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LA FAUNA ITTICA DEGLI AMBIENTI LAGUNARI I popolamenti ittici delle lagune costiere e dei terri- tori deltizi costituiscono un’importante componente della biodiversità che contraddistingue tali ambienti. Questi ecosistemi acquatici caratterizzati da una spiccata variabilità sia spaziale che temporale, unita- mente alla grande varietà di disponibilità alimentari, determinano le modalità con cui la fauna ittica ne usufruisce. In base alle differenti capacità di tolle- ranza fisiologica alle variazioni dei principali para- metri ambientali, come la temperatura e la salinità, ed in base alle differenti modalità di alimentazione, riproduzione e comportamento migratorio, le specie ittiche delle acque di transizione dell’Alto Adriatico, e quindi anche delle lagune polesane, possono esse- re raggruppate in 5 differenti categorie ecologiche (Franzoi et al., 1989; Franco et al., 2007). Residenti lagunari (RL), migratori marini (MM), marini occasionali (MO), marini anadromi (MA) e specie dulciacquicole (SD). Residenti lagunari (RL) Appartengono a questo gruppo quelle specie che sono in grado di svolgere tutto o gran parte del loro ciclo biologico all’interno dell’ambiente lagunare, compresa la riproduzione. Sono specie in grado di vivere in un ampio intervallo di condizioni am- bientali ed adatte ai rapidi cambiamenti di salinità, temperatura e tenore d’ossigeno. Soprattutto a cau- sa di questi cambiamenti delle condizioni ambien- tali così veloci che si verificano negli ambienti la- gunari, il numero delle specie residenti è in genere basso se rapportato al numero di specie totale che si rinvengono all’interno delle lagune (Quignard, 1984; Franco et al., 2008). Migratori marini (MM) Si tratta di specie legate al mare per la riproduzio- ne ma che compiono migrazioni periodiche, su base stagionale, negli ambienti lagunari, Queste migrazioni possono essere legate ad una precisa fase del ciclo biologico delle specie, oppure carat- terizzate da più cicli di migrazione fra mare e lagu- na e viceversa. Marini occasionali (MO) Sono specie marine stenoaline, la cui presenza in ambienti di transizione irregolare è sporadica. Que- ste specie non dipendono da tali ambienti per nes- suna fase del loro ciclo biologico. Appartengono potenzialmente a questa categoria tutte quelle spe- cie che popolano le zone costiere, ad eccezione di 99 PARTE TERZA La pesca

PARTE TERZA La pesca - cdn1.regione.veneto.it · mente alla grande varietà di disponibilità alimentari, ... il mare per portare a termine la schiusa delle uova. ... duzione nel

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LA FAUNA ITTICA DEGLI AMBIENTI LAGUNARII popolamenti ittici delle lagune costiere e dei terri-tori deltizi costituiscono un’importante componentedella biodiversità che contraddistingue tali ambienti.Questi ecosistemi acquatici caratterizzati da unaspiccata variabilità sia spaziale che temporale, unita-mente alla grande varietà di disponibilità alimentari,determinano le modalità con cui la fauna ittica neusufruisce. In base alle differenti capacità di tolle-ranza fisiologica alle variazioni dei principali para-metri ambientali, come la temperatura e la salinità,ed in base alle differenti modalità di alimentazione,riproduzione e comportamento migratorio, le specieittiche delle acque di transizione dell’Alto Adriatico,e quindi anche delle lagune polesane, possono esse-re raggruppate in 5 differenti categorie ecologiche(Franzoi et al., 1989; Franco et al., 2007).Residenti lagunari (RL), migratori marini (MM),marini occasionali (MO), marini anadromi (MA) especie dulciacquicole (SD).Residenti lagunari (RL)Appartengono a questo gruppo quelle specie chesono in grado di svolgere tutto o gran parte del lorociclo biologico all’interno dell’ambiente lagunare,

compresa la riproduzione. Sono specie in grado divivere in un ampio intervallo di condizioni am-bientali ed adatte ai rapidi cambiamenti di salinità,temperatura e tenore d’ossigeno. Soprattutto a cau-sa di questi cambiamenti delle condizioni ambien-tali così veloci che si verificano negli ambienti la-gunari, il numero delle specie residenti è in generebasso se rapportato al numero di specie totale chesi rinvengono all’interno delle lagune (Quignard,1984; Franco et al., 2008).Migratori marini (MM)Si tratta di specie legate al mare per la riproduzio-ne ma che compiono migrazioni periodiche, subase stagionale, negli ambienti lagunari, Questemigrazioni possono essere legate ad una precisafase del ciclo biologico delle specie, oppure carat-terizzate da più cicli di migrazione fra mare e lagu-na e viceversa.Marini occasionali (MO)Sono specie marine stenoaline, la cui presenza inambienti di transizione irregolare è sporadica. Que-ste specie non dipendono da tali ambienti per nes-suna fase del loro ciclo biologico. Appartengonopotenzialmente a questa categoria tutte quelle spe-cie che popolano le zone costiere, ad eccezione di

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PARTE TERZA

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quelle eurialine che compiono migrazioni regolariall’interno delle lagune.Migratori anadromi (MA)Sono quelle specie che si riproducono in acqua dol-ce e successivamente migrano in mare dove tra-scorrono gran parte della loro vita. Queste specieutilizzano gli ambienti di transizione come ambien-ti di passaggio durante le migrazioni tra le acquedolci ed il mare.Specie dulciacquicole (SD)Specie di acqua dolce che entrano occasionalmentein ambienti di transizione. Sono solitamente rappresentate da un numero dispecie, più facilmente rinvenibili in vicinanza deglisbocchi di corsi d’acqua dolce e in concomintanzacon i periodi di piena del fiume Po.La composizione qualitativa della fauna ittica la-gunare delle lagune polesane è stata determinataattraverso campagne di monitoraggio (2007-2008) con reti da posta e del pesce novello, oltre

che dall’esame parallelo dei dati di vendita deimercati ittici e delle interviste a pescatori di pro-fessione e sportivi.La comunità ittica è risultata composta da 30 spe-cie ittiche, appartenenti a 19 famiglie. Il taxon piùrappresentato è quello dei Mugilidi, con 5 specie,

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Famiglia Specie Nome comune Categoria ecologica

Anguillidae Anguilla anguilla Anguilla MMAtherinidae Atherina boyeri Acquadella, Latterino RLBelonidae Belone belone Aguglia MMBlennidae Salaria pavo Bavosa RLCarangidae Lichia amia Lissa, Leccia MOClupeidae Alosa fallax nilotica Alosa o Cheppia MACyprinidae Abramis brama Abramide SD

Barbus barbus Barbo europeo SDCyprinus carpio Carpa SD

Engraulidae Engraulis encrasicholus Acciuga MMGobiidae Gobius paganellus Paganello MO

Pomatoschistus marmoratus

Marsione RL

Pomatoschistus minutus Marsione di mare MMZosterisessor ophiocephalus

Gò, Ghiozzo gò RL

Moronidae Dicentrarchus labrax Branzino, Baicolo MMMugilidae Chelon labrosus Bosega MM

Liza aurata Muggine dorato, Lotregano MMLiza ramada Muggine calamita, Caustelo MMLiza saliens Verzellata MMMugil cephalus Megiato, Muggine MM

Percidae Stizostedion lucioperca Lucioperca SDPleuronectidae Platichthys flesus Passera MMSciaenidae Sciaena umbra Corbo MO

Umbrina cirrosa Ombrina MMScophthalmidae Scophthalmus rhombus Soaso MOSiluridae Silurus glanis Siluro SDSoleidae Solea vulgaris Sogliola MMSparidae Sparus auratus Orata MMSyngnathidae Syngnathus acus Pesce ago, Lesina MOTriglidae Trigla lucerna Gallinella o Cappone MM

Lista tassonomica delle specie ittiche censite nelle lagune di Caleri, Marinetta-Vallona, Basson, Canarin e Scardovari, in grigio sono indicate le specie di provenienza alloctona.

MA3%

MM50%

MO17%

RL13%

SD17%

Distribuzione percentuale delle specie ittiche nei 5 gruppi funzionali: residenti lagunari (RL), migratori marini (MM), marini occasionali (MO),

marini anadromi (MA) e specie dulciacquicole (SD.

Le specie ittiche delle lagune polesane

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seguono i Gobidi con 4 e i Ciprinidi con 3. Sonorappresentate da due specie ciascuna la famigliadegli Anguillidi e dei Scenidi, mentre tutte le altresono presenti con un’unica specie.Sulle 30 specie censite risultano alloctone solo 5: lacarpa, l’abramide, il barbo europeo, il lucioperca eil siluro, tutte specie appartenenti alle acque dolci epresenti nelle acque di transizione solo nei trattiterminali dei rami del fiume Po, in zone di sottori-va, dove scorrono lame d’acqua dolci superficiali.In termini numerici di specie, per ciò che concernei gruppi funzionali, quello maggiormente rappre-sentato è risultato quello dei migratori marini conben 15 specie come i mugilidi, l’orata, la spigolaecc., seguito dai migratori occasionali e le specieduciacquicole, entrambi i gruppi rappresentati da 5specie ciascuno, seguono i residenti lagunari ed in-fine i migratori anadromi rappresentati da una solaspecie, la cheppia.

Le specie ittiche lagunari di interesse commercialeNonostante le lagune ospitino molte specie sia ve-getali che animali, pochissime tra esse possono es-sere strettamente considerate lagunari e solo alcunetra di esse hanno qualche interesse per la pesca ol’acquacoltura.Ciò non toglie che le valli e le lagune da pesca po-lesane forniscano non solo una produzione di tuttorispetto ma fungano da area nursery per quasi tuttele più importanti specie marine di interesse com-merciale. A grandi linee possiamo dire che solo leproduzioni di gò, masenette, moleche, schile egamberi possono essere considerate di origine to-talmente lagunare. Altre come quelle dei latterini epassere possono essere ripartite grossomodo al50% tra laguna e mare (AA.VV., 2000).Ancora più di difficile è la quantificazione e la ri-partizione tra mare, valle e laguna della produzione

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Esemplare di latterino e di bavosa pescati nelle lagune polesane.

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di quelle specie di pesci come cefali, orate, branzi-ni e anguille.

Gamberetti

Sono numerose le specie di gamberetti che si pos-sono trovare nelle lagune dell’Alto Adriatico, quel-le più comunemente presenti sui mercati e nelle la-gune del Polesine appartengono alle specie Palae-mon spp.I gamberi del genere Palemonide, conosciuti colnome comune di gamberetti di scoglio, sono cro-stacei dalle abitudini soprattutto notturne. Comuniin tutte le spiagge e porti, li si trova specialmentenelle pozze di marea o rovistando tra la vegetazio-ne e tra le alghe delle lagune. L’aspetto tipico delgenere Palaemon ha corpo trasparente, talora consfumature da verde a grigiastro, con ornamentazio-ne data da fitta puntinatura più o meno evidente,colorazione bruna e rossa. Vivono in gruppi taloramolto densi, da giustificarne la pesca commerciale,il loro periodo riproduttivo in Adriatico va da mag-gio ad agosto. Le dimensioni massime che possonoraggiungere sono i 6-7 cm, anche se la taglia mediasi aggira per gli adulti intorno ai 3-4 cm. I Palae-mon sono dei gamberetti generalmente molto ricer-cati gastronomicamente e ampiamente commercia-lizzati sui mercati.

Gamberi

La specie tipicamente lagunare che viene vendutasui mercati del comparto veneto è il gambero gri-gio, localmente chiamato schila o schilla, Crangoncrangon. È un gambero di colorazione grigio-bru-na con cefalotorace allungato a forma conica, il pri-mo paio di zampe ha forma di pinza che non si

chiude, il rostro si presenta scanalato con la puntatondeggiante e due antenne filiformi. La specie èdiffusa sui fondali sabbiosi e praterie di faneroga-me entro i 20 metri di profondità, ma soprattutto losi trova in lagune ed estuari, dove trascorre anchetutto il periodo invernale. La lunghezza media è di6-7 cm, max 8-9 cm. Le femmine tendono a ripro-dursi in mare nei mesi tardo invernali e primaveri-li, e gli individui poi in massa ritornano in lagunaper completare l’accrescimento.

Granchi

Il granchio comunemente presente nelle lagunedell’Alto Adriatico, pescato e commercializzato indifferenti stadi del suo ciclo biologico, appartienead un’unica specie, il Carcinus aestuarii. Sui mer-cati con il nome comune di granchio, si indicano imaschi e le femmine della specie in fase di inter-muta, le “masanette” sono le femmine con gonadimature in autunno e le “moleche” sono invece ma-schi dal corpo molle, cioè a carapace non calcariz-zato, immediatamente dopo la perdita dell’esosche-letro (AA.VV., Comune di Venezia, 2006).Viene chiamato anche granchio comune o granchioverde, caratterizzato da un colore tendenzialmenteverde con sfumature grigio o marrone. Trova il suoambiente naturale nelle lagune e negli estuari deifiumi, ma le femmine, in fase di maturazione dellegonadi, compiono una massiccia migrazione versoil mare per portare a termine la schiusa delle uova.I sessi sono separati e come tutte le altre specie digranchi la differenza principale è rappresentata dal-la forma dell’addome, quello maschile è di formatriangolare stretta, mentre quello femminile è piùallargato. C. aestuarii è in grado di cibarsi presso-ché di tutto, l’adulto è in prevalenza carnivoro, siciba di molluschi, soprattutto giovani bivalvi e ditutti quegli organismi che riesce ad afferrare con lechele, vivi o morti che siano.La maggior parte degli individui si aggira intorno adimensioni di 45-50 mm per i maschi e 25-30 mmper le femmine. La femmina in genere ha taglia piùpiccola e nel periodo settembre-aprile ha coloretendenzialmente arancione legato alla maturazionedelle uova.La muta dei maschi e delle femmine non è sincro-

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nizzata: i picchi di incidenza della muta per i ma-schi durante l’anno sono due, marzo-aprile e otto-bre-novembre, mentre la femmina muta in maggio-giugno in corrispondenza della fecondazione.

Anguilla

L’anguilla europea, Anguilla anguilla, è frequente intutte le acque interne italiane. Specie ad amplissimavalenza ecologica, in grado di vivere in una vastagamma di ambienti, dalle acque oceaniche, marinecostiere, a tutte le acque interne. È un pesce di tagliamedio grande, le femmine più grandi dei maschi rag-giungono normalmente la lunghezza totale di circa60 cm e il peso di 0,5 kg, anche se sono noti valorisensibilmente superiori, fino a 130 cm e i 2 kg dipeso. L’anguilla è un pesce carnivoro con dieta nonspecializzata e che comprende ogni sorta di inverte-brati bentonici che ricerca il cibo sul fondo e gliesemplari più grandi si nutrono anche di pesci. La suabiologia è estremamente complessa, le conoscenzeattuali supportano l’ipotesi di un’unica area di ripro-duzione nel Mar dei Sargassi; le larve dette leptoce-fali, vengono trasportate dalle correnti marine versole coste europee. Durante tale migrazione le larve siaccrescono fino a circa 7 cm subendo una meta-morfosi all’arrivo sulle coste europee, a questo stadiola piccola anguilla chiamata “cieca” inizia la migra-zione nelle acque interne. Le cieche si accrescono perun periodo di tempo molto variabile compreso tra i 3e i 15 anni e, raggiunta la maturità sessuale, riscen-dono verso il mare. In Italia, così come nelle lagunepolesane, l’anguilla da sempre è una delle specie piùimportanti per la pesca e l’acquacoltura.

Latterino

Con il nome di acquadella o latterino si indica laspecie Atherina boyeri. Piccolo pesce dal corpo af-fusolato ed il ventre tondeggiante dalla pelle rico-perta da piccole squame, il dorso è grigio verdastrocon riflessi metallici cosparso di puntini neri, con

due pinne dorsali, il ventre è bianco latteo e suifianchi si nota un’evidente fascia argentea brillan-te. È una specie molto comune lungo le coste ditutto il Mediterraneo e particolarmente abbondan-te in Alto Adriatico, soprattutto nelle lagune vene-te. Fa parte delle specie eurialine, sopporta benesbalzi di salinità, vive sia nei canali, sui bassi fon-dali di valli e lagune, all’imboccatura dei porti enei tratti di mare costiero antistante tutti i citatiambienti. È una delle poche specie di pesci che siriproduce all’interno delle lagune e nelle valli du-rante il periodo primaverile, solo durante i mesipiù rigidi invernali i latterini tendono ad uscire inmare per poi far ritorno nelle lagune in primavera.Ha vita breve (2-3 anni), e gli individui nati in pri-mavera iniziano già a riprodursi nello stesso annoverso l’autunno. La sua alimentazione è pretta-mente carnivora, si nutre di piccoli crostacei, ver-mi, molluschi e larve di pesci.

Cefali e MugginiSono pesci cosmopoliti, tipici abitanti delle acque ma-rine costiere e delle acque interne estuariali e laguna-ri. Sono capaci di vivere entro un’ampia escursione divalori dei parametri ambientali, tollerando general-mente anche acque poco ossigenate e inquinate.La riproduzione avviene in mare mentre le formegiovanili si accrescono in acque costiere e nelle la-gune. Le specie commercializzate e pescate nell’a-reale del Delta del Po sono 5; di seguito viene ri-portata una breve descrizione per ogni singola spe-cie in ordine di qualità e di interesse economico .

Muggine labbrone o bosega

È una specie tipica delle acque costiere, sia marineche interne, dove predilige fondali molli e ricchi divegetazione. Pesce gregario di media taglia, fino a60 cm di lunghezza e 2,5 kg di peso (Tortonese1975). La sua colorazione è abbastanza scura siasul corpo, dove son ben visibili le linee longitudi-nali, che sulle pinne pettorali. La principale carat-teristica che distingue la bosega è la presenza di unlabbro superiore molto grosso provvisto di un’inci-sura mediana. L’epoca riproduttiva va da febbraioad aprile in acque costiere, le uova sono rese pela-giche da una grossa goccia oleosa. La bosega migra

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in mare in autunno inverno, mentre il picco della ri-monta del novellame si ha a maggio.

Muggine dorato o lotregano

È una specie con modesta adattabilità e tra i mu-gilidi presenti nelle lagune del Delta del Po, èquello che sopporta meno le variazioni di tempe-ratura (tra i 7,5 e 17,5° C) e di salinità (fra 10 e20%). Il muggine dorato è un pesce dal corpo fu-siforme e compresso, con bocca piccola e termi-nale; il colore è bruno nerastro sul dorso e le clas-siche strisce longitudinali scure lungo i fianchi ar-gentei. La caratteristica distintiva della specie èuna macchia gialla ben evidente sull’opercolo euna macchia, sempre di colore giallo, ma moltopiù piccola dietro l’occhio. La riproduzione haluogo tra settembre e novembre e la maturità ses-suale viene raggiunta quando la taglia degli esem-plari è compresa fra i 20 e 30 cm. Il lotregano mi-gra in mare in estate autunno, mentre la montatadel novellame avviene da fine settembre e prose-gue per tutti i mesi autunnali.

Cefalo o megiatto/volpina

È una specie molto comune nell’intero bacino del-le lagune polesane, tipica della fascia costiera e deltratto dei fiumi prossimo al mare. La volpina è unpesce gregario che si sposta in piccoli gruppi inprossimità della superficie, pesce di taglia media,può superare i 70 cm di lunghezza e i 7 kg di pesorisultando il mugilide di dimensioni maggiori tra lespecie mediterranee. La caratteristica morfologicache lo distingue dalle altre specie di muggini è lapresenza di una palpebra adiposa che conferisce al-l’occhio l’aspetto di una fessura verticale. Il perio-do di montata nelle lagune per il novello si ha da

settembre a novembre e successivamente tra feb-braio ed aprile, la migrazione verso il mare si ha intarda primavera.

Muggine calamita o caustelo

È la specie che tra i mugilidi tollera meglio le va-riazioni di temperatura e salinità, consentendoglidi compiere lunghe risalite nei corsi d’acqua in-terni. È un pesce, che come molti altri della suafamiglia, predilige fondali molli e con abbondan-te vegetazione, dove per nutrirsi da adulto sele-ziona la porzione più fine del sedimento, nei bas-si fondali ricoperti di diatomee e fauna medio-ma-crobentonica associata. Gli avannotti chiamati an-che “botoli”, appena pescati presentano dei rifles-si color rame, che poi perdono allo stadio adulto,la specie è riconoscibile dalle altre per possederepiccole scaglie tra le narici e una evidente mac-chia pettorale scura. La montata vede il picco del-la specie a fine aprile inizio maggio, mentre la mi-grazione verso il mare per la riproduzione si ha tral’autunno e l’inverno.

Muggine musino o verzelata

È una delle specie più comuni che si possa trovarenelle acque costiere e nelle acque interne estuarialie lagunari. Tra i mugilidi che entrano nelle acqueinterne, la verzelata, è quello che raggiunge le di-mensioni minori, può arrivare ad un massimo di 40cm. Le caratteristiche morfologiche che contraddi-stinguono la specie sono una macchia dorata moltoframmentata sull’opercolo e la presenza di 2-5 fos-sette sulle scaglie dorsali della testa. La verzelatamigra verso il mare a partire dalla fine della prima-vera, mentre i periodi di rimonta del novellamesono due, da metà luglio a novembre e da febbraioad aprile.

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GobidiI gobidi figurano tra le specie di pesci più comuninelle acque del Mediterraneo, e sono di facile ri-conoscimento; sono, infatti, pesci di taglia mediopiccola con il corpo piuttosto tozzo e moderata-mente allungato. Il capo è grosso e largo, conguance rigonfie e muso breve che porta una man-dibola più o meno prominente e una mascellaprovvista di piccoli denti acuti. La caratteristicapeculiare della famiglia è la fusione delle pinneventrali a formare una sorta di disco che può fun-gere da organo adesivo agendo come una ventosasul fondale (Bini, 1969).La maggior parte delle specie vive in acque co-stiere e lagunari con una piccola percentuale pre-sente anche in acque dolci. Per quasi tutti i gobi-di vale il nome italiano di “ghiozzi”; questi pic-coli pesci sono frequenti sui mercati del pesce,fra i prodotti della pesca marittima ed in partico-lare di laguna, tutte specie eduli ed abbastanzaapprezzati (Tortonese, 1975). Le specie che mag-giormente vengono pescate e commercializzatenelle lagune dell’Alto Adriatico ed in particolare,quelle presenti sui mercati del Delta del Po Vene-to, sono 4 (ghiozzetto minuto o marisone, ilghiozzo nero, il paganello), ma l’unica specie, diparticolare interesse per la pesca lagunare è ilghiozzo Zosterisessor ophiocephalus, detto piùcomunemente gò.

Gò o ghiozzo

È un pesce bentonico di taglia medio-piccola, tra igobidi presenti nelle acque salmastre italiane èquello che raggiunge la lunghezza maggiore, fino a25 cm (Zerunian, 2004). Vive in acque costiere elagunari del nord Adriatico, a modeste profondità,sui fondali sabbiosi e fangosi. Il colore del corpo èbruno olivastro, tendente al giallo con bande tra-sversali più scure. È un pesce territoriale che vivein tane scavate nel fango o tra le radici di fanero-game marine, la sua dieta è esclusivamente carni-vora basata su piccoli crostacei, molluschi e poli-cheti, in età adulta può cibarsi anche di piccoli pe-sci (Bini 1969). La stagione riproduttiva si estendedalla fine di febbraio a giugno.

Orata

L’orata, Sparus aurata, nel Mediterraneo, è comu-ne nella gran parte delle acque costiere marine enelle acque interne estuariali e lagunari vive gene-ralmente tra i 3 e i 30 m di profondità. Alle bassetemperature, generalmente compie migrazioni al-l’interno delle lagune, durante la primavera, per poitornare in mare al sopraggiungere dei mesi inver-nali. Il primo novello d’orata entra in laguna giaalla fine di febbraio, mentre gli arrivi a ampie den-sità si hanno durante il mese di marzo per poi sce-mare fino alla fine d’aprile. Il periodo di esodomassivo verso il mare è molto variabile, a partire dametà estate al tardo autunno, in base ambiente la-gunare. Pesce di taglia media che può raggiungereal massimo i 70 cm e il peso di 5 kg, presenta unacolorazione grigio azzurro sul dorso e argentea consottili linee grigie longitudinali sui fianchi. Unabanda nera e una dorata sono interposte fra gli oc-chi, mentre sulla parte superiore dell’opercolo èevidente una macchia di colore rossastro. La denta-tura è composta da 4-6 grossi caniniformi e da 3-5serie di denti molariformi, ideale per un’alimenta-zione carnivora prevalentemente sui molluschi ma-lacostraci. Questa specie riveste una notevole importanza eco-nomica e commerciale, è oggetto di pesca e alleva-mento sia in forma estensiva che intensiva e fa par-te dei più pregiati prodotti della pesca.

Spigola/Branzino

La spigola, Dicentrarchus labrax, è un pesce adampia valenza ecologica, caratteristico dell’ittio-fauna litorale mediterranea, capace di vivere in di-versi ambienti; lo si può trovare sia in acque mari-ne costiere fino a 100 m di profondità sia in estua-ri, lagune e laghi costieri. Si sposta spesso da un

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ambiente all’altro, risalendo anche i fiumi, doveogni individuo ha i suoi territori preferiti di caccia.Si riproduce tra i mesi di dicembre e febbraio, coni primi esemplari di novello che entrano in lagunagià a partire da fine febbraio, con il picco di mon-tata in aprile e maggio.È un vorace predatore di grande taglia, può rag-giungere la lunghezza di 1 m e il peso di 12 kg, lesue prede, che cattura all’agguato, sono pesci comelatterini, anguille, muggini e passere, ma anche cro-stacei e molluschi.La colorazione di ogni individuo varia a secondadell’ambiente, in generale il dorso sfuma dal neroal grigio scuro fino al verdastro per gli esemplaricresciuti in laguna. I fianchi sono di color grigiobiancastro con riflessi argentei, mentre il ventre ètotalmente bianco; nelle forme giovanili si possonoriscontrare numerose macchiette scure, disposte suifianchi, perse poi allo stadio adulto.La spigola rientra tra le specie di maggior impor-tanza commerciale, essendo oggetto sia di intensapesca sia di allevamento intensivo ed estensivo. Èun pesce di grande pregio, e fra le prede più ambi-te dai pescatori di professione e sportivi, pescatocon svariati tipi di reti o con la lenza.

PasseraGeneralmente con il nome di passera si indica laspecie Platichthys flesus. È un pesce bentonico chevive a basse profondità, su fondali sabbiosi e fan-gosi dove è solito seppellirsi. Ampiamente euriali-na vive in acque marine costiere, in acque interne

lagunari, capace di risalire i fiumi per notevoli trat-ti, la si può trovare di frequente lungo il fiume Po enelle aste dei maggiori corsi d’acqua del Veneto.È un pleuronettide di media taglia che può rag-giungere una lunghezza totale di 40 cm e il pesodi 450-500 g, con corpo ovoidale, alto circa lametà della lunghezza. Gli occhi sono portati sul lato destro, le squamesono sempre piuttosto piccole mentre la coda èampia e convessa. Il colore della passera va dalbruno olivastro al verde nerastro, rendendo glianimali criptici, spesso sono presenti delle mac-chie irregolari più scure o più chiare.In autunno, generalmente in corrispondenza dellepiene di fiumi si ha un ritorno al mare sia degliadulti, che compiono la migrazione riproduttiva,sia dei giovani non ancora sessualmente maturiche vanno a svernare. È in questo periodo che viene in maggior misurapescata, principalmente con tramaglio o reti daimbrocco costruite appositamente per tale pesca.

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CROSTACEIOrdine Famiglia Specie Nome comune/dialettale

Decapoda Palaemonidae Palaemon sp. gamberettoCrangonidae Crangon Crangon gambero grigio/schilla, schiaPortunidae Carcinus aestuarii (Nardo, 1847) granchio, masenetta, moleca

PESCIOrdine Famiglia Specie Nome comune/dialettale

Anguilliformes Anguillidae Anguilla anguilla (Linnaeus, 1758) anguilla/ bisattoAtheriniformes Atherinidae Atherina boyeri (Risso 1810) latterino/ aquadellaMugiliformes Mugilidae Mugil cephalus (Linnaeus,1758) cefalo/ megiatto o volpina

Liza ramada (Risso, 1826) muggine calamita/ causteloLiza aurata (Risso 1810) muggine dorato/ lotreganoLiza saliens (Risso 1810) muggine musino/ verzelataChelon labrosus (Risso, 1826) muggine labbrone/ bosega

Perciformes MoronidiDicentrarchus labrax ( Linnaeus, 1758) spigola o branzino/ baicolo

Sparidae Sparus auratas (Linnaeus, 1758) orata/ orada

GobiidaeZosterisessor ophiocephalus (Pallas, 1811) ghiozzo/ gò

Pleuronectiformes PleuronectidaePlatichthys flesus italicus (Ghünther, 1862) passera/ pasara

Elenco delle specie di interesse alieutico/commerciale riferibilialla pesca nelle sacche e lagune del Delta del Po veneto.

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I MERCATI ITTICI POLESANII principali mercati ittici, che insistono nell’area delDelta del Po veneto, presi in considerazione daquesto studio, sono: Scardovari, Donada e Pila.L’indagine è stata eseguita con lo scopo di ottenereuna base informativa ad ampia copertura spaziale etemporale delle principali specie commercializzate.Nella prima fase sono stati analizzati i dati divendita del pescato presso i tre mercati all’in-grosso, partendo dalla consultazione degli archividisponibili, provvedendo alla informatizzazionedei dati cartacei ed alla rielaborazione dei rappor-ti mensili e compilando una banca dati unitariadelle vendite di ciascuno dei tre mercati dal 2002al 2008. Tali informazioni costituivano un insie-me eterogeneo di elenchi, compilati usando nomicommerciali differenti e in un ordine variabile damese a mese, ovviamente subordinato al numerodi specie conferite al mercato; inoltre, per alcunespecie erano presenti una o più classi di taglia e/odi valore commerciale, tali da richiedere valuta-zioni specifiche.Al termine della valutazione, il database è statocostruito in modo da presentare, per ogni speciedi interesse ai fini della presente ricerca, la quan-tità venduta sia annualmente che mensilmente. Inparticolare, l’obbligo di indicare la provenienzadel pescato, introdotto a partire dal 2007, ha per-messo di caratterizzare, da quell’anno, le speciedi origine lagunare, da quelle di origine mista, la-gunare e valliva. Tale distinzione ha permesso di ottenere alcuneimportanti informazioni aggiuntive sulla caratte-rizzazione della fauna ittica lagunare, i cui risul-tati sono riportati nei paragrafi seguenti.

Specie commercializzate provenienti esclusivamente dalla pesca lagunare

Gambero grigio o schillaLa pesca della schilla avviene principalmente apartire dal mese di agosto e continua per tutto l’au-tunno, attraverso l’utilizzo di reti da posta ed inparticolare con i cogolli. L’andamento stagionale di vendita per il biennio07-08 confermano i mesi di agosto e novembrecome i periodi in cui la specie viene maggiormen-te commercializzata con quantitativi massimicompresi tra 8 e 10 q, per poi ridursi al minimo trafebbraio e luglio. Analizzando l’andamento an-nuale delle vendite di schilla sui mercati polesanidal 2002 al 2008, si nota un aumento della com-mercializzazione fino all’anno 2004 con quantita-tivi massimi superiori ai 23 q. Da tale anno in poi fino al 2008, gli stock sono de-cisamente andati in calo raggiungendo valori mol-to bassi su tutti e tre i mercati attestandosi tra i 3,5e 4,5 quintali. Attualmente il prezzo medio di ven-dita del gambero grigio per i mercati del Polesineè circa 4 €/kg.

Granchio verde La specie riveste un grande interesse dal punto divista commerciale, in particolare nei periodi in cuisi trova allo stadio di “masenetta” e soprattutto di“moleca”, in cui viene venduta a quotazioni moltoalte, superiori a 65 €/kg. Sui mercati polesani le quantità vendute per questaspecie dal 2002 al 2008, presentano andamentiestremamente differenti. Il mercato in cui la specieviene maggiormente commercializzata è quello di

La pesca

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Scardovari mostrando rispetto a Pila e Donada unanetta supremazia.Granchi, moleche e masenette vengono commer-cializzati solo pochi mesi all’anno, i mesi autunna-li sono quelli che fanno registrare i maggiori quan-titativi venduti, nel biennio 07-08 il picco vieneraggiunto a ottobre per masenette e granchi rispet-tivamente con 20 e 40 quintali, mentre le molechehanno il loro massimo di vendita nel periodo pri-maverile durante i mesi di marzo e aprile e in quel-lo autunnale durante il mese di novembre, conquantità commercializzate che si aggirano sempreintorno ai 3-4 quintali.L’andamento annuale delle vendite di granchio suitre mercati mostra un’impennata delle vendite apartire dal 2002 fino al 2007, anno in cui si è regi-

strato un brusco calo passando da oltre 33 quintalinel 2006 a soli 2 quintali venduti per il 2007, perpoi registrare una ripresa nel 2008.Il commercio delle masenette vede quantitativi net-tamente inferiori al granchio, mostrando un’alter-nanza nelle vendite tra il 2002 e il 2006, anno in cuisi registra il massimo delle quantità commercializ-zate con più di 10 quintali venduti, per poi ritorna-re a quantitativi di commercializzazione compresitra i 5 e i 7 quintali/anno per il biennio 2007-08.Il commercio della moleca nei tre mercati presi inconsiderazione, dal 2002 al 2008, ha fatto segnareun andamento altalenante, con quantitativi compre-si tra i 15 e i 20 quintali/anno fino al 2007, anno incui si è registrato un brusco calo, pari a 8 quintalicommercializzati, contrariamente al 2008 in cui la

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, della schilla, per il biennio 07-08.

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, dei granchi, masenette e moleche, per il biennio 07-08.

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moleca ha fatto registrare una ripresa dei quantita-tivi venduti superando i 13 quintali. Attualmente ilprezzo medio di vendita dei granchi sui mercati delPolesine è di circa 1,10 €/kg per il granchio, 2,5€/kg per le masenette e 35,5 €/kg per le moleche.

Ghiozzo o gòIl gò, nonostante sia una specie di discreto interes-se per la pesca, da sempre viene commercializzatanei mercati ittici del Veneto. Molto apprezzato nel-le lagune polesane, il gò viene pescato durante tut-ti i mesi dell’anno con fluttuazioni stagionali; inparticolare, secondo gli andamenti del 2007 e 2008i picchi di vendite si hanno nel mese di marzo e digiugno in cui le quantità vendute sui mercati supe-rano i 30 quintali.Gli andamenti delle vendite sono pressoché identi-ci sui tre mercati di Scardovari, Pila e Donada, mo-

strando un andamento altalenante tra il 2002 il2004 per poi crescere repentinamente dal 2005 inavanti, aumentando di anno in anno gli stock im-messi sui mercati, per raggiungere il massimo del-le vendite nel 2008 superando i 100 quintali. At-tualmente il prezzo medio di vendita del gò suimercati del Polesine è di circa 6,5 €/kg

PasseraLa passera è tra i pesci più commercializzati e pe-scati negli estuari dell’Alto Adriatico e nelle lagu-ne venete. Il commercio della specie vede la suamassima espressione in tarda primavera ed estate,quando si ha un ingresso in laguna sia degli adultiche dei giovani non ancora sessualmente maturi, edin inverno, quando si assiste alla migrazione versoil mare. L’andamento stagionale delle vendite per ilbiennio 2007-08 fa registrare i quantitativi massimi

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del gò, per il biennio 07-08.

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, della passera, per il biennio 07-08.

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di commercializzazione tra i mesi di giugno e lu-glio, ed in gennaio, con quantitativi compresi tra i2 e 3,5 quintali.Gli andamenti delle vendite annuali a partire dal2002 si mantengono pressoché costanti registrandoun lieve calo tra il 2006 e 2007, per poi cambiaretendenza nell’anno successivo, facendo registrareun netto aumento degli stock immessi sui tre mer-cati durante il 2008, arrivando a toccare i 130 quin-tali di vendite annue. Attualmente il prezzo mediodi vendita della passera sui mercati del Polesine èdi circa 13,4 €/kg.I dati complessivi delle vendite su base annuale re-lativi al periodo 2002-2008, già commentati nel te-sto relativamente alle diverse specie, sono riassun-ti nel grafico.

Specie commercializzate provenienti dalla pesca lagunare e valliva

GamberettiLa pesca dei gamberetti in laguna avviene soprat-tutto con reti da posta del tipo cogollo provvisto diali e traversi, a maglia fine e si estende da fine mar-zo fino ai primi mesi estivi di giugno e luglio.La produzione di gamberetti è quasi esclusivamen-te di origine selvatica con un 83,4% del totale com-mercializzato. L’apporto sui mercati da parte dellevalli da pesca per questa specie è minimo, e con-

centrato solo durante i mesi di aprile e novembre. I quantitativi massimi di commercializzazione ven-gono registrati durante i mesi di marzo, aprile emaggio, con valori compresi tra i 25 e 30 quinta-li/mese, per poi stabilizzarsi su valori di vendita co-stantemente più bassi, tra 3 e 10 quintali/mese, finoalla fine dell’anno. Le produzioni annuali di gam-beretto seguono andamenti comuni sui tre mercati,partendo dal 2002, con valori molto bassi per poiaumentare gradatamente dal 2003 al 2007, anno incui si sono registrati i quantitativi maggiori, supe-riori ai 215 quintali venduti. Attualmente il prezzomedio di vendita del gamberetto sui mercati del Po-lesine è di circa 4,3 €/kg per il selvatico e di circa3,8 €/kg per quello di provenienza valliva.

Anguilla Lo studio di questa specie può solo parzialmente es-sere considerata tramite la normale filiera commer-ciale, in quanto parte del quantitativo pescato non èvenduto tramite i citati mercati ma direttamente in-viato alla ristorazione dell’area del Delta. Si stimache questo quantitativo superi il 98% dello stock dianguilla annualmente pescato nelle lagune polesanee nei tratti terminali del fiume Po.Sono tuttora in corso approfondimenti e la raccol-ta dei dati, per riuscire a stimare dettagliatamenteanche questo termine, in relazione alla richiesta didati da parte dell’Unione Europea agli Stati mem-

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Andamento annuale delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari, Donada e Pila, dal 2002 al 2008, delle specie di provenienza lagunare (passera, gò, moleca, masenetta, granchio, gamberetto e schilla).

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bri nell’ambito della redazione del piano di prote-zione dell’anguilla, che vede le popolazioni in co-stante decremento. Decremento che si registra an-che nei quantitativi commercializzati sui tre mer-cati dell’areale polesano, dal 2002 al 2008, in cui èben visibile una costante diminuzione delle quan-tità commercializzate, con quantitativi di venditamai superiori ai 100 quintali/anno, fatta eccezioneper il 2003 in cui si sono superati i 140 quintali.Osservando i dati relativi alla commercializzazio-ne stagionale dell’anguilla, si può notare come laproduzione di origine valliva abbia i valori più altisolo durante tre mesi all’anno, febbraio, marzo eaprile, con quantità commercializzate attorno ai 15quintali a marzo, per poi essere sostituiti completa-

mente dalla pesca del selvatico per tutto il periodoche va da maggio a settembre con valori decisa-mente inferiori compresi tra 1 e 7 quintali/mese.Dai dati relativi al biennio 07-08 è possibile ap-prossimare i quantitativi di anguilla di provenienzaselvatica che arrivano ai mercati polesani ad un34,4 % del totale. Attualmente il prezzo medio divendita dell’anguilla sui mercati del Polesine è dicirca 10 €/kg sia per il selvatico che per quella diprovenienza valliva.

LatterinoIl latterino è commercializzato su tutti i mercati delcomparto in ogni periodo dell’anno, con punte divendita massime durante i mesi invernali.

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del gamberetto di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, dell’anguilla di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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I dati medi di vendita relativi al biennio 07-08 con-fermano come la produzione di latterino possa es-sere considerata quasi esclusivamente di origine la-gunare per il periodo che va da febbraio/marzo adottobre, con quantità commercializzate compresetra 5 e 15 quintali. Al contrario i mesi di novembree dicembre sono quelli di massima commercializ-zazione con stock di esclusiva provenienza valliva,con quantitativi superiori ai 50 quintali. Il latterinoincide sui mercati ittici con stock pari a un 30% diprovenienza selvatica e a un 70% valliva. Osser-vando i quantitativi commercializzati sui tre mer-cati dal 2002 al 2008, il latterino fa registrare unacrescita costante fino al 2005 per poi calare rapida-mente durante il triennio successivo, registrando ilquantitativo minimo commercializzato durante il2008, pari a 153 q. Attualmente il prezzo medio divendita del latterino sui mercati del Polesine è dicirca 6,8 €/kg per il selvatico e di circa 4 €/kg perquello di provenienza valliva.

Cefali e MugginiLe specie commercializzate e pescate nell’arealedel Delta del Po sono 5; di seguito viene riportatol’andamento delle quantità commercializzate suitre mercati polesani, per ogni singola specie in or-dine di qualità e di interesse economico.

Muggine labbrone o bosegaIl muggine labbrone è tra le cinque specie conside-rate quella di maggiore interesse commerciale, siaper il rapido accrescimento sia per la buona qualitàdelle sue carni. Sui mercati polesani viene pococommercializzato, è tra le specie di muggine piùdifficili da trovare e le quantità vendute non inci-

dono sui quantitativi totali del mercato del cefala-me. Va registrato comunque che gli stock di bosegache sono pervenuti annualmente sui tre mercati apartire dal 2002 hanno fatto registrare un sensibileaumento passando da poco più di 3,5 quintali per il2002 a più di 45 quintali commercializzati nel2008. Le produzioni stagionali si hanno soprattutto neimesi compresi tra settembre e gennaio con stockprovenienti dalle valli da pesca. Nel biennio 07-08il quantitativo massimo raggiunto si aggira intornoai 20 quintali, mentre le quantità commercializzatedi selvatico rimangono sempre molto basse, media-mente inferiori ai 2 quintali. L’apporto della bose-ga ai mercati polesani può essere approssimato adun 6% di derivazione selvatica e il resto è di pro-venienza esclusivamente valliva. Attualmente ilprezzo medio di vendita della bosega sui mercatidel Polesine è di circa 3,5 €/kg sia per il selvaticoche per quella di provenienza valliva.

Muggine dorato o lotreganoIl lotregano è il muggine che tra il genere Liza ha ilvalore commerciale più alto sui mercati esaminati,dove le quantità commercializzate rimangono ab-bastanza basse rispetto ad altre specie di muggini.La specie viene pescata principalmente con reti daimbrocco solitamente in nylon ad una sola magliadetta gillnet o localmente barracuda, all’internodelle lagune a fine estate, e nei primi mesi autun-nali quando ha raggiunto il massimo accrescimen-to. Nel biennio 07-08 i quantitativi massimi dimuggine dorato, sui mercati, sono stati raggiuntitra i mesi di ottobre e dicembre, momento in cuiavviene l’alternanza delle produzioni di lotregano

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del latterino di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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tra valle e laguna, a settembre esclusivamente diorigine selvatica mentre in ottobre/novembre di-viene quasi totalmente valliva. Rimanendo ai datirelativi al 2007-2008, l’apporto della pesca lagu-nare del lotregano sui mercati polesani è pari ad un28,3% del totale.Gli andamenti delle vendite annuali di lotreganosui mercati a partire dal 2002 hanno avuto costantioscillazioni con quantità vendute comprese tra i 65

e i 182 quintali/anno. Attualmente il prezzo mediodi vendita del lotregano sui mercati del Polesine èdi circa 3,5 €/kg sia per il selvatico che per quel-lo di provenienza valliva.

Cefalo o megiatto/volpinaIl cefalo è una specie abbastanza pregiata a livellocommerciale sia per il suo rapido accrescimento siaper la buona qualità delle sue carni; per questi mo-

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, della bosega di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

lotregano

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del lotregano di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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tivi nel Delta del Po veneto è oggetto di alleva-mento in valle, ma anche di pesca principalmentein laguna e nei rami terminali del Po con reti da im-brocco. A quanto risulta dai dati annuali osservati sui mer-cati dei tre mercati presi in considerazione, il me-giatto o volpina, non sembra essere tra le specie piùvendute, i quantitativi dal 2002 al 2008 sono sempretra i minori rispetto alle altre specie di mugilidicommercializzati compresi tra i 55 e gli 80 quintali.Anche i dati medi mensili confermano la volpinacome una delle specie di mugilidi meno vendutenel Polesine, con quantitativi compresi tra i 3 e i 10quintali. Esaminando le vendite per mese, il perio-do di maggior affluenza sui mercati del cefalo va damaggio ad ottobre quasi esclusivamente di prove-nienza selvatica, al contrario l’apporto vallivo mas-simo si ha nel mese di dicembre con un quantitati-vo commercializzato di circa 11 quintali. La per-centuale annua di volpina di provenienza lagunareche viene venduta sui tre mercati è pari al 60% deltotale. Attualmente il prezzo medio di vendita del-la volpina sui mercati del Polesine è di circa 2,2€/kg per il selvatico e di circa 3,2 €/kg per quello diprovenienza valliva.

Muggine calamita o causteloIl suo lento accrescimento e una mediocre qualitàdelle carni fanno sì che il muggine calamita abbiauna scarsa importanza commerciale ed economica;ciò nonostante la grande abbondanza lo rende la

specie maggiormente commercializzata su tutti imercati considerati. Il caustelo da solo ha comple-tamente sostituito le vendite delle altre quattro spe-cie di mugilidi, su tutti i mercati del Polesine, inparticolare dal 2004 in poi è evidente come ci siastato un brusco cambio di tendenza, in cui il cau-stelo ha sostituito il commercio della verzelata, conquote di vendita complessive dei tre mercati tra2000 e 3000 quintali. Tale situazione viene confer-mata anche per il biennio 07-08, dove la specie solonel mese di marzo ha fatto registrare un quantitati-vo totale medio di venduto tra i mercati superiore a600 quintali.Il commercio del caustelo sui mercati del territoriopolesano avviene per quasi tutto il periodo dell’an-no, ma i quantitativi maggiori arrivano durante imesi primaverili da marzo a luglio, con partitemensili esclusivamente di provenienza selvatica.L’apporto di caustelo ai mercati può essere appros-simato ad un 84% di derivazione selvatica e il restoè di provenienza valliva. Attualmente il prezzo me-dio di vendita del caustelo sui mercati del Polesineè di circa 1,6 €/kg sia per il selvatico, sia per quel-lo di provenienza valliva.

Muggine musino o verzelataIl muggine musino tra le 5 specie da noi considera-te è quella che ha il più basso valore commercialeed è considerata quella con la qualità delle carni in-feriore. Attualmente il prezzo medio di vendita del-la verzelata sui mercati del Polesine è di circa

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del cefalo di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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1,2€/kg per il selvatico e di circa 1,6 €/kg per quel-lo di provenienza valliva. Dopo il caustelo, la verzelata è stato il muggine piùvenduto sui mercati del comparto veneto fino al2004 e 2005, anno in cui si è passati da quantitati-vi elevatissimi, superiori ai 1200 quintali/anno aquasi 0 nel 2005 ed essere sostituito dal muggine

calamita, in particolare sul mercato di Scardovari.La commercializzazione del musino nell’anno2006, paragonata alle altre specie, mostra un anda-mento altalenante, raggiungendo le quote massimedi vendita in aprile ed agosto, confermandosi la se-conda specie più venduta sui mercati del Delta delPo veneto. La commercializzazione interannuale

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, del caustelodi provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

verzelata

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, della verzelata di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

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della verzelata segue un andamento altalenante,raggiungendo le quote massime di vendita tra apri-le e giugno con quantità massima venduta di circa22 quintali in maggio. L’apporto del muggine mu-sino ai mercati polesani può essere considerato perla quasi totalità di derivazione selvatica, 82,2% ri-spetto al totale. Nel grafico relativo alle vendite apagina 115 si può notare come gli stock di prove-nienza valliva siano limitati sia nelle quantità, maisuperiori ai 5 quintali, sia nel tempo, presenti solodurante i mesi di ottobre, novembre e dicembre. At-tualmente il prezzo medio di vendita del mugginemusino sui mercati del Polesine è di circa 4,3 €/kgper il selvatico e di circa 3,8 €/kg per quello di pro-venienza valliva.

OrataQuesta specie riveste una notevole importanza eco-nomica e commerciale, è oggetto di pesca e alleva-mento sia in forma estensiva che intensiva e fa par-te dei più pregiati prodotti della pesca.Nel Delta del Po veneto viene commercializzata sututti i mercati e le quantità vendute hanno spessoandamenti estremamente variabili da un anno al-l’altro. A partire dal 2002 le quantità di orata an-nualmente commercializzate hanno fatto registrareun aumento continuo fino all’anno 2007, con più di160 quintali venduti, per poi subire un forte calol’anno successivo, ritornando sotto la soglia dei100 quintali.

La specie viene commercializzata durante tuttol’anno, con vendite massime che si registrano in ot-tobre, novembre e dicembre, quando vengono im-messi sul mercato gli stock quasi esclusivamente diprovenienza valliva. Le quantità di orata commer-cializzate sui mercati polesani durante i mesi pri-maverili ed estivi si riducono notevolmente e l’ori-gine del pescato è di esclusiva provenienza laguna-re. Le quantità di orata che arrivano ai mercati diprovenienza delle valli da pesca rappresentano cir-ca il 97-98% del totale, mentre solo il 2-3% è ri-conducibile alla pesca lagunare. Attualmente ilprezzo medio di vendita dell’orata sui mercati delPolesine è di circa 5 €/kg per il selvatico e di circa6,2 €/kg per quello di provenienza valliva.

Spigola/BranzinoLa qualità delle sue carni e la rapidità nell’accre-scimento fanno della spigola una specie di grandepregio, venduta su tutti i mercati del comparto po-lesano. Le vendite negli ultimi anni sono andate incostante calo mantenendo andamenti e quantitativicommercializzati pressoché identici tra i mercatipresi in esame. Gli stock di spigola si sono note-volmente ridotti passando da più di 140 quintalivenduti nel 2002 a meno di 8 quintali nel 2008,solo durante il 2007 si è registrato un ritorno dellacommercializzazione con un aumento sensibiledelle vendite tra i 130 e i 140 quintali. La commercializzazione della spigola avviene

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Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, di orata di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

117

maggiormente durante i mesi invernali, quandol’apporto più rilevante arriva dalla pesca nelle val-li interne, durante i mesi di novembre e dicembre,per poi ridursi quasi a zero nei mesi primaverili edestivi. La spigola viene venduta in tutti i mercatidel comparto polesano, dove le quantità che arriva-no sono quasi esclusivamente di provenienza valli-va per i mesi invernali, mentre le piccole quantitàcommercializzate durante il periodo primaverile edestivo provengono quasi esclusivamente dalla pe-sca lagunare. L’apporto della spigola ai mercati po-lesani può essere approssimato ad un 10% di deri-vazione selvatica e il resto è di provenienza valliva.Attualmente il prezzo medio di vendita della spigo-la sui mercati del Polesine è di circa 14,5 €/kg peril selvatico e di circa 8 €/kg per quello di prove-nienza valliva. Il grafico a pagina 118 riporta i dati di mercatonel periodo 2002-2008, relativi alle vendite cumu-lative dei 3 mercati presi in esame. I commentispecifici relativi alle singole specie prese in esamesono già stati riportati nel testo. Tuttavia, è inte-ressante notare come il caustelo, specie principal-mente di origine lagunare (84%, vedi paragrafoprecedente dedicato), sia presente in maniera deltutto preponderante.

LA PESCA IN LAGUNALa pesca tradizionale o la piccola pesca nelle lagu-ne del Nord Adriatico è intesa come un insieme dimestieri che gravitano attorno alla pesca con le reti

fisse e le reti da posta, vero patrimonio storico-cul-turale della pesca lagunare nord-adriatica. I pescatori professionisti, legati a questa tipologiadi pesca, utilizzano una vasta gamma di attrezziche variano da zona a zona secondo le tradizionilocali e le abitudini eto-ecologiche delle singolespecie, in funzione delle situazioni stagionali e inbase all’andamento dei prezzi di mercato. Le prin-cipali tecniche di pesca rilevate nelle lagune diScardovari, Canarin, Basson, Marinetta-Vallona eCaleri prevedono in particolare l’impiego di retida posta o reti da imbrocco, attrezzi che possiedo-no la caratteristica di essere molto selettivi, e ingrado di discriminare le catture di singole specie edi determinate taglie.

Principali tecniche di pesca utilizzate nelle lagune polesaneCogolloLe reti fisse denominate cogolli ad oggi sono ilprincipale metodo di cattura della fauna ittica lagu-nare. Esse sono formate principalmente da due se-zioni, il cogollo propriamente detto, e il traverso, otrezza. Il traverso o trezza è costituito da pannelli direte, fissati perpendicolarmente al fondo per mezzodi pali conficcati nel terreno e che convogliano lespecie ittiche della comunità bentonica lagunareverso i sistemi di cattura veri e propri, detti cogol-li. La lunghezza dei traversi è variabile, quelli piùcomunemente usati nelle lagune polesane sono ri-conducibili a tre misure:

La pesca

spigola

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

genn

aio

febbr

aiomarz

oap

rile

maggio

giugn

olug

lio

agos

to

sette

mbre

ottob

re

nove

mbre

dicem

bre

kgselvatico valle

Valore medio delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari e Donada, della spigola di provenienza selvatica e valliva, per il biennio 07-08.

118

- traversi ridotti di piccole dimensioni di lunghezzacompresa tra i 5 e i 10 m portanti un solo cogolload una sola estremità;- traversi lunghi 25 m con cogolli ad una sola estre-mità terminale, mentre l’altra arriva a terra;- traversi lunghi 50 m con cogolli sulle estremitàfinali.Di solito le trezze vengono disposte a 45° rispettoal moto di corrente, in modo che, al variare dellemaree, le specie ittiche che si spostano fuori e den-tro le lagune transitino nelle aree dove vengono

collocate le reti ed ivi vengano catturate. I cogollipropriamente detti, analoghi nel funzionamentodel bertovello, sono di forma più o meno cilindri-ca, costituiti da una rete montata su anelli o altrestrutture rigide di diverso materiale (ferro, plasti-ca). Sono costituiti da una grande entrata che con-voglia le prede verso l’interno dove sono presentiuna serie di camere interne coniche (in genere 3 o4) di dimensioni via via più ridotte, dotate di un si-stema di non ritorno, che conducono alla cameraterminale chiusa.

La pesca

Andamento annuale delle vendite cumulative dei mercati di Scardovari, Donada e Pila, dal 2002 al 2008, di duplice provenienza valliva e lagunare (gamberetto, spigola, orata, latterino, volpina,

verzelata, caustelo, bosega, lotregano ed anguilla).

0,0

2000,0

4000,0

6000,0

8000,0

10000,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

q

GAMBERETTO

SPIGOLA

ORATA

LATTERINO

VOLPINA

VERZELATA

CAUSTELO

BOSEGA

LOTREGANO

ANGUILLA

119

Una volta al giorno o al massimo ogni 48 ore (disolito la mattina presto), i cogolli vengono svuotatidel loro contenuto che viene selezionato e conferi-to in prevalenza ai mercati del pesce. Il cogollo inlaguna viene utilizzato principalmente per la cattu-ra di gamberetti, schille, granchi, masenette e mo-leche, latterini, gò ed anguille. In base alla magliadella rete che viene posta all’imboccatura del co-gollo, a barrare l’entrata può essere fatta una sele-zione delle specie che si intendono catturare.

BertovelloDopo il cogollo è uno dei principali attrezzi da pe-sca in uso presso i pescatori di professione delle la-gune polesane.Il bertovello è una trappola costituita da un sacco diforma cilindrica o conica, aperto ad una estremità echiuso dall’altra. Il tubo è sorretto internamente dauna serie di anelli di plastica o di altro materiale(una volta di legno o canna) del diametro di circa20 cm, e lungo il percorso dell’attrezzo sono dispo-sti una serie di inganni imbutiformi di rete che con-sentono al pesce di entrare ma non di uscire.Tali attrezzi possono essere posti in opera singolar-mente o in cordata, anche in numero notevole (finoa 100 bertovelli) e sono disposti secondo corrente inmodo da non riempirsi di detriti. I bertovelli, fissatisul fondale con ancoraggi, zavorra o paletti, sonoimpiegati nelle lagune e nei tratti terminali dei fiumidove vengono utilizzati in acque più profonde ri-spetto a quelle idonee per il posizionamento dei co-golli. In opera essi vengono ritirati o controllati concadenza di una volta ogni 2-3 giorni. I bertovelli incordata necessitano di uno spazio tra l’uno e l’altrodi almeno 10-50 metri e sono normalmente colloca-ti tra la vegetazione sommersa, lungo le rive o al li-mite dei canali sublagunari. Le cordate di bertovellivengono utilizzate sia in laguna sia lungo i tratti ter-minali dei rami del Po. Il bertovello come il cogollopuò essere impiegato per la cattura di granchi, mase-nette, moleche e gò anche se il suo utilizzo principa-le era ed è relativo alla pesca delle anguille. In baseal periodo e all’area e alla posizione sul fondale sicerca di selezionare la specie che si vuole catturare.

Tramaglio o tremaglioIl tramaglio è una tra le più note tra le reti da posta,è un attrezzo costituito da tre reti sovrapposte, conampiezza di maglia diversa (più larga per le due retiesterne e più stretta quella interna e lunghezzacomplessiva fino a 50 metri), le dimensioni dellemaglie e dei maglioni come i rapporti di armamen-to sulle lime variano da zona a zona e da un pesca-tore ad un altro. Viene tenuto verticale nel fiume da

una lima di piombi sul fondo e da una di sugherisulla superficie. La sua disposizione in acqua di-pende dalla velocità di corrente. Il pesce quindi cheincontra nel suo cammino la rete e cerca di supe-rarla, da qualunque parte provenga, supera abba-stanza agevolmente la maglia grande della pezzaesterna e preme sulla pezza a maglia piccola che es-sendo sovrabbondante fa una sacca delimitata dallamaglia grande della terza pezza di rete. In questasacca il pesce resta avvilupato senza nessuna possi-bilità di fuga; da qui viene prelevato dal pescatorequando salpa la rete. Il tempo di pesca è limitato(poche ore, o una notte), ma lungo può essere iltempo di recupero del pesce (che si impiglia nellemaglie anche in modo complesso), nonché di puli-zia e manutenzione dell’attrezzo.Ultimamente il tramaglio viene sempre meno usatodai pescatori che operano in laguna, infatti con que-sto attrezzo la cattura di specie non desiderate chesi impigliano nella rete determina una forte ridu-zione della capacità di pesca, con un aumento ver-tiginoso dei tempi di esercizio, che induce il pesca-tore a non utilizzare il tramaglio in certe aree den-samente popolate da specie di scarso valore com-merciale. Il tramaglio viene utilizzato sia in laguna,lungo i tratti terminali dei rami del Po e anche inmare. Il tramaglio o tremaglio nelle lagune polesa-ne viene impiegato principalmente nella cattura ditutte le specie di muggini, nella cattura della spigo-la e a volte dell’orata. Tramagli particolari di di-mensioni e fattura artigianale vengono utilizzatiesclusivamente per la pesca delle passere.

Gillnet o barracudaÈ la rete da imbrocco più usata nelle lagune pole-sane. È formata da una unica pezza di rete, di nor-ma il materiale usato è il nylon. Questa rete da im-brocco permette la cattura monospecifica e mono-taglia, dipendente dalla misura della maglia.Il pesce non resta prigioniero in una sacca come neltramaglio, ma generalmente penetra con la testanella maglia e vi resta impigliato con gli opercolibranchiali, impossibilitato ad andare avanti e a tor-nare indietro. Se la maglia fosse più piccola nonriuscirebbe a penetrare con la testa nella magliastessa, se d’altra parte fosse più grande passerebbetutto intero dalla parte opposta, evitando in ambe-due i casi la cattura. Così preso il pesce muore ra-pidamente per asfissia. Il barracuda viene utilizza-to sia in laguna, lungo i tratti terminali dei rami delPo e anche in mare. Il barracuda nelle lagune pole-sane viene impiegato principalmente nella catturadi tutte le specie di muggini, nella cattura della spi-gola e dell’orata.

La pesca

120

La pesca

Sistemi di pesca con cogollo nelle lagune di Scardovari e Canarin.

Controllo dei cogolli e bertovelli in pesca nelle sacche di Scardovari e Canarin.

121

Monitoraggio della pesca tradizionale nelle lagune di Caleri, Marinetta, Basson, Canarin e ScardovariLe azioni di monitoraggio sono state effettuate me-diante un sistema differenziato di strumenti e meto-dologie, cercando di ottenere un quadro informati-vo ampio e al fine di indicare una stima dello sfor-

zo di pesca nelle 5 lagune indagate. Le tecniche egli attrezzi impiegati sono stati scelti in base a so-pralluoghi effettuati in precedenza in tutte le areeprestabilite e in base alle preziose indicazioni otte-nute durante gli incontri con i direttori dei mercati,i pescatori del comparto piccola pesca e con il per-sonale di Polizia Provinciale di Rovigo che presta

La pesca

Attività di pesca tradizionale di granchi, moleche e masenette nelle lagune polesane.

122

servizio in tale contesto. I campionamenti sono sta-ti effettuati per 2 anni consecutivi (2007-08), tra imesi di marzo e novembre, nei periodi più signifi-cativi per le attività di pesca in laguna (marzo-apri-le, maggio-giugno e ottobre-novembre), per un nu-mero complessivo di 21 giornate di campionamen-to, in base alla diversa estensione delle lagune.Per cercare di ottenere un’indicazione relativa allosforzo di pesca esercitato sulle lagune del Delta delPo veneto, le analisi si sono concentrate sulle duetecniche maggiormente applicate in questi ambien-ti: la pesca con i cogolli e la pesca con i bertovelli.In tali occasioni è stato effettuato un censimento vi-sivo visual census di tutte le reti messe in pescapresenti su tutta la superficie lagunare in ognunadelle 5 lagune, differenziando le reti per tipologia eper laguna. Il conteggio delle reti e la classificazio-ne sono stati effettuati utilizzando un binocolo Lei-ca 10x42 Geovid BRF Laser Rangefinder, che per-mette il calcolo delle distanze con risoluzione me-trica; i dati raccolti sono stati riportati su un’appo-sita scheda di campo precedentemente costruita, incui a fianco dei dati relativi alle reti e alla tipologiadel pescato, sono presenti anche dati di carattereambientale. Per i cogolli sono stati di volta in volta conteggiatii metri lineari delle trezze, o traversi, applicate aicogolli; i bertovelli sono stati conteggiati singolar-mente. In entrambi i casi gli attrezzi sono stati rife-riti alla superficie (ettari) di ogni singola laguna. Durante ogni uscita di campionamento sono stateeseguite interviste ai pescatori e la relativa analisidel pescato, analizzando il contenuto di almeno 5reti per laguna. Dai dati raccolti è stato possibilecostruire un database contenente tutte le informa-zioni delle interviste, dello sforzo di pesca e stimedelle principali specie catturate per periodo.La pesca nelle lagune con reti da posta o da im-brocco è da sempre considerata una pesca selettivaanche se sporadicamente, oltre alle specie bersa-glio, vengono catturate anche altre specie di valorecommerciale. Tali tecniche di pesca sono da consi-derarsi attività di pesca tradizionale di limitato im-patto sugli ambienti lagunari e con possibili riper-cussioni positive sulle risorse alieutiche. Purtropponell’ultimo decennio il declino delle produzioni la-gunari ha portato ad una riduzione di tali attività dipesca tradizionale, sostituite nella maggior partedei casi dalla venericoltura.Tra le 5 lagune polesane indagate, la pesca con i co-golli vede la sua massima applicazione nella lagu-na di Caleri dove, in ogni periodo di campiona-mento, è sempre stato registrato il numero maggio-re di reti. Il conteggio dei metri lineari di reti, rap-

portato ai 1150 ha di laguna, dimostra come Calerisia l’area soggetta al maggior sforzo di pesca deri-vante da tale tecnica. Al contrario la pesca con ibertovelli viene poco esercitata, rispetto ad altre la-gune, l’utilizzo di tale tecnica è stata riscontratapraticamente solo nel periodo autunnale e in areeestremamente limitate della laguna, arrivando adun massimo di circa soli 0,005 bertovelli per ettaro.Nella laguna di Marinetta, collegata a quella diCaleri, la pesca con le reti da posta viene praticataquasi esclusivamente attraverso l’uso di cogolli contraversi di dimensioni ridotte, in prevalenza duran-te i mesi primaverili, quando sono state censite ilmaggior numero di reti messe in pesca, posiziona-te in vicinanza del porto di Levante e marginal-mente alle numerose concessioni per la molluschi-coltura. I dati ottenuti dal rapporto metri lineari susuperficie, fanno apparire Marinetta tra le lagunemaggiormente sottoposte a pressione di pesca, no-nostante il numero delle reti censite sia abbastanzaridotto, ciò è determinato dal fatto che la superficiedisponibile per effettuare tale pesca sia notevol-mente ridotta a causa dalla numerosa presenza diorti per la molluschicoltura.Il Canarin è una laguna in cui viene ampiamentepraticata la pesca con reti da posta, sia utilizzandoi cogolli, sia i sistemi di cordate di bertovelli, è lalaguna in cui in contemporanea vengono maggior-mente utilizzate entrambe le tecniche. Lo sforzo dipesca maggiore avviene durante la primavera el’autunno, mentre nei mesi più caldi la pressione dipesca si riduce notevolmente. Va segnalato comedurante i mesi di ottobre e novembre nella lagunadel Canarin e su tutti i tratti terminali dei rami delPo di Pila, la pesca con i bertovelli aumenti note-volmente, facendo registrare la distribuzione mag-giore del numero di tali reti per ettaro, tra tutte lelagune prese in esame.Contrariamente, nella limitrofa laguna del Basson,la pesca con le reti da posta è scarsamente utilizza-ta. I risultati ottenuti dal censimento delle reti mo-strano la laguna con il minor numero di attrezzimessi in pesca al giorno. Anche la pesca con la tec-nica del bertovello, all’interno della laguna, non èmai stata segnalata, le cordate sono state censite,come detto in precedenza, solo lungo i tratti termi-nali del Po di Pila che delimitano la laguna.Dai dati riportati nel grafico a pagina 123 il mesedi maggio risulta il periodo in cui viene esercitatoil maggiore sforzo di pesca sul Basson, anche se ilnumero effettivo di unità messe in pesca rimanesempre molto basso.La pesca con reti da posta nella laguna di Scardo-vari avviene sia con i cogolli che con i bertovelli. I

La pesca

123

dati derivanti dal censimento delle reti provanocome Scardovari sia la laguna in cui venga mag-giormente utilizzata la pesca con i bertovelli, inparticolare durante i mesi autunnali in cui sono sta-ti censiti circa 800 attrezzi messi in pesca per gior-nata. Gli alti valori della pressione di pesca eserci-tata da tale tecnica a Scardovari la portano ad esse-re la laguna, insieme al Canarin, maggiormentesfruttata per tale pesca, nonostante sia la laguna consuperficie maggiore, superiore ai 3200 ha.Al contrario, la pressione di pesca esercitata con icogolli è risultata relativamente limitata, soprattut-

to in relazione all’ampia superficie della laguna.Viene effettuata principalmente durante la prima-vera, per poi ridursi nei mesi estivi ed autunnali,quando viene sostituita dalla pesca con il bertovel-lo. Le reti, quasi esclusivamente provviste di tra-versi da 25 o 50 m, vengono calate in aree ristrettedella sacca, nella zona a sud/sud-est, compresa tralo scanno e il canale che collega la sacca al mare.I monitoraggi e le interviste ai pescatori, per ciòche riguarda la pesca attraverso l’utilizzo delle retia tramaglio e barracuda, hanno evidenziato come lapesca con tali tecniche, all’interno di tutte e 5 le la-

La pesca

sforzo di pesca con bertovello

0,000

0,050

0,100

0,150

0,200

0,250

0,300

0,350

mar-apr mag-giu ott-nov

n/haScardovari Caleri Marinetta Basson Canarin

Analisi dello sforzo di pesca giornaliero medio (numero di bertovelli/ettaro) con bertovello, nelle 5 lagune considerate, in tre diversi periodi dell’anno, biennio 07-08.

sforzo di pesca con cogollo

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

1,8

2,0

mar-apr mag-giu ott-nov

m/haScardovari Caleri Marinetta Basson Canarin

Analisi dello sforzo di pesca giornaliero medio con cogollo (metri lineari del “traverso”/ettaro), nelle 5 lagune considerate, in tre diversi periodi dell’anno, biennio 07-08.

124

gune sia ultimamente poco usata, si applica ancorain parte nei tratti terminali dei rami del Po e sullebocche a mare e delle lagune, in particolare per lapesca alle varie specie di muggini, branzini, orate epassere. Stimare la reale produzione lagunare è impresa ar-dua e complessa per una serie di variabili, dalla dif-ficoltà nel reperire i dati di pescato dei singoli pe-scatori all’impossibilità di controllare, quantifican-do o quanto meno stimando, le quantità di pescatoche seguono strade alternative ai mercati ittici.Tenendo in considerazione queste variabili si è cer-cato di stimare la produzione alieutica relativa aquelle specie tipicamente lagunari, derivanti quasiesclusivamente dalla pesca tradizionale lagunarecon reti fisse da posta, quali gamberetti, gamberigrigi (schilla), masenette, moleche, latterini, an-guille, muggini, gò e passere, combinando i dati dimercato, l’analisi diretta del pescato durante i cam-pionamenti e le interviste ai pescatori e ai direttoridei mercati polesani.Si è cercato di verificare la corrispondenza, per si-stema di pesca, periodo e laguna, tra i dati di ven-dita e i dati di campionamento/interviste, relativialla composizione delle specie ittiche pescate. In tal modo i dati di mercato, validati per le specieprincipalmente pescate in base ai dati di campo,sono divenute utilizzabili come base conoscitivaper la stima della produttività del comprensorio.Relativamente al periodo 2007-2008, è stato possi-bile stimare una produttività annuale media di 4500

quintali/anno, con variazioni interannuali dovuteprevalentemente alle caratteristiche del ciclo biolo-gico di ogni singola specie. I mesi più freddi, da no-vembre a febbraio risultano essere i meno produtti-vi per le lagune e i tratti terminali dei rami del Del-ta del Po, con quantitativi di pescato oscillanti tra 50e 150 quintali mese, contrariamente ai mesi prima-verili ed estivi in cui vengono stimate le maggioriproduzioni, con valori compresi tra 400 e 600 quin-tali mese. Nel tentativo di stimare la produzione del-le lagune polesane, per il biennio 2007-2008, è sta-to possibile ripartire tale produzione alle 13 specieosservate. Dall’osservazione dei dati risulta eviden-te che in tutta l’area lagunare polesana la speciemaggiormente conferita ai mercati è il caustello(muggine calamita), con una percentuale elevatissi-ma, oltre l’85% del totale. Tutte le altre specie ri-mangono a valori nettamente inferiori con percen-tuali esigue, comprese tra il 3,4% dei gamberetti elo 0,1% della schilla. Tale ripartizione non sempre ècausa di una riduzione del pescato per le altre spe-cie, ma di una netta esplosione della popolazionedel caustelo, in costante crescita in tutto il compren-sorio del Delta del Po veneto dal 2002 ad oggi.Inoltre in base ai dati ottenuti dall’analisi del pe-scato nelle lagune di Caleri, Marinetta, Basson, Ca-narin e Scardovari e l’analisi dei dati di mercato, èstato possibile indagare la composizione delle prin-cipali specie pescate esclusivamente con il sistemacogollo-bertovello e la sua ripartizione mensile.La composizione media percentuale (in peso), ri-

La pesca

totale stagionale reti da posta

0

200

400

600

800

1000

1200

mar- apr mag- giu ott- nov

n.CogolloBertovello

Quantità totale del numero medio di cogolli e bertovelli nelle 5 lagune indagate, messi in pesca al giorno per periodo di campionamento, 2007-2008.

125

ferita alle principali catture con il sistema cogol-lo/bertovello nelle 5 lagune indagate tra il 2007 eil 2008 risulta così ripartita: gamberi 35%, latteri-no e gò 21%, masenetta 15%, anguilla 5%, 2%moleca e schilla 1%. La pesca con le reti da posta,cogollo/bertovello, segue andamenti stagionali benprecisi, principalmente in relazione al ciclo biolo-gico delle specie che si vogliono pescare, con cat-ture di alcune specie che mostrano una marcatastagionalità concentrando le produzioni in deter-minati periodi come dimostrato nella tabella cheriporta la composizione media percentuale mensi-le in peso. La produzione di latterino è massima in

luglio e agosto, mentre per quel che riguarda il gòle produzioni rimangono alte per tutta la primave-ra ed inizio estate. La produzione di moleche e ma-senette è strettamente legata al ciclo biologico del-le specie: per le moleche presenta due picchi, unoprimaverile(marzo-aprile) ed uno tardo autunna-le(novembre dicembre), per le masenette invece siconcentra tra settembre e novembre,con valori cheoscillano tra il 40 e 70% della composizione tota-le del bertovello/cogollo. La schilla vede il suomassimo di produzione tra la fine di agosto e no-vembre, con valori di percentuale che non supera-no mai il 4%.

La pesca

0

100

200

300

400

500

600

700

800

gennaio

febbraio

marzo

april

e

maggio

giugno

luglio

agosto

sette

mbre

ottobr

e

novembre

dicembre

q

Andamento medio mensile della produzione derivante dalla pesca tradizionale con reti da posta nelle lagune polesane, relativa alle 12 specie prese in considerazione (gamberetti, gamberi grigi, masenette,

moleche, latterini, anguille, muggini, gò e passere), 2007-2008.

schilla gamberi masenetta moleca latterino anguilla gògennaio 0,2 19,3 0,0 7,1 70,7 1,4 1,4febbraio 0,1 46,8 0,1 0,3 46,8 1,1 4,8marzo 0,0 44,7 0,4 3,5 13,3 1,1 37,1aprile 0,0 49,4 0,0 3,5 21,0 3,2 23,0maggio 0,0 50,8 0,0 0,7 26,3 4,2 18,1giugno 0,0 37,1 2,5 0,0 5,6 8,1 46,7luglio 0,0 29,9 0,0 0,0 32,0 22,3 15,8agosto 4,7 23,4 0,0 0,0 36,8 8,0 27,0settembre 1,0 24,3 40,6 0,0 26,5 1,1 6,5ottobre 0,5 11,4 70,2 0,3 14,4 1,6 1,6novembre 3,0 10,4 54,0 7,9 10,1 6,3 8,4dicembre 1,8 35,3 26,6 9,6 4,1 5,7 16,9

Composizione mensile media percentuale in peso, ripartita per specie d’interesse commerciale, pescate con cogollo/bertovello, nelle 5 lagune indagate (2007-2008).

126

Considerazioni e osservazioni inerenti la comunità ittica e la pesca tradizionale con le reti da posta nelle lagune polesaneLa comunità ittica delle lagune polesane ha mante-nuto nel tempo la composizione qualitativa ma hamanifestato notevoli cambiamenti dal punto di vi-sta quantitativo. Lo squilibrio che si registra attual-mente nella composizione dell’ittiofauna lagunare,e che inevitabilmente si riflette sull’intera filiera

della pesca lagunare tradizionale, va cercato neimutamenti, climatici e fisici apportati alle aree co-stiere (Pombo et al., 2005), oltre che alla pressionedi pesca esercitata su alcune specie di particolareinteresse commerciale. La nuova gestione dei siste-mi di regimazione e regolazione dei flussi idricidelle zone lagunari influisce negativamente suglispostamenti della fauna ittica ed in particolare deigiovanili, riducendo così l’estensione degli habitat

La pesca

Attività di pesca e specie pescate (gamberetti, latterini e gò), con bertovelli e cogolli nelle lagune polesane.

127

complessivamente disponibili e influendo negati-vamente soprattutto sulle specie migratorie durantegli stadi di sviluppo. Un altro fattore limitante diparticolare importanza deriva dai cambiamenti edalle semplificazioni delle disponibilità alimentari,che determinano fenomeni, come nel caso dellecinque specie di mugilidi, di esplosione di una solaspecie (muggine calamita) rispetto a tutte le altre.Inoltre va sottolineato che negli ultimi venti anni, lelagune del Delta del Po sono state interessate da fe-nomeni di eutrofizzazione (sviluppo di macroalghee crisi distrofiche) e di interventi antropici, tra cuil’allevamento della vongola verace filippina. Inparticolare, le sempre maggiori superfici dedicateall’allevamento delle vongole hanno contribuitoalla semplificazione e omogeneizzazione dell’am-biente lagunare, ormai privo di piante radicatecome la Ruppia cirrhosa, e ricadute sulla diversitàdella fauna bentonica e ittica.Per contro, lo sfruttamento della vongola è stato edè una grande opportunità economica che ha distol-to numerosi pescatori dalle pratiche di pesca tradi-zionali, peraltro divenute sempre meno remunerati-ve. Il conseguente alleggerimento dello sforzo dipesca ha molto probabilmente determinato effettipositivi sulla presenza di riproduttori di alcune spe-cie di pregio (passera, branzino, orata, ecc.) il cuilimite alla ripresa è, al momento, maggiormenterappresentato dalla disponibilità di ambienti idoneiper la riproduzione e per la crescita. In tal senso, unparziale ripristino di tali ambienti e l’istituzione dinorme di protezione nel periodo riproduttivo po-trebbero favorire il ripristino di questi stock ittici,incentivando le relative attività di pesca lagunaretradizionale, a basso impatto ambientale.A seguire si riportano considerazioni e alcune pro-poste di intervento per la protezione e la conserva-zione di alcune specie lagunari di pregio, con laprospettiva di formulare alcune ipotesi di adegua-mento normativo per la singola specie.

OrataÈ una specie che riveste un notevole interesse com-merciale, sottoposta a notevole pressione di pesca.È una delle specie oggetto del Regolamento n°1626/94 del Consiglio dell’UE, “che istituisce mi-sure tecniche per la conservazione della pesca delMediterraneo”, nell’allegato IV viene riportata lataglia minima di cattura: 20 cm, taglia riportata an-che dal Regolamento Provinciale Pesca, Provinciadi Rovigo 16/06/00.La raccolta in natura di avannotti destinati alla val-licoltura e le alterazioni ambientali delle acque ditransizione sono i maggiori fattori che contribui-

scono al depauperamento delle popolazioni natura-li. In particolari situazioni transitorie, la regola-mentazione delle attività di pesca del novellamerappresenta uno dei pochi strumenti di salvaguardiadegli stock naturali e il mantenimento delle produ-zioni, su un orizzonte temporale di media portatal’adozione di misure di conservazione, protezione eripristino delle potenziali aree nursery rappresentala strategia vincente.Di fatto, nelle lagune polesane l’attuale pressionedi pesca sul novello di tale specie è medio-bassa, inrelazione all’età media degli addetti e all’evoluzio-ne del comparto, principalmente sviluppatosi sullamolluschicoltura. Inoltre, fatto noto agli addetti e aitecnici, il reclutamento di questa specie negli ulti-mi anni ha risentito più dell’evoluzione stagionaleche di variazioni di sforzo di pesca, con annate ec-cezionali (2007) seguite da annate scarse, come ac-caduto nel 2004 e 2008.Pertanto, si ritiene che lo studio e l’individuazionedei parametri più importanti che caratterizzano lezone di riproduzione di questa specie, rappresentilo strumento predittivo da impiegare per la localiz-zazione di eventuali interventi di ripristino ambien-tale, finalizzati ad aumentare il numero di zone ido-nee alla riproduzione. Questo a nostro parere rap-presenta la strategia vincente nel ripristino dellaproduttività delle specie di pregio e dell’orata inparticolare.

Branzino o spigolaLa spigola rientra tra le specie di maggior impor-tanza commerciale, essendo oggetto sia di intensapesca di allevamento intensivo che estensivo. È unpesce di grande pregio, e fra le prede più ambite daipescatori di professione e sportivi, pescato in diver-si modi, con svariati tipi di reti o con la lenza. NelPolesine le catture sono essenzialmente effettuatecon reti da imbrocco, in particolare alla foce dei fiu-mi, nelle vicinanze dei porti o delle massicciate.Le popolazioni di spigola, nell’areale del Delta delPo veneto, in questi ultimi anni si sono notevolmen-te ridotte, facendo registrare anche sui mercati unacostante diminuzione delle partite commercializzate,anche se l’apporto degli esemplari prodotti in valle ri-mane comunque cospicuo e di qualità elevata. Tra i maggiori fattori di rischio che contribuisconoalla riduzione delle popolazioni naturali c’è la for-te pressione piscatoria operata da parte di pescatoridi professione, ma soprattutto messa in pratica daipescatori dilettanti e sportivi, in particolare attra-verso l’uso della bilancia da piccole imbarcazioni.Tale tecnica sempre più affinata nel tempo, attra-verso anche l’uso dell’ecoscandaglio, ha inciso no-

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tevolmente sulla specie ed in particolare sugli adul-ti e i riproduttori che stazionano nei tratti terminalidel Po e sulle bocche a mare.Inoltre va ricordato come il commercio di questepartite di pesce di provenienza selvatica seguono icanali di vendita diretti dei mercati solo per circal’1,5% del totale, le restanti vengono vendute diret-tamente alla ristorazione locale del Delta polesano,con quotazioni molto elevate (30 €/kg). Le infor-mazioni ottenute dalle interviste ai direttori deimercati e ai pescatori di professione stimano iquantitativi pescati annui, derivanti solo dalla pe-sca sportiva o di laguna che segue tale strada, pros-simi ai 10 quintali.Oltre all’eccessivo sforzo di pesca le popolazioniselvatiche hanno risentito della costante riduzionedegli ambienti idonei alla crescita del novellame.La spigola è una delle specie oggetto del Regola-mento n. 1626/94 del Consiglio dell’UE, “che isti-tuisce misure tecniche per la conservazione dellapesca del Mediterraneo”, nell’allegato IV viene ri-portata la taglia minima di cattura a 20 cm, tagliariportata anche dal Regolamento Provinciale Pesca,Provincia di Rovigo 16/06/00. Tra le azioni per tutelare questa specie, riportiamogli interventi a nostro parere più importanti: - aumento della taglia minima da 20 a 35 cm; - realizzazione di elementi di diversificazione am-bientale per favorire la riproduzione e la crescitadegli avannotti (zone nursery); - come per l’orata tali zone possono essere previste eopportunamente dimensionate, nell’ambito di inter-venti di escavo di canali e ripascimento di fondali; - l’istituzione di un divieto di pesca durante la ri-produzione.

Infatti, dalla analisi dei dati di vendita negli ultimidecenni emerge come l’incontrollato aumento del-lo sforzo di pesca in periodo riproduttivo abbia gio-cato un ruolo chiave nel crollo della produzione.Pertanto, si suggerisce di istituire un periodo di di-vieto assoluto di pesca e commercializzazione del-la spigola per la durata di due mesi, dal primo otto-bre al trenta novembre.

MugilidiI mugilidi oltre che oggetto di pesca professionalee allevamento estensivo, sono oggetto di attività dipesca dilettantistica con bilancia mobile da natanteoppure con la lenza nei tratti terminali del Po. Iprincipali fattori che possono minacciare le popola-zioni naturali di mugilidi nell’area del Delta del Poveneto, sono da ricercarsi nella perdita di ambientiidonei come aree nursery e nelle variazioni am-

bientali che condizionano la disponibilità alimenta-re di una o dell’altra specie. A ciò in particolare,possono essere messe in relazione le notevoli va-riazioni della vendita di lotregano, verzelata e cau-stelo documentate nel periodo 2002-2008. Mentresi è assistito ad un aumento considerevole del mug-gine calamita, attualmente la specie più pescata ecommercializzata nel Delta del Po, seguito dalmuggine dorato. I dati ottenuti dalle interviste aipescatori e confermati dai direttori di mercato indi-cano più di 3 q a notte di pescato, per il solo cau-stelo, e di quasi 2 q a notte per il lotregano, per bar-ca. Le biomasse di muggine calamita sono talmen-te elevate nel Delta del Po veneto, da permettere adun solo equipaggio composto da due persone diraggiungere i 40 q di pescato in una sola stagioneestiva. Contrariamente, il muggine musino (verze-lata) ha subito una sensibile riduzione, probabil-mente dovuta anche alla maggior pressione preda-toria esercitata dal cormorano, essendo la verzelatatra le specie di mugilidi che più di tutte staziona al-l’interno delle lagune e quindi più soggetta a talepressione predatoria.Anche se tutte le specie presenti nelle lagune pole-sane non sono considerate specie a rischio in rela-zione alla loro ampia valenza ecologica e all’ampiadistribuzione, sono tutte specie inserite nel Regola-mento n. 1626/94 del Consiglio dell’UE, “che isti-tuisce misure tecniche per la conservazione dellapesca del Mediterraneo”, oltre che a restrizioni nel-le modalità di pesca nell’allegato IV viene riporta-ta la taglia minima di cattura per tutte le specie fis-sata a 16 cm, mentre nel Regolamento ProvincialePesca, Provincia di Rovigo 16/06/00, la taglia mi-nima è fissata a 20 cm.

PasseraLa passera è uno dei pesci più frequenti sui mercatiittici dell’Alto Adriatico. Nelle lagune polesane laspecie viene maggiormente pescata durante la sta-gione primaverile ed i primi mesi invernali, attra-verso l’utilizzo di reti a tramaglio appositamente di-mensionate per tale pesca e calate principalmentepresso le foci dei rami del Po o sulle bocche a maredelle lagune. Durante i periodi di massima pesca,dai dati ottenuti relativi al biennio 2007-08, è statostimato che nelle lagune del Polesine si possonomediamente pescare 10 kg al giorno, per pescatore.Tali modalità di pesca però possono risultare ec-cessive in molte aree lagunari, portando ad un calodei quantitativi e a una riduzione della taglia mediadegli esemplari pescati, anche perché la pesca vie-ne esercitata principalmente durante la migrazioneriproduttiva a carico di individui che non hanno an-

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cora raggiunto la maturità sessuale (II o III anno divita). Oltre alla pressione di pesca e alla perdita de-gli habitat lagunari idonei alla crescita di giovanili,la passera viene sottoposta ad una costante e mas-siccia predazione da parte del cormorano, inciden-do notevolmente sugli stadi giovanili che staziona-no in laguna durante il primo anno di vita.Gli interventi di conservazione al fine di salvaguar-dare gli stock della specie devono essere rivoltiprincipalmente verso misure di restrizione delle at-tività di pesca durante il periodo pre-riproduttivo eriproduttivo e l’impiego di reti appositamente di-mensionate per la cattura di soli individui adulti.Inoltre la realizzazione di elementi di diversifica-zione ambientale oltre a favorire la riproduzione ela crescita degli avannotti, sono elementi che alcontempo possono limitare la predazione sui gio-vanili da parte degli uccelli ittiofagi ed in partico-lare del cormorano.

IL PESCE NOVELLOLa risorsa a cui si fa riferimento è il novellame dispecie ittiche eurialine, capaci cioè di vivere anchein acque salmastre, che trascorrono periodi più omeno lunghi negli ambienti costieri di estuario. Talispecie sono oggetto di un’attività di pesca specialetuttora in vigore, grazie alle deroghe al Regola-mento UE n. 1626/94 ottenute in ambito comunita-rio. La pesca del “novellame da semina” consistenel trasferimento della risorsa a fini di ripopola-mento di ecosistemi lagunari e vallivi. Il novella-me da semina è costituito dall’insieme degli avan-notti di orata, di branzino o spigola e dei mugilidi,muggine calamita o “botolo”, muggine dorato o“lotregano”, muggine musino o “verzelata”, mug-gine labbrone o “bosega”, cefalo o “meciatto” o

“volpina”. Gli avannotti di queste specie affluisco-no stagionalmente dal mare negli ecosistemi co-stieri e lagunari, trovando in questi ambienti le con-dizioni termiche e trofiche ottimali per lo svolgi-mento della fase iniziale del loro ciclo vitale.

Inquadramento della tematica e cenni storicicon riferimento all’area del Delta del PoStoricamente, la pesca del “pesce novello” o “no-vellame da semina” ha rappresentato il trasferi-mento della risorsa a fini di ripopolamento di eco-sistemi lagunari costieri più adatti, per caratteristi-che ambientali e trofiche, alla sua crescita e piùidonei, a ciclo biologico concluso, alla sua cattura(Barnabè e Barnabè-Quet, 2000; Rossi et al.,1999). Questa attività non deve quindi essere con-fusa con la pesca del novellame per consumo diret-to, rappresentando invece l’unico mezzo di approv-vigionamento con giovanili per le forme tradizio-nali di allevamento in acque salmastre, come la val-licoltura, che attraverso il controllo della mortalitànaturale aumentano la capacità di produrre biomas-sa a parità di reclutamento. Nei confronti della ri-sorsa, la pesca del novellame rappresenta quindi unmomento di passaggio dalla semplice attività di pe-sca a quella di allevamento di tipo estensivo. Allostato attuale, la pesca del novellame rimane ancoraindispensabile per la sopravvivenza della vallicol-tura, nella sua forma tradizionale di policolturaestensiva. Infatti:- per i mugilidi non sono state ancora messe apunto delle procedure standard di riproduzione ar-tificiale per tutte le specie allevate; inoltre, con latecnologia corrente la riproduzione artificiale deicefali è da ritenersi antieconomica (Cataudella etal., 1999);

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- per l’anguilla, l’unica fonte di approvvigionamentoper l’acquacoltura rimane il reperimento in ambientenaturale di ceche e ragani (Ciccotti et al., 1999);- nel caso dell’orata e della spigola, invece, lerese delle semine in valle effettuate con novella-me di riproduzione artificiale sono risultate finoradi gran lunga inferiori a quelle effettuate conavannotti selvatici e del tutto antieconomiche (Ca-taudella et al., 1999).

Il novellame di pesce biancoNegli ecosistemi costieri e lagunari affluiscono sta-gionalmente dal mare gli avannotti di specie euria-line che trovano in questi ambienti le condizionitermiche e trofiche ottimali per lo svolgimento del-la fase iniziale del loro ciclo vitale; inoltre, in que-sti habitat gli avannotti colonizzano massivamentei bassi fondali e le praterie a fanerogame, dove lapressione di predazione su questi organismi è mi-nore che in ambiente prettamente marino (Dando,1984; Blaber, 1997; Whitfield, 1999). Questa mi-grazione di avannotti dal mare viene chiamata“montata” o “rimonta” e rappresenta un fenomenoparticolarmente imponente soprattutto durante imesi primaverili (Brunelli, 1916; Bullo, 1940;Gandolfi e Torricelli, 1978; Gandolfi et al., 1981;Rossi, 1981a). Dopo un periodo più o meno lungodi permanenza nelle aree di nursery costiere, carat-terizzato da una fase di accrescimento rapido, i gio-vani ed i subadulti di queste specie eurialine mi-grano in mare per completare il loro ciclo biologi-co e riprodursi (Rossi, 1986 e 1988). Appartengonoa questo gruppo l’orata (Sparus aurata), il branzi-no (Dicentrarchus labrax) e i mugilidi (Liza rama-da, cefalo calamita o “botolo”; L. aurata, cefalodorato o “lotregano”; L. saliens, “verzelata”; Che-lon labrosus, “bosega”; Mugil cephalus, cefalo o“meciatto” o “volpina”), specie comunemente alle-vate nelle acque salmastre, in particolare nelle val-li da pesca dell’Alto Adriatico, ed indicate con iltermine tradizionale di “pesce bianco” (Bullo,1940; Ardizzone et al., 1988).L’origine stessa della vallicoltura si può ricondurre,in ultima analisi, proprio alla funzione di area di nur-sery che l’ambiente lagunare svolge nell’ambito delciclo biologico di queste specie ittiche. L’uomo hainfatti sfruttato questo ciclo di migrazione fin daepoche remote, pescando i pesci al momento del lororitorno al mare durante i mesi autunnali. Inizialmen-te esistevano solo “valli aperte”, parte integrante delsistema lagunare e caratterizzate da bassi fondali co-stantemente coperti dall’acqua, dove venivano eser-citati diritti esclusivi di pesca. Con lo sviluppo delle“valli semiarginate” e, infine, di quelle completa-

mente “arginate”, la valle non è più solamente un’a-rea nella quale viene effettuata una pesca annuale re-golata, ma diventa una vera e propria forma di alle-vamento del pesce, dove attraverso l’apertura con-trollata delle chiaviche poste sugli argini in terra èpossibile regolare le condizioni di allevamento (Bul-lo, 1940; Ardizzone et al., 1988).

Il novellame di anguillaL’anguilla europea, Anguilla anguilla, rientra nelnovero delle specie pescate allo stadio giovanile(“ceca”) ed utilizzate come seme per l’acquacoltu-ra. Tuttavia l’anguilla si pone come un caso a par-te, in relazione alla sua complessa biologia ripro-duttiva e migratoria. Si tratta infatti di una speciemigratrice catadroma, il cui sito riproduttivo, stan-do alle evidenze scientifiche attualmente accettate,è unico, è ristretto e si trova presumibilmente inAtlantico. La specie è distribuita nelle acque inter-ne e nelle acque costiere di quasi tutti gli Statid’Europa e del Nord Africa, dove colonizza unagrande varietà di ambienti. Lo sfruttamento da pesca dell’anguilla viene eser-citato in tutto l’areale di distribuzione della specie,e riguarda gli stadi giovanili e pre-adulti (ceca, an-guilla gialla in accrescimento, anguilla argentinanon ancora matura sessualmente), ma la conserva-zione degli stocks dipende dal reclutamento e dal-l’emigrazione dei riproduttori, che sono soggetti adinamiche poco note. Questa specie rappresenta dunque un caso peculia-re. Si tratta infatti di una risorsa condivisa tra piùStati, sia in termini di ripartizione geografica, sia inquanto specie migratoria. Allo stesso tempo, essa èin pratica una risorsa delle acque interne, e in quan-to tale soggetta non solo alla pesca, ma anche agliimpatti legati ai cambiamenti degli ecosistemi ac-quatici derivanti dalle attività umane.L’allevamento di questa specie è da sempre presen-te in Italia e nel resto dell’Europa prima con tecno-logie tradizionali (estensivo, vallicoltura nord-adriatica) e poi con tecnologie intensive. Queste stesse tecnologie hanno permesso anche unnotevole sviluppo delle tecniche di svezzamento,consentendo di ottenere seme (ceche svezzate e an-guillette di 5-20 g) con ottime performances di al-levamento rispetto al seme selvatico. In questo scenario, la pesca delle ceche rappresen-ta tuttora l’unica fonte di approvvigionamento peril settore. È stato stimato (Moriarty & Dekker,1997) che le necessità di ceche ai fini dell’alleva-mento nell’Unione Europea ammontano a circa 40t/anno, che rappresentano una quota minima delleoltre 900 t di ceche che annualmente vengono pe-

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scate in Europa, per la maggior parte destinate almercato spagnolo e portoghese per il consumo di-retto e solo in minima parte dunque impiegate perl’acquacoltura o ai fini di ripopolamento nelle ac-que interne. È noto inoltre che negli ultimi anni si èfatto avanti il mercato asiatico, con richieste di ol-tre 200 t/anno di ceche, destinate agli allevamentidi Taiwan, Cina e Giappone, e questo ha notevol-mente complicato lo scenario, anche in relazione alfatto che gli acquirenti asiatici sono fortementecompetitivi rispetto a quelli europei. La conseguenza più immediata di questa situazioneè stata che si è assistito, alla fine degli anni ’90, adun generalizzato incremento dello sforzo di pesca,in quanto la possibilità di guadagno immediatospinge alla pesca anche non professionisti e pesca-tori di frodo, soprattutto in quelle regioni in cui gliacquirenti asiatici si muovono in maniera più capil-lare. Questo aumento dello sforzo di pesca risiedenon solo nell’aumento del numero di pescatori, maanche nell’uso di strumenti non regolamentari e nelfatto che la pesca viene praticata anche in periodinon ammessi o in zone in cui la pesca è proibita. A fronte di tutto ciò, l’allarme per il declino del re-clutamento di anguilla alle coste europee, iniziatoalla fine degli anni ’80 e proseguito per tutti glianni ’90, non è tuttora cessato (ICES, 1999). A pre-scindere dalle fluttuazioni di abbondanza anche vi-stose già osservate in passato in molti siti, non si èosservata in nessuna regione una ripresa consisten-te del reclutamento (Moriarty, 1999) e il dibattitosulle possibili cause è tuttora aperto. Non è ancora stato possibile evidenziare una rela-zione certa tra declino del reclutamento e stocks dianguille adulte, in particolare riguardo ad una con-seguente contrazione degli stocks (Dekker, 2000).In linea di massima, è descritto un graduale decre-mento delle catture in molti sistemi, soprattutto nel-l’Europa Settentrionale e Centrale (Moriarty, 1996;ICES, 1999), ma gli stocks per i quali viene effet-tuato un monitoraggio su base continuativa sonoancora pochi. Il trend generalmente descritto è co-munque di un decremento delle catture commercia-li in molti Paesi. Questa diffusa preoccupazione sulla situazione del-lo stock dell’anguilla europea, con tutte le possibi-li implicazioni riguardo al futuro, ha indotto nel1997 la Comunità Europea a richiedere formal-mente all’ICES un parere, “sia riguardo ad una va-lutazione sullo stato della risorsa, sia in merito adeventuali azioni da intraprendere, e a identificare lelacune nella conoscenza, al fine di assicurare unosviluppo sostenibile della pesca dell’anguilla nel-l’ambito dell’Unione Europea”. In risposta a tale ri-

chiesta, è stato dichiarato che “lo stock è oltre i li-miti biologici di sicurezza, e che il livello di pescaattuale non è sostenibile”. È stata quindi sottolinea-ta l’urgenza dell’identificazione di opportune lineeper la gestione, discusse sia in sede comunitaria sianell’ambito dell’ICES Working Group on Eel(ICES, 1999). Le possibili azioni per una ripresadel reclutamento in tempi brevi sono state identifi-cate in limitazioni alla pesca e/o in azioni di soste-gno agli stocks tramite ripopolamenti. Nel primo caso, la definizione dei valori di riferi-mento, ovvero delle quantità pescabili o del livellodi riduzione dello sforzo di pesca, appare moltocontroverso sia nelle metodologie da applicare sianella definizione della scala di applicazione. La se-conda ipotesi, ovvero una strategia di sostegno aglistocks basata sui ripopolamenti, appare di troppolungo termine, e presenta inoltre una serie di inco-gnite rispetto ad aspetti di integrità genetica. Infat-ti, nonostante sia tuttora accettata l’ipotesi dellapanmissia, risultati recenti, seppure ancora prelimi-nari, suggeriscono che possano esistere sottogruppidistinti geneticamente su base geografica (Damenet al., 1999). Esistono inoltre seri rischi di diffusio-ne di patologie e parassiti, così come già accadutoin passato. Tutto ciò fa sì che solo i ripolamenti allascala dei singoli sistemi idrografici siano ritenutiuno strumento utile per la gestione. Sono state segnalate le necessità di stabilire dellequote minime di colonizzazione per le ceche, e diemigrazione per le argentine, da stabilire a livello disingolo sistema idrografico. Particolare enfasi, infi-ne, è stata data alla necessità di continuità nel moni-toraggio del reclutamento, nonché dell’emigrazionedei riproduttori, e alla opportunità di coordinare a li-vello internazionale le ricerche su questa specie. Va sottolineato che queste osservazioni riguardanolo stock nel suo insieme, cioè a dimensione euro-pea. La situazione italiana si colloca in una posi-zione leggermente diversa, e riflette una realtà,quella Mediterranea, che in parte si discosta daquella di stampo nord-europeo, che invece risultapiù coerente con l’approccio corrente, sia in termi-ni di valutazione della risorsa sia riguardo allaidentificazione delle linee gestionali. Una panoramica completa della situazione italianaè stata effettuata nell’ambito del Programma di ri-cerca “Pesca del novellame da allevamento: valuta-zione dell’impatto sulle risorse biologiche e del-l’impatto socio-economico”, condotto nell’ambitodel IV Piano Triennale in vista dell’applicazionedel Regolamento UE n. 1626/94 del 27 giugno1994, che istituisce misure tecniche per la conser-vazione delle risorse della pesca nel Mediterraneo,

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i cui risultati sono stati sintetizzati in Ciccotti et al.(1999; 2000). Nell’ambito di tale ricerca sono stateevidenziate le peculiarità della situazione italiana, ilegami e le contraddizioni tra il settore dell’alleva-mento e la pesca, le conseguenze della contrazionedel reclutamento sugli stocks in acque interne e ne-gli ambienti lagunari, e sono state illustrate le ipo-tesi (a breve, medio e lungo termine) per una ge-stione sostenibile della risorsa anguilla a livello na-zionale, seppure inquadrate nella realtà europea.

Monitoraggio del pesce novello nel Delta del Po veneto (2007-2008)Il monitoraggio del pesce novello ha coinvolto 4cooperative della Provincia di Rovigo a cui sonostate rilasciate le autorizzazioni per la raccolta delpesce novello da semina per l’anno 2007 (10 auto-rizzazioni).In accordo con i pescatori facenti parte di tali coo-perative è stata costruita una scheda di campiona-mento in cui, oltre alla raccolta dei dati sul pescato,sono state inserite una serie di voci per permettereuna caratterizzazione dell’ambiente (vedi tabella).Ogni pescatore aveva il compito di compilare talescheda, al termine di ogni battuta di pesca.Al fine di ottenere maggiori indicazioni sulle mo-dalità e sulle tecniche di pesca al novello, è stata ef-fettuata un’uscita di campionamento in collabora-zione con i pescatori novellanti della cooperativa diPila in data 17-04-07 (vedi grafico).

I dati contenuti nelle schede raccolte sono statiquindi ordinati e utilizzati per costruire un unicodatabase generale per facilitare l’elaborazione el’analisi delle informazioni raccolte.In particolare, si è proceduto al conteggio totale de-gli individui pescati durante l’anno ed al calcolodelle lunghezze medie degli individui; inoltre, perverificare quali tra i parametri ambientali conside-rati nella scheda abbiano influenzato le quantità dipescato per ogni singola specie pescata, è stata uti-lizzata la regressione lineare multipla. In questocaso l’omogeneità della varianza è stata testata ap-plicando il test di Levene.Le cooperative coinvolte nella pesca del pescenovello nel 2007 sono la Cooperativa ERIDA-NIA, la Cooperativa S. Margherita, la Cooperati-va Rosolina e la Cooperativa Pila, per un totale di10 pescatori autorizzati. Il periodo in cui la pescadel pesce novello da semina è consentita, in baseal Regolamento Provinciale Pesca in vigore dal16/6/00, va dal 1° marzo al 15 giugno. Tutte le uscite di pesca sono state effettuate intale periodo, utilizzando una rete a sciabica, piùcomunemente chiamata tela da novello da 20 o 30m, a seconda dell’occasione.Dai dati di pesca giornalieri è risultato che il nu-mero di calate medie si aggira tra le 15-16 per ogniuscita di pesca, ma il dato varia molto in base allazona di pesca e soprattutto alla specie. Ulteriori in-dicazioni, fornite direttamente dagli stessi pescato-

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SQUADRA N°_______

DATA______________

ORA INIZIO_______

ORA FINE________

LUNG. RETE (metri)

__________

NUMERO CALE

_______

METEO SERENO

(NEBBIA) � VARIABILE � COPERTO � PIOGGIA �

VENTO ASSENTE � LEGGERO � BREZZA � FORTE �VENTO DAMARE CALMO � POCO MOSSO � MOSSO �

MAREA ENTRANTE � USCENTE � CAMBIO � MORTO D’ACQUA �

METEO NEI 3 GIORNI PRECEDENTI

STABILE � VENTO � PIOGGIA �

ZONA DI PESCA

FOCE � LAGUNA � SCANNO � PORTO �

ACQUA DOLCE � SALMASTRA � MARINA �CONDIZIONI DELLA RIVA

CANNETO � PIETRAME � SPIAGGIA � NESSUNA�

FONDALE SABBIA � FANGO � MISTO � ALGA-ERBA �PROFONDITÀ 0,5 m � 1 m � 1,5 m � > 1,5 m �

TORBIDITÀ LIMPIDA � VERDE � MOLTO �COLORATA FIUMANA �

PESCATO (in migliaia)

ORATE_____________

BAICOLI________

BOTOLI________

LOTREGANI___________

DIMENSIONE MEDIA DEI PESCI (cm)

_____________ ___________ _________ _________________

Modello statistico di scheda per il campionamento del pesce novello, anno 2007.

133

ri, hanno segnalato quali sono state le proprie areepreferenziali di pesca:1. la cooperativa Rosolina agisce prevalentementenelle lagune di Caleri e Marinetta. 2. I novellanti della cooperativa Pila operano prin-cipalmente nella sacca del Canarin, di Scardovari esulla foce del Po di Maistra.3. La cooperativa S.Margherita nell’area di PortoLevante.4. Mentre l’ERIDANIA opera in prevalenza nel-l’area di Porto Levante, alle foci del Po di Levantee in minor misura nella laguna di Caleri.5. I dati relativi al pesce novello per il 2007 ri-guardano quattro specie: l’orata Sparus aurata, laspigola o baicolo Dicentrarcus labrax, il muggi-ne calamita o botolo Liza ramada e il mugginedorato o lotregano Liza aurata. La specie più pe-scata nell’anno 2007 è risultata il cefalo (botolo)con oltre 800.000 individui catturati, seguono convalori nettamente inferiori l’orata, poi il lotrega-no e infine il branzino con 4500 esemplari cattu-rati (vedi grafico).6. La lunghezza media degli individui pescati perspecie è rispettivamente di 2,09 cm per le orate,1,98 cm per i baicoli, 2,37 cm per i botoli e 2,23 cmper i lotregani.7. L’analisi statistica dei dati, tramite regressionemultipla ha dimostrato che il numero di orate pesca-te per calata è significativamente (R2 = 0,412, F10,43 =3,01, P < 0,01) influenzato dalle condizioni del ven-to (t 43 = 2,27; p< 0,01) e del mare (t 43 = -2,24; p<

0,05), dal tipo di fondale (t 43 = 2,71; p< 0,01) e dallatorbidità dell’acqua (t 43 = -2,1; p< 0,05).8. Il numero di baicoli pescati per calata è risulta-to essere significativamente influenzato (R2 =0,350, F10,43 = 3,31, P < 0,01) solo dalle caratteristi-che della riva (t 43 = 2,44; p< 0,05).9. Il numero di botoli pescati per calata è significa-tivamente influenzato (R2 = 0,757, F10,43 = 13,42, P <0,01) dalla tipologia della zona di pesca (t 43 = 3,62;p<0,01) e dal tipo di fondale (t 43 = -2,16; p<0,05),dalle caratteristiche della riva (t 43 = -4,377; p<0,01)e dalla torbidità delle acque (t 43 = 6,80; p<0,01).10. Infine, il numero di lotregani pescati per cala-ta è significativamente influenzato (R2 = 0,378,F10,43 = 2,61, P < 0,01) dalla tipologia del fondale (t43 =2,44; p<0,05) e dalla torbidità delle acque (t 43 =-3,14; p<0,01).

I risultati ottenuti dimostrano la validità dell’ap-proccio seguito.Fornendo ai pescatori una scheda di semplice e ve-loce compilazione è stato possibile ottenere indica-zioni importanti riguardo le specie di maggiore inte-resse economico, sia come quantità pescata che sul-la taglia degli individui. La raccolta dei dati riguar-danti l’ambiente di pesca può risultare utile nel con-fermare o aggiungere informazioni riguardo le pre-ferenze di alcune specie di interesse per una certa ti-pologia di habitat; inoltre è possibile ricavare impor-tanti indicazioni sulla maggiore o minore quantità dipescato in relazione a particolari condizioni ambien-

La pesca

0

100000200000300000

400000500000

600000700000800000

900000

Catture pesce novello (2007)

n.individui pescati 44390 4655 829180 37400

Orate Baicoli Botoli Lotregani

Specie e numero di catture del pesce novello da semina, nell’anno 2007.

134

tali (presenza o meno di una data tipologia di fonda-le, diversità di riva, a seconda delle condizioni me-teo, condizioni di mare o di marea ecc.).Le analisi statistiche a tal riguardo sono in corsod’opera e in attesa di ulteriori dati, derivati dallecampagne di monitoraggio diretto, da noi condotte,previste per il 2008, che vadano a confermare i pri-mi risultati ottenuti. Per quanto riguarda l’impiegodella scheda, la cui compilazione è stata gentilmen-te richiesta ai pescatori dalla Amministrazione Pro-vinciale di Rovigo, abbiamo raccolto alcune criti-che da parte dei pescatori interessati e pertanto ri-teniamo che sia necessario un incontro con l’Am-ministrazione al fine di programmare al meglio lacampagna entrante dalla primavera 2008.A tal riguardo, in relazione ai dati raccolti, si ritie-ne che il numero di permessi per la pesca del pescenovello, nel 2007, corrispondente a 10, rappresentiuna pressione di pesca compatibile con lo stato at-tuale della risorsa.

Distribuzione del novellame: applicazione di modelli di vocazionalitàGli ambienti costieri poco profondi, in generale, equelli di estuario e di laguna in particolare, rappre-

sentano importanti aree di nursery per molte speciedi pesci marini di interesse commerciale. Questespecie, dopo una fase larvale pelagica in mare piùo meno lunga, entrano negli ambienti costieri ditransizione allo stadio di postlarva o di avannotto.In questi ambienti i giovani pesci incontrano in ge-nere le condizioni ottimali per la loro crescita edopo una fase di permanenza in laguna, più o menolunga a seconda della specie, gli individui soprav-vissuti migrano nuovamente in mare. Questo perio-do giovanile di permanenza negli ambienti costieridi nursery rappresenta una fase obbligata nel ciclobiologico di molte specie marine costiere di impor-tanza commerciale ed il reclutamento nella popola-zione adulta sembra essere legato all’estensione ealla qualità delle nursery costiere (Yañez-Arancibiaet al., 1988; Beck et al., 2001).Negli ambienti deltizi e lagunari dell’Alto Adria-tico la migrazione in entrata degli avannotti dispecie marine eurialine viene tradizionalmentechiamata “montata o rimonta del pesce novello odel novellame”, e risulta concentrata soprattuttonel periodo primaverile (Rossi, 1981). Apparten-gono a questo gruppo di specie: l’orata (Sparusaurata); il branzino (Dicentrarchus labrax); i mu-

La pesca

Recupero, smistamento e conteggio di novellame da semina nei pressi del Po di Maistra, nella fattispecie botoli e baicoli.

135

gilidi Mugil cephalus, Liza aurata, L. ramado, L.saliens, Chelon labrosus; i pesci piatti Platichthysflesus (passera) e Solea solea (sogliola). È statoevidenziato, in particolare, il ruolo di questi habi-tat costieri come aree elettive di nursery per l’ora-ta (Rossi, 1986: Franzoi et al., 1999; Franzoi ePellizzato, 2002). Dopo la riproduzione in maredurante i mesi invernali, gli avannotti di questaspecie entrano in massa negli ambienti lagunari apartire dal mese di febbraio. All’inizio della mon-tata le dimensioni degli avannotti di orata sonocomprese fra i 15 e i 25 mm di lunghezza totale.Gli arrivi dal mare da sporadici vanno poi rapida-mente aumentando, con un picco nel mese di mar-zo. Di norma l’intensità della montata cala, anchese il fenomeno continua fino ad aprile. In laguna l’accrescimento delle giovani orate è ra-pido, con gli individui che passano da una dieta abase di zooplancton ad una a base di zoobenthosall’aumentare delle loro dimensioni corporee(Rossi, 1986; Ferrari e Chieregato, 1981). Il pe-riodo di esodo massivo in mare varia a secondadelle caratteristiche dell’ambiente lagunare; nellesacche dell’area meridionale del Delta del Po legiovani orate migrano in mare durante i mesi esti-vi (Rossi, 1986). Durante il periodo di montata, il pesce novello vie-ne catturato da pescatori specializzati (i “novellan-ti”) che mantengono vitali gli avannotti per poivenderli alle valli da pesca che li utilizzano per il ri-popolamento annuale degli allevamenti estensivi(Rossi, 1981; Franzoi et al., 1999). Ancora oggi, ilripopolamento annuale degli estensivi vallivi del-l’Alto Adriatico dipende in larga misura dal reperi-mento in natura di avannotti selvatici. Nel caso del-la risorsa “pesce novello” una gestione che dia ga-ranzie di sostenibilità deve prevedere non solo ilcontrollo dei quantitativi prelevati dalla pesca dimestiere, ma anche forme di protezione del recluta-mento degli avannotti che richiedono l’identifica-zione, la caratterizzazione ecologica e la tutela de-gli habitat costieri che fungono da aree di nurseryper queste specie ittiche (Cataudella et al., 1999;Franzoi et al., 2005). Il contributo delle nursery areas estuarine alla pro-duzione di individui adulti è da mettere in relazio-ne con le elevate densità di individui, gli elevatitassi di crescita e le maggiori possibilità di soprav-vivenza dei giovanili riscontrate in questi ambienti(Beck et al., 2001). Questi aspetti, a loro volta,sono la conseguenza di una combinazione di nu-merosi fattori, sia biotici che abiotici, che concor-rono a determinare la funzione di nursery degli am-bienti lagunari e costieri. I principali parametri

abiotici che sembrano influenzare la distribuzionedel necton negli ambienti d’estuario sono la tempe-ratura, la salinità, la concentrazione di ossigeno di-sciolto e la torbidità dell’acqua, e le caratteristichegranulometriche del sedimento superficiale (Becket al., 2001).Negli ultimi decenni si sono affermate una seriedi metodologie legate alla modellazione dellecondizioni ambientali e delle loro ripercussionisulle componenti biotiche. Tra queste metodolo-gie quella denominata “indice di vocazionalitàdell’habitat” (Habitat Suitability Index, H.S.I.) haavuto una ampia applicazione ed elaborazione,tanto da diventare uno strumento standardizzatodi valutazione delle risorse naturali (USFWS,1980a, 1980b, 1981; Brown et al., 2000). Vienequi presentata l’applicazione alle acque di transi-zione della Provincia di Rovigo di un modello divocazionalità sviluppato per descrivere la distri-buzione degli avannotti di orata nella Laguna diVenezia e nella Sacca di Goro (Franzoi et al.,2005). Il modello è stato applicato alle mappe deiparametri ambientali ottenute dall’interpolazionedelle informazioni rilevate sul campo durante lecampagne condotte ad aprile e a maggio 2008.Per completare la descrizione delle aree di nur-sery nelle lagune del Delta del Po è stato ideatoun piano di campionamento della fauna nectoni-ca, condotto nelle stesse sacche dove sono statirilevati i parametri ambientali.

Modelli di vocazionalitàAl fine di descrivere la funzione di nursery dellesacche venete del Delta del Po, sono stati condottidei campionamenti in 5 lagune, durante 2 campa-gne effettuate nel periodo aprile-maggio 2008. Èstato scelto questo periodo perché è il più impor-tante per la montata della specie su cui è stata fo-calizzata l’attenzione, l’orata, Sparus aurata.L’indice di vocazionalità ambientale, o Habitat Sui-tability Index (HSI), rappresenta una descrizionequantitativa delle preferenze degli organismi nei con-fronti di particolari condizioni ambientali. Questo in-dice si basa sull’integrazione di singole curve di vo-cazionalità (Suitability Index Curves, S.I.) che descri-vono la relazione funzionale tra la variazione di unfattore ambientale lungo un gradiente e la risposta de-gli organismi oggetto di studio, attraverso un indicedi preferenza per l’habitat, espresso tra 0 e 1. Il modello di vocazionalità dell’habitat qui utilizza-to per descrivere la distribuzione potenziale del no-vellame di Sparus aurata all’interno degli ambientiacquatici di transizione della Provincia di Rovigo èquello descritto in Franzoi et al., (2005). Nel caso

La pesca

136

del novellame di orata le variabili ambientali consi-derate ai fini del modello sono: temperatura dell’ac-qua; salinità dell’acqua; concentrazione di ossigenonell’acqua; percentuale di sabbia nel sedimento su-perficiale. Il modello originale è stato modificato inmodo da considerare separatamente la distribuzionedegli avannotti appartenenti a due differenti classidimensionali: da 15 a 20 mm di lunghezza standard(LS) e LS >21 mm.

Campionamento delle variabili ambientaliSono state condotte campagne di rilevamentodelle variabili ambientali scelte per costruire ilmodello di vocazionalità in 5 ambienti lagunaridella Provincia di Rovigo: Laguna di Caleri, Val-lona, Sacca del Canarin, Basson e Sacca di Scar-

dovari. In ciascun ambiente sono state condottedue campagne, una nel mese di aprile ed una nelmese di maggio 2008. La localizzazione delle stazioni di campionamen-to è mostrata in tabella. In ogni stazione sono sta-ti misurati con una sonda multiparametrica i va-lori di temperatura, salinità e concentrazione diossigeno disciolto dell’acqua; è stata inoltre pre-levata una carota di sedimento di 30 mm di dia-metro e di 30 cm di lunghezza. In laboratorio sono stati analizzati i primi 10 cmdelle carote prelevate, mediante setacciaturameccanica attraverso una pila di setacci con ma-glie decrescenti da 0,063 a 0,5 mm, al fine di de-terminare la percentuale di sabbia e silt-argilla.Per ognuno degli ambienti di transizione conside-

La pesca

Laguna Campagna 1 Campagna 2

Sacca di Scardovari 31-3-2008 07-5-2008 Laguna di Caleri 22-4-2008 5-5-2008

Vallona - 5-5-2008 Sacca del Canarin 9-4-2008 9-5-2008 Sacca del Basson 9-4-2008 9-5-2008

Date delle uscite per il campionamento.

Stazioni di rilevamento dei parametri ambientali nella campagna di aprile (a) e di maggio (b) 2008.

(a) (b)

137

La pesca

(a) (b)

Strumento utilizzato per il campionamento della fauna nectonica: tratta da pesce novello (lunghezza 23 m, altezza da 1 a 3 m, maglia dimensione internodo da 2 a 4,5 mm).

Operazioni di chiusura della tratta da pesce novello durante un campionamento nella Laguna di Caleri nella campagna di aprile 2008.

Individui giovanili di orata, appartenenti alle classi 1 (a) e 2 (b).

138

rati e per campagna di campionamento, i valoripuntuali delle variabili ambientali sono stati inter-polati mediante ordinary kriging su una griglia re-golare con maglia di 30 m di estensione.

Campionamento di Sparus aurataIn almeno 3 stazioni per ciascuna delle sacche incui sono stati raccolti i parametri ambientali sonostati effettuati dei campionamenti della fauna nec-tonica per determinare la presenza di novellame dasemina.I campionamenti sono stati condotti mediante l’im-piego di una piccola sciabica. Il traino manuale del-l’attrezzo su un’area nota (misurata sul campo) haconsentito di ottenere misure di densità degli avan-notti di orata (n. individui per unità di superficie).Il campionamento di aprile nella laguna di Caleri èstato effettuato grazie all’ausilio di pescatori pro-fessionisti di pesce novello.L’intero campione è stato conservato, e di un sotto-campione di almeno 50 orate è stata effettuata, inlaboratorio, la misura della lunghezza (ittiometro; ±0,5 mm) e del peso umido totale (bilancia analitica;± 0,001 g).

Parametri ambientaliLe mappe interpolate delle variabili ambientali in-

cluse nei modelli di vocazionalità qui utilizzativengono mostrate nelle seguenti figure, rispettiva-mente per le campagne di aprile e di maggio 2008.La mappa della granulometria è la stessa per le duecampagne, mentre gli altri parametri consideratimostrano un’evoluzione temporale: da aprile amaggio 2008 si osserva, in generale, un aumentodella temperatura media dell’acqua, accompagnatoda una diminuzione del valore medio della salinitàe del tenore di ossigeno disciolto.Nelle figure seguenti sono riportate le interpolazio-ne dei parametri ambientali rilevati nelle campagnedi aprile e maggio 2008: temperatura (° C); salinità(PSU); ossigeno disciolto (mg/l); sabbia nel sedi-mento superficiale (%).Esemplari di orata sono stati catturati nelle sacchedi Scardovari, Caleri e Basson. Le distribuzioni difrequenza di lunghezza delle orate sono riportate infigura. Si può notare come gli individui apparte-nenti alla 1 classe dimensionale siano presenti so-prattutto nella prima campagna (aprile), anche sealcuni individui sono stati catturati anche nella se-conda campagna. Gli individui della classe 2, inve-ce, sono ben rappresentati in entrambe le campa-gne. L’evoluzione temporale delle mode permettedi apprezzare l’accrescimento delle giovani orateall’interno degli ambienti deltizi.

La pesca

139

La pesca

140

La pesca

Distribuzione di frequenza delle lunghezze delle orate catturate per le diverse date di campionamento.

141

Applicazioni del modello di vocazionalità di Sparus aurataDi seguito sono riportate le risposte fornite dal mo-

dello per ciascun parametro, relativamente alle dueclassi dimensionali dei giovanili di orata.Nella prima campagna di rilevamento, la variabile

La pesca

Indici di idoneità parametro-specifici per aprile 2008 per orate di classe 1.

142

La pesca

Indici di idoneità parametro-specifici per aprile 2008 per orate di classe 2.

143

La pesca

Indici di idoneità parametro-specifici per maggio 2008 per orate di classe 1.

144

La pesca

Indici di idoneità parametro-specifici per maggio 2008 per orate di classe 2.

145

ambientale che sembra limitare maggiormente la diffu-sione delle orate appartenenti alla prima classe dimen-sionale è la temperatura dell’acqua (ad eccezione dellesacche del Canarin e del Basson), la salinità (ad ecce-zione della Vallona/Marinetta) e l’ossigeno disciolto.La granulometria non sembra rappresentare un ostaco-lo alla presenza degli avannotti di LS ≤ 20 mm. Perquanto riguarda gli individui di dimensioni superiori a20 mm (LS), per le diverse variabili in esame la situa-zione è analoga rispetto alle orate di dimensioni infe-riori, ad eccezione della percentuale di sabbia nel sedi-mento superficiale, che mostra in tutte le lagune consi-derate valori intermedi di idoneità, ad eccezione di al-cune aree estremamente localizzate (ad esempio la zonaprossima alla bocca a mare della Vallona), che presen-tano invece condizioni particolarmente idonee alla pre-senza degli avannotti di orata. In maggio, la temperatu-ra diventa troppo elevata, e rappresenta il fattore limi-tante nel determinare condizioni idonee alla presenzadelle orate appartenenti alla prima classe. Gli altri para-metri, invece, assumono localmente anche valori otti-mali per gli individui di queste dimensioni. La dinami-ca della montata, però, è tale che in questo mese sola-mente pochi individui di piccole dimensioni continua-no ad entrare nelle sacche. In maggio gli indici di ido-neità parametro-specifici indicano il miglioramentodelle condizioni ambientali per le orate di dimensionimaggiori: la temperatura è più favorevole, la salinità èottimale in tutte le sacche, mentre l’ossigeno è il para-metro che determina la maggior variabilità spaziale,passando all’interno dello stesso ambiente da valorimedio-bassi a valori ottimali. Da segnalare che il teno-re di ossigeno troppo basso rappresenta un ostacolo alladistribuzione delle orate di dimensioni superiori ai 2 cmLS nella zona settentrionale della Sacca di Scardovari.

Mappe di distribuzione potenziale del novellame di orataI dati ricavati dalla campagne di monitoraggio dei pa-rametri ambientali sono stati utilizzati per calcolarel’indice di idoneità ambientale per i giovanili di orataper le sacche oggetto di studio, mentre i campiona-menti di pesce novello hanno permesso di evidenziarela localizzazione dei siti effettivamente occupati dallepiccole orate. La combinazione delle informazioni sul-le risposte parametro specifiche permette di sintetizza-re in un unico indice di vocazionalità la localizzazionedelle zone maggiormente favorevoli alla presenza deigiovanili di orata. Analogamente a quanto presentatoper i singoli parametri ambientali, sono riportate di se-guito le mappe di idoneità per gli avannotti di LS infe-riore o pari a 20 mm, relativamente al campionamentodi aprile e di maggio, e quelle calcolate per gli indivi-dui giovanili di dimensioni superiori ai 20 mm di lun-

ghezza in aprile e in maggio. Nelle figure sono rappre-sentate le densità dei giovanili di orata collezionati du-rante i campionamenti. L’applicazione dell’indice diidoneità ambientale e la distribuzione delle catturesono concordi nel confermare l’indicazione emersa an-che dalla distribuzione di frequenza delle lunghezze, ecioè che in aprile le condizioni sono più favorevoli perle orate appartenenti alla classe 1 (il cui picco di mon-tata dovrebbe avvenire in marzo, Rossi, 1986), mentrein maggio sono più favorevoli per le giovani orate didimensioni maggiori. Inoltre le distribuzioni delle cat-ture indicano che i due stadi sono presenti nelle stessearee, essendo state campionate nelle stesse lagune(Scardovari e Caleri), ad eccezione della Sacca delBasson, dove è stata registrata esclusivamente la pre-senza di orate appartenenti alla classe 2 dimensionale.L’effettiva presenza di orate è legata alle complesse di-namiche della montata e della dispersione all’internodelle lagune, mentre gli indici HSI calcolati rappresen-tano il grado di idoneità delle condizioni ambientalialla presenza della specie in esame. In generale le con-dizioni più favorevoli, sono state osservate nella Saccadi Caleri (nella zona dove sono state effettivamentecatturate le orate), nella Vallona/Marinetta (dove nonsono state catturate orate, ma campionata solamente amaggio) e in alcune aree della Sacca di Scardovari(dove localmente è stata registrata un’elevata densità diorate). Nella tabella a pagina 150 sono riportate leestensioni per classe di idoneità relative alle mappe ap-pena presentate e le distribuzioni dell’indice HSI. Daquesta analisi emerge che in generale (media-mediana)le condizioni più favorevoli per la classe 1 in aprile eper la classe 2 in aprile e in maggio sono state registra-te nella Vallona/Marinetta, mentre per le orate di di-mensioni inferiori a 20 mm LS la sacca più idonea amaggio è la Sacca degli Scardovari.Prendendo in esame le celle delle mappe ad idoneitàalta (HSI maggiore di 0.75) è possibile evidenziarecome solamente la Sacca del Canarin presenti una pic-cola porzione della sua estensione (<1%) altamente fa-vorevole alla presenza degli avannotti di dimensioniinferiori. Per la classe 2, invece, la Sacca del Canarin,la Sacca degli Scardovari e la Vallona presentano al-meno una piccola superficie (max 1.8%) con condizio-ni molto favorevoli. In aprile, nessuna sacca è comple-tamente sfavorevole alle orate della classe dimensiona-le inferiore, mentre questo accade in maggio per le ora-te di dimensioni maggiori. Nel periodo meno favore-vole alle orate più piccole (maggio) il Basson e la Sac-ca del Canarin presentano le aree più grandi con con-dizioni non idonee (fino al 33,6% della superficie). Inaprile l’11% della superficie della Laguna di Caleripresenta condizioni altamente sfavorevoli alla presen-za delle orate di dimensioni maggiori (classe 2).

La pesca

146

La pesca

Indici di idoneità ambientale (HSI - Habitat Suitability Index) per aprile 2008 per orate di classe 1.Nelle mappe sono riportate le catture di orata di cl.1 effettuate nei campionamenti.

147

La pesca

Indici di idoneità ambientale (HSI – Habitat Suitability Index) per aprile 2008 per orate di classe 2. Nelle mappe sono riportate le catture di orata di cl. 2 effettuate nei campionamenti.

148

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Indici di idoneità ambientale (HSI - Habitat Suitability Index) per maggio 2008 per orate di classe 1. Nelle mappe sono riportate le catture di orata di cl.1 effettuate nei campionamenti.

149

La pesca

Indici di idoneità ambientale (HSI - Habitat Suitability Index) per maggio 2008 per orate di classe 2. Nelle mappe sono riportate le catture di orata di cl. 2 effettuate nei campionamenti.

150

La pesca

A

prile M

aggio

classe 1

Min.

1° Quart.

Mediana

Media

3° Quart.

Max.

0.00-0.25

0.25-0.50

0.50-0.75

0.75-1.00

Basson0.38

0.540.57

0.570.61

0.680.00%

5.54%94.46%

0.00%Caleri

0.300.50

0.550.54

0.600.67

0.00%25.20%

74.80%0.00%

Canarin0.41

0.550.58

0.580.61

0.810.00%

3.81%95.50%

0.69%Scardovari

0.300.58

0.590.58

0.600.74

0.00%2.85%

97.15%0.00%

Vallona0.38

0.590.63

0.610.65

0.680.00%

5.65%94.35%

0.00%

distribuzione HSI

estensione classi HSI

a

Min.

1° Quart.

Mediana

Media

3° Quart.

Max.

0.00-0.25

0.25-0.50

0.50-0.75

0.75-1.00

Basson0.18

0.240.26

0.260.30

0.3333.58%

66.42%0.00%

0.00%Caleri

0.190.27

0.340.35

0.450.54

11.27%82.51%

6.21%0.00%

Canarin0.13

0.250.28

0.280.30

0.4324.10%

75.90%0.00%

0.00%Scardovari

0.210.40

0.440.44

0.490.49

0.22%82.15%

17.63%0.00%

Vallona0.20

0.290.38

0.370.45

0.5011.98%

88.02%0.00%

0.00%

distribuzione HSI

estensione classi HSI

b

classe 2

Min.

1° Quart.

Mediana

Media

3° Quart.

Max.

0.00-0.25

0.25-0.50

0.50-0.75

0.75-1.00

Basson0.14

0.330.41

0.400.47

0.585.49%

82.63%11.88%

0.00%Caleri

0.190.27

0.340.35

0.450.54

11.27%82.51%

6.21%0.00%

Canarin0.11

0.330.38

0.380.41

0.671.08%

91.10%7.82%

0.00%Scardovari

0.140.27

0.280.29

0.300.56

7.31%92.54%

0.16%0.00%

Vallona0.40

0.430.55

0.530.58

0.780.00%

39.98%58.21%

1.80%

distribuzione HSI

estensione classi HSI

c

Min.

1° Quart.

Mediana

Media

3° Quart.

Max.

0.00-0.25

0.25-0.50

0.50-0.75

0.75-1.00

Basson0.39

0.490.53

0.530.57

0.670.00%

31.53%68.47%

0.00%Caleri

0.310.53

0.560.57

0.610.69

0.00%11.04%

88.96%0.00%

Canarin0.41

0.530.56

0.560.59

0.770.00%

10.24%89.62%

0.14%Scardovari

0.380.53

0.570.56

0.600.76

0.00%17.53%

82.36%0.10%

Vallona0.38

0.540.63

0.610.67

0.800.00%

17.55%81.62%

0.83%

distribuzione HSI

estensione classi HSI

d

Distribuzione dell’indice di idoneità ambientale (HSI) per le orate di classe 1 ad aprile (a) e a maggio (b), e della classe 2 ad aprile (c) e a maggio (d). Nelle tabelle sono riportate anche le estensioni,

espresse come percentuali della superficie del bacino, delle diverse classi di idoneità ambientale: bassa (0.00-0.25); medio-bassa (0.25-0.50); medio-alta (0.50-0.75) e alta (0.75-1.00).

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I dati raccolti e l’approccio adottato hanno permessodi effettuare alcune considerazioni sulla valenza dinursery, per il novellame di orata di cinque lagunedel Delta del Po. L’applicazione dei modelli di voca-zionalità, infatti, permette di mappare l’utilizzo po-tenziale degli habitat da parte degli individui sfrut-tando solamente le informazioni sui parametri am-bientali. Questo approccio ha così permesso di indi-viduare quali siano le aree maggiormente favorevoliai giovanili di orata, relativamente al periodo in cuiè stato condotto questo studio (aprile-maggio 2008). I risultati indicano la Laguna di Caleri e la Saccadegli Scardovari come le aree più importanti comenursery per l’orata. Non va però trascurato il fattoche anche la Vallona/Marinetta, anche se non sonostati catturati esemplari di orata, presenta condizio-ni ambientali buone per garantire la presenza el’accrescimento dei giovanili di orata. In particola-re, il non rinvenimento di S. aurata in questa lagu-na potrebbe essere imputabile al fatto che non vi

siano stati effettuati campionamenti nel mese diaprile o alla localizzazione delle stazioni. Si devericordare che anche nel precedente anno di attivitàdi questo studio, la Vallona emergeva come unadelle sacche che presentava le condizioni ambien-tali più favorevoli al novellame di orata. A tale pro-posito va evidenziato che l’altra laguna che presen-tava buone condizioni ambientali nel 2007, e cioèla Sacca del Canarin, è caratterizzata dalla presen-za da piccole porzioni del suo bacino con condizio-ni ambientali ottimali per i giovanili di orata, sia inaprile per gli individui di piccole dimensioni, che inmaggio per quelli più grandi.Gli elementi su cui è possibile lavorare per miglio-rare l’approccio presentato sono: estendere il perio-do di indagine, in modo da includere il periodo incui generalmente si registra il picco di reclutamen-to (marzo) e ampliare la base di informazioni bio-logiche sulla montata del pesce novello per potercorroborare le previsioni del modello.

La pesca