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Tariffa Associazioni Senza Fini Di Lucro: Poste Italiane s.p.a Sped. in Abb. Postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB Forlì. L’accumulo di nozioni ed esperienze durante tutta la nostra vita ha lo scopo di porre la nostra esistenza su basi solide e sicure, ma nel frattempo, l’essenziale non è lontano da noi, e lavora in silenzio, dall’interno e dall’esterno. Se il nostro sforzo è di allontanarci il più possibile dall’essenziale, guardando da un’altra parte, nascondendo la testa sotto la sabbia o scrollando le spalle, ciò nonostante l’essenziale è paziente e predilige le vie nascoste alla vista dell’ego. Fino a che, un giorno, ci troviamo ad un punto morto, con la nostra presunta “conoscenza” piegata, muta di fronte ai grandi interrogativi della vita, all’essenziale. In quegli istanti una gioia sorge da quel punto morto del nostro presunto conoscere. Quello che reputavamo un “non sapere” scopriamo essere una grande gioia. In quel “non sapere”, cercare e trovare giungono a una fine, e noi stessi veniamo cercati e trovati.Attendere equivale quindi ad avanzare. E qui, inaspettatamente, diviene parte di noi la Coscienza superiore, l’esperienza di una vera Conoscenza, con la C maiuscola. Una Conoscenza proveniente da un altro Ordine.

Rivista Pentagramma 6/2013

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Rivista della scuola Rosacroce d'Oro

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    Laccumulo di nozioni ed esperienze durantetutta la nostra vita ha lo scopo di porre lanostra esistenza su basi solide e sicure, manel frattempo, lessenziale non lontano danoi, e lavora in silenzio, dallinterno edallesterno. Se il nostro sforzo diallontanarci il pi possibile dallessenziale,guardando da unaltra parte, nascondendo latesta sotto la sabbia o scrollando le spalle, cinonostante lessenziale paziente e prediligele vie nascoste alla vista dellego. Fino a che, un giorno, ci troviamo ad un puntomorto, con la nostra presunta conoscenzapiegata, muta di fronte ai grandi interrogatividella vita, allessenziale. In quegli istanti unagioia sorge da quel punto morto del nostropresunto conoscere. Quello che reputavamoun non sapere scopriamo essere una grandegioia. In quel non sapere, cercare e trovaregiungono a una fine, e noi stessi veniamocercati e trovati.Attendere equivale quindi adavanzare. E qui, inaspettatamente, divieneparte di noi la Coscienza superiore,lesperienza di una vera Conoscenza, con laC maiuscola. Una Conoscenza proveniente daun altro Ordine.

  • 2013 NUMERO 6

    pentagrammaLectorium Rosicrucianum

    Il Canto segreto di Lode

    Il Nos e luomo

    Come un sorriso dal cielo

    Pitagora e la sua scuola

    Verso una rivoluzione mondiale dellanima

    Errando nella terra di nessuno

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    [email protected]

    RIVISTA TRIMESTRALEDELLA SCUOLA INTERNAZIONALE

    DELLA ROSACROCE DOROLECTORIUM ROSICRUCIANUM

    La rivista Pentagramma si propone di attirare

    lattenzione dei lettori sulla nuova era,

    che cominciata per lo sviluppo dellumanit.

    Il Pentagramma da sempre il simbolo delluomo

    rinato, delluomo nuovo. anche

    il simbolo delluniverso e del suo eterno divenire,

    grazie al quale si manifesta il Piano di Dio.

    Tuttavia, un simbolo ha valore solo se diventa realt.

    Luomo che realizza il pentagramma nel suo

    microcosmo, nel suo piccolo mondo,

    sul cammino della Trasfigurazione.

    La rivista Pentagramma invita il lettore

    a compiere questa rivoluzione spirituale

    in se stesso.

    Viene pubblicata nelle seguenti lingue:Italiano, Francese, Tedesco, Inglese, Spagnolo, Ungherese, Olandese, Polacco, Portoghese, Svedese. (La rivista esce sei volte allanno.)

    Redazione:Pentagramma,Maartensdijkseweg I,NL - 3723 MC Bilthoven.e-mail: [email protected]

    Indirizzo della redazione italiana:Via Montepaolo 29, 47013 Dovadola (FC)Tel.0543 [email protected]

    Amministrazione e abbonamenti:Lectorium Rosicrucianum,Via Montepaolo 29, Dovadola, Forl.www.rosacroce.info

    Lectorium Rosicrucianum,CH - 1824 Caux, Svizzera.

    Abbonamenti:. 25.00 abbonamento annuale,

    . 5.00 a copia,. 5.00 copia arretrata.

    Proprietario:Associazione Lectorium Rosicrucianum

    Editore:S.A.S. Edizioni Lectorium Rosicrucianum

    Direttore responsabile:Eva Cristina Casciello

    Stampata presso la tipografia:

    ATENA.NET S.r.l. Via del Lavoro, 2236040 Grisignano VI

    Autorizzazione del Tribunale di Forl n.16/99 dell11/05/99

    Per concessione dellaRozekruis Pers, Olanda.

    Tribunale competente per qualsiasi controversia:Tribunale di Forl.

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    Sommario

    Il Canto segreto di Lode

    Il Sole 5, 35, 43, 46

    Il Nos e luomoI Perle ermeticheII Dio, il cosmo e lessere

    umanoIII Luomo un dio mortaleIV Il Nos e PimandroV Il risveglio del Nos

    Come un sorriso dal cielo

    Pitagora e la sua scuolaUna esplorazione in sette parti

    I Un pensiero di 2600 anni faII Il mito di dionisioIII La TetraktysIV La restaurazione della triadeV I Versi dOroVI Le quattro scienzeVII Dietro il velo...

    Impressioni dal cammino di esperienze di un allievoVerso una rivoluzione mondiale dellanima

    Del non sapere e oltreErrando nella terra di nessuno

    PENTAGRAMMA

    Poi lasciai quella regione e mi elevai verso la prima sfera,brillante di una luce sfolgorante, quarantanove volte piintensa di quella di cui io brillavo nel firmamento. Al mioarrivo davanti alla porta della prima sfera, tutte le sue portesi misero in movimento e si aprirono di concerto. Penetrainelle dimore di questa sfera, e tutti gli arconti e tutti quelliche vi si trovavano entrarono in agitazione.

    In questo brano tratto dalla Pistis Sophia ci si riferisce alcampo solare, chiamato prima sfera. il campo delsistema solare di cui la terra fa parte. Per ascendere aquesto campo, la luce del terzo mantello deve divenirequarantanove volte pi potente, e ci possibile.Nelluniverso vibra una forza gnostica che sfugge a ognicontrollo e a ogni interpretazione scientifica. Questaforza permette che il debole e linsignificante divenganoil forte e il maestoso. Perci, un figlio di Dio che possaunirsi a questa forza gnostica sfugge a ogni sollecitazionee dominio naturali.

    Jan van Rijckenborgh, I Misteri Gnostici della Pistis Sophia

    Il cammino verso il sole

    2013 NUMERO 6

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    Tat: Padre, vorrei sentire il canto di lodeche tu, come mi hai raccontato, hai sen-tito cantare dalle Potenze quando aveviraggiunto lOgdoade.Ermete: Conformemente a ci che Pimandroha rivelato nellOgdoade, approvo la tuafretta per abbattere questa tenda, visto cheora sei puro. Pimandro, lo Spirito, non mi harivelato nulla pi di quanto ho scritto, bensapendo che io stesso sono in grado di com-prendere, di sentire e di vedere tutto quantodesidero. Egli mi ha ordinato di fare tutto ciche buono. Perci, le forze che sono in mecantano sempre.Tat: Padre, anchio desidero sentire e conosceretutto ci.Ermete: Allora, sii silenzioso, figlio mio eascolta questo canto di Lode, lInno della rina-scita. Non era mia intenzione renderlo noto, masolo a te che sei giunto al termine di questa ini-ziazione. Questo Canto di lode non si insegna,infatti, ma resta celato nel silenzio. Mettiti,

    La gnosi ermetica di Ermete Trismegisto offre della creazione, del mondo e dellumanit una triplice visione perfettamente manifestata nella forma. Una forma in cui lessere umano pu coscientemente integrarsi.A tal fine, necessario che lessere umano impari a conoscere lanima, e a prenderla come sua guida. Lanima, in seguito, si volger verso linteriore e rifletter su ci che vero e giusto. Nel XIV libro del Corpus Hermeticum, Ermete e Tat il Nous (lanima) e lessere umano che sa ascoltare elevano un canto di lode allUnico, al Creatore infinito.

    Il Canto segreto di Lode

    SU RINASCITA E INIZIAZIONE

    allora, in un luogo allaria aperta, con il viso ri-volto verso il vento del sud dopo il tramontodel sole, inginocchiati e prega; fai la stessa cosaquando sorge il sole, ma rivolgiti, allora, versoloriente. Ed ora, figlio mio, fai silenzio.

    IL CANTO SEGRETO DI LODE.Che tutta la natura del cosmo ascolti questocanto di lode.Apriti, o terra! E le acque del cielo aprano leloro chiuse allascolto della mia voce.Voi, alberi, siate immobili! Perch voglio cantare e lodare il Signore delCreato, il Tutto e lUnico.Apritevi cieli! Voi, venti, placatevi affinchlimmortale ciclo di Dio possa accogliere lamia parola. Infatti, canter la lode di Coluiche ha creato lintero universo, che ha indi-cato alla terra il suo posto e che ha fissato ilfirmamento, che ha ordinato allacqua dolcedi lasciare loceano e di spandersi sulla terraabitata e disabitata al servizio dellesistenza e

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    Ermete . Ermete incarna il vero Uomo celeste che ha attraversatole porte della Testa dOro. Perci chiamato Trismegisto, il trevolte grande o il tre volte sublime. In effetti, lUomo celeste ,in un triplice senso, assolutamente sublime dal punto di vista dellareligione, della scienza e dellarte pura. Religione, scienza e arteformano in lui un triangolo equilatero perfetto.

    Jan van Rijckenborgh

    Giovanni Fattori (1825-1908), Tramonto sul mare, circa 1890

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    della sopravvivenza di tutti gli uomini; che haordinato al fuoco di risplendere per ogni usoche vogliano farne gli Dei e gli uomini.Lodiamo insieme Colui che elevato al disopra di tutti i cieli, il Creatore di tutta la na-tura. Egli lOcchio dello Spirito: a Lui sia lalode di tutte le potenze.O voi, forze che siete in me, cantate la lodedellUnico e del Tutto, cantate in sintonia conla mia volont, o voi forze che siete in me.Gnosi, o santa conoscenza di Dio, illuminatoda te mi dato di cantare la Luce della cono-scenza e di rallegrarmi nella gioia dellAnima-Spirito.O voi, forze, cantate tutte con me questocanto di lode. E tu, modestia, e tu giustizia inme, lodate per me quello che giusto.O amore per il Tutto in me, loda il Tutto inme; o verit, loda la verit, o bont loda ilbene.Da Te, o Vita e Luce, proviene il Canto dilode e a Te ritorna.Ti ringrazio Padre, tu che manifesti le forze; tiringrazio Padre, tu che sospingi il potenzialeallattivit. la tua parola che canta, attraverso di me, latua lode. Ricevi attraverso me il Tutto, comela Parola, come unofferta della Parola.Ascolta ci che le forze in me esclamano: esselodano il Tutto, esse compiono la tua volont. La tua volont emana da Te e tutto ritorna a Te. Ricevi da tutti lofferta della parola.Salva il Tutto che in noi. Illuminaci, o Vita, Luce, Soffio, Dio.

    Infatti, lAnima-Spirito il custode della tuaParola.O Portatore dello Spirito, o Demiurgo, tu sei Dio.Questo esclama luomo che appartiene a te,attraverso il fuoco, attraverso la luce, attra-verso la terra, attraverso lacqua, attraverso loSpirito, attraverso le tue creature.Ho ricevuto da te questo Canto di lode dal-leternit, come il riposo che cercavo, graziealla tua volont.

    Tat: Ho visto, Padre, come secondo la tua vo-lont questo Canto di lode deve essereespresso. Ora, lho espresso anche nel miomondo.Ermete: Figlio mio, devi dire nel mondo auten-tico, cio nel mondo divino.Tat: S, nel mondo vero, Padre, ho potere.Grazie al tuo Canto di lode e il tuo ringra-ziamento, lilluminazione della mia Anima-Spirito divenuta perfetta. Ora, anchiovoglio rendere grazie a Dio dal pi profondodel mio essere.Ermete: Non essere avventato, figlio mio.Tat: Ascolta, Padre, ci che dico nellAnima-Spirito: a Te, o primo artefice della rinascita,a te, mio Dio, io Tat faccio lofferta dellaparola. O Dio, tu Padre, tu Signore, tu Spi-rito accetta da me lofferta che tu desideri. Infatti, tutto si compie conformemente allatua volont.Ermete: Figlio mio, dunque tu offri a Dio, alPadre di ogni cosa, unofferta a Lui gradita.Per, aggiungi ancora: mediante la parola!

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    I L S O L E

    Il sole visibile unespressione del sole spirituale invisibile. Il sole visibile era denominatoRa o Aton dagli Egiziani, Elios o Apollo dai Greci e Vulcano dai Romani. molto pi di

    una semplice controparte materiale del sole invisibile. Il sole visibile trasmette le forze cheil sole invisibile e spirituale il Logos del sistema solare libera nel nostro cosmo. In

    questo modo, nella vita quotidiana e spirituale di ciascuno, il sole come un appello cheviene dallOriente e che va incessantemente da est a ovest. Perci detto: Lavora finch

    giorno e fa buon uso del tuo tempo. cos che luomo pu testimoniare della gloriadellUnico, il Creatore infinito.

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    Lasciati compenetrare dal pensiero che nulla ti impossibile; considerati immortale e capacedi comprendere ogni cosa, le arti, le scienze ela natura di tutto ci che vive. (Libro II, v. 80)

    C he cos lermetismo? Questa correntespirituale ci accompagna, probabil-mente, fin dallinizio della nostra era,anche se la sua origine risale al mondo delledivinit egizie, a Ermete Trismegisto, il trevolte grande. Questa interpretazione si perdenella foschia della storia e la questione, vera ofalsa che sia, rimane.Se esaminiamo la storia dellumanit, vediamouna molteplicit di correnti filosofiche o spiri-tuali che nascono, spariscono, per rinascere epoi sparire di nuovo. A volte, queste correntisono orientate pi sulla filosofia, a volte sullareligione, ma sono sempre parte integrante diun contesto culturale. Questa alternanza si-mile ai fili che vengono intrecciati per formareuna corda, appaiono regolarmente sulla super-ficie e poi scompaiono di nuovo verso lin-terno. Lermetismo come uno di questi fili.Altri fili sono gli antichi misteri egizi, la filoso-fia ellenistica, lebraismo, il cristianesimo, lognosticismo, il buddismo, lislamismo, il sufi-smo, il razionalismo, la scienza e altri ancora.Queste correnti non sono estranee le une allealtre, perch sovente hanno molti punti in co-mune tra di loro. Per esempio, lermetismo ha

    Nella nostra vita tormentata e agitata, le perle dellermetismo della saggezza di Ermete Trismegisto appaiono come un privilegio e un dono prezioso.Giovanni Fattori, La torre rossaMuseo civico Giovanni Fattori, Livorno

    Il Nos e luomoI PERLE ERMETICHE

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    numerosi punti in comune con certi aspettidella filosofia ellenistica e del pensiero gno-stico. Incontriamo lermetismo per la primavolta negli scritti del Corpus Hermeticum.

    Tuttavia, notiamo che i primi ermetici nonutilizzavano il termine ermetismo per qua-lificare il loro metodo, ma stato adottato inseguito, anche se il riferimento ad Ermete

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    avvenne molto presto. Lermetismo non un sistema chiuso, unadottrina. Al contrario, pu trasformarsi secondole circostanze, come il camaleonte che ha lapropriet di cambiare colore. Alcuni studiosisottolineano le grandi differenze tra i singolitesti che compongono il Corpus Hermeticum.In effetti ci sono delle differenze, ma forse lavisione scientifica non permette di comprendernelaspetto essenziale.Comparso tra il 100 e il 300 d.C., il CorpusHermeticum si compone di diciotto libri sottoforma di insegnamento, di dialoghi tra maestroe allievo, di preghiere. Le sue fonti sono di-verse. Alcuni testi sono scritti in greco, altri incopto e in aramaico. Cos, non possibile co-noscere chi sia lautore dei testi. Vi si ricono-scono influenze ellenistiche, egiziane, ebraichee gnostiche.Il Corpus Hermeticum originario di Alessan-dria dEgitto, grande focolaio culturaledellAntichit, il cui centro fu la sua immensa,straordinaria biblioteca. Alessandria era unagrande metropoli, la si potrebbe definire laNew York di quellepoca. Per molti secoli il Corpus Hermeticum caddenelloblio, ed era conosciuto soltanto per le cri-tiche dei suoi denigratori. Le cose cambiarononel XV secolo, nella Firenze dei Medici,quando il filosofo Marsilio Ficino tradusse inlatino i manoscritti redatti in greco.Il Corpus Hermeticum non mai stato un

    best-seller, e non lo oggi. Questo non perchsia difficile da comprendere, ma a causa dellasua natura esoterica e per il fatto che trattatemi profondamente spirituali. Inoltre, alcunidi questi temi devono essere interpretati se-condo il metro del contesto sociale di quel-lepoca, e cos non soddisfano il gusto corrente.Una parte del testo potrebbe essere definitocome pedante, falso o ingenuo. Tuttavia, questiaspetti accessori riguardano lo stile, perchlessenza di questi testi magnifica e la loroinfluenza perdura nella storia dello spiritoumano. sorprendente e commovente, leg-gendo il Corpus Hermeticum, accorgersi chelautore ci considera quali soggetti dei suoiscritti. Sono passati 2000 anni, e scopriamoche qualcuno ha vissuto e provato ci che noiviviamo e proviamo oggi. come se questi2000 anni passati non contassero. E, a ben ve-dere, non contano.Lermetismo una filosofia basata sulla reli-gione e i suoi temi principali sono: la crea-zione; il rapporto tra Dio, il mondo e lessereumano; lessenza della verit, del bene e delmale; la vocazione e il compito dellumanit.Per questi articoli abbiamo pensato di appro-fondire i seguenti concetti ermetici: il rapportotra Dio, il cosmo e lessere umano; lessereumano in quanto dio mortale; lispirazione e ilrisveglio grazie al Nos.

    Sono passati 2000 anni, e scopriamo che qualcuno havissuto e provato ci che noi viviamo e proviamo oggi

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    Il Nos e luomo

    Per questo, Dio deve essere venerato con inomi il Bene e il Padre, nomi che spettanosolo a Lui e a nessun altro. (Libro VI, v. 37)

    Sullantica questione filosofica: Qual lacausa prima? il Corpus Hermeticum ri-sponde: Dio. Il testo insiste sul fatto cheDio inconoscibile per luomo e sulla neces-sit di seguire un processo di sviluppo interioreper unirsi a Dio. Ritorneremo su questo punto pi avanti. Il Corpus Hermeticum definisce Dio come ilBene o lunico Bene, perch il Bene ilsolo nome, con quello di Padre, che gli si ad-dice. Questo termine sottintende una evidentepreferenza per la perennit, limmutabilit eleternit. Il Corpus Hermeticum d al con-cetto di cambiamento una connotazione ne-gativa. Oggi, al contrario, questo concetto percepito in modo positivo: la parola cambia-mento comunica dinamismo. Invece, per ilCorpus Hermeticum non il cambiamentoche va ricercato, ma il riposo.

    In questo risiede la sofferenza del mondo: larotazione e la scomparsa in ci che viene defi-nito morte. La rotazione , infatti, ripetizionee la sparizione rinnovamento. (Libro II, v. 62)

    Questa affermazione nel Corpus Hermeticume non in uno scritto buddhista!Una chiara distinzione viene fatta tra il mondo

    a noi noto con le sue opposizioni, la sua com-plessit, la sua finitezza e la morte e lunicobene. Dio immanente in ogni cosa.

    ancor pi giusto dire che Dio non contienetutte le creature in s, ma che, in verit, Egli tutte loro! [...] Dio racchiude tutto in s, nonvi nulla al di fuori di Lui, ed Egli in tutto.(Libro XI, vv. 23-24)

    Che Dio sia in tutto , certo, una meravigliosanotizia. Molte persone ne traggono la conclu-sione che sia sufficiente abbandonare lillu-sione del nostro distacco dal divino persuperare questa separazione. Quindi, per al-cuni, solo una lacuna della nostra percezioneche ci separa da Dio. Tuttavia, il principio sucui si fonda il Corpus Hermeticum un altro:si tratta, soprattutto, di un problema di vibra-zioni. Dio in tutto non significa che tutto in uno stato divino, bens che esiste, per tutti,la possibilit di ritornare a Dio. Un cambia-mento interiore si rivela assolutamente neces-sario: la rinascita del divino in noi. Il CorpusHermeticum stabilisce una chiara differenzatra il mondo terrestre e il mondo divino.Nella Tavola Smeraldina altra testimonianzaermetica leggiamo: Quello che in basso come quello che inalto, e quello che in alto come quello che in basso, affinch si compiano i miracolidellUno.

    II DIO, IL COSMO E LESSERE UMANO

  • Il ritorno di quello che in basso verso quelloche in alto partecipa dei miracoli dellUno.Questi miracoli caratterizzano lopera del di-vino. Noi possiamo parteciparvi in modo co-sciente e attivo, oppure come spettatoriquando nessun miracolo si verificato nellanostra coscienza. Senza essere in grado di com-prendere, siamo spinti verso altri stati dessere.Quello che in basso come quello che inalto, non significa che coesistono due mondiparalleli uguali, ma che si influenzano a vi-cenda. Cos, il pi sottile, che in alto, penetrail pi grossolano, che in basso. Linferiore siconforma alle attivit del superiore, secondo leparole del Corpus Hermeticum:

    Anche le illusorie attivit di quaggi dipen-dono da lass, dalla Verit stessa. E poich proprio cos, io dichiaro che lapparenza

    opera della Verit. (Libro XVII, v. 21)

    Il piano di quello che in alto rappresentatoin basso; tutto quello che accade in basso non uguale a quello che in alto, ma testimoniadellattivit di quello che in alto, ad esempiocon un confronto o una parabola. Inoltre, conle espressioni in alto e in basso, il Corpus Her-meticum non intende laldil e il quaggi: ciche in alto non il regno dei morti.

    Luomo, invece, si eleva fino al cielo e lo mi-sura. Egli conosce sia la sublimit del cielo siale cose che sono sotto; accoglie in s tutto conla pi grande precisione e, soprattutto, per ele-varsi al cielo non ha bisogno di lasciare la terra.(Libro XII, v. 75)

    Pertanto, non necessario morire per speri-mentare questo cielo.

  • Il Nos e luomo

    Dopo questo chiarimento sulla relazionetra lalto e il basso, occupiamoci dellacreatura umana.Ecco perch, unico tra tutte le creature dellanatura, luomo duplice, mortale secondo il

    corpo e immortale secondo la sua essenzafondamentale. (Libro I, v. 38)Poich luomo un essere divino che nondovrebbe essere paragonato ad altre creatureviventi sulla terra, ma a quelle che vengono

    La comunit frammentata pu essere trasformata mediante il dialogo profondo. Ashok Gangadean www.http://thelearningcontinuum.biz

    III LUOMO UN DIO MORTALE

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    dallalto, alle creature celesti chiamate di.(Libro XII, v. 73)

    Osiamo, pertanto, dire: luomo terrestre undio mortale, il dio celeste un uomo immor-tale. (Libro XII, v. 76)

    La seguente citazione un assioma ermetico:Luomo un essere divino, un dio mortale.Lespressione dio mortale , in tutta evidenza,un paradosso. La mortalit riguarda sololuomo terrestre: luomo vero immortale.Luomo quindi un essere composito, un es-sere duplice. Quando affermiamo: luomo un essere duplice, vuol anche dire che tuttisiamo esseri duplici. Conosciamo la nostraparte terrestre, ma chi luomo reale?Introduciamo ora le nozioni di Pimandro e diNos. Questi termini designano lAnima-Spi-rito, laspetto divino in noi. Quindi, il Nosnon si riferisce al carattere o alla personalit,bens a un aspetto immortale in noi.

    LAnima-Spirito, per la sua essenza, non pucalarsi in un corpo terrestre senza un involu-cro. Infatti, il corpo terrestre non pu portareuna divinit talmente grande, n una forzacos pura e magnifica pu sopportare di esseredirettamente unita a un corpo soggetto allepassioni. (Libro XII, v. 51)

    Il Nos una parte del vero essere umano, nonpresente in noi, ma vi si pu stabilire, o, com

    scritto in un altro brano del Corpus Hermeti-cum, pu rinascere in noi.In realt, lessere divino e luomo terrestresono, per cos dire, incompatibili. Detto in altro modo: non c spazio per en-trambi nello stesso istante. Non sono inter-cambiabili a nostro piacimento. Nel Corpus detto che noi, uomini terrestri, siamo sotto-messi alle passioni. Siamo esseri emotivi e diquesto stato conosciamo gli aspetti piacevoli esgradevoli. Numerosi sono, per, gli esseriumani coscienti della lacerazione provocata inloro dalle discordi voci interiori.E numerosi sono anche coloro che riconosconola voce interiore divina e sono in grado di taci-tare il loro ego. Riconoscere questa voce non frutto dellimmaginazione. Non siamo soltantoesseri terrestri, ma anche di addormentati, o,come detto nel Corpus Hermeticum, deglidi mortali. In realt siamo degli di, ma, almomento, mortali.Limmortalit del vero essere umano non in-tesa qui nel senso di unanima che ritorna aDio dopo la morte. Il viaggio di ritorno devecominciare prima della morte. Nel CorpusHermeticum possiamo leggere che la mortenaturale conduce a una nuova incarnazione laquale, a sua volta, condurr di nuovo, inevita-bilmente, alla morte. Allora, come possiamo giungere alla rinascitadelluomo immortale?

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    Tutto ci mi accaduto perch ho ricevuto ilmio Nos da Pimandro, dallessere che di pers, la Parola dellinizio. (Libro I, v. 72)

    Come il vero essere umano si sviluppa in noi,dipende dalla conoscenza e dalla comprensionedi ci che deve accadere.Questa conoscenza non ci trasmessa da qual-cuno. Essa viene da dentro, da un dialogo inte-riore: il dialogo con Pimandro.Se mi domandaste: Mostrami Pimandro! Ionon potrei farlo. Pimandro non direttamentepercettibile. Non si pu accendere Pimandrocome fosse una lampada in salotto. Pimandrosi manifesta solo quando qualcuno pronto ariceverlo. Allora, egli pu accogliere la Paroladellinizio. Che cos questa parola? La sua somiglianzacol prologo del Vangelo di Giovanni In prin-cipio era il Verbo evidente. Naturalmente,non si tratta di un caso, perch dietro la parola

    si cela una realt spirituale, lunico Bene; inol-tre, il Vangelo di Giovanni e il Corpus Herme-ticum sono vicini nel tempo cos come dalpunto di vista culturale.

    Tu hai visto nel Nos la bella forma originaledellessere umano, larchetipo, il principio ori-ginale anteriore allinizio senza fine.(Libro I, v. 23)

    Il Corpus non ci dice in modo esplicito ci cheil Nos in realt. lAnima-Spirito? O la co-scienza toccata dallo Spirito? Ora, ci non misembra pi cos importante.In fondo, non si tratta di spiegare il Nos, Pi-mandro, ma di risvegliarlo e di lasciarlo guidarele nostre vite. Non appena il Nos vive in noi,luomo interiore diventa concreto. Allora, egli prende forma e rivela la staturaumana originale.

    Il Nos e luomoIV IL NOS E PIMANDRO

    In fondo, non si tratta dispiegare il Nos, Pimandro,ma di risvegliarlo e di lasciarloguidare le nostre vite

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    Quando pensiamo: Attivare il Nos?Non ci riuscir mai, forse ci sentiamoindegni. Il Corpus Hermeticum tieneconto di tali sentimenti.

    Lasciati compenetrare dal pensiero che nulla ti impossibile; considerati immortale e capacedi comprendere ogni cosa, le arti, le scienze, lanatura di tutto ci che vive. (Libro II, v. 80)

    Quando sperimentiamo noi stessi come esseriumani mortali, allora il pensiero che siamo im-mortali solo un sogno e un rifiuto di af-frontare la realt. Infine, ignoriamo la nostraparte immortale, lanima.Cresci fino a essere di immensa grandezza, superatutte le forme, elevati al di sopra del tempo;diventa eternit. Allora, comprenderai Dio.(Libro II, v. 79)

    Il Nos e luomoV IL RISVEGLIO DEL NOS

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    Il Corpus Hermeticum non si limita a pre-sentare una visione straordinaria, ma attaccaanche la nostra pusillanimit e la nostra cosnobile modestia, pretesti per nascondere lanostra indolenza. Fa anche riferimento al-laiuto concreto del divino, ricevuto da chiintraprende il cammino.

    Durante il tuo viaggio lo incontrerai (il divino)ovunque, ti si manifester ovunque anche dovee quando non lo aspetteresti mai. (Libro II, v. 85)

    Cercate chi vi prender per mano e vi con-durr verso le porte della Gnosi, dove irradia lachiara luce, dove non vi tenebra alcuna edove nessuno ubriaco, ma tutti sono sobri ealzano gli occhi del cuore verso Colui chevuole essere conosciuto. (Libro III, v. 4)

    Cos, siamo guidati e condotti per mano!Nel Corpus Hermeticum non c nessunaspiegazione mistica, bens una formulazionediretta, sobria, sorprendentemente moderna. anche notevole lespressione Tutti alzanogli occhi del cuore. Un riferimento al veroessere umano le cui percezioni sensoriali sonorelativizzate. Che ci piaccia o no, nel CorpusHermeticum i sensi non hanno una buonareputazione. Sono considerati ingannevoli,perch danno unimmagine deformata dellarealt e distolgono lattenzione.Il Corpus Hermeticum radicale nel suo

    rifiuto delluomo terrestre e delle sue facolt.

    Dapprima lanima deve lottare contro sestessa, provocare una grande divisione e la-sciare a una parte la vittoria su se stessa. Sorge,infatti, un conflitto tra una parte e le altre due:la prima parte cerca di fuggire mentre le altredue dal basso la tirano gi. (Libro V, v. 10)

    Il conflitto interiore tra il tempo e leternit rappresentato in modo rilevante.

    Se prima non provi odio per il tuo corpo, figliomio, non potrai amare il tuo vero Io. Ma, se amiil tuo vero Io, possederai lAnima-Spirito; dopoaver ottenuto lAnima-Spirito, parteciperaianche alla sua conoscenza vivente. (Libro VII, v. 16)

    Queste parole sono chiare e non lasciano sussi-stere alcun dubbio. Esse esigono una decisione. una questione di priorit nella nostra vita. Nellanostra epoca parlare di odio per il corpo fuoriluogo e potrebbe indurre in errore. Si tratta didare la priorit al vero s che vive in noi.

    Cos, o Tat, ti ho dato come meglio ho po-tuto una immagine di Dio. Se tu, accurata-mente e interiormente, lapprofondisci elosservi assiduamente con gli occhi del tuocuore figlio mio, credimi troverai la via delcielo. O, ancor meglio, la stessa immagine diDio ti guider su questa via. (Libro VII, v. 30)

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    Come un sorriso dal cieloUn adolescente di buona famiglia frequenta dei nuovi amici. Suo padre, consapevoledella propria responsabilit, linterroga a tal proposito e ci provoca un immediatoconflitto: Non devi controllarmi! Il loro rapporto a tal punto alterato che il padredecide di dargli fiducia.

    Nonostante lapparenza ingenua e lesue conseguenze prevedibili, la fiduciaaccordata rivela il suo carattere ma-gico e luminoso e mi rammenta questaforismaSufi: Vieni, anche se hai rotto cento volte ilgiuramento, vieni! Ma, in certi casi, cento voltesono anche meno della realt!Unattivit cerebrale intensa e improvvisa mispinge a ricercare tutti i mezzi atti a ridurrequesta fiducia. Poi il silenzio cala in me e laluce compie il suo lavoro: realizzo che una fi-ducia limitata non fiducia. Non scontatoche avere fiducia significhi accordarla. La Lucestessa Cristo scopr nei suoi discepoli pivicini degli uomini di poca fede. dal piprofondo dellessere che bisogna attingere la fi-ducia nella magia della Luce la fiducia luce! Essa contiene gi laccettazione di ognipossibile reazione e delle sue conseguenze.Ampia, illimitata, libera. Vieni, anche se hairotto cento volte il giuramento, vieni!Ho fiducia nella luce che anche in te, ti do lamia fiducia, libera da suscettibilit e paure. Chi si affidato alla Luce pu effondere laLuce, portare la consolazione. Senza luoghi co-muni del genere: Coraggio, domani andr me-glio! Ma come una sorgente di luce, anchemodesta, che permette a unanima persa di ri-conoscere la sua origine e di ricongiungersi adessa grazie alla fede. Un campo di respirazionee unapertura si creano nellatto impersonale;

    non esiste pi lio o laltro. Un condotto ostruito si sblocca, una portachiusa si dischiude e una luce liberata da ognitenebra si diffonde, un riflesso della TerraSanta, la nuova Gerusalemme. Soltanto unchiarore, ma sufficiente per scoprire la primatraccia sulla via del ritorno, la terraferma, chia-mata anche fede.Le parole fiducia, consolazione o fede fannoparte del vocabolario e dellimmaginario diquesto mondo terrestre, ma appartengono, insostanza, al mondo della luce. Ci spiega egiustifica una certa prudenza riguardo allaloro utilizzazione. Nel nostro mondo, in cuilinganno costituisce una realt indiscutibile,questi termini possono apparire insipidi.Linganno, infatti, fa parte integrante di questanatura, ed a volte elevato al rango darte divivere. Persino gli animali, le piante e i mineraliutilizzano astutamente linganno, al fine dimantenere se stessi. Il minuscolo ragno si tra-sforma in mostro, il fiore paradisiaco intrappolail visitatore ignaro. In quanto alle attivitumane, esse oscillano tra commerci equi efrodi legali, addolcite con una strizzatina doc-chio e un pizzico di buon umore.Nellessere umano si congiungono cielo e terra,due mondi si compenetrano. La fiducia trova lasua sorgente nel Principio, il cui tocco ci fariconoscere in ogni cosa la luce, Dio e, forseancora inconsciamente, le giuste relazioni.

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    Allora, la comprensione e la conoscenza di spossono determinare il nostro atteggiamento. la porta aperta a un sottile modo di perce-pire ci che possibile, senza giudizio e,soprattutto, a dispetto dinnumerevoli scon-fitte; e ci permette di fare lesperienza di

    come la fiducia compia miracoli, tanto per chila d che per chi la riceve. Come un sorriso dal cielo.

    Nella ricerca della saggezza puoi trovare un significato. Fotografo sconosciuto

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    Pitagora e la sua scuola

    I UN PENSIERO DI 2600 ANNI FA

    Un essere umano di questepoca pusentirsi perso, come un punto isolato,effimero, nellimmensit del tempo edello spazio. Egli vive il pi delle volte in unacitt, ha una famiglia e delle relazioni socialiapparentemente casuali.Egli vede e ascolta gli altri esseri umani e hasentimenti di simpatia o antipatia per loro. Hapaura del futuro e cerca l'amore e la certezza. come una piccola fiamma nell'universo buio,che si illumina brevemente e poi si estingue.Qual lo scopo di questa vita?Tuttavia, se egli dovesse incontrare il saggioPitagora, ad esempio in un libro, potrebbe leg-gere: Tu puoi esistere con il tuo corpo e la tuacoscienza personale in un certo luogo dellin-finito mondo spazio-temporale; ma comecorpo dotato di un io, tu sei l'incarnazionetransitoria di un essere eterno: un pensiero diDio che, come la divinit stessa, pu muoversicoscientemente nel tempo e nello spazio ed in grado di evolversi per una gloria sempremaggiore. Tu non percepisci le eterne armoniedivine delle sfere, che circondano e permeanolo spazio-tempo con l'amore, la libert e lapace. Tu non le odi perch il tuo corpo e il tuoio non possiedono un organo di percezioneidoneo. Fin dall'inizio del tempo, il tuo essereimmortale ha pi volte creato, quale modo diespressione, un corpo e una personalitmortale. Queste personalit formano, nelleprofondit dello spazio e del tempo, unacatena dincarnazioni. Fino ad ora, nessunanello di questa catena ha sviluppato un

    organo di percezione in grado di intendere learmonie delle sfere. Tuttavia, potresti essere in grado di farlo. Hainon solo il compito, ma anche la possibilit disviluppare un tale organo. Il tuo essere immor-tale potrebbe, sulla via della crescita spirituale,divenire cosciente di se stesso, della sua originedivina, delleternit e del mondo divino. Allora, il tuo corpo e la tua coscienza personalepotrebbero cambiare totalmente. E con i nuoviocchi spirituali, potresti vedere che la tua vitaattuale, questo apparentemente punto di fuganel mondo spazio-temporale, la conseguenzanecessaria di innumerevoli incarnazioni. Tupotresti comprendere il significato della tua at-tuale incarnazione. Le coincidenze e le arbitra-riet non ti sembrerebbero pi decisive per latua vita. Comprenderesti quanto piccoli e limi-tati siano i tuoi attuali interessi, desideri epaure, in confronto a questa possibilitgrandiosa, inscritta nellinfinito, del quale tu seipartecipe.

    PitagoraBassorilievo della cattedraledi Chartres(XII secolo)

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    UNA ESPLORAZIONE IN SETTE PARTI

    II IL MITO DI DIONISIO

    P itagora (569-474 a.C.) raccontava cheegli conosceva le sue precedenti incar-nazioni e, nella sua ultima incarnazione,era stato un certo Euforbo. Egli udiva anchelarmonia delle sfere, perch aveva sviluppatoorgani di percezione spirituali nelle scuole deimisteri dellantico Egitto, della Persia, dellaFenicia e della Grecia. Nel corso di alcuni de-cenni era diventato ci che chiamiamo unliberato o iniziato ai misteri della vita.Questo il motivo per cui era qualificato adaiutare altri cercatori di verit ad acquisire taliqualit. Fond una scuola spirituale o scuoladei misteri per tutti coloro che aspiravanoardentemente a conoscere il senso profondodella loro esistenza.In una citt dellattuale Italia Meridionale,Crotone, intorno allanno 530 si costitu ungruppo di persone che lo riconobbero come

    loro maestro. Tutti i costumi e le regole della scuola dei mi-steri di Pitagora si basavano sulla sua intuizioneche un ordine e una energia divina pervadonoluniverso, e vogliono diventare coscienti nel-lessere umano. Un autore dallantichit hascritto: Ogni cosa che essi (i pitagorici) deci-dono di fare, si pu far risalire alla volont div-ina [...], perch insensato aspettarsi lasalvezza da altri che dagli dei.Collegarsi al divino nelluniverso era lo scopoche guidava la vita degli allievi di Pitagora, edava loro la forza di percorrere il sentiero.Ogni giorno offrivano agli dei cibi, bevande eincenso. Deve essere esistito un culto speciale perDioniso, i rituali del quale sono purtroppo an-dati perduti. Ci non sorprendente, alla lucedel segreto assoluto che era mantenuto nelle

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    antiche scuole misteriche. Tuttavia, ci chesappiamo che il centro di gravit di questoculto era il mito di Dioniso. Dioniso era il simbolo dellesaltazione spiri-tuale e dellimmortale divinit interiore.Egli fu dilaniato dai Titani, simboli delleforze del mondo non divino. Ma una divinitfemminile, simbolo del potere rigenerantedellanima, raccolse i pezzi e lo ricompose. Dioniso Zagreo, il figlio generato da Dionisocon questa divinit femminile, combatt esconfisse i Titani. Cos, lapparentementemorto Dioniso pot essere rianimato. Il dio,che era stato dilaniato dalle forze di attrazionedel mondo transitorio, divenne di nuovo vivo eriprese il suo posto nel pantheon divino.

    Ora Dionisio aveva, come mezzo di espres-sione, un figlio immortale che era in grado dilavorare nel mondo.I seguaci di Pitagora, in occasione di feste spe-ciali, probabilmente rappresentavano questomito negli anfiteatri o negli edifici dellascuola. In ogni caso, agli studenti era semprericordato il loro compito di accompagna-mento rituale, in modo di ricevere lenergianecessaria attraverso le nuove forze danima per far rivivere lapparentemente mortoDioniso nel loro stesso essere, e per annullarei legami con il mondo terrestre: i Titani. Cos,potevano rivivere come esseri immortali,come Dioniso Zagreo.

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    Che cosa facevano gli allievi di Pitagoraper raggiungere il loro obiettivo?Immaginiamo un giovane che venivaaccettato come allievo da Pitagora. Un periododi cinque anni di ascolto e di apprendimentoiniziava per lui. Imparava a non giudicare e anon criticare avventatamente ci che avvenivaintorno a lui e, soprattutto, imparava a tacere.Egli era cosciente che in realt non sapevanulla di essenziale, e apriva quindi il suo cuoreagli insegnamenti di Pitagora, in modo che essidiventassero attivi nel suo essere interiore.Nella scuola di Pitagora tale atteggiamento diascolto e di silenzio era espresso in modo sim-bolico: i novizi sedevano davanti a un sipariodietro il quale, invisibile a loro, Pitagora dis-pensava i suoi insegnamenti. In questo modo,era chiaro a tutti che lallievo non poteva speri-mentare direttamente il mondo divino. Un si-pario, un velo doveva prima essere tolto. Dettoin altre parole: gli organi sensoriali e la mentenon erano gli strumenti adatti per osservare lerelazioni e le forze del mondo divino. A talfine, altri organi spirituali erano necessari edovevano essere sviluppati.Da allora stata fatta una distinzione tra esso-terico ed esoterico. Gli essoterici sono davantiai Misteri, ma ne hanno soltanto sentitoparlare. Gli esoterici, invece, sono gi in pos-sesso di un certo potere di percezione spiri-tuale e sono nei Misteri: essi li sperimentano.

    In questa fase di silenzio del suo pubblico, gliinsegnamenti di Pitagora toccavano argomentiteorici e pratici. La teoria consisteva nella de-scrizione della struttura della natura originale:la natura divina e quella dellessere umano. Pitagora affermava: Lorigine dellesistenza Dio, unentit che ricopre tre aspetti:1. una volont creatrice onnipresente, pos-

    siamo chiamarla il Padre, lo Spirito;2. una sostanza primordiale realizzatrice, una

    sorta di materia ed energia che riceve lavolont del Padre: la Madre, lanima delmondo.

    3. Poi arriva il frutto della collaborazione traquesti due aspetti, che si riflettono uno nel-laltro: la Luce, il Figlio, la coscienza.

    4. Da questi tre aspetti del divino sorgonocreature, emanazioni, pensieri; microcosmi aimmagine del macrocosmo: noi stessi comeentit eterne.

    In questa visione, allorigine della vita vi unatetrade e un macrocosmo nel suo sviluppo.Questa non solo una meccanica celeste gui-data dalla causalit o il risultato di una possi-bilit dopo il big bang.Pitagora una caratteristica del suo pensiero vedeva, nelluniverso divino e nelluniversospazio-temporale, dei rapporti armonici in re-lazione ai numeri. Una delle sue espressioniera: Tutto numero.

    Pitagora e la sua scuola

    III LA TETRAKTYS

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    Per lui, il numero comprendeva non solo unconcetto quantitativo, ma rappresentava ancheuna qualit. La fonte originale indicata dalnumero uno, Dio, lunit che tutto abbraccia.Fin dallinizio, egli bipolare: il Padre, laMadre il due. interessante notare che il due non lasomma di due unit, ma la divisione dellUno

    da cui nasce una nuova qualit: la polarit. La dinamica tra i due poli crea il Figlio, il tre,che ancora una divisione armonica dellUno.E da questi tre procede una nuova creazione: ilmicrocosmo, il quattro. 1 + 2 + 3 + 4 = 10. la famosa Tetraktys diPitagora, la tetrade, che pu essere paragonataalla ottava superiore dellUno.

  • 23

    Una lunga e profonda meditazione suquesto schema portava il discepolo ascoprire che esso conteneva non solouna descrizione del macrocosmo, ma anche dise stesso come microcosmo. Il Padre era attivoin lui, come Dioniso, come volont divinainconscia o, si potrebbe dire, come scintilladi spirito.In lui, la Madre, la divinit femminile, lanimain uno stato di sostanza divina primordiale,materia-energia ancora indifferenziata, ricevevalo Spirito. Lunione del Padre e della Madregenerava il figlio, Dioniso Zagreo, la nuova lucedella coscienza, lilluminazione. Sulla base diquesti primi tre elementi, il suo essere aveva lapossibilit di produrre unopera immortale: ilquarto elemento della tetrade.Al tempo stesso, il discepolo scopriva che lasua forma attuale non era pi questa perfettatetrade. In effetti, la scintilla di spirito, il Padrein noi, quasi mai attiva. La Madre, la nostraanima originale, sommersa dalle passioni edai coinvolgimenti nel groviglio delle ap-parenze transitorie. La conseguenza che nonvi pi spazio per accogliere lo Spirito. E cosa successo alla nostra coscienza, il Figlio? La nostra personalit dovrebbe esserelespressione immortale della volont divina,unanima divina pura, un vero S e, come dicela Bibbia, limmagine di Dio. Tuttavia, al suoposto si sviluppata una personalit mortale

    dallorizzonte molto limitato; e ci si sente soli,disconnessi, persi nello spazio-tempo che ci straniero. Ci che essa crea, il quartoelemento, molto imperfetto: guerre,malattie, relazioni sociali caotiche, deviazionipsicologiche il bene e il bello stessi sonoeffimeri, invariabilmente annientati, comesappiamo. Siamo incatenati al mondo deiTitani, simboli di innumerevoli passioni,desideri, interessi e illusioni, ed per questoche la divinit, lUno, frammentata in noi.Quando iniziava il suo cammino, lallievo diPitagora avrebbe voluto porre fine a questaspiacevole situazione. Che cosa poteva fare?Fare spazio allanima, in modo che la Madrepotesse ritornare alla sua purezza originariaonde poter ricevere coscientemente loSpirito, il Padre ridivenuto Uno. Poi, unapersonalit immortale, il suo vero S, potevasorgere da queste due unit, e creare le sueopere insieme con il Padre-Madre.

    Pitagora e la sua scuola

    IV LA RESTAURAZIONE DELLA TRIADE

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    L aspetto pratico degli insegnamenti diPitagora era, nel corso dei primi cinqueanni, chiarito al discepolo da dietro ilsipario. I Versi dOro di Pitagora sono giunti anoi nella loro interezza. Essi descrivono il cam-mino spirituale come una sorta di matrice, laquale consente alla personalit mortale di pas-sare dallo stato di divinit incosciente, a unaresurrezione cosciente di tutto il microcosmo,dotato di una personalit immortale. La primaparte dei Versi dOro tratta della purificazionedellanima. Per raggiungere questobiettivo ildiscepolo deve vivere adottando un comporta-mento adeguato. La nostra personalit originale, immortale, pos-sedeva tre grandi centri di coscienza: uno nelcorpo, dove lenergie dellamore divino eranoattive; un altro nel cuore, dove era vissutalunione con Dio; e un terzo nella testa, dove lasapienza divina regnava liberamente. Anche lanostra attuale personalit mortale dispone diquesti tre centri, ma in uno stato degenerato.Nel corpo, in particolare nel bacino, si concen-trano le pulsioni egoistiche, le passioni e i desi-deri. Nel cuore sono presenti, oltre agli impulsisentimentali, la gelosia, lavidit e la paura.Nella testa risiedono delle idee e delle convin-zioni di natura morale che aiutano a control-lare gli effetti negativi degli altri due centri, main modo insufficiente. Un cammino spiritualerichiede la neutralizzazione di questi centri de-generati. Ci spiegato nella prima parte deiVersi dOro.

    Leggiamo: Cerca il bene, meditalo e abituati adominare le seguenti passioni: prima di tuttolappetito e il sonno, poi la lussuria e lira.Il discepolo deve acquisire moderazione, nonsolo riguardo alla sua alimentazione, ma pertutto ci che viene consumato, ad esempio imezzi di comunicazione. Egli impara a supe-rare la sua letargia e pigrizia; a reprimere la suasessualit. Deve anche contenere la collera,cio la sua aggressivit e la critica distruttiva.In questo modo, egli apporta un certo ordinenel centro di coscienza del bacino e lo accordaalle esigenze della nuova anima.Impara a sostituire la paura con il coraggio, ladipendenza dal parere delle altre persone conlindipendenza, lindolenza riguardo le esi-genze etiche con un giusto senso dellonore.I Versi dOro aggiungono: Non commetteremai azioni vergognose, n con altri n da solo;ma, al di sopra di tutto, rispetta te stesso.Il concetto di coraggio riassume in praticaquasi tutte queste propriet. Nella testa, unanuova ragione deve emergere: un pensieroautonomo, una "saggezza" che sappia cosapu favorire la salute e la situazione familiaree sociale. Che nessuno, con le parole o con gli atti, tipersuada a fare o a dire ci che la tua co-scienza stima non essere la cosa migliore!I tre centri dovrebbero lavorare insieme in armo-nia: pensiero, sentimento, energia vitale. Questa la "giustizia", la quarta grande virt che dovreb-bero conseguire i discepoli di Pitagora e qualsiasi

    Pitagora e la sua scuola

    V I VERSI DORO

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    altro cercatore spirituale. Colui che volge losguardo verso linteriore e sviluppa queste qua-lit come Dioniso Zagreo, figlio di Dioniso siaffranca dai coinvolgimenti, dalle aspettative,dalle paure e illusioni del mondo transitorio. Silibera dei Titani che si oppongono alla riflessionesu se stesso e disturbano la sua unit interiore.In sintesi, egli edifica una nuova quadrupliceanima pura, che corrisponde alla Tetraktys: ilPadre (il pensiero con la testa), la Madre (ilsentimento nel cuore), il Figlio (lenergia vitalecosciente) e gli atti in sintonia con lanima.Nella scuola di Pitagora, era consuetudinesostenere questo insegnamento con dellemassime simboliche, frasi che assomigliavanoai koan, immagini della vita quotidiana che divolta in volta ricordavano al discepolo i suoicompiti. Metti prima la scarpa destra. Subitodopo averla messa pensa, con la scarpadestra, che sei sulla buona strada per unobiettivo importante. Subordina questoobiettivo alla tua scarpa sinistra. Ci sonomolti esempi di questo tipo.I discepoli di Pitagora lavoravano per creareuna nuova personalit, in sintonia con lordinedel macrocosmo divino e sulla base delle quat-tro grandi virt: la moderazione, il coraggio, lasaggezza e la giustizia. Avrete notato a questoproposito che i Pitagorici non erano interessatialla perfezione della personalit terrestre. Noncercavano di essere eroi virtuosi o santi. Tuttopoteva essere di aiuto per un obiettivo che,tuttavia, poteva essere realizzato solo con le

    forze dello Spirito. Gli insegnamenti dellascuola di Pitagora erano portatori di energiespirituali. Ottenere lilluminazione e leleva-zione della coscienza determinava il tipo dipreparazione e gli strumenti atti a tal fine. Inoltre, probabilmente avete notato come que-sti strumenti e il nuovo comportamento nonavevano lo scopo di rendere i discepoli capacidi padroneggiare le circostanze interiori edesteriori, di dominare e ottenere cos il piacere,il potere o il raggiungimento di ideali perso-nali. I mezzi utilizzati servivano per liberarelanima naturale dai legami terreni. Proce-dendo nel cammino, diminuiva in lui il deside-rio di prestigio, di potere e di felicit, mentrecresceva la sua vera anima.In questo modo, il discepolo entrava nella se-conda importante tappa del suo cammino.Grazie alla sua aspirazione e alla sua compren-sione imparava a rinunciare alla sete di vita ter-rena, al potere e alla felicit impermanente, eristabiliva il contatto con i Misteri. Il "Giuramento di Pitagora", che si trova esat-tamente tra la prima e la seconda parte deiVersi dOro, esprime perfettamente questogrande cambiamento: S, lo giuro per Coluiche ha fatto dono alla nostra anima della Te-drade... Con un no irrevocabile, il discepolosi distaccava dalle passioni, dallignoranza edalla collera, dalle influenze esterne, dalle il-lusioni e dalle paure e, con un s definitivo,aderiva al mondo divino in cui, dopo questalunga preparazione, entrava esitante.

  • 26

    21 Delle parole che gli uomini dicono, alcunesono buone e altre cattive;

    22 che esse non ti turbino n abbiano alcunainfluenza su di te.

    23 Ascolta con pazienza e dolcezza le falsit.

    24 E quello che ti sto per dire, osservalo intutte le circostanze.

    25 Che nessuno, con le parole o con gli atti, ti persuada

    26 a fare o a dire ci che la tua coscienzastima non essere la cosa migliore.

    27 Rifletti prima di commettere una azionestolta;

    28 perch proprio delluomo debole fare edire sciocchezze.

    29 Ma tu agisci in modo da non dolertene pi tardi.

    30 Evita di fare ci che non conosci, 31 ma impara tutto ci che importante e

    vivrai una vita felice.32 Non trascurare la salute del corpo.33 Sii misurato nel bere, nel mangiare e

    nellesercizio fisico.34 Io chiamo misura ci che non porta

    dolore.35 Abituati a condurre unesistenza pura,

    priva di mollezze.36 Evita di fare tutto ci che pu attirare

    linvidia su di te. 37 Non sprecare sconsideratamente, come

    colui che ignora la Bellezza.38 Non essere nemmeno avaro: in ogni cosa,

    la misura la perfezione. 39 Fa ci che non ti nuocer, e rifletti prima

    di agire.40 Non accogliere il sonno nei tuoi occhi

    stanchi

    I Versi dOro

    Parte prima

    1 Onora gli Dei immortali secondo il rangoloro assegnato dalla legge.

    2 Venera il giuramento e anche gli eroi gloriosi.

    3 Onora allo stesso modo i Geni terrestri, secondo i riti tradizionali.

    4 Onora i tuoi genitori e i tuoi consanguinei.5 Fatti come migliore amico chi ti supera

    nella Virt.6 Sii amabile nelle parole e utile nelle

    opere.7 Non odiare lamico per una colpa veniale.8 Agisci secondo le tue facolt, tenendo

    conto che ci che si pu fare molto vicino alla necessit.

    9 Cerca il bene, meditalo e abituati a dominare le seguenti passioni:

    10 prima di tutto lappetito e il sonno, poi lalussuria e lira.

    11 Non commettere mai azioni vergognose, 12 n con altri n da solo; ma al di sopra di

    tutto rispetta te stesso.13 Sii giusto, negli atti e nelle parole.14 Sii ragionevole e sensato in tutte le tue

    azioni.15 Non dimenticare che la morte il destino

    di tutti.16 Quanto alle ricchezze, esercitati nello

    stesso modo a conquistarle e a perderle.17 Le avversit che la sorte riserva agli uo-

    mini provengono dagli dei.18 Sopporta il tuo destino senza indignarti,19 anche se conveniente correggere il tuo

    destino secondo le tue possibilit. 20 Agli uomini dabbene il Destino non invia

    queste sventure.

  • 27

    41 prima di aver esaminato tutte le tue azionidella giornata.

    42 In che cosa ho sbagliato? Che cosa hofatto? Quale dei miei doveri ho trascurato?

    43 Ripercorri tutte le tue azioni cominciandodalla prima e senza dimenticarne nessuna.

    44 Se hai commesso delle bassezze, punisciti; se hai agito virtuosamente, rallegrati.

    45 Applica a te stesso questi precetti, medi-tali, amali con fervore;

    46 essi ti metteranno sulle tracce della virtdivina.

    Il Giuramento di Pitagora (47-48a)S, lo giuro per Colui che ha fatto donoalla nostra anima della Tetrade, la qualeha origine nellEssere eterno ed , a suavolta, fonte della Natura eterna.

    Parte seconda

    48bNon intraprendere un lavoro,49 senza chiedere aiuto agli Dei per

    completarlo. 50 Se metterai in pratica queste regole, cono-

    scerai il legame che unisce gli Dei immortali agli uomini mortali.

    51 Saprai il motivo per cui le cose si sepa-rano e in quale misura esse si riuniscono.

    52 Saprai anche, per quanto ne sei degno,che la Natura in tutto simile a se stessa,

    53 in modo che non spererai pi linsperabilee nulla ti sar pi nascosto.

    54 Saprai che gli uomini sventurati hanno imali che essi hanno scelto.

    55 Miserabili, essi non vedono i beni chesono vicini a loro.

    56 Pochi son coloro che sanno liberarsi deiloro mali.

    57 Tale la sorte che turba gli spiriti dei mortali.

    58 Essi rotolano di qua e di l, carichi di maliinnumerevoli.

    59 Perch la discordia, sinistra compagna, aloro insaputa li fuorvia.

    60 Essa a loro congeniale: non bisognaprovocarla, ma fuggire colui che soccombe ad essa.

    61 O Zeus, padre nostro, tu libereresti tutti gliuomini dai molti mali che li affliggono,

    62 se mostrassi a ognuno il demone che alsuo servizio.

    63 Ma tu, fatti coraggio, perch sai che i mortali sono di razza divina,

    64 e la Natura, che sacra, rivela loro tutte lecose.

    65 Se tu parteciperai di queste rivelazioni,comprenderai i miei precetti.

    66 Avendo guarito la tua anima, la libereraida questi mali.

    67 Ma astieniti dagli alimenti dei quali abbiamo parlato, esercitando il tuo giudizio

    68 su tutto ci che pu servire per purificaree liberare la tua anima. Medita su ognicosa,

    69 e prendi come guida la perfetta Intelligenza superiore.

    70 E se, dopo aver lasciato il tuo corpo, elevila tua anima nel libero etere,

    71 sarai un dio immortale, incorruttibile, e libero per sempre dalla morte.

  • 28

    Nella scuola interiore di Pitagora, lostudio di quelle che oggi chiamiamoscienze era considerato importanteper lo sviluppo dellanima. I pitagoricicercavano di acquisire e sviluppare unacomprensione delle correlazioni dellesistenza.In questa prospettiva studiavano quattroscienze: laritmetica o calcolo, la musica, lageometria e lastrologia.Vedevano il Tutto creato dai numeri. Dalla di-visione bipolare dellunit, Dio, procede ladiade Padre-Madre. Dalla loro interazioneemana la triade Padre-Madre-Figlio, che ge-nera un nuovo processo creativo: la tetrade. Altra scienza studiata dai pitagorici era lamusica. Pitagora aveva scoperto o forse por-tato con s dallEgitto che gli intervalli chedanno origine alla scala musicale ad esempiolintervallo di terza, di quarta, di quinta, di ot-tava, etc. si basano su una progressione di nu-meri a partire da un determinato rapportomatematico: quello dellintervallo di quinta,avente il rapporto 2 : 3 (in senso ascendente) meraviglia dei numeri! Ora, esaminando la no-stra esperienza percettiva, possiamo intuire lapresenza di una proporzione che si ripete conregolarit anche nel nostro udito o nel rap-porto reciproco tra alcuni elementi fisici chevibrano insieme armoniosamente. Ecco, forse,perch sperimentiamo come piacevoli certiintervalli. C unarmonia interiore tra questi

    suoni, tra la vibrazione esterna dellaria e la no-stra situazione interiore. Per analogia, possiamospingerci oltre e immaginare che sia anche pos-sibile percepire le vibrazioni delle orbite deipianeti, come ascoltare la musica delle sfere.Pitagora utilizzava anche leffetto empaticodella musica. Sapeva esattamente qualimelodie e quali strumenti potevano esercitareun effetto calmante sullumore, e quali, in-vece, potevano esacerbare le passioni. Egli ap-plicava queste conoscenze a scopi terapeutici.La musica che induceva esaltazione e portavaal parossismo era bandita dalla sua scuola. Noncerano strumenti a fiato, che agiscono sulle-quilibrio della mente, n tamburi, che sti-molano il centro del bacino e alteranolarmonia fra i diversi aspetti dellanima: lasaggezza, il coraggio e la misura.La terza scienza volta a promuovere losviluppo dellanima nellInsegnamentopitagorico era la geometria. Un discepolo o unadiscepola di Pitagora analizzava, nella sua co-scienza, la correlazione tra i due cateti di untriangolo rettangolo e la sua ipotenusa. Eglisperimentava il prodigio che per ogni triangolorettangolo la somma dei quadrati dei cateti uguale al quadrato dellipotenusa: a2 + b2 = c2.

    Chi approfondisce questo in modo disinteres-sato, in grado di applicare questa esperienzaanche in altri settori della vita.

    Pitagora e la sua scuola

    VI LE QUATTRO SCIENZE

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    Pensiamo al conflitto generazionale. I pitagoriciconfrontavano le idee di una persona giovanecon quelle di una persona adulta, diverse comeun cateto che perpendicolare allaltro. Poi,cercavano di guidare luna e laltra in un nuovocontesto, corrispondente allipotenusa deltriangolo. Cos, il pensiero, con un interventoprivo di interesse personale, poteva, utiliz-zando la geometria, discernere il dissimile inogni situazione della vita ed esaminarne ilpotenziale di riconciliazione. Quanta infelicitpotrebbe essere risparmiata se, prima delmatrimonio, luomo e la donna potesseroavere una visione chiara delle loro affinit edelle loro differenze caratteriali, senza esseredistolti dallattrazione sessuale o dalle illusioniromantiche. Infine, la quarta scienza: lastronomia, omeglio, lastrologia, la logica e la compren-sione delle stelle. La posizione macrocosmicadei pianeti alla nascita di una persona mostra,per analogia, le relazioni microcosmiche chedeterminano le peculiarit del suo carattere.Loroscopo fornisce una descrizione schemat-ica. Ogni pianeta non solo un corpo maanche una sfera, un campo di radiazione cheriempie lintero sistema solare. Tutti i campi diradiazione dei pianeti e del sole si compene-trano e, quindi, influenzano anche la terra eogni entit su di essa. Al momento dellanascita, questa costellazione macrocosmica

    segna col suo sigillo il sistema microcosmicodel neonato; questo gioco di forze opera sulsuo carattere e sul suo destino.Quando un essere umano spiritualmentesviluppato osserva queste cose, pu aiutare glialtri, il cui pensiero si sta rinnovando, a rag-giungere questa capacit di vedere. Osser-vando i campi di radiazione dei pianeti e laloro influenza sul carattere e sul destino delneonato, si pu intravedere la relazione tra ciche in alto e ci che in basso.

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    Pitagora e la sua scuola

    VII DIETRO IL VELO...

    Ora, il candidato si trovava di fronte aPitagora, e ai Misteri che lentamentesi erano svelati. La sua coscienza e lasua mente erano distaccati da ogni interessepersonale. Una percezione oggettiva e unanuova anima erano nate. Esse costituivano labase per lo sviluppo di nuovi organi spirituali. Come sostenere questo processo in modo posi-tivo? Ci possibile consolidando il nuovostato dellanima. A tal fine, la scuola di Pitagorautilizzava un eccellente metodo. Nei VersidOro leggiamo: Non accogliere il sonno neituoi occhi stanchi prima di aver esaminatotutte le tue azioni della giornata.In che cosa ho sbagliato? Che cosa ho fatto?Quale dei miei doveri ho trascurato? Ripercorri tutte le tue azioni cominciandodalla prima e senza dimenticarne nessuna. Se hai commesso delle bassezze, punisciti; sehai agito virtuosamente, rallegrati. Ripetuta ogni sera, questa meditazione raffor-zava in modo straordinario il nuovo stato del-lanima. I pitagorici sapevano che ognipersonalit mortale non un giocattolo in baliadel suo destino o karma, bens pu imparare adaccettarlo in modo da non ostacolare il cam-mino di liberazione; essa pu accumularenuovo karma, oppure ridurlo. Tutti gli atti diuna personalit mortale sono registrati nelles-sere immortale, il microcosmo. La somma ditutte le registrazioni delle precedenti incarna-zioni determina il karma della vita attuale. Ci

    che si semina in una vita crea nuove cause e, senon viene elaborato e risolto in questa vita, di-venta il punto di partenza per la prossima in-carnazione. Questultima raccoglier ci chetutte le incarnazioni precedenti hanno semi-nato. Karma individuale e collettivo, a voltesono un fardello cos pesante che luomo pusoccombere. I Versi dOro: Le avversit che lasorte riserva agli uomini provengono dagli dei.Tale la sorte che turba gli spiriti dei mortali. Tuttavia, luomo pu comprendere le cause percui egli accumula nuovo karma. I conflitti dellacoscienza, la lotta per lesistenza e il desideriodi mantenersi determinano tutta la vita e il suofardello. Pitagora usa addirittura il terminedemonio. I Versi dOro dicono: Perch ladiscordia, sinistra compagna, a loro insaputa lifuorvia. Essa a loro congeniale: non bisognaprovocarla, ma fuggire colui che soccombead essa. Se un candidato pu riconoscere questo de-mone, con laiuto dellenergia divina e di unmaestro come Pitagora, anche in grado diliberarsi di esso, del conflitto, del desiderio divita e dellignoranza. Le forze ricevute lo aiu-tano ad accettare il suo destino. Leggiamo neiVersi dOro: Sopporta il tuo destino senzaindignarti, anche se conveniente correggere iltuo destino secondo le tue possibilit.

    Le immagini del testo greco dei Versi d'oro sono tratte da Pythagore, Les Vers d'Or, Marcel Boin, Bourges (Francia), 1948

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    Un allievo che percorre il cammino liberatorenon fatalista. Sulla base dellenergia spiritualedel suo microcosmo, riuscito gradualmente aliberarsi. O Zeus, padre nostro, tu libererestitutti gli uomini dai molti mali che li affliggono,se mostrassi a ognuno il demone che al suoservizio. Lasciando agire cos le leggi e le energie divine,in lui e fuori di lui, il discepolo di Pitagora al-lentava i suoi legami e riceveva lo Spirito, lillu-minazione. Perseverando nellagire sulla basedelle leggi e delle forze divine, questo stato di-ventava parte integrante del suo essere. Eccoperch, alla fine dei Versi dOro, detto:Prendi come guida la perfetta Intelligenza su-periore. E se, dopo aver lasciato il tuo corpo,

    elevi la tua anima nel libero etere, sarai un dioimmortale, incorruttibile, e libero per sempredalla morte.Che cosa avviene, allora, della solitudine, dellasensazione di essere un granello di polvereinsignificante nelluniverso? Un tale essereumano colmato da un ordine nuovo egrandioso; egli onnisciente, uno con Dio econ tutte le cose e le creature, nella libert enel rispetto delle leggi divine. Grazie allanuova anima purificata, il Dioniso immortalein lui, lo Spirito che sembrava morto resusci-tato in una nuova personalit immortale.In questo processo, chiaro che non il segocentrico che raggiunge la libert nelletere.Infatti, questo s il risultato della separazione

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    Nelle numerose analogie tra Pitagora e Ges, sia che si trattasse della loro vita sia dei loroinsegnamenti, la pesca occupava un posto particolare. Pitagora incontr un giorno dei pescatorisulla spiaggia dove essi stavano spiegando le vele; egli disse loro che avrebbe potuto predirelabbondanza della loro pesca fino al numero esatto dei pesci. La condizione che egli pose fu chei pescatori dovevano rigettare in mare i pesci se la predizione si fosse rivelata esatta. Tutti i pescitirati fuori dallacqua furono tenuti in vita e il loro numero si rivel conforme alla predizione.Pitagora li riscatt e questi furono rigettati in mare. I pescatori diffusero la storia e da alloraPitagora fu venerato come un semidio. Salvator Rosa, Pitagora e il pescatore. Berlino, Museo Nazionale

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    da Dio. Separazione che mantenuta daicontinui conflitti e anche per auto-protezione.La coscienza fisica, grossolana o raffinata, per-severante o accorta, un ostacolo al vero S.Tuttavia, nella scuola di Pitagora essa ha im-parato a rimanere in silenzio e a servire il veroS: punto di partenza di tutte le scuole spiritu-ali, sia nel passato cos come nel presente.Gli studenti e gli allievi di queste scuole con-tinueranno a lavorare nella loro vita quotidianaper sviluppare nuovi strumenti atti alla com-prensione. Sulla base della scintilla di spirito inloro e con laiuto delle energie divine, essi si se-pareranno dai desideri, dalle paure e dalle illu-sioni, e realizzeranno un collegamento semprepi luminoso con il mondo divino. Incantesimi,preghiere o trattative sono inutili. Questimezzi stabiliscono, nel migliore dei casi, uncontatto con laldil, con il mondo sotterraneo,chiamato da Pitagora il mondo inferiore. Ildiscepolo di Pitagora teneva conto di questomondo e lo rispettava: Onora allo stesso modoi Geni terrestri, secondo i riti tradizionali. E non andava oltre.Anime del mondo divino sincarnano volonta-riamente per consentire ai cercatori sul cam-mino di acquisire autonomia e libert. Questeanime prendono su di loro tutte le difficoltdel mondo materiale, al fine di aiutare i cerca-tori a superarle. Cos fece Pitagora. Dopo 20anni di intensa attivit, egli e la sua scuola fu-rono perseguitati. Dovette lasciare il paese e i

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    suoi seguaci furono dispersi. Ci fu causatoprincipalmente da ragioni politiche. A Cro-tone, Pitagora aveva stabilito buoni rapporticon laristocrazia al potere. Nella sua scuola siformavano uomini eccellenti. Ci era dimo-strato dalla struttura politica esteriore dellascuola con il suo scopo aristocratico e la spe-ranza di influenzare positivamente le relazionipolitiche, grazie allenergia che essa irradiava.Ma dei precetti democratici sostituirono intutta la Grecia questo scopo aristocratico (aquel tempo, in Magna Grecia Sicilia ci si-gnificava libert illimitata ed egoismo esacer-bato). Questo cambiamento sollev delle

    opposizioni alla scuola pitagorica, dove regna-vano la disciplina e lamicizia. La situazione diuna scuola spirituale sempre critica quandodiventa dipendente da condizioni esterne, po-litiche o economiche.Non c bussola migliore per preparare il cam-mino spirituale, dellaforisma che Pitagora indi-rizzava ai suoi studenti: Non frantumate il Diointeriore. Luomo limmagine di Dio, un Diopotenziale; non cos come , ma come esserespirituale, come microcosmo. Non frantumatequesto principio spirituale in voi, perdendovinei molteplici aspetti del mondo terrestre, in-capace di unirsi al vostro essere interiore. Unavolta sul cammino, non frantumate pi ilvostro Dio interiore, ma unitevi a lui. Impeditealla vostra anima qualsiasi identificazione conle innumerevoli cose buone o cattive delmondo, e pervenite cos allUnit, che d accesso allenergia divina in voi. Non frantumate il Dio interiore!

    Konrad DietzfelbingerPitagoraVitaScuola dei Misteri,Versi dOroLarticolo si basa su una conferenza dellautore.www.rozekruispers.com

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    I L S O L E

    William Turner, Langelo nel sole

    indispensabile sapere che ci sono due soli, uno spirituale e laltro naturale: un solespirituale per coloro che sono nel mondo spirituale e uno naturale per coloro che vivono nel

    mondo naturale. Se questo non si compreso, nulla si pu comprendere correttamenteriguardo alla creazione e alla razza umana.

    Emanuel Swedenborgh (1688-1772) Giuliano lApostata (331-363) insegnava: Ci sono tre soli in uno; il primo la causa

    universale di tutte le cose, il bene pi grande e la perfezione; la seconda forza la ragionesuprema che domina tutti gli esseri dotati di ragione; il terzo il sole visibile.

  • Verso una rivoluzione mondiale dellanima

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    1 I media ci presentano ci che noi siamo:una vittoria sul campo di calcio, un graveincidente stradale, un omicidio commesso pergelosia, un aumento delle esportazioni, ilviaggio in Cina del nostro presidente, il con-certo del nostro cantante preferito. Ma siamodavvero queste cose? Il nostro essere si riducealla notizia che assorbiamo, alle relazioni che

    intratteniamo? Che cosa resta di noi se rinun-ciamo a quelle informazioni e relazioni? Gi da bambino e da adolescente avevo la sen-sazione che qualche cosa non andasse. Siamodiversi da tutti quelli che incrociamo sul no-stro cammino. Non riusciamo mai a incon-trarci nella nostra interezza. Solo alcune partidi noi, dei frammenti, si incontrano. La parte

    IMPRESSIONI DAL CAMMINO DI ESPERIENZE DI UN ALLIEVO

    Ogni anno arabi e africani si riuniscono per consultarsi sulle arti e per verificare se siano statefatte scoperte migliori o se lesperienza abbia confutato le loro convinzioni. In tal modo ognianno emerge qualcosa di nuovo, che permette di far progredire la matematica, la fisica e lamagia, nelle quali gli abitanti di Fez sono molto evoluti.A Fez fece la conoscenza di coloro che disolito sono chiamati gli abitanti delle origini, che gli rivelarono molte delle loro conoscenze;anche noi tedeschi potremmo riunire molte delle nostre idee, se regnasse tra di noi la stessaunit e con grande seriet aspirassimo alla ricerca. Fama Fraternitatis, 1614

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    essenziale resta velata. Ne risulta una grandequantit di cose esagerate, deformate, finte:caricature della realt, sebbene operi in noilessenziale dimora nascosta. Anche se ten-tiamo in ogni modo di comunicare, non vi n comunione, n unit. I pensieri e le parolecreano la propria realt. Siamo tutti collegati etuttavia molto lontani gli uni dagli altri. Que-sta condizione espressa nellantica canzonedi gesta I Quattro Figli Aymon: Essi non pos-sono avvicinarsi, lacqua troppo profonda.Come possiamo vivere in questo modo? Lofacciamo perch non vediamo alternative.Consideriamo noi stessi ci che siamo e cer-chiamo di fare del nostro meglio. Numerosisono coloro che si ribellano contro questomodo di vivere. Lo rifiutano e lo combattonoin molti modi, giungendo a metterlo total-mente in discussione.

    2A lungo andare, delle correnti di pensiero odelle convinzioni possono dominarci e de-terminare il nostro comportamento. Mostriamo ogni volta una faccia diversa di noi.Tuttavia, si tratta veramente di noi? Lo igno-riamo. Non abbiamo ancora trovato noi stessi.Qual il luogo della mia esistenza, il posto chepu essere occupato solo da me e da nessunaltro? Dov il posto nel cosmo in cui la miapresenza indispensabile, il soggiorno ineffa-bile del mio essere? La vita di molte persone come un grido, ungrido senza parole. Ma la risposta si faattendere. Durante la nostra vita, qualsiasi cosa

    facciamo, continuiamo a girare intorno a qual-cosa. Giriamo intorno al nostro essere piprofondo senza conoscerlo. Tuttavia, talvolta cisfugge un sospiro, ci afferra una stranaemozione. Diventiamo silenziosi e gettiamo unsguardo sul nostro modo di vivere. Ci vienevoglia di lasciare tutto, di sottrarci alla nostraesistenza. Ma questo pu davvero aiutarci?Si direbbe che la mia vita dimori in periferia.In centro c lessere interiore. Ha un sensospostarsi in periferia? La distanza dal mio es-sere profondo resta invariabile. Vorrei indagarequesta distanza. Vorrei ricevere informazionidal centro. La mia vita sembra svolgersi sullascena di un teatro invisibile. Recito numerosiruoli, ma mi accorgo che la scena resta iden-tica, immobile, immutabile. Che senso hanno iruoli che interpreto? Sono attivi in me tutti ipersonaggi, le forze, le turbolenze, glintrighi.Ci che ricevo dai media avviene anche dentrodi me. La mia partecipazione al mondo lim-magine di ci che accade nel mio essere. Comeil mondo vive in me e mi anima, cos la miapsiche mette in movimento ci che accade nelmondo. Faccio parte di ogni avvenimento.

    3Da molto ho la sensazione di essere stra-niero a me stesso. Straniero a ci che ac-cade, pur essendone parte. A volte, quandointravedo degli spazi nascosti della mia co-scienza, delle identit non ancora svelate,penso che forse potr sollevare il velo. Allora,gioia e desiderio mi invadono e so che qualcosa

    La Madrasa Bou Inania una scuola coranica di Fez inMarocco, costruita intorno al 1350. Secondo la FamaFraternitatis, qui che si incontrarono i saggi arabi eafricani che vivendo cos lontani gli uni dagli altri,non sono solamente uniti e contrari a ogni diatribama inclini e disposti a confidare ed a rivelare i lorosegreti. Ed qui che Cristiano Rosacroce fececonoscenza con coloro che aveva la consuetudine dichiamare gli abitanti delle origini. Foto Ivar Hamelink

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    di grande in attesa per noi, qualcosa che deveessere ritrovato. Il nostro essere interiore inattesa del momento in cui dispiegheremo lanostra vera essenza. Quando guardo gli alberi,mi trasmettono sempre lidea che essi sono inattesa: una pazienza cosmica allopera in loro.Molti animali sembrano essere in attesa. Anchelo spazio che avvolge la terra d limpressionedi essere in attesa. Le stelle ci guardano. Tutto nellattesa, ma di cosa? Della nostra de-cisione di intraprendere il cammino che con-duce al nostro essere interiore. Se prendiamoquesta decisione, un cambiamento fondamen-tale avverr nel mondo: la rivoluzione mondialedellanima, una rivoluzione che cambier tutto. Quando arriva il momento critico, nella vita diun essere umano allincrocio delle stradedove si svela la via verso lessere interiore levoluzione e il flusso del tempo sembranofermarsi un istante. Si crea la possibilit di unadecisione importante, libera dai pesi del pas-sato. Per un attimo, lessere umano libero daogni legame.

    4 In sintesi, lessere interiore si rivela. Essomostra la porta che conduce al dominiotrascendente, esistente oltre il flusso del tempo.Istante effimero. Il mondo fluisce nel vuoto.Sette miliardi di essere umani attraversano les-sere interiore. Essi formano unenorme ruotache gira e trascina tutto. Ciascuno come unpianeta che si muove intorno al sole interiore.Chi pu sottrarsi? Immaginate che un certonumero di pianeti decidano di seguire unor-bita diversa, pi vicina al centro e pi trascen-dente. Tutta lumanit dovrebbe reagire a

    questo. Le antiche certezze svanirebbero e ap-parirebbe lincertezza. Laspetto spiritualedelle anime si intensificherebbe e renderebbepossibili nuovi sviluppi. Questo non sarebbe precisamente ci che ac-cade nel mondo ai giorni nostri? Il trascen-dente vuole offrirci ancora una volta la nostravera identit. Risvegliare in noi il trans-perso-nale e luniversale. Risvegliare lanelito allunitperch Egli Unit. Per noi umani, lunit checi avvolge lumanit, non solo in senso este-riore, ma anche in un senso pi profondo;lumanit come essere eterni, in quanto ordinee comunione di anime, libere dal corpo fisico,dalla mortalit, dagli imbrogli, dagli ancoraggie dalle strategie. forse una visione, questa? Anche da giovaneho avuto esperienze simili di unit. Ora possodire che lessere interiore a suscitare questo.Vorrei confrontare questa situazione conquella di un alpinista attratto da una cima. Isuoi amici gli raccomandano di non salire. Per-ch vuoi salire lass? Perch ti esponi a questopericolo? La sua risposta : Devo farlo. Nonposso fare altrimenti. Sceglie la sua attrezza-tura e lascia un sacco di cose dietro di s. Mia moglie e io abbiamo percorso questo cam-mino. Abbiamo cercato ed esplorato numerosipassaggi prima di scoprire quello di un gruppoche ci corrispondeva. Ne facciamo ancoraparte. La caratteristica del percorso la resa dis allessere interiore, allo specchio del campopi interiore del gruppo. un po vago? In ef-fetti, la sola ragione non pu capire questo. Nelnostro cuore ci fu un riconoscimento, una sortadi prericordo. Un campo di vita sommerso che

    Anche lo spazio che avvolge la terra d limpressione diessere in attesa. Le stelle ci guardano

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    emergeva di nuovo allaria aperta, come un fu-turo da riconquistare. Una certezza ha presoforma in noi. Il gruppo utilizza delle parole perdefinire la via. Parole del Vangelo, ma anche diLao-Tze, di Buddha e parole del nostro tempo.Quale ne leffetto? Esse ci permettono didistinguere le differenze, di stimolare le possi-bilit nascoste della coscienza. Attualizzanonello spazio lenergia del cammino, dal mo-mento in cui queste forze operano in coloroche le pronunciano. Appaiono di colpo anche degli effetti ombra,delle reazioni avverse. Queste compaiono dallesfaccettature del nostro carattere. Non puoisottrarti dalla palude come il barone di Mn-chausen. Non puoi allontanarti realmente daci che sei. Ora lessere interiore si rivela, emi insegna che qualcosa di completamentediverso dalla mia attuale personalit.

    5 Il mio passato cristiano mi ha fatto chia-mare lessere interiore il Salvatore, Ema-nuele, Dio, Cristo, lAltro in me. la parteopposta di ci che io sono. Posso molto fami-liarmente dargli del tu. Lo so, il mio vero io.Ma faccio anche questa frustrante esperienza:se decido di orientarmi su di lui, provo loscu-rit, il vuoto, il nulla. Lampi di pensieri sor-gono improvvisi, accompagnati daunagitazione emotiva e fisica, da desideri eforse anche da vecchie eredit del subconscio alungo dimenticate. Ma tutto ci non appar-tiene allessere interiore. Com possibile che non riesca a trovarlo? Un giorno, le scaglie caddero dai miei occhi.Quando guardo nelle profondit, con la luce

    della mia coscienza, vedo ci che mi appar-tiene, ci che mi corrisponde. Ma cos nonposso scoprire il vero s, immortale ed eterno.Questo non si riflette nelle forze della mia co-scienza. Egli appartiene a unaltra dimensionee rappresenta una presa di coscienza libera-trice. Improvvisamente, rido e mi libero deimiei vani tentativi. Ora comprendo perch unateo ha potuto dire con convinzione che nonera riuscito a trovare Dio. Tuttavia, ho fattopienamente lesperienza dellessere interiore.Come successo? Durante le riunioni della co-munit a cui appartengo, sovente faccio lespe-rienza della Luce dellanima spirituale. Come possibile ci? Appartengo al gruppo,mi apro alle parole che vengono dette circa lavia, e questo senza aspettarmi altro. Ed ecco laLuce che si riflette in me, che si comunica ame durante o dopo la riunione. Ho capito chelessere interiore ha bisogno di opportunit percostruire in me la sua cassa di risonanza.Leterno ha bisogno di trovare ci che gli corri-sponde, uno specchio limpido in cui riflettersi. Ho compreso come io oscuri senza sosta questospecchio: con la paura, con le emozioni e conil pensiero. Questo specchio non pu esserediverso dal livello di coscienza. La base per lanuova coscienza-anima si forma nella vecchiapersonalit. Da quel momento, la nuova e lavecchia coscienza dicono io con la stessa voce.

    6 Il gruppo di cui faccio parte mi stato diaiuto decisivo per gestire le energie e le in-formazioni che sorgevano. Ci che determi-nante il livello di coscienza. Come si compieil cambiamento dalla coscienza inferiore a

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    quella superiore? Ho dovuto pensare a lungosu questo, anche se cos semplice. lessereinteriore il creatore di ogni cosa. Egli risvegliail livello di coscienza superiore, ma ci ha uneffetto anche al livello inferiore. Risveglia lanostalgia nel vecchio io. Desta ci che idealee stimola innanzitutto la disposizione alla resa.La resa la chiave pi importante per linteroprocesso. Solo attraverso la resa possibile fare

    delle nuove esperienze, di creare, per esempio,la facolt di distinguere le nuove energie, pro-prie dellessere interiore, dalle vecchie, propriedella personalit. Ci si accompagna alla possi-bilit di vivere in un modo nuovo. Cambiano irapporti con le persone. Cos, tutto nuovo, eci si incontra da anima ad anima. Scoprire neglialtri unanima di livello superiore rende indici-bilmente felici.Se restiamo fedeli alla via, la via rimane fedelea noi. Una nuova orbita si stabilisce. Il nuovolivello di coscienza diventa una nuova strutturadellanima che lessere interiore occupa. Il Sal-vatore, il trascendente, costruisce una nuovacorporeit dellanima allinterno del corpo fi-sico. Sperimentiamo questo processo come unagrande forza di sostegno. Ora, i due livelli dicoscienza possono svilupparsi insieme. Ci che nuovo ha acquisito la sua struttura e ci che vecchio pu integrarsi in essa.

    7Credo che questo processo sia il prossimopasso dellevoluzione che il mondoattende. Siamo coinvolti in tutto. Differenti viespirituali sono indispensabili. Il trascendentenon pu riflettersi che nella diversit. La suericchezze interiori sono in grado di emergeresolo da una moltitudine di forme. Ogni indivi-duo pu intraprendere la via che conduce al-lunico. La felicit suprema, la grazia sovrana il riconoscersi nellaltro. Ogni cosa attende ilrisveglio del cuore. Ogni cosa attende il risve-glio dellessere interiore. Un gruppo, unito dauno stesso orientamento, pu riflettere piintensamente lenergia dellessere interiore diquanto possa un individuo isolato. Abbiamobisogno di focolai di energia spirituale del-lanima che diffondano luce sul mondo. Questifocolai si costituiscono, indifferenti alle culturee alle religioni. Insieme, essi attivano talvolta larivoluzione mondiale dellanima.

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    I L S O L E

    Elios conduce il carro del sole Vaso ateniese, circa V secolo a.C.

    Il Sole divino di cui abbiamo parlato, proietta sul mondo caduto e perduto sette tipi diraggi. Questi raggi formano uno spettro completo: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro,indaco e violetto. con questi sette tipi di raggi del Sole divino che noi mettiamo talvolta

    in contatto gli allievi della Scuola mediante il canto mantrico:Avanziamo cos nel rosso del contatto attraverso il sangue e viviamo dello splendore arancione del Prana divino.Nostro il cuore doro della gloria solare di Cristo. Siamo uniti nel verdeggiante paese della speranza. Vasti siaprono davanti a noi gli azzurri orizzonti. La nube del Signore ci precede nellindaco e ben presto, tolto dal

    volto ogni velo, ci attende il manto violetto del sacerdote-re. Jan van Rijckenborgh, LUomo Nuovo

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    Errando nella terra di nessunoC chi curioso e vuole semplicemente conoscere. C chi invece vorrebbe subitosapere tutto e anche di pi.Alcuni cercano la conoscenza assoluta per giungere allacomprensione pi profonda e alla suprema verit. Chi, in fondo, non ha mai provato ildesiderio e la fame di conoscenza?

    Tutti noi vogliamo conoscere. Il sapere cirassicura, rende il mondo prevedibile, ciprotegge e ci tranquillizza. La cono-scenza domina, supervisionando ogni cosa econtrollando il caos. Il sapere un solidoappoggio, una corazza contro lignoranza;costruisce dei muri intorno a s e si pone comeun bastione a difesa dellimponderabile ignoto. Il sapere pone allesistenza delle condizioni: semanteniamo un impiego, se siamo in buona sa-lute, se abbiamo un tetto sulla testa, alloraMa anche condizioni meno materialistiche: sesiamo onesti, giusti, autentici, umili, assennati,miti, equilibrati, allora Allora tutto andrbene, ci suggerisce la nostra comprensione

    intelligente del mondo. Comprensione intelli-gente che tenta di porre la nostra esistenza subasi solide e sicure e si sforza di colmare e sod-disfare la nostra vita. Allo stesso tempo, per, esiste il non-sapere.Da sempre ci rode silenziosamente dallesternocome dallinterno. Dal tormento del non-sa-pere ci difendiamo volgendo lo sguardo al-trove, nascondendo la testa sotto la sabbia osemplicemente alzando le spalle. Ma il non-sa-pere paziente, e ci raggiunge dalle strade piinattese. Finch un giorno capita che ci tro-viamo immersi totalmente in esso. Prima o poi,di fronte alle grandi questioni esistenziali, lanostra comprensione intelligente ci abbandona.

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    Chi non ha mai sentito il disagio, la sofferenza,la vergogna e lumiliazione, quando la nostrafame di conoscenza e comprensione non pupi essere soddisfatta e dobbiamo ammettereche non abbiamo una risposta? In ogni modo,tutti abbiamo provato lesperienza del non-sa-pere o del non-sapere pi.Non-sapere non significa una mancanza dieducazione o di cultura generale, come non es-sere in grado di riparare una macchina o nonconoscere la risposta ad un quiz. Il non-sapereinteso qui non ha nulla a che fare con il mondofisico nel quale viviamo. Non neppure do-vuto a una inadeguata educazione, a una insuf-ficiente quantit di nozioni accumulate e

    possedute, a fatti un tempo conosciuti e poidimenticati. Qui non si intende il banale, insi-gnificante non-sapere dellesperienza quoti-diana. Il non-sapere cui ci si riferisce ilnon-sapere silente, il quale non risponde allenostre appassionate, superficiali, impazientidomande sulle profondit abissali e sulle pialte vette della nostra esistenza. Nessuna portasi aprir in risposta al nostro prepotente bus-sare. La verit non pu essere manipolata dallenostre aspettative n dalle condizioni che noistessi vorremmo porre.Riferendoci al non-sapere, distinguiamo netta-mente tra il nostro banale, insignificante non-sapere e il Grande Inconoscibile che

    DEL NON-SAPERE E OLTRE

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    I L S O L E

    Poich la testa delluomo possiede due organi delludito, due della vista, due dellodorato euno della parola, e sarebbe inutile aspettarsi di parlare dalle orecchie o di udire dagli occhi,allo stesso modo ci sono stati tempi in cui la gente vedeva, in cui udiva e tempi in cui ha

    odorato. Entro breve tempo verr lepoca, che si avvicina a grandi passi, in cui toccher allalingua ricevere lonore di esprimere tutto ci che si visto, udito e odorato in passato. Dopoche il mondo si sar risvegliato dal suo sonno di ebbrezza bevuto dalla coppa avvelenatrice,

    luomo andr incontro al Sole nascente, alla nuova alba, con il cuore aperto, il capo scopertoe i piedi nudi, gioioso e felice.

    Confessio Fraternitatis, Cap. VIII Illustrazione: Uccello-anima egiziano o Ba, ca 330 a.C.

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    appartiene a un altro regno. Il Grande Incono-scibile non pu essere definito ricorrendo ainostri consueti parametri. ovunque, aperto,illimitato, al di l di tutte le negazioni, oltre ilpositivo e il negativo. Il Grande Inconoscibile,irraggiungibile dalla nostra coscienza dialettica,racchiude in s uno straordinario potere, unpotere sotteso a tutto. Questo potere les-senza di ogni cosa, la forza sostanziale di tuttoci che , un potere che il nostro intelletto nonpu cogliere n comprendere. Che cos dunque questa forza, questo potere?Come possiamo metterci in relazione con essa?Potremmo mai comprenderla? Una canzone per bambini racconta del meravi-glioso regno degli angeli, dove tutti noi vor-remmo andare, ma il cancello di quel regno chiuso a chiave e la chiave rotta. Chi pu ri-parare quella chiave? Il Grande Inconoscibile,lessenza di ogni cosa, potrebbe essere questala chiave del regno degli angeli, del Nirvana? il cammino verso il regno divino? Qual lachiave che apre quella serratura? Quale saperedovremmo utilizzare per aprire quel cancello?Non certo il nostro sapere intellettuale.Ammettere che non abbiamo risposte ci co-stringe a una ricerca. Quante volte abbiamopensato di possederle e quanto spesso ci siamodisillusi. Alla fine, dobbiamo ammettere chenon siamo in grado di trovare le risposte. Non facile accettare che, dopo averle provatetutte, non siamo venuti a capo di nulla. Nonabbiamo trovato alcuna risposta. Pi cose sap-piamo, pi conoscenze abbiamo accumulatonel corso del tempo, e maggiore limpattocon la consapevolezza che nessuna di esse puaiutarci a rispondere alle domande fondamen-tali della vita. Il voler sapere si inabissa nelle

    infinite profondit del non-sapere. Rimane sol-tanto io non so. Lio si arrende, capitola.A questo punto restiamo con tutta la nostraconoscenza accumulata nel corso degli anni,con tutte le esperienze vissute, senza tuttaviasapere nulla sullessenziale, trascinati verso ladisperazione; sussurrando, col cuore spezzato,una preghiera supplice. Il non-sapere diventaquindi il punto di svolta del nostro viaggio.

    Scendi pi in basso, scendi sinoal mondo della solitudine perpetua.Un mondo che non un mondo, ma un non-mondo,oscurit interiore, privazionee destituzione di ogni propriet,offuscamento del mondo dei sensi,svuotamento del mondo della fantasia.T.S. Eliot, Quattro Quartetti

    Se restiamo calmi e sereni, e non fuggiamoverso il porto sicuro del nostro sapere con-sueto di solito il primo impulso possiamoscoprire quanto grande e spazioso e ricco diossigeno possa essere il non-sapere. Abbiamola possibilit di fermarci e respirare, senzafretta seppure tremanti ed esitanti e disopportare di non-sapere, restando immobiliin questa immensit di idee, di ideologie, diprincipi e di immagini.Quando siamo spinti dal nostro io che pre-tende di sapere tutto, quando siamo tentati dicomprimere tutto entro schemi prestabiliti chehanno un senso per noi, quando il nostro io siprepara alla prossima battaglia contro ilGrande Inconoscibile, allora dobbiamo mante-nere la calma e perseverare.

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    Ho detto alla mia anima: sii silenziosa e lascia che loscurit ti pervada.Sar loscurit di Dio.T.S. Eliot, Quattro Quartetti

    Restare nel non-sapere non significa arren-dersi. Il non-sapere esige un ardimento noncomune. Il non-sapere vuol dire ampliare loscenario, spalancare la porta, iniettare nuovalinfa, predisporre una apertura per il rinnova-mento, per lAltro. Il non-sapere implica la lu-cida consapevolezza che in questo mondoogni cosa ha il suo opposto, che ogni feno-