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007
PERIODICO D’INFORMAZIONE A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI ONORE PUBBLICITA’ INFERIORE AL 50%
Voci dal
Paese
Voci dal Paese
Periodico d’Informazione del Comune di Onore
2
Anno XII – Numero Unico - dicembre 2007
IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
Eroi positivi e negativi 3
SCUOLA E FORMAZIONE
Biblioteca 6
Scuola dell’infanzia 10
Scuola primaria 11
AMBIENTE E SPORT
U.S. Onore Calcio 12
Foto Estate 2007 16
CTG Free Mountain – Turismo 20
Settimana ciclistica 22
SPAZIO SOCIALE
Ora e sempre Renato Zero 27
CRE 2007 28
Loreto 2007 29
Vacanze Catalane 30
Anniversari 31
Immagini d’altri tempi 32
La Voce degli Alpini 33
Notizie dalla famiglia 34
Vivere la solidarietà 35
Viaggio in Bangladesh e Padre Gregorio 37
Nuovi arrivi 39
ACCADE IN COMUNE
Finestra sui Servizi Sociali 40
Piano Integrato d’Intervento contrada Pozzo 42
Ampliamento Centro Sportivo 45
Gemellaggio 46
L’ANGOLO DEI RICORDI 47
INFORMAZIONI UTILI 51
Voci dal
Paese
Comune di Onore
Via G.Marconi, 11
24020 Onore BG
tel. 034671191
fax 034674456
e.mail: [email protected]
www.comune.onore.bg.it Periodico d’informazione del Comune di Onore
Voci dal
Paese
Periodico d’informazione
del Comune di Onore
Direttore responsabile:
Gianpietro Schiavi
Coordinatore:
Erminio De Rosa
Collaboratori:
I Consiglieri comunali
Autorizzazione n. 43 del Tribunale di
Bergamo in data 19.10.1996
Redazione:
Uffici del Comune di Onore
Via G.Marconi, 11 – 24020 Onore BG
Editore:
Comune di Onore
Impaginazione e fotocomposizione:
Comune di Onore
Stampa:
Olmografia S.r.l. – Clusone BG
3
EROI POSITIVI E NEGATIVI
“Nessuno può vedere il Regno di Dio se non nasce di nuovo”
(Giovanni 3,3)
Esistono ancora gli eroi? E se sì, chi sono? E cosa
c’entrano gli eroi con la frase dell’evangelista scritta più
sopra? Nella mitologia, gli eroi sono esseri nati dalla re-
lazione amorosa tra una dea o un dio e un essere umano.
Sono quindi esseri, persone, fisicamente simili a tutti gli
altri, ma dotati di qualità morali superiori. Essi posseg-
gono doti di straordinario coraggio, lealtà, fedeltà, spiri-
to di sacrificio, generosità e quant’altro. Ma come han-
no acquisito tale struttura caratteriale, l’hanno ereditata
ovvero è frutto di un intenso e rigoroso tirocinio forma-
tivo? Anche nella mitologia i nostri eroi si sono con-
frontati con i propri limiti, le proprie difficoltà e soffe-
renze, con le proprie paure e i propri dubbi. In una paro-
la erano più umani degli umani, ma con un’energia inte-
riore, spirituale, che li portava a vivere le vicende della
vita con un’inclinazione creativa, animati da fiducia nel
prossimo e in Dio, speranza nell’avvenire e dedizione
agli altri. L’eroe è insomma una persona positiva che
crede prima di tutto nel mistero della vita e, in secondo
ordine, nelle relazioni umane che la qualificano. Rela-
zioni visibili che svelano il mistero e la bontà
dell’Invisibile. L’eroe, così delineato, forgiava il pro-
prio carattere sin dalla più tenera età, guidato dalla sa-
piente saggezza degli adulti, a loro volta confortati e si-
curi nel solco dei valori tradizionali. La tradizione, in-
fatti, è quel patrimonio di valori umani, culturali e reli-
giosi che sono tradotti (tradizione) e passati di genera-
zione in generazione. La tradizione è quel contenitore
che protegge quanto di buono, di vero e di bello si è ac-
cumulato nel corso dell’esperienza umana. La tradizio-
ne, infine, è resa visibile nei riti familiari, civili e reli-
giosi più in generale. Ogni festa popolare veicola dei
valori, qualcosa che vale, così come ogni rito religioso
c’introduce in una nuova vita, a dei nuovi Beni per cui
valga la pena di vivere. Purtroppo, nella società attuale,
tali affermazioni suonano vuote e prive di senso. Abi-
tuati come siamo a credere solo a ciò che vediamo e
tocchiamo con mano (merce da consumare). Parlare di
riti e di valori è per noi privo di senso, come fosse una
sorta di retaggio del passato, inutile zavorra per chi ha
fede solo nella scienza, nel progresso e nel visibile.
Tornando a noi, gli eroi del passato si sottoponevano
con orgoglio ai riti d’iniziazione, che la tradizione ave-
va approntato e consolidato nel corso degli anni. Si
fidavano di un dispositivo che li guidava nel loro per-
corso maturativo. I riti accompagnano le persone nel-
le loro tappe evolutive, da quando si entra a far parte
di una comunità a quando la si lascia. Si entra nel
mondo attraverso dei riti, si accoglie, infatti, il nuovo
venuto con una festa (perché viene appunto da lonta-
no), e se la famiglia è religiosa si celebra anche il
Battesimo (che lo accoglie nella comunità dei creden-
ti). Più tardi lo si aiuta a riconoscere il proprio stato
di adulto (riti di pubertà e del matrimonio). Più avan-
ti, lo si sostiene nei momenti di sofferenza e accom-
pagnamento alla morte (visite ai malati e rito
dell’estrema unzione per chi crede) e nell’estremo sa-
luto di commiato (funerali civili o religiosi). I riti, in-
somma, fanno parte integrante della nostra vita, ci
aiutano a riconoscere visibilmente ciò che sta avve-
nendo invisibilmente dentro di noi, a riconoscere il
senso e a dare nome a quelle esperienze che stiamo
attraversando. Nel rito le mie emozioni, i miei senti-
menti e pensieri trovano una risposta ed
un’interpretazione. L’eroe positivo era un uomo della
tradizione e dei riti, che si fidava degli anziani e dei
saggi e che accoglieva con gratitudine il dono della
loro esperienza umana. Esperienza, lo ribadiamo, se-
dimentata nei riti. Se è vero che veniamo da lontano,
è pur vero che qualcuno ci ha aiutati a nascere e ci ha
accolti ed introdotti nelle regole di questo mondo. La
presunzione di non riconoscere questi dati di fatto ci
potrebbe costare molto cara.
Nascere, dunque, non basta! E’ necessario, come dice
S.Giovanni, rinascere di nuovo. Rinascere nello Spi-
rito, nella consapevolezza che ogni fase della vita
chiede una risposta valoriale diversa, che significa
spendersi per obiettivi più maturi. Ogni età richiede,
perciò, di mettere in atto comportamenti diversi, inu-
suali per noi, e di confrontarci con pensieri emozioni
e sentimenti altrettanto insoliti. Chi non si piega alle
esigenze della vita e si rifiuta di rispondere alle diver-
se domande che la vita gli pone, a diverse età, si tro-
verà sempre a percepirsi vuoto, solo, angosciato e
depresso. Questa è la giustizia che la natura reca in
sé.
di Giacomo Schiavi
Editoriale
4
Ecco, i riti ci aiutano a transitare da un’età all’altra, in
relativa sicurezza, ed a riconoscerne i valori da realizza-
re. Ad esempio, nel matrimonio i valori da riconoscere
sono quelli della relazione intima, dell’unione coniuga-
le, tra uomo e donna, di anima e corpo, della fecondità,
della maternità e paternità responsabili. Per chi crede,
tali valori rimandano e si fondano nel rapporto con il
Creatore. Ebbene, se ci sposiamo, ma in quel rito non
ne riconosciamo i valori, che sono poi gli obiettivi da
realizzare, il rito sarà stato inutile dal punto di vista del-
la nostra maturazione interiore. Se dopo il rito di inizia-
zione a nuova vita (matrimoniale) facciamo le stesse
cose di prima, il rito sarà stato vano, una farsa, non ci
avrà cioè aiutato a nascere di nuovo, a nuova vita. Na-
scere di nuovo significa, infatti, ritenere chiuso un peri-
odo della nostra vita, celebrando un bel funerale alle a-
bitudini, ai pensieri e ai sentimenti di quel periodo,
quello adolescenziale, per abbracciarne uno nuovo, che
presenta nuove sfide e mete. Il problema di oggi, di tan-
ta sofferenza fisica e morale, deriva proprio da questo
fatto: l’avere rinnegato i sani riti di iniziazione per so-
stituirli con riti ossessivi, patologici, consumistici. Ci ri-
feriamo all’enorme massa di persone che si danno ap-
puntamento nei centri commerciali, ogni domenica,
come fossero le nuove chiese; ai dipendenti dai video-
giochi, dalle droghe, dal sesso fine a se stesso; per non
parlare di chi aderisce a sette sataniche o altro. Tutte
queste forme rituali, patologiche perché ossessive, inve-
ce di aiutare le persone a crescere le mantengono in una
condizione infantile e di dipendenza. Siamo immersi in
un mondo infantilizzato, perché desacralizzato, perché
privato di veri riti di iniziazione. Tutto pare organizzato,
attraverso riti collettivi, per bloccare la crescita spiritua-
le delle persone. Nascere non basta! Vai a Gardaland,
oggi i parchi gioco nascono come funghi, per fare diver-
tire i tuoi figli e ti trovi con delle attrazioni che sono
pensate per gli adulti, per far sì che i grandi si pavoneg-
gino e mostrino il loro coraggio davanti a figli e mogli.
Coraggio (da cuore) che non ha niente a che fare con la
virilità e con il cuore, ma che è semplice esibizionismo
gratuito. Quando scendi da un tappeto volante non cre-
do sia cambiato qualcosa nella tua vita! E che dire dei
cibi che si consumano nei Mac-Donald, cibi morbidi e
colorati, che soddisfano i sensi, ma che invitano i bam-
bini a rimanere tali, senza denti, tanto questi non servo-
no per mordere la vita. E non parliamo dei vestiti, uni-
sex e dai colori sgargianti, ad ogni età. E’ proibito in-
vecchiare e riconoscersi un’identità di genere e sessua-
le. Tutti vantano diritti, infantili peraltro, pochi chiedo-
no di assumersi responsabilità. Quando guardi la televi-
sione, poi, per ore ed ore, non ti rendi conto che la
maggior parte dei programmi sono studiati e tarati per
un pubblico di età mentale non superiore ai 12 anni?
Anzi, l’organizzazione del palinsesto televisivo è offen-
sivo anche per l’intelligenza e la creatività dei bambini.
Forse non ne siamo consapevoli, ma l’unico scopo della
televisione è di creare spettatori-consumatori, da vende-
re alle aziende produttrici di prodotti o servizi. La tv
vive di pubblicità, tutto il resto non le interessa. Anni
fa gli spot pubblicitari erano concentrati all’inizio e
alla fine di uno spettacolo ed era la pubblicità che si
adattava al tipo di programma; oggi è il programma
che è studiato e confezionato per quel tipo di prodotto
che si vuole commercializzare. Dunque, correggo
quanto affermato più sopra invitando i bambini a non
guardare più la tv almeno sino ai dodici anni, per non
perdere quanto di buono madre natura ha donato loro:
la creatività, la curiosità, la voglia di fare,
l’intraprendenza e l’intelligenza. Concludo questa pa-
rentesi ricordando che i figli di Berlusconi, il patron
delle televisioni commerciali, ha mandato i suoi figli,
sin dalle elementari, e forse anche prima, alla scuola
steineriana, che si fonda sulla pedagogia educativa
messa a punto verso la fine dell’Ottocento da Rudolf
Steiner, filosofo e pedagogista. In tale filosofia edu-
cativa la tv è bandita, non la si guarda per niente.
L’iniziazione alla vita e ai suoi misteri, infatti, non
può essere delegata ad un mezzo tecnico, ad un elet-
trodomestico, ma deve essere trasmessa di padre in
figlio, da uomo a uomo (inteso come uomo e donna
naturalmente). La tv mostra cose e parla di cose che
spesso sono incomprensibili ed emotivamente scioc-
canti per la psicologia di un bambino. È necessario,
quindi, tornare a proteggere i nostri figli, aiutandoli a
crescere gradualmente e in sicurezza. L’iniziazione
ai segreti della vita deve essere adeguata alle varie età
e deve essere trasmessa dagli adulti, da parte di chi la
vita l’ha già in parte vissuta ed esperita. Ma quali so-
no questi segreti? Sono quelli che hanno a che fare
con le domande importanti della vita, del perché della
vita e della morte, della sofferenza, del valore
dell’affettività e dell’amicizia, dell’amore e della ses-
sualità, del lavoro e del sacrificio e del dono di sé.
L’iniziazione al mondo adulto è compito e dovere
degli adulti, sono loro che devono creare le condizio-
ni per trasmettere queste conoscenze, altrimenti ci
troveremo con ragazzi sempre più deboli, imbottiti di
nozioni, e forse anche di merendine e snack, ma fra-
gili dal punto di vista emotivo, insicuri su tutto, inca-
paci di reggere le frustrazioni della vita. La domanda
a questo punto sorge spontanea, ma tu, adulto, quante
ore al giorno guardi la tv? Riassumendo, per rinasce-
re a nuova vita, una vita da eroe, è necessario seguire
un percorso di maturazione che contempla tre fasi.
La prima fase rappresenta un periodo di purificazione
(separazione dalle vecchie e malsane abitudini, come
guardare la tv) in cui la persona riconosca il proprio
malessere, la propria sofferenza interiore. Situazione
di partenza da trasformare e rinnovare. E’ la fase del-
la motivazione, della decisione al cambiamento, che
avviene attraverso un atto di obbedienza e di fede in
Qualcuno (che ti guida e ti libera) o a un’istituzione
di cui si ha fiducia (anche il matrimonio è
un’istituzione).
5
La seconda fase è il riconoscimento del proprio stato,
della propria condizione di vita, che si esprime in com-
portamenti infantili o adolescenziali, del tipo voglio tut-
to e subito, non sopporto frustrazioni, sono passivo, so-
no troppo attaccato al passato, al già conosciuto, sono
un conformista e consumista, non voglio assumermi re-
sponsabilità in ambito affettivo, lavorativo o sociale
ecc…. La terza fase, dopo essere stato guidato nelle
precedenti attraverso i riti, è la rinascita a vita nuova,
che comporta l’essere passati a un nuovo stato di con-
sapevolezza di sé e di assunzione di responsabilità, di
impegno verso il prossimo, di solidarietà, di generosità,
di dono di sé e di autonomia. Questa è la fase della ma-
turità. Tutte queste fasi, di solito, richiedono un certo
tempo per essere percorse e di solito sono condivise con
altri. Questo è il senso dei riti iniziatici: accompagnarci
in sicurezza nelle diverse fasi della vita. Oggi, come si
diceva, non si riconoscono più dei genuini riti di inizia-
zione, ancora molto attivi e fecondi nelle tribù che defi-
niamo primitive, e questo ha lasciato i giovani indifesi e
confusi nel loro itinerario di crescita. Come si fa a di-
ventare adulti, veri eroi, si chiedono i ragazzi? Chi ce lo
insegna? Possono forse farlo gli adulti di oggi,
anch’essi spesso piegati e supini al consumismo e al re-
lativismo etico e di pensiero? E allora, in tale confusio-
ne e sbandamento generali, senza solidi punti di riferi-
mento, molti ragazzi si cimentano in prove pericolose,
per sé e per gli altri, nel tentativo di guadagnarsi lo sta-
tuto di adulto. Forse si diventa adulti ingaggiando corse
automobilistiche, di notte, magari andando in contro-
mano; o forse lo si diventa gettando sassi dai cavalcavi-
a; o forse facendo sesso con chi capita e senza protezio-
ne, o violentando in gruppo la compagna di turno; o
forse usando ogni tipo di droga e alcool; o forse parte-
cipando a dei rave party; o forse menando manganellate
allo stadio; o forse…? Poveri ragazzi! Pur di darsi
un’identità adulta mettono a repentaglio quotidianamen-
te la loro vita, come lo può fare un eroe, sì, ma negati-
vo. Un eroe che fa di tutto e di più, ma nel senso oppo-
sto, nel senso dell’autodistruzione. Ogni gesto dell’eroe
negativo lo avvicina sempre più al fallimento, al dolore,
alla morte. Morte come estrema conseguenza di un de-
siderio di rinascita. L’eroe negativo sente che deve mo-
rire, ma non sa che deve morire solo psicologicamente
ai vecchi pensieri e ai vecchi legami, per rinascere ad
una nuova esperienza valoriale e di relazione. L’eroe
negativo segue la via più breve, anzi, inverte la via e il
processo di rinascita: prima usa le droghe, o qualsiasi
altra forma di eccitazione, nell’illusione di avere già
cambiato vita e pelle, provando così l’ebbrezza della ri-
nascita; poi, sperimenta la depressione, il fallimento e la
morte come conseguenza di una falsa rinascita. Dunque,
quando egli sperimenta che nulla è cambiato in sé e nel-
la propria vita, ripete il rituale, ora ossessivo e patologi-
co, nel tentativo che prima o poi funzioni. Di fatto, tali
prove lo condurranno solo alla morte, reale questa volta.
Quanta tristezza è espressa in simili comportamenti.
Vedere le nuove generazioni vittime di rituali perni-
ciosi che invece di esaltare le virtù della vita nascen-
te, le umilia in un gorgo mortale, che si avvolge su se
stesso. Come noto ad alcuni lettori, io lavoro in una
comunità per tossicodipendenti; ebbene, quel conte-
sto è organizzato in un modo tale da fare sperimenta-
re ai giovani, in gruppo, un genuino processo iniziati-
co. C’e la fase di separazione dal nucleo familiare
(come avveniva in passato per chi partiva per il servi-
zio militare, o per un viaggio in solitaria o di studio
all’estero, o per un periodo in una comunità religio-
sa); c’e, poi, il riconoscimento del proprio stato in-
fantile ed immaturo, resosi visibile nei comportamen-
ti di uso ed abuso di sostanze (alcool incluso) e del
prossimo, e nell’assenza di responsabilità nel lavoro e
nelle relazioni; infine, c’è la fase di rinascita in cui i
singoli si assumono la responsabilità del nuovo stato,
che consiste nel riconoscimento del principio di real-
tà, nel riconoscimento dei propri limiti, nella capacità
di reggere le frustrazioni ed il confronto con il pros-
simo, il rispetto dell’autorità, la tolleranza del diver-
so, la progettualità e l’apertura al futuro. Dopo tre
anni di vita comunitaria, si può dire che ora questi ra-
gazzi sono dei veri eroi positivi, che detto in altri
termini sono semplicemente diventati adulti, con i lo-
ro pregi e i loro difetti. Ora non hanno più bisogno di
provare e di sfidare la morte per cambiare pelle, per-
ché sentono di essere adeguati al loro stato di persone
mature. Hanno trovato ciò che cercavano, grazie ad
un rito (il percorso comunitario), grazie alla protezio-
ne, alla fiducia e al riconoscimento datogli dagli adul-
ti. Io sono solito dire loro che i veri eroi sono i nostri
genitori, persone che per anni, con spirito di sacrifi-
cio e di abnegazione, hanno portato avanti i loro im-
pegni e responsabilità, prestando fede, nella quotidia-
nità, alle promesse assunte anni prima. Ci vuole più
coraggio a condurre una vita normale che a vivere di
trasgressioni! Vorrei concludere con una frase di fra-
tel Arturo Paoli, che per anni, a partire dal 1954, ha
fatto il cappellano degli emigranti in Sud America:
“Io non so se ho sofferto di più in Bolivia, nel Perù,
in Brasile, davanti alla miseria e alla fame, o in certi
quartieri di New York dove si vedono i giovani così
frustrati, con gli occhi attoniti, in preda agli allucino-
geni, vivere senza trovare un perché.”
Giacomo Schiavi
P.S. un utile tascabile: ‘Volevo dirti che è lei che
guarda te (la televisione spiegata a un bambino) di
Paolo Landi; ed Bompiani, pgg.75, euro 6.
6
Spigolature
Abbiamo avuto modo, per una verifica, di sfogliare due
registri battesimali della nostra parrocchia, dal 1881 al
1918. Quante notizie, curiosità, informazioni può svela-
re un vecchio registro!. È Don Bettoni, nel 1881 ad i-
naugurare il registro e lo compila meticolosamente con
dovizia di particolari. Oltre ai dati essenziali annota an-
che lo “scotöm” della famiglia di appartenenza del ne-
onato, il “loco” cioè la contrada del lieto evento, il no-
me dell’ostetrica e la parentela che lega il padrino o la
madrina al piccolo da battezzare. Purtroppo dal 1904,
con Don Zucca, la registrazione non è più così detta-
gliata e scompaiono prima gli“scotöm” e in seguito an-
che le altre informazioni non indispensabili. Degli “sco-
töm” (nome della famiglia), presenti sui registri, alcuni
sono ancora riconducibili alle rispettive famiglie, altri
sono ormai “persi” se non forse nella memoria di chi ha
qualche anno in più sulle spalle. Gli “scotöm” non ri-
manevano sempre gli stessi ma si adattavano
all’evolversi della famiglia e all’allargarsi della stessa.
Spesso gli “scotöm” si suddividono in accrescitivi e
diminuitivi: Sante – Santì – Santù, Bonet – Boneto -
Bonì, Cavrer – Cavrerì…e all’interno di un ramo ab-
biamo altre “specifiche” per esempio la famiglia dei
“Sante” si suddivide in “Sante muliner”, il capofami-
glia era mugnaio, “Sante maester”, chissà se per davve-
ro c’era un maestro in famiglia o era solo un sopranno-
me! Il passaggio da uno “scotöm” all’altro non era im-
mediato ma per un periodo venivano usate entrambe le
forme:”Loresa vel Guardia”, “Gustì vel Visinù”. La fa-
miglia viene accompagnata al nuovo nome senza tron-
care di netto i legami con il ceppo di origine.
Gli “scotöm” erano forme vive che cambiavano, si ag-
giungevano o si perdevano così come cambiava la fa-
miglia che li “portava”.
Una figura di primo piano nei registri è l’ostetrica. Nei
primi atti registrati non compaiono i dati dell’ostetrica,
ma solo l’annotazione che il testimone è l’obxtetrice.
Dal 1882 è registrato anche il nome, Rosa Pezzoli. Per
ventuno anni chi fa nascere i bambini a Onore è sempre
lei, poi, dal 1904, dai registri scompare il testimone di
nascita e dunque non sappiamo fino a quando Rosa pro-
segue nel suo lavoro.
L’ostetrica oltre al ruolo di testimone nella celebrazione
del Battesimo, in caso di pericolo di morte del nascitu-
ro, provvedeva a battezzarlo e, se sopravviveva, nelle
ore successive o, al più tardi, il giorno dopo veniva por-
tato in chiesa per il rito battesimale. Siccome alcune
volte l’ostetrica è anche madrina scopriamo che Rosa
Pezzoli era maritata con Schiavi Angelo dei “Loresa”.
L’ostetrica anche nel nostro piccolo paese, circa 550 a-
bitanti in quegli anni, aveva il suo bel da fare. C’erano
anni in cui nascevano più di trenta bambini, ben trenta-
cinque nel 1907, che si intercalavano ad anni più
tranquilli, appena undici nati nel 1890 e un netto calo
negli anni della Prima guerra mondiale. Purtroppo, a
fronte di venti - trenta nascite in un anno, seguiva an-
che un numero elevato di morti, dieci – dodici bam-
bini nel primo anno di vita se non al momento del
parto.
Della nostra ostetrica, la comar, oltre che sui registri,
c’è ancora memoria nel cimitero dove la lapide che ci
rivela che è morta nel 1916 all’età di settantadue an-
ni.
L’Ostetrica Rosa Pezzoli
Allora il paese si divideva in pochissime vie o con-
trade che don Bettoni registra come “Vico dicto…”.
Non sempre i toponimi sono riportati in modo identi-
co, anche se è chiaro che si tratta dello stesso posto,
così abbiamo: Chiesa o della Chiesa, Pozzo, Angolo
(con don Bettoni), Anghen (con don Zucca), Danghel
o D ’Anghel (con don Bugna), Pu, Algher, S. Antonii
relativo alla zona di Sant’ Antonio Pregù.
Queste sono piccole curiosità che ci raccontano alcu-
ni aspetti del vivere a Onore, nei registri Honorii o
Honoris, negli anni di fine ‘800 e inizio ‘900. Sono
brevi notizie arrivate sino a noi a passi lenti, che te-
stimoniano il nostro passato come un filo che lo lega
al presente e lascia una traccia per il futuro.
Daniela e Giovanna
Biblioteca
7
“Scotöm” tratti da “Relatio Baptismi Actorum” 1881 -1918
de familia dicta Morante in vico dicto de familia dicta Morante in vico dicto
Ardenghi vel Minadel Lumaga Angolo
Belecc vel Lumaga Angolo Maester Chiesa
Belet o Belecc Angolo Mafenì Danghelo
Beta Chiesa Mene Pozzo
Bonì – Boneto - Bonet Chiesa Meneghì
Meneghì vel Tomasù
Pozzo
Canarì Venezia -Venetis Morante Menegona Pozzo
Candidi Chiesa Ministro Pozzo
Cantuna Chiesa Moliner Chiesa
Cantuna vel Cavrer
o Cantuna vel Cavrerì
Pozzo Muradur Chiesa
Capelà
Onestì con Capelà
Capelà vel Candidi
Chiesa Pacià Pozzo
Carach Carec
Carach vel Pretur
Pozzo Paisole Pozzo
Carae Pasgual Chiesa
Castiuna Pigolot Pozzo
Cavrer
Cavrer vel Cantuna
Pozzo Plato Pozzo
Cavrerì Pozzo Posciaì Chiesa
Ciot Chiesa Pretur Pozzo
Colotcc’ Ranza Chiesa
Coregn Rinaldì Sant’Antonio S. Antonii
Cosulì Chiesa Sanloresa Pozzo
Cunte Santa vel Moliner Chiesa
De Fì Pozzo Santa vel Maester Chiesa
De Fino Sant’ Antonio S. Antonii Sante Chiesa
Fatur Angolo Santì vel Ciot Chiesa
Ferare Chiesa Santii vel Moliner
Ferdinand Pozzo Santù Chiesa
Formiga Sciaitì Pozzo
Frane Pozzo Stradì
Stradì vel Bortol Doge
Angolo
Guardia Chiesa Tarlano Chiesa
Gustì vel Visinù
Visinù vel Lisna
Pozzo Unesc Chiesa
Lagune Pozzo Visinù vel Lisna
Loresa Chiesa Zambù Chiesa
Loresa vel Guardia Chiesa Zambù vel Comar Chiesa
Loresa vel Tarlano Chiesa Zampeder Pozzo
8
La disputa La parrocchia, in collaborazione con la biblioteca, ha organizzato la
visita guidata alla mostra: “La disputa. Dialogo e memoria nella
tradizione cattolica in età moderna” a Romano di Lombardia. Una
mostra ricca di opere significative e d’alta qualità tra le quali ben
figura anche la nostra tela sulla “Disputa di Gesù fra i dottori del
Tempio “ opera di Domenico Carpinoni. La nostra piccola opera,
che fa parte del ciclo dei “Misteri del Rosario” posto a coronamen-
to dell’altare della Madonna del Rosario della nostra chiesa, per
l’occasione è stata tolta e prestata alla parrocchia di Romano e que-
sto particolare ha reso la mostra di grande importanza per la nostra
comunità. È un quadretto che abbiamo sempre visto ma che forse
non abbiamo mai guardato con la necessaria attenzione per apprez-
zarlo. Vederlo in mostra, correttamente illuminato e posto alla giu-
sta altezza per lo sguardo, lo ha fatto apprezzare e riscoprire, solle-
citandoci a guardare, con occhi più attenti, anche alle altre numero-
se opere d’arte presenti nella nostra chiesa.
Abbiamo avuto una guida davvero eccezionale, don Andrea Pilato curatore della mostra, che ci ha illustrato in maniera
avvincente ogni singola opera presente, facendocene apprezzare l’intero percorso. La passione che traspariva dalle sue paro-
le ci ha completamente coinvolti allargando le nostre conoscenze artistiche ma, soprattutto, provocando in noi un de-
siderio di conoscere il “bello” e di dedicargli più attenzioni. In biblioteca è disponibile il catalogo che accompagna
passo, passo la mostra con descrizioni dettagliate per ciascun’opera, anche per la nostra naturalmente!
Festa di “Nati per leggere” Nati per leggere anche nella nostra biblioteca, domenica 18 novembre, con tanti bambini ad ascoltare storie e gio-
care con le illustrazioni dei libri.
Che cos’è Nati per leggere?
È un progetto nato dall’iniziativa di alcuni pediatri e bibliotecari per favorire la lettura ad alta voce dei genitori,
nonni, educatori e insegnanti ai bambini. Anche a quelli molto piccoli, sin dai sei mesi di vita del bambino.
Leggere ad alta voce, infatti:
rafforza il legame affettivo tra chi legge e chi ascolta;
calma, rassicura, conforta;
crea abitudine all’ascolto
arricchisce l’amore e la curiosità per i libri;
accresce il desiderio di imparare a leggere;
favorisce lo sviluppo del linguaggio.
La festa di Nati per leggere è sempre proposta a novembre perché il 20 novembre 1989 è stata approvata dall’ONU
la “Dichiarazione dei diritti del bambino”. Proprio in questa ricorrenza le biblioteche fanno un regalo ai bambini
leggendo loro delle storie e incoraggiando i genitori a trovare un momento ogni giorno per leggere ad alta voce al
loro bambino.
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Proposte di lettura KEN FOLLETT – Mondo senza fine
Diciotto anni dopo la pubblicazione del grande successo mondiale, I Pilastri della Terra, ecco
il ritorno di Ken Follett nel piccolo villaggio di Kingsbridge, dove tutto ebbe inizio. Un ritorno
all'ambientazione medioevale per rievocare quel suo capolavoro, un'ambiziosa storia di fede e
passione, guerra e potere. Ambientato nell'Inghilterra, l'antefatto vede protagonisti quattro ra-
gazzi che, nei boschi intorno a Kingsbridge assistono per caso allo scontro tra due sicari con le
insegne reali e alla fuga di un cavaliere che porta con sé una lettera preziosa. Nel corso del ro-
manzo quei ragazzi attraverseranno quasi quattro decenni di storia inglese, segnata dalla guerra
dei cent’anni e dalla spaventosa epidemia della Morte nera. Ma su ciascuno resterà l'ombra di
quell'inspiegabile omicidio di cui sono stati testimoni in quel fatidico giorno della loro infanzia.
Gradevole da leggere, non annoia ma non è paragonabile a I Pilastri della terra. I seguiti la-
sciano sempre un po' di amaro in bocca.
HASSEINI KHALED – Mille splendidi soli
Animato della stessa straordinaria forza narrativa che ha fatto del precedente romanzo, Il cac-
ciatore di aquiloni, un classico amato in tutto il mondo, Mille splendidi soli è un’incredibile
cronaca della storia dell’Afghanistan degli ultimi trent’anni. Una commovente storia di fami-
glia, amicizia e della salvezza che possiamo trovare forse solo nell’amore. Qui si parla di due
donne, nascoste dietro al burqua, travolte dalla paura di padri e mariti padroni “dal cuore spre-
gevole”, dell’isolamento, della rassegnazione, ma anche dell’amore, del coraggio, persino del
riscatto. Ancora una volta Hosseini ci fa precipitare tra le pieghe della Storia di un paese tor-
mentato e molto “lontano” da noi occidentali.
EDWARDS KIM - La figlia del silenzio
È un libro che colpisce, commuove ed emoziona. Uscito in sordina negli Stati Uniti, questo
primo romanzo di Kim Edwards ha venduto milioni di copie solo grazie al passaparola dei let-
tori. Figlia del silenzio è un romanzo di segreti e di bugie, di abbandono e di speranza, che af-
fronta molti temi drammatici: il trauma provocato dalla nascita di un figlio disabile, il tormento
dei sensi di colpa, il peso dei segreti, le difficoltà e le gioie di crescere un figlio e il bisogno dei
bambini problematici di sentirsi accettati dalla società. È appassionante, capace di descrivere
con tenerezza una storia emotivamente molto coinvolgente ma senza esasperare la drammatici-
tà della vicenda. Un invito a riflettere, senza mai giudicare i comportamenti altrui, perché è
troppo difficile conoscere le motivazioni profonde che spingono ad agire in situazioni critiche.
VENEZIA SHLOMO - Sonderkommando Auschwitz
"Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna
sempre nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio." Sono parole di
Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana. Shlomo è uno dei pochi sopravvis-
suti del Sonderkommando di Auschwitz - Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i de-
portati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del
Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, tagliavano i ca-
pelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma
soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Per decenni l'autore ha
preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle idee che avevano ge-
nerato il mostro dello sterminio nazista ha fatto sì che dal 1992 abbia incominciato a parlare ed
ad accompagnare scolaresche, ma non solo, al campo di sterminio di Auschwitz. Ha accompa-
gnato anche noi nel pellegrinaggio ad Auschwitz e a sentirlo raccontare commuove, il suo tono
è sempre pacato, chiaro nei ricordi terribili. Non traspare nessuna rabbia o vendetta dal suo rac-
conto. Shlomo racconta perché quello che è successo non sia dimenticato e non debba mai più
ripetersi.
Concerto di Natale Sabato 29 dicembre nella chiesa parrocchiale di Onore alle ore 20:45 si terrà il concerto “Arie n a-
talizie” con il coro “Voci dell’altopiano”. Sarà l’occasione per assaporare, tramite l’armonia delle
voci, il profumo festoso del Natale. La commissione della biblioteca augura Buon Natale a tutti!
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UN GIROTONDO DI TUTTI I COLORI
Il mondo sta mutando sempre più velocemente.
La nostra realtà ha subito, nell’arco di pochi anni, un cambiamento che non si credeva possibile. I fenomeni
dell’immigrazione e dell’emigrazione ci hanno portato a contatto con realtà e culture estremamente lontane dalla
nostra e che risultano spesso a noi incomprensibili. Tutto ciò scatena sensazioni contrastanti e disorientanti.
Il nostro progetto, per quest’anno scolastico, dal titolo “GUIDATI DAL SOLE FACCIAMO UN GIROTONDO
PRENDENDO PER MANO I BAMBINI DEL MONDO” tenta di dare una risposta, certamente non risolutiva né
esaustiva, a queste problematiche. A guidarci durante la scoperta di nuovi popoli e tradizioni sarà il sole; del resto
sorgendo ogni mattina è lui ad illuminare le giornate di tutti i bambini, dal nord al sud del mondo.
Sarà proprio il sole simbolo della luce e della vita, nella prima unità d’apprendimento dal titolo “Voglio un mondo
diritto”, a portare nei bambini la consapevolezza di avere dei diritti e che tali diritti dovrebbero esistere per i bam-
bini di tutto il mondo. La Scuola dell’Infanzia è il mezzo principale per gettare le basi di un dialogo fra differenti
culture, che è sicuramente il primo passo verso la tolleranza e lo scambio. Lo scopo principale della seconda unità
d’apprendimento “Europa: vieni con noi in un mondo di eroi!” è quello di far conoscere ad ogni bambino le sue ra-
dici e il substrato culturale cui egli appartiene, rafforzando in questo modo la sua identità.
Nelle unità d’apprendimento successive “America: nuotiamo tutti quanti in compagnia degli orsi bianchi!”, “Asia:
esploriamo allegramente i misteri dell’Oriente!”, “Africa: qui un leone incontrerai, è la terra dei Masai!” e “Oce-
ania: sa colpire tutti i cuori questo mondo di colori!” l’obiettivo sarà di aprire una finestra sulle altre culture, fa-
cendo comprendere da subito che la ricchezza che il mondo ci offre risiede proprio nella diversità.
Il bambino deve sapere chi è e deve comprendere che ciò che è diverso non deve far paura, ma deve fornire uno
spunto per ampliare le proprie conoscenze e per crescere, in modo da divenire poi un adulto consapevole e aperto.
Le ricchezze di ciascuno diverranno, in questo modo, ricchezza di tutti.
Abbiamo la speranza che il nostro progetto possa aprire nuove strade e offrire spunti che, sommati, potranno forse,
un giorno, illuminare un piccolo arcobaleno di pace e tolleranza sull’orizzonte, a volte oscuro, di questo mondo
pieno di conflitti e contraddizioni.
Federica, Noemi e Desy
Domenica 11 novembre “La Festa della Torta” Organizzata dai genitori dei bambini della Scuola dell’Infanzia ha visto un’ottima partecipazione da parte di tutti,
sia di coloro che hanno preparato le torte, sia di coloro che le torte le hanno acquistate!.
Il ricavato (480,00 euro) è stato interamente devoluto alla Scuola per iniziative didattiche.
I bambini ringraziano di cuore e via augurano felice Natale!
Scuola dell’Infanzia
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Ci siamo divertiti a continuare una famosa poesia sull’autunno, elencando in rima i regali di questa stagione.
Vien l’autunno sospirando
sospirando alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
Dai ricci cadon castagne,
dagli alberi, dalle montagne,
sole, sole, solellino,
sei proprio birichino,
e la brina è molto fredda,
solo in estate ti scaldi in fretta.
Il contadino va a vendemmiare,
pioggia, neve e grandine stan per arrivare.
è freddina.
Matteo
L’ autunno è arrivato
brina, nebbia e temporali
fan gelare anche le ali.
I cestini pieni di castagne
fan sorridere le montagne.
E mentre porta freddo e gelo
io guardo il cielo
e la neve poverina
Sara
L’ autunno è arrivato
e il ghiaccio è ritornato
i cestini pieni di castagne
fan sorridere le montagne
i contadini vendemmiano
anche se c’è molto freddo.
Nicola
Cadon castagne
sulle montagne,
i ruscelli diventano ghiaccio
come un ferro legato al gancio
Un contadino va a vendemmiare
anche se il tempo lo fa star male.
Marco
Le castagne
colte dalle montagne.
Foglie e fiori cambiano colore
ma si raccolgono anche le more.
Le colline
sembrano più piccine.
Le rondini se ne vanno
e si preparano per il lungo viaggio.
Giacomo
Cadon le castagne
nei boschi delle montagne.
Nuvole, nebbia e brina
han coperto la collina.
Nel vigneto l’ uva è matura
è viola addirittura.
Jasmine
Dalle colline e dalle montagne
cadono castagne.
In autunno ci sono tanti colori:
rosso, verde e giallo.
Il ghiro e la marmotta se ne vanno,
ma in primavera ritorneranno.
Mirea
Con sciarpa e cappello
ci vuole anche l’ ombrello.
Le foglie cadon come farfalle
arancioni, rosse e gialle.
Il contadino va a vendemmiare,
pioggia, neve e brina stanno per arrivare.
Michele
Nuvole, pioggia,temporale,
nebbia, brina, niente male,
cadono ricci di castagne,
sotto le verdi montagne.
Questo autunno quanto è bello
anche se serve l’ ombrello.
Silvia
La brina è birichina
perché si sveglia alla mattina.
Sono andata in campagna
per raccogliere una castagna.
Il mio lettino bellino
ha le rondini vicino
guardo il paesaggio
vedo le rondini andare in viaggio.
Giulia
Le foglie secche e colorate
scendono giù come cascate.
I fiori la mattina
si svegliano con la brina.
Gli uccellini infreddoliti
volano verso i paesi miti
e noi bambini
giochiamo davanti ai camini.
Leydi
Nuvole, pioggia,temporale,
nebbia, brina niente male.
Cadono i ricci dalle montagne
con grandi e piccine, ma belle castagne.
Le foglie secche gialle e marroni
volano in cielo di tutti i colori!
Alice
I poeti della classe terza
Scuola Primaria
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FILASTROCCA SPENSIERATA classe 2°
È trascorsa già l’estate,
le vacanze son passate.
Che peccato, che dolore!
È finito lo splendore
dei momenti spensierati
e dei giochi scatenati.
Ma ecco Isaia con Alessandro
E Nicola mormorando;
or correndo ecco Simone,
che ripensa all’ombrellone;
Annalisa è sorridente
ed ha perso pure un dente;
mentre Tea sul pulmino,
sta mangiando un panino;
Chiara ormai è al cancello
ed in mano ha un ombrello;
Gabriele lentamente
entra in classe con la lente.
Pacchiarini è già arrivato
e il bidello ha mormorato;
l’insegnante cosa aspetta,
forse cerca la bacchetta;
manca Nei ah … eccola là,
or la brigata è tutta qua.
Ci son tutti finalmente:
tutti a scuola allegramente!
Cari bambini,
quest’anno ho pensato di scrivervi io una letterina.
Ma come? – direte voi, - Santa Lucia di solito le lettere le riceve, non le scrive.
E invece, eccomi qua, carta e penna perché ho alcune cose molto importanti da dirvi.
Da un po’ di tempo trovo nelle lettere che ricevo elenchi troppo lunghi di giochi sem-
pre più strani, inutili e molto costosi. Spesso poi, se i doni che vi porto non sono
proprio quelli che desiderate, finisce che vi arrabbiate e mettete il “muso”.
Dovete sapere, cari bambini, che io non ho la televisione e fatico molto a capire i
nomi difficili dei vostri nuovi giocattoli.
Quando vi porto i doni vorrei tanto lasciare nelle vostre case qualcosa che possa aiu-
tarvi a crescere divertendosi insieme, che riempia il vostro tempo di fantasia. È molto
più bello un giocattolo semplice che vi permetta di divertirvi con i vostri genitori e con
i vostri amici che giochi elettronici e complicati che vi isolano dagli altri e vi costrin-
gono ad impegnarvi da soli.
Ah! Dimenticavo…Siete proprio sicuri di meritarvi sempre tutto ciò che chiedete?
Pensateci un po’…
Vi mando un bacio e… a presto!
Santa Lucia
Una lettera particolare
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Mattinata in redazione per gli alunni di Onore della classe 5° Le classi 5° dei plessi di Onore e Cerete hanno visitato la redazione del “ L’ Eco di Bergamo
Venerdì 9 novembre alle ore
8,00 con ritrovo al piazzale
del cimitero, tutti gli alunni
della classe 5° della scuola
primaria di Onore e Cerete
accompagnati dalle inse-
gnanti sono partiti in pul-
lman per la città di Bergamo
per visitare la redazione di
“L’Eco di Bergamo”. All’
arrivo i ragazzi sono stati
accolti dalla guida Luigi
Capoferri dove hanno avuto
notizie storiche relative al
giornale e come è organizzata la redazione. Quindi si sono spostati a Erbusco (Brescia) per vedere come
avviene il ciclo di stampa. La guida Luigi Capoferri ha mostrato ai ragazzi alcune macchine usate anni fa
per stampare il giornale preoccupandosi di far riferimento a cenni storici. Hanno inoltre visto un filmato in-
formativo ed in fine hanno visitato i diversi reparti di stampa il magazzino delle bobine, la sala colori: rosso
magenta, blu, giallo e nero, le rotative, il reparto spedizioni, qui i giornali sono impacchettati e spediti nelle
diverse edicole. I ragazzi sono poi ripartiti in pullman per essere a scuola per le ore 13,00.
La gita era a scopo istruttivo ed è stata bella per i ragazzi.
P. M.
I bambini della Scuola Primaria di Onore
Aderiscono per il secondo anno al progetto
“TELETHON YOUNG”
e vi invitano a dare il vostro contributo
per aiutare la ricerca contro le malattie genetiche
Domenica 9 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 12.00
ONORE
Sagrato della Chiesa S.Maria Assunta
Via Pozzo (sotto i portici del Municipio)
SONGAVAZZO
Sagrato Chiesa Parrocchiale
Giornalisti in erba
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A O n o r e q u e s t ’ a n n o i l N a t a l e s a r à :
“DALLA PARTE DEI BAMBINI”
Strabiliante spettacolo di Natale
Onore. In questi giorni nella scuola Primaria di Onore c’è un
gran fermento ed euforia. Com’è tradizione ormai, da diver-
si anni gli alunni con l’aiuto degli insegnanti proporranno
uno spettacolo teatrale che sarà rappresentato nel salone
dell’oratorio mercoledì 19 dicembre alle ore 20,30. “Dalla
parte dei bambini” è un viaggio attraverso i diritti
dell’infanzia che, con l’aiuto di simpatiche battute e di alle-
gri canti invita grandi e piccini a fare una riflessione sui
bimbi maltrattati. I protagonisti sono: Paolo nel ruolo di ca-
potreno, Virginia nel ruolo di speaker e dieci passeggeri in-
terpretati dagli alunni di classe 5°. La trama dello spettacolo
è piuttosto articolata, inizia dalla stazione dei sogni, dove i
passeggeri compongono il treno che partirà per terre senza
amore per portare la felicità. Molto importanti sono anche i
componenti del coro, i più importanti come Davide, Federi-
ca e Aurora saranno fra i solisti. Ma non finisce qui!
Nell’organizzazione sono coinvolte soprattutto le insegnanti
che fra un consiglio e un richiamo ai più vivaci, sperano che
tutto vada per il meglio. La serata si concluderà con la con-
segna delle borse di studio da parte del Sindaco a studenti
più meritevoli e subito dopo panettone e pandoro per tutti.
Se volete godervi lo spettacolo comodi, arrivate in anticipo,
perché solitamente il salone è gremito!
Da “L’Eco della Scuola”
Alunni classe 5°.
I BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI ONORE
VI IVITANO ALLA RECITA DI NATALE
MERCOLEDI’ 19 DICEMBRE ORE 20,30
SALONE SCUOLA MATERNA – ONORE
ALLA FINE DELLO SPETTACOLO IL SINDACO CONSEGNERA’ LE BORSE DI STUDIO
Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti
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U.S. ONORE Calcio
SENZA PAROLE !!!
SOLO FOTO E DOCUMENTI DELLA MEMORABILE STAGIONE PASSATA ASSIEME AI MIEI
RAGAZZI E DEDICATA A UN CARO AMICO CHE SARA’ SEMPRE CON NOI !!!
GRAZIE A TUTTI !!!
( il Mister Paolo)
CAMPIONI CSI 2006/2007 GRUPPO C LA CLASSIFICA FINALE
LE PAGELLE DI KALINAS
Sport e Tempo Libero
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Foto Estate 2007 Campo Gulliver Quest’anno è iniziata anche l’attività
del nuovo Campo Gulliver in località
Stomegard presso la cascina Paleari.
Il Campo Gulliver è praticamente un
villaggio vacanze per ragazzi tra gli 8
e 15 anni sullo stile dei campi dei
boy scout. E’ un'idea di vacanza ve-
ramente alternativa per tutti quelli
che desiderano un'esperienza vera-
mente particolare e originale, da ri-
cordare e da raccontare. Qui i ragazzi
dormono in robuste tende sopraele-
vate, in un bosco situato ai piedi di
una delle più belle montagne delle
Alpi Orobie, passando alcuni fanta-
stici giorni in mezzo alla natura, os-
servando e scoprendo i piccoli e i
grandi abitanti del bosco, costruendo
con le loro stesse mani e con il mate-
riale che il bosco fornisce tutto ciò di
cui possono aver
bisogno, scoprendo paesaggi insospettati durante le escursione sui monti vicini, imparando a conoscere le ste lle
distesi in mezzo a un prato, in compagnia del canto dei grilli e del volo delle lucciole, tirando con l’arco
e arrampicandosi, orien-
tandosi con la bussola e
il sole lungo i sentieri del-
la montagna e imparando
a comunicare con fischi,
le luci notturne e bandie-
rine! E poi terminano le
loro giornate la sera in-
torno al fuoco, cantando,
giocando e danzando con
gli amici nuovi che incon-
trano in questa avventura!
Una bella esperienza di
vita di gruppo che educa i
ragazzi all’autonomia, a
sapersela cavare da soli nelle attività della vita quotidiana e in tutte le necessità e imprevisti che una vita all’aria a-
perta nei boschi può riservare, insomma, una possibilità di vivere un’estate come esploratori della natura, utilizzando
un po’ di astuzia e di ingegno per trarre vantaggio da ciò che li circonda e sapendosi integrare nella terra che li ospi-
ta.
D’estate al parco e non solo ... L’estate suggerisce vita all’aperto, spazi senza confini, ed è partendo da lì che anche la programmazione estiva della
commissione della biblioteca è uscita all’aperto, fuori da muri e chiusure.
Al parco si sono incontrati i bambini, il mercoledì mattina, ad ascoltare “Una favola… nel bosco”, storie lette ai più
piccoli da Deborah e Luca, cui faceva seguito un momento di gioco.
A dare il via agli appuntamenti notturni al parco sono stati due attori davvero bravi,Carla e Marco, che hanno raccon-
tato “Fiabe per tutto l’anno”. Le loro voci, ben modulate, ci hanno fatto viaggiare in lungo e in largo a dorso di libri,
appassionando tutto il pubblico presente, senza limiti d’età.
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Ed ancora sotto le stelle, seduti sulla collinetta er-
bosa del parco, in un atmosfera di assoluto relax,
un pubblico attento si è fatto coinvolgere dalla su-
perba performance del Corpo Musicale “Carlo
Cremonesi” di Villa d’Ogna in “Note jazz nella
notte di Onore”: L’espressiva musica swing si è al-
largata oltre i confini del parco e il pubblico è an-
dato via via aumentando perché la magia dello stile
musicale della New Orleans degli anni Trenta è ar-
rivato fin dentro le case e ha sollecitato anche i più
restii a unirsi all’atmosfera gioiosa della serata.
Bravissimi i musicisti con la loro proposta origina-
le che ha emozionato e ha fatto nascere il desiderio
di ritrovarsi più spesso, così, sotto le stelle, a gode-
re di buona musica in spigliatezza.
Le passeggiate naturalistiche con Aurelio sono occasioni che richiamano sempre un nutrito gruppo di famiglie perché
sono pensate per escursionisti tranquilli, che amano la natura ma non le marce forzate e le fatiche estenuanti.
Nell’estate appena trascorsa le sue proposte sono passate per i boschi dei Plass, lungo il percorso ben tenuto della pi-
sta di fondo, da Falecchio per un’osservazione panoramica della valle e da Varro, alla scoperta di numerose specie
botaniche, compresa una pianta carnivora, la Pinguicola alpina, che ha stupito e affascinato i bambini che l’hanno
osservata a lungo per carpire i segreti della sua “fame” di insetti. Un grazie ad Aurelio che regala il suo tempo per
svelare le bellezze dei boschi che incorniciano Onore.
E, ad agosto, di nuovo al parco di notte in un appuntamento “classico”: i burattini di Daniele Cortesi. In scena, natu-
ralmente, Gioppino, l’eroe popolare che dà legnate ai prepotenti ed è sempre pronto ad aiutare gli amici. Daniele
Cortesi e Virginio Baccanelli sono dei veri maestri nell’arte di dar voce e movimento alle “teste di legno” della tradi-
zione bergamasca e sono sempre premiati dagli applausi del pubblico che ogni volta partecipa con entusiasmo e a di-
vertirsi non sono solo i bambini…
Il Mercatino dell’Arte e dell’Artigianato di ferragosto ha concluso le iniziative estive proposte dalla commissione bi-
blioteca, arrivederci al prossimo anno!
La Vigilia Anche quest’anno grandi manifestazioni nell’occorrenza
della festa patronale del 15 agosto. Per tutta l’estate Ono-
re ha visto una notevole affluenza di villeggianti che han-
no potuto usufruire di condizioni meteorologiche abba-
stanza favorevoli: senza troppo caldo e con piogge conte-
nute. Nella attesa di poter usufruire del nuovo piazzale
che sta per essere ultimato insieme al nuovo Centro Ser-
vizi comunale, l’inizio della celebrazione della festività
patronale, la vigilia dell’Assunta, si è svolta nella piazza
Pozzo. Si è pertanto potuto vedere la nostra piazza prin-
cipale gremita come non mai di onoresi e di villeggianti
che hanno restituito al vecchio cuore del paese, che pian
piano si va scoprendo sempre più bello in attesa del
lifting finale, la sua centralità e la sua vitalità. Tutti i con-
venuti hanno condiviso un clima particolarmente festoso
dapprima arricchito dalla cena preparata ancora una volta
egregiamente dai nostri sempre disponibili e generosi al-
pini, poi rallegrato dalla partecipazione ad una maxi tom-
bola che offriva premi particolarmente ed eccezionalmen-
te ricchi, ed infine impreziosito dallo spettacolo pirotec-
nico che non stanca e non delude mai, e che ci ha tenuto
per lunghi momenti con il naso all’insù e ci ha fatto con-
cludere la serata con continui Ohhhhhh di meraviglia e
continui battimani. Una serata davvero ben riuscita: com-
plimenti e ringraziamenti a chi si è personalmente attiva-
to per la sua realizzazione.
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L’Assunta
La Madonna Assunta è
dopo il Natale e la Pa-
squa la festa religiosa
più sentita e vissuta dal-
la nostra gente e le sue
funzioni religiose pos-
sono essere definite
come la colonna sonora
o il leit motive del 15
agosto. Il momento più
atteso e più vissuto da
tutta la popolazione è
senza dubbio la proces-
sione lungo le strade
del paese, processione
che da quando abbiamo
la statua nuova della
Madonna Assunta è ri-
tornata alla partecipa-
zione e agli splendori di
altri tempi.
Quest’anno c’è stata anche la novità dei drap-
pi azzurri appesi alle finestre e ai balconi di
molte case: è il primo anno che sono stati
venduti e si spera che nel corso dei prossimi
anni l’acquisto e la distribuzione aumenti co-
stantemente fino a diventare una corale parte-
cipazione di tutta la cittadinanza. Anche que-
sto è un segno di unione, di partecipazione, di
condivisione di una fede. In una società che
cammina verso un sempre più marcato indivi-
dualismo la partecipazione alla propria storia,
cultura e tradizioni costituisce un forte segno
di identità ed un forte legame di unità. La fe-
sta dell’Assunta ha avuto quindi il suo clou ed
il suo momento finale con il passaggio della
Madonna, portata da sei squadre di giovani e
adulti che si sono alternati al trasporto, attra-
verso le strade e le case del nostro paese par-
ticolarmente gremite anche dai villeggianti.
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Öl Zöc déla Bàla Un altro tentativo di restituire vitalità alla nostra piazza,
ma soprattutto recuperare la nostra storia e le nostre tradi-
zioni si è verificato anche con il torneo del “Zoc dela ba-
la” che quest’anno è arrivato alla sua seconda edizione. E’
un’iniziativa chiaramente lodevole che la Commissione
Sport e Turismo dell’Unione Comuni della Presolana sta
portando avanti, insieme ad altre iniziative, allo scopo di
rinsaldare il senso di partecipazione di tutti i cittadini di
ognuno dei sei comuni dell’unione andando a recuperare
culture e tradizioni e giochi che in questo caso sembrava-
no costituire ormai solo un ricordo. Tutti noi di una certa
età ricordano nelle domeniche estive l’uscita frettolosa
dalla messa ed il ritrovo in piazza per fare le squadre ed
iniziare le partite a bala che ogni tanto diventavano scontri infuocati che terminavano poi nelle varie famiglie con le
sgridate delle mogli o delle mamme per il ritardo con il quale si tornava a casa per il pranzo. Noi di Onore abbiamo
abbandonato già da tempo questo gioco e quindi non ci siamo dimostrati molto agguerriti rispetto agli altri rivali,
ma abbiamo comunque fatto la nostra figura vincendo una partita e lottando fino in fondo nelle altre due perse.
La cosa divertente si è invece verificata nello
scontro, avvenuto al termine di una partita del tor-
neo, tra due squadre di Onore, i vecchi e i giovani.
I vecchi hanno messo nella partita tutta
l’esperienza e il mestiere acquisito con le prima-
vere; i giovani, che addirittura conoscevano a ma-
lapena le regole del gioco e vi si avvicinavano per
la prima volta, hanno dimostrato le doti che son
loro proprie, la capacità di imparare in fretta e
l’ardore agonistico. La partita è stata equilibratis-
sima e si è conclusa praticamente con l’ultima ba-
la che ha dato la vittoria del 5 a 4 ai vecchi, ma
…non è finita lì. I giovani hanno chiesto la rivin-
cita e quindi ci saranno nuove sfide.
C.S.I. calcio Balilla
Quest’anno abbiamo deciso di avventurarci in una nuova attività sportiva. Abbiamo iscritto una squadra di Onore al campiona-
to del C.S.I. di calcio Balilla.
Fanno parte della squadra: Simone Altini, Ettore Schiavi, Riccardo Eller, Stefano Imberti, Mirko Scandella e Luca Colombo e
hanno scelto un nome portafortuna D.P.F. che vuol dire “due più forti” ... peccato che per ora i più forti sono gli alti, visto che
siamo ultimi in classifica ...
Forza ragazzi! Non mollate ... al ritorno sarete all’altezza del nome che portate!
Augui a tutti. Myriam
1° Trofeo “Cristian Beccarelli a.m.”
Il 10 e 12 agosto 2007, è stato organizzato il “1° Trofeo Cristian Beccarelli a.m.” quadrangolare di calcio a 7 gioca-
tori in memoria del nostro caro amico “Cocco”. È stato un successo di partecipazione, 55 giocatori, sia onoresi sia
villeggianti, che, suddivisi in 4 squadre hanno “lottato” per conquistare il meraviglioso trofeo in palio.
Sono state due serate splendide, soprattutto quella di domenica è stata una serata speciale e commovente per tutti.
Grazie a tutti coloro che con la propria partecipazione hanno onorato il ricordo del nostro caro amico e, arrivederci
all’anno prossimo ... per non dimenticarlo mai!
Ciao Cocco
I tuoi amici dell’U.S. Calcio Onore
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CENTRO TURISTICO GIOVANILE FREE MOUNTAIN
“ECO”
Molti ormai ci conoscono e sanno che il CTG (Centro Turistico Giovanile) Free Mountain è
un’associazione, senza scopo di lucro, con finalità di promozione ad un turismo sostenibile e consapevole,
capace di fruire dell’ambiente e del territorio nel rispetto dello stesso e di ogni forma di vita in esso pre-
sente. Ma il CTG Free Mountain è soprattutto un gruppo di amici, desiderosi di crescere in numero e con-
sapevolezza. La consapevolezza del saper scandire il ritmo del tempo che scorre; il ritmo spesso perduto e
inavvertito del giorno e della notte, del sole e della luna. Occorre ogni tanto liberarci dalla tirannia dei
motori e delle accelerazioni, dell’elettronica e degli appuntamenti…. Dallo stress della nostra esistenza.
Rimango sempre affascinato dalla frase di un vecchio indiano che passata un’ ora, volle scendere
dall’auto sulla quale per la prima volta viaggiava. Stai male? Gli chiesero. “No rispose. Devo solo aspet-
tare che arrivi fin qui il mio cuore…”
Tu che leggi, ed io, quando eravamo ancora bambini abbiamo imparato a gridare contro le pareti e ad a-
spettare l’eco. Per noi che abbiamo la fortuna di vivere e di andare in montagna, ancora oggi succede che
si trasforma in un saluto musicale l’eco che si sente quando un tuono o la caduta di sassi, una frana o
semplicemente il richiamo di una voce rimbalza di parete in parete e va a moltiplicarsi nel fondovalle. Ci
rendiamo conto che il nostro mondo progredito è privo di echi, tutt’al più si riproducono artificialmente
negli studi dei mass-media e nei lettori mp3.
Le nostre code stradali, le case alveari ci precludono la possibilità di sentire l’eco. Un rumore indefinito
inghiotte tutto. Possono i rumori dei centri commerciali, dei parcheggi, delle fabbriche invogliarci
all’ascolto e alla curiosità?
Questo nostro mondo rischia di diventare ottuso e di perdere la capacità di risonanza…ma così facciamo
diventare sordo pure il mondo della nostra anima. Sempre più difficile è fare l’eco, ripensare e riflettere.
Penso che il paradosso più assurdo e più meschino è come sia basilare per tutti noi il fattore T (tempo) per
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poter vivere in modo intenso ma in realtà non c’è
tempo per interiorizzare le cose che viviamo. La tec-
nica e il benessere moltiplicano le esperienze, abbia-
mo stimoli con numeri esponenziali, eppure tutto ciò
inibisce l’approfondimento e l’eco più intimo.
Noi del CTG Free Mountain, siamo semplicemente
amici che andiamo in montagna e ci piace, ancora
oggi, far succedere di ascoltare quel musicale saluto
che è l’eco di una natura viva o semplicemente la vo-
ce del nostro piacere di vivere. Siamo consapevoli
che le nostre montagne possono insegnare il modo
giusto di prendere le cose. Donano esperienze che ri-
tornano con il loro giusto eco e danno impressioni
che si stampano indelebilmente anziché scivolar via.
Sono esperienze che sanno conquistarti e che ritorna-
no alla mente come un eco non spento.
La testimonianza dei veri alpinisti, con i capelli bian-
chi, ci insegna come questo richiamo superi gli anni e
diventi un ricordo in grado di addolcire la vecchiaia.
M. A.
2 2
Settimana Ciclistica
14 – 22 Settembre 07
Partecipanti: Alessio – Aurelio – Domenico - Duilio – Enzo – Fonso - Leonardo – Memo
Mezzi di trasporto: due camper e 8 biciclette
Km totali in bici: 520
T O S C A N A
Venerdì 14: ce la prendiamo con calma, questa volta il trasferimento è relativamente breve rispetto ad altre
destinazioni, la Toscana ci sembra quasi “fuori porta”. Partenza alle 5 e dopo qualche ora di camper eccoci
a Montecatini Terme, al Camping “Bel Sito”, pronti per la …prima cena e animati da quella euforica passio-
ne per lo stare insieme, per andare alla scoperta, per la bici, per il divertimento, …per tante cose che ancora
ci entusiasmano, ci legano e continuano a farci ripetere. “sperom che la dure”.
Sabato 15 Lamporecchio - Vinci- S. Miniato – Volterra: Km 114
La giornata è calda e soleggiata e non vediamo l’ora
di scaricare le bici e partire. Attraversiamo Monteca-
tini e Monsummano
Terme e subito dopo
Lamporecchio infor-
chiamo le bici e saliamo
verso le pendici del Mon-
te Albano. Il percorso è
piacevole e dopo un bre-
ve tratto di salita subito
spiana e inizia una lunga,
tortuosa, godibilissima e
dolce discesa, frequenta-
tissima da gruppi di cicli-
sti, che termina verso
Vinci, il paese del grande
Leonardo. Siamo ancora
freschi, vogliosi e consa-
pevoli che la tappa sarà
lunga e tiriamo diritto lunga i saliscendi verso Cerre-
to Guidi e poi giù attraversando la piana di Fucecchio
per risalire di nuovo verso San Miniato, una cittadi-
na con un curioso centro storico allungato sulla
sommità di tre distinti colli in posizione panoramica.
Qui succede qualcosa di inedito: i due camper al se-
guito che già di prima mattina si erano vicendevol-
mente …persi, in prossimità di San Miniato sì perdo-
no di nuovo. Dopo una paziente ricerca telefonica
riusciamo a trovarne solo uno, il camperino con il
driver Leo. Il camperone invece non riusciamo a ca-
pire dove sia e a nulla servono le carenti, sconclusio-
nate indicazioni che ci fornisce l’occasionale driver
Ale: Ale s’è perso e si brancola nel buio. Per fortuna
ci viene in soccorso l’esercito, le Guardie di Finanza,
che si mettono in contatto telefonico con il …campo
base e seguendo le nostre indicazioni lo guidano e lo
scortano da noi. Dopo
un volante ringrazia-
mento per avercelo
consegnato e restituito
ci addentriamo nelle
stradine di S. Miniato
e saliamo fino alla
sommità di un colle
dove vi è la fortezza
imperiale e una altis-
sima torre fatta co-
struire nel 1218 da
Federico II sul luogo
dove nacque Matilde
di Canossa: qui si può
godere di una strepi-
tosa vista a 360 gradi
sul paesaggio sottostante. Si riparte e dopo intermi-
nabili saliscendi e un lunga salita finale raggiungiamo
Volterra, antico borgo medievale che racchiude tra
le sue mura palazzi, piazze e chiese di notevole valo-
re storico e architettonico. Merita la visita. La tappa
continua con altri saliscendi in un paesaggio davvero
gradevolissimo e da cartolina per terminare, dopo al-
cuni chilometri di sterrato, nell’agriturismo Orgiaglia,
un’oasi di pace nel cuore della Toscana e quindi, ed è
proprio questa la sensazione che si prova addentran-
dosi nel cuore della Toscana, … fuori dal mondo.
Giornata calda e soleggiata, bel percorso e bel finale
tutti riuniti su un’unica comune tavolata con gli altri
ospiti dell’agriturismo.
Le torri di S. Giminiano
2 3
Domenica 16 Agriturismo – San Giminiano – Monteriggioni - Siena (Sovicille): Km 60
Lasciamo su polverose strade bianche questo sperdu-
to angolo di Toscana e di nuovo su ondulati e tortuo-
si percorsi (qui pia-
nura non si sa neppu-
re cosa sia) andiamo
a visitare un’altra
eccezionale testimo-
nianza di urbanistica
medievale, San Gi-
miniano, celebre per
le sue numerose torri,
simboli del potere
economico delle di-
verse famiglie, che si
stagliano
all’orizzonte e ne de-
lineano
l’inconfondibile pro-
filo che disegna il
paesaggio sin da lontano. Facciamo in tempo a visi-
tarla e poi il cambiamento del tempo annunciato si
concretizza in un consistente acquazzone che ci co-
glie mentre con tranquillità usufruiamo della …pausa
pranzo. Fortunatamente il tempo ci concede una tre-
gua e, nonostante qualche leggera pioggerella che ci
accompagna, ma non ci intimorisce più di tanto, ci
consente di raggiungere Monteriggioni, un piccolo
borgo fortificato
circondato da una
cerchia di mura rit-
mata da 14 torri
quadrilatere che
sembra incoronare
con i suoi 570 metri
di perimetro tutta la
sommità di una col-
lina, racchiudendo
un semplice borgo
abitato, incredibil-
mente intatto, costi-
tuito da una piazza,
la chiesa ed una
strada principale.
Lasciamo questo
piccolo gioiello e raggiungiamo Siena, dove alla sta-
zione ferroviaria abbiamo un appuntamento con Aure
che solo ora può unirsi a noi e quindi, guidati da un
provvido navigatore satellitare, raggiungiamo il cam-
peggio di Sovicille, a 17 Km da Siena.
Lunedì 17 A spasso sulle colline del Chianti: Km 89
Siena- Castellina in C.-Radda in C.-Badia Coltibuono-Brolio-S.Gusmè-Siena
Sette pedalatori ed 1 camper di appoggio partono dal-
la stazione ferroviaria di Siena per un giro delle colli-
ne del Chianti: il tempo è incerto, ma è la dolcezza di
un variopinto che cattura la nostra attenzione: siamo
nel cuore del Chianti storico, terra di sogno fatta di
dolci colline coltivate a vigneti e ulivi, case coloni-
che, pievi, castelli, aziende vinicole, borghi fortifica-
ti, badie: è come l’immagine e l’emblema dell’intera
Toscana, che più s’addentra nella natura e più acqui-
sisce un sapore verace che ha scavalcato i tempi ed è
sopravvissuto ad essi. Attraversiamo i tre capoluoghi
della Lega del Chianti, che aveva come stemma il
famoso Gallo nero divenuto poi il marchio del con-
sorzio del Chianti, iniziando da Castellina in Chian-
ti, abbarbicata su un colle a 580 metri dove svetta
una alta torre trecentesca: per gli amanti del nettare di
Bacco è come essere in un santuario dove è necessa-
rio fermarsi e comprare qualche … ricordino sacro,
che qui vendono anche in damigianine; rimanendo in
quota per una strada panoramica e frastagliata rag-
giungiamo Radda in Chianti, borgo costruito sul
crinale di un poggio attorno al castello che manifesta
in alcuni tratti di mura e torri la sua impostazione di-
fensiva. Da qui attraversando un fitto e rilassante bo-
sco in lieve ascesa ci portiamo ai 628 metri della Ba-
dia a Coltibuono, cultus boni, cioè del buon raccol-
to. Ed in effetti, dopo due passi attorno a questa anti-
ca badia fondata dai benedettini di Vallombrosa, an-
che noi godiamo di un raccolto insperato: affettati,
verdure, mozzarelle, pomodorini e formaggi donatici
da un gruppo organizzato di ciclisti Canadesi con al
seguito il pulmino dell’albergo che ad ogni tappa
prepara loro uno spuntino ricco ed accattivante. Ben
rifocillati lasciamo l’abbazia e ci lanciamo in una
lunga e divertente discesa che attraversa il terzo ca-
poluogo della Lega del Chianti, il piccolo centro di
Gaiole in Chianti, e superando la coda del gruppo
degli amici Canadesi raggiungiamo il Castello di
Brolio, abitato dai Ricasoli, che emerge da una altura
con una imponente struttura in cui si alterna il traver-
tino grigio e l’arenaria rossa. Procedendo verso sud
in direzione Siena facciamo l’ultima azzeccata devia-
zione verso il piccolo e delizioso borgo di San Gu-
smè, un pugno di case che sembra recapitato ad oggi
direttamente dal medio evo. Non ci restano ora che
gli ultimi chilometri per il ritorno a Siena, di nuovo
ricchi di saliscendi, che ci spremono le ultime gocce
di faticoso sudore.
Il borgo di Monteriggioni
2 4
Martedì 18 Siena - Asciano – Abbazia di M. Oliveto – Montalcino – Pienza - Montepulciano Km 40
Purtroppo, proprio nel momento di inforcare le bici,
si scatena il dio pluvio rinforzato da uno scatenato
Eolo che ci impediscono di percorrere la prima metà
della tappa che si snoda-
va sui secchi saliscendi a
sud-est di Siena, le Cre-
te, nome che deriva dalla
conformazione argillosa
del terreno che ha co-
struito un panorama
grandioso e unico, dolci
dune di terra che in estate
sono campi dorati di gra-
no, miglio e girasoli, ma
che a noi si presentano
come colline spogliate
dai loro frutti che si rin-
corrono a perdita
d’occhio con un’armonia
di sfumature dall’ocra al
marrone, intervallate da
stagni di acqua verdastra
all’interno di avvallamen-
ti e da cascinali sulle
sommità a cui si accede
da invitanti strade albera-
te: davvero un paesaggio
originale di rara bellezza
che l’uomo ha imprezio-
sito con borghi, castelli e
abbazie e che purtroppo
noi attraversiamo sotto
impetuosi acquazzoni. Durante una tregua del mal-
tempo visitiamo l’Abbazia di Monte Oliveto Mag-
giore, imponente complesso monastico all’interno di
un bosco di cipressi, pini e querce dove rimaniamo
soprattutto sorpresi dallo splendido chiostro impre-
ziosito da numerosissimi affreschi che illustrano la
vita di San Benedetto. A mezzogiorno tappa a Mon-
talcino, cittadina di impronta medievale sulla sommi-
tà di colline coltivate a vi-
gneti che producono il cele-
berrimo e prezioso “nettare”
invecchiato per almeno 5
anni in botti di rovere, sua
maestà il Brunello di Mon-
talcino, di cui noi ci lascia-
mo incantare dal profumo
intenso e aromatico e dal
gusto vellutato e morbido,
sorseggiando una bottiglia
offerta dal nostro intendito-
re Aurelio. Finalmente ora
possiamo scaricare le bici e
dare sfogo alla nostra voglia
di mordere l’asfalto scen-
dendo dall’altura di Montal-
cino in direzione di Pienza,
altra eccellente perla della
Val d’Orcia e antico feudo
dei Piccolomini. Uno di es-
si, Enea Piccolomini, dive-
nuto poi Papa Pio II, volle
trasformare il suo paese na-
tale in un gioiello artistico
che proprio in omaggio al
papa Pio si chiamò Pienza.
Ancora pochi e ondulati
chilometri ed eccoci a Mon-
tepulciano dove finisce la nostra tappa in bici. Ci a-
spettano ancora alcuni Km in camper attraverso
Chianciano e Orvieto fino al lago di Bolsena dove
campeggiamo.
Mercoledì 19 Pitigliano - Sovana – Terme di Saturnia – Albinia (Argentario): Km 90
Il tempo si è rimesso al bello e alla partenza da Pitiglia-
no, le cui case sembrano essere state scolpite
nell’imponente masso di tufo su cui poggia, ci restitui-
sce entusiasmo e voglia di pedalare. La prima sosta è a
Sovana, un altro piccolo borgo medievale tranquillo e
silenzioso, quasi completamente libero dalle macchine,
che ha attraversato intatto il tempo.
L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Il centro di Sovana
2 5
Le Terme di Saturnia Anatre al bagno
Altra sosta imperdibile è quella alle terme di Saturnia, suggestiva località dove dal sottosuolo sgorga naturalmente
una copiosa sorgente di acqua sulfureo-carbonica a circa 37°C che, degradando verso il torrente sottostante in suc-
cessive cascate, contribuisce a formare tante piscine naturali che, oltre a fornire un suggestivo idromassaggio natu-
rale consentono di fare bagni caldi e rilassanti. Dopo aver sguazzato come festose anatre in libera uscita, bei sorri-
denti e rilassati, ed anche un po’ puzzolenti di uova marce, riprendiamo il cammino fino ai 440 metri di Manciano
per poi buttarci in una lunga discesa verso il mare dove accampiamo sul tombolo di Giannella.
Giovedì 20 Giro dell’Argentario Porto S.Stefano - Porto Ercole – Orbetello: Km 62
L’aria si è leggermente rinfrescasta, ma è limpidissi-
ma ed è una splendida giornata di sole. La tappa pre-
vede il giro dell’Argentario, ma a Porto Santo Stefa-
no ce lo sconsigliano perchè ci sono alcuni Km di
sterrato abbastanza
sconnesso: spinti dal-
la filosofia di
S.Tommaso comun-
que partiamo con
l’ottica di constatare
di persona e con la
possibilità di modifi-
care cammin facendo
il percorso preventi-
vato. Ma subito ci
conquista il paesag-
gio, il sole, la vista
del mare, l’isola del
Giglio, di Giannutri,
Montecristo, la sa-
goma dell’Elba in
lontananza; ...e intan-
to andiamo su e giù,
in un panorama sem-
pre più naturale e più
incontaminato dove diversi patrizi facoltosi si sono
costruiti le loro umili dimore in cui di tanto in tanto
potersi rifugiare per difendersi dal logorio della cao-
tica e stressante vita moderna; ...e intanto superiamo
alcuni tratti di discesa, tanto ripidi e impervi che co-
mincia a radicarsi dentro di noi l’idea che forse è più
facile affrontare uno sterrato degli strappi che ci sia-
mo lasciati alle spalle; ...e intanto il fondo stradale
quasi gradualmente si deteriora e diventa pian piano
lo sterrato che avremmo dovuto evitare e che invece
ci troviamo a percorrere quasi con euforia e con
l’orgoglio di chi ha fatto del motto “non ci ferma nes-
suno” il suo sti-
le di vita. Pochi
Km percorsi
con cautela e
rieccoci nella
“civiltà”, cioè
con il petrolio
sotto i piedi, ma
con un “muro”
davanti che ob-
bliga 4 ciclisti a
rimettere in ta-
sca l’orgoglio e
a subire l’onta
di ...dover
scendere dalla
bici e spingerla!
Si attraversa
quindi la bella
Porto Ercole e
Orbetello e pur-
troppo il finale della tappa ci vede testimoni di un
gravissimo incidente stradale: una fiat Panda con tre
persone a bordo, due sorelle appena uscite di scuola
ed il nonno, dopo essere investita da un camion,
schiacciata e trascinata per molti metri, prende fuoco
ed in pochi interminabili minuti sotto i nostri occhi
impotenti si consuma la tragedia.
L’isola del Giglio dall’Argentario
2 6
Venerdì 21 Giro dell’Elba
Lacona - Marina di Campo - Marciana - Procchio - Lacona Km 65
Ancora sole, aria limpida e fresca. La tappa prevede il
giro dell’isola d’Elba. ma la non prevista effettuazione
del Rally Automobilistico d’Elba ci obbliga ad un cam-
bio di programma e quindi decidiamo di fare il giro del-
la parte occidentale dell’isola passando per Marina di
Campo, Cavoli, Fetovaia e Pomonte. E’ forse la parte
dell’isola ai più meno conosciuta, ma che ci offre una
costa godibilissima in bici e ci riserva alcuni scorci di
piccoli borghi, calette e spiagge davvero gradevoli. Do-
po esser saliti fino a Marciana e al Poggio ripiombiamo
a Marciana Marina e riprendiamo a costeggiare il mare
in un tratto altrettanto interessante, ma più trafficato.
L’ora
dell’appet
ito ci co-
glie nei
pressi di
Procchio
e noi decidiamo di dare piena soddisfazione a questo nostro naturale
e animalesco bisogno aggredendo succulenti piatti e vivande che ci
sono proposte in una locanda locale. Il ritorno a Lacona, verso la
chiusura della settimana “on bike”, è sereno e tranquillo, un pò appe-
santiti dalle portate che dai piatti sono passate nelle nostre “muscaro-
le” interne, ma alleggeriti dalla consapevolezza del “buon lavoro”
fatto e dal desiderio di sorseggiarlo ancora un pò protraendolo di
qualche metro o di qualche minuto. Ci resta anche il tempo di distendere e rilassare i nostri poderosi muscoli sulla
spiaggia e di dare pace e serenità al nostro spirito con ripetuti, ritmati e cadenzati OMMMM, MANE, PADME,
OMMMMMMMM!
Sabato 22 Isola d’Elba – Onore
Qui finisce la nostra odissea toscana e concludo osando parafrasare le parole del famoso italico genera-
le Armando Diaz che, celebrando la vittoria del 4 Novembre, descriveva il ritorno/ritirata in Austria
dell’esercito austro ungarico dopo la sconfitta. “I resti di quello che fu uno dei più potenti gruppi cicli-
stici del mondo, risalgono in disordine e mestamente le valli che avevano disceso con orgogliosa e bal-
danzosa euforia”.
Ora sarà solo storia, ricordi, nostalgie, fotografie ..e attesa della prossima.
Il vostro Memo
Isola d’Elba – Marciana Marina
Pausa mensa
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ORA E SEMPRE : RENATO ZERO a cura di Manuel Schiavi
Zero: si scrive più facilmente si pronuncia meglio. Tanto, vuol dire la stessa cosa. Zero: l’ infinito,
l’eterno, l’essere il nulla; il passato che esiste solo nella nostra memoria; il presente che si distrugge
nell’ attimo stesso in cui si realizza; il futuro che non è ancora. Zero: l infinitamente grande e piccolo,
l’universo e l’atomo. Nessun sistema scientifico, matematico, filosofico esisterebbe senza questa non-
entità: Zero!
(Renato Zero)
Tante volte, poche parole bastano per compren-
dere e conoscere un grande artista. Forse quel
concerto a Montichiari, del tour Zero movimento
2006, a cui ho assistito, è stato uno dei miei più
grandi sogni, che si è avverato: ascoltare il miti-
co Renato con le sue canzoni più famose ; famo-
se come “il Cielo” oppure “Più Su”, in cui
l’amore per una persona più grande di noi, cioè
Dio, trionfa e da sensazioni e gioie indescrivibili
!!!
Da quel concerto pure io faccio parte del club
degli Zerofolli, cioè Zenzero, un mondo partico-
lare in cui le emozioni e i pensieri di Renato si
mescolano con i nostri. Noi Fans, infatti, acco-
gliamo sempre a braccia aperte il nostro idolo;
inoltre, non ci interessa il suo autografo, perché
ogni sua canzone è un firma che è impressa nel
nostro cuore!
Nel mondo di oggi,l’ artista romano si fa cono-
scere tramite le sue più belle canzoni, che hanno
segnato la storia della musica e che hanno girato
per molti anni, consumandosi, sul piatto di un
giradischi. Ne sono un esempio: il Carrozzo-
ne,Più su, Madame,Morire qui … Tutte opere
raccolte in un cofanetto, uscito a Natale, dal tito-
lo “Renatissimo”, contenente 43 canzoni che cu-
stodiscono, in uno scrigno di musica e parole, la
storia di un vita!
Non solo tramite i suoi testi Renato ci fa com-
prendere e amare la vita, ma anche tramite rifles-
sioni, in cui descrive i propri sentimenti e stati
d’animo; di questi pensieri ce ne sono infiniti,
per darne un’ idea né riporto alcuni tra i più fa-
mosi:
“D’amore ho vissuto,
ascoltando e imparando,
cantando e aspettando!”
“La vita è come te la costruisci!”
“Mi sono scelto questo nome per ripicca verso il mondo.
Zero perché questo nome non è un bel niente, non esiste, ma
senza di lui non puoi fare i calcoli. E poi perché è rotondo,
perché vuol dire tutto quello che vuoi, perché fin da bambi-
no mi son sentito ripetere che ero uno zero,una nullità”
(Renato Zero, inizi carriera)
Per maggiori informazioni contattate il Fan Club Zenzero al numero 06.5011954 o per fax 06.50991918
oppure semplicemente in internet nel sito: www.zenzero.it o www.renatozero.com
Ciao a tutti! Manuel
Spazio Sociale
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CRE 2007 – abbiamo un piano e sembra forte
MUSICA MAESTRO Con la musica nel cuore puoi davvero dare il là ....
ed il là è stato dato ufficialmente al Cre 2007 il 25
giugno, come sempre presso le scuole di Rovetta.
Eravamo veramente in tanti quest'anno, 420 ragaz-
zi, 100 animatori e 70 mamme e tante altre persone
che in un modo o nell'altro hanno dato una mano e
tutti con un unico obiettivo: stare insieme per con-
dividere una forte esperienza che sicuramente ri-
marrà nella mente e nel cuore di tutti. Tema di
quest'anno era la musica, e quanta musica insieme
abbiamo suonato, cantato, ballato; quanta musica
insieme abbiamo condiviso, quanta sinfonia nei
nostri cuori è stata seminata: i grandi giochi orga-
nizzati da abili animatori che sempre erano pronti
anche in caso di maltempo, quante sfide, quanta
grinta sul volto dei ragazzi e anche quanta allegria
nel dare una mano per vincere; quanti laboratori
dove abilissime mamme ci hanno fatto gustare pre-
libatezze culinarie e mamme che ci hanno fatto
ballare, recitare, dipingere, giocare a dama, scacchi
con mini tornei; quanta amicizia nei vari gruppi
classe
tra ragazzi e animatori e non per ultima di impor-
tanza la preghiera che scandisce i momenti iniziali
e finali del Cre dove abbiamo cercato di ascoltare
un po' di più la melodia del Signore con una gior-
nata di spiritualità, con le confessioni. Anche
quest'anno non sono di certo mancate le gite, tanto
attese dai ragazzi, certo il tempo all'inizio non è
stato molto clemente, vedi San Rocco e Ardesio,
ma la grandi gite acquatiche, l'incontro vicariale a
Clusone e l'incontro diocesano a Schilpario hanno
riscattato la delusione. Un grazie ai genitori del
mini ere che sempre organizzano al meglio la bici-
clettata, la cena al parco e grandi giochi per tutti.
Solitamente alla fine di un'esperienza si raccolgono
un po' le somme di quello che è stata l'esperienza
del Cre e credo che i ringraziamenti a tutti siano
doverosi, a Don Mauro che come sempre permette
tutto ciò, agli animatori attenti musicisti in questa
grande orchestra, ai ragazzi che come sempre san-
no riempire il cuore, alle mamme dei laboratori e a
tutti quelli che in un modo o nell'altro hanno dato
una mano.
Pinarella di Cervia
meta delle nostre vacanze!
Diciamocelo: estate è tempo di vacanze e quando
pensiamo alle ferie la parola d’ordine è mare. “Pi-
narella, aspettaci: arriviamo!”. Così, dopo luglio e
le fatiche di Musica Maestro C.R.E. 2007, gli ado-
lescenti dell’Oratorio sono partiti per le tanto so-
spirate vacanze. Sessantasei i partecipanti: il don,
gli storici cuochi Mariella, Pinuccia e Armando, gli
ado, i giovani, e quest’anno anche alcuni amici del-
la Comunità il sentiero di Clusone. Data di parten-
za: mercoledì 8 agosto, alle ore 04.45 Luigi par-
cheggiava il bus alla Banca di Rovetta. Tra l’attesa
per chi stava rimanendo a letto, il sonno generale,
le montagne di valigie stipate nel bagagliaio e le
mamme che ci salutavano sorridenti, siamo partiti
tutto sommato puntuali. Il viaggio notturno e tran-
quillo lungo le autostrade italiane ha recato il ne-
cessario riposo e spuntata l’alba eccolo là
all’orizzonte, l’Adriatico. Ore 10.30 capolinea alla
Domus Pacis che, con la sua posizione nel centro
di Pinarella di Cervia, si proclama per il quarto an-
no non consecutivo best holiday home. Sistemate
le dépendances e la maison i ragazzi e le ragazze
sono scesi in spiaggia ma per i primi giorni il tem-
po è rimasto altalenante: sereno, nuvolo, pioggia…
e così fino a venerdì pomeriggio; dopodiché sole,
cioè spiaggia, abbronzanti, salviettoni, creme varie,
libri, cruciverba! Le giornate sono trascorse davve-
ro serenamente con tornei di scacchi, sfide a beach
volley, partite di calcio fra nuove leve e vecchie
glorie, duelli a briscola-chiamata e marianna, pla-
ystation, scherzi, gavettoni in cucina, prelibatezze
culinarie e momenti dedicati alla preghiera. Indi-
menticabili flash: i go-kart ;-) “frena, frena!!!...” -
mi impongono il silenzio stampa!, gli aquiloni del
nostro beniamino Iron Jhon, la disperata caccia agli
specchi perduti, il cellulare di Serena, i voli di Ca-
rotino, i bicchieri in frantumi di Johnny, gli starnuti
di Patrick… Alla fine, tra un salto al pronto soc-
corso per un lieve taglio o una botta al ginocchio,
la domanda è sempre quella: “dove è Simone?”.
Bello! Dieci semplici giorni di vacanza in cui tutti
abbiamo respirato un forte clima di gruppo, di fra-
ternità e di simpatia. Speriamo di rivederci anche
l’anno prossimo, con nuovi e vecchi amici, ma
sempre insieme!
2 9
D.V.
LORETO 2007 Eccomi qui, tornata dopo 5 fantastici giorni che non potrò mai dimenticare.
Tutto è iniziato mercoledì 29 agosto, ore 7.30, partenza da Albino… destinazione: Assisi-Loreto.
La voglia c’era, l’agitazione anche, ma mai avrei pensato di vivere un’esperienza così ricca di emozioni.
Dopo circa 7 ore di viaggio siamo giunti al santuario de La Verna (AR), dove ci siamo ritrovati con tutti i giovani
della diocesi di Bergamo per dare il via ufficiale a questa avventura, con la Messa presieduta dal nostro vescovo
Roberto. Dopo la Messa e una breve visita al santuario, abbiamo raggiunto il nostro alloggio a UmbriaFiere e, dopo
aver sistemato armi e bagagli, ci siamo recati in un centro sportivo dove siamo stati accolti da un gruppo di suore
(molto vivaci) che hanno animato la nostra prima serata.
Il giorno successivo, in mattinata c’è stato l’incontro con il vescovo Roberto, nel pomeriggio abbiamo visitato la
bellissima città di Assisi, mentre la sera, presso la Basilica della Porziuncola in Santa Maria degli Angeli, abbiamo
avuto l’opportunità di confessarci per poter vivere al meglio il pellegrinaggio.
Venerdì 31 agosto ci hanno raggiunto i seminaristi, tra cui il nostro caro amico Davide Visinoni.
Nella mattinata e nel pomeriggio abbiamo visitato Assisi, mentre la sera, nella Basilica di San Francesco, il vesco-
vo Roberto ha celebrato, con 800 ragazzi, la Messa di ringraziamento per i cinquant’anni di sacerdozio. Cena
all’aperto a base di panini, poi è iniziata la festa con tanto di diapositive a raccontare i cinquant’anni del vescovo, il
tutto organizzato dai ragazzi dell’UPEE.
Dopo questi tre giorni il momento più atteso è arrivato. Sabato 1 settembre partenza per Loreto…borsa in spalle,
sacco a pelo nello zaino e via… Arrivati a Loreto, fatta visita al santuario, abbiamo raggiunto la spianata di Mon-
torso che affaccia sul mare. Uno spettacolo!!! 450 mila giovani provenienti da tutta Italia (e non solo) riuniti in una
grande spianata con il desiderio di vedere e sentire il Papa… si respirava un clima di pace, come essere una grande
famiglia, e in questa famiglia Dio c’è.
A rendere omaggio a Benedetto XVI sono intervenuti nel concerto del sabato sera: le Vibrazioni, Lucio Dalla,
Claudio Baglioni, Alessandro Preziosi, Fabio Fulco, Andrea Bocelli e tanti altri, tra cui Giancarlo Bossi, il missio-
nario italiano rapito nelle Filippine.
La domenica mattina il Papa è sceso alle 9 nella spianata di Montorso per celebrare la Messa. Che emozione quan-
do il Papa iniziava a parlare con il suo solito “KARI CIOFANI” (cari giovani)!
Infine abbiamo raggiunto il pullman e abbiamo preso la strada del ritorno. Quanta stanchezza… ma ne è veramente
valsa la pena…
Barbara
DICIOTTESIMO INCONTRO INTERNAZIONALE
DI PREGHIERA DEI GIOVANI A MEDJUGORIE
UN FESTIVAL DI GIOIA Come riuscire a raccontare in poche righe ciò che è stato il Meeting Internazionale dei giovani a Medjugorie, che
noi 7 giovani delle nostre parrocchie abbiamo condiviso con giovani provenienti da tutto il mondo.
Dal 1 al 6 agosto abbiamo partecipato al 18 incontro internazionale di preghiera dal titolo: “ Come io vi ho amato,
così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Sin dal primo giorno si poteva notare una moltitudine di giovani provenien-
ti da tutto il mondo, giovani tutti alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, giovani pronti a vivere e condividere
un’esperienza che sicuramente avrebbe cambiato la loro e nostra vita.
Le giornate erano scandite da vari momenti: si iniziava al mattino con la preghiera, seguivano varie testimonianze
che si protraevano anche nel pomeriggio, la recita del Santo Rosario e la santa messa serale; la giornata si conclu-
deva poi con un momento di adorazione, con una fiaccolata o con uno spettacolo musicale.
Tanti i luoghi visitati, tanti i sentimenti che scorrevano nel cuore nell’immaginare alcune situazioni: la collina delle
Apparizioni, il Monte Krizevac dove una moltitudine di giovani vi saliva a pregare sin dalle prime ore del mattino,
l’incontro con i veggenti, con Suor Elvira e la Comunità Cenacolo da lei fondata, comunità dove si trovano giovani
rinati a vita nuova dopo esperienze drammatiche con la droga.
Abbiamo avuto la possibilità in questi luoghi, dove si respira veramente la pace dello Spirito, di interrogarci su al-
cune provocazioni lasciate durante le omelie che vorrei lasciare anche a te che stai leggendo: come stiamo vivendo
la nostra vita, i nostri rapporti, la nostra vocazione…Come preghiamo…Quali sono gli idoli della nostra vita…e
potrei andare avanti e tutte queste domande portavano a Colei che ha saputo fare della Sua vita qualcosa di grande,
a Colei che ci ha donato Suo Figlio….e lì troviamo il senso a tutte le nostre risposte.
3 0
Che cosa abbiamo portato a casa di questa esperienza, cosa è stato seminato nei nostri cuori e nei cuori dei tanti al-
tri giovani, cosa il Signore ha voluto dirci? Di certo non siamo e non sono tornata a casa con le risposte ai tanti in-
terrogativi che balenavano nel cuore, ma Medjugorie è stata il trampolino di lancio verso un cambiamento interiore,
un trampolino di lancio verso quella felicità che tante volte facciamo fatica a scorgere, a trovare perché presi da
troppe occupazioni durante le nostre giornate.
“Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”, lì sapremo trovare quella felicità, quella gioia che
saprà riempire i nostri cuori, lì sapremo vedere il bello che c’è in ognuno di noi e dei fratelli che ci stanno accanto,
Dio non ti toglie nulla ma ti dona tutto.
VACANZE CATALANE
…si parte!! Destinazione Catalunya.. nello scorso incontro di gemellaggio la famiglia Gispert ci aveva invitato a
trascorrere qualche giorno a Girona e a Garriguella, noi, cogliendo la palla al balzo per le vacanze estive, abbiamo
accettato di buon grado e abbiamo subito prenotato un volo. Ecco perché lo scorso 4 settembre siamo partite alla
volta della Catalunya. La famiglia si è dimostrata molto accogliente con noi, abbiamo potuto visitare Girona e Bar-
cellona. Tre giorni delle nostre vacanze li ab-
biamo passati invece nella seconda casa della
famiglia Gispert a Garriguella. La prima sera
hanno organizzato una cena al ristorante LA
VINYA in nostro onore, c’era Narcis con la
moglie ed i nipoti, alcuni ragazzi del paese, la
maestra d’asilo Teresa, a famiglia Rotllan, mol-
ta altra gente e il nuovo sindaco con la moglie.
Il sindaco ha ringraziato a nome della popola-
zione per l’album fotografico dello scorso in-
contro nel mese di aprile che gli abbiamo con-
segnato è ha espresso il suo invito ad andare
prossimamente a Garriguella con tutta la gente
di Onore. La nostra impressione sul sindaco è
buona, sembra essere molto interessato al ge-
mellaggio con Onore.. speriamo di non esserci
sbagliate. Hanno anche tentato di insegnarci il catalano e qualcosa abbiamo imparato, soprattutto una pubblicità per
l’indipendenza catalana. ( PARLU SENSA VERGOGNA, PARLU EN LIBERTAD, Y SE M’EQUIVOQU
TORNO A CUMENSA’). Ma come tutte le cose belle così anche questa vacanza catalana è finita e ci è toccato il
ritorno ad Onore. Ora li aspettiamo noi, e se tutto va bene, qualche ragazzo catalano a febbraio verrà a provare le
nostre piste da sci.
Daniela e Elisa
Ricorrenze Anniversari Quinquennali di Matrimonio
La bella tradizione di festeggiare
insieme le ricerrenze dei quin-
quennali di anniversari di ma-
trimonio è stata anche
quest’anno onorata dalla presen-
za di numerose coppie che, dopo
la S.Messa celebrata da Don An-
tonio, si sono ritrovate al risto-
rante Betulla per un buon pranzo
in loro onore.
Auguri e congratulazioni a tutti!
Il nuovo Alcalde di Garriguella con Daniela e Elisa
3 1
Classe 1973
Allo “Xel” di Seriate siamo andati
E di cocktail ci siamo saziati,
Fino alle quattro abbiamo ballato
E dei vechi tempi abbiamo parlato.
E che dire siamo gli stessi
Nonostante gli anni e i suoi connessi.
Ci siamo lasciati felici e contenti
Con un sacco di buoni proponimenti.
Ciao coscritti del ’73, grazie per
La splendida serata, l’appuntamento
È alla prossima annata per un’altra festa
Da noi organizzata.
35° Anniversario di Matrimonio
Sono ormai trascorsi 35 anni da quel 26 agosto 1972 e bisogna
dire che guardandovi in fotografia siete ancora belli voi due.
C’è qualche anno in più rispetto ad allora
E qualche capello grigio appare nella chioma.
Quel che importa non è l’aspetto
Ma il sentimento che portate nel petto.
E l’esempio che ci avete dato non sarà da noi dimenticato.
E ora finiamo di scherzare,
concludiamo con l’augurio che vi vogliamo fare
tanti auguri di felicità, di salute e serenità.
Ringraziandovi di quanto per noi avete fatto,
chiudiamo lo scenario e …
Appuntamento al prossimo anniversario!
Figlie, generi e nipoti
Classe 1947
Il 15 settembre u.s., la gloriosa classe ’47 ha festeggiato il ses-
santesimo anno d’età. L’appuntamento ci ha visti puntuali alle 7
davanti alla Chiesa. Nella Messa celebrata da Don Antonio ab-
biamo ricordato Giuliano e Marisa, i nostri coscritti defunti. In-
decisi sulla meta siamo partiti all’avventura e, chilometro dopo
chilometro siamo approdati ad Arona sul lago Maggiore. Una
stupenda giornata di sole ci attende. La visita a San Carlone è
stata interessante. Tanti gradini ci hanno fatto ansimare come
vecchietti! Non tutti hanno avuto il coraggio di arrivare in cima
– per la privacy ... non facciamo nomi! Dopo tanta fatica abbia-
mo traghettato sull’isola dei pescatori per il pranzo, invece il ge-
lato l’abbiamo gustato sull’isola Bella, che merita il suo nome. Il
traghetto ci ha poi portato a Stresa. Una passeggiata sul lungo
lago. Purtroppo dovevamo tornare sapendo che l’autostrada MI-
BG chiudeva alle 21.00. In allegria abbiamo consumato la cena a
Vertova, chiacchiera e chiacchiera sono arrivate le ore piccole.
Contenti come ragazzi di tre volte venti, ci siamo dati appunta-
mento al prossimo anno.
Auguri a noi!
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Immagini d’altri tempi
Asilo anni ’50 – Vi riconoscete?
Franco Colotti ci manda questa foto nella quale sono ritratti
la propria madre Natalina con i suoi fratelli Catelli
Cecilia Horber Savoldelli ci manda questa foto nella quale
sono ritratte alcune ragazze che tornano dal lavoro da Ponte
Nossa.
Chissà se qualche nipotino riconosce la propria nonna!
3 3
LA VOCE DEGLI ALPINI
Ciao a tutti,
come di consueto, utilizziamo questo spazio del giornalino per informare i lettori sulle nostre attività.
Come tutti gli anni, in primavera, si è svolta la magnifica adunata di Cuneo, che si è distinta per l’ottima organizza-
zione, per il tempo bellissimo e per la numerosa presenza dei nostri alpini. Infatti, nonostante il nostro sia un picco-
lo gruppo, durante le adunate, siamo sempre numerosissimi.
Com’è ormai tradizione, i Veci partono cinque o sei giorni prima, per piazzare il campo base, già individuato con
anticipo. Nei giorni successivi arrivano anche gli altri e questa formula, ormai collaudata, funziona benissimo. Gra-
zie dunque ai Veci!!
A cavallo dell’estate, poi, ci siamo prodigati per organizzare
qualche serata in piazza. La notevole presenza di villeggianti, at-
tirati dall’arte culinaria del nostro cuoco Enzo e dallo “spirito al-
pino” hanno dimostrato il nostro successo. Un grazie di cuore a
tutti!!!
Ma gli alpini, non si sono solo divertiti durante le feste, anzi,
hanno saputo lavorare duramente. In sede, infatti, abbiamo rea-
lizzato un locale nuovo sul retro e una stupenda “penzana” per
poter cucinare con comodità nelle future cene all’aperto. Il risul-
tato è stato davvero eccellente.
Ma non solo, è stato realizzato anche un passaggio ciclo pedona-
le in via Crocetta. E’ stato costruito sulla falsa riga di quello pre-
sente in via Rovena, circa tre anni fa. L’opera è stata eseguita
a regola d’arte, d’altronde siamo ormai esperti nel realizzare
queste passeggiate.
A ottobre poi ricordiamo che sono state effettuate le elezioni
per il nuovo capogruppo ed il consiglio che vanno rieletti ogni
tre anni. Lo spoglio delle schede ha dato il seguente risultato:
il capogruppo è ancora Schiavi Primo ed il consiglio rimane
quello degli anni precedenti, a conferma dell’ottimo lavoro
svolto.
Ringraziamo di cuore tutti gli alpini e tutte le persone che ci
aiutano nelle manifestazioni e che collaborano alle nostre ini-
ziative, ciao a presto
3 4
NOTIZIE ... DALLA FAMIGLIA
Il gruppo famiglia interparrocchiale invita tutte le famiglie a partecipare agli incontri sul tema: VIRTU’ ...
PER UNA GRANDE FAMIGLIA che si tengono la domenica pomeriggio, a partire dalla ore 14,30 se-
condo il calendario che segue:
4 novembre 2007 a Onore al Salone Parrocchiale
16 dicembre 2007 a San Lorenzo presso la Casa San Giuseppe (suore)
10 febbraio 2008 a Fino del Monte presso l’asilo
30 marzo 2008 a Rovetta alla Casa Magri
4 maggio 2008 a San Lorenzo presso la Casa San Giuseppe (suore)
È garantito il servizio di baby sitter.
Il tema di quest’anno
La parola virtù richiama il termine latino vir,
uomo forte: la virtù è infatti quella cosa che di-
mostra la forza di una persona, la sua capacità di
rispondere sempre in un certo modo a determina-
ti stimoli. La virtù è dunque un atteggiamento
abituale, non un comportamento occasionale.
Quali cose vogliamo fare diventare virtù in fa-
miglia?
Una prima virtù individuata è la capacità di dia-
logo che comprende l’ascolto, la disponibilità,
che è cosa diversa dall’essere a disposizione (
forse siamo spesso a disposizione, ma poco di-
sponibili!), la capacità di mettersi nei panni degli
altri, fermando i pregiudizi, e la disposizione a
cambiare. Già in questo abito abbiamo indivi-
duato molti pezzi significativi ed importanti.
Altra virtù, vicina a questa è l’essere certi che la
diversità è una ricchezza. Viviamo in una cultu-
ra che non ci dice questo, scegliamo amici che la
pensano come noi, trascurando il fatto che
l’amico è chi si confida con te e può farlo anche
se ciò che ti dice di sé è diverso da ciò che tu
pensi. La diversità è ingrediente del dialogo e
della crescita, è lo spazio sconosciuto nell’altro,
che ti consente ogni giorno di desiderare, ancora,
di continuare a viverci insieme e a conoscerlo.
Virtù nella coppia, nella famiglia e nella società
di oggi e dirci che non siamo perfetti, ma pos-
siamo migliorare e che il meglio non è la stessa
cosa per ciascuno di noi.
Virtù è anche evitare di vedere la vita in bianco e
nero, ma cogliere tutti i colori, quei colori
dell’arcobaleno posto nel cielo dopo il diluvio
per dire che mai più il diluvio, mai più le acque
allagheranno la terra per distruggerla. Non pos-
siamo cambiare gli eventi, ma possiamo cambia-
re il senso e l’interpretazione degli eventi co-
gliendo i segni di speranza, il positivo delle cose.
Possiamo insegnare non solamente a non fare per
evitare il pericolo, i rischi, ma a fare per cogliere
ciò che ci consente di crescere dentro
un’esperienza, magari faticosa.
Virtù in famiglia è darsi delle regole: non trop-
pe, né troppo rigide, altrimenti la regola diventa
la tua nemica.
Virtù è pensare che sbagliare non significa es-
sere sbagliati e che i fallimenti sono dei risultati
di azioni, non sono le persone che sono fallite.
Virtù è non scaricare le proprie responsabilità
sugli altri, è amare l’incertezza, permettendo a
spazi incerti di prendere posto nelle nostre co-
modità per ampliare i nostri orizzonti e la nostra
capacità di vivere.
Cosa trasforma queste virtù umane in virtù teologali? Il perché si fanno!
Tutto diviene teologale se facciamo le cose COME Gesù e CON Gesù., sposando i Suoi desideri, i Suoi
pensieri, fidandoci di Lui e rendendo fratello ogni uomo che incontriamo.
E dunque virtù è imparare a narrare la fede ai nostri figli, a chi incontriamo, con parole nuove rispetto a
quelle usate dai nostri genitori, affinché possano gustarla. Virtù è non tenere sulle nuvole le cose che ab-
biamo capito della fede, ma farle schiantare sulle nostre case!
3 5
Vivere la solidarietà
Mi sono trovata in serie difficoltà quando mi è stato comunicato che la colonia era stata venduta ad un privato e che
avrei dovuto portare via ogni cosa.
Non so come avrei fatto se Eugenio Savoldelli non mi avesse dato la sua disponibilità sia a trasportare la roba e a
mettermi a disposizione due locali per circa tre mesi fino all’inizio dell’ apertura del mercatino. Desidero attraverso
queste righe ringraziare Eugenio di vero cuore. Si è dimostrato una persona veramente sensibile e comprensiva.
Questo è stato il primo dono per l’ organizzazione del nostro mercatino.
Quest’ anno abbiamo raccolto di tutto cercando di coinvolgere negozi, famiglie e parroci, non abbiamo rifiutato
niente, barattoli, bottiglie, teiere, pezzi di stoffa, quadri, pentole, anche durante il mercatino arrivavano villeggianti
sempre con cose belle da utilizzare e impreziosire con la fantasia di ognuna di noi.
È un modo diverso di vivere le stagioni della vita, un modo per riempire la nostra valigia di bontà e dare un senso
diverso al nostro vivere dedicandoci agli altri. È una maniera per stare insieme per restaurare relazioni vere basate
sull’amicizia e condividere anche momenti di ricreazione.
Il timbro che desideriamo dare alla nostra iniziativa è la condivisione e attraverso le esperienze tocchiamo con ma-
no che possediamo solo ciò che doniamo.
Come consuetudine desidero parteciparvi ilo resoconto del raccolto.
€ 10.350,00 così distribuiti: € 6.000,00 consegnati al parroco Don Antonio; € 2.500,00 mandati a Padre Gregorio;
€ 1.200,00 consegnati a Suor Francesca; € 650,00 per spese varie.
Desidero ringraziare i missionari che attraverso la loro vita aprono gli occhi sui bisogni dei n ostri fratelli più biso-
gnosi.
Un grazie di vero cuore a tutti e soprattutto ai villeggianti che con tanto amore hanno partecipato al nostro lavoro,
alla nostra gioia con tanta solidarietà e generosità.
Un caloroso grazie anche agli alpini che nel momento del bisogno sono stasi disponibili.
E per concludere, una frase molto significativa:
QUELLO CHE TU PUOI FARE E’ SOLO UNA GOCCIA NELL’ OCEANO MA E’ CIO’ CHE DA
SIGNIFICATO ALLA VITA.
A nome di tutte le collaboratrici
Rosalba
I componenti della caritas interparrocchiale desiderano augurare a tutti ma soprattutto agli anziani e ai malati un
Santo Natale nel Signore.
GIOIA DI INCONTRARE
Voglio essere vicino ai fratelli;
accettare i loro sguardi,
ascoltare le loro angosce.
Non voglio fuggirli
Ma servirli,
possibilmente come Lui.
Da quando ho accolto Lui
Gli amici sono diventati
una valanga.
Spalancando la porta a Cristo
Tutti ormai vi possono entrare:
ed è una processione!
Lui è entrato nella mia casa
E ha lasciato la porta aperta:
ed è stata una invasione.
Lui è seduto a tavola con me,
da allora non ho ancora smesso
di aggiungere posti.
Lui è entrato,
e il corteo dietro di lui
non è ancora finito.
Lui ha occupato il posto centrale;
e gli altri, tanti altri,
hanno fatto il pieno dei posti.
Lui è entrato nella mia sala
E gli altri hanno occupato tutto l’appartamento.
E quando si accetta Lui
Si deve accettare
Tutta la Sua compagnia.
La Sua presenza
Mi ha donato
Tante presenze.
Io che desideravo tanto
Essere disturbato
Dal Maestro;
ora devo accettare
di essere tanto disturbato
anche dai suoi discepoli.
3 7
VIAGGIO IN BANGLADESH E PADRE GREGORIO
A metà gennaio abbiamo intrapreso un lungo viaggio
diretti in Bangladesh la patria – si può dire - di Padre
Gregorio e volentieri vi rendiamo partecipi della no-
stra esperienza. Il Bangladesh è un paese di 140 mi-
lioni di abitanti in un territorio grande 2/3 dell’Italia.
E’ un paese tropicale e prevalentemente agricolo. E-
siste da una parte la vita della città, e dall’altra la vita
della campagna nei villaggi dove opera Padre Grego-
rio. Per quanto riguarda la città c’è ad esempio Dhaka
la capitale nel sud del paese che abbiamo visto. At-
torno alla capitale emergono forti contrasti: accanto
ad eleganti aree residenziali sorgono aree industriali
che hanno richiamato manodopera dalle campagne.
La gente vive in baracche ai lati della strada e in con-
dizioni igienico-
sanitarie molto
precarie. Vivere
in queste condi-
zioni sarebbe per
noi impensabile.
Si fanno attirare
dal miraggio del
denaro; tuttavia
lo stipendio me-
dio mensile di un
operaio è di 20
euro a fronte di
almeno 12 ore di
lavoro. Dhaka la
capitale è al sud
del paese e lì c’è
anche
l’aeroporto, men-
tre al nord a ben
400 Km di distanza in un villaggio nella zona di Mo-
heshpur vive ed opera Padre Gregorio. La sua è una
scelta molto particolare. Non vive in comunità con i
suoi confratelli che escono poi nei villaggi per la loro
missione. Ha invece adottato un altro schema origina-
le ma al tempo stesso più impegnativo: immergersi
nel contesto sociale di una popolazione tribale del
posto (appunto i Shantal), essere uno di loro in tutto e
per tutto e partendo da questo villaggio (dove lui si è
inserito come membro di una famiglia a tutti gli effet-
ti) si muove quotidianamente negli altri villaggi in un
territorio grande come la bergamasca per portare il
Vangelo non solo a parole ma traducendolo in gesti
di quotidiana carità aiutando la gente nelle minime
necessità.
Visitando di persona con lui i villaggi molto distanti
fra di loro abbiamo constatato la grandissima povertà
che vi regna; le abitazioni ad esempio proprio anche
nel villaggio di Gregorio sono costruite con l’argilla
che si secca al sole e tetti di paglia e Gregorio quando
può, perché riceve qualche offerta, aiuta questa gente
a comperare tetti di lamiera. Abbiamo visto file di
povera gente che si affidava al suo aiuto per i più sva-
riati motivi: libri di scuola per i figli, il potersi ricove-
rare in ospedale lui garante del pagamento perché di-
versamente le persone non sono accettate.
Una delle sue preoccupazioni principali è la scuola in
un paese come il Bangladesh fortunatamente c’è an-
cora la libertà d’insegnamento.
Ancora, si dedica alla costruzione di nuove chiese
perché il Cristianesimo si diffonde con spontaneità e
pare nato non da lunga data, sembra agli inizi.
Qui la gente vive con grande dignità e serenità. Qui il
tempo si è fermato e quello che appare subito è la
grande armonia che regna. La loro vita giornaliera ri-
spetto alla nostra è
molto meno frene-
tica. Ci sono tanti
e tanti bambini
che sono la vera
ricchezza della
gente così come
non avviene nella
nostra società o-
pulenta. Proprio i
bambini, nono-
stante abbiano i
genitori, di fatto
nel villaggio si
crea una grande
famiglia; i bambi-
ni sono seguiti da
chiunque
all’interno del vil-
laggio e già in te-
nera età rilevano spiccate doti di autonomia, vivacità
e curiosità.
Gli anziani sono molto rispettati, al centro
dell’attenzione del villaggio e godono di
continua assistenza. E’ anche vero che a cin-
quant’anni le persone sembrano almeno ottantenni.
Hanno poi abitudini e tradizioni che ai nostri occhi
appaiono quantomeno bizzarre. Ad esempio quando
si visitava un villaggio a noi accadeva come ospiti di
essere fatti sedere, e alcuni membri del villaggio pro-
cedevano a lavare i piedi (partendo dall’ospite più
anziano) e ad ungerli con olio.
I matrimoni, di fatto, sono combinati, nel senso che
gli sposi talvolta si conoscono a malapena.
Anche nelle cose quotidiane si notano differenze: per
esempio non usano per niente le posate, usano la ce-
nere come detersivo, e altre stranezze rispetto a noi e
che testimoniano di un mondo completamente diver-
so dal nostro.
3 8
Nei villaggi pochi hanno il privilegio di avere la luce
elettrica (che comunque il Governo fornisce per non
più di cinque ore al giorno talvolta interrompendola).
L’acqua è attinta con pompe a mano che Gregorio ha
fatto installare. Un aiuto forte in questo senso gli è
stato dato dal gruppo CAP Holding di Milano che –
nella sua attenzione
ai bisognosi – ha in-
contrato la dimensio-
ne rurale di Mohe-
shpur e ha finanziato
la realizzazione - in-
teramente seguita da
tecnici del posto - di
pozzi per acqua puli-
ta fonte di salute oltre
che di sopravvivenza.
Sì, perché la realtà
era che i piccoli la-
ghetti “ i pukuv”,
che si trovano con
frequenza vicino alle
abitazioni, erano usa-
ti per tutte le necessi-
tà del villaggio: ci si lavava, si lavavano i panni, le
stoviglie e queste acque sono infettate anche dagli in-
setticidi usati per le coltivazioni, e per raggiungere
rare pompe a mano era necessario fare Km. Ora que-
sta realtà è cambiata e sta cambiando: un contributo
notevole è stato dato dall’amico Oliviero di Castione
della Presolana ammirabile, sotto questo punto di vi-
sta, che tanto ha a cuore l’opera di Gregorio.
Continuando la nostra carrellata sulle abitudini di
questa gente mangiano spesso riso anche tre volte al
giorno. I problemi più seri sono sul fronte sanitario:
gli ospedali sono lontani, inadeguati e la gente non sa
riconoscere la malattia se non in fase terminale. Si
muore per banalità soprattutto i bambini. Esistono i
vaccini ma non sono forniti dal Governo per insuffi-
cienze organizzative. L’anagrafe non esiste. Confron-
tando il nostro mondo con il mondo di laggiù ci sia-
mo fatti la convinzione che talvolta da noi ci sono si-
tuazioni di disagio fisico morale forse peggiori che in
quei paesi poveri. Almeno in queste realtà la povertà
rende tutti uguali e le differenze si notano di meno.
In un articolo pubbli-
cato su una rivista pe-
riodica del gruppo
CAP sopraccitato, a
proposito delle pompe
di acqua, articolo dal
titolo “Bangladesh
pozzi profondi per
acqua pulita” di Maria
Clotilde Liani si dice:
“ma chi è Padre Gre-
gorio? Padre missio-
nario del P.I.M.E..
Un personaggio par-
ticolare per le attitu-
dini di enorme gene-
rosità e particolare
capacità di identifi-
carsi con il suo popolo. La sua gente di etnia Santhal
ha vissuto con lui un dialogo di amore e di scambio e
oggi, dopo quasi quarant’anni, è un po’ come una
grande famiglia”.
Padre Gregorio ha talmente condiviso la vita di que-
ste popolazioni che ha dichiarato che quando torna in
Italia lo fa volentieri per gli affetti familiari, ma non
vede l’ora di ritornare presso quella che è diventata la
sua famiglia, e lui stesso trova l’Italia molto cambiata
rispetto ad un tempo. Non c’è bisogno di dire che è
un esempio per i ragazzi che desiderano spendere al
meglio la propria vita.
Don Antonio, Gerardo e Mimma
Lettera di Padre Gregorio alla Parrocchia dopo il rientro in Bangladesh dall’Italia
Moheshpur, 04/08/2007
Don Antonio,
Ciao! Sono arrivato bene qui a casa in Bangladesh. Ho trovato tutti bene anche se naturalmente ci
sono sempre un po’ di problemi da risolvere. Adesso è la stagione delle pioggie e la gente è tutta impegnata a finire
di piantare il riso nei campi; sta piovendo molto e tante zone giù al sud sono allagate e migliaia di persone sono in
difficoltà, il Governo però sta facendo qualcosa per aiutarle.
E tu come stai?
Ringrazia a mezzo tuo te e tutti gli onoresi per quello che avete fatto e state facendo per noi qui. E’ sempre bello
aiutarci gli uni e gli altri e ricordarci. Tu cerca di star bene e salutami tutti quanti lì in paese. Ci risentiamo,
Gregorio ciao.
3 9
Ti darò un angelo Un bambino che stava per nascere a questo mondo domandò a Dio
“Mi dicono che sto per essere inviato sulla terra … come potrò vivere là se
sono così piccolo e indifeso?”
E Dio rispose:
“Tra la moltitudine degli angeli, io ne ho scelto uno speciale per te,
sta aspettandoti e si prenderà cura di te”
“Ma dimmi: sarò felice là?”
“Il tuo angelo canterà e sorriderà per te, ogni giorno, ogni istante
e tu sentirai l’amore del tuo angelo e sarai felice”
“Come potrò capire quando mi parleranno se nemmeno conosco la lingua
che le persone parlano?”
“Con tanta pazienza e amore il tuo angelo ti accompagnerà,
ti sarà sempre vicino”
Gabriele Beccarelli
14 aprile 2007
“Che cosa potrò fare quando avrò desiderio di parlarti?”
“Il tuo angelo t’insegnerà a mettere le mani giunte e a pregare”
“Ho sentito dire che sulla terra ci sono uomini cattivi, chi mi proteggerà?”
“Il tuo angelo ti difenderà sempre”
“Ma io sarò sempre triste perché non potrò più vederti”
“Io e il tuo angelo saremo sempre vicini a te ... ci potrai sentire”
In quel momento in cielo si fece molto silenzio e le voci sulla terra si potevano sentire
Il bambino avvicinandosi chiese sottovoce
“O Dio, io sono pronto per partire ma dimmi per favore il nome del mio angelo…”
E Dio rispose
“Chiamerai il tuo angelo papà!” ... a Cristian
Elisa Schiavi
3 giugno 2007
Matteo Bertasa
7 maggio 2007
Azzurra Paravizzini
6 marzo 2007
Federico Pacchiarini
12 febbraio 2007
Massimo Scalvinoni
14 luglio 2007
Andrea Ferrari
24 luglio 2007
Christian Filosofi
11 giugno 2007
Nuovi Arrivi
4 0
Finestra sui servizi sociali
Oltre ai classici servizi di natura sociale che i va-
ri cambiamenti normativi e di politica sociale
susseguitisi hanno trasferito dalla gestione
dell’ASL alla gestione dei Comuni:
-il Servizio di Assistenza Domiciliare, (SAD),
-il Servizio Pasti a domicilio,
-i servizi per i disabili: Servizio Assistenza Do-
miciliare Handicap, (SADH), Servizio Forma-
zione all’Autonomia, (SFA), il Centro Diurno
Disabili, (CDD)…
-i servizi di Tutela dei minori: Assistenza Domi-
ciliare Minori, il Servizio Affido, gestito attra-
verso la partecipazione ad un fondo sociale…
Uno sguardo attento verso nuovi potenziali o
emergenti bisogni hanno spinto gli amministrato-
ri dei Comuni che fan parte dell’Unione dei Co-
muni a progettare altri interventi per specifici
settori che necessitavano di una particolare at-
tenzione e sensibilità sociale. Ottemperando alla
finalità di garantire una offerta ampia e qualita-
tivamente adeguata dei servizi sociali, ma nel
contempo alla necessità di consentirne una ge-
stione economicamente sostenibile fondata sulla
ottimizzazione delle risorse economico-
finanziarie-umane, la scelta è stata quella di
progettarli e organizzarli in forma associata, at-
traverso l’Unione dei comuni della Presolana, e
nello stesso tempo offrendo opportunità d alcuni
giovani del nostro territorio disponibili a farne
parte attraverso il Servizio Civile Volontario.
Vorrei pertanto porre l’attenzione su 2 progetti che sono nati negli ultimi due anni e continueranno
quest’anno, l’Isola dei Bambini e la Biblioteca, e di un nuovo servizio chiamato Spazio Famiglia.
L’Isola dei Bambini
Il progetto ha come obiettivo prioritario quello di coinvolgere i ragazzi delle elementari in difficoltà sia dal
punto di vista cognitivo che relazionale e di essere nel contempo un supporto alle famiglie.
Il progetto attuale è la continuazione del progetto “pilota” che era partito nel 2005 soprattutto spinto dalla ne-
cessità che si verificava nel nostro comune di facilitare in qualche modo l’inserimento nel tessuto scolastico e
sociale di alcuni bambini stranieri che comunicavano e si relazionavano a fatica anche a causa del problema
della lingua.
Inizialmente si è avvalso della generosa e fattiva disponibilità di diverse ragazze di Onore, che ringraziamo
per la preziosa collaborazione fornita, ma vista la bontà del progetto stesso e la sua trasversalità nei comuni
dell’Unione, assieme ad una Educatrice ed a una Psicologa, in accordo con il plesso scolastico di Rovetta e
con l’ausilio di due ragazzi del Servizio Civile Volontario, si è elaborato un progetto allargato agli studenti
delle elementari che presentano particolari situazioni problematiche di difficoltà e disagio.
Gli obiettivi specifici che si sono intesi perseguire e che sono riproposti anche per il nuovo anno scolastico mi-
rano a:
facilitare l’integrazione e l’alfabetizzazione dei bambini stranieri,
contenere e superare le possibili dinamiche relazionali aggressive e disgreganti,
rafforzare l’attività didattica proposta dalla scuola e supportare il bambino nell’espletamento dei compiti as-
segnati,
proporre parallelamente alle attività didattiche momenti ludici, ricreativi ed espressivi.
I progetto l’Isola di bambini prevedeva 2 incontri settimanali tra piccoli gruppi di bimbi di ½ comuni ed 1 in-
contro plenario il mercoledì al Respublik di Fino, incontro finalizzato soprattutto ad attività ludiche-ricreative
e creative per favorire dinamiche di socializzazione e di integrazione. Il progetto è terminato per il comune di
Onore il 1° luglio scorso e, come si diceva, sarà riproposto anche quest’anno in quanto questi momenti di in-
contro, che non sono il solito doposcuola, ma una positiva alternativa all’extrascuola tradizionale, hanno pro-
dotto miglioramenti nei bambini che richiedevano un supporto per la prima alfabetizzazione, ma anche piccoli
miglioramenti per quanto riguarda il comportamento e la capacità di aprirsi e relazionarsi con gli altri control-
lando le proprie aggressività e migliorando il proprio livello di autostima e di autonomia. E’ senz’altro una i-
niziativa lodevole e positiva, sospinta dalla convinzione che affrontare le difficoltà o i disagi che i bambini
Accade in Comune
4 1
possono incontrare nei primi anni di scolarità, invece che nasconderli o far finta di non vederli, è l’unico si-
stema per preparare al bambino un cammino sereno e costruttivo nella scuola e nella società.
La Biblioteca
Questo servizio di supporto all’attività delle biblioteche dell’Unione ha visto anche per il 2006-07
l’inserimento di 2 volontari del Servizio Civile che si sono prodigati nelle seguenti attività:
- sostituzione dei bibliotecari nei periodi di ferie per garantire l’apertura;
-attivazione per tutte le biblioteche dell’Ora di Storia, un incontro settimanale di lettura di storie ai bam-
bini in biblioteca;
-attivazione di laboratori di approccio al libro e alla lettura per le scuole primarie di primo grado (da gen-
naio a maggio);
-realizzazione di laboratori di costruzione del libro (di 2 ore ciascuno) con alcune classi delle scuole pri-
marie di secondo grado;
-animazione nell’ambulatorio dei pediatri di Rovetta;
-animazioni in biblioteca in occasione della Festa dei “Nati per Leggere” e apertura speciale per l’Open
Day a Onore e Cerete.
-aperture della biblioteca con animazione per i bambini 0-3 anni con i loro genitori o nonni;
-nel periodo estivo letture settimanali nel parco di Onore;
-collaborazione per 2 pomeriggi a settimana con il C.R.E. di Cerete.
Spazio Famiglia
Lo Spazio Famiglia, gestito dalla Dott.ssa Daniela Saviori, è senza dubbio un servizio innovativo e di
qualità che offre gratuitamente ai cittadini un’opportunità di ascolto, sostegno psicologico, consulenza e
orientamento, individuale o di coppia, per problematiche inerenti la coppia stessa, i figli e la relazione
educativa. Gli ambiti di intervento di questo spazio di ascolto sono pertanto:
la coppia: ascolto e orientamento alla soluzione delle difficoltà di coppia, aiuto alla presa di decisione di
fronte a scelte o situazioni critiche. Mediazione famigliare di coppie separate o in fase di separazione.
La famiglia: spazi di dialogo e confronto tra le diverse generazioni, mediati e guidati dall’operatore al fi-
ne di contribuire a imparare ad ascoltarsi, conoscersi, rafforzare i legami, far emergere le risorse che la
famiglia ha in sé, attivare la capacità di auto-risoluzione dei conflitti, dei problemi.
I genitori: aiuto nel riscoprire una comune responsabilità verso i figli e nell’opera educativa. Aiuto nel ri-
scoprire la necessità di un equilibrio tra vita di coppia e vita genitoriale.
Singoli: ascolto, orientamento, consulenza su tematiche carie riguardanti le diverse tappe della vita.
Anziani: opportunità di ascolto e dialogo intorno a solitudini e paure che accompagnano questa delicata
fase della vita. Ascolte dei famigliari.
L’Assistente Sociale/Mediatore Famigliare Dott.ssa Daniela Saviori può essere contattata presso la sede
dell’Unione dei Comuni a Rovetta oppure per tramite dell’Assistente Sociale presente ogni mercoledì
mattina dalle 9,00 alle 10,30 presso il comune di Onore.
Serene e rilassanti festività natalizie a tutti e buon 2008.
L’Assessore ai servizi sociali
Guglielmo Schiavi
4 2
Piano integrato d’intervento (PII) contrada Pozzo
Nel mese di settembre il consiglio comunale ha approvato definitivamente il piano integrato d’intervento.
Questo strumento urbanistico è previsto dalla L.R. 12/2005 e altro non è che una variante al Piano Rego-
latore vigente che – per l’importanza e la diversità degli interventi proposti e previsti – fa sì che con un
unico iter tecnico amministrativo si arrivi alla loro approvazione in maniera unitaria.
E’ indispensabile per la formazione e per l’approvazione del PII la presenza dell’interesse di carattere
pubblico(standard di qualità) e l’interesse di carattere privato (soggetto promotore).
Va da sé che per privato si intende uno o più privati, come nel caso del PII contrada Pozzo.
Cosa porterà questa operazione?
Avremo la riqualificazione della piazza Pozzo (e delle vie limitrofi), la realizzazione di box interrati sotto
la piazza, il completamento dell’ultimo lotto del nuovo centro polivalente(Comune) presso il piazzale del-
le scuole elementari, la realizzazione di un parco pubblico attrezzato lungo Via Fantoni nell’ex proprietà
Conti, il trasferimento dei parcheggi pubblici da piazza Pozzo a passaggio Pir, la ristrutturazione di 4 im-
mobili in precarie condizioni sulla piazza Pozzo e la definizione del piano di lottizzazione dell’area nei
pressi del cimitero (comparto Glerù), già prevista nel Piano Regolatore Generale vigente con il conse-
guente prolungamento della pista ciclopedonale che dal cimitero si collegherà con la pista che porta a Fi-
no del Monte nonché di Via Rovena.
Il PII e’ stato reso possibile perché gli attori presenti hanno ritenuto che la soluzione approvata garantiva
il raggiungimento degli obiettivi sia della componente pubblica che delle componenti private. Va detto
che tale risultato e’stato raggiunto dopo che l’amministrazione comunale si è trovata a più riprese a tratta-
4 3
re con i privati interessati al PII e che gli stessi hanno presentato e formulato controproposte che
l’amministrazione ha di volta in volta valutato.
Con l’approvazione del PII pos-
siamo dire che l’amministrazione
ha raggiunto diversi obiettivi che
aveva inserito nel proprio pro-
gramma elettorale: realizzazione (e
conclusione) del centro polifunzio-
nale, riqualificazione della piazza
Pozzo, di piazza IV Novembre, di
parte di Via Crocefisso e di parte
di Via Fantoni, con il manteni-
mento del numero di parcheggi at-
tuali, realizzazione di nuove aree a
verde attrezzato, prolungamento
della pista ciclopedonale che dal
cimitero si collegherà con la pista
che porta a Fino del Monte nonché
di Via Rovena.
Il costo totale delle opere che i
privati (ogni privato si è impegna-
to a realizzare opere ben precise definite ed individuate nella convenzione approvata dalle parti) esegui-
ranno per conto dell’amministrazione ammonta a circa euro 1.550.000,00=, mentre l’impegno per il no-
stro Comune è contenuto in euro 745.000,00, così ripartiti:
euro 345.000,00= valore lotto all’interno della nuova lottizzazione del cimitero,
Nuovi parcheggi in Via Pir
Intervento riqualificazione contrada Pozzo
4 4
euro 350.000,00= scomputo oneri urbanizzazione e costo di costruzione (somma che sarebbe entrata
nelle casse comunali in date non precisabili)
euro 50.000,00= quale diritto di superficie (per la concessione 90ennale del sottosuolo di
piazza Pozzo).
La soddisfazione per il risultato ottenuto è notevole. Basti pensare che riusciremo a portare a termine i la-
vori del nuovo centro polivalente senza dover ricorrere alla vendita dell’attuale palazzo municipale e
dell’attuale sede della biblioteca di piazza Pozzo, vendite che erano state da noi previste per concludere
l’intervento del centro polifunzionale. Questo vuol dire non aver venduto la biblioteca e il palazzo muni-
cipale! E quindi significa avere mantenuto un patrimonio di euro 400.000,00/500.000,00=: risorse, per-
tanto, che saranno utili per finanziare le nuove opere programmate dal nostro Comune quali
l’ampliamento del cimitero o la riqualificazione delle contrade Chiesa e Pozzo qualora riusciremo ad ot-
tenere un finanziamento regionale.
Mi preme ora rispondere ad alcune domande mosse a questa amministrazione alle quali, peraltro, abbia-
mo già dato risposta nella sede compe-
tente che è il Consiglio Comunale, ma
vista la capillare diffusione di questo
periodico, e’ giusto ribadire.
La prima domanda è: perché è stata
fatta l’operazione con questi privati e
non con altri?
Bene: chiunque avrebbe potuto presen-
tare le sue proposte.
L’amministrazione ha valutato le pro-
poste presentate da chi ha manifestato
un interesse a trattare con
l’amministrazione.
La seconda domanda è: perché al posto
dei box interrati non si è deciso di fare
un parcheggio pubblico?
Per tre motivi in egual modo importan-
ti:
il primo perché il privato, che si fa carico dell’onere maggiore degli interventi a carattere pubblico,
non avrebbe avuto un interesse a concludere un’operazione del genere senza un numero adeguato di
box da legare a pertinenza degli appartamenti che ristrutturerà (giova ricordare che il Comune ha ri-
servato il diritto di prelazione o di acquisto a quei cittadini che gravitano su piazza Pozzo);
il secondo perché non è stata ritenuta una soluzione ottimale per la spesa eccessiva che il Comune non
era in grado di fronteggiare;
il terzo perché lo stesso numero di parcheggi insistenti sulla piazza li abbiamo recuperati senza alcun
esborso nelle immediate vicinanze.
La terza domanda è: perché è stata sentita la popolazione ad agosto quando le scelte erano già state fatte?
La popolazione è stata sentita dopo che il Consiglio Comunale ha adottato il PII (nel mese di giugno).
Questo atto formale, che ha vincolato i privati (promotori dell’iniziativa), contiene nel dettaglio quello
che le parti firmatarie devono dare e quello che devono ricevere. Senza questo impegno non sarebbe stato
onesto da parte dell’amministrazione presentarsi alla popolazione per spiegare proposte di accordo che
potevano anche non andare a buon fine o potevano andare a buon fine in termini diversi. All’assemblea
pubblica sono stati presentati i vari progetti e sono state date le risposte a tutte le domande di carattere po-
litico e tecnico.
L’amministrazione ha ascoltato e raccolto informazioni per migliorare i progetti discussi. A chi non ha
colto neanche quest’occasione per dire la sua, e continua a lamentarsi per quanto si sta facendo, senza
pensare che l’amministrazione sta portando avanti ciò che aveva indicato a inizio mandato, non mi re-
sta che chiedere di partecipare di più alla vita pubblica del paese partecipando ai Consigli Comunali e
alle assemblee pubbliche, anche se può costare fatica.
Nuovo Parco nella proprietà ex Conti
4 5
Vorrei terminare ricordando che il PII è il risultato degli obiettivi che più entità (pubbliche e private) han-
no definito e, come scrivevo, deve soddisfare tutte le parti.
Noi riteniamo che, al di là dei legittimi vantaggi che le diverse componenti private hanno ottenuto, la
componente pubblica, e quindi tutti noi cittadini, con un contenuto impegno finanziario ha ottenuto dalla
realizzazione delle opere sopraelencate indubbi vantaggi e considerevoli benefici che arricchiscono e va-
lorizzano il nostro paese, e di cui potremo ben presto usufruirne e goderne.
Il Sindaco
Gianpietro Schiavi
Unione Sportiva Onore
Cercasi nuove leve
Dopo parecchi anni di duro lavoro per far divertire, nei mesi estivi, residenti e villeggianti il Direttivo
dell’U.S.O. ha deciso per vari motivi di dimettersi. L’amministrazione comunale e tutti i cittadini ringra-
ziano queste persone per quello che hanno fatto. Ora che il piazzale delle feste potrà essere usato di nuo-
vo, rifatto e ridisegnato con un nuovo look, l’amministrazione auspica la ripresa dell’attività di questa sto-
rica associazione e per questo motivo si cercano persone che abbiano voglia di organizzare qualche festa
per rallegrare l’estate a Onore. I vecchi componenti hanno dato la disponibilità a dare il proprio contributo
sia per l’operatività sia per garantire le necessarie conoscenze e competenze. Abbiamo però bisogno di
persone con nuovo entusiasmo e voglia di impegnarsi per rallegrare le estati Onoresi. Per questo chiun-
que è interessato a saperne di più è invitato sabato 19 gennaio 2008 alle ore 15:00 presso la sala
consiliare del Comune per costruire insieme il nuovo gruppo dell’U.S.O.
Ampliamento centro sportivo
Nel mese di giugno 2007 la giunta ha prorogato il contratto di affitto del centro sportivo di 6 anni per
consentirne la sistemazione al fine di renderlo più idoneo e più appetibile per il prossimo appalto (primo
semestre 2012). Il centro sportivo è stato inaugurato nel 1997 e rispetto a quegli anni è aumentata la sua
capacità ricettiva e di volumi di attività. Per adeguare la struttura alle nuove esigenze è stato raggiunto
l’accordo con il gestore che prevede opere di adeguamento del centro riguardanti la chiusura del porticato
e la sua sistemazione (posa infissi in legno, pavimentazione, realizzazione dell’impianto di riscaldamento,
adeguamento dell’impianto di illuminazione), il rifacimento del forno della pizza, la sistemazione del
fondo dei campi da tennis e l’ampliamento della cucina. Quest’ultimo intervento è quello che ancora non
è stato eseguito e sarà realizzato nei primi mesi del prossimo anno.
Gli interventi di ammodernamento sono a carico dell’ente proprietario (Comune) che ha ottenuto un con-
tributo di eur 36.000 da parte del gestore sottoforma di realizzazione di parte delle opere. L’importo dei
lavori di competenza del gestore altro non è che l’adeguamento del canone pagato in anticipo
(l’adeguamento del canone annuo ammonta a euro 6.000).
L’amministrazione ritiene che al termine dei lavori di ristrutturazione il centro sportivo sarà una struttura
in grado di offrire alla popolazione e agli utenti servizi sportivi e d’intrattenimento validi inseriti in un
ambiente gradevole e più idoneo.
Il totale dei lavori di ammodernamento ammontano a euro 100.000.
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Gemellaggio
Nel mese di aprile abbiamo accolto gli amici di Garriguella per l’incontro ufficiale per festeggiare i 10
anni vissuti insieme.
Per l’occasione abbiamo concordato con il comune di Rovetta, gemellato da 5 anni con il comune di Vila-
fant sito nelle vicinanze di Garriguella, una proposta culturale che è una novità nella nostra zona: festeg-
giare insieme ai nostri ospiti la loro festa più importante, la festa di Sant Jordi.
Questa festa è riconosciuta dall’UNESCO come la giornata mondiale del libro (23 aprile).
In Catalonia, ma ultimamente in diverse parti del mondo, è uso regalare libri insieme ad una rosa.
Le commissioni gemellaggio di Onore e Rovetta si sono riunite per discutere ed organizzare un progetto
condiviso coinvolgendo le scuole, le associazioni ed i commercianti.
Le scuole dell’infanzia (Onore), primarie (plesso Onore – Songavazzo), scuole medie (Rovetta) hanno re-
alizzato, utilizzando la carta crespa ed altri materiali, delle rose e dei draghi.
Le associazioni e diversi volontari hanno allestito ed abbellito le vie del paese costruendo all’ingresso una
porta con gigantografie di S. Jordi e del drago, in una notte sono apparse impronte di drago che indicava-
no un percorso intervallato da diverse tappe dove, su cartelli molto curati, si potevano leggere sia in ita-
liano che in catalano frasi e poesie di Cervantes e Shakespeare. Alle finestre di molte abitazioni sventola-
vano le bandiere italiane e catalane.
I commercianti che hanno aderito all’iniziativa (tutti ad Onore) hanno proposto nei giorni del gemellaggio
i prodotti tipici di Garriguella (vino di diverse qualità, olio e olive) avendo un riscontro positivo che ha
soddisfatto gli stessi organizzatori.
Durante il gemellaggio sono state attivate bancarelle con libri nuovi e usati, depliant, poster, ricami aventi
come tema le rose.
Insomma per questo gemellaggio si è attivata una buona parte della popolazione che disinteressatamente
ha dato il proprio contributo al buon esito dell’iniziativa.
Per l’anno 2008 il comitato gemellaggio, al quale va la nostra riconoscenza, si troverà a breve per valutare
nuove iniziative.
Lasciateci salutare due persone importanti per questo gemellaggio: Josè Lopez de Pablo Molina che è sta-
to alcalde di Garriguella sin dall’inizio fino a maggio, che ha sempre creduto in questa collaborazione e
amicizia; l’altra persona che vorremmo salutare è il nuovo alcalde Joan Losilla Bocanegra, lo aspettiamo
ad Onore per l’inaugurazione del nuovo centro polivalente.
Per onorare il gemellaggio, il tema del nostro calendario per il 2008 sarà dedicato alla nostra esperienza
con Garriguella ed alla festa di S. Jordi.
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Signore ti prego affinché tu possa accogliere tra le tue braccia mia nonna, una perso-
na buona, gentile e generosa che nonostante soffrisse molto non si lamentava ma anzi
sosteneva gli altri e che anche nei suoi ultimi giorni di vita ha continuato a pregarti
senza interruzione.
Nonna… non dimenticherò mai la frase che hai detto morente sul letto dell’ospedale:
Omar e Marica sono la mia forza!
Da lassù veglia e proteggi tutti noi che ti abbiamo amato e a cui mancherai tanto…
Ciao nonna!!!
Omar
GELTRUDE COLOTTI
11/01/1942 – 18/08/2007
Te ne sei andata in modo silenzioso e riservato, come sempre hai vissuto, ti porterò sempre
con me, certa di un nuovo ricongiungimento, ma allora sarà per sempre.
Tua Vanda.
Tutti piangono. Solo io e te ridiamo perché sappiamo che la morte fa parte della vita
e quando questa è stata vissuta in armonia nel corpo e nell’anima, non può che esser-
ci all’aldilà un’altra splendida “vita”. Purtroppo, quando sarà il mio momento, io ti
raggiungerò un po’ in ritardo perché dovrò scontare un tempo in purgatorio (spero
poco: confido in un tuo perdono e in una tua raccomandazione …) per averti rubato
un po’ di “fé magher” nella Necla e in Varro!
Arrivederci e grazie o monumento al senso del dovere.
Tuo genero Renato.
MARIANNA DILETTI
26/08/1922 – 17/09/2007
Un piccolo pensiero ad una persona grande che nella sua semplicità mi ha dato tanto amore e mi ha insegnato mol-
to. Cara nonna Anna non ti dimenticherò mai. Mi manchi tanto.
Tua Gabry.
Cara nonnina mia, sapere che tu mi proteggi mi fa dormire tranquilla la notte e alzarmi col sorriso al mattino. Ti
prego non lasciarmi mai sola perché senza il tuo quotidiano abbraccio mi sentirei indifesa.
Grazie di tutto, ti voglio un bene immenso.
Tua Ary.
Mamma è venuta vicino a te per sempre, così come era lei a farti ri-
dere, anche se alcune volte era un pò autoritaria, era il suo carattere e
tu lo sai.
Ho messo questa bellissima foto!!! Ecco i tuoi tulipani, fin dall’ora li
amavi e mi hai raccomandato come un ordine: “Mina poi voglio
quelli del tuo giardino, quelli gialli!” Titti già fatto! Spero vengano
belli come eri tu, alti e luminosi. La tua principessa la vedo e ci tele-
foniamo, la seguo come mi hai detto, ma tu dammi una mano, sai in
due è molto meglio. Sono sicura che lei ti pensa, non solo a te, ma
anche al suo papà.
Mi mancano le tue telefonate, eri sempre spiritosa, la prima cosa di-
cevi: stai bene? Poi ha vinto la tua Roma, ma dietro a questo sempre
si nascondeva qualcosa di serio: stavi male da tre giorni e venivo con
la mia polo a controllare di persona. E le raccomandazioni: vai ada-
gio con la macchina, sapevi che non sono una gran pilota e mi telefo-
navi quando ero arrivata.
Tiziana, sei stata grande in tutti i modi ... salutami la mamma.
Ti abbraccio forte forte, ti penso sempre come se tu ogni momento
mi chiami al telefono.
Ciao. Tua sorella Mina
TIZIANA SCHIAVI
12/02/1961 - /17/08/2007
L’angolo dei ricordi
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Ho sperato nel Signore e Lui non mi ha deluso”
La Mamma Cesca si è addormentata nel Signore all’alba del 22 maggio 2007
per risvegliarsi alla luce del Sole che non tramonta mai.
Nel Signore sua luce, infatti, ha sempre sperato e a Lui ha affidato con fidu-
cia ogni giorno della sua lunga vita - ben 92 anni! - quasi tutti trascorsi a Ono-
re. Nel lontano 17 aprile 1937 si sposa con Luigi Scandella, e con lui, sempre
a Onore, forma la sua famiglia composta di ben sette figli, cresciuti e educati
con tanto sacrificio, ma anche con tanto amore e affetto e con i saldi principi
della fede. Tutta la sua vita si è consumata tra la famiglia e la Chiesa, sempre
alla ricerca del bene, disponibile a chi era nel bisogno.
FRANCESCA MARIA SCHIAVI
23/08/1914 – 22/05/2007
La malattia degli ultimi anni l’ha resa trasparente e pronta per andare incontro al Signore. In noi, sua famiglia, la
mamma ha lasciato una profonda nostalgia unita a tanta riconoscenza. Nostalgia di una presenza sempre attenta e
interessata verso tutti, che per lunghi anni è stata perno e punto di riferimento per grandi e piccoli. Riconoscenza
per quello che ci ha insegnato, i Valori che ci ha trasmesso con tanta semplicità ma anche con tanta fermezza: tutto
per lei aveva un punto di riferimento preciso, la fede nel Signore e su questa fede appoggiava tutto il suo agire. In un
momento particolare di sofferenza per la morte delle persone più care ha scritto: “ ho capito che il coraggio viene
dalla fede”.
Grazie mamma per questo tuo esempio di Donna forte e fedele che ha saputo affrontare con dignità e coraggio nel
nome del Signore una vita lunga di 92 anni. Arrivederci...
La tua famiglia
Buona notte madre
Buona notte madre ...
Dolcemente sdraiata nel tuo letto
Assorta da chissà quali pensieri ...
Dormi bene madre cara
Pensa ai momenti felici
E prega il Dio tuo ...
Abbi fede e che il tuo bene
E i tuoi sacrifici
Abbiano ottimi esiti ...
Credici! I tuoi cari
VITTORIA DELPERO
26/06/1936 – 30/12/2006
Nel silenzio
Dei nostri cuori
Vive ogni giorno
Il tuo ricordo.
I tuoi cari
ANGELICA DELFINA COLOTTI
20/01/1916 – 27/12/2006
Figlio mio adorato, ti abbiamo atteso per tre lunghi anni,
ci siamo fortificati camminando al tuo fianco,
e le tue pene sono state anche le nostre sino al momento in cui ci hai lasciato.
Gino caro,
sei stato generoso nel dedicarti alle sofferenze altrui,
hai seminato il bene e lasciato un buon esempio.
È doloroso questo distacco per chiunque ti abbia amato.
Per sempre nei nostri cuori.
Ciao amore nostro.
Mamma e Papà
GINO ZANATTI
04/10/1969 – 23/12/2006
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Cara mamma, è un anno che ci hai lasciato dopo la tua breve malattia.
La tua vita è stata piena di sacrifici, incominciata dal lavoro in Svizzera, al negozio di
Onore, alla morte di tuo marito, ma tu con la tua forza ci hai aiutato ad andare avanti.
Adesso che non ci sei è diventato più difficile.
Ancora oggi ci manchi tanto. In questo momento ci aiuta a proseguire l’arrivo della
tua nipotina Marta, che purtroppo non l’hai potuta vedere ed abbracciare.
Grazie mamma per tutto quello che hai fatto per noi.
I tuoi figli.
OLGA SCHIAVI
16/12/1938 – 08/01/2007
Solo uno sguardo verso il cielo
Può addolcire il nostro dolore
I tuoi cari FAUSTO SCHIAVI
15/12/1950 – 26/08/2007
Figlio di Isidoro e Jolanda, nostri concittadini emigrati in Australia nei primi
anni 50, e tutt’ora ivi residenti, ha prematuramente lasciato nel dolore la mo-
glie Mimma e le figlie Amanda e Justine.
Ai suoi famigliari, giungano le più sentite condoglianze da parte di tutta la
comunità onorese.
GIOIOSO SCHIAVI
1959 - 2007
Anniversari
Ciao Cristian,
... è già passato un anno da quando non sei più con noi , quando ci avevi appena dato la bella notizia dell’arrivo di
Gabriele.
Non c’è stato nemmeno il tempo di gioire che una terribile malattia ti ha colpito, non c’è stato neppure il tempo di
salutarsi che, senza far rumore e senza lamentarti, te ne sei andato. Non ci siamo quasi resi conto, e tu non c’eri più.
E’ una sensazione strana perché tutto appare così lontano nel tempo e contemporaneamente sembra successo ieri.
Sembrano frasi banali, scontate, di quelle che si dicono sempre, eppure manchi tanto a tutti, hai lasciato un grande
senso di vuoto che non riusciremo mai a colmare. Questa sensazione di incredulità non ci abbandona, quando pas-
siamo, lo sguardo automaticamente corre alla tua terrazza e gli occhi cercano la tua figura.
Chi sostiene che il tempo lenisce i grandi dolori è un gran bugiardo. Il dolore non se ne va affatto, né diminuisce
d’intensità; è sempre presente, solo che con il tempo si riesce a conviverci, a volte senza sapere nemmeno perché.
E’ inevitabile, poi, pensare al “come doveva essere” e questo non fa che accrescere il senso della tua mancanza, ma
la vita si sa compie percorsi tutti suoi e raramente segue i nostri progetti.
Ci sono state altre feste, altre gite in compagnia eppure, quando le luci si spengono e si chiacchiera a fine serata il
pensiero vola a te, i ricordi riaffiorano e quel dolore emerge forte. Di sicuro però non mancano i bei ricordi, tanti
tantissimi momenti passati insieme a ridere, con quella spensieratezza e allegria tipica dei ragazzi.
Il piccolo Gabriele è davvero una meraviglia e cresce circondato dall’amore di tutti. In quei due occhietti azzurro
cielo ci pare di scorgere qualcosa di te, forse perché proprio non ci rassegniamo a sentirti lontano.
Sarai sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Ciao Cocco I tuoi amici
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Vittorio Schiavi
24/08/1917 – 12/08/2004
Leonardo Schiavi
19/04/1950 – 04/09/1970
Emma Schiavi
17/03/1916 – 06/03/1995
Francesca Colotti
21/04/1916 – 02/11/2001
Annibale Colotti
10/06/1933 – 08/09/1998
Angela Schiavi
08/08/1936 – 14/12/1997
Nove e dieci anni che non siete fra di noi.
Quanto tempo … non sembra vero! Ma nei ricordi siete sempre con noi,
nei nostri cuori e in tutti quelli che via hanno conosciuto come persone
semplici e discrete, impegnate nella vita quotidiana e sempre disponibili.
Ci piace pensare che quest’ultimo decennio l’abbiate trascorso uniti e sere-
ni nella pace dell’eternità ma sempre con uno sguardo speciale rivolto a
tutti noi.
Andrea Colotti
17/03/1928 – 30/03/1993
Franco Bellini
04/09/1931 – 16/03/2005
Lucia Ranza
11/12/1932 – 01/02/2002
Anna Maria Schiavi
11/07/1911 – 25/05/1999
Dal luogo del meritato riposo dove non
esiste il dolore, volgi il tuo sguardo su
tutti noi.
I vostri cari vi ricordano con affetto.
Angelo Conti
04/11/1936 – 06/09/1997
Amarti è stato facile, dimenticarti è
impossibile …
Sei sempre nei nostri cuori!
Tua moglie, figlie e genero.
Marco Schiavi
19/06/1967 – 25/06/1992
A quindici anni dalla tua scomparsa ti ri-
cordiamo sempre.
I tuoi cari.
Marino Scandella
06/09/1942 – 13/02/1997
Dieci anni sono passati dalla tua morte,
però sei sempre presente nei cuori della
tua famiglia e della tua comunità.
I tuoi cari.
5 1
GLI ORARI DEGLI UFFICI COMUNALI
DEMOGRAFICI, COMMERCIO, SEGERETERIA, RAGIONERIA Dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 Sabato dalle ore 9,00 alle ore 12,30 UFFICIO TECNICO Martedì – Giovedì – Sabato dalle ore 9,00 alle ore 12,00 POLIZIA LOCALE Ufficio Unione Comuni della Presolana TESORERIA COMUNALE Banca Popolare di Bergamo – Filiale di Rovetta Ufficio di tesoreria di Onore - Martedì e Giovedì dalle ore 9,45 alle ore 12,45 BIBLIOTECA Lunedì – Mercoledì – Venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18,00 Sabato dalle ore 14,00 alle ore 17,00 PIAZZOLA ECOLOGICA Mercoledì dalle ore 14,00 alle ore 17,00 Sabato dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 14,00 alle ore 17,00
NUMERI UTILI Tel. Uffici Comunali – 034671191 – fax 034674456 – [email protected] Tel. Biblioteca – 034674717 – [email protected] Tel. Polizia Locale – 034674489 Tel. Unione Comuni della Presolana – 034672603 Tel. Scuola Elementare – 034671271 – [email protected] Tel. Scuola Materna – 034672208 Tel. Sci Club Lanorium - 3880607181 Tel. Carabinieri – 112 Tel. Vigili del Fuoco – 115 Soccorso Sanitario d’Emergenza – 118 ACQUEDOTTO 034671191 – fax 034674456 METANO segnalazione guasti 800066722
Unione Comuni della Presolana L’Assistente Sociale riceve:
Lunedì CERETE dalle ore 10.00 alle ore 11.00 tel. 034663300 Martedì CASTIONE D.P. dalle ore 10.00 alle ore 12.00 tel. 034662847 Martedì U.C.P. ROVETTA dalle ore 15.00 alle ore 17.00 tel. 034672603 Mercoledì ONORE dalle ore 09.30 alle ore 10.00 tel. 034671191 Mercoledì SONGAVAZZO dalle ore 11.00 alle ore 12.00 tel. 034672067 Giovedì ROVETTA dalle ore 10.00 alle ore 12.00 tel. 034672004 Venerdì FINO DEL MONTE dalle ore 10.00 alle ore 11.00 tel. 034672016
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