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1 Prot.n. 2512 C/27 Oliveto Citra, 29/06/2018 ISTITUTO COMPRENSIVO “J. SANNAZARO” VIA F. CAVALLOTTI, 15 TEL. 0828/793037 - F AX 0828/793256 84020 OLIVETO CITRA (SA) cf. 82005110653 C.M. SAIC81300D e-mail: SAIC81300D@ISTRUZIONE.IT SITO INTERNET: WWW.OLIVETOCITRAIC.GOV .IT PEC: [email protected] SISTEMA GESTIONE QUALITÀ UNI EN ISO 9004 2000 codice univoco fatturazione elettronica UFJ9L5 PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE NOI INTORNO A TE PER UNA VITA A COLORI DIVERTIMENTO DELL'AMICIZIA: DIVERTIMENTO SENZA CONFINI alunni della classe IIª B- Scuola Primaria Capoluogo alunni della sez.A- Scuola Infanzia Capoluogo disegni realizzati in occasione della GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA DELL'AUTISMO 2 Aprile 2018 A.S. 2018/19

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE · 2018-07-03 · 3 A seguito della Direttiva MIUR del 27/12/2012 e CM n° 8 del 6/3/2013, la nostra Scuola ha elaborato, anche per l’Anno Scolastico

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1

Prot.n. 2512 C/27 Oliveto Citra, 29/06/2018

ISTITUTO COMPRENSIVO “J. SANNAZARO”

VIA F. CAVALLOTTI, 15 TEL. 0828/793037 - FAX 0828/793256 84020 – OLIVETO CITRA (SA) – cf. 82005110653 – C.M. SAIC81300D

e-mail: [email protected] SITO INTERNET: WWW.OLIVETOCITRAIC.GOV.IT

PEC: [email protected]

SISTEMA GESTIONE QUALITÀ UNI – EN – ISO 9004 – 2000

codice univoco fatturazione elettronica UFJ9L5

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

NOI INTORNO A TE PER UNA VITA A COLORI DIVERTIMENTO DELL'AMICIZIA: DIVERTIMENTO SENZA CONFINI

alunni della classe IIª B- Scuola Primaria Capoluogo alunni della sez.A- Scuola Infanzia Capoluogo

disegni realizzati in occasione della

GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA DELL'AUTISMO

2 Aprile 2018

A.S. 2018/19

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2

---INDICE---

PIANO ANNUALE PER L'INCLUSIONE PAG.

Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità 5

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività

proposti per il prossimo anno scolastico 2018/2019

8

ALLEGATI

Piano Triennale per l'Inclusione-PTOF

Regolamento Gruppo di Lavoro per l'Inclusione

Protocollo di accoglienza per l’inserimento degli alunni stranieri

Protocollo di accoglienza per l'inserimento degli alunni adottati

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A seguito della Direttiva MIUR del 27/12/2012 e CM n° 8 del 6/3/2013, la nostra Scuola ha elaborato,

anche per l’Anno Scolastico 2018/19, il “Piano Annuale per l’Inclusività” alla stesura del quale hanno

collaborato:

Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Gabriella Liberti;

Il Referente GLI-DSA-BES, la docente Isabella Ceres;

Il Gruppo di Supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione composto dalle docenti:

Ammirati Rosa Maria, De Simone Alessandra, Macchia Rossella, Sarro Lydia.

Il Piano è stato sottoposto, prima della sua presentazione al Collegio dei docenti, ai collaboratori del

Dirigente Scolastico, docenti Rosetta Spiotta e Daniela Cerino, nonché alle docenti destinatarie di incarico

FFSS Liliana Consolata Festa, Maria Cristina Di Guida e Conforti Angela. Le docenti hanno fornito

suggerimenti per integrazioni e miglioramenti del Piano stesso.

Nei punti che seguono, sono riportate le opzioni programmatiche e le variabili significative che orientano

le azioni volte a dare attuazione e migliorare il livello di inclusività dell’istituzione scolastica.

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

Nell'anno scolastico 2017/18 l'Istituto comprensivo Sannazzaro ha incrementato gli interventi

sull'inclusione per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali sia come coordinamento nella gestione di tutta

l'area sia nello specifico come monitoraggio costante dei percorsi educativo - didattici sui singoli alunni. Il

potenziamento è stato una conseguenza di diverse sollecitazioni finalizzate a favorire l'inclusività di tutti

gli alunni nella comunità scolastica.

Il Piano di Miglioramento dell'Istituto, approvato dal Collegio dei Docenti del 26/10/2017, indica come

obiettivi di processo dell'area dell'inclusione e differenziazione sia monitorare l'andamento dei PEI e dei

PDP, da parte di un docente referente, in collaborazione con i docenti coordinatori di classe/sezione sia

incrementare il numero delle riunioni del GLI, organizzandole per aree di bisogni e di interventi (disabilità,

DSA, BES).

Ad inizio anno scolastico, gli Orientamenti del Dirigente Scolastico al Collegio dei Docenti per

l’adeguamento del PTOF annualità 2017/2018 rispecchiano le indicazioni presenti nel Piano di

Miglioramento.

Il decreto legislativo del 13 aprile 2017, n.66, Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli

studenti con disabilità, chiede agli Istituti scolastici dal 1° settembre 2017 l'insediamento del GLI

d'Istituto e la redazione del Piano Triennale per l'Inclusione da inserire nel PTOF.

Considerando, le premesse sopra esposte, tutte le figure interessate a favorire l'inclusione nell'Istituto

scolastico (Dirigente Scolastico, Funzione strumentale per l'Inclusione, Gruppo di Supporto alla Funzione

Strumentale per l'Inclusione, coordinatori di classe/interclasse/intersezione, docenti di classe/sezione,

docenti di sostegno, educatori per la comunicazione e l'autonomia, ecc.) hanno contribuito in base al loro

ruolo e competenze al perseguimento degli obiettivi.

Di seguito si indicano gli interventi concreti attivati nel corso dell'anno scolastico.

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Il modello del PEI adottato è stato il medesimo dello scorso anno in quanto risulta essere ancora un

valido strumento di lavoro. Invece, è stato individuato un nuovo modello per il PDP (Piano Didattico

Individualizzato) per la scuola primaria e secondaria. E' stato proposto ai docenti dei due ordini di scuola

un modello PDP per i DSA e per i BES che oltre alla descrizione delle abilità e dei comportamenti degli

allievi si arricchisce di una sezione riguardante gli interventi educativi e didattici, un'altra sulle azioni sul

contesto, infine di una sezione da presentare in sede di esami conclusivi dei cicli. Il modello PDP per la

scuola dell'infanzia è stato il medesimo utilizzato nel precedente anno scolastico.

Il monitoraggio dei PEI e dei PDP è stato costante e continuativo nel corso dell'anno scolastico. I docenti

hanno riferito in merito durante i consigli di classe/interclasse/intersezione. Partendo dai modelli ufficiali

del PEI e PDP, sono stati realizzati dei nuovi format per valutare l'efficacia del percorso d'apprendimento

attivato. I monitoraggi del PEI e del PDP sono stati presentati a fine primo e secondo quadrimestre. Nel

format per il monitoraggio del PEI le docenti di classe/sezione hanno valutato il raggiungimento o meno

degli obiettivi indicati nelle quattro aree del modello ufficiale (Funzioni e strutture corporee, Attività

personali, Partecipazione sociale, Fattori contestuali ambientali e personali). Nel format per il

monitoraggio PDP infanzia le docenti hanno monitorato: l'area dello sviluppo psichico, la programmazione

educativo-didattica (a livello di classe e a livello personale), le competenze essenziali nei vari campi

d'esperienza (Il sé e l'altro, Il corpo e il movimento, Immagini, suoni e colori, I discorsi e le parole, La

conoscenza del mondo, Educazione alla cittadinanza attiva). Nel format per il monitoraggio PDP primaria

e secondaria i docenti oltre agli obiettivi disciplinari personalizzati hanno monitorato le strategie

didattiche inclusive, gli strumenti compensativi, le misure dispensative, le modalità e criteri di valutazione

nei vari ambiti disciplinari (matematico-scientifico-tecnologico/linguistico-espressivo/storico-geografico-

antropologico) o per disciplina (matematica-scienze-tecnologia/italiano-inglese-francese-arte e immagine-

musica-educazione fisica/storia-geografia).

Nel corso dell'anno scolastico 2017/18 sono stati incrementati anche il numero del GLI:

n.2 GLI in seduta plenaria (28 settembre 2018-17 aprile 2018);

n.1 GLI in seduta ristretta con solo la componente delle docenti di sostegno della scuola primaria

(26 ottobre 2017);

n.5 incontri del Gruppo di Supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione per redigere il

Piano Triennale per l'Inclusione inserito nel PTOF (21 settembre 2017 e 2 ottobre 2017), il

Regolamento Gruppo di lavoro per l'inclusione (29 gennaio 2018), il Piano Annuale per

l'Inclusione (26 aprile 2018 e 7 maggio 2018).

Il Piano per l'Inclusione è parte integrante del PTOF dell'Istituto, coerentemente al decreto legislativo del

13 aprile 2017, n.66, Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità.

Sempre in riferimento alla normativa indicata, nell'Istituto si è insediato il GLI in data 28/09/2017,

dotandosi di un regolamento approvato dal Consiglio di Istituto in data 9/02/2018. All'interno del GLI è

stato individuato un gruppo di lavoro tecnico, il Gruppo di Supporto alla Funzione Strumentale per

l'Inclusione, composto da un docente di sostegno per ogni ordini scolastico e da un docente di classe. Tale

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5

gruppo ha accolto le richieste e le proposte del GLI per pianificare, progettare e monitorare le attività

inerenti l'inclusione.

L'Istituzione scolastica crede fortemente nella sinergia e nella collaborazione di tutte le forze che agiscono

sul territorio per definire i progetti globali di vita degli alunni diversamente abili; senza questa sinergia si

rischia di procedere in maniera isolata e poco produttiva. Durante gli incontri del GLI e del GLHO sono

stati invitati i referenti dell'EE.LL, i servizi sociali, i referenti del centro riabilitativo CIVITAS, e il referente

dell’equipe Multidisciplinare ASL (Assistente materno - infantile distretto 64 di Eboli). Tramite il Piano di

zona, su richiesta dei genitori, gli alunni diversamente abili, certificati con l'art.3 comma 3, sono stati

supportati dalla presenza nelle classi/sezioni degli assistenti per l'autonomia e per la comunicazione. Tali

operatori sono una risorsa non solo per l'alunno, ma anche per la classe/sezione, per i docenti e per le

famiglie.

Nell'Istituto comprensivo, si è tenuto conto non solo delle competenze specifiche di ogni docente e di ogni

professionalità, ma anche delle proposte provenienti da enti accreditati. Anche per l'anno scolastico

2017/18 su iniziativa dell'ASL SALERNO-DISTRETTO SANITARIO EBOLI è stato attivato lo sportello Spazio

Adolescenti per gli alunni della scuola secondaria di primo grado. Inoltre, è stato attivato per gli alunni

dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia e per gli alunni di prima e seconda della scuola primaria la

seconda annualità dell’attività di prevenzione e individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento

che ha previsto la collaborazione del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione

dell’Università degli Studi di Salerno, cattedra di Pedagogia speciale. Sono stati attivati i moduli relativi al

PON Inclusione il cui obiettivo è stato quello di intervenire in particolar modo su gruppi di alunni con

difficoltà e con bisogni educativi specifici.

I docenti di tutte le sezioni della scuola dell'infanzia, di tutte le classi della scuola primaria e delle prime

della scuola secondaria di primo grado aderiscono al modello Senza Zaino nel quale gli alunni trovano

ampi spazi di lavoro e numerose opportunità di espressione e di crescita. Il modello Senza Zaino è un

modello con una incisiva potenzialità inclusiva in quanto i docenti non progettano la formazione tout

court, ma un intero ambiente formativo globale. I docenti attivano percorsi differenziati per sostenere la

particolarità di ogni alunno, per evitare le trappole della standardizzazione.

Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità

Rilevazione dei BES presenti: n°

disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 13 minorati vista 0 minorati udito 0 Psicofisici 13 disturbi evolutivi specifici

DSA 4 ADHD/DOP 0 Borderline cognitivo 0 Altro 0 svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Socio-economico 0

Linguistico-culturale 0

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Disagio comportamentale/relazionale 0 Altro : disturbo del linguaggio con deficit di memoria 1

Totale 18 % su popolazione scolastica 4,5% su 401 N° PEI redatti dai GLH 12 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione

sanitaria 5

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria

3

Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

SI

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

SI

AEC Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

NO

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

NO

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

SI

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

NO

Funzioni strumentali / coordinamento SI Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES)

SI

Psicopedagogisti e affini esterni/interni SI Docenti tutor/mentor SI Altro: psicologa volontaria ASL per

progetto IPDA

SI

Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione al GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI

Altro: NO

Docenti con specifica formazione

Partecipazione al GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI

Altro: NO

Altri docenti

Partecipazione al GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

SI

Altro: NO

Coinvolgimento personale Assistenza alunni disabili SI Progetti di inclusione / laboratori integrati NO

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ATA Altro: NO

Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e

psicopedagogia dell’età evolutiva SI

Coinvolgimento in progetti di inclusione NO Coinvolgimento in attività di promozione

della comunità educante SI

Altro: NO

Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati sulla disabilità SI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili

SI

Procedure condivise di intervento sulla

disabilità SI

Procedure condivise di intervento su

disagio e simili SI

Progetti territoriali integrati SI Progetti integrati a livello di singola scuola SI Rapporti con CTS / CTI SI Altro: offerta migliorativa Piano di Zona

Ambito S3 SI

Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati SI Progetti integrati a livello di singola scuola NO

Progetti a livello di reti di scuole SI

Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe

SI

Didattica speciale e progetti educativo-

didattici a prevalente tematica inclusiva SI

Didattica interculturale / italiano L2 NO Psicologia e psicopatologia dell’età

evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) SI

Progetti di formazione su specifiche

disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,

sensoriali…)

SI

Altro: NO

Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

X

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

X

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della

scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; X

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle

attività educative;

X

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di

percorsi formativi inclusivi; X

Valorizzazione delle risorse esistenti X Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la X

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realizzazione dei progetti di inclusione

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso

nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il

successivo inserimento lavorativo.

X

Altro:

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno scolastico 2018/2019

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

LA SCUOLA Predispone, inserendola nel Piano Triennale dell'Offerta Formativa, un Piano per l'Inclusione che

definisce le modalità per l'utilizzo coordinato delle risorse, compresi il superamento delle barriere, l'individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento e gli interventi di miglioramento della qualità dell'inclusione scolastica;

istituisce il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, dotandosi di un Regolamento che definisce al proprio interno una struttura di organizzazione e coordinamento degli interventi rivolti alla

disabilità e ai bisogni educativi speciale; elabora un progetto educativo - didattico condiviso con la famiglia, con gli Enti Locali, ASL, le

strutture di riabilitazione pubbliche e private presenti sul territorio. IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Nomina e presiede il GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione), che rileva gli alunni con bisogni educativi speciali (BES) presenti nella scuola, documenta e verifica gli interventi didattico -

educativi già attuati, elabora una proposta di Piano Annuale per l’Inclusione (PAI); gestisce le risorse umane e strumentali e assegna i docenti di sostegno agli alunni diversamente

abili, e i docenti curricolari con competenza nei DSA in classi ove siano presenti alunni con tale

tipologia di disturbi; stimola, promuove e cura le iniziative da attuarsi di concerto con le componenti scolastiche per

rendere operative le procedure (condivise con Organi collegiali e famiglie) e controlla che siano

attuate; predispone, con il referente, su delibera del Collegio docenti, procedure e modalità di screening

per individuare eventuali casi di DSA e per trasmettere i risultati alle famiglie con apposita comunicazione;

presiede i Consigli di classe a cui spetta il compito di valutare la necessità di un PDP per un alunno in difficoltà;

promuove l’intensificazione dei rapporti tra docenti e famiglie di alunni BES e garantisce che la

documentazione sia condiviso con i docenti e la famiglia; verifica, insieme al referente, i tempi di compilazione del PEI e PDP, controlla la sua attuazione e il

monitoraggio in itinere; attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di

buone pratiche od apportare eventuali modifiche; assicura il coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti) di progetti mirati

all’inclusione, anche in rapporto con altre realtà formative territoriali;

promuove un dibattito costruttivo per salvare le pratiche di buona valenza pedagogica perché l’inclusione implica una pedagogia di comunità.

IL REFERENTE BES/GLI

Presiede, su delega del Dirigente Scolastico, le riunioni del GLI d’Istituto; coordina i lavori del GLI in stretta collaborazione con il Dirigente Scolastico;

studia e approfondisce il D.lgs 66/2017; supporta il Dirigente Scolastico per la revisione del PAI; cura il monitoraggio costante del PAI e del Piano Triennale per l'Inclusione; controlla sistematicamente tutta la documentazione relativa agli alunni con BES: PDF, PEI, PDP ed

ogni altra documentazione;

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cura i rapporti con le famiglie degli alunni BES;

predispone un protocollo di accoglienza per alunni stranieri in ingresso e/o provenienti da altri sistemi di istruzione;

cura i rapporti con gli Enti del territorio con i quali si collabora per promuovere l'inclusione degli alunni diversamente abili (ASL, Piano di Zona...);

partecipa alle riunione di Staff e alle riunioni del Gruppo di Miglioramento;

cura il monitoraggio in itinere e finale delle attività svolte; IL GRUPPO DI LAVORO PER L'INCLUSIONE L'azione del Gruppo di lavoro per l’inclusione può essere riassunta in competenze di tipo organizzativo, progettuale, valutativo e consultivo. A queste si aggiungono le competenze riportate nella C. M. n. 8 del 6/03/2013. Competenze di tipo organizzativo:

Analizza la situazione complessiva dell’Istituto (numero di alunni con disabilità, con DSA, con BES, tipologia dello svantaggio e classi coinvolte);

individua i criteri per l’assegnazione degli alunni con disabilità alle classi; individua i criteri per la gestione delle risorse personali (assegnazione dei docenti di sostegno alle

classi, pianificazione dei rapporti con gli operatori extrascolastici, reperimento di specialisti e

consulenze esterne, ecc.); definisce le modalità di passaggio e di accoglienza degli alunni con disabilità e individua la

gestione e il reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche specializzate e/o centri di documentazione);

censisce le risorse informali (volontari, famiglie, alunni, competenze non ufficialmente riconosciute, ecc.).

Competenze di tipo progettuale e valutativo: Formula progetti per la continuità fra ordini di scuola; individua e valuta progetti specifici per gli alunni con BES, in relazione alle tipologie;

formula progetti relativi all'organico (ad esempio, per la riduzione del n. alunni nelle classi che ospitano alunni disabili);

formula proposte per la formazione e l’aggiornamento del personale, anche in una prospettiva interistituzionale;

verifica che siano attuate le procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per lo sviluppo formativo degli alunni nel rispetto della normativa;

propone l’acquisto di attrezzature, strumenti, sussidi, ausili tecnologici e materiali didattici per gli alunni con disabilità o per i docenti che se ne occupano, compatibilmente con le esigenze di

bilancio. Competenze di tipo consultivo:

Assume iniziative di collaborazione e tutoring fra docenti (in presenza di specifiche minorazioni); effettua il controllo interistituzionale nel corso dell’anno; assume iniziative per la documentazione e la costituzione di banche dati.

Competenze previste dalla C. M. n.8/2013 Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. Il Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI) svolge le seguenti funzioni:

rileva gli alunni anche con Bisogni Educativi Speciali presenti nella scuola; raccoglie e documenta gli interventi didattico - educativi posti in essere anche in funzione di

azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche

dell’Amministrazione; effettua focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di

gestione delle classi; rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della scuola; programmare interventi specifici di insegnamento dell’ italiano come L2;

raccoglie e coordina le proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive

esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ;

elabora una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno);

nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola, provvedere all’adattamento del Piano Annuale per l’Inclusività, in base al quale il Dirigente Scolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse.

IL GRUPPO DI SUPPORTO ALLA FUNZIONE STRUMENTALE PER L'INCLUSIONE Il Gruppo di Supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione è un Gruppo di lavoro “tecnico” formato dal Dirigente Scolastico e/o dal referente BES/GLI, dagli insegnanti di sostegno (n.1 per ogni ordine di

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scuola) e da un referente dei docenti di classe dell’Istituto.

Tale gruppo si configura come sottogruppo del GLI, da cui accoglie richieste e proposte, con compiti di pianificazione, progettazione e monitoraggio delle attività inerenti l’inclusione, oltre ad occuparsi degli aspetti che più strettamente riguardano le attività didattiche e tecniche dei Consigli di classe e dei gruppi dei docenti in cui sono presenti alunni con BES (modelli PEI e PDP, strategie didattiche, segnalazione casi critici, ecc.).

I CONSIGLI DI CLASSE/INTERCLASSE/INTERSEZIONE I Consigli di classe/interclasse/intersezione, per quanto concerne gli alunni in situazione di Bisogni Educativi Speciali devono:

discutere e approvare il percorso formativo (facilitato o differenziato) più opportuno per l’alunno; redigere il PDF e il PEI, il PDP a seconda delle tipologie di alunni con BES congiuntamente agli

operatori sanitari e con la collaborazione dei genitori;

essere informati su tutte le problematiche relative all’alunno per quanto è necessario all’espletamento dell’attività didattica;

essere informati delle procedure previste dalla normativa; sono informati su tutte le problematiche relative all’alunno per quanto è necessario

all’espletamento dell’attività didattica.

I DOCENTI DI SOSTEGNO E I DOCENTI DI CLASSE/SEZIONE

Promuovono il percorso di apprendimento dell'alunno nel gruppo classe attraverso strategie inclusive;

supportano il consiglio di classe/team docenti nell’assunzione di strategie e tecniche pedagogiche, metodologiche e didattiche inclusive;

rilevano casi BES; coordinano la stesura del PEI e del PDP.

COLLEGIO DEI DOCENTI Su proposta del GLI approva il PAI (mese di Giugno);

esplicita nel PTOF un concreto impegno programmatico per l’inclusione;

esplicita criteri e procedure di utilizzo funzionale delle risorse professionali presenti;

si impegna a partecipare ad azioni di formazione e/o prevenzione concordate anche a livello

territoriale. LA FAMIGLIA

Partecipa agli incontri con la scuola e con i servizi del territorio, condivide il Progetto e collabora alla stesura e alla attuazione del PEI o PDP.

EE.LL

Fornisce gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione e realizza interventi di trasporto, abbattimento di barriere architettoniche e fornitura degli ausili didattici e arredi speciali.

ASSISTENTI PER L'AUTONOMIA E LA COMUNICAZIONE

Collaborano alla programmazione e all’organizzazione delle attività scolastiche in relazione alla realizzazione del progetto di vita dell'alunno.

ASL

Effettua l’accertamento, fa la diagnosi e redige la Diagnosi Funzionale;

partecipa alla stesura e alla verifica del PEI e del PDF.

IL SERVIZIO SOCIALE

Se necessario viene aperta una collaborazione di rete, rispetto ai vari servizi offerti dal territorio.

partecipa agli incontri della scuola organizzati per i diversi alunni; è attivato e coinvolto rispetto al caso esaminato, partecipa alla stesura e alla verifica del PEI e e

del PDF. GLHO Con tutta la rete sociale che gravita intorno all’alunno diversamente abile (equipe multidisciplinare), la scuola organizza almeno due incontri del GLHO. All’incontro sono convocati i genitori, il docente di sostegno, il docente di classe o sezione, i referenti dell’ASL, i referenti dei servizi sociali, i referenti del centro riabilitativo CIVITAS. Il primo incontro si svolge tra novembre e dicembre; i componenti dell’equipe

si confrontano sul Piano Educativo Individualizzato e sul Profilo Dinamico Funzionale. Il PEI si aggiorna ogni anno scolastico. Il PDF si redige per gli alunni in entrata in un nuovo ordine di scuola e per le nuove certificazioni. Il secondo incontro del GLHO si svolge tra maggio e giugno; i componenti dell’equipe

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procedono a verificare se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. Inoltre, per gli alunni che terminano

un ordine di scuola, si aggiorna il PDF.

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti Nel Piano Triennale dell'Offerta Formativa (a.s. 2016/2019) l'Istituzione scolastica promuoverà la formazione e l'aggiornamento del personale docente su metodologie e didattiche inclusive per alunni BES. La formazione offrirà ai docenti strumenti per garantire approfondimenti sulla personalizzazione e l'individualizzazione di percorsi di insegnamento e apprendimento, per approfondire conoscenze specifiche in relazione alle singole disabilità. L'Istituzione scolastica incentiverà anche percorsi formativi sull'uso

delle tecnologie digitali da applicare alla didattica inclusiva. L'Istituto comprensivo aderirà a corsi di aggiornamento e/o convegni su tematiche inclusive proposte da enti accreditati (ufficio scolastico regionale, CTI/CTS, ASL, da reti di scuole, università, ecc).

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive

In una prospettiva inclusiva la valutazione sarà sempre formativa, finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. La valutazione sarà correlata al percorso individuale e metterà in evidenza il progresso dell'alunno, rispetto agli obiettivi personalizzati indicati nel Piano

Educativo Individualizzato o nel Piano Didattico Personalizzato. I docenti monitoreranno i Piani con costanza e continuità relazionando durante i consigli di classe/interclasse/intersezione ed utilizzando i

format per il monitoraggio a fine primo e secondo quadrimestre per valutare il raggiungimento o meno degli obiettivi educativo - didattici. Per quanto riguarda la certificazione delle competenze degli alunni diversamente abili a conclusione della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado si terrà in considerazione la nota MIUR n. 1865 del 10/10/2017 che recita: “per le alunne e gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della legge n.104/1992, il modello nazionale può essere accompagnato, ove necessario da una nota esplicativa che rapporti il significato degli enunciati di competenza agli obiettivi specifici del Piano Educativo

Individualizzato”. Ai modelli potranno essere allegati dei descrittori (es. rubriche, griglie) che declinano la padronanza delle competenze chiave, descritte dalle dimensioni del Profilo, in coerenza con il PEI, nei quattro livelli previsti dalla certificazione. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

Nell'Istituzione scolastica è presente una struttura chiara di organizzazione e di gestione di coordinamento su vari livelli che a seconda dei ruoli e delle competenze interverrà nel garantire il processo d'inclusione. L’attenzione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola sarà rivolta

principalmente:

al monitoraggio del livello d'inclusione degli alunni BES nell'Istituto;

alla distribuzione di risorse materiali per tutti gli alunni BES;

alla partecipazione e alla programmazione didattico - educativa della classe/sezione (conoscenza degli alunni/e, rapporti con le famiglie, programmazione e verifica di obiettivi, contenuti, strumenti, metodi, tempi di realizzazione dell’attività scolastica);

al supporto alla classe nell’assunzione di strategie e tecniche pedagogiche, metodologiche e

didattiche integrative e nell’adozione di metodologie individualizzanti, con modalità organizzative anche a piccoli gruppi.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in

rapporto ai diversi servizi esistenti L'Istituzione scolastica continuerà a tenere e curare attraverso il Dirigente Scolastico e la Funzione Strumentale per l'Inclusione i rapporti continui con i servizi sociosanitari territoriali (ASL), con l'Amministrazione Comunale, con i referenti del centro CIVITAS, con i referenti del Piano di Zona, con i

CTS/CTI, con il privato sociale e volontariato sul territorio, come supporto ai processi di inclusione e

integrazione. L'Istituzione scolastica si impegnerà a promuovere i vari momenti di confronto e di condivisione con il territorio. La conoscenza dei vari percorsi educativo - didattici attivati a scuola e nei vari centri sul territorio sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali potrebbero facilitare il raggiungimento degli obiettivi indicati nel PEI e nel PDP. L'amministrazione comunale fornirà, tramite il Piano di Zona, in seguito alla richiesta della famiglia,

l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione che lavoreranno a stretto contatto con il consiglio di classe/interclasse/intersezione secondo i tempi indicati nelle attività previste dal piano annuale. Inoltre, l'Amministrazione realizza interventi di trasporto, abbattimento di barriere architettoniche e fornitura degli ausili didattici e arredi speciali.

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Con tutta la rete sociale che gravita intorno all’alunno diversamente abile (equipe multidisciplinare), la

scuola organizzerà almeno due incontri del GLHO. All’incontro saranno convocati i genitori, il docente di sostegno, il docente di classe o sezione, i referenti dell’ASL, i referenti dei servizi sociali, i referenti del centro riabilitativo CIVITAS.

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle

decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative

I genitori parteciperanno, insieme agli altri operatori coinvolti, alla stesura del progetto educativo - pedagogico dei propri figli, un progetto individualizzato, realistico, effettivo, condiviso. Le famiglie saranno coinvolte anche in fase di realizzazione degli interventi inclusivi attraverso:

la condivisione delle scelte effettuate;

il monitoraggio dei processi e l'individuazione di azioni di miglioramento;

il coinvolgimento nella redazione e nel monitoraggio dei PEI, PDF, PDP. Durante l'anno scolastico saranno previsti anche incontri scuola-famiglia: i docenti di sezione e di classe illustreranno ai genitori gli obiettivi educativi - didattici raggiunti e le competenze acquisite dall'alunno.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi La definizione dei percorsi inclusivi sarà di competenza di tutti i docenti della classe/sezione in cui è inserito un alunno BES. I contenuti delle discipline e dei campi di esperienza saranno personalizzati considerando i bisogni degli alunni. Il curricolo non trascurerà la relazione tra i pari, l'adattamento di materiali, le strategie logico-visive, i processi e gli stili cognitivi, la meta-cognizione e le emozioni. I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. Fin dal primo giorno è necessario incentivare e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe. In particolare saranno

valorizzate le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli gruppi (tutoring, peer to peer, coperative learning, attività laboratoriali-learning by doing). L’apprendimento non è mai un processo solitario, ma è profondamente influenzato dalle relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari. Per valorizzare le differenze individuali è necessario essere consapevoli e adattare i propri stili di comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di apprendimento. Inoltre, adattare significa variare i materiali rispetto ai diversi livelli di abilità e ai diversi stili cognitivi presenti in classe. L’adattamento più

funzionale è basato su materiali in grado di attivare molteplici canali di elaborazione delle informazioni, dando aiuti aggiuntivi e attività a difficoltà graduale. L’adattamento di obiettivi e materiali è parte integrante del PEI e del PDP. Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, in particolare grazie all’uso di immagini, mappe mentali e mappe concettuali. Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di

grande aiuto tutte le forme di schematizzazione e organizzazione anticipata della conoscenza. Processi cognitivi e funzioni esecutive come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem solving

consentono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e alla costruzione dell’apprendimento. Allo stesso tempo, una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi presenti in classe e le diverse forme di intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni, sia per quanto riguarda le forme di insegnamento. Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione. È centrale sviluppare una positiva immagine di sé e quindi buoni livelli di autostima. La motivazione ad apprendere è fortemente influenzata da questi fattori, così come dalle emozioni relative all’appartenenza al gruppo di

pari e al gruppo classe. L’educazione al riconoscimento e alle gestione delle proprie emozioni e della propria sfera affettiva è indispensabile per sviluppare consapevolezza del proprio sé.

Valorizzazione delle risorse esistenti In ogni intervento educativo - didattico saranno valorizzate le competenze specifiche di ogni docente e di ogni professionalità presente nell'Istituto. Sarà coinvolta tutta la comunità educante. Il personale ATA, che verrà informato delle varie tipologie di bisogni degli alunni diversamente abili per pianificare azioni di collaborazione in sinergia con altre figure di riferimento coinvolte nell’inclusione per il raggiungimento

delle autonomie personali.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la

realizzazione dei progetti di inclusione

L'acquisizione e la distribuzione di risorse aggiuntive saranno eventualmente attivate, considerando i fondi disponibili e rafforzando i rapporti di collaborazione già avviati nell’anno scolastico 2017/18 come per esempio lo sportello d'ascolto “Spazio adolescenti” oppure il progetto IPDA per l'individuazione precoce

dei Disturbi specifici d'apprendimento.

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Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo

La continuità educativa verticale finalizzata al miglioramento delle condizioni di passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria e dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado si attuerà attraverso incontri sistematici dei docenti dei vari ordini di scuola. Gli incontri di continuità consentiranno di raggiungere un coordinamento sui contenuti e sulle metodologie utilizzate per uniformare gli interventi educativi. La continuità sarà valorizzata in ogni suo aspetto, al fine di consentire la migliore trasmissione

delle informazioni riguardanti lo sviluppo di ciascun alunno per favorirne l’inserimento, l’inclusione, l’apprendimento e il benessere.

PREVISIONI DEL FABBISOGNO DI RISORSE PROFESSIONALI PER L'A.S. 2018/2019 In relazione alla quantificazione dei bisogni sopra esposti l'Istituto scolastico farà richiesta delle seguenti

risorse professionali:

all'Ente Locale assistenza specialistica

all'ASL psicologo neuropsichiatra IMPIEGO DEL PERSONALE DOCENTE DI SOSTEGNO E DELLE ALTRE RISORSE PROFESSIONALI

EFFETTIVAMENTE DISPONIBILI PER L'A.S. 2018/19 In base alla reale consistenza dell'organico e alle eventuali specializzazioni presenti, il GLI provvederà ad elaborare le proposte di assegnazione delle risorse alle Classi/sezioni, sottoposte al Collegio dei Docenti.

Redatto dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 7 maggio 2018

Approvato dal Collegio dei Docenti con delibera n.78 in data 27 giugno 2018

Approvato dal Consiglio d'Istituto in data 29 giugno 2018

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ALLEGATI

PIANO TRIENNALE PER L'INCLUSIONE-PTOF

INCLUSIONE E INTEGRAZIONE

ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Nel Piano triennale dell’offerta formativa dell’Istituto comprensivo “Sannazzaro” l’inclusione è un

valore che orienta tutte le scelte formative e progettuali: dalla mission e vision della scuola agli

obiettivi di miglioramento, dalle metodologie, strategie e tecniche didattiche alla valutazione degli

apprendimenti.

Nella scuola è presente una struttura di organizzazione e di gestione che lavora per garantire

l’inclusione di tutti gli alunni. Il Dirigente Scolastico assegna il docente di sostegno all’alunno

diversamente abile, nel rispetto della continuità educativo - didattica, non trascurando il percorso

formativo e professionale del docente. Il numero di ore assegnate all’alunno dipende dalla gravità

della disabilità indicata nella diagnosi funzionale. Il Dirigente scolastico cura, insieme al Direttore

dei Servizi Generali Amministrativi la gestione delle risorse materiali ed assegna ai Plessi i

collaboratori scolastici. Questi ultimi, come previsto anche dal D.lgsn. 6 del 13 aprile 2017,

svolgono compiti di assistenza precipui del profilo professionale,tenendo conto del genere

dell’alunno diversamente abile. La responsabilità di tutta l’area che afferisce all’inclusione è

affidata ad un docente che ricopre l’incarico di Funzione strumentale, con specifica funzione di

referente per l’inclusione.

Il docente designato si occupa anche del monitoraggio della documentazione PEI (Piano Educativo

Individualizzato) e PDF (Profilo Dinamico Funzionale). Inoltre, coordina i vari gruppi di lavoro:

il GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione), che presiede in caso di assenza del Dirigente

scolastico;

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i sottogruppi del GLI, organizzati per aree di interesse (DSA, BES);

il Gruppo di supporto Funzione strumentale per l’inclusione;

il GLHO(gruppo di lavoro operativo per l'integrazione).

Infine, si relaziona con le istituzioni sul territorio (Piano Sociale di Zona, gli Enti locali, ASL,

Servizi sociali, Centri riabilitativi), per garantire l’attuazione di un progetto globale di vita.

Il GLI è costituito dal Dirigente Scolastico, dal docente Funzione strumentale per l’inclusione, dai

docenti di sostegno, dai docenti coordinatori di classe/interclasse/intersezione, da due rappresentanti

dei genitori,da due referenti del personale ATA (un assistente amministrativo e un collaboratore

scolastico), da un rappresentante dell’Equipe multidisciplinare dell’ASL (assistenza materno-

infantile distretto 64 di Eboli), da un rappresentante dell’Ente locale (consigliere del Comune di

Oliveto Citra, con delega alle Politiche della Famiglia, Infanzia e Adolescenza), da un

rappresentante dei Servizi sociali e da un rappresentante del centro riabilitativo Civitas di Oliveto

Citra.

Il Gruppo di supporto alla Funzione strumentale per l’inclusione è costituito da un docente di

sostegno per ogni ordine di scuola e da un docente curriculare, coordinato dalla docente Funzione

strumentale per l’inclusione. Il gruppo redige sia il Piano per l’inclusione riguardante i bambini

diversamente abili (da inserire nel Piano Triennale dell’offerta formativa) sia il Piano annuale per

l’inclusione, nel quale si descrivono minuziosamente gli interventi inclusivi che riguardano tutti gli

alunni con bisogni educativi speciali (DSA, ADHD/DOP, borderline cognitivo, alunni con

svantaggio socio-economico, linguistico - culturale, disagio comportamentale/relazionale). Nel

documento si analizzano i punti di forza e di criticità che hanno caratterizzato l’anno scolastico in

corso e si individuano gli obiettivi di incremento dell’inclusività per il successivo anno scolastico. Il

Piano annuale per l’inclusione si redige a fine anno scolastico.

Per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze degli alunni diversamente abili,i docenti

curriculari e l’insegnante di sostegno lavorano in sinergia. Il team dei docenti utilizza misure

didattiche di supporto per garantire una formazione adeguata e per promuovere lo sviluppo delle

potenzialità dell’alunno. La scuola delinea un curricolo attento alla diversità e alla promozione di

percorsi formativi inclusivi. Le metodologie, le strategie, le tecniche didattiche e la valutazione

degli apprendimenti rispondono alle esigenze degli alunni, rispettandone i tempi e gli stili di

apprendimento. Per l’alunno diversamente abile il team docente cura anche il passaggio da un

ordine di scuola ad un altro attraverso incontri sistematici con i docenti dell’ordine successivo. Gli

incontri di continuità consentono di raggiungere un coordinamento sui contenuti e sulle

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metodologie utilizzate per uniformare gli interventi educativi. Sempre in un’ottica di condivisione,

il docente di sostegno coordina la stesura del PEI per l’alunno diversamente abile e ne condivide le

scelte e gli obiettivi educativi e didattici sia con il team di classe sia con la famiglia. Il PEI e il PDF

non sono un atto delegato unicamente all’insegnante di sostegno. Quest'ultimo infatti è inteso

come sostegno alla classe, non solo all'allievo che gli è affidato, come indicato fin dalla L. 104/92 e

ribadito nell’ultimo decreto legislativo 13 aprile 2017, n.66. Allo stesso modo, ogni docente

curricolare è insegnante di tutti, e, quindi, anche degli allievi diversamente abili.

Affinché il progetto globale di vita possa rispondere alle effettive esigenze dell'alunno, l'Istituzione

scolastica mantiene un dialogo collaborativo tra le famiglie, le istituzioni, i servizi e il territorio.

Il Comune, attraverso i Servizi di Ambito, fornisce gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione

e realizza interventi di trasporto, abbattimento di barriere architettoniche e fornitura degli ausili

didattici e arredi speciali. Gli assistenti specialistici lavorano a stretto contatto con il Consiglio di

classe/interclasse/intersezione secondo i tempi indicati nelle attività previste dal Piano annuale.

Con tutta la rete sociale che gravita intorno all’alunno diversamente abile (equipe multi

disciplinare), la scuola organizza almeno due incontri del GLHO. All’incontro sono convocati i

genitori, il docente di sostegno, il docente di classe o sezione, i referenti dell’ASL, i referenti dei

servizi sociali, i referenti del centro riabilitativo CIVITAS. Il primo incontro si svolge tra novembre

e dicembre; i componenti dell’equipe si confrontano sul Piano Educativo Individualizzato e sul

Profilo Dinamico Funzionale. Il PEI si aggiorna ogni anno scolastico. Il PDF si redige per gli alunni

in entrata in un nuovo ordine di scuola e per le nuove certificazioni. Il secondo incontro del GLHO

si svolge tra maggio e giugno; i componenti dell’equipe procedono a verificare se gli obiettivi

prefissati sono stati raggiunti. Inoltre, per gli alunni che terminano un ordine di scuola, si aggiorna il

PDF.

Infine, l’Istituto Comprensivo propone ai docenti corsi di formazione, di aggiornamento e/o

convegni su tematiche inclusive organizzati da Enti accreditati (USR, CTI/CTS, ASL, da reti di

scuole, associazioni di volontariato). La formazione offre ai docenti la conoscenza di nuovi

strumenti per affrontare le sfide in tema della disabilità.

Questo, in sintesi, l’organigramma dell’inclusione dell’IC “Jacopo Sannazaro”:

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DIRIGENTE

SCOLASTICO

COLLEGIO

DEI DOCENTI

DOCENTE

FUNZIONE

STRUMENTALE

SI RELAZIONA

CON LE

ISTITUZIONI

SUL TERRITORIO

Assegna

i collaboratori

ai plessi

Assegna il docente

di sostegno

all'alunno

DSGA: risorse

materiale

Team di

classe

Famiglia

PEI e

PDP

monitoraggio

Coordina

vari gruppi

di lavoro

GLI

Gruppo di supporto

Per l'inclusione

GLI per aree

di interesse: DSA

BES

GLHO Piano sociale

di zona

Servizi

sociali

Centro

riabilitativo

Civitas

EE.LL

ASL

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I punti essenziali del Piano per l’inclusione sono riportati nella tabella che segue.

PIANO PER L'INCLUSIONE

LE MODALITÀ

PER L’UTILIZZO

COORDINATO

DELLE RISORSE

IL SUPERAMENTO

DELLE BARRIERE

I FACILITATORI

DEL CONTESTO

DI RIFERIMENTO

GLI INTERVENTI

DI MIGLIORAMENTO

DELLA QUALITÀ

DELL’INCLUSIONE

SCOLASTICA

Organizzazione chiara

interna alla scuola

di figure di

coordinamento

su vari livelli:

Dirigente Scolastico

DSGA

Funzione strumentale

per l’inclusione

GLI

Gruppi di lavoro

organizzati per aree di

bisogni ed interventi

come il gruppo di

supporto per

l’inclusione

Consigli di

classe/interclasse/

intersezione

Team di classe/sezione

Formazione specifica

dei docenti, adeguata

alla disabilità

Dialogo collaborativo

tra EE.LL, servizi

sociali, ASL, Centro

riabilitativo CIVITAS

Collaborazione efficace

con la famiglia

Flessibilità negli

obiettivi dei processi di

apprendimento

Un adeguamento della

metodologia didattica

condivisa da team di

classe/sezione

Utilizzo delle TIC

(tecnologie

dell’informazione e

della comunicazione):

LIM, computer, tablet,

software didattici

specifici, ecc.

Buone pratiche

inclusive all’interno del

gruppo classe/sezione

Monitorare l’andamento

dei PEI e dei PDP, da

parte di un docente

referente, in

collaborazione con i

docenti coordinatori di

classe/sezione;

Incrementare il numero

degli incontri delle

riunioni del GLI;

Migliorare l’inclusione

degli alunni nel contesto

scolastico e i risultati nel

processo di

apprendimento.

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ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, CON BISOGNI

EDUCATIVI SPECIALI

Nell’ottica della personalizzazione e dell’individualizzazione dell’insegnamento, per consentire a

tutti di raggiungere il successo formativo, si prevede una didattica ed un’organizzazione in grado di

favorire l’effettiva integrazione ed una reale crescita sul piano delle competenze non solo degli

alunni diversamente abili, ma anche degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e

con bisogni educativi speciali (BES).

Un ruolo fondamentale è svolto dalle nuove tecnologie, considerate strumenti compensativi che

sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Inoltre, per gli alunni con

DSA i docenti attivano anche delle misure dispensative, interventi che consentono all’alunno di non

svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che

non migliorano l’apprendimento.

Considerando gli strumenti compensativi e le misure dispensative, gli obiettivi dell’azione didattico

- educativa sono:

· agevolare le relazioni interpersonali tra pari per il rinforzo del senso di identità e il potenziamento

di una “positiva immagine di sé” finalizzato al superamento del senso di inadeguatezza, di

incompetenza, di insuccesso;

· sviluppare potenzialità e recuperare lacune strumentali.

Per gli alunni con DSA sono predisposti i Piani Didattici Individualizzati che si aggiornano ogni

anno scolastico. Il docente coordinatore mette a conoscenza la famiglia del documento per

condividerne obiettivi e traguardi di competenza.

Si redige un Piano Didattico Personalizzato per gli alunni che in sede di consiglio sono stati

individuati tra quelli che necessitano di interventi educativi e didattici personalizzati, al fine di

consentire il passaggio alla classe successiva. Anche per questi alunni si ritiene ugualmente

indispensabile mettere a conoscenza la famiglia delle scelte educative e didattiche personalizzate.

L'Istituzione scolastica promuove la formazione e l'aggiornamento del personale docente su

strategie inclusive per alunni BES. La formazione offre ai docenti strumenti e approfondimenti sulla

personalizzazione e l'individualizzazione di percorsi di insegnamento e di apprendimento, sul

miglioramento della partecipazione degli alunni alla vita scolastica, per la riduzione e per la

prevenzione della dispersione scolastica.

Per favorire la diagnosi precoce dei disturbi specifici di apprendimento, già a partire dalla scuola

dell’infanzia l’Istituto comprensivo ha attivato, dall’anno scolastico 2016/2017, il progetto di

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screening denominato IPDA, (Identificazione Precoce delle Difficoltà dell'Apprendimento) curato

da una psicologa dell’età evolutiva. A partire dall’anno scolastico 2017/2018, i dati di questo

progetto saranno oggetto di una ricerca all’interno del Dipartimento di Pedagogia speciale della

Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Salerno.

Considerando i fondi disponibili, la scuola attiva sportelli d’ascolto rivolti soprattutto agli alunni

della scuola secondaria di primo grado, organizzati dall’ASL di Eboli.

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ISTITUTO COMPRENSIVO “J. SANNAZARO”

VIA F. CAVALLOTTI, 15 TEL. 0828/793037 - FAX 0828/793256 84020 – OLIVETO CITRA (SA) – cf. 82005110653 – C.M. SAIC81300D

e-mail: [email protected] SITO INTERNET: WWW.OLIVETOCITRAIC.GOV.IT

PEC: [email protected]

SISTEMA GESTIONE QUALITÀ UNI – EN – ISO 9004 – 2000

codice univoco fatturazione elettronica UFJ9L5

REGOLAMENTO GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE

Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze.

Paul Valéry

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INDICE

Art. 1- Costituzione del G.L.I............................................................................................................pag.3

Art. 2- Finalità....................................................................................................................................pag.3

Art. 3- Composizione.........................................................................................................................pag.3

Art. 4- Convocazione e Riunioni........................................................................................................pag.4

Art. 5- Competenze del GLI d’Istituto...............................................................................................pag.4

Art. 6- Competenze del Referente BES/GLI......................................................................................pag.5

Art. 7- Gruppo di supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione.............................................pag.6

Art. 8- Compiti dei Consigli di classe/interclasse/intersezione............................................................pag.6

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REGOLAMENTO

GRUPPO DI LAVORO PER L'INCLUSIONE

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Legge 104/92 art. 15 comma 2, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti

delle persone handicappate;

Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, Strumenti d’intervento per alunni con bisogni

educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica;

Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013;

Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013;

Nota MIUR prot. 2563 del 22 novembre 2013;

Decreto legislativo 13 aprile 2017, n.66, Norme per la promozione dell’inclusione scolastica

degli studenti con disabilità, comma 8 art.9, ai sensi della legge 107/2015.

Art.1- Costituzione del G.L.I. (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione)

Conformemente alla normativa sopra elencata è costituito il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI).

Art. 2- Finalità

Compito del GLI è:

collaborare all’interno dell’Istituto alle iniziative educative e di inclusione che riguardano alunni

con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento (DSA) o che sono stati individuati come

alunni con un qualsiasi altro Bisogno Educativo Speciale;

presiedere all’individuazione delle linee generali dell’inclusione nella scuola;

analizzare, valorizzare, raccordare e richiedere le risorse umane e materiali che all’interno della

scuola possano favorire l’inclusione.

Art. 3- Composizione

Il GLI d’Istituto è composto da:

il Dirigente Scolastico, che lo presiede (componente di diritto);

il Referente BES/GLI, che lo presiede su delega del Dirigente Scolastico;

tutti i docenti specializzati per le attività di sostegno;

i coordinatori di classe/interclasse/sezione;

un referente tra gli assistenti amministrativi;

un referente tra i collaboratori scolastici;

due rappresentanti dei genitori degli alunni con disabilità e/o con DSA e/o con BES;

uno o più operatori sociali o sanitari che si occupano degli alunni con disabilità o con DSA o con

BES.

I componenti che rappresentano i genitori degli alunni e gli operatori sociali e sanitari costituiscono una

componente annuale.

Possono essere invitati sulla base degli argomenti all’ordine del giorno, con funzione consultiva e su

individuazione del Dirigente Scolastico: rappresentanti di Enti Territoriali e/o Associazioni, altri esperti

secondo gli argomenti in discussione.

Art. 4- Convocazione e Riunioni

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Il GLI si riunisce almeno due/tre volte l’anno.

Le riunioni sono convocate dal Dirigente Scolastico e presiedute dallo stesso o da un suo delegato. Le

deliberazioni sono assunte a maggioranza dei componenti.

Di ogni seduta deve essere redatto apposito verbale.

Il GLI si può riunire in seduta:

plenaria (con la partecipazione di tutti i componenti);

ristretta (con la sola presenza degli insegnanti);

dedicata (con la partecipazione delle persone che si occupano in particolare di un singolo alunno):

in quest’ultimo caso il GLI è detto GLH operativo.

Art. 5- Competenze del GLI d’Istituto

5.1 Ciascun soggetto istituzionale, nell’ambito delle proprie competenze, e nel rispetto delle proprie

autonomie e delle specifiche potestà organizzative e programmatorie, può intervenire sugli argomenti

presentati all’ordine del giorno. L'azione del Gruppo di lavoro per l’Inclusione può essere riassunta in

competenze di tipo organizzativo, progettuale, valutativo e consultivo. A queste si aggiungono le

competenze riportate nella C. M. n. 8 del 6/03/2013.

5.2 Competenze di tipo organizzativo:

1) analizza la situazione complessiva dell’Istituto (numero di alunni con disabilità, con DSA, con

Bisogni Educativi Speciali);

2) individua i criteri per l’assegnazione degli alunni con disabilità alle classi;

3) individua i criteri per la gestione delle risorse personali (assegnazione dei docenti di sostegno alle

classi, pianificazione dei rapporti con gli operatori extrascolastici, reperimento di specialisti e

consulenze esterne, ecc.);

4) definisce le modalità di passaggio e di accoglienza degli alunni con disabilità e individua la gestione e

il reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche specializzate e/o centri di

documentazione);

5) censisce le risorse informali (volontari, famiglie, alunni, competenze non ufficialmente riconosciute,

ecc.).

5.3 Competenze di tipo progettuale e valutativo:

1) formula progetti per la continuità fra ordini di scuola;

2) individua e valuta progetti specifici per gli alunni con BES, in relazione alle tipologie;

3) formula progetti relativi all'organico (ad esempio, per la riduzione del n. alunni nelle classi che

ospitano alunni disabili);

4) formula proposte per la formazione e l’aggiornamento del personale, anche in una prospettiva

interistituzionale;

5) verifica che siano attuate le procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per

lo sviluppo formativo degli alunni nel rispetto della normativa;

6) propone l’acquisto di attrezzature, strumenti, sussidi, ausili tecnologici e materiali didattici per gli

alunni con disabilità o per i docenti che se ne occupano, compatibilmente con le esigenze di bilancio.

5.4 Competenze di tipo consultivo:

1) assume iniziative di collaborazione e tutoring fra docenti (in presenza di specifiche minorazioni);

2) effettua il controllo interistituzionale nel corso dell’anno;

3) assume iniziative per la documentazione e la costituzione di banche dati.

5.5 Competenze previste dalla C. M. n.8/2013

Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di

studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES.

Il Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI) svolge le seguenti funzioni:

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1) rileva gli alunni anche con Bisogni Educativi Speciali presenti nella scuola;

2) raccoglie e documenta gli interventi didattico - educativi posti in essere anche in funzione di azioni di

apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche

dell’Amministrazione;

3) effettua focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di

gestione delle classi;

4) rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della scuola;

5) programma interventi specifici di insegnamento dell’italiano come L2;

6) raccoglie e coordina le proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulle basi delle effettive

esigenze degli alunni diversamente abili;

7) elabora una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da

redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di giugno);

8) nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola, provvede

all’adattamento del Piano Annuale per l’Inclusività, in base al quale il Dirigente Scolastico procederà

all’assegnazione definitiva delle risorse.

Il Gruppo di lavoro per l’inclusione costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e

sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di

prevenzione, monitoraggio, ecc.).

Art. 6- Competenze del Referente BES/GLI

Compito del referente BES/GLI:

studiare e approfondire il D.lgs 66/2017;

supportare il Dirigente Scolastico per la revisione del PAI;

curare il monitoraggio costante del PAI e del Piano Triennale per l'Inclusione;

controllare sistematicamente tutta la documentazione relativa agli alunni con BES: PDF, PEI,

PDP ed ogni altra documentazione;

curare i rapporti con le famiglie degli alunni BES;

coordinare i lavori del GLI in stretta collaborazione con il Dirigente Scolastico;

predisporre un protocollo di accoglienza per alunni stranieri in ingresso e/o provenienti da altri

sistemi di istruzione;

curare i rapporti con gli Enti del territorio con i quali si collabora per promuovere l'inclusione

degli alunni diversamente abili (ASL, Piano di Zona...);

partecipare alle riunione di Staff e alle riunioni del Gruppo di Miglioramento ;

curare il monitoraggio in itinere e finale delle attività svolte;

presiedere, su delega del Dirigente Scolastico, le riunioni del GLI d’Istituto.

Art. 7- Gruppo di supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione

7.1 Composizione

Il gruppo di supporto alla Funzione Strumentale per l'Inclusione è un Gruppo di lavoro “tecnico” formato

dal Dirigente Scolastico e/o dal referente BES/GLI, dagli insegnanti di sostegno (n.1 per ogni ordine di

scuola) e da un referente dei docenti di classe dell’Istituto.

7.2 Competenze

Tale gruppo si configura come sottogruppo del GLI, da cui accoglie richieste e proposte, con compiti di

pianificazione, progettazione e monitoraggio delle attività inerenti l’inclusione, oltre ad occuparsi degli

aspetti che più strettamente riguardano le attività didattiche e tecniche dei Consigli di classe e dei gruppi

dei docenti in cui sono presenti alunni con BES (modelli PEI e PDP, strategie didattiche, segnalazione

casi critici, ecc.).

Tale gruppo si riunisce almeno 3 volte l’anno:

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nel mese di settembre/ottobre per pianificare gli interventi didattico - pedagogici e per elaborare

proposte di inclusione per l’anno in corso da proporre al GLI o ai vari enti istituzionali;

nel mese di gennaio/febbraio per monitorare le attività in itinere;

nel mese di aprile/maggio per confrontarsi sulle proposte da inserire nel PAI, per valutare gli

interventi inclusivi messi in atto dall'Istituto nell'anno corrente e per individuare obiettivi di

incremento dell'inclusività per il successivo anno scolastico.

Art. 8 - Compiti dei Consigli di classe, interclasse, intersezione

I Consigli di classe/interclasse/intersezione, per quanto concerne gli alunni in situazione di Bisogni

Educativi Speciali devono:

1) discutere e approvare il percorso formativo (facilitato o differenziato) più opportuno per l’alunno;

redigere il PDF e il PEI, il PDP a seconda delle tipologie di alunni con BES congiuntamente agli

operatori sanitari e con la collaborazione dei genitori;

essere informati su tutte le problematiche relative all’alunno per quanto è necessario

all’espletamento dell’attività didattica;

essere informati delle procedure previste dalla normativa.

Il seguente Regolamento, redatto dal Gruppo di Supporto alla Funzione Strumentale per

l'Inclusione, in data 29/01/2018, è sottoposto al parere del Collegio dei Docenti in data 8/02/2018 e

all’approvazione del Consiglio di Istituto del 09/02/2018 ed è parte integrante del PAI.

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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L’INSERIMENTO

DEGLI ALUNNI STRANIERI

Il primo modo per costruire davvero una scuola più accogliente

è quello di sentirsi noi, da insegnanti, stranieri in classe:

non dare per scontato nulla delle nostre procedure, dei nostri metodi, dei nostri contenuti, dei nostri contesti.

Davide Zoletto, Straniero in classe. Una pedagogia dell’ospitalità, 2007

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INDICE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L’INSERIMENTO

DEGLI ALUNNI STRANIERI

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

PREMESSA

CONTENUTI

PRIMA FASE: AMMINISTRATIVO- BUROCRATICO- INFORMATIVA

SECONDA FASE: COMUNICATIVO- RELAZIONALE

TERZA FASE: EDUCATIVO- DIDATTICA

QUARTA FASE: SOCIALE

ALLEGATI

MODELLO PDP PER ALUNNI STRANIERI

PORTFOLIO EUROPEO

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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L’INSERIMENTO

DEGLI ALUNNI STRANIERI

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

• Costituzione della Repubblica Italiana 1948 art.34; • Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo ONU, 10 dicembre 1948; • Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo ONU, 20 novembre 1959; • C.M. n.301,8 settembre 1989 – Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo; • C.M. n.205, 2 luglio 1990 – Educazione Interculturale; • C. M. n.5, 12 gennaio 1994 - Iscrizione degli alunni stranieri anche sprovvisti di permesso di soggiorno; • C. M. n.73, 2 marzo 1994 – Il dialogo interculturale e la convivenza democratica; • Legge n. 40, 6 marzo 1998 (Turco - Napolitano) – Disciplina dell’immigrazione e condizione giuridica dello straniero; • Decreto Legislativo n.286,25 luglio 1998 “Disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”; • DPR n.394/1999, art. 45 intitolato” Iscrizione scolastica”…; • L. n. 189,30 luglio 2002 (Bossi-Fini ha confermato le precedenti procedura di accoglienza); • C.M. n.24/2006 febbraio “Linee guida per l’inserimento e l’integrazione degli alunni stranieri”; • La via italiana per la scuola interculturale l’integrazione degli alunni stranieri -MIUR- ottobre 2007; • C.M. n. 2/8 gennaio 2010: Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana; • C.M. n. 8/6 marzo 2013: Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Indicazioni operative”; • Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (MIUR, febbraio 2014. Aggiornamento dell’analogo documento del 2006); • Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (MIUR, dicembre 2014).

PREMESSA

“L’educazione interculturale costituisce lo sfondo da cui prende avvio la specificità di percorsi formativi rivolti ad alunni stranieri, nel contesto di attività che devono connotare l’azione educativa nei confronti di tutti. La scuola infatti è il luogo centrale della costituzione e condivisione di regole comuni, in quanto può agire attivando una pratica di vita quotidiana che si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e, soprattutto, può trasmettere i saperi indispensabili alla formazione della cittadinanza attiva. Infatti l’educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia quella della convivenza tra comunità etniche chiuse ed è orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco riconoscimento e arricchimento delle persone nel rispetto delle diverse identità ed appartenenze e della pluralità di esperienze spesso multidimensionali di ciascuno, italiano e non” (Premessa alle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, MIUR, 2014). Questo e altri documenti emanati dal MIUR nel corso degli ultimi anni ribadiscono il quadro all’interno del quale la scuola italiana realizza l’integrazione degli alunni stranieri. Un modello che

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poggia sull’inclusione e l’inserimento degli alunni nella comunità dei pari, nel rispetto reciproco delle diverse identità. L'adozione del protocollo di accoglienza per l’inserimento degli alunni stranieri nell'Istituto comprensivo Sannazzaro comporta un’assunzione collegiale di responsabilità da parte di tutta la comunità educante. Lo scopo fondamentale del documento è quello di fornire un insieme di linee teoriche ed operative, condivise sul piano ideologico ed educativo e di dare alcuni suggerimenti organizzativi e didattici per favorire l’integrazione e la riuscita scolastica degli alunni provenienti da un'altra cultura. Il protocollo costituisce uno strumento di lavoro e come tale può essere integrato e rivisto sulla base delle esigenze e delle risorse della scuola e sulle esperienze pregresse realizzate. Fondamentale importanza assumono nel processo di integrazione scolastica degli alunni stranieri percorsi educativi e didattici idonei alle necessità dei singoli alunni. La C.M. 8/2013 (“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Indicazioni operative”) ha disciplinato la materia e incluso gli alunni stranieri tra quelli con “bisogni educativi speciali”, per i quali i singoli Consigli di Classe (CdC) possono valutare la necessità di predisporre un percorso individualizzato e personalizzato, formalizzato in un PDP (Piano Didattico Personalizzato), di natura transitoria, legato all'acquisizione della lingua. Attraverso il PDP la scuola esplicita le sue strategie di integrazione e inclusione volte al raggiungimento del successo formativo, con particolare attenzione all’apprendimento della lingua italiana.

FINALITA’ Il Protocollo di accoglienza si propone di: • agevolare l’ingresso degli alunni di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale; • definire pratiche condivise all’interno della Scuola in tema di accoglienza degli alunni stranieri; • dare sostegno agli alunni stranieri nella fase di adattamento, facilitarne l’inserimento e l’orientamento; • entrare in relazione con le famiglie immigrate; • promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuola e territorio sui temi dell’educazione interculturale, nell’ottica di un sistema formativo integrato.

CONTENUTI Il protocollo d'accoglienza e integrazione delinea prassi condivise di carattere:

amministrativo-burocratico-informativo che riguardano l'iscrizione e l'inserimento a scuola degli alunni stranieri;

comunicativo-relazionale che riguardano i compiti e i ruoli degli operatori scolastici e le fasi dell'accoglienza a scuola;

educativo-didattico che traccia le fasi relative all'assegnazione della classe, insegnamento dell'italiano come seconda lingua;

sociale che individua i rapporti e le collaborazioni con il territorio.

PRIMA FASE: AMMINISTRATIVO-BUROCRATICO-INFORMATIVO

ISCRIZIONE L’iscrizione, da intendersi come il primo passo del percorso di accoglienza e di integrazione dell’alunno straniero e della sua famiglia, è in carico all’Ufficio di Segreteria. Tra il personale di segreteria viene quindi indicata una persona incaricata delle iscrizioni degli alunni stranieri. COMPITI DELLA SEGRETERIA L’incaricato delle iscrizioni cura:

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il ricevimento dei documenti necessari, a norma di legge, o le autocertificazioni;

la raccolta delle informazioni riguardanti il percorso scolastico seguito dall’alunno nel paese di origine e la sua biografia linguistica, eventuale conoscenza di una seconda lingua e le lingue parlate in ambito domestico;

l’opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica;

la consegna delle informazioni riguardanti la scuola ed il suo funzionamento. Il primo incontro con i genitori stranieri, di carattere inevitabilmente amministrativo, si conclude con la comunicazione di una data per l’incontro successivo fra i genitori e uno dei Docenti della Commissione Accoglienza.

SECONDA FASE: COMUNICATIVO- RELAZIONALE

LA COMMISSIONE INTERCULTURA L'istituzione formale della commissione intercultura come articolazione del Collegio dei Docenti, oltre che essere funzionale ad una più adeguata accoglienza, segnala l’impegno della scuola in questo campo ed evidenzia un’assunzione collegiale di responsabilità. La Commissione Intercultura viene eletta dal Collegio dei Docenti all’inizio dell’anno scolastico. COMPOSIZIONE:

il Dirigente Scolastico

il docente Funzione Strumentale-Interventi e servizi per gli alunni (Orientamento e continuità)

il docente Funzione Strumentale-Interventi e servizi per gli alunni (Inclusione)

un docente della Scuola dell'Infanzia

un docente della Scuola Primaria

un docente della Scuola Secondaria di Primo Grado COMPITI :

esamina la prima documentazione raccolta dalla segreteria all'atto dell'iscrizione; effettua con la famiglia un colloquio nel quale raccoglie informazioni su situazione familiare,

storia personale e scolastica, situazione linguistica dell'alunno; fornisce informazioni alla famiglia sull'organizzazione della scuola; attraverso l’analisi dei dati raccolti, gestisce l’inserimento dell’alunna/dell’alunno

neoarrivata/o elaborando la proposta di assegnazione della classe; fornisce le informazioni raccolte ai docenti che accoglieranno l'alunno in classe; progetta un percorso di accoglienza che, condiviso da tutti i docenti, viene praticato nei

diversi momenti di inserimento; predispone indicazioni utili alla stesura della programmazione mirata sui bisogni

dell’alunno; propone l'attivazione di laboratori linguistici, individuando risorse interne e spazi adeguati e

facilitando, ove necessario, il coordinamento tra docenti dello stesso Consiglio di Classe per la stesura e l'attuazione del PDP;

predispone la fase dell'accoglienza, della conoscenza e del monitoraggio dei prerequisiti linguistico-culturali con relativa predisposizione di prove d'ingresso in area comunicazionale-linguistica e logico-matematica, oltre che, eventualmente, in altre abilità o aspetti relazionali;

fa presente la necessità di una collaborazione continuativa tra scuola e famiglia; cura il monitoraggio dell’applicazione del protocollo d’Accoglienza e dei progetti inerenti

l’accoglienza e l’intercultura; modifica e aggiorna il Protocollo d’Accoglienza;

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si incontra per attività di coordinamento, progettazione e verifica.

TERZA FASE: EDUCATIVO- DIDATTICO CRITERI DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE I dati raccolti nelle fasi precedenti permettono di assumere decisioni in merito alla classe di inserimento e secondo le indicazioni del DRP 31/08/’99 n°394. I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che venga deliberata l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: a) dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica; b) dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno; c) del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza; d) del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno; f) l'iscrizione del minore alla scuola dell'obbligo può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico. CASI PARTICOLARI Inserimento in corso d’anno in classe terminale (V primaria e III SSPG ): 1. valutare tutte le variabili sopra indicate; 2. prolungare il periodo di osservazione; 3. prevedere la possibilità di un’eventuale ripetizione della classe frequentata nel paese d’origine; 4. prevedere un incontro fra docenti dei diversi ordini di scuola per gestire il passaggio nel miglior modo possibile; 5. prevedere un incontro per coinvolgere i genitori nelle scelte che si andranno a fare. L’INSERIMENTO NELLA CLASSE/SEZIONE L’inserimento in classe/sezione di un alunno straniero comporta il coinvolgimento di tutti i docenti di classe, poiché solo una tale sinergia permette un facile inserimento e una piena integrazione. Il CdC valuta un intervento che tenga presenti i bisogni educativi degli alunni. In particolare: 1. se l’alunno risulta neoarrivato, in linea con quanto prescritto dalla CM 8/2013, il CdC allestirà un PDP. Sempre in linea con la normativa, il CdC attuerà il necessario adattamento del programma di studio. Durante le ore in classe, verrà comunque privilegiata l’acquisizione linguistica, competenza trasversale presa in carico dai docenti di tutte le discipline. Sarà particolare cura dei docenti promuovere l’integrazione del nuovo alunno nel gruppo classe e la stretta collaborazione con la famiglia. Si ricorda che nel caso di alunni stranieri, il PDP deve avere carattere temporaneo. 2. Se l’alunno ha svolto un ciclo di studi (o almeno tre anni) in Italia, il CdC attuerà strategie individualizzate, finalizzate in particolare al consolidamento della lingua dello studio, competenza trasversale presa in carico dai docenti di tutte le discipline. Rilevati i bisogni specifici di apprendimento, il CdC progetterà interventi finalizzati al coinvolgimento attivo dell’alunno nel suo processo di apprendimento, al pieno inserimento nel gruppo dei pari, alla rimozione degli ostacoli che si frappongono al pieno raggiungimento del successo scolastico; programmerà eventuali attività di educazione interculturale; manterrà relazioni costanti con la famiglia; valuterà l’eventuale adattamento dei programmi di studio e del linguaggio specialistico delle singole discipline.

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INTEGRAZIONE E ALFABETIZZAZIONE In seguito alla rilevazione del grado di conoscenza della lingua italiana, l’alunno verrà avviato ad un percorso di alfabetizzazione calibrato al suo livello di partenza. Obiettivo prioritario sarà l’acquisizione di una funzionale competenza nella lingua italiana, scritta e orale, sia in forme ricettive che produttive, prima per la comunicazione interpersonale e per l’integrazione scolastica, poi per lo studio delle discipline, da realizzare attraverso laboratori di Italiano L2, articolandoli nei livelli previsti dal Portfolio europeo (allegato 1). A seconda dei bisogni, la scuola attiverà corsi mirati per livello di competenza, in verticale. L’apprendimento e lo sviluppo dell’italiano come seconda lingua, deve essere al centro dell’azione didattica. È necessaria, pertanto, una programmazione incentrata sui bisogni reali e sul monitoraggio dei progressi di apprendimento nella lingua acquisiti via via dall’alunno straniero. Nella fase iniziale ci si può avvalere di strumenti di facilitazione linguistica (cartelloni, alfabetieri, carte geografiche, testi semplificati, strumenti audiovisivi o multimediali, ecc.) promuovendo la capacità dell’alunno di sviluppare la lingua per comunicare. Una volta superata questa fase, va prestata particolare attenzione all’apprendimento della lingua per lo studio che rappresenta il principale ostacolo per l’apprendimento delle varie discipline. SUGGERIMENTI METODOLOGICI Nella prima fase dell’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua deve tendere soprattutto a: 1. fornire al bambino straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere di partecipare ad alcune attività comuni della classe; 2. sviluppare l’italiano utile sia alla scolarizzazione sia alla socializzazione in generale. L'alunno, nella prima fase di accoglienza è inserito nella classe, impara a comunicare con compagni e docenti. Apprende il lessico e i modi per la conversazione: richiamare l’attenzione, chiedere, denominare oggetti, azioni, rispondere a richieste e a comandi, esprimere i propri vissuti. La lingua presentata è legata al contesto, ai campi di attività comunicativa del quotidiano. I tempi proposti tengono conto degli interessi e dei bisogni del bambino straniero perché trovi nella scuola un ambiente nel quale stare bene. Gli argomenti che si presenteranno potranno essere affrontati secondo la seguente impostazione: presentazione del lessico di base relativo al tema proposto (utilizzando anche oggetti, foto, immagini, disegni, CD-rom, situazioni utili alla contestualizzazione);

memorizzazione del lessico e riutilizzo anche in contesti diversi; introduzione del nuovo vocabolario in strutture semplici e via via più complesse; esercizi di riconoscimento, discriminazione; espressione orale e scritta (risposta a semplici domande, produzione di frasi di brevi testi)

con riutilizzo del lessico e delle strutture presentati. I temi iniziali riguarderanno il bambino, la sua storia, le caratteristiche principali dell’identità e del suo ambiente di vita quotidiana. VALUTAZIONE Il necessario adattamento dei programmi di studio rende necessario un parallelo adattamento dei parametri di valutazione. Nelle Linee Guida del MIUR si afferma che “si privilegia la valutazione formativa, considerando il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione, le relazioni, l’impegno e la previsione di sviluppo”. In questa ottica i docenti terranno conto che è possibile:

prevedere tempi più lunghi per il raggiungimento degli obiettivi; valutare il progresso rispetto al livello di partenza;

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valorizzare il raggiungimento degli obiettivi non cognitivi; considerare che l’alunno straniero è sottoposto a una doppia valutazione: quella relativa al

suo percorso di Italiano seconda lingua, quella relativa alle diverse aree disciplinari e ai contenuti del curricolo comune;

tener presente il processo di apprendimento avviato e le dinamiche socio-relazionali osservate.

Nel caso di alunni per i quali si sia predisposto un PDP, i parametri di valutazione verranno stabiliti in base al piano personalizzato. Nel passaggio da un grado all’altro dell’istruzione, i docenti provvedono a trasmettere le informazioni necessarie a progettare ulteriori interventi di integrazione o di facilitazione linguistica. In riferimento alla definizione dei criteri delle prove dell’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione e per la conduzione del colloquio finale, relativamente agli alunni stranieri destinatari di percorsi di apprendimenti individualizzati, il Collegio dei Docenti propone di:

indicare criteri di valutazione delle prove coerenti con gli obiettivi minimi fissati nelle programmazioni individuali;

somministrare prove “a contenuto ampio” in modo che ogni alunno possa trovare la modalità di elaborazione più adeguata alle sue competenze;

condurre il colloquio d’esame tenendo conto del percorso svolto dall’alunno e accertando soprattutto “i livelli di apprendimento conseguito tenendo conto anche delle potenzialità formative e della complessiva maturazione raggiunta” (C.M.28/2007).

QUARTA FASE: SOCIALE

La scuola si attiva per promuovere la comunicazione e la collaborazione con altre scuole (in particolare con le scuole della Rete di Ambito) e si avvale delle risorse del territorio, mantenendo i contatti con le istituzioni ed enti che operano nell’ambito dell’accoglienza degli alunni stranieri. Si promuovono, inoltre, i rapporti con le associazioni che possano offrire sostegno agli alunni e alle loro famiglie. LA DOCENTE FUNZIONE STRUMENTALE PER L'INCLUSIONE ISABELLA CERES

IL DIRIGENTE SCOLASTICO PROF. SSA GABRIELLA LIBERTI

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ISTITUTO COMPRENSIVO “J. SANNAZARO”

VIA F. CAVALLOTTI, 15 TEL. 0828/793037 - FAX 0828/793256 84020 – OLIVETO CITRA (SA) – cf. 82005110653 – C.M. SAIC81300D

e-mail: [email protected] SITO INTERNET: WWW.OLIVETOCITRAIC.GOV.IT

PEC: [email protected]

SISTEMA GESTIONE QUALITÀ UNI – EN – ISO 9004 – 2000

codice univoco fatturazione elettronica UFJ9L5

Istituto Comprensivo “Jacopo Sannazzaro”

Oliveto Citra

Alunno/a: __________________________

Classe: ______________

La compilazione del PDP è effettuata dopo un periodo di osservazione dell’allievo, entro il primo

trimestre. Il PDP viene deliberato dal Consiglio di classe/Team, firmato dal Dirigente Scolastico,

dai docenti e dalla famiglia

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

Per alunni stranieri con altri Bisogni Educativi Speciali (BES-Dir. Min.

27/12/2012; C.M. n. 8 del 6/03/2013)

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SEZIONE A

Dati Anagrafici e Informazioni Essenziali di Presentazione dell’Allievo

Cognome e nome allievo/a:__________________________________Sesso_____

Luogo di nascita: __________________________Data ___/ ____/ _______

Anno di arrivo in Italia

……………………………………………………………………………………………………..

Primo anno di scolarizzazione in Italia:

……………………………………………………………………………………………………

Lingua d'origine:

………………………………….................................……………………………………………..

Eventuale bilinguismo:

…………………………................................………………………………..................................

Iter scolastico:

n° anni di scuola all’estero: ……………………………………………………………………..

n° anni di scuola in Italia: ………………………………………………………...........................

INFORMAZIONI GENERALI FORNITE DALLA FAMIGLIA / ENTI

AFFIDATARI

(ad esempio percorso scolastico pregresso, ripetenze …)

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

--------------------

Titoli di studio conseguiti:

……………………………………………………..........................................................................

ha frequentato le scuole in Italia

ha usufruito del sostegno linguistico/mediazione

Lingua straniera studiata oltre l’italiano:

……………………………………………......................................................................................

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Eventuali difficoltà nel processo di

integrazione:……………………………………..............................................................................

Composizione del nucleo familiare:.................................................................................................

Profilo dell'alunno: (Aspetti relazionali, interessi,

attitudini…)........................................................................................................................................

..........................................................................................................................................................

SEZIONE B

Descrizione delle abilità e dei comportamenti

LIVELLO DI CONOSCENZA LINGUISTICA DELLA LINGUA ITALIANA DELLO

STUDENTE:

(consultare l'allegato 1)

LIVELLO BASE

LIVELLO AUTONOMO

LIVELLO PADRONANZA

(Il livello PADRONANZA consente allo studente di seguire adeguatamente l’attività didattica.)

ALTRE CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO

OSSERVAZIONI IN CLASSE si no

Competenze linguistiche:

Comprensione orale

• Non comprende

• Conosce il significato di alcuni vocaboli

• Comprende semplici frasi riferite a esperienze quotidiane

• Comprende frasi più complesse

Produzione orale

• Non comunica

• Utilizza parole-frase

• Produce frasi minime

• Produce frasi più articolate

Comprensione del testo scritto

(da compilarsi nel momento in cui l’alunno conosce i grafemi)

• Legge ma non comprende

• Decodifica e comprende alcuni vocaboli

• Comprende semplici frasi

• Comprende frasi più articolate

Produzione del testo scritto

(da compilarsi nel momento in cui l’alunno conosce i grafemi)

• Copia ma non sa produrre

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• Si esprime attraverso parole-frase

• Produce frasi minime

• Produce frasi più articolate

SEZIONE C

Osservazione di Ulteriori Aspetti Significativi

MOTIVAZIONE

Partecipazione al dialogo educativo Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Consapevolezza delle proprie

difficoltà Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Consapevolezza dei propri punti di

forza Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Autostima Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI RISCONTRABILI A SCUOLA

Regolarità frequenza scolastica Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Accettazione e rispetto delle regole Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Rispetto degli impegni Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Accettazione consapevole degli

strumenti compensativi e delle

misure dispensative

Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

Autonomia nel lavoro Molto adeguata adeguata Poco adeguata Non adeguata

STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

Sottolinea, identifica parole chiave Efficace Da potenziare

Costruisce schemi, mappe o diagrammi Efficace Da potenziare

Utilizza strumenti informatici (computer,

traduttori,...) Efficace Da potenziare

Usa strategie di memorizzazione (immagini,

colori …) Efficace Da potenziare

Il team dei docenti/ Consiglio di Classe, tenuto conto delle difficoltà rilevate, propone un intervento

personalizzato nelle modalità e nei tempi, allo scopo di permettere all’alunno/a di raggiungere gli

obiettivi prefissati nelle singole discipline.

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OBIETTIVI TRASVERSALI

o Comunicazione nella madrelingua

o Comunicazione nelle lingue straniere

o Competenza matematica e competenza di base in scienza e tecnologia

o Competenze sociali e civiche

o Consapevolezza ed espressione culturale

OBIETTIVI DISCIPLINARI:

Gli obiettivi vengono individuati in base al livello di conoscenza della Lingua italiana dimostrata

dall'alunno.

MATERIE ED OBIETTIVI DISCIPLINARI (A BREVE E MEDIO TERMINE)

ITALIANO- INGLESE -FRANCESE-ARTE E IMMAGINE-MUSICA-EDUCAZIONE FISICA

STORIA-GEOGRAFIA

MATEMATICA-SCIENZE -TECNOLOGIA

SEZIONE D

INTERVENTI EDUCATIVI E DIDATTICI

METODI E MEZZI (Proposte metodologiche):

Segnalare le scelte che si intendono attuare:

Uso di testi semplificati

Spiegazioni individuali e individualizzate

Individuazione di parole-chiave.

Verifiche frequenti su segmenti brevi del programma.

Ricorso a forme di recupero in ambito curricolare con gruppi misti.

Uso di prove oggettive: (vero-falso; scelte multiple; completamento)

Corso di Italiano L2

STRUMENTI COMPENSATIVI SI NO

Tabella dei mesi, tabella dell'alfabeto e dei vari caratteri

Tavola pitagorica

Tabella delle misure, tabelle delle formule

calcolatrice

registratore

cartine geografiche e storiche

Tabelle per ricordare (tabelle della memoria)

Mappe concettuali di ogni tipo

computers con programmi di videoscrittura con correttore

ortografico e/o sintesi vocale

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dizionari di lingua straniera digitali da usare con il PC

software per fare tabelle, traduttori

valutazione formativa che non tenga conto

dell'errore ortografico, ma del contenuto

organizzazione di interrogazioni programmate

assegnazione di compiti a casa in misura ridotta

possibilità d'uso di testi ridotti non per contenuto,

ma per quantità di pagine

verifiche più brevi, con il medesimo livello di difficoltà e

tempi più lunghi per le prove.

MISURE DISPENSATIVE

lettura a voce alta

scrittura veloce sotto dettatura

scrittura di appunti durante le lezioni

lettura di consegne

uso del vocabolario

studio mnemonico delle tabelline e delle coniugazioni verbali

dispensa dallo studio delle lingue straniere in forma scritta a

causa delle difficoltà rappresentate dalla

differenza tra scrittura e pronuncia

VERIFICHE Attenzione ai contenuti piuttosto che alla forma

o Interrogazioni programmate

o personalizzazione delle prove (parzialmente o completamente differenziate)

o gli strumenti necessari usati abitualmente dall’alunno/dall’allievo (ingrandimenti di consegne,

computer e altro)

o riduzione di richieste e/o tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti scritti

o prove orali in compensazione di prove scritte

altro: …………………………………………………………………………………………………...

Tipologie di verifiche quali:

o prove oggettive (vero-falso; scelta multipla);

o completamento di frasi con parole indicate a fondo testo;

o associazione immagine/parola, testo-immagine, per individuazione/corrispondenza;

o semplici domande con risposte aperte;

o compilazione di griglie, schemi, tabelle;

o uso di immagini per facilitare la comprensione;

o altro _________________________________________

CRITERI DI VALUTAZIONE La valutazione per ogni singola disciplina e quella finale di ammissione alla classe successiva sarà

coerente con quanto delineato nel PDP e terrà conto:

DEL PDP E DEGLI OBIETTIVI DISCIPLINARI INDICATI E RAGGIUNTI

DELLE ATTIVITÀ INTEGRATIVE SEGUITE DALL’ALUNNO

DELLA MOTIVAZIONE

DELL' IMPEGNO

DEI PROGRESSI IN ITALIANO L2

DEI PROGRESSI NELLE DISCIPLINE

DELLE POTENZIALITA’ DELL’ALUNNO

DELLE COMPETENZE ACQUISITE

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DELLA PREVISIONE DI SVILUPPO LINGUISTICO

MATERIALE

UTILIZZATO:......................................................................................................................................

............................................................................................................................................................

STRUTTURE E

SPAZI:....................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................

RISORSE UMANE COINVOLTE:

…............................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................

MONTE ORE ITALIANO L2

ASSEGNATO:(individuale/collettivo)..................................................................................................

................................................................................................................................................................

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Le parti coinvolte si impegnano a rispettare quanto condiviso e concordato, nel presente PDP, per il

successo formativo dell'alunno. Si ricorda che il PDP è uno strumento di lavoro dinamico da aggiornarsi in itinere, da parte di tutti gli attori.

FIRMA DEI DOCENTI

COGNOME E NOME DISCIPLINA FIRMA

Coordinatore di classe/Team

FIRMA DEI GENITORI

___________________________ ___________________________

__________________, lì ___________

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

________________________________

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allegato Portfolio europeo

Livello Base A1 Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su particolari personali come dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede. Interagisce in modo semplice purché l’altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.

A2 Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente relative ad ambiti di immediata rilevanza (Es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l’occupazione). Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background, dell’ambiente circostante sa esprimere bisogni immediati.

Livello Autonomo B1 Comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero ecc. Sa muoversi con disinvoltura in situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel paese in cui si parla la lingua. E’ in grado di produrre un testo semplice relativo ad argomenti che siano familiari o di interesse personale. E’ in grado di descrivere esperienze ed avvenimenti, sogni, speranze e ambizioni e spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.

B2 Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche nel suo campo di specializzazione. E’ in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un’interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.

Livello Padronanza C1 Comprende un’ampia gamma di testi complessi e lunghi e ne sa riconoscere il significato implicito. Si esprime con scioltezza e naturalezza. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali e accademici. Riesce a produrre testi chiari, ben costruiti, dettagliati su argomenti complessi, mostrando un sicuro controllo della struttura testuale, dei connettori e degli elementi di coesione.

C2 Comprende con facilità praticamente tutto ciò che sente e legge. Sa riassumere informazioni provenienti da diverse fonti sia parlate che scritte, ristrutturando gli argomenti in una presentazione coerente. Sa esprimersi spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso, individuando le più sottili sfumature di significato in situazioni complesse.

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ISTITUTO COMPRENSIVO “J. SANNAZARO”

VIA F. CAVALLOTTI, 15 TEL. 0828/793037 - FAX 0828/793256 84020 – OLIVETO CITRA (SA) – cf. 82005110653 – C.M. SAIC81300D

e-mail: [email protected] SITO INTERNET: WWW.OLIVETOCITRAIC.GOV.IT

PEC: [email protected]

SISTEMA GESTIONE QUALITÀ UNI – EN – ISO 9004 – 2000

codice univoco fatturazione elettronica UFJ9L5

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L'INSERIMENTO

DEGLI ALUNNI ADOTTATI

PER FAR CRESCERE UN BAMBINO CI VUOLE UN INTERO VILLAGGIO.

(proverbio africano)

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INDICE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L'INSERIMENTO DEGLI ALUNNI ADOTTATI

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

PREMESSA

CONTENUTI

ASPETTO AMMINISTRATIVO–BUROCRATICO

ASPETTO COMUNICATIVO– RELAZIONALE

ASPETTO EDUCATIVO-DIDATTICO

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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L'INSERIMENTO

DEGLI ALUNNI ADOTTATI

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione

internazionale, Aja, 29/05/1993; Direttiva Ministeriale sui BES del 27/12/2012 "Strumenti d'intervento per alunni con Bisogni

Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica"; Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 – “Strumenti di intervento per gli alunni con

bisogni educativi speciali (BES)”; Protocollo d’Intesa MIUR-CARE del 26/03/2013 “Agevolare l’inserimento, l’integrazione e il

benessere scolastico degli studenti adottati”; Nota prot. 547 del 01/02/2014 "Deroga all'obbligo scolastico alunni adottati. Chiarimenti"; Nota prot. 7443 del 14/12/2014 "Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli

alunni adottati”; Legge 13 Luglio 2015, n. 107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e

delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”; Circolare Ministeriale n. 10 del 15/11/2016, “Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di

ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2017/2018”.

PREMESSA

Il Protocollo di accoglienza per gli alunni adottati nell'Istituto Comprensivo Sannazaro esplicita i principi, i criteri, le azioni e gli adempimenti per strutturare una metodologia di accoglienza scolastica in grado di garantire il benessere di questi alunni sin dalle prime fasi di ingresso in classe. Un buon avvio scolastico è la migliore premessa per una positiva esperienza scolastica negli anni a venire. Il protocollo è uno strumento utile non solo per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, ma suggerisce buone prassi didattiche e relazionali per un buon inserimento di un minore adottato, in particolare internazionalmente, a beneficio dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie. Essendo uno strumento di lavoro si presta a essere integrato, rivisto e aggiornato in base alle esperienze concrete che si presenteranno nell'Istituto scolastico. Nel protocollo si sottolinea più volte la collaborazione tra famiglia e istituzione scolastica in quanto le famiglie sono in grado di dare voce alle “storie differenti” dei propri figli. La normativa di riferimento, che fa da sfondo a questo protocollo sono le Linee d’indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (MIUR, Dicembre 2014).

FINALITA' Il Protocollo di accoglienza si propone di:

stabilire modalità d’ingresso e di accoglienza a scuola rispettose delle necessità dell’alunno adottato sia nazionalmente che internazionalmente;

promuovere il benessere psicologico e scolastico degli alunni adottati; fissare pratiche condivise per promuovere il percorso di crescita del bambino adottato e

valorizzarne la specificità; stabilire relazioni positive e collaborative tra scuola e famiglia; potenziare e valorizzare le competenze delle figure scolastiche; favorire il lavoro di rete tra famiglia, scuola, servizi pubblici e privati ed Enti Autorizzati.

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ASPETTO AMMINISTRATIVO–BUROCRATICO

L'ISCRIZIONE In questa fase avviene la formalizzazione del rapporto dell’alunno e della sua famiglia con l’istituzione scolastica. Questa fase viene eseguita da un incaricato della segreteria. Compiti della segreteria:

iscrivere l’alunno consegnando e richiedendo la compilazione della modulistica per l’iscrizione;

acquisire l’opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica; informare la famiglia sull’organizzazione e il funzionamento della scuola; chiedere il certificato di vaccinazione, se in possesso, o l’autocertificazione. In ogni caso, la

mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola, né la regolare frequenza; chiedere la documentazione accertante gli studi compiuti nel Paese di origine; avvisare il Dirigente Scolastico e l’insegnante referente per l'adozione; in accordo con l’insegnante referente e/o la Commissione Accoglienza, stabilire una data

per un colloquio con la famiglia e l’alunno.

Dall’anno scolastico 2013/2014 le procedure da seguire per l’iscrizione alle prime classi, fatta eccezione la scuola dell’infanzia, avviene esclusivamente on line. La famiglia che adotta internazionalmente può, però, trovarsi ad effettuare l’iscrizione anche se non ha ancora completato l’iter che porta alla formalizzazione dell’adozione e perciò potrebbe non essere in possesso di tutta la documentazione necessaria. L’iscrizione on line è comunque consentita anche in mancanza del codice fiscale. I genitori adottivi – sia nei casi di adozione nazionale che internazionale - possono iscrivere i figli a scuola in qualsiasi momento dell’anno presentando la domanda di iscrizione direttamente alla scuola. Per le adozioni nazionali e in situazioni di affido (il cosiddetto affidamento a rischio giuridico in cui il minore mantiene i dati anagrafici originari, ma risulta allo stesso tempo presso il domicilio degli adottanti), il tribunale dei minori può vietare espressamente di diffondere i dati del bambino, al fine di garantirne la tutela. In tali situazioni l’iscrizione viene fatta direttamente in segreteria senza il passaggio in piattaforma online, ponendo particolare cura alla gestione dei dati sensibili, che verranno trattati con riservatezza e cura senza esporre il minore e la famiglia cui è stato assegnato a rischio di tracciabilità.

LA DOCUMENTAZIONE E GESTIONE DEI DATI SENSIBILI

Documentazione mancante o incompleta: in caso di criticità legate alla mancanza di definizione nell’immediato della documentazione in possesso delle famiglie che adottano all’estero, o alla riservatezza delle informazioni relative alle adozioni nazionali e all’affido preadottivo, la scuola accetta la documentazione in possesso della famiglia anche se ancora in corso di definizione.

Nel caso di affido a fini adottivi, per evitare rischi di tracciabilità del minore, tutti i dati sensibili devono essere gestiti con riservatezza e la segreteria avrà cura di trascrivere i nomi dei bambini e delle bambine nei registri di classe direttamente con i cognomi degli adottanti, facendo attenzione a che non compaia il cognome di origine in nessun contesto. Tale cura va messa in atto anche nei casi di trasferimento ad altra scuola.

Scheda di valutazione: quando si tratta di minori a rischio giuridico di adozione o in fase di affido preadottivo, deve essere consegnata una scheda di valutazione in cui il minore possiede il cognome degli adottanti. Il Dirigente provvede quindi a sottoscrivere una dichiarazione in cui dà atto che l’identità del minore – cui è stata rilasciata la scheda di valutazione – corrisponde a quella effettiva.

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Certificato di vaccinazione: la mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola, né la regolare frequenza.

LA CLASSE DI INSERIMENTO La scelta della classe è una questione non semplice e la soluzione più idonea va ricercata caso per caso, in accordo con la famiglia e tenendo in considerazione elementi informativi di varia natura. L’autonomia scolastica consente la costruzione di soluzioni efficaci e appropriate. L’assegnazione alla classe avviene in applicazione alla normativa vigente. In questa fase il Dirigente Scolastico decide la classe d’inserimento del neo-arrivato, sentiti i genitori, l’insegnante referente per l'adozione e/o la Commissione di Accoglienza, tenendo presenti:le informazioni raccolte nella fase di dialogo scuola-famiglia;le aspettative familiari emerse nel corso del colloquio;le relazioni e le valutazioni dei servizi che accompagnano la fase post-adottiva;i pareri dei professionisti che seguono il minore;il corso di studi eventualmente seguito nel Paese di provenienza;il titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno;il parere della commissione di accoglienza/docenti somministratori e dei risultati dei test di ingresso circa le competenze, le abilità e il livello di conoscenza della lingua italiana dell’alunno.

Nel caso in cui risulti opportuno, in casi circostanziati – data la documentazione acquisita – il Dirigente Scolastico prevede la permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni. Qualora lo si ritenesse necessario, inoltre, è possibile inserire il minore in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all’età anagrafica.

I TEMPI DI INSERIMENTO È necessario che l’inserimento a scuola avvenga in tempi appropriati, dopo un cospicuo periodo di permanenza del bambino all’interno del nucleo familiare per consentire l’instaurarsi e rafforzarsi dei legami affettivi e l’adattamento ai ritmi della nuova vita insieme. A tal fine, il nostro Istituto mette in atto le buone prassi di seguito elencate:le tempistiche effettive di inserimento vengono decise dal Dirigente Scolastico, in accordo con il team dei docenti, l’insegnante referente, la famiglia, gli Enti e i servizi pubblici e/o privati che sostengono la stessa nel percorso adottivo;se necessario, si procederà con gradualità e progressività nell’inserimento consentendo la flessibilità nell’orario scolastico;per le adozioni nazionali e internazionali di bambini tra i cinque e i sei anni di età che presentano fattori di vulnerabilità, solo in casi circostanziati da documentazione che ne attesti la necessità, è accordata la possibilità di deroga dall’iscrizione alla prima classe della primaria al compimento dei sei anni e la possibilità di rimanere un ulteriore anno nella scuola dell’infanzia;per le adozioni internazionali, può essere effettuato l’inserimento a scuola non prima delle 12 settimane dall’arrivo in Italia sia per i bambini iscritti all’infanzia che alla primaria e non prima delle quattro/sei settimane per i minori adottati iscritti alla scuola secondaria e appena giunti nel nostro

Paese. Eventuali eccezioni (riguardanti un inserimento in tempi più brevi) potranno essere prese in considerazione su richiesta delle famiglie.

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ASPETTO COMUNICATIVO – RELAZIONALE

Il Dirigente Scolastico Il momento dell’accoglienza svolge un’azione preventiva rispetto a un eventuale disagio nelle fasi successive del percorso scolastico. Per questo motivo è fondamentale curare la relazione e il dialogo tra scuola, alunno e genitori adottivi, creare un clima collaborativo e di reciproco rispetto, favorire il lavoro in rete tra famiglia, istituzione scolastica, servizi pubblici e/o privati coinvolti, associazioni ed Enti Autorizzati. Per agevolare il percorso formativo degli alunni adottati e l’accoglienza delle loro famiglie, il Dirigente Scolastico:si avvale della collaborazione di un insegnante referente per l'adozione con compiti di informazione, consulenza e coordinamento;garantisce che nel Piano dell'Offerta Formativa della scuola siano indicate le modalità di accoglienza e le attenzioni specifiche per gli alunni adottati;decide la classe di inserimento dei neo-arrivati, sentiti i genitori e il referente, e presa visione della documentazione fornita dalla famiglia e dai servizi pubblici e/o privati che la accompagnano; acquisisce le delibere dei Collegi dei Docenti, nel caso in cui risulti opportuno - data la documentazione acquisita - prevedere la permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni; garantisce percorsi didattici personalizzati finalizzati al raggiungimento di una adeguata competenza linguistica per consentire l’uso della lingua italiana nello studio delle varie discipline; promuove e valorizza i progetti finalizzati al benessere scolastico e all'inclusione; attiva il monitoraggio delle azioni messe in atto per favorire la diffusione di buone pratiche; garantisce il raccordo tra tutti i soggetti coinvolti nel percorso post-adottivo (scuola, famiglia, servizi pubblici e/o privati del territorio); promuove attività di formazione e aggiornamento, anche in rete. L’insegnante referente per l'adozione In accordo con il Dirigente Scolastico, l’insegnante referente si propone come ponte tra la famiglia e gli insegnanti di classe occupandosi del primo inserimento, promuovendo i contatti con i genitori e supportando i docenti nella gestione della didattica. L'insegnante referente nella fase di prima accoglienza:esamina la documentazione raccolta dalla Segreteria all’atto dell’iscrizione;prevede un incontro con i genitori per raccogliere le informazioni utili per progettare l’inserimento;partecipa e collabora con la Commissione di accoglienza alunni stranieri;porta a conoscenza della famiglia i progetti inseriti nel PTOF;espone le eventuali esperienze e conoscenze pregresse nel campo dell’adozione;illustra le risorse e gli strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi adottati;raccoglie le informazioni utili ai fini del buon inserimento del bambino e del ragazzo, avvalendosi della scheda di raccolta informazioni a integrazione dei moduli d’iscrizione per la scuola primaria (consultare Allegato 1 delle Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati-2014).comunica al Dirigente Scolastico le informazioni raccolte utili all’assegnazione della classe in cui inserire l’alunno adottato. Altri compiti dell’insegnante referente:

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promuovere l’attuazione di attività di recupero e potenziamento linguistico;informare gli insegnanti (compresi i supplenti) della eventuale presenza di alunni adottati nelle classi;mettere a disposizione degli insegnanti la normativa esistente e materiali di approfondimento;supportare i docenti nella realizzazione di eventuali percorsi didattici personalizzati;collaborare a curare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuola;proporre l’acquisto di materiale didattico e informativo specifico consultabile dai docenti per l’aggiornamento e l’implementazione della biblioteca d’Istituto;stabilire contatti con Enti Locali, servizi, associazioni, altre Istituzioni Scolastiche per progetti e corsi di aggiornamento e formazione;promuovere e pubblicizzare iniziative di formazione;garantire l’applicazione della normativa vigente e delle linee guida. La Commissione di Accoglienza La scuola organizza una Commissione Accoglienza (che potrebbe coincidere con la Commissione Intercultura) che si riunisce nei casi di inserimento di alunni neoarrivati, per progettare azioni di accoglienza. La commissione intercultura dell'Istituto è composta dal Dirigente scolastico, dal docente Funzione Strumentale-Interventi e servizi per gli alunni (Orientamento e continuità), dal docente Funzione Strumentale-Interventi e servizi per gli alunni (Inclusione), da un docente della Scuola dell'Infanzia, da un docente della Scuola Primaria, da un docente della Scuola Secondaria di Primo Grado. La commissione esprime indicazioni che hanno carattere consultivo, gestionale e progettuale ed effettua un colloquio con i genitori e con l'alunno. Il colloquio con i genitori Lo scopo di questo primo incontro è quello di raccogliere informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno, sulla sua situazione familiare pregressa e della famiglia adottiva, i suoi bisogni educativi, gli interessi e altre notizie ed elementi utili alla conoscenza. Obiettivi:dare informazioni sul funzionamento della scuola;dare informazioni sulle richieste della scuola;raccogliere informazioni sull’alunno adottato. Cosa consegnare:calendario scolastico;modulistica utile per le comunicazioni con la scuola. Cosa chiedere:informazioni di tipo anagrafico, tipo di adozione, scolarizzazione pregressa, riferimenti dei servizi o Enti Autorizzati che seguono il nucleo familiare, ecc., cui è dovuto il trattamento riservato ai dati sensibili, (consultare Allegato 1 delle Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati-2014). Si propone ai genitori una visita preliminare del bambino a scuola per prendere confidenza col nuovo contesto e si stabilisce un colloquio con l’alunno per rilevare le abilità e competenze, il livello di conoscenza della lingua italiana, il livello di scolarizzazione (anche per mezzo di test di ingresso).

Le informazioni utili da raccogliere, da trattare come dati sensibili, riguardano nome e cognome, tipo di adozione, provenienza ed età di inizio della scolarizzazione nel paese d’origine, informazioni sulla precedente scolarizzazione ed eventuale documentazione pregressa, eventuale

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valutazione degli operatori dei servizi e/o degli Enti Autorizzati sulla situazione emotiva e affettiva del bambino. È auspicabile dare rilevanza all’esperienza dei genitori rispetto al primo inserimento in famiglia, al tempo di ambientamento del bambino nella nuova famiglia, alla potenziale situazione di età presunta.

Incontro scuola-famiglia successivo al primo inserimento Nella fase successiva al primo inserimento è possibile stabilire un secondo incontro con la famiglia per fare il punto della situazione e permettere ai docenti di raccogliere ulteriori elementi informativi (consultare Allegato 2 delle Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati -2014) e verificare se ci sia la necessità di elaborare un Piano Didattico Personalizzato. Il Piano Didattico Personalizzato Dopo un periodo di osservazione in classe e in base agli elementi informativi raccolti in collaborazione con la famiglia, il Consiglio di classe predispone se necessario un Piano Didattico Personalizzato (Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012; Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013). Nei casi di alunni adottati la realizzazione di un PDP, qualora ve ne sia la necessità, è possibile in ogni momento dell’anno.Qualora tra l’arrivo a scuola del minore e la chiusura dell’anno scolastico non vi sia sufficiente tempo per l’osservazione e la stesura del documento, la scuola attuerà comunque delle misure didattiche di accompagnamento da formalizzare nel PDP nell’anno scolastico successivo. Il PDP degli alunni adottati rappresenta un percorso personalizzato che tiene conto della loro specificità e della speciale richiesta di attenzione per mettere in campo tutte le strategie educative e didattiche opportune. In ogni caso, ciò non comporta l’adozione di misure dispensative o di strumenti compensativi (tranne nel caso in cui siano diagnosticati anche disturbi specifici dell’apprendimento o altre diagnosi). Continuità L’essere adottati è una condizione che dura tutta la vita e in alcuni momenti del percorso scolastico possono emergere problemi e insicurezze che vanno letti alla luce dell’adozione. Il passaggio tra ordini e gradi di scuola è di per sé un momento di discontinuità che può essere particolarmente destabilizzante per gli alunni adottati, per una sensibile reattività ai cambiamenti, bassa autostima, timore di non essere accettati, o per la maggiore complessità delle richieste scolastiche, che possono aggiungersi a una incompleta padronanza delle abilità linguistiche necessarie all’apprendimento superiore e ai vissuti emotivi che caratterizzano la preadolescenza e l’adolescenza. Le buone prassi messe in pratica in questo Istituto facilitano il progredire del percorso scolastico degli alunni adottati e consistono in:uno scambio di informazioni, concordato con la famiglia, tra docenti di ordini di scuola diversi negli incontri di continuità;la possibilità di familiarizzare con l’ambiente tramite visite alla scuola e incontri con gli insegnanti prima dell’inizio della frequenza;la cura dei rapporti scuola-famiglia per mezzo di incontri iniziali e in itinere atti a monitorare il percorso formativo dell’alunno e a favorire la comunicazione;l’attivazione tempestiva di interventi ad hoc in caso di difficoltà di apprendimento (potenziamento linguistico, acquisizione del metodo di studio, percorsi individualizzati secondo la normativa).

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ASPETTO EDUCATIVO - DIDATTICO

In presenza di alunni adottati in classe, i docenti attuano prassi mirate a valorizzarne la specificità e a sostenere l’inclusione. I docenti:incontrano i genitori del bambino e concordano, in accordo con la famiglia, strategie educative;curano l’aspetto affettivo-emotivo per arginare eventuali stati d’ansia e d’insicurezza che possono comparire proprio nella fase dell'accoglienza; costruiscono opportunità volte all’alfabetizzazione emotiva nella comunicazione per attivare solo dopo l’approccio alla lingua specifica dello studio;utilizzano un approccio iconico (intelligenza visiva) ed orale (intelligenza uditiva) per incentivare e mediare le caratteristiche affettive d’ingresso all’apprendimento;curano l'organizzazione degli spazi, dei tempi, delle strategie di collaborazione tra gli alunni;mantengono in classe un atteggiamento equilibrato senza sovraesporre l’alunno adottato, ma garantendo al contempo la valorizzazione della sua specificità;pongono attenzione ai modelli di famiglia presenti nei libri di testo che parlano di famiglia, proponendo un concetto basato su legami affettivi e relazionali;in accordo con i genitori, trattano temi “sensibili” adattandoli alla specificità degli alunni presenti in classe;se necessario, predispongono il Piano Didattico Personalizzato;tengono contatti con la famiglia ed eventualmente con i servizi e gli Enti che accompagnano il percorso post-adottivo;in caso di adozioni internazionali, individuano percorsi di potenziamento linguistico;insieme all’insegnante referente prevedono, se necessario, l’affiancamento all’alunno adottato di un compagno tutor e/o di un “facilitatore linguistico” (un insegnante, anche di altra sezione, possibilmente con esperienza e/o formazione pregressa dell’insegnamento dell’Italiano come L2), che curi in un primo momento l’alfabetizzazione comunicativa e poi l’approccio alla lingua specifica dello studio. Suggerimenti operativi e metodologici Nelle prime fasi può essere utile:essere fisicamente vicini all’alunno e mantenere ritualità rassicuranti (stesso posto in classe e vicino all’insegnante);preparare nella classe un cartellone/libretto di BENVENUTO con saluti (anche nella sua lingua d’origine, se adottato internazionalmente);preparare un cartellone di classe su cui incollare insieme ai compagni la sua foto;favorire l’apprendimento cooperativo e il tutoring;attuare la didattica a classi aperte;sostenere e gratificare l’alunno in occasione dei successi scolastici. Temi sensibili Approccio alla storia personale:dare voce e significato alla storia del bambino affrontando con attenzione e sensibilità il tema della storia personale;considerare la specificità della condizione del bambino adottato (mancanza di dati sulla sua storia pregressa, presenza di un passato doloroso, ecc.);evitare proposte che differenziano gli alunni (per la classe uno strumento e per gli alunni adottati un altro) e programmare attività che vadano bene per tutta la classe;

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cercare auspicabilmente un dialogo con la famiglia prima di affrontare l’argomento della storia personale. Famiglie di oggi:promuovere un’educazione ai rapporti familiari fondata sulla dimensione affettiva e progettuale;creare le occasioni in classe per parlare della famiglia complessa di oggi e della sua funzione affettiva;leggere testi o proiettare film che propongono diverse declinazioni della genitorialità. Progetti di intercultura:in progetti interculturali non porre l’alunno adottato al centro dell’attenzione;creare le condizioni facilitanti affinché l’alunno adottato si senta libero di esporsi in prima persona se e quando lo desidera;sfruttare ogni occasione per presentare le differenze culturali e le pluralità di appartenenze come un valore;non assimilare gli alunni adottati internazionalmente agli alunni stranieri immigrati;procedere con cautela nel proporre interventi riferiti al Paese d’origine del bambino, perché potrebbe risvegliare ricordi poco piacevoli;consultare preventivamente i genitori in attività di intercultura. Libri di testo:in occasione delle adozioni dei libri di testo prestare attenzione ai contenuti trattati (storia personale, modello di famiglia proposto, adozione, ecc.);scegliere testi attenti alla molteplicità delle situazioni familiari (compresa la famiglia adottiva) e culturali ormai presenti nelle classi;preferire volumi che rispecchiano il maggior numero di diversità. Fattori che possono influenzare l’andamento scolasticoFattori preadozione: danni biologici pre e post natali, abbandono, solitudine, separazione, carenza affettiva, istituzionalizzazione, maltrattamento, incuria, deprivazione, o altri dolorosi eventi che rendono difficile il percorso di interazione;fattori postadozione: rottura dei legami affettivi sostitutivi, cambiamenti linguistici, climatici, alimentari, ecc.; differenze culturali, differenza etnica e somatica, diversità della lingua;disturbi nella sfera psico-emotiva e cognitiva, dell’attaccamento, o altre difficoltà di apprendimento: Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), deficit nella concentrazione, nell’attenzione, nella memorizzazione, nella produzione verbale e scritta, in alcune funzioni logiche, nel controllo e nell’espressione delle emozioni, nel comportamento, ecc.;altri fattori: scolarizzazione pregressa, età reale o presunta al momento dell’adozione, tempo trascorso tra l’adozione e l’inserimento a scuola, classe d’inserimento. LA DOCENTE FUNZIONE STRUMENTALE PER L'INCLUSIONE ISABELLA CERES

IL DIRIGENTE SCOLASTICO PROF.SSA GABRIELLA LIBERTI