Relativismo

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Relativismo

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  • Relativismo 1

    RelativismoIl relativismo una posizione filosofica che nega l'esistenza di verit assolute, o mette criticamente in discussione lapossibilit di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. In Europa se ne riconosce la prima comparsaall'interno della sofistica greca; in seguito posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno,dal criticismo, dall'empirismo e dal pragmatismo.Chi relativista sostiene che una verit assoluta non esiste, oppure, anche se esiste, non conoscibile o esprimibileo, in alternativa, conoscibile o esprimibile soltanto parzialmente (appunto, relativamente); gli individui possonodunque ottenere solo conoscenze relative, in quanto ogni affermazione riferita a particolari fattori e solo inriferimento ad essi vera. Per i sofisti, nessun atto conoscitivo raggiunge la natura oggettiva delle cose, nrappresenta una verit assoluta valida per ognuno. Un ulteriore punto di vista, di cui Ludwig Wittgenstein fu ilprincipale sostenitore, che, poich tutto viene filtrato dalle percezioni umane, limitate ed imperfette, per forza dicose ogni conoscenza relativa alle esperienze sensibili per l'uomo. Citando appunto Wittgenstein:

    Se un leone potesse parlare, non lo capiremmo comunque.

    (Ludwig Wittgenstein)

    Per il filosofo Nicola Abbagnano l'antica sofistica, lo scetticismo, l'empirismo e il criticismo sono manifestazioni diun relativismo che tenta di crearsi una tradizione. Ma in realt la corrente detta Relativismo, per Abbagnano, natacome fenomeno moderno, legata alla cultura del XIX secolo. Manifestazione estrema la dottrina di Oswald Spenglernel suo libro Il tramonto dell'Occidente (1918-1922) dove affermata la relativit di tutti i valori della vita inrapporto alle epoche storiche, considerate come entit organiche, ognuna delle quali cresce, si sviluppa e muoresenza rapporto con l'altra:

    Ogni cultura ha il suo proprio criterio, la cui validit comincia e finisce con esso. Non vi alcuna morale umanauniversale

    (Oswald Spengler da Der Untergang des Abendlandes, I, 55)

    Tra le varie civilt non possibile alcuna comunicazione, poich non vi sono valori comuni tra esse; per cui anche lacivilt occidentale quindi destinata ad estinguersi.

    Il relativismo nella filosofia antica

    Per approfondire, vedi Relativismo etico sofistico.

    Il relativismo di ProtagoraPer Protagora la conoscenza sempre condizionata dal singolo soggetto che percepisce e pensa, e non esistonocriteri universali che consentano di discriminare la verit e la falsit delle conoscenze soggettive, n un bene ed unagiustizia assoluti, che possano valere da norma definitiva per i comportamenti etici.La misura del giusto e del bene non l'individuo singolo, ma l'intera comunit a cui appartiene. Giusto sar ci cheappare tale alla maggioranza, ci che giova alla citt (secondo il criterio dell'utile) ed ottiene il consenso pi ampiopossibile dei cittadini. Cos il consenso del pubblico diviene la riconosciuta misura della verit di un discorso.Come si vede, in Protagora c' in ogni caso modo di discriminare fra due opzioni, che non sono equivalenti per ilsolo fatto di non potere essere nettamente divise in "vere" e "false", "giuste" e "sbagliate".

  • Relativismo 2

    Il relativismo di GorgiaPer Gorgia, tutte le possibilit si equivalgono, perch non sono conoscibili e comunque non sono comunicabili. Neconsegue che con l'arte oratoria si pu dimostrare che "tutto il contrario di tutto".

    Il relativismo nella filosofia moderna e contemporanea possibile parlare di relativismo riferendosi al pensiero di Francesco Guicciardini nei Ricordi e nella Storia d'Italia.Rifiutando il tentativo di Machiavelli di sintetizzare la realt tramite principi unici ed assoluti, il fiorentino, infatti, sisofferma sulla pluralit delle cose. Conclude quindi che necessario considerare ogni singola situazione in funzionedel contesto nel quale essa si determina. L'attenzione si sposta dunque dall'universale al cosiddetto particulare.L'illuminismo relativista per quanto riguarda gli atteggiamenti religiosi e culturali mentre propone invece il valoreuniversale della ragione e dei diritti umani.Uno dei maggiori rappresentanti del relativismo moderno, considerato precursore del relativismo antropologico, Montaigne. Un suo grande seguace Ralph Waldo Emerson (relativista ma nel contempo perfezionistasovramorale), al quale si richiama poi, ma con grande originalit, il pensiero di Nietzsche. Quest'ultimo superer ilrelativismo, elaborando il concetto, per certi versi di derivazione Leibniziana, del prospettivismo: di Nietzsche lacelebre frase: "Non esistono fatti, solo interpretazioni", ossia visioni diverse, spinte da volont competitive. Comespesso rimarcher Deleuze, il relativismo tuttavia diverso dal prospettivismo, in quanto quest'ultimo introduce ilconcetto di 'punto di vista', uno stato esistenziale entro il quale compresa la presunzione di una oggettivit, che soloil confronto critico fra diversi punti di vista pu smentire (e il relativismo comporta appunto l'istituirsi di questarelazione).Anche Friedrich Schiller nega ogni verit "assoluta" o "razionale": la verit sempre relativa all'uomo, valida perchutile a lui; il detto di Protagora per lui la pi grande scoperta della filosofia (l'uomo misura di tutte le cose)[1].Per il pensiero di O. Spengler si veda quanto detto sopra.In epoca contemporanea, il pensiero postmoderno ha elaborato varie concezioni che in diverso modo si rifanno aposizioni relativiste; fra queste ricordiamo il decostruzionismo, la teoria del pensiero debole, il post-strutturalismo, ilcostruttivismo di Deleuze, nonch alcuni esiti dello storicismo; ma sono tante le tendenze filosofiche contemporaneein varia misura considerate relativiste.

    Il relativismo culturaleTeoria formulata, a partire dal particolarismo culturale di Franz Boas, dall'antropologo statunitense Melville JeanHerskovits (1895 - 1963) secondo il quale, considerato il carattere universale della cultura e la specificit di ogniambito culturale, ogni societ unica e diversa da tutte le altre, mentre i costumi hanno sempre una giustificazionenel loro contesto specifico. In seguito il concetto di relativismo culturale diviene imprescindibile in campoantropologico, grazie anche all'attivit divulgativa dell'allieva di Boas, Margaret Mead, la cui opera pi celebre,Ladolescente in una societ primitiva. (precedente di qualche anno alla formulazione esplicita del relativismoculturale), pu essere considerata paradigmatica dell'utilizzo di argomentazioni di carattere relativistico comestrumento di critica della societ occidentale (in quel caso americana).Da questa teoria sono derivate numerose tesi che raccomandano il rispetto delle diverse culture e dei valori in esseprofessati. Tali idee sostengono ad esempio l'opportunit di un riesame degli atteggiamenti nei confronti dei paesi delTerzo Mondo, richiedendo maggior cautela negli interventi e criticando la tendenza coloniale e post-coloniale adimporre anche un sistema culturale mediante l'intervento umanitario, gli aiuti per lo sviluppo economico e/o lacooperazione internazionale (vedi inculturazione). Spesso critiche di questo tipo sono state rivolte alleorganizzazioni che fornivano aiuti umanitari condizionati all'adozione di determinati comportamenti, come adesempio la propaganda religiosa delle missioni cristiane.

  • Relativismo 3

    Il relativismo culturale infatti porta avanti la convinzione per cui ogni cultura ha una valenza incommensurabilerispetto alle altre, ed ha quindi valore di per s stessa e non per una sua valenza teorica o pratica. Secondo ilrelativismo culturale i vari gruppi etnici dispongono quindi di diverse culture e tutte hanno valenza in quanto tali. Ilruolo dell'antropologo viene di conseguenza ristretto all'analisi e alla conoscenza profonda di tali espressioniculturali da un punto di vista emico, mentre ogni valutazione di valore viene messa al bando come espressione dietnocentrismo, ovvero del punto di vista opposto rispetto al relativismo. Posizioni simili ha espresso ClaudeLevi-Strauss.

    Relativismo morale

    Per approfondire, vedi Relativismo etico.

    Strettamente associato al relativismo culturale il relativismo morale, per il quale i giudizi di valori, le regole dicondotta adottate da un determinato gruppo sociale (o anche da singoli individui) sono legati ai loro specifici bisognie non hanno quindi alcun fondamento di assolutezza o necessit.

    Relativismo e "societ aperta"Le riflessioni sviluppate da Karl Popper sulla cosiddetta societ aperta hanno spinto alcuni pensatori, sebbene indisaccordo con le conclusioni dello stesso Popper, a ritenere che una societ democratica, libera e aperta, debbaessere legata al relativismo inteso come rifiuto di ogni verit ritenuta assoluta: la pretesa di essere a conoscenza diuna verit condurrebbe alla societ chiusa e autoritaria.In effetti, nel pensiero di Popper e della corrente che sviluppa la sua filosofia,

    tutta la conoscenza rimane fallibile, congetturale. Non esiste nessuna giustificazione, compresa, beninteso, nessunagiustificazione definitiva di una confutazione. Tuttavia, noi impariamo attraverso confutazioni, cio attraversol'eliminazione di errori [...]. La scienza fallibile perch la scienza umana.

    La societ aperta aperta a pi valori, a pi visioni del mondo filosofiche e a pi fedi religiose, ad una molteplicit diproposte per la soluzione di problemi concreti e alla maggior quantit di critica. La societ aperta aperta al maggiornumero possibile di idee e ideali differenti, e magari contrastanti. Ma, pena la sua autodissoluzione, non di tutti: la societaperta chiusa solo agli intolleranti.

    (Karl R. Popper, La societ aperta e i suoi nemici, Vol. I, Platone totalitario, dalla IV di copertina.)

    Popper tuttavia, pur sostenendo come la nostra conoscenza si regga sulle palafitte,[2] respingeva il relativismo,essendo egli in realt sempre animato dall'aspirazione all'oggettivit, sia in ambito conoscitivo (dove concepivaaristotelicamente la verit come corrispondenza ai fatti),[3] sia in ambito morale: nell'"Addenda" alla Societaperta e i suoi nemici, ad esempio, egli tent esplicitamente di demolire il relativismo etico istituendo un paragonecon l'ambito gnoseologico.Notevole danno hanno prodotto, secondo Popper, il pensiero marxista e il materialismo, secondo i quali ogni veritsarebbe relativa all'epoca storica che la produce, ragion per cui si avrebbero anche pi verit in contrasto tra loro che,anzich escludersi, convivrebbero in forma "dialettica": un pensiero foriero di relativismi che contraddice il canoneprincipale della ricerca scientifica, che quello di accettare le confutazioni. Molta della tradizione marxista si configurata, infatti, come

    una specie di sala operatoria in cui stata praticata tutta una serie di operazioni di plastica facciale (iniezione di ipotesi adhoc) alla teoria lacerata dalle confutazioni fattuali.

    (Karl R. Popper, La societ aperta e i suoi nemici, vol. II, Hegel e Marx falsi profeti, dalla IV di copertina.)

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    Il marxismo, oggi, non pi scienza; e non lo poich ha infranto la regola metodologica per la quale noi dobbiamoaccettare la falsificazione, ed ha immunizzato se stesso contro le pi clamorose confutazioni delle sue predizioni.

    (Karl R. Popper, op. cit.)

    Altri popperiani, tra cui il professor Marcello Pera, obiettano ancora che le libert civili e politiche, lungi dall'esserefondate sulla relativit delle nostre conoscenze, debbano ricondursi alla dignit intrinseca della persona umana, chepermane quale che sia la verit o non verit delle idee e delle convinzioni di ciascuno e che assicura a tutti il dirittodi far valere tali idee e convinzioni in ambito sociale e politico:

    Non c' bisogno per fondare la democrazia di rifarsi al relativismo etico: basta invece riferirsi alla dignit della persona.

    Nel dibattito se esista o meno una verit sull'uomo, si gioca quella costruzione che ha come fondamento oggettivoquei diritti umani inviolabili che sono alla base del moderno stato di diritto. Senza verit sull'uomo, dicono glioppositori del relativismo, difficile costruire una linea di resistenza concettualmente robusta e fondata nei confrontidelle derive autoritarie o anche totalitarie.

    Critiche al relativismo

    Solo gli imbecilli non hanno dubbi. Ne sei sicuro? Non ho alcun dubbio!

    (Luciano De Crescenzo, Il Dubbio)

    Il relativismo fin dalla sua nascita stato oggetto di contestazioni, in particolare: sul piano logico: i suoi critici sostengono che se, come affermano i relativisti, nessuna rappresentazione umana

    pu aspirare al rango di "oggettivit", allora neanche il relativismo stesso pu aspirarvi; pertanto esso sicontraddirebbe qualora pretenda di essere nel vero.

    sul piano etico: se, come affermano i sostenitori del relativismo etico, vale il principio di equivalenza di ogniprescrizione morale, ci non pu non avere effetti esiziali sulla societ; se infatti non esiste una Verit assoluta diriferimento in base a cui poter distinguere il bene dal male, allora tutto lecito, affermazione che pretende di porsia sua volta come una norma assoluta, a dispetto del presunto carattere "non prescrittivo" del relativismo.

    Queste critiche potrebbero essere superate solo asserendo che niente assoluto e oggettivo, tranne questa stessafrase, ma allora bisognerebbe ammettere che non tutto relativo, e c' sempre qualcosa di assoluto da cui non si puprescindere. Agostino d'Ippona diceva in proposito che chi sostiene l'impossibilit di ogni certezza destinato acontraddirsi, perch non volendo d sempre per scontata una certezza, ossia la certezza che non vi sono certezze. Perquanti tentativi uno faccia, non si pu mai negare del tutto l'esistenza di una verit assoluta, verit che si manifestaproprio nella scoperta della relativit del mondo delle apparenze.Fra i detrattori del relativismo vi fu Platone, il quale combatt tutta la vita per demolire l'edificio relativista dei sofistie sostituirlo con un sistema che rendesse possibile una conoscenza certa, e quindi una qualche forma di veritassoluta, dopo aver attribuito al relativismo la colpa dell'uccisione di Socrate, da lui ritenuto il pi giusto degliuomini, e condannato perch considerato corruttore di giovani. Oggi sappiamo che Socrate fu condannato a morteprincipalmente per motivi politici;[4][5] tuttavia la famosa frase di Socrate io so di non sapere niente, se da un latoesclude la pretesa di avere una conoscenza certa e valida della realt, nasceva proprio dalla ricerca disinteressata diun criterio assoluto di verit e di giustizia: quella di Socrate una verit povera - che consiste appunto nel semplicesapere di non sapere - ma anche una verit che si dispone a diventare ricca, nel senso che il mettersi alla ricercadi quel vero sapere che ora si sa di non possedere[6].Anche Aristotele critic i relativisti, accusando Protagora di contraddittoriet, perch se l'uomo fosse misura di tuttele cose non ci sarebbe alcun criterio per distinguere il vero dal falso (Metafisica, 1062 b 14). I relativisti inoltre,secondo Aristotele,

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    ...osservando che tutta quanta la natura in movimento e che non possibile dire alcuna verit su ci che cambia,sostennero che non si pu dire la verit su tutto quello che per ogni dove e per ogni guisa attua il cambiamento. Da questaconsiderazione germogli l'opinione che tra quelle da noi esaminate la pi estremistica, quella, cio, di quanti si professanoseguaci di Eraclito, opinione che stata sostenuta da quel Cratilo, il quale fin col credere che non si dovesse proferireneppure una parola, e soleva fare soltanto movimenti col dito e rimproverava ad Eraclito di aver detto che non si puscendere due volte nello stesso fiume, giacch la sua opinione personale era che non vi si potesse scendere neppure unavolta!

    (Metafisica, 1010 a 12)

    Agli occhi dei relativisti, invece, affermare che l'inesistenza di una verit assoluta corrisponda ad affermare che"tutto lecito" appare una posizione semplicistica: secondo costoro, la liceit o meno di un'azione infatti regolatadai rapporti dei singoli tra loro (etica) e dei singoli con se stessi (morale). Pi giustamente si potrebbe dire: "tutto lecito all'interno della morale sociale".Wikipedia:Uso delle fonti Per esempio il comandamento cristiano di "nonuccidere" corrisponderebbe direttamente alla necessit etica di non danneggiare la propria societ, e quindi anche aduna necessit materiale e utilitarista non dettata dal credo in una "verit rivelata", bens unicamente dallaconvenienza del momento.All'inizio del XX secolo un'importante critica al relativismo stata sviluppata da Max Scheler nel Formalismus(1913-1916). Secondo Scheler il fatto che i valori non siano dati in modo apodittico, e non possano essere esauriti daun unico punto di vista non dimostra necessariamente che siano frutto di convenzioni e siano privi di basiontologiche. Cercando di conciliare l'ontologia dei valori con il prospettivismo solidaristico dell'etica cita unaleggenda indiana: a un gruppo di saggi ciechi venne chiesto di descrivere l'elefante che avevano di fronte, al cheognuno di loro lo descrisse in modo completamente diverso a seconda della parte che era riuscito a toccare. Lapluralit delle descrizioni e dei punti di vista non intaccava per il fatto che davanti a loro esistesse un unico elefantee che, se i saggi si fossero messi a discutere fra di loro, forse sarebbero riusciti, in uno sforzo solidaristico reciproco,a farsene un'idea pi completa. Il giusto e il bene non dipendono, secondo Scheler, da ci che pensa la maggioranzao il pi forte, ma da ci che incrementa la completezza oggettiva del punto di vista, quello che pi tardi Schelerdefinir Weltoffenheit. La tesi di Scheler che il singolo punto di vista etico esprima il modo in cui si costituiscel'identit della persona e quindi non sia relativistico, anche se incompiuto e quindi bisognoso di un confrontorettificativo della comunit per la sua piena definizione, ma piuttosto prospettivistico: a variare cio, secondoScheler, non sono i valori, ma il modo in cui i valori vengono storicamente percepiti.[7]

    La visione della Chiesa cattolicaNella visione cattolica il relativismo culturale ritenuto inaccettabile quando diventa relativismo etico e mette indubbio le verit rivelate che sono oggetto della fede cattolica. La Chiesa afferma di rispettare le culture diverse dallapropria per le quali, oggi, propone una missionariet che parte dal valorizzare i valori propri di ogni popolo ed etnia,purch non permetta comportamenti disapprovati dalla Chiesa. Infatti, porre la propria fede accanto alle altre,attribuendo a tutte lo stesso valore, significherebbe secondo la Chiesa snaturarla; essa si richiama in proposito alleparole di Ges: Io sono la via, la verit, la vita[8]; Non potete servire a Dio e a mammona.[9] Le posizioni controil relativismo sono sancite nella costituzione Gaudium et Spes, in alcune encicliche di papa Giovanni Paolo II (tra cuiFides et Ratio e Veritatis Splendor), e in alcune note dottrinali della Congregazione per la dottrina della fede dove silegge: [il] relativismo culturale [..] offre evidenti segni di s nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico chesancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale. A seguito di questatendenza non inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che talepluralismo etico la condizione per la democrazia.Il 17 aprile 2005 l'allora cardinale Ratzinger affermava in un'omelia sul relativismo:

    Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. lui la misura del

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    vero umanesimo.[10]

    L'enciclica di Benedetto XVI Spe salvi del 30 novembre 2007, ribadisce la posizione della Chiesa cattolica sulrelativismo. Vi si legge infatti che

    se il progresso per essere progresso ha bisogno della crescita morale dell'umanit, allora la ragione del potere e del faredeve altrettanto urgentemente essere integrata mediante l'apertura della ragione alle forze salvifiche della fede, aldiscernimento tra bene e male. Solo cos diventa una ragione veramente umana. Diventa umana solo se in grado di indicarela strada alla volont, e di questo capace solo se guarda oltre se stessa. In caso contrario la situazione dell'uomo, nellosquilibrio tra capacit materiale e mancanza di giudizio del cuore, diventa una minaccia per lui e per il creato.

    (Spe Salvi, 23)

    Secondo i critici della visione cattolica, il paradosso di queste posizione sta proprio nella non accettazione, da partedella Chiesa cattolica, della medesima importanza tra le culture, compresa quella cattolica (al contrario dei"relativisti", che affermano di accettare di buon grado anche la cultura cattolica, purch non sia imposta a coloro checattolici non sono). La presunta impossibilit di conciliare i valori etici delle varie popolazioni con quelli cattolici,senza che venga persa la cultura tradizionale originaria, il tema delle critiche pi frequentemente rivolte aimissionari e alla modalit di trasmissione dei valori evangelici, che viene accusata di essere troppo occidentalizzante.La Chiesa accusa invece gli organi internazionali di diffondere tra le popolazioni una morale relativista[11] e perquesto si concentra sull'inculturazione, cercando di mediare la visione etica delle "verit" rivelate con le tradizionilocali.Il termine stato usato anche per criticare i cattolici che accettano che la legge civile permetta comportamenticontrari alla dottrina cattolica.

    Note[1] vedi F. C. S. Schiller, Studies in Humanism, 1902, p. x segg.[2] La base empirica delle scienze oggettive non ha in s nulla di "assoluto". La scienza non poggia su un solido strato di roccia []. come un

    edificio costruito su palafitte (K. Popper, Logica della scoperta scientifica, V, 30).[3] Lo status della verit intesa in senso oggettivo, come corrispondenza ai fatti, con il suo ruolo di principio regolativo, pu paragonarsi a

    quello di una cima montuosa, normalmente avvolta fra le nuvole. Uno scalatore pu, non solo avere difficolt a raggiungerla, ma anche nonaccorgersene quando vi giunge, poich pu non riuscire a distinguere, nelle nuvole, fra la vetta principale e un picco secondario. Questotuttavia non mette in discussione l'esistenza oggettiva della vetta; e se lo scalatore dice "dubito di aver raggiunto la vera vetta", egli riconosce,implicitamente, l'esistenza oggettiva di questa (K. Popper, Congetture e confutazioni, Il Mulino, Bologna 1972, p. 338).

    [4] E. Zeller, Socrates and the socratic Schools, Kessinger Publishing, pp. 214 ss.[5] Il processo a Socrate (http:/ / bfp. sp. unipi. it/ dida/ apologia/ index. html), a cura di Maria Chiara Pievatolo.[6] E. Severino, La filosofia dai greci al nostro tempo, BUR, 2006, pag. 110.[7] G. Cusinato, Katharsis, ESI Napoli, 1999, pp. 228-259[8] Gv 14,6[9] Mt 6,24 e Lc 16,13[10] Papa Benedetto XVI (allora cardinale Joseph Ratzinger), Omelia per la Missa pro eligendo romano pontifice (http:/ / www. vatican. va/ gpII/

    documents/ homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it. html)[11] Il 1/12/2007 il Papa ha riaffermato che le discussioni internazionali sembrano caratterizzate da una logica relativistica che vorrebbe

    considerare come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verit sull'uomo e la sua dignit, senza direnulla sulla possibilit di un'etica fondata sul riconoscimento di una legge morale naturale. Ci ha condotto, in realt, all'imposizione di unanozione della legge e della politica che alla fine genera consenso tra gli Stati - un consenso condizionato da interessi di breve termine omanipolato dalla pressione ideologica - considerato l'unica vera base delle norme internazionali, con particolare riferimento alle interruzionidi gravidanza e alle politiche di riduzione delle nascite praticate da vari organismi internazionali, come Amnesty International. ( Tratto daRaiNews (http:/ / www. rainews24. rai. it/ notizia. asp?newsid=76296))

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    Bibliografia

    In italiano Relativismo, voce di Filosofia, collana Le Garzantine, a cura di Gianni Vattimo e G. Chiurazzi, Garzanti, 2004. Diogene Laerzio, Vita di Protagora Friedrich Nietzsche, La volont di potenza. Saggio di una trasvalutazione di tutti i valori, 1901 Max Scheler, Il Formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori, (1913-1916). Nicola Abbagnano, Relativismo in Dizionario di Filosofia, Utet, Torino, 1971, p.738 e segg. Paul Watzlawick, La realt della realt, Roma, Astrolabio, 1976 Massimo Fini, La Ragione aveva Torto? (Camunia 1985, ripubblicato da Marsilio Editore in edizione tascabile

    nel 2004) Carlo Caffarra, Viventi in Cristo, Jaca Book, Milano, 1981, sui principi fondamentali dell'etica cristiana. Paul Feyerabend, Addio alla ragione, Roma, Armando Editore, 2004. Diego Marconi, Per la verit, Torino Einaudi 2007. Karl Popper, La societ aperta e i suoi nemici, Armando Editore, Roma, 1996. Giovanni Paolo II (Karol Wojtila), Encicliche (http:/ / www. vatican. va/ holy_father/ john_paul_ii/ encyclicals/

    index_it. htm); in particolare nella Veritatis Splendor (http:/ / www. vatican. va/ edocs/ ITA1226/ __PU. HTM). Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), Spe salvi, 2007. Alain de Benoist, Identit e comunit, 2005. Sergio Cremaschi, Il relativismo etico fra antropologia culturale e filosofia analitica, in I. Tolomio (a cura di),

    Rileggere l'etica tra contingenza e principi, CLUEP, Padova 2007, pp.1545. Claudio Ciancio, Percorsi della libert, Mimesis, Milano-Udine, 2012.

    In inglese (EN) Haack, S. Reflections on Relativism: From Momentous Tautology to Seductive Contradiction,

    Philosophical Perspectives, vol 10; pag 297-315, 1996 (EN) Sigel, H., "Relativism Refuted: A Critique of Contemporary Epistemological Relativism", D. Reidel, 1987 (EN) Williams, B., "Ethics and the Limits of Philosophy", Cambridge, Harvard University Press, 1986

    Voci correlate Assolutismo Indifferentismo Relativismo etico sofistico Relativismo gnoseologico Utilitarismo

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    Altri progetti

    Wikiquote contiene citazioni sul relativismo

    Collegamenti esterni Giovanni Martino, Relativismo e verit (http:/ / www. europaoggi. it/ content/ view/ 308/ 45/ ), Europa Oggi,

    27.08.2006. URL consultato il 21.04.2008. (una visione cattolica del relativismo su un magazine di orientamentocattolico-liberale)

    Francesco Primiceri, Universalismo e relativismo (http:/ / www. uaar. it/ uaar/ documenti/ 102. html), Unionedegli Atei e degli Agnostici Razionalisti. URL consultato il 21.04.2008., un fisico in contrasto col pensiero cattolico

    Umberto Eco, Relativismo, fondamentalismo e integrismo (http:/ / espresso. repubblica. it/ dettaglio-archivio/1027475), espresso.repubblica.it. URL consultato il 21.04.2008., un articolo sull'influenza nella politica del relativismo.

    L. Corchia, Alcuni argomenti contro il relativismo culturale in filosofia, in La logica dei processi culturali.Jrgen Habermas tra filosofia e sociologia (http:/ / books. google. it/ books?id=U56Sag72eSoC& pg=PP1&dq=habermas+ corchia#v=onepage& q=& f=false), Genova, Edizioni ECIG, 2010, pp.94110. ISBN978-88-7544-195-1.

    Relativismo (http:/ / thes. bncf. firenze. sbn. it/ termine. php?id=26162) in Tesauro del Nuovo Soggettario (http:/ /thes. bncf. firenze. sbn. it/ ), BNCF, marzo 2013.

    Portale Filosofia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Filosofia

  • Fonti e autori delle voci 9

    Fonti e autori delle vociRelativismo Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=64295419 Autori: .jhc., 4BInnocenzoXII, Aedo89, Antiedipo, Ary29, Avemundi, Barbaking, Beechs, Blakwolf, Bramfab, Buggia,Calabash, Cambiost, Carlo.Ierna, Cialz, Cryptex, Danilo, DarkAp, Dinwath, DonPaolo, Eddie619, Eio, Emmazunz, FCom T 65, Fiaschi, Franco56, Fredericks, Gacio, Gian, Godzillante,Grovere84, Guidomac, Ignisdelavega, Ines, Jacobus, Jacopo, Jumpy3, Junior, L'osservatore, Limonc, Ludovica1, Marcol-it, Moroboshi, Mr.Peter, Nemo bis, Nichilista, Nitya Dharma, No2,Oroxon, Pall Mall, Panairjdde, Pequod76, Phantomas, Plink, RanZag, Rembw, Retaggio, Roxio, Salvatore Ingala, Sandr0, Shivanarayana, StefanoRR, Stori, Supercus, Thespeaker8, Tia solzago,Ticket 2010081310004741, Tirinto, Tommaso Ferrara, Trevinci, Truman Burbank, Tullius, Twice25, Valepert, Verdedinotte, Verdimero, Yupa, 151 Modifiche anonime

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    RelativismoIl relativismo nella filosofia anticaIl relativismo di ProtagoraIl relativismo di Gorgia

    Il relativismo nella filosofia moderna e contemporaneaIl relativismo culturale Relativismo morale Relativismo e "societ aperta" Critiche al relativismoLa visione della Chiesa cattolica

    Note BibliografiaIn lingua italianaitalianoIn Lingua ingleseinglese

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