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Rassegna 4 gennaio

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Martedì 4 gennaio 2011 pagina 5

Il Tar ha bocciato

la delibera di Formigoni

sull’aborto

I l Tar della Lombardia ha bocciato ladelibera della Regione che rendevapiù restrittive le norme sull’abor to.

Secondo il tribunale Amministrativo sitratterebbe di una disciplina, varata nelgennaio del 2008, “illegittima” perché incontrasto con la legge nazionale 194. Aricorrere ai giudici erano stati 8 medici

sostenuti dalla Cgil Lombardia. In particolarela maggior discordanza con le norme nazionaliriguardava i tempi per ricorrereall’interruzione di gravidanza, fuori dai primi90 giorni in caso di grave pericolo per lasalute della donna, prevista in 22 settimanepiù 3 giorni invece che in 24 settimane.Previsto anche l’obbligo per il ginecologo di

avvalersi in questo caso di specialisti peraccertare i pericoli che la donna avrebbecorso. Secondo il Tar sarebbe “del tuttoillogico” permettere che in materia cosìsensibile come l’aborto, possano essercidiscipline diverse da regione a regione. Ma perFormigoni “negli ospedali lombardi resteràtutto come prima”.

FINE VITAMARINO: PD UNITOO REFERENDUM

Il senatore: “Se non votiamo compattiBersani dia voce agli iscritti”

di Caterina Perniconi

L a legge sul testamentobiologico è chiusa inun cassetto della Came-ra da mesi. Fino ad oggi

il governo non ha avuto al-cun interesse a tirarla fuori,nonostante le pressioni del-l’opposizione sulla necessi-tà di regolare il fine vita. Orail ministro del Welfare Mau-rizio Sacconi ha chiesto cheil provvedimento venga ca-lendarizzato, con l’esplicitaintenzione di unire i catto-lici della maggioranza e,quindi, dividere il Terzo Po-lo. I più a rischio sono i rap-presentanti di Futuro e liber-tà, spaccati su posizioni dif-fe re n t i .Anche nel Partito democra-tico la discussione è apertatra chi ritiene la proposta Ca-labrò inaccettabile, comeIgnazio Marino, e chi invecevuole ancora discutere conla maggioranza.Senatore Marino, se il di-segno di legge sarà di-scusso, nel Pd che succe-derà?Credo, e auspico, una posi-zione comune del partito.Quindi non ne è sicuro.Dopo l’ampio dibattito precongressuale, che ha porta-to il segretario Pier Luigi Ber-sani a esprimersi pubblica-mente due volte (Festa del-l'Unità di Torino e “Vieni viacon me”, ndr) con afferma-zioni precise in linea colpensiero che ho sempre so-stenuto, spero che il Pd ar-rivi unito a questo appunta-mento.E se non succede?Farò un gesto importante:chiederò a Bersani che su untema come questo costringai suoi parlamentari a non na-scondersi dietro un voto dicoscienza e indichi la stradada seguire. Deve avere il co-raggio di dire: “Si vota tutticosì”. Se invece questa forzanon ce l’ha deve proporrecome strada il referendumtra gli iscritti.Un metodo mai utilizza-t o.Ma lo statuto permette al se-gretario di indirlo, o al 30per cento dei componentidell’assemblea nazionale dich i e d e r l o .Quindi, se non lo faràBersani, lo chiederà lei.

Ignazio Marino (FOTO LAPRESSE)

Se il 30 per cento dell’a s s e m-blea del Pd la pensa comeme, sì. E sono pronto ad ac-cettare una sconfitta. Ma seil 98 per cento degli iscrittial partito ritiene questa pro-posta sbagliata, allora non cidev'essere alcuna defezio-ne, dato che i parlamentarisono diretta espressione de-gli elettori.É una polemica col segre-tario?

ITALIA LAICA?

Assolutamente no. Sonoconvinto che nel suo cuore enel cervello Bersani la pensicome me. Ma ha una respon-sabilità in più. Lui è il segre-tario del Pd e rappresentatutti. Deve anche spiegareche questo non è il partitodella vita e della morte. Nonstiamo discutendo di eutana-sia, verso le quale personal-mente sono contrario ancheio. Ma di libertà di scelta. Co-

me curarti non può impor-telo lo Stato. Ognuno devedeciderlo personalmentecol proprio medico.Lei si è battuto affinché ilddl venisse discusso al piùpresto dalla Camera. Oraperò c’è il rischio che sitrasformi in un’arma poli-tica.Questo è un Paese dove tuttele questioni vengono affron-tate solo sulla base di una

convenienza strumentale emai per far progredire il Pae-se. Se diventa un dibattito tratifoserie abbiamo persoun’occasione importante.L’errore è stato tenere il ddlnel cassetto per tanti mesi efarlo arrivare ora in Parla-mento in un clima da der-b y.L'articolo contestato èquello che impone l'idra-tazione e l'alimentazionedel malato.Mi fa impazzire il fatto chequesta discussione si sia tra-sformata in un dibattito sulpane e l’acqua. Non stiamoassolutamente parlando diquesto. Ma di corpi nutriticon sostanze prodotte dallecase farmaceutiche, spessoveicolate tramite l'intestino.É giusto aggiornare la legi-slazione, perché quando èstata scritta non c’erano lestrutture tecnologiche cheesistono oggi. Ognuno peròdeve avere il diritto di sce-g l i e re .Cosa farete se verrà ap-provata questa legge?Sicuramente ricorreremo al-la Corte Costituzionale e senecessario al referendum.Non teme un flop comela fecondazione assistita?Con tutto rispetto verso untema importante come la fe-condazione assistita, questaè una questione molto menomarginale, che ha toccatomoltissime famiglie in Italia.La gente ci verrà, eccome, avo t a re .Quindi secondo lei questogoverno non interpreta ilsentire comune sui temietici?Con una legge del generenon ci sarebbe alcun rispet-to nei confronti dei cittadini.Sarebbe solo una soverchie-ria della politica sulla libertàdi scelta delle persone. Chivince le elezioni non puòpensare di imporre indica-zioni sanitarie. Solo il pa-ziente può decidere di séstesso col proprio medico.Si riferisce alle imposizio-ni di Formigoni sulla leg-ge 194?Quando affronto il tema del-l'aborto mi sento davvero unpasso indietro rispetto alladonna. Non posso neancheimmaginare il dramma fisicoe psichico che deve affron-tare. Non può capirlo nean-

che Formigoni. Per fortunaci sono dei bravi medici chedecidono insieme alle pa-zienti e sostituiscono la cat-tiva politica.Quindi lei non imporreb-be scelte da politico. Mada medico?Non ci penserei neanchelontanamente. La politicanon deve avere uno scopopedagogico. Deve invecespiegare e offrire tutte lepossibilità. E così il medico.Lei potrebbe ritenere appro-priata per sé una terapia cheio non ritengo lo sia per me.Lei deve poterla accettare,io rifiutarla.Ma se una persona non ècosciente per deciderlo?É proprio questo il punto. Leindicazioni che io lascio de-vono essere rispettate. Seperdo coscienza perdo an-che i diritti e lo Stato decideper me? Questo mi sembrachiaramente inaccettabile.

A CHE PUNTO SONO LE LEGGI

L’interruzione volontariae la pillola Ru 486

LA LEGGE 194 DEL 1978 ha fissato le norme per latutela sociale della maternità e sull’interruzione digravidanza. La 194 consente alla donna di poterricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza inuna struttura pubblica nei primi 90 giorni digestazione; tra il quarto e quinto mese è possibilericorrere all’aborto solo per motivi di naturaterapeutica. Normalmente non si può interromperealcuna gravidanza dopo la 24esima settimana. Ladelibera della Giunta lombarda del 2008 prevedevache non fosse ammesso aborto dopo la 22esimasettimana e 3 giorni. Il Tar ha bocciato queste lineeguida in quanto “contravvengono alla decisione dellegislatore nazionale di non interferire in un giudizioriservato agli operatori”. Sulla pillola Ru 486, invece,la legislazione per adesso è di competenza regionale.Approvata nel 2009 dall’Agenzia italiana del farmacocon 4 voti favorevoli su 5 la pillola è in commercio inItalia da un anno. Le Regioni hanno direttive diverseper l’utilizzo. Nel Lazio sono stati decisi 3 giorni diricovero. Ma le pazienti non possono esseretrattenute contro la loro volontà.

Testamento biologicoarenato alla Camera

QUALSIASI LEGGE sul testamento biologicofinisce inevitabilmente per scontrarsi col dirittoall’autodeterminazione della persona sancito daldiritto internazionale oltre che dall’articolo 32della Costituzione. Il ddl sul fine vita propostodal relatore del Pdl in commissione Igiene esanità del Senato, Raffaele Calabrò, è fermo allaCamera dei Deputati. E a novembre unacircolare dei ministri Maroni, Fazio e Sacconi hadefinito “illegittimi” i registri comunali, istituitidallo scorso anno in settantadue città, perraccogliere le volontà dei cittadini sul fine vita,in assenza di una legge nazionale che lo regoli.Al disegno di legge mancano ancora alcunipareri e il nodo insolubile rimanel’obbligatorietà o meno dell’alimentazione eidratazione artificiale. Futuro e Libertàvorrebbe piuttosto una “soft law”, una leggemorbida che lasci al codice di deontologiamedica il compito di regolare la materia del finevita, decisa dai diretti interessati assieme aimedici e ai familiari.

Dai Dico ai DidoReNiente coppie di fatto

L’ITALIA NON HA UNA LEGISLAZIONE per leunioni civili. I primi disegni di legge furono presentatinel 1986. La prima proposta di legge (maicalendarizzata) fu presentata da Alma Cappiello,avvocato e parlamentare socialista, nel 1988. InEuropa sono molti i Paesi con leggi ad hoc per lecoppie di fatto. E anche il Parlamento Europeo hainvitato alla parificazione dei diritti di coppie gay ecoppie eterosessuali non sposate. Durante il GovernoProdi è stato discusso alla Camera dei deputati undisegno di legge presentato da Franco Grillini, cherichiamava i Pacs francesi e comprendeva le unionicivili tra coppie omosessuali, ma non è statoapprovato. Molti comuni si sono dotati nel frattempodi registrazioni anagrafiche delle convivenze asignificato simbolico. La Spezia, nel 2006, è stato ilprimo comune ad istituire registri anche per lecoppie gay. Nel 2008 i ministri Renato Brunetta eGianfranco Rotondi hanno proposto unriconoscimento sia per coppie eterosessuali che percoppie omosessuali chiamato DiDoRe. Ma laproposta non è mai stata presentata al Parlamento.

Il ruolodella politica

“Chi vincele elezioninon puòp e n s a redi imporreindicazionisanitarie

”La sceltadel paziente

“Le intenzionidevono essererispettateSe perdocoscienzaperdo anchei diritti?

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•• 8 CRONACAFIRENZE MARTEDÌ 4 GENNAIO 2011

IL PANORAMA

Nel 2008 la procura diFirenze aveva disposto ilsequestro della multisala

cinematografica e delcentro commerciale in

costruzione nell´ex areaFiat a Novoli

ILGRANDESCHERMO

Palazzo Vecchio avevamostrato interesse per la

struttura tanto che erastata ventilata l’ipotesi di

trasferirci gli ufficicomunali,

poi tramontata

IL CASO LA STRUTTURA DI VIA CAVOUR E’ DELLA REGIONE MA E’ CHIUSA

Il Teatro della Compagnia cerca futuro

Gli abitanti di Novoliattraverso una raccolta di

firme hanno fattoconoscere il loro

pensiero: chiedono che ilmultiplex parta per nonlasciare un’incompiuta

di GIOVANNI BOGANI

CASA DEL CINEMA: Odeon oTeatro della Compagnia? Anchesu questa domanda si giocheran-no le politiche culturali di Firen-ze, e della Toscana. C’è una casadel cinema che costa 235mila eu-ro all’anno di affitto – l’Odeon – euna che è già di proprietà della Re-gione Toscana. Quindi, adesso, ègratis. Ma al momento è inutiliz-zata. Il Teatro della Compagnia,in via Cavour, fu ristrutturato nel1987. Dal 1993 è diventato un ci-nema, e tale è rimasto fino al2005, gestita dal gruppo CecchiGori. Per undici anni è stato la se-

de di uno dei maggiori festival fio-rentini, France cinéma. Sono pas-sati di lì Isabelle Adjani e FannyArdant, Michel Piccoli e Ber-trand Tavernier. Andando così, amemoria. La capienza non è enor-me, ma neanche minima. E allo-ra? Al momento, l’ingresso è chiu-so. E anche un po’ sporco. Eppu-re, questo edificio è costato allaRegione Toscana tre milioni dieuro, per il suo acquisto. Si è parla-to di altri utilizzi della sala: ma si

dimentica che – così come l’Ode-on – anche il Teatro della Compa-gnia è tutelato dalle Belle arti, enon può essere toccato.

LA “CASA DEL CINEMA”,per chi non ne avesse sentito par-lare, è il nome con cui si chiama, aFirenze, il luogo nel quale acco-gliere anteprime, rassegne, incon-

tri con gli autori, festival. O filmche, altrimenti, non sarebbero vi-sti nel circuito normale. Il cinemache fa cultura, discussione, cresci-ta intellettuale, insomma. Perchéil cinema è anche questo, lo è sem-pre di più. Ci fa conoscere altrimondi, altre realtà, altri modi dipensare. Nel 2010, la “Casa del ci-nema” è stata l’Odeon. Sala bellis-sima, dalle caratteristiche architet-toniche uniche in Italia. Ma datoche la Regione ha dimezzato peril 2011 il contributo per sostenerela casa del cinema – saranno200mila euro – questi soldi nonbasteranno neanche a coprire l’af-fitto. Poi ci sono le utenze, la luce,il personale, i costi di gestione del-la sala. L’Odeon, dunque – gesti-to da Fondazione sistema toscana– deve far quadrare i conti. E perfarlo, programma film di prima vi-sione, come adesso “La bellezzadel somaro” con Castellitto. Main questo modo, fa concorrenza al-le altre sale. E anche questo poneun bel problema: le altre sale nonpossono contare su un “cuscino”di soldi pubblici. E allora? L’alter-nativa è tra spingersi verso il cine-ma che garantisce incassi, o adem-piere ad una “mission” più cultu-rale. Ma in questo caso, c’è il ri-schio che i conti non tornino. In-tanto, il rischio è che il Teatro del-la Compagnia sia un buco nero inmezzo alla città. Qual è la politicaregionale, per il 2011?

«QUEL REGOLAMENTO è il-legittimo, perché contiene dei li-miti, come quello sulle distanzeminime, non previsti dalla leggeregionale e quindi impugnabilida qualsiasi soggetto che abbia in-teresse. Il consiglio regionale èchiamato a esprimere solo un pa-rere, ma se quelle regole diventas-sero norme cogenti in Toscananon si aprirebbe nessun altro cine-ma e non si ristrutturerebbe nes-suna sala. Noi vogliamo leggi cheabbiano una valenza regionale,non che puntino a cancellare uncaso particolare». Nicola Danti,presidente della commissione cul-tura del consiglio toscano, com-menta con stizza l’ultimo episo-dio della lotta tra Pd e Idv che, sulMultiplex di Novoli, si gioca a col-pi di mano, blitz regolamentari edecisioni della giunta che sono inaperto contrasto con i voti del con-siglio. E’ tutta una questione di

chilometri: minimo 8 tra i cine-ma che hanno tra due e sette sale,2 per chi ha una sola sala. Vincolibocciati già due volte dal consi-glio regionale, sia come emenda-mento, che come ordine del gior-no dell’assessore alla cultura Cri-stina Scaletti.E’ evidente il tentativo di blocca-

re definitivamente la realizzazio-ne del multiplex di Novoli, pernodel progetto dell’ImmobiliareSandonato. E i coordinatori fio-rentini dell’Idv, Cinzia Niccolai eNicola Rotondaro, dopo aver cita-to i casi di Grosseto, Livorno eArezzo, «dove i multiplex hannofatto sparire le sale medio-piccole,guardano con forte preoccupazio-ne alla possibilità di apertura delmultiplex di Firenze, motivata dainteressi puramente immobiliaripiù che cinematografici». Per que-sto plaudono al regolamento dellagiunta toscana che ha reintrodot-to quelle distanze minime cancel-late dal consiglio. «Quel regola-mento è stato discusso anche in se-de di consultazione - aggiunge Ni-cola Danti - e se passasse sarebbeuno dei più rigidi d’Italia. Non fa-rebbe sicuramente il bene dei ci-nema in Toscana, oltre ad essereillegittimo».Mentre la giunta Rossi si prepara

a un nuovo scontro interno e a unconfronto aspro con l’Immobilia-re Novoli e la giunta comunale diFirenze, a favore del multiplex econtro il blitz della Scaletti sischiera anche il gruppo della Le-ga Nord in Regione. «Il comporta-mento della giunta Rossi è illegit-timo, oltre a essere un accanimen-to da leggere, probabilmente, inchiave anti Renzi. L’atto è illegit-timo - è la tesi del consigliere le-ghista Gian Luca Lazzeri - ancheperché introdurre tale limite ecce-de i compiti previsti dai regola-menti, in quanto solo la legge puòporre limitazioni. L’Italia dei Va-lori è contro le leggi ad personamberlusconiane, ma a sua volta pro-pone regolamenti ad personam ov-vero anti-multiplex in Toscana».Da qui l’annuncio del voto contra-rio della Lega, oltre a quello delPd e, presumbilmente, di tutte leopposizioni, al regolamentodell’assessore Scaletti.

P.D.B.

Ipotesi

1987

Il quartiere

L’inchiesta

L’ANNO IN CUI E’ STATORISTRUTTURATO L’IMMOBILE DI VIACAVOUR POI DIVENTATO CINEMA

PALAZZO Vecchio sullavicenda Multiplex gioca,per ora, una partitaattendista. L’idea dellaMultisala cinematograficanon ha mai entusiasmato ilsindaco Matteo Renzi. Luinel grande edificiod’angolo fra via di Novoli evia Forlanini avrebbevoluto spostarci tutti gliuffici comunali, l’idea peròè naufragata grazie allaferma opposizione dellaImmobiliare Novoli. E aquesto punto, piuttosto chelasciare vuoto l’enormecomplesso, Renzi si èpiegato anche all’idea dellaMultisala. Meglio cheniente.

«Illegittimi ivetiantimultiplex»Pd e Lega contro il blitz Scaletti«Le distanze minime tra multisale già respinte dal consiglio»

LO SCENARIOE’ costato tremilioni di europer il suo acquistoStop ormai da anni

GIUNTA

MultisalaPosizione attendista

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LA NAZIONE Pagina 11 – Grosseto Urbanistica. Fa ancora discutere il progetto annunciato dall’amministratore municipale «A Talamone serve un porto diverso» Cagnacci e Carbone: «Meno cemento e migliori servizi, ecco cosa ci vuole» «IL PORTO che serve a Talamone è diverso da quello che Di Vincenzo vuole realizzare». Mentre il lavoro dei tecnici incaricati per il piano regolatore dell’area è approdato a una prima ipotesi concreta, da Talamone è la voce di Antonio Cagnacci, del Pd, a sollevarsi di nuovo contro quanto il centrodestra vuole realizzare nel golfo. «Per aiutare la nostra economia — afferma il segretario del Pd talamonese — serve un progetto più piccolo, al quale possano partecipare le ditte locali e che garantisca il rispetto dell’ambiente. Talamone del resto ha bisogno di altro. La rocca cade a pezzi, le terme non si sa che fine abbiamo fatto e il paese si spopola». Sul fronte della minoranza alla voce di Cagnacci si aggiunge quella di Anna Maria Carbone (Idv). «DI VINCENZO — afferma — adesso dice di voler sostenere gli imprenditori locali. Campagna elettorale a gonfie vele. Quando queste cose le abbiamo dette noi in Consiglio provinciale scatenò la polemica accusando il presidente Marras di fare da padrino agli imprenditori locali. Tutti vogliamo la legalità, ma a questo punto dovrebbe dirci come vuole salvaguardare l’imprenditoria locale con le sue idee del porto. Come stanno davvero le cose? Questa è solo propaganda. Ci dica quali iniziative vuole prendere». Tra l’altro, secondo Cagnacci, il progetto di un nuovo porto avrebbe un altro problema. «AL MOMENTO Talamone non è un porto turistico — spiega l’esponente del Pd —, perché è regolato da un decreto regio del 1887 che lo definisce come porto commerciale di quarta classe e porto rifugio di seconda categoria. E chi può cambiare questa previsione? Ovviamente, guarda caso, il ministro dei Trasporti, cioè il sindaco di Orbetello. Se non lo farà molte cose non potranno essere fatte». «Ma si smetta di parlare di basso impatto — conclude la Carbone —, perché nel piano strutturale sono previsti 5.500 metri quadrati di alberghi e 4.500 metri quadrati di commerciale, per non parlare dei venti bilocali e di tutti i parcheggi. Il porto di Talamone deve essere ristrutturato e migliorato, ma non certo in questo modo. La nostra proposta per il porto è chiara e si tratta di riorganizzare e ristrutturare l’esistente. Mentre quello che ha in mente il centrodestra è qualcosa di profondamente diverso». CHE IL PORTO sarebbe stato uno degli argomenti più caldi del 2011 era prevedibile. Con il passo compiuto dai tecnici per la redazione del piano regolatore, del resto, la giunta ha manifestato l’intenzione di procedere con rapidità verso la realizzazione. Ma il tutto incapperà nelle elezioni di primavera.

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CORRIERE DI MAREMMA “Rispettare la libera scelta” Menghetti (Idv) sul registro dei testamenti biologici GROSSETO - Massimo Menghetti, presidente del Circolo Italia dei Valori di Grosseto, torna sulla battaglia del testamento biologico che il partito, in ambito nazionale, sta portando avanti ormai da tempo. “Concordo con quanto sostenuto dall’onorevole Fabio Evangelisti - spiega Massimo Menghetti - sulla necessità che, anche in Italia, la libera scelta del singolo individuo, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione, debba essere rispettata”. “Uno Stato laico - puntualizza Massimo Menghetti - deve saper rispettare il diritto all’autodeterminazione di ciascuno. Nel XXI secolo, in una società multiculturale, pensare a leggi di stampo fondamental-religioso appare un anacronismo. Non si può, per dirla con le lucide parole di Mina Welby, confondere ancora il peccato con il reato. Ogni cittadino, nel rispetto della Costituzione Italiana e del Trattato di Oviedo - ratificato, ma mai applicato dal nostro Paese - deve avere la possibilità e il diritto di effettuare una dichiarazione anticipata di volontà. Nel rispetto di questo diritto inalienabile, le varie amministrazioni locali dovrebbero mettere a disposizione della cittadinanza il registro dei testamenti biologici”. Il testamento biologico è un documento scritto per garantire il rispetto della propria volontà in materia di trattamento medico (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione) anche quando non si à in grado di comunicarla.

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LA NAZIONE Pagina 15 – Firenze Politica porta a porta “Un dopocena” con Idv “UN DOPOCENA da te” è la nuova iniziativa dell’Italia dei Valori. «Come partito – spiegano i consiglieri Giuliano Giannerini e Roberto Porcu – abbiamo avviato una serie di rinnovamenti, dai responsabili fino al nuovo sito www.idvcampi.it . In questo panorama si inseriscono varie iniziative una delle quali, in programma ogni lunedì, “Un dopocena da te”. Offriamo a tutti i campigiani la possibilità di confrontarsi, davanti a un caffè a casa propria, con i referenti dell’IdV campigiana». Per incontrare i rappresentanti dell’Idv: 333 2030949 o scrivere a segreteria @idvcampi.it

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LA NAZIONE Pagina 7 – Livorno Rosignano Ricevimenti al sabato nei paesi collinari ROSIGNANO — PROSEGUIRANNO anche nel 2011 i ricevimenti «itineranti» dell’assessore ai paesi collinari Luca Simoncini, nelle frazioni di Nibbiaia, Gabbro e Castelnuovo. Cambia però il giorno: per favorire i cittadini che dal lunedì al venerdì lavorano, magari anche fuori zona, Simoncini ha stabilito infatti che i ricevimenti si terranno ogni primo sabato del mese a Centri Civici di Nibbiaia dalle 14.30 alle 15.50, di Castelnuovo dalle 16 alle 17.20 e di Gabbro dalle 17.30 alle 18.50. Non è necessario l’appuntamento. Sabato prossimo, dunque, primi ricevimenti negli orari sopra indicati.

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