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L’appartenenza: ovvero l’æssenza Nell’istante in cui pensiamo che c’è un momento che non ci appartiene, è il tempo in cui non sentiamo di appartenerci: in quel preciso istante leggiamo nella mente di un altro cose che ci appartengono…anche per un istante, in una partenza, in una parvenza o nell’assenza dell’essenza. (19/04/2004) Cosa…..mai.. Un ombra che vaga nel nero deserto dell’anima, una fiamma che arde all’interno di una stella bianca, un respiro ansioso nel silenzio sinestesico del suono, ecco cosa non vedrai mai: Il dominio di una mente integrale del sistema cibernetico pensante o lo spegnersi sordo di ogni fragile e naturale contatto. (19/04/04) P/(T)ROVARE 1

riflessioni personali - euforismi

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accozzaglia di idee riflessive, dalla più "geniale" (passatemi il termine) alla più demenziale...Aforismi in libero movimento...Per maggiori info/consulenza (formazione, coach e crescita personale) email a [email protected]

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Page 1: riflessioni personali - euforismi

L’appartenenza: ovvero l’æssenza

Nell’istante in cui pensiamo che

c’è un momento che non ci appartiene,

è il tempo in cui non sentiamo di appartenerci:

in quel preciso istante leggiamo nella mente di un altro

cose che ci appartengono…anche per un istante,

in una partenza, in una parvenza o nell’assenza dell’essenza.

(19/04/2004)

Cosa…..mai..

Un ombra che vaga nel nero deserto dell’anima,

una fiamma che arde all’interno di una stella bianca,

un respiro ansioso nel silenzio sinestesico del suono,

ecco cosa non vedrai mai:

Il dominio di una mente integrale del sistema cibernetico pensante

o lo spegnersi sordo di ogni fragile e naturale contatto.

(19/04/04)

P/(T)ROVARE

Cerchiamo inutilmente di far quadrare ciò che ci sembra inquadrabile

entro un frame o un frammento di esperienza.

Cerchiamo di trovare una spiegazione che trovi il giusto nesso causale

quando in realtà è la spiegazione che ci ha trovati pronti ad accoglierla.

Tutta l’esistenza è una ricerca da p/(t)rovare.

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La differenza tra uomo e animale?

L’animale lotta per sopravvivere,

l’uomo vive per lottare (e a volte per non far sopravvivere).

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Ad un tratto: storia di un attimo intrattabile.

Ad un tratto colgo un particolare da un ritratto

dal quale sono tremendamente attratto.

L’immagine è talmente attraente che, a tratti, mi sembra di sognare.

È un sentimento che a stento riesco a trattenere ed a controllare interamente/internamente.

Sono costretto a ritrattare con le mie illusioni, allusioni o allucinazioni che siano.

Mi struggo e mi distruggo, smarrisco realmente il contatto con la realtà.

È una situazione culturale di natura contorta e controversa nella sua trattazione.

Faccio un tratto a piedi per raggiungere i miei pensieri che si dileguano, mi trattengo,

ormai il dado è tratto, sono messo alle strette e non mi è permesso più di ritrattare.

Rimango senza parole e argomenti da trattare…(distratto?).

Storia di un attimo

Non è più tempo di creare mondi possibili,

è tempo di costruire mondi condivisibili.

Forse quello che voglio è niente

perché – niente – mi può dare tutto.

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Page 3: riflessioni personali - euforismi

Le cose succedono per caso?

oppure

il caso si succede nelle cose?

Non è il caso di pensarci troppo…ma succede!!!

IN trip

Se troppo ti “intrippi”, purtroppo, ti intrappoli

perché, dato che il troppo stroppia entri in un intricato intrigo intrigante e drogante.

Così leggendo ti stai anche tu intrippando,

ordunque pensa a come strapparti da questa trappola troppo allucinante..

(19/01/2001)

Sens/(z)i

Ho scritto frasi senza senzo, in ogni senso,

altre con 1/6 senso e 1/3 senzo,

Altre con un doppio senso e ½ senso,

altre ancora a senso unico o con divieto di fermata.

Ma questa che senso ha? E soprattutto: in che senzo?

L’abitudine può portare ad amare le cose che si odiano

e ad odiare le cose che si amano.

Nei ricordi del passato è presente il futuro.

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Page 4: riflessioni personali - euforismi

La volontà di Mister X

La Necessità disse al Destino

di far sì che il Caso usasse un po’ di Serendipità

per favorire la fortuita Coincidenza Occasionale

della Probabilità (affin)che accadesse ciò che Era

Fatalmente voluto da Mister Random Caos, detto X.

(02/05/2001)

La verità: in ogni senso

La Verità non è appannaggio di tutti i sensi:

essa non sempre si vede,

non sempre si ode,

non sempre si palpa.

Ma quando c’è, sicuramente, si gusta.

Quando il cielo si oscurerà tutto sarà più chiaro.

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Page 5: riflessioni personali - euforismi

Il pazzo è anche il pezzo di un puzzle in un pozzo pieno d’acqua:

se guardi dentro vedrai l’immagine del pezzo mancante.

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È universalmente accettato che il particolare fa la differenza senza differenza alcuna.

Alcune caratteristiche dei nostri avi compaiono in noi anche sotto forma di pensiero? Cioè,

quello che è stato, diventato o voluto diventare un mio parente passato rivive in me assumendo

forme e modi tipici del periodo in cui si è collocati e del contesto sociale, con gradi di variazione

appunto diversi. (01/05/2004)

L’equilibrio, se esiste, è nella realtà?

O, viceversa, la realtà, se esiste, è nell’equilibrio?

E soprattutto, la domanda è nella risposta o la risposta è nella domanda?

L’uomo tende sempre più a diventare elettromeccanico. Di contro, le macchine tendono sempre

più ad avvicinarsi a modelli umanoidi. In un futuro, forse non troppo lontano la spece umana

rappresenterà per le macchine quello che le scimmie antropoidi rappresentano adesso per la

spece umana: antenati o predecessori, discendenti ancestrali giunti ad uno stadio evolutivo

“inferiore”.

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Page 6: riflessioni personali - euforismi

La legge della compensazione (pensiero paranoico?)

Se tu vivi meglio e nel lusso

un’altra persona, a te implicitamente collegata,

vive peggio e nella povertà.

Se tu lotti per vivere

un’altra persona, specularmente,

vive per lottare.

Se tu pensi che il tuo modo di vivere sia il migliore

in un’altra parte del globo qualcuno pensa che

il suo modo di vivere sia il peggiore.

Se tu pensi che il tuo partner ti abbia tradito

un altro/a pensa a come tradire il suo, magari con il tuo/a.

Se tu ti accontenti di poco (e fai bene)

qualcun altro vorrebbe o potrebbe possedere anche

quel poco che ti rimane per vivere.

Se ti senti unico e solo, raro e particolare,

ebbene, ti sbagli: qualcuno fa le tue stesse cose

anche se in maniera diversa o in opposizione a te.

Ognuno di noi è collegato, direttamente o indirettamente

a qualcun altro nel bene o nel male.

Tutti facciamo parte di una rete speculare di azioni e reazioni

che ci avvantaggiano o ci sopraffanno.

Fa parte del gioco della vita.

Allora pensa bene a ciò che fai, e soprattutto a ciò che non fai;

pensa bene a ciò che sei e soprattutto a ciò che non sei;

non costruirti falsi idoli mentali o reali.

Quindi se domani ti alzerai non stupirti se un’altra persona

lontana e invisibile andrà a dormire sognando quello che farai,

ciò che sarai: non sorprenderti più di tanto se la vita ti sembra un incubo

o un cubo dalle mille facce, sei anche tu dentro la legge della compensazione.

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Page 7: riflessioni personali - euforismi

Cosa rimane di tuo?

La maggior parte delle cose (situazioni, incontri, scelte, stili di vita e di pensiero, ciò che fai, ciò

che sei o che no fai e non sei. ecc..) dipendono fondamentalmente dall’interazione di due fattori:

1. come tu vedi il mondo che ti circonda

2. come vede te il mondo che ti circonda.

Per cui ci sono due realtà o mondi paralleli che purtroppo non sempre comunicano:

il mondo che vuoi costruire tu, in base a ciò che pensi giusto debba essere fatto, in base alle tue

premesse (punto 1) e il mondo che vuole “costruire” te modellandoti secondo come ti vede.

Vi sono altri 2 tipi di problemi sostanziali:

1. Il fatto di condizionare l’opinione degli altri secondo i tuoi parametri. Qui il problema nasce

quando i tuoi parametri della visione della realtà, soggettiva, sono aberranti, catastrofici (è

così che nascono molte guerre). Insomma si vuole imporre un unico punto di vista: il tuo.

2. Un altro problema nasce dal fatto di accondiscendere al volere di una maggioranza (punto 2)

pur sapendo che le sue idee non sono come le tue, o peggio ancora, che le idee condivise dai

più vanno contro la tua visione del mondo in maniera radicale.

Hai 2 possibilità: accettare le idee della maggioranza (magari con un compromesso), oppure essere

diseredato o peggio ancora essere considerato pazzo, eretico. Anche qui vi sono 2 possibili

alternative estreme: essere ignorato o essere ucciso (ovviamente con tutto ciò che vi è in mezzo agli

estremi, come per esempio essere criticato, condannato, preso in giro, declassato, punito, venduto).

Ma il problema paradossale sta anche nel fatto di doverti adattare di volta in volta alla visione che

hanno di te le singole persone che ti circondano e che hanno su di te varie aspettative, tutte diverse o

tangenti. Gli esseri umani, dopo secoli e secoli di prove, sono abbastanza bravi nel giocare a recitare

(inconsapevolmente mille parti per tanti ruoli quanti sono quelli che oggi ci sono richiesti di

interpretare). Ma a volte vi possono essere problemi di coordinazione in tal senso (voluti o casuali),

che vanno dal semplice “non me l’aspettavo da te” al complesso “non ti riconosco più è meglio che

non ci frequentiamo per un po’” (magari tra moglie e marito).

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Il punto è che non si può essere (almeno per un tempo determinato) quello che si è o si vorrebbe

essere: siamo il frutto della somma di ciò che siamo e ciò che glia altri hanno voluto che fossimo, e

in più tutto ciò può variare da momento a momento in base alla situazione, al contesto e ai fattori

interagenti in quel momento.

Insomma, a volte è più conveniente non essere quello che si vuole per essere ciò che vogliono gli

altri, ma in modo consapevole e premeditato.

È qui, in questo spazio che esiste tra il punto 1 e 2 (vedi) che si gioca la tua autodeterminazione. Per

essere ciò che vuoi devi prima essere ciò che non vuoi.

Esso è uno spazio piccolo, angusto, sottaciuto e inconsapevole, ma ogni giorno lotta per far sentire

la sua voce, ogni giorno ci divide, ci separa tra ciò che siamo (in base a come ci vedono gli altri) e

ciò che vorremo essere; tra ciò che facciamo per noi e ciò che facciamo per gli altri.

A proposito di quest’ultimo punto, sono convinto che, almeno in alcune fasi della nostra vita, ciò

che facciamo per noi e ciò che facciamo per gli altri ha un diverso peso nella bilancia, a favore del

secondo punto: molti addirittura, fanno più per gli altri convinti che serva a se stessi.

E ciò è anche giusto, essendo animali sociali. Un attore, anche il più dotato, non può recitare senza

un pubblico, così come un re non può regnare da solo, e questo perché tutti dipendiamo da qualcuno.

Allora dove sta l’autodeterminazione?

In ultima analisi, come abbiamo prima accennato sta nel mezzo, o meglio ancora non esiste

realmente e costantemente, poiché dipende da due cose “sbagliate” a priori e teoricamente

inconciliabili: come ti vogliono gli altri e come vorresti essere tu. I più entrano in una sorta di

compromesso, cioè quello che accennavamo prima nel fatto di fare più cose per gli altri

giustificando tali azioni come qualcosa che, anche se non subito. ci darà dei benefici, ed in genere è

così (si pensi al detto “nessuno da niente per niente).

Allora sorge un altro problema: se esiste l’altruismo allo stato puro del dare senza ricevere. Ciò è

paradossalmente impossibile, poiché se le tue premesse (e lo sono della maggioranza) consistono

nell’idea che se dai per gli altri ha dato anche per te (poiché in un futuro anche tu potrai ricevere

dalla stessa persona o da altri la stessa moneta), allora fai una cosa per gli altri sapendo che una

parte di ciò che hai dato ti ritornerà in un modo o nell’altro (basta comunque la sola idea per

consolarti/appagarti e annullare la dissonanza cognitiva che sta a monte di questo pensiero).

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Page 9: riflessioni personali - euforismi

Dunque, allo stato puro, l’altruismo non esiste, l’autodeterminazione non esiste.

Allora, cosa rimane di tuo? Sembrerà paradossale, ma tutto ciò che si fa nella vita risale a questa

domanda, cosa rimane di tuo. Di tuo rimane ciò che gli altri ti hanno lasciato (o lasciato che

rimanesse). Ed in certi casi ciò che rimane a te personalmente è niente, poiché hai dato tutto, hai

magari ricevuto tutto, ma cosa rimane di tuo?

Il destino non è altro che il casuale compromesso

o a volte l’impari negoziazione

tra ciò che vuoi e tutto ciò che puoi,

tra ciò che non vuoi e tutto ciò non puoi;

tra ciò che ti aspetti e ciò che non ti a-spettava,

tra ciò che sei e ciò che pretendi di essere.

Tra te e le infinite possibilità o le finite illusioni.

Tutto ciò che è fragile

Solo tutto ciò che è fragile ha la forza e l’impeto di sfiorare l’essenza o l’anima delle cose.

La mente o il cervello sono abbastanza fragili?

Idee per fare e per essere

Spento dalla folla che attraversa le strade notturne della mia mente

scorgo una luce da lontano: è un’altra Idea che illumina il sentiero.

Un Idea partita da lontano per arrivare stanca e umida nella mia mente

che la coglie nel momento in cui cerca di afferrarla.

L’idea ha tre componenti:

una componente sonora: basta!

una componente figurativa: gli occhi di un bambino pieni di sdegno;

una componente simbolica: l’odio.

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È una di quelle idee che si trasmettono facilmente poiché basta poco per rievocarla

dalla memoria: basta guardare il primo notiziario in tv, oppure sfogliare un giornale,

un libro di storia o udire la voce delle strade.

Ebbene, l’odio, la violenza, il potere, gli idoli. Sono questi elementi che viaggiano con molta

facilità, come virus, da una mente all’altra, da una nazione all’altra, non fermandosi, purtroppo,

allo stadio di mero pensiero ma ispirando il più delle volte all’azione, nell’ acting liberatorio e

propulsivo dell’odio, della lotta, della guerra.

Tutti siamo contagiati da una tale idea. Non esiste, attualmente un antidoto a tale epidemia, anzi,

siamo talmente assuefatti da conviverci che non esiste dentro di noi, ma al di fuori, e perciò non

ci riguarda. E, se consapevolmente tentiamo di controllarla (l’idea) ci rendiamo conto che è essa

che ci controlla, che ci plasma, così come ogni altra idea, nel bene o nel male.

Volendo dicotomizzare la questione, abbiamo 2 tipi di idee: una benigna (+) ed una maligna (-).

Entrambe entrano nelle nostre menti con la stessa forza persuasiva. Ma mentre la seconda idea

(-) è spesso collegata ad un’azione conseguente, la prima rimane spesso rinchiusa nei pensieri

senza passare all’azione e ciò perché è più facile, direi spontaneo per i più rendere operativa la

seconda idea, quella che porta inevitabilmente alla distruzione e al caos.

L’esempio potrebbe reggere anche ponendo che la prima Idea sia l’Ordine, la seconda il Caos.

Anche in questo caso, attualizzare la seconda Idea è più facile, più immediato.

Non basta, quindi, solo farsi contagiare dalle idee positive, bisogna poi adoperarsi per

attualizzarle e metterle in pratica.

Ci sono tanti principi che regolano l’esistenza, uno di questo è il contagio, l’imitazione:

purtroppo ci si fa contagiare a volte dalle idee sbagliate, e, si imitano modelli sempre più

decadenti e futili. Questa lettera è rivolta a tutti quelli che hanno voglia di farsi contagiate da, e

mettere all’opera, pensieri positivi che sappiano guardare avanti, che non si fermino

all’apparenza, e che hanno il coraggio di sperimentare quanto di buono e affascinante c’è ancora

in questo mondo, che sappiano guardare avanti con occhi di speranza, e, non più con gli occhi di

un bambino pieni di sdegno, e lo facciano pur pensando che non è facile. Ed è proprio per la sua

natura ardua e complessa che l’attuazione di un’Idea positiva richiede energia, tempo, forza e

sostegno. Occorrono più pensieri positivi, più idee per fare e per essere, fino quando non si

supererà il punto critico tale che il contagio delle idee positive avvenga su scala mondiale.

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Page 11: riflessioni personali - euforismi

Se ognuno riuscisse a contagiare di vita tre persone, basterebbero pochi giorni per attuare su

scala mondiale un programma di desaturazione della violenza.

L’idea ha come padre il cervello e come madre la società, uniti creano e plasmano il pensiero,

cosicché l’idea è qualcosa che pur non logorandosi ti può logorare…logaritmicamente. L’idea

ci plasma per essere a sua volta da noi riplasmata in mille forme perpetuanti e parallele, tante

quanti sono i mille volti dell’esistere. L’idea è informazione che forma delle reti collegate: un

atomo, un gene, un fonema, una società,l’uomo, internet, l’universo, l’infinito.

Le idee viaggiano lungo fili invisibili, contagiando, mente dopo mente, il vivere comune.

Siamo esseri irrazionali che cerchiamo di razionalizzare, cioè dividere, scindere, sintetizzare,

semplificare, lidere, dicotomizzare, separare.

L’incomunicabilità dentro e fuori di noi

Viviamo in tanti mondi, molti dei quali creati da noi, altri dalla società.

La nostra vita consiste anche nell’adattarsi di volta in volta alle mutevoli scene del frame

contestuale, sfoggiando, eventualmente, le nostre innumerevoli maschere.

Vi possono essere tre tipi di distanze (o barriere semipermeabili) che separano i mondi (e di

conseguenza possono renderli, qualora siano troppo distanti o disconnessi, incomunicabili,

inconciliabili, contraddittori, escludentesi, irraggiungibili, inaccessibili), esse sono:

1. La distanza fisica;

2. la distanza psicologica;

3. la distanza sociale.

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La relazione può rimanere ingabbiata nel contesto che la relazione crea.

Come siamo diversi e paradossali da mane a sera.

Anche il miglior attore stenta ad interpretare sempre bene se medesimo.

Non sogno le cose che accadono; accadono le cose che sogno!!!

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L’uomo è per adesso il migliore produttore e contenitore delle essenze “invisibili” (idee) dalle quali

è contenuto, che possiede ma che lo posseggono.

Un giorno le macchine potrebbero prendere il nostro posto di contenitori sovrani delle idee, ed

essere non solo contenitori delle idee ma anche contenuti. Poiché ciò che è invisibile ha bisogno di

entità reali e materiali per poter essere eterno.

Non si ha mai (se non raramente) la visione d’insieme di ciò che ci sta succedendo realmente

quando partecipiamo alle serie di relazioni, alla serie di input – output che comporta la

comunicazione. Quello che c’è concesso di sapere sono poche briciole del puzzle che a livelli

sempre maggiori costruisce e ricostruisce l’infinita scena della vita. Mentre qualcuno sta per venire

al mondo una vita nello stesso istante sta per spegnersi; mentre qualcuno fa un furto in banca

qualcun altro nell’altra parte del mondo ha vinto alla lotteria. Tutto è talmente collegato da risultare,

in definitiva complessivamente intricato, ogni cosa dipende da un’altra. Ogni cosa è regolata (e

regolante) da leggi che tessono le trame invisibili delle relazioni, delle azioni – reazioni. Sta

all’uomo capire tali leggi, oppure, l’essere umano è solo uno spettatore compartecipe e “impotente”?

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Page 13: riflessioni personali - euforismi

tutto è semplicemente complicato.

tutti conoscono qualcuno che conosce qualcuno che ci conosce.

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Umano part-time o robot a tempo pieno?

Bisogna constatare che anche la condizione di essere umano sta diventando

lentamente, sotto i nostri occhi increduli, un’attività part-time, . Chi per un

motivo chi per un altro è portato a criticare la sua o la di altri condizione di

uomini e ciò per varie ragioni: culturali, politiche, religiose, sessuali, razziali,

intellettuali, eccetera. Bisogna ritornare ad essere uomini (non nel senso

maschilista del termine, ovviamente sono incluse anche le donne nel discorso)

a tempo pieno, uomini che pensano e inter-agiscono in vista di una concezione

globale del mondo, la casa di tutti, ma purtroppo patrimonio di pochi affittuari

nonché something “sfrattatori”. Ogni individuo di questo pianeta ha le stesse

esigenze di ogni altro, vive con le stesse aspettative di ogni altro, sente e prova

le medesime emozioni, le quali ci insegnano ad essere più umani, ma la cui

voce che grida dal profondo è nascosta e si perde nel traffico roboante di

desideri materiali ed effimeri nel traffico globale dell’ingiustizia e dell’ipocrisia.

A forza di rin-negare le emozioni, l’unica escamotage naturale per superare le

crisi della ragione capitalistica e tecnocratica, abbiamo disimparato a sorridere

intensamente anche alla vista delle cose semplici e genuine, a stupirci delle

cose veramente belle come un tramonto, un dipinto, o la nascita di un cucciolo.

Tutto è nel complesso, semplicemente meccanico e freddo? Oppure qualche

scheggia di fuoco è ancora rimasta nel cuore delle persone. l’uomo del xx

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Page 14: riflessioni personali - euforismi

secolo vuole semplicemente essere simile ad una macchina, efficiente ed

efficace, che poi sappia trapelare qualche rudimentale e incerta emozione

come ad esempio l’amore, è cosa di poco conto, magari ci penseranno le

macchine a fabbricare qualche pillola della felicità facendo le veci dei nostri

naturali ormoni e neurotrasmettitori. Mah!!!

Tuttavia, siamo ancora in grado di recuperare dai ruderi della civiltà

postmoderna brandelli di essere umano e ricostruire quell’essere imperfetto e

inarrestabile che siamo. Se l’uomo non tornerà ad essere se stesso sarà

imperdonabilmente il responsabile del decadimento culturale e sociale cui

purtroppo sta andando incontro autoconvincendosi che quella che si accinge a

percorrere sia la strada giusta, che per certi versi è all’indietro. Più si darà

spazio alla tecnocultura più si sedimenteranno a fondo i veri bisogni e-motivi

dell’uomo e più essi si sostituiranno ad altri più effimeri da fast-food

consumistici.

L’uomo tende sempre più a diventare elettromeccanico, di contro, le macchine

tendono sempre più ad avvicinarsi a modelli umanoidi.

In un futuro, forse non troppo lontano, la specie umana rappresenterà per le

macchine quello che le scimmie antropoidi rappresentano adesso per noi:

antenati o predecessori, discendenti ancestrali giunti ad uno stadio evolutivo

“inferiore”.

Einstein, nella sua grande lungimiranza, in una sua celebre massima scriveva:

“un giorno le macchine potranno risolvere tutti i problemi, ma nessuna di esse

potrà mai porne uno”.

Certo è anche vero il fatto che abbiamo pochi validi esempi cui far riferimento

per “restaurare” la s-cultura umana; invece sono tanti, forse troppo i

contromodelli (purtroppo quelli più emulati) a fare da cornice alla società, sulle

quali si basa: sto parlando di modelli degenerazionali quali quelli di scissione e

dissociazione tra Stati, politiche, religioni, famiglie, classi e gruppi di ogni

genere…gli esempi sarebbero interminabili, tutto è diviso nella società. Ci sono

poche idee che propinano messaggi di unione e sodalizio. La scissione operata

a livello sociale, in linea con il modo analitico e divisorio con il quale opera la

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Page 15: riflessioni personali - euforismi

Ratio, si ripercuote inesorabilmente nelle menti più fragili di bambini e

adolescenti, o di persone robotizzate e per ciò disumanizzate. Fate circolare

idee di unione, messaggi di solidarietà: siamo tanto bravi a vendere e

condizionare tramite le pubblicità prodotti (senza offesa per nessuno) stupidi,

allora, mi chiedo, come mai non riusciamo a far attecchire propositi più utili per

l’uomo, che ridanno il senso della coesione umana e della svolta decisiva per un

mondo a misura d’uomo - e non a uomo da misurare - da soppesare e

rivendere.

Prima delle macchine devono “muoversi” e funzionare gli ingranaggi del

cervello (e non solo nella sua parte sinistra), altrimenti saremo ridotti a robot a

tempo pieno (con tutto il rispetto per i medesimi) o al massimo umani part-

time, magari pronti a cambiare “lavoro” non appena si presentano le prime

condizioni avverse di cui la società, nella sua infinità varietà di situazioni, è

pronta ad offrirci.

05/08/2004

20/08/2004

credenza ed esistenza

Qualsiasi credenza comporta una scelta di vita.

Allo stesso modo, qualsiasi scelta di vita deriva

da una credenza personale o radicata nel contesto sociale.

Siamo gli autori della nostra vita nella misura in cui siamo

anche i creatori/fruitori delle nostre credenze, delle nostre

aspettative e dei nostri modi di essere e pensare.

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Page 16: riflessioni personali - euforismi

La droga più potente è prodotta dai nostri sensi e da come ci costruiscono la realtà in maniera da

creare assuefazione.

L’oppio più potente è, invece, il pregiudizio creato nelle nostre menti, il cui fornitore ufficiale è

l’intera società con i suoi necessari dogmi e schemi semplificanti e con le sue paure.

I modi per contrastare l’assuefazione controllata e volutamente propinata sono da ricercare nella

nostra vera natura che non è solamente materiale e carnale e che di continuo ci parla ma alla quale

purtroppo non siamo più capaci di dare ascolto per abitudine al nostro corpo fisico e per

assuefazione alla “realtà” che è una nostro arbitraria costruzione: siamo dunque sordi d’orecchio

(altro organo colpito).

Anche la realtà è diventata intangibile sotto la spirale di assuefazione dei sensi divisi e inconsistenti.

La realtà è un sogno che la metacoscienza del Sé totale e integro ci insegna a distinguere e a

forgiare. Non fatevi ingannare dai sensi: l’essenziale è invisibile agli occhi.

Vi è un’equazione molto pericolosa che alberga nelle coscienze di ogni individuo:

Convinzione = Assuefazione

Tale equazione deve essere controbilanciata da un’altra equazione altrettanto potente, anche se poco

valutata, essa è:

Forza Mentale = Cambiamento

Questo mondo, fatto di materia, è l’esatta copia ma al contrario e in opposizione ad un altro mondo

o comunque ad una realtà parallela uguale e contraria.

Le leggi fisiche che valgono per questo mondo sono in contrasto con quelle che prevalgono

nell’altro più completo ed eterno: spazio e tempo, suoni e luci, materia e forme, dimensioni, tutto è

capovolto nell’altra dimensione. Ci sono tuttavia alcuni punti o ponti in comune tra questa e altre

dimensioni. Tutto, in un modo o nell’altro è collegato. Nella realtà dura e materiale questi

collegamenti sono fragili e quasi invisibili. Capovolgendo la situazione l’Altra realtà potrebbe

vantare collegamenti più saldi di modo che tutto ciò che è terreno e materiale potrebbe essere

maggiormente compreso, ma non viceversa (almeno ad un dato livello).

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Page 17: riflessioni personali - euforismi

Il nostro mondo è una copia. Vi sono persone capaci di cogliere, attraverso esperienze particolari

che non coinvolgono i comuni sensi, di attraversare questi ponti, di varcare la soglia di realtà che

separa questo mondo da forse infinite altre dimensioni.

Il nostro è il mondo dei sensi, in cui tutto è diviso, in primis passato, presente e futuro; corpo e

mente (o spirito, aura, ecc.) e così tutto il resto.

Certe Certezze

Certamente vi è capitato di scontrarvi con idee opposte con un’altra visione del mondo, che non

essendo piatto si presta comunque ad essere visto da più angolazioni…ma vi ostinate a dire che è

piatto, quando invece è il bicchiere di vetro opaco nel quale brindate alle vostre convinzioni che

cristallizza la percezione dell’altrimenti fluida realtà del modo.

Sono certe certezze che vi rendono certamente certi dell’incertezza che avvolge il mistero, o ciò che

chiamiamo tale. Il mistero non è altro che un ordine implicito nel quale non osiamo imbatterci per

paura di perdere certe certezze che certe non sono ma che certamente ci certificano chi siamo e cosa

pensiamo.

L’energia più potente e penetrante dell’universo è il PENSIERO.

Anzi è il pensiero che, essendo l’essenza di tutte le cose, infonde energia ad ogni azione che si

compia nello spazio, nel tempo e al di là di codeste dimensioni.

Il pensiero è energia che si espande, è creatività ad ogni livello, è pura forza, è materia e anima, è

mente è tutto. Ogni essere o cosa è un diverso livello di prefigurazione del pensiero, che può

assumere mille forme. È la “sostanza infinita” che può essere contenuta mentre ci contiene; che può

essere contenuto e forma, e che in definitiva può spiegare tutti i fenomeni essendone causa ed effetto

in un universo cosciente ed intelligente.

(Indagare ad es. la forza del pensiero che si manifesta nell’inconscio collettivo, il quale permette di

spiegare fenomeni come: apparizioni, ufo, Paradiso, miracoli, ecc.)

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Page 18: riflessioni personali - euforismi

Essere Umano

Ingredienti per una persona

30 gr. di “esperienze passate”

35 gr. di “confronto sociale e convinzioni”

20 gr. di “storia e geografia del luogo d’origine”

10 gr. di “mente” (dose minima consigliata)

10 gr. di “personalità”

Condire con aromi a piacere, sale e olio.

Attenzione: il prodotto gode di una estrema varietà culinaria che cambia in base al luogo e alle

tradizioni storiche del posto. Anche gli ingredienti variano a seconda della “stagione”

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Page 19: riflessioni personali - euforismi

Amore

Ingredienti per due persone

20 gr. di passione e miele

15 gr. di intimità

20 gr. di ascolto e confronto

10 gr. di sano umorismo (che è come il prezzemolo)

15 gr. di fedeltà e costanza

15 gr. di impegno reciproco

5 gr. di indipendenza

Si consiglia di servire caldo.

Va accoppiato a vini frizzanti e fruttati, con dolci a base di cioccolato.

Non ha controindicazioni. Ideale per una cena romantica.

P.S.: Per una buona riuscita del pasto mescolare bene gli ingredienti; se possibile aggiungerne di

nuovi, comunque preparare sempre il tutto in due; non usate parsimonia…19

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E ricordate: la fame vien mangiando!!!

Buon appetito

La verità non sempre sceglie i sentieri della ragione per venire allo scoperto. Vi sono strade quali

quella dell’umorismo, del gioco di parole, del paradosso, della fantasia, dell’allegoria e della

metafora, che nascondono verità profonde.

La Verità è un vero mestiere..

“Ci sono tranvieri che ti cambiano le coincidenze dei treni con regolarità, ci sono coincidenze che ti cambiano la vita con irregolarità. Ci sono cronisti che ti raccontano storie che non hanno mai vissuto,ci sono storie che ti raccontano tragici vissuti di cronaca.Ci sono meteorologiche annunciano quando pioverà.ci sono piogge che preannunciano quando ètempo di cambiare meta.

Ci sono pittori di strada che dipingono il tuo volto,ci sono volti nei quali s’intravedono le mille strade percorse...Ci sono orologi fabbricati ad hoc che scandiscono con precisione ogni attimo della nostra vita,ci sono vite che anche con imprecisione vivono ogni attimo come fosse (l’) oro.Ci sono verità nascoste nella notte dei sensi e della ragione,verità che non vedranno mai la luce del giorno,mentre altre verità nascono da semplici parole di un giocoliere. La verità, figlia della Luce, è qualcosa che si impara a fatica e con zelo ma col tempo si diventa operai della verità, costruttori di certezze,

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fabbricanti di Vita Vera.

Quando le parole sono vere emettono un suono diverso che risuona non solo nella mente di chi le

recepisce ma anche nel suo cuore producendo una vibrazione sinestesica che riecheggia all’infinito.

Ogni cosa influenza qualcosa

Chi lascia una traccia, traccia un tracciato

tracciando un percorso intrecciato.

Paradossi: l’eccesso può essere un difetto.

________________________________________________________________________________

Nel corso della storia si è avuta una tendenza a conoscere i misteri dell’universo e le cose spirituali

di cui l’uomo si sentiva parte integrante. Con l’avvento della “scienza esatta” dell’empirismo e della

chimica (contrapposta all’alchimia) ci si è progressivamente allontanati da quella dimensione di

ricerca e crescita spirituali e ci si è spinti fin dentro la realtà materiale così da esserne sopraffatti

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allontanandoci dalla luce di una realtà più grande, implicita, fuori e dentro di noi. Anche se la

scienza riuscirà un giorno a carpire i segreti più reconditi dell’universo non sarà in grado di

distaccarsi dalla sua zavorra materiale che non la farà innalzare verso quell’esperienza necessaria di

completezza che solo lo “Spirito” può dare. La scienza è condizionata dal suo metodo (quello

scientifico), il suo metodo è condizionato dallo scienziato che lo attua e lo propone, lo scienziato è

giocoforza condizionato dal periodo storico in cui vive, dalla società a cui sono destinate le scoperte,

e comunque da una serie progressiva di variabili intervenienti di cui il metodo scientifico dovrà

tenere conto.

In fondo cos’è l’armonia?

Il perpetuarsi di un ordine che riunisce elementi (note, idee, esseri)

diversi, complementari e contrapposti per creare l’infinita musica celeste

che può risuonare dentro ciascuno di noi in modi diversi usandoci come cassa di risonanza.

Anche tu sei un punto nell’universo, la tua orbita e il tuo raggio d’azione a cose coincidono?..

a infinite coincidenze?

Tu hai un non essere e infiniti esseri: uno-molti

Noi creiamo la realtà in base ai parametri della percezione e in regola con i funzionamenti delle proprietà mentali, energetiche, che investono le molecole dell’universo.In particolar modo, ad un livello personale e psicologico, noi costruiamo la realtà circostante (ipostatizziamo) soprattutto in accordo con alcuni criteri del circuito relazione – comunicazione – comportamento – all’interno di un contesto sociale e relazionale. In particolare si deve tener conto:

1. A chi si comunica cosa2. in che modo (dove)

La realtà sarà il frutto della nostra relazione con l’altro. Ma essa è sempre frammentaria poiché l’altro è sempre qualcos’altro.

Le cose si affrontano di petto o di patto (mai di putto e potto)

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Presenze Impalpabili

Gli sguardi che m’incrociano...attraversandomi.I gesti di velluto a volte enigmaticie infinitamente interconnessi.

I sospiri, le parvenze, i gemiti impenetrabili e repentini:punti di arrivo e di partenza.

I misteriosi codici facciali;le pergamene vuote del silenzio estatico: indecifrabili...

Tutto questo è un dono gratuito,tutto ciò è contemplazione gravida di sensazioni e magie.

Fossi solo appena in grado di esprimere a parole codeste immagini vorticose!(Come le onde del mare: avanti e indietro, verso te e lontano da te)Sarei una Monade onnisciente...

Ma posso solo sfiorare l’incantesimo dinamico che fluisce segreto e mi attraversadepositando in me presenze impalpabili......

(Daniele Scozzari, 22/05/05)

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Page 24: riflessioni personali - euforismi

O foglio, caro foglio, tu che fino a poco fa eri pallido e bianco,

vergine e imprevedibile, plastico e totipotente,

aspettavi forse qualcuno che posi

prima lo sguardo e poi il pensiero su di te?

Ti sei chiesto quale destino ti attendeva, cosa saresti divenuto, chi ti avrebbe letto?

Adesso cominci a prendere forma, la forma mentis impressa da uno sconosciuto, ma

te per te è uguale, non ti lamenti, non ti importa chi e come scrive,

rimani li, fisso e inerte, ciò che trasmetti è sgomento misto ad enigma.

O foglio adesso devi convivere con queste parole, amalgamarti ad esse, cercare un

compromesso e lo fai sempre in modo tacito e rassegnato. Come un figlio che cresce e

matura e poi va per la sua strada. ma la tua è già tracciata.

Se potessi tu scrivere cosa diresti, come lo diresti? A chi ti rivolgeresti?

Ma tu non parli, fai parlare, non scrivi, aspetti che una penna ti sfiori e lasci una

traccia. Non preoccuparti non ti cestino. Almeno io. Sarò comprensivo, ti lascerò

vivere, anzi, convivere. Purtroppo dovrai adattarti per un bel po’ a quest’insieme,

forse sconnesso di pensieri.

La fine dell’inizio

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Il problema di come iniziare a scrivere con le sottogategorie di cosa, come, perché, quando e dove scriverlo, si presenta fin dall’inizio anzi ne è parte integrante di ogni operazione di scrittura libera e schiava a sua volta. Come descrivere l’attimo che sfugge mentre pensi di pensare? Come annotare nella mente e poi nel foglio ciò che ti sovrintende? E perché pretendere tutte le risposte?Ogni scrittura inizia con un immagine, ogni pensiero può terminare dentro ad un immagine, ogni contesto cerca il suo pre – testo. Non esiste un buon inizio senza una buona fine o viceversa? Inizio con l’indizio.

IN ATTESA

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Questo può essere:

un codiceil frutto di una casualità che potrebbe rivelarsi importante, un passatempo la domenica seraun errore di stampa

La risposta è inattesa….

Flash 25

Page 26: riflessioni personali - euforismi

Una soluzione per la vita bella da morire.

Una volta c’era anche una cera volta a voltarsi cercando di voler volar.

Nel destino è presente il futuro del passato.

Qualcuno rispose di si così…..

Le cose fatte da Sole finiscono sempre al Luna le cose fatte alle due finiscono alle tre le cose fatte male finiscono primale cose fatte con cura, se curati durano

Il terzo campo ovvero il campo mediano deriva dall’interazione dei punti tangenti dei due o più estremi. Ad esempio il campo che deriva dall’interazione tra Le decisioni da prendereil gruppo di riferimento/target e situazione di rif.Le persone coinvolte

Standard di gradimento Houmor

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barzellette lette (5)barzellette recitate da un cabarettista (7)barzellette lette da un’altra persona (6)

La risata migliore viene quando riesci a coinvolgere più sensi (ad es. il cabaret in piazza, o le risate tra amici, compagni, genitori, eccetera.

Dipende dal grado di vicinanza affettiva + coinvolgim. sensoriale e cognitivo/emotivo (inserito dentro un frame atipico, paradossale, stimolante ed emozionante, evocativo, catartico). + condivisione modelli operanti (e rete relazion.).

C’è un momento, un periodo della vita, una circostanza in cui ti chiedi qual’è lo scopo della tua esistenza e quale quella di chi ti circonda ed è in relazione con te. Ci sono persone che ti stimano, altre che sembrano sfiorarti, altre non le incontrerai mai più, molte altre ti sembrano amichevoli. Alcuni gesti che sembrano contraddire quello che sei, spesso l’etichettamento vale più di ciò che in realtà ognuno potrebbe esprimere potenzialmente in un contesto più ampio, senza i limiti del pensiero convergente, aprioristico. Il fatto è che viviamo dentro ad un paradosso e finché siamo bravi a tenere le briglia della coerenza tutto sembra realisticamente incasellato al suo posto, una posizione fittizia che ci appaga nell’hic et nunc del momento-contesto offertoci. L’uomo ha una miriade di possibilità che spesso rimangono atrofizzate, tronche e congelate. Siamo il risultato di quello che abbiamo appreso, di ciò che abbiamo sperimentato, di quello che ci piace o non piace fare, dire, essere, avere, pensare, tacere, contraddire, esibire. Ogni parola, ogni morfema ha una diversa risonanza in ciascuno di noi. Le parole creano e distruggono, amano e odiano, vivono e muoiono e noi con loro. La nostra è una continua lotta tra essere e apparire, tra implicito ed esplicito, comprensione ed interpretazione, denotazione e connotazione. Il genio, il creativo o l’artista si sentono in dovere di comunicare a se stessi e soprattutto agli altri, direttamente o indirettamente, che la vita può essere vissuta a partire dalle piccole gioie dell’attimo che fugge, del colore che si fa messaggio e del messaggio che diventa arte. Le persone guardano i quadri, forse ammirano le loro stravaganti e talvolta criptiche disposizioni spaziali, se ne sentono parte e li rinnegano a sua volta, li consumano in un attimo, come farebbero con degli oggetti di uso comune esposti dietro una vetrina allestita a modo. Sono troppe le informazioni che ci bombardano e in questa miscellanea esibizione comunicativa, empassant, ci sembra di precipitare in un groviglio di anestetici take a way. Accendi la tv e cerchi di capire perché tanta scemenza, perché tanta ipocrisia farcita di belle e brutte figure; perché tanti discorsi polemici e aneddotici, banali cliché di un pensiero collettivo convergente e

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megalomane. Apro l’email e leggo sempre i soliti annunci di un lavoro che mai farò, di una mailing list alla quale ho aderito forse per noia o per provare cose nuove. Nella fornace di internet tutto brucia in un attimo, le cose sagge assieme alle pornodive del momento, i necrologi assieme a banner vivaci e assortiti. Ormai parliamo linguaggi incomprensibili, usiamo termini forbiti per cose facete. Tutto è un paradosso.

POESIE

Il ragno

Il ragno tesse le sue tele,senza vene scorre il fiume di rabbia,come se avessimo esaurito le forze germinali tutto sembra precedere lo sguardo criminale e nella penombra tu mi sorridi, gracile sirena dagli occhi di cristallosei tu che mi aspetti nell’angolo dell’inatteso aspetto dell’insaziabile vuoto. Il ragno tesse le sue tele,senza fiato un bimbo geme nella sabbia,come se avessimo esaurito lo spirito della rivalsa niente ormai procede con lo sguardo inoppugnabile.E nella notte piangi, fragile senso dell’impotenza,sei tu che mi cerchi negli angoli remoti della mia galassia dove i suoni e le parole diventano oggetti e mausolei. Il ragno tesse le sue tele, con mille mani per possedere e mille occhi per osservare, il vuoto intorno alle parole.

La strada (29-10-2006)

La strada mi attraversavami scorreva dentro come un mare silenzioso,

ed io risposi a quel silenzio camminando.La strada mi oltrepassava

vibrava forte il suo passaggio28

Page 29: riflessioni personali - euforismi

nelle luci e nelle voci vedevo e sentivocalpestavo il suo corpo percosso

giungevo verso il luogo del riposo.La strada mi plasmava

ed io ero immerso in un turbine di immagini in movimentoero io ad andare o era la strada a venire.

La strada mi attraversavaGli scorrevo dentro come un mare silenzioso.

Equilibrio (29-10.-06)

In assenza di equilibrio fisico cadoIn assenza di equilibrio mentale ricado.La ricerca dell’equilibrio è una costante

cado e ricado in modo equilibratoOra mi libro oltre l’equilibrio

Per mostrare ad altri che dall’alto la terra è un punto in equilibrio

cade e ricade costantemente e si rialza in maniera equilibratacome un vecchio o un bambino che cadono per non ricadere.

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