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Numero 25 Marzo 2015 Documento di proprietà Generali Innovation Center for Automobile Repairs Vietata la diffusione e la riproduzione Pagina 1 Buongiorno, sono lieto di presentarvi il GeneraliCarNews di marzo 2015. Questo è il nostro 25° numero e, per me, è il primo come dirigente responsabile di GeneraliCar. Dal 1° marzo 2015 sono ritornato nel mondo Claims, un’antica passione nata nel 1984, e sono veramente lieto di poterlo fare alla guida di un centro d’eccellenza come GeneraliCar. Approfitto di questa prefazione per ringraziare, anche a nome di tutto il personale, Marco Castelli per il suo appassionato e prezioso contributo. Questo numero si aprirà con una mia intervista da parte della redazione del GeneraliCarNews. Dopodiché parleremo d’innovazione, andando ad analizzare l’interazione tra scatole nere, applicazioni per smartphone e servizi al cliente: in una realtà che si trasforma rapidamente, proporremo una serie di idee da noi concepite, che rivoluzionerebbero il mondo degli strumenti dedicati al cliente. Infine vi racconteremo una giornata di formazione rivolta agli studenti di un istituto professionale, svoltasi presso il nostro centro. Confidando nel vostro interesse e gradimento, vi invio i miei migliori saluti. Marco Marello

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Numero 25 – Marzo 2015

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Vietata la diffusione e la riproduzione

Pagina 1

Buongiorno,

sono lieto di presentarvi il GeneraliCarNews di marzo 2015.

Questo è il nostro 25° numero e, per me, è il primo come dirigente responsabile di GeneraliCar.

Dal 1° marzo 2015 sono ritornato nel mondo Claims, un’antica passione nata nel 1984, e sono veramente

lieto di poterlo fare alla guida di un centro d’eccellenza come GeneraliCar.

Approfitto di questa prefazione per ringraziare, anche a nome di tutto il personale, Marco Castelli per il suo

appassionato e prezioso contributo.

Questo numero si aprirà con una mia intervista da parte della redazione del GeneraliCarNews.

Dopodiché parleremo d’innovazione, andando ad analizzare l’interazione tra scatole nere, applicazioni per

smartphone e servizi al cliente: in una realtà che si trasforma rapidamente, proporremo una serie di idee da

noi concepite, che rivoluzionerebbero il mondo degli strumenti dedicati al cliente.

Infine vi racconteremo una giornata di formazione rivolta agli studenti di un istituto professionale, svoltasi

presso il nostro centro.

Confidando nel vostro interesse e gradimento,

vi invio i miei migliori saluti.

Marco Marello

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Pagina 2

In questo numero:

Focus on: Intervista a Marco Marello…………………………………..…p.3

Black box & App: la rivoluzione dei servizi al cliente...............................p.6

Generalicar ospita i carrozzieri di domani………………………………..p.10

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Focus on: Intervista a Marco Marello

Dal 1° marzo 2015, il timone di GeneraliCar è

stato assunto dal dott. Marco Marello, in veste di

dirigente responsabile. Abbiamo avuto il piacere di

intervistarlo, facendoci illustrare le linee guida che

si prospettano nel prossimo futuro.

Dottor Marello, come colloca il ruolo di Generalicar all’interno di Generali Italia?

GeneraliCar è un centro tecnico d’eccellenza che ha tutte le potenzialità per ricoprire un ruolo da

vero protagonista in Generali Italia, nell’ambito della gestione dei sinistri e non solo.

L’anima di GeneraliCar appartiene all’innovazione ed alla ricerca: questi sono i due mondi che

dobbiamo continuare ad esplorare.

La nostra missione consiste nell’immaginare, testare e validare le novità tecniche che riguardano i

sinistri non solo dal punto di vista di chi gestisce le pratiche (gli assuntori prima ed i liquidatori

poi) ma anche i servizi destinati ai clienti ed agli agenti.

GeneraliCar dovrà essere l’antenna tecnologica del Gruppo.

Rispetto alle origini, in cui il CESTAR era orientato

solo al ramo auto, le esperienze fino a qui compiute

ci spingono ad estendere i nostri confini a tutti i

settori dei rami danni.

Senza dimenticare la formazione, in cui GeneraliCar

è, e continuerà ad essere, un punto di riferimento per

Generali Italia.

Con il ritorno delle attività di controllo in seno

all’Area Claims, ci sono tutti i presupposti per

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tornare ad occuparci a pieno di ciò che sappiamo fare meglio: ricerca e formazione.

Proprio l’integrazione con Generali Italia ed il valore aggiunto che può esprimere GeneraliCar

sono stati tra i temi toccati dal dott. Monacelli lo scorso 6 marzo durante la tappa milanese del

Roadshow Claims.

Sono previsti per Generalicar anche dei progetti oltre i confini nazionali?

Nell’ambito del Gruppo Generali, abbiamo

l’ambizione di mettere a disposizione di tutte

compagnie il nostro know-how e la nostra

struttura per progetti sia europei che

extraeuropei.

Già oggi GeneraliCar è attiva oltre i confini

italiani e, in futuro, lo sarà sempre di più.

Grazie alla collaborazione con la struttura Global

Claims di capogruppo, nei mesi scorsi ha preso il via il progetto “Colpo di Frusta”. Si tratta di un

metodo sviluppato per stimare il rischio di lesioni da colpo di frusta attraverso l’utilizzo di un

applicativo creato in GeneraliCar.

Attualmente l’applicazione è in test in alcuni Paesi europei e, novità di questi giorni, anche in

Argentina

Siamo inoltre impegnati, in collaborazione con il Telematics Competence Center, nella verifica,

attraverso i crash test, della qualità dei dispositivi telematici che verranno offerti ai clienti di

Generali in alcuni Paesi europei.

Il nostro ruolo consisterà nel cogliere ed interpretare le esigenze dei mercati esteri attraverso lo

scambio di informazioni con i colleghi degli altri Paesi per poi aprire loro le porte di Generalicar e

far conoscere le nostre competenze e le potenzialità delle soluzioni che saremo in grado di

proporre.

Anche per quanto concerne la formazione, abbiamo intenzione di espanderci oltre confine,

offrendo, ad esempio, corsi tecnici in formato e-learning tradotti in diverse lingue.

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In futuro ci potrà essere spazio per affermarsi anche sul mercato?

Certamente un’altra nostra ambizione è di

espanderci anche al di fuori dell’ambito Generali.

Abbiamo la presunzione di poter diventare un

punto di riferimento per diverse tipologie di

utenti, dal cliente privato in cerca d’informazioni,

all’azienda produttrice di dispositivi dedicati al

mondo assicurativo o quello della riparazione.

Proprio per perseguire questo scopo stiamo già lavorando per dare una nuova veste grafica al sito

web di Generalicar. In nuovo sito dovrà essere innanzitutto il punto di accesso a tutte le ricerche e

le indagini svolte presso il nostro Centro, ma sarà anche un mezzo per interagire con gli utenti,

proponendo aree differenziate per clienti/assicurati, periti e carrozzieri. Il nostro sito potrà anche

essere utilizzato come uno strumento di formazione, in cui l’utente potrà consultare informazioni

tecniche e assistere a videocorsi dedicati.

D’ora in avanti il mio compito sarà di far sì che le idee che abbiamo in mente diventino realtà

fondendo in GeneraliCar tecnica, innovazione, ricerca e formazione.

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Black box & App: la rivoluzione dei servizi al cliente

In un Paese in cui circolano più di 3 milioni di veicoli con scatola nera ed in cui 8 persone su 10

possiedono uno smartphone, si fa presto a capire come l’interazione tra questi due dispositivi avrà

presto un boom eccezionale. Aggiungendoci, poi, che il numero di scatole nere è in continua

crescita e che il mercato degli smartphone non smette mai di stupire, si può intuire come questo

fenomeno avrà una continua evoluzione dal punto di vista tecnologico.

Già oggi ci sono vari esempi di App per smartphone

collegate alla black box che permettono al cliente di

sfruttare alcune potenzialità della scatola nera; basti

pensare a servizi che permettono di trovare esattamente

dove è parcheggiata l’auto (spesso utile nei grandi

parcheggi) o di essere avvisati se la vettura supera un

certo limite di velocità (adatta a chi vuol sapere se il

proprio figlio corre troppo con l’auto) o di tenere traccia

degli itinerari percorsi.

Proprio in merito alle percorrenze, alcuni provider di

scatole nere stanno optando per soluzioni più complete, in cui con la App per smartphone collegata

alla scatola nera si può accedere anche a servizi di navigazione stradale e informazioni sul

traffico. Impostando la destinazione, infatti, la App suggerisce al cliente il tragitto più veloce e

meno trafficato.

Fin qui niente di così innovativo, ma sfruttando a pieno le potenzialità della scatola nera, si

potrebbe migliorare ancora di più questo servizio! Infatti, il limite delle App sul traffico è che

l’utente deve inserire la destinazione finale: quest’operazione viene fatta molto raramente in un

tragitto conosciuto (come quello casa-lavoro). Invece attraverso i dati raccolti dalla scatola nera,

una App intelligente potrebbe capire il tragitto e gli orari in cui l’utente effettua sempre lo stesso

percorso e, in caso di forte traffico, avvisare il cliente proponendogli un percorso alternativo.

In termini di sicurezza stradale, la App potrebbe segnalare sulla mappa le “strade ad alto rischio”,

ovvero quelle aree in cui c’è un’alta percentuale di sinistri, e proporre all’utente percorsi altenativi.

Un altro aspetto fondamentale riguarda il concetto dell’Internet of Things, ovvero lo scambio di

informazioni tra dispositivi intelligenti collegati in rete. Applicando l’Internet of Things al mondo

delle scatole nere si aprono diversi scenari.

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Immaginiamo, ad esempio, che una vettura con

scatola nera sia coinvolta in un incidente

stradale. A quel punto la scatola, avendo

rilevato l’impatto, avverte tramite App tutti i

clienti con scatola nera nelle vicinanze e segnala

possibili rallentamenti in quella strada. La

velocità di questa comunicazione batterebbe

qualsiasi altro sistema sul traffico: infatti questo

sistema riuscirebbe a segnalare un ingorgo qualche attimo prima che esso si verifichi!

Un’altra potenzialità dell’Internet of Things riferito alla comunicazione tra scatole nere è aiutare il

cliente nel trovar parcheggio. Questo è sicuramente un tema molto sentito dagli automobilisti dei

grandi centri urbani: basti pensare che negli Stati Uniti esistono alcune applicazioni per

smartphone che permettono di “vendere” (sfiorando l’illegalità) il posto dove è parcheggiata la

propria auto al migliore offerente!

Anche in Italia sono nate delle App per trovare parcheggio in città: in particolare, ce ne sono

alcune che segnalano le autorimesse a pagamento disponibili nelle vicinanze, sfruttando il GPS

dello smartphone. Tuttavia sarebbe più comodo ed economico avere delle indicazioni su qualsiasi

tipo di posto auto libero, anche non a pagamento. Ed è qui che le black box possono dare un valore

aggiunto. Immaginiamo, ad esempio, che una vettura dotata di scatola nera accenda il motore per

lasciare un posto auto nel centro città. Istantaneamente la black box condivide quest’informazione

con tutte le vetture con scatola nera nelle vicinanze: così facendo un utente in cerca di parcheggio,

attraverso la mappa della App, potrà individuare, prenotare ed

essere guidato al posto auto appena liberato. Considerando

che, da stime a livello globale, il tempo medio trascorso alla

ricerca di un posto auto è di 20 minuti e che il 30% del traffico

cittadino è costituito da persone in cerca di parcheggio, questo

servizio sarebbe sicuramente rivoluzionario!

Dando uno sguardo ad un futuro un po’ più lontano (ma più

vicino di quanto si pensi), nell’ambito dell’Internet of Things,

la scatola nera potrebbe interagire automaticamente con i

sistemi di domotica, ad esempio accendendo il riscaldamento di casa quando la black box rileva

che l’utente si sta avvicinando alla propria abitazione.

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Altri potenziali servizi della black box sono legati all’acquisizione di informazioni sulla vettura

tramite la porta di diagnosi OBD. Infatti, collegando la scatola nera alla porta OBD della vettura si

accede istantaneamente ad una molteplicità di dati che possono poi essere trasformati in utili

servizi tramite un’applicazione per smartphone. Pensiamo, quindi, ad un’App che indichi e guidi

l’utente al distributore più economico nel momento in cui la black box rileva che il livello di

carburante è basso. Oppure un’App che, partendo dai dati letti dall’OBD che rappresentano il

modo di guidare (come ad esempio il numero di giri del motore), riesca a consigliare all’utente lo

stile di guida migliore per risparmiare carburante e guidare in sicurezza. O ancora

un’applicazione che indichi la necessità di manutenzione e che assista l’utente in caso di guasto.

Innumerevoli sono anche i servizi che possono essere dedicati al cliente in caso di sinistro.

Un’applicazione per smartphone che potrebbe rivoluzionare la gestione del sinistro vede proprio

l’assicurato come fulcro del processo. Immaginiamo una App che in caso di sinistro dia la

possibilità di compilare digitalmente il modulo CAI, permettendo innanzitutto di acquisire i dati

delle vetture fotografando il codice a barre, o ancora meglio da un moderno QR Code, stampigliato

sulle polizze. In più, la descrizione delle dinamica e del luogo del sinistro dichiarati sempre tramite

App, potranno essere automaticamente confermati dai dati registrasti dalla scatola nera.

Ovviamente, per una CAI “doppia firma”, bisognerà che entrambe le parti abbiano accesso alla

CAI digitale per confermare la dinamica ed eventuali responsabilità.

Ma questa è solo la fase iniziale della gestione del sinistro: la App

dovrebbe prevedere anche una sezione per ”autopreventivare” i costi

della riparazione. Infatti, creando un modello semplificato del nostro

preventivatore S.I.V.A., non è lontano un futuro in cui, tramite l’App,

l’assicurato fotografi i danni della vettura e in pochi semplici passaggi

faccia una stima del danno (ovviamente si parla di danni di lieve entità).

Pensando ad una applicazione ancora più evoluta, si potrebbe chiedere

all’assicurato solo di fotografare i danni: le immagini verrebbero quindi

elaborate dalla App che, sfruttando gli algoritmi e la banca dati di

S.I.V.A., riuscirebbe in pochi secondi a stimare il costo della riparazione.

In questo processo si inserirebbe perfettamente il ruolo del perito liquidatore che potrebbe

visionare tutte le informazioni raccolte dal cliente con la App (tra cui le foto del danno e la

“autopreventivazione”) e in pochi click autorizzare il pagamento.

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Entrando un po’ più nel tecnico, si possono immaginare anche servizi legati alla registrazione delle

accelerazioni d’impatto da parte della scatola nera. Partendo dall’analisi di queste accelerazioni,

infatti, è possibile comprendere l’entità dell’urto, ipotizzare i principali componenti danneggiati e,

di conseguenza, stimare il costo della riparazione. Sviluppare un algoritmo che automatizzi questo

processo, è sicuramente una sfida ambiziosa! Per vincere questa sfida sarà necessario combinare i

dati acquisiti nei centinaia di crash test svolti presso

Generalicar con le informazioni presenti nel database

dei sinistri con scatola nera. Ad una prima analisi,

l’algoritmo sarà più facilmente applicabile agli urti con

bassi valori di accelerazione (che sono statisticamente

i più frequenti).

La stima del costo della riparazione partendo dalle

accelerazioni di impatto, potrebbe essere un termine di

paragone con la “autopreventivazione” del cliente,

spiegata in precedenza: se gli importi finali sono

simili, con tutta probabilità la valutazione del danno è

corretta e, di conseguenza, il processo di liquidazione

diviene rapidissimo.

Avere un’indicazione immediata e automatica del costo della riparazione è sicuramente utile, non

solo per velocizzare i processi liquidativi, ma anche per dare un servizio dedicato al cliente. Ad

esempio, in un sinistro in cui il nostro assicurato ha torto, sarebbe prezioso fornirgli un’indicazione

immediata sul costo della riparazione, magari indicando un riparatore nelle vicinanze che è in

grado di garantire quell’intervento in una fascia di prezzo prestabilita.

Se tutti i servizi descritti sin qui fossero inclusi in un'unica e innovativa App per smartphone

distribuita dalla compagnia assicurativa, il cliente sarebbe continuamente assistito da uno

strumento polifunzionale.

Questo permetterebbe, inoltre, di sovvertire il concetto di black box, che a volte è erroneamente

visto come un dispositivo di controllo stile Big Brother, quando, invece, racchiude in sé una

molteplicità di potenziali servizi per il cliente!

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Generalicar ospita i carrozzieri di domani

Lo scorso mese di Febbraio si è svolta presso Generalicar una giornata di formazione

espressamente rivolta agli studenti dei centri di formazione professionale.

L’iniziativa, sviluppata a titolo

completamente gratuito, fa seguito alla

prima felice esperienza del 2013; in quel

caso, ospite del Centro Sperimentale fu

l’Associazione CNOS-FAP Regione

Piemonte (sede di Fossano). Per quanto

riguarda la sessione 2015 invece,

Generalicar ha ospitato gli allievi

provenienti dall’associazione .

L’associazione gestisce numerosi servizi, tra cui formazione ed aggiornamento di personale

aziendale e servizi di orientamento per la ricerca di lavoro e tirocini. Inoltre, nelle tre sedi di

Bergamo, Clusone e Endine Gaiano offre corsi mirati alla creazione di competenze professionali in

svariati ambiti, ad esempio operatore grafico, elettrico, addetto a macchine utensili, ma anche

servizi turistici, acconciatore ed altro ancora. I percorsi di qualifica triennali permettono di

conseguire il titolo di "qualifica professionale" con validità nazionale e la possibilità di inserirsi nel

mondo del lavoro o di continuare gli studi con il quarto anno ottenendo la certificazione delle

competenze del "Diploma Tecnico Professionale"; il quinto anno integrativo consente l'iscrizione

all'Università e/o all'IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore).

Gli studenti accolti da Generalicar appartengono a due classi del Corso Operatore alle Riparazioni

di Carrozzeria. La giornata si è aperta con una

breve presentazione dell’azienda, volta ad

esplicitarne la storia, i principali campi di

attività e l’appartenenza all’associazione

RCAR. In aula, il primo argomento trattato

riguarda il processo di “nascita” di un nuovo

veicolo, dalla progettazione alla messa in

commercio, tenendo sempre in considerazione

due filoni principali: aspetti tecnici

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(normative di sicurezza ed inquinamento, nuove tecnologie) e commerciali (posizionamento sul

mercato, gusti del pubblico e tendenze del momento).

Per approfondire, essendo più pertinente, l’aspetto tecnologico, ci si è quindi spostati nel Centro

Sperimentale per apprendere nozioni sulla struttura a scocca portante degli autoveicoli moderni,

caratterizzata dall’adozione contemporanea di svariate tipologie di acciai altoresistenziali (ed in

alcuni casi, anche leghe di alluminio), differenziate per capacità di resistenza massima,

deformazione e posizionamento in vettura. In aggiunta al materiale didattico, grande aiuto

all’apprendimento proviene dalle scocche disponibili, sezionate e verniciate per mettere in mostra i

particolari desiderati. Infine, il “capitolo” sulla lattoneria si è indirizzato sui principali aspetti

riparativi: diagnosi della geometria del veicolo in seguito ad urto utilizzando il metodo tradizionale

(banco dima) o il controllo elettronico, seguita da cenni sulle tecniche di saldatura. Anche per

questa parte, i concetti espressi dal personale del centro sono stati affiancati da una dimostrazione

pratica dell’attrezzatura necessaria e del suo utilizzo. Gli studenti hanno decisamente apprezzato la

presenza e particolarità del materiale integrativo e delle attrezzature, in quanto molto efficaci per

chiarire i concetti espressi e sicuramente poco comuni da avere a disposizione nel normale

percorso formativo.

Il pomeriggio della giornata di seminario ha affrontato

inizialmente alcuni aspetti legati alle ricerche svolte nel

corso degli ultimi anni presso Generalicar e presentate a

livello internazionale nell’ambito del congresso annuale

dei membri RCAR. La prima ricerca analizzata è stata

quella sulla riverniciatura dei proiettori; come sappiamo,

l’analisi storica dei particolari sostituiti in seguito a

sinistri ha evidenziato come siano proprio i proiettori a

risultare numericamente più coinvolti: la possibilità di

ripristinare a regola d’arte lenti graffiate o opacizzate,

senza nulla perdere dal punto di vista della qualità del

fascio luminoso rispetto ad un particolare nuovo, è

sicuramente un aspetto di nuova concezione,

assolutamente ancora poco conosciuto e praticato

presso le carrozzerie. Proprio per questo motivo ha

suscitato un grande interesse tra i partecipanti, che

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hanno potuto assistere dal vivo al ripristino di una coppia di proiettori danneggiati, svolto

dall’operatore con l’apposito prodotto bicomponente.

È stata quindi illustrata la ricerca sulle possibilità di intervento su cerchi ruota in lega d’alluminio,

argomento molto controverso prima che Generalicar dimostrasse, tramite test accurati svolti sia

internamente sia in collaborazione con l’Università degli studi di Genova, le potenzialità ed i limiti

riparativi in base al danno riscontrato, sempre mantenendo ai massimi livelli gli standard

qualitativi e di sicurezza.

Da ultimo è stato dato spazio alla verniciatura

opaca (che ultimamente sta incontrando sempre

maggior diffusione per fattori estetici e di moda),

esponendo le caratteristiche che la rendono tale alla

percezione dell’occhio umano e concentrandosi

soprattutto sulle sfide tecniche che una tinta di

questo tipo pone al carrozziere in fase riparativa: è

noto infatti come il risultato ottimale su superfici di

questo tipo sia ben più ostico da ottenere rispetto ad

un elemento con vernice lucida, per via delle caratteristiche stesse del prodotto che ne complicano

notevolmente le possibilità di sfumatura su lamierati adiacenti, per non parlare delle difficoltà

legate al recupero di eventuali “sporchini” o colature. Inoltre il risultato è molto influenzato anche

dalla differente attrezzatura impiegata (aerografo e marchio di vernice) e dalla manualità

dell’operatore. Gli studenti hanno avuto modo di apprezzare dal vivo quanto esposto tramite i

pannelli della scocca opportunamente preparati per confrontarsi con tali problematiche e mettere in

luce nuove osservazioni ed utili spunti in

vista della loro futura occupazione

professionale.

L’ultimo argomento della giornata, ormai

imprescindibile per ogni carrozziere vista la

complessità dei moderni autoveicoli, riguarda

il mondo dell’elettricità ed elettronica. Dopo

un rapido ripasso sugli elementi fondamentali

necessari a garantire il regolare

funzionamento dell’auto (su tutti batteria,

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alternatore e motorino di avviamento), ci si è spinti ad analizzare le tipologie di rete di

comunicazione tra centraline, sensori ed attuatori presenti a bordo e le rispettive logiche di

funzionamento.

Poiché esse offrono la possibilità di essere “interrogate” da parte del riparatore per mettere in

mostra anomalie ed errori riscontrati, sono stati presi in considerazione anche gli appositi tester per

la diagnosi, dotazione indispensabile del moderno carrozziere per evitare lunghe (e talvolta

infruttuose) ricerche del guasto.

In definitiva, la giornata di formazione gratuita offerta da Generalicar ha toccato i maggiori aspetti

riparativi di un autoveicolo moderno, calandoli nella realtà avanzata e rigorosa del centro

sperimentale e dando così modo agli allievi di confrontarsi con lo stato dell’arte della ricerca nel

settore automotive. Al termine del percorso gli studenti erano decisamente soddisfatti di quanto

visto ed appreso, il successo dell’iniziativa anche in questa sessione pone le basi per ipotizzare

nuove collaborazioni del genere anche in un futuro prossimo.

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Generali Innovation Center for Automobile Repairs

RCAR Member

Via C. Pisacane, 48

20016 PERO (MI)

Tel. 02 38100356

web site: www.generalicar.com

Dirigente Responsabile

Marco Marello

[email protected]

Resp. Centro Sperimentale Ricerca e Formazione Tecnica

Ing. Andrea Mondini

[email protected]

Resp. Formazione e Ricerca

Ing. Luca Ventola

[email protected]