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PRIVACY ED E-HEALTH: PROBLEMATICHE E SOLUZIONI di Nadia Martini (*) ______________________________________________________________________________ Sommario Introduzione .................................................................................................................................... 1 Capitolo I - Problematiche giuridiche: l’iniziale vuoto normativo .................................................. 4 Capitolo II Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore: i referti on-line ................ 5 Capitolo III - Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore: il fascicolo sanitario elettronico ..................................................................................................................................... 11 Capitolo IV - La telemedicina: problematiche e soluzioni ............................................................. 18 Capitolo V - Un caso pratico al vaglio del Garante della Privacy: il telemonitoraggio cardiaco ... 26 Conclusioni .................................................................................................................................... 31

Introduzione

L’e-Health - o Sanità in rete - è un neologismo universalmente accettato, nonostante la man-canza di una definizione chiara e condivisa1. Per la Commissione delle Comunità Europee “l’e-Health descrive l’applicazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni attraverso l’intera gamma di funzioni che riguardano il settore sanitario”2. Di pari avviso, è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che definisce l’e-Health quale “utilizzo dell’ICT per la salute”3. Tuttavia, le definizioni ora esaminate - recepite per oltre un decennio in molti paesi, tra cui l’Italia - si limitano a una confusa identificazione tra tecnologia e rete, che porta a materializza-re e a rendere statico il concetto di e-Health. Esso viene infatti identificato in una politica di forniture tecnologiche al settore della sanità: in altre parole, nella complesso delle risorse, solu-zioni e tecnologie informatiche applicate alla sanità4. Ma l’e-Health è molto di più. Come chiarisce Eysenbach, “l’e-Health non è un semplice sviluppo tecnologico: è un campo emergente nell’intersezione tra l’informatica medica, la salute pubblica e il commercio, che fa riferimento ai servizi sanitari e all’informazione, prodotti o potenziati attraverso Internet e le tecnologie correlate. In un senso più ampio, il termine caratterizza non solo uno sviluppo tecni-co, ma anche uno stato mentale, un modo di pensare, un’attitudine e un impegno per un pen-siero globale basato sulla rete. L’e-Health è volto a migliorare la cura della salute a livello locale, regionale e mondiale attraverso la tecnologia dell’informazione e della comunicazione”5.

(*) Avvocato in Milano, specializzata in Diritto della Privacy e delle Nuove Tecnologie presso lo studio legale Nunziante Magrone. 1 MORUZZI, e-health e fascicolo sanitario elettronico, Milano, 2009; OH – RIZO – ENKIN – JADAD, What is eHealth (3): A systematic review of pub-lished definitions, in Journal of Medical Internet Research, VII, 2005. 2 COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIES (30.04.2004), e-Health – making healthcare better for European citizens: an action plan for a Europe-

an e-Health Area. 3 GLOBAL OBSERVATORY FOR EHEALTH in http://www.who.int/kms/initiatives/ehealth/en/.

4 MORUZZI, op. cit., Milano, 2009. 5 EYSENBACH, What is eHealth, in Journal of Medical Internet Research, III, 2001.

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In altre parole, la Sanità in Rete è un innovativo approccio ai servizi sanitari fondato sull’utilizzo di strumenti basati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per sostenere e promuovere la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il monitoraggio delle malattie e la ge-stione della salute e dello stile di vita. Nel corso degli ultimi anni, le applicazioni dell’e-Health sono aumentate sensibilmente. Si è progressivamente affermata la refertazione digitale on-line, ossia la consegna all’assistito mediante procedure telematiche (web, posta elettronica certificata o altre modalità digitali) di referti medici dopo un esame clinico6. Altra applicazione e-Health in grande sviluppo è l’archiviazione, la condivisione e la gestione dei documenti sanitari in formato digitale: in altre parole, il c.d. Fascicolo Sanitario Elettronico, os-sia l’insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi cli-nici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito7. Ma l’iniziativa e-Health che oggigiorno vanta il maggiore incremento e che ha significative pro-spettive di crescita è senza dubbio la telemedicina, ossia “quell’insieme di tecnologie di teleco-municazione e informatiche attraverso il quale è possibile fornire servizi diagnostici e, più in ge-nerale, assistenza medica a pazienti che si trovano in siti distanti da ospedali o presidi speciali-stici”8. O ancora, come chiarisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “l’erogazione di servizi sanitari, quando la distanza è un fattore critico per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni al fine di scambiarsi infor-mazioni utili alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione delle malattie e per garantire un’informazione continua degli erogatori di prestazioni sanitarie e supportare la ricerca e la va-lutazione della cura”9. Insomma, con la telemedicina è l’ospedale ad andare a casa del paziente, non viceversa10. Essa si sostanzia in svariate applicazioni: il teleconsulto (la richiesta da parte di un medico di un parere a distanza di un collega più qualificato), la teleradiologia (il trasferimento attraverso la rete di immagini radiografiche), la telepatologia (la trasmissione di immagini ad un anatomopa-tologo), il telesoccorso (l’assistenza telefonica che garantisce il pronto intervento in caso di ma-lori improvvisi, incidenti domestici, cadute accidentali). Ma l’applicazione più rivoluzionaria è, soprattutto, il telemonitoraggio, anche nelle peculiari forme della telecardiologia, ossia un servizio di telemedicina il cui obiettivo è di sorvegliare le condizioni di salute dei pazienti a distanza. Esso si presenta particolarmente utile nel caso di in-dividui affetti da malattie croniche come l’insufficienza cardiaca: molti di questi pazienti, spesso anziani, necessitano infatti di un controllo regolare a distanza delle condizioni di salute e il te-lemonitoraggio permette, per l’appunto, di controllare costantemente la situazione clinica degli ammalati e quindi di prevenire situazioni d’emergenza e di adottare per tempo misure corretti-ve11. E’ facile comprendere le ragioni del recente sviluppo dell’e-Health e, in particolare, della tele-medicina.

6 Cfr. art. 6 c. 2 lett. d) n. 1 e 2 D.L. 13.5.2011 n. 70, convertito in legge da L. 12.7.2011 n. 106. 7 Cfr. art. 12 D.L. 18.10.2012 n. 179, convertito in legge da L. 17.12.2012 n. 221. 8 BETELLO, CICCARELLI, Le tecnologie satellitari in campo sanitario, in Telemedicina, n. 5, 1997, 32. 9 CANGELOSI, I servizi pubblici sanitari: prospettive e problematiche della telemedicina, in Dir. Famiglia, n. 1, 2007, 431. 10 CONSOLE, Telemedicina e comunicazione medica on-line: il caso italiano, Palermo, 2006-2007.

11 MORUZZI, op. cit., Milano, 2009.

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L’e-Health, come evidenziato da autorevole dottrina12 e recentemente riconosciuto anche dal Ministero della Salute13, è infatti in grado di offrire soluzioni migliori rispetto alle tradizionali forme di assistenza sanitaria: rende accessibili al domicilio del paziente, in tempi generalmente rapidi, servizi che prima erano disponibili solo in ospedale; riduce la necessità di visite di ospe-dali e ambulatori, consentendo un risparmio di tempo e costi di trasporto; migliora l’accesso ai servizi sanitari anche in aree più lontane o disagiate; offre un accesso diretto ad un operatore sanitario, annullando i tempi di attesa per un appuntamento; fornisce un monitoraggio conti-nuato 24 ore su 24. In sostanza l’e-Health, evitando lo spostamento del medico e il ricovero del paziente, migliora l’accesso all’assistenza specializzata in settori che soffrono di carenza di risorse costose; miglio-ra la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie croniche; riduce i costi dell’assistenza me-dica e contribuisce a risolvere il problema – decisamente attuale – dei tagli al sistema sanita-rio14. In altre parole, le iniziative e-Health migliorano l’accesso alle cure, ponendo il cittadino al cen-tro dei sistemi sanitari; inoltre, contribuiscono ad accrescere l’efficienza generale e la sostenibi-lità del settore sanitario.

12 ARGO, PASSAVANTI, ZERBO, PROCACCIANTI, Problematiche medico legali connesse alla telemedicina: illustrazione del sistema “Cardiovox”

nell’azienda sanitaria locale n. 9 di Trapani, in Riv. It. Medicina legale, n. 4-5, 1999, 1125; nonché il sito http://www.it.european-lung-

foundation.org 13 Cfr. intervento del Ministro della Salute R. BALDUZZI al III° Congresso nazionale della SIT – Società Italiana di Telemedicina, tenutosi a Bologna il

16-18 maggio 2012. 14 Sul punto mi permetto di rimandare a MARTINI, Privacy e telemedicina: problematiche giuridiche e soluzioni pratiche nella prassi degli operato-

ri, in Diritto, Economia e Tecnologie della Privacy, n. 2, 2012, 329.

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CAPITOLO I PROBLEMATICHE GIURIDICHE: L’INIZIALE VUOTO NORMATIVO

Sommario: 1. Problematiche giuridiche: il vuoto normativo

1. Problematiche giuridiche: il vuoto normativo

Nonostante i diversi vantaggi sopra evidenziati, l’e-Health e in particolare la telemedicina, pur essendo in forte crescita, non hanno però ancora raggiunto in Italia piena diffusione. Ciò è dipeso senza dubbio dall’iniziale vuoto normativo in materia, che ne ha rallentato l’affermazione. Per molti anni e fino a tempi recentissimi è, infatti, mancato in Italia un quadro normativo di ri-ferimento che disciplinasse in maniera chiara e univoca le varie problematiche giuridiche, in particolare quelle attinenti ai profili di privacy, che hanno ostacolato e rallentano tuttora il completo affermarsi della Sanità in Rete. Non vi è dubbio, infatti, che l’informatizzazione nel settore sanitario implica la registrazione, la comunicazione e il trasferimento dei dati sanitari e solleva quindi vari problemi in materia di norme applicabili, di riservatezza dei dati, di sicurezza delle reti sulle quali i dati viaggiano; non-ché dubbi interpretativi in tema di ruoli e responsabilità professionale dei soggetti che erogano i servizi telematici in medicina, della necessità di un consenso informato e delle misure di sicu-rezza che i fornitori del servizio debbono adottare per garantire la riservatezza dei dati15. Tutti problemi che per lungo tempo sono rimasti insoluti e che gli operatori sanitari – supplen-do alla lacuna normativa – hanno tentato di risolvere nella pratica quotidiana mediante l’adozione di molteplici (e spesso non univoche) soluzioni. Anzitutto, la normativa ritenuta in origine generalmente applicabile è quella generale dettata dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 19616 (in seguito, “Codice Privacy”), che tuttavia non prevede solu-zioni specifiche per l’e-Health. In alcuni casi, gli operatori hanno fornito al paziente una preventiva informazione sulle caratte-ristiche del servizio on-line rigorosamente distinta da quella relativa al trattamento per finalità di cura. In altri casi, invece, non l’hanno provvista affatto. Parimenti, in alcune situazioni, gli operatori hanno ritenuto applicabili le misure minime di sicu-rezza previste dal Codice Privacy, meno tutelanti rispetto a quelle ben più efficaci dell’utilizzo di standard crittografici e di sistemi di wrong authentication. In altre, hanno preferito adottare misure altamente protettive. La mancanza di un chiaro quadro normativo di riferimento ha rischiato quindi per molto tempo di ostacolare l’attività degli operatori. E pertanto di posticipare o addirittura impedire l’erogazione al cittadino di servizi di e-Health invece molto utili, idonei a migliorare sensibilmente le prospettive di cura della collettività17.

15 Cfr. SARZANA, IPPOLITO, La protezione dei dati personali nel campo sanitario: problemi giuridici e tecnologici, in Dir. Informatica, 1, 1999, 29. 16 Si tratta del Codice in materia di protezione dei dati personali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29.07.2003, n. 174. 17 Sul punto mi permetto di rimandare a MARTINI, Privacy, il vuoto normativo della telemedicina, in Il Sole 24 Ore Sanità, n. 48/49, 2010, 16.

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CAPITOLO II LE RECENTI SOLUZIONI ADOTTATE DAL GARANTE E DAL LEGISLATORE: I REFERTI ON-LINE

Sommario: 1. Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore – 2. Segue: I referti on-line – 2.1. Le soluzioni nella prassi del Garante: Le Linee Guida - definizioni, obblighi degli operatori sanitari, misure di sicurezza – 2.1.1. Segue: definizioni – 2.1.2. Segue: obblighi privacy degli operatori sanitari – 2.1.3. Segue: misure di sicurezza – 2.2. Le soluzioni legislative

1. Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore

Finalmente, dopo l’iniziale vuoto normativo di cui si è esposto al precedente capitolo, prima l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e poi il Legislatore sono recentemente in-tervenuti a normare alcune delle applicazioni dell’e-Health, così definitivamente agevolandone lo sviluppo. In particolare, è stata compiutamente regolata la refertazione digitale on-line e quasi ultimata la normazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Si è inoltre avviata la disciplina del servizio di telemedicina, che però si trova ancora a uno stadio crepuscolare ed è quindi inidonea a fornire risposte certe e adeguate ai molteplici quesiti giuridici posti dagli operatori sanitari, in partico-lare in materia di privacy.

2. Segue: i referti on-line

La refertazione on-line è stata regolamentata in primis dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, che svolgendo un lodevole ruolo di supplenza del Legislatore in attesa di una normazione più adeguata, ha approvato le Linee guida in materia di referti on-line del 19 no-vembre 200918, sviscerando approfonditamente tutte le questioni giuridiche in materia di pri-vacy implicate dal servizio e-Health in analisi. Tale disciplina è poi stata integrata, ampliata e migliorata dal Legislatore, che ha normato il ser-vizio in commento all’art. 6 comma 2 lett. d) n. 1 e 2 del decreto legge del 13 maggio 2011, n. 70, convertito dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, recante “Semestre europeo – prime disposi-zioni urgenti per l’economia”19 e con il recente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 201320, che ha dato effettiva attuazione all’applicazione e-Health in esame.

2.1. Le soluzioni nella prassi del Garante: Le Linee Guida - definizioni, obblighi degli operatori sanitari, misure di sicurezza.

2.1.1. Segue: definizioni

Le Linee Guida hanno anzitutto il pregio di chiarire l’ambito di applicazione del provvedimento e quindi di definire nel dettaglio il contenuto dei servizi di refertazione on-line. Più precisamente, esse statuiscono che i servizi oggetto della regolamentazione in commento sono quelli idonei a permettere all’assistito di accedere al referto – inteso come la relazione

18 Provvedimento Garante per la Protezione dei Dati Personali del 19.11.2009 in Boll. n. 110/novembre 2009, doc. web n. 1679033, pubblicato

in Gazzetta Ufficiale dell’11.11.2009, n. 288. 19 In Gazzetta Ufficiale del 12.07.2011, n. 160.

20 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 08.8.2013 “Modalità di consegna, da parte delle Aziende sanitarie, dei referti medici tramite web, posta elettronica certificata e altre modalità digitali, nonché di effettuazione del pagamento online delle prestazioni eroga-te, ai sensi dell’articolo 6, comma 2, lettera d), numeri 1) e 2) del decreto-legge 13 maggio 2011, n.70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, recante «Semestre europeo - prime disposizioni urgenti per l’economia” in Gazzetta Ufficiale del 16.10.2013, n.243.

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scritta sullo stato clinico del paziente dopo un esame clinico o strumentale, rilasciata con moda-lità informatica da parte del medico curante. Tale conoscibilità dei referti viene realizzata – come precisa il Garante - con due modalità: i) la ricezione del referto presso la casella di posta elettronica dell’interessato; ii) il collegamento al sito Internet della struttura sanitaria ove è stato eseguito l’esame clinico, al fine di effettuare il download del referto. In questi casi, vengono forniti al paziente un nome utente e una password all’atto della preno-tazione o dell’effettuazione dell’esame, oppure gli è data la possibilità di effettuare il download del reperto (inteso come il risultato dell’esame clinico o strumentale effettuato, come ad es. un’immagine radiografica, un’ecografica o un valore ematico) assieme al referto stilato dal me-dico. 2.1.2. Segue: obblighi privacy degli operatori sanitari

Il provvedimento del Garante esamina poi nel dettaglio le caratteristiche del servizio in com-mento e gli obblighi in materia di trattamento dati degli operatori sanitari, chiarendo che questi ultimi, nel fornire i servizi di refertazione on-line, devono anzitutto assicurare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale utilizzando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nel rispetto della di-sciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali. Inoltre, il documento ha il pregio di specificare con chiarezza che tali servizi, mancando una normativa che ne prescriva l’obbligatorietà, vanno considerati facoltativi: gli operatori sanitari debbono quindi offrirli con modalità tali da rendere possibile agli assistiti di poter comunque scegliere di non aderire e di ritirare il referto in formato cartaceo. Conseguentemente, gli operatori debbono permettere all’interessato di scegliere - in piena li-bertà - se accedere o meno al servizio di refertazione on-line, garantendogli in ogni caso la pos-sibilità di continuare a ritirare i referti cartacei presso la struttura erogatrice della prestazione. A tal fine – precisa il provvedimento - la struttura sanitaria è quindi tenuta a fornire all’interessato una specifica informativa privacy sulle caratteristiche del servizio di refertazione on-line e a richiedergli un apposito consenso ad hoc al trattamento dei dati personali connessi a tale servizio. Le Linee Guida chiariscono con precisione che l’informativa - che può essere resa anche unita-mente a quella relativa al trattamento dei dati personali per finalità di cura, ma distinta da essa - deve indicare, con linguaggio semplice, tutti gli elementi richiesti dall’art. 13 Codice Privacy. In particolare, va evidenziata la facoltatività dell’adesione ai servizi di refertazione on-line, aventi la finalità di rendere più rapidamente conoscibile all’interessato il risultato dell’esame clinico effettuato. Inoltre, il modulo in esame deve rendere note all’interessato anche le modalità attraverso le quali rivolgersi al titolare per esercitare i diritti di cui agli artt. 7 e ss. Codice Privacy. A ciò si aggiunga che l’informativa deve chiarire che l’interessato può liberamente decidere di non aderire ai servizi e-Health in commento: in tal caso, al paziente andrà comunque garantito il diritto di usufruire delle prestazioni mediche richieste e di ricevere i referti in formato carta-ceo. Infine, il modulo fornito all’interessato deve prevedere, qualora l’assistito abbia scelto di aderi-re ai suddetti servizi di refertazione, che gli sia concesso - in relazione ai singoli esami clinici a cui si sottoporrà di volta in volta - di manifestare una volontà contraria, ovvero che i relativi re-ferti non siano oggetto del servizio di refertazione on-line precedentemente scelto.

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Peraltro – auspica correttamente il Garante – allo scopo di assicurare una piena comprensione degli elementi indicati nell’informativa, l’operatore sanitario titolare del trattamento dovrebbe formare adeguatamente il personale coinvolto sugli aspetti rilevanti della disciplina sulla prote-zione dei dati personali, anche ai fini di un più efficace rapporto con gli interessati. Le Linee Guida statuiscono, infine, che l’operatore - dopo aver fornito l’informativa – è tenuto ad acquisire un autonomo e specifico consenso dell’interessato a trattare i suoi dati personali, anche sanitari, attraverso le suddette modalità di refertazione. In altre parole, il titolare del trattamento deve richiedere al paziente un consenso ad hoc distin-to dal consenso generale al trattamento per finalità di cura - di norma raccolto dall’operatore – a cui il primo si aggiunge e non si sostituisce. 2.1.3. Segue: misure di sicurezza

In ultimo, il pregio più rilevante delle Linee Guida consiste, senza dubbio alcuno, nella dettaglia-ta regolamentazione delle misure di sicurezza che gli operatori sanitari, titolari del trattamento, sono tenuti ad adottare per la protezione dei dati personali trattati per le finalità del servizio di refertazione on-line. Per la prima volta, infatti, è stato fornito agli operatori sanitari, sino a quel momento privi di qualsivoglia guida (non solo normativa, ma anche di prassi), un dettaglio chiaro e preciso sulle cautele da adottare. Tali misure sono distinte in due classificazioni a seconda del servizio di refertazione offerto. Nel caso in cui il servizio che si intenda offrire consti nella possibilità per l’interessato di colle-garsi al sito Internet della struttura sanitaria che ha eseguito l’esame clinico, al fine di effettuare la copia locale (download) o la visualizzazione interattiva del referto, il Garante richiede l’adozione di cautele quali: - protocolli di comunicazione sicuri, basati sull’utilizzo di standard crittografici per la comunica-zione elettronica dei dati, con la certificazione digitale dell’identità dei sistemi che erogano il servizio in rete (protocolli https ssl – Secure Socket Layer); - tecniche idonee ad evitare la possibile acquisizione delle informazioni contenute nel file elet-tronico nel caso di sua memorizzazione intermedia in sistemi di caching, locali o centralizzati, a seguito della sua consultazione on-line; - l’utilizzo di idonei sistemi di autenticazione dell’interessato attraverso ordinarie credenziali o, preferibilmente, tramite procedure di strong authentication; - disponibilità limitata nel tempo del referto on-line (per un massimo di 30 giorni); - possibilità da parte dell’utente di sottrarre alla visibilità in modalità on-line o di cancellare dal sistema di consultazione, in modo complessivo o selettivo, i referti che lo riguardano. Qualora invece il titolare del trattamento intenda inviare copia del referto alla casella di posta elettronica dell’interessato, l’Autorità afferma la necessità di adottare le seguenti misure: - spedizione del referto in forma di allegato a un messaggio e-mail e non come testo compreso nella body part del messaggio; - protezione del file contenente il referto con modalità idonee a impedire l’illecita o fortuita ac-quisizione delle informazioni trasmesse da parte di soggetti diversi da quello cui sono destinati, che potranno consistere in una password per l’apertura del file o in una chiave crittografica rese note agli interessati tramite canali di comunicazione differenti da quelli utilizzati per la spedi-zione dei referti (Cfr. regola 24 del Disciplinare tecnico allegato B) al Codice Privacy)21; 21 Cfr. nota n. 16.

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- convalida degli indirizzi e-mail tramite apposita procedura di verifica on-line, in modo da evita-re la spedizione di documenti elettronici, pur protetti con tecniche di cifratura, verso soggetti diversi dall’utente richiedente il servizio. In ogni caso, precisa il Garante, per il trattamento dei dati nell’ambito dell’erogazione del servi-zio on-line dovrà essere garantita: - la disponibilità di idonei sistemi di autenticazione e di autorizzazione per gli incaricati in fun-zione dei ruoli e delle esigenze di accesso e trattamento (ad esempio, in relazione alla possibili-tà di consultazione, modifica e integrazione dei dati), prevedendo il ricorso alla strong authenti-cation con utilizzo di caratteristiche biometriche nel caso del trattamento di dati idonei a rivela-re l’identità genetica di un individuo; - la separazione fisica o logica dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale dagli altri dati personali trattati per scopi amministrativo-contabili. Le misure in commento, dettagliate dal Garante, sono poi state riprese, ampliate e integrate dalla normazione del Legislatore, che le Linee Guida - vuoi per il loro apprezzabile dettaglio, vuoi per la loro chiara individuazione - hanno avuto il pregio di guidare e indirizzare. 2.2. Le soluzioni legislative

La regolamentazione del Garante per la Protezione dei Dati Personali, ora esaminata, è stata di recente integrata, ampliata e migliorata dal Legislatore, che ha normato il servizio in commento all’art. 6 comma 2 lett. d) n. 1 e 2 del decreto legge del 13 maggio 2011, n. 70, convertito dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, recante “Semestre europeo – prime disposizioni urgenti per l’economia”22 e con il recente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2013 (“DPCM”)23, che ha dato effettiva attuazione all’applicazione e-Health in esame. Il DPCM, che definisce le modalità con cui le aziende sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale adottano procedure telematiche per consentire la consegna, tramite web, posta elettronica certificata e altre modalità digitali, dei referti medici, amplia anzitutto – rispetto alle Linee Gui-da del Garante – l’ambito di applicazione della disciplina. Essa regola, infatti, non più il referto messo a disposizione soltanto tramite web e posta elet-tronica, ma anche con altre modalità digitali di consegna, e cioè mediante il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) o la posta elettronica certificata, anche presso il domicilio digitale del cittadino ovvero con supporto elettronico. Inoltre, il Legislatore incrementa anche il novero dei servizi al paziente, permettendo all’azienda sanitaria di fornire all’interessato servizi aggiuntivi per favorire o facilitare l’utilizzo dei servizi di refertazione on-line, ovvero per migliorare in generale la qualità del servizio offer-to. Tra questi nuovi servizi rientrano, in particolare, quelli di notifica, che permettono al paziente di essere avvisato della messa a disposizione del referto digitale attraverso l’invio di uno short message service (sms) sul numero di telefono mobile, ovvero per mezzo di un messaggio alla casella di posta elettronica indicata all’atto di adesione ai servizi di refertazione on-line. Un altro innovativo servizio consiste nell’inoltro dei referti digitali a un medico designato dall’interessato: esso offre la possibilità all’assistito di richiedere la consegna del referto digitale al medico curante indicato.

22 Vedi nota n. 19. 23 Vedi nota n. 20.

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Il Legislatore, poi, fa proprie le regole formulate dal Garante in merito alla possibilità per gli operatori di riconoscere all’interessato di scegliere di ricevere copia cartacea e non digitale del referto; nonché in punto di informativa e di consenso ad hoc al servizio di refertazione. Infine, con specifico riguardo alle misure di sicurezza, il DPCM integra e completa le cautele det-tate dal Garante, fornendo in questo modo agli operatori sanitari un quadro chiaro e univoco sulle misure da adottare per la protezione dei dati nel contesto della fornitura dei servizi di re-fertazione. Come fatto in precedenza dal Garante, le misure sono distinte in due classificazioni, a seconda del servizio offerto. Nel caso in cui si offra all’interessato la possibilità di collegarsi al sito Internet dell’azienda sani-taria al fine di visualizzare on-line il referto digitale ed effettuarne il download, le cautele pre-scritte dal Legislatore sono le seguenti: - utilizzo di idonei sistemi di identificazione dell’interessato, quali la carta di identità elettronica (CIE) e la carta nazionale dei servizi (CNS); - utilizzo di protocolli di comunicazione sicuri, basati su standard crittografici per la comunica-zione elettronica dei dati, con la certificazione digitale dell’identità dei sistemi che erogano il servizio in rete (protocolli https ssl - Secure Socket Layer); - fissazione di un limite temporale per la disponibilità on-line del referto digitale (non superiore a 45 giorni), permettendo comunque all’interessato, in tale intervallo di tempo, di richiedere di oscurare dal sistema web il referto digitale. Nel caso, invece, in cui il servizio permetta all’interessato di ricevere il referto digitale alla casel-la di posta elettronica da esso indicata, devono essere adottate dall’azienda sanitaria le seguen-ti misure: - il referto digitale deve essere spedito in forma di allegato a un messaggio e non come testo compreso nel corpo del messaggio; - il referto digitale va protetto con tecniche di cifratura e reso accessibile tramite una password per l’apertura del file consegnata separatamente all’interessato. Ancora, per i servizi che permettono di ricevere il referto digitale alla casella di posta elettroni-ca certificata indicata dall’interessato ovvero al proprio domicilio digitale, gli operatori sanitari sono tenuti a garantire che il referto sia spedito in forma di allegato a un messaggio e non come testo compreso nel corpo del messaggio. Se invece il servizio offra all’interessato la possibilità di ricevere il referto tramite apposito sup-porto elettronico (quali memorie USB, DVD, CD, etc), l’azienda sanitaria è tenuta a proteggere il supporto con opportune credenziali di sicurezza (es. username e password), che vanno conse-gnate all’interessato separatamente o in busta chiusa ad un suo delegato. Infine, nel caso in cui si permetta all’interessato di ricevere il referto tramite il proprio fascicolo sanitario elettronico (FSE), debbono essere adottate le seguenti cautele: - utilizzo di idonei sistemi di identificazione dell’interessato, quali la carta di identità elettronica (CIE) e la carta nazionale dei servizi (CNS); - utilizzo di protocolli di comunicazione sicuri, basati su standard crittografici per la comunica-zione elettronica dei dati, con la certificazione digitale dell’identità dei sistemi che erogano il servizio in rete (protocolli https ssl - Secure Socket Layer); - le ulteriori specifiche misure disposte nelle Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettroni-co e di dossier sanitario del 16 luglio 2009 del Garante per la protezione dei dati personali e dal-le disposizioni, attuative dell’art. 12, comma 7, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, con-vertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1 della legge 17 dicembre 2012, n. 221, che saranno meglio esaminate nel prossimo capitolo.

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In conclusione, grazie agli interventi chiarificatori del Garante e del Legislatore, la refertazione on-line ha ricevuto una puntuale e accurata regolamentazione, che sta contribuendo già ora e determinerà senz’altro nel prossimo futuro la piena ed effettiva attuazione dell’applicazione e-Health in commento.

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CAPITOLO III LE RECENTI SOLUZIONI ADOTTATE DAL GARANTE E DAL LEGISLATORE:

IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO

Sommario: 1. Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore: Il Fascicolo Sanitario Elettro-nico – 2. Le soluzioni nella prassi del Garante: Le Linee Guida - definizioni, titolari del trattamento, ob-blighi degli operatori sanitari, misure di sicurezza – 2.1. Segue: definizioni – 2.2. Segue: titolari del trattamento– 2.3. Segue: obblighi privacy degli operatori sanitari – 2.4. Segue: misure di sicurezza – 3. Le soluzioni legislative

1. Le recenti soluzioni adottate dal Garante e dal Legislatore: Il Fascicolo Sanitario Elettronico

Altra applicazione e-Health di recente normazione è il c.d. Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Come avvenuto per i referti on-line, tale servizio è stato regolamentato in primis dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, che svolgendo un ammirevole ruolo di supplenza del Legislatore in attesa di una normazione più adeguata, ha approvato le Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico e di dossier sanitario 16 luglio 200924, affrontando nel detta-glio le molteplici questioni giuridiche in materia di privacy implicate dal servizio e-Health in ana-lisi. Tale disciplina è poi stata integrata, ampliata e migliorata dal Legislatore, che ha normato il ser-vizio in commento all’art. 12 del decreto legge del 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla leg-ge del 17 dicembre 2012, n. 22125. In corso di esame e approvazione è poi il recente Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri26, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 13 marzo 201427 e destinato a dare effettiva attuazione all’applicazione e-Health in esame.

2. Le soluzioni nella prassi del Garante: Le Linee Guida - definizioni, titolari del trattamento, obblighi degli operatori sanitari, misure di sicurezza

2.1. Segue: definizioni

Le Linee Guida hanno anzitutto il pregio di chiarire l’ambito di applicazione del provvedimento e quindi di definire nel dettaglio il contenuto dei servizi di FSE. Si intende per FSE il fascicolo formato con riferimento a dati sanitari originati da diversi titolari del trattamento operanti più frequentemente, ma non esclusivamente, in un medesimo ambito territoriale (es., azienda sanitaria, laboratorio clinico privato operanti nella medesima regione o area vasta). Il FSE è costituito preferendo, di regola, soluzioni che non prevedano una duplicazione in una nuova banca dati delle informazioni sanitarie formate dai professionisti od organismi sanitari che hanno preso in cura l’interessato. In secondo luogo, le finalità che possono essere perseguite attraverso la costituzione del FSE possono essere ricondotte esclusivamente a scopi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dell’interessato medesimo, con esclusione di ogni altra finalità (in particolare, le attività di pro-

24 Provvedimento Garante per la Protezione dei Dati Personali del 16.7.2009, doc. web n. 1634116, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del

03.08.2009, n. 178. 25 Pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18.12.2012, n.294. 26 Cfr. Allegato 1 alle Linee Guida per la presentazione di appositi piani di progetto regionali per il FSE del 31.03.2014, consultabili al link http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2141 27 Cfr. Atti n. 35/CSR del 13.03.2014

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grammazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria, che possono essere, peraltro, espletate in vari casi anche senza la disponibilità di dati personali). 2.2. Segue: titolari del trattamento

Le Linee, adottando una rigida interpretazione poi modificata dal Legislatore, chiariscono poi che il trattamento di dati personali effettuato attraverso il FSE deve essere posto in essere esclusivamente da parte di titolari del trattamento che siano soggetti operanti in ambito sanita-rio. Restano quindi esclusi i periti, le compagnie di assicurazione, i datori di lavoro, le associazioni od organizzazioni scientifiche e gli organismi amministrativi anche operanti in ambito sanitario. Analogamente, l’accesso è precluso anche al personale medico nell’esercizio di attività medico-legale (es. visite per l’accertamento dell’idoneità lavorativa o alla guida), in quanto tali profes-sionisti svolgerebbero la loro attività nell’ambito dell’accertamento di idoneità o status, e non anche all’interno di un processo di cura dell’interessato. Chiarisce ancora il Garante che la titolarità del trattamento dei dati personali effettuato tramite il FSE deve essere di regola riconosciuta alla struttura od organismo sanitario inteso nel suo complesso e presso cui sono state redatte le informazioni sanitarie (es. azienda sanitaria o ospedale) (artt. 4 e 28, comma 1, lett. f) del Codice Privacy)28. I titolari hanno la facoltà di designare gli eventuali soggetti responsabili del trattamento, men-tre devono preporre in ogni caso le persone fisiche incaricate, che possono venire lecitamente a conoscenza dei dati personali trattati (artt. 4, comma 1, lett. g) e h), 29 e 30 del Codice Priva-cy)29. Le persone fisiche legittimate a consultare il FSE devono essere adeguatamente edotte delle particolari modalità di creazione e utilizzazione di tali strumenti. All’atto della designazione degli incaricati, il titolare o il responsabile sono quindi tenuti a indi-care con chiarezza l’ambito delle operazioni consentite (operando, in particolare, le opportune distinzioni tra il personale con funzioni amministrative e quello con funzioni sanitarie), avendo cura di specificare se gli stessi abbiano solo la possibilità di consultare il Fascicolo o anche la fa-coltà di integrarlo o modificarlo. 2.3. Segue: obblighi privacy degli operatori sanitari

Il provvedimento del Garante esamina poi, nel dettaglio, le caratteristiche del servizio in com-mento e gli obblighi in materia di trattamento dati degli operatori sanitari, chiarendo che questi ultimi, nel fornire il servizio di FSE, devono anzitutto assicurare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale, utilizzando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel rispetto della disciplina ri-levante in materia di trattamento dei dati personali. Inoltre, il documento ha il pregio di specificare con chiarezza che tali servizi, mancando una normativa che ne prescriva l’obbligatorietà, vanno considerati facoltativi per l’interessato: gli operatori sanitari debbono quindi offrirli con modalità tali da rendere possibile agli assistiti di poter comunque scegliere di non aderire al FSE.

28 Vedi nota n. 16. 29 Vedi nota n. 16.

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Conseguentemente, essi debbono permettere all’interessato di scegliere - in piena libertà - se accedere o meno al servizio di FSE, garantendogli in ogni caso la possibilità di continuare a usu-fruire delle prestazioni mediche. A tal fine – precisa il provvedimento - la struttura sanitaria è quindi tenuta a fornire all’interessato una specifica informativa privacy sulle caratteristiche del servizio di FSE (artt. 13, 79 e 80 Codice Privacy30) e a richiedergli un apposito consenso ad hoc al trattamento dei dati personali connessi a tale servizio. Le Linee Guida chiariscono con precisione che l’informativa deve indicare l’intenzione di costi-tuire un FSE il più possibile completo, che documenti la storia sanitaria dell’interessato per mi-gliorare il suo processo di cura e, quindi, per fini di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Inoltre, essa spiega in modo semplice le opportunità che offrono tali strumenti, ma, al tempo stesso, l’ampia sfera conoscitiva che essi possono avere. A garanzia del diritto alla costituzione o meno del FSE, l’interessato deve essere informato che il mancato consenso totale o parziale non incide sulla possibilità di accedere alle cure mediche ri-chieste. L’informativa, anche con formule sintetiche, ma agevolmente comprensibili, deve indicare in modo chiaro le categorie di soggetti diversi dal titolare (ad esempio, medico di medicina gene-rale, farmacista) che, nel prendere in cura l’interessato, possono accedere a tali strumenti, non-ché la connessa possibilità di acconsentire che solo alcuni di questi soggetti possano consultar-lo. L’informativa e la relativa manifestazione del consenso possono essere formulate distintamente per ciascuno dei titolari o, più opportunamente, in modo cumulativo, avendo comunque cura di indicare con chiarezza l’ambito entro il quale i singoli soggetti trattano i dati del FSE. L’interessato deve essere poi informato anche della circostanza che il FSE potrebbe essere con-sultato, anche senza il suo consenso, ma nel rispetto dell’autorizzazione generale del Garante, qualora sia indispensabile per la salvaguardia della salute di un terzo o della collettività (Auto-rizzazione generale del Garante n. 2/2013 al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di sa-lute e la vita sessuale del 12 dicembre 2013)31. In aggiunta, ferma restando l’indubbia utilità di un FSE completo, deve essere comunque garan-tito all’assistito il diritto di oscuramento, ossia la possibilità di scegliere di non far confluire in esso alcune informazioni sanitarie relative a singoli eventi clinici (ad esempio, con riferimento all’esito di una specifica visita specialistica o alla prescrizione di un farmaco). L’oscuramento dell’evento clinico (revocabile nel tempo) deve peraltro avvenire con modalità tali da garantire che, almeno in prima battuta, tutti (o alcuni) soggetti abilitati all’accesso non possano venire automaticamente (anche temporaneamente) a conoscenza del fatto che l’interessato ha effettuato tale scelta. Inoltre, il modulo in esame rende note all’interessato anche le modalità attraverso le quali ri-volgersi al titolare per esercitare i diritti di cui agli artt. 7 e ss. Codice Privacy. In aggiunta, si rileva che le Linee Guida statuiscono che l’operatore sanitario - dopo aver fornito l’informativa – è tenuto ad acquisire un autonomo consenso generale dell’interessato a costi-tuire il FSE e consensi specifici ai fini della sua successiva alimentazione e consultazione o meno da parte dei singoli titolari del trattamento (es. medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, farmacista, medico ospedaliero).

30 Vedi nota n. 16. 31 In Gazzetta Ufficiale del 27.12.2013, n. 302, doc. web n. 2818529, consultabile al link

http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/2818529

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Infine, il Garante pone a carico dell’operatore sanitario, titolare del trattamento, l’ulteriore onere di comunicare all’Autorità la costituzione del FSE, mediante una apposita comunicazione da effettuarsi secondo il modello adottato dall’Autorità. 2.4. Segue: misure di sicurezza

A differenza di quanto fatto in precedenza per la refertazione on-line, il Garante non ha partico-larmente approfondito il tema delle misure di sicurezza che gli operatori sanitari, titolari del trattamento, sono tenuti ad adottare per la protezione dei dati personali trattati per le finalità del servizio FSE. Le Linee Guida si sono infatti limitate a prevedere che i titolari del trattamento debbono utiliz-zare idonei accorgimenti per la protezione dei dati registrati rispetto ai rischi di accesso abusi-vo, furto o smarrimento parziali o integrali dei supporti di memorizzazione o dei sistemi di ela-borazione portatili o fissi (ad esempio, attraverso l’applicazione anche parziale di tecnologie crittografiche a file system o database, oppure tramite l’adozione di altre misure di protezione che rendano i dati inintelligibili ai soggetti non legittimati). Più precisamente, il Garante ha prescritto l’adozione delle seguenti cautele: - idonei sistemi di autenticazione e di autorizzazione per gli incaricati in funzione dei ruoli e del-le esigenze di accesso e trattamento (ad esempio, in relazione alla possibilità di consultazione, modifica e integrazione dei dati); - procedure per la verifica periodica della qualità e coerenza delle credenziali di autenticazione e dei profili di autorizzazione assegnati agli incaricati; - individuazione di criteri per la cifratura o per la separazione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale dagli altri dati personali; - tracciabilità degli accessi e delle operazioni effettuate; - sistemi di audit log per il controllo degli accessi al database e per il rilevamento di eventuali anomalie; - protocolli di comunicazione sicuri basati sull’utilizzo di standard crittografici per la comunica-zione elettronica dei dati tra i diversi titolari coinvolti. Le misure in commento, dettagliate dal Garante, sono poi state integrate dalla normazione del Legislatore.

3. Le soluzioni legislative

La regolamentazione del Garante per la Protezione dei Dati Personali ora esaminata è stata di recente ampliata e migliorata dal Legislatore, che ha normato il servizio in commento all’art. 12 del decreto legge del 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla legge del 17 dicembre 2012, n. 22132. In corso di esame e approvazione è poi il recente Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri33, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 13 marzo 2014 e destina-to a dare effettiva attuazione all’applicazione e-Health in esame34. La legge 221/2012 succitata – che, facendo propria la determinazione del Garante, definisce il FSE come l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi riguardanti l’assistito – aggiunge anzitutto che il FSE va istituito dalle regioni e province autonome entro il termine (che pare perentorio) del 30 giugno 2015.

32 Vedi nota n. 25. 33 Vedi nota n. 26. 34 Vedi nota n. 27.

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Inoltre, amplia – rispetto al dettato delle Linee Guida del Garante – l’ambito di applicazione del-la disciplina, prevedendo che il FSE possa essere costituito non soltanto per le finalità di pre-venzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche per quelle di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; nonché per gli scopi di programmazione sanita-ria, di verifica delle qualità delle cure e di valutazione dell’assistenza sanitaria. Il Legislatore conferma poi la prescrizione del Garante in merito al diritto dell’interessato di scegliere se e quali dati inserire nel FSE. Infine, la legge in commento molto opportunamente auspica la pronta adozione di un decreto attuativo, che stabilisca i contenuti del FSE nonché i limiti di responsabilità e i compiti dei sog-getti che concorrono alla sua implementazione, i sistemi di codifica dei dati, le garanzie e le mi-sure di sicurezza da adottare nel trattamento dei dati personali nel rispetto dei diritti dell’assistito, le modalità e i livelli diversificati di accesso al FSE, la definizione e le relative mo-dalità di attribuzione di un codice identificativo univoco dell’assistito che non consenta l’identificazione diretta dell’interessato, i criteri per l’interoperabilità del FSE a livello regionale, nazionale ed europeo, nel rispetto delle regole tecniche del sistema pubblico di connettività. Tale decreto è stato di recente finalizzato nel suo Schema dal Tavolo Tecnico coordinato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e dal Ministero della Salute - con i rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle Regioni e delle Province Autonome, nonché dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e del CISIS (Centro Interregionale per i Sistemi Informatici, Geografici e Statistici) – che il 31 marzo 2014 hanno pubblicato le Linee Guida per la presentazione di appo-siti piani di progetto regionali per la realizzazione del FSE, prospettando anche – all’allegato 1 – lo Schema attuativo da emanarsi a cura del Presidente del Consiglio 35. Lo Schema in commento – approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 13 marzo 2014 e at-tualmente in corso di esame e approvazione – coglie nel segno, regolamentando puntualmente le svariate problematiche giuridiche implicate dal servizio in commento, e in particolare quelle privacy. Il documento ha anzitutto il pregio di chiarire, per la prima volta, i contenuti obbligatori e facol-tativi del FSE. In particolare, prevede che il FSE possa includere un nucleo minimo di dati e documenti, non-ché dati e documenti integrativi che permettono di arricchire il Fascicolo stesso. Precisamente, il nucleo minimo, uguale per tutti i fascicoli istituiti da Regioni e Province auto-nome, è costituito da: dati identificativi e amministrativi dell’assistito; referti, inclusi quelli con-segnati ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 agosto 201336; verbali di pronto soccorso; lettere di dimissione; profilo sanitario sintetico; dossier farmaceutico; consen-so o diniego alla donazione degli organi e tessuti. Il FSE può inoltre contenere, a seconda delle scelte regionali in materia di politica sanitaria e del livello di maturazione del processo di digitalizzazione, contenuti quali: prescrizioni (specialisti-che, farmaceutiche, etc.); prenotazioni (specialistiche, di ricovero, etc.); cartelle cliniche; bilanci di salute; assistenza domiciliare: scheda, programma e cartella clinico-assistenziale; piani dia-gnostico-terapeutici; assistenza residenziale e semiresidenziale; scheda multidimensionale di valutazione; erogazione farmaci; vaccinazioni; prestazioni di assistenza specialistica; prestazioni di emergenza urgenza (118 e pronto soccorso); prestazioni di assistenza ospedaliera in regime di ricovero; certificati medici; taccuino personale dell’assistito; relazioni relative alle prestazioni erogate dal servizio di continuità assistenziale; autocertificazioni; partecipazione a sperimenta-

35 Vedi nota n. 26. 36 Cfr. Capitolo n. II e nota n. 20.

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zioni cliniche; esenzioni; prestazioni di assistenza protesica; dati a supporto delle attività di te-lemonitoraggio; dati a supporto delle attività di gestione integrata dei percorsi diagnostico-terapeutici. Ancora, lo Schema individua - con maggior precisione rispetto al Garante - i contenuti dell’informativa che gli operatori sanitari sono tenuti a rendere all’interessato e le prescrizioni in merito al consenso al trattamento effettuato mediante il FSE. Precisamente, con riguardo all’informativa, essa deve indicare tutti gli elementi richiesti dall’articolo 13 Codice Privacy37. In particolare, è necessario che contenga: - la definizione del FSE sopra esaminata; - le finalità del fascicolo, così come indicate dal comma 2 dell’articolo 12 del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, poc’anzi commentato; - le modalità del trattamento, specificando che i dati sono trattati con l’ausilio di strumenti elet-tronici e sono trasmessi attraverso reti telematiche; - l’indicazione che è necessario esprimere un consenso specifico al trattamento dei dati per l’alimentazione del FSE e l’informazione che il mancato consenso, o la revoca dello stesso in un momento successivo, non comporta conseguenze in ordine all’erogazione delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi socio-sanitari; - l’indicazione che è necessario esprimere un ulteriore specifico consenso limitatamente alla consultazione dei dati e documenti presenti nel FSE; - l’indicazione delle categorie di soggetti, diversi dai titolari del trattamento, che in qualità di re-sponsabili o incaricati possono accedere al FSE; - l’informazione che il FSE, qualora sia indispensabile per la salvaguardia della salute di un terzo o della collettività, può essere consultato anche senza il consenso dell’assistito ma nel rispetto dell’Autorizzazione Generale al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, rilasciata dall’Autorità Garante38; - gli estremi identificativi del/dei titolare/i del trattamento dei dati personali trattati mediante il FSE e di almeno un responsabile se individuato, indicando le modalità per conoscere l’elenco aggiornato dei responsabili; - le modalità con cui rivolgersi al titolare o al responsabile designato, per esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del Codice Privacy. Con riferimento al consenso dell’interessato, invece, lo Schema chiarisce che occorre sia l’autorizzazione alla costituzione del FSE sia quella alla sua successiva alimentazione. Il FSE può essere quindi alimentato esclusivamente sulla base del consenso libero e informato da parte dell’assistito, che può essere espresso (e poi revocato) anche per via telematica, previo accesso al FSE. Vengono inoltre per la prima volta puntualmente distinti i titolari del trattamento per ogni sin-gola finalità per cui il FSE sia istituito. Infatti, nel caso di trattamenti per finalità di cura, sono qualificati come titolari i soggetti del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi socio-sanitari regionali che prendono in cura l’assistito. Per i trattamenti effettuati per scopi di ricerca, sono invece titolari le regioni e province auto-nome e il Ministero della salute, nei limiti delle rispettive competenze attribuite dalla legge. Inoltre, per le finalità di governo, titolari sono le regioni e province autonome, il Ministero della salute e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

37 Vedi nota n. 16. 38 Si veda nota n. 31.

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Infine, lo Schema dettaglia (con maggior chiarezza rispetto al Garante) le misure di sicurezza che gli operatori debbono adottare per la protezione dei dati trattati mediante il FSE. In particolare, nell’utilizzo di sistemi di memorizzazione o archiviazione dei dati vanno attuati idonei accorgimenti per la protezione dei dati registrati rispetto ai rischi di accesso abusivo, fur-to o smarrimento parziali o integrali dei supporti di memorizzazione o dei sistemi di elaborazio-ne portatili o fissi (ad esempio, attraverso l’applicazione anche parziale di tecnologie crittografi-che a file system o database, oppure tramite l’adozione di altre misure di protezione che ren-dano i dati inintelligibili ai soggetti non legittimati). Mentre per la consultazione in sicurezza dei dati contenuti nel FSE debbono essere assicurati: - idonei sistemi di autenticazione e di autorizzazione per gli incaricati in funzione dei ruoli e del-le esigenze di accesso e trattamento; - procedure per la verifica periodica della qualità e coerenza delle credenziali di autenticazione e dei profili di autorizzazione assegnati agli incaricati; - protocolli di comunicazione sicuri basati sull’utilizzo di standard crittografici per la comunica-zione elettronica dei dati tra i diversi titolari coinvolti; - individuazione di criteri per la cifratura o per la separazione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale dagli altri dati personali; - tracciabilità degli accessi e delle operazioni effettuate; - sistemi di audit log per il controllo degli accessi e per il rilevamento di eventuali anomalie; Inoltre, molto prudentemente, lo Schema prescrive che nel caso in cui dati trattati nell’ambito del FSE subiscano violazioni tali da comportare la perdita, la distruzione o la diffusione indebita di dati personali, il titolare del trattamento è tenuto ad effettuare una segnalazione al Garante entro una settimana dal verificarsi dell’evento, contenente: una descrizione della natura della violazione dei dati personali occorsa, compresi le categorie e il numero di interessati coinvolti; l’indicazione dell’identità e delle coordinate di contatto del responsabile della protezione dei dati; la descrizione delle conseguenze della violazione dei dati personali subita; le misure pro-poste o adottate per porre rimedio alla violazione dei dati personali. In conclusione, lo Schema di decreto attuativo ha puntualmente integrato e senz’altro migliora-to la regolamentazione del Garante: è quindi a nostro avviso pienamente idoneo a determinare, una volta approvato, la piena ed effettiva attuazione dell’applicazione e-Health in commento. Se ne auspica pertanto una pronta e rapida adozione.

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CAPITOLO IV LA TELEMEDICINA: PROBLEMATICHE E SOLUZIONI

Sommario: 1. La telemedicina – 2. Le Linee Guida: definizioni, finalità, vantaggi e altri contenuti – 2.1. Segue: definizioni – 2.2. Segue: finalità e vantaggi – 2.3. Segue: altri contenuti – 2.4. Le Linee Guida e gli aspetti di privacy – 3. La telemedicina e le problematiche senza risposta normativa: I ruoli e le re-sponsabilità – 3.1. Segue: Il consenso informato – 3.2. Segue: Le misure di sicurezza – 3.3. Segue: Il trasferimento dei dati all’estero

1. La telemedicina

L’applicazione e-Health di più recente regolamentazione è la telemedicina. Il 20 febbraio 2014, la Conferenza Stato-Regioni ha infatti approvato il documento “Telemedici-na – Linee di indirizzo nazionali”39, che per la prima volta indirizza l’operato nel campo delle ini-ziative di telemedicina, dando indicazioni per la disciplina uniforme della telemedicina nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale40. Le Linee Guida sono state predisposte dal Tavolo di lavoro per la telemedicina, istituito il 24 febbraio 2011 dal Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio in seno al Consiglio Superiore di Sanità, con l’obiettivo di creare i presupposti abilitanti alla diffusione di servizi di telemedicina concretamente integrati nella pratica clinica e fornire risposte efficaci ai modificati bisogni di sa-lute dei cittadini. Come chiarito dal Tavolo di lavoro, il documento ha il pregio di rappresentare il riferimento uni-tario nazionale per l’implementazione di servizi di telemedicina e di individuare gli elementi di riferimento necessari per una coerente progettazione e impiego di tali sistemi nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e del più ampio contesto europeo. Infatti, le Linee Guida propongono un modello di governance condivisa, indicando gli elementi imprescindibili alla progettazione e all’impiego di dispositivi di telemedicina nell’ambito del Si-stema Sociosanitario Nazionale; definiscono con chiarezza i servizi in commento ed evidenziano i vantaggi dell’applicazione in esame. Tuttavia, il documento dedica poco spazio alle problematiche in materia di privacy e di tratta-mento dati, che però frequentemente si verificano in telemedicina e che restano, quindi, per la gran parte insolute.

2. Le Linee Guida: definizioni, finalità, vantaggi e altri contenuti

2.1. Segue: definizioni

Le Linee Guida hanno anzitutto il pregio di definire con chiarezza i servizi di telemedicina. Per telemedicina, il documento in commento, intende infatti una modalità di erogazione di ser-vizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Informa-tion and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località. La telemedicina - chiarisce ancora il provvedimento - comporta la trasmissione sicura di infor-mazioni e dati di carattere medico nella forma di testi, suoni, immagini o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti.

39 Consultabile al link http://www.nsis.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2129_allegato.pdf 40 Cfr. sul punto le dichiarazioni del Ministero della Salute consultabili al link www.salute.gov.it

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Comunque – mette in guardia il documento - i servizi di telemedicina vanno assimilati a qua-lunque servizio sanitario diagnostico/ terapeutico, dovendo quindi ottemperare a tutti i diritti e obblighi propri di qualsiasi atto sanitario. Essi non sostituiscono quindi la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medi-co-paziente, ma la integrano per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza e appropriatez-za. 2.2. Segue: finalità e vantaggi

Inoltre, il provvedimento specifica i vantaggi e le finalità dell’applicazione e-Health in esame. Quanto ai vantaggi, il documento chiarisce che la telemedicina è anzitutto idonea a garantire equità di accesso all’assistenza sanitaria, rendendo disponibile un’assistenza sanitaria qualifica-ta in aree remote. Inoltre, l’applicazione in esame può migliorare la qualità dell’assistenza garantendo la continui-tà delle cure: è infatti idonea a portare direttamente presso la casa del paziente il servizio del medico, senza che questo si allontani dal suo studio e senza che il paziente stesso sia costretto a muoversi. L’utilizzo di strumenti di telemedicina garantisce maggiore efficacia, efficienza, appropriatezza: ad esempio, può anche essere previsto a supporto della terapia farmacologica per migliorare la compliance del farmaco. Infine, uno dei più importanti vantaggi dei nuovi modelli organizzativi è rappresentato da una potenziale razionalizzazione dei processi sociosanitari con un possibile impatto sul contenimen-to della spesa sanitaria, riducendo il costo sociale delle patologie. Con riguardo invece alle finalità, la telemedicina può avere scopi di prevenzione secondaria, diagnosi, cura, riabilitazione e monitoraggio, intendendosi per: - prevenzione: i servizi dedicati alle categorie di persone già classificate a rischio o persone già affette da patologie (ad esempio diabete o patologie cardiovascolari), le quali, pur conducendo una vita normale devono sottoporsi a costante monitoraggio di alcuni parametri vitali (ad esempio, del tasso di glicemia per il paziente diabetico); - diagnosi: i servizi che hanno come obiettivo quello di muovere le informazioni diagnostiche anziché il paziente. Un iter diagnostico completo è difficilmente eseguibile attraverso l’uso esclusivo di strumenti di telemedicina, ma essa può costituire un completamento o consentire approfondimenti utili al processo di diagnosi e cura, ad esempio, attraverso la possibilità di usu-fruire di esami diagnostici refertati dallo specialista presso l’ambulatorio del medico di medicina generale, la farmacia, il domicilio del paziente; - cura: i servizi finalizzati a operare scelte terapeutiche e a valutare l’andamento prognostico ri-guardante pazienti per cui la diagnosi è ormai chiara. Si tratta ad esempio, di servizi di teledialisi o della possibilità di interventi chirurgici a distanza; - riabilitazione: i servizi erogati presso il domicilio (o altre strutture assistenziali) a pazienti cui viene prescritto l’intervento riabilitativo, tra cui i bambini, i disabili, i cronici, gli anziani; - monitoraggio: la gestione, anche nel tempo, dei parametri vitali, definendo lo scambio di dati (parametri vitali) tra il paziente (a casa, in farmacia, in strutture assistenziali dedicate, etc.) in collegamento con una postazione di monitoraggio per l’interpretazione dei dati. 2.3. Segue: altri contenuti

Le Linee propongono, inoltre, una classificazione delle prestazioni erogate mediante servizi di telemedicina e una descrizione delle caratteristiche e dei processi di attuazione.

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In particolare, i servizi di telemedicina sono distinti in telemedicina specialistica, telesalute e te-leassistenza. La categoria della telemedicina specialistica comprende le varie modalità con cui si forniscono servizi medici a distanza all’interno di una specifica disciplina medica. Dipendentemente dal ti-po di relazione tra gli attori coinvolti, le prestazioni della telemedicina specialistica si possono realizzare secondo le seguenti modalità: - televisita: è un atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente. La dia-

gnosi che scaturisce dalla visita può dar luogo alla prescrizione di farmaci o di cure. Durante la televisita un operatore sanitario, che si trovi vicino al paziente, può assistere il medico. Il collegamento deve consentire di vedere e interagire con il paziente e deve avvenire in tem-po reale o differito.

- teleconsulto: è un’indicazione di diagnosi e/o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente. Si tratta di un’attività di consulenza a distanza fra medici che permette a un professionista di chiedere il consiglio di uno o più medici, in ragione di specifica formazione e competenza, sulla base di informazioni mediche legate alla presa in carico del paziente.

- telecooperazione sanitaria: è un atto consistente nell’assistenza fornita da un medico o al-tro operatore sanitario ad un altro medico o altro operatore sanitario impegnato in un atto sanitario. Il termine viene anche utilizzato per indicare la consulenza fornita a quanti pre-stano un soccorso d’urgenza.

La telesalute attiene principalmente all’assistenza primaria. Essa riguarda i sistemi e i servizi che collegano i pazienti, in particolar modo cronici, con i medici. Ciò al fine di assisterli nella diagno-si, monitoraggio, gestione, responsabilizzazione degli stessi. Tale applicazione permette a un medico (spesso di medicina generale in collaborazione con uno specialista) di interpretare a distanza i dati necessari al telemonitoraggio di un paziente, preve-dendo un ruolo attivo sia del medico (presa in carico del paziente) che dell’assistito (autocura). Per teleassistenza, si intende invece un sistema socio-assistenziale per la presa in carico della persona anziana o fragile a domicilio, tramite la gestione di allarmi, di attivazione dei servizi di emergenza, di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi. La teleassistenza ha un contenuto prevalentemente sociale, con confini sfumati verso quello sanitario, con il quale dovrebbe connettersi al fine di garantire la continuità assistenziale. In aggiunta, le Linee Guida analizzano i modelli, i processi e le modalità di integrazione dei rela-tivi servizi a distanza nella pratica clinica, giungendo a proporre un modello organizzativo di tipo relazionale, basato sui rapporti tra gli attori che partecipano alla erogazione di una prestazione in telemedicina (pazienti/caregivers, medici e altri operatori sanitari). Poi, esse si dedicano agli aspetti di informazione e formazione dei pazienti/caregivers, medici e altri operatori sanitari, segnalando come sia indispensabile ai fini di una ampia diffusione della telemedicina, che non solo gli assistiti ma anche i professionisti sanitari ricevano un’adeguata formazione in materia. Infine, le Linee descrivono le modalità di integrazione della telemedicina nel servizio sanitario nazionale, con riferimento ai criteri di autorizzazione e accreditamento e agli accordi contrat-tuali con i Sistemi Sanitari Regionali, affrontando anche gli aspetti di remunerazione e valuta-zione economica dei servizi di telemedicina. 2.4. Le Linee Guida e gli aspetti di privacy

Purtroppo, però, le Linee Guida dedicano poco spazio alle problematiche in materia di privacy e di trattamento dati, che frequentemente si verificano in telemedicina.

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Il documento in esame ha infatti senz’altro il pregio di chiarire che le operazioni sui dati perso-nali e sanitari del cittadino necessarie per l’erogazione di servizi di telemedicina rientrano tra i trattamenti di dati sensibili effettuati mediante strumenti elettronici, che sono regolati dalle di-sposizioni del Codice Privacy41. Ciò comporta, dunque, che le modalità e le soluzioni necessarie per assicurare confidenzialità, integrità e disponibilità dei dati dovranno essere adottate in coerenza con le misure di sicurezza espressamente previste dal Codice Privacy e dal relativo Allegato B (Disciplinare Tecnico in ma-teria di misure minime di sicurezza)42. Inoltre, le Linee Guida hanno l’ulteriore valore di precisare gli adempimenti privacy a cui gli operatori sanitari sono obbligati nei confronti degli assistiti. Precisamente, essi sono tenuti a fornire ai pazienti anzitutto un’adeguata informativa, a richie-dere il consenso informato dell’interessato e a informare l’assistito in merito ai propri diritti dell’assistito sui propri dati personali. Ciononostante, le Linee non forniscono un modulo unitario di informativa, limitandosi ad auspi-care che essa venga elaborata sulla base di “modelli di informative precise e il più possibile uni-formi (nei contenuti) a livello nazionale, in quanto le prestazioni a distanza si possono svolgere anche in Regioni differenti e, in prospettiva, anche a livello europeo”. Né contemplano la possibilità che il consenso non debba, in taluni casi, essere necessariamente richiesto (ad esempio, in caso di urgenza). Inoltre, le Linee Guida non danno soluzione a svariate problematiche che, da tempo, affliggono gli operatori del settore sanitario. In particolare, quelle concernenti i ruoli e le responsabilità - lato privacy - dei soggetti che ero-gano i servizi di telemedicina; le misure di sicurezza che bisogna adottare per proteggere op-portunamente i dati trattati nel contesto dei servizi de quibus; la fornitura della prestazione da parte di outsourcees collocati in nazioni diverse da quella in cui ha sede il provider del servizio di telemedicina. Insomma, le Linee guida rappresentano senz’altro un importante risultato che, per la prima vol-ta, individua gli elementi di riferimento necessari per una coerente implementazione dei servizi in commento. Tuttavia, molte questioni vanno ancora risolte. Pertanto, solo una più puntuale presa di posizione del Legislatore potrà chiarire, finalmente, le problematiche ancora pendenti e, quindi, agevolare una volta per tutte l’erogazione al cittadino dei servizi di telemedicina.

3. La telemedicina e le problematiche senza risposta normativa: I ruoli e le responsabilità

Una fondamentale problematica ancora aperta e non risolta dalle Linee Guida sulla telemedici-na è anzitutto quella concernente i ruoli e le responsabilità dei soggetti che erogano i servizi di telemedicina. Infatti, come evidenzia compiutamente autorevole dottrina43, in ogni applicazione di telemedi-cina è possibile identificare essenzialmente tre soggetti a cui attribuire, in maniera diversa e ponderata, una porzione di responsabilità legale per la prestazione che viene erogata. Primo tra questi è chi trasmette i dati, vale a dire il fruitore del servizio cioè il paziente stesso (c.d. inte-ressato). Il secondo soggetto è chi tratta i dati a fini di tutela della salute dell’interessato, ossia l’ospedale o il professionista sanitario che esegue a distanza la prestazione e l’assistenza sanita-

41 Vedi nota n. 16. 42 Vedi nota n. 16. 43 Cfr. CANGELOSI, I servizi pubblici sanitari: prospettive e problematiche della telemedicina, in Dir. Famiglia, n. 1, 2007, 431.

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ria e che appalta a terzi in outsourcing la fornitura del servizio di telemedicina (outsourcee). In-fine, vi è il fornitore dei servizi e degli strumenti necessari alla realizzazione della prestazione di telemedicina (outsourcer), che nell’esercizio della propria attività può venire a conoscenza dei dati dell’interessato. Nella pratica, il rapporto interessato – outsourcer - outsourcee in commento è posto in essere facendo ricorso alternativamente a una pluralità di accordi contrattuali che individuano, a livel-lo di privacy, i ruoli e le responsabilità dei protagonisti della telemedicina. Mentre il fruitore del servizio riveste sempre la posizione di interessato44, varia invece nella ca-sistica quotidiana la qualificazione dell’outsourcee che appalta a terzi il servizio (il medico o l’ente sanitario) e dell’outsourcer che fornisce il servizio di telemedicina. Infatti, come ben evidenzia un noto autore45, quando sussiste in capo all’outsourcer e all’outsourcee un’ampia libertà decisionale nel definire i caratteri essenziali del trattamento, si è in presenza di due distinti controller46, con la conseguenza che il flusso di informazioni che si instaurerà fra di essi verrà necessariamente qualificato in termini di trasmissione di dati fra au-tonomi titolari del trattamento; quando invece la gestione dei dati risulti diretta dall’outsourcee, quest’ultimo sarà il controller, mentre l’outsourcer il processor. Rilevanti, continua l’autore ora citato, sono le implicazioni collegate all’adozione di uno o dell’altro modello organizzativo. Se infatti viene privilegiata l’indipendenza dei soggetti, l’outsourcer beneficerà di una riduzione degli oneri in termini di adempimenti normativi in relazione ai trattamenti esternalizzati. Tuttavia, l’adozione del modello in commento fa venir meno il controllo dell’outsourcee sul trattamento posto in essere dall’outsourcer, con conseguente rischio per l’outsourcee di subire danni a causa dell’eventuale illecito trattamento posto in essere dall’outsourcer nella gestione dei dati. Qualora invece venga adottato il secondo modello organizzativo sopra evidenziato, l’outsourcee controllerà direttamente e puntualmente la gestione dei dati, ma – ovviamente – continuerà ad essere responsabile sia per il trattamento dallo stesso posto in essere direttamente, sia per l’attività di gestione dei dati svolta dall’outsourcer. Pertanto, in entrambi i casi, l’outsourcee dovrà puntualmente regolamentare i propri rapporti con l’outsourcer e adottare apposite clausole contrattuali o che prevedano specifiche ipotesi di risoluzione del contratto nel caso di inadempimenti dell’outsourcer; o che quantifichino preven-tivamente i danni con clausole penali ad hoc; oppure che impongano all’outsourcer di adottare adeguate misure di sicurezza e/o efficaci soluzioni assicurative. Nonché, ovviamente, specifica-re nell’informativa che verrà resa all’interessato il potere dell’outsourcee di mettere i dati a di-sposizione di terzi autonomi titolari o responsabili (ad esempio, l’outsourcer) ed i limiti entro cui i dati potranno essere resi disponibili al responsabile o comunicati all’autonomo titolare. Varie sono le soluzioni che gli operatori hanno prospettato con riguardo al problema in oggetto. Tuttavia, tutte sono parziali e lasciate al libero arbitrio dell’operatore di turno: pertanto, solo una presa di posizione del Legislatore in merito al modello organizzativo da adottare in materia di e-Health potrà chiarire, finalmente, ruoli e responsabilità dei protagonisti della medicina te-lematica e, quindi, agevolare una volta per tutte l’erogazione al cittadino dei servizi di teleme-dicina.

44 Art. 4 lett. i), Codice in materia di protezione dei dati personali, citato in nota n. 16. 45 MANTELERO, Processi di outsourcing informatico e cloud computing: la gestione dei dati personali e aziendali, in Il diritto dell’informazione e

dell’informatica, n. 4-5, 2010. 46 Art. 4 lett. f) e 28, Codice in materia di protezione dei dati personali, citato in nota n. 16.

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3.1. Segue: Il consenso informato

Nella telemedicina riveste poi importanza cruciale il c.d. consenso libero, specifico e informato dell’interessato. Anche questa tematica non è ancora stata sviscerata dal Legislatore. Secondo la sua accezione privacy, il consenso informato è l’autorizzazione del paziente al trat-tamento dei propri dati correlato all’atto di telemedicina, a fronte di preventiva e idonea infor-mativa. Qualsiasi applicazione dell’e-Health implica, infatti, un trattamento dati e pertanto il paziente, giusta gli artt. 13, 77-80 Codice Privacy47, deve essere adeguatamente informato sulle caratteri-stiche del servizio di medicina a distanza che sarà fornito, sul trattamento dati che detto servi-zio implica, sui possibili rischi collegati, sulle misure di sicurezza che l’operatore ha adottato per proteggere i dati sensibili raccolti e garantirne la riservatezza48. Nella prassi quotidiana, gli operatori – dopo una prima fase di adeguamento al nuovo obbligo di informativa – sono andati pacificamente conformandosi al principio de quo, eleggendo a norma l’impiego di moduli informativi di varia densità e chiarezza, predisposti dall’operatore, che spe-cificano le finalità e le modalità del trattamento posto in essere nell’ambito della fornitura del servizio di e-Health, nonché sul riparto dei ruoli privacy fra outsourcee e outsourcer49. Mentre è pacifico nella prassi il rispetto dell’obbligo di informativa, resta tuttavia ancora con-troversa la questione del consenso dell’interessato al trattamento correlato alla fornitura dei servizi di telemedicina. Sul tema, duplice è l’orientamento degli operatori sanitari. Alcuni, infatti, interpretando rigidamente le norme di cui agli artt. 26 e 81 Codice Privacy, su-bordinano l’erogazione del servizio di telemedicina al previo consenso scritto del paziente al trattamento dei dati. Se questi non ha acconsentito per iscritto al trattamento dei dati correlato all’erogazione di prestazioni con modalità e-Health, il servizio di telemedicina non potrà essere erogato. Secondo altri, invece, il trattamento dei dati correlato alla fornitura del servizio di telemedicina non necessita sempre e in ogni caso del consenso dell’interessato50. Infatti, secondo l’art. 76 Codice Privacy, il trattamento può avvenire anche senza il consenso dell’interessato, quando è effettuato per finalità di tutela della salute e dell’incolumità fisica della collettività. In tal caso opera, infatti, l’Autorizzazione Generale del Garante Privacy n. 2/2013, che permette all’operatore sanitario di trattare i dati senza il consenso dell’interessato. Analoghe considerazioni valgono anche per il caso in cui il trattamento dei dati sia finalizzato allo svolgimento di attività amministrative correlate a quelle di telemedicina, come ad esempio quelle relative ad attività di carattere socio-assistenziale, con particolare riferimento ai servizi di assistenza economica o domiciliare, di telesoccorso, di accompagnamento e trasporto. Infatti, a norma degli artt. 20 e 85 Codice Privacy, almeno nel settore della sanità pubblica, la comunicazione dei dati dovrebbe potere avvenire senza il consenso dell’interessato, dato che le attività amministrative in commento rivestono – proprio ai sensi dell’art. 85 (relativo ai compiti del Servizio Sanitario Nazionale) - rilevante interesse pubblico.

47 Si veda nota n. 16. 48 CANGELOSI, op. cit., in Dir. Famiglia, n. 1, 2007, 431. 49 IZZO, Medicina e diritto nell’era digitale: i problemi giuridici della cybermedicina, in Danno e resp., n. 8-9, 2000, 807. 50 CANGELOSI, op cit., in Dir. Famiglia, n. 1, 2007, 431.

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Anche in questo caso, s’impone quindi l’intervento chiarificatore del Legislatore o del Garante: esso permetterebbe infatti di determinare, una volta per tutte, se il paziente fruitore del servi-zio di telemedicina debba o meno fornire il preventivo consenso al trattamento dei dati correla-to alla prestazione e-Health. 3.2. Segue: Le misure di sicurezza

Altro aspetto non adeguatamente normato e causa di resistenza alla diffusione dei sistemi di telemedicina è costituito dal rischio per la sicurezza dei dati. Tutte le comunicazioni di dati in via telematica implicano, infatti, svariati problemi concernenti la sicurezza e la privatezza dei dati comunicati a distanza. In particolare51, frequenti possono essere i rischi generati dal comportamento degli operatori (come la violazione di procedure di autorizzazione e autenticazione), dal malfunzionamento dei sistemi (a causa di virus informatici e di programmi dannosi che possono pregiudicare l’integrità dei dati trasmessi), da azioni esterne (quali gli accessi non autorizzati ai sistemi). Per far fronte a queste problematiche, gli operatori usano anzitutto adottare una serie di misu-re di sicurezza a carattere preventivo. A titolo esemplificativo, si menzionano le tecniche di cifratura dei dati sensibili, che permettono di identificare gli interessati solo in caso di necessità; nonché i sistemi di strong authentication e l’uso di credenziali per l’accesso ai sistemi informatici, allo scopo di impedire l’accesso abusivo ai sistemi. Inoltre, al fine di proteggere ancor più opportunamente la riservatezza del dato, si è affermata tra gli operatori la buona prassi di affiancare alle misure di sicurezza esaminate opportuni rime-di contrattuali ed efficaci soluzioni assicurative. In tal modo, infatti, gli operatori riescono a fronteggiare al meglio i danni potenziali che, in caso di perdita o di furto di informazioni, potrebbero raggiungere anche notevoli entità in ragione della natura dei dati interessati. In ogni caso, è ovvio che un’adeguata soluzione della problematica della sicurezza potrà essere raggiunta solo mediante un intervento normativo, che indichi nel dettaglio le più opportune mi-sure di sicurezza e i più adeguati mezzi di tutela che gli operatori debbono adottare al fine di proteggere i dati trattati nel contesto delle operazioni di telemedicina. 3.3. Il trasferimento dei dati all’estero

Ulteriore tematica che il Legislatore non ha ad oggi opportunamente esaminato attiene ai servi-zi di telemedicina che implicano la fornitura della prestazione e-Health da parte di outsourcees collocati in nazioni diverse da quella in cui ha sede l’outsourcer: servizi spesso visti con sospetto dagli operatori sanitari. In tal caso, infatti, viene a instaurarsi un flusso di dati tra Paesi che sovente assicurano un diver-so livello di tutela ai diritti delle persone fisiche e che quindi, in alcuni casi, possono non fornire garanzie sufficienti per la tutela della riservatezza delle persone. Per questo motivo, nella prassi quotidiana, molti operatori preferiscono evitare ogni problema adottando servizi di telemedicina che non implicano il trasferimento transfrontaliero di dati, ma unicamente un trasferimento intra UE.

51 MANTELERO, op. cit., in Il diritto dell’informazione e dell’informatica, n. 4-5, 2010.

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Tuttavia, per maggiore chiarezza della problematica e per convenienza degli operatori, si segna-la che la disciplina comunitaria52, così come quella nazionale53, hanno posto molta attenzione al profilo dei flussi transfrontalieri di dati in commento e l’hanno precisamente regolato54. In particolare, le norme citate postulano che l’invio di dati verso un Paese terzo è ammesso ove l’interessato abbia manifestato espressamente e per iscritto il proprio consenso al trasferimen-to di dati all’estero55; nonché, anche in difetto di consenso, quando la Commissione Europea constata che un Paese non appartenente alla UE è dotato di una normativa privacy che garanti-sce un livello di protezione adeguato56. Comunque, laddove manchi una congrua normativa a tutela dei dati, gli operatori possono fis-sare per contratto le garanzie minime a difesa dei soggetti interessati del trattamento, anche avvalendosi delle clausole tipo approvate dalla Commissione Europea57. Tali clausole, infatti, come ben chiarisce l’art. 1 delle decisioni in commento, “costituiscono ga-ranzie sufficienti ai fini della tutela della riservatezza, dei diritti e delle libertà fondamentali del-le persone, nonché per l’esercizio dei diritti connessi a norma dell’articolo 26, paragrafo 2, della direttiva 95/46/CE”. In altre parole, anche un servizio di telemedicina che implichi il trasferimento transfrontaliero è idoneo - se acconsentito dall’interessato o se ben regolato a livello normativo e/o contrattuale - a proteggere nella maniera più adeguata la riservatezza dell’interessato.

52 Cfr. Direttiva 95/46/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24.10.1994, sulla Tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento

dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati. 53 Vedi nota n. 16. 54 MANTELERO, op. cit., in Il diritto dell’informazione e dell’informatica, n. 4-5, 2010. 55 Cfr. art. 26 c. 1 lett. a) Direttiva 95/46/CE e art. 43 c. 1 lett. a) Codice in materia di protezione dei dati personali, indicato in nota n. 16. 56 Cfr. art. 25 Direttiva 95/46/CE e art. 44 c. 1 lett. b) Codice in materia di protezione dei dati personali, in nota n. 16. 57 Cfr. Decisione della Commissione del 15.06.2001, C (2010) 1539 e Decisione della Commissione del 05.02.2010, C (2010) 593.

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CAPITOLO V UN CASO PRATICO AL VAGLIO DEL GARANTE DELLA PRIVACY: IL TELEMONITORAGGIO CARDIACO

Sommario: 1. Il provvedimento del Garante sul trattamento dei dati personali attraverso un sistema "Rfid" di monitoraggio a distanza di pazienti portatori di defibrillatori cardiaci impiantabili attivi: con-tenuti – 2. Riflessioni critiche

1. Il provvedimento del Garante sul trattamento dei dati personali attraverso un sistema "Rfid" di monitoraggio a distanza di pazienti portatori di defibrillatori cardiaci impiantabili at-tivi: contenuti

Le problematiche giuridiche poc’anzi esaminate hanno fatto da sfondo e trovato concreta solu-zione in un recente e interessante caso di telemonitoraggio cardiaco, affrontato dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali con provvedimento del 29 novembre 201258. L’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia e la Sorin CRM Sas hanno, infatti, rappresentato all’Autorità di voler attivare un sistema Rfid di monitoraggio remoto per consentire agli opera-tori sanitari di controllare a distanza i pazienti portatori di defibrillatori cardiaci impiantabili at-tivi. Con riferimento alle finalità che si intendono perseguire tramite il predetto sistema chiamato "Remote Monitoring System" (di seguito RMS), è stato rappresentato che il RMS è sviluppato dalla società Sorin CRM Sas (che produce e commercializza tecnologie mediche per la cardiochi-rurgia e per la cura di patologie cardiovascolari), per permettere agli operatori sanitari di effet-tuare il controllo a distanza dei dati clinici registrati dal dispositivo cardiaco impiantato nel pa-ziente, così monitorando eventuali anomalie ed effettuando la defibrillazione, ove necessaria, senza bisogno che il paziente si sottoponga a visite ospedaliere. Per quanto concerne poi le modalità di funzionamento del RMS, è stato illustrato che i dati regi-strati dal dispositivo impiantato sono inviati in modalità wireless - tramite tecnologia Rfid - a un monitor installato a casa del paziente in date ed ad ore predeterminate dai medici preposti al controllo medico dell’interessato. I dati così ricevuti sono quindi trasferiti, attraverso linea tele-fonica o GPRS, dal monitor a un server centrale, dove vengono memorizzati ed elaborati per generare dei report (in formato PDF) consultabili e analizzabili, attraverso un’interfaccia web, dai medesimi medici senza che il paziente debba recarsi presso la struttura sanitaria per la visita di controllo. Nella rappresentazione delle modalità di funzionamento del sistema, è stato evidenziato che esso è composto dai seguenti elementi: - un monitor (HM) situato a casa del paziente e costituito da un box elettronico il quale, tramite una connessione in radio frequenza, consente di collegarsi al dispositivo impiantato e di trasfe-rire automaticamente i dati grezzi memorizzati dall’impianto cardiaco al server centrale, per mezzo della rete telefonica pubblica fissa o mobile; - il back office (BO), costituito da un server centrale che, attraverso un applicativo con un’interfaccia web resa disponibile dal sistema, consente ai medici di consultare ed esaminare i report contenenti i dati memorizzati dall’impianto cardiaco e di programmare visite di controllo a distanza ad intervalli prestabiliti, nonché di pianificare visite di controllo su richiesta del pa-ziente;

58 Cfr. Provvedimento Garante per la Protezione dei Dati Personali, Trattamento dei dati personali attraverso un sistema "Rfid" di monitoraggio a distanza di pazienti portatori di defibrillatori cardiaci impiantabili attivi. Verifica preliminare richiesta da Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia e Sorin CRM Sas, del 29.11.2012, doc. web n. 2276103.

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- il back office analyzer (BA), costituito da diverse applicazioni software che elaborano i dati grezzi ottenuti dall’impianto cardiaco generando i predetti report, consultabili attraverso l’interfaccia web, ovvero memorizzabili dai medici sui loro personal computer. È stato precisato, altresì, che per il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio a di-stanza sono stati predisposti dei servizi di assistenza tecnica su tre livelli: il servizio di primo li-vello è volto a fornire assistenza per via telefonica ai pazienti e agli operatori sanitari che utiliz-zano il sistema; il secondo e il terzo livello intervengono invece qualora l’assistenza di primo li-vello non sia in grado di risolvere telefonicamente i problemi prospettati e si renda necessario un intervento sui sistemi per assicurare la manutenzione della rete e della infrastruttura tecnica del sistema. In tal modo, l’operatore – senza che il paziente debba recarsi dal sanitario per sottoporsi a visi-te mediche - monitora costantemente la situazione clinica del malato, individuando e gestendo tempestivamente sia i problemi legati al device impiantato (come l’esaurimento della batteria) sia i problemi clinici che precedono la comparsa dei sintomi e lo scompenso del paziente (dia-gnosi precoce di fibrillazione atriale e/o di compenso cardiaco). Così riuscendo efficacemente a prevenire e impedire le situazioni d’emergenza e di morte cardiaca improvvisa. La fornitura del servizio in esame implica, inoltre, la raccolta e la trasmissione dall’abitazione del paziente al server del sistema RMS tramite la rete telefonica di dati del paziente, e precisa-mente: - di dati identificativi del paziente (nominativo, indirizzo, numero di telefono, numero seriale del dispositivo, numero seriale del monitor), che vengono registrati nel sistema, attraverso l’applicativo web, dai medici dell’Azienda Ospedaliera che hanno in cura l’assistito cui è impian-tato il dispositivo; - di dati clinici registrati dal defibrillatore, che sono trasmessi al monitor tramite tecnologia Rfid e da questo al server del sistema RMS mediante la linea telefonica, quindi elaborati sotto forma di report dalle applicazioni rese disponibili dal sistema e consultabili in sola lettura dai predetti operatori sanitari mediante l’interfaccia web; - di dati di carattere tecnico relativi al funzionamento del sistema (ad esempio, lo stato della batteria del dispositivo, i livelli di assorbimento di potenza) generati automaticamente dal Tag Rfid e dal monitor, i quali sono accessibili al fornitore e agli altri operatori cui sono affidati in outsourcing compiti di manutenzione e di sicurezza del sistema. In altre parole, il trattamento in commento solleva svariate problematiche in termini di privacy, specialmente in tema di ruoli e responsabilità dei protagonisti del servizio, di modalità di infor-mazione sul telemonitoraggio e di acquisizione del consenso da parte dell’interessato, nonché in materia di misure di sicurezza delle reti sulle quali i dati viaggiano. Per tali ragioni, l’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia e la Sorin CRM Sas si sono corret-tamente rivolte al Garante per la Privacy perché indicasse le necessarie e opportune prescrizio-ni idonee a rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti. L’Autorità - supplendo all’attuale vuoto normativo in tema di telemedicina in attesa dell’ambito intervento del Legislatore - ha prescritto l’adozione di una pluralità di cautele. Anzitutto, con riguardo alla questione concernente i ruoli e le responsabilità dei protagonisti del servizio, ha ritenuto che nella fattispecie in esame l’Azienda Ospedaliera si configuri come tito-lare del trattamento dei dati personali dei pazienti trattati attraverso il sistema di monitoraggio a distanza, mentre la Sorin CRM Sas assuma il ruolo di responsabile. Ciò in quanto, come espressamente chiarito dal Garante, nello specifico caso di specie è stato puntualmente accertato che “la Sorin CRM Sas non effettua alcuna attività di raccolta diretta dei dati dei pazienti e che essa non ha accesso ai locali dell’Azienda Ospedaliera (non potendo quindi interloquire con le persone), ma è richiesta di trattare i dati personali necessari a fini di

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manutenzione e di sicurezza del sistema per conto della struttura sanitaria. Sono invece gli ope-ratori sanitari dell’Azienda Ospedaliera a raccogliere i dati identificativi dei pazienti impiantati direttamente da questi ultimi e a crearne il relativo "profilo" nel sistema inserendo tali dati at-traverso l’applicazione web”. Inoltre, la problematica dell’informativa è stata risolta prevedendo in primis la consegna ai pa-zienti da parte degli operatori di un idoneo modulo di informativa al trattamento dati che speci-fichi, in particolare, le caratteristiche del servizio di telemonitoraggio che sarà fornito e men-zioni chiaramente il ruolo di responsabile della Sorin CRM Sas. Con riguardo al consenso, il Garante ha poi prescritto che l’interessato debba fornire un con-senso libero, espresso e scritto al trattamento correlato al servizio di telemedicina in commen-to, non rilevando a tal fine il semplice comportamento concludente (art. 23, commi 1 e 3 Codice Privacy59). Pertanto, il Garante ha escluso che la soluzione del silenzio-assenso (opt-out), per l’eventuale consultazione dei dati sanitari dell’interessato da parte di medici non appartenenti alla struttu-ra sanitaria presso la quale è in cura l’interessato, soddisfi i requisiti della disciplina sulla prote-zione dei dati, ancorché si tratti di medici coinvolti nella cura dell’interessato (es. il medico di medicina generale, il cardiologo specialista). Chiarisce quindi l’Autorità che “è necessario che l’eventuale messa a disposizione di dati clinici dell’interessato, registrati dal servizio RMS, a favore di altri operatori sanitari che abbiano in cu-ra l’interessato, quali titolari autonomi del trattamento, sia resa possibile soltanto a condizione che l’interessato stesso vi abbia acconsentito espressamente e specificamente (ad esempio, sul-la base dell’autorizzazione fornita di volta in volta dall’interessato attraverso la consegna di una smart card mediante la quale sia reso possibile a singoli operatori sanitari, quali autonomi tito-lari, accedere al servizio RMS)”. Infine, relativamente alle misure di sicurezza, il Garante – dimostrando una notevole perspica-cia – non prescrive di applicare per analogia le rigide prescrizioni dettate per gli altri servizi di sanità elettronica (tra cui quelli di refertazione on-line e di fascicolo sanitario elettronico, sopra esaminati), ma suggerisce l’adozione di misure ad hoc pensate per lo specifico caso di telemoni-toraggio in esame, tra cui: - sistemi di memorizzazione e archiviazione (file system o data-base system) con funzioni critto-grafiche avanzate basate su algoritmi robusti dei dati clinici dei pazienti registrati nel server centrale, inclusi i report elaborati sulla base (i) dei dati raccolti dal dispositivo, (ii) di quelli regi-strati dagli operatori sanitari attraverso l’interfaccia web resa disponibile, nonché (iii) di quelli gestiti dal sistema di backup; - protocolli di comunicazione sicuri basati sull’utilizzo di standard crittografici per la trasmissio-ne dei dati grezzi dal defibrillatore al monitor, per la trasmissione elettronica dei dati grezzi rac-colti dal defibrillatore al server centrale e per tutte le comunicazioni via Internet assicurate dal protocollo SSL basato sullo scambio di chiavi asimmetriche; - idonee procedure per l’attribuzione dei profili di autorizzazione degli incaricati del trattamen-to in funzione dei ruoli e delle esigenze di accesso e trattamento (es. procedure di autenticazio-ne per l’accesso ai dati dei pazienti e procedure di controllo per verificare che le richieste di ac-cesso ai dati siano effettuate da utenti debitamente autorizzati); - opportuni accorgimenti (basati su tecnologie crittografiche) al fine di assicurare l’integrità dei dati clinici trasmessi al server centrale e di garantire l’inalterabilità dei medesimi dati;

59 Vedi nota n. 16.

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- duplicazione periodica dei dati in un sito di emergenza in modo da prevenire perdite acciden-tali dei medesimi; - procedure preventive anti-intrusione quali firewall e intrusion detection systems (IDS) a prote-zione del server centrale; - verifiche periodiche sulla qualità e coerenza delle credenziali di autenticazione e dei profili di autorizzazione assegnati agli incaricati del trattamento; - sistemi di audit log per il controllo degli accessi al sistema e per il rilevamento di eventuali anomalie; - misure di sicurezza perimetrali quali la predisposizione di un’infrastruttura con caratteristiche idonee di robustezza e affidabilità.

2. Riflessioni critiche

Il provvedimento del Garante della Privacy, ora commentato, ha senza dubbio il pregio di sup-plire alla mancanza di una disciplina normativa che affronti puntualmente le problematiche giu-ridiche – in ispecie in campo di trattamento dati – implicate da un servizio di telemedicina. Tuttavia, mentre alcune delle soluzioni adottate dall’Autorità possono costituire utili indicazioni per titolari di analoghi trattamenti effettuati in campo sanitario, altre invece non possono a no-stro avviso avere applicazione generalizzata a casi simili a quello in esame. Tra le soluzioni senz’altro estensibili per analogia (ed eventualmente integrabili con altre richie-ste dal caso concreto) rientrano le prescrizioni in tema di misure di sicurezza. Fino alla presa di posizione del Garante, gli operatori sanitari avevano infatti preferito tenere un comportamento prudente e applicare per analogia le rigide prescrizioni dettate dal Garante del-la Privacy per la fattispecie dei servizi di sanità elettronica (tra cui quelli di refertazione on-line e del fascicolo sanitario elettronico). In particolare, si erano adottate elevate misure di sicurezza tecnologica come l’utilizzo di standard crittografici e di sistemi di strong authentication. Con il rischio, però, che la previsione di onerosi (e forse non necessari) obblighi in capo al provi-der del servizio, rallentasse e posticipasse la distribuzione sul mercato italiano di un servizio di telemedicina di particolare utilità. La prescrizione del Garante in punto di misure di sicurezza dà quindi una guida chiara e precisa agli operatori, semplificandone lodevolmente l’operato. Diversa è invece la questione concernente i ruoli e le responsabilità dei protagonisti del servizio, risolta dal Garante con la qualificazione di Sorin CRM Sas quale responsabile del trattamento. Tale soluzione non può essere infatti generalizzata, dipendendo dal caso concreto. Nella specie, il Garante ha infatti rilevato che la Sorin CRM Sas non effettua alcuna attività di raccolta diretta dei dati dei pazienti e che essa non ha accesso ai locali dell’Azienda Ospedalie-ra. Conseguentemente, l’ha correttamente qualificata come responsabile (e non invece titolare) del trattamento. L’Autorità avrebbe invece giudicato diversamente, giungendo a qualificare la Sorin come titola-re del trattamento, se avesse accertato che quest’ultima compie attività di raccolta diretta dei dati dei pazienti e trattamento indipendente e autonomo dei dati per i propri fini (ad esempio, per le finalità di gestione, controllo, funzionamento e manutenzione del sistema di telemonito-raggio). Anche la soluzione prescelta alla problematica del consenso informato (risolta prevedendo la richiesta di un consenso libero, espresso e scritto dell’interessato al trattamento correlato al servizio di telemedicina in commento) non può essere automaticamente generalizzata. Infatti, il trattamento dei dati correlato alla fornitura di un servizio sanitario non necessita sem-pre e in ogni caso del consenso dell’interessato.

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Secondo l’art. 76 Codice Privacy60, il trattamento può avvenire anche senza il consenso dell’interessato, quando è effettuato per finalità di tutela della salute e dell’incolumità fisica della collettività. In tal caso opera, infatti, l’Autorizzazione Generale del Garante Privacy n. 2/201361, che permette all’operatore sanitario di trattare i dati senza il consenso dell’interessato. Infine, alcune problematiche non verificatesi nel caso concreto non sono state ovviamente esaminate dal Garante. Ad esempio, la questione del trasferimento di dati o di conservazione di dati all’estero, che resta quindi ancora priva di un’univoca soluzione. Pertanto, è evidente che solo una più puntuale presa di posizione del Legislatore potrà chiarire, finalmente, le problematiche ancora pendenti e agevolare una volta per tutte l’erogazione al cittadino dei servizi di telemedicina.

60 Vedi nota n. 16. 61 Vedi nota n. 31.

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CONCLUSIONI Riassumendo, l’e-Health è senza dubbio uno strumento rivoluzionario in grado di offrire solu-zioni migliori rispetto alle tradizionali forme di assistenza sanitaria: rende, infatti, accessibili al domicilio del paziente, in tempi generalmente rapidi, servizi che prima erano disponibili solo in ospedale; riduce la necessità di visite di ospedali e ambulatori, consentendo un risparmio di tempo e costi di trasporto; migliora l’accesso ai servizi sanitari anche in aree più lontane o disa-giate; offre un accesso diretto ad un operatore sanitario, annullando i tempi di attesa per un appuntamento; fornisce un monitoraggio continuato 24 ore su 24. In sostanza, migliora l’accesso all’assistenza specializzata in settori che soffrono di carenza di ri-sorse costose; migliora la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie croniche; riduce i co-sti dell’assistenza medica e contribuisce a risolvere il problema – decisamente attuale – dei tagli al sistema sanitario. Tuttavia, nonostante i diversi vantaggi sopra evidenziati, l’e-Health e soprattutto l’applicazione della telemedicina non sono ancora riusciti a raggiungere in Italia piena diffusione. Ciò a causa di varie problematiche giuridiche, attinenti prevalentemente ai profili di privacy, che hanno rallentato lo sviluppo dei servizi di e-Health e ostacolano tutt’oggi il completo affermarsi della medicina a distanza. Tra le più rilevanti, la mancanza di un quadro normativo di riferimento - supplito more tempore solo per il servizio di refertazione on-line e, seppur in parte, per quello di Fascicolo Sanitario Elettronico - ma totalmente carente per quello di telemedicina. Nonché i dubbi relativi ai ruoli e alle responsabilità dei soggetti che erogano i servizi di teleme-dicina, all’obbligatorietà del consenso dell’interessato, alle misure di sicurezza che debbono es-sere adottate nella fornitura della prestazione e-Health e alla trasferibilità dei dati all’estero. Le problematiche descritte, che pure hanno trovato una condivisibile e compiuta soluzione nel caso di telemonitoraggio cardiaco poc’anzi esaminato, rischiano però di pregiudicare la diffu-sione di servizi idonei a migliorare la salute del paziente e quindi, in ultima analisi, di danneggia-re il cittadino. Per evitare tutto ciò è opportuna una presa di posizione del Legislatore che, contemperando sapientemente i diritti costituzionali alla riservatezza dei dati e alla salute del paziente, ultimi la normazione del servizio e-Health del Fascicolo Sanitario Elettronico e detti una disciplina ade-guata del trattamento dei dati nel campo della medicina telematica, chiarendone la titolarità, le finalità e le misure di sicurezza e fornendo altresì modelli ad hoc dei documenti privacy neces-sari nel caso di specie (informativa, modelli di consenso e nomine). In tal modo, gli operatori sa-ranno in grado di rendere più agevolmente i servizi in commento e il cittadino potrà più facil-mente fruirne. Ne conseguiranno una tutela migliore del diritto alla salute del cittadino e un più corretto bilan-ciamento dell’interesse del paziente alla riservatezza dei dati.