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Principi di economia 4/ed Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine Copyright © 2013 McGraw-Hill Education (Italy) srl 1 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI CONTENUTI NEI CAPITOLI MICROECONOMIA Capitolo 1 1.1 Il beneficio di comperare il gioco in centro ammonta nuovamente a 10 euro, ma il costo ora e pari a 12 euro, pertanto il surplus economico che otterreste in questo caso sarebbe 10 – 12 = –2 euro. Essendo il surplus economico negativo, vi conviene fare l’acquisto al punto vendita vicino casa. 1.2 In questo caso, utilizzare il biglietto per il viaggio a Parigi non ha costi di opportunità. Per questa ragione, utilizzandolo e compiendo il viaggio si otterrebbe un surplus complessivo pari a 350 euro. 1.3 Se il beneficio marginale ammonta a 3,5 miliardi di euro, i primi 4 lanci soddisfano il principio costi-benefici, il quinto no. Pertanto, in questo caso, all’ESA conviene lanciare quattro satelliti spaziali. 1.4 La spiegazione dipende dal fatto o dal comportamento scelto. Appendice A1 A.1.1 Per calcolare a quanto ammontera la bolletta se in un mese effettuate interurbane per un totale di 45 minuti, sostituite 45 a T nell’Equazione A.1.1, ottenendo cosi B = 5 + 0,10(45) = 9,50 euro. A.1.2 Se calcolate la pendenza utilizzando i punti A e C, avrete: distanza verticale = 30 − 24 = 6 ; distanza orizzontale = 30 − 15 = 15 . Pertanto il rapporto sarà 6/15 = 2/5 = 0,40. Poiché l’intercetta verticale è 18, l’equazione sarà B = 18 + 0,40 T . In questo piano tariffario il canone fisso mensile è 18 euro, mentre la tariffa per minuto di conversazione è data dalla pendenza della retta, 0,40, ovvero 40 centesimi al minuto. A.1.3 Una riduzione di 2 euro nel canone fisso mensile determinerebbe nella retta uno spostamento verso il basso di analoga entità.

Principi di economia 4/ed Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, … · 2016. 10. 19. · 5.2 Tracciate due curve che si intersecano.Su quella he si troa “più in asso” a sinistra

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    SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI CONTENUTI NEI CAPITOLI

    MICROECONOMIA Capitolo 1 1.1 Il beneficio di comperare il gioco in centro ammonta nuovamente a 10 euro, ma il costo ora e pari a 12 euro, pertanto il surplus economico che otterreste in questo caso sarebbe 10 – 12 = –2 euro. Essendo il surplus economico negativo, vi conviene fare l’acquisto al punto vendita vicino casa. 1.2 In questo caso, utilizzare il biglietto per il viaggio a Parigi non ha costi di opportunità. Per questa ragione, utilizzandolo e compiendo il viaggio si otterrebbe un surplus complessivo pari a 350 euro. 1.3 Se il beneficio marginale ammonta a 3,5 miliardi di euro, i primi 4 lanci soddisfano il principio costi-benefici, il quinto no. Pertanto, in questo caso, all’ESA conviene lanciare quattro satelliti spaziali. 1.4 La spiegazione dipende dal fatto o dal comportamento scelto. Appendice A1 A.1.1 Per calcolare a quanto ammontera la bolletta se in un mese effettuate interurbane per un totale di 45 minuti, sostituite 45 a T nell’Equazione A.1.1, ottenendo cosi B = 5 + 0,10(45) = 9,50 euro. A.1.2 Se calcolate la pendenza utilizzando i punti A e C, avrete: distanza verticale = 30 − 24 = 6 ; distanza orizzontale = 30 − 15 = 15 . Pertanto il rapporto sarà 6/15 = 2/5 = 0,40. Poiché l’intercetta verticale è 18, l’equazione sarà B = 18 + 0,40 T . In questo piano tariffario il canone fisso mensile è 18 euro, mentre la tariffa per minuto di conversazione è data dalla pendenza della retta, 0,40, ovvero 40 centesimi al minuto. A.1.3 Una riduzione di 2 euro nel canone fisso mensile determinerebbe nella retta uno spostamento verso il basso di analoga entità.

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    A.1.4 Essendo il canone fisso mensile invariato, l’intercetta verticale del nuovo piano tariffario rimane 4. La pendenza della nuova retta e 0,10, la metà rispetto a quella della retta iniziale.

    A.1.5 Ipotizzate che l’equazione da utilizzare sia del tipo B = f + sT , dove f e il canone fisso mensile ed s la pendenza. In base ai primi due punti elencati nella tabella, calcolate la pendenza s = distanza verticale/distanza orizzontale = 10/10 = 1,0. Per calcolare f potete utilizzare le informazioni contenute nella prima riga della tabella e ottenere cosi l’equazione 20 = f + 1,0(10) , che e risolta per f = 10. L’equazione relativa al piano tariffario mensile dev’essere pertanto B = 10 + 1,0T : il canone fisso mensile ammonta a 10 euro, la tariffa per minuto di conversazione e 1 euro, infine l’importo della bolletta per un’ora di interurbane al mese è pari a B = 10 + 1,0(60) = 70 euro.

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    Capitolo 2 2.1

    Dai dati nella tabella si evince che Giovanna ha un vantaggio assoluto su Patrizia in entrambe le attività. Mentre Giovanna (meccanico) in un’ora è in grado di aggiornare 3 pagine Web, Patrizia (programmatrice) riesce a prepararne solo 2. Il vantaggio assoluto della prima sulla seconda delle ragazze è ancora maggiore nella riparazione di biciclette: in un’ora 3 bici riparate contro 1. Tuttavia, il fatto che Giovanna sia più abile come programmatrice rispetto a Patrizia non implica che le convenga occuparsi personalmente di aggiornare la propria pagina Web. Per Giovanna il costo opportunità dell’aggiornamento di una pagina Web è pari alla riparazione di una bicicletta, mentre per lo stesso lavoro Patrizia deve rinunciare a riparare solo mezza bicicletta. Patrizia ha dunque un vantaggio comparato su Giovanna nella programmazione, mentre Giovanna ha un vantaggio comparato su Patrizia nel riparare biciclette. 2.2 Nel grafico qui accanto il punto A (20 kg al giorno di caffè/4 kg al giorno di pinoli) è irraggiungibile; il punto B (12 kg al giorno di caffè/6 kg al giorno di pinoli) è raggiungibile ed efficiente; il punto C (4 kg al giorno di caffè/8 kg al giorno di pinoli) è raggiungibile e inefficiente.

    2.3 Per Susanna il costo opportunità di 1 chilogrammo di pinoli ora è pari a mezzo chilogrammo di caffè, per Tommaso equivale a 1 chilogrammo di caffè. Pertanto Tommaso ha un vantaggio comparato nella raccolta di caffè, Susanna in quella di pinoli.

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    2.4 Poiché Tommaso in un’ora riesce a raccogliere una quantità di pinoli cinque volte maggiore rispetto a quella di caffè, se vuole ottenere quantità uguali deve dedicare 5 ore al caffè per ogni ora destinata ai pinoli. Essendo la sua giornata lavorativa di 6 ore, utilizzerà 5 ore per il caffè e un’ora per i pinoli. Se divide il suo tempo in questo modo, otterrà 5 kg di ciascun bene. Analogamente, per poter avere tanti pinoli quanto caffè, Susanna deve destinare 5 ore ai primi e un’ora al secondo. In tal modo otterrà anch’essa 5 kg di ciascuno. La loro produzione giornaliera complessiva sarà dunque pari a 10 kg di caffè e 10 kg di pinoli. Lavorando insieme e specializzandosi, tuttavia, riescono a produrre e consumare giornalmente un totale di 30 kg di entrambi i beni.

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    Capitolo 3 3.1 In corrispondenza di 100 quintali al giorno, il prezzo di riserva del compratore marginale è pari a 3,50 euro/hg. Se il prezzo unitario ammonta a 2,50 euro, la quantità domandata in un giorno sarà uguale a 140 quintali.

    3.2 In corrispondenza di 100 quintali al giorno il costo marginale è pari a 2,50 euro all’etto. Se il prezzo unitario ammonta a 3,50 euro, la quantità offerta in un giorno sarà uguale a 140 quintali.

    3.3 Poiché i proprietari sono liberi di imporre canoni inferiori al livello massimo stabilito in base alle misure di controllo degli affitti, un provvedimento che imponga di non superare i 1200 euro non sortirà alcun effetto sugli affitti realmente praticati nel mercato, che si stabilizzeranno al livello di equilibrio di 800 euro al mese. 3.4 I viaggi in aereo e su navi traghetto che attraversano la Manica sono beni sostituti, pertanto una riduzione delle tariffe aeree farà spostare verso sinistra la domanda di viaggi su navi traghetto,

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    con un conseguente calo del prezzo dei biglietti e dell’attività nel settore dei servizi di trasporto con traghetti. I viaggi aerei e l’utilizzo delle strutture alberghiere nei luoghi di villeggiatura sono invece beni complementari, dunque un calo del prezzo dei biglietti aerei farà sì che la curva di domanda di stanze di hotel si sposti verso destra, traducendosi in un aumento delle tariffe delle stanze e del numero di stanze occupate. 3.5 La scoperta della vitamina fa spostare verso destra la curva di domanda di pop corn, mentre le perdite dei raccolti spingono verso sinistra la curva di offerta. Entrambi i fenomeni si traducono in un aumento del prezzo di equilibrio. Tuttavia, a seconda dell’ampiezza relativa dei due spostamenti, il livello di equilibrio della quantità di pop corn potrebbe salire (grafico in alto) oppure scendere (grafico in basso). O’ O D D’ Q Q’ O’ O D D’ Q’ Q

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    Capitolo 4 4.1 In risposta a una riduzione del 5% nel prezzo degli ski-pass la quantita domandata è salita del 20%. L’elasticita della domanda è pertanto (20%)/(5%) = 4, il che significa che al prezzo iniziale di 400 euro la domanda di ski-pass è elastica rispetto al prezzo. 4.2 Nel punto A del presente grafico P/Q = 4/4 = 1 . La pendenza di questa curva di domanda e 20/5 = 4 , pertanto e = 1(1/pendenza) = 1/4 .

    4.3 Elasticità rispetto al reddito = variazione percentuale della quantità domandata/variazione percentuale del reddito =5%/10% =0,5. 4.4 In questa curva di offerta Q = 1 quando P = 3 , dunque l’elasticita dell’offerta sara (P/Q) × (1/pendenza) = (3) × (1) = 3.

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    Capitolo 5 5.1 La regola della spesa razionale impone MUF/PF = MUC/PC, dove MUF e MUC sono le utilità marginali ricavate dal cibo e dall’abbigliamento, mentre PF e PC rappresentano i rispettivi prezzi. In base alla combinazione iniziale di Giovanni, MUF/PF = 4 util per euro e MUC/PC = 3 utili per euro. Di conseguenza Giovanni dovrebbe spendere una quota maggiore di reddito in generi alimentari e una minore in abbigliamento. 5.2 Tracciate due curve che si intersecano. Su quella che si trova “più in basso” a sinistra del punto di intersezione, segnate un punto A a sinistra e B a destra del punto di intersezione. Sull’altra segnate un punto C a sinistra e un punto D a destra. A e B giacciono sulla stessa curva AIB. Lo stesso vale per CID. Ma C si trova su una curva più esterna rispetto ad A, e così accade per CPA nonché naturalmente per BPD, per la stessa ragione. Tuttavia CPA e AIB implicano CPB. CPB e CID implicano DPB, il che contraddice BPD, come si voleva dimostrare. 5.3 Bene A 15 20 Bene B

    Quando il reddito aumenta, il vincolo di bilancio si sposta parallamente verso l’esterno (la linea del bilancio si sposta verso l’esterno mantenendo la pendenza invariata). Come si vede dalla figura, all’aumentare del reddito il consumo del bene B si riduce da 20 a 15.

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    Capitolo 6 6.1 Poiché Adalberto trova 300 contenitori dedicando una terza ora a questa attività, se vogliamo individuare il prezzo di riserva che lo indurrebbe a lavorare una terza ora risolviamo l’equazione p(300) = 6 euro per p = 2 centesimi. Per calcolare i prezzi di riserva relativi alle ulteriori ore di ricerca, procediamo allo stesso modo. Quarta ora: p(200) = 6 euro, quindi p = 3 centesimi. Quinta ora: p(100) = 6 euro, quindi p = 6 centesimi. 6.2 Se il prezzo unitario di vendita delle bottiglie è pari a 62 centesimi, all’impresa conviene continuare a espandere la produzione fino ad arrivare al sesto lavoratore incluso (350 bottiglie al giorno). 6.3 I costi nella nuova situazione sono indicati nella tabella seguente. Poiché ciascun costo variabile e marginale è la metà del valore che aveva nell’Esempio 6.2, ora all’impresa conviene utilizzare sei dipendenti e produrre 350 bottiglie al giorno.

    6.4 Poiché l’impresa registra la perdita minima quando non ha alcun dipendente, le conviene chiudere nel breve periodo.

    6.5 Il fatto che ognuno dei 60.000 abitanti sia disposto a pagare 0,00005 centesimi per ogni bottiglia raccolta significa che il beneficio collettivo di ciascuna unità riciclata sarà pari a (60.000)(0,00005) = 3 centesimi. Di conseguenza l’amministrazione cittadina dovrebbe fissare a 3 centesimi la cauzione su ogni bottiglia recuperata; dalla curva di offerta si evince che a quel prezzo verranno riciclate 15.000 bottiglie al giorno.

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    Capitolo 7 7.1 Al prezzo di 50 centesimi/litro si ha un eccesso di domanda pari a 4000 litri al giorno. Supponete che un venditore produca un litro in più di succo d’arancia (costo marginale = 50 cent) e lo venda per 1,50 euro al compratore che gli attribuisce il valore più alto (prezzo di riserva = 2,50 euro). Sia l’uno sia l’altro ottengono un surplus aggiuntivo pari a 1 euro e nessun altro partecipante al mercato sarà danneggiato dalla transazione.

    7.2 Come mostra questo grafico, la perdita di surplus totale ammonta ora a 200 euro al giorno.

    7.3 Se il sussidio è pari a 0,50 centesimi a filone, il prezzo unitario nel mercato nazionale diventa 1,50 euro. Il surplus perso corrisponde ora all’area del piccolo triangolo colorato nel grafico: (1/2)(0,50 euro/filone)(1.000.000 filoni/mese) = 250.000 euro al mese.

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    7.4 A un livello di consumo pari a 2 milioni di litri al giorno la fonte marginale di acqua è il lago, che prevede un costo marginale di 0,8 centesimi al litro. Conviene far pagare a tutti i consumatori una tariffa di 0,8 centesimi al litro, inclusi coloro che utilizzano acqua tratta dalla sorgente.

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    Capitolo 8 8.1 Il profitto contabile dell’agricoltore ammonta ora a 10 000 euro, la differenza tra i ricavi annui di 20 000 euro e i 10 000 destinati al pagamento dell’affitto della terra, delle attrezzature e dei vari materiali. Il profitto economico è uguale a quell’importo meno il costo opportunità del suo lavoro che, anche in questo caso, equivale agli 11 000 euro annui che avrebbe ottenuto gestendo un negozio. Ora egli ha dunque un profitto economico negativo, - 1000 euro all’anno. Come in precedenza, il suo profitto normale coincide con gli 11 000 euro annui che sono il costo opportunità del suo lavoro. Anche se un contabile affermerebbe che l’agricoltore al momento ottiene un profitto annuo di 10 000 euro, tale importo è inferiore a quello che sarebbe un profitto normale per la sua attività. Un economista direbbe pertanto che egli registra una perdita pari a 1000 euro all’anno. Poiché l’agricoltore è indifferente rispetto ai due tipi di lavoro, può migliorare la sua condizione economica di 1000 euro all’anno se abbandona l’agricoltura per passare a gestire un’attività commerciale. 8.2 Se il traffico non avesse circa la stessa velocità in ogni corsia, un automobilista che si trova in una corsia più lenta potrebbe ridurre la durata del viaggio semplicemente passando a una corsia più veloce. Questa opportunità verrà sfruttata finché i veicoli di tutte le corsie non raggiungono all’incirca la stessa velocità. 8.3 Se la licenza di taxi fosse disponibile gratuitamente, comporterebbe comunque un profitto economico di 20.000 euro all’anno. Pertanto il suo valore corrisponde sempre all’importo che sarebbe necessario depositare in banca per ottenere 20.000 euro all’anno in forma di interessi. Se il tasso di interesse annuo è pari al 4%, l’importo dev’essere 500.000 euro, ovvero il doppio del valore della licenza quando il tasso di interesse era dell’8%. 8.4 Potreste essere tentati di rispondere che questa scelta ha a che vedere con la volontà di incoraggiare le persone a consumare meno alcol per tutta una serie di ragioni, il che sarà stato senz’altro un aspetto tenuto in considerazione dalle compagnie aeree. Questo obiettivo, tuttavia, potrebbe essere stato raggiunto semplicemente ricorrendo al razionamento. Pertanto è logico supporre che le vere motivazioni siano di altra natura. In realtà, la logica è identica a quella che induce i vettori a far pagare a parte gli spuntini nei voli a corto raggio. Poiché vi sono molte persone che mentre viaggiano in aereo preferiscono non bere alcolici, fornire questo tipo di bevande a chi le desidera (a prescindere dalle quantità consumate) comporta costi elevati. Pertanto in un mercato concorrenziale è ragionevole “scorporare” dal prezzo del biglietto il prezzo degli alcolici. 8.5 Se il governo imponesse un blocco degli affitti per cui i proprietari terrieri non potrebbero monetizzare l’aumento di valore della terra, si avrebbero due possibili scenari. Nel primo caso, i fittavoli esistenti potrebbero subaffittare i loro appezzamenti ad altri lavoratori per una cifra di 10.500 euro. In alternativa (e ricordando il problema delle licenze dei taxi), potrebbero vendere il contratto di affitto ad altri per capitalizzare la differenza tra i guadagni conseguiti lavorando la terra e quelli derivanti dalla migliore delle possibili occupazioni alternative (i salari del settore tessile). Sia in un caso che nell’altro, gli agricoltori avrebbero lo stesso reddito (netto) dei lavoratori tessili.

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    Capitolo 9 9.1 I dati relativi ai costi sono presentati nella tabella che segue, da cui si ricava che il vantaggio in termini di costo unitarioper Sony ammonta ora a 50,20 euro - 5,20 euro = 45,00 euro.

    9.2 Se il monopolista aumenta il prodotto da 3 a 4 unità alla settimana, il ricavo totale sale da 15 euro a 16 euro, il che significa che il ricavo marginale derivante dalla vendita della quarta unità ammonta solo a 1 euro alla settimana. Se l’impresa passa da 4 a 5 unità prodotte alla settimana, il ricavo totale scende da 16 euro a 15 euro: in altri termini il ricavo marginale ottenuto vendendo la quinta unità di fatto è negativo, ovvero 1 euro alla settimana. 9.3 Se la curva di domanda è P = 12 − Q , la corrispondente curva del ricavo marginale sarà MR = 12–2Q . Eguagliando MR e MC risolviamo l’equazione 12 − 2Q = 2Q per Q = 3 . Sostituiamo Q = 3 nell’equazione della curva di domanda, che quindi risolviamo per ottenere il prezzo che massimizza il profitto: P = 12 − 3 = 9 . A.9.1 Sostituite il valore 1500 nell’espressione relativa a TR e TC; sottraete TC da TR e quello che rimane rappresenta il profitto. La perdita netta di benessere è data dall’espressione (1/2) (P – MC) (qpc – q), dove q è il valore già trovato (1500) e qpc rappresenta la produzione concorrenziale, in cui il prezzo eguaglia MC. Per trovare qpc, ponete MC = p e risolvete per q. Il profitto ammonta a 13.500.000 euro e la perdita netta di benessere a 6,75 milioni di euro.

    Sony Sega

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    Capitolo 10 10.1 Indipendentemente dalla scelta di Alitalia, la scelta ottima per Lufthansa e di spendere di piu in pubblicita. Indipendentemente dalla scelta di Lufthansa, ad Alitalia conviene non aumentare la spesa in pubblicità. Pertanto ciascun giocatore scegliera la propria strategia dominante: Lufthansa spende di piu in pubblicita, Alitalia spende esattamente quanto prima, come mostrato nella matrice in basso.

    10.2 Supponiamo che il manager, nel caso in cui sottraesse denaro al proprietario, sia assalito da sensi di colpa talmente forti da spingerlo a pagare dai 10 000 euro in su per evitarli. In tal caso, qualora il manager gestisse la filiale in modo disonesto, non avrebbe un payoff pari a 1500 euro, ma uno pari a 1500 euro − 10 000 euro = −8500 euro. Il nuovo albero delle decisioni è rappresentato nella seguente figura.

    Il proprietario

    apre la filiale

    Il manager si comporta in modo

    onesto. Il proprietario guadagna

    1000 euro; il manager guadagna

    1000 euro.

    Il manager si comporta in modo

    disonesto. Il proprietario

    guadagna

    -500 euro; il manager guadagna -

    8500 euro.

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    In questo caso, la scelta ottimale per il proprietario nel nodo B consiste nell’aprire la filiale, in quanto egli sa che, nel nodo C, la scelta ottimale per il manager sarà gestire la filiale in modo onesto.

    Il manager promette di

    comportarsi onestamente

    Il proprietario non

    apre la filiale

    Il proprietario guadagna 0 euro; il

    manager guadagna 500 euro

    lavorando altrove.

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    Capitolo 11 Il capitolo è disponibile on line.

    Capitolo 12 12.1 La ricerca tramite Internet è un modo economico per acquisire informazioni su molti prodotti o servizi, quindi l’effetto di un maggior ricorso a Internet è dato da uno spostamento verso il basso della curva d’offerta dell’informazione. In equilibrio le persone acquisiranno maggiore informazione e i beni e servizi che acquisteranno assomiglieranno sempre più a quelli che avrebbero scelto in un mondo caratterizzato da informazione completa e perfetta. Questi effetti faranno crescere il surplus economico totale. Alcuni di questi guadagni possono essere annullati se Internet dovesse rendere più serio il problema di comportamenti opportunistici. 12.2 La probabilità di ottenere testa è del 50%, così come quella di ottenere croce. Il valore atteso di questa lotteria è quindi: (0,5)(4 euro) + (0,5)(- 2 euro) = 1 euro. Poiché la lotteria è più che equa una persona neutrale al rischio dovrebbe accettare di giocarla. 12.3 Poiché avete ancora una probabilità del 20% di trovare un appartamento più economico visitandone altri, il risultato atteso della lotteria è ancora 2 euro e quindi dovreste cercare ancora. Il cattivo risultato ottenuto con le ricerche precedenti è un costo irrecuperabile (sunk cost) e come tale non dovrebbe influenzare la vostra scelta di continuare a cercare.

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    Capitolo 13 13.1 Dal momento che Fitch guadagna euro 50 al giorno quando Abercombie usa un filtro, potrebbe pagare ad Abercombie euro 49 al giorno ottenendo sempre risultati positivi. 13.2 Se le due dovessero vivere insieme, il modo più efficiente per risolvere il problema del bagno sarebbe come prima: la rinuncia alla possibilità di usufruire ragionevolmente del bagno da parte di Bianca. Oltre a quel costo, cioè euro 150, Bianca sosterrebbe anche un costo di euro 60 per la perdita della sua privacy. Il costo totale della coabitazione sarebbe così di euro 210 al mese. Poiché l’importo è superiore al risparmio di euro 200 sull’affitto, le due dovrebbero vivere separatamente. 13.3 La Corte si pronunciò a favore del medico. E questo nonostante una restrizione del common law sul diritto di citare in giudizio quando il querelante “giungeva alla turbativa” come il medico. Deve essere una questione di opinione, ma indipendentemente dalle considerazione di Coase, questa decisione fu a dir poco inconsueta. Se la corte fosse stata interessata alle conseguenze economiche della decisone, avrebbe potuto cercare di stabilire i costi relativi connessi (non lo fece) in qualsiasi verdetto emesso piuttosto che decidere sulla base dell’effetto esterno conseguente dall’attività del pasticcere. Se la corte avesse compreso le questioni illustrate da Coase, avrebbe potuto benissimo rispedire i due a casa per cercare di raggiungere un accordo. 13.4 I dati relativi ai guadagni derivanti dai diversi livelli di investimento nel bestiame rimarrebbero come prima, come illustrato nella tabella seguente. Ciò che cambia è il costo opportunità dell’investimento in ciascun manzo, che ora è di euro 11 all’anno anziché euro 13. La colonna (5) della tabella mostra che il numero di manzi socialmente ottimale ora è 2 anziché 1. E se i singoli sono ancora a favore della detenzione di bestiame, a parità di tutti gli altri fattori, ora manderanno 5 manzi sulla terra da pascolo, come mostra la colonna (3).

    13.5 I costi unitari delle vendite ai supermercati potrebbero crollare (non è sicuro, poiché i grandi magazzini potrebbero dover assumere più cassieri e installare più casse se il volume totale delle vendite è concentrato in 48 ore settimanali). Tuttavia, a meno che il numero delle persone che preferirebbero fare acquisti più tardi in qualsiasi giorno o la domenica sia ristretto, e il costo da loro sostenuto per fare acquisti in un tempo limitato (l’utilità marginale della disponibilità delle ore extra) sia esiguo, è probabile che l’eccedenza totale diminuisca. La gente dovrà far fronte a una restrizione su quando fare acquisti e (probabilmente) un tempo d’attesa più lungo durante gli acquisti. L’indicatore sarà la misura in cui i negozi di generi alimentari più costosi, se non interessati dalla restrizione, si accaparreranno più affari.

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    Capitolo 14 14.1 Con un’imposta di 61 euro per tonnellata al giorno, la Sludge Oil adotterebbe il processo A e la Northwest Lumber adotterebbe il processo C.

    14.2 La matrice dei payoff sarebbe in questo caso quella di seguito riportata, e la scelta migliore, a livello sia individuale sia in termini di playoff complessivo, sarebbe il lavoro rischioso.

    14.3 Per costruire la curva di domanda, prima tracciamo il grafico della curva di domanda di Marco e di quella di Luca, e poi sommiamo le curve di domanda dei due uomini in senso verticale. L’equazione per la curva di domanda è P = 7 – 2,5Q per Q≤0,5 e P=6-0,5Q per Q>0,5. 14.4 La tariffa di 10 euro ora esclude 5 milioni di telespettatori e la perdita di surplus che ne deriva (l’area del triangolo più scura) è di 25 milioni di euro.

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    Capitolo 15 15.1 Vedi la figura qui sotto. Il surplus del produttore aumenta, ma una parte di questo aumento è compensata da una diminuzione del surplus del consumatore. L’aumento netto è rappresentato dall’area del triangolo capovolto sopra CD.

    Capitolo 16: il capitolo non ha esercizi interni

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    MACROECONOMIA Capitolo 17 17.1 La risposta dipende dai dati sui tassi di disoccupazione correnti che trovate nel sito dell’OCSE. 17.2 La risposta dipende dai dati correnti sul bilancio forniti dal Ministero dell’Economia. 17.3 a. Positiva. Si tratta di una previsione circa gli effetti di una politica economica, non di un giudizio di valore sull’auspicabilità o meno di tali misure. b. Normativa. Parole come dovrebbe e inopportunamente esprimono giudizi di valore su questa politica economica. c. Normativa. L’affermazione riguarda l’auspicabilità di determinati tipi di politiche economiche, non i loro probabili effetti. d. Normativa. L’affermazione concerne l’auspicabilità di una politica economica. e. Positiva. L’affermazione è una previsione circa i probabili effetti di una certa linea d’azione, non giudica se questa scelta sia opportuna o meno. 17.4 a. Macroeconomia. La spesa pubblica e il tasso di disoccupazione sono grandezze aggregate che si riferiscono all’economia di un paese nel suo complesso. b. Microeconomia. Microsoft, benché di grandi dimensioni, è un’impresa specifica. c. Microeconomia. L’argomento riguarda la domanda e l’offerta di un servizio specifico, l’istruzione. d. Macroeconomia. L’inflazione è una grandezza aggregata, riferita al sistema economico nel suo insieme. e. Macroeconomia. Il risparmio medio è una grandezza aggregata. f. Microeconomia. Qui ci si concentra su un insieme di mercati e prodotti abbastanza limitato, piuttosto che sull’economia nel suo complesso.

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    Capitolo 18 18.1 Nel caso iniziale il PIL ammontava a 64,00 euro; se ora vengono prodotte anche 5 arance a 0,30 euro l’una, il PIL aumenta di 1,50 euro per un valore totale di 65,50 euro. 18.2 Gli stabilimenti delle imprese italiane hanno prodotto complessivamente 1.185.000 veicoli, ovvero 4,09 volte i 290.000 veicoli immessi sul mercato dagli impianti di proprietà straniera. In termini di valore di mercato, poiché il prezzo di un’autovettura ammonta a 17.000 euro e quello di un altro veicolo leggero a 25.000 euro, le società italiane hanno prodotto veicoli per un valore totale di (471.000 x 17.000 euro) + (714.000 x 25.000 euro) = 25.857.000 euro. Il valore complessivo della produzione estera in Italia ammonta invece a (227.000 x 17.000 euro) + (63.000 x 25.000 euro) = 5.434.000 euro: per quanto riguarda il valore di mercato, gli impianti di proprietà italiane hanno superato quelli esteri in un rapporto di 4,76 a 1. Le aziende nazionali hanno un vantaggio maggiore se il confronto avviene in termini di valore di mercato anziché di numero di veicoli prodotti, dal momento che esse producono una quantità relativamente maggiore di veicoli appartenenti alla fascia di prezzo più elevata rispetto a quanto non facciano le aziende estere. 18.3 Il valore aggiunto dal distributore all’ingrosso insieme ai produttori finali delle cartoline ammonta a 500 euro, mentre il valore aggiunto di Alice (la differenza tra le sue entrate e i pagamenti effettuati alle altre imprese) è pari a 200 euro. Poiché le cartoline sono state prodotte e acquistate da Alice durante il 2008 (questa è la nostra premessa), l’importo di 500 euro rientra nel calcolo del PIL del 2008. I 200 euro di valore aggiunto dalle vendite nel negozio di Alice fanno parte del PIL del 2009, poiché i biglietti di fatto sono stati venduti in quell’anno. 18.4 La vendita delle azioni rappresenta un trasferimento di proprietà di una parte delle attività della Benetton, non la produzione di nuovi beni o servizi; di conseguenza, la vendita di titoli di per sé non contribuisce al PIL. Invece la commissione di 100 euro versata al broker (pari al 2% dei proventi della vendita dei titoli) costituisce il pagamento di un servizio svolto nell’anno corrente e quindi rientra nel calcolo del PIL. 18.5 Come nell’Esempio 18.5 il valore di mercato della produzione nazionale è pari a 1000 auto per un importo unitario di 10 000 euro, ovvero 10 milioni di euro. Anche in questo caso i consumi ammontano a 7 milioni di euro e gli acquisti pubblici a 0,5 milioni di euro. Tuttavia, poiché 25 delle auto acquistate sono di importazione, alla fine dell’anno i produttori nazionali registrano scorte (unità invendute) pari a 50 unità (anziché 25 come nell’Esempio 18.5. Di conseguenza gli investimenti in scorte sono dati da 50 auto per 10 000 euro ciascuna, ovvero 0,5 milioni di euro, mentre gli investimenti totali (auto acquistate dalle imprese più investimenti in scorte) ammontano a 2,5 milioni di euro. Dal momento che i volumi delle esportazioni e delle importazioni sono uguali (25 auto in entrambi i casi), le esportazioni nette (pari alla differenza tra esportazioni e importazioni) sono nulle. Osservate che, poiché per ottenere il valore delle esportazioni nette procediamo a sottrarre le importazioni, non occorre sottrarre queste ultime anche dai consumi. I consumi, infatti, sono definiti come il valore complessivo degli acquisti effettuati dalle famiglie, non solo quelli destinati ai prodotti nazionali. La spesa totale è data da C + I + G + NX = 7 milioni di euro + 2,5 milioni di euro + 0,5 milioni di euro + 0 = 10 milioni di euro, equivalente al valore di mercato della produzione.

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    Capitolo 19 19.1 Nel 2005 il costo del paniere rimane pari a 680 euro, come nella Tabella 19.1. Se nel 2009 l’affitto dell’appartamento scende a 400 euro, per ottenere lo stesso paniere di 5 anni prima occorre spendere 620 euro (400 euro per l’affitto + 150 euro per gli spaghetti + 70 euro per i biglietti del cinema). Nel 2009 l’IPC è dunque pari a 620 euro/680 euro, ovvero 0,918. In questo esempio, tra il 2005 e il 2009 il costo della vita è sceso quasi del 9%. 19.2 Per costruire il vostro indice dei prezzi personale dovreste innanzitutto stabilire il paniere di beni e servizi da voi acquistati nell’anno base. Un simile indice riferito a un determinato periodo costituirebbe il costo del vostro personale paniere in tale periodo rispetto al costo nell’anno base. Nella misura in cui l’insieme di beni e servizi da voi comperati differisce da quello del consumatore tipo nel vostro paese, il vostro personale indice del costo della vita sarà diverso dall’IPC ufficiale. Se, per esempio, rispetto al consumatore tipo nell’anno base avete speso una quota più ampia del budget per beni e servizi i cui prezzi sono aumentati piuttosto rapidamente, il vostro tasso di inflazione personale risulterà più alto di quello misurato dall’IPC. 19.3 Alla fine del primo anno la pensione dovrebbe aumentare seguendo il tasso d’inflazione del 2%. Quindi il valore monetario sarà: (1,02)(2.000) = euro 2.040. Alla fine del secondo anno quando l’inflazione è del 3%, la pensione sarà (1,03)(2.040) = euro 2.101,2. Nel terzo anno, quando l’inflazione sarà del 4%, la pensione aumenterà a (1,04)(2.101,2) = euro 2.185,2. 19.4 Dovreste preoccuparvi di conoscere il tasso di rendimento reale, non quello nominale, offerto dall’investimento. Per calcolarne il probabile valore, oltre al tasso di interesse nominale dovete conoscere il tasso di inflazione prevalente nel paese che emette le obbligazioni. Pertanto questo punto dovreste chiedere al broker a quanto ammonterà l’inflazione attesa nella nazione durante il periodo in cui rimarrete in possesso dei titoli.

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    Capitolo 20 20.1 Il valore del prodotto marginale del settimo tecnico ammonta a 39.000 euro, mentre quello dell’ottavo equivale a 33.000 euro. Ne consegue che, in corrispondenza di un salario pari a 35.000 euro, per l’impresa è redditizio il settimo ma non l’ottavo lavoratore. 20.2 Se i computer sono in vendita a 5000 euro, in corrispondenza di un salario di 100.000 euro all’impresa conviene assumere tre tecnici; infatti, rispetto alla retribuzione da corrispondere, il valore del prodotto marginale del terzo lavoratore (105.000 euro) è superiore, mentre quello del quarto dipendente (95.000 euro) è inferiore. Se il prezzo di vendita dei computer è pari a 3000 euro, in base ai dati della Tabella 20.2 possiamo constatare che nemmeno al primo lavoratore corrisponde un valore del prodotto marginale tale da raggiungere i 100.000 euro, pertanto in questa situazione l’impresa non assumerà alcun dipendente. In sintesi, se la retribuzione ammonta a 100.000 euro, l’incremento del prezzo dei computer fa salire la domanda di tecnici da zero a tre. 20.3 Una nazione meta di flussi migratori registra un aumento dell’offerta di lavoro (in effetti la ricerca di un lavoro è una delle spinte fondamentali per chi sceglie di lasciare il paese d’origine). Come dimostra questa figura, l’incremento dell’offerta di lavoro tende a far abbassare i salari che le imprese devono corrispondere (da w a w’), espandendo al tempo stesso l’occupazione complessiva (da N a N’). Dal momento che i fenomeni di immigrazione su vasta scala tendono a far scendere i salari reali, i sindacati in genere vi si oppongono mentre i datori di lavoro li considerano con favore. La figura illustra l’offerta di lavoro complessiva, o aggregata, di un paese, mentre le conseguenze specifiche dei flussi migratori sui salari dipendono dalle competenze e dai tipi di impieghi degli immigrati. In base alle politiche attualmente seguite in materia negli Stati Uniti, gli immigrati vengono ammessi principalmente per realizzare il ricongiungimento familiare e nella maggior parte dei casi non vengono effettuate selezioni in base al livello di istruzione o alle competenze dei soggetti. Il paese conosce inoltre un vasto fenomeno di immigrazione clandestina, rappresentata prevalentemente da individui alla ricerca di migliori condizioni economiche. Alla luce di questi due fattori, i nuovi immigrati negli Stati Uniti tendono ad avere livelli di specializzazione piuttosto bassi; il loro afflussova dunque a incrementare in prevalenza l’offerta di lavoro non qualificato, pertanto incide negativamente sulle retribuzioni dei lavoratori americani non specializzati più che su quelle di coloro che vantano livelli di competenza elevati. Alcuni economisti, fra cui George Borjas della Harvard University, hanno individuato nell’immigrazione poco qualificata un ulteriore elemento alla base della riduzione dei livelli salariali per la manodopera statunitense meno specializzata rispetto a quanto accade per i lavoratori con un grado di istruzione e competenze superiori. Secondo Borjas, gli Stati Uniti dovrebbero adottare il sistema seguito dal Canada e privilegiare potenziali immigrati che siano abbastanza qualificati.

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    20.4 Nella seguente figura, Europa e Stati Uniti hanno gli stessi valori iniziali per il salario reale (w) e l’occupazione (N) e lo stesso incremento della domanda di lavoro (da D a D’), risultato della crescita della produttività. In Europa, la modesta crescita dell’offerta di lavoro sposta la curva dell’offerta a O’EU individuando i nuovi livelli del salario e dell’occupazione dati rispettivamente da w’ EU e N’ EU. Negli Stati Uniti, il maggiore incremento dell’offerta di lavoro (da O a O’US) ha come risultato un salario più basso rispetto all’Europa (wUS) e un’occupazione più alta (NUS). A partire dal 1996, una più rapida crescita della produttività, che ha fatto aumentare la domanda di lavoro più velocemente spostando la curva della domanda ancora più a destra, ha dato origine ad una crescita più rapida dei salari reali americani.

    20.5 I lavoratori disoccupati del settore tessile è molto più probabile che siano classificati come disoccupati strutturali. Diventano disoccupati perché il libero scambio provoca una riallocazione elle risorse dall’industria tessile domestica verso la produzione di software. Una politica appropriata potrebbe consistere nel riqualificare i lavoratori disoccupati del settore tessile per far si che trovino lavoro nell’industria del software in espansione.

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    Capitolo 21 21.1 Dal momento che in un’ora Olga riesce a incartare a mano 300 cioccolatini, assegnando la macchina a lei il beneficio ottenuto sarebbe pari a 500 - 300 = 200 unità in più; poiché invece in un’ora Lucia ne confeziona 100, se è lei a utilizzare la macchina il beneficio ricavato equivale a 400 unità aggiuntive. Il vantaggio dunque è maggiore nel secondo caso. Analogamente, nella prima delle due ipotesi le lavoratrici insieme riescono a confezionare 500 + 100 = 600 cioccolatini all’ora, mentre nella seconda il risultato complessivo è 300 + 500 = 800 cioccolatini all’ora. Viene dunque confermato che il volume di prodotto sarà maggiore se la macchina è assegnata a Lucia. 21.2 A questo punto in un’ora Lucia e Olga riescono a incartare, rispettivamente, 300 e 500 cioccolatini a mano, mentre utilizzando la macchina sia l’una che l’altra ne producono 800. Il beneficio legato al fatto di assegnare la macchina a Lucia (500 cioccolatini all’ora) supera quello conseguito affidandola a Olga (300 cioccolatini all’ora), pertanto, se è disponibile un’unica macchina, è conveniente che venga utilizzata da Lucia. Il prospetto analogo a quello della Tabella 20.2 sarà dunque quello riportato nella tabella seguente. Mettendo a confronto questi dati con quelli della Tabella 20.2 possiamo vedere che il progresso tecnologico ha fatto aumentare la produttività del lavoro indipendentemente dal valore di K, che indica il numero di macchine disponibili. L’introduzione della prima macchina fa crescere il prodotto di 19.000 unità alla settimana, la seconda macchina lo aumenta di 12.000 unità alla settimana, infine la terza macchina non sortisce alcun effetto (dal momento che non ci sono lavoratori che la possano utilizzare). Ciò significa che, nonostante il miglioramento tecnologico, la legge dei rendimenti decrescenti del capitale continua a trovare applicazione.

    21.3 Sebbene il singolo lavoratore sia sempre lo stesso, sia che sia in Francia che in Senegal, spostandosi ottiene il beneficio dei fattori che accrescono la produttività media del lavoro in questo paese, rispetto al suo paese d’origine. Questo include la possibilità di lavorare con un capitale maggiore e di migliore qualità, un maggior numero di risorse naturali per persona, tecnologie più avanzate, imprenditori e manager qualificati e un contesto politico e giuridico più incline alla produttività. Questo non garantisce che il valore del capitale umano degli immigrati aumenti, ma ce lo si può aspettare. Poiché una accresciuta produttività consente di ottenere maggiori salari e uno standard di vita più elevato, sul piano economico il lavoratore ha un forte incentivo a emigrare se può in Francia.

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    Capitolo 22 22.1 Se il prestito per gli studi di Consuelo ammontasse a 6500 euro anziché a 3000 euro, le sue passività sarebbero pari a 6750 euro (la somma del prestito e degli addebiti sulla carta di credito) e non a 3250 euro. Il valore delle attività rimane invece invariato a 6280 euro. In questo caso la ricchezza di Consuelo è negativa, dal momento che la differenza tra attività e passività risulta -470 euro. Se la ricchezza o patrimonio netto ha un valore negativo, significa che un soggetto ha debiti per un ammontare superiore alle attività possedute. 22.2 a. Consuelo ha accantonato 20 euro, come è solita fare, ma nel contempo ha accumulato anche nuove passività per 50 euro. Pertanto il suo risparmio netto nel corso della settimana equivale a meno 30 euro. Dal momento che le attività (il conto corrente bancario) sono cresciute di 20 euro e le passività (gli addebiti sulla carta di credito) di 50 euro, anche la sua ricchezza è diminuita di 30 euro. b. Azzerando gli addebiti sulla carta di credito Consuelo riduce di 300 euro sia le attività, prelevando tale somma dal conto corrente, che le passività; pertanto la sua ricchezza non cambia. Non si registra alcuna variazione nemmeno nel risparmio (va notato che il reddito e la spesa per i bisogni correnti non sono cambiati). c. L’aumento del valore dell’automobile accresce di 500 euro le attività di Consuelo, pertanto il medesimo incremento si registra nella sua ricchezza. Tuttavia, dal momento che le variazioni del valore di attività esistenti non vengono conteggiate in termini di risparmio, quest’ultimo rimane immutato. d. La diminuzione del valore dei mobili di Consuelo rappresenta una perdita in conto capitale pari a 300 euro. Le attività e la ricchezza della ragazza diminuiscono di 300 euro, mentre il risparmio rimane invariato. 22.3 Per quanto riguarda lo Stato centrale, le entrate sono inferiori alle uscite e la differenza tra entrate e uscite è risultata pari a 1420 - 1640 = - 220. In questo periodo si è registrato un disavanzo di bilancio pari a 220 milioni di euro. Sul versante degli enti locali, le entrate sono maggiori delle uscite, ne risulta quindi un avanzo di bilancio pari a 75 milioni di euro (950 – 875 = 75). Il saldo di bilancio complessivo statale e dato dalla somma algebrica dei risultati ottenuti dallo Stato centrale e dagli enti locali, ossia da un disavanzo di 145 milioni di euro (-220 + 75 = -145 ). 22.4 La perdita di valore di 200 euro nel corso dell’anno rappresenta un ulteriore costo finanziario legato al possesso della motofalciatrice, di cui Quirino dovrebbe tenere conto nel prendere la sua decisione. Il costo totale ammonta ora ai 240 euro di interessi più i 200 euro da anticipare per la perdita di valore dell’attrezzo (fenomeno noto come deprezzamento), ovvero 440 euro. Poiché questa cifra supera il valore del prodotto marginale (400 euro), a Quirino non conviene acquistare la motofalciatrice. 22.5 Dal momento che i prezzi delle obbligazioni sono scesi, i tassi di interesse devono essere aumentati. Per calcolare il tasso di interesse, considerate che gli investitori sono disposti a pagare solo 96 oggi per un’obbligazione che sarà rimborsata a 107 (una cedola del 7% più il capitale iniziale pari a 100) tra un anno. Per ricavare il rendimento a un anno dividete 107 per 96, ottenendo così 1,115. Dunque il tasso di interesse deve essere salito all’11,5%. 22.6 Un’azione varrà 81,00 euro tra un anno (pari alla somma del prezzo futuro e del dividendo attesi). In presenza di un tasso di interesse del 4%, il valore corrente del titolo è 81,00 euro/1,04 = 77,88 euro; con un tasso di interesse dell’8% il suo valore corrente diventa 81,00 euro/1,08 = 75,00 euro. Come ricorderete dall’Esempio 23.2, quando il tasso di interesse è pari al 6% il valore di un’azione emessa da ’OBabà.com è 76,42 euro. Dal momento che un incremento dei tassi di interesse comporta una riduzione del valore dei titoli, le notizie secondo cui i tassi di interesse a breve aumenteranno dovrebbero far scendere le quotazioni del mercato azionario.

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    22.7 Il risparmio delle famiglie è una componente del risparmio nazionale. Una contrazione di tale componente e quindi del risparmio nazionale, a prescindere dal valore del tasso di interesse reale, determina uno spostamento verso sinistra della curva di offerta di risparmio, con un risultato analogo a quello illustrato nella Figura 22.8: il tasso di interesse reale aumenta mentre i valori di equilibrio del risparmio nazionale e degli investimenti diminuiscono. Una contrazione degli investimenti equivale a una riduzione del tasso di formazione di capitale, per cui è prevedibile che la crescita economica rallenti.

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    Capitolo 23 23.1 Le risposte varieranno in base al momento della raccolta dei dati.

    Capitolo 24 24.1 Per prima cosa dobbiamo trovare un’equazione che metta in relazione la spesa aggregata programmata PAE e la produzione Y. Iniziamo con la definizione della spesa aggregata programmata e poi sostituiamo i valori numerici dati nel problema: PAE = C + I p + G + NX = [C + c(Y–T )] + I p + G + NX = [820 + 0, 7(Y–600)] + 600 + 600 + 200 = 1800 + 0, 7Y Utilizzando questa relazione costruiamo una tabella. Alcune prove ed errori sono necessari per trovare una serie appropriata di ipotesi di produzione (colonna 1). Determinazione della produzione di equilibrio di breve periodo

    24.2 Un incremento di C pari a 10 unita fa crescere la spesa autonoma e quindi l’intercetta della linea di spesa di 10 unità. La linea di spesa si sposta verso l’alto, parallelamente, di 10 unità, determinando un aumento della produzione e un gap espansivo. La produzione cresce di 50 unità, a 4850. Per verificare che la produzione di equilibrio di breve periodo sia pari a 4850, notate che un aumento pari a 10 unita della spesa autonoma comporta un incremento di PAE da 960 + 0, 8Y a 970 + 0, 8Y . Quando Y = 4850 , allora PAE = 970 + 0, 8(4850) = 4850, da cui si ottiene Y = PAE . 24.3 La definizione della spesa aggregata programmata è: PAE = C + Ip + G + NX Sostituendo i valori proposti nell’esercizio otteniamo: PAE = [C + c(Y – T)] + Ip + G + NX PAE = [820 + 0,7(Y – 600 + 600 + 2600-0,4Y PAE = 4200 + 0,3y In equilibrio, PAE=Y da cui: Y=6000 24.4 Con la propensione marginale al consumo c = 0,8, il moltiplicatore del reddito è 1/(1 – c) = 5.

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    Sostituendo i valori dati per A , a e b nell’Equazione (23.5) si ottiene: r = 0,03: Y = 5[1016 – 1200 x 0,03] = 4900 r = 0,05: Y = 5[1016 – 1200 x 0,05] = 4780 Quando il tasso di interesse reale è pari a 3%, Y = 4900 come nell’Esempio 24.7. Invece, con r = 5%, Y = 4780, diverso quindi Y = 4800 dell’Esempio 24.7. La differenza sostanziale sta nei valori ipotizzati per a e b nell’Esercizio 23.4: nell’Esempio 24.7, infatti, a = 400, il che significa che un aumento di r pari a 0,01 riduce il consumo di 4 unità. In modo analogo, b = 600, il che significa che un aumento di r pari a 0,01 riduce gli investimenti di 6 unità. Tuttavia, con a = 500 e b = 700, un aumento di r pari all’1% riduce il consumo di 5 unità e gli investimenti di 7 unità. Pertanto, l’effetto complessivo sulla spesa pianificata è di 12 unità, rispetto alle 10 unità dell’Esempio 24.7. Data l’entità del moltiplicatore, maggiore è la diminuzione della spesa programmata, maggiore è la diminuzione dell’equilibrio Y derivante da un dato aumento di r. In altre parole, maggiore è la risposta di consumo e investimenti alle variazioni del tasso di interesse, maggiore è l’effetto prodotto da una variazione del tasso di interesse sulla produzione.

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    Capitolo 25 25.1 La Tabella 24.5 mostra lo stato patrimoniale delle banche dopo due cicli di prestiti e ridepositi. A quel punto i depositi ammontano a 2.710.000 euro e le riserve a 1.000.000 di euro. Poiché il rapporto riserve-depositi di equilibrio delle banche è pari al 10%, esse deterranno 271.000 euro (10% dei depositi) in riserve e concederanno in prestito i restanti 729.000 euro. I prestiti agli agricoltori ammontano ora a 2.439.000 euro. Successivamente, i 729.000 euro prestati agli agricoltori verranno ridepositati nelle banche, le quali riceveranno depositi per 3.439.000 euro e riserve per 1.000.000 di euro. Lo stato patrimoniale è come da tabella allegata. Notate che le attività e le passività si equivalgono. L’offerta di moneta è pari ai depositi, ovvero a 3.439.000 euro. La moneta detenuta nelle banche come riserva non viene conteggiata come offerta di moneta.

    25.2 Poiché il pubblico non detiene moneta, l’offerta di moneta è pari ai depositi bancari che, a loro volta, sono pari alle riserve divise per il rapporto riserve-depositi (Equazione (24.1)). Se le riserve bancarie ammontano a 1.000.000 e il rapporto riserve-depositi è pari a 0,05, allora i depositi equivalgono a 1.000.000/0,05 = 20.000.000 di euro, che rappresentano anche l’offerta di moneta. Se le riserve bancarie ammontano a 2.000.000 di euro e il rapporto riserve- depositi a 0,10, allora l’offerta di moneta e i depositi sono di nuovi pari a 20.000.000 di euro, ovvero a 2.000.000/0,10. 25.3 Il moltiplicatore della moneta è (1 + cr)/(cr + rr). Con cr ridotto al 2%, il moltiplicatore è 1,02/0,12 = 8,5. Pertanto, con H = 3, l’offerta di moneta aumenterà passando a 8,5 × 3 = 25,5 milioni di euro, un aumento, quindi, di 4,5 milioni. I depositi sono dati dall’Equazione (24.5), D = H/(cr + rr) = 3/0,12 = 25 milioni di euro, un aumento, quindi, di 5 milioni. Il circolante detenuto dai soggetti non bancari è CUR = crD = 0,02 × 25 = 0,5 milioni di euro, un aumento, quindi, di 0,5 milioni. 25.4 Se la banca centrale vende 50 euro di titoli di Stato in cambio di moneta, l’effetto immediato consiste nella riduzione della quantità di moneta nelle mani del pubblico di 50 euro. Per riportare la loro disponibilità di moneta al livello desiderato di 1000 euro, il pubblico preleverà 50 euro dalle banche commerciali, riducendo le riserve bancarie da 200 a 150 euro. Il rapporto riserve-depositi d’equilibrio equivale a 0,2, quindi alla fine i depositi devono essere pari a 150 euro in riserve divisi per 0,2, ovvero 750 euro. (Notate che per ridurre i depositi, le banche commerciali dovranno “richiamare” i prestiti, riducendo i loro prestiti in circolazione.) L’offerta di moneta è pari a 1000 euro in moneta detenuta dal pubblico più 750 euro in depositi, ovvero 1750 euro. Di conseguenza l’acquisto di mercato aperto ha ridotto l’offerta di moneta da 2000 a 1750 euro. 25.5 Se il tasso di interesse nominale è superiore al valore di equilibrio, significa che gli individui detengono una quantità di moneta maggiore di quella desiderata; per farla scendere ne

    euro

    euro

    euro

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    destineranno una parte all’acquisto di attività fruttifere come le obbligazioni. Se tutti si comportano in questo modo, tuttavia, il prezzo dei titoli verrà spinto verso l’alto. Ciò a sua volta equivale a una riduzione dei tassi di interesse di mercato; man mano che questi ultimi scendono, gli individui saranno disposti a detenere una quantità maggiore di moneta. Alla fine i tassi di interesse diminuiscono in misura sufficiente affinché gli operatori siano soddisfatti dell’ammontare di moneta offerta dalla banca centrale, per cui il mercato monetario risulterà in equilibrio.

    Capitolo 26 Non sono presenti esercizi.

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    Capitolo 27 27.1 Nell’Esercizio 23.3 abbiamo visto che un incremento di C pari a 10 unita fa crescere la spesa autonoma e quindi l’intercetta della linea di spesa di 10 unita. La linea di spesa si sposta verso l’alto, parallelamente, di 10 unita, provocando un gap espansivo. Per controbilanciare questo gap, il governo dovrebbe ridurre la sua spesa di 10 unita, riportando la sua spesa autonoma al livello originario. La linea di spesa ridiscende alla sua posizione originaria, riportando la produzione al suo livello iniziale di piena occupazione. Il grafico e l’esatto opposto della Figura 23.4, con la linea di spesa spostata verso l’alto dall’aumento dei consumi e in basso dalla riduzione di bilanciamento della spesa pubblica. 27.2 L’aumento pari a 20 unita degli investimenti programmati corrisponde a un incremento pari a 20 unita della spesa autonoma, che determinera un aumento ancora maggiore della produzione di equilibrio di breve periodo. Per controbilanciare l’incremento pari a 20 unita della spesa autonoma attraverso la politica fiscale, il governo puo ridurre la sua spesa di 20 unita. Alternativamente, puo aumentare le imposte (o ridurre i trasferimenti) per diminuire la spesa per consumi. Poiche MPC _ 0,5, per ridurre la spesa per consumi di 20 unita a ogni livello di produzione, il governo avrà bisogno di aumentare le imposte (o ridurre i trasferimenti) di 40 unita. A ogni livello di produzione, un incremento pari a 40 unita delle imposte fara diminuire il reddito disponibile di 40 unita e spingera i consumatori a ridurre la spesa di 0,5 _ 40 _ 20 unita, necessarie a eliminare il gap espansivo. 27.3 Questo esercizio e esattamente l’opposto dell’Esempio 26.2. In quell’esempio una riduzione di 10 unita nelle esportazioni nette determinava una riduzione della produzione e di 50 unita nell’economia A e 25 in B. Poiché le esportazioni nette sono parte della spesa autonoma segue che il moltiplicatore della spesa e 5 (10x5=50) in A e 2,5 (10x2,5=25) in B. Quindi un aumento di 10 unita nelle esportazioni nette aumentera la produzione di 50 unita in A e 25 in B. in A le imposte nette non cambiano con Y e il deficit non sara influenzato. In B, T = tY e la percentuale d’imposta t=0,25. Poiche l’aumento delle esportazioni nette provoca un aumento della produzione di B di 25 unita, portandola a 4, 825, le entrate fiscali aumenteranno da 1.200 a 1.206,25. Mantenendo la spesa pubblica a 1.200, il governo ora ha un surplus (o deficit negativo) di 6,25. Poiché le entrate fiscali aumentano con Y l’aumento nel reddito disponibile e la spesa in consumi si ridurra in B portando a un minor gap espansivo della produzione.

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    Capitolo 28 28.1 Questo esercizio è il caso esattamente contrario a quello dell’Esempio 27.1.

    Nel grafico, la posizione iniziale di equilibrio dell’economia si trova in corrispondenza di A nel riquadro a sinistra della figura, e in corrispondenza di E1 nel riquadro a destra. La produzione è Y1, cioè maggiore della produzione potenziale Y*, per cui l’economia registra un gap espansivo. Una riduzione dell’offerta di moneta a M2 fa spostare la curva LM a IS2. Un tasso d’interesse maggiore riduce consumo e investimento, con il conseguente calo del reddito. Al diminuire del reddito, la curva di domanda di moneta si sposta verso sinistra, fino a L2, e il nuovo equilibrio si produce in corrispondenza del punto E2, con Y = Y* e i = i2. 28.2 a. Dal momento che il punto E1 giace sulla curva LM, definisce una combinazione di equilibrio tasso di interesse/produzione tale per cui il mercato della moneta è in equilibrio. Ipotizzando che la produzione sia di 4800, la domanda di moneta è MD = 0,2(4800) – 1000i. Se l’offerta di moneta è pari a 910, nel mercato della moneta l’equilibrio è 960 – 1000i, il che comporta un tasso di interesse di equilibrio i = 0,05 ossia del 5%. b. In corrispondenza del punto E2, i =, 0,01 e Y = 5000, per cui la domanda di moneta è MD = 0,2(5000) – 1000(0,01) = 990. Pertanto, per eliminare il gap recessivo, la banca centrale dovrebbe aumentare l’offerta di moneta, portandola da 910 a 990. 28.3 Nel grafico seguente, in corrispondenza del tasso di interesse i1, la curva della domanda di moneta diventa una retta orizzontale o perfettamente elastica.

    Tass

    o d

    i in

    teress

    e,

    i

    i2

    i1

    Tass

    o d

    i in

    teress

    e,

    i

    A

    L2

    i2

    i1

    E2

    E1

    Output, Y Moneta, M

    LM1

    Y1 M1

    LM2

    B

    IS1 L1

    Y* M2

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    Dal momento che il pubblico sarebbe disposto a detenere qualsiasi quantità di moneta al tasso di interesse corrente, l’aumento dell’offerta di moneta non fa variare il tasso di interesse. Anche la curva LM sarà orizzontale e la politica monetaria diverrà del tutto inefficace.

    Moneta, M

    L i1

    M1 M2

    Tass

    o d

    i in

    teress

    e,

    i

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    Capitolo 29 29.1 a. Al livello attuale di inflazione, di produzione e del tasso di interesse reale, una contrazione esogena della spesa in nuovi beni capitali farà diminuire gli investimenti programmati, provocando un calo della spesa aggregata totale (AE) e una riduzione della produzione di equilibrio nel breve periodo. Dal momento che la produzione è diminuita in corrispondenza di un dato livello di inflazione, il calo della spesa in nuovi beni capitali comporta uno spostamento verso sinistra della curva AD. b. Al livello attuale di inflazione, di produzione e del tasso di interesse reale, una riduzione delle imposte sul reddito fa aumentare il reddito disponibile dei consumatori (Y – T), il che comporta un aumento esogeno del consumo a tutti i livelli di reddito. Lo spostamento verso l’alto della funzione di consumo fa aumentare la spesa aggregata totale (AE) e comporta un aumento della produzione di equilibrio nel breve periodo. Dal momento che la produzione è aumentata in corrispondenza di un dato livello di inflazione, la riduzione delle imposte sul reddito comporta uno spostamento verso destra della curva AD. 29.2 a. Uno spostamento verso l’alto della curva relativa alla funzione di reazione della politica monetaria significa che la banca centrale sta innalzando il tasso di interesse reale associato a un dato livello di inflazione. Un aumento del tasso di interesse reale comporta una diminuzione sia del consumo sia della spesa programmata in investimenti, riducendo la spesa aggregata totale e la produzione di equilibrio nel breve periodo. Pertanto, uno spostamento della funzione di reazione della politica monetaria fa sì che il livello di produzione diminuisca per un dato livello di inflazione, comportando uno spostamento verso sinistra della curva AD. b. La funzione di reazione della politica monetaria illustra la risposta a un aumento dell’inflazione innalzando il tasso di interesse reale (un movimento lungo la funzione di reazione della politica monetaria), che comporta una riduzione della spesa totale aggregata e della produzione di equilibrio nel breve periodo. Tuttavia, in questo caso, la risposta della banca centrale a una maggiore inflazione comporta un movimento lungo una data curva AD. Va notato che, sebbene le due azioni appaiano simili, vi è una differenza sostanziale: nel primo caso la banca centrale varia la propria politica per un dato livello dell’inflazione, mentre nel secondo risponde a un tasso di inflazione variabile. Le variazioni della spesa aggregata per un dato livello dell’inflazione comportano uno spostamento della curva AD, mentre le variazioni della spesa aggregata derivanti dalla risposta della banca centrale a un aumento o a un calo dell’inflazione comportano un movimento lungo una data curva AD. 29.3 a. Se l’inflazione attesa per il prossimo anno è del 2% e i lavoratori si aspettano un aumento del 2% dei salari reali, si aspetteranno – e richiederanno – un aumento dei salari nominali del 4%. b. Se l’inflazione attesa per il prossimo anno è del 4%, piuttosto che del 2%, i lavoratori si aspetteranno – e richiederanno – un aumento dei salari nominali del 6%. c. Se il costo salariale subisce un aumento, le imprese dovranno aumentare i prezzi dei beni e dei servizi che esse producono per coprirlo, il che comporterà un aumento dell’inflazione. Nella parte (b), dove l’inflazione attesa era del 4%, le imprese sopporteranno aumenti maggiori dei salari nominali rispetto alla parte (a), dove l’inflazione attesa era di soltanto il 2%. Pertanto, ci aspettiamo che le imprese aumentino maggiormente i prezzi quando l’inflazione attesa è del 4%, piuttosto che quando è del 2%. Da questo esempio è possibile trarre la conclusione che un aumento dell’inflazione attesa comporterà di fatto un tasso di inflazione effettivo più elevato. 29.4 Partendo da una posizione di equilibrio di lungo periodo con un livello di produzione pari a quello potenziale e un’inflazione stabile (ossia il punto in cui la curva della domanda aggregata (AD) interseca le curva dell’offerta aggregata sia di breve sia di lungo periodo (SRAS e LRAS, rispettivamente)), il calo delle esportazioni nette comporterà inizialmente uno spostamento verso

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    sinistra della curva AD è l’economia si dirigerà verso un nuovo livello di produzione di equilibrio di breve periodo più basso, allo stesso livello di inflazione. Lo spostamento della curva AD crea un gap recessivo, dal momento che Y è ora inferiore a Y*. Nel corso del tempo, a causa del gap recessivo, l’inflazione calerà, così come anche l’inflazione attesa. Al diminuire dell’inflazione attesa, la curva SRAS subirà uno spostamento verso destra. La banca centrale risponderà al calo dell’inflazione con una contrazione dei tassi di interesse, il che comporterà un aumento della spesa aggregata e della produzione, con un movimento verso il basso lungo la nuova curva AD. Quando l’inflazione (e i tassi di interesse) sarà scesa abbastanza da eliminare il gap di produzione, l’economia ritornerà a un equilibrio di lungo periodo in cui il livello di produzione è pari a quello potenziale, ma con un tasso di inflazione inferiore a quello precedente al calo della spesa per consumi. 29.5 Un miglioramento tecnologico rappresenta un esempio di shock positivo dal lato dell’offerta, i cui effetti economici sono opposti a quelli illustrati in Figura 28.14. Partendo dal punto B, i progressi tecnologici fanno aumentare la capacità produttiva dell’economia, incrementando l’output potenziale da Y*’ a Y*. Dal momento che l’output effettivo Y*’ è ora inferiore all’output potenziale Y*, inflazione e inflazione attesa scenderanno, spostando la curva SRAS verso destra e stabilendo un nuovo equilibrio di lungo periodo in corrispondenza del punto A in Figura 28.14.

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    Capitolo 30 30.1 Partendo da una posizione di equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto A, un taglio degli investimenti programmati sposta la curva AD verso destra, portandola da AD1 ad AD2. Nel nuovo punto di equilibrio di breve periodo, in corrispondenza di B, l’output effettivo è diminuito al di sotto della produzione (output) potenziale Y*, creando un gap recessivo. Se la banca centrale non reagisce, questo gap comporta una riduzione delle aspettative di inflazione, rappresentata da un movimento verso destra della retta SRAS, da SRAS1 a SRAS2. Nel nuovo equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto C, l’output effettivo è pari all’output potenziale, ma l’inflazione è aumentata fino a π2. Se la banca centrale reagisce innalzando i tassi di interesse, la curva AD ritorna ad AD1, ristabilendo l’equilibrio di lungo periodo in corrispondenza del punto A, e il tasso di inflazione obiettivo viene mantenuto a π1.

    30.2 Partendo da una condizione di equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto A, un taglio dei tassi di interesse (movimento verso il basso della funzione di reazione della banca centrale) sposta la curva AD verso AD2. Sia l’output sia l’inflazione aumentano, ma la maggiore inflazione comporta una maggiore inflazione attesa, per cui la curva SRAS si sposta verso sinistra. Il nuovo equilibrio di lungo periodo si produce in corrispondenza del punto C, con un’inflazione più elevata, ma un output che ritorna al suo livello iniziale Y*. La crescita della moneta comporta nel breve periodo una rapida espansione, ma nel lungo periodo soltanto tassi di inflazione più elevati.

    SRAS1 (πe = π1)

    π1

    AD1

    B

    C

    Output, Y

    AD2

    A

    π2

    SRAS2 (πe = π2)

    Infl

    azi

    on

    e, π

    LRAS

    Y* Y1

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    30.3 a. Partendo da una condizione di equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto A, lo shock positivo dal lato dell’offerta abbassa le aspettative di inflazione e sposta la curva SRAS verso destra. All’inizio l’inflazione subirà un calo e la banca centrale ridurrà i tassi di interesse spostando verso il basso la sua funzione di reazione. I tassi di interesse più bassi stimolano la domanda aggregata e l’economia si sposta lungo AD1 verso il punto B. Tuttavia, poiché la produzione (output) è ora superiore alla produzione potenziale Y*, l’economia registrerà un gap espansivo, che in ultima analisi comporterà una revisione al rialzo delle aspettative sull’inflazione, riportando la curva SRAS verso sinistra e ristabilendo la condizione di equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto A. b. Se la banca centrale opera una contrazione della politica monetaria aumentando i tassi di interesse (spostamento verso l’alto della sua funzione di reazione) la curva della domanda aggregata si sposterà a sinistra verso AD2, generando un nuovo equilibrio di lungo periodo in corrispondenza del punto C, con un tasso di inflazione di equilibrio più basso pari a π2.

    SRAS1 (πe = π1)

    AD1

    B

    C

    Output, Y

    AD2

    A

    π2

    SRAS2 (πe = π2)

    π1 SRAS1 (π

    e = π2)

    SRAS1 (πe = π1)

    AD1

    B

    C

    Output, Y

    AD2

    A

    π2

    SRAS2 (πe = π2)

    π1

    Infl

    azi

    on

    e, π

    LRAS

    Y* Y1

    Infl

    azi

    on

    e, π

    LRAS

    Y*

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    Capitolo 31 31.1 Soluzione in arrivo da Prof. Giuseppe Vittucci. 31.2 Essendo la legge del prezzo unico applicata all’oro, il suo prezzo per oncia deve essere lo stesso a New York e a Stoccolma: $300 = 2500 corone Dividendo entrambe le parti dell’equazione per 300, otteniamo: $1 = 8,33 corone Quindi il tasso di cambio è pari a 8,33 corone per dollaro. 31.3 Un calo del PIL europeo riduce le entrate dei consumatori e quindi le importazioni. Acquistando meno prodotti importati, gli europei offrono meno euro sul mercato dei cambi. Quindi la curva dell’offerta degli euro si sposta verso sinistra. La riduzione dell’offerta fa salire il valore di equilibrio dell’euro. 31.4 La figura mostra una situazione nella quale il valore ufficiale della moneta è inferiore al valore fondamentale, in base alla domanda e all’offerta di moneta sul mercato dei cambi, quindi la moneta è sottovalutata. Al valore ufficiale del tasso di cambio, la quantità domandata della valuta domestica (punto B) è superiore alla quantità offerta (punto A). Per mantenere il valore ufficiale, la banca centrale deve offrire la quantità AB di moneta nazionale sul mercato dei cambi in ciascun periodo. Contrariamente all’esempio di un tasso di cambio sopravvalutato, in questo caso la banca centrale fornisce la sua valuta sul mercato dei cambi e riceve in cambio valuta estera.