasmesso come un dono!La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: per-fino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchinati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri edei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenzaumana e non solo professionale.Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati conPadre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monu-menti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffi-gurano il nostro radicamento.Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”,l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragicheche hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enorme-mente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il rife-rimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attivitàche smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà datoccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmosognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le

Testimonianzecase per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata epulita, medici bravi e felici di approfittare della nostrapresenza tecnica e umana.Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissi-ma, ma della durata sufficiente per installare la primaparte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; laseconda di cinque settimane, per montare l’apparecchiofornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia.Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più dicento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impe-gnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate daun’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: ilcruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni.È solo l’inizio, si deve continuare.Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancorabisogno di noi, alla nostra età.

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita PoloRita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dallasua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infatica-bile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di sta-bilire un ottimo rapporto con i medici locali.Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendocinelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla suarecente permanenza ad Angal.

Mancavo da Angal da 5 lunghi anni.Molte cose non sono cambiate.Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di“Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuoridall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmentecapire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci aves-sero condotta ad occhi chiusi.Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, cosìviolenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile,come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci delmattino.Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dalfiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e grada-tamente sfumate delle acacie che emergono dalla brumamattutina nella valle del Nilo.Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango,la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in atte-sa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbidella Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre,le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende diffi-cile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.

Testimonianzeevent i

Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura.Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.

Saggezzaafricana (V)

a cura di Claudia Marsiaj

I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africa-na e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi

tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapportiall’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro

punto di vista e la loro psicologia.Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un per-

sonaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovatifrugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembra-

no particolarmente interessanti.

Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una societàmaschilista.

- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna.

- Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte.- La donna e il cielo non possono essere capiti.

- Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti.

Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.

I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbioGli uomini hanno penne

(cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia),e di argute metafore o similitudini:

- Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra).- Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra.- Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista).- Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte dipiacevoli sogni).

- Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa).- L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.

Un particolare significato hanno questi due proverbi:

- Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone.

Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone dicasa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente.Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.

Ira

ccon

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ti .. .

7

19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale“Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli stu-denti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimanaprima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, avevatenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria inUganda.

26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivodell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio con-suntivo 2011 e il preventivo per il 2012.

14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova ilConcerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta,Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il rica-vato della “merenda solidale” da loro organizzata come gestoconcreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.

30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostradi quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio diofferte per “Karacel”.

00/00 se possibile inserire altro testo

azioni

Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazieche riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età,senza fare torto a nessuno.Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti,non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli dietà che lo facciano desistere.

Che cosa è cambiato?Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale,soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei.Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche lecomplicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo unpellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riesco-no a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggio-ramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fattoalcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressionedi un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, chenon rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici conmalfunzionamento degli stessi. Non parliamo del perso-nale di tali strutture, che pare intascare il salario senzapreoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale“privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto diriferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per iproblemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso,oltre ad una buona direzione da parte del MedicalSuperintendent e dell’Amministratore, la nostra presenzadi Supervisori che pretendono determinati standard diqualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzioneai problemi man mano che si presentano, lottando con-tro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, lacorruzione locale.La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciatamolti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono anco-ra molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dioci sostenga per sostenere loro!

Rita Polo in sala operatoria.

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Figli di Angal:mama Klaùdia racconta

JakumaCon questo numero prende avvio una nuova rubrica che, inuna sorta di naturale estensione della precedente, allarga ilraggio dei “fili delle donne”ai bambini.Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recen-temente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno resola mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, digioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto.Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: èmorto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, aottobre.Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e vive-va in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambinoscontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un benedell’anima.Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmidi lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i mieigenitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questamalattia. Morirò anch’io».Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo visoerano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, nonso come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adat-ti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Eratornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spi-goloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affet-to. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosavuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignitàe accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui face-va a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualchevolta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto daicompagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e miavvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse.Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scop-piato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mamaKlaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma que-ste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto chesarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», avevasinghiozzato. Da alloraero tornata tante voltee l’avevo visto miglio-rare. Fino all’ottobrescorso. Fino a quandola tubercolosi, chespessissimo si accom-pagna all’aids, ha avutola meglio. E questavolta sono tornata dav-vero troppo tardi.

In Swahili = uomo bianco. Jakuma e nonna Cecilia.

Page 5: Notiziario n.9

e manifestazioni

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Un “figlio” ritrovatodi Sonia e Giannino BusatoLa toccante testimonianza di un pioniere della medicina adAngal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medi-co. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazionedella sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu-scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successol’attività chirurgica.

Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo inpartenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia adessere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda.Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “salaoperatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già aquel tempo contava più di 100.000 persone e che fino adallora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un tagliocesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!).Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quel-la missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostraper la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, lanascita di due figlie, l’incontro con tantissime personecare che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente(eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmopiù liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora inAfrica e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiajcon il grande rammarico di non aver potuto condividerequesta esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andatoavanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso…Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura esostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenu-ti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabi-le, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormaipiù di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, unamissione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presen-za spirituale di persone straordinarie che tanto avevanoinciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta alcentro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuoredi un’ intensa attività umanitaria.«Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoroda fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa allalarga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo del-l’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quantomisconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopoAngal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri didistanza, e ci si incontrava appena possibile. Una voltaMario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista,un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse

così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa diredi essere “missionari dell’anestesia”.Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, magià lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamoripreso la strada di Angal…Incredibile come la lingua abbandonata da oltre qua-rant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti,rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate…Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, genteche avevamo conosciuto direttamente e persone cui ilricordo di noi era stato trasmesso come un dono!La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: per-fino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchinati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri edei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenzaumana e non solo professionale.Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati conPadre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monu-menti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffi-gurano il nostro radicamento.Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”,l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragicheche hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enorme-mente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il rife-rimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attivitàche smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà datoccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmosognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le

Testimonianzecase per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata epulita, medici bravi e felici di approfittare della nostrapresenza tecnica e umana.Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissi-ma, ma della durata sufficiente per installare la primaparte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; laseconda di cinque settimane, per montare l’apparecchiofornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia.Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più dicento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impe-gnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate daun’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: ilcruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni.È solo l’inizio, si deve continuare.Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancorabisogno di noi, alla nostra età.

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita PoloRita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dallasua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infatica-bile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di sta-bilire un ottimo rapporto con i medici locali.Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendocinelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla suarecente permanenza ad Angal.

Mancavo da Angal da 5 lunghi anni.Molte cose non sono cambiate.Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di“Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuoridall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmentecapire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci aves-sero condotta ad occhi chiusi.Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, cosìviolenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile,come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci delmattino.Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dalfiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e grada-tamente sfumate delle acacie che emergono dalla brumamattutina nella valle del Nilo.Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango,la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in atte-sa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbidella Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre,le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende diffi-cile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.

Testimonianzeevent i

Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura.Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.

Saggezzaafricana (V)

a cura di Claudia Marsiaj

I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africa-na e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi

tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapportiall’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro

punto di vista e la loro psicologia.Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un per-

sonaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovatifrugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembra-

no particolarmente interessanti.

Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una societàmaschilista.

- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna.

- Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte.- La donna e il cielo non possono essere capiti.

- Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti.

Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.

I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbioGli uomini hanno penne

(cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia),e di argute metafore o similitudini:

- Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra).- Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra.- Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista).- Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte dipiacevoli sogni).

- Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa).- L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.

Un particolare significato hanno questi due proverbi:

- Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone.

Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone dicasa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente.Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.

Ira

ccon

tiso

noco

me

i pon

ti .. .

7

19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale“Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli stu-denti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimanaprima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, avevatenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria inUganda.

26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivodell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio con-suntivo 2011 e il preventivo per il 2012.

14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova ilConcerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta,Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il rica-vato della “merenda solidale” da loro organizzata come gestoconcreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.

30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostradi quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio diofferte per “Karacel”.

00/00 se possibile inserire altro testo

azioni

Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazieche riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età,senza fare torto a nessuno.Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti,non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli dietà che lo facciano desistere.

Che cosa è cambiato?Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale,soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei.Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche lecomplicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo unpellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riesco-no a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggio-ramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fattoalcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressionedi un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, chenon rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici conmalfunzionamento degli stessi. Non parliamo del perso-nale di tali strutture, che pare intascare il salario senzapreoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale“privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto diriferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per iproblemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso,oltre ad una buona direzione da parte del MedicalSuperintendent e dell’Amministratore, la nostra presenzadi Supervisori che pretendono determinati standard diqualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzioneai problemi man mano che si presentano, lottando con-tro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, lacorruzione locale.La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciatamolti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono anco-ra molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dioci sostenga per sostenere loro!

Rita Polo in sala operatoria.

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Figli di Angal:mama Klaùdia racconta

JakumaCon questo numero prende avvio una nuova rubrica che, inuna sorta di naturale estensione della precedente, allarga ilraggio dei “fili delle donne”ai bambini.Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recen-temente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno resola mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, digioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto.Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: èmorto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, aottobre.Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e vive-va in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambinoscontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un benedell’anima.Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmidi lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i mieigenitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questamalattia. Morirò anch’io».Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo visoerano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, nonso come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adat-ti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Eratornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spi-goloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affet-to. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosavuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignitàe accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui face-va a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualchevolta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto daicompagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e miavvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse.Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scop-piato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mamaKlaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma que-ste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto chesarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», avevasinghiozzato. Da alloraero tornata tante voltee l’avevo visto miglio-rare. Fino all’ottobrescorso. Fino a quandola tubercolosi, chespessissimo si accom-pagna all’aids, ha avutola meglio. E questavolta sono tornata dav-vero troppo tardi.

In Swahili = uomo bianco. Jakuma e nonna Cecilia.

Page 6: Notiziario n.9

e manifestazioni

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Un “figlio” ritrovatodi Sonia e Giannino BusatoLa toccante testimonianza di un pioniere della medicina adAngal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medi-co. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazionedella sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu-scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successol’attività chirurgica.

Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo inpartenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia adessere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda.Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “salaoperatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già aquel tempo contava più di 100.000 persone e che fino adallora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un tagliocesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!).Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quel-la missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostraper la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, lanascita di due figlie, l’incontro con tantissime personecare che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente(eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmopiù liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora inAfrica e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiajcon il grande rammarico di non aver potuto condividerequesta esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andatoavanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso…Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura esostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenu-ti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabi-le, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormaipiù di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, unamissione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presen-za spirituale di persone straordinarie che tanto avevanoinciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta alcentro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuoredi un’ intensa attività umanitaria.«Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoroda fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa allalarga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo del-l’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quantomisconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopoAngal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri didistanza, e ci si incontrava appena possibile. Una voltaMario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista,un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse

così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa diredi essere “missionari dell’anestesia”.Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, magià lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamoripreso la strada di Angal…Incredibile come la lingua abbandonata da oltre qua-rant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti,rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate…Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, genteche avevamo conosciuto direttamente e persone cui ilricordo di noi era stato trasmesso come un dono!La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: per-fino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchinati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri edei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenzaumana e non solo professionale.Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati conPadre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monu-menti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffi-gurano il nostro radicamento.Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”,l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragicheche hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enorme-mente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il rife-rimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attivitàche smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà datoccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmosognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le

Testimonianzecase per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata epulita, medici bravi e felici di approfittare della nostrapresenza tecnica e umana.Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissi-ma, ma della durata sufficiente per installare la primaparte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; laseconda di cinque settimane, per montare l’apparecchiofornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia.Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più dicento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impe-gnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate daun’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: ilcruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni.È solo l’inizio, si deve continuare.Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancorabisogno di noi, alla nostra età.

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita PoloRita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dallasua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infatica-bile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di sta-bilire un ottimo rapporto con i medici locali.Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendocinelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla suarecente permanenza ad Angal.

Mancavo da Angal da 5 lunghi anni.Molte cose non sono cambiate.Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di“Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuoridall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmentecapire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci aves-sero condotta ad occhi chiusi.Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, cosìviolenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile,come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci delmattino.Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dalfiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e grada-tamente sfumate delle acacie che emergono dalla brumamattutina nella valle del Nilo.Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango,la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in atte-sa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbidella Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre,le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende diffi-cile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.

Testimonianzeevent i

Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura.Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.

Saggezzaafricana (V)

a cura di Claudia Marsiaj

I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africa-na e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi

tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapportiall’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro

punto di vista e la loro psicologia.Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un per-

sonaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovatifrugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembra-

no particolarmente interessanti.

Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una societàmaschilista.

- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna.

- Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte.- La donna e il cielo non possono essere capiti.

- Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti.

Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.

I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbioGli uomini hanno penne

(cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia),e di argute metafore o similitudini:

- Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra).- Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra.- Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista).- Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte dipiacevoli sogni).

- Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa).- L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.

Un particolare significato hanno questi due proverbi:

- Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone.

Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone dicasa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente.Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.

Ira

ccon

tiso

noco

me

i pon

ti .. .

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19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale“Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli stu-denti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimanaprima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, avevatenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria inUganda.

26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivodell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio con-suntivo 2011 e il preventivo per il 2012.

14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova ilConcerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta,Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il rica-vato della “merenda solidale” da loro organizzata come gestoconcreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.

30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostradi quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio diofferte per “Karacel”.

00/00 se possibile inserire altro testo

azioni

Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazieche riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età,senza fare torto a nessuno.Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti,non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli dietà che lo facciano desistere.

Che cosa è cambiato?Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale,soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei.Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche lecomplicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo unpellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riesco-no a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggio-ramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fattoalcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressionedi un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, chenon rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici conmalfunzionamento degli stessi. Non parliamo del perso-nale di tali strutture, che pare intascare il salario senzapreoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale“privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto diriferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per iproblemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso,oltre ad una buona direzione da parte del MedicalSuperintendent e dell’Amministratore, la nostra presenzadi Supervisori che pretendono determinati standard diqualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzioneai problemi man mano che si presentano, lottando con-tro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, lacorruzione locale.La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciatamolti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono anco-ra molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dioci sostenga per sostenere loro!

Rita Polo in sala operatoria.

6

Figli di Angal:mama Klaùdia racconta

JakumaCon questo numero prende avvio una nuova rubrica che, inuna sorta di naturale estensione della precedente, allarga ilraggio dei “fili delle donne”ai bambini.Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recen-temente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno resola mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, digioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto.Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: èmorto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, aottobre.Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e vive-va in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambinoscontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un benedell’anima.Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmidi lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i mieigenitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questamalattia. Morirò anch’io».Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo visoerano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, nonso come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adat-ti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Eratornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spi-goloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affet-to. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosavuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignitàe accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui face-va a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualchevolta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto daicompagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e miavvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse.Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scop-piato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mamaKlaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma que-ste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto chesarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», avevasinghiozzato. Da alloraero tornata tante voltee l’avevo visto miglio-rare. Fino all’ottobrescorso. Fino a quandola tubercolosi, chespessissimo si accom-pagna all’aids, ha avutola meglio. E questavolta sono tornata dav-vero troppo tardi.

In Swahili = uomo bianco. Jakuma e nonna Cecilia.

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e manifestazioni

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Un “figlio” ritrovatodi Sonia e Giannino BusatoLa toccante testimonianza di un pioniere della medicina adAngal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medi-co. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazionedella sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu-scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successol’attività chirurgica.

Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo inpartenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia adessere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda.Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “salaoperatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già aquel tempo contava più di 100.000 persone e che fino adallora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un tagliocesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!).Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quel-la missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostraper la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, lanascita di due figlie, l’incontro con tantissime personecare che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente(eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmopiù liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora inAfrica e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiajcon il grande rammarico di non aver potuto condividerequesta esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andatoavanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso…Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura esostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenu-ti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabi-le, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormaipiù di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, unamissione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presen-za spirituale di persone straordinarie che tanto avevanoinciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta alcentro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuoredi un’ intensa attività umanitaria.«Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoroda fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa allalarga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo del-l’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quantomisconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopoAngal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri didistanza, e ci si incontrava appena possibile. Una voltaMario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista,un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse

così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa diredi essere “missionari dell’anestesia”.Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, magià lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamoripreso la strada di Angal…Incredibile come la lingua abbandonata da oltre qua-rant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti,rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate…Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, genteche avevamo conosciuto direttamente e persone cui ilricordo di noi era stato trasmesso come un dono!La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: per-fino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchinati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri edei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenzaumana e non solo professionale.Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati conPadre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monu-menti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffi-gurano il nostro radicamento.Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”,l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragicheche hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enorme-mente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il rife-rimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attivitàche smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà datoccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmosognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le

Testimonianzecase per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata epulita, medici bravi e felici di approfittare della nostrapresenza tecnica e umana.Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissi-ma, ma della durata sufficiente per installare la primaparte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; laseconda di cinque settimane, per montare l’apparecchiofornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia.Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più dicento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impe-gnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate daun’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: ilcruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni.È solo l’inizio, si deve continuare.Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancorabisogno di noi, alla nostra età.

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita PoloRita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dallasua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infatica-bile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di sta-bilire un ottimo rapporto con i medici locali.Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendocinelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla suarecente permanenza ad Angal.

Mancavo da Angal da 5 lunghi anni.Molte cose non sono cambiate.Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di“Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuoridall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmentecapire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci aves-sero condotta ad occhi chiusi.Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, cosìviolenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile,come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci delmattino.Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dalfiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e grada-tamente sfumate delle acacie che emergono dalla brumamattutina nella valle del Nilo.Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango,la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in atte-sa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbidella Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre,le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende diffi-cile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.

Testimonianzeevent i

Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura.Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.

Saggezzaafricana (V)

a cura di Claudia Marsiaj

I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africa-na e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi

tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapportiall’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro

punto di vista e la loro psicologia.Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un per-

sonaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovatifrugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembra-

no particolarmente interessanti.

Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una societàmaschilista.

- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna.

- Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte.- La donna e il cielo non possono essere capiti.

- Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti.

Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.

I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbioGli uomini hanno penne

(cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia),e di argute metafore o similitudini:

- Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra).- Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra.- Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista).- Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte dipiacevoli sogni).

- Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa).- L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.

Un particolare significato hanno questi due proverbi:

- Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone.

Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone dicasa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente.Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.

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ti .. .

7

19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale“Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli stu-denti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimanaprima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, avevatenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria inUganda.

26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivodell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio con-suntivo 2011 e il preventivo per il 2012.

14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova ilConcerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta,Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il rica-vato della “merenda solidale” da loro organizzata come gestoconcreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.

30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostradi quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio diofferte per “Karacel”.

00/00 se possibile inserire altro testo

azioni

Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazieche riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età,senza fare torto a nessuno.Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti,non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli dietà che lo facciano desistere.

Che cosa è cambiato?Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale,soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei.Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche lecomplicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo unpellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riesco-no a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggio-ramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fattoalcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressionedi un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, chenon rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici conmalfunzionamento degli stessi. Non parliamo del perso-nale di tali strutture, che pare intascare il salario senzapreoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale“privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto diriferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per iproblemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso,oltre ad una buona direzione da parte del MedicalSuperintendent e dell’Amministratore, la nostra presenzadi Supervisori che pretendono determinati standard diqualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzioneai problemi man mano che si presentano, lottando con-tro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, lacorruzione locale.La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciatamolti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono anco-ra molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dioci sostenga per sostenere loro!

Rita Polo in sala operatoria.

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Figli di Angal:mama Klaùdia racconta

JakumaCon questo numero prende avvio una nuova rubrica che, inuna sorta di naturale estensione della precedente, allarga ilraggio dei “fili delle donne”ai bambini.Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recen-temente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno resola mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, digioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto.Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: èmorto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, aottobre.Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e vive-va in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambinoscontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un benedell’anima.Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmidi lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i mieigenitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questamalattia. Morirò anch’io».Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo visoerano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, nonso come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adat-ti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Eratornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spi-goloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affet-to. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosavuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignitàe accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui face-va a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualchevolta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto daicompagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e miavvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse.Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scop-piato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mamaKlaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma que-ste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto chesarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», avevasinghiozzato. Da alloraero tornata tante voltee l’avevo visto miglio-rare. Fino all’ottobrescorso. Fino a quandola tubercolosi, chespessissimo si accom-pagna all’aids, ha avutola meglio. E questavolta sono tornata dav-vero troppo tardi.

In Swahili = uomo bianco. Jakuma e nonna Cecilia.

Page 8: Notiziario n.9

NewsNews dagli Amici di Angala cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 9 – MAGGIO 2012

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In questo numero:Cronache da Angal 0

Tempo di bilanci: il nostro e… il loro 0

Nuovi obiettivi e realizzazioni 0

E lontano da Angal… 0

Testimonianze

Un “figlio” ritrovato 0(di Sonia e Giannino Busato)

Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni 0(di Rita Polo)

Figli di Angal: mama Klaùdia racconta

Jakuma 0

Saggezza africana (V) 0

Cronache da Angal Le missioni continuanoPer molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclu-sivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anchel’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affian-carci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazionedell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mol-lare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forzenuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti,si è interrotta bruscamente a causa di una grave lomboscia-talgia di Claudia, non trattabile ad Angal.Durante la nostra permanenza, nei vari incontri conl’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avutol’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i mem-bri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in salaoperatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?).Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit,dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla perreperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, agiugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quellosecco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per ripren-dere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico,

insieme con Maurizio Nicolardi ed EmanueleGiaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimentodella rete idrica dell’Ospedale.Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missio-ne di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo eCecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovodella Convenzione che regola i rapporti essenziali traAmministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltrealle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons.Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale.Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, cheaveva partecipato, su incarico dell’Associazione, alSeminario su “Quality improvement” organizzatodall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia eGiannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi sisono fermati un mese per insegnare i fondamenti del-l’anestesia a medici e infermieri (la loro commossaTestimonianza è a p. ooo).Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifichedi routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incon-tri con il team amministrativo, con gli infermieri, per rac-cogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di miglio-rare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudiain Nutrition Unit.

Padre Felice Centis ethò (“è morto)

Padre Felice Centis ad Angal

Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; neavrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “ilSignore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come hascritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia.Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie man-sioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma ilsuo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente,dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùrdella Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici-le, che lo impegnò per anni.Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia,volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a conclu-dere la propria missione fra gli Alùr.Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimentodi sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: cheè morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita,come aveva desiderato.Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quantiebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimoalla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angalritorneranno.

E i costi dell’Ospedale?Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanzia-ta da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati delgoverno ugandese e solo il 17% dai ticket pagati daipazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogocome risulti da studi di settore che un ospedale chetragga più del 20% delle proprie entrate dai pazientidiventi a breve un ospedale non più a servizio deipoveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è ilmaggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementirichiederanno a breve/medio termine cambiamenti distrategia da parte di entrambe le parti, allo scopo diottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare ifinanziatori.È in gioco la possibilità che la gente povera dell’areapossa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal unarisposta decorosa ai propri bisogni di salute.

GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per unvalore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro);da sottolineare però che il dato non rispecchia la realeavvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisifinanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di unimportante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come tra-sferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a soste-gno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata paria 43.221 euro.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

Tempo di bilanci: il nostro…e il loro

Spuntino di gruppo sulla via per Angal.

L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.

È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendonoineludibili adempimenti di legge, che diventano ancheoccasione di riflessione su quantità e qualità del nostrointervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioniliberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso

Entrate 2011 Amici di Angal.

Entratefinanziarie

1%

5 x mille9% Attività

tipiche eaccessorie

1%

Erogazioniliberali89%

Uscite 2011 Amici di Angal.

Uscitefinanziarie

1%

Progettiper Angal

97%

Spese perraccoltafondi2%

Entrate ospedale di Angal 2011.

Donazioniin beni eservizi49%

Ticket dapazienti17%

Fondi delegati

governativi23%

Linee di creditoper acquisto

farmaci5%

Borse di studioe stipendigovernativi

3%

Altre3%

1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota nega-tiva : la mancata realizzazione delle casette per gli infer-mieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfa-zione perché 6 nuove casette sono state completate inquesti giorni e presto saranno assegnate ad altrettantidipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fra-tel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruitogli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.

2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idri-ca. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angaldell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato ilprogetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivoad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamoche entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecu-zione.

3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza fron-tiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informati-co ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad

Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le diffi-coltà degli operatori che usano il programma “OpenHospital”. Per la connessione Internet, invece, mancanoancora i fondi.

4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avantinella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negliultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (ago-sto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).

e manifestazioni

event iE lontano da Angal...20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da

Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivodell’Associazione sui risultati del workshop organizzatodall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progettodefinito “Quality Improvement Plan”.A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squa-dra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del FirenzeRugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccoltadi fondi a favore dell’Ospedale di Angal.

7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festadell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodottilocali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno adaltrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infer-mieri.

18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto diNatale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Cantoleggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, ven-gono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offer-te destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di“Amici di Angal”.

31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposi-zione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigianilocali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.

Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% proget-ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938euro, quota percentuale davvero elevata al confronto dialtre realtà associative o istituzionali di aiuto allo svilup-po; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneribancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggioriquindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione,anche perché negli anni il supporto richiestocidall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolarenel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pub-blico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo)incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, alquale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesanteincremento della nostra esposizione finanziaria.

L’Associazione in breveL’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attivitàdell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e variProgetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti.

I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDScontributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie localiche accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20novembre 2011).

Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, curemediche, istruzione).

Ricovero gratuito per i bambinispesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lun-ghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati diAIDS attraverso una équipe di infermieri espressamenteformati per questo servizio.

Operazione Proteinespesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) internoall’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto conte-nuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.

Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche aipazienti bisognosi degli altri reparti.

Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che nonpossono pagare la sia pur modesta retta chiestadall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farma-ci salvavita”.

Che cosa puoi fare tu• Svolgere un’opera di sensibilizzazione.• Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno deisingoli Progetti.

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito inLegge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUScon assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito com-plessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

È possibile anche effettuare donazioni on-line in modorapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di paga-mento Paypal (www.paypal.com).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delleEntrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Almomento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscaledell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spaziodel modello IRPEF.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sce-glieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contribu-ti raccolti attraverso questa forma di finanziamento saran-no interamente impiegati a favore dell’Ospedale e deiProgetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione,coordinata da Tilde Barone [email protected] Giuseppina Ricciarditel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989

Realizzazione grafica: Quadri_FolioFotografie: da archivio dell’AssociazioneStampa: Tipografia Gravinese, Torino