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PROMETEO DICEMBRE 2010

PROMETEOInforma N18 - Dicembre 2010

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Semestrale su tutte le novità di Prometeo

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La prima edizione del premioFIRC, che dopodomani vieneconsegnato dal Presidente dellaRepubblica in occasione dellagiornata nazionale della ricercasul cancro, si tenne in unapiovosa serata del 1996 aMilano, in una sala del museoPoldi-Pezzoli. Quella sera GuidoVenosta in persona, grandeesempio di lungimiranza sulno-profit in Italia e acutomecenate della ricerca a cuioggi il premio FIRC è intitolato,era giunto al termine di unt r en t enn i o a l l a gu i d adell’Associazione e dellaFondazione italiana per laricerca sul cancro.Al piccolo pubblico convenutodisse che era tempo che nonfossero solo i calciatori e lamoda a dare lustro al nostroPaese ma che anche il lavorodelle imprese e le intelligenzedelle persone avessero il giustoriconoscimento. Invitò sul podioun giovane chirurgo a cui strinseentrambe le mani in un caldosaluto e gli disse con sinceroaffetto: “Bravo! Mi raccomando,continui così, continui a crederenella ricerca”.Dopo la cerimonia, dopo gliapplausi, il medico cercò unnuovo incontro con il grandevecchio dalla stretta affettuosa,ma non ci riuscì mai: troppocomplesso il suo mestiere,troppo poco il tempo cherimaneva a entrambi, troppostretta la via “dell’arte lunga edella vita breve” che a titolodiverso avevano deciso dipercorrere.

Quell’invito a credere nel valoredella ricerca come strumentodi concreto miglioramento dellamedicina rimane però oggicome a l lo ra a segnareprofondamente i g iornidell’assistenza, della solidarietà,della sconfitta e del successodi quel medico, come di tutti imedici impegnati con le propriemani o con gli strumenti dellatecnologia o con i farmaci, acurare gli ammalati di tumore.

La ricerca che allora valse ilpremio FIRC era una “ricercaclinica” ovvero condotta sullepersone malate di cancro e nonsulle numerose condizioni dellamalattia surrogate in laboratorio.In quello studio pubblicato suun “top Journal” come il NewEngland Journalof Medicine sidimostrava checon il trapiantosi poteva guarired a l c a n c r oepatico e sidef inivano ic r i t e r i d aapplicare nellasce l ta de l lep e r s one d aindirizzare al trapianto perottenere con alta probabilità laloro guarigione.

Q u e i c r i t e r i f u r o n oprogressivamente applicati intut to i l mondo, s ino atrasformare il trapianto dif ega t o pe r t umo re daind icaz ione neg le t ta eimproponibile a strumentoi n d i s p e n s a b i l e p e rprogrammare al meglio le curedisponibili per il carcinomaepatico. Per effetto di quelrisultato e degli altri cheseguirono il carcinoma delf e g a t o , l aquinta causa dim o r t e p e rc a n c r o n e lmondo, si ètrasformato dam a l a t t i a“orfana” ovveropriva di cureefficaci a unadelle aree dil a v o r o eprogresso più vital i delpanorama dell’oncologia.Come per molti altri tumori, iprogressi degli anni successivia quel primo salto di qualitànella gestione clinica deipazienti con epatocarcinomafurono dovuti ai progressi dellaricerca sui meccanismi geneticie molecolari che nella cellula

tumorale del fegato, a differenzadi quella normale, guidano lasua incontrollata tendenza aproliferare e a diffondersi,dimenticandosi al contempo dimorire.Dodici anni dopo, nel 2008,l’enorme sforzo della ricerca

porta a un nuovodiretto beneficiosui paz ient iaffetti da tumoreepatico. Il “NewEngland” tornaa occuparsi dinoi e pubblica irisultati positividi un grandes t u d i ocooperativo di

cui l’ormai non più giovanechirurgo fa ancora parte e incui per la prima volta unfarmaco a bersaglio molecolare,to ta lmente d iverso da ichemioterapici tradizionali, sidimostra attivo contro il tumoreepatico: un risultato storico cheancora una volta rivoluzional’approccio alla cura e permettedi orientarla ad approcci“integrati” in cui variecombinazioni di trattamenti edi nuove classi di “farmaci abersaglio molecolare” vengonoselezionate sulla base dellecaratteristiche del paziente e

del tumore. Iricercatori e iclinici sannoinfatti da moltotempo che ipazienti nonsono tutti ugualiper il solo fattodi essere affettidallo stesso tipodi tumore e cheanz i mo l t e ,

moltissime sono le variazionidell’assetto genetico dellecellule malate, dell’ambienteche le circonda, della presenzadi meccanismi di attivazione edi recettori che le rendonosensibili o resistenti alle cure.

Sull’infinito spettro delledifferenze individuali, sui “bio-

marcatori”, sulla prevedibilitàdel risultato delle cure, sia iclinici che i ricercatori hannodeciso di focalizzare questi annidi sforzo comune.A solo titolo di esempio e soloper il tumore del fegato, pereffetto di tutto ciò, nel mondo,solo nell’ultimo biennio sonostati attivati almeno 12 studiinternazionali di fase III, ovverodel grado più sofisticato einformativo della ricerca clinica,coinvolgendo migliaia dipazienti, decine di laboratori diricerca e di Centri di eccellenzae ovviamente centinaia dimilioni di dollari di investimentipubblici e privati.

La sfida sta nel ricercare ciòche davvero conta neldeterminare il successo di ogniterapia, eliminando i fattori diconfondimento e i rumori difondo.Per fare questo non possonoche essere i clinici con i loropazienti e il carico della realtàdella malattia, a rientrare nellacomplessa rete della ricerca,orientandone le intuizioni e lescoperte al servizio dellepersone malate o predispostealla malattia tumorale: unprocesso che rende la ricercadavvero “traslazionale”, ovveropiegata al suo fine più nobile,che è quello del trasferimentodelle conoscenze al serviziodei bisogni di ciascuno.

In quell’invito di Guido Venostaa “credere nella ricerca” ilmedico ricercatore di ieri equello di oggi trova conforto aisuoi sforzi spesso vani, per leperdite, per sconfitte e per itanti passi indietro: perché nullaè facile, soprattutto nella ricercamedica e perché oggi tutto sifonda non tanto sull’idea esul l ’ intuiz ione (peral t roindispensabili) ma sullaperseveranza nel seguirle.Celebriamo e aiutiamo dunqueconcretamente chi a questoobiettivo ha dedicato la vita.

Credere nella ricerca.Editoriale Vincenzo Mazzaferro

EDITORIALEpag. 03 Credere nella ricerca.

GIORNO PER GIORNOpag. 04 Cosa abbiamo fatto,

cosa stiamo facendo ma soprattutto...cosa vogliamo fare per il futuro.

pag. 06 Un buon raccolto parte da una semina di qualità.

pag. 08 Il potere dei più buoni.

pag. 10 Una storia di successo: nuovo cinema Prometeo

pag. 15 Il giorno più lungo.

pag. 16 Dicembre 2010. Quest’anno abbiamo fatto.

pag. 17 Dicono di noi.

CONOSCENZApag. 18 Istituto Tumori: Inaugurate le nuove sale operatorie.

pag. 22 L’esperienza personale: Il familiare colpito da tumore.

LA VOCE DI TUTTIpag. 25 Il mio viaggio a Capo Nord

CURIOSANDOpag. 30 Il cuore e la Musa

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Consiglio direttivoPresidente Laura Gangeri

Vice Presidente Marco ArnoneSegretario Generale Guido Arrigoni

Consigliere Carlo BattistonConsigliere Giuse Dellavesa

Consigliere Giancarlo EspostiConsigliere Francesca Riontino

Consigliere Patrizia Sassoon 

Comitato scientifico 

PresidenteDott. Vincenzo Mazzaferro

Direttore S. C. Chirurgia Generale 1(Apparato Digerente e Trapianto di Fegato)

Fondazione IRCCS Istituto Nazionaledei Tumori di Milano

MembriProf. Massimo Colombo

Dipartimento Gastroenterologia ed EndocrinologiaUniversità degli Studi di Milano IRCSS

Ospedale Maggiore di MilanoDott. Pietro Majno

Dipartimento di ChirurgiaOspedale Universitario di Ginevra

Dott. Marco PierottiDirettore Scientifico

Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori di MilanoDott. Enrico Regalia

Dirigente Medico S. C. Chirurgia Generale 1(Apparato Digerente e Trapianto di Fegato)

Fondazione Istituto Nazionale dei TumoriProf. Alessandro Tagger

Istituto di Virologia Facoltà di Medicina e ChirurgiaUniversità degli Studi di Milano

 Redazione PrometeoInforma

Direttore - Vincenzo MazzaferroVice Direttore - Laura Gangeri

 Comitato di redazione

Laura Gangeri - Paola E. Rossi - Chiara Castellini

Coordinamento redazionaleSimona Denti

Progetto graficoStefano Piccardo

 Segreteria

Chiara Castellini 

RedazioneVia Venezian 1 - 20133 Milano

Tel. 02.2390.28.78 - Fax 02.2390.32.57e-mail [email protected]

www.onlusprometeo.org

Solonell’ultimo bienniosono stati attivatialmeno 12 studi

internazionali del gradopiù sofisticato.

Orientarele intuizionie le scoperte

al servizio delle personemalate o predisposte

alla malattiatumorale.

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Ci siamo lasciati con un premio, quelloricevuto dalla Provincia di Milano nellaprimavera di quest’anno e mi piace ritrovarvicon un altro riconoscimento consegnato aPrometeo dall'Assessore alla Famiglia, Scuolae Politiche Sociali del Comune di Milano,Mariolina Moioli, all’interno dell'ottavaedizione del 'Sodalitas Social Award'.

Sodalitas Social Award è il Premio che ogni anno dal 2002 laFondazione Sodalitas, braccio sociale di Assolombarda assegnaad imprese, associazioni imprenditoriali, distretti industrialied organizzazioni che si siano concretamente impegnate inprogetti di Responsabilità Sociale d'Impresa e di Sostenibilità,coerentemente con i valori dichiarati.

Prometeo si è aggiudicata il premio per lamigliore iniziativa di responsabilità socialecon il progetto ALIAS: cento notti inCasaPrometeo.con l’obiettivo di permettere l’ospedalizzazionedomiciliare a pazienti che devono sottoporsial trattamento di nutrizione artificiale enteralee non in grado di gestire la deospedalizzazionepresso il loro domicilio poichè lontani dallapropria Regione. L’ospedale si fa carico dellasicurezza del paziente coprendo gli aspettimedico/tecnologici del trattamento;l’Associazione Prometeo si occupa invecedi individuare i casi più critici, coprendole spese relative e fornendo un alloggio nelleimmediate vicinanze dell’ospedale, inCasaPrometeo. Ad oggi sono stati portati a termine con successo3 trattamenti di nutrizione enterale; ogni trattamento ha previstoun minimo di un mese (30 notti) in CasaPrometeo, oltre alnoleggio delle apparecchiature specifiche e l'acquisto dellesacche per la nutrizione.

Un progetto che insieme a molti altri fa parte dell’iniziativa“Adotta un Progetto” presentata durante l’ultima giornatadell’Associazione, iniziativa che vi chiede di essere protagonisti“In Prima Persona” della vita e della crescita di Prometeo.

Molta attenzione e impegno continuiamo a dare e a chiedereper lo sviluppo dell’Associazione e dei progetti a sostegno dellepersone che vivono l’esperienza della malattia e dei lorofamiliari.Grazie se deciderete di essere portavoce dell’Associazione edei suoi progetti aiutandoci ad aumentare il numero deisostenitori, a valorizzare le relazioni ed i contatti e ad accrescerela visibilità dell’Associazione.Il coinvolgimento di tutti è l’elemento fondamentale dellacoesione sociale termine che la sociologia usa per definirel’insieme dei comportamenti e dei legami di affinità e solidarietàtra individui, tesi ad attenuare, in senso costruttivo, disparitàlegate a situazioni sociali, economiche, culturali, etniche.Nella visione originale della società di Emile Durkheim, padre

fondatore della sociologia, l'esperienza collettivanon corrisponde alla somma delle esperienzeindividuali ma alla loro sintesi e come talerisulta intrinsecamente diversa. Durkheim, permeglio spiegare che l'azione sociale nonequivale alle singole azioni dei componenti

della società, ricorre all'esempio della "durezzadel bronzo" che non corrisponde alle caratteristichedei suoi componenti rame, stagno e piombo ma"si trova nella loro mescolanza".

Su questa visione si basa molto dell’impegnodell’Associazione Prometeo sia quandopromuove l’integrazione delle risorse internee vicine all’Associazione per esempioattraverso l’iniziativa “Adotta un Progetto”,sia quando Prometeo comunica con le

Associazioni che condividono in Istituto Nazionale Tumori ilprogetto di umanizzazione dell’ospedale attraverso propostediverse.È, infatti, sempre più sentita da Prometeo la necessità dicostruire una rete di comunicazione e coordinamento sia tra

le varie realtà associative collegate all’Istituto dei Tumori siatra quelle che sul territorio milanese si occupano di tematicheaffini a quelle di Prometeo.In questa ottica, quella della coesione sociale nel suo piùstretto significato di cohaerere “essere strettamente unito”,Prometeo ha ideato e si è fatta capofila di un progetto di ricercasul tema della migrazione sanitaria e dell’accoglienza.Un fenomeno non nuovo, dai costi economici, umani e socialirilevanti e che Prometeo incontra da 6 anni attraverso lagestione di CasaPrometeo.

Le notti trascorse in CasaPrometeo da malatie familiari nell’anno 2009.

Mezzo milione i malati che hanno scelto la Lombardia perricevere assistenza registrati nel 2007.Una migrazione documentata in aumento, almeno del 4-5 percento l'anno.La maggior parte dei ricoveri extra-regione è generata da personeadulte con una prevalenza di ricoveri medio-lunghi dai 3 giornia periodi anche molto prolungati per attività di riabilitazionecon una presenza di accompagnatori la cui permanenza incittà è uguale o superiore a due giorni.La scelta del pernottamento è orientata all’insegna del maggiorerisparmio. Le persone tendono, quando è possibile, a farsiospitare da parenti e amici (e a soggiornare presso Case diAccoglienza o dormire in un letto accanto al degente.

Le considerazioni che Prometeo ha fatto alla luce della personaleesperienza di accoglienza e dei dati raccolti su questo fenomeno(considerazioni che riguardano la necessità di coordinamentotra i diversi soggetti coinvolti (istituzionali, pubblici e privati),di ottimizzazione della comunicazione e dell’informazione suiservizi di accoglienza attraverso uno sforzo meta-comunicativo che renda visibili i servizi di accoglienza)

Hanno dato vita al progetto di ricerca.

Un progetto che prevede il coinvolgimento di altre Associazioni(per un totale di 15 strutture ospedaliere di Milano) che sulterritorio milanese sono impegnate nell’organizzazione e gestionedi servizi di accoglienza ai malati e i familiari provenienti daaltre regioni d’Italia.

Il progetto si propone i seguenti obiettivi:

• descrivere e stimare le dimensioni del fenomenodi migrazione sanitaria all’interno di differentistrutture ospedaliere della città di Milano,

• descrivere le caratteristiche delle persone cheaccedono ad alcune case di accoglienza(bisogni sociali e psicologici),

• costruire un osservatorio permanente sulfenomeno della migrazione sanitaria,

• costruire una rete di collegamento tra lestrutture sanitarie cittadine e le associazionipresenti sul territorio milanese attualmenteimpegnate nella gestione dell’accoglienza aimalati provenienti da altre regioni,

• organizzare un centro unico di informazionesui servizi disponibili sul territorio.

Appuntamento a primavera per conoscere i primi risultati dellaricerca.

Grazie di cuore.

Cosa abbiamo fatto,cosa stiamo facendo ma soprattutto...cosa vogliamo fare per il futuro.Laura Gangeri

GIORNO PER GIORNO

Sodalitas Social Award

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Semina pensierie mieterai azioni.Semina azionie mieterai abitudini.Semina abitudinie mieterai un destinoantico proverbio cinese

Il termine “raccolta fondi” tradotto ininglese (fund raising) esprime appienoil suo significato: il verbo to raisesignifica infatti sorgere, crescere,

coltivare, sviluppare. Chi si occupa dasempre di raccolta fondi, come noidell’Associazione Prometeo Onlus, sabene che lo scopo è appunto piantaree far crescere su un buon terreno tantipiccoli semi che prima o poi farannotimidamente capolino dalla terra fertilee piano piano cresceranno, s isvilupperanno, e diventeranno alberi,piante, fiori.

Solo dopo si provvede alla vera e propriaraccolta. Sta infine alla singola onlusdecidere cosa fare di questa raccolta,a chi donarla, come e perché.

Il tutto, ovviamente, senza guadagnarciun centesimo.Le organizzazioni no profit si basanoproprio su questo: il loro compito èraccogliere fondi che, a differenza diquanto accade in una normale società,non andranno ad accumularsi nelletasche dei loro soci ma sarannoreinvestiti per lo sviluppo delle propriefinalità sociali.

Se la società moderna vede nascere,giorno dopo giorno, nuovi corsi di laureae di conseguenza nuove professioni enuovi lavori da svolgere nelle aziende

GIORNO PER GIORNO

Un buon raccoltoparte da una semina di qualità.Paola E. Rossi

o in proprio, anche il mondo delleorganizzazioni no profit si è evoluto.Le onlus si stanno dando da fareassumendo un vero e proprio fundraisero aggiornando l’intero staff sulle nuovee più efficaci modalità per fare raccoltafondi (direct marketing, telemarketing,e-mailing, web marketing, face to face,ecc.). Bisogna inoltre saper gestire larelazione con i donatori, stendere unpiano strategico di raccolta fondi egestirne ovviamente gli aspetti operativiattraverso strumenti quali mailing,eventi, sponsorizzazioni, investimentisociali, attività di tipo commerciale opresentazione di progetti a bandi diconcorso.

Henry Rosso, fondatore della primascuola di fundraising al mondo, hadefinito la raccolta fondi “l'arte diinsegnare alle persone la gioia didonare”.Per questo oggi, il tentativo di ogniorganizzazione no profit è quello diallontanarsi dal concetto di “carità” edi diffondere a macchia d’olio quellodi responsabilità sociale: il donatoredeve sapere che i suo i so ld icontribuiranno a creare dei beneficisociali.

Per diffondere questo messaggiobisogna ovviamente garantire la

sostenibilità della causa sociale percui si raccolgono fondi e della onlusstessa. Soprattutto in campo sanitario,il concetto di “raccolta fondi” stacambiando. Non è più lo Stato a doversi“sobbarcare” tutte le funzioni di tutelasanitarie (o per lo meno ci si cominciaa rendere conto che, anche se dovrebbe,non può farcela): siamo noi cittadini adoverci sentire corresponsabili dellanostra salute e, perché no, di quelladegli altri!

Per questo, da qualche anno, le aziendeospedaliere si stanno muovendo perarricchire le loro proposte di fundraisingche, piano piano, vengono comunicatecon maggiore efficacia e sono semprep i ù c h i a r e , c o i n v o l g e n t i e dentusiasmanti. Per non parlare dellafase di rendiconto, sempre piùfondamentale nel rapporto con idonatori.

Ecco perché noi di Prometeo ci teniamoad essere trasparenti e a tenervicostantemente aggiornati attraverso enostre campagne informative, i nostrieventi, i nostri mercatini solidali e inostri strumenti di comunicazione (comeil sito internet www.onlusprometeo.org oquesto giornale) su tutto ciò cheriusciamo a creare grazie ai fondiraccolti in questi anni. Gli amici, i soci,

i sostenitori e i volontari di Prometeodevono poter r icevere tutte leinformazioni e gli aggiornamenti suirisultati ottenuti e sui nostri progettifuturi.

Le attività continuative condotte daPrometeo stanno riscuotendo un grandesuccesso: il punto di accoglienza nelreparto di degenza Chirurgia ApparatoDigerente e Trapianto di Fegatodell'Istituto Nazionale dei Tumori diMilano offre la sicurezza di unapresenza e un sostegno costante divolontari qualificati, mentre la bacheca,che da quest’anno viene circolata viamail e pubblicata sul sito, aggiornamensilmente su tutti gli aspettide l l ’ a t t i v i tà de l l ’Assoc iaz ione .

Ma anche i nuovi progetti in fase di“adoz ione” ( l ’ a l l a rgamento d iCasaPrometeo, la casa di accoglienzaper pazienti e familiari in cura pressol’Istituto Nazionale dei Tumori,l’utilissimo manuale “Il trapianto delfegato” la libreria che vuole diventareuna audio-libreria, o ancora il progettodi Nutrizione Enterale Domiciliare),non possono che entusiasmare chi cisegue, dimostrando ancora una voltacosa siamo in grado di pensare, cosasiamo in grado di progettare, masoprattutto cosa siamo in grado di fare.

“Siamo partiti da ‘L'altra Euridice’ di Italo Calvino, che è unarappresentazione estrema del punto di vista femminile, perriflettere sulla questione femminile” ci racconta Massimo Cirri,autore insieme a Lella Costa e Giorgio Gallione dello spettacolo“Una di quelle questioni centrali di questi tempi ed al contempocostantemente dimenticata. Forse proprio per la sua importanza.E fin qui era tutto chiaro. Almeno così mi sembra. Perché scrivendocon Lella Costa i temi si incrociano, le storie si susseguono, lesuggestioni chiamano altre suggestioni e poi io alla fine non cicapisco più nulla. Ma Lella Costa e Giorgio Gallione, autore purelui e regista, in un attimo rimettono le cose a posto. Lo spettacolova in scena e tutto torna. Succede ad ogni spettacolo ma io nonci ho ancora fatto l'abitudine. Forse perché sono un uomo, quindiun essere semplice e con poca anima. Le ragazze son diverse”.

Nicoletta Rizzato, amministratore unico della F.M.N. s.r.l.,società di gestione del Teatro Carcano, spiega come è nata l’idea:“Il progetto è nato grazie ad un rapporto che ho con Prometeoormai da qualche anno. Tempo fa abbiamo organizzato incollaborazione con l’Associazione una serata speciale in occasionedella quale è stata messaa disposizione la sala a unatariffa simbolica persolidarietà nei confronti diPrometeo e partecipazionealla loro attività”.

Una collaborazione che halasciato il segno, tanto chequest’anno Nicoletta hadeciso di ripetere quellabella esperienza: “Nelmomento in cui mi è statochiesto di fare un’iniziativacon loro (anche seleggermente diversa emeno impegnativa perPrometeo dal punto di vistaorganizzativo e gestionale)ovviamente ho dato la miatotale disponibilità. Nonsolo sono stati messi ad i s p o s i z i o n edell’Associazione deibiglietti ad una tariffaagevolata (in modo che gliacqu i ren t i possanodevolvere il resto del costodel biglietto a Prometeo,ndr), ma anche uno spazionel foyer in cui verràallestito un punto diaccoglienza e informativoche sarà attivo durante lospettacolo. Lo scopo?Allargare l’iniziativa anchea chi Prometeo ancora nonlo conosce”.Sotto Natale siamo tuttipiù buoni? Può darsi,

anche se Nicoletta Rizzato ci tiene a sottolineare che il Carcanonon si limita certo ad organizzare iniziative a scopo beneficosolo durante le Feste: “Per molti anni ho collaborato e sostenutola Fondazione De Marchi con la quale ho fatto una serie dicampagne” racconta “Per esempio, in una delle tante replichedel ‘Piccolo Principe’, abbiamo venduto le locandine dellospettacolo e i fondi raccolti sono andati a favore della FondazioneDe Marchi che lotta contro le emopatie e i tumori dell’infanzia.Abbiamo messo a disposizione anche delle pagine gratuite sulnostro programma, spesso ci capita di affittare la sala a delleorganizzazioni benefiche, ma sono solo esempi delle tanteiniziative svolte a favore delle onlus in questi anni. Soprattutto,cerchiamo, come nel caso di questa collaborazione con Prometeo,di partecipare emotivamente e affettivamente all’organizzazionedella serata”.

Imprese, enti pubblici e aziende si limitano spesso parlaredi responsabilità sociale, beneficenza e iniziative benefichesolo sotto Natale, ma chi si occupa di teatro, come NicolettaRizzato, si assume una responsabilità sociale a prescindere.

“Tutte le mattine, quandoapro quel lo che ioironicamente definisco‘i l mio negozio’, miassumo un onere socialee civile” spiega “È unqualcosa che andrebbefatto quotidianamente,n o n i n m a n i e r aoccas ionale quandoqualcuno ce lo chiede. Ilmio obbligo morale neiconfronti degli altri lovedo nella vita di tutti igiorni, e non quando,magari sotto Natale, civiene in mente chedobbiamo essere tutti piùbuoni! C’è una canzoneche cito sempre di Gaberche dice ‘È il potere deipiù buoni, son già iscrittoa p i ù d i 1 0 0associazioni’, nel sensoche ci sono dei periodidell’anno in cui siamotutti apparentemente piùd i s p on i b i l i . Ma i lmomento di grandedifficoltà che stiamovivendo a causa dellacrisi mette in difficoltàch i v o r r ebbe da r evisibilità a questo tipo diiniziative. Servono quindila partecipazione e lasolidarietà di tutti se èun progetto al qualesi crede. Insomma perchéno?”. Giusto. Perché no?

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Prometeo, Lella Costa e il Teatro Carcanoinsieme per una raccolta fondi a suon di sorrisi.

Non è la prima volta che Prometeo organizza un evento diraccolta fondi a supporto delle attività dell’Associazione, e nonè la prima volta che il Teatro Carcano mette a disposizione lasua struttura, il suo nome, i suoi artisti e il suo prestigiosemplicemente per il gusto di... per dare una mano.

Il 1 dicembre il sipario del Carcano si aprirà sul sorriso dellagrande Signora del Teatro Brillante, Lella Costa. “RAGAZZE –Nelle lande scoperchiate del fuori” è il nome dello spettacolo,moderna favola ironica e intelligente ispirata ad Orfeo edEuridice che andrà in scena da martedì 30 novembre a domenica5 dicembre con la regia di Giorgio Gallione: il devoluto deibiglietti acquistati tramite Prometeo aiuterà l’Associazione arealizzare i tanti progetti di assistenza e accoglienza dedicatiai pazienti che  si fanno curare presso la  Fondazione IRCCSe ai loro familiari.

GIORNO PER GIORNO

Il potere dei più buoni.Intervista a cura della redazione a Nicoletta Rizzato direttrice Carcano

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GIORNO PER GIORNO

Una storia di successo:nuovo cinema PrometeoFulvio Campagnano

Presentato il progetto:“appuntamento al cinema!”Fa t t i , c i r c o s t an ze eun'intervista a Sergio Olivadi Anteo SpazioCinema

Finalmente, ce l'abbiamo fatta!

Oltre un anno fa a noi di Prometeo èv e n u t a l ' i d e a d i a r r i c c h i r esignificativamente il nostro programmadi umanizzazione a beneficio non solodei degenti dell'Unità Operativa ChirurgiaApparato Digerente e Trapianto di Fegato,ma anche dei ricoverati negli altri repartidell'Istituto Nazionale Tumori. E abbiamopensato ad un grande progetto,assolutamente innovativo quanto menonel comparto ospedaliero di Milano edintorni.Dando un'occhiata alle bacheche delleAssociazioni che, come Prometeo, offronoampia disponibilità di assistenza e diintrattenimento ai ricoverati e alle lorofamiglie, abbiamo notato la mancanzadi un'offerta di spettacoli cinematografici.E ci siamo domandati: perché non cercaredonatori disposti ad aiutarci per aprireun “cineforum” nell'Aula Magnadell'Istituto, magari con una regolareprogrammazione calendarizzata nell'arcodell'anno ?L'idea poteva sembrare un po' velleitaria:noi invece abbiamo provato a pensarecome svilupparla, facendo dei conti ecercando di individuare degli interlocutoridisponibili quantomeno ad ascoltarci.Innanzitutto, guardandoci in casa, cisiamo informati sulle condizioni diagibilità dell'Aula Magna stessa. Poiabbiamo cercato un ente esterno chepotesse offrirci un impianto divideoproiezione adeguato. Quindiabbiamo sondato l'area dei gestoricinematografici per trovare chi potesseorganizzare in modo sistematico laprogrammazione. Infine, abbiamo cercatouna realtà onlus che potesse condividerei costi e gli aspetti operativi per un'offertagratuita agli utenti.Ne abbiamo parlato con diversi “addettiai lavori”: l'idea è piaciuta, il progettoè stato valutato positivamente e ci èstato generosamente offerto aiuto inquesta impresa.Dopo fasi non semplici, nel mese dinovembre un comunicato stampa ha resonoto il risultato finale del lavoro comune.

Il giorno 30 novembre 2010, allapresenza di autorità, operatori ecittadinanza, è avvenuta la cerimoniadi inaugurazione, a cui è seguita laproiezione del celebre film “Ilconcerto” realizzato nel 2009 dalregista franco-romeno RaduMihaileanu.

Il progetto prevede la proiezione difilm di alta qualità il martedì alle ore19.30 nell'Aula Magna dell'IstitutoNazionale Tumori (piano terra)secondo una programmazione chesarà resa nota con appositicomunicati.

Alle proiezioni saranno invitati idegenti ed i loro familiari.

La realizzazione è stata possibile grazie a:• Meeting Project di proprietà di Fulvio

Giovannelli, che ci ha donato ilvideproiettore

• Anteo SpazioCinema, che ci offreassistenza tecnica, interfaccia con idistributori cinematografici, direzioneartistica per organizzare la programmazionecon la calendarizzazione di filmopportunamente scelti

• LILT Lega Italiana per la Lotta controi Tumori, che mette a disposizione ilproprio Ufficio Stampa per lecomunicazioni e le proprie risorseumane per i servizi di sala el'assistenza ai degenti che desiderinoassistere alle proiezioni

• Uffici tecnici dell'Istituto NazionaleTumori, per gli adempimenti tecnicie di sicurezza connessi all'effettuazionedelle proiezioni

L'Associazione Prometeo,da parte sua,

costituisce l'interfaccia organizzativa,assume i costi di gestione,

collabora, con i propri volontari,agli adempimenti

in capo alla Lega Tumori.

Fin qui i fatti: ma per capire meglio glisviluppi è opportuno dare spazio e voceal motore dell ' iniziativa: AnteoSpazioCinema il cui interlocutoreprincipale è stato, per noi, uno dei suoiresponsabili, il signor Sergio Oliva, chein questa intrapresa si è speso congrande entusiasmo e, alle nostredomande, ha fornito risposte esaustivee incoraggianti.

Signor Oliva, Lei ha sempresostenuto questa nostra “pazzaidea”: le erano capitate precedentiesperienze del genere in altricontesti?Posso dire che l’Anteo da sempre èaperto ad ogni tipo di esperienza nuova.Questa ci è sembrata un’iniziativa diparticolare importanza e ci è sembratodoveroso mettere a disposizione il nostrolavoro perché l’idea si concretizzasse.

Questa iniziativa è in linea conla filosofia del pianeta Anteo?Come dicevo prima per noi è importantefare nuove esperienze e instaurare dellerelazioni con le diverse realtà cittadine.

La programmazione che ci saràofferta a quali criteri risponderà?Sarà un po' come venire al cinemanelle vostre sale?Naturalmente sono stati scelti dei filmche abbiamo visto e ci sono piaciuti,abbiamo solo cercato tra questi dei filmdi qualità che trattino dei temi importanticon una certa leggerezza.

Potrà esserci qualche spettacoloanche per i più piccoli?Perché no? Sperando che i distributorisi dimostrino ancora una volta disponibilie sensibili a questo bel progetto comehanno fatto fino ad ora.

Sarebbe utile un sondaggio diopinioni al termine della primastagione?È sempre importante avere un riscontroda parte delle persone sulle iniziativeche vengono loro proposte. Oltretuttoun sondaggio mirato potrebbepermetterci di migliorare la nostraproposta.

Qui Prometeo: obiettivo raggiunto.

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Meeting Project nasce nel 1994 comenaturale evoluzione di un riccopercorso professionale nell'ambitodella comunicazione congressuale,pubblicitaria ed editoriale. ServiceAudio Video impiegato nel supporto enella proiezione degli eventi, è sponsortecnico del Teatro alla Scala di Milano(di cui ha anche allestito la Sala diReg i a ) , g e s t i s ce a l l e s t imen t i

multimediali per eventi di grandiimprese (es. IBM Italia, EdisonEnergia, Unicredit Group, AssicurazioniGenerali, INA Assitalia). Realizzaimp i an t i i n p r e s t i g i o s e s ed icongressuali. Nel 2009 è stata laprima azienda italiana a vincere ilp res t ig ioso “ InAvat ion Award”nell'ambito del ISE (Integrated SystemEurope) di Amsterdam.

Ha ritirato il premio Fulvio Giovannelli,fondatore della società, da anniimprendi to re ne l mondo de l lacomunicazione e dell ' immagine.Alla sua sensibilità in ambito socialesi deve la generosa donazionedell'impianto di videoproiezione chesarà utilizzato nel contesto delproget to “APPUNTAMENTO ALCINEMA”.

A proposito di Meeting Project.

Era il 1979 quando Lionello Cerri,Raimondo Paci e Maurizio Ballabiocominciarono a cercare un locale aMilano per poterlo trasformare secondoil nuovo concetto culturale che siandava affermando in quegli anni,stimolati dall'apertura di altri localid'avanguardia. I tre futuri fondatoridell'Anteo, grandi amici ed espertiorganizzatori culturali, entrano nelclima vivo della cultura milanese, dovesi diffondono proposte innovative incampo teatrale e musicale e attornoa cu i i l pubb l i c o m i l ane se ,estremamente ricettivo e aperto anuove esper ienze, s i raccogl iedesideroso di aggregarsi e riconoscersi.Nasce così l'idea di aprire uno spazioche rappresenti le tendenze di questonuovo pubbl ico e sappia, conu n ' a c c u r a t a s e l e z i o n e eprogrammazione, rispondere alle suenuove esigenze e caratterizzarne ilgusto. I tre ottengono la disponibilitàdi un locale di terza visione (cheproiettava con scarso successo, filmd'essai) e danno inizio all'avventura

di Anteo che nel giro di pochi anni,con molto impegno e tante buoneintuizioni, diventa cinema di primavisione e lancia autori quali Wenders,Fassbinder ed Herzog, fino ad alloramai visti in Italia.

Anteo si caratterizza così come unicocinema a Milano a proporre filmd'autore, diventando la meta preferitadei cinefili di città e provincia. Lein i z i a t i v e s i mo l t i p l i cano : s iorganizzano concerti,convegni,rassegnee festival. Nascono in questo periodole rassegne di cinema in linguaoriginale Sound & Motion Pictures, eArianteo, le arene estive all'aperto. Ilpubblico, sempre numerosissimo, daanni individua l'Anteo non comesempl ice luogo d i f ru i z i onecinematografica ma come spazioumano e momento sociale aperto alconfronto, in una sorta di “centroculturale a pagamento”.

Nel 1997 nasce Anteo SpazioCinemacon tre sale, una libreria, un bar, un

ristorante e uno spazio mostre. Nuovee importanti iniziative di questi ultimianni: Lezioni di Cinema, affidate aregisti di fama internazionale, Giornodi Festa, la rassegna domenicalededicata ai più piccoli, Assaggi diCinema , fortunato connubio di grandecinema e lezioni di cucina, incollaborazione con la Scuola de Lacucina Italiana.

Anteo allarga le sue iniziative a Milano,Monza e Cremona.Le sale SpazioCinema di Milano eMonza aderiscono ad Europa Cinemas,o r gan i z z a z i one i n t e rna z i ona l ef inal izzata ad incrementare laprogrammazione europea nelle salecinematografiche e ad accrescerne ilpubblico, con un'attenzione particolarerivolta alle iniziative per gli spettatoripiù giovani.

Nel dicembre 2003 Anteo è statopremiato a Praga come miglior cinemaeuropeo per la sua programmazione diqualità.

A proposito di Anteo Spaziocinema.

Il giorno più lungo.a cura della Redazione

Resoconto con qualche aneddoto (più alcunimomenti di puro panico!) della giornata diriprese dello spot “10 euro per Prometeo” incompagnia di Mr. Forest e di un gruppo divolenterosi e inesauribili professionisti che sisono prestati per realizzarlo.

Che sarebbe stato caldo, molto caldo, l’avevano preannunciato tutti.Luglio 2009, come ormai da qualche anno ogni luglio milanese,destinato a farsi ricordare per afa e calura.Quel giorno è stato il più caldo di tutto il mese, naturalmente.Ma nessuno si è perso d’animo.Location un piccolo ma accogliente teatro in zona Piazza Firenzeattivo tutto l’anno tranne che durante l’estate. Per questo haaperto i battenti per consentirci le riprese dello spot destinatoad essere trasmesso sulle reti Mediaset a fine agosto. Obiettivo:raccogliere fondi per acquistare una nuova Casa Prometeo edaccogliere così un numero maggiore di malati e familiari incura presso l’Istituto dei Tumori.

Ore 13.Puntuale arriva Michele (alias Mr.Forest).In teatro, per fortuna, è attiva l’aria condizionata, ma i beneficieffetti sono attenuati dalle potenti luci dei riflettori che illuminanoil palco.Il resto della troupe è in teatro ormai dalla mattina per montarele scenografie ed essere pronti così a girare dopo il “trucco-parrucco”, ovvero la preparazione di Mr. Forest.Michele, gentilmente, ha portato i vestiti di scena direttamenteda casa: fanno parte della sua collezione privata, così come leincredibili scarpe che acquista personalmente scovandole innegozi improbabili.

Il simpatico pubblico.Convocati anche amici e parenti perché la “storia” dello spotprevede che Mr. Forest si esibisca davanti ad un pubblico.

Coraggiosamente (ma la parte più faticosa sarà quella di Michele,del regista Donato e dei tecnici), rimarranno in sala fino alleore 22 circa, momento dell’applauso finale a tutti e dei salutidefinitivi.

La storia.Mr. Forest, durante una sua esibizione in teatro, starnutisce.Cercando un fazzoletto e trovando invece un biglietto da 10euro lo sfila dalla tasca. A quel punto Forest “si sdoppia”: ilsecondo Forest invita il primo ad utilizzare i 10 euro in modobenefico, destinandoli a Prometeo per l’acquisto della nuovacasa di accoglienza. Anche il primo Forest si convince dellabontà del suggerimento. Applausi!

Ore 17. Il guasto.Nel momento di massima calura “salta tutto”: gli interruttoricentrali non sono più riattivabili, e qui inizia il vero panico.Niente corrente elettrica, niente luci, niente condizionatore,etc. Pausa forzata quindi, con incognita sulle possibilità diripresa del lavoro. Per fortuna gli uomini presenti si sono datida fare contattando l’elettricista della zona e dopo circa un’oraè stato possibile riattivare l’impianto. Purtroppo ilcondizionamento da allora ha funzionato... a singhiozzo! Caldo,caldo, stanchezza ma con tanta energia. Per fortuna che c’era...

...Michele. Un “grande” che non si smentisce mai!Una battuta per tutti, gentilissimo, sempre pronto asdrammatizzare anche i guasti all’impianto elettrico, è statoil vero mattatore dello spot, fino all’ultimo minuto. Instancabile,perfezionista come Donato Di Bello il regista, ha girato ciak suciak senza farci percepire stanchezza o malcontento. Nonostanteil caldo dei pesanti abiti di scena. E la fatica di essere l’unico“animale da palcoscenico”.Di questo, tutti quelli che c’erano, lo ringraziano ancora.

E un grazie anche...A chi ha scelto di regalare a Prometeo energia, passione, tempo,dedizione, lavoro.

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DACCIUNA

MANO

Consolo 10 euro aiuti

l’AssociazionePrometeo Onlus

ad aprire una nuovaCasa Accoglienza

per ospitarei malati di fegatoed i loro familiariin cura presso la

Fondazione IRCCSIstituto Nazionale

dei Tumori di Milano

Per conoscere il progeto Casa Prometeoe fare su bito la tua donazionewww.onlusprometeo.orgIBAN IT 68 H 0845301600 000000730192

CasaPrometeoSono oltre 1400 le notti trascorsequest’anno da malati e familiari nellacasa di accoglienza di Prometeo.CasaPrometeo è una realtà abitativaaperta nel 2005 grazie al generosocontributo dei soci e dei donatori. Alnumero 18 di Piazzale Gorini a Milanovivono, spesso per lunghi periodi, personeche hanno lasciato la loro città e i loroaffetti nella speranza della guarigione.

CasaPrometeo... si allargaAncora troppo grande è il numero dellerichieste di alloggio inevase per via dellaridotta capacità ricettiva di PiazzaleGorini; almeno due volte al giorno cicapita di dover rifiutare domande dialloggio. Proprio da ciò nasce l’ambiziosoprogetto, a cui Prometeo lavora già daqualche anno, di allargare l’offerta diaccoglienza di CasaPrometeo, siaacquistando o gestendo nuoviappartamenti, sia mettendosi in rete conaltre organizzazioni affini del territorio.

Cento Notti in CasaPrometeoDal 2006 l’Associazione si occupa dicoprire le spese di alloggio inCasaPrometeo in casi di accertato statodi bisogno. Nel 2010 sono stati ospitati4 pazienti trapiantati e i loro familiari atitolo gratuito o agevolato.

GIORNO PER GIORNO

Dicembre 2010.Quest’anno abbiamo fatto.

Nutrizione Enterale Domiciliarecome negli anni passati, Prometeo aiutai malati che sono costretti ad alimentarsiartificialmente per settimane attraversouna sonda (Nutrizione Enterale) atrascorrere questo tempo nello spaziosicuramente più confortevole della casa;quella di un amico, di un parente o inCasaPrometeo, la sua casa di accoglienza.Prometeo garantisce il proseguimentodella nutrizione artificiale a domiciliofacendosi carico dell’organizzazione delservizio e coprendo gli interi costi per lefamiglie economicamente disagiate.Nel 2010 1 paziente ha usufruito delprogetto con un trattamento a domiciliodella durata di 1 mese.

Appuntamento al CinemaIn co l laboraz ione con ANTEOspazioCinema e LILT – Lega Italiana perla Lotta contro i Tumori sezione milanese- Prometeo ha organizzato un ciclo di 12proiezioni fra i migliori film della stagionecinematografica in corso. Con il supportodei volontari di Prometeo e della LILT,ogni martedì ai pazienti della FondazioneIstituto Nazionale dei Tumori di Milanoe ai loro familiari è offerto uno spazio disocial i tà e di relazione per i lmiglioramento della loro qualità di vita.

Borse di Studio 2010Prometeo che da anni promuove la ricercascientifica nell’ambito delle malattieepatiche in oncologia, ha dedicato il suocontributo economico alla realizzazionedi un contratto di ricerca della durata diun anno ad un medico chirurgo internoal reparto, per la gestione organizzazionee revisione dell’archivio clinico (databasedi reparto) relativo ai trattamenti deitumori gastro-epato-biliopancreatici.

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Prometeo garantisce la nutrizioneartificiale a domicilio

12 proiezioni fra i migliori filmdella stagione

Prometeo da anni promuovela ricerca scientifica

1400 le notti trascorse quest’annoda malati e familiari

2 volte al giorno ci capita di doverrifiutare domande di alloggio

4 pazienti e i loro familiari a titologratuito o agevolato

Dicono di noi...Editoriale Vincenzo Mazzaferro

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TUMORI: FEGATO;“ADOTTA PROGETTO” CON ASSOCIAZIONE PROMETEOUn tumore al fegato sconvolge la vita del paziente, maanche della famiglia che lo accompagna. Lo sa benel'associazione Prometeo, che dal 2000 all'Istituto nazionaletumori di Milano sostiene i malati e i loro famigliari,ospitandoli in una casa accoglienza quando serve, maanche sostenendo la ricerca scientifica e l'umanizzazionein ospedale…. Ad oggi, nella CasaPrometeo (vicina proprioall'Istituto tumori) è stato possibile ospitare più di millepersone tra malati e famigliari, anche se la stessaassociazione sottolinea che almeno altre 2.500 personehanno dovuto provvedere da sé alla ricerca di un alloggio.Con l'acquisto di un nuovo appartamento, invece, sarebbepossibile ospitare ulteriori 200 pazienti e famigliari ognianno. Secondo gli esperti, il tumore del fegato colpiscesempre più persone: ogni anno si registrano 600 mila casinel mondo, di cui 12 mila solo in Italia, con una prevalenzaper il sesso maschile.

Fonte ANSA

TRAPIANTO DI FEGATO, L'IMPEGNO SOCIALE DI PROMETEOIntervista a Laura Gangeri.Avete progetti per il futuro?"Diversi sono i progetti dell’Associazione, sia quelli legati agliaspetti di umanizzazione, sia quelli legati alla ricerca.Tra i progetti attualmente in atto quello più ambizioso riguardal’ampliamento della disponibilità di alloggio ai malati cheprovengono da regioni diverse dalla Lombardia per trovarenuove speranze di cura e guarigione. Dal 2005 l’Associazionegestisce una casa di accoglienza, “CasaPrometeo”, cherappresenta una delle poche strutture di accoglienza nelleimmediate vicinanze dell’Istituto dei Tumori. Ad oggi sono statiospitati più di 1000 persone tra malati e familiari ma sonoancora troppe le richieste insoddisfatte raccolte dall’Associazione(una media di 2 al giorno). 2500 sono le persone che hannodovuto provvedere alla ricerca di un alloggio alternativo.L’imponente avanzo di domanda viene assorbito da due altrecase di accoglienza più lontane o da hotel, residence e privatiche offrono appartamenti a prezzi spesso molto elevati.Per soddisfare questo grande bisogno l’Associazione Prometeo sipone come principale obiettivo l’acquisto di un secondo appartamentoin grado di ospitare 200 malati e familiari ogni anno".

Fonte Affatitaliani.it

Una decina di progetti in cantiere, sei borse di studio di ricerca.E una «Casa», la casa di, l’associazione nata all’Istituto deiTumori di Milano, l’Ist, il cui scopo è sostenere i pazientitrapiantati di fegato e i loro familiari. CasaPrometeo, da quandoè nata nel 2005, ha ospitato 117 nuclei familiari, vale a dire234 persone. Quattrocento, in una ventina d’anni, i trapianti difegato all’Ist, 35 nel 2009.Il punto sui trapianti di fegato in Italia sarà fatto sabato 5 giugnoal Museo della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.Tema dell’incontro: «In prima persona. Una scelta responsabilee di condivisione». Non un meeting scientifico ma una giornata«umana», all’insegna della comunità che si è creata tra malati,personale sanitario e volontari. «La musica e l’arte, gli incontrie l’accompagnamento lungo i percorsi burocratici che i pazientie le loro famiglie devono affrontare fanno parte di quel processodi umanizzazione delle strutture sanitarie in cui noi medicisiamo coinvolti in prima persona», dice Carlo Battiston, del teamdell’Unità Operativa Chirurgia Apparato Digerente e Trapiantodi Fegato dell’Ist, centro d’eccellenza per le patologie addominalie delle vie biliari, dove si esegue il maggior numero in Italia diinterventi per tumori del fegato.

Fonte Corriere.it

Per capire meglio le origini, il percorso e lo sviluppodell’Associazione Prometeo Onlus, che ha organizzato l’evento,rivolgiamo alcune domande alla Presidente dell’AssociazioneLaura Gangeri. Quali sono gli obiettivi che intendete raggiungere nei prossimianni?“CasaPrometeo … si allarga”: acquisto e gestione di una casadi accoglienza. La richiesta di strutture di accoglienza dedicateai pazienti e ai loro famigliari, durante il periodo di ricoveroo di terapia, è ad oggi ancora superiore all’offerta. Nel 2005l’Associazione Prometeo ha risposto a questo bisogno conl’acquisto e l’apertura di CasaPrometeo.Fino ad oggi CasaPrometeo ha potuto ospitare circa 1000pazienti e famigliari. 1800 le richieste insoddisfatte (unamedia di 2 al giorno), altrettante le persone che hanno dovutoprovvedere alla ricerca di un alloggio alternativo sostenendospese onerose in un momento economicamente ed emotivamentegià difficile come quello della malattia.Nel 2011 l’Associazione prometeo intende rispondere a questobisogno sviluppando e promuovendo il progetto “CasaPrometeosi allarga”, progetto che prevede l’acquisto e la gestione diuna casa in grado di ospitare un maggior numero di pazienti.

Fonte Nonprofitonline.it

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CONOSCENZA

Dal 1 luglio 2010 sono in funzione pressol’Istituto dei Tumori cinque nuove saleoperatorie dotate di strumentazioniall’avanguardia che vanno ad aggiungersialle sale già attive.

Il potenziamento e la ristrutturazione delle sale operatorie,che hanno richiesto una spesa di circa cinque milioni di euro,permetteranno di svolgere circa 500 interventi in più all’annoe rispondono all’esigenza di accorciare i tempi di attesa peri pazienti anche perché la domanda crescente proviene per il40% da fuori regione, dove spesso non ci sono alternative,come invece fortunatamente ci sono in Lombardia.

Si deve sottolineare come due di queste nuove sale sonototalmente integrate, con un'attrezzatura altamente tecnologica,gestita da un sistema computerizzato che permette notevolivantaggi in termini di ottimizzazione dei tempi, del lavoro delpersonale e soprattutto della qualità dell’intervento chirurgico.Negli ultimi anni con l’evoluzione della tecnica e conl’introduzione di apparecchiature sofisticate e sempre più adalto livello tecnologico la sala operatoria si è radicalmentetrasformata. Essa è diventata sotto tutti gli aspetti un organismocomplesso, autonomo e soprattutto standardizzato, in questoambiente così complesso la parte impiantistica costituisce untema fondamentale, richiedendo continui adeguamenti.Si tratta di sale operatorie integrate per interventi divideochirurgia (laparoscopia e toracoscopia) che permettonodi migliorare la qualità delle operazioni chirurgiche mini-invasive con un approccio multidisciplinare nell’ambito dellachirurgia dell’apparato digerente, urologica, ginecologica etoracica.In Istituto, presso la nostra Unità viene praticata ormai da annila laparoscopia applicata alla diagnostica e alla terapia deitumori del fegato, dello stomaco, delle vie biliari e del pancreas.La chirurgia laparoscopica può essere definita semplicementeun accesso mini-invasivo alla cavità addominale grazie ad unapparato tecnologico sofisticato che permette in numerosi e

determinati casi una evoluzione della tradizionale laparotomia.I vantaggi principali di questa tecnica risiedono nella riduzionedel trauma chirurgico e del dolore postoperatorio, con unaripresa generale e funzionale più rapida rispetto agli interventitradizionali. Alcuni studi della letteratura riportano inoltre unvantaggio in termini di minor depressione dell’immunità nelperiodo postoperatorio.Per quanto riguarda i tumori al fegato (principalmentel’epatocarcinoma), la tecnica viene utilizzata associandoall’esplorazione visiva del fegato l’ecografia epatica laparoscopicamediante l’introduzione di sonde ecografiche dedicate attraversopiccole incisione di circa un centimetro. Questo consente dieffettuare, oltre a una valutazione molto precisa dell’estensionedi un tumore e dei suoi rapporti con le strutture anatomiche(i vasi ed i dotti biliari), anche trattamenti veri e propri, dallatermoablazione a resezioni epatiche.Tale metodica si è rivelata particolarmente utile nei pazienticandidabili a trapianto di fegato perché consente in un unicotempo di porre una diagnosi precisa e di effettuare un trattamentodel tumore per impedire la sua crescita in attesa del trapianto.Nei tumori dello stomaco e del pancreas la laparoscopia èprincipalmente utilizzata a scopo diagnostico. La stadiazione,ovvero la definizione dell’estensione locoregionale e a distanzadi una neoplasia maligna, rappresenta un passo fondamentaleal fine di scegliere la strategia terapeutica ottimale per ciascunacategoria di pazienti. In particolare una stadiazione accurataconsente di ridurre al minimo il numero di laparotomie esplorativea fronte di un maggiore tasso di resezioni curative, considerandoanche che le metodiche mini-invasive di palliazione (endoscopia,radiologia, chirurgia laparoscopica) sono oramai da considerarecome valide alternative alla chirurgia tradizionale.Il sistema integrato installato nelle sale operatorie consentela gestione ed il controllo di tutte le apparecchiature nell’ambitodell’intervento chirurgico sia da parte del personale in areanon sterile, che direttamente dal chirurgo in campo sterile.

Le nuove sale operatorie sono dotate di un moderno sistemainformatico di gestione, che da un lato consente il controllocentralizzato delle tecnologie presenti in sala – in zona steriletramite appositi monitor touch screen e presso postazioni aparete dedicate – e dall’altro permette il governo agevole delle

Istituto Tumori:Inaugurate le nuove sale operatorie.Cresce con la tecnologia la capacità di umanizzare le cure.Dottor Carlo Battiston

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bioimmagini e dei video, che fungono sempre più da supportoindispensabile all’attività chirurgica.In particolare, l’équipe chirurgica ha il completo controllo sulleapparecchiature di sala (come il tavolo operatorio, l’elettrobisturi,le apparecchiature di videochirugia), sull’illuminazioneambientale e sulle lampade scialitiche.È possibile gestire il miglioramento qualitativo delle immaginie video acquisiti mediante la pressione dei tasti del monitore controllare alcuni parametri dell'immagine quali guadagno,luminosità, contrasto, etc..Finito l'intervento immagini e video salvati possono esseresalvati e diventare documentazione facente parte della cartellaclinica del paziente.È inoltre possibile gestire tutti i flussi video prodotti nella salae distribuirli verso l’esterno per mezzo di appositi sistemi divideoconferenza a scopi congressuali ed educazionali.In pratica toccando un solo tasto si può a esempio richiamare

una configurazione degli apparecchi individualmente predefinitaper una determinata procedura chirurgica. Una sorta di “modod’uso” del cellulare applicato alla sala operatoria. Si tocca iltasto per la “colecistectomia” e la sala predispone tutti gliapparecchi per quella precisa operazione, dall’illuminazionealle telecamere ed a tutta la strumentazione elettro-medicale.Inoltre il sistema è capace di autodiagnosticare i guasti oproblemi delle apparecchiature e segnalarli in tempo reale alpersonale della sala ed a quello dell’assistenza tecnica.Il nostro reparto ha fortemente voluto queste innovazioni, cheavranno un sicuro impatto per i nostri pazienti in termini diinterventi più puntuali, meno dolorosi, più attenti e in qualchemodo più umani: un esempio davvero virtuoso di come latecnologia, spesso approcciata come un entità fredda e inqualche modo non comprensibile, possa diventare concretostrumento per l’umanizzazione e di maggiore vicinanza allepersone malate e alla loro gestione nell’ambiente dell’Ospedale.

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Grazie a coloroche hanno scelto,o che lo faranno,Prometeo Onlus,

per la destinazionedel proprio 5 x mille.Un piccolo gesto

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Ricordati di Prometeoquando compileraio farai compilarela tua dichiarazione dei redditiCUD, 730, Modello Unico.

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2.Scrivi il nostrocodice fiscale97243270150

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CONOSCENZA

L’esperienza del familiarecolpito da epatocarcinomaal fegato iniziò nel lugliodel 2005 da un attaccodi appendicite che cipermise di scoprire lamalattia.

Dopo l’operazione chirurgica, inun’ecografia di controllo, i medici siresero conto della presenza di una massatumorale nel fegato.La diagnosi fu di epatocarcinomaprimitivo maligno del fegato.

La comunicazione della notizia da partedei medici ci sconvolse. Non ritenemmopossibile, infatti, che il familiare, dasempre attivo nello sport (nuoto, ballo,corsa etc.), privo di vizi come il fumo dasigaretta e l’alcool, con un’alimentazioneadeguata ricca di frutta e verdura e connessun precedente familiare di malattiesimili, si fosse improvvisamente ammalato.

Nessuno di noi immaginava che la malattiasi potesse sviluppare su un fegato sano;gli stessi medici stentarono a crederlobasandosi sui dati statistici in loro possessoe sull’età della persona, relativamentegiovane. La parte più difficile fucomunicare al familiare la diagnosi deimedici. D’altra parte non c’erano dubbi:se esteriormente non manifestava alcunsintomo, l’ecografia prima, la T.A.C. poie le correlate analisi del sangue, rivelarono

invece una massa tumorale di 5 cm conun valore dell’alfa-feto-proteina fortementesuperiore alla norma.Il familiare fu quindi operato una primavolta per l’asportazione della massa senzache i medici ritenessero opportuno ricorrerealla chemioterapia né prima né dopol’operazione. A fine estate, però, a seguitodi un’ecografia di controllo si accertò chela massa tumorale si era riformata e dauna erano diventate ben tre ognuna dipoco superiore al centimetro.

Per la seconda volta il mondo ci crollòaddosso: volevamo rifiutarci di credere airisultati diagnostici. La collera e la rabbiapresero il sopravvento su di noi.I medici dell’ospedale ci consigliarono direcarci in un centro più attrezzato especializzato preferibilmente all’estero.Il familiare, deciso a combattere con tuttose stesso il suo male e resosi comunqueconto della sua situazione deciseautonomamente di consultare altrispecialisti. Più volte ci disse che speravadi trovare un centro che gli permettessedi migliorare la durata e la qualità dellavita. In una di queste visite specialistichesi aprì una speranza, una vera e propriapossibilità di guarigione: la visita sostenutanel periodo natalizio del 2005 a Milanopresso l’Istituto Nazionale dei Tumori.

I medici consultandosi tra di loro,giudicarono il caso del familiare inusualee da studiare con attenzione: si trattavainfatti di un tumore maligno di tipopediatrico su paziente adulto con fegatosano.Al principio del 2006 ci fu il ricovero inIstituto e dopo una serie infinita di esami

venne sottoposto a un primo ciclomassiccio di chemioterapia della duratadi quattro giorni consecutivi.

L’età relativamente giovane, l’ottimo statodi salute generale sia fisico chepsicologico permisero una terapia moltoefficace ma dagli effetti devastanti chein due tre giorni dalla fine del primociclo di cure il familiare perse tutti icapelli, fu soggetto a svenimenti e adattacchi di vomito.I cicli di chemioterapia furono ripetutiper altre tre volte sempre con gli stessimetodi di cura aggressivi, tanto che traun ciclo e l’altro fu spesso necessarioricorrere a iniezioni per ristabilire ilnumero dei globuli bianchi necessari peraffrontare un’altra seduta.

Dopo l ’ult imo ciclo i control l ievidenziarono un crollo dell’alfa-feto-proteina che rientrò nei limiti della normae che la massa tumorale era rimastainvariata.A questo punto i professori dell’Istitutodecisero di intervenire chirurgicamente,ricorrendo però ad un trapianto di fegato.Come condizione preliminare eranecessario che fino al trapianto, non siverificassero aumenti delle masse e deimarker tumorali.

Il nominativo del familiare venne inseritonella lista dei malati in attesa di trapiantod’organo. Il periodo che precedettel’intervento fu probabilmente il piùdifficile per me e i familiari. Passaronoi giorni, le settimane, i mesi ma nonc’erano donatori disponibili...

L’esperienza personale:Il familiare colpito da tumore.Luca Barroni è figlio di Rosanna Tossi, Amica e Socia di Prometeo trapiantata nel gennaio del 2007.

Le condizioni di salute del familiarefortunatamente non peggiorarono mala tensione, la paura, l’attesa snervantecrescevano in noi. L’Istituto offrì lapossibilità di ricorrere alle cure di unapsicologa per affrontare nelle miglioricondizioni possibili questo periodo diattesa. Le sedute furono sia individualiche di gruppo.La psicologa ci fornì un valido aiutoper affrontare in modo positivo lasituazione e offrire sostegno al familiaree a noi stessi. Poi, nel gennaio 2007,la chiamata tanto desiderata... Ilfamiliare affrontò l’operazione con

grande forza e coraggio... L’operazioneavvenne nella notte del 30 gennaio, edurò ben 12 ore. Successivamente,una volta che si stabilizzarono i valoripost-operatori,cominciò la fase del recupero.

Per oltre un mese il familiare rimase aMilano per controlli generali (il pericoloincombente era il rigetto) mentrelentamente riprendeva una vita quasinormale: riassaporò il piacere delmangiare, camminare prima con presidie poi in modo autonomo, curare la propriapersona, fare progetti.

Ancora oggi il familiare si reca a Milanoper controlli periodici: ogni 6 mesi vienesottoposto ad ecografia e T.A.C. dicontrollo ed ogni 3 ad analisi del sangue.Per tutta la vita dovà assumere farmaciorali anti-rigetto in orari prestabiliti chene abbassano le difese immunitarie.Non è ancora completamente fuoripericolo, in quanto, basandosi su datistatistici di simili esperienze, è necessarioattendere cinque anni dalla datadell’intervento per considerare il familiare“guarito” ma siamo fiduciosi in quantosiano arrivati quasi a quattro.L’esperienza di vita è stata importante:

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È difficile riassumere in un breve scritto tutte le emozioni e ivari eventi vissuti risalendo con la mia bicicletta a pedalataassistita la penisola scandinava.La meta da raggiungere era Capo Nord, estremo punto geograficodel continente europeo, situato a Nord 71°10’21”.A distanza di oltre un mese dal mio ritorno, rivivo ancora nelsonno particolari vicissitudini collegate a quel fantasticoviaggio.

Premetto che il progetto di raggiungere Capo Nord in bici lomeditavo da più di un anno. La sensazione che quel luogoavesse qualcosa di magico da scoprire e da vivere era fortissima,al punto che continuavo ad attrezzarmi di tutto ciò che misarebbe potuto servire per affrontare un percorso lungo edimpegnativo.L'idea iniziale era di partire con la mia normale bici da trekkingdotata di borsoni posteriori e zaino in spalla. Compagno diviaggio avrebbe dovuto essere un cicloturista conosciuto aSantiago di Compostela anni prima e che, tardivamente, pensòbene di desistere da una simile avventura.Deciso comunque a partire anche in totale solitudine, controil parere dei familiari molto preoccupati per la mia incolumità,mi trovai a dover decidere quasi su due piedi di effettuare ilviaggio con una bicicletta a pedalata assistita. Un mezzo dicui non conoscevo bene le caratteristiche, l'uso e le prestazioni.

Nuovo compagno di viaggio sarebbe stato un personaggioinsolito, che mi fece da subito una buona impressione e di cuiavevo intravisto in internet le sue ottime performance in viaggidi lunga percorrenza quali Patagonia, Santiago di Compostela,Danimarca, ecc...Intuii immediatamente che le condizioni per realizzare quelsogno da lungo tempo accarezzato stavano per avverarsi. Quelcompagno di viaggio aveva pressapoco la mia età. Sui videopubblicati in internet lo vedevo pedalare in modo del tuttooriginale, non convenzionale e fuori da ogni stile. Veramentesingolare la sua andatura come poi ho constatato di personanel lungo percorso! Il suo nome è Umberto Marchese.È così che il 25 luglio, raggiunta l'abitazione di Umberto etrasbordato il mezzo con materiale vario, siamo partiti allavolta di Rostock (Germania), raggiunta in serata.

L'indomani alle 17, l'imbarco sul traghetto per Trelleborg(Svezia) ed al mattino successivo lo sbarco e l'inizio della bellaavventura.Mi sono trovato subito a mio agio in sella a quella biciclettadalle caratteristiche per me ancora sconosciute. La trovavostabile, scorrevole, con un ottimo cambio ed una buona frenata.Pur gravata di un carico di bagaglio di 54 Kg. la sentivo agilee la pedalata assistita consentiva una velocità media sostenuta.Alla sera raggiunto Karlhamn, il ciclocomputer segnava 210,38Km. E la cosa mi inorgoglì non poco, essendo la prima voltache con una bici superavo i 150 Km. giornalieri senza dispendiodi grandi energie.La cosa si sarebbe ripetuta più di una volta nel corso delviaggio, anche se alcuni problemi si sarebbero puntualmenteverificati nel nostro cammino. L'amico Umberto, esperto esaggio qual'era, più di una volta commentava:”...è ben prestoprima di cantare vittoria!”Non intendo dilungarmi in modo eccessivo sulle varie tappeeffettuate. Ci sarebbe da scrivere troppo. Le emozioni sonostate tantissime: nel vedere paesaggi stupendi, nell'incontrarepersonaggi particolari, anche nel superare difficoltà di varianatura.Ad esempio, all'inizio del viaggio sul finire di una lunga tappasotto la pioggia, l'erogazione di energia alla pedalata assistitavenne a cessare pur essendo la batteria in piena efficienza.Guaio riparato da Umberto in serata.Capitò poi di dover sostituire i pattini dei freni anteriori dellamia bici e un raggio della ruota posteriore, nonché due raggidi quella del mio amico.Mi capitò anche qualche scivolone: Una prima volta successeallorquando la mia scarpa sinistra restò incastrata nel pedaleal momento di fermarmi. In un secondo caso, dopo una bruscafermata alzai la gamba destra sul retro per scendere,dimenticando di avere i borsoni sopra la ruota posteriore chemi impedirono lo scavalco.Altro imprevisto a Pajala. Il Wanderheim (ostello della gioventù),che in internet figurava aperto era invece chiuso e abbiamodovuto quindi piantare le tende per passare la notte. Trovatedue ultime briosche in un negozietto abbiamo cenato conqueste e due panini di scorta.Il problema principale era sempre quello di poter ricaricare le

Il mio viaggio a Capo Nord 25 luglio - 13 agosto 2010

Silvio Chiappin - Ex paziente, trapiantato nel 1999, appassionato ciclista

LA VOCE DI TUTTI

mi ha fatto capire che oltre alla caparbiavolontà del familiare di guarire, èfondamentale in queste fasi che le varieequìpe sanitarie mettano a disposizioneognuno per la propria parte dicompetenza, professionalità e approccioperativi che aiutino il malato e losostengano in questo difficile percorsoterapeutico che purtroppo ancora oggipuò avere un esito infausto e crudele.Questi pazienti dipendono veramentedal personale sanitario a tutti i livelli(dal professore all’ultimo operatore Asa)per cui specie a livello di contattiquotidiani e di routine è fondamentale

mettersi in relazione con loro, esserein sintonia con i loro desideri, paure,speranze, timori, dolori e gioie.Entrare nella loro intimità e nella lorodignità senza umiliarli ma con rispettoe serietà. L’approccio deve esseres e m p r e p o s i t i v o , c o n c r e t o ,profess ionalmente ef f ic iente eoperativamente efficace. L’esperienzadel familiare mi ha fatto riflettere puresull’importanza della donazione degliorgani e nel supremo atto di buonavolontà che è quello di donare unaparte di sé a qualcuno che altrimentimorirebbe.

Il testo di questo articolo è tratto dallatesina "IL TUMORE DEL FEGATO" redattada Luca Barroni per l’ottenimento dellaqualifica di operatore socio-sanitario

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batterie cammin facendo.. In questo caso l'attento occhio diUmberto non si lasciò sfuggire la presenza di alcune preseesterne sui muri dell'ostello e ciò ci consentì di superare l'ostacolo.Abbiamo quindi goduto di una nottata in tenda, dopo esserciriscaldati accanto ad un bel fuoco attizzato con legna raccoltanei dintorni.Fra le tante cose belle intraviste nel lungo andare, abbiamoassaporato la magnifica visione della capitale Stoccolmadetta anche la “Venezia del Nord” o anche “la città chegalleggia sull'acqua”, perché costruitasu 14 isole. Attraversammo lunghiponti trafficati e abbiamo avutoqualche difficoltà nel trovare la giustadirezione per il prosieguo del viaggio.Un sacerdote cattolico casualmenteinterpellato, ci accolse presso la suachiesa e ci fornì una utile mappa.Risa lendo a nord t rovammocompagnia con un giovane ciclista di Stoccolma che ciintrodusse in un ostello internazionale in prossimità di unainsolita moschea con svettante alto minareto nella città diUppsala. Con lui cenammo in centro città, raggiunto con lenostre bike prive di borse. Trovammo una città animata datante giovani persone e ricca di vita. L'architettura dellestrade e delle abitazioni appariva stranamente fredda e deltutto insolita.Durante il viaggio abbiamo sempre riscontrato grande

disponibilità e cortesia da parte di tutti nell'avere indicazioniutili sulle giuste direzioni da prendere.Risalendo il nord della Svezia, dopo centri importanti qualiSoderhamn, Gavle, Hudiksvall, Sundsvall, Ornskoldsvik, Pitea,Lulea, Kalix, il territorio presentava sempre meno centri abitatie di ridotte dimensioni.Si andava abbandonando una lunga corsa effettuata in granparte su percorsi autostradali della Svezia. Autostrade dove iltransito delle biciclette è consentito, e dove qualche

automobilista ci dimostrava simpatiasalutandoci con brevi colpi di clacsonda noi graditi.Superata Kalix, cominciava la lungarisalita della penisola scandinavanell'entroterra, dopo aver abbandonatoil costeggiare delle strade lungo il golfodi Botnia.cominciava a sentirsi più vicina ed

ebbi la netta sensazione nel percorrere la strada lungo il confinecon la Finlandia, che si stesse scavalcando la curva terrestreoltre il circolo polare artico...La strada che scorreva sotto inostri pedali sembrava quasi appiattirsi nel nord del nostroemisfero terrestre....Bellissima sensazione!Superata la città di Overtornea, siamo passati dalla Svezia allaFinlandia, attraversando un lungo ponte sul fiume che segnail confine fra i due Stati. Abbiamo subito avvertito una maggiorpresenza di centri abitati e quindi di servizi. L'uso della moneta

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europea ci ha molto facilitato nei pagamenti per i nostri acquistie pernottamenti.Il territorio si andava differenziando sempre più dalle infiniteforeste della Svezia. Le piante mutavano di colore e altezzadiradandosi sempre più. Giù in Svezia avevamo incontratopiccoli gruppi di renne lungo le strade in mezzo a chilometrie chilometri di fitti boschi. Ora quelle deliziose creature sivedevano più di frequente.Quale tenerezza nel vedere le renne madri accudire e prestareattenzione ai piccoli che, spaventatial nostro passaggio, si allontanavanoattraversando la strada! Numerose fotomeritavano di immortalare queideliziosi animali così ben inseriti inquei paesaggi di favola.Avvicinandosi sempre più alla metafinale, la stanchezza accumulata, perme cominciava a farsi sentire ed ilritmo delle pedalate di conseguenzasi era ridotto. I chilometri cominciavano ad essere tanti. Oltrei duemilacinquecento in soli 15 giorni!.Paesaggi surreali si presentavano anche nella parte finale delviaggio. Strade tortuose scorrevano sotto le nostre ruote in mezzoai monti, costeggiando laghi lunghissimi e con un cielo di unazzurro sempre intenso.Il tempo per nostra fortuna ci è stato nell'insieme abbastanzafavorevole. Il secondo e terzo giorno di viaggio abbiamo pedalato

sotto una pioggia abbastanza leggera. Così non è stato il 4 diagosto. Partiti da Ornskoldsvik , il tempo volgeva al peggio e lapioggia cominciò di buon mattino. Ben coperti con le nostretute antipioggia, si pedalava alla grande nella speranza di unmiglioramento delle condizioni atmosferiche. Cosa che nonsuccesse mai. Anzi, oltre la pioggia si levò nel pomeriggio ancheil vento, tanto da sembrare bufera vera e propria. Impossibilefermarci! Si era in autostrada e nessun paese o villaggio potevaaccoglierci in quel percorso. Si doveva arrivare per forza dove

il pernottamento era stato prenotatoil giorno prima. Dovemmo cosìpercorrere ben 216 km. interamentesotto l'acqua prima di arrivare aLovangen dopo 10 ore e un quarto dipedalate intervallate solo da qualchesosta ai margini della strada, al riparodel tettuccio delle fermate del bus, chedi tanto in tanto si trovavano. Arrivaticol buio pesto, fu pure difficile trovare

in mezzo a tante, la casetta che ci avrebbe ospitato per la notte.Anche queste difficoltà rientrano nel novero delle cose daricordare con un certo orgoglio. Si tratta di fatti che hannoarricchito e dato sapore al nostro cammino, rendendo ancorpiù affascinante l'avventura di un viaggio che giorno dopogiorno diventava sempre più straordinario.Viaggio che a partire dalla città di “Alta” in Norvegia, si sentivavolgere verso la conclusione.

La strada che scorrevasotto i nostri pedali, sembrava

quasi appiattirsi nel norddel nostro emisfero terrestre....

Bellissima sensazione!

Raggiungere quel luogo magicodove si sperimenta un sensodi libertà indefinibile e dove

si avverte una realtà del Creatoper me impensabile

e del tutto sconosciuta.

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La meta era sempre più vicina e uno strano senso di appagamentocominciava a farsi sentire. Non mi sembrava vero che quelgrande sogno da tempo vagheggiato si potesse concluderepositivamente. Ricordo tutte le volte che prima di partireguardavo la carta geografica per studiarmi il percorso. Quandoil mio sguardo si posava su quella città, mi dicevo: Arrivato lì,sarà cosa fatta, sarà vittoria raggiunta!. E questo si stavaverificando......! Che forte emozione trovarmi in quel luogo!Ebbene sì. La meta era sempre più vicina, ma altre emozionimi aspettavano ancora.Olderfjord, poco più di 100 km. a nord di Alta, si presentavacome un bellissimo villaggio con porto e un bel centro dotatodi albergo, e grande negozio “butikk” ricco di tanti oggetti daregalo, capi di abbigliamento, souvenir...Fatti acquisti per regali, cominciai a scrivere le prime cartoline.Bisognava prendersi avanti. Il tempo per l'arrivo si riducevasempre più e quei momenti bisognava viverli intensamente.Così il giorno successivo sarebbe stato la penultima tappa:Honningsvag ci aspettava e per raggiungerla bisognava percorrerepiù di qualche galleria, fra le quali un tunnel sottomarino dicirca otto km. Chissà come sarebbe andata!Effettivamente un po' di timore incuteva quel passaggio. Amicidi Torino già conosciuti all'andata a Kautokenio e incontratipoi sulla via del ritorno dopo Olderfjord, avevano detto chequel tunnel era stretto, umido e poco illuminato. Fu così infatti!Già all'inizio, pur dotati di potenti fari collegati alla batteria,nel passaggio dalla luce al buio del tunnel, non distinguendobene il cordolo del marciapiede dalla striscia bianca del limitestrada, andai a toccare con la ruota anteriore il cordolo, facendoun bel scivolone.Niente di grave, avendo la frenata immediata e i borsoniposteriori attutito la caduta, ma un po' di spavento sì. Infattiun forte rumore simile a quello di un grosso tir alle spalle sifaceva sentire. Ma si trattava fortunatamente di uno dei vorticidi aspirazione che di tanto in tanto disintossicano l'aria che imezzi in transito inquinano.Superato il tunnel, il bellissimo porto di Honningsvag ci accolseed un ottimo pranzo in hotel coronò il penultimo arrivo primadella meta finale.L'indomani, partiti alle sette del mattino con bel tempocominciammo la lunga salita verso il tanto ambito punto di arrivo.Ancora renne lungo la strada in salita. Salite lunghissime,intervallate da falsipiani si inerpicavano su quel monte dovela vegetazione era spazzata via dal vento continuo. Solo muschie licheni crescevano per nutrire quelle renne che sembravanole vere regine di quel paesaggio lunare.Finalmente dopo trentaquattro km. e due ore e un quarto dipedalate, la segnaletica indicava l'approssimarsi di Capo Nord,falesia che si trova sull'estrema punta nord dell'isola di MageroyaIn lontananza si videro le sbarre appresso il casello dove sidoveva pagare l'entrata per accedere al bellissimo “centrovisitatori” disposto su quattro piani e che domina la falesiaalta 307 metri sul mare sottostante: caratteristico strapiomboche si affaccia sul Mar Glaciale Artico.Persone da tutto il mondo trascorrono giorni e settimane diviaggio per raggiungere quel luogo magico dove si sperimentaun senso di libertà indefinibile e dove si avverte una realtà delCreato per me impensabile e del tutto sconosciuta..... Propriocome speravo di scoprire...!Alcune foto al casello e finalmente l'arrivo!!!

Appoggiata la bici ad un muro non potei non avvicinarmi al miocompagno di viaggio e in fortissimo abbraccio e con vivacommozione ringraziarlo per avermi aiutato e sostenuto in piùoccasioni.Esprimevo così tutta la mia gratitudine ad un uomo generosoche mi aveva consentito di realizzare un sogno che, affrontatoda solo, ben difficilmente sarei stato in grado di portare atermine in tempi rapidi e senza grosse difficoltà nel superarei vari ostacoli incontrati.

Con i nostri settant'anni sulle spalle, avevamo percorso benduemilanvecentodue (2.902) chilometri in solo diciotto giornicon una velocità media di 24,59 chilometri orari e con una mediagiornaliera di km. 161,22. Media considerevole tenuto conto deinostri bagagli e anche della nostra età. Ora ci potevamo goderelo straordinario panorama che si apriva davanti ai nostri occhi.Un mare infinito sotto la mitica rupe di Capo Nord, dove svettail grosso mappamondo metallico. Luogo simbolo dell'estremapunta del continente europeo.Il sogno era diventato finalmenteuna indimenticabile fantastica realtà.Una favola da poter raccontare al mio ritorno oltre che a parentied amici, anche in futuro al mio nipotino che in data 10 agosto,tre giorni prima del nostro arrivo, era venuto alla luce.E questo mentre il nonno scorazzava in sella alla sua indomitabici sulle strade della penisola scandinava verso Capo Nord incompagnia di un fuori classe, come io lo considero, di nomeUmberto Marchese.

Vicenza, 24 settembre 2010

Il socio Silvio Chiappin con la sua bicicletta ha già compiutoaltre imprese come il Cammino di Santiago e la Via Francigenaraccontate nei passati numeri di PrometeoInforma

NATALEIN FAMIGLIA

NATALEIN CASAPROMETEO

Quanto vale per un malato il calore della propria famiglia?Non fare solo a Natale un regalo speciale.

Per conoscere il progeto Casa Prometeoe fare su bito la tua donazionewww.onlusprometeo.orgIBAN IT 68 H 0845301600 000000730192

In occasione del Natale, Prometeo halanciato la campagna di raccolta fondi“Natale in famiglia, Natale inCasaPrometeo”, rivolta a tutti i soci eagli amici che l’Associazione haincontrato durante i suoi dieci anni diattività.

Fra i tanti progetti dell’Associazione,abbiamo scelto di concentrare questacampagna sul Progetto CasaPrometeo.Sempre più spesso, infatti, ci capitadi incontrare famiglie che, non potendopermettersi i costi della permanenza aMilano, sono costrette a lasciare soli ipropri parenti malati proprio nel

momento di maggiore difficoltà.Con questa campagna, l’Associazioneha invitato i propri sostenitori aimpegnarsi in prima persona, non solocon una donazione natalizia al ProgettoCasaPrometeo, ma anche e soprattuttofacendo conoscere Prometeo ad altriamici e nuovi potenziali donatori. Ognidestinatario ha ricevuto 11 volantini el’invito è quello di distribuirne 10 adamici e conoscenti sensibili alla causa.

La raccolta fondi per il ProgettoCasaPrometeo, naturalmente, non siesaurisce con il Natale. Il nostroobiettivo è di continuare a offrire

sempre più alloggi economici allefamiglie che si rivolgono a noi,garantendo un servizio di qualità eaccogliente.

Per questo motivo, anche al di là diquesta campagna natalizia, ti invitiamosentitamente a continuare a sostenereil Progetto CasaPrometeo, così dapermetterci di offrire questo importanteservizio per tutto il corso dell’anno.

Grazie!

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CURIOSANDO La prima domanda sorge spontanea:perché un uomo in cui germoglia il semedella Musa sceglie un percorsoprofessionale che non consenteastrazioni?

Perché no? Potrebbe essere la primarisposta, la più semplice... E chi l’hadetto che la Medicina non sia un varcoverso il pensiero irrazionale, uno stimoloall’astrazione? La Medicina è il culminedell’avventura umanistica dell’uomo, ilvertice delle conoscenze tecnologiche enon, un enorme e pesante pachidermache si sposta goffamente per puraimbibizione di tutte le forme di saperees i s ten t i . Quando penso checontemporaneo di Michelangelo e diCopernico era un certo Paracelso, cheinvadeva le aule universitarie vestito daminatore e proclamandosi il Martin Luterodella medicina bruciava sulla pubblicapiazza di Basilea i tomi della Medicinaufficiale, definendoli inutili e antiquati...tra 500 anni cosa rimarrà del nostrosapere medico attuale, delle nostreclassificazioni, dei farmaci moderni? Èper questo che considero la Medicinauna materia umanistica, perché il marginedi errore e di imprecisione è talmenteelevato da consentirti di pensare che daqualche parte, nelle segrete di un corpo,possa albergare addirittura l’anima.

Perché la sua Opera Prima è incentratasulla ricerca di Dio?

Questa opera prima in realtà dovrebbeessere l’opera ultima, dal punto di vistacronologico intendo dire...Perché qui non si cerca Dio, bensì ci sipone al suo cospetto, lo si incontra, glisi parla.Il diaframma attraverso il quale avvienequesta operazione è la morte, la miamorte... non la morte fisica, quella cheprocura sofferenza, non alludo allacronachistica delle emozioni e del dolorecontro cui si incaglia la vita.La mia poesia ha delle ambizioni moltopiù alte perché chi parla fa il medico, èquesto il mio privilegio rispetto ad unletterato, ad un intellettuale. Io la mortela conosco bene, l’ho vista molto spessocomparire sulle labbra esangui dei mieipazienti e nonostante ciò tutte le voltenon ha mai cessato di stupirmi. Misorprende pensare che da quel mutoferetro nulla trapeli, non una luce, unsegno, un’intelligenza. Mi sorprende

pensare che improvvisamente il tutto diun’esistenza diventi il nulla di un’assenza.E poiché la morte è di tutto il capolinea,anche dei discorsi sulla morte, io hovoluto immaginare la morte el’oltrepassamento della morte ed ilcolloquio con il sublime Architetto, concolui che tutto sottende.Purtroppo, per non deludere eventualifuturi lettori, devo premettere che questolibro non è che una piccola partedell’opera completa, tuttora inedita, unaanticipazione o, per usare una espressionedel mio editor Diana Battaggia, unbiglietto da visita, e di questo chiedovenia.E quindi la selezione di queste poesie,‘solo dieci poesie’ secondo le intenzionidell’Editore, ha privilegiato l’antefatto enon la trama compiuta.

Un qualificato commentatore della suaOpera Prima sottolinea come, nei suoiversi, lei sia “spesso in bilico tral'agnosticismo dell'uomo di scienza e lacaparbia aspirazione ad una sfera piùelevata di quella animale”. Concorda conquesta interpretazione del suo pensiero?

In effetti le poesie qui pubblicatepercorrono la parabola agnostica di unbambino proiettato nel mondo delle causee degli effetti che a un certo punto dellasua vita non riesce a chiudere il sillogismofinale, quello dell’esistenza di Dio.E credo anche che la stessa fede da luiriposta nel pensiero razionale provochicontemporaneamente rigurgiti dispiritualismo. Comunque di fede si parla.

Il suo Dialogo con Dio trae ispirazioneda fonti letterarie (ad esempio: ilromanticismo di Goethe), oppure è fruttoesclusivo di sensazioni ed esperienzepersonali?

Se devo fare un nome che non mi haispirato ma che sicuramente mi ha scossodal punto di vista poetico è Rainer MariaRilke. Dire che è stato un genio èlimitativo. Lui ha dato espressioneletteraria ai sensi, alla mente, al corpo.Muore di leucemia acuta, all’età di 51anni, e l’ultima poesia composta nelladimora di Val-Mont recita:“Rinunzia. Non è come nell’infanzia/ lamalattia. Un rimando. Un pretesto percrescere./ E sussurri e richiami da ogniparte./ Ciò che a quel tempo primo ti

stupì, non mischiarlo/ a questo che oravivi.”Non esiste poesia più profonda chespieghi che cos’è la malattia, la malattiavera, terribile, quella che anticipa lamorte. Per me che sono medico questeparole sono le lunghe canne d’organodel dolore, il senso della nostra relatività,la consapevolezza della finitudine.

È corretto cogliere nei suoi versi unavisione pessimistica della vita?

Presi singolarmente si, nella loro totalitàsono un inno alla vita.

A quali fonti potranno ispirarsi i suoiprossimi versi?

Direi che nella mia vasta collezione dipoesie inedite ormai ho trattato di tutto,ma a lcun i temi r i t o rnano incontinuazione, sono i temi del mioquotidiano. Come ogni buon pittore ripeteossessivamente lo stesso quadro allaricerca della perfezione così la mia mentetende al sublime e continuamente cercadi acuire il fuoco della sua lente.La poesia allora diventa inno, rapimento,estraniazione.

Quale ruolo e quanto spazio potrà averela Poesia nel suo domani?

Io purtroppo non comando la Poesia maè Lei a comandare me.Sono solito attenderla paziente, senzaalcuna fretta, consapevole che presto otardi tornerà a scuotere la mia esistenza.Nel f rattempo cerco di v ivereintensamente, accettando lo stupore, lasorpresa, la meraviglia. Solo dopo avereassimilato la semplicità della bellezza,tutto diventa ovvio e giusto e mi stupisceconstatare che molta gente ricerca laperfezione immaginando un mondo oltrei confini del mondo.

Il Cuore e la Musaintervista di Fulvio Campagnano a Luca Grancini, cardiologo e poeta

Curiosando curiosando nellaMilano che conta, noi diPrometeo siamo approdati adun centro cardiologico dieccel lenza e abbiamoincontrato... un poeta.

Non sembri paradossale questa storia ailettori di Prometeo Informa. Chi vi scrive,infatti, causa l'incedere degli anni e degliacciacchi e (come dice un famoso sloganpubblicitario) contro il logorio della vita

moderna, ha dovuto ricorrere alle curedi un affermato professionistaspecializzato nella diagnosi e nella curadelle malattie cardiovascolari, conparticolare riferimento alle patologie dellecoronarie.

Ma noi di Prometeo sapevamo che ilmedico in questione è anche discepolodella più sublime delle Muse: per cuichi di mestiere fa anche il curioso hasentito la necessità di saperne di più inproposito e di rendere partecipi voi lettoridelle esperienze e delle confidenze deldottor Grancini, poeta.

Leggendo le sue poesie ed analizzandoi più significativi commenti critici allasua Opera Prima, è parso singolarescoprire un animo sensibile altrascendente in una persona che – permestiere – deve essere concreta, agirerisolutamente e non farsi prendere daldubbio.

Però, per evitare che il discorso siingarbugli, a questo punto forse è meglioascoltare direttamente il pensiero delpoeta Grancini, che gentilmente haaccettato di rispondere alle seguentidomande.

Luca GranciniCardiologo e Poetanasce a Milano il 17 Settembre 1962

Dopo studi classici si laurea in Medicinae Chirurgia, specializzandosi in seguitoin cardiologia.Attualmente svolge la propria attività inqualità di cardiologo interventista pressoil Centro Cardiologico Monzino di Milano.Ha incominciato a comporre testi poeticinel corso dell'adolescenza.Recentemente ha pubblicato la sua operaprima “Dialogo con Dio”, per la collana“solodieci POESIE” della Casa EditriceLietoColle.

Rinunzia.Non è come nell’infanziala malattia.Un rimando. Un pretesto per crescere.E sussurri e richiami da ogni parte.Ciò che a quel tempo primoti stupì, non mischiarloa questo che ora vivi.

Rainer Maria Rilke

PER TESONO SOLO10 EURO?

Con solo 10 euro aiuti l’Associazione Prometeo Onlus ad aprireuna nuova Casa Accoglienza per ospitare i malati di fegato ed i loro familiariin cura presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

Per conoscere il progeto Casa Prometeoe fare su bito la tua donazionewww.onlusprometeo.orgIBAN IT 68 H 0845301600 000000730192

PER NOIVALGONOUNA CASAGRAZIE!