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1 Raccolta fondi per le popolazioni mantovane colpite dal terremoto Giugno 2012. Parrocchiale di San Giacomo delle Segnate (MN)

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Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, musicisti, dan-zatrici, donatori delle opere, Enti, Associazioni e sponsor, in particolare: Elettronica FM, Gioiel-leria-Ottica Pizzini, Tomasi Auto, Centro Computer, Tipolitografia GVM, Furio Geom. Sandro, Fiori Casali, Franco Bassignani, Claudia Morselli per aver presentato la serata e l’Architetto Giovanni Zandonella per la competente presentazione critica delle opere e degli artisti.

Con il patrocinio

e la collaborazione

Comune di Guidizzolo

Pro Loco Guidizzolo

Gruppo Alpini

Amici di Rebecco

Gruppo Micologico Naturalistico

AVIS

AIDO

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Ogni volta che si verifica un evento calamitoso assistiamo al moltiplicarsi, so-prattutto sugli schermi televisivi, di iniziative per la raccolta di fondi nel nome della solidarietà. Ma basta un sms per tranquillizzarci la coscienza, specie se l’evento è tanto vicino a noi, come nel caso del terremoto del maggio scorso? Cosa potevamo fare allora?L’idea di Claudia Dal Prato, subito da noi condivisa, è nata anche dalla con-siderazione che spesso i soldi raccolti non arrivano a destinazione o ne arriva solo una parte e tardi; allora perchè non unire tutte le potenzialità disponibili e raccogliere fondi da consegnare personalmente a chi ne ha bisogno? In modo chiaro e trasparente, senza tanti passaggi di mano. É stata così organizzata una serata di musica e danza con sottoscrizione a pre-mi. Durante la prima parte della serata si esibiranno musicisti professionisti, in particolare il gruppo “Waja Maja” e altri ospiti a sorpresa, a seguire danze etniche con le scuole di danza “Harem” di Daniela Belluati (BS), Alice Bomba-na (MN) e Claudia Dal Prato. Al termine della serata, l’estrazione delle opere offerte degli artisti, legati alla nostra Scuola d’Arte o residenti a Guidizzolo.Tutti i proventi saranno utilizzati per acquistare aiuti per le scuole del comu-ne di San Giacomo delle Segnate, un piccolo comune in provincia di Mantova ai confini con l’Emilia. Siamo stati sul posto con don Libero Zilia e abbiamo conosciuto personalmente i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, del gruppo “Solidariamente”, il parroco e alcune insegnanti ed insieme abbiamo cercato di individuare un progetto adatto. Il 29 settembre 2012, nel corso della serata e sul numero 104, ottobre 2012 de “la Notizia”, verrà dato conto della somma raccolta e consegnata. la Notizia Centro Culturale San Lorenzo Andrea Dal Prato Graziano Pelizzaro

L’iniziativa

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Forse mai come in questo momento nel quale il mondo sta attraversando una fortissima fase di cambiamenti, i quali vanno ben oltre la crisi economica nella quale ci troviamo immersi, l’umanità vive una profonda ricerca di senso. Dare senso alla propria vita, dare senso alle proprie giornate è probabilmente una delle condizioni in cui maggiormente si dibattono le donne e gli uomini del nostro tempo.Il “mondo” che talvolta appare sbadato e troppo frettoloso per fermarsi a riflet-tere trova, o meglio ritrova, immediatamente la coesione di fronte a particolari situazioni di sofferenza di alcuni dei propri figli.Emblematico il recente terremoto che ha colpito il mantovano e l’Emilia. Abbia-mo tutti assistito al grande moto di generosità con cui, non solo dall’Italia, si è da subito cercato di portare sollievo e conforto alle popolazioni così duramente colpite.É in quest’ottica che il Centro Culturale San Lorenzo ha promosso la serata “Musica, Danza e Solidarietà” per la raccolta fondi a favore delle popolazioni mantovane colpite dal sisma, una serata a cui questa Amministrazione, che già si era mossa prontamente dopo le prime scosse, ha dato il proprio patrocinio e sostenuto l’iniziativa. Una Solidarietà a tutto campo che si è manifestata subito nella disponibilità degli artisti, non solo guidizzolesi, che hanno donato loro opere per la sottoscrizione, e solidarietà da parte di tutti aderendo alla sotto-scrizione stessa. Un vanto, un merito ed un ringraziamento che vanno sottoli-neati, così come va ricordata la generosa disponibilità di tutti gli artisti che si esibiranno la serata del 29 settembre. Il Sindaco Sergio Desiderati

Il Sindaco di Guidizzolo

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A seguito degli eventi che hanno colpito il nostro territorio ed in particolare il Comune di San Giacomo delle Segnate, dopo le prime settimane di emergenza in cui tutti siamo stati coinvolti ed assorbiti per portare soccorso alla popolazio-ne e verificare i danni subiti dagli edifici pubblici e privati, solo in questi ultimi giorni, abbiamo potuto renderci conto quanta attenzione e sensibilità ci è stata riservata da molti Enti compreso il vostro. Nel ringraziarvi di tutto ciò, vorremmo se fosse possibile, rendervi partecipi e condividere ulteriormente con voi le nostra attuale situazione e rendere così vi-sibile a chi generosamente sta effettuando donazioni per questi territori, quanto dovremo affrontare nell’immediato per garantire i servizi essenziali al nostro paese e permetterne la sopravvivenza . Dalle verifiche tecniche gli edifici scolastici presenti nel Comune risultano, a tutt’oggi, tutti inagibili :

- scuola dell’Infanzia : ospita due sezioni - scuola primaria: ospita cinque classi - scuole secondaria di primo grado (sarà resa agibile entro settembre con un intervento di ripristino urgente): ospita cinque classi e accoglie ragazzi di altri comuni limitrofi che non dispongono di scuola secondaria - palestra comunale: al servizio delle scuole e delle associazioni sportive del pa-ese e fuori paese

Dall’analisi della situazione, emerge quanto sia difficile per questo Comune, senza un aiuto esterno, garantire la normale ripresa delle attività scolastiche dal mese di settembre, obiettivo primario e strategico per la sopravvivenza della nostra realtà.

Il Sindaco di San Giacomo delle Segnate

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Considerata la vostra grande generosità, tesa a contribuire in maniera tangibi-le alle necessità nostro paese, comunichiamo che le scuole necessitano di com-puters portatili ed altro materiale didattico, a questi acquisti verrà destitato il vostro contributo.

Vi ringraziamo di cuore per il vostro interessamento e per l’attenzione verso la nostra comunità.

A nome dell’Amministrazione Comunale e di tutta la comunità di San Giacomo delle Segnate saluto cordialmente.

Il Sindaco Paolo Bocchi

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La MUSICA e la DANZA

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Il gruppo musicale Waja Maja, nato nel 1992 a seguito dell’incontro tra il can-tante Marco Bortoli ed il chitarrista Vladimiro Leoni, propone l’esecuzione di musiche prevalentemente ma non esclusivamente brasiliane, tra il Samba, la Bossanova ed il Jazz, realizzate per la passione che i due musicisti hanno

dedicato a questi generi musicali.La formazione è composta dal can-tante e compositore Marco Bortoli, dal chitarrista Vladimiro Leoni, dal percussionista Beppe Gioacchini (per l’occasione sostituito da Riccar-do Polver) e da Massimo Saviola al basso acustico. Il gruppo si è esibito in varie località italiane, centri cultu-rali, piazze e festival.Il Waja Maja ha pubblicato il suo pri-mo album nel 2001 dal titolo “Waja Maja”, e nel 2004 il secondo album dal titolo “Vènt”, opera scritta per la partecipazione di gruppi di ballo moderno. Nel 2007 ha pubblicato il terzo album dal titolo “Il sogno del poeta”.Tutte le composizioni pubblicate sono originali e scritte dal cantante Marco Bortoli; nell’ultimo album “Il Sogno del Poeta” le musiche sono state scritte da Marco Bortoli, Vla-dimiro Leoni, Massimo Saviola e Simone Boffa e vede la partecipa-zione di diversi musicisti: Simone Guiducci (chitarra), Betty Vittori (voce), Alan Farrington (voce), Ful-vio Sigurtà (tromba), Anna Maria Di Lena (voce), Titti Castrini (fisar-monica), Oscar Del Barba (piano-forte), Simone Boffa (chitarra).

Waja Maja

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Danzatrice professionista, insegnante e coreografa. Insegnante in workshops e master class in Italia ed Europa. Insegnante presso la scuola HAREM DAN-ZA sede BRESCIA e BERGAMO. Dall’età di 9 anni studia con costanza e passione per dieci anni la ginnastica artistica che le ha permesso di sviluppare sia il rigore e tecnica dell’apprendimento di questa disciplina, sia la capaci-tà di controllo e coordinamento del proprio corpo. Grazie alla sua passione per l’Egitto e la sua cultura, si avvicina nel 1998 alla danza orientale e, rima-nendone subito affascinata dalla sua bellezza e dall’armonia dei movimenti, decide quindi di dedicarsi completamente ad essa e di approfondirla in tutti i suoi aspetti. Studia Danza orientale sia in Ita-lia che all’estero con i migliori maestri interna-zionali tra i quali Mona Habib e Zaza Hassan, Raquia Hassan, Jillina ed Amar Gamal. Prose-gue tutt’oggi gli studi e l’approfondimento dei vari stili della danza del ventre con i migliori maestri e lo studio di altre danze tra le quali Bollywood e le Danze Polinesiane. Il suo stile di danza è elegante e raffinato di puro stile clas-sico Raqs Sharqi che rappresenta la parte fon-damentale dei suoi corsi. Nel 2008 fonda l’as-sociazione HAREM DANZA, un centro studi che si specializza principalmente sullo studio delle danze etniche della quale è insegnante e direttrice artistica.Nel 2005 scopre la bellezza e l’armonia del-le danza polinesiane e se ne innamora a prima vista; decide quindi di intraprendere lo studio di queste danze contemporanea-mente allo studio assiduo della danza del ventre. Studia danze polinesiane spostan-dosi periodicamente a Maui nelle isole Ha-wai’i con i migliori maestri del luogo e si specializza principalmente nella Hula Ha-waiiana sia nello stile moderno che nello stile antico.

Daniela Belluati - Harem danzaLe insegnanti di danza si esibiranno con le allieve.

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Alice Bombana

Insegna a Mantova.Ha scoperto la danza orientale nel 2001 con l’insegnante Monica Zen, e gra-zie a lei, inizia il “tirocinio” come assistente all’insegnamento. In periodi di-versi ha seguito i corsi di Laura Cernigliaro e Samara Salah, e nel 2004 ha partecipato al Laboratorio Formazione Insegnanti I liv. con Jamila Zaki pres-so il Circolo Zagharid di Milano. Ha approfondito con maestri internazionali come Dr. Mo Geddawi, Mahmoud Reda, Raqia Hassan, Yousry Sharif, Amir Thaleb, Sandrà, Leyla Jouvana, Hind Sardi e al Cairo con Randa Kamel, Hayat el Helwa, Hamada Hossam, Nabil Mabrouk. Nel 2005 ha iniziato ad insegna-re e insieme a tre care amiche e danzatrici ha fondato il Gruppo di Danza Mulè bi-Saì, con il quale si esibisce regolarmente.

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Claudia Dal Prato

Insegna a Carpenedolo (Brescia).Insegnante, danzatrice e coreografa per passione. Da diversi anni coltiva l’a-more e lo studio della danza orientale nelle diverse forme espressive. Ha stu-diato con maestri italiani e internazionali. Frequentando corsi con Samara Salah, Laura Cernigliano e Margarita approfondendo lo studio con maestri come Olivia Mancino, Walid Hussein, Dr. Mo Geddawi, Ozgen, Ismail Saad, cercando di imparare le peculiarità di ognuno per creare poi uno stile peso-nale.Dopo aver fatto parte con alcune amiche e colleghe del gruppo di danza “Le mille e una notte” ora si esibisce con le allieve.Il progetto didattico di Claudia è rivolto alle donne di tutte le età con un’unica clausola: imparare divertendosi.

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Sabato 8 settembre 2012, nella sala Consiliare del Municipio di Guidizzolo, l’Architetto Giovanni Zandonella Maiucco ha presentato le opere donate dagli artisti

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C’è una sorta di cordicella che collega tra di loro gli artisti di questa brillante iniziativa; è la Scuola d’Arte di Guidizzolo che la maggior parte di loro ha frequentato. Una scuola di mestieri, divenuta d’arte nel tempo, che ha saputo dispensare ben oltre i confini di questo territorio, quella linfa estasiante che da tempi remoti chiamiamo ars, ovvero arte. Una scuola per allievi di qui che ha contribuito a formare generazioni di ar-tigiani, che ha insegnato la misura e la regola d’arte. Che ha inoltre prodotto eccellenze nell’artigianato ed anche nell’Arte. Oggi, in questa iniziativa benefica rivolta a uno dei territori scossi dal sisma, alcuni di questi allievi unitamente agli altri colleghi, s’incontrano per dare un contributo tramite l’espressione più autentica di loro stessi: una loro opera. Un gesto semplice che collegato all’iniziativa promossa da Andrea Dal Prato ha permesso una raccolta di fondi concreta e tangibile. Questa modestissima pubblicazione, finalizzata ad accompagnare le opere, ha il compito principale di allacciare gli artisti all’iniziativa; a questa sorta di collettiva il cui tema è originato dai sentimenti di solidarietà e partecipazione.Tra tutti gli artisti qui citati, ai quali va il significativo plauso per la spontanea partecipazione, è per la bellezza promossa dalle opere, citiamo con piace-re Alessandro Dal Prato, che di tutti è stato il maestro o l’amico. L’opera da lui firmata è una delle opere di gioventù; un paesaggio delle nostre colline rappresentato con freschezza di colori e maestria di gesto. Caratteristiche comuni anche agli artisti qui raccolti, peculiarità esclusive di quel vigoroso nutrimento, di quel fare supremo, di quell’intelletto che dalla notte dei tempi è privilegio degli uomini. Ovvero L’arte.

Giovani Zandonella Maiucco

Gli artisti e le opere

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FRANCO BASSIGNANI

Franco Bassignani è nato a Guidizzolo (Mantova) nel 1942.Frequenta la locale Scuola d’Arte e l’Istituto Statale d’Arte “P. Toschi” di Par-ma conseguendo la maturità nel 1959. Nel 1960 a Milano si abilita all’inse-gnamento del Disegno e Storia dell’Arte.Inizia l’attività di docente all’Istituto d’Arte di Guidizzolo, poi di Educazione Artistica nella Scuola Media Statale. Intraprende negli anni Sessanta l’attività artistica dedicandosi alla pittura con l’importante frequentazione degli amici pittori Giovanni Magnani e Guglielmo Cirani. Il suo interesse è rivolto alla trascrizione informale del paesaggio, che già prelude agli esiti della futura ri-cerca, con l’abbandono del referente naturalistico per una figurazione sospe-sa, interrogante, inquieta. Sperimentatore di tecniche e materiali, dalla fine degli anni Sessanta si dedica all’arte calcografica. Nascono incisioni su lastre di zinco e rame che raccontano la storia intima dell’uomo, composizioni che sondano la memoria, radiografie di un’interrogazione interiore sul rapporto dell’uomo con l’Altro che ha i connotati drammatici dell’Agguato.Tra le numerose opere incise realizzate all’acquaforte, ricordiamo alcune che hanno rappresentato Guidizzolo gratificandone l’immagine.Inizia un’assidua frequentazione e collaborazione con gli amici Troletti, Ca-pisani, Dalmaschio, Banali, Pedrazzoli, il poeta Cappi e Giorgio Celli. S’in-tensifica la partecipazione a esposizioni personali e collettive. Il ciclo iniziato alla metà degli anni 80 è caratterizzato da una forte ripresa in senso espres-sionistico che estremizza la forza di comunicazione dei segni, il magma degli umori che si contorce e si distende. Non è impresa facile scrollarsi di dosso la malizia che cresce col crescere dell’esperienza e degli anni, è arduo restituire agli occhi quella stessa ingenuità gaia e fiduciosa che ha animato i passi di ciascuno di noi sull’accidentato cammino della vita. Bassignani ci riesce at-tingendo a quell’ilarità dell’anima che gli è propria, a quell’ironia funambolica che ne illumina il viso e ne irradia le opere. Appunti di viaggio – come li de-finisce lui – il paesaggio; una visione di sintesi, poetica e di chiarismo lirico.Intensa l’attività espositiva in ambito mantovano, nazionale, ed internaziona-le. Nel 2000 ha partecipato alla grande rassegna “Arte a Mantova 1950-1999” curata dal critico Claudio CerritelliCon la collaborazione di Francesco Dalmaschio e Alberto Cappi ha curato e stampato le “Edizioni dello Scricciolo”.Vive e lavora a Guidizzolo. Il suo studio è luogo di riferimento per la stampa degli artisti e per chi desidera conoscere l’incisione.

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Franco Bassignani, Le cave, 1965 olio su tavola, cm 70x50

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MARIANGELA CAPPA

Mariangela è nata a Guidizzolo. Diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Gui-dizzolo nel 1992.Restauratrice collabora con studi di architettura realizzando decorazioni d’interni a trompe-l’oeil. La sua passione nella pittura si esprime con la tec-nica dei gessetti con i quali rappresenta ritratti, riproduzioni ispirate ad opere di grandi maestri. Inizia la partecipazione agli incontri Internazionali dei Madonnari, nel 2006 si classifica 1ª a Grazie di Curtatone ed è promossa Maestra Madonnara.Vin-ce poi altre due volte il “Gessetto d’oro”. Il suo lavoro dello scorso anno, il 2011, è stato utilizzato per i manifesti e l’immagine promozionale della ma-nifestazione internazionale dei Madonnari di quest’anno. Molto intensa è la partecipazione a questi simposi, dove la sua affinata-raffinata tecnica la grati-fica dei massimi riconoscimenti.Ha esposto in diverse mostre personali. Sue opere figurano in molte collezio-ni private e pubbliche.La figura della maternità (donata in questa occasione) rappresentata con dol-cezza è valorizzata dall’impasto dei gesseti, col colore sfumato dell’incarnato e dalla luce che accarezzando le forme, le fa vivere, le modella in un’atmosfera di luce determinandone un’intensa plasticità

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Mariangela Cappa, Madonna col Bambino, 2012gessetti fissati con lacca su tavola, cm 70x85

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GIANCARLO CIGALA

Cigala è nato nel 1956 a Guidizzolo. Dopo la Scuola Media annessa alla Scuola d’Arte, completa gli studi all’I.T.I.S. di Brescia. Frequenta in seguito corsi di disegno, pittura, e nudo a Milano. Ora è impiegato alle Poste Italiane.Cigala ha sempre “sentito” dentro di se la voglia di esprimersi e dedicarsi all’arte. Nel silenzio e nella sua schiva intimità ha coltivato questo percor-so continuando a disegnare e dipingere, sempre molto attento all’esigenza espressiva relativa alla sua personalità, senza mai scadere in facili e gratifi-canti entusiasmi. Ricca è la produzione di opere, purtroppo poco conosciute ed esposte in rare mostre.Così scrisse Alessandro Dal Prato alla presentazione di una sua mostra a “Casa Sperlari” in Cremona nel 2002.

... Quando seppi di Giancarlo Cigala, già impiegato modello in un ufficio stata-le, che oltrepassò i vent’anni di età senza mai praticare alcun genere d’arte e che dal momento in cui sentì il bisogno interiore di disegnare e dipingere non ha più smesso, dedicandogli tutto il tempo di cui poteva disporre. Da questo comportamento è nato in me il proposito di vedere ciò che faceva. Qui probabilmente si tratta di una vocazione tardiva, pensai. Senza por tempo in mezzo glielo dissi. Mi accolse nel suo studio. Mi mostrò disegni e disegni, dipinti e dipinti. Parlam-mo scorrevolmente della impareggiabile tradizione artistica italiana. E giù giù di parola in parola arrivammo all‘Ottocento-Novecento. In seguito mi son det-to: questo non è da paragonare ai pittori della domenica, agli hobbisti, che dir si voglia. Questo è un artista; un pittore senza alcun aggettivo: un pittore e basta.

Il paesaggio collinare (donato in questa occasione) è una costruzione solida con una ricchezza di pennellate colorate di una tavolozza ampiamente varie-gata quasi fredda. Nulla sfugge all’artista, nulla è demandato al caso; il senso di luce soffusa di penombra al calar del sole.

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Giancarlo Cigala, Paesaggio, olio su tavola cm 36x60

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LARA BELLARDI

Pittrice-decoratrice e restauratrice. Laureata in storia dell’arte, lavora presso uno studio grafico come consulente d’immagine artistica e sviluppo di crea-zioni artigianali. Lara Bellardi ha una pittura che pur sensibile ai suggerimenti estetici attua-li, conserva uno stretto legame con la tradizione figurativa. La tematica del vero è interpretata con scioltezza espressiva e padronanza dei mezzi tecnici uniti nell’equilibrato accostamento cromatico che creano la poetica evocazio-ne di una realtà con la presenza costante dell’uomo. Lara, dall’età prescolare, conserva l’interesse per il disegno e il colore sviluppando forme e immagini prettamente figurative e veristiche. Coltiva la vena artistica presentando la prima esposizione d’opere durante gli anni di studi superiori d’arte applica-ta; prende a modello le opere dei grandi maestri e sceglie di sviluppare il disegno puro, la prima idea della mente, la poesia dell’anima. Si specializza nell’uso del carboncino, della sanguigna e sperimenta la tecnica effimera del gessetto. Sensibile alla bellezza e al valore delle opere antiche, frequenta il biennio dell’istituto di restauro e fa tesoro di tecniche di risanamento con-servativo e recupero architettonico. Si specializza nel ritocco pittorico e nella ricostruzione d’immagini ad affresco e a olio. Diventa la sua vera passione, il sogno nel cassetto e ancora oggi restaura sculture antiche.L’arte e la storia dei capolavori sono oggetto di riferimento per le sue creazioni artistiche e sce-glie di iscriversi all’università di Firenze, per approfondire la conoscenza dei movimenti storico-artistici e avvicinarsi alle tecniche esecutive dei mirabili artisti del passato. É in questa cornice che Lara intensifica le sue esperienze espressive realizzando ritratti, paesaggi, nature morte e riproduzioni sacre con molteplici tecniche esecutive. Predilige l’acquerello in particolare a mo-nocromo di piccolo formato che immortala paesaggi e scorci architettonici da cui emerge una scrupolosa cura nel dettaglio e nella definizione del segno. Alterna pittura d’atelier alla decorazione d’interni ed esterni per qualche tem-po e sceglie di fermarsi più a lungo sulle creazioni artigianali da laboratorio. Pittura, ceramica, intaglio nel legno, incisioni a sbalzo, lavorazione della carta e arte della scrittura a mano diventano utili strumenti di lavoro all’interno dello studio di grafica e stampa dove attualmente lavora.

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Lara Bellardi, Chiesa della Possenta-Ceresara, 2004acquerello su carta, cm 24x34

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ALESSANDRO DAL PRATO

Roncoferraro (Mantova) 1909 Guidizzolo 2002. Nel 1926 consegue la maturità al R. Liceo Artistico di Brera; il diploma di pit-tura presso l’Accademia «Cignaroli» di Verona; il diploma di specializzazione in Decorazione pittorica e plastica presso il R. Istituto d’Arte di Parma.Nel 1935 a Guidizzolo dà vita, sotto l’egida del Comune, ad una singolare Scuola d’Arte applicata. Quella Scuola, ottenuto il riconoscimento legale, da comunale diviene consortile con la costituzione del Consorzio tra i Comuni di Guidizzolo, Medole, Solferino, Cavriana, Volta Mantovana, Monzambano, Goito e Ceresara, ricevette la sanzione definitiva con il decreto Prefettizio del 10 novembre 1956. Nel 1959 diviene Istituto Statale d’Arte medio superiore.Dal 1954 al 1974 svolge un’intensa attività di docente e di relatore in corsi e convegni didattici, chiamatovi da istituti universitari, da centri didattici na-zionali, da associazioni professionali e da pubbliche amministrazioni.Nel 1978 il ministro della Pubblica Istruzione lo chiama a far parte della Com-missione ristretta alla quale è affidato il compito della redazione definitiva dei programmi d’insegnamento della Educazione Artistica nella Scuola media.Dal 1927 al 1943 partecipa a tutte le mostre provinciali degli artisti manto-vani. Nel 1929, in primavera, fa la sua seconda mostra personale al Circolo Cittadino; e nell’autunno espone alla Biennale di Brera, dove ottiene un’im-portante affermazione: su proposta dell’apposita Commissione, il Re d’Italia acquista il suo quadro «Madre e figlio».Nel 1999 l’ultima sua personale antologica al Palazzo della Ragione di Man-tova. Egli è stato, oltre che pittore, incisore e medaglista. Faceva parte dell’As-sociazione “Incisori d’Italia”, fondata in Roma da Luigi Servolini e della Fede-ration Internationale de la Médaille, che ha la sua sede a Parigi.Ricordiamo due significativi riconoscimenti:Medaglia d’oro dei “Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte” di cui è stato insignito dal Presidente della Repubblica, in data 2 giugno 1972.Il Ministro per i beni Culturali e Ambientali, Antonio Paolucci, con suo de-creto del 29 luglio 1996, lo ha nominato “Accademico ordinario della Classe Lettere ed Arti dell’Accademia nazionale Virgiliana”.Egli è stato autore inoltre di numerose pubblicazioni nel campo dell’educa-zione artistica.

Il paesaggio, “La Pieve di Cavriana”, donato dalla famiglia, fa parte delle nu-merose e felici opere realizzate nel periodo degli anni ‘40.

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Alessandro Dal Prato, La Pieve di Cavriana, 1942olio su cartone, cm 29x33

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LEONARDO DAL PRATO

Nato a Guidizzolo nel 1939. Dopo la Scuola d’Arte a Guidizzolo si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, si abilita all’insegna-mento ed insegna nella Scuola d’Arte di Guidizzolo, poi Educazione Arti-stica nelle Scuole Statali. Figlio d’arte inizia subito la pittura e per un lungo periodo produce diverse opere. Predilige inizialmete il disegno in bianco e nero, poi dipinge ad olio su tavola, infine si dedica al mosaico con tesserine in marmo e vetro, sue opere sono presenti in collezioni private ed in diverse chiese mantovane e toscane.

Di lui scrive Marzio Dall’Acqua …Leonardo, crede ancora in una Natura og-gettivamente positiva, la ama liricamente, preferendo gli ampi spazi, i cieli az-zurri venati da nubi setiformi, i piani distesi e dolcemente degradanti, i mari dalle insenature materne. Nelle sue opere il paesaggio respira quietamente, si avverte, segreto, il lavorio della Natura naturans, che coinvolge l’uomo di una identificazione con essa, lo annulla, si fa schermo ai suoi sentimenti per ripro-porglieli nella luce, nella dolcezza di paesaggi, ancora apparentemente inconta-minati ed incantati.

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Leonardo Dal Prato, Cantiere sul Mincio, 1965olio su pannello, cm 40x58

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RAFFAELE DARRA

Nato a Cavriana nel 1973. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo. Nel 1992 si iscrive all’’Accademia di Belle Arti “ G.B. Cignaroli “ di Verona e nel 1997 si diploma in Pittura.Inizia la collaborazione con il padre Riccardo nell’ Opificio d’Arte di Cavria-na ove si producono opere in vetro-fuso oggetti, sculture, opere per architet-ture d’interni.Intraprende una interessante ricerca personale creando opere di pittura fusa su vetro. Partecipa alla vita aristica con mostre personali ed in quelle con la collaborazione paterna, in Italia e all’’estero. Sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private.Di lui scrive Elena Gennari ...fanno la loro comparsa anche figure evanescenti, si direbbe smaterializzate, prive di alcuna funzione formale e denotativa, che ricordano ancora una volta, certe composizioni trasfigurate dell’inglese Ba-con…..sotto la maschera non c’è un volto definito, immutabile, non c’è “ nessu-no “, o meglio vi è un fluire indistinto di stati in perenne trasformazione.

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Raffaele Darra, Maschera di giovane ragazza, 2012pittura fusa su vetro, cm 40x25

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RICCARDO DARRA

Riccardo Darra è nato a Cavriana, si diploma presso l’Istituto d’Arte di Gui-dizzolo. Inizia l’attività realizzando numerose opere con la tecnica tradizionale del Musaico vetroso e con pietre diverse. Insieme al figlio Raffaele collabora nel loro Opificio d’Arte di Opere in fusione vetrosa, con la produzione a carattere artigianale, commerciale e propriamente artistica personale. Difatti Riccar-do partendo dall’esperienza musiva precedente, inizia la sua ricerca artistica attraverso composizioni vetrose che nei vari stadi di fusione diventano opere affascinanti. Nelle composizioni vi è d’apprima un legame naturalistico che esplode nell’intensa luminosità delle tessere spaccate in varie dimensioni e composizioni, vibranti nei toni e nei colori, ora caldi poi freddi, permeati di vibrante luminosità.

La sua esperienza tecnica nell’opera presentata, “paesaggio”, ha il carattere di astrazione quasi informale, in cui il gioco musivo delle tessere, nella ma-estria compositiva delle forme e la fusione dei colori, ci offre nell’insieme un’interpretazione poetica affascinante.

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Riccardo Darra, Paesaggio, 2001vetrofusione con vetri di Murano cm 56x56

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ALIDA FERTONANI

Alida Fertonani nasce nel 1952 a Castelgoffredo (Mn) e si diploma all’Istituto d’Arte di Guidizzolo nel 1972. Appena diplomata, con ottimi risultati, viene cercata da uno studio tecnico di Castiglione delle Stiviere e vi lavora fino al 1977 come disegnatrice. Nello stesso anno consegue anche il diploma all’Isti-tuto Tecnico per Geometri. Dal 1977 al 2011 lavora come geometra in diversi studi professionali, collabo-rando ad importanti progetti, soprattutto sul territorio mantovano (Cinecity, cinema Ariston, Palabam, Benetton Store ecc,). Per diversi anni, inoltre, collabora con una ditta di produzione di giocattoli didattici in legno, come disegnatrice. Nel 2010 riprende a disegnare quadri in bianco e nero, la sua passione giova-nile, prediligendo ritratti di animali e persone.

Mostre personali e partecipate: - Motteggiana (MN), Ristorante la Cambusa : “Fili di Luce” marzo 2010 - Castiglione delle Stiviere (M N) Sala don Rinaldo Baldoni: “Ritratti e non”, con Donatella Lusenti maggio 2010 - Motteggiana (MN) , Sale comunali: Mostra collettiva di donne artiste luglio 2011 - Pegognaga (MN), Sale comunali: Mostra collettiva agosto 2011 - Fiesse (BS), Sala civica: “Le muse - Miti di ieri e di oggi” marzo 2012 - Pontevico (BS) Mostra collettiva maggio 2012

L’opera presentata ha carattere grafico, la tecnica che le permette con una ri-cerca paziente, la realizzazione della forma nella sua plasticità con gioco di luce, effetti chiaroscurali e con puntigliosa ricerca di carattere realistico.

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Alida Fertonani, Aquila, 2010 disegno a pastello bianco su cartoncino nero, cm 21x30

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CLAUDIO GHIDINI

Claudio Ghidini nasce a Cereta (Volta Mantovana) il 24 agosto 1945. Si di-ploma all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nel 1963. Ha iniziato il suo cammino professionale prima come insegnante (nella se-zione di decorazione) della nostra Scuola d’Arte, poi disegnatore grafico pres-so la IMAS di Medole quindi si mette in società con un compagno di scuola creando uno studio di Grafica Pubblicitaria a Desenzano. Qui curava la par-te creativa e compositiva della campagne publicitarie di importanti aziende mantenendo uno stretto legame con il mondo artistico. Nel privato il suo amore per l’arte si esprimeva continuando a produrre opere sia di grafica che acquerello ed olio. Da alcuni anni dopo aver cessato l’attività è tornato a dedi-carsi principalmente alla pittura con particolare riguardo verso il paesaggio e la natura che ci circonda che ha sempre avuto su di lui un particolare fascino permettendole di espirmersi con libertà e passione.

L’opera donata, ”Il molo di Desenzano”, è realizzata con segno disinvolto ele-gante e rapidità esecutiva. La spazialità nella sua sintesi si realizza con leggeri effetti di ombre e con i tocchi rapidi dei riflessi.

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Claudio Ghidini, Il molo di Desenzano, 1998disegno a matita, cm 19x28

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DONATELLA LUSENTI

Donatella Lusenti, diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nel 1974; ha vinto la medaglia d’argento nel Concorso Nazionale per Istituti d’Arte a Padova (1973). Coltiva da anni e con passione l’amore per l’arte partecipando a mostre collettive e concorsi.La sua vita professionale è basata sulla formazione acquisita durante la fre-quentazione scolastica, attualmente insegna nella scuola professionale.

Negli anni ‘80 la passione per la fotografia la porta a frequentare, presso un Centro di Formazione Professionale ed acquisire la qualica di “Fotoreporter” e “Operatore d’Animazione”. Successivamente realizza due mostre personali e numerose collettive. Dal 1982 al 1995 insegna semiologia nei corsi di fotogra-fia in collaborazione con Andrea Dal Prato, Filippo Cerini e don Giancarlo Neffari.

Nel frattempo non sono state accontonate le tecniche pittoriche come la tem-pera e l’acquerello; tra le altre passioni acquisite all’Istituto d’Arte, la tecnica del batik, pittura su stoffa mediante bagni di colore, è tuttora costantemente praticata.Negli ultimi anni si è cimentata nell’affascinante ma molto impegnativa arte dell’iconografia, dove i soggetti prediletti sono le Madonne col Bambino, fre-quentando corsi altamente qualificati: sue Icone sono presenti in collezioni pubbliche e private.

“Obidos” e un’opera che presenta uno scorcio di realtà. La finestra spalancata velata dal tendaggio, aperta sul muro dipinto, ripartito a strisce verticali, il davanzale contenente il fiore, la luce i colori mantengono nel complesso il referente realistico legato al carattere ed alla sua formazione.Collabora con la rivista “ la Notizia “ dal 1996.

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Donatella Lusenti, Obidos, 2011tempera su cartone, cm 70x50

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ALESSANDRA MAFFEZZONI

Si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Paolo Toschi“ di Parma nel 1959.Abilitata all’insegnamento ha insegnato Educazione Artistica nelle Scuole Statali. Si è dedicata alla pittura, alla grafica e al mosaico producendo nume-rose opere e nonostante i vari impegni scolastici e familiari ha sempre trovato tempo da dedicare all’arte. Oltre alla grafica dove si esprime compiutamente, ha realizzato su commissione diversi lavori di mosaico, sua è l’opera a mezza-luna che campeggia sulla porta d’ingresso della parrocchiale di Guidizzolo e raffigurante i santi Pietro e Paolo, titolari della chiesa, altra tecnica a lei molto congeniale le tempere su tavola con rappresentazioni di Santi, opere eseguite per molte chiese in Italia e all’estero, ed i fiori, vera armonia di colori.Essenzialità, pulizia, sicurezza e felicità disegnativa sono elementi fondamen-tali nelle realizzazioni artistiche della Maffezzoni. Osservando infatti i suoi lavori ci sentiamo attratti dalle immagini figurali ed al tempo stesso coinvolti dalle significazioni in esse espresse siano queste immagini di paese, case sem-plici, fiori o frondose vegetazioni. Ciò è senz’altro dovuto al fatto che, pur nella castigatezza che la tecnica esige, in ogni segno, ogni sfumato, ogni ac-cento incisivo sapientemente fissati non sono lasciati al caso ma sono dettati da un acuto spirito osservativo e dalla rara sensibilità dell’artista e trovano felice sublimazione,

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Alessandra Maffezzoni, Vaso di fiori, 2011acquerello su carta, cm 28x28

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GIOVANNI MAGNANI

Giovanni Magnani è un artista le cui prime prove risalgono, per una sorta di necessità interiore, al 1955, anno in cui consegue il diploma alla Scuola d’Arte di Guidizzolo. Immediatamente mette a punto la sua innata abilità per il disegno, perfezionando via via la tecnica pittorica in un confronto serrato con gli artisti del suo territorio da Guglielmo Cirani a Franco Bassignani. Con loro partecipa alle prime estemporanee e ai vari concorsi di pittura, in cui esprime una rappresentazione attenta del paesaggio, declinata su un canto soffusamente malinconico. Guarda fino alla metà degli anni Sessanta, alla pittura degli anni migliori di Alessandro Dal Prato, agli esiti del cenacolo chiarista e alla sensibilità di un compagno di strada come Bassignani. L’armo-nia del paesaggio, la comunione tra spirito e natura, il fluire delle stagioni nel mutare dei toni e dei colori, la permeabilità della luce, il sentore della materia appaiono, da subito gli elementi costitutivi del suo lessico: grazie ad essi rie-sce ad interpretare poeticamente ciò che lo sguardo gli suggerisce, evocando valori pittorici antichi. Nascono così scorci di paese, crinali di colline, luoghi e strade della campagna che si distende verso il Garda, in un’atmosfera in cui la figura umana è sempre assente, in cui si percepisce un empito di residuo naturalismo, pervaso, però, da un’inquietudine moderna. Si consuma, così, del tutto l’allontanamento dall’intensità lirica e partecipata della sua iniziale produzione. Nascono ora gelide, intellettualistiche e oniriche composizioni, costruite con un marcato distacco. Sulla tela si riversano sogni e incubi, in equivoci paesaggi che esprimono la metamorfosi di un presente che il pittore avverte come inquietante, sempre più privo dell’antica felicità arcadica. A Medole partecipa da protagonista alla costituzione di una galleria civica che documenta una serie di mostre che, con cadenza periodica, sviluppa un processo di conoscenza e di valorizzazione del tessuto connettivo artistico dell’Alto Mantovano. Più di trent’anni di lavoro segnano ormai la vita della Galleria Civica sostenu-ta da un impegno forte, costante e lucido. Questo compito, fatto di sensibile e infaticabile attenzione alle migliori espressioni artistiche di una comunità, fa di Giovanni Magnani il più intelligente custode dei segreti del paesaggio del suo territorio, sia di quello materiale, legato al dato fisico, sia di quello immateriale, oggetto dell’indagine della poesia e dell’arte.

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Giovanni Magnani, Alberi, 1981tecnica mista su carta da spolvero, cm 44x32

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ADELE PELIZZONI

Adele Pelizzoni, risiede a Volta Mantovana si è diplomata all’’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nel 2007, completando gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2011. Studia tutt’ora presso la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia, nel corso di Fumetto.Fanatica del bianco e nero, cerca di proporre nelle proprie storie le cose che l’appassionano, come la Storia, i piccoli misteri provinciali, il folklore italiano e, ovviamente, il proprio paesino.Ha partecipato al concorso “Moving Pixel”, promosso nel 2008 da Flashfu-metto.it, e l’opera è stata selezionata per la mostra. Nel 2010 ha partecipato al progetto “Bestiarium MMX – immagini per una zoologia fantastica”, che vedeva coinvolte 6 scuole d’Arte internazionali.

L’opera donata è stata eseguita in occasione di “GUIDIZZOLOINARTE” I colori della velocità, organizzato nel 2007 dalla Fondazione NonSoloArte Franco Bombana.

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Adele Pelizzoni, Il colore della velocità, 2007 tecnica mista, penna e china, su cartone, cm 40x50

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GIOVANNI PEGORARO

Giovanni Pegoraro è nato nel 1947 in un comune dell’Alto Mantovano. Com-pletati gli studi superiori all’Istituto Statale d’Arte diretto dal prof. Alessandro Dal Prato, inizia la sua attività lavorativa nel campo della pubblicità. Abban-donata la pubblicità dopo un ultimo briefing in agenzia perché, sono parole sue ”… mi vedevo come un personaggio di Ionesco”, si dedica all’insegnamen-to delle arti visive nella scuola superiore, coltivando sempre, ma in maniera direi quasi pudica, la ricerca artistica volta a definire una tecnica pittorica isomorfa ai contenuti che il poeta Gilberto Cavicchioli nella presentazione critica della mostra del ’98 alla galleria La Cornice di Desenzano Del Garda così definisce: “… Il segno, che è quasi più traccia che definizione o contorno, si articola e si dirama come nelle rappresentazioni rupestri del paleolitico….Una tecnica ancora più misteriosa e sorprendente contribuisce a renderlo anche più ineffabile, “Encausto a freddo“ lo definisce Pegoraro con un ossimo-ro verbale che sottintende una stesura di pastello o grafite minutamente e pa-zientemente lavorata con strumenti usuali ma secondo una tecnica personale che l’artista permea di comprensibile riserbo…. Una pittura colta, raffinata, proiettata nello spazio concettuale come provocazione a pensare, a vivere, in definitiva ad essere.La maggior visibilità dei suoi lavori nel mercato dell’arte gli porta diversi ri-conoscimenti: il premio al 5° concorso “Cartolina d’artista” –BAC Art studio di Venezia del ’99; medaglia di bronzo nel 2002 e Fiorino d’argento nel 2004 al XX e al XXIV Premio Firenze Europa, ragioni per cui le due opere vengono esposte nel prestigioso Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze.Giovanni Pegoraro lavora attualmente in attività di laboratorio espressivo con pazienti affetti del morbo di Alzheimer

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Giovanni Pegoraro, Atemporalità dell’azione, 2009tecnica mista su foglia di rame e oro, cm 41x31

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PIETRO SIGNORI

Pietro Signori è nato a Tezze sul Brenta (Vicenza) nel 1952. Ha studiato ce-ramica a Nove di Bassano del Grappa e pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia.Dopo diverse esperienze di lavoro (ceramica, progettazione edilizia, arreda-mento, disegno del mobile antico) intraprende l’attività d’insegnamento pres-so l’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo (1976-1995).Dal 1985 si dedica alla tecnica antica dell’affresco con la realizzazione di di-pinti murali, eseguiti in loco, di grandi dimensioni sia in Italia che all’estero.Svolge attività di libera professione come consulente artistico per il mondo produttivo

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Piero Signori, Immanente, 2009 acrilico su tela, cm 60x50

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SEVERINO SPAZZINI

Severino Spazzini nasce nel 1939 a Guidizzolo, dove risiede e lavora. Fre-quenta la Scuola d’Arte proseguendo poi gli studi all’Istituto d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, dove si diploma nel 1956. Nel 1959 inizia l’attività di docente di disegno prima all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo, poi nelle scuole medie statali, in parallelo dal 1965 intraprende l’attività pittorica.... Nel 1966, tramite Alessandro Dal Prato, conosce Antonio Ruggero Giorgi. Attiva con lui un forte intenso sodalizio di amicizia e di stima, caratterizzato da un’assidua frequentazione della sua casa-studio e da un immediato contat-to con la sua opera pittorica e grafica, che si esprimono anche concretamente nella collaborazione alla stampa delle sue vigorose puntesecche... L’incisione diviene sempre più lo strumento e l’esito pregnante di una ripresa dell’at-tività artistica che lo conduce , a partire dal 1978, ad affiancare alla pittura una produzione grafica densa e raffinata, di cospicua qualità poetica . Essa anzi negli anni Novanta, finirà per divenire concretamente prevalente rispet-to all’espressione pittorica, pure mai abbandonata, anzi riaffermata e affidata alla tecnica del pastello, con cui conferisce alle opere una libera e vivace im-postazione compositiva e timbrica del colore... Spazzini, dal 2000 riprende si-gnificativamente l’attività pittorica e del disegno; egli è presente, in qualificate rassegne nazionali, con opere d’incisione... L’attività espositiva di Spazzini, iniziata già negli anni Sessanta, si presenta cospicua, contraddistinta da cre-scente e autorevole consenso e riconoscimento, a livello locale, nazionale e internazionale, con mostre personali e importanti collettive.

Incisioni di Severino Spazzini sono conservate presso rinomati Gabinetti e Raccolte di Stampe, si citano: - Biblioteca Nazionale di Francia - Parigi - Dipartimento delle Stampe e delle Fotografie, sezione Stampe contemporanee; - Istituto Nazionale per la Grafica-Calcografia di Roma; - Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” di Milano.

Sue opere sono presenti inoltre in molti Musei, Civiche raccolte d’Arte e col-lezioni private.

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Severino Spazzini, Vigneto, 1988 Acquaforte acquerellata cm 34,5x44,9

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ALBERTO VICENTINI

Alberto Vicentini e nato a Mantova nel 1946. Frequenta la Scuola d’Ar-te di Guidizzolo sino al 1964.A scuola ha subito manifestato una grande sensibilità e capacità dise-gnativo-pittorica. Professionalmente svolge l’attività di decoratore e stuccatore. L’anned-doto racconta che nelle opere realizzate di decorazione e stuccatura egli tracci un disegno a sinopia come firma personale che poi sistema-ticamente coprirà col suo lavoro. Una curiosa un’originalità per chi gli ha commissionato e costudirà nella sua casa in segreto il suo lavoro. Nelle sue opere: disegni, acquerelli e pittura a olio, manifesta l’amore per la natura e una sensibile lettura della realtà. Egli esprime la po-tenzialità espressiva nelle atmosfere di luce soffusa e tonale, con de-licatezza del disegno dei colori e della composizione. La percezione dell’insieme dipinto è di personale delicatezza e sentimento permeato di poesia.

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Alberto Vicentini, La fornace a Rebecco, 2011disegno a sanguigna su carta, cm. 31x41

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