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PUZZLE IL GIORNALE DELLE SCUOLE Anno II - n.7 aprile2014

Puzzle maggio 2014

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PUZZLEIL GIORNALE DELLE SCUOLE Anno II - n.7 aprile2014

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EDITORIALESAPPIAMO SCEGLIERE?

Il 25 maggio per molti sarà la prima occasione per espri-mere il proprio voto sia alle amministrative, per eleg-gere il nuovo Consiglio Comunale, sia alle europee. Siamo chiamati a sceglere chi ci gover-nerà da vicino per 5 anni e anche chi lo farà dal ben più lontano Parlamento Europeo. Ma con che criterio ci apprestiamo a scegliere, in particolare alle più dirette e “facili” elezioni ammini-strative?Il nostro sistema scolastio ci ha formato in modo da permetterci di capire i programmi (quando esi-stono) e dunque fare una scelta ragionata? Abbiamo basi culturali, etiche, politiche, ideologiche sulle quali appoggiarci nella nostra scelta?Oppure siamo un branco di ignoran-ti che sceglieranno in base allo slogan, alla foto, al video, alle amicizie, come accade trop-po spesso per i rappresentanti d’Istituto? Forse prima di andare a votare dobbiamo studia-re un bel po’. In fin dei conti però il sistema si è sempre basato su elettori inconsapevoli, quindi tanto vale evitarsi la fatica e votare a sentimento. Poi però siete caldamente pregati di non esercita-re per cinque anni la pesarese virtù del lamentarsi ad oltranza per ogni cosa strana, nuova e diversa. In questo numero abbiamo pensato ai più pigri e menefreghisti, pubblichiamo infatti non solo le pro-cedure di voto ma anche un elenco completo dei candidati e delle liste più un intervista ad un rap-presentante di ogni schieramento che ci ha voluto rispondere. In questo modo speriamo di fornirvi un primo e veloce quadro di riferimento su queste co-munali, ma vi invito a farvi almeno un giro su faceb-bok per approfondire un minimo le vostre opinioni.

Ci tengo a ringraziare la redazione di Eureka (Bramante) e in particolare Matteo Rombolini che hanno raccolto le interviste e anche l’Anonimo dell’Alberghiero che ci ha inconsapevolemente coperto il buco sulle europee. Ps. Per via dello speciale centrale in questo nume-ro le sezioni scolatiche non seguono l’usuale ordine alfabetico ma sono disposte in base ad esigenze di spazio.

INDICEA PIENA VOCE

ARRIVA WOODSCHOOL 2...........................................................2

FRA I BANCHI E NON /S.Marta & Branca

ELEZIONI EUROPEE - COSA NE SAPPIAMO...........................2

ANONIMO/ Mengaroni

L’UNICA VERA NOSTALGIA CHE (HO) AVRO’..........................3DIZIONARIO F.E.C.C........................................................................3ILLUSTRAZIONE...............................................................................4

COL COSE(n)NO DI POI / Genga

PEPO COME FINIRA’ ?....................................................................5SUDOKU............................................................................................5

CONTADINO A TE/ Cecchi

IL CANTAMAGGIO..........................................................................5

SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVEcon spiegazioni di voto e interviste ai candidati........................................................................da 6 a 9

LA BERTA/ Mamiani

LA STORIA RENDE LIBERI?...........................................................10TRAVEL (PARTE 2).........................................................................10

GIOCHI........................................................................................11

EUREKA!/ Bramante

A SCUOLA CI VADO A ... NUOTO............................................12

L’IMMAGINARIO/ Scuola del Libro

NELLA NEBBIA...............................................................................13

RUBRICA - LETTERE ...................................................14

Timoteo Tiberi

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A PIENA VOCEA cura di Collettivo Spazio Bianco

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PUZZLE MAGAZINE/MAGGIO 2014

Mi è capitato fra le mani un fax-si-mile delle schede elettorali e mi sono accorto di una cosa a cui non avevo pensato: “Cavolo si vota an-che per il Parlamento europeo”. Su facebook e in giro si sente solo par-lare del comune. Un bel po’ qua un bel po’ la, schiaffi che volano allo scientifi-co fra i candidati, Renzi che viene a Pe-saro, la destra che attacca anni di cat-tiva gestione e scandali dei dirigenti. Ma le europee? Mi sono accorto di non sapere nulla. Eppure dovrebbero essere le europee al centro del dibat-tito. Al comune propongono tutti le stesse cose e poi alla fine è facile vota-re, la metà della gente vota semplice-mente per chi conosce. Ma ci lamen-tiamo sempre dell’Europa, di come ci imponga cose e pretenda risultati precisi, di come ci costringa a questa austerity che sta massacrando il pae-se e che forse ci sta togliendo il futuro. Ho cominciato dai candidati. Pen-savo che ci fossere i classici 3 schie-ramenti, il PD a sinistra, un unione del Nuovo Centro Destra con Forza Italia a destra e il Moviemento 5 Stel-le. Almeno di questi qualcosa avevo sentito alla tv. Ma poi ho sentito del dibattito a 5. “A 5? e chi sono gli al-tri 2”. Ma poi guardando il fax-simile ho visto che di liste ce ne erano mol-te di più. Che confusione. E quindi sono andato a cazzeggiare su internet. Ho scoperto che quest’anno si possono scegliere i presidenti della Commissio-ne Europea, e a quanto pare è la prima volta. I famosi 5 sarebbero i candidati sostenuti da varie liste. E ho scoperto, intanto, che esistono i Verdi che can-didano Ska Keller e l’estrema sinistra che candida Alexis Tsipras. Poi il Pd

che fa parte del PSE sostiene Martin Schulz, a “destra” abbiamo i popolari con Jean-Claude Juncker e i liberali con Guy Verhofstadt. e Grillo? I 5 stel-le non hanno fatto alleanze nè espres-so un candidato alla Commissione ma competono solo per il Parlamento. Infatti l’Italia a 73 posti che tutte le li-ste del nostro paese si spartiranno. E non sono solo 5 sono veramente tante. Ho anche trovato un test per sapere con che schieramento dovrei stare, è uscito Tsipras, che manco conoscevo, “bella” mi sono detto “ora mi toccherà leggere un bel po’ per capire chi è”. Quindi ragazzi fra un video di Ricci e un comunicato dei 5 stelle, fra spie-gazioni della Crescentini e striscioni del Partito Comunista dei Lavoratori, guardatevi e leggete qualcosa sulle eu-ropee perchè probabilmente è lì che si deciderà il futuro ed è lì che di solito ci fottono quindi tocca stare attenti. Come si vota:

Il test per scoprire l’orientamen-to politico, utile anche perchè da piccole info sui problemi eu-ropei per aiutarti a scegliere:

http://europee2014.voisietequi.it/rispondi/

FRA I BANCHI E NONIstituti Santa Marta e G. Branca

ELEZIONI EUROPEE COSA NE

SAPPIAMO?

ARRIVAWOODSCHOOL

2

E’ deciso, Woodschool 2 ci sarà! Come l’anno scorso sarà in mez-zo alla settimana per non disturba-re il sacrosanto sabato sera a nessuno. Quest’anno dalle indiscrezioni trapelate da alcuni organizzatori ci saranno alcune novità. La più improtante: verrà data possi-bilità a gruppi musicali composti da studenti di esibirsi. A sceglierli sa-rai anche tu, Basta andare sull’evento fb BANDO | SUONA TU A WOODSCHOOL | Come l’anno scorso i rappresentanti hanno scelto di essere indipendenti economicamen-te per non rischiare influenze di partiti, so-prattutto sotto elezione il rischio era grosso. Non si è voluto neanche scrocca-re dal Comune per lo stesso motivo. L’anno scorso c’erano gli stand di varie as-sociazioni quest’anno ci sarà solo la lu-doteca che l’anno scorso ha intrippato un sacco di gente con vari giochini e al po-meriggio un incontro con il Comitato Sal-viamo il Campus per discutere insieme di cosa fare del nostro Campus Scolastico. Woodschool è il primo festival per giova-ni totalmente autofinanziato da voi. Anche quest’anno sarete voi con i vostri 2 euro a scegliere quanto sarà figo. L’anno scorso siete stati generosi e siete stati ripagati. Quest’anno vogliao superarci quindi donate. Per voi sono solo 2 euro, che vi rifarete ampiamente con il buono bere, ma per l’organizzazione sono tutto. Avere un buon festival, con prezzi popolari, che da la possibilità ai ragazzi di suonare, ma non dimentica gruppi e dj affermati, con gare sportive fra le scuole, incontri di attualità e ot-timi cascioni? 2 euro, anche senza mastercard.

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L’ANONIMOLiceo Artistico F.Mengaroni

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L’UNICA VERA NOSTALGIA CHE

(HO) AVRO’Unhipsteracaso

Se c’è una cosa che amo della mia triste adolescenza è la musica che l’accom-pagna. Se c’è una cosa che amo del mio Paese sono i suoi artisti e la musica che essi producono. Ma qui devo soffer-marmi un momento: non mi riferis-co ai classici 4 burattini che vincono i numerosi talent, ne tanto meno ad artisti del calibro di Gigi D’Alessio, mi riferisco invece alla scena musicale in-dipendente italiana, una fetta di mon-do musicale di cui pochi, per fortuna

DIZIONARIO FECC - SPECIALE TROCATI-

ogeiD

Salire il crimine - locuzione usata per descrivere in modo più articolato un attacco di nervoso solitamente dovuto dalla stupidità della azioni commesse da persone altrettanto stupide. A volte può essere preceduto o seguito da fecciosi e blasfemi avverbi di quantità come: della madonna, del ***** dio Es. <Domenica mattina mi ha suonato al campanello un testimone di geova, mi ha fatto salire un crimine della madonna>

Rimasto - aggettivo solitamente utilizzato per indicare una persona che ci è rimasto sotto, ovvero colui che è entrato in un brutto giro e fa fatica ad us-cirne. Solitamente usato per additare drogati e alcolizzati. <Vez, Giorgio con quella compagnia di drogati è diventato un rimasto>. Sin. sottone

Cannato - colui che canna, o più semplicemente che fuma le canne. Partic-ipio passato del verbo fecc cannare molto in voga tra i giovani. Anche questo aggettivo addita i drogati ma ne racchiude solamente una piccola comunità. <Ogni mattina alla stazione c’è uno vicino a me che ha una faccia da gran cannato!>

Brutta storia - espressione utilizzata per cercare di deviare l’attenzione da un argomento sul ti trovi in disagio parlarne. <Oh vecchio ma racconta un po’ ‘sta storia con quella tipa!> <Ah no vez, brutta storia...>

o purtroppo, si accorgono. No, non sto parlando dei vostri amati rapper che si proclamano indipendenti nei loro tes-ti super cazzuti e pieni di odio verso ciò che è commerciale, sto parlando di gruppi come I Cani, The Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Altro, Lo Stato Sociale, L’Orso, Cosmetic, Gaze-bo Penguins, Baustelle e chi più ne ha più ne metta. Direte voi: “Ma chi sono sti qua?” Sono gruppi che si impeg-nano e si spaccano le ossa per offrire al piccolo (ma grande) pubblico che hanno, i loro brani bellissimi e pieni di significato, che quasi sempre rispec-chiano parecchi sentimenti, momenti della vita che ognuno di noi si ritrova a vivere in prima persona. Per questo dico che della mia triste adolescenza amo la musica che l’accompagna, per-ché gruppi come molti di questi elen-cati, regalano una colonna sonora ad una vita che senza, forse sarebbe piatta

e ancora più triste. Spesso mi fermo a pensare su come sarebbe la mia vita senza la musica, se i gruppi che ascol-to adesso, e che in qualche modo nelle loro canzoni racchiudono parti im-portanti della mia vita, smettessero di suonare quando avrò cumulato le mie decine di anni. E’ proprio questo che intendo con “L’unica vera nostalgia che avrò”, credo proprio che nel caso accada, rimpiangerò i bei momenti nei quali per ogni situazione esisteva una canzone, per ogni sentimento esisteva una canzone, per tutto esisteva. E forse pochi si saranno accorti che anche il titolo di questo articolo prende spun-to da una canzone di uno dei gruppi sopra citati, forse proprio perché con-dizionano e rispecchiano i miei modi di pensare. Aprite gli occhi, pulitevi le orecchie e non limitatevi ad ascoltare solamente ciò che c’è in superficie, sca-vate un po’, anche dentro di voi.

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4Annabell Piras

PUZZLE MAGAZINE/MAGGIO 2014

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Siamo nel periodo di maggio, la primavera ormai è in pieno lavoro e il caldo e le belle giornate porta-no allegria, poca voglia di studiare e anche un po’ di allergia.Un mese importante, una festa; e proprio per questo, un tempo, si portavano la felicità a gli augu-ri di casa in casa con un canto chiamato appunto “Cantamaggio”. Il Cantamaggio è una tradizio-ne tipica delle marche, umbria e toscana purtroppo persasi con la trasformazione sociale. Da qualche anno però cerchiamo di riportare in vita questa tradizio-ne dopo così tanti anni in cui è sta-ta abbandonata. Ci capita di incontrare anziani, i quali si ricordano le tradizioni del-la loro infanzia, e noi cerchiamo di recuperarle, con la speranza che non vadano perdute più di tanto.Il Cantamaggio è un canto con tante strofe, spesso anche im-provvisate, a seconda della situa-zione che i cantori si trovavano davanti.

Se ad esempio di solito si chiede-va del cibo: “ Se ci dai del buon vino i cor ci batte, se non ce lo vuoi dà porta la bot-te, le forma de formaggio ‘rmane ‘ntatte, ve lascio come maggio e buona-notte.”

Gruppi di musicisti, cantori e dan-zatori giravano per le campagne tra la notte del 30 aprile e la sera del 1 maggio a cantare questo canto che augurava prosperità ai contadini ed era di buon auspicio. Fra loro agli stornellatori spettava il compito più importante: inventare le strofe sul momento con lo scopo di coinvolgere il più possibile le fa-miglie a cui si fa visita per donargli un momento di risa ed allegria.

Le donne, le vergane, preparava-no vino, pane e lonza per l’arrivo del gruppo sicuramente affamato e si festeggiava tutti insieme e di solito la piccola festa che si veni-va a creare si concludeva con un saltarello.

Qualche anziano ci raccontò che c’era anche l’usanza di “portare il maggio”: un fiore, che i ragaz-zi, sempre la notte tra il 30 e l’1, portavano nelle case delle loro amanti. Le ragazze si svegliavano la mattina e dovevano capire chi fosse l’uomo che le avrebbe volute sposare.

IL CANTAMAGGIO

Giulia Striglio

CONTADINO A TEIstituto Tecnico Agrario A.Cecchi

5

SUDOKUFACILE

COL COSE(n)NO DI POI

Istituto Tecnico per Geometri G.Genga

In questa edizione del Puzz-le purtroppo non è pubblicato il capitolo finale della novella “Pello”, questo perché, essendo occupati dallo studio pre-esame e ultime verifiche, non siamo riusciti a completarlo. Pertanto invitiamo chiunque sia interes-sato di visitare il sito già ope-rante lazarocco.weebly.com nel quale verrà pubblicato non solo l’ultimo capitolo ma tutta la no-vella stessa il 31 maggio 2014.

Buone vacanze dall’ITG Genga!

PEPO COME FINIRA’?

Alessandro Ciocchetti, Aziz Aboulmahasin

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COME SI VOTAIN BREVE mio voto e in consiglio ci saranno più pe-

rosne della lista B rispetto alla lista A.

ESPRIMERE LE PREFERENZE

A fianco dei simboli ci sono due ri-ghe dove posso scrivere il COGNOME di un membro della lista che ho votato. Attenzione! Se voto una lista poi le prefe-renze devono essere persone di quella lista. Es. Se ho votato lista A non posso met-tere il cognome di uno delle lista B. Si possono esprimere fino a 2 preferenze, ma in questo caso devono essere un uomo e una

donna.

IL VOTO DISGIUNTO

Se mi sta antipatico il candidato sindaco del mio partito e voglio comunque votare il mio partito ma un altro candidato sindaco? E se voglio votare il sindaco di una lista ma conosco una persona preparata che è in un altra lista come faccio per votarli entrambi? Il voto disgiunto serve proprio a questo. Crocetti il nome del sindaco che vuoi votare così si prende il voto valido per essere eletto. Ma poi crocetti una lista di un’altro schiera-mento ed esprimi le tue preferenze in quella lista.Così avrai votato e forse fatto vincere il tuo candidato, ma nello stesso tempo la lista del tuo amico potrebbe vincere un seggio da

dare al tuo amico.

VUOI VEDERE DEGLI ESEMPI?

Nei Comuni con più di 15.000 abitan-ti si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nominativi dei candidati alla carica di Sindaco e, sotto ogni candidato, i simboli delle liste che lo appoggiano.

Il cittadino può esprimere il proprio voto in tre modi diversi:

1. Tracciando un segno solo sul nome del candidato Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per una lista che lo sostiene.

2. Tracciando un segno solo sul sim-bolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista e al candidato Sindaco che appogia.

3. Tracciando un segno sul simbolo di una lista, eventualmente indicando anche la preferenza per uno p due dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista.

In quest’ultimo caso tracciando anche un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata si ottiene il cosiddetto “voto disgiun-to”

NON HO CAPITO

Partiamo dalle basi: esistono i candi-dati sindaci, le liste e gli schieramenti. Il candidato a sindaco è sempre uno. Le liste invece raccolgono diverse persone che si candidano al Consiglio Comuna-le, fra cui poi vengono scelti gli Assessori. Ogni lista sostiene un candidato sin-daco che però non è nella lista stessa. Se più liste sostengono lo stesso can-didato si forma uno Schieramento. Ci sono di conseguenza diverse modalità di voto che permetto di scegliere a diversi livelli.

C’è una sola scheda dove sono già riportati i nomi dei candidati sindaci, 7 nel nostro caso, e i simobloli delle liste che li sostengono. A fianco di ogni simbolo troviamo due righe per indicare le nostre preferenze per i consiglieri

comunali.

VOTARE IL CANDIDATO SINDACO

E’ la possibilità più semplice: basta tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco. In questo modo si da il voto solo al candidato, ciò vuol dire che lo si aiuta a vincere, ma non si danno voti alle liste. I voti alle liste servono per stabilire il numero di persone che di quel-

le liste entreranno in Consiglio Comunale.

VOTARE ANCHE UNA LISTA Per votare una lista e dunque farle avere dei seggi (cioè posti in Consiglio dove far sede-re i suoi membri) basta tracciare un segno sul simbolo della lista. votando la lista si vota automaticamente anche il candidato sindaco che la lista sostiene. Quindi non c’è bisogno di

tracciare un segno anche sul suo nome. Es: Mario Rossi è candidato sin-daco e sostenuto dalla lista A e B. Io posso ho crocettare il nome di Mario Rossi e fregarmene delle liste. O crocet-tare lista B così Mario Rossi prenderà il

PUZZLE MAGAZINE/MAGGIO 2014SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

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ENRICA ROMAGNA per Gianmarco Romagna

1)1. Rifiuto unilaterale del patto di stabilità e uti-lizzo delle risorse così liberate per un grande pia-no di rilancio sociale che abbia al centro lavoro scuola e sanità. 2. Rendere nuovamente pubblici servizi che sono stati privatizzati nel corso degli anni come ad esempio il trasporto tema particolarmente caro agli studenti 3. Requisizione delle case sfitte e in vendute e loro riutilizzo per un piano di edilizia popolare. Questi sono i nostri punti principali

2) Per quanto riguarda ciò che secondo noi non va nella nostra città rispondiamo che è sempre più inaccettabile la gestione ingiusta delle risorse, per cui ad esempio cresce sempre di più il nu-mero delle persone che non possono permettersi una casa mentre dall’altra parte cresce sempre più il numero degli immobili invenduti. Altri esempi: la sproporzione tra domande e posti di-sponibili negli asili nido, il costo sempre più alto

dei trasporti e il fatto che le aziende municipaliz-zate preferiscono operare per fare profitti anziché offrire servizi a prezzi popolari. Come risolverlo? I tre punti citati alla prima domanda sono la ri-sposta a queste questioni.

3) Per noi il punto fondamentale è incentivare la partecipazione dei Giovani alla vita politica e alla gestione della cosa pubblica. Siamo stati studen-ti pesaresi anche noi e abbiamo conosciuto una città piena di progetti sociali e umanitari spes-so troppo poco riconosciuti a livello comunale. Questo è assurdo in quanto creare un rapporto più reale tra mondo politico e una scuola ricca come quella pesarese deve essere un’opportunità di crescita per entrambe le parti. Bisogna incen-tivare stage a livello comunale ed essere più vi-cino alle iniziative scolastiche e di volontariato. Questa è una strada che vogliamo percorrere e che proponiamo come partito comunista dei lavoratori. Grazie dell’opportunità che ci avete concesso vi aspettiamo il 25 Maggio per creare insieme un’alternativa comunista dalla parte dei lavoratori e dei FUTURI lavoratori.

LE INTERVISTEMatteo Rombolini ha intervistato per noi un esponente per ogni coalizione. Siamo felici che abbiano tutti accettato con piacere di rispodenre e li ringraziamo. Sono state poste a tutti le stesse 3 domande: 1) Quali sono i 3 punti “di for-za” del vostro programma? 2) Cos’è che non va secon-do voi nella nostra città? E come pensate di cambiarlo?

3) Cosa ne pensate dello spazio che hanno i giovani nella so-cietà pesarese, e quali prospet-tive pensate che abbiano nel fu-turo della nostra città ?

MATTEO RICCI PARTITO DEMOCRATICO MATTEO RICCI SINDACOIMPEGNO COMUNE CON RITO BRIGLIAUNA CITTA’ IN COMUNEIL FAROLA SINISTRASOLIDARIETÀ-LIBERIXPESAROSOLO PESAROIO CENTRO

FABRIZIO PAZZAGLIAMOVIMENTO 5 STELLE

GIANMARCO ROMAGNAPARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

ALBINO CALCINARILA ROSA DI PESARO

IGOR JASON FRADELLONICITTADINI 5 STELLE

ROBERTA CRESCENTINIFORZA ITALIASIAMO PESAROFARE PER FERMARE IL DECLINONCD-UDCFRATELLI D’ITALIA-ANFUTURA PESAROLEGA NORDPESARO IN MOVIMENTO

LUCA ACACIA SCARPETTIIDV

Qui trovi i nominativi di tutti i candidati in consiglio comunale

TUTTI I CANDIDATI E LE LISTE CHE LI SOSTENGONO

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PUZZLE MAGAZINE/MAGGIO 2014

WENDOLINE MARCHEGGIANI per Albino Calcinari

1)La nostra è una lista civica moderata che si compone di persone non politicizzate ma interes-sate alla politica per il bene della nostra città. Ve-niamo da esperienze diverse, di studio, di lavoro, di responsabilità, di professionalità che vogliamo mettere a disposizione della città. Pensando ai gio-vani della città di Pesaro, ai loro bisogni, alle loro speranze per un futuro da protagonisti, tre punti importanti del nostro programma sono i seguenti: “fortezza del sapere” : vogliamo valorizzare la strut-tura di Rocca Costanza, simbolo di una storia glo-riosa della nostra città, per farla diventare un cen-tro culturale con musei e sale letture multimediali all’interno della quale si possa creare anche uno spazio importante da riservare a giovani talentuo-si. Qui devono trovare gli strumenti e l’ambiente per sviluppare nuove idee progettuali con possibili sbocchi sull’economia del territorio. Vogliamo in realtà aver un incubatore per le giovani generazioni e per i “cervelli” della nostra città. Su questa idea si dovranno far convergere i fondi comunitari e di alte istituzioni del territorio; “Pesaro giovane” : proponiamo una città che par-tendo da una revisione della viabilità e delle aree parcheggio porti allo sviluppo di un nuovo quar-tiere turistico giovanile con locali e spazi concer-tistici. Abbiamo pensato, ad esempio, all’area tra la spiaggia ed il colle Ardizio, sotto monte, fortemente modellate sulle esigenze dei giovani a due passi dal-le loro abitazioni, inserito in parametri di legalità, tutela ed ordine pubblico. Inoltre, per dare maggio-re attenzione allo sviluppo del turismo si pensa di realizzare in zona mare un’arena estiva per concerti ed eventi di aggregazione giovanile. “Ambiente il futuro dei nostri giovani” : abbiamo una forte attenzione per l’ambiente della nostra città, non solo attraverso lo sviluppo di un’edilizia biosostenibile, dell’utilizzo di energie alternative, delle raccolte differenziate dei rifiuti, ma anche con la riqualificazione dei parchi urbani e delle aree verdi, delle canalizzazioni e dei fossi. Tutto questo attraverso la formalizzazione del patto “adotta un parco” con affidamento delle aree verdi e dei parchi pubblici alla supervisione e vigilanza di associazio-ni radicate sul territorio, come ad esempio gli Scout Agesci.

2) L’elemento principale che per noi rappresenta un forte limite allo sviluppo della città e delle sue idee eccellenti, è la conservazione da oltre 69 anni del potere concentrato in una sola corrente di pensiero a discapito di qualsiasi sano principio di alternanza, di pluralità di idee, di dibattito e di confronto. Que-sta è la motivazione principale che ci ha fatto impe-gnare in questa avventura senza stringere alleanze con alcuno mentre gli altri schieramenti cercano alleanze quantomeno difficili ed innaturali (come dice Vasco Rossi “.....cambiare partito e’ facile.......”). Il nostro desiderio di cambiamento passa attraver-so la disponibilità al dialogo ed al confronto nell’in-teresse della comunità e non delle singole persone o aggregazioni.

3) Purtroppo la situazione economica e culturale della nostra società, non solo pesarese, lascia poco spazio ai giovani perché la generazione più adulta è maggiormente concentrata a conservare le proprie

posizioni piuttosto che aprire opportunità per le nuove generazioni. Anche a Pesaro le idee dei gio-vani non trovano facile accesso nelle istituzioni. Si tratta di promuovere un nuovo percorso culturale che valorizzi le diversità generazionali per superare l’attuale approccio di difesa e contenimento dell’esi-stente senza un respiro per il futuro. Noi ci siamo impegnati proprio per la responsabilità verso le nuove generazioni che ereditano ciò che noi lascia-mo o meglio come noi lo lasciamo. La città di Pesa-ro è stata capace di svilupparsi negli anni 60 e cre-scere enormemente negli anni successivi perché si era creato uno spazio per le giovani generazioni di allora che dalla cultura contadina si sono mossi ver-so una cultura imprenditoriale e professionale, ten-dono conto del valore della solidarietà. Ora si tratta di ricreare quel tessuto di relazioni e di solidarietà generazionali aperte alla novità giovanile capace di intravvedere il futuro nella storia e nel presen-te. Con noi i giovani possono essere ciò che sono e dare alla città i loro talenti per goderne insieme.

PAOLO VAGNINI per Roberta Crescentini

1) Il punto principale su cui è stato costruito il nostro programma è quello dell’ascolto. Ascol-to verso tutti i cittadini di Pesaro ma soprattut-to verso i giovani, con i quali vorremmo creare una “Consulta dei Giovani” da coinvolgere nelle scelte che li riguardano. Altro punto cardine è il lavoro, soprattutto come mantenere i posti di lavoro esistenti e crearne di nuovi. Vogliamo creare un Business Innovation Centre (BIC) che trasformi le idee dei giovani in imprese, sostenendoli. Tutte le nostre proposte sono co-munque declinate in termini di concretezza. Proposte pragmatiche realizzabili in poco tempo ma che possono portare subito benefici alla città.

2) Chi, come me, è abituato a viaggiare per la-voro e a conoscere realtà diverse, ha una visione più obbiettiva della città. Per chi arriva da fuori si avverte subito un clima di rassegnazione, di declino. Abbiamo luoghi bellissimi trascurati e non conosciuti, incompiuti. Non ci sono propos-te concrete per la città, solo grandi progetti che a nostro avviso rimarranno solo progetti. Noi vogliamo ridare colore alla città, vogliamo ridare vita al centro storico e zona mare con eventi dif-fusi. Vogliamo attrarre fondi europei per proget-ti credibili e fattibili, per aiutare le imprese esis-tenti e le nuove.

3) I giovani non hanno spazi nella nostra città. Quei pochi che ci sono non sono fruibili nelle ore più attrattive per i giovani, pensiamo alla Biblioteca San Giovanni. Non ci sono loca-li di incontro, dove si possa fare musica, dove ci si possa confrontare su tutti i temi di inter-esse. Questo per quanto riguarda spazi fisici, peggio è per quanto riguarda spazi politici. I giovani a mio avviso vengono sollecitati solo in occasione delle elezioni, mentre noi abbia-mo creato un programma SOLO per i giovani e fatto dai giovani. Fortunatamente i ragazzi hanno spirito di iniziativa e creatività: hanno solo bisogno di essere ascoltati e sostenuti nei loro progetti, per ridare un futuro a Pesaro.

KATJA LITTI per Igor Jason Fradelloni

La Lista Cittadini Pesaro, che rappresento in qua-lità di possibile consigliere comunale è una lista giovane, nata solo a inizio anno, con l’ esigenza di cambiare in meglio il volto alla città di Pesaro, seguendo la strada della sincerità e del rispetto di ogni individuo, e in questa nostra missione, non possono mancare i giovani con i quali ci piacereb-be avere una fittizia collaborazione. Siete il futuro, sapete bene cosa volete e forse siete stanchi di rice-vere solo consigli, ma avete necessità di dialogare ed essere trattati con vero rispetto e considerazione. Dobbiamo impegnarci tutti, rimanendo sempre in-formati e partecipando attivamente alla vita politi-ca della città, interagendo per migliorare sempre. Siamo stanchi di vedere i nostri ragazzi andare all’ estero per trovare lavoro, siete il nostro futuro e dobbiamo investire su di voi. I nostri punti forza del programma sono: 1- Il Lavoro 2- La cultura 3- La sanità 4- L’ ambiente Nei nostri , punti non c’è una priorità data da un ordine, perché tutti sono fondamentali e devono interagire tra loro, se anche uno non funziona si otterrà un ‘effetto a cascata deleterio per il cittadi-no. Nella nostra città, purtroppo sarebbe più facile e sbrigativo dire cosa funziona in quanto a nostro discapito le cose che vanno sono davvero pochis-sime. A Pesaro, ad esempio, uno dei settori meno considerato è il turismo, avevo 16 anni quasi la vostra età e già andavo in Romagna il sabato sera, e oggi che ho 42 anni non è cambiato niente. Ho sempre avuto l’ impressione che i giovani dessero quasi fastidio, e si facesse di tutto per non tratte-nerli, ma anzi si attuasse una strategia mirata per non rendere la nostra città attraente per voi, ecco perché occorre una volontà politica e sincera, fatta di cambiamenti concreti per trovare spazi e tempi da destinare alle attività ricreative, rivolte proprio a voi. Inoltre occorre favorire il gemellaggio turistico con altri stati e cambiare il metodo di promozione della città. La viabilità bastano solo poche gocce di pioggia per congestionare il traffico e rendere la città inagibile, e ancora non hanno iniziato i lavori per la costruzione del secondo casello di Santa Ve-neranda. La scuola non va, proprio la vostra scuo-la, con il violento temporale della scorsa settimana ancora una volta si è allagata, rendendo la struttura sempre meno sicura. Ancora oggi usiamo metodi di studio di decenni fa e siamo restii ad adattarci al resto del mondo, le migliorie devono essere appli-cate con urgenza e nessuno meglio di voi giovani potrebbe aiutarci ad apportare quelle modifiche . Ogni giorno, quando accompagno i miei figli a scuola, vi vedo con gli zaini pieni e i libri in mano, quando dovreste avere solo un palmare o un com-puter, quanti soldi verrebbero risparmiati e quanti alberi salvati. Il Lavoro a Pesaro è oggi una brutta realtà, occorre favorire lo sfruttamento dei tantissi-mi spazi commerciali, artigianali, ed industriali di-sponibili non solo sburocratizzando ma fornendo piattaforme di avviamento di attività che compren-dano e supportino tutti gli oneri burocratici finan-ziari e pubblicitari messe a disposizione dei giovani imprenditori dal Comune. Aiutateci e renderemo questa città davvero migliore.

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ALICE ROSSETTI per Matteo Ricci

1) Il nostro programma ha molti punti di forza, ma ovviamente io cercherò di occuparmi dei giovani, riportandovi i punti di forza che ci riguardano: in primis bisogna rilanciare il centro storico per-chè chi va in centro, cerca emozioni; risollevare il piccolo commercio è il nodo perchè vogliamo una città dove i nostri giovani si possano incontrare nelle piazze e nelle biblioteche ma per fare ciò, dobbiamo incentivare la nascita di nuove imprese e nuovi locali e ovviamente il presupposto è quello di cambiare mentalità perchè il centro storico deve avere più eventi, più iniziative e meno tranquillità! Deve essere la sintesi tra luogo d’incontro e intrat-tenimento: diamo spazio alle innovazioni tecnolo-giche, culturali e sociali!Il secondo punto, argomento a cui io tengo molto, è la sicurezza e il valore della legalità, la cui cultura va coltivata attraverso i giovani. Abbiamo un avveni-mento a noi molto vicino: il caso di Lucia Annibali ed è per questo che vogliamo dare una prospettiva di sviluppo al Centro Antiviolenza sulle donne che già offre un servizio straordinario; ovviamente, poi, quando parliamo di sicurezza, parliamo anche di noi giovani che durante i week-end ci spostiamo in Romagna in cerca di divertimento; per ciò creare posti nella nostra città, all’interno dei quali ci si diverte, credo sia un aspetto non più prorogabile. Già durante il periodo estivo si sono fatti passi in avanti ma bisogna farne altri anche per il periodo invernale aprendo una riflessione sui luoghi dove far nascere questi locali evitando anche così preoc-cupazioni ai genitori che ci aspettano a casa.Ultimo punto, ma non da meno, è pensare ad una Pesaro verso il futuro, verso la modernità, attra-verso nuove politiche di supporto al servizio pub-blico, come taxi collettivo, servizi a chiamata, car pooling, car sharing e ciclabilità; ovviamente man-tenendo la gratuità delle navette già esistenti, ma-gari integrando nuovi percorsi; ancora, progetti per l’inserimento degli orari dei trasporti nei siti delle scuole e social network con servizi di trasporto ed info viabilità.

2) Anche se la nostra città, negli ultimi anni, è sta-ta governata abbastanza bene, penso che bisogna cambiare la pubblica amministrazione e i dirigenti devono essere parte attiva della trasformazione. La riorganizzazione delle società di servizi porta meno presidenti, meno consigli di amministrazione e di conseguenza, meno costi e maggiore semplificazio-ne, ma accanto a ciò, bisogna dare spazio ai giovani perchè bisogna pensare al futuro ed il futuro siamo noi; ovviamente, poi, un ruolo decisivo è giocato dall’innovazione: ora dentro uno smartphone, c’è la possibilità di mettervi la stragrande maggioranza dei servizi pubblici amministrativi, pensando così ad un “Comune 3.0”, in modo che in ogni momen-to, il cittadino, possa avere la possibilità di fare una pratica online, evitando file e risparmiando tempo. Infine, bisogna smettere di “tagliare le ali” alle buo-ne idee con la solita frase che ci sentiamo ripetere quale “Non si può fare”! Dobbiamo iniziare a capire come si possano realizzare i buoni progetti e quin-di il compito del Comune, dovrebbe essere quello di supportare chi ha proposte valide per la nostra città!

3) Penso che i giovani, fino ad oggi, siano stati mol-to presenti nella società pesarese ma poco ascoltati

e capiti dai dirigenti; se ho accettato la proposta di candidatura al Consiglio Comunale, è perchè credo che noi giovani siamo poco rappresentati e quindi abbiamo bisogno di persone fidate e responsabili a cui dare la possibilità di fare sentire la nostra voce anche tra gli amministratori della nostra città. Oltre tutto, come già detto in precedenza, bisogna creare opportunità sia di lavoro, che di svago per noi gio-vani, cercando di provocare sempre meno le cosid-dette “fughe di cervelli” perchè il nostro territorio può dare tanto ai ragazzi, come i ragazzi possono dare tanto al nostro territorio!

FRANCESCA REMEDI per Fabrizio Pazzaglia

1) Eliminare le restrizioni orarie per il diverti-mento estivo partendo dalla zona sottomonte (di-vertimento h24!) istituendo un tavolo di lavoro tra residenti, albergatori e giovani per trovare una soluzione che permetta ai ragazzi di potersi diver-tire. Individuare delle zone della città, in periferia ed in centro storico, “ SIAE free”, per permettere ad artisti di esibirsi liberamente (sarebbe sufficiente una convenzione tra Comune e SIAE). Incentivare le Associazioni Sportive Dilettantistiche al fine di promuovere anche gli sport minori. “Ringiovanire” il divertimento a Pesaro che la politica di sinistra, in 70 anni, ha limitato tanto da trasformare Pesaro in una città “per vecchi”.Restituire la città ai giovani con borse di studio per progetti realizzati dai ragazzi legate al turismo, al divertimento ed alla cultura. Soldi che verranno recuperati dai costi della politica e che quindi sa-ranno sostanziosi. Democrazia Partecipativa. Assemblee di quartiere in cui decidere come investire parte del bilancio in-sieme ai cittadini attraverso un percorso che tenda ad ascoltare tutti i progetti e le esigenze della citta-dinanza.

2) Oggi i partiti si spartiscono poltrone e soldi com-promettendo la vita delle giovani generazioni che pagano questo comportamento loro malgrado. Ad oggi, i partiti hanno dimostrato di non avere fidu-cia nei ragazzi e tendono, pertanto, a soffocare ogni loro iniziativa tanto che, per potersi esprimere, le nostre giovani menti sono costrette ad andare via da Pesaro. Per poter cambiare questa tendenza le soluzioni vanno trovate sedendosi al tavolo insieme ai ragazzi e coinvolgendoli nella scelte e nella vita del Comune, facendosi consigliare anche da loro. I partiti questo non lo sanno fare, credono che i ra-gazzi siano inesperti ed immaturi, e la prova sono le condizioni in cui oggi si trova Pesaro che è tutt’altro che una città per giovani.

3) Cosa ne pensate dello spazio che hanno i giovani nella società pesarese, e quali prospettive pensate che abbiano nel futuro della nostra città? I giovani non hanno spazio nella società pesarese ed è chiaro vedendo come si spostano in Romagna per potersi divertire. Queste elezioni sono caratte-rizzate da una lotta contro il MoVimento 5 Stelle così forte che ha spinto i politici a creare liste piene di ragazzi col puro scopo di prendere il maggior numero di voti per sostenere i partiti stessi. Dopo il 25 maggio li abbandoneranno come hanno sempre fatto e, se riusciranno a vincere, Pesaro continuerà ad essere una città non a portata di giovani e nulla cambierà. I giovani sono il futuro e devono avere la

possibilità di esprimersi e sopratutto devono sen-tirsi spronati a sognare, divertirsi sentendo che le Istituzioni si fidano di loro e della loro maturità. Fateci caso che il maggior bacino di voti del M5S è proprio quello dei giovani, perché il M5S è giovane ed è il futuro! I giornali e le TV non ci aiutano, ma il web è giovane ed è nostro, quindi #vinciamonoi!

LUCA FONTANAper Luca AcaCia Scarpetti

1)• Il patto etico con i cittadini per cui tutti gli atti della pubblica amministrazione devono essere con-sultabili da chiunque e non solo dai portatori di interesse • Per l’ospedale nuovo, chiediamo garanzie e tra-sparenza. Ci devono mostrare i conti, dirci cosa of-frirà domani la sanità pesarese di diverso, dirci cosa rimarrà sui vecchi siti di Pesaro e Fano. Diciamo Si all’ospedale nuovo se migliora la qualità e garanti-sce la quantità, No al “ballo del mattone”, ovvero ad una operazione edilizia fine a se stessa. La qualità sanitaria la fanno gli uomini e non il cemento. • Il centro storico deve essere il vero centro della città. Il suo rilancio passa attraverso la presenza di commercianti e artigiani. Studiare per loro ogni forma di sgravio fiscale ed agevolazione, per aiutar-li a contrastare lo strapotere dei centri commerciali periferici.

2) E’ fuori dubbio che in città si vive una “cappa” politico/gestionale molto forte e di parte. L’aspetto gestionale del potere calpesta l’aspetto culturale e civico della macchina comunale. La città deve tor-nare ad essere più aperta e ospitale ed il comune deve garantire una gestione più di buon senso. Intervenire con azioni che caratterizzino l’aspetto storico, culturale e sportivo, è il nostro punto di partenza.

3) I giovani sono il futuro, e sul futuro bisogna in-vestire. Da un punto di vista culturale, la loro for-mazione è fondamentale, e Pesaro già gode di un importante sistema scolastico. Ai giovani che in-tendono affermarsi o occuparsi della cosa pubblica, lancio un monito: umiltà e informazione, non ci si forma attraverso la “play station” ma attraverso lo studio della storia, del diritto amministrativo e delle nuove tecnologie. Il partito a cui ho aderito, è stato quello che nel 2000 è riuscito a fermare l’e-sodo verso la Romagna ed il suo divertimentificio notturno, facendo approvare un regolamento diret-tamente operativo, circa la possibilità di fare feste notturne in spiaggia. Da li è partito un discorso di apertura verso la movida notturna, oggi autorizzata sino alle 2,00, sufficiente a far rimanere a Pesaro i

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nostri giovani. Il terzo tassello ne-cessario ai giovani, è una cultura del-lo sport molto più attiva e praticata. cercando di dare a tutti, anche a chi purtroppo è in dif-ficoltà economiche, la possibilità di pra-ticare la disciplina desiderata.

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LA BERTALiceo T. Mamiani

LA STORIA RENDE LIBERI?

Classi 3^A e 4^A

I fatti della seconda guerra mondiale possono liberarci dal pregiudizio raz-ziale?...“Juden Raus”. È questa la scritta com-parsa sui muri della sinagoga di Pesaro lo scorso 25 aprile. Questo messaggio testimonia che il sentimento di rifiu-to nei confronti della razza ebraica è ancora vivo, come se la storia non ci avesse insegnato niente, come se la brutalità dei campi di concentramento fosse solo un racconto lontano. Eppu-re, se il muro della sinagoga potesse parlare non additerebbe un colpevole ma urlerebbe che è stanco di questi at-teggiamenti antisemiti e raccontereb-be la propria storia. Una storia che noi studenti delle classi III e IV A del Li-

ceo classico Mamiani abbiamo toccato con mano attraverso il nostro viaggio ad Auschwitz. Un tuffo nel passato, in un luogo in cui non si può rimanere indifferenti calpestando i ciottoli di quella ferrovia, toccando le pareti, ve-dendo scarpe, capelli e foto, memoria di persone condannate ad un atro-ce destino per la colpa di essere nate. Dopo questa esperienza avvertiamo la necessità di farci anche noi testimo-ni, di essere noi, studenti per primi, a schierarci contro un atto di razzismo e allo stesso tempo vandalismo che ha toccato la nostra città. Andare ad Auschwitz significa rendersi conto di quanto sia necessario il nostro impe-gno perchè tutto questo non risucceda, in modo da poter sostenere l’impor-tanza di questo viaggio anche davan-ti agli artefici di quelle scritte, perchè queste possano scomparire non solo dai muri ma anche dalle nostre menti.

TRAVEL (parte 2 di 3)

Second Voyage: Manhattan Cecilia Cesaroni

Dalla stazione della metropolitana in un’ora siamo arrivati a Manhattan. Io e Kevin siamo armati di zaini e kit di so-pravvivenza per passare una settimana in quest’area così grande di New York. Mi sono portata dietro la lista e studian-dola meglio ho ulteriormente ridotto il numero a tre candidati: il primo è Geor-ge Meyers, un ricco industriale che abita vicino a Central Park(tra l’altro nella zona in cui abita Woody Allen, il mio regista preferito), il secondo, Victor Nominsky è un ingegnere automobilistico e risiede vicino al Chrysler Building, mentre l’ul-timo ma non meno importante, è Fran-cis Rossi, regista di Brodaway residente a Time Square. Nonostante tutto, ciascuno di questi tre possibili padri è veramente un uomo eccezionale e con una brillante carriera alle spalle.

Per cominciare direi che dovremmo an-dare alla ricerca di George Meyers.

Per fortuna siamo in una zona non molto lontana da Central Park a circa dieci iso-lati, anzi come li chiamiamo noi in ame-ricano “blocks” perché sapete, i grattacieli sembrano veramente dei grossi blocchi squadrati di cemento.Io e Kevin abbiamo deciso di spassarce- la un po’ al parco. Passeggiamo,diamo

da mangiare alle papere nei laghetti, ci nascondiamo. Aspettate, dietro di noi ci sono due persone losche. Ci avvicinia-mo, parlano di un grosso furto d’arte al MOMA (Museum of Modern Art).

Dobbiamo intervenire e sventare il loro piano … ma come fare? In fondo siamo solo due dodicenni. Intanto ci siamo deci-si a seguirli mettendo momentaneamente da parte la ricerca di mio padre.Oramai si è fatta notte e stiamo seguendo i ladri da diverse ore. Si sono intrufolati in

un vecchio magazzino ed indovinate cosa troviamo? Una delle più grandi collezio-ne d’arte che abbia mai visto. Questi due o sono falsari o due dei più esperti ladri di opere d’arte del mondo. Io e Kevin siamo nascosti dietro a diverse opere di Picasso ed un minimo rumore potrebbe farci sco-prire.

Le ultime parole famose. Kevin, allergico alla polvere, ha starnutito e ci ha fatto sco-prire. Ora siamo legati a due sedie come due salami. Non possiamo chiedere aiuto, non c’è nessuno nei paraggi e i ladri ci fa-

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rebbero fuori se solo tentassimo di fuggi-re. Pare che non abbiamo nulla a disposi-zione per liberarci. Kevin però, mi ricorda del mio coltellino svizzero rubato tre anni fa ad un capo scout che conservo in tasca.

Il piano sarà questo: contando sulla stu-pidità dei due ladri, Kevin li intratterrà con un indovinello, mentre io tenterò di tagliare le corde che ci tengono legati con il coltellino svizzero.

Kevin comincia: “Ehm, signori ladri, vi propongo un indovinello. Cos’ è quella cosa che di giorno ha quattro gambe, di pomeriggio due e di sera tre?” I ladri sono piuttosto confusi e presi una penna ed un foglio di carta cominciano a buttare giù

qualche ipotesi. Nel frattempo io comin-cio a tagliare le corde. Ci siamo quasi, un attimo solo, ecco fatto!

Io e Kevin, nel più completo silenzio, siamo riusciti a scappare via senza farci notare dai due ladri, ancora presi dall’in-dovinello. Siamo subito corsi alla polizia ad avvisare di quello che avevamo visto e sentito. I poliziotti non vogliono creder-

ci, ma fortunatamente Kevin, prima di fuggire dai due malviventi, aveva scattato col cellulare molte foto alle opere rubate ed al magazzino abbandonato. La polizia, oramai convinta, si precipita ad arrestare quei furfanti.

Ora, finalmente, posso tornare alla ricer-ca di mio padre e un poliziotto, per rin-graziarci del nostro aiuto, con piacere ci accompagna all’abitazione del mio primo presunto padre, George Meyers.Busso alla porta e vedo apparire davanti a me un uomo alto, avvenente, senza capelli fuori posto. Insomma proprio un figuri-no!

Senza peli sulla lingua, gli spiego il motivo della mia venuta e sorpreso mi racconta come ha incontrato mia madre: “Sapete, a quell’epoca ero solo un ragazzo, ave-vo poco più di 18 anni e avevo da poco finito il liceo. Tutti i miei amici avevano una ragazza e avevano già sperimentato l’esperienza del “sesso”. A quell’epoca ero un ragazzo timido ma, ormai stanco del-le pressioni dei miei amici, avevo pensa-to che l’unica maniera per considerarmi uomo sarebbe stato provare a fare sesso.

L’unico maniera a mia disposizione per provarci era chiamare una prostituta. Ar-rivò tua madre, una ragazza russa, carina e molto alla mano. Mi disse di cominciare a togliermi i vestiti, ma mi resi conto che non potevo rovinare un’ esperienza così intensa in questo modo orribile. Tua ma-dre capì perfettamente e se ne andò senza chiedere nulla. Io da quel giorno decisi di cambiare vita. Mi diedi da fare ed ora sono l’uomo che puoi vedere adesso. Ho una fi-danzata fantastica, un figlio in arrivo e la mia vita non potrebbe essere migliore.

Mi dispiace di non essere la persona che cercavi, ma sono certo che tuo padre sia più vicino di quanto pensi. Sarò ben lieto di accompagnare tu ed il tuo amico nella vostra prossima destinazione. Avrete una limousine pronta ad aspettarvi”.

1. Comanda...su una barca a vela2. Senza remi non va avanti3. Senza Eolo... non cammina4. La vela...più piccola5. Confina con Calabria, Puglia e Campania6. Casetta di legno presente nel C.V.L.7. Tirare con forza .... sulla barca8. Opposto di prua

1. La porta sulla testa...il cavallo2. Il contrario di... orzare3. Insieme all’albero regge la vela4. Se non è prua è...5. Senza i cavalli non si può praticare6. Le corde in linguaggio marino

GIOCHI

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EUREKA!Istituto Tecnico Commerciale D. Bramante

A SCUOLA CI VADO A ...

NUOTOMatteo Rombolini

Potrete non crederci ma non è una delle piscine dell’Aquafan diRiccione, questo infatti è il sotto-passo del campus come appare alle centinaia di studenti che ogni giorno lo attraversano, o meglio, checercano di attraversarlo. Possia-mo anche tralasciare le infiltrazio-ni all’nterno dei locali scolastici e le pietose condizioni in cui versa l’asfalto attorno al cam-pus, che alla minima piog-gia costringe pedoni, cicli-sti e motociclisti a esi-birsi in “maestose danze”per fare lo slalom cercandodi evitare le enormi piscine che si

formano, ma non possiamo affatto chiudere gli occhi di fronte al feno-meno dell’acqua alta che, come nella bella Venezia, riempie il sot-topassaggio ogni volta che cade la pioggia.

Purtroppo a differenza dei nostri coetanei veneziani, noi studentipesaresi, siamo sprovvisti di gon-dola e quindi costretti a trovare unpercorso alternativo. La deviazio-ne consiste nell’attraversamento del prato e della strada che sovra-stano il tunnel, mettendo a rischio la nostra incolumità e anche la nostra salute perché ovviamente evitando il sottopassaggio i nostri vestiti fanno effetto spugna assor-bendo l’acqua che poi ci rimane addosso tutta la mattinata e, spe-cialmente d’inverno, non è la mi-glior prevenzione per i malanni !L’attraversamento della strada inoltre, che durante l’ora in cui i ragazzi vanno a scuola è a dir poco trafficata, è estrema- mente pericoloso perché sprovvisto di strisce pedonali o di un vigile che aiuti l’attraver samento, ma in com- penso è provvisto di un bellissimo guard-rail che costringe tutti a compiere atletici gesti perscavalcarlo (a mo’di corsa ad osta-coli ). L’interminabile coda di“atleti”diretta al campus è accom-pagnata da una meravigliosa me-lodia di clacson di auto e impreca-zioni di automobilisti e pedoni.Questo aneddoto, che ormai è di-ventato quasi una “tradizione”, siripete da anni ogni volta che la pioggia colpisce la nostra città,nonostante le innumerevoli lamen-tele.

Io porto l’indignazione dell’istituto che rappresento, degli studenti,dei professori e di tutto il personale ATA, ma penso di parlare a nome

dell’intero campus perché questa faccenda riguarda tutti.

Mi auguro che questo episodio sia l’ultimo e che chi di dovere provve-da alla sistemazione del sottopas-so, o perlomeno ad avvisarcicosì che alla prossima perturba-zione possiamo munirci di stivali eimpermeabili evitandoci una bella doccia mattutina.

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L’IMMAGINARIOLiceo Artistico Scuola del Libro

NELLA NEBBIACi scusiamo con i lettori per un errore di pub-blicazione nelle parti di questo racconto che ha portato alla pubblicazioni di due parti, nei nu-meri di febbraio e marzo, in un ordine errato. Per ripristinare la trama del racconto ripub-blichiamo il racconto da dove era arrivato nel numero di Febbraio

URBINO

Alberto Stella

L’isola era piccola, molto piccola, chiunque avrebbe pensato di riuscire a trovare una per-sona nel giro di una giornata. In verità , quan-do la persona si trova nelle collinette rocciose diventa un’ardua impresa trovare qualcuno, le collinette si trovano al nord e al sud, simili a scogli bruciacchiati dal sole e sono tanti a for-mare un discreto labirinto.

Roerich era in quel piccolo labirinto, quello del sud, sarebbe uscito subito ma c’erano al-cuni problemi. Era buio, aveva scurito molto prima del solito, la luna affilata era pratica-mente inutile, la pila dell’investigatore aveva appena finito la batteria. E stava arrivando la nebbia. Guardò il suo orologio da polso, le set-te di sera e la nebbia che sale, pessimo segno, la nebbia in sé fa ben poco è l’umidità che si porta dietro a renderla pericolosa su quelle rocce. Ma a Roerich non importava di cadere e di rompersi il collo, a lui importava trovare la sua paga su gambe e portarla a Glasgow, cosa che si era rilevata difficile e stancante. Era da qualche minuto che camminava senza sapere dove andava, aveva già inciampato sei volte e dato una craniata a una parete senza accor-gersi di avercela davanti, non faceva, o meglio cercava di non fare rumore per non rilevare la sua presenza (ammesso che in quel momen-to ci fosse veramente qualcuno lì). Il fatto era che lì, nelle immediate vicinanze di lui, qual-cuno c’era e ignorava del tutto la presenza di Roerich. Sarebbe stato un suo punto a favo-re se non fosse che anche Roerich era ignaro dell’altro, passo dopo passo continuò la sua caccia all’uomo stando attento a non scivolare all’altro mondo. Passarono due ore, l’orologio da polso segnava le nove e il battere dei denti segnalava un freddo cane, la nebbia non desi-steva dal suo lento incedere. –Achoooo! Aa... merda di luogo del cazzo! Mai sentito un tale freddo… aaah…dove sono finito?-. Roerich

spostò la sua attenzione verso il cielo. Nessun segno di riferimento luminoso, nere nuvole coprivano l’universo e confinavano quel luo-go in una lunga notte. Ma in certi spazi bi-sogna sempre avanzare e mai indugiare, ora, seppur molto lentamente Roerich era riuscito ad uscire dalla zona rocciosa e si trovava in piano, certo non aveva idea di dove fosse ma stava ancora camminando quando calpestò qualcosa di inatteso. –Acqua? Ma che diavolo vuol dire, sono arrivato al mare?-. La nebbia ora gli arrivava all’altezza dei gomiti, era come un’immensa coperta grigiastra. Abbassandosi Roerich assaggiò l’acqua, era dolce, quindi era un fiume o un lago. Questo non faceva altro che gettarlo ancora di più nella confusione. Fece qualche altro passo, trovando una roc-cia bassa e piatta, e si sedette sotto il mare di nebbia. Se qualcuno gli fosse passato a mezzo metro di distanza molto probabilmente non si sarebbe accorto di avercelo vicino, mentre Roerich l’avrebbe visto, era passata una buona mezz’ora da quando si era seduto e si crede-va in grado di riuscire a scorgere ombre nella grigia trama, purtroppo in mezz’ora non era passato nessuno e il suo fondo schiena sta-va diventando blu. Ne aveva piene le tasche di stare li a prendere freddo, si alzò in piedi e mosse un passo, poi si accorse. Furtiva e immobile un’ombra vaga si confondeva con il paesaggio davanti a lui, assente. Chiunque fosse non si era accorto di Roerich o forse si ma ormai era tardi, l’investigatore aveva cap-tato un odore. Odore di soldi. Con un balzo si lanciò verso l’ombra che a sua volta si accorse di non essere sola laggiù e prese a muoversi, velocemente, verso una direzione ignota a en-trambi. –Fermati in nome del denaro! Ehm, erm! In nome della legge!- Ma l’ombra non ac-cennava a frenare, anzi accelerava e in qualche secondo scomparve dalla visuale del suo inse-guitore. Ora Roerich era a un punto morto, si era fermato ma l’unico punto di riferimento che gli era rimasto nella nebbia era un suono, solo quello lo separava dall’essere completa-mente perso. Il suono era una goccia che ca-deva prima su della roccia e poi in acqua, il pock-plof! era costante e ritmico. La fretta è cattiva consigliera ma Roerich voleva andar-sene al più presto da quella zona, ma non se ne sarebbe andato senza aver catturato Wil-liam Blake. Era sicuro che l’ombra sfuggente fosse lui e solo lui potesse essere. Allora prese a camminare raggiungendo i limiti dell’area nella quale riusciva a udire il suono. Pock-plof! Appena lo udiva debole cercava di fare marcia indietro e ritrovare il suono nella sua pienezza, ma diventava sempre più difficile e sembrava sempre meno utile. Quando sempre divenne silenzio Roerich ancora vagava e la nebbia gli carezzava il viso come una fredda presenza. Allora si fermò, abbattuto ma non sconfitto e pensò: Mi sono perso. Pock-plof! Il suono, fu una gradita

sorpresa. –Eccolo! Ma dove, dove devo andare? Non riesco a capire da quale direzione proviene, merda, merda, merda!- Senza pensarci troppo Roerich svoltò a destra in quel grigio edificio. Ma era per esso come un fantasma, passava attraverso i pallidi muri e senza scelta errava nel vuoto. Dopo poco il suono divenne ricordo, il suo respiro si fece pesante, cammi-nava sempre, poi si bloccò e si guardò intor-no, consapevole dell’inutilità di quel gesto: Mi sono perso. Pock-plof! Questa volta il suo-no colpì inatteso e sperato, Roerich si voltò di scatto, ma pareva provenire da tutte le direzio-ni e lui non aveva modo di discernerne la pre-cisa locazione. Di nuovo, prese a camminare, verso il dove non meglio detto né mai espres-so si dirigeva, titubante. Finchè non accade di nuovo, perso il suono, perso il riferimento, persa la speranza. Ma ecco! Pensò a quel che era appena successo, intensamente, e qualco-sa non tornava. Decise di fare una riprova per chiarire la cosa: Mi sono perso. Pock-plof! Il suono. Gong di tremenda scoperta. Il miste-ro e la paura presero possesso dell’ambiente. Neri spiriti, vacui sentori di pazzia, si era per-so. Pock-plof! Ma dove, ovunque in quel lì, nella nebbia? Nel suono? Pock-plof! Era di-venuto pazzo? No, non ancora, non ora. Ter-rore folle permeava quel non luogo, attorno a lui. Non l’avrebbe lasciato entrare, per nulla al mondo, doveva trovare William Blake, do-veva tornare a Glasgow. Non era forse a due passi da lui? Con i suoi rumori di città e con i suoi odori chimici, mistati dal profumo di terra bagnata? No, ma per quanto lo negasse a se stesso si era perso. Senza alcun punto di riferimento gli parve che il suolo stesso fos-se scomparso, nulla sotto di lui, né sopra né davanti né dietro. Ma doveva, doveva trovare un ancora a cui aggrapparsi per non perdere il senno. Oscure sentenze venivano pronunciate da ignote potenze celate nella nebbia. Roerich corse, per uscire. Ma si stava muovendo? La sua percezione della realtà era distorta come se fosse disperso in un liquido. Allora cer-cò, in tasca, sotto le scarpe e nella sua mente qualcosa, qualcosa di sicuro e reale. L’orologio, doveva guardare il tempo, unica fonte di realtà sicuramente non distorta. Così guardò il suo orologio da polso. Fu in quel momento che ebbe inizio il terribile viaggio di Roerich Vaas. Scale

Ormai da qualche minuto Roerich guardava il suo orologio da polso, cercando di capire cosa gli fosse accaduto. L’orologio era indubbiamen-te il suo ma le lancette no. Una era simile ad una lente d’ingrandimento e funzionava allo stesso modo, inoltre c’erano altre tre lancette. Continua..... Nel vecchio numero di Marzo ci scusiamo ancora per l’inconveniente.

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La nostra pagina facebook ha ricevuto in questo periodo due messaggi che abbiamo deciso di pubbli-care in questa nuova rubrica che speriamo da settembre possa diventare fissa grazie ai vostri messaggi. Questa volta è andata bene che ci sono complimenti e incentivi a continuare sulla stra-da percorsa, ma siamo aperti anche alle critiche e messaggi non legati direttamente al giornale. Pubblichiamo ad esempio su richiesta di una nostra giornalista un post apparse tempo fa su Spotted: Pesaro e

Dintorni, che non riguarda noi, ma la scuola in generale.

Buongiorno Redazione! Sono una delle vostre più sfegatate lettrici, vi seguo dall’inizio della vostra avventura e, dopo aver letto il vostro editoriale nel numero di aprile, vi scrivo di getto, perchè altro non posso fare!Si, perchè la prima reazione è stata quella di SCONFORTO. Se non riuscite a d esprimervi per un giornale scolastico, come riuscirete a sgomitare, entrando nella vita? Quella “cattiva” quella che vi darà tante soddisfazioni ma anche profonde delusioni, dove ci sarà chi vi passerà avanti e non sarà certo per merito, oppure quando troverete “le porte chiuse” e dovrete “scavalcare i muri” per farvi conoscere. Questo tipo di giornale è bellissimo, perchè mette in relazione tut-te le diverse anime delle scuole superiori, il giornalino di classe in senso stretto, ormai è strasuperato,evviva questa iniziativa che deve essere portata avanti a tutti i costi.Questo è uno spazio VOSTRO, dove potete esprimervi come vi sentite, una palestra mentale, lo speaker’s corner virtuale, chiamatelo come vi pare, ma deve essere apprezzato soprattutto da VOI RAGAZZI.Deve essere un vanto partecipare alla realizzazione dei vari numeri, dovete sentirvelo vostro fino alle ossa, sapere che c’è uno spazio dove riversare dubbi e incertezze, esperienze che possono essere d’aiuto ad altri vostri coetanei, successi, speranze e qualche delusione. Ragazzi, ve lo dico col cuore, negli anni a venire affronterete situa-zioni che non si portano avanti con gli “ah mò vè, ah mo caz”. Avete questa grande vetrina che è “Puzzle”; al di là di tutti i wazzup, ask etc, immediati e a volte anche troppo impulsivi, scrivere su un gior-nale, tradurre con parole le vostre sensazioni e il vostro vissuto è la cosa che vi servirà di più per relazionarvi con gli altri.E poi per noi “esterni” è bello leggervi, perchè qualche volta ci date delle chiavi di lettura impensate, anche per noi è un approccio diver-so al “vostro” mondo, perchè troppo spesso vi conosciamo come solo come figli e non come individui autonomi.Si, perchè chi vi scrive, è una mamma. Di quattro figli. Due, già gran-di quel tanto di affrontare la vita con le loro forze, e due ancora alle superiori, ( Mengaroni e Cecchi).Voglio leggervi per tanto e tanto tempo ancora!

Luisarita Staccini Giancola

“Cari professori, con profonda umiltà, dopo 5 lunghi anni, vorrei dirvi ciò che ho imparato dalla scuola. Ho imparato che non importa quanto ti impegni in matematica: se fai schifo, fai schifo, e a nessuno inte-ressa un fico secco. Ho imparato che chi fa di più ottiene sempre di meno di chi inveve non combina nulla. Ho imparato, da un’i-stituzione che dovrebbe infondere nei ragazzi il SENSO DELLA LEGALITÀ, che tanto ci sarà sempre quello che arriva al 10 anche se ha fatto un’interrogazione penosa. Ho imparato a rassegnar-mi, ad arrendermi davanti alle difficoltà, perché tanto l’inglese “non fa per me”. Ho imparato che nella vita è sempre meglio puntare basso, per evitare le delusioni. Ho imparato che è inutile quanto studi per recuperare un votaccio: ormai tu sei quello da 4 in latino. Ho imparato che davvero la prima impressione è quella che conta, che la seconda possibilità in realtà non esiste. Dopo 5 anni di ottimi voti e pagelle che hanno reso fieri in miei genitori, vi voglio dire che siete stati in grado di far passare la voglia anche a me. Cari professori, con profonda umiltà, dopo 5 lunghi anni, vorrei dirvi cosa ho imparato dalla scuola: ho imparato che nella vita è meglio prendere le scorciatoie, si arriva con meno fatica e più in fretta. Arrivederci prof.

#15.704 pubblicato dalla pagina fb Spotted: Pesaro e Dintorni

Buongiorno!!Ho visto, sfogliato, letto la vs rivista a scuola (Bramante, ITC). Molto interessante. Mi è piaciuto molto l’articolo scritto da Ana-stasia Costin! (pag.10)Bella la copertina , di aprile ovviamente. Ho una curiosità : chi è la ragazza della foto? Somiglia molto ad un’attrice ma solo io ho visto questa somiglianza. E’ l’autrice stessa della foto?Virginia Marchetti? A parte tutto, bravissima!!Si è meritata il primo posto!

Beatrice Crinelli

REDAZIONE CENTRALE/A PIENA VOCE: Articoli - Timoteo Tiberi; Correzioni - Ilaria Sartini. ANONIMO-MENGARONI: unhipsteracaso, odeiD, Annabella Piras. BERTA-MAMIANI: III A e IV A, Cecilia Cesaroni. CONTADINO A TE-CECCHI: Giulia Striglio. COL COSE(n)NO DI POI-GENGA: Alessandro Ciocchetti, Aziz Abuolmahasin UREKA!-BRAMANTE: Matteo Rombolini. FRA I BANCHI E NON-SANTA MAR-TA/BRANCA: Anonimo. L’IMMAGINARIO-SCUOLA DEL LIBRO: Alberto Stella. SPECIALE: Matteo Robolini, Timoteo Tiberi. IMPAGI-NAZIONE:Timoteo Tiberi. COPERTINA: Sharon Badia. RINGRAZIAMETNTI: Giuliano Tacchi e lo staff ATS 1, InformaGiovani, Biblioteca San Giovanni. Per info e contattatti: [email protected] / Facebook Puzzle Magazine / www.magazinepuzzle.blogspot.it

LE LETTEREPUZZLE MAGAZINE/MAGGIO 2014

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