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Per conoscerci Anno Pastorale 2018/19 Vita della parrocchia di Santo Spirito in Ferrara

Per conoscerci · festa arriva nelle vostre case questo libretto ... parrocchia, per un modo di stare ... sera la cena all’aperto con musica e canti insieme a questi amici colpiti

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Per conoscerci

Anno Pastorale 2018/19

Vita della parrocchiadi Santo Spirito

in Ferrara

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Ave Maria! Pace e Bene!

Cari parrocchiani e fedeli, giunga innanzitutto a ciascuno l’augurio per un Natale che sia vera-mente di Gesù, pieno di esultanza, con il festeggiato al centro e con la speranza di ritrovarci ancora più numerosi a quelle liturgie natalizie, che ci fanno vivere e rivivere nel mistero l’evento di Dio che è venuto ad abitare corporalmente nella nostra storia e nelle nostre vite. In que-sto senso vi invito caldamente a visitare il presepe artistico di Santo Spirito che, sempre al suo posto consueto, rappresenta per tutti una sosta di pace nella contemplazione della bellezza di quanto accaduto nella riprodotta Betlemme.Anche lo spettacolo dei bimbi del catechismo che si tiene alle 15.30 di domenica 23 dicembre può essere un bel momento per immergersi nella giusta atmosfera del Natale.Come ormai d’uso da tanti anni nell’approssimarsi del gran giorno di festa arriva nelle vostre case questo libretto - per conoscerci - in cui alcuni protagonisti raccontano le esperienze e le speranze di una par-rocchia che avanza nel suo cammino.

Un anno di consolidamento e di espansioneA questi contributi si antepone a modo di introduzione un mia premes-sa, in quanto responsabile della comunità. Qui intendo segnalare al-cuni tra i punti dell’anno trascorso che mi sembrano significativi, sot-

2018-2019: Con mitezza epazienza, un anno di operosità!

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tolineare alcune realtà da rafforzare e indicare alcuni necessità su cui lavorare.Il fondamento di tutta la attività è la nostra vita liturgica, con le cele-brazioni ben curate e vissute in un clima di raccoglimento che favori-sce l’incontro con Dio. A questo proposito desidero ringraziare i miei confratelli Frati Francescani dell’Immacolata (P. Paolo, P. Felice, Fra Paolo, Fra Eliseo e Fra David). Senza la loro presenza orante e fat-tiva tante attività non sarebbero possibili, come pure sono grato alle molte persone che sostengono l’adorazione eucaristica quotidiana e mensile, nelle ore stabilite, contribuendo a rendere la nostra chiesa uno speciale luogo di preghiera e la nostra parrocchia una comunità spiccatamente eucaristica. E chi viene da fuori se ne accorge.

Un frutto bello di questa preghiera è stato nell’anno 2017-18 lo sviluppo notevole della pastorale matrimoniale e famigliare che, accanto al cammino sempre ricco e di-namico del gruppo famiglie, ha visto sorgere il percorso Tobia e Sara per gli sposi giovani (con 6-7 coppie par-tecipanti) e la ripresa del per-corso per i fidanzati in prepa-razione al matrimonio che ha visto ben 12 coppie giungere al sacramento. Il tutto è stato possibile grazie all’accompa-gnamento di un team di co-niugi esperti in sinergia con il parroco. Delle 12 coppie che si sono preparate 6 si sono

sposate qui in parrocchia, il che è una bella notizia dopo l’“annus hor-ribilis” da questo punto di vista avutosi nel 2017.Le statistiche sono un dato limitato - è chiaro - eppure nella loro ogget-tività possono offrire qualche spunto di riflessione. Al dato dei 6 matri-moni, così, può essere aggiunto quello degli 11 battesimi, come pure quello dei 14 bimbi hanno fatto la prima Confessione, quello dei 21 bimbi che hanno ricevuto la prima Comunione e quello dei 12 ragazzi che hanno ricevuto la Confermazione. Per una parrocchia dentro le mura sono realtà importanti, che dicono non solo la tenuta, ma un reale recupero rispetto all’andamento degli ultimi anni post-sisma.

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Nel nuovo anno pastorale è da registrare pure un certo aumento di iscritti al percorso dell’iniziazione cristiana dovuto anche al buon lavoro del Centro Estivo Men alive, a cui oltre al personale della cooperati-va SI, prendono parte ormai un bel numero di ragazzi volontari della parrocchia, per un modo di stare insieme durante l’estate, che rap-presenta ormai per molte famiglie un punto di riferimento di valore per l’educazione e il gioco nelle vacanze dei bambini. Una nota. In tutte le aree di azione sin qui menzionate i partecipanti non provengono solo dal territorio geografico della parrocchia, ma an-che da altre aree di Ferrara e dintorni. Già noto ai parroci del vicariato urbano, questo fenomeno in atto da tempo non desta più meraviglia, mentre manifesta una tendenza al muoversi della gente che potrebbe favorire, in certo qual modo, anche la nuova proposta dell’Arcidiocesi che ha già organizzato alcune aree in Unità Pastorali (Borgo Vado e quella gravitante attorno a San Martino) per promuovere la partecipa-zione dei fedeli in una prospettiva di comunione e meglio valorizzare le risorse di chierici e laici riorganizzati su un territorio più ampio. In relazione a ciò, per le altre parrocchie per ora non interessate dalla ristrutturazione, l’invito è quello di rinnovare e sviluppare l’opera del consiglio pastorale parrocchiale, cosa che anche noi a Santo Spirito abbiamo intenzione di fare in questo anno pastorale.

Fatiche, belle realtà, problemi, intenzione di preghiera L’impegno nella carità è stato vissuto da alcuni fedeli con grande im-pegno in relazione soprattutto al servizio del Banco Alimentare e del Centro di Ascolto Santo Spirito (si vedano i relativi articoli a seguire

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nel libretto) e di questo siamo molto grati, ma è da riconoscere che la comunità dovrebbe fare di più e di meglio nei confronti delle non poche persone anziane e malate che abitano nel quartiere senza poter uscire di casa. Al riguardo lodevole è comunque la dedizione dei ministri stra-ordinari dell’Eucaristia, eppure ci sarebbe bisogno di altre presenze in aiuto per poter fare di più.Un momento felice per la comunità, anche rispetto al suo territorio, è stata quest’anno in modo particolare la festa di sant’Antonio nei suoi vari momenti: l’affidamento dei bimbi al Santo, la Messa solenne ani-mata dal coro della città di Amatrice, la pesco di beneficienza con l’ap-prezzato lavoro delle volontarie, la grande processione molto parteci-pata con il passaggio da Corso Porta Mare e da Corso Giovecca, e alla sera la cena all’aperto con musica e canti insieme a questi amici colpiti ancor più di noi dal terremoto, con la partecipazione del Rione Santo Spirito e del Gruppo Ferrara 3 degli Scout Agesci, i quali sono stati da tutti festeggiati rispettivamente per i 50 e i 20 anni d’esistenza. Grande vivacità ha dimostrato nel corso dell’anno la parrocchia per le sue proposte culturali, anche in sinergia con il Centro Culturale san Massimiliano Kolbe, con ospiti di valore del panorama nazionale inter-pellati su tematiche di fede o in relazione alla vita in famiglia e a figure di santi recenti che hanno incarnato eroicamente la fede nella vita di oggi.Una vera risorsa di spiritualità, di prossimità e di amicizia sono diventa-ti i pellegrinaggi parrocchiali nelle varie formule più brevi e più lunghe. Come si può leggere all’interno sono stati visitati molti santuari e per-lustrate varie aree geografiche, con tutto ciò che di interessante che

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ciò può comportare, anche se i frutti più belli di queste iniziative sono per il singolo la consolazione e il fervore dello spirito che si riporta al ritorno, e comunitariamente una maggiore conoscenza e vicinanza tra i partecipanti, i quali nelle varie proposte di pellegrinaggio sono arrivati forse ad un centinaio.Da tempo ormai la nostra parrocchia è rinomata per la qualità artistica del suo coro polifonico diretto da Francesco Pinamonti: al servizio per le solennità alla comunità esso unisce un’intensa attività concertistica anche fuori da Ferrara. Nel 2018 l’indole musicale della parrocchia ha trovato una nuova conferma, come sarà raccontato più avanti, con il prendere forma e consistenza di un altro coro che raccoglie una parte del gruppo dei giovani universitari (diretto da Angelica Luna) e con i chiari progressi del coro dei ragazzi della Compagnia dello Spirito Santo, che canta ogni domenica alla Messa delle 10 sempre guidato da Francesco Pinamonti. 3 cori “con i fiocchi”, che ricchezza per la nostra chiesa!Il gruppo del post-cresima (Compagnia dello Spirito Santo) ha vissuto un altro anno scoppiettante di iniziative: su tutte i due campi estivi, quello delle medie in Val di Non e quello delle superiori in provincia di Nuoro, ma anche le proposte a cadenza settimanale sono state di notevole valore grazie alle qualità dello staff degli educatori e grazie alla generosità dei ragazzi e delle ragazze che corrispondono. Molto rilevante dal punto di vista formativo è poi la proposta del gruppo stu-dio che, in una dinamica di pura gratuità, in un giorno della settimana (martedì per le medie, giovedì per le superiori) affianca ai ragazzi nel “fare i compiti” dei parrocchiani competenti, i quali li aiutano non sem-plicemente a svolgere bene le esercitazioni, ma anche a formarsi un giudizio cattolico sulle realtà della vita e del mondo a cui apre la scuola. Dal punto di vista amministrativo, nonostante la parziale inagibilità del-la chiesa, la parrocchia gode di un bilancio economico annuale sereno e senza sofferenze.I problemi vengono invece dalla situazione con il Demanio per il sa-grato davanti alla chiesa, la quale al momento in cui scrivo rimane in sostanziale stallo. Problematica sarà pure la gestione degli ambienti e delle risorse quando inizieranno i lavori del grande cantiere in chiesa a Santo Spirito; attualmente la Curia Arcivescovile sta scrivendo la gara d’appalto e dopo l’approvazione partiranno i lavori. Se tutto dovesse andar bene ciò potrebbe avvenire la prossima estate, ma in questo ambito è ben difficile poter fare delle previsioni precise. Quel che però si può cominciare a dire è che il 2019 potrebbe essere l’anno dell’inizio dei grandi lavori.

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Un’intenzione di preghiera. Come mol-ti sanno fra Luis M. Marson (filippino) della nostra comunità di frati, a Ferra-ra dal 2013 fino allo scorso giugno, ha scoperto nel marzo di quest’anno un grave tumore all’addome. Oggi, no-nostante le molte terapie, per lui, che si trova per facilità logistiche al nostro convento di Trieste, la situazione è in stato avanzato. Preghiamo insieme il Signore per la salute di fra Luigi per intercessione di san Leopoldo Mandic da poco nominato patrono dei malati oncologici.

27 sono i fedeli parrocchiani di cui abbiamo celebrato il funerale nel 2018, tra di essi alcuni molto cari per la loro frequentazione assidua della vita parrocchiale; trovate l’elenco in fondo al libretto. Non dimen-tichiamoli: per suffragare le loro anime e per sentirli vicini ancora nella Comunione dei Santi in Cristo, in attesa di poterci reincontrare in Cielo. Ricordo a tutti l’importanza di chiamare il sacerdote per l’assistenza spirituale quando la persona è ancora viva, perché i sacramenti, con l’indulgenza plenaria e il viatico, rappresentano davvero un aiuto enor-me per la salvezza eterna nel passaggio da questo mondo all’eternità. Quando la persona è morta, per i sacramenti è troppo tardi. Presto o tardi, del resto, tutti ci troveremo in questa condizione e a quel punto, come ci hanno ricordato le meditazioni dell’Avvento, la nostra anima si troverà sola davanti a Cristo, giudice giusto e misericordioso.

Una chiamata alla santità che si rinnovaNel momento solenne della fine sperimenteremo ancora di più la realtà delle parole lasciate in fondo ad un suo libro dallo scrittore francese Leon Bloy: «non c’è che una tristezza sulla terra … quella di non esse-re santi». A prima vista, questa, può sembrare l’affermazione iperbolica e intransigente di un neo-convertito, ma se è vero che le distrazioni dei luccichii del mondo possono offuscare la percezione delle realtà eterne su questa terra, occorre anche riconoscere che una volta giunti al game over del giudizio, con la sua alternativa senza fine tra rovina e beatitudine sulla base di quanto operato e ormai fissato, tutto ciò risul-terà di un’evidenza solare, anzi divina. I Santi sono gli uomini e le donne più vivi, e anche quelli che risultano più umani, proprio in forza del lavorio di quella grazia divina che risana

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le ferite della nostra umanità e ci eleva a vivere pienamente secondo i nostri esemplari voluti dall’eternità, che sono il vero Adamo Cristo e la vera Eva Maria. Molto spesso i cristiani pensano che la santità riguardi solo alcune anime elette tra i preti, i frati e le suore e, quindi, non han-no l’audacia, e nemmeno il desiderio, di puntare in alto. Questo è un errore, come già spiegava nel 1600 san Francesco di Sales, parlando del darsi a Dio (devozione) rispondendo al suo amore: la santità è per tutti in ogni stato di vita. Il Magistero della Chiesa nell’ultimo concilio ecumenico ha insegnato ciò con grande chiarezza e solennità: “Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d’una tale grandezza, tutti i fedeli d’ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste” (LG 11). A partire da quell’inestimabile dono di santità che è il Battesimo, infatti, il Signore chiama tutti i suoi figli ad essere santi “ognuno per la sua via”: c’è la santità di un frate chiamato a vivere con gioia ogni giorno la sua donazione totale a Dio, quella di una coniugata che si prende cura con attenzione del bene spirituale e materiale della sua famiglia, quel-la di un nonno che trasmette ai suoi nipoti quanto ha imparato in una vita di fede, quella di una giovane che cresce in età sapienza e grazia, quella della persona che lavora e porta a casa lo stipendio per vivere, quella della persona malata che offre le sue sofferenze per la salvezza dei fratelli. Tutti siamo chiamati, vigili nel combattimento contro le ten-denze disordinate che ci inclinano al peccato, a corrispondere con la nostra libertà all’azione dello Spirito Santo, a quell’azione della grazia divina in noi, che attraverso le nostre “piccole scelte” quotidiane, rea-lizza il grande disegno di Dio su di noi, la missione che Egli ci ha dato. Prima di parlare di una santità da canonizzazione, in effetti, c’è da dare rilievo ad una “santità della porta accanto” che permette a noi uomini e donne di oggi di essere una presenza di Dio in questo mondo. Di que-sta santità la Chiesa ha tanto bisogno in questo momento, anche per i cattivi esempi che noi figli della Chiesa abbiamo dato negli ultimi tempi.Tale chiamata è stata rinnovata ultimamente con forza dal Santo Padre Papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et exultate (GE). In essa, dopo aver spiegato la santità come stile di vita controcorren-te nel solco delle beatitudini evangeliche, con la verifica della grande regola di comportamento (Mt 25), è interessante notare come egli si diffonda a tratteggiare “alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale”. È stato confortante per me leggere che la prima di queste caratteristi-che è l’atteggiamento di “sopportazione, pazienza e mitezza” (GE 112-121), precisamente la disposizione spirituale su cui abbiamo lavorato

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nel percorso della nostra comunità negli ultimi due anni (cf. le riflessioni dedicate negli scorsi libretti per conoscerci del 2016 e del 2017). La se-conda nota di questa santità è poi “la gioia con il senso dell’umorismo” (Il Signore ama chi dona con gioia), mentre la quarta e la quinta sono che questa santità è da vivere “in comunità” (la chiesa è un popolo) e “in preghiera costante” (senza di Me, non potete fare nulla). Nel concetto di operosità che intendo per questo nuovo anno sottoline-are, tuttavia, la caratteristica che vorrei in qualche modo approfondire, è la terza: ossia quella sorta di endiadi “audacia e fervore” con cui il Papa esprime un atteggiamento di coraggio e di parresia che, “sigillo dello Spirito Santo”, è “felice sicurezza che ci porta a gloriarci del Van-gelo che annunciamo” (GE 132). A questo proposito egli fa così riflettere: “Ci mette in moto l’esempio di tanti sacerdoti, religiose, religiosi e laici che si dedicano ad annunciare e servire con grande fedeltà, molte volte rischiando la vita e certamen-te a prezzo della loro comodità. La loro testimonianza ci ricorda che la Chiesa non ha bisogno di tanti burocrati e funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’entusiasmo di comunicare la vera vita. I santi sorprendono, spiazzano, perché la loro vita ci chiama a uscire dalla mediocrità tranquilla e anestetizzante” (GE 138).L’anno pastorale appena iniziato, al riguardo, ci ha permesso di scopri-

re un probabile futuro santo, che ha molto per stimolarci in questo senso: Giovanni Grosoli Pironi.

L’operosità di un servo di Dio no-stro parrocchianoLa spinta ad approfondire la figura di Grosoli (1859-1937) è venuta dall’Ar-civescovo Mons. Gian Carlo Perego, il quale ne parla nella sua nuova let-tera pastorale Esercizi di comunione, esercizi di corresponsabilità, dove lo indica come esperienza da cui pren-dere ispirazione per l’azione pastora-le di oggi.In una stimolante serata recente-mente a lui dedicata al nostro cine-ma, grazie allo studio ben fatto di un gruppo di parrocchiani gravitanti at-torno all’asse di via Renata di Fran-cia, abbiamo potuto mettere a fuoco

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questa bella figura di laico, che è vissuto per quasi 40 anni (dal 1890 al 1929) nel palazzo di via Monte-bello nn. 31-33, facendone il quar-tier generale di una esistenza che è stata davvero una mirabile avven-tura di vita cristiana. Nato a Carpi nel 1859, Giovan-ni Grosoli è ferrarese d’adozione, perché segue undicenne il trasfe-rimento nella città estense dei genitori: Giuseppe Grosoli, fervente cattolico dopo un percorso di vita partito nell’ebraismo, e Livia Pironi, donna di rare virtù cristiane originaria di Bondeno. La famiglia è molto benestante ed egli ne è l’unico erede. Lungi dal ri-piegarsi avidamente su quanto ricevuto dagli avi, egli, giovane cristiano di purezza cristallina e pieno di energie, cresce nell’associazionismo cattolico (Conferenze di san Vincenzo) e svolge un’opera caritativa considerevole, dapprima capillare nel territorio della parrocchia presso i malati, i poveri e le famiglie bisognose, per poi allargarsi alla città e ai bisogni di quanti vi arrivavano in condizioni precarie (per esempio gli orfani e i ragazzi spazzacamini a cui da sostegno e istruzione).In un’epoca in cui massoneria e socialismo avevano il predominio so-ciale, egli con i suoi amici (in particolare con l’altro nostro parrocchiano Ermanno Tibertelli) testimonia con grande parresia la fede: attraverso prese di posizione manifeste contro le bestemmie e il lavoro domeni-cale, come pure nelle processioni pubbliche e curando i segni di devo-zione nelle strade. Grosoli si sforza soprattutto di dare ai giovani cattolici spazi e modi per vivere apertamente la loro identità e, per questo, impegna quote ingen-ti del suo patrimonio per acquistare l’enorme immobile di via Savona-rola 27, dove egli ristruttura l’edificio facendone una “casa del popolo per i cattolici”, capace di ospitare fino a 300 operai ogni domenica, i quali possono partecipare alla Messa, ricevere istruzione e godere di un felice ambiente ricreativo e finanche di un cinema.Al fine di curare la formazione del popolo, a casa sua in Montebello 31-33 Grosoli ospita notevoli figure ecclesiastiche e laiche del cattoli-cesimo a lui contemporanee (tra gli altri, il Cardinal Maffi e Giuseppe Toniolo), da lui invitate per esercizi spirituali o per lezioni culturali, per-ché fedele alle indicazioni della Chiesa la gente si orienti con consape-volezza anche rispetto alle questioni sociali del momento. In pochi anni la fama della sua intelligente operosità si estende a livello prima regionale e poi nazionale, meritandogli la stima di molti Vesco-

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vi e anche del Papa Leone XIII, il quale lo fa membro della famiglia pontificia (con anche il titolo di conte) e nel 1902 gli affida la presiden-za dell’Opera dei Congressi, espressione importante del movimento cattolico dell’epoca. Le sue notevoli capacità di coordinamento e di mediazione non risultano però sufficienti a garantire l’equilibrio e l’unità di una formazione in cui coesistevano più anime contrapposte e, così, l’Opera viene sciolta d’autorità nel 1904 da san Pio X, il quale però ha amato profondamente Grosoli stimandolo santo al punto da dire che “avrebbe volentieri scambiato l’anima con la sua”.

Un’esperienza mirabile tra contemplazione e azioneCon una mitezza e una pazienza davvero eroiche, fondate su un’umiltà profonda e consolidate su una obbedienza a tutta prova, il nostro par-rocchiano, da una parte accetta l’umiliazione della sfiducia, e, dall’al-tra, si tuffa in una serie di altre attività sempre volte alla promozione della vita dei cattolici in seno ad una società che era governata da forze anticristiane e anticlericali. Egli mette in campo via via un’azione socio-economico-politica dav-vero imponente: come pioniere nel campo della comunicazione so-ciale riunisce sotto la sua direzione un trust di testate giornalistiche di tutta la penisola con inviati in tutti gli stati europei, riunendole attorno all’Avvenire d’Italia, di cui è un fondatore; in campo finanziario si ispira all’innovativo metodo delle casse rurali per dare credito ai poveri e per-ciò finiscono nelle mani degli strozzini, e impegna i suoi capitali in un istituto di credito con questa finalità prima a Bologna e poi a Ferrara; in campo politico è uno degli 11 fondatori del Partito Popolare con don Sturzo, da cui però si distacca con il gruppo di cattolici che sostengono inizialmente il governo Mussolini, pur contrastandolo nel manifestarsi della sua indole violenta e dittatoriale. Quest’ultimo snodo della vicen-da di Grosoli è certamente controverso, ma non può non essere conte-stualizzato. Né, d’altra parte si può negare che anche grazie all’opera audace e prudente del senatore del Regno Giovanni Grosoli, nel 1929 si arriva al bene della conciliazione tra Stato e Chiesa, che chiude la stagione dolorosa contrassegnata dal Non expedit, seguito all’invasio-ne del Piemonte dei territori dello Stato Pontificio.In tutto ciò, egli porta avanti la scelta del celibato, essendosi consacra-to a Dio con voto di castità a 23 anni, dopo un accurato discernimento circa lo stato di vita cui il Signore lo chiamava. Secondo un proprio regolamento di vita egli, “in preghiera costante”, continua sempre la sua robusta vita liturgica e di pietà (Messa, Meditazione, Adorazione eucaristica e corona del Rosario quotidiane) vivendo la fede da “con-templativo in azione” e portando la sua devozione intensa nel fervore

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di virtù delle opere. È questo che gli permette di far fronte eroicamente ad alcuni controversi tracolli, a livello sia relazionale (quando la Santa Sede sfiducia la linea dei giornali del suo Trust alla vigilia del rinnovo degli abbonamenti), sia finanziario (crac del suo istituto di credito), che lo porteranno infine, dopo tante battaglie, tra realizzazioni e fallimenti - dopo aver pagato con gli ultimi resti del suo patrimonio tutti i creditori - a partire da Ferrara totalmente povero, per trascorrere gli ultimi 8 anni della sua vita “attendendo all’anima sua” presso un orfanotrofio gestito da suore nel santo luogo di Assisi, patria del nostro Serafico Padre Poverello, del cui Ordine Giovanni Grosoli fu peraltro terziario.Nella Gaudete et exultate il Papa parla di una “attività che santifica” in cui ci consegna alla missione per Cristo “corpo e anima per dare il me-glio di sé in questo impegno” (cf. GE 25): ebbene nella vita di Giovanni Grosoli tutto questo emerge con grandissima evidenza. L’intera sua esistenza, anche nelle sconfitte da lui accettate con grande dolore, ma sempre con una santa pazienza, rappresenta realmente un’esperienza cristiana esemplare e mirabile, in sinergia di contemplazione e azione, di operosità “fervorosa ed audace” per Cristo e la Chiesa nella vita so-ciale e nel mondo del lavoro.Un tratto che ci fa sentire ancora più vicino la figura di questo grande protagonista del cattolicesimo nazionale degli inizi del secolo scorso è, infine, anche la sua spiccata marianità: egli fa venire dai Redentoristi di Roma l’im-magine del-la Madonna del Perpetuo Soccorso, poi venerata alla Chiesa di Bor-go Punta, eri-ge la cappelli-na che ancora oggi si trova a piazzale san Giovanni - per-ché chi entra e chi esce dalla città per quella via possa salu-tare ogni volta la Vergine Ma-ria - nella Bon-

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deno di sua madre costruisce l’altare mariano con marmi pregiati e vi porta la cosiddetta Madonna di Rimini, ma soprattutto aumenta il decoro dell’altare della Madonna di Pompei che i suoi genitori avevano edificato nel tempio di Santo Spirito. Proprio a questo altare da quando siamo rientrati in chiesa più di due anni or sono, la nostra comunità sta felicemente celebrando ogni domenica la santa Eucaristia, non so se mi spiego? Ecco perché sentiamo così vicino questo Servo di Dio. In un biglietto del 1929 che abbiamo consultato in autografo egli scrive al grande amico Francesco Scutellari: “io verrò col pensiero e col cuore a S. Spirito, dove ritorno tanto spesso e mi par sempre di vedere l’alta-re della B. V. M. di Pompei a noi sì cara”.A Giovanni Grosoli è anche dedicata la costruzione che ospita le aule del catechismo della nostra parrocchia.Il processo di beatificazione aperto dal Vescovo di Assisi molti decenni fa, in presenza di materiale e di testimonianze nuove, potrebbe essere riaperto qui in diocesi di Ferrara-Comacchio, secondo quanto ha affer-mato nella serata al cinema il Vescovo Gian Carlo. Anche per le even-tuali grazie ricevute è possibile segnalarsi alla Cancelleria della Curia.

Operosità, ma non senza vita interiore: san GiuseppeLa vita santa di Giuseppe Grosoli, nella sua prossimità a noi, rappre-senta per la nostra comunità uno stimolo potente, a fare di più nell’im-pegno della nostra vita cristiana, perché possa risultare più incisiva sul piano della testimonianza missionaria e nella realtà sociale a noi circostante. Essa, in questo, è certamente un antidoto alla tendenza allo spiritualismo e all’intimismo di una pseudo-devozione finalizzata al benessere personale e sganciata dalla realtà, che è riguardata come un problema anche nel cattolicesimo del nostro tempo. La figura del Servo di Dio, in effetti, mi ha permesso di precisare meglio i contorni del ricco concetto di operosità che vorrei lasciare come con-tributo alla riflessione per il cammino in questo nuovo anno. Esso porta con sé diverse sfaccettature di significato che richiamo ora in rapida sintesi: l’operosità dello Spirito Santo in noi è un agire che scaturisce dalla profondità della preghiera, nell’unione amorosa con il Signore e con la Vergine Immacolata, si alimenta costantemente con la forza so-prannaturale dei sacramenti, mentre si dimostra audace e fervorosa nelle intraprese, capace di mitezza e pazienza, vissuta come missione con gioia.Pensando all’apostolato del servo di Dio Giovanni sviluppato in campi così vasti (dalla cultura al sociale, dalla finanza all’economia e alla po-litica), tuttavia, qualcuno potrebbe rimanere un po’ perplesso e anche sgomento, nella convinzione di non essere in grado di seguire nem-

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meno da lontano un esempio del genere. Non tutti, in effetti, siamo chiamati ad un’opera di siffatte proporzioni, mentre tutti siamo chiamati ad una santità che ci renda operosi nel nostro mondo per l’estensione del Regno dei Cieli nell’edificazione della Chiesa.In considerazione di ciò vorrei ora, da ultimo, mettere a fuoco al meglio che ne sarò capace la santità, silenziosa ma grande, dell’operaio san Giuseppe di Nazareth.Con il 2019 sono passati 20 anni dall’esortazione apostolica Redem-ptoris Custos di san Giovanni Paolo II, rilasciata nel centenario della lettera enciclica Quamquam pluries di Leone XIII. Questi testi sono i primi documenti magisteriali di un certo spessore dedicati tematica-mente alla figura di san Giuseppe e alla sua importanza nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa. Negli ultimi secoli, infatti, una preziosa consapevolezza al riguardo è maturata nella Chiesa, anche dal punto di vista teologico, e, pertanto, può essere così messa a con-tributo per l’azione pastorale, venendo a sostenere anche l’afflato af-fettuoso nei confronti di questo caro Santo, sempre presente nella vita di un popolo di Dio che ha imparato a conoscere la sua potenza di intercessione. Il fondamento di questa, in effetti, come del resto la ragione di tutte le grandezze di san Giuseppe, risiede nel fatto che la Provvidenza di Dio lo ha chiamato ad essere il vero sposo della Vergine Maria e il vero padre verginale (titolo più bello di padre putativo) di Gesù: Giuseppe accoglie Maria, la protegge, in alleanza verginale con Lei si mette to-talmente al servizio del piano divino dell’Incarnazione; Giuseppe rico-nosce e dà legalmente il suo nome al bambino, inserendolo nella mes-sianica discendenza davidica, lo nutre ed educa umanamente, mentre gli comunica anche l’arte della sua professione. A tanto incarico corri-sponde un’effusione proporzionata di grazie e doni divini che lo porti all’altezza di essere il Santo più vicino a Gesù e Maria.All’azione imponente su scala nazionale di un Giovanni Grosoli possia-mo in tal modo affiancare l’operare in ambito famigliare e professiona-le, nel villaggio di Nazareth, del falegname e carpentiere san Giusep-pe. Non che la sua vita sia stata un sorso d’acqua, non possiamo infatti dimenticare gli anni di vita in Egitto da profughi per la Santa Famiglia, in fuga dal re Erode che cercava la vita del bambino. Eppure le Scrit-ture lasciano intendere che, una volta rientrati a Nazareth, facendo eccezione per l’evento dello smarrimento di Gesù al tempio a 12 anni, la vita di Giuseppe si sia svolta in un modo ordinario, almeno apparen-temente: se può essere detta tale la vita di chi è chiamato a custodire la vita di Dio fatto uomo e di colei che è l’Immacolata Concezione.Di questa ordinaria straordinarietà e straordinaria ordinarietà della vita

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di san Giuseppe di Nazareth è bello cogliere innanzitutto con san Pa-olo VI la caratteristica tutta giuseppina di “aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell’incarnazione e alla missione re-dentrice che vi è congiunta” (19 marzo 1966).Rigurdo al tema dell’operosità, poi, specialmente in relazione al mondo del lavoro, la figura di san Giuseppe è di enorme ispirazione. Come ha voluto evidenziare san Giovanni Paolo II: “Grazie al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il lavoro umano al mistero della redenzione” (RC 22). Gra-zie alla bottega di Giuseppe di Nazareth e del suo Divin Figlio tutta la attività del lavoro umano ne risulta assunta e redenta, nobilitata e santificata.Quando il 1° maggio 1955 il venerabile Pio XII istituiva la festa di san Giuseppe Lavoratore per proporlo come modello ad artigiani e operai, come a tutti gli imprenditori, egli fece notare che il falegname di Na-zareth è il santo nella cui vita è penetrato maggiormente lo spirito del Vangelo e, segnatamente, ebbe ad osservare che: di questo spirito di Gesù “nessun lavoratore fu mai tanto perfettamente e profondamente penetrato quanto il padre putativo di Gesù, che visse con lui nella più stretta intimità e comunanza di famiglia e di lavoro”.Un elemento della figura di san Giusepe che può esserci d’aiuto, in effetti, contro ogni tentazione di attivismo che ben presto rende vano e sterile il nostro operare, è ancora la considerazione che questo su-blime modello per i lavoratori non lo è meno per coloro che si dedica-no alla vita contemplativa. San Paolo VI parla in proposito per lui di “insondabile vita interiore” e san Giovanni Paolo II fa riflettere come san Giuseppe non poteva non agire “in un clima di profonda contem-plazione, a motivo del suo quotidiano contatto col mistero ‘nascosto nei secoli’ che ‘prese dimora’ sotto il tetto di casa sua” (RC 25). È interessante sempre a questo proposito ascoltare lo stesso Pontefice in un ragionamento più disteso. Egli osserva prima come: “l’apparente tensione tra la vita attiva e quella contemplativa trova in lui un ideale superamento, possibile a chi possiede la perfezione della carità” e poi spiega: “seguendo la nota distinzione tra l’amore della verità («caritas veritatis») e l’esigenza dell’amore («necessitas caritatis») (cfr. S. Tho-mae, «Summa Theologiae», II-II, q. 182, a. 1, ad 3), possiamo dire che Giuseppe ha sperimentato sia l’amore della verità, cioè il puro amore di contemplazione della verità divina che irradiava dall’umanità di Cristo, sia l’esigenza dell’amore, cioè l’amore altrettanto puro del servizio, ri-chiesto dalla tutela e dallo sviluppo di quella stessa umanità” (RC 27). Questa mirabile armonia la dobbiamo ritenere e ribadire, perché risulta di vitale importanza per una operosità rettamente intesa e praticata.

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2019. Un anno per san GiuseppeL’unità di vita del Santo di Nazareth, la sua personalità virile e tenera nell’ambito della Sacra Famiglia, come pure la sua santificazione del lavoro, nel lavoro e per mezzo del lavoro, sono solo alcuni dei temi che vorrei approfondire in questo nuovo anno che il Signore ci concede, insieme a quanti della nostra comunità avranno interesse ad ascoltare. Questo annuncio si rivolgerà innanzitutto agli uomini di tutte le età - qualche anno fa ho iniziato a sviluppare un discorso di spiritualità giuseppina con il gruppo degli uomini che ci aiutano per la manuten-zione della Chiesa e per altre varie necessità del convento - tuttavia quest’anno la proposta catechetica sarà un percorso per tutti: anche per le donne che devono non solo pregare per la conversione e santi-ficazione dei loro figli e mariti, ma anche provare a capirli e valorizzarli nel proprium di quella mascolinità che li contraddistingue [il che ovvia-mente suppone e richiede che anche i mariti e i figli facciano lo stesso con le loro mogli e figlie ; ) ].Dal 2014 abbiamo iniziato l’usanza della processione del 19 marzo con la statua del Santo per implorare gli aiuti necessari alla riapertura del nostro tempio e, forse, qualcuno ancora ricorda con commozione la so-lenne processione del 19 marzo 2016 con cui a distanza di quasi 4 anni dal terremoto la nostra comunità guidata da san Giuseppe ebbe la pos-

sibilità di rien-trare in una chiesa resa parz ia lmen-te agibile. Ques t ’ anno spero che la processione possa essere un momento più partecipa-to e sentito, come confido di poter erige-

re nel terreno dei cortili dell’oratorio un monumento che sia piccolo grande segno della nostra confidenza nel Patrono della Chiesa intera.Dopo aver sperimentato tante e tante volte il suo aiuto (fin in cose magari di non grandissimo conto come le faccende metereologiche che però permettono lo svolgimento di eventi importanti), infatti, ora davanti alle varie situazioni problematiche che ci stanno davanti - pen-so, per esempio, al grande cantiere che potrebbe iniziare quest’anno e

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che inevitabilmente si ripercuoterà sulla vita della nostra comunità - non trovo di meglio che affidarci tutti a Colui che è il Custode della Chiesa universa-le come logica conse-guenza del suo esse-re stato il Custode dei due più grandi tesori di Dio: Gesù e Maria.Alla santità di san Giu-seppe, definita da Pio XI come “singolare e

assolutamente incomparabile” (21 aprile 1926), al suo meraviglioso e provvido amore paterno che lo ha reso e lo rende “ombra rivelatrice del Padre Eterno”, affido la nostra operosità in questo anno, e anco-ra i gruppi, le famiglie, i bambini, i malati, gli anziani e tutti i membri della nostra comunità e anche quelli che vi si potranno avvicinare in quest’anno. Egli, infatti, è chiamato “il padre della grande carità”. A questo proposito mi piace riportare un curioso ragionamento sem-pre di Pio XI dove egli immagina san Giuseppe nel giorno del giudizio universale. Così Papa Ratti insegna: “Insieme a Maria, la particolarità di san Giuseppe sarà, in quell’ultimo giorno, di non dire nulla, di non rispondere, di non poter replicare, interrogando, alla constatazione su-prema del Giudice divino. Giacchè il Signore dirà la grande spiegazio-ne dell’eterno premio dei giusti, unico, tra questi, san Giuseppe non risponderà con espressione di meraviglia. È stato molto ben pensato e detto che, in mezzo a quel generale stupore, uno solo non resterà meravigliato: san Giuseppe, il quale si troverà nella verità vissuta ed esperimentata. San Giuseppe alle affermazioni del Figlio di Dio, al-lorchè il Signore gli ricorderà che aveva avuto fame e gli aveva dato da mangiare, aveva avuto sete e lo aveva dissetato, era spoglio e lo aveva rivestito, risponderà: ‘è vero, o Signore; è tutto vero’” (19 marzo 1936). San Giuseppe vede in noi le membra del corpo di suo Figlio, per questo invito a guardare a lui, in particolar modo, tutti coloro che si trovano in situazioni di precarietà per la famiglia, la casa e il lavoro. Egli infatti non a caso è chiamato “Padre della Divina Provvidenza”. Facen-do una confidenza a sostegno di quanto sto affermando, posso dirvi che proprio mentre ero intento a scrivere queste pagine d’introduzione a per conoscerci, ho ricevuto la telefonata di uno sconosciuto benefat-

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tore che mi ha detto di voler fare offerta alla parrocchia di una somma di una consistenza che, senza essere enorme, non era mai accaduta finora da quando faccio il parroco. Poi è da vedersi, certo, se alle paro-le seguiranno i fatti! Resta comunque vera l’esperienza di tanti e tanti aiuti anche personalmente da me ricevuti per la mediazione paterna e potente nella Chiesa di san Giuseppe. Una delle più grandi promotri-ci del culto in onore di san Giuseppe è stata santa Teresa d’Avila, la riformatrice del Carmelo. A lei e alla sua esperienza di beneficata da san Giuseppe si richiamava spesso anche san Pio da Pietrelcina. Egli, dopo averci pazientemente e amorosamente accompagnato nell’anno 2018, ora, in una sorta di ideale staffetta per il nuovo anno, ci esorta come suoi figli spirituali: “Andate a Giuseppe con fiducia estrema, per-ché anch’io come s. Teresa d’Avila non mi ricordo di aver chiesto cosa alcuna a S. Giuseppe senza averla prontamente ottenuta”. Per questo in quarta di copertina del libretto trovate le cosiddette “7 efficacissime suppliche”, esse sono un semplice ma colladauto strumento per chie-dere grazie al nostro Santo di quest’anno … e di ogni anno!Concludo con uno sguardo alla copertina dove trovate un san Giusep-pe artigiano (lo si vedrà meglio nel banner davanti alla chiesa con gli strumenti del mestiere): nell’immagine egli è collegato da un cuore di luce al riflesso d’ombra che disegna il profilo della sua sposa e del suo bambino. È un’immagine delicata, questa, che esprime quell’operosità dello Spirito Santo piena d’affetto al Signore e alla Sua Ssma Madre, a cui siamo chiamati nella nostra vita quotidiana di missione e di san-tificazione, “ognuno per la sua via” (LG 11), in mezzo agli uomini e alle donne del nostro ambiente. Con un termine difficile della teologia e con una sorta di ardita analogia rispetto alla vita trinitaria, l’atteggiamento fondamentale descritto dall’immagine potrebbe essere chiamato una pericoresi di tre Cuori – quello di Gesù di Giuseppe e di Maria – che nell’amore girano intorno, mentre rimangono sempre uno nell’altro. Ciò rappresenta uno squarcio di luce sfolgorante per noi, un’elevazione in quel cielo sulla terra che è stata la vita intima della famiglia di Na-zareth, a cui anche noi nel Natale e nella vita di tutti i giorni, se lo vogliamo, ci possiamo accostare. Sono le parole vecchie di quasi un secolo del Santo Padre Benedetto XV ad incoraggiarci in questo, egli rapidamente infatti annota: “Per mezzo di Giuseppe siamo condotti di-rettamente a Maria e mediante Maria alla fonte di ogni santità, Gesù” (25 luglio 1920). San Giuseppe dunque è la via più breve alla santità, egli con Maria ci porta a “berla”, per così dire, alla sua stessa fonte che è il Sacro Cuore di Gesù.

Così sia!P. Massimiliano M. D.

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PREGHIERAO Santissima Trinità, io Vi adoro e Vi ringraziodei doni elargiti al Vostro servo buono e fedele

Giovanni Grosoli Pironi e Vi prego di volerlopresto elevare agli onore degli Altari,concedendomi per sua intercessione,la grazia che tanto desidero. Così sia.

(Domandare la grazia desiderata,aggiungendo tre Pater, Ave, Gloria)

Preghiera al Sacro Cuore di Gesù

Composta dal servo di Dio Giovanni Grosoli

O Cuore benedetto e infiammato di Gesù,che ci amasti sempre dalla culla alla croce,e ci ami e ci amerai pur sempre in Paradiso,

deh! perché io non T’amoo perché almeno non desidero di amarTi?O Cuore benedetto di Gesù, fammi entrare

Tu nelle vie dolcissime della carità,le quali a chi Tu non le apri

restano chiuse e inaccessibili.Oh! Se io Ti amassi, quanto mi

sarebbe agevole l’amare in Te il mio prossimo.Oh! Se io Ti amassi, come presto comprenderei

che il patire per Dio è allegrezza,l’umiliarsi per Dio è gloria,

il perdonare per Dio è dolcezza,l’esser povero per Dio è ricchezza.

Dammi dunque,o Sacratissimo Cuore del mio Gesù,

sia pure una sola scintilla d’amore per Te:dammela: ed essa basterà alla mia vita terrena,

e mi sarà pegno della vita celeste! Amen.

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Quante volte durante l’anno che sta per terminare siamo en-trati in chiesa sotto lo sguardo di s. Pio che, eletto dal parroco protettore della nostra comu-nità per il 2018, ha accompa-gnato lo svolgersi dell’attività pastorale e ciascuno di noi! E proprio a s. Giovanni Roton-do, dove il santo è vissuto per tanti anni, alcuni di noi hanno festeggiato l’anno nuovo por-tando al frate cappuccino le in-tenzioni di tutti; durante l’anno lo abbiamo conosciuto meglio poi nelle catechesi, nel ricordo del transito, nelle preghiere e quindi anche nell’incontro con i rappresentanti del gruppo di preghiera fondato da un suo fi-glio spirituale vicino a Prato. Ma come ci ha parlato s. Pio in quest’anno? Cosa ci ha lascia-to che possa essere di aiuto al nostro percorso di fede? Per cosa vogliamo ringraziarlo?In questo frate abbiamo rico-nosciuto la figura di Gesù che sapeva essere molto duro, ma che era infinitamente buono e non negava il suo soccorso a chi ne aveva bisogno. In lui abbiamo visto un costan-te esercizio di fede, sorretto dalla speranza del Cielo.

Ci ha ricordato l’amore per la celebrazione eucaristica e l’importanza di accostarsi fre-quentemente al sacramento della Penitenza incitando a rin-graziare e baciare dolcemente la mano di Dio anche quando ti percuote mentre ti perdona perchè è sempre la mano di un padre che ti vuol bene. Come il Curato d’Ars ci ha indicato la dignità e la responsabilità del ministero sacerdotale. Ci ha mostrato che l’obbedien-za è crogiuolo di purificazione, sentiero di progressiva assimi-lazione a Cristo, rinvigorimento dell’autentica santità. E diceva:

A Padre Pio

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“Opero solamente per ubbidi-re, avendomi fatto conoscere il buon Dio l’unica cosa a lui più accetta e per me unico mezzo di sperar salute e cantar vitto-ria”.Ci ha insegnato la sua carità che si riversava come balsa-mo sulle debolezze e sofferen-ze dei fratelli, unendo allo zelo per le anime l’attenzione per il dolore umano dei corpi nella “Casa Sollievo della sofferen-za”. Con quest’opera egli ha voluto mostrare che i “miraco-li ordinari” di Dio passano at-traverso la nostra carità e che occorre rendersi disponibili alla condivisione ed al servizio ge-neroso dei fratelli, avvalendosi di ogni risorsa della scienza medica e della tecnica. Ci ha ripetuto che la devozione alla Madonna e il s. Rosario sono le armi per effondere il nostro cuore in quello di Dio e per re-sistere alle tentazioni. Diceva: “Se l’Immacolata a Lourdes e

ancora più il Cuore Immacolato a Fatima hanno raccomanda-to con insistenza la preghiera del Rosario, non significa forse che questa preghiera ha un va-lore eccezionale per noi e per i nostri tempi?”.Se guardiamo la storia della Chiesa, la storia dei santi, ve-diamo in san Pio una delle lam-pade accese che illuminano il mondo, e vediamo che esse non solo illuminano questo tempo, ma saranno luce nella festa eterna dell’amore del Si-gnore. Grazie, san Pio, per la luce che hai portato anche a noi. Anche se l’anno è finito noi ti voglia-mo ancora vicino e sappiamo di poterti trovare anche nella nuova bella statua che ti rap-presenta ora in Chiesa. La Ma-donna delle Grazie, che tu hai tanto amato ci aiuti a far ger-mogliare i semi che hai sparso nella nostra comunità.

C. M.

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DONACI SIGNORESANTI SACERDOTI!

“Donaci Signore santi sacerdoti e sante vocazioni”. Questa pre-ghiera scandisce il Rosario che il gruppo della maternità spiri-tuale per i sacerdoti recita in chiesa ogni giovedì alle 18. Le madri spirituali dei sacerdoti, infatti, sull’esempio dell’amore sovrabbondante di Maria San-tissima, Madre della Chiesa, non si accontentano di pochi e mediocri figli-sacerdoti, ma piuttosto – per la Gloria di Dio, il Trionfo del Cuore Immacolato e la Santificazione della Santa Chiesa nel piano di redenzione – ne desiderano invece molti, e sempre di più, e sempre più santi, virtuosi, generosi, integri nella loro scelta, pieni di grazia che li sostenga nel servizio e nell’offerta di sé.In questo mondo e di questi tempi dove le vocazioni sono in calo, a fronte di una cultu-ra dell’edonismo e dell’imma-nenza che tende a soffocare anche il più autentico fuoco della chiamata, la preghiera offerta dal gruppo contribuisce ad alimentare, moltiplicare e rinvigorire queste fiammelle. E a supportare nella perseveran-

za chi già ha consacrato total-mente al servizio di Dio la pro-pria intera vita nel sacramento del ministero sacerdotale (o vestendo un abito religioso): uno stato di vita molto speciale in cui per corrispondere al di-segno di Dio, che esige come prima occupazione quella della propria ed altrui santificazione, occorre tanta generosità nel-la grazia, perseveranza nella fede e raccomandazione nella carità. D’altra parte sappiamo dalle cronache che, per quan-to concerne la condotta del clero, negli ultimi decenni non sono mancati gli scandali e le controtestimonianze. Questo ci sprona ad amare di più e a so-stenere di più i sacerdoti con la preghiera.Le intenzioni si rivolgono an-che alla custodia materna di quei sacerdoti perseguitati per causa della fede e per l’istituto dei Frati Francescani dell’Im-macolata nostri padri e fratelli nella parrocchia.Lo scorso anno abbiamo cono-sciuto e approfondito il bell’e-sempio di offerta della beata Delouil Martiny, monaca-ostia

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e fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. Alcune di noi la scorsa estate hanno anche visitato il luogo della sua morte violenta per mano di un anarchico, a La Serviane, località in collina sopra Marsi-glia. Qui abbiamo incontrato anche le monache che vivono il carisma della Beata Maria di Gesù. Da ottobre abbiamo ini-ziato ad approfondire (traendo spunto da un libro di Paolo Ris-so “La Messa è la mia vita”) il senso profondo del sacerdozio ministeriale, del divenire stru-menti sceltissimi per portare Gesù, vivo, vero, presente, in corpo, anima, sangue e divi-nità all’umanità redenta, a cia-

scun essere umano che voglia accogliere il Mistero Pasquale, nascosto sotto il velo del pane, in ogni tempo e di ogni luogo.Un mistero d’amore, l’Eucari-stia, che diventa centro di ado-razione viva e devota, nella nostra parrocchia ogni mattina, ogni giovedì sera, e ogni mese (tra i giorni 12 e 13) per 24 ore di interrotte preghiere del Ro-sario per supplicare l’interces-sione della Madonna e fare compagnia al suo divin figlio, pane vivo disceso dal Cielo, sacramento d’amore.

Ilaria B. perGruppo Maternità spirituale

per i sacerdoti

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Parte costitutiva e necessaria di ogni comunità cristiana, per sua propria natura, è la catechesi sa-cramentale, la trasmissione del nostro Credo ai più piccoli. Da sempre, diversi laici della nostra parrocchia, rispondendo a quel-la che è una chiamata e agendo sotto la guida dei nostri sacer-doti, partecipano all’annuncio e alla testimonianza della Buona Novella. È la Buona Novella che muove tutto, è la notizia che Gesù Cri-sto, “il Figlio del Dio vivente” (Mt. 16,16) si è incarnato, è morto e ed risorto per riscattare tutti noi. Ed accanto a questo è la con-sapevolezza che in ciascuna persona, grande o piccola, sono presenti le domande fondamenti dell’uomo. Anche per i primi gli

apostoli l’urgenza era il desiderio di annunziare Gesù e di condur-re tutti i fratelli a Lui, per il loro stesso bene, per la loro salvez-za. Il Vangelo è originariamente la comunicazione dell’evento che ha cambiato la storia, il racconto del loro incontro con Cristo, e si conclude con il mandato: “Gesù disse loro: - andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo” (Mc.16, 15-16). Quindi la catechesi ine-vitabilmente unisce la trasmis-sione necessaria della dottrina e delle verità di fede, con l’espe-rienza personale, che trasforma e da senso ad ogni momento del-la nostra vita cristiana (annuncio e testimonianza). Gli incontri di catechismo hanno

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luogo la domenica mattina dopo la S. Messa delle ore 10:00. Il mo-mento fondamentale della Litur-gia domenicale, vissuta insieme ai bambini ed alle loro famiglie e piano piano spiegata e compresa loro, trova naturale prosecuzione nella catechesi. E’ ormai il secon-do anno che diamo la possibilità di iniziare il cammino già piccolis-simi, con il gruppo dei bimbi dai 3 ai 6 anni. Con modalità adatte alla loro età e con uno sguardo materno, si porta loro Gesù, nel modo più puro e semplice, per-ché puri e semplici sono i loro cuori, come insegna il Vangelo: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, per-ché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso» (Mc 10, 13-15). Come è noto, il programma prevede che in terza elementare i bambini si accostino al Sacramento della prima Confessione ed in quarta alla prima Comunione. Quest’anno, per la prima volta, la Cresima è stata amministra-ta all’inizio della classe seconda media e questo cambiamento ha portato frutti positivi: il Sacra-mento è stato vissuto con grande intensità, anche grazie alla mag-giore maturità e consapevolezza dei ragazzi. Nell’ultimo periodo, inoltre, essi hanno partecipato alla catechesi, tenuta dal Parro-

co P. Massimiliano, insieme ai ragazzi delle scuole superiori, il gruppo della Compagnia dello Spirito Santo (con i quali diversi di loro hanno vissuto anche la splendida condivisione del cam-po scuola estivo in montagna), e questa esperienza ha gettato i semi di un’amicizia che potrà germogliare se coltivata ed ali-mentata dalla Grazia Divina.Con tanto affetto e gratitudi-ne salutiamo la nostra cara Anna Maria, che si accommiata dall’impegno nella catechesi sa-cramentale dopo 18 anni di ap-passionato servizio, dopo avere terminato poche settimane fa il cammino con i ragazzi della Cresima: grazie di tutto Annama-ria, certi comunque di rivederci

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per condividere nuovi tratti dello stesso sentiero!!Gli anni intermedi sono egual-mente importanti e fanno parte di un cammino unico, in vista di una crescita personale costante: ciò che è bello comprendere è che il catechismo non è da vivere solo limitatamente all’adempimento dei Sacramenti, ma che questi ultimi devono essere interiorizza-ti e compresi grazie al fatto che i bambini vivano l’esperienza di Cristo e della Chiesa come fon-damento costante e non occasio-nale per la nostra vita. Ogni anno viene realizzata con i bambini e per le famiglie una rappresentazione per il S. Nata-le, momento bello ed importante per meditare sul mistero dell’in-carnazione di Gesù, attraverso la sua rappresentazione, la lettura di testi sacri e di riflessioni, arric-

chiti dalla musica sacra. Anche nella Settimana Santa sono de-dicati ai bambini alcuni momenti fondamentali, come la Via Crucis meditata per i piccoli e le funzioni del Triduo Pasquale, in particola-re il rito della lavanda dei piedi il Giovedì Santo durante la Messa in Coena Domini, cui partecipa-no i bambini della prima Comu-nione.L’anno liturgico si rivela in modo sempre nuovo un tempo di cre-scita per tutti noi, grazie all’a-zione dello Spirito Santo ed alla protezione di Maria Santissima. Non possiamo che ringraziare tutti i nostri bambini e le famiglie che camminano con noi, e lodare il Signore per tutte le Grazie che dona alla nostra comunità.

Laura M.Gruppo Catechisti

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Si può ancora educare oggi? In forza di cosa? Ciò che posso dire e raccontare dell’esperien-za di questi anni di doposcuola e centri estivi è che sì, si può educare chiunque e dovunque, ma ad una sola condizione: che siamo educati noi adulti.Tutti i laboratori (cineforum, arte, sport,musica), le propo-ste, i metodi di studio, i gio-coni a squadre, le gite, i temi delle estati e degli anni passati insieme ai bambini e alle loro famiglie non sono il frutto della genialità di noi educatori, ma il nostro imperfetto tentativo di restituire agli altri quello che già noi stiamo ricevendo gra-zie alla vita della Chiesa che abbiamo la fortuna, la libertà e la grazia di vivere in prima per-sona.Il doposcuola ei centri estivi Men Alive per sempre, nome tratto da un romanzo di G. K.

Chesterton, accolgono bambini dai 6 ai 13 anni e hanno come principale obiettivo quello di aiutare e sostenere le famiglie che incontriamo nella sfida di far diventare grandi i loro figli, di farli crescere come “uomini e donne vivi”, capaci di distin-guere il bene dal male, il buono dal cattivo, ciò che ha valore da ciò che non lo ha, di essere protagonisti nel mondo.Il primo punto per vivere così è affrontare la realtà quotidia-na, cioè il gioco, le passioni, lo studio, l’amicizia, con a fianco degli adulti che sostengono i bambini senza mai sostituirsi a loro, ma facendo con loro e condividendo e giudicando con loro tutto ciò che accade du-rante la giornata.In questi 6 anni (2012 – 2018) di doposcuola e di centri estivi si è mosso un popolo convoca-to dai Frati di Santo Spirito che,

Il centro estivo e il doposcuolaa Santo Spirito

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anche solo con la loro presen-za, testimoniano a noi adulti e ai bambini come sia possibile e soprattutto come sia bello poter donare la propria vita a qualcuno seguendo un ideale vero; questo popolo è formato da noi educatori della coopera-tiva sociale Consorzio SI s.c.s. di Ferrara, dalle volontarie del-la parrocchia che fedelmente ci aiutano e ci sostengono in tutto e per tutto ogni giorno, dai ra-gazzi adolescenti che svolgo-no attività di volontariato o di alternanza scuola/lavoro du-rante l’attività dei centri estivi con noi, dai bambini (circa un centinaio ogni anno tra attività di doposcuola e centri estivi) sia italiani che stranieri e dalle loro famiglie che condividono con noi il tentativo di accompa-gnarsi per diventare grandi nel-la vita. Attraverso il doposcuola e l’estate in forza di ciò che ci

muove abbiamo anche la liber-tà di proporre a tutti, credenti o non credenti, alcuni momen-ti della vita della Chiesa che per noi sono costitutivi e cioè la partecipazione alla Gior-nata Nazionale della Colletta Alimentare come volontari, la festa dei Santi organizzata del gruppo “Piccole Tracce” in col-laborazione con la parrocchia di Santo Spirito tutti gli anni la sera del 31 ottobre, la parte-cipazione al Presepe vivente in Duomo a Ferrara il sabato prima del Natale, le vacanze/convivenze in montagna con le famiglie in estate.Lo facciamo perché siamo gra-ti della strada che abbiamo in-contrato poichè, come diceva Claudio Chieffo in una sua vec-chia canzone, “E’ bella la stra-da per chi cammina”.

Paolo B.

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Anche durante tutto il 2018 sono continuati gli incontri del nostro allegro e numeroso gruppo famiglie.Sempre il sabato sera, sem-pre in oratorio, ci siamo trovati, consolidando la nostra dimen-sione di “grande famiglia”. Pro-prio così! Credo di poter affer-mare che durante tutti questi anni, siamo cresciuti come vero gruppo, capace di stringersi at-torno a chi, sia tra di noi, sia all’esterno del gruppo, ha biso-gno di sostegno attraverso la preghiera; cresciuti in amicizia, in capacità di rapportarci sulle tematiche che più ci stanno a cuore, soprattutto riguardo ai nostri figli ed al mondo che ci circonda.A questo proposito, il nostro

anno è iniziato con un paio di serate con alcune coppie esperte di altri gruppi famiglie e associazioni ferraresi, da cui sono poi scaturite in una serie di nostri incontri volti alla cre-scita come genitori, per aiutarci ad essere presenze certe per i nostri figli, affiancandoli nel loro percorso di maturazione.Per alcune coppie del nostro gruppo famiglie, l’anno appe-na trascorso poi è stato anche un anno “in uscita”. Abbiamo proiettato al di fuori del grup-po, in uno spirito di servizio alla Chiesa, le nostre esperienze di vita di coppia e di famiglia, in due nuovi percorsi nati, l’uno per accompagnare le coppie di fidanzati al sacramento del matrimonio, e l’altro per esse-

Per una famiglia dove si respira Dio-Amore

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re vicini alle coppie che hanno ricevuto il sacramento negli ul-timi anni.Per noi “coppie seniores” che abbiamo contribuito, questi nuovi percorsi sono stati espe-rienze importanti di confronto e di crescita personale. Le cop-pie di fidanzati e di neo-sposi ci hanno arricchito con le loro sto-rie, facendoci ripercorrere tap-pe importanti della nostra vita, permettendoci di comprender-le sotto altri aspetti e punti di vista nuovi e più profondi. La preparazione, seguendo testi di valore di autori di riferimen-to, sempre guidata dal parroco, unitamente alla condivisione di momenti di vita personale im-portanti, a volte carichi di tutto un bagaglio di sentimenti ed

emozioni, ci ha permesso di vivere incontri autentici e ha aumentato, nelle nostre vite di sposi e nelle nostre famiglie, un profondo senso di apparte-nenza alla Chiesa.Siamo grati per aver ricevuto dal Signore il dono grande del nostro amore coniugale e sia-mo ancora più grati di poterlo mettere al servizio di altre cop-pie, per aiutarle a vivere nella libertà e nella gioia che solo vivere con il Signore e per il Si-gnore può dare. E il percorso con le coppie di “sposi giovani” continua anche quest’anno.Siamo convinti che per servire gli altri sia necessario alimen-tarci di preghiera e di sani e santi esempi, e quest’anno ric-co di nuovi incontri, ne ha co-

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nosciuto uno su tutti, davvero folgorante! L’incontro con i ge-nitori di Laura Vincenzi per la quale è in corso il processo di beatificazione. Nel suo testa-mento spirituale Laura scrive così:” Signore Dio… ti ringrazio per la famiglia in cui vivo dove si respira il Tuo Amore”. I suoi genitori sono esattamente ciò che Laura dice: ci hanno fatto il regalo di donarsi a noi per te-stimoniare che, in famiglia, l’a-more per Dio viene trasmesso attraverso l’esempio e le pic-cole azioni della quotidianità, amando i nostri bambini, con la fiducia nella Provvidenza che mai ci lascia soli.Per ringraziare, in aprile ci sia-mo recati a piedi al Santuario

della Beata Vergine del Pog-getto, alla quale sempre ricor-riamo, dove abbiamo passato una bellissima giornata di pre-ghiera, giochi e convivialità.

Francesca R.Gruppo Famiglie

Per informazioni: 3470708825

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Il gruppo “Anna e Gioacchino” costituitosi all’inizio dello scor-so anno pastorale ha ripreso la propria attività.Perché “Anna e Gioacchino”? Perché caratterizzato principal-mente da persone che svolgo-no la loro missione di genitori e nonni ispirandosi ai Santi Gio-acchino ed Anna, i quali, con-siderando la loro preziosa ere-dità, rappresentano un pezzo fondamentale della storia della salvezza.“Quanto sono importanti i non-ni nella vita della famiglia per comunicare il patrimonio di

umanità e di fede essenziale per ogni società” (Papa Fran-cesco).E’ questo il cammino che il gruppo intende intraprende-re: approfondire alla luce del Vangelo (quest’anno Luca) la missione che si è chiamati a compiere senza rinunciare ad essere persone attive social-mente e culturalmente.L’anno è iniziato infatti con una cena nel refettorio del conven-to per sottolineare lo spirito di amicizia e di condivisione che deve caratterizzare gli apparte-nenti a questo gruppo.

Buon Primo Compleanno“Anna e Gioacchino”!

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Ha fatto seguito poi una gita-pellegrinaggio a Cesena, con visita all’Abbazia di S.Maria del Monte e alla biblioteca Mala-testiana. La giornata è inizia-ta con la S. Messa e con l’af-fidamento alla “Madonna del monte” dell’anno di attività del gruppo stesso. Il pranzo al sac-co, consumato all’interno del convento, è stata una ulteriore occasione per rafforzare l’ami-cizia.Il pomeriggio poi e’ stato dedi-cato alla visita della biblioteca malatestiana, biblioteca mona-stica fondata alla metà del sec XV, giunta fino a noi perfetta-mente conservata nell’edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.

L’atmosfera di grande comunio-ne che ha caratterizzato l’intera giornata ha lasciato un segno positivo in chi vi ha partecipa-to con l’auspicio di poter vive-re altri momenti con la stessa intensità spirituale e culturale. L’obiettivo anche per quest’an-no è quello di far nascere nuo-ve amicizie e consolidare quel-le già esistenti tra le persone seniores che frequentano la parrocchia di Santo Spirito con l’auspicio ci coinvolgere anche amici e conoscenti perchè nes-suno sia lasciato solo. .

Vinicio B.Gruppo Ss. Anna e GioacchinoPer informazioni: 3409878078

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La Compagniadello Spirito Santo

Dal punto di vista dei ragazziCompagnia dello Spirito Santo: sono poche parole, ma non è facile definirle in breve in quan-to è una realtà assolutamente meravigliosa che comprende tantissimi aspetti. Attualmente siamo un grup-po di ragazzi che va dai 12 ai 18 anni, ma continuamente in crescita, affiancati da educatori frequentanti la Parrocchia che hanno deciso di assisterci nel proseguire il nostro cammino

cristiano dopo la cresima. Ap-profondiamo vari temi relativi alla nostra fede tramite tantis-sime attività, la cui principale è l’incontro che si tiene dopo la Messa delle 10, durante il qua-le trattiamo sempre tantissimi argomenti anche relativi a va-rie realtà della vita quotidiana. In più da questo da quest’anno abbiamo iniziato ad incontrarci la mattina, prima della scuola, per pregare insieme e a set-

tembre abbiamo cominciato un percorso che ci vede par-tecipare alla Messa tutti i primi venerdì del mese per ottenere quanto promesso da Gesù nel-le apparizioni del Sacro Cuore in Francia riconosciute dalla Chiesa. Altra bellissima esperienza che abbiamo vissuto un paio di mesi fa per la seconda vol-ta, la notte biblica durante la quale abbiamo letto per esteso tutto il vangelo secondo Marco

(l’abbiamo finito in due volte), dopo esserci divertiti tutti insie-me durante cena e giochi, ed in seguito siamo rimasti a dor-mire in Parrocchia! Tutti mo-menti molto belli e profondi. La Compagnia però non offre solo questo tipo di opportunità, ma anche quella di stare tutti insie-me, divertirci e imparare anche tante cose con tutte le attività che vengono organizzate per il fine settimana con l’aiuto de-

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gli educatori, il tutto sempre sotto la supervisione di Padre Massimiliano. Alcuni esempi ne possono essere i giri in bici-cletta che facciamo guidati da Francesco Buttino, che ci porta sempre alla scoperta di alcuni luoghi particolari di Ferrara.La Colletta alimentare a cui ci dedichiamo tutti gli anni per poter dare qualcosa a chi non possiede nulla. Il coro di cui di-versi di noi fanno parte animan-do la Messa delle 10, il restau-ro di una grande croce raccolta dall’immodizia, a cui ci siamo dedicati negli ultimi anni sotto la guida di Piergiorgio, che ora

si trova appesa nell’area retro-stante il campo da basket e di cui andiamo molto orgogliosi, o ancora il cineforum, curato da Paolo Ferretti. Anche numerosi altri eventi, quali pranzi, cene, feste di compleanno, giochi della nostra ludoteca organiz-zata con l’aiuto di Pierfrance-sco, a cui partecipiamo sempre per il piacere della “compagnia della Compagnia”. Tante volte ci siamo recati anche in gita in diverse città quali Bologna, Co-macchio, Verona e altre. Inoltre durante il periodo estivo orga-nizziamo tutti gli anni un cam-po in montagna con una meta sempre diversa: quest’anno siamo andati a Romeno, in Trentino. Per lo più, noi ragazzi delle su-periori abbiamo partecipato ad un altro campo a fine Agosto in Sardegna! Organizzato con l’a-iuto di Noemi, una delle nostre educatrici che viene da Nuoro. Entrambi i campi bellissimi, ric-chi di spiritualità ma anche del-la simpatia di tutti quanti. La Compagnia è davvero una realtà unica: si può essere sé stessi senza sentirsi giudicati, con le proprie passioni, la pro-pria personalità, i propri pregi e difetti. Ci sosteniamo sempre tutti a vicenda e non lasciamo mai nessuno da solo: siamo

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davvero una comitiva unita e che si vuole molto bene no-nostante tutte le differenze che possano esserci tra di noi perché ciò ci accomuna è più forte, ossia la nostra fede e la voglia di stare insieme. Ormai sono già 4 anni e mezzo che questo bellissimo gruppo va avanti e io personalmente qui mi sento a casa ed è giusto rin-graziare tutti quanti gli educa-tori, anche con i quali c’è un bel rapporto di scambio di opinioni e divertimento, ma soprattutto il Signore che ci ha permesso di trovarci e portare avanti ne-gli anni la compagnia. E come dice il nostro motto:” VIVA CRI-STO RE E LA VERGINE DI GUADALUPE!”

Irene S.

Dal punto di vista degli educa-toriLa Compagnia dello Spirito Santo ha già cinque anni di vita e i ragazzi che la frequentano, tutti del post Cresima, sono sempre più numerosi.Nata per ispirazione del nostro parroco p. Massimiliano che ha fatto la proposta iniziale a due educatori, ora sono circa una decina gli adulti che seguono con impegno, costanza e se-rietà un numeroso gruppo di ragazzi (al completo una tren-tina) suddivisi in medie e supe-riori.Le attività e le proposte sono molteplici e ricoprono un’am-pia area educativa/spirituale ( incontri formativi, cineforum, uscite in città alla conoscen-

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za di Ferrara storico-religiosa, uscite fuori città. canto, feste, compleanni, cene comunita-rie, caritativa, campi estivi…), ma tutte con un’unica finalità: diventare amici di Gesù, cono-scerlo, amarlo, seguirlo e con-solidare sempre più la propria identità cristiana.Questo, per noi educatori,è una priorità assoluta, una emergenza educativa, vista la realtà scristianizzata e priva di valori in cui sono immersi i ra-gazzi quotidianamente.Ciò permette a loro e a tutti noi di guardare la realtà con occhi nuovi e capire il vero senso della vita. A questo proposito, l’anno è

stata avviata una nuova atti-vità particolarmente preziosa: il gruppo di studio settimanale del martedì (per i ragazzi delle medie) e del giovedì (per i ra-gazzi delle superiori).Seguiti da insegnanti delle va-rie discipline scolastiche, per un momento altamente forma-tivo ed educativo, i ragazzi, ol-tre a svolgere i compiti, fanno esperienza di amicizia, compa-gnia, aiuto reciproco e lo studio diventa un momento importan-te di crescita e maturazione globale della loro personalità in formazione, e non solo un obbligo scolastico a cui si deve adempiere con fatica e per for-za. Per i due gruppi, medie e

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superiori, gli insegnanti seguo-no tematiche educative, for-mative e spirituali articolate in modo diverso vista l’età varia-bile dei ragazzi e quindi degli interessi e della maturazione.In ultima analisi, la Compagnia dello Spirito Santo attraverso l’accompagnamento dei vari educatori, la guida del parroco p. Massimiliano e le varie attivi-tà proposte nei vari ambiti, vuo-le dare ai ragazzi del post Cre-

sima la possibilità di crescere e maturare in modo armonico e completo i vari aspetti della personalità in formazione dei ragazzi preadolescenti e ado-lescenti (ambito spirituale, in-tellettuale, sociale, emoziona-le), tenendo sempre conto che tutto ha senso e significato se finalizzato a Gesù, al Suo Amo-re, alla Sua conoscenza e alla Sua sequela.

Simonetta S.

Il coro della CompagniaAlcuni dei ragazzi della Compagnia dello Spirito Santo si sono presi da tre anni a questa parte, l’impegno di animare in maniera significativa la Santa Messa della nostra Comunità Parrocchiale sotto l’esperta guida artistica del Direttore del Coro Polifonico Francesco Pinamonti, che è così tornato alle sue origini. Si tratta di una decina di ragazze e ragazzi che, approfondendo il reper-torio musicale sacro e gli aspetti della liturgia nella prova settima-nale del sabato pomeriggio (ore 15.30), riescono, tra i mille impe-gni e gruppi di cui fanno parte, ad essere testimoni fedeli e seri di questo prezioso ministero che rende più bella ed intensa la nostra partecipazione alla santa Messa domenicale. Nonostan-te l’esiguo numero il gruppo riesce sempre ogni domenica ad animare in maniera più che dignitosa il momento più importante della nostra vita cristiana, guidando il canto dell’assemblea.Personalmente sono veramente fiero di loro e del loro servizio. Anche da queste pagine rivolgo un invito a tutti i ragazzi, ma an-che ai genitori dei bimbi del catechismo dell’iniziazione, ad aiu-tarci ad ingrossare le file del gruppo perché questa esperienza di bellezza e carità possa continuare a vivere.

P. Massimiliano M.Per informazioni e adesioni

rispetto a questo Coro: 3703232151

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Un gruppo di amiciper crescere in Dio

Gesù e Maria sono la nostra famiglia, con loro ci sentiamo sem-pre amati e coccolati, come a casa. Non c’è nulla di più vero per il Gruppo Giovani della parrocchia di Santo Spirito, formato da ragazzi ferraresi e da studenti universitari provenienti da molte parti d’Italia che si ritrovano per percorrere un cammino di fede insieme. Il Gruppo è nato diversi anni fa, e cerca ogni anno di rin-novarsi per proporre attività sempre nuove ed entusiasmanti che vadano incontro agli interessi di tutti. L’anno scorso, con il prezio-so aiuto di Padre Massimiliano abbiamo intrapreso una cateche-si biblica, attraverso la lettura del Vangelo di Marco: è stato molto interessante scoprire come queste parole possano essere utili e di grande insegnamento tuttora nella nostra quotidianità e come poterle mettere in pratica seguendo l’esempio di Gesù. Accanto a questo percorso, con altri incontri è stato trattato un argomento molto delicato in questi tempi per noi, ovvero l’affettività. Il tema dell’amore umano è stato visto secondo gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II e Carlo Cafarra e concluso con la visione e il commento del film “La bottega dell’orefice” di Karol Wojtyla. Que-sti incontri settimanali di catechesi e formazione si sono alternati ad altri momenti di ritrovo, in cui la finalità era semplicemente passare il tempo insieme e fare comunità, anche solo mangian-do una pizza o divertendosi con qualche gioco di società. Arrivati a fine giornata, dopo lezioni o esami, è sempre piacevole trovare amici con cui poter parlare e divertirsi, anche confrontandosi ri-guardo le gioie e difficoltà di ogni giorno, aiutandosi a vicenda a crescere e migliorarci con gli altri e con Dio. Nel corso dell’anno ci sono stati eventi che ci hanno dato la possibilità di aumentare in numero ed arricchirci spiritualmente. Primo fra tutti è stata la nascita del coro Alba Chorus Marie, al quale diversi di noi hanno deciso di aderire e che ha reso possibile che nuovi giovani si aggregassero al Gruppo. Poi, esperienza da non dimenticare è stata la partecipazione di buona parte dei giovani al memorabile pellegrinaggio in Umbria a maggio, che ha consolidato l’unione

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del gruppo e con Maria Santissima, nel suo mese. Infine, reduci da questa forte esperienza, abbiamo tramesso l’entusiasmo an-che a chi non è riuscito a partecipare, organizzando un secondo pellegrinaggio a Padova, in prossimità della festa di Sant’Anto-nio, a giugno.Queste edificanti ed entusiasmanti esperienze ci hanno motiva-ti a riprendere il cammino insieme in questo nuovo anno con un rinnovato percorso: per quel che riguarda le Sacre Scrittu-re abbiamo iniziato la lettura del Vangelo di Luca, mentre come temi di discussione e formazione abbiamo pensato di affrontare a piccole dosi alcune delle problematiche che si presentano nella vita di tutti i giorni. La prima intrapresa è il lavoro e la sua santi-ficazione. Ci auguriamo che nuovi giovani universitari possano trovare come noi in questo Gruppo uno spunto di crescita e di riavvicinamento con Dio, poiché anche se lontani da casa, pres-so lui troviamo sempre consolazione e perché no, anche nuovi buoni amici!

Lucia B.Gruppo Giovani

Per informazioni 3484899366

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Il Centro d’ascolto…un anno dopo

Per il Centro di Ascolto è già trascorso un anno! Molte sono le persone passate a chiedere aiuto…e sempre qualcosa han-no ricevuto.Ci sono spesso gli assistiti del nostro Banco Alimentare (ed al-tri se ne sono aggiunti) che ma-nifestano altre necessità. Serve un aiuto per l’acquisto di un far-maco, per un presidio sanitario o per il materiale scolastico dei figli. Il Parroco distribuisce a tutti ciò che la carità della parrocchia gli affida. Ci sono molti cittadini extracomunitari senza lavoro e con figli piccoli. Tra i nostri con-cittadini, poi, c’è chi ha perso il lavoro o ne ha uno solo saltua-rio. Queste persone si trovano a vivere anche momenti di scon-forto e per loro c’è l’aiuto della psicologa del nostro gruppo che li incontra e tiene e con loro con-tatti anche telefonicamente. Per alcune persone siamo stati un punto di riferimento per progetti personalizzati, sostenuti anche materialmente.La porta è sempre aperta …. Il giovedì dalle 10 alle 12 … e se non viene nessuno siamo di-spiaciuti!

Ci sono persone che passano solo una volta o che incontriamo periodicamente. I problemi che ci portano li discu-tiamo col Parroco (o lui stesso ci propone nuove persone) e cer-chiamo la via per aiutarle.Spesso c’è bisogno di essere ascoltati con pazienza e amo-revole attenzione. Altre volte le persone vengono indirizzate ad altre organizzazioni di volonta-riato destinate a settori specifici (come il SAV).In questo anno abbiamo iniziato a distribuire anche i farmaci che abbiamo raccolto col Banco Far-maceutico di febbraio.Il primo incontro è per noi solo l’i-nizio della ricerca di una soluzio-ne. È bello chiedere qualcosa, per chi ha bisogno, ad altre per-sone coinvolgendole nell’aiuto.Insomma, un anno è passato ed è stato un bell’anno per il nostro Centro. Speriamo che nel pros-simo il Signore ci faccia incon-trare ancora altre persone per le quali fare qualcosa di buono e di utile.

Paola C.Gruppo Carità dello Spirito Santo

Per info: 3392804704

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Una carità che ci educaSempre presente e quanto mai attivo, il “Banco Alimentare“ è una bella realtà che, all’interno della nostra parrocchia, opera nel solco dell’insegnamento cristiano e nella tradizione del-la dottrina sociale della Chiesa.Un punto di riferimento che si avvale di diverse forme di rac-colta di quanto noi andiamo a redistribuire dalla collaborazio-ne diretta con le istituzioni al coinvolgimento di quanti, con un piccolo gesto, siano disposti a venire in aiuto dei tanti fratelli e sorelle che vivono nel biso-gno. Aumenta infatti di anno in anno il numero di chi ci chiede assistenza: persone sole o in-teri nuclei familiari con bambini

di diverse età, giovani e meno giovani che non hanno lavoro, anziani con redditi minimi, per-sone malate.La nostra presenza diventa un punto di riferimento che con-sente parimenti una risposta di sostegno concreto e di vicinan-za e partecipazione attraverso quel rapporto diretto e perso-nale che è condizione ineludi-bile nel cammino di una vera inclusione sociale. Continuiamo dunque a lavo-rare coinvolgendo quanti sa-pranno ascoltare il nostro invito a comprendere la profondità della parola “dono“, che non è solo un possesso materiale ma è amore verso l’altro.

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E’ questo l’invito che abbiamo fatto ai bimbi e ragazzi che fre-quentano la nostra parrocchia durante un bell’incontro che all’inizio della Quaresima li ha coinvolti direttamente, motivan-doli a intraprendere un cammi-no di condivisione che renda fattiva la carità. Alcuni di loro hanno in seguito anche parte-

cipato alla giornata della colletta alimen-tare cittadina annuale di cui beneficia anche il nostro banco.L’anno scorso, con-cretizzando l’invito di Papa Francesco, ab-biamo dato inizio alla bella esperienza del “pranzo della solida-rietà e dell’amicizia“ che prosegue anche quest’anno nell’ap-prossimarsi del Santo Natale. Un’occasione per stare insieme, per creare un momento di serenità in cui si per-cepisca la presenza amorevole di chi ti sa ascoltare. L’incontro con l’altro è una sfida bellissima

che arricchisce il nosro cammi-no di fede. Una “opportunità di Grazia“ che la nostra comunità parrocchiale ha saputo coglie-re e fare propria.

Piero e Fiorenza ZabiniBanco Alimentare S. Spirito

3290509690

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Il pensiero cattolicocome carità e servizio

Il 2018 ha visto il Centro Cul-turale San Massimiliano Kolbe (CCMK per gli amici) , come ormai di consueto, ricco di ini-ziative, grazie alle proposte delle varie associazioni che collaborano stabilmente alla programmazione e alla fattiva organizzazione degli eventi . La partecipazione di un pubbli-co numeroso, sempre interes-sato e attento è sicuramente di stimolo all’impegno culturale di diffusione e approfondimento dei temi che ci sono cari e al-ternativi al pensiero unico do-minante. Eventi che hanno riproposto “valori non negoziabili“, che il prof. M. Gandolfini ha rinver-dito in febbraio, nel grande in-contro al Teatro Nuovo, calan-doli nel quotidiano. Si è parlato ancora della salvaguardia della

vita, con l’esperienza-testimo-nianza del ginecologo Antonio Oriente (ex abortista). In colla-borazione stretta con le inizia-tive della parrocchia c’è stata data occasione di riflettere sul tema della famiglia nelle sue intriganti sfaccettature e soli-dità di valori con eventi carichi di umanità e di fede di perso-nalità che abbiamo conosciuto attraverso i significativi libri che hanno scritto: da Paola Belletti (Osservazioni di una mamma qualunque) ai genitori di Filip-po Bataloni (Con la maglietta a rovescio), a Mariolina Ceriotti Migliarese (Erotica e Materna), etc. La stessa quotidianità che abbiamo ritrovato nella risco-perta di percorsi di vita di “nor-male“ santità e beatificazione. Abbiamo così riscoperto la fi-gura del terziario francescano

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Beato Contardo Ferrini riper-correndo la sua vita con il prof. M. Invernizzi ed il regista A. De Giglio e quella eroicamente materna di Santa Gianna Ber-retta Molla, raccontata nella toccante testimonianza della figlia in una serata veramente memorabile. Vite di profonda fede ma, allo stesso tempo, immerse in un ordinario quoti-diano. Un gruppo studio sorto in parrocchia ha ultimamente portato all’attenzione della cit-tà anche la figura di un ferra-rese grande protagonista del cattolicesimo sociale del primo Novecento, parrocchiano per quarant’anni di Santo Spirito, il servo di Dio Giovanni Grosoli Pironi. Tra le attività del CCMK può essere menzionata anche la newsletter che a cadenza quin-dicinale raggiunge oltre 500 indirizzi di posta elettronica,

offrendo spunti di riflessione interessanti pescati in rete. Il lavoro di ricerca e selezione di articoli apparsi su testate catto-liche e non, propone argomenti di attualità religiosa, etica, cul-tura e politica per una condivi-sione più “giornalistica “ di ar-gomenti “caldi“ della vita nella Chiesa e nel mondo. Nel 2019 proseguirà la pro-posta di figure di santità e be-atificazione vicine al nostro quotidiano e speriamo di poter offrire anche un ciclo di eventi sulla civiltà cattolica con l’ap-profondimento di alcuni im-portanti scrittori come Tolkien, C.S. Lewis, Chesterton, Gua-reschi e Corti, presentati da esperti conoscitori. La presente vale da invito … vi aspettiamo .

Roberto S.Centro Culturale

san Massimiliano M. Kolbe

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“Opera SanspiritinaPellegrinaggi 2018”

Nel 2018 sono stati organizzati diversi pellegrinaggi di più giorni. Il primo, all’inizio dell’anno ci ha portati a san Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo e quindi fino all’estrema punta sud della peni-sola pugliese (S. Maria di Leuca) visitando anche i luoghi di san Giuseppe da Copertino e dei Mar-tiri di Otranto.il secondo di tre giorni (29.4-1.5) in Umbria a Cascia per rendere omaggio a s. Rita, ma visitando anche Collevalenza, la piccola Lourdes italiana, con una breve sosta a Città di Castello (S. Vero-nica Giuliani) e a Foligno (sant’An-gela da Foligno), senza resistere al richiamo della Porziuncola per l’ennesimo dolce passaggio a Santa Maria degli Angeli.Ci sono stati i viaggi di un giorno come quello della visita al Santua-rio di Bocca di Rio (BO) ma anche al Duomo di Prato e ai luoghi dove è vissuto Giovanni Bardazzi, un

singolare figlio spirituale di Padre Pio nei pressi di Calenzano. Con il gruppo Anna e Gioacchino c’è stato poi il viaggio a Cesena (S. Maria del Monte).Il pellegrinaggio più lungo è stato invece quello in Francia, con un tour di 4000 km attraverso le Alpi fino ai Pirenei che è stato davvero un dono grande.

La prima tappa del nostro pel-legrinaggio è stata La Salette. In questo luogo non distante dal

confine italiano, in un panorama moz-zafiato a 1800 metri di altezza, sorge un grandioso santuario e null’altro. Qui ci siamo soffermati nel luogo in cui la Vergi-ne incontrando due pastorelli li aveva in-vitati a fronteggiare

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le calamità incombenti riportando il popolo alla fede e alla preghie-ra. La Salette è eminentemente un luogo di preghiera e di medi-tazione.La tappa successiva ci ha portato in Savoia ad Annecy dove riposa-no, nella stessa chiesa uno ac-canto all’altro, San Francesco di Sales e santa Giovanna France-sca de Chantal, uniti dopo la mor-te così come lo erano stati nella vita terrena; e quindi ad Ars, dove il santo Curato ripete ai pellegrini la promessa fatta al pastorello in-contrato nel suo cammino che lo poteva per la prima volta al pae-se che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo:”Tu mi hai indicato la strada per Ars, e io ti indicherò quella del cielo”. Quindi è stata la volta di Paray-le-Monial, la citta’ del Sacro Cuore di Gesu’, dove è stata comunicata a Santa Mar-gherita Maria Alacoque la “Gran-de Promessa” dei primi nove ve-nerdì del mese . Abbiamo quindi visitato Nevers, dove riposa il corpo incorrotto di

Santa Bernadette Soubirous, tan-to bella da sembrare appena ad-dormentata. E finalmente Lourdes, il pezzo “forte” di questo pellegrinaggio. La Vergine Maria apparendo a Bernadette aveva chiesto : “Po-treste avere la gentilezza di veni-re qui …...?”. Con la stessa dol-cezza sembrava aver chiamato anche noi perché, giorno dopo giorno, il nostro percorso si è ar-ricchito di desiderio per l’incon-tro con la grotta dell’Immacolata Concezione e nemmeno gli osta-coli che a più riprese hanno ten-tato di rallentare questo appunta-mento hanno intaccato il morale dei pellegrini: né i tre pullman che abbiamo dovuto cambiare, né l’ attesa in autogrill sotto il sole, nè i ritardi. L’affiatamento e l’amicizia che matura in questi pellegrinaggi è davvero qualcosa di mirabile.Lourdes non può non entrare nel cuore: la statua della Vergine nel luogo in cui è apparsa, le fontane, le vasche, la grande attenzione ai malati, le decine e decine di vo-

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lontari, la preghiera continua, la processione serale delle 21, il rac-coglimento notturno. Ma sicura-mente uno dei ricordi più commo-venti è stato assistere all’ incontro di una nostra giovane pellegrina con il luogo di apparizione: era talmente felice di essere lì che quasi danzando diceva, interpre-tando il pensiero di tutti : “Mio Dio ti ringrazio! Non ci posso ancora credere! Ma se la mia mamma sapesse che sono qui! Proprio io, qui a Lourdes!”Il viaggio di ritorno ci ha fatto al-tri due regali : una sosta a Mar-siglia per visitare il monastero de la Serviane fondato da Maria di Gesù Deluil-Martiny e infine Laus, soltanto ad alcune decine di chilometri dalla frontiera italiana, un santuario avvolto di misteriosi

profumi dove per ben cinquanta-quattro anni la Madonna ha scel-to una povera pastora del luogo, rozza e analfabeta, la venerabile Benedetta Rencurel, per educar-la poco alla volta alla fede e farne uno straordinario strumento della grazia divina. Queste tappe numerose e appa-rentemente tanto diverse ci hanno mostrato come in realtà i luoghi e i santi incontrati fossero legati da una sottile trama spirituale che superando le barriere di tempo e spazio hanno fatto arrivare a noi messaggi che si completano vi-cendevolmente e illuminano le verità di fede rivelandosi profetici e ancora attualissimi e ci impe-gnano a testimoniare nella vita di ogni giorno.L’inizio del 2019 ha per noi in programma una visita di qualche giorno al santuario della Madon-na di Pompei e a Napoli, Amalfi e Ravello, Montecassino e Subiaco, luoghi di fede ma anche di grandi attrattive paesaggistiche.

Vanna D.Per informazioni 3479082113

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Vite controcorrenteL’anno è appena iniziato. Vai a trovare a casa le famiglie delle nuove ragazze e dei nuovi ragazzi che hanno sentito in giro par-lare degli scout ed hanno deciso finalmente di iscriversi anche loro. Mettiti in contatto con gli altri Gruppi della Zona per cercare di smistare al meglio i nuovi ingressi, senza eccessi da una parte e buche delle lettere vuote dall’ altra. Poi inizia a programmare il nuovo anno, verifica quello precedente e progetta le attività, guardando all’ orizzonte gli obiettivi educativi ed i valori che ritie-ni importante perseguire. Organizza le varie giornate, vedi cosa hai in magazzino e cosa è invece da comprare, scrivi ed invia le comunicazioni ai genitori, contatta le strutture per poter tra-scorrere i campi estivi l’ estate prossima, riunisciti più volte alla settimana con le cape ed i capi del tuo Gruppo, una volta al mese con quelli della Zona e qualche volta durante l’ anno con quelli della Regione. Ascolta le esigenze delle famiglie ed osserva con attenzione chi hai nelle tue mani e vuoi educare con il metodo scout, servendoti dell’ amore di Cristo. E’ un po’ questo, a tratti, il tran tran di noi educatrici ed educatori scout. Nessuno di coloro che hanno scelto di vivere con questa modalità la propria vita lo

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fa per costrizione, dagli otto anni in su. Si tratta appunto di una scelta: il sabato pomeriggio si potrebbe tranquillamente trascor-rere in un bel centro commerciale appena fuori città. Eppure c’ è chi non lo fa, ma addirittura impiega buona parte del proprio tempo quotidiano ad una missione più grande e significativa.Quest’anno il Ferrara 3 si accinge a spegnere la sua ventunesi-ma candelina, un traguardo non scontato, che si deve innanzitut-to alla Parrocchia di S. Spirito, che da due decenni ci ospita nei suoi locali e nella sua comunità. Viviamo con gioia e gratitudine il nostro essere nella Parrocchia, anche se non della Parrocchia. La nostra, infatti, è l’ associazione di frontiera della Chiesa catto-lica, quella chiamata da Papa Francesco a costruire ponti, men-tre il resto del mondo erige inutili muri. E, nella nostra piccola realtà locale, è questo che cerchiamo di fare ogniqualvolta fre-quentiamo ed incrociamo le strade parrocchiali: dopo il bell’ anno di festa e verifica appena trascorso, siamo già ripartite e ripartiti con lo sguardo al futuro, continuando a lavorare sui nostri obiet-tivi di questo quadriennio. Essenzialità, accoglienza, fede. Ecco i bisogni delle lupette e dei lupetti, delle guide e degli esploratori, delle scolte e dei rover, ma anche della nostra Comunità Capi.Camminiamo insieme sulle vie della Vita vera.

Ivan F. - Marmotta silenziosaGruppo Ferrara 3

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Il Coro Polifonico di Santo Spiri-to, nonostante sia una formazione amatoriare, è una delle realtà mu-sicali più rilevanti nell’ambito del repertorio antico e barocco della nostra città, e prende il nome dalla nostra Chiesa dove presta il ser-vizio liturgico per le solennità più importanti. Il 2017 è stato un al-tro anno molto importante che ha visto il coro impegnato in diverse produzioni musicali con orchestra e soli, da Membra Jesu Nostri di D. Buxtehude alla partecipazione al “Da Vinci Baroque Festival” di Firenze con un programma intera-mente vivaldiano nella splendida cornice della Basilica di San Mi-niato, dall’esecuzione a Ravenna di un concerto ispirato al “Pur-gatorio” della Divina Commedia nella Basilica di san Francesco all’affollatissima esecuzione della Messa in do minore K427 di W. A. Mozart ospite della Basilica

ferrarese di Santa Maria in vado, dall’esecuzione dell’Alceste di Gluck nella Stagione Lirica del Te-atro Comunale di Ferrara, al pros-simo Concerto di Natale presso il Teatro “Bonci” di Cesena. L’attività concertistica importante prevede sicuramente un impegno significativo che però è limitato, prevalentemente, alla prova do-menicale presso le sale della no-stra parrocchia la domenica sera. L’organico varia a seconda del repertorio affrontato, ma sarebbe molto importante che la presenza di parrocchiani fosse più impor-tante e significativa, anche per-ché i componenti provengono non solo da tutta la città e parrocchie di essa, ma anche dalla nostra provincia e da fuori provincia

Francesco Pinamonti

Un anno di Coro PolifonicoSanto Spirito

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Il primo annodi Alba Chorus Mariae

Sono passate ore, giorni, mesi e siamo arrivati a festeggiare il Primo Anniversario dalla nascita del nuovo Coro Polifonico “Alba Chorus Mariae” in un clima di serenità, amicizia, divertimento e tanta tanta musica ! Da soli 4 componenti, il coro in un anno ha raggiunto ben 25 voci divisi nella classica formazione corale e dalle composizioni più semplici si è immerso in composizioni di spiccata bellezza del repertorio classico/polifonico antico… brani di Palestrina, Perosi, Molfino, ma anche brani inediti scritti appositamente per le atti-tudini del coro stesso! Tutto ciò, accompagnato da tante risate, da tanto divertimento ma soprattutto da tanto tanto impegno, ha allietato i nostri incontri di prova settimanali (il venerdì), i nostri momenti di riflessione, di preghiera…

Come Direttrice del Coro voglio dare personalmente testimonian-za di questa realtà che in poco tempo ha rallegrato e dato sol-lievo a molte persone, alla loro anima, alle loro difficoltà, ai loro dubbi. Prima del canto, ciò che ci unisce è la Fede, l’amicizia, la propensione al far del bene a chi ci sostiene, a chi ci segue, a chi crede in noi… ma anche a chi non ci ama o comunque non ci riconosce!

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“Solo donando con umiltà e semplicità di cuore si può essere veramente felici!”E’ stato un anno ricco di occasioni musicali come Rassegne Co-rali, Celebrazioni presso la Cattedrale della Città di Ferrara, Re-gistrazioni per incisioni CD, Dirette Radiofoniche… tutti momenti che hanno permesso al Coro di dimostrare le proprie capacità musicali, ma anche di saper andare avanti e rimanere sempre uniti, sotto la protezione Celeste della nostra Santa Madre Maria alla quale abbiamo dedicato il nostro nome “Alba Chorus Ma-riae”! Che dire di più? Grazie a tutti coloro che ci sostengono! Ci aspetta un nuovo anno già pieno di impegni musicali in Par-rocchia e fuori sede. Siete tutti invitati ad entrare nel nostro grup-po per crescere insieme musicalmente, umanamente, e spiritual-mente.Ah! Dimenticavo… …oltre a cantare bene siamo tutti molto bravi a cucinare non mancano infatti momenti di ritrovo culinario otti-ma carica per affrontare al meglio il nostro lavoro!

Angelica LunaPer info: 3281108906

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Rione S. SpiritoIl Rione di Santo Spirito nel 2018 ha vissuto con grande passione tutti gli impegni palie-schi che caratterizzano il mese di maggio a Ferrara. Ci siamo emozionati per gli esercizi delle bandiere e musici dei nostri at-leti più giovani di età compresa tra gli 8 e i 15 anni; grazie agli atleti “adulti” abbiamo portato ai campionati nazionali, che quest’anno si sono svolti nella nostra Ferrara, esercizi che ci hanno consentito di raggiunge-re buoni risultati. Abbiamo sostenuto con la con-sueta determinazione i nostri

campioni alle corse di Piazza Ariostea, dove, pur non otte-nendo vittorie, abbiamo sfiora-to il successo nella corsa dei cavalli. Ma Santo Spirito non è solo “Palio” e mese di maggio. Durante tutto l’anno diventia-mo “Rione” collaborando con le Istituzioni locali e con la Par-rocchia di Santo Spirito. A fian-co degli eventi che da sempre completano il nostro impegno sociale, culturale e ricreativo, Night and Blues, “Acido Aci-da” festival internazionale del-la birra, torneo di calcino delle contrade, abbiamo rinsaldato

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l’importante collaborazione con Padre Massimiliano che ha por-tato alla realizzazione di eventi culturali e aggregativi all’inter-no dei locali della parrocchia e nel quartiere. A giugno, per il terzo anno consecutivo, abbia-mo realizzato insieme la sagra di Sant’Antonio conclusa il 13 giugno, giorno patronale, con una processione assieme ai parrocchiani all’interno del rio-ne.IL 29 settembre abbiamo svol-to una cena perla ricorrenza dei 50 anni del Palio Moderno; in quella occasione abbiamo potuto rivivere bellissimi ricor-di ed emozionanti momenti di vita paliesca, che hanno ac-comunato e messo a confron-

to più generazioni e ricordato quando la sede era in via Resi-stenza adiacente alla Chiesa di Santo Spirito. Siamo certi che la vita della nostra Contrada non si esaurisce con il mese di maggio e proprio per questo desideriamo ampliare e conso-lidare le collaborazioni sul terri-torio, coinvolgendo sempre più giovani e meno giovani parten-do dalla passione che abbiamo per il Palio di Ferrara e raffor-zando sempre di più il rappor-to con la Parrocchia di Santo Spirito, dove peraltro stanno venendo battezzati anche al-cuni dei molti bimbi che stanno nascendo in Contrada.

Matteo CristoforiPresidente Rione Santo Spirito

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Sono partiti dalla Sorgente ed hanno iniziato a vivere con il BattesimoNiccolò Maria Giordani (5.05), Matilde Maria Visentin (6.05), Carlo Maria Cozza (13.05), Ilaria Maria Ghirelli (13.05), Livia Ma-ria Mazza (2.06), Ettore Giallatini (23.06), Lorenzo Previati (23.06), Cecilia Maria Bernagozzi (30.06), Angela Bertocchi (1.09), Edoardo Maria Usurini (29.09), Ettore Piz-zianardi (13.10)

Chiamati dalla Sorgente hanno ricevuto il Pane eucaristico che li invia nel mondo a donare l’a-more:Anna Beltrame, Ginevra Busi, Da-vid Cerlinca, Matei Cerlinca, Mir-co D’Alvano, Luca Ferretti, Sara Fiorini, Teresa Fiorini, Charice Flores, Ludovica Forlani, Mattia Marsico, Margherita Mezzaro, Cecilia Pavan, Elena Pinamonti, Alvise Poli, Deniel Poli, Tommaso Poluzzi, Sara Robba, Davide Ru-bini, Martina Salvi, Caterina Toc-chini. Chiamati dalla Sorgente, hanno ricevuto lo Spirito Santo che li invia a fare nuovo il mondo: Riccardo Umberto Bonazza, Mi-chela Cura, Filippo Casoni, Fran-cesco Cavazzuti, Vanessa Silvia Dalle Rive, Francesco Mancini, Cecilia Mezzaro, Martina Ono-rato, Alyssa Pedroso, Edoardo

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Pinamonti, Martino Pinamonti, Giulia Rubini, Francesco Maria Tocchini, Ghislaine Togmeu.

Hanno attinto alla Sorgente dell’amore ed hanno consacra-to la loro vita di sposi:Matteo Barioni – Silvia Felletti (24.02), Andrea Gherardi – Cristi-na Marzola (15.04), Marco Mar-chetti – Francesca Pollinzi (2.06), Gian Luigi Fiorini – Elena Maria Bazzanini (9.06), Enrico Previati – Elisa Andreetti (23.06), Paolo Tor-ricelli – Marialivia Borgatti (7.07)

Sono risaliti alla Sorgente della vita e si sono ricongiunti al Pa-dre:Matilde Bornisacci (16.12.2017), Fabio Sovrani (5.01), Paolo De Palma (13.01), Maria Botto-ni (16.01), Gabriele Marzocchi (11.02), Mario Finzi Vita (20.02), Giulia Bovi (24.02), Rosalia Di Loro (19.01), Cesare Canella (11.02), Franco Borghetti (8.03), Romana Buzzoni (21.03), Rugge-ro Zambon (1.04), Eleonora Ca-potorto (4.04), Giordano Draghi (6.05), Luciano Canella (9.05); Antonio Ramaciotti (9.06), Lui-gia Maria Paolazzi (90.6), Alber-to Pinca (18.06), Cosetta Forla-ni (28.07), Italo Antinori (29.07), Gianfranco Menegatti (23.08), Velda Schincaglia (19.09), Franca Consiglieri (29.09), Gabriella Re-sca (4.10), Luciana Moretti (11.11) Tonino Pocaterra (4.12) e Luciano Guercio (12.12).