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Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività:
la geografia culturale dei SLL
Fabrizio Maria Arosio
28 maggio 2015
Misurare la vocazione culturale e attrattiva dei territori
e cioè:
• la consistenza delle risorse culturali e del paesaggio,
• e l’orientamento dei contesti locali verso attività di produzione
di beni e servizi culturali legati alla tradizione e all’identità dei
luoghi
per poterla apprezzare … anche in relazione alla capacità
di attrazione turistica
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
L’obiettivo dell’analisi
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La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Oltre gli stereotipi
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Sono espressioni talmente inflazionate da essere diventate luoghi
comuni, rappresentazioni stereotipate, acriticamente accettate.
Non aiutano a capire, non aiutano ad agire.
L’analisi proposta è un tentativo di conoscere meglio il legame tra
territorio e risorse culturali, vale a dire le bellezze, le tradizioni, i saperi, i
prodotti, le competenze legate all’identità dei luoghi, attraverso una
segmentazione del territorio,
per evidenziare le
specificità dei contesti locali.
Andare oltre le generalizzazioni
vuol dire cercare di uscire da una visione di sviluppo unilineare,
incentrata su iniziative, strategie e politiche pubbliche di gestione e di
investimento tendenzialmente uniformi, omogenee e standardizzate.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
La diversità è la ricchezza del Paese
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è definita dalla presenza e consistenza all’interno dei Sistemi locali di
risorse culturali materiali o immateriali
(attività economiche e sociali )
che incorporano un
elevato valore di natura estetica, artistica, storica e identitaria
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
La vocazione culturale dei territori
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• Perché prescinde da una definizione territoriale di tipo meramente
amministrativo, formale o convenzionale;
• Perché, essendo disegnata sulla base dei flussi di mobilità giornaliera
della popolazione legati all’attività lavorativa, descrive con un buon grado
di approssimazione i luoghi dove si concentra l’attività quotidiana delle
persone e dei soggetti economici.
• Perché, riflette l’organizzazione effettiva degli interessi, delle scelte e
delle azioni dei soggetti.
• Perché, identificando le aree omogenee in cui gravitano e si addensano
le attività e le relazioni sociali ed economiche, permette di osservare il
paese reale nelle sue differenze e nelle sue particolarità.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Perché una geografia dei sistemi locali
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«Forse tutta l'Italia sta diventando Sicilia...
A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali (…): gli scienziati
dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla
vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi
pare, ogni anno...
La linea della palma... io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè
concentrato... sale come l'ago di mercurio di un termometro (…) su su
per l'Italia, ed è già oltre Roma»
(Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, 1961)
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
La linea della palma
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L’insieme delle risorse culturali legate ai territori si declina secondo due
dimensioni principali:
1. Il patrimonio culturale e paesaggistico:
si riferisce alla presenza fisica sul territorio di luoghi, beni materiali,
strutture, istituzioni e altre risorse di specifico valore e interesse
storico, artistico, architettonico e ambientale, che possono essere
fruiti attraverso una partecipazione diretta e possono costituire fattori
di attrattività del territorio.
2. Il tessuto produttivo/culturale:
riguarda l’insieme composito di attività economiche e sociali di
produzione di beni, servizi e competenze a contenuto culturale, e che
in particolare risultano legate o a modi di produzioni tradizionali
o, all’opposto, a una pronunciata capacità di innovazione creativa.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Due dimensioni culturali
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1. Musei, siti archeologici e monumenti per 100 km2
2. Visitatori di musei, siti archeologici e monumenti per 100 abitanti
3. Archivi e biblioteche statali per 1.000 km2
4. Utenti e lettori di archivi e biblioteche statali per 100 abitanti
5. Borghi più belli d’Italia e comuni di identità e tradizione, ambientale,
culturale e turistica per 100 comuni del sistema locale
6. Numero di eventi di rilevanza nazionale
(festival e mostre con patrocinio o contributo del Mibact)
7. Area sottoposta a regime di protezione in % della superficie totale
8. Quota di superficie non urbana
(superficie "case sparse" in % della superficie totale)
9. Edifici storici (costruiti prima del 1919) e in buono o ottimo stato di
conservazione per km2 dei centri e nuclei abitati
10. Livello di conservazione del paesaggio (naturale e urbano)
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Indicatori del patrimonio culturale e paesaggistico
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1. Industrie culturali in senso stretto, dei settori editoria, industria
audiovisiva, media, spettacolo, arti visive, ecc., in base alle classificazioni
nazionali e internazionali (Eurostat, Civita, Symbola) ;
2. Industrie creative e delle filiere d’impresa ad esse collegate, ad elevato
contenuto di conoscenza e di innovazione con una forte contaminazione fra
creatività e know-how (architettura, design, moda, pubblicità, ecc.);
3. Imprese di prodotti di tradizione locale e di qualità, (aziende agricole
con coltivazioni e/o allevamenti Dop e Igp e imprese dell’artigianato artistico
che riflettono ed esprimono la tradizione culturale locale e nazionale);
4. Istituzioni formative, istituti di istruzione superiore artistica e musicale,
corsi delle facoltà universitarie a specifico interesse artistico e culturale e
corsi privati svolte in forma d’impresa (corsi di musica, di danza ecc.);
5. Istituzioni non profit culturali e artistiche, che operano nella gestione di
biblioteche, musei, monumenti, siti archeologici o paesaggistici,
realizzazione di spettacoli, visite guidate, conservazione, valorizzazione e
promozione del patrimonio culturale, ecc.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Il tessuto produttivo/culturale
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1. Unità locali delle imprese culturali per 100 km2
2. Quota di addetti delle unità locali di imprese culturali per 100 abitanti
3. Unità locali di istituzioni non profit culturali e artistiche per 100 km2
4. Addetti delle unità locali delle istituzioni non profit culturali e artistiche
per 100 abitanti
5. Unità locali delle imprese di artigianato artistico per 100 km2
6. Addetti delle UL di artigianato artistico per 1.000 abitanti
7. Aziende agricole con coltivazioni e/o allevamenti tipici di qualità per 100
km2 (denom. origine protetta Dop e indicazione geografica protetta Igp)
8. Superficie dedicata a coltivazioni tipiche di qualità (Dop/Igp) per 100 km2
9. Studenti degli Istituti di istruzione superiore musicale e artistica per 100
abitanti
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Indicatori del tessuto produttivo/culturale
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1. Unità locali delle imprese turistiche per 100 km2
(Ristorazione, Agenzie di viaggio, Tour operator, Servizi di prenotazione e
assistenza turistica, Stabilimenti balneari; Organizzazione di convegni e
fiere; Parchi divertimento e parchi tematici; Attività di intrattenimento e
divertimento come sagre e mostre di natura ricreativa, animazione di feste
e villaggi turistici, ecc.; Noleggio di attrezzature sportive e ricreative)
2. Quota di addetti delle unità locali di imprese turistiche per 100 abitanti
3. Numero posti letto negli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri per 100
abitanti
4. Presenze negli esercizi ricettivi alberghieri ed extra-alberghieri per 100
abitanti
5. Aziende agricole che svolgono attività connesse per 100 km2 (agriturismo,
attività ricreative e sociali, fattorie didattiche, artigianato)
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Una terza dimensione: Indicatori di attrattività turistica
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Caratteristiche degli indicatori selezionati
• da un lato la densità delle risorse culturali in rapporto alla dimensione
fisica di ciascun sistema locale,
• e dall’altro, la loro dimensione, cioè il volume di attività connesse a
ciascuna risorsa considerata in proporzione alla dimensione locale (ad
esempio in termini di quota di utenti dei servizi, addetti delle imprese, ecc.).
Sintesi degli indicatori
Gli indicatori chiave sono stati sintetizzati in un indicatore composito per:
a) misurare la vocazione culturale e attrattiva dei territori rispetto a ciascuna
delle 2 dimensioni considerate
b) classificare ciascun sistema locale in funzione dei valori assunti da tali
misure.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Il set di indicatori chiave
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La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
I cluster della cultura
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1. La grande bellezza
riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell’arte, della
cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali.
2. La potenzialità del patrimonio
potrebbero compiere un salto di qualità, se riuscissero a promuovere una
crescita anche nella dimensione imprenditoriale.
3. L’imprenditorialità culturale
valori alti per caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non corredati
da valore equivalenti nella dotazione di patrimonio culturale/ paesaggistico.
4. Il volano del turismo
non presentano particolari eccellenze rispetto a dotazione e produzione
culturale, ma comprendono alcune aree in cui il turismo rappresenta un
importante fattore di attrattività.
5. La perifericità culturale
livelli di dotazione e produzione culturale sistematicamente inferiori agli
standard nazionali.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
I cluster della cultura
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La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
I territori della cultura
15
0
50
100
150
200
70
138 138
194
71
Numero di sistemi locali
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
38,1
9,9
29,1
19,0
3,9
Quota % di popolazione
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
18,1
24,1
18,6
31,2
8,1
Quota % di territorio
Grande bellezza 1.474 18,2
Potenzialità del patrimonio 1.368 16,9
Imprenditorialità culturale 2.057 25,4
Volano del turismo 2.651 32,8
Perifericità culturale 562 6,7
(11%) (23%) (23%) (32%) (11%)
Numero e % di Comuni
Titolo intervento, nome cognome relatore – Luogo, data
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La geografia della cultura
Grande bellezza 41,4 Centro(43% Toscana,
Umbria, Campania)
Potenzialità del
patrimonio56,5 Mezzogiorno (26% Sicilia e Puglia)
Imprenditorialità
culturale42,0 Nord-est
(40% Veneto,
Trentino A.A.,
Lombardia)
Volano del
turismo25,3 Isole
(14% Sicilia,
11% Sardegna)
Perifericità
culturale83,1 Mezzogiorno
(67% Calabria,
Sicilia, Sardegna)
• Territori densamente popolati (doppio della media nazionale: 400 ab./km2);
• 41 SL contengono il Capoluogo di provincia;
• 9 Aree metropolitane su 12 (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze,
Roma, Napoli, Bari);
• Circa la metà con siti patrimonio mondiale culturale/naturale (11 dei 16 siti
italiani con valore storico-artistico della città o del centro storico);
• Densità di musei, biblioteche e archivi doppia rispetto alla media nazionale;
• 1/3 dei musei (1.500); 2/3 dei visitatori (72 milioni);
• 2/3 degli eventi culturali di rilevanza nazionale;
• Densità di attività imprenditoriali culturali doppia (125 mila UL);
• Metà degli addetti del settore culturale (300 mila addetti);
• Presenza di grandi poli (Roma e Milano: 43 mila unità locali e 113 mila addetti;
Roma e Firenze: 33 milioni di visitatori dei musei);
Attrattività turistica non proporzionale (specializzazione turistica di Rovereto,
Sanremo, Montalcino, Montepulciano, Orvieto, Capri, Amalfi)
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
1) Grande Bellezza
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• Eccellenza nelle dotazioni paesaggistiche, naturali e urbane;
• Densità abitativa inferiore agli altri gruppi (< della metà media nazionale);
• 1/3 del territorio ricade in parchi e riserve naturali, siti di importanza
comunitaria e di protezione speciale;
• presenza di edifici storici in buono/ottimo stato di conservazione >50% del
valore nazionale;
• Oltre 1/4 dei comuni (512 su 1.921) con borghi caratteristici o appartenenti
ad associazioni d’identità e di tradizione (Città dell’olio, del vino, dei sapori,
città slow, della ceramica, dell’infiorata e simili);
• Modesta presenza di istituzioni museali (17,4% e 8,5 per cento dei
visitatori);
• Pochi territori con una dimensione e una forma distrettuale (SL dell’agro-
alimentare di Langhirano, Todi, Corato e Gioia del Colle);
Buona capacità di valorizzazione sul versante turistico, con indicatori
superiori alla media nazionale (24 SL con specializzazione turistica)
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2) Potenzialità del patrimonio
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• Eccellenza per le capacità imprenditoriali nel settore culturale;
• valori degli indicatori della componente imprenditoriale circa doppi
rispetto alla media nazionale;
• imprese culturali profit e non profit: 118 per km2, contro 78 di media
nazionale;
• aziende agricole di qualità: 139 per km2, contro 61 media nazionale;
• imprese artigianato artistico: 10 per km2, contro 6 media nazionale;
• 156 mila addetti: oltre 1/4 del settore culturale totale;
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3) Imprenditorialità culturale
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• Quasi 1/3 della realtà nazionale per superficie, SL e comuni;
• La cultura non ha una centralità nell’economia locale
• Vocazione produttiva diversa da quella culturale
• Significativa capacità attrattiva sul fronte turistico: 23 SL a
specializzazione turistica su 84 del totale nazionale;
• Aree scarsamente popolate e in tendenziale abbandono (3,9% ab.);
• Circa la metà dei SL privi di specializzazione economica;
• 84,7% dei comuni situato in Aree interne (distanti dai centri di offerta
di servizi essenziali, di cui oltre la metà «periferiche» e «ultra-
periferiche»);
• luoghi di marginalità culturale, dove sarebbe urgente attivare processi
di recupero delle risorse del territorio.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
4) Volano del turismo
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5) Perifericità culturale
Il quadro
nel complesso appare fortemente caratterizzato da elementi positivi, che
- rappresentano delle opportunità ampiamente diffuse sul territorio nazionale
- coinvolgono una pluralità di settori economici e produttivi
- rappresentano fattori su cui puntare per diminuire divari e disuguaglianze.
Un cambio di prospettiva
Politiche specifiche e mirate di intervento sui territori,
incentrate su un processo integrato di valorizzazione che interpreti le risorse
culturali come fattori qualificanti della catena del valore del sistema produttivo
locale e come elemento strategico nei processi di sviluppo.
La geografia culturale, Fabrizio Maria Arosio – Roma, 28 maggio 2015
Conclusioni
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