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0 ARCHIVIO N°: 15037 Indagini geognostiche Consulenza geologica e geotecnica Pag. 0 di 30 EMISSIONE: luglio 2015 COMUNE: MESSINA COMMITTENTE: COOPERATIVA EDILIZIA UNIVERSITARIA OGGETTO: PROGETTO PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE CONVENZIONATA PROPOSTA ALL’INTERNO DEL PIANO QUADRO N.21, AMBITO II NEL VILLAGGIO S.AGATA, DEL COMUNE DI MESSINA RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE - ai sensi del D.L.vo n° 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., art.13 comma 1- REVISIONI DATA visto Redatto DOTT. Geologo Antonino Gambino Approvazioni GEOSTUDI – Consulenza geologica geotecnica – indagini geognostiche Sede: via A. Cappellini n°1 – tel./fax: 090 5731713 – mobile:347 0648317 - email: [email protected]

Rapporto anbientale preliminareoldsite.comune.messina.it/il-comune/ufficio-urban... · “ambientali” iniziali, che ogni progetto comporta, per sua definizione. L’ambiente può

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ARCHIVIO N°: 15037

Indagini geognosticheConsulenza geologica e geotecnica

Pag. 0 di 30 EMISSIONE: luglio 2015

COMUNE: MESSINA

COMMITTENTE: COOPERATIVA EDILIZIA UNIVERSITARIA

OGGETTO: PROGETTO PER IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE CONVENZIONATA PROPOSTA

ALL’INTERNO DEL PIANO QUADRO N.21, AMBITO II

NEL VILLAGGIO S.AGATA, DEL COMUNE DI MESSINA

RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE

- ai sensi del D.L.vo n° 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., art.13 comma 1-

REVISIONI

N° DATA visto

Redatto

DOTT. Geologo Antonino Gambino

Approvazioni

GEOSTUDI – Consulenza geologica geotecnica – indagini geognostiche

Sede: via A. Cappellini n°1 – tel./fax: 090 5731713 – mobile:347 0648317 - email: [email protected]

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INDICE

1.0 PREMESSA................................................................................................. 1

2.0 RIFERIMENTI NORMATIVI......................................................................... 3

3. CRITERI DI ANALISI DEGLI IMPATTI SULLE CATEGORIE AMBIENTALI............................................................................................... 4

4. ANALISI DEL PROGETTO ......................................................................... 6

4.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE , DIMENSIONI E DESCRIZIONE DELLE OPERE.. 6

4.2. DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI PROGETTUALI .......................................... 8

4.3. PRODUZIONE RIFIUTI ................................................................................. 10

4.4. VALUTAZIONE DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO SUL SITO DI PROGETTO ... 11

4.5. RISCHIO DI INCIDENTI RELATIVI ALLE TECNOLOGIE E SOSTANZE UTILIZZATE... 13

4.6. INTERFERENZE DEL PROGETTO CON ALTRI PIANI ......................................... 14

5.0 ANALISI DEL TERRITORIO ..................................................................... 15

5.1 LOCALIZZAZIONE RISPETTO LE AREE PROTETTE .......................................... 15

5.2 CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE ..................................................... 17

5.3 CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE - IDROGEOLOGICHE................................ 18

5.4. CARATTERISTICHE CLIMATOLOGICHE.......................................................... 19

5.5. PLUVIOMETRIA .......................................................................................... 20

5.6. TERMOMETRIA .......................................................................................... 20

5.7. CARATTERISTICHE DELLA FLORA E DELLA FAUNA......................................... 24

5.8. COMPONENTI UMANE................................................................................. 27

5.9. MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EVENTUALI IMPATTI

SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE .................................................................... 27

6.0 ANALISI DEI RISULTATI E CONCLUSIONI ............................................ 30

7.0 ALLEGATI ................................................................................................. 31

1) COROGRAFIA GENERALE............................................................................... 31

2) MATRICE DEGLI IMPATTI DIRETTI.................................................................... 31

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PREMESSA

-1-

- GE OS TUDI - Consulenza geologica e geotecnica, prospezioni geofisiche e indagini geognostiche

Via A. Cappellini, 1 – 98121 Messina – Tel/fax 090 5731713

1.0 PREMESSA

Su incarico della Cooperativa Edilizia Universitaria è stato redatto il presente

Rapporto Ambientale preliminare (RA) relativo al “Piano di Lottizzazione per

l’ambito II del Piano quadro n.21 nel villaggio S.Agata, del Comune di Messina (in

convenzione ai sensi dell’art. 42, del vigente Regolamento edilizio”).

Il PdL scaturisce dal piano quadro n°21, approvato con delibera del Consiglio

Comunale nella seduta n.99/c del 09.11.2006, che divideva l’area in due ambiti.

Il Rapporto Ambientale, redatto ai sensi dell'art.13 e dell'Allegato VI del D.Lgs

152/2006 (ss.mm.ii.) e del "Regolamento della valutazione ambientale strategica

(VAS) di piani e programmi" (Deliberazione della Giunta Regione Sicilia n. 119 del

06.06.2014, Allegato A), ha lo scopo di individuare i possibili impatti ambientali

significativi del Piano di Lottizzazione.

I soggetti interessati alla presente procedura sono:

Autorità Competente - Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente

Autorità Procedente (AP) - Comune di Messina - Area Coordinamento

Urbanistica Diartimento Pianificazione Urbanistica

Soggetto Proponente - Società Cooperativa Edilizia Universitaria

In questa fase preliminare all’attività di elaborazione del Piano, infatti, il Soggetto

Proponente e l’Autorità Procedente entrano in consultazione con l’Assessorato

Regionale Territorio ed Ambiente (Dipartimento Territorio ed Ambiente, Servizio 2

VAS-VIA) e gli altri Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA), al fine di

definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel

Rapporto Ambientale.

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PREMESSA

- - G EO S T UD I - Consulenza geologica e geotecnica, prospezioni geofisiche e indagini geognostiche

Via A. Cappellini, 1 – 98121 Messina – Tel/fax 090 5731713

2

Il principio che deve guidare un'accorta politica ambientale è quello della

prevenzione intesa sia come previsione dei possibili effetti sul territorio, che come

gestione attenta delle risorse naturali e ambientali.

In particolare la procedura VAS si basa sull’individuazione, descrizione e, ove

possibile, quantificazione degli effetti che la realizzazione di un progetto avrà sul

dato territorio, in considerazione al peso attribuibile a ciascuno degli effetti ed alla

sensibilità di ogni componente ambientale.

Per impatti (effetti) si devono intendere tutte le modifiche delle condizioni

“ambientali” iniziali, che ogni progetto comporta, per sua definizione.

L’ambiente può essere definito come un “sistema dinamico globale fisico, chimico,

biologico e sociale, i cui elementi sono suscettibili di avere effetti sull’uomo e sulle

sue attività”. In questo contesto, si può definire la procedura di impatto ambientale

un processo conoscitivo che ha come obiettivo quello di evidenziare tutti gli impatti

progettuali e di individuarne le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi,

quelli negativi sul territorio.

Dopo avere riassunto dapprima i riferimenti normativi e legislativi in materia, il

presente studio di valutazione impatto ambientale si articolerà come segue:

• descrizione dei criteri di analisi qualitativa degli impatti che il progetto

esercita sul territorio in cui è inserito;

• analisi del progetto, in cui si descriveranno le opere principali e di

urbanizzazione primaria;

• analisi del territorio, in cui si rappresenteranno le condizioni di partenza di

ciascuna componente “ambientale”, con il relativo valore di sensibilità;

• analisi dei risultati e conclusioni

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RIFERIMENTI NORMATIVI

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2.0 RIFERIMENTI NORMATIVI

La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è uno strumento di gestione e controllo

finalizzato all’individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un

determinato progetto, opera o azione esercita sull’ambiente, inteso come insieme

delle risorse naturali di un territorio e delle attività antropiche in esso partecipi,

introdotto per la prima volta negli Stati Uniti (NEPA, National Environmental Policy

Act del 1970).

La norma di riferimento a livello comunitario per la Valutazione Ambientale

Strategica (VAS) è la Direttiva 42/2001/CE.

Essa si pone l’obiettivo “di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e

di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione

e dell’adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile,

assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e

programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”.

La normativa italiana ha recepito la Direttiva 42/2001/CE attraverso il Decreto L.vo

n°152 del 3/04/2006, recante “Norme in materia ambientale”, così come modificato

dal D.L.vo n°4 del 16/01/2008, recante “Ulteriori disposizioni correttive ed

integrative del precedente (D. Legislativo n° 152 aprile 2006).

A livello regionale, la Giunta con propria deliberazione, ha definito il "Regolamento

della valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi" (Deliberazione

della Giunta Regione Sicilia n. 119 del 06.06.2014, Allegato A).

Pertanto nella redazione del presente RA si seguirà l’iter procedurale dettato da

questo regolamento.

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CRITERI DI ANALISI DEGLI IMPATTI SULLE CATEGORIE AMBIENTALI

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3. CRITERI DI ANALISI DEGLI IMPATTI SULLE CATEGORIE AMBIENTALI

Nel Rapporto di Impatto Ambientale si utilizzano metodologie e strumenti in grado

di fornire dei giudizi qualitativi e quantitativi, il più possibile oggettivi, su un progetto

e/o su una serie di sue alternative, attraverso lo studio di appositi indicatori

ambientali.

Poiché il RA è uno strumento di supporto alla fase decisionale sull’ammissibilità di

un’opera, vi è la necessità di scegliere indici la cui valutazione non sia influenzata

da elementi soggettivi di giudizio.

L’individuazione e la valutazione degli impatti ambientali di un progetto è quindi un

problema di difficile soluzione, sia per la vastità dei campi di studio interessati che

per le difficoltà che s’incontrano nel confrontare elementi eterogenei tra loro.

Innanzitutto, è necessario elaborare una previsione degli impatti potenzialmente

significativi dovuti al compimento del progetto, all’utilizzo delle risorse naturali e

all’emissione di inquinanti. Questa fase si articola su due livelli, l’identificazione

degli impatti e la loro stima.

Quindi si sono individuate le componenti di progetto (paragrafo 4.2) eventualmente

impattanti, il cui peso qualitativo tiene conto di parametri quali la distanza entro cui

si manifestano, il numero ed il tipo dei mezzi utilizzati in fase di cantiere, il numero

di persone addette al lavoro, la durata temporale della fase di progetto. Vengono

valutati dal punto di vista qualitativo gli effetti significativi che l’attuazione della

“proposta di Piano” potrebbe comportare sul quadro ambientale.

Per la stima degli impatti si è tenuto conto se essi migliorano o peggiorano le

condizioni ambientali del sito; inoltre si è considerato se essi sono reversibili o

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CRITERI DI ANALISI DEGLI IMPATTI SULLE CATEGORIE AMBIENTALI

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irreversibili, di breve o lunga durata e se si limitano al sito o ne influenzano anche

l’area al di la delle sue immediate vicinanze. Infatti il verificarsi incrociato di tutte o

alcune di queste condizioni, si ripercuote a favore o sfavore degli impatti sulle

componenti ambientali.

Per la valutazione degli effetti, è stato adottato il metodo delle matrici di

valutazione, che mette in relazione le azioni/interventi della “proposta di Piano” con

le componenti ambientali (abiotiche, biotiche, antropiche).

In particolare si è adottata la matrice di Leopold (1971), che riporta in colonna la

lista delle azioni di progetto previste (suddivise in ciascuna delle fasi temporali) e in

riga le componenti ambientali su cui agiscono le stesse (allegato 2).

Nella “matrice degli impatti diretti” (allegato 2), sarà attribuito segno “-” alle azioni

del progetto che impattano negativamente sulle componenti ambientali; sarà

attribuito segno “+” agli interventi che esercitano un impatto positivo; sarà dato

segno “0” a quelle azioni che sono ininfluenti e segno “?” a quelle il cui impatto è

incerto da definire.

Si è ottenuta, così, una rappresentazione bidimensionale delle relazioni causa-

effetto tra le attività di progetto ed i fattori ambientali potenzialmente suscettibili di

impatti.

L’analisi della “matrice degli impatti diretti” permette di giungere ad una stima

globale dell’impatto del progetto, attraverso la sommatoria del tipo di impatto

(positivo o negativo) che ciascun intervento del Piano esercita su ciascuna

componente ambientale, in relazione ai propri obiettivi di protezione (tabella 1).

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ANALISI DEL PROGETTO

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4. ANALISI DEL PROGETTO

4.1. Inquadramento territoriale , dimensioni e descrizione delle opere

L’area d’intervento del Piano di Lottizzazione è ubicata nel Comune di Messina, in

località S.Agata ed occupa 10.179,78 mq.

Detto terreno è riportato al N.C.T. di Messina sul foglio n. 41 alle particelle 388,

390, 1047, 1048, 1222, 1579, 1619, 1620, 1621, 1791, 1794, ricadenti nel P.R.G.

vigente in zona C5 (residenziale stagionale con insediamenti ricettivi) ed alcune

parti di esse in zona A1(1619, 1620, 1621, 388, 1222, 1791 e 1579).

L’area oggetto della lottizzazione confina a Nord Est, cominciando da valle, con

l’ambito 1 del piano quadro n.21, con terreni della Villa Roberto ed a Nord con altra

area già lottizzata; si trova al di fuori della fascia dei 150 metri dalla battigia.

L’area interessata dal P.d.L. ha una forma di “C” con larghezza compresa per la

gran parte della sua estensione tra i 26 ed i 29 m circa., solo nel braccio a monte

questa larghezza si riduce ad una media di 16 m; il fondo confina verso sud con la

Via Consolare Pompea, verso ovest con la Via Salita Papardo. Attualmente i fondi

facenti parte del secondo ambito sono accessibili da più ingressi che si aprono tutti

lungo la Via Salita Papardo. Nelle previsioni di progetto gli accessi all’area

continueranno ad insistere sulla Via Salita Papardo, tranne che per l’area a verde

da cedersi al Comune di Messina e che sarà accessibile dalla Via Consolare

Pompea.

La quantità complessiva di aree per opere di urbanizzazione, è pari a mq. 2.353,70

mentre la volumetria da realizzare sarà pari a mc. 6.943.335.

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ANALISI DEL PROGETTO

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La tipologie edilizie previste sono villini ed alloggi in piccoli condomini per un totale

di sedici unità volumetriche. Le residenze saranno realizzate in muratura

termicamente isolante (tipo Poroton thermo e/o Gas Beton) e con caratteristiche

antisismiche su una base sismicamente isolata, rispetto alla struttura scatolare

semi interrata in cls. armato. La copertura sará costituita da tetti a due falde, con

piccole terrazze nella tipologia dei villini. Le soluzioni tecniche adottate

garantiranno sia il risparmio energetico sia la massima salvaguardia della vita

umana in caso di sisma. Dodici (12) di queste unità volumetriche sono accessibili

attraverso un’unica via di comunicazione interna, parallela alla carreggiata NE

della Via Salita Papardo e con verso di percorrenza concorde a quello della

suddetta carreggiata: valle-monte. Questa via di comunicazione avrà accesso e

sbocco sulla Via Salita Papardo concordemente al suo traffico veicolare.

I parcheggi privati, nella misura minima previste dalla vigente normativa, sono

localizzati all’interno dei singoli lotti alcuni in superficie altri in autorimessa semi

interrata.

Le unità immobiliari sono per tipo simili, al fine di ottenere un’architettura che si

inserisca nell’ambiente senza compromettere il valore paesistico.

Per quanto riguarda il dimensionamento delle unità abitative, delle singole aree di

urbanizzazione, e le norme per l’attuazione del PdL, quali i dati tecnici di indici

superfici, volumi, altezze e tipologie si rimanda agli elaborati tecnici di progetto

allegati.

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Le acque meteoriche verranno opportunamente convogliate in reti di

canalizzazione, e verranno poi smaltite con sub drenaggio disperdente in aree

limitrofe alla costruenda strada (aree a verde).

Il numero complessivo di abitanti convenzionali insediati è stato determinato in

numero di 70, calcolato in relazione alla cubatura da edificare pari 6.943.33 m3.

Le aree per opere di urbanizzazione (verde pubblico primario, secondario,

istruzione, attrezzature collettive, parcheggi) sono state ubicate a diretto contatto

con le strade pubbliche e saranno tutte attrezzate secondo gli schemi di progetto

allegati ed articolate in modo da consentire un’integrazione con il Piano.

Sia su Via Salita Papardo che su Via Consolare Pompea sona già presenti tutti i

servizi necessari quali rete fognaria, rete del gas metano, acquedotto, rete elettrica

e telefonica, cui si allacceranno i futuri fabbricati.

Per ogni ulteriore dettaglio costruttivo si rimanda alla relazione ed agli elaborati

grafici di progetto allegati alla presente.

4.2. Descrizione delle componenti progettuali

La normativa prescrive la suddivisione del progetto in “componenti”,

rappresentative della tipologia e delle fasi principali in cui lo stesso può essere

scomposto, che possono interferire più o meno direttamente con l’ambiente.

Il progetto in esame si compone delle seguenti azioni, cui viene assegnato un

numero di ordine, con cui le stesse saranno identificate nella “matrice degli impatti

diretti” (allegato 2):

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Fase di cantiere e costruzione

1) Preparazione del sito e allestimento cantiere (diserbo, disboscamento,

allestimento strutture temporanee)

2) Scavi e sbancamenti, demolizioni, movimentazione e stoccaggio delle terre da

scavo, con relativo traffico veicolare dei mezzi d’opera pesanti;

3) Realizzazione strutture in fondazione e in elevazione, costruzione fabbricati e

opere di urbanizzazione;

4) Opere di arredo a verde e opere di sistemazione finale;

5) Smantellamento cantiere;

Fase di esercizio (o a regime)

6) Insediamento residenti nei fabbricati;

7) Traffico veicolare sulla viabilità esistente;

8) Produzione di rifiuti solidi urbani e reflui;

9) Incremento superfici impermeabilizzate Il crono programma delle fasi di cantiere e di costruzione dei manufatti prevede un

periodo di circa 18 mesi lavorativi, continuativi e consecutivi.

Successivamente queste componenti progettuali vengono correlate con le

componenti ambientali al fine di definire le possibili relazioni di impatto potenziale

delle prime sulle seconde.

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4.3. Produzione rifiuti

Durante la realizzazione dei fabbricati tutti i rifiuti derivati dalle lavorazioni edili

(indice n° 17 00 00 del catalogo Europeo dei rifiuti CER), verranno smaltiti in delle

specifiche discariche autorizzate, ai sensi delle normative vigenti.

Dopo l’insediamento dei fabbricati, a regime, si avrà un incremento di rifiuti di tipo

domestico (indice n° 20 00 00 CER) dovuto al numero complessivo di abitanti

convenzionali insediati che è stato determinato in numero di 70.

Il piano di gestione dei rifiuti per il comune di Messina prevede per la differenziata

una tipologia di raccolta stradale mono/multimateriale per carta, plastica metalli e

vetro in appositi contenitori; altra tipologia di raccolta si effettua nei 5 centri

comunali di raccolta (C.C.R.), in cui vengono conferite oltre ai materiali sopra

indicati, le seguenti frazioni: - legno, acciaio e altri metalli; - ingombranti vari di

origine domestica; - beni durevoli (elettrodomestici,etc.);- batterie e accumulatori al

piombo; - oli esausti; - pneumatici; - materiali in polietilene.

Il sito di progetto rientra nella sesta circoscrizione, per cui il C.C.R. di riferimento è

quello sito nel villaggio di Spartà, ubicato sulla s.s. 113.

L’incidenza della produzione di rifiuti domestici appare del tutto trascurabile,

rispetto al carico già esistente nella zona; comunque la loro raccolta e smaltimento

rientra nel piano di gestione avanzato dalla società preposta ad attuarlo.

In tutto il territorio limitrofo, non esistono insediamenti industriali, artigianali o agro

alimentari, che possano produrre rifiuti di carattere speciale e/o altamente

inquinanti, e di conseguenza interferire con la corretta fruibilità degli insediamenti

abitativi.

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4.4. Valutazione dell’inquinamento atmosferico sul sito di progetto

In particolare i maggiori disturbi ambientali saranno costituiti da rumori, emissioni

atmosferiche e di polveri, che si manifesteranno nella fase di cantiere (cfr.

paragrafo 4.2, azioni 1-6) e saranno prodotti dalle varie tipologie dei mezzi

meccanici utilizzati per la costruzione dei fabbricati e delle opere annesse. E’ da

sottolineare, comunque, la discontinuità spaziale e temporale di questi disturbi

ambientali ed in ogni caso la loro concentrazione in un periodo temporale limitato a

circa 18 mesi, utili alla realizzazione di tutti i manufatti di progetto.

A regime le emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera e di rumori, rientrano

nella media delle zone in cui si verifica una stretta connessione con un ecosistema

urbano, e saranno tali da non esercitare impatti più sfavorevoli rispetto a quelli già

esistenti. A regime le emissioni in aria saranno le cosiddette polveri sottili,

provenienti dagli scarichi dei mezzi a motore; queste non avranno un impatto

negativo, considerato che l’area edificatoria è inserita in zona intensamente

urbanizzata adiacente a due strade con intensa viabilità, quali la S.S.113 e la

strada a scorrimento veloce Panoramica dello stretto.

Invece si ritiene opportuno eseguire l’analisi del livello di inquinamento atmosferico,

con riferimento alle polveri totali sospese (PTS) prodotte durante la fase di cantiere,

in particolare nel corso degli scavi e sbancamenti.

Le polveri totali sospese sono un insieme molto eterogeneo di particelle solide che,

a causa delle ridotte dimensioni, restano in sospensione nell’area. Il diametro delle

particelle varia da un valore minimo di 0.005 µm a un massimo di 100 µm;

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all’interno di questo intervallo, si definiscono grossolane quelle con diametro

compreso tra 2.5 e 30 µm e fini quelle con diametro inferiore a 2.5 µm.

Nel caso specifico, si considerano le PTS grossolane in quanto sono quelle

particelle che si originano in seguito a processi meccanici erosivi, e quindi

paragonabili alle attività di scavo e sbancamento (cfr. paragrafo 4.2, azione 2). Il

modello utilizzato per quantificare l’inquinamento atmosferico, connesso ai

movimenti terra in s.l. e quindi alla quantità di PTS prodotte, tiene conto delle

seguenti assunzioni:

- si è considerata l’intera superficie del Piano pari a circa 0.01 Kmq, assimilata ad

un cerchio di raggio 500 m;

- il modello utilizzato per misurare le concentrazione di PTS in atmosfera,

durante il giorno-cantiere, considera un fronte di raggio variabile e altezza

costante pari a 75.00 m, che si orienta lungo la direzione del vento;

- su una produzione giornaliera di circa 360 mc di terreno movimentato, la

quantità di PTS, prodotta dall’azione in contemporanea di 2 escavatori con pala

caricatrice (tipo h3) e 4 autocarri (Qli 190), è pari a circa 60 kg/giorno di

cantiere (per 8.00 ore lavorative);

- l’ubicazione del sito di progetto, unitamente al contesto morfologico, rimane

esposto principalmente ai venti di scirocco, pertanto sulla scorta dei dati in

possesso, si utilizza cautelativamente una velocità del vento pari a 6.00 m/s.

Pertanto, sulla scorta di quanto sopra, si è costruito un grafico (concentrazioni

PTS/distanza), che rappresenta l’andamento della curva di attenuazione

dell’inquinamento da PTS sul sito di progetto.

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ANALISI DEL PROGETTO

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Propagazione della concentrazione di PTS (2,5 <d< 30 µm)

020406080

100120140160180200

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550

distanza (m); h=75 m

conc

entra

zion

i PTS

(µg/

m3 )

curva di propagazione PTS

soglia limite di tollerabilità

grafico 1

Dalla lettura del grafico, risulta che l’inquinamento prodotto dalla concentrazione

delle polveri totali è sempre sotto la soglia limite di tollerabilità (150 µg/m3) e che a

circa 200 m dalla sorgente la concentrazione è circa 1/4 della stessa.

Quindi per quanto ampiamente descritto si può dire che il sito ha una fragilità e

vulnerabilità alle emissioni di PTS, con valore di sensibilità molto bassa e

comunque limitata alla fase di cantiere.

4.5. Rischio di incidenti relativi alle tecnologie e sostanze utilizzate

Le tecnologie e le sostanze utilizzate per la realizzazione dei manufatti sono

largamente usate nelle moderne tecniche costruttive, peraltro già sottoposte

preventivamente ad accurate analisi e successivi controlli previsti dalla nuova

legislazione in difesa dell’ambiente. Nel progetto non si è evidenziato l’utilizzo di

sostanze e tecnologie di particolare pericolosità, che non siano contemplate nelle

normative vigenti in materia di sicurezza nei cantieri mobili, quindi nella

predisposizione dei piani di sicurezza in corso d’opera, che verranno

opportunamente redatti, preliminarmente all’inizio dei lavori.

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4.6. Interferenze del progetto con altri piani

Il presente Piano di Lottizzazione viene attuato ai sensi dell’ art. 14 della L.R.

n.71/1978 e delle Norme di attuazione comunali del P.R.G. vigente per le zone

territoriali omogenee C5 (zona destinata a residenza stagionale, in cui sono

ammessi insediamenti ricettivi).

Il PdL scaturisce dal piano quadro n°21 approvato con delibera del Consiglio

Comunale nella seduta n.99/c del 09.11.2006, che divideva l’area in due ambiti:

l’ambito 2 oggetto del piano in questione e l’ambito 1, proposto dalla ditta “Mari

Immobiliare”, che ha già inoltrato all’autorità procedente il Rapporto Ambientale di

VAS.

Di conseguenza, i due piani dovranno coadiuvarsi sia a livello architettonico che

urbanistico e di urbanizzazioni primarie.

I piani sovra-ordinati sono:

il PQ n° 21 approvato al quale il piano di lottizzazione si riferisce;

il PRG del quale vengono rispettate le prescrizioni;

il PdG la cui area ricade nell’habitat n°83.11 uliveti; il valore dell’habitat è molto

basso e il grado di naturalità è riferibile ai sistemi umani tradizionali ed

aree urbanizzate;

il PAI rispetto al quale non si sono rilevate condizioni di rischio e pericolo di tipo

goemorflogico ed idraulico.

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5.0 ANALISI DEL TERRITORIO

In questo paragrafo vengono analizzate tutte le componenti ambientali

distinguendole in 1) abiotiche, 2) biotiche, 3) umane, con riferimento al loro stato di

fragilità intrinseco e di vulnerabilità potenziale.

1. componenti abiotiche: caratteristiche geomorfologiche, caratteristiche

idrogeologiche (acque superficiali e profonde), caratteristiche climatologiche,

caratteristiche dell’aria (rumori, polveri);

2. componenti biotiche: caratteristiche della flora e della fauna;

3. componenti umane: insediamenti abitativi, viabilità e paesaggio

5.1 Localizzazione rispetto le aree protette

L’area di intervento si colloca all’interno del sito ZPS ITA 030042 “Monti Peloritani,

Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina”. La zona

di protezione speciale in esame si estende su una superficie totale di ca. 28.000 ha

e interessa quasi tutto il territorio comunale di Messina, spingendosi sul versante

ionico fino a Mili Marina, risalendo in cresta all’altezza del Pizzo Bottino e

scendendo sul versante tirrenico verso Saponara, ai margini del centro abitato di

Villafranca Tirrena, fino a raggiungere la costa all’altezza della foce del torrente

Gallo. Il sito ZPS ITA 030042 a sua volta si colloca all’interno di un più vasto

programma di protezione del suolo denominato “Piano di gestione dei Monti

Peloritani” comprendente la ZPS in questione e altri 13 SIC ricadenti nella

Provincia di Messina.

Di questi, due rientrano nel comprensorio del comune di Messina,

sovrapponendosi e intersecandosi in qualche modo con la ZPS in questione:

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- ITA 030008 “Capo Peloro – Laghi di Ganzirri” comprendente i laghi costieri di

grande interresse naturalistico, oltre che paesaggistico, localizzati in prossimità di

Capo Peloro sullo Stretto di Messina, che rivestono un importanza strategica nei

flussi migratori dell’avifauna del bacino del Mediterraneo;

- ITA 030011 “Dorsale Curcuraci, Antennamare” comprendente la dorsale che

dallo Stretto di Messina si sviluppa verso sud-ovest lungo il dominio peloritano più

orientale, che nonostante i fattori di disturbo antropico conserva aspetti floristico-

vegeazionali di notevole interesse botanico e paesaggistico.

Il Piano si localizza in prossimità al sito ITA dell’area 030008, ad una distanza di

400 m circa; mentre è da escludere qualunque interferenza anche indiretta con il

sito ITA 030011.

Figura 1 – Ubicazione del sito rispetto aree SIC e ZPS

Il Piano riveste un ambito molto locale dal momento che la superficie complessiva

dell’intervento rappresenta appena lo 0,004%, rispetto all’estensione ZPS, peraltro

in una zona abbastanza marginale dello stesso. Il PdL, contemporaneamente,

dovrà essere sottoposto a valutazione d’incidenza ecologica.

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5.2 Caratteristiche geomorfologiche

Il piano di lottizzazione della Società Cooperativa Universitaria, ricade nella

Tavoletta Messina F. 254 IV SO della cartografia dell’I.G.M., in località S.Agata,

nella zona nord del comune di Messina.

L’area è facilmente raggiungibile, in quanto prospiciente sia la S.S. 113, che il viale

Papardo, che collega i due principali assi viari posti a nord della Città di Messina,

la S.S:113 e la strada panaromaica dello stretto.

Il sito insiste su un pendio poco acclive tra le quote 26 e 11.5 metri s.l.m.m., con

pendenza media del 6%; l’assetto geomorfologico è quello di un terrazzo

alluvionale, deposto dalla fiumara Papardo, in una fase precedente alla sua

evoluzione del profilo idrografico. Nella carta morfologica della Variante Generale

del Piano Regolatore (Fig. 2), l’area oggetto della lottizzazione non presenta alcun

segno di dissesto morfologico.

Mare Jonio

Figura 2 – Stralcio carta morfologica della Variante Generale del PRG di Messina

L’area interessata dalla lottizzazione si sviluppa, in sinistra idrografica del torrente

Papardo, che in quel tratto risulta coperto dall’omonimo asse viario. Inoltre è da

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notare come il reticolo idrografico è poco marcato, in considerazione della buona

permeabilità dei litotipi affioranti, ed è caratterizzato da collettori sub paralleli tra

loro e poco accentuati che corrispondono con la viabilità ordinaria, circostanza

estremamente diffusa nell’intero territorio comunale.

5.3 Caratteristiche idrografiche - idrogeologiche

Al fine di definire il quadro del territorio in esame, si sono analizzate le

caratteristiche idrogeologiche dell’intero bacino idrografico all’interno del quale

ricade l’area in questione.

Poiché la circolazione idrica, in falda ed in superficie, è condizionata dalla

distribuzione dei terreni a differente permeabilità, qui di seguito vengono

approfondite le caratteristiche di permeabilità dei litotipi affioranti. Sia i depositi

fluviali terrazzati recenti che la formazione dalle Sabbie e Ghiaie di Messina sono

terreni ad alto grado di permeabilità, per porosità primaria, con valore del

coefficiente di deflusso K compreso tra 10-2 e 10-3 m/sec.

In questo conteso idrogeologico l’area studiata è sede di un acquifero alluvionale

costiero freatico ad elevata permeabilità primaria, la cui alimentazione avviene

principalmente per immagazzinamento diretto, che defluisce verso mare con

direzione NNW-SSE. Il livello della falda acquifera è quanto più prossimo al livello

medio sul mare quanto più in adiacenza alla linea di costa; diviene più profondo

verso monte.

Il bacino idrografico ha una forma ad “imbuto” con sviluppo nord ovest -sud est ed

estensione di 3.2 Km2, un dislivello di 305 metri e pendenza dell’asta principale nel

tratto di monte pari al 10%, in quello di valle pari al 5%. Nel bacino affiorano quasi

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interamente materiali incoerenti, appartenenti alla formazione dalle Sabbie e

Ghiaie di Messina ed in minima parte ai depositi fluviali.

NORD

LEGENDA

Figura 3 – Planimetria geolitologica

5.4. Caratteristiche climatologiche

Le caratteristiche climatiche dell’area studiata non si discostano da quelle comuni

a tutta la Sicilia centro – orientale, essendo caratterizzate da un clima

mediterraneo con piogge più frequenti e concentrate nel periodo autunnale –

invernale ed escursioni termiche limitate con estati secche; come si può comunque

notare dallo studio di seguito illustrato, lo specifico settore presenta una certa

irregolarità della distribuzione delle piogge, con abbondanti precipitazioni anche nei

tardi mesi estivi.

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5.5. Pluviometria

La valutazione degli afflussi meteorici nel bacino idrografico in esame è stata

dedotta dall’esame dei dati riportati negli annali idrologici del S.I.I. per il periodo

1982 –1996, con esclusione di alcuni anni per i quali non è stato possibile reperire i

dati. Dall’esame dei dati, risulta che i valori medi annui delle precipitazioni piovose

sono compresi tra un massimo di 1.237 mm ed un minimo di 325 mm, registrati

entrambi presso la stazione dell’Istituto Geofisico.

Dall’analisi delle precipitazioni mensili, è evidente la forte diminuzione delle

precipitazioni nel corso dei mesi estivi, mentre nel contempo solo raramente si

superano i 100 mm di pioggia mensili nel periodo autunno – inverno. Confrontando

le curve delle tre stazioni, si nota come quella posta all’Osservatorio presenta dei

picchi massimi nettamente più elevati in corrispondenza dei mesi di marzo e

novembre (grafico 2).

Grafico 2 – Precipitazioni medie delle stazioni pluviometriche di Messina

5.6. Termometria

Lo studio delle condizioni termiche è stato eseguito utilizzando i dati relativi alla

medesime stazioni utilizzate per lo studio pluviometrico.

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Sulla base dei dati misurati in queste stazioni sono stati ricavati i valori di

temperatura media annua (in C°), relativamente allo stesso periodo di

osservazione.

Tra le tre stazioni analizzate risalta immediatamente come quella di Ganzirri, posta

ad 1 m s.l.m.m., presenti le temperature mediamente più elevate.

Dall’osservazione dei i valori medi mensili riportati in figura si nota come i mesi più

caldi sono quelli estivi, mentre i picchi più freddi sono registrati nei mesi di gennaio

e febbraio. Le temperature media massime superano i 30 ° C solo nel mese di

luglio, mentre le temperature medie minime scendono al di sotto dei 10° C solo nel

mese di Gennaio (grafico 3).

Grafico 3 – Temperature medie delle stazioni termometriche di Messina

Bilancio Idrologico

Per bilancio idrologico di un’area s’intende il calcolo analitico dei parametri della

seguente equazione:

P = ETR + R + IE

dove i diversi termini esprimono quantitativi d’acqua in mm rispettivamente di:

P = precipitazione

ETR = evapotraspirazione

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R = ruscellamento superficiale

IR = infiltrazione efficace

Il fine del bilancio idrologico è quello di stimare, noti i valori di precipitazione media

e temperatura media per un periodo statisticamente valido, la quantità d’acqua che

ogni anno contribuisce alla ricarica dell’acquifero presente nel comprensorio in

esame.

L’operazione consiste nella stima dei vari coefficienti dell’equazione sopra riportata

per risalire al valore di IE che esprime quantitativamente i volumi d’acqua che si

infiltrano nel sottosuolo. Per eseguire il calcolo, note le stazioni di riferimento che,

nel caso specifico coincidono sia per quanto riguarda le precipitazioni sia per le

temperature, è stato adottato il metodo dei topoieti.

Delle tre stazioni sono stati acquisiti i valori medi annuali di precipitazione e

temperatura, mentre nessuna interpolazione altimetrica si è ritenuta necessaria,

considerando l’esiguo dislivello intercorrente tra le stazioni (1 e 54 m s.l.m.m.) e

l’area interessata dalla lottizzazione (10 - 30 m s.l.m.m.).

Precipitazioni Temperature

Messina Osservatorio 764 mm/a 21° C

Messina Istituto Geofisico 607 mm/a 19° C

Ganzirri 604 mm/a 19° C

Per la stima dell’evapotraspirazione, cioè dell’acqua che viene sottratta al

ruscellamento ed all’infiltrazione per ritornare nel ciclo della pioggia, non

disponendo di osservazioni dirette, è stato necessario basarsi su un metodo

matematico. Prendendo come base i valori medi di temperatura e di precipitazione

calcolati, per anno, si è preceduto al calcolo dell’evapotraspirazione reale media

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annua applicando la formula di Turc, modificata da Santoro, per l’ambiente

siciliano:

ETR = P/√[0,9 + (P2/L2)]

dove P sono le precipitazioni medie annue, mentre L è un parametro detto “potere

evaporante dell’atmosfera” e viene calcolato con la seguente formula:

L = 586 – 10T + 0,05T3

Sostituendo i valori noti ed eseguendo il calcolo per i tre topoieti individuati risulta

quanto segue:

Messina Osservatorio ETR = 587 mm/a

Messina Istituto Geofisico ETR = 386 mm/a

Ganzirri ETR = 387 mm/a

La differenza tra gli afflussi medi annui ed i valori medi di evapotraspirazione

misurati nelle zone esaminate, fornisce il “deflusso idrico globale” che è dato da:

D = P – ETR

Il deflusso idrico globale, non è altro che la sommatoria del deflusso idrico

superficiale (ruscellamento) e di quello sotterraneo (infiltrazione efficace, quindi:

D = R + IE

Sostituendo i valori per i tre topoieti risulta:

Messina Osservatorio D1 = (764 – 587) = 177 mm/a

Messina Istituto Geofisico D2 = (607 – 386) = 221 mm/a

Ganzirri D3 = (604 – 387) = 217 mm/a

A questo punto è necessario identificare i valori che costituiscono il deflusso idrico

globale e cioè la componente superficiale del deflusso costituita dal ruscellamento

(R) e quella profonda costituita dall’infiltrazione efficace (IE).

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Per fare ciò è necessario calcolare i coefficienti di ruscellamento (Cr) che

consentono di definire la percentuale d’acqua che ruscella (R) e quindi, per

differenza, quella che si infiltra nel sottosuolo (IE).

Poiché la litologia del bacino è omogenea, viene adottato un unico coefficiente di

ruscellamento che va applicato al deflusso idrico globale;per terreni molto

permeabili Cr = 0,22 %

Poiché l’area delimitata dal bacino idrografico in studio è centrale all’interno della

zona compresa tra le stazioni considerate e visto che i valori di deflusso idrico

globale sono poco differenti, si può considerare un deflusso calcolato come media

dei deflussi misurati per ciascun topoiete e quindi un D medio pari a 205 mm/a.

Riportando il valore di deflusso medio al coefficiente Cr specifico ed alla relativa

superficie si ottiene:

R = 205* 1 * 0,22 = 45,1 mm/a

Quindi, nel bacino idrografico in esame ruscellano 45,1 mm/a.

5.7. Caratteristiche della flora e della fauna

Il lotto di terreno si sviluppa su terreno incolto, con un leggero declivio (l’altezza

varia dai 29 m ed i 52 m s.l.m.), che attualmente vestigia di un uliveto e residuali

piante di agrumi in stato di totale abbandono. Nella parte da destinarsi ad area

verde, lungo il confine con Via Consolare Pompea, sono presenti alcuni alti

esemplari di Casuarina, che verranno mantenuti, previa operazione di sfoltimento

di parte della chioma in cattivo stato di vegetazione.

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Sulla scorta di quanto assunto dal PdG e dai D.M. 17.10.07 e D.M. 22.01.09, fermo

restando le misure di mitigazione e compensazione del verde e valutato che gli

ambienti ecologici da preservare, restano all’esterno dall’area in esame.

Si ritiene che il progetto di edificazione non interferisce, né direttamente né

indirettamente, con gli habitat a maggiore interesse naturalistico o con le specie

floro-faunistiche meritevoli di conservazione e tutela, come si evince dalla

Valutazione di incidenza ecologica.

Tabella 1 - OBBIETTIVI DI PROTEZIONE E PROPRI RIFERIMENTI NORMATIVI E PROGRAMMATICI

Temi ambientalii

Quadro di riferimento normativo, programmatico e pianificatorio�

Obiettivi di sostenibilità ambientale

Fauna, flora e biodiversità

� Convenzione internazionale relativa alle Zone Umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici – Ramsar (1971) ; � Convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa (1979); � Nazioni Unite - Convenzione sulla biodiversità, Rio de Janeiro 1992; � Comunicazione Commissione Strategia comunitaria per la diversità biologica (1998); � Direttiva UE sulla conservazione degli uccelli selvatici – Dir. 79/409/EEC; � Direttiva UE sulla conservazione degli Habitat – Dir. 92/43/EC; � Comunicazione della Piano d’azione comunitario per la Biodiversità (2001); � Commissione: Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 - e oltre (2006); � Carta della Natura; � Piano Regionale Parchi e Riserve; � PIR Rete Ecologica; � Linee guida del Piano Forestale Regionale

Tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale naturale e la biodiversità

Paesaggio,patrimonio culturale, architettonico e archeologico e beni materiali�

� Convenzione europea del Paesaggio, Firenze, 2002; � Decreto Legislativo n. 42 del 22.01.2004, “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge n. 137 del 6.07.2002” (GU n. 45 del 24.02.2004 - Supplemento Ordinario n. 28), si tutela e si valorizza il “patrimonio culturale”, inteso come insieme dei beni culturali e dei beni paesaggistici; � Legge Nazionale n. 431/85, che concede alle regioni la facoltà di opzione tra la redazione di uno strumento a valenza urbanistico-territoriale e il Piano Paesistico, quest’ultimo disciplinato dall’art. 5 della LN 1497/39; � Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63 - Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; � PIR Rete Ecologica; � Linee guida del Piano Forestale Regionale; � Linee guida del Piano territoriale paesistico regionale; � Piano Regionale Parchi e Riserve.

Tutelare e valorizzare i beni e il patrimonio storico-culturale

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Suolo

� Strategia tematica per la protezione del suolo (COM/2006/231) e per l’uso sostenibile delle risorse naturali (COM/2005/670); � Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico; � Piano delle bonifiche; � Piano Regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi. � Piano Regolatore Generale Comunale�

Garantire una gestione sostenibile delle zone collinari e favorire il recupero di aree degradate�

Acqua�

� Direttiva quadro UE sulle acque - Dir. 2000/60/CE; � Piano di Tutela delle Acque in Sicilia. Pianificazione-Definizione degli scenari programma delle misure (2005); � Progetto di monitoraggio per la prima caratterizzazione dei corpi idrici superficiali della Regione Siciliana; � Progetto di monitoraggio per la prima caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei della Regione Siciliana. � Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino; � Direttiva 2006/7/CE, Gestione della qualità delle acque di balneazione (che abroga la direttiva 76/160/CEE); � COM (2005) 504, Strategia tematica per la protezione e la conservazione dell’ambiente marino;�

Conservare e/o migliorare la qualità dell’ambiente collinare perseguire la tutela sostenibile della risorsa idrica�

Aria e fattori climatici�

� Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento climatico (1994) Protocollo di Kyoto (1997); � Programma Europeo per il Cambiamento climatico (2000); � Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra (PAN) (2002); � Decreto Legislativo 7 marzo 2008, n. 51: Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, recante attuazione delle direttive 2003/87/CE e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del protocollo di Kyoto (GU n. 82 del 7-4-2008).�

Ridurre le emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera

Popolazione e salute umana

� Leggi sulla somministrazione degli alimenti; � Leggi sui controlli veterinari; � Regolamenti di polizia veterinaria; � Piano delle bonifiche; � COM (2003) 338, Strategia europea per l’ambiente e la salute; � Piano sanitario regionale 2000-2002 e Atto di indirizzo per la politica sanitaria del triennio 2007-2009 e per l’aggiornamento del piano sanitario regionale; � Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni.�

Proteggere la popolazione e il territorio dai fattori di rischio�

Energia� � COM (2007) 1, Una politica energetica per l’Europa; � Piano Energetico Ambientale Regionale Sicilia (PEARS).

Promuovere politiche energetiche sostenibili�

Rifiuti

� COM (2005) 666 , Portare avanti l’utilizzo sostenibile delle risorse-Una strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti; � Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia.�

Garantire una gestione sostenibile dei rifiuti e ridurre la loro pericolosità

Ambiente urbano

� COM/2005/0718, Strategia tematica sull’ambiente urbano; � Piano Regolatore Generale Comunale

Migliorare la qualità della vita dei cittadini

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5.8. Componenti umane

Come descritto in parte nei paragrafi che precedono, tali componenti nella

fattispecie sono connesse con le attività dei sistemi umani tradizionali e delle aree

urbanizzate, in cui è inserito il sito.

In particolare tale circostanza influisce sulla viabilità che si sviluppa sia sulla S.S.

113 che sul viale Papardo, che collega la strada statale con la strada panaromaica

dello stretto, i due principali assi viari posti a nord della Città di Messina.

Questa situazione comporta una potenziale interferenza nei flussi viari dei mezzi

pesanti che opereranno in tutte le fasi di cantiere; l’interferenza si manifesterà per

la sola durata della fase di cantiere.

Pertanto trattandosi di impatto reversibile, di breve durata e locale si può attribuire

un range di valori di vulnerabilità e fragilità bassi.

La sensibilità paesaggistica del sito è considerata “medio-bassa”, dal momento che

si tratta di una zona in parte urbanizzata, con un grado di biodiversità non

significativo (come risulta dalla VIEc); non esistono invece elementi con valenza

antropico-culturale.

Pertanto la realizzazione del progetto non provocherà ricadute rilevanti sulla

componente percettiva del paesaggio.

5.9. Misure per impedire, ridurre e compensare gli eventuali impatti significativi sull’ambiente

Componenti abiotiche: si dovranno rispettare le norme tecniche per le costruzioni

in zona sismica (D.M. 14/01/2008) e le eventuali prescrizioni per il vincolo

idrogeologico; contenere il più possibile le entità delle opere di sbancamento per

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ANALISI DEL TERRITORIO

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evitare modifiche agli strati geologici del terreno; prevedere una rete di

smaltimento delle acque meteoriche raccolte dalle superfici stradali e

impermeabilizzate, su una sede erodibile o adeguatamente protetta.

Si dovranno realizzare le pavimentazioni dei percorsi orizzontali, dei parcheggi e

degli spazi pedonali e carrabili con materiale permeabile che consenta il naturale

assorbimento delle acque bianche nel terreno sottostante; prevedere una rete

fognaria razionale ed efficiente per evitare il rischio di introduzione di inquinanti nel

sottosuolo.

Componenti biotiche:

Troveranno dimora sull’intero lotto di progetto N°202 alberi a medio-alto fusto ed

altrettanti gruppi di arbusti; considerato che N°9 alberi ad alto fusto di Casuarina,

verranno mantenuti, il totale degli alberi da impiantare è pari a 193. Inoltre si

precisa che gli esemplari di ulivo in buono stato di vegetazione, attualmente

presenti sul lotto di progetto, verranno spiantati e ricollocati nelle diverse

pertinenze.

Temporizzare gli interventi che provocano maggiore disturbo alla fauna e

soprattutto all’avifauna e che vanno limitati nella stagione primaverile e in quella

autunnale; prevedere accorgimenti per rendere visibili elevatori, cavi, gru, ai fini

della salvaguardia dell’avifauna; favorire la riproduzione dell’avifauna e, quindi, la

conservazione della specie, mediante la messa a dimora di nidi artificiali, in modo

che la distanza tra esse sia sempre superiore ad una decina di metri e l’altezza

mai inferiore a tre metri e mezzo.

Rispetto al rumore, gli interventi di mitigazione sono legati all’attività di cantiere e

prevedono l’adozione di accorgimenti tecnici adeguati (cinture ecologiche/paratie

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ANALISI DEL TERRITORIO

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fonoassorbenti), la temporizzazione degli interventi nella stagione primaverile e in

quella autunnale; impiegare macchine movimento terra ed operatrici gommate

piuttosto che cingolate, installare silenziatori sugli scarichi in particolare dei mezzi

macchinici di una certa potenza e utilizzare gruppi elettrogeni e compressori di

recente fabbricazione e insonorizzati.

Rispetto alla qualità dell’aria, ridurre le polveri sollevate in atmosfera durante le fasi

di cantiere con l’umidificazione dei cumuli di terra e delle piste di accesso;

temporanea pavimentazione delle piste e aree di cantiere più vicine ad abitazioni.

Con particolare riferimento al Piano di Gestione “Monti Peloritani”, l’area non

presenta alcuna criticità ambientale e non è soggetta a specifiche azioni delle

strategie gestionali.

Per maggiori dettagli su tutte le misure compensative si rimanda alla Valutazione di

incidenza ecologica.

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6.0 ANALISI DEI RISULTATI E CONCLUSIONI

Sulla base di quanto esposto la valutazione degli effetti che il progetto

eserciterebbe sul sito sono quantificate nella matrice degli impatti diretti (All.2).

La stessa è stata impostata considerando che il progetto per le sue finalità consta

della “fase di cantiere” e di quella di “esercizio”, ciascuna suddivisa in distinte

tipologie di intervento, descritte nel paragrafo 4.2). Inoltre si è tenuto conto che la

durata della realizzazione delle opere (fasi 1,2,3) è pari a 180 giorni, quindi gli

impatti relativi a queste attività sono di breve durata e reversibili.

Dall’analisi della matrice (All.2), considerata la tipologia degli obiettivi della

“proposta di Piano”, si evince che gli impatti significativi sono prevalentemente nulli

ed alcuni positivi. Gli impatti negativi sono concentrati nelle prime tre fasi di

cantiere, quindi di breve termine e reversibili; consistono principalmente

nell’incremento del livello sonoro e di polveri, nella produzione di nuovo traffico

veicolare di mezzi pesanti.

Le misure di mitigazione ambientale atte ad impedire, ridurre e compensare tali

impatti negativi ed assicurare l’integrazione del principio di sostenibilità ambientale

nella complessiva attuazione del Piano sono state debitamente trattate nel

paragrafo 5.9, più approfonditamente nella relazione di valutazione d’Incidenza

ecologica (VIEc).

Per tutto quanto ampiamente descritto si ritiene che la realizzazione del Piano

abbia una buona compatibilità ambientale rispetto al territorio circostante ed alle

sue funzioni sociali.

Messina, luglio 2015 dott. Geol. Antonino Gambino

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ALLEGATI

7.0 ALLEGATI

1) Corografia generale

2) Matrice degli impatti diretti

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ALLEGATO 1

Sito di progetto

Mar Tirre

no

Mare jonio

Mare tirreno

NORD

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ALLEGATO 2

Componenti ambientali

Obiettivi di protezione

ambientale

Principali Azioni del Piano

Fase di cantiere e costruzione Fase di esercizio e avvenuta urbanizzazione

1

2

3

4

5

6

7

8

9 Fauna, flora e biodiversità

Tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale naturale e la biodiversità

- - - + 0 0 0 0 0

Paesaggio,patrimonio culturale, architettonico e archeologico e beni materiali�

Tutelare e valorizzare i beni e il patrimonio storico-culturale

0 0 0 0 0 0 0 0 0

Suolo

Garantire una gestione sostenibile delle zone collinari e favorire il recupero di aree degradate

0 0 0 + 0 + 0 0 0

Acqua

Conservare e/o migliorare la qualità dell’ambiente collinare perseguire la tutela sostenibile della risorsa idrica

0 0 0 0 0 0 0 0 0

Aria e fattori climatici

Ridurre le emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera

- - - + - 0 0 0 0

Popolazione e salute umana

Proteggere la popolazione e il territorio dai fattori di rischio

0 0 0 + 0 0 0 0 0

Energia

Promuovere politiche energetiche sostenibili 0 0 0 0 0 + 0 0 0

Rifiuti

Garantire una gestione sostenibile dei rifiuti e ridurre la loro pericolosità

0 0 0 0 0 0 0 0 0

Ambiente urbano

Migliorare la qualità della vita dei cittadini - - - + 0 + 0 0 0