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Rassegna stampa 14 novembre 2013 def

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ECONOMIA E MERCATIPRIMADANOI.IT Pescara. Consumi: automobili, gioielli e abbigliamento a piccoINFORMAZIONI D’ORO 350 diamanti da 7,5 milioni di dollariLA REPUBBLICA Cambia lo shopping degli italiani: guardano le vetrine, comprano onlineIL SOLE 24 ORECORRIERE DELLA SERA Damiani, Sace e l’espansione nel Far East LA REPUBBLICA La produzione di qualità tiene a galla il settoreLA REPUBBLICA LA REPUBBLICA Export, il made in Italy luccica ma non abbaglia E Arezzo batte Vicenza

FISCOIL SOLE 24 ORE Pagamenti tracciabili in stand-byIL SOLE 24 ORE Sanzioni a partire da 3mila euro per chi viola lo stop al contantePREZIOSA

”eggel anu airasseceN“ IL SOLE 24 ORE La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare la

.àtilamron E' aumentato in Italia il volume del giro LA REPUBBLICA l'allarme di Confcommercio "A Roma un esercito di 20mila abusivi"

COMPRO OROCASERTANEWS.IT Revoca e sospensione della licenza di due "compro oro"STRISCIA LA NOTIZIA Compro Oro - Servizio del 12 NovembreMERIDIANA Da “Bolle di Sapone” al Compro Oro, banda del buco in manetteQUOTIDIANO LIBERO Roma: sventato furto all'interno di un 'Compro oro', 2 arrestiLA REPUBBLICA Compro oro

SETTORE E MODA CONFCOMMERCIO.IT A Ragusa il consiglio Direttivo FederpreziosiINFORMAZIONI D’ORO Radiomir 1940 Panerai, orologio del 2013DELUXE BLOG Diamante rosa, asta record per il Pink Star venduto a 83 milioni di dollariQUOTIDIANO NAZIONALEMaxi-diamante arancione battuto all'asta a Ginevra: record di 23,5 milioni

orue id IL GIORNALE Renzo Russo a caccia di gioielliDELUXE BLOG Gioielli Armani 2013: un regalo prezioso per Natale IL TEMPO DELUXE BLOG Presepio in corallo per il Natale di lussoINFORMAZIONI D’ORO I nuovi anelli Emotion di FabergéINFORMAZIONI D’ORO Fly by Night, tra diamanti e ametistePAMBIANCONEWS I gioielli e orologi Sicis sbarcano nel QuadrilateroL’ORAFO Morellato a Fashion Style LA REPUBBLICA Laser e polvere, ecco il gioiello “spaziale”

CRONACAIL MATTINO

sag GENOVA 24.IT Vendeva oro “in nero”, imprenditore genovese nei guai: evasione da quasi 3

orue id inoilim IL GIORNALE DI VICENZA Assalto al camion dell'argento. Sparite dieci tonnellate. Il bottino è di circa

ert milioni

14/11/2013

Rassegna in collaborazione con

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Economia e Mercati

Pescara. Consumi: automobili, gioielli e abbigliamento a piccoConfcommercio Pescara: «le famiglie non vogliono spendere meno ma hanno meno soldi» PESCARA. Da un’analisi svolta dal Centro Studi Confcommercio sulla ricchezza e sui consumi delle famiglie si conferma la drammatica situazione recessiva che ha ridotto notevolmente gli acquisti specie per alcuni comparti del commercio come abbigliamento e gioielleria.«Purtroppo», commenta il direttore della Confcommercio Pescara, Walter Recinella, «sono dati che rispecchiano fedelmente anche la situazione a livello locale in quanto dopo il picco dei consumi raggiunto nel 2007 abbiamo assistito ad una progressiva perdita di poter di acquisto da parte delle famiglie che ha avuto pesanti ripercussioni sul comparto del commercio da noi rappresentato». Un dato importante è quello relativo alla propensione al consumo delle famiglie che è passata da una media dell’80% del reddito disponibile registrata fino al 2007 a valori ben oltre il 90% negli ultimi anni; ciò vuol dire che le famiglie non risparmiano più e che il calo dei consumi è dovuto

ad una drammatica riduzione dei redditi e non ad un atteggiamento rinunciatario da parte delle famiglie stesse.Riguardo al comparto commerciale si evidenzia, come prevedibile, che in periodi di vacche magre le famiglie abbiano sacrificato le spese voluttuarie ed in tale ambito i segmenti che hanno registrato i cali più evidenti sono quelli relativi ad automobili e gioielli. In netto calo anche la spesa per abbigliamento e calzature mentre il comparto alimentare contiene il segno negativo in termini di spesa in valore assoluto e guadagna in termini di percentuale sul volume totale dei consumi. Tengono in particolare i consumi al bar tradizionale, quelli legati alla colazione, e quelli per la ristorazione di fascia medio-bassa (dai 15 ai

25 euro), segno che malgrado la crisi si tende a non rinunciare ai momenti di socialità che non comportano spese eccessive. Un dato confortante nel segmento alimentare è legato alla riscoperta dei negozi di vicinato, soprattutto per quel che riguarda frutta e verdura e salumi e latticini; una riscoperta, quella della “piccola bottega sotto casa” che si conferma da alcuni anni perché il cittadino-consumatore apprezza nuovamente il servizio e la qualità di un offerta mirata rispetto al disorientamento di offerte, spesso solo quantitative, della grande distribuzione.«In sintesi», spiega Recinella, «emerge un quadro ancora negativo a livello generale ma con alcuni spiragli di sole legati soprattutto alla volontà delle famiglie di sostenere comunque i consumi di base. In tale contesto un rilancio dei consumi può venire solo da una riduzione della pressione fiscale che dia nuovo ossigeno alle famiglie, liberando risorse per gli acquisti, ed alle imprese. La ricetta per raggiungere tale obiettivo è quella che portiamo avanti da sempre: razionalizzare la spesa a livello centrale, attraverso la soppressione degli enti inutili, la dismissione di parte del patrimonio pubblico e una lotta mirata ai grandi evasori, mentre a livello locale occorre evitare interventi pubblici inutili e costosi per utilizzare le risorse così risparmiate per la riduzione dei tributi locali che gravano su aziende e famiglie»

14/11/2013 - 10:52

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Cambia lo shopping degli italiani: guardano le vetrine, compranoonlineIn Italia, nel 2012 l'e commerce ha raggiunto un valore di 10 miliardi di euro, il 20% in più dell'anno prima. Unitaliano su quattro osserva e prova i prodotti dal vivo, ma li acquista in rete per risparmiare fino al 70%. Online cisi scambia informazioni sempre più dettagliate. Anche i consigli medici viaggiano sulla fibra: le opinioni della Retevalgono più di quelle del farmacistadi AGNESE ANANASSO

Gli italiani si sono fatti furbi, specialmente ora che il portafogli piange e ilweb offre la possibilità di risparmiare. Un italiano su quattro infattiguarda le vetrine ma poi acquista online. Dall'abbigliamento ai farmaci.Una tendenza che è stata registrata dall'osservatorio di Alkemy, unasocietà italiana specializzata nella consulenza digitale. Un mercato quellodigitale che vale in Italia dai 3 ai 4 miliardi di euro e che nel 2012 haassorbito il 16% degli investimenti: nel 2010 erano a quota 10% e sistima che nel 2015 potrebbero raddoppiare. Strategie che rincorrono lacrescita dell'e commerce, che nel nostro Paese valeva, nel 2012, 10miliardi di euro, il 20% in più rispetto al 2011.

L'e commerce punta sulla convenienza all'acquisto: online si puòrisparmiare anche il 70% sul prezzo dello scontrino "reale", ma per

ovviare al dilemma del "se non tocco non compro", specialmente su acquisti come scarpe e abbigliamento,gli italiani hanno iniziato a integrare virtuale e reale: la metà di chi viene a conoscenza di un prodottoattraverso la pubblicità tradizionale, utilizza poi Google per avere più informazioni su un determinatoprodotto. Informazioni che nel 50% dei casi possono modificare la decisione di acquisto, che nel 9% dei casisi materializza con lo shopping online. Se poi le ricerche vengono effettuate utilizzando lo smartphone(47%) nel 41% dei casi il prodotto si acquista direttamente in Rete, nel28% invece si procede all’acquistooffline.

La Rete funziona come

un Grande Fratello, che osserva le abitudini di consumo delle persone, in modo più o meno invadente, più o menoconsapevole da parte dell'utente stesso. I social network in questa dinamica acquistano un peso via via maggiore: nelnostro Paese vivono 26 milioni di iscritti a Facebook (4 a Twitter), di cui il 29% responsabili dell'acquisto di prodotti infamiglia e la metà comunque coinvolti nel momento decisionale. Un tesoretto di clienti da non lasciarsi sfuggire:perciò aziende del calibro di AT&T, Dell, Starbucks, Nike, Coca Cola, Disney stanno investendo su app, customer careche utilizzano i social network, promozioni, online, e coupon e store virtuali.

Come già detto il web non è solo una piazza virtuale per il tempo libero e gli acquisti non di prima necessità. Un terzodegli italiani lo usa sempre di più anche per trovare informazioni sulla salute: se il medico di base rimane la fonteprimaria per ottenere informazioni mediche (56%), Internet sta prendendo sempre più piede (11%), e diventa piùattendibile di parenti e amici (10%) o del farmacista (4%). Le più ricercate sono le informazioni sulle patologie (90%),sulle strutture a cui rivolgersi (59%). Si stanno facendo largo anche i servizi: il 15% prenota visite ed esami (15%), il3% acquista farmaci (3%).

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Ma l'attività più frequente è quella di scambiarsi opinioni e informazioni su patologie e farmaci. E in questo l'Americaè maestra: nel Paese delle cure fai da te, secondo l'analisi di Alkemy (su dati Forrester 2011), il 50% della vendita deifarmaci è influenzata dalle informazioni raccolte in Rete e il 7% degli acquisti avviene online. E l'accanimento pertrovare soluzioni e rimedi in Internet ai propri malanni tocca tutti i canali multimediali: secondo una ricercaeffettuata dalla Pfizer, ogni giorno sono più di 500 i gruppi che si incontrano solo per parlare di diabete; 36mila ivideo dedicati a interventi chirurgici, 170mila i pazienti iscritti a social network specializzati che parlano della lorocondizione cronica e di possibili trattamenti.

E anche in questo settore fioccano app e siti ideati per controllare i valori glicemici nel sangue o il peso soprattuttoper i diabetici oppure per aiutare i pazienti emofiliaci nella vita quotidiana. O ancora per tenere un diario dellamalattia, seguendone l'evoluzione.

Alkemy ha esaminato anche le parole più ricercate su Google: il nome dei principi attivi ha superato quello dei brande se Aspirina e Tachipirina sono ancora i termini più cliccati dell'acido acetilsalicilico e del paracetamolo, le ricerchelegate all'ibuprofene hanno superato quelle del Moment o dello Spidifen. Anche tra i mucolitici il brand prevale sulprincipio attivo: Fluimucil è ancora più ricercato dell'acetilcisteina.

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del 13 Novembre 2013

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da pag. 35

12-NOV-2013

Diffusione: 477.910

Lettori: 2.765.000

Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli

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Il settore della gioielleria italiana sta "cambiando pelle": lo conferma il dato relativo a valoreunitario delle esportazioni che nel periodo gennaio maggio 2013 ha registrato un aumento pari a+3,7%. Tale incremento appare particolarmente rilevante considerando che nei primi mesi dell'anno il prezzo della materia prima oro è diminuito di oltre il 6% rispetto all' anno precedente. L'incremento del valore unitario delle esportazioni può essere motivato dalla richiesta di prodotti digioielleria di qualità con un maggior valore intrinseco, dovuto a lavorazioni particolarmenteinnovative o di altissima manifattura.

11 novembre 2013 sez. AFFARI FINANZA

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Quotazioni giù, soffrono le banche centraliA SETTEMBRE 2011 IL PREZZO DEL METALLO GIALLO FACEVA SEGNARE IL RECORD STORICO A 1.920 DOLLARI L’ONCIA. NEL TRIMESTRE IN CORSO SCENDERÀ A 1.325 DOLLARI E NEL 2015 SCIVOLERÀ A 1.190. LA RIPRESA DEGLI USA E ALTRI FATTORI HANNO ARRESTATO LA CORSA AL BENE DI RIFUGIO Marco Frojo Milano

Poco più di due anni fa il prezzo dell’oro faceva segnare il massimo di sempre a quota 1.920 dollari l’oncia ma da quel settembre del 2011 sembra passata un’eternità. E il record di quei giorni appare molto lontano. Allora il metallo giallo era al centro dell’attenzione degli investitori, mentre oggi le sue variazioni di prezzo (che si aggira attorno ai 1.300 dollari) non fanno neanche più notizia. La ripresa economica degli Stati Uniti e i timidi segnali in arrivo dall’Europa hanno fatto scivolare in secondo piano il metallo prezioso, che rappresenta il bene rifugio per eccellenza quando le prospettive dell’economia e del sistema finanziario sono nerissime. Il quadro economico e migliorato e le sorti della quotazione dell’oro sono cambiate. Adesso che le tensioni economiche e finanziarie dei mesi passati sembrano essersi allentate, l’investimento azionario è tornato a farla da padrone e i rialzi dei listini hanno dato ragione a chi si è prontamente posizionato sull’equity. Tra l’altro la ripresa dell’economia statunitense non sta minimante dando segni di surriscaldamento dell’inflazione e l’ormai imminente operazione di Tapering, ovvero la riduzione degli acquisti di asset da parte della Federal Reserve prevista al più tardi per il marzo 2014, dovrebbe ulteriormente raffreddare i timori di un deciso aumento dei prezzi al consumo, evento contro cui l’oro rappresenta un’ottima protezione. «Nonostante ottobre non sia

stato negativo per le quotazioni del metallo giallo — spiega Tadit Kundu, analista della Icici Bank — è assai improbabile che si possa assistere a rialzi da qui alla fine dell’anno; le mosse della Fed che, pur avendo rinviato il Tapering sembra comunque intenzionata a invertire la rotta della politica monetaria, scoraggiano gli acquisti». A pesare sulle quotazioni dell’oro sono poi anche gli Etp che ne replicano la performance e che in questa fase ribassista amplificano la discesa, così come ne avevano amplificato la salita fino al 2011. Gli strumenti a gestione passiva (Etf, Etc ed Etn) sono infatti costretti a comprare materialmente l’oro quando gli investitori acquistano una quota del fondo, così come sono costretti a venderla quando avviene l’operazione opposta. Ebbene, alla fine del mese scorso gli Etp possedevano 2.034 tonnellate di oro, la quantità più bassa dal maggio 2010. A ottobre i deflussi sono stati pari a 30 tonnellate, superando così quelli di settembre. Secondo gli analisti di Barclays nel trimestre in corso le quotazioni medie del metallo prezioso dovrebbero attestarsi a 1.325 dollari l’oncia, in discesa dai 1.329 dollari del terzo. Nel 2014 dovrebbero invece posizionarsi a quota 1.310 dollari, dai 1.425 dollari di tutto il 2013, per crollare poi a 1.190 dollari nel 2015. Una sorte analoga dovrebbe toccare all’argento, il cui andamento è strettamente legato a quello del’oro. Gli specialisti della banca inglese si aspettano un calo del prezzo medio a 20 dollari l’oncia nel quarto trimestre, dai 21,4 dollari del terzo. L’attuale quotazione è di 21,6 dollari. La discesa proseguirà poi nei prossimi anni, fino a toccare 19,5 dollari nel 2014 (dai 23,7 dollari del 2013) e i 17 dollari nel 2015. A soffrire della debolezza delle quotazioni dell’oro sono soprattutto le grandi banche centrali, le cui riserve aurifere sono enormi. Di recente l’istituto centrale svizzero ha reso noto di aver perso 10,7 miliardi di franchi (8,5 miliardi di euro) nei primi nove mesi di quest’anno. Per la Banca d’Italia la perdita è stata di certo superiore, visto che ha riserve aurifere più che doppie rispetto a Berna e seconde solo a quelle degli Stati Uniti e alla Germania. L’istituto guidato da Ignazio Visco, che detiene 79 milioni di once pari a 2.400 tonnellate, è stato più volte al centro di accesi dibattiti sulla vendita o meno del suo oro per ridurre il debito pubblico o stimolare la ripresa. Ad oggi, però, diversamente da altre banche dell’Eurosistema e dalla Bce, la Banca d’Italia non ha mai venduto neanche un’oncia dal 1999, ovvero da quando vige il “Central Bank

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gold agreement”, l’accordo che regola le vendite d’oro delle banche centrali. La discesa delle quotazioni del metallo giallo ha però ridato vigore alla vendita di monete auree. Nei primi dieci mesi di quest’anno la Zecca Usa ha venduto ben 755.500 once della moneta denominata American Eagle, più di tutte le vendite effettuate nell’intero 2012. La punta massima è stata toccata in aprile, il momento in cui si è materializzato il tracollo dei futures sull’oro: i tesaurizzatori si sono assicurati monete per 209.500 once solo in quel mese. Le cifre record sulle monete, così come il balzo delle vendite di gioielli in Asia, hanno contribuito a frenare la caduta dei prezzi del metallo, ma non sono riuscite a invertirne la tendenza. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Bloomberg, nei primi nove mesi dell’anno l’import cinese di oro da Hong Kong è più che raddoppiato, fino a 826 tonnellate. Anche in India, il più grande importatore del metallo prezioso al mondo, il successo dell’oro presso i privati, che lo utilizzano per le feste religiose e come regalo per i matrimoni, non accenna a diminuire. Nel secondo trimestre del 2013 la domanda ha toccato i massimi degli ultimi dieci anni a quota 310 tonnellate, cifra che rappresenta un terzo dell’import globale ed è di gran lunga superiore rispetto a quella cinese e statunitense. A differenza degli anni Duemila, però, è assai improbabile che gli indiani vedano lievitare il valore dei loro preziosi in un futuro prossimo. LE TONNELLATE D’ORO DI BANKITALIA Banca d’Italia ha riserve aurifere per 79 milioni di once pari a 2.400 tonnellate. E soffre per la riduzione della quotazione

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Export, il made in Italy luccica ma non abbaglia E Arezzo batte VicenzaNEL SECONDO TRIMESTRE LE VENDITE ALL’ESTERO DEGLI ORAFI TOSCANI SONO CRESCIUTE DEL 15,4%, QUELLE DEI VENETI DEL 5% MENTRE LA DOMANDA MONDIALE È SALITA DEL 37%. “MANCA LA MATERIA PRIMA PERCHÉ LE BANCHE HANNO TAGLIATO IL PRESTITO D’USO” Stefania Aoi

Milano «Pur di avere i nostri gioielli gli arabi ci danno il loro oro perché venga lavorato». Andrea Bondi, presidente degli orafi di Confartigianato di Arezzo, racconta che il distretto toscano ha retto alla crisi. Negli scorsi anni sono stati fatti investimenti in innovazione, e le esportazioni sono cresciute nel secondo trimestre 2013 del 15,4 per cento in valore, nonostante il calo del prezzo della materia prima. «E potevamo fare di più — afferma il presidente — Purtroppo non riusciamo a far fronte alle richieste di tutti i clienti stranieri. Oggi vendiamo soprattutto a Russia, Turchia ed Emirati. Questi ultimi arrivano a darci il metallo visto che il nostro problema è ottenerlo dalle banche». Prima le imprese lo prendevano in prestito d’uso, creavano i gioielli e ripagavano gli istituti di credito dopo aver venduto il prodotto finito. «Da qualche anno vengono chieste garanzie che non tutti possono offrire e l’oro concesso si è ridotto dell’85 per cento». Si è chiusa in questo modo una bombola d’ossigeno importante per il comparto, che ora chiede al governo di poter accedere al fondo di garanzia delle Pmi per ricominciare a respirare. «Alcune banche — sostengono gli orafi — hanno poi portato i tassi di interesse dall’1,20 per cento di qualche anno fa, al 9 per cento e hanno chiesto il rientro di quanto concesso a diverse realtà, costringendole a chiudere». Ad Arezzo, dove si produce circa un terzo del totale dei gioielli made in Italy, dall’inizio della crisi ad oggi si sono perse oltre 200 imprese e quelle attive sono circa 1.200. Se Arezzo sorride, è l’intero settore orafo che nel secondo trimestre dell’anno vede crescere le esportazioni del 6 per cento in valore. È vero però che la domanda di oreficeria mondiale, nel frattempo è aumentata del 37 per cento secondo i dati del World Gold Council. Mentre il luccichio del gioiello made in Italy sembra che non riesca ad abbagliare come un tempo, e non come quello di altri paesi, l’India per esempio, tra i primi produttori. Dal 2000 a oggi molte imprese hanno chiuso: secondo Federorafi dalle 11mila di una decina di anni fa, oggi se ne contano 9mila, per un fatturato di circa 7 miliardi di euro, il 70 per cento realizzato all’estero. «Il mercato interno invece è morto». Va dritta al punto Licia Mattioli presidente nazionale di Federorafi. «Si vende sempre meno e chi vi riesce lo fa nelle città turistiche grazie agli stranieri». Tra i problemi principali la crisi, norme che non aiutano. «E siamo penalizzati anche nelle esportazioni per via dei dazi, in Cina pari al 25 per cento. — prosegue Mattioli — Mentre buone notizie arrivano dagli Stati Uniti dove contiamo che presto il dazio venga abbattuto ». Se i migliori risultati sull’export del trimestre sono stati segnati dal distretto aretino, questo cresce di un 5 per cento anche a Vicenza, patria del gioiello di qualità medio alta. Eppure, anche in questa parte di Veneto costellato da ville palladiane, da anni il numero di imprese orafe continua ascendere. Nel 2002 erano 1.161. Nel 2011 appena 669. «Oggi quelle ancora attive sulla carta sono poco meno di 600. —commenta Gabriella Centomo, presidente dell’Osservatorio sul distretto orafo del Centro Produttività Veneto — Ma quelle davvero “vive” sono un centinaio in meno». È calata anche la quantità di oro lavorato «420 tonnellate nel 2002, oggi appena 96». L’impennata del prezzo dell’oro negli anni scorsi, i dazi, la concorrenza, hanno colpito il distretto, descritto come realtà in declino nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio dei distretti. Non è rimasta immune Valenza Po, altro grande polo italiano del gioiello (insieme agli altri due vale circa il 70 per cento della produzione italiana). Qui siproduce gioielleria di alta gamma. Nella terra di Damiani le vendite oltre confine subiscono però una lieve flessione pari allo 0,8 per cento. E secondo un report della Federazione dei distretti italiani e Unicredit nel 2011 era popolato da circa 1.200 aziende, per lo più di piccole e medie dimensioni. Oggi a sentire gli artigiani dell’oro, sono circa 800. In altri tempi lavoravano 6mila persone, adesso circa 2mila. «Ma il distretto risulta abbastanza solido — si legge nell’indagine — grazie a un ricorso storicamente moderato al capitale di terzi e a imprese che hanno una capitalizzazione in media adeguata».

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Fiscodel 11 Novembre 2013

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del 11 Novembre 2013

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13 nov

Confcommercio contro la in prima linea: una legge”

Danni economici per le aziende, insidie per la salute: la Federazione che riunisce gioiellieri e orologiai spinge ancora una volta per una regolamentazione

la e l’abu ivi è “Legalità. Mi piace!” di Confcommercio, portata tramite presentazioni e ricerche e culminata lunedì in una giornata di mobilitazione nazionale, e la che al interno gioiellieri e orologiai i in prima linea a della campagna. L’illegalità nelle sue varie forme, in tocca in modo anche il comparto dei preziosi.

“Anche per il comparto orafo gioielliero abusivismo e illegalità sono piaghe capaci di inge risorse economiche alle aziende, il loro stesso futuro – ha spiegato Giu eppe

Aquili Pre ente di Confcommercio (nella foto a sinistra) -. E’ necessario un intervento urgente a livello vo che sia risolu vo degli aspe che favoriscono le criminali pres e al tempo stesso sia garante dei dei consumatori e della maggioranza degli operatori del che opera onestamente. Que sono gli obie lo ribadiamo nuovamente, dei disegni di legge al Sen e alla in di rifo del di oro e di

nonché di co denominazione dei materiali gemmologici. Il nostro auspicio di operatori in prima linea è che il legislatore non si lasci sfuggire questa ulteriore occasione per il se del di oro con n che risponda nsione dei feno eni di che ianamente denunciamo. Occorrono norme certe per chi opera onestamente e sanzioni per chi intende contravvenire alla legge: su i presidi in grado di gar re la trasparenza del commercio dei metalli preziosi a cominciare dai cosidde ‘compro oro’”.

La di Confcommercio per la legalità ha f emergere ai fenomeni della e , che come evidenziato dalle ricerche pubblicate riguarda sia i

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venditori sia gli Non molto erente la situazione nel orafo: l’ regionale legalità in Puglia, per esempio, ha rilevato che dove proliferano i “compro oro” i

un’impennata del 70% di fur cippi e rapine. Solamente a Bari sono oltre 50, tra piccoli laboratori e negozi in franchising, gli esercizi commerciali che acquistano metalli preziosi.

Nella di Napoli, invece, si che siano aume del 30% in due anni. Secondo i usi dalla Guardia di , i sequestri di pietre preziose nei di fal o tru a ra

e violazione delle leggi di pubblica sicurezza ammontano (per il 2011 e per i primi dieci mesi del 2012) ad oltre 2 milioni di Euro. Nono sono molto le cifre rel alla minuteria e agli

di gioielleria. E ancora: l’AIRA italiana bili -riciclaggio) segnala che dai controlli e e dalle Fiamme Gialle su 3mila negozi sono emersi 113 milioni di Euro non dichia 36.5 milioni di Euro per evasione di IVA e 31 evasori totali.

“Le problem sono varie, dunque – ha le somme, Aquilino – dalla marchiatura dei gioielli alla ‘tracciabilità’ stessa delle imprese: un che sta cominciando a farsi strada e che consente al cliente di conoscere subito il valore base del che acquista”. L’illegalità non colpisce soltanto l’aspe economico, ma nasconde anche alla e.

Una campagna contro l'abusivismo lanciata dall'Associazione sarda in collaborazione con Federpreziosi

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Non i paesi condividono nor ve a tutela del consumatore contro la presenza di metalli to ici, come invece ha l’Europa: acquistando quindi un prodo o realizzato al di fuori della Comunità Europea ed importato irregolarmente o gravi sono i possibili rischi per la salute. La p n in ecce o di per può procurare da e ma anche materiali gemmologici che potrebbero a danno per la . Di qui le pressioni da parte della categoria per il potenziamento delle azioni di sorveglianza, non solo sul mercato ma a livello doganale, per la corre a apposizione dei marchi e delle leggi che disciplinano il s ore.

Il fenomeno si presenta così con numerose sfumature: dalle che non r la proprietà e no alle vere e proprie ioni per le vendite on line n controllo. “Siamo

ormai da anni presen su i a livello nazionale ed europeo – ha precisato il presidente di Federpreziosi – e ci auguriamo che l’impegno realmente corale di gli i della liera orafa consenta di e in tempi brevi gli

Un'altra immagine realizzata dall'Associazione o e orologiai di Savona per contrastare il fenomeno dell'abusivismo

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Allarme Confcommercio: "L'acquisto illegale può diventare la normalità"

11/11/2013

La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare lanormalità. E' aumentato in Italia il volume del giro d'affari...

La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare la normalità. E' aumentato in Italia il volume delgiro d'affari dei prodotti contraffatti, sebbene i consumatori siano coscienti del rischio". A parlare così Carlo Sangalli,durante la giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata dalla Confcommercio. Si tratta di un dannoenorme per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità,Allarme Confcommercio: "L'acquisto illegale può diventare la normalità" e per il consumatore. Ma anche perla società, l'illegalità è un prezzo alto da pagare: i circuiti illegali, spesso, si avvalgono dello sfruttamento di soggettideboli. Sono i prodotti di pelletteria, gli alimentari, l'elettronica ai primi posti nella graduatoria degli acquistipreferiti. una novità è rappresentata dall'acquisto di biglietti di vario genere, piratati, in rete. Spiccano, nel panieredell'illegalità, i prodotti d'abbigliamento, con un giro d'affari che copre circa il 41 per cento del fatturato totale. Il50% dei consumatori dice di comprare illegalmente per motivi economici, concordando con quanto dichiarato dal66% degli imprenditori. Sul fronte delle aziende quattro imprese su cinque si ritengono danneggiate dai meccanismicommerciali fuori dalle regole, fenomeni che risultano più accentuate nel Centro e sud Italia. Per fronteggiare questaderiva il ministro degli interni Angelino Alfano ha voluto ribadire l'importanza di un intervento congiunto conl'Unione Europea per la tutela del made in italy. Rivolgendosi al ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonatogli ha annunciato la nascita di una task force per affrontare il problema.

Leonardo Rossi

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Contraffazione, l'allarme di Confcommercio"A Roma un esercito di 20mila abusivi"

Blitz contro i venditori abusivi a Castel Sant'Angelo a Roma (lapresse)

Per il presidente Roscioli, nella capitale, "è un virus diffuso: ce n'è uno illegale per ogni 3 imprese inregola". Colpite tutte le categorie merceologiche. Il fenomeno è in crescita soprattutto nel centro storicoma anche negli spazi delle metropolitane. Per il 17% degli imprenditori romani è la terza causa della crisi."Creare una struttura interforze"

"L'illegalità a Roma ha tante facce e tanti volti, ormai è un virus diffuso, insidioso e altamente distruttivoche colpisce tutti i settori, solo pochi ne sono immuni. Basandoci su alcune stime si può ipotizzareverosimilmente che nella capitale ci sia 1 abusivo ogni 3 imprese regolari attive nel commercio di vicinato esu aree pubbliche: un vero e proprio esercito che va dai 20 mila ai 23 mila soggetti". L'allarme è statolanciato dal presidente della Confcommercio Giuseppe Roscioli nel suo intervento all'incontro 'Legalità mipiace'. Dall'indagine di Confcommercio su dati Istat, Censis e Format Research, emerge tra abusivismocommerciale e contraffazione il commercio al dettaglio e la ristorazione si vedono sottrarrecomplessivamente 17,2 miliardi all'anno di fatturato. Inoltre in termini di valore aggiunto le imprese delcommercio stimano una perdita di 3,8 miliardi e in termini di imposte dirette e contributi mancati di 1,5miliardi. "Siamo in una situazione di allarme rosso, stop a ogni forma di illegalità", ha aggiunto il presidentedi Confcommercio Carlo Sangalli. E il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha aproposto una task forcepermanente Viminale rappresentanti del mondo del commercio e delle forze dell'ordine e ha annunciato abreve la convocazione di un comitato nazionale per l'ordine pubblico e la sicurezza allargato a Regioni eComuni: "Il governo non farà sconti a nessuno, siamo per la tolleranza zero nei confronti di chi faràconcorrenza illegale e sleale a danno dei nostri commercianti per bene", ha detto Alfano, mentre ilprefetto Giuseppe Pecoraro ha precisato che "ci sarà un tavolo in prefettura per le iniziative dicoordinamento, oltre alla cabina di regia della Guardia di finanza per le attività operativa".

Roscioli è poi entrato nel dettaglio. "E' sotto gli occhi di tutti che l'abusivismo commerciale e lacontraffazione riguardano tutte le categorie merceologiche, in modo trasversale: dalle borse allapelletteria, dagli occhiali ai prodotti audio video e musicali, dalla biancheria all'abbigliamento falsamentegriffato, fino ai prodotti alimentari, ortofrutticoli e ai fiori". I prodotti più smerciati abusivamente sonoquelli "la cui resa economica è maggiore e che danno accesso quindi a maggiori margini di ricavo".

Secondo le elaborazioni effettuate da Confcommercio nel mese di marzo sulla base di segnalazioniricevute, risulta che la contraffazione nel settore della pelletteria "è in costante crescita: dal 44% dellesegnalazioni ricevute nel 2000 si passa all'85% del 2013. Lo stesso vale per gli articoli audio musicali e pergli oggetti di antiquariato. Sono in calo ma pur sempre con quote rispettabili l'utensileria, e gli articoli perla casa, l'oggettistica e la bigiotteria. Per la merceologia di fiori e piante va segnalato che oltre ai

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tradizionali carrettini e chioschi abusivi, appare in forte aumento la vendita abusiva in locali di ristoro esvago".

L'abusivismo a Roma. Il fenomeno che "non accenna a diminuire" quello della contraffazione a Roma, hadetto ancora Roscioli: "E' in crescita soprattutto nel Centro storico, nei quartieri semicentrali, nelle areemercatali, nei quartieri periferici, nelle università e negli spazi delle metropolitane". Anzi, secondo i datidella Confcommercio riguardanti il 2013, sia relativamente alla diffusione che alla vendita del contraffatto,sono in continua crescita, "come in crescita è il numero degli imprenditori romani (+17%) che vedono nellacontraffazione la terza causa, dopo la pressione fiscale e le lungaggini burocratiche, della crisi della propriaattività ha aggiunto Roscioli L'illegalità interferisce pesantemente con l'attività di migliaia d'imprese, lacui unica risorsa è la redditività dell'impresa stessa. Secondo l'Osservatorio del commercio, a Romarisultano presenti 52.218 esercizi commerciali al dettaglio (42.474 in sede fissa; 9.744 a posteggio mobile)".Infine, ha concluso, "va segnalato che rispetto al 2010 anche a Roma così come nel resto d'Italia, èaumentato l'acquisto di prodotti parafarmaceutici e di farmaci (rispettivamente +30% e +20%) di dubbiaprovenienza, con tutti i rischi inevitabili sotto il profilo della sicurezza".

Una piaga quella della contraffazione e della vendita illegale che non accenna a diminuire, quindi. "Ilfenomeno è in crescita soprattutto nel centro storico, nei quartieri semicentrali, nelle aree mercatali, neiquartieri periferici, nelle Università e negli spazi delle metropolitane", secondo Roscioli che ha spiegato:"Risulta che da gennaio ad oggi 1 romano su 3 ha comprato almeno un prodotto contraffatto. Analogopercentuale è stata riscontrata a livello regionale. I prodotti e gli articoli contraffatti che i clienti compranocon maggiore frequenza appartengono in primo luogo al settore dell'abbigliamento e delle calzature(45,5%), seguono gli accessori come borse, cinte, guanti e cappelli (39%), e la bigiotteria come collane,bracciali orecchini (21%). Ma ad essere coinvolti sono anche settori come quello dei giocattoli (17%), dellacosmesi o della profumeria (15%) che, esonerati da ogni controllo sanitario, possono avere effetti nociviimportanti per la salute dei consumatori". "Va segnalato che rispetto al 2010 (fonte: indagineConfcommercio Format Research, ndr) anche a Roma così come nel resto d'Italia precisa , è aumentatol'acquisto di prodotti parafarmaceutici e di farmaci (rispettivamente +30% e +20%) di dubbia provenienza –aggiunge , con tutti i rischi inevitabili sotto il profilo della sicurezza".

Le azioni di repressione. Per Roscioli, "fino a oggi non sono state perseguite in misura costante nel tempoe ci si è resi conto che così come sono state articolate non sono state sufficienti a scardinare un fenomenoche per l'estensione e la profondità delle sue conseguenze nefaste sull'intero tessuto economico sano dellanostra città e del nostro Paese, ha raggiunto livelli allarmanti. Quello che finora è sembrato mancare hacontinuato nell'approccio con questo fenomeno, è una visione di insieme, una concertazione sullepolitiche di prevenzione, una consapevolezza del rischio che corre l'economia delle imprese, unaconoscenza aggiornata del fenomeno, una mancanza di volontà politica".

Qualche dato. "Nel 2012 sono stati elevati dalla polizia municipale 6.107 verbali per mancanza dilicenze/autorizzazioni. Nelle sole aree pubbliche e mercatali sono stati effettuati 18.800 sequestriamministrativi e 2.082 sequestri penali. In totale sono stati sequestrati 1.180.820 pezzi, tra i quali 263.250orologi e gioielli e 144.808 indumenti. Nei primi 6 mesi del 2013 sono stati elevati 4.710 verbali permancanza di licenze/autorizzazioni. Nelle sole aree pubbliche e mercatali sono stati effettuati 13.174sequestri amministrativi e 1.165 sequestri penali. In totale sono stati sequestrati 610.304 pezzi, tra i quali103.588 orologi e gioielli e 51.153 indumenti. Si noti che dei sequestri effettuati dalla Gdf nel solo 2013, il47.7% rientra nel settore moda (abbigliamento/accessori). Per questo ringraziamo e diamo atto allaGuardia di Finanza, ai carabinieri e alla polizia municipale locale del lavoro svolto in questi mesi che havisto un aumento delle azioni di sequestro di articoli venduti illegalmente ed un'attenzione particolarenell'individuazione dei centri di produzione e distribuzione della merce contraffatta".Le proposte contro abusivismo. Dalla creazione di una struttura interforze permanente tra le forzedell'ordine che "eserciti un presidio costante del territorio" alla possibilità degli imprenditori di costituirsiparte civile nei processi legati alla contraffazione, fino alla costituzione di un fronte interassociativo. Sono

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le proposte contro l'abusivismo e la contraffazione commerciale presentate oggi dal presidente diConfcommercio Roma, Giuseppe Roscioli. La struttura interforze secondo Roscioli dovrebbe "esercitare unpresidio del territorio non solo in corrispondenza dei periodi più critici come Natale e le altre festività".

Per quanto riguarda la partecipazione nei processi degli imprenditori, secondo Roscioli questi devonoavere la possibilità di far valere anche pretese risarcitorie", mentre il fronte comune interassociativo, le cuiorganizzazioni promotrici sono l'Upvad e Federmoda Roma, dovra' avere il compito di "contrastare ilfenomeno della contraffazione e inibire le forme di vendita itinerante, fonte di degrado e abusivismo, intutto il territorio del Comune di Roma". E ancora, "contrastare con maggiore determinazione le attivitàcommerciali sprovviste di autorizzazione, in qualsiasi forma esercitate", ma anche "migliorare il decorourbano di Roma con progetti dedicati ad armonizzare esteticamente le strutture di vendita su areepubbliche con quelle in sede fissa" e "contrastare la concessione di autorizzazioni (da parte dei Municipi odel Comune di Roma) a favore dei mercatini periodici o 'spot'" e "limitare, ove possibile, in caso diautorizzazioni alla vendita su aree pubbliche gia' concesse, la riduzione di visibilita' degli esercizicommerciali in sede fissa di maggior prestigio o di elevato valore storico/commerciale mediantel'emanazione di normative mirate alla salvaguardia del decoro urbano".

Poi un appello a tutte le istituzioni "a nome delle migliaia di imprese che Confcommercio Romarappresenta perché vi sia sempre di più un'azione di coordinamento per contrastare ogni forma di illegalitàa danno dei nostri settori. Il controllo del territorio èfondamentale, ma non basta se non si smantellano i centri di produzione clandestina, se non si interrompela filiera dell'illecito e se non si pone mano a interventi di prevenzione ha concluso Roscioli In gioco c'è ilfuturo non solo di migliaia di aziende, ma dell'economia della nostra regione e di Roma, vetrina del Paese,nel bene e nel male. Ecco, vorremmo che dalla nostra città potesse partire un segnale chiaro e forte dicambiamento per noi e per i nostri figli".

(11 novembre 2013)

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Compro Oro

Giovedì 14 Novembre 2013

CRONACA | CasertaI militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caserta hanno notificato un

provvedimento di revoca ed uno di sospensione per giorni sette della licenza di polizia nei confronti dialtrettanti proprietari di esercizi per il commercio al dettaglio di oggetti preziosi. I provvedimenti venivanorichiesti dai citati Carabinieri in data 28 e 29 agosto 2013 a seguito delle gravi violazioni amministrativeriscontrate all'atto del controllo esperito presso i due "compro oro", ubicati rispettivamente in Caserta edin Caiazzo (CE).

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http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?18434

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Posted by Domenico Lista on 12 novembre 2013

(MeridianaNotizie) Roma, 12 novembre 2013 – Arrestati due romeni di 25 e 40 anni, conprecedenti, mentre cercavano di introdursi in un negozio di Compro Oro in Viale Alessandrino. E’accaduto intorno alle 3 della scorsa notte quando gli agenti della polizia del CommissariatoTorpignattara sono stati avvisati di movimenti strani vicino al negozio.

Il successivo controllo ha permesso di verificare che gli uomini erano entrati nel negozio adiacente,“Bolle di Sapone”, grazie ad una finestra apertanonostante avesse la tapparella chiusa. I dueavevano già praticato un foro che dal negozio didetersivi comunicava direttamente con il bagno delCompro Oro. Gli agenti hanno arrestato i due romeniper tentato furto aggravato in concorso esequestrato due zaini contenenti vari arnesi per loscasso, tra cui piedi di porco, cacciaviti ed un frullino.

Serena Ingrati

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12/11/2013

Roma, 12 nov. (Adnkronos) Gli agenti del reparto volanti e del Commissariato Torpignattara dopo averricevuto la segnalazione di rumori sospetti in viale Alessandrino all'interno di un negozio di "Compro Oro",si sono immediatamente recati sul posto. Circondato l'edificio, i poliziotti hanno bloccato ogni possibile viadi fuga. Un controllo ha permesso di verificare che, l'adiacente negozio "Bolle di Sapone" presentava unadelle finestre aperte malgrado avesse la tapparella chiusa.

Illuminato l'interno del locale, gli agenti hanno intravisto la figura di un uomo con giacca e guanti neri.Aperto il negozio adiacente al "Compro Oro", gli agenti hanno "pizzicato" due uomini seduti a terraidentificati per A.B.M. e G.M., entrambi romeni rispettivamente di 25 e 40 anni, con a carico variprecedenti di Polizia. Accanto a loro sono stati sequestrati due zaini contenenti vari arnesi per lo scasso, tracui piedi di porco, cacciaviti ed un frullino.

Successivamente si è potuto accertare che i due avevano già praticato un foro che dal negozio adiacentecomunicava direttamente con il bagno del "Compro Oro". Accompagnati entrambi presso il CommissariatoPrenestino, sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso.

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del 8 Novembre 2013

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Settore e Moda

A Ragusa il consiglio Direttivo FederpreziosiDopo Arezzo, Castellamare di Stabia, Bari, Bologna, Genova, Milano eRoma, quest'anno l'appuntamento si è tenuto il 10 novembre nelcapoluogo ibleo. Aquilino: "occorrono seri interventi strutturali perridare slancio al comparto"

"La riunione a Ragusa del direttivo nazionale di Federpreziosi ha rappresentato, per il nostro territorio, unaoccasione di grande visibilità. Gli operatori che rappresentano tutte le regioni d'Italia hanno avuto modo diconoscere da vicino la nostra realtà, a cominciare dal presidente nazionale Pino Aquilino". Parola di EnzoBuscemi, presidente dell'associazione provinciale gioiellieri aderente a Confcommercio e consiglierenazionale, oltre che coordinatore delle commissioni consiliari della Federazione, dopo la giornata di lavorosvoltasi nel capoluogo ibleo. "Una giornata di lavoro molto proficua – afferma Buscemi – che ci ha vistoimpegnati per l'intero pomeriggio ad affrontare tutta una serie di questioni che, per quanti operano nelsettore, sono di fondamentale importanza e, soprattutto, devono fornirci il la" in vista delle strategieoperative future". A portare i saluti di Confcommercio provinciale Ragusa il presidente Sergio Magro, ilquale ha voluto sottolineare la valenza di un incontro del genere grazie al quale "ancora una volta la nostraassociazione di categoria riesce ad emergere con i propri quadri dirigenziali nel contesto nazionale. Per noi– ha aggiunto Magro – è motivo di estrema soddisfazione essere riusciti ad ospitare una riunione deldirettivo nazionale di Federpreziosi. Significa che tutti guardano al nostro territorio con estremointeresse". Per il presidente nazionale di Federpreziosi, Pino Aquilino, "non si è trattato solo del momentoufficiale per la valutazione del lavoro fatto, la programmazione delle iniziative da intraprendere, l'analisidella situazione del mercato, ma anche per un sano e aperto confronto di esperienze tra colleghideterminati a dare nuovo slancio al comparto che in un momento in cui le difficoltà, anche per quantoriguarda le vendite, si sono particolarmente acuite deve avere come priorità seri interventi strutturali".Particolarmente attenta è stata l'analisi delle proposte legislative all'esame dei due rami del Parlamento egli eventuali emendamenti tesi ad evitare ricadute negative sul comparto. La generale convinzione che unamaggiore trasparenza del mercato e del ruolo degli operatori sia una delle leve indispensabili per il rilanciosi è confermata nell'assenso unanime alla proposta del presidente Aquilino di richiedere l'adesione all'UNI,dalla quale le organizzazioni potranno certamente trarre concreti benefici. Un'ulteriore riprova si è avutanell'attenzione con cui il Direttivo si è soffermato sulla giornata organizzata per il giorno successivo dalsistema confederale sul tema della legalità e sulle proposte per contrastare abusivismo commerciale econtraffazione, che persistono a dispetto di ogni normativa. "Vere e proprie piaghe", ha ribadito il direttoredi Federpreziosi Steven Tranquilli, "alle quali si aggiungono le attività illecite che si celano dietro l'insegnadi attività di alcuni compro oro: anche questo è un fenomeno che non accenna a diminuire, malgrado leazioni di contrasto delle Forze dell'Ordine e, in particolare, della Guardia di Finanza. Le conseguenze nonsolo incidono sul tessuto economico del nostro comparto – e di tutte le attività commerciali in generalema possono avere implicazioni negative e pericoli anche dal punto di vista della salute".

07 novembre 2013

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Radiomir 1940 Panerai, orologio del 2013 Giovedì 14 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo

Lo scorso 25 ottobre a Ginevra la nota maison Officine Panerai ha ottenutoun prestigioso riconoscimento che vede la conquista di un posto sul podioda parte di uno dei suoi straordinari segnatempo.

L’orologio prende il nome di Radiomir 1940 e si è aggiudicato il terzo posto per il Premio “Montre de l’année 2013”, ponendo ancora volta i riflettorisugli alti standard della manifattura italiana.

Radiomir 1940 è stato premiato per l’eccellenza tecnica e la ricercatezza estetica rapportate al range di prezzo, scelto tra quaranta prestigiosi orologigià precedentemente selezionati.

Esso racconta la storia del brand Officine Panerai ispirandosi ad unmomento significativo che vide la trasformazione della cassa da Radiomir aLuminor 1950.

La prima cassa è stata rilanciata dalla maison nel 2012 ed oggi rappresenta la sintesi perfetta tra storia ed innovazione, linearità ed avanguardia, raffinatezza e alta orologeria.

L’Altipiano Date by Piaget si è aggiudicato il posto più alto sul podio come Watch of the Year 2013possedendo qualità definite “impeccabili e perfette” mentre il più apprezzato orologio femminile è statol’Arceau Petite Lune by Hermès. Il secondo posto è stato assegnato all’orologio Pyramid by Arnold & Son,giudicato come il più elegante e creativo tra i segnatempo di fascia alta.

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Diamante rosa, asta record per il Pink Star venduto a 83 milioni di dollariScritto da: Rosario Scelsi - giovedì 14 novembre 2013

E’ stato venduto a prezzo record il Pink Star, un diamante rosa da 59.60 carati, che Sotheby’s ha piazzato nelle scorse ore in un’asta a Ginevra.

Il Pink Star ha scatenato una competizione a suon di rilanci nell’asta indetta da Sotheby’s a Ginevra, dove questo spettacolare diamante rosa ha suscitato un forte interesse in sala e per telefono, portando al prezzo record di 83 milioni di dollari.

Ignoto il nome dell’acquirente, che si è avvalso di un emissario. In casi del genere, infatti, la riservatezza è importante, per questo si cerca di aggirare le luci dei riflettori, per

evidenti ragioni. Una cosa è certa: a Elizabeth Taylor questo capolavoro della natura sarebbe piaciuto tantissimo. Le celebre diva era una competente collezionista di pietre preziose, anche se non splendide come il Pink Star, che ha segnato il primato per una gemma di questo tipo.

Il lotto è stato battuto nel corso di una sessione dedicata ai Magnificent Jewels. Ovvio il suo ruolo di grande protagonista, perché mai prima d’oggi era stato proposto sul mercato un diamante più prezioso di questo. Facile immaginare l’interesse di sultani, sceicchi e paperoni dei paesi emergenti per tale sublime capolavoro, di immensa rarità. Gli indizi sull’acquirente portano verso i paesi dell’est.

Il Pink Star, con la sua eccezionale ricchezza di colore e le sue dimensioni, offre caratteristiche che superano quelle di qualsiasi altro diamante rosa proveniente da collezioni reali, statali o private. Si tratta di uno dei più grandi tesori naturali della terra e questo è bastato a scatenare l’interesse di molti, con un’accesa lotta a suon di rilanci.

Scoperto in Botswana, il diamante grezzo di 132.5 carati è stato tagliato e pulito con estrema curada Steinmetz Diamonds, che ha impiegato oltre due anni per trasformarlo in questa gemma straordinaria.

Se il colpo d’occhio è esaltante, i dati tecnici e un’analisi più approfondita rendono ancora più esaltante l’esperienza conoscitiva. The Pink Star è stato inserito tra i diamanti rosa con i più alti gradi di colore e purezza al mondo, ed è stato incluso in una famiglia che comprende meno del 2%

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di tutti i diamanti. L’autore dell’acquisto si è assicurato un pezzo unico, un vero tesoro della natura. Questo spiega il prezzo proibitivo.

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Maxi-diamante arancione battuto all'asta a Ginevra: record di 23,5 milioni di euroLa rarissima pietra preziosa da 15 carati, che era stata trovata in Sudafrica, venduta a un uomo, di cui non é stata resa nota l’identità, che era presente nella sala di un hotel di Ginevra

http://multimedia.quotidiano.net/video/esteri/all-asta-a-ginevra-a-novembre-il-diamante-arancione-piu-grande-del-mondo-qn-51330

Il diamante dei record all'asta

Ginevra, 13 novembre 2013 - E' stato battuto all’asta per la cifra record di 23,57 milioni di euro il diamante arancione più grande del mondo. La rarissima pietra preziosa da oltre 15 carati, che era stata trovata in Sudafrica, é stata venduta a un uomo di cui non é stata resa nota l’identità che era presente nella sala di un hotel di Ginevra in cui si é svolta l’asta organizzata da Christiés.

Il prezzo rappresenta un record per un diamante arancione ed é anche un nuovo primato in rapporto ai carati per un diamante colorato. Alla vigilia si prevedeva che potesse essere venduto al massimo per 20 milioni di euro.

I diamanti arancioni puri, conosciuti anche come “diamanti di fuoco”, sono rarissimi e poco venduti. La particolare colorazione é data dagli atomi d’azoto compressi nella pietra.I diamanti arancioni, inoltre, generalmente non superano i 4 o 5 carati e questo rende ancora più speciale la pietra venduta a Ginevra, tre volte più grande e più pura.

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da pag. 23

13-NOV-2013

Diffusione: 150.760

Lettori: 621.000

Dir. Resp.: Alessandro Sallusti

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Gioielli Armani 2013: un regalo prezioso per NataleScritto da: Miriam Leto - martedì 12 novembre 2013

I più sfavillanti gioielli Armani da regalare o farsi regalare a Natale 2013. Ecco gli ultimissimi modelli griffati della maison italiana.

Arrivano in tutte le più rinomate gioiellerie e in selezionate boutique le ultimissime creazioni di maison Armani: i preziosi gioielli da regalare, o da farsi regalare per questo Natale quasi alle porte. La nuova collezione di gioielli Emporio Armani è come sempre tra le più glamour ed esclusive. Tra le novità più chic e sfavillanti, sia per lei che per lui, ecco i nuovi modelli dal design moderno e di carattere, dove gli elementi classici si alternano alle linee pulite e minimal e alle texture geometriche.

Giochi di accostamenti delicati e romantici di materiali e colori per i nuovi gioielli Armani 2013 dedicati alle donne dal look contemporaneo e metropolitano. I preziosi dall’allure decisamente chic si caratterizzano quest’anno per i materiali, come ad esempio l’acciaio con placcatura rose gold e marrone,

che si contrappone a cristalli chiari e serafici.

Mentre per i gioielli Armani uomo, la grinta è la parola d’ordine. Un’estetica decisa e attuale che accosta l’uso dell’acciaio liscio ad una texture mesh. Perfetti per un uomo dai gusti dinamici, che non ha paura ad osare anche outfit urbani più esuberanti, ma anche per tutti quelli che ad uno stile tradizionale vogliono alternare creazioni d’allure più carismatica. I dettagli, come sappiamo bene, contano molto. Ecco allora che il cadeau perfetto per lui potrebbero diventare i gemelli Armani, il particolare in più per rendere unico lo stile. I prezzi dei gioielli Emporio Armani partono dai 160 euro circa a salire.

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da pag. 21

12-NOV-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Gian Marco Chiocci

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Martedì 12 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo

Vitalità e seduzione: sono queste le parole chiavedella , arricchita dinuove splendide creazioni.

I , infatti, sono un inno allavita e seducono prepotentemente chi li indossa e chiha anche solo il piacere di contemplarne la bellezza.

esplodonoall’unisono in stupendi che coniugano un design versatile caratterizzato da una forma a fascia e unospiccato senso dell’artigianalità che vede una di ciascuna delle pietrepreziose.

La collezione comprende nel suo genere, tutti caratterizzati da poetichecomposizioni di pavè in piccoli o grandi blocchi brillanti e colorati.

Tutti i pezzi esprimono una certa forza emotiva che ogni donna potrà indossare con eleganza, adattare alproprio mood e sfoggiare accanto ad un long dress, proprio come illustra la nuovaThe Art of Colour dedicata alla storica maison Fabergé.

I magnifici anelli si ispirano al movimento artistico fauve e si compongono di rubini tondi, tsavoriti,smeraldi, diamanti bianchi, arancio, rosa e zaffiri blu incastonati in un cerchio in .

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martedì, 12 novembre 2013

Parure Nuvola designed by Roger Thomas for Sicis Jewels

È il Quadrilatero del lusso milanese la location scelta da per la prima boutique italiana dedicataesclusivamente ai gioielli e agli orologi e . Lo spazio, la cui apertura è prevista pergli inizi del 2014, è situato in via della Spiga 9.

Al suo interno troveranno spazio le collezioni di alta gioielleria Sicis Jewels e i segnatempo Sicis O’Clock,realizzate in oro, diamanti, pietre preziose, micro e nano mosaico, secondo un’antica arte ripresa ereinterpretata in chiave contemporanea dall’azienda nei suoi atelier a Ravenna. I gioielli e gli orologi Siciscontano già due punti vendita a Parigi e a Istanbul, quest’ultimo di recente inaugurazione.

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11/11/2013By orafoitaliano

Morellato va in TV: a partire da oggi, in prima serata su La5, i gioielli e gliorologi delle nuove collezioni (nella foto: orecchini Ducale) saranno tra iprotagonisti del nuovo talent show Fashion Style, che vedrà in lizzastilisti, modelle, hair stylist e make up artist, tutti col sogno di affermarsinel mondo della moda. A ogni puntata i concorrenti verranno sottopostia varie prove e dovranno creare il look più adatto al tema proposto: glioutfit realizzati saranno appunto impreziositi dalle creazioni Morellato.La trasmissione srà condotta in studio da Chiara Francini, mentre la giuriasarà composta da Alessia Marcuzzi e Silvia Toffanin. Alla squadravincente andrà un gioiello Morellato appositamente creato, mentre ilbest designer potrà collaborare all’interno dell’Ufficio Stile del gruppo.

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Laser e polvere, ecco il gioiello “spaziale”DA ESPLORAZIONI E STUDI COSMICI È STATA MUTUATA LA TECNOLOGIA PER PORTARE CAMBIAMENTI IN UN’ARTE VECCHIA PIÙ DI 5MILA ANNI. E POI FORNI MODERNISSIMI, FIBRA OTTICA E MICROSCOPIO NUOVE VARIANTI DI COLORE. TUTTO IN MOSTRA A GENNAIO A T-GOLD INTERNATIONAL Bettina Bush

Milano Storia antica che si perde nel tempo e nello spazio quella dei gioielli. Infatti secondo una ricerca dell’University College London, pubblicata sul Journal of Archaeological Science, e riportata dall’Ansa, fatta sul ferro utilizzato per realizzare le perline di una collana trovata in una tomba egizia, il materiale proveniva da molto lontano, addirittura da un meteorite, facendo risalire a 5 mila anni fa la nascita dei primi gioielli. Un’affermazione resa possibile, grazie a sofisticate analisi sulle perle con fasce di neutroni e raggi gamma, che hanno rivelato l’alta concentrazione di nichel, cobalto, fosforo e germanio, tipica del ferro dei meteoriti, oltre a svelare la tecnica di lavorazione, partendo da lamine sottilissime, che hanno subìto più cicli di martellamento, per poi esser arrotolate per creare le famose sfere, fatte con una lega molto più dura e fragile del comune rame, il materiale più usato all’epoca. Anche la fusione allora era un miraggio lontano, fare gioielli era un paziente e faticoso lavoro manuale lontanissimo da quello attuale, dove tecnologia e innovazione hanno permesso di raggiungere nuovi traguardi prima impensabili. Attrezzature sofisticate, a volte nate per settori lontani dall’oreficeria, come ad esempio la componentistica meccanica, hanno trovato ottime applicazioni nell’industria orafa, per la loro capacità di garantire prodotti di alta precisione. Un esempio sono i forni fusori a induzione per la colata continua, seguiti poi da forni a resistenza per ricottura, e da forni a nastro, come anche le macchine per la microfusione, e per trattamenti termici, per marcatura o microsaldatura, altri processi indispensabili per le sofisticate lavorazione dell’oro. Anche la produzione e lavorazione delle classiche catenine d’oro è stata rivoluzionata da nuovi sistemi per la saldatura in automatico, oppure dall’utilizzo della fibra ottica. Basta pensare che il laser oggi riesce a saldare fino 300 maglie di una catena al minuto. C’è poi chi punta alla lavorazione dei gioielli con microscopio, per garantire ancora più precisione in ogni particolare. Ci sono anche evoluzioni moderne della fusione a cera persa, una tecnica antica per gioielli cavi, oggetti leggeri e di grandi dimensioni, usando però nuove tecnologie. Decisamente innovativa è Selective Laser Melting, la fusione laser selettiva che permette di realizzare forme complicate partendo da un sottile strato di polvere del metallo, steso su un piano di lavoro, poi fuso con il laser, seguendo le regole dettate da un modello 3D disegnato al computer. Ma non è finita, anche il colore dell’oro ha superato vecchi limiti, possibile produrre gioielli in viola, nero, marrone, blu, producendo strutture di lega speciali, conosciute come “composti intermetallici”, oppure favorendo la formazione di ossidazioni o patine sulla superficie dei gioielli, con trattamenti chimici o termici. Per soddisfare le richieste più creative del design, si sono rivelate ottime le tecniche di prototipazione rapida, per fusione diretta, ma è indispensabile saper scegliere il tipo di resina più adatta, in base alla sua composizione chimica, per puntare su quelle più simili alla cere, o all’opposto, interamente plastiche. Per le placcature si stanno valutando gli effetti della nuova polverizzazione catodica reattiva. Arriva dall’aerospaziale la Powder Laser Melting, inizialmente usata per componenti in acciaio e titanio, ancora una volta una tecnica fortemente innovativa che è stata applicata nella gioielleria per la produzione rapida, materializzando un oggetto dalla polvere con laser e utilizzo di dati Cad, passando velocemente dall’idea al prodotto, dal semplice al complesso senza limiti di dimensioni o di numeri. Innovazione e macchinari saranno i protagonisti di T-Gold International, il salone realizzato in collaborazione con Afemo, l’Associazione Fabbricanti Esportatori Macchine per l’Oreficeria, concomitante a VicenzaOro Winter, in programma dal 18 al 23 gennaio, entrambi in Fiera di Vicenza, che intanto si sta preparando per la Dubai international jewellery week, appuntamento sul trade e il retail del gioiello dal 4 al 7 dicembre al Dubai world trade center. Innovazione e macchinari saranno i protagonisti di T-Gold International, il salone in programma dal 18 al 23 gennaio in Fiera di Vicenza

(11 novembre 2013)

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Cronaca

Napoli. Si fingono clienti e rapinano gioielleria: spari e fuga in moto a tutto gas

14Novembre 2013 - Napoli. Rapina a San Giorgio a Cremano (Napoli): un uomo e una donna, fingendosi clienti, sono entrati in una gioielleria del centro e raggiunti poco dopo da un complice a volto coperto hanno costretto il titolare ad aprire la cassaforte dalla quale hanno portato via orologi ed altri preziosi per un valore da quantificare. I tre sono fuggiti via a bordo di due motociclette parcheggiate all'esterno del locale.

Le guardie giurate, avvisate dal figlio del titolare, hanno raggiunto i tre banditi in via De Lauzieres: uno di loro ha esploso un colpo di arma da fuoco senza ferire nessuno lasciando cadere a terra parte della refurtiva che successivamente è stata consegnata al titolare. Sul posto è stato ritrovato un bossolo calibro 7,65. Sull'episodio indagano i carabinieri che ricercano i tre rapinatori.

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Vendeva oro “in nero”, imprenditore genovese nei guai: evasione da quasi 3 milioni di euro

Genova. Maxi evasione fiscale nel capoluogo ligure. La Guardia di Finanza di Genova ha infatti concluso una verifica fiscale nei confronti di una grande società genovese che, in un’annualità, ha acquistato e venduto “in nero” oro per un valore di quasi 2 milioni 800 mila euro.

L’evasione fiscale è stata scoperta a seguito di attività di controllo, anche di natura contabile, che hanno consentito di accertare che era stato commercializzato “in nero” soprattutto oro “in lamine”.

Il responsabile della società è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di dichiarazione fiscale infedele per maggiori imposte dovute di oltre 660 mila euro.

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Assalto al camion dell'argentoSparite dieci tonnellate

Il bottino è di circa tre milioni

I malviventi avevano una seconda motrice e sistemi per eludere gps e satellitare. I due rapiti liberati aBrendola, l'allarme è stato dato da una donna12/11/2013

BRENDOLA. ORE 19.54 COLPO STUDIATO IN OGNI DETTAGLIO.Dieci tonnellate di argento grezzo del valore di circa tre milioni dieuro: è il bottino di una rapina denunciata da due camionistitedeschi lungo l’asse A22 A4, tra Verona e Vicenza. Un 'colpo'studiato nei minimi particolari vista la sequenza di azioni e mezzi,compreso uno scambio di motrici, messa in campo dai rapinatori.Sono da poco passate le 16.30 quando al centralino deicarabinieri arriva una telefonata con una richiesta di aiuto da parte di una donna di Brendola. Dice diparlare a nome di due camionisti tedeschi che ha trovato aggirarsi a piedi per una stradina secondaria eche al suo arrivo le hanno urlato, tra l’inglese e il tedesco, di chiamare le forze dell’ordine.Quando i militari dell’Arma arrivano sul posto, trovano i due disperati che dicono di essere stati rapinati deltir e, dopo un lungo giro, legati e abbandonati in mezzo al nulla. Ai polsi hanno i segni rossi delle fascetteda elettricista usate per immobilizzarli. Poco alla volta, il quadro delle deposizioni dei due prende forma el’inizio è sotto un cavalcavia autostradale, in un punto di raccordo tra la A22 e la A4, a Verona Sud, verso le15.30. Il tir, con il carico d’argento destinato a orafi di Vicenza e Arezzo, procede spedito. Un’auto lo superae poi si mette di traverso. Il camion si ferma. Da dietro, sopraggiunge un’altra vettura. In un attimo, ilmezzo pesante è circondato da uomini armati. I camionisti aprono le portiere della motrice, i banditisalgono e comincia un primo viaggio verso San Bonifacio.

Destinazione l’area industriale. Qui, il tir si ferma. Posteggiata, poco lontano c’è un’altra motrice, forserubata. Il carico prezioso viene staccato e agganciato alla seconda motrice. Poi, questa si mette in moto e siallontana con dieci tonnellate d’argento. I due tedeschi restano bloccati sotto tiro nella loro cabina diguida. Un rapinatore li costringe a rimettersi in movimento e la seconda tappa li porta a Brendola, nelVicentino, fuori dell’autostrada. In un’area isolata, lontana dalle case, la motrice viene fatta fermare. Ilbandito scende e si allontana. Ad aspettarlo pare un complice a bordo di un’auto. Circa un’ora dopo,secondo il loro racconto ai carabinieri, i due tedeschi riescono a scendere e a chiedere aiuto. Adesso saràcompito dell’Arma di Verona, coordinata dalla locale Procura, fare totale chiarezza sulla vicenda. In questeore, sono in corso accertamenti a tutto campo. Saranno visionate le immagini dei video di sorveglianzaautostradale, la motrice sarà ispezionata in ogni angolo alla ricerca di possibili elementi utili per identificarei malviventi. I camionisti verranno probabilmente risentiti per raccogliere ulteriori particolari a una vicendache sembra tratta da un film d’azione.

ORE 19.23 RAPINA DA FILM, TUTTA LA DINAMICA. I malviventi che hanno rubato dieci tonnellate diargento grezzo sono entrati in azione poco dopo le 15 mentre il tir condotto da due camionisti tedeschi,pare fratelli, stava transitando sotto un cavalcavia, nella zona di Verona Sud. Un’auto ha affiancato il

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camion e poi gli ha tagliato la strada costringendolo a fermarsi. Da un’altra vettura che li seguiva sono scesiquattro o cinque banditi armati, pare di fucili o mitra. Alcuni sono saliti sul mezzo pesante che è statorimesso in moto e portato fino all’area industriale di San Bonifacio. Qui, è stato staccato il carico conl’argento e agganciato a un’altra motrice che è ripartita. I due camionisti, immobilizzati con delle fascetteda elettricista, sono stati portati con la loro motrice fino a una zona disabitata di Brendola, dove sono statiabbandonati. I rapinatori che erano con loro avevano lì un complice ad aspettarli. Dopo circa un’ora, i duesono riusciti a uscire dalla motrice e a dare l’allarme. I malviventi sarebbero stati in possesso di strumentiper disattivare i sistemo Gps e satellitari.

ORE 18.46 L'ALLARME LANCIATO DA UNA DONNA. A chiamare i carabinieri è stata una donna che avevavisto i due aggirarsi a piedi per una strada secondaria di Brendola (Vicenza). Al suo avvicinarsi avevanocominciato a urlare in tedesco di chiamare le forze dell’ordine. Al loro arrivo, i militari dell’arma hannoraccolto le deposizioni dei due. A Brendola, secondo quanto riferito dai camionisti, sono stati rilasciati dopoun lungo giro, mentre l’assalto al tir è avvenuto all’altezza di Verona sud, sotto un cavalcavia. L’argentogrezzo era destinato ad orafi vicentini e di Arezzo.

ORE 18.14 RAPINA AL CARICO DI ARGENTO: 3 MILIONI. Sei banditi hanno rapinato stasera un camion conun carico di dieci tonnellate di argento, per un valore di circa tre milioni di euro. La rapina è statadenunciata dai conducenti del mezzo, pare proveniente dalla Germania. L'assalto è avvenuto a SanBonifacio, i conducenti sarebbero poi stati sequestrati fino a Brendola dove i malviventi avevano unaseconda motrice che hanno attaccato al carico, portandoselo via. Le indagini sono condotte dai carabinieridi Vicenza.

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