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Rosarium 2000-01

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Rosarium 2000-01

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La notte di Natale il Papa ha dato inizio al Grande Giubileo del Duemila, con il tra-dizionale rito dell’apertura della Porta Santa. “Essa evoca - dice il SommoPontefice nella Bolla di Indizione del Grande Giubileo - il passaggio che ogni cri-

stiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia” (Incarnationis mysterium, n°. 8). Ilsegno visibile indica perciò qualcosa di invisibile al quale è subordinato, che è la conver-sione del cuore. Non si può perciò non parlare del sacramento della penitenza, al quale, nel corso dell’an-no giubilare, tutti siamo invitati ad accostarci, con più frequenza. L’invito che la Chiesarivolge è dettato non solo perché il sacramento della Penitenza è uno degli elementi esi-giti per ricevere l’indulgenza plenaria propria del giubileo, ma soprattutto perché essorealizza sacramentalmente l’appello di Gesù alla conversione, “il cammino di ritorno alPadre da cui ci si è allontanati con il peccato” (Catechismo Chiesa Cattolica, n°.1423),commesso dopo il Battesimo.

Diceva S. Ambrogio, dottore della Chiesa vissuto nel III° secolo, che nella Chiesa cisono l’acqua e le lacrime: “l’acqua del Battesimo e le lacrime della penitenza”. Questelacrime sono preziose agli occhi di Dio, e sono quelle del peccatore che piange sul serio isuoi peccati. Le lacrime della penitenza scaturiscono dal cuore contrito di colui che siapre alla misericordia e chiede perdono. E queste lacrime sono un dono prezioso, cheDio concede a coloro che lo chiedono. Così come si esprimeva un’antica preghiera:

“O Signore, Dio onnipotente, dopo aver ascoltato la parola di Gesù che ha detto ‘Beaticoloro che piangono perché saranno consolati’, desideriamo piangere i nostri molti pec-cati, ma i nostri occhi di pietra non possono, e per la durezza del nostro cuore, siamoincapaci di piangere; per questo ti preghiamo o Signore, perché tu, per la nostra peniten-za, prima sciolga la fonte di durezza dei nostri cuori, e, poi, per il dono della tua grazia,infonda fiumi di lacrime ai nostri cuori”. Amen.

... ERO CIECO,

ORA VEDO!

POSSIAMOCAPIRE QUALCOSAANCHE NOIDEL GIUBILEO?

a cura diP. Paolo Maria Calaon O.P.

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La Chiesa in questa preghiera domanda per tutti il dono delle lacrime. Questa richiestanasce dopo l’ascolto del Vangelo delle Beatitudini: “Beati coloro che piangono”.Chiedere il dono delle lacrime, non è soltanto per piangere i peccati commessi, ma èsoprattutto per aprirsi alla “beatitudine delle lacrime”. E’ qualcosa di positivo che cidona assieme il gusto di Dio e della sua misericordia, e la gioia di scoprire di essere nien-te, e di dipendere da Dio in tutto. Per questo motivo allora nasce il “desiderio di piangere”. A partire da questo desiderio sigiunge alla scoperta dolorosa, ma liberatoria, che siamo incapaci di piangere. Incapaciperché i nostri occhi sono “come di pietra”, a causa della durezza del nostro cuore. Così con il dono delle lacrime, gli occhi non sono solo lavati e purificati, ma da ciechiche erano ritornano a vedere. La gioia di un peccatore che si converte, allora non è sol-tanto la gioia di chi è accolto dall’abbraccio misericordioso del Padre che lo perdona, maè la gioia di qualcuno che grida ai quattro venti: “Prima ero cieco, ora vedo”. Il Giubileo è un anno di grazia al servizio di questa gioia e di questo miracolo. La pre-ghiera i sacramenti e le opere di carità che ci sono chieste in modo tutto speciale in que-st’anno giubilare per ricevere il dono dell’indulgenza sono animate interiormente daldono delle lacrime, perché i nostri occhi vedano e il nostro cuore comprenda ed accolgala beatitudine alla quale sin da ora Gesù ci invita.

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Diciamo che è difficile che ci siano ancora persone del nostro rione chenon sappiano niente di questa meravigliosa iniziativa, comunque èbello anche per noi che l’abbiamo vissuta intensamente, ricordare le

tappe più importanti di questi venti giorni di permanenza nel nostro rionedella Madonna del Rosario.

La prima settimana, dopo la festa patronale il 3 ottobre, quando sul sagra-to abbiamo ricevuto la statua della Beata Vergine Maria Regina del santorosario, abbiamo potuto ascoltare ed apprezzare la predicazione di P. PaoloCalaon e recitare il s. rosario con le meditazioni di S. Domenico e S. Caterina.La chiesa era quasi sempre affollata e si può dire che c’è stata una buona par-tecipazione.

Il giorno 11 è iniziato il vero e proprio pellegrinaggio nelle case in cuil’immagine della Madonna del s. rosario è stata accolta, case nelle quali c’èstato un afflusso straordinario di vicini, gioiosi di pregare assieme. Ci sonostate case in cui si sono raccolti anche 25 persone, il nostro parroco DonRoberto ha presenziato quasi sempre, perché il Padre, fatta la predicazione laprima settimana, ci ha lasciato il compito di fare noi da missionari. Coloroche hanno partecipato a questi incontri hanno ricordi indimenticabili, la gra-

Resterà memorabile nella storia...

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zia ha toccato tanti cuori, Maria sa fare molto bene le cose e ci ha aiutato tan-tissimo. Abbiamo capito quanto sia necessario pregare, meditare, come farloe come sia bello farlo assieme! In ogni famiglia ospitante veniva recapitata lastatua della Madonnina da giovani volontari forti e sorridenti: 25 kg. Tantopesava la statua e pesava sempre di più, man mano che salivano i quattro ocinque piani.

Dopo i 10 giorni nelle famiglie, sono riprese in chiesa le cerimonie, finoalla solenne chiusura con la proces-sione, un successo incredibile,resterà nella memoria di Oltrisarco!Non c’è ricordo di quanto sia statafatta l’ultima per le vie Asiago eClaudia Augusta, a causa del traffi-co. Ma stavolta è andata, ci hannopreceduto i vigili come “angelicustodi” e ci ha aiutato anche iltempo che pareva minaccioso. LaMadonnina ha così potuto passareper il nostro rione distribuendo lesue benedizioni! I membri del con-siglio pastorale parrocchiale hannoportato in processione gli stendardirappresentanti i misteri del s. rosa-rio...

Un grazie va a P. Paolo per lasua opera e per le sue parole sem-plici, ma proprio per questo pene-tranti ed indimenticabili e grazieanche a P. Mauro per il suo lavoroiniziale, ma soprattutto grazie aquelle innumerevoli persone che,senza farlo sapere a nessuno, si sondate da fare perché tutto fosse effi-cente.

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Rev. Padre Mauro,

Le spedisco una breve relazione circa l’esperienza della “peregrina-tio Mariae” fin dal momento in cui, in settembre, non ancora inserita nel-l’anno sociale ero un po’ spaventata dall’impegno di coadiuvarne l’orga-nizzazione... “se Tu lo vuoi tutto andrà bene” Le avevo detto in preghie-ra e così è stato perché la Madonna ha fatto molto da sola.

Gli incontri dell’équipe non sono stati molti e le famiglie si sonoprenotate in numero equo, in modo tale da coprire tutto il periodo dall’8al 26 dicembre, per fare di ogni casa un piccolo cenacolo di preghiera.

Sono stati importanti i tre giorni di preparazione alla “peregrinatio”:dal 5 all’8 dicembre. Le presenze non strepitose (la parrocchia dellaSacra Famiglia difficilmente attira in modo compatto) hanno però coltoil messaggio dei padri Mauro e Paolo. Quest’ultimo si è soffermato sualcune riflessioni di S. Luigi Maria Grignon di Montfort: oltre a volere ilproprio bene spirituale Maria ci invita ad affidare tutto a Lei affinché lopossa portare a Suo Figlio.

La bella immagine materna e maestosa ci ha invitato a fare proprioquesto. Avrei voluto essere presente in tutte le famiglie che l’hannoaccolta, ma lo sono stata solo nella prima. L’ho vista proprio come “regi-na della casa”, in una cappellina, su di un altarino attorniato da tantibambini... “Maria, donaci lo Spirito Santo che ci riempia della SuaGrazia”, questa era la preghiera che recitando il s. rosario s’imprimevanel nostro cuore uscendo come un grido...

Clara Avena

“se Tu lo vuoi...”

e la Madonna

ha fatto molto da sola!

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La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Charles Journet

22Parte seconda (continua)

Dopo aver trattato del concetto di degna Madre di Dio, il card. Journet passa a trattare dellasantità della Beata Vergine. Infatti si comprende facilmente che se la Beata Vergine Maria nonfosse stata santa non sarebbe potuta essere la degna Madre di Dio.

A questo punto bisogna però precisare cos’è la santità. Essa ha infatti due aspetti, chepotremmo chiamare statico e dinamico:* L’aspetto statico riguarda lo stato di santità di un’anima, e dipende dalla grazia santificante.Questa grazia santificante, come dice chiaramente il nome stesso, è una grazia che rende santi(santificante da sanctum facere, rendere santo). Un bambino che riceve il battesimo riceve lagrazia santificante, quindi può e deve essere detto santo anche se non esercita ancora alcunaattività santa. Così anche un adulto, anche cristiano mediocre, purché sia in grazia di Dio, puòe deve essere detto santo.* C’è però anche un secondo senso della parola “santità”, quello dinamico. E in questo senso sidice santo colui che vive santamente, che compie opere sante. Più precisamente quando prati-ca le virtù cristiane in grado eroico, ossia eccellente e perfetto. In questo senso la Chiesa, attra-verso le canonizzazioni, dichiara che alcuni dei suoi figli devono essere considerati santi.Torniamo a Maria Santissima. Ella era santa in ambedue i sensi. Nel primo senso in quantoera “piena di grazia”, nel secondo senso in quanto la testimonianza dei Vangeli, la Tradizionee l’insegnamento della Chiesa presentano la Beata Vergine come un perfetto modello di santità.Sull’espressione “piena di grazia” è però opportuno fare un’osservazione. Tale espressioneinfatti non rispecchia esattamente il senso delle parole dell’Angelo. Questi infatti saluta la BeataVergine con le parole: “Cháire, kecharit_mén_”, che si dovrebbero tradurre più esattamente:“Rallegrati, o ricolma del favore divino”. L’Angelo quindi vuole indicare che la Beata Vergineha ricevuto da Dio una grazia, un dono singolarissimo, quello di essere la Madre del Messia,anzi, la Madre del Figlio stesso di Dio. Però il traduttore latino ha ragionato così: se Maria èricolma del favore divino, sarà certamente anche Lei stessa piena di grazia, cioè di grazia san-tificante. La traduzione quindi di kecharit_mén_ con “gratia plena” (piena di grazia) è legitti-ma, anche se è più un’interpretazione che una traduzione fedele.

TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU?

a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.

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Testo del Card. JournetPienezza di grazia

16) Quale primo dono ha ricevuto Maria per essere la degna Madre di Dio?Dio, secondo il Vangelo, Le concede di essere la Madre di Gesù per mezzo di unmiracolo. Ciò è confermato due volte: in S.Luca (Lc1,34-37) e in S.Matteo (Mt 1,20).E’ per questo che noi diciamo che Ella è Vergine Madre. E’ il privilegio della maternitàverginale di Maria.

17) Quali altri doni ha Ella ricevuto per essere degna Madre di Dio?- Dio Le ha concesso di essere piena di grazia, cioè di santità: è per questo che lachiamiamo Santa Vergine.

18) La Vergine poteva essere degna Madre di Dio senza essere piena di grazia?- No! Ciò diventa impossibile quando si è compreso tutto ciò che significa la parola:degna Madre di Dio.

19) L’Angelo Gabriele sapeva che la Madre di Dio era piena di grazia?- Sì: Egli Le annuncia che Ella è stata toccata dalla grazia, che il Signore è con Lei (Lc1,28), e che Ella ha trovato grazia presso Dio (Lc 1,30).

20) Santa Elisabetta, sua cugina, ha saputo che la Vergine Maria era piena di grazia?- Sì: Ella dice alla Vergine Maria che è benedetta fra tutte le donne, che è la Madredel Signore, e che è beata per aver creduto all’Angelo (Lc 1,42-45).

Esenzione da ogni peccato personale

21) La Vergine Maria ha fatto almeno qualche peccato?No, Ella non ha mai fatto alcun peccato, né mortale, né veniale.

22) Come sappiamo noi che la Vergine non ha fatto alcun peccato?Se avesse fatto il più piccolo peccato, non sarebbe stata veramente piena di grazia, enon sarebbe stata la degna Madre di Dio.

23) La Vergine non è stata indiscreta domandando il miracolo di Cana?No, poiché Gesù l’ha esaudita, e ha anticipato così l’ora della sua manifestazione.Quando le disse “Che cosa c’è per me e per te, Donna? La mia ora non è ancoravenuta” (Gv 2,4), voleva dire: “queste cose sono di poco conto, o Donna! L’ora dimanifestarmi e di fare un miracolo non è ancora giunta. Tuttavia io voglio esaudirti”.

24) Quando Gesù parla con solennità a sua Madre, dicendole: Donna?- Due volte, quando Egli agisce nella pienezza della potenza divina. * A Cana, dove la sua ora comincia: ed allora Egli compie il miracolo che Maria ha chiesto.* Al Calvario, dove la sua ora si chiude: ed allora Egli ce la dona per Madre (Gv 19,26).

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Commento:

Le parole di S.ElisabettaVorrei fissare l’attenzione sulle parole pronunciate da S. Elisabetta, e precisamente

considerare due punti:* Innanzitutto il fatto che S. Elisabetta chiama la Beata Vergine “Madre del Signore”.

Ora, il termine “Signore” in questo contesto è sinonimo di Dio (sappiamo che gli Ebreinon pronunciavano mai il nome di Dio). Quindi in pratica S. Elisabetta è come se avessedetto “A che debbo che la Madre del mio Dio venga a me?”. S. Elisabetta ha quindi ilmerito davvero straordinario di essere stata la prima a far uso della formula “Madre diDio”, formula della quale abbiamo già parlato a suo tempo, sottolineandone la fonda-mentale importanza e la meravigliosa profondità.

* Inoltre S. Elisabetta loda la Beata Vergine “Te beata che hai creduto”. Qui potrebbesorgere una difficoltà, poiché leggendo il Vangelo nella traduzione italiana corrente tro-viamo che la Beata Vergine sembra aver quasi espresso un dubbio alle paroledell’Angelo, quando ha detto “Come è possibile? Non conosco uomo”. Eppure pensaread un dubbio della Beata Vergine sarebbe del tutto errato. Infatti Zaccaria, che avevadubitato veramente, divenne muto per punizione, mentre la Beata Vergine Maria non solonon fu punita, ma viene lodata per la suafede. Ed allora bisogno purtroppo dire chela traduzione italiana corrente è inesatta.Traducendo esattamente il testo greco biso-gna dire “Come avverrà questo? Non cono-sco uomo”. La Vergine non dubita che ciòsia possibile, come farebbe pensare la tradu-zione italiana corrente (“come è possibile?”),ma si limita a domandare un chiarimento:“Come avverrà questo dal momento che nonconosco, e non ho intenzione di conoscere,uomo?”. La Madonna Santissima chiedecome si può conciliare la sua maternità con ilproposito da Lei fatto, senza dubbio su ispi-razione divina, di rimanere sempre vergine.

L’esenzione di Maria da ogni peccatoSul fatto che la Beata Vergine non abbia

mai commesso alcun peccato, per cui si puòdire in senso pieno che non ha conosciuto il

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peccato, è giustamente famosa la decisa affermazione di S. Agostino: “Quando si trattadi peccati, per onore del Signore non voglio che si faccia alcuna questione della VergineMaria”. Con queste parole S. Agostino elimina totalmente ogni dubbio sulla piena e per-fetta santità di Maria. Maria non fu dunque santa solo nel primo senso, in quanto cioèripiena di grazia santificante, ma anche nel secondo senso, cioè nel senso che in tutta lasua vita praticò la più eccelsa santità. A parte Gesù, non vi è stata su questa terra unacreatura più santa della Beata Vergine Maria. Ella brilla dinanzi al peregrinante popolodi Dio come il modello più eccelso a cui tutti i cristiani devono guardare per divenire,come Lei, perfetti discepoli del Signore.

L’espressione “Donna” con cui Gesù si rivolge a sua MadrePuò suscitare una qualche difficoltà il fatto che Gesù si rivolga talvolta nel vangelo

a sua Madre chiamandola “donna”. Non sembrerebbe quasi un sottrarle la prerogativadi essere sua madre? Maria, infatti, non è solo una donna, ma è anche sua madre.

L’espressione “donna” in realtà non indica per nulla una mancanza di riguardo,né vuole in alcun modo far dimenticare che Maria è veramente madre di Gesù, ma collo-ca invece la Beata Vergine nel suo ruolo di protagonista, accanto e dopo Gesù, nella sto-ria della salvezza. Infatti nella Bibbia, quando Dio preannuncia il Redentore, dice fra l’al-tro, rivolto al serpente: “Porrò inimicizia fra te e la Donna”. Questa Donna misteriosacompare dunque all’inizio della Bibbia (Gen 3). E compare anche alla fine, nel cap. 12dell’Apocalisse, dove si ha la grande visio-ne della Donna vestita di sole, con la lunasotto i suoi piedi e sul suo capo una coronadi dodici stelle.

E’ certamente a questa Donna che Gesùpensa quando, all’inizio del vangelo di S.Giovanni, rivolgendosi a sua madre la chia-ma Donna: “Che c’è fra me e te, oDonna?”. Infatti questa Donna ottiene l’iniziodei miracoli di Gesù, e svolge un ruolo diprotagonista in tutto l’episodio di Cana. E’sempre a questa Donna a cui pensa Gesùquando dalla croce pronuncia le parole:“Donna, ecco tuo figlio”. Questa Donnasarà la nuova Eva, la madre dei viventi, lacorredentrice del genere umano. E’ a Lei chesi riferisce la Bibbia al suo inizio (Genesi 3)e alla sua fine (Apocalisse 12).

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MISTERI DELLA GIOIA

Primo mistero gaudioso: L’annunciazione dell’angelo a MariaO fuoco e abisso di carità! Perché tu sei così pazzo d’amore? Perché ti seiinnamorato della creatura; la vai cercando ed essa ti sfugge: e a lei più vici-no non potevi farti che vestendoti della sua umanità... Bussava, o Maria, allaporta tua la Deità eterna, perché voleva venire in te; e mai non vi sarebbeentrata se tu non gli avessi aperto dicendo: “Ecco l’ancella del Signore, siafatto di me secondo la tua parola”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo l’umile obbedienza della fede.

Secondo mistero gaudioso: La visita di Maria alla cugina ElisabettaMaria è già un “carro di fuoco”, quando porta nascosto nel suo grembo ilDio-amore, mentre va da Nazaret alle colline della Giudea per visitareElisabetta. Sotto la cenere della sua umanità, la Vergine Maria porta il fuoconascosto e velato ... e il fuoco chiama fuoco. “O fuoco che sempre ardi, l’anima che in te conosce sé, dovunque ella si volge,nelle cose piccole trova la grandezza tua”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo la carità fraterna.

Terzo mistero gaudioso: La nascita di GesùL’amore di Dio scende fino al più misero degli uomini. Infatti Gesù nasce,umiliandosi all’uomo, nella povertà di una stalla, tra gli animali.Chi gliel’ha fatto fare? Solo l’amore... Dio, facendo sé piccolo, ha fatto gran-de l’uomo ..”O carità dolcissima e inestimabile, chi potrà non infiammarsi davanti a uncosì grande amore? Chi ti spinge ad usarci tanta misericordia? Ti muove l’a-more...”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo l’amore alla povertà e ai poveri.

Quarto mistero gaudioso: La presentazione di Gesù al TempioPer le mani della Vergine Madre il Cristo è presentato nella sua umanità alPadre. E’ la via dell’amorosa obbedienza che Egli comincia a percorrere finda principio, la via che seguirà fino in fondo. E Maria lo offre ora nel tempio,come lo offrirà più tardi, per noi, sul Calvario ...

“O sommo Iddio amore inestimabile, Tu ci mostri la cenere della nostra mor-talità in Te, perché conosciamo, nella cenere, noi per Te”.

Dagli scritti di S. Caterina da SienaChiediamo la purezza di cuore.

IL ROSARIOIL ROSARIOCON S.CON S. CACATERINATERINA

DA SIENADA SIENA

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Quinto mistero gaudioso: Il ritrovamento di Gesù tra i dottori neltempioMaria e Giuseppe cercarono per tre giorni il fanciullo Gesù, la loro ansia rivi-ve nella nostra orazione, quando con essa cerchiamo di ritrovare il Signore,che abbiamo smarrito o per il peccato o per la nostra aridità di cuore ...”

O Tu lume, dona a noi lume, tu sapienza, dà a noi sapienza, tu, somma fortez-za, fortifica”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena.

Chiediamo l’umiltà per cercare Dio e la sua volontà.

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MISTERI DEL DOLORE

Primo mistero doloroso: L’agonia di Gesù nell’orto degli uliviVestito del desiderio del Padre e della nostra salvezza, Cristo, infiammato d’a-more, dà inizio alla sua prova più grande. Egli non soltanto accetta la volontàdel Padre, ma affretta, col desiderio, la volontà di bere il calice amaro dellapassione...

“O passione desiderata! Che non è amata da chi ama se stesso, ma da chi si èspogliato di sé e si è vestito di te”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo la conversione del cuore.

Secondo mistero doloroso: La flagellazione di Gesù alla colonnaCristo è spogliato e flagellato alla colonna, per dimostrare non solo con le sof-ferenze dell’anima, ma anche con quelle del corpo l’amore ineffabile che Dioha per noi, e così liberarci dalla schiavitù della carne peccatrice...”

O speranza, e rifugio dei peccatori, tu ti comporti verso la tua creatura comese senza di lei tu non potessi vivere”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo di perseverare nella preghiera nel momento della prova.

Terzo mistero doloroso: L’incoronazione di spineDeriso, coronato di spine e schiaffeggiato, Gesù non se ne risente ma sopportale ingiurie, perché Egli è venuto non per giudicare ma per salvare. Dette provadi un patire che non era debolezza di fronte ai suoi carnefici, ma prova di unamore di sublime altezza, per liberarci dal nostro orgoglio... “

O carità dolcissima e inestimabile, chi potrà non infiammarsi davanti a un cosìgrande amore?”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo l’umiltà del cuore.

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Quarto mistero doloroso: Gesù sale al Calvario carico della croceGesù corse come innamorato a portare la croce, tanto ardente era il suo desi-derio di consumare il sacrificio della nostra salvezza. Tutta la vita era statopressato da tale volontà di soffrire per noi: questo fu per lui una continuacroce...

“Che cosa dirò? Farò come chi balbetta, poiché la lingua finita non può espri-mere la commozione dell’anima che infinitamente ti desidera”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo di accettare la nostra croce e di portarla con Gesù.

Quinto mistero doloroso: La morte in croce di GesùGesù è inchiodato sulla croce, ma non furono i chiodi a tener confitto il Figliodi Dio, ma l’amore per noi. L’apertura del costato, ferito dalla lancia, ci fascoprire il “segreto del cuore”, cioè dell’amore che non ha confini e che salvail mondo intero...

“O somma ed eterna Verità, vedo confitto ed e inchiodato sulla croce il Verbotuo Figlio, che tu hai fatto a me ponte: per questo il mio cuore scoppia e nonpuò non scoppiare, tanta è la fame di te e l’amore che per te ha concepito”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo la grazia di lasciarci attrarre da Gesù crocifisso.

.MISTERI DELLA GLORIA

Primo mistero glorioso: La resurrezione di Gesù da morte Il Sangue di Cristo ha riaperto all’uomo le porte della vera vita. Gesù appareai discepoli coi segni delle piaghe: essi sono ormai segni di vittoria...

“O dolce portinaio, o umile agnello, tu sei quell’ortolano il quale, avendoaperte le porte del giardino celeste, cioè del Paradiso, porti a noi i fiori e i frut-ti della Deità eterna”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo la fede nel Cristo vittorioso sul peccato e sulla morte.

Secondo mistero glorioso: L’ascensione di Gesù al CieloQuando Gesù sparisce agli occhi dei discepoli, sembra che non sia più pre-sente, invece è lui stesso che ci invita a salire più in alto nella virtù, deside-rando il cielo...

“O lume che dài lume nel tuo lume vediamo! Nel tuo lume vedo, e senzaesso non posso vedere, perché tu sei quello che sei, ma io sono quella chenon sono”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo il desiderio del Cielo.

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Terzo mistero glorioso: L’effusione dello Spirito Santo su Maria egli Apostoli riuniti nel Cenacolo Lo Spirito Santo discende sugli apostoli come pioggia di fuoco. Egli muoveall’orazione, mediante la quale s’accende il fuoco della divina carità, che fadi essa una “madre vestita di fuoco e inebriata di Sangue”...

”Spirito Santo, vieni nel mio cuore, e per la tua potenza trailo a te, Dio, edammi carità con timore. Guardami Cristo, da ogni mal pensiero; riscaldamie infiammami del tuo santissimo amore, sì che ogni pena mi paia leggera”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo l’effusione dello Spirito Santo.

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Quarto mistero glorioso: L’assunzione di Maria al CieloMaria come “carro di fuoco” entra nella gloria, come tipo e protezione diogni anima che entrerà nella perfetta visione di Dio...

”O Maria, lampada d’umiltà, nella quale sta e arde il lume del vero conosci-mento, col quale tu levasti te sopra di te, e perciò piacesti al Padre eterno,onde Egli ti rapì e trasse a sé amandoti di singolare amore”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Chiediamo la grazia di affidarci totalmente a Maria.

Quinto mistero glorioso: L’incoronazione di Maria Regina delCielo e della terra La gloria di Maria Santissima sopra gli angeli e i santi è il trionfo completo edefinitivo della verità del Padre in una creatura umana. Tutte le promesse diDio si avverano per chi ha percorso la via della verità il “Ponte di CristoCrocifisso”...

”Tu o Maria sei fatta libro nel quale oggi è scritta la regola nostra. In te oggiè scritta la sapienza del Padre eterno, in te si manifesta oggi la fortezza elibertà dell’uomo”.

Dagli scritti di S. Caterina da Siena

Proposito: consacrare se stessi a Gesù sapienza incarnata per le mani diMaria.

V. Prega per noi, Regina del Santo RosarioR. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo

PREGHIAMOO Signore Gesù, che per giungere alla glorificazione hai voluto prima vivere una esistenza umana intes-suta, come la nostra, di gioie e di dolori, fa che nella Chiesa non vengano mai a mancare ferventiSacerdoti, Religiosi e Laici che col Rosario di Maria trasmettano agli uomini i misteri della nostraredenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.Amen.

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VIAGGIO A FATIMA

... ha pregato e meditato con noi!

Come ogni anno, il Movimento Domenicano del Rosario, ha promosso ed organizza-to, tra le varie attività annuali, il pellegrinaggio al santuario della Madonna di Fatima.Quest’anno i pellegrini erano un numero ben maggiore delle volte precedenti, più di un centi-naio, provenienti da varie regioni e città del nord e centro Italia.

Il primo giorno del pellegrinaggio, venerdì 10 settembre, alle prime luci dell’alba sonopartiti 2 pullman e un pulmino, per raccogliere i pellegrini da varie città e regioni d’Italia. Alle5,30 è partito da Civitanova Marche, il pullman che raccoglieva la maggior parte dei pellegri-ni marchigiani. Il pullman ha fatto varie “tappe”, per raccogliere tutti gli altri pellegrini(Ancona, Senigallia, Pesaro), prima di raggiungere l’aeroporto di Roma-Fiumicino alle ore14,30, dove alle 16 è partito l’aereo per Fatima. Il secondo pullman è partito alle ore 7 daFano, dove sono saliti gli altri pellegrini delle Marche, per raggiungere l’aeroporto di Milano-Linate. Durante il percorso si son fatte varie tappe, Faenza, Galliera, Modena, Reggio Emilia,Fontanellato, Melegnano, accogliendo i pellegrini che provenivano dall’Emilia Romagna edalla Lombardia. All’aeroporto di Milano sono convogliati anche quei pellegrini che proveni-vano da Venezia, Padova e Brescia, e che erano stati raccolti da un pulmino, partito in matti-nata da Mestre.

Durante il tragitto che ci ha portato ai due aeroporti, c’è stata data occasione di conosce-re gli altri pellegrini, e anche di entrare già nel “clima” spirituale del pellegrinaggio con lapreghiera a Maria e la meditazione.

Giunti a Lisbona alle 18, ci siamo ricongiunti tutti all’aeroporto, dove ci attendevano lenostre due guide che da quel momento ci avrebbero accompagnato per tutta la durata delpellegrinaggio. Da Lisbona, due pullman ci hanno condotto a Fatima.

La sera di quel primo giorno, dopo la cena e le prime spiegazioni e indicazioni di P.Mauro per il buon svolgimento del pellegrinaggio, chi lo desiderava ha potuto recarsi nellagrande spianata del Santuario e nella cappella delle apparizioni, per la preghiera personale.

Il Santuario sorge ora nel luogo dove i tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, condu-cevano le loro pecore al pascolo. Quel luogo si chiamava “Cova da Iria”. Quando siamo arri-vati quella prima sera, anche se era già molto tardi, c’erano ancora dei pellegrini che prega-vano nella cappella delle apparizioni. E’ una piccola cappella a lato del piazzale, e sorgeproprio sul posto esatto in cui la Madonna è apparsa ai pastorelli.

E’ lì che la Madonna ha detto loro che li avrebbe portati in Cielo, invitandoli ad “offrirsi aDio in riparazione dei peccati, con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccato-ri”. E, Lucia, subito ha detto: “Si, lo vogliamo”.

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Proprio in questa cappella, il giorno dopo, l’11 settembre, che era un sabato, al mattino,abbiamo potuto celebrare la S. Messa, presieduta da P. Mauro, a cui hanno partecipato tutti ipellegrini. E’ qui che si trovavano i tre pastorelli quando la Madonna, nella terza apparizione,il 13 luglio 1917, ha mostrato loro l’inferno. Queste sono le parole di Lucia:

La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che pareva che si trovasse sottoterra. Immersi in questo fuoco, i demoni e le anime come se fossero braci trasparentie negre o color bronzo, dalla forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportatidalle fiamme, che uscivano da loro stessi, insieme a nugoli di fumo e cadevano datutte le parti, simili alle faville che cadone nei grandi incendi, senza peso né equili-brio, tra gridi e gemiti di dolore e di disperazione che facevano raccapricciare e tre-mare di spavento. I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animalispaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e negri. Questa visione durò un istante. Esiano rese grazie alla nostra buona Madre celeste che in antecedenza ci aveva rassi-curati con la promessa di portarci in Paradiso durante la prima apparizione! Se nonfosse stato così, credo, che saremmo morti di paura e di terrore. Poco dopo alzammogli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’infernodove vanno le anime dei poveri peccatori” (cf. Lucia racconta Fatima, Brescia,Queriniana, 19872, p. 80).

Da questo luogo parte un forte grido ed un pressante invito alla conversione. Come ipastorelli alzarono gli occhi a Maria, così anche noi, siamo invitati ad alzare gli occhi a Lei(cf. Lucia racconta Fatima, p. 122). Essere pellegrino a Fatima significa proprio questo: guar-dare a Maria, per chiedere a Lei, nella preghiera e nella meditazione, di comprendere i miste-ri di Dio, per accogliere sempre più il dono della conversione e della salvezza. Quel giorno

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stesso siamo stati alla località detta “Los Valinhos”, per meditare la Via Crucis, nella stessalocalità dove è apparso l’Angelo ai tre pastorelli, e dove la Vergine stessa, il 19 agosto 1917,ha continuato ad esortarli alla preghiere e al sacrificio, dicendo loro: “Pregate, pregate molto;e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi sisacrifichi e preghi per loro” (cf. Lucia racconta Fatima, p. 123). I “Los Valinhos” è una localitàche sorge accanto al villaggio dove abitavano i tre pastorelli. Abbiamo così potuto visitare lacasa natale di Lucia, con accanto il pozzo dove spesso si ritiravano in preghiera e in medita-zione, e dove Francesco spesso da solo recitava il S. Rosario, per “consolare” il cuore di Gesùe Maria. A poche decine di metri c’è la casa di Francesco e Giacinta. Una piccola casa rima-sta così com’era una volta, povera e semplice: “Beati i poveri... di essi è il Regno dei Cieli”.Ritornati in albergo, nel pomeriggio abbiamo avuto il tempo libero per la foto ricordo, per lavisita a Fatima e per quei piccoli acquisti da portare a casa. La sera di quello stesso giornoabbiamo meditato il S. Rosario nella Cappellina delle apparizioni, seguito dalla processionenella spianata del Santuario. La meditazione e la preghiera del S. Rosario, a Fatima, rispondead un preciso e ripetuto invito che la Vergine ha rivolto non solo ai tre pastorelli ma tramiteloro a tutti.

Il giorno dopo, domenica 12 dicembre 1999, festa del SS. Nome di Maria, la giornata èiniziata con una conferenza a “due voci”. Una prima parte più storica, sulle origini della pre-ghiera del S. Rosario, il suo splendore e la sua eccellenza tra le varie preghiere nella Chiesa,e sulle associazioni rosariane (P. Mauro). La seconda più spirituale, sul pericolo di fermarsi aquanto si è “sentito” a Fatima, ma che non dura se ci si “ferma lì”, e sull’importanza di “anda-re all’essenziale” di quanto la Vergine ha detto ai tre pastorelli (P. Paolo). Dopo la S. Messa,celebrate in una cappella di un convento di suore americane, nella città di Fatima, e il pranzo,nel pomeriggio chi lo desiderava ha potuto accostarsi al sacramento della confessione. Alle17,30 abbiamo partecipato alla solenne adorazione eucaristica, nella spianata del santuario.La sera dopo cena abbiamo partecipato alla Veglia di preghiera, nell’anniversario della quin-ta apparizione, che comprendeva la recita solenne del S. Rosario, la processione nella spiana-ta con la statua della Madonna portata a spalle sopra una baldacchino tutto coperto di fiori.La processione si è conclusa con la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo diLisbona. Quando siamo giunti nel piazzale, abbiamo visto una scena incredibile: migliaia difedeli con le fiaccole accese. E molti di questi erano già pronti per passare la notte lì sul piaz-zale, accampati con cartoni e coperte. Vedere la fede e la devozione di tutti questi pellegrinifaceva veramente commuovere e riflettere. La maggior parte erano portoghesi, persone sem-plici e spesso povere, e c’erano anche molti bambini. E’ proprio vero che Fatima è il Santuariodei portoghesi!

Il giorno dopo, 13 settembre, anniversario della 5° apparizione, è stato il momento cen-trale del pellegrinaggio. Quando al mattino ci siamo recati al piazzale del Santuario, per il S.Rosario internazionale, e la solenne concelebrazione, abbiamo visto una scena davvero indi-menticabile: migliaia di pellegrini, raddoppiati dalla sera precedente, che attendevano l’iniziodella celebrazione e che nella preghiera cercavano rifugio in Maria.

Il 13 settembre 1917, secondo l’invito della Vergine Maria, i tre pastorelli attorniati da un

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folto gruppo di fedeli, si recarono a Cova da Iria. La Vergine, invitandoli a recarsi là ancora il13 ottobre, li invitò a perseverare nella recita del S. Rosario. Interrogata da Lucia sulla sorte dialcuni malati, la Vergine rispose che “alcuni li avrebbe guariti, altri no, perché il Signore nonsi fidava di questi ultimi” , rispondendo così a tutti coloro che si lamentano del fatto che Diocompie così pochi miracoli.

Al termine della solenne concelebrazione, presieduta dal Vescovo di Lisbona, al canto del-l’inno alla Madonna di Fatima, si è riaccompagnata la statua della Vergine nella cappelladelle Apparizioni, mentre tutti sventolavano dei fazzoletti bianchi in segno di saluto. E’ unmisto di gioia, di felicità, ma anche di amarezza, perché la nostra terra è una valle di lacrimee una terra d’esilio.

Dopo il pranzo e un dovuto riposo, siamo partiti alla volta di Coimbra, verso il Carmeloche ospita Sr. Lucia. Durante il percorso abbiamo potuto ammirare la bella città di Coimbra,ampiamente descritta dalle nostre due guide. E’ questa una città molto antica, con palazzi echiese di grande valore. E’ conosciuta soprattutto per la sua antichissima università ancorarinomata. Terminata la visita alla città, ci siamo recati nelle chiesa del Monastero delle carme-litane, dove abbiamo potuto meditare la terza parte del Santo Rosario. E’ stata veramente unagrande grazia pregare nello stesso luogo dove vive e prega Sr. Lucia: lei stessa - come cihanno confermato al termine della preghiera - ha pregato e meditato con noi. E’ stato moltodi più che poterla vedere, perché ci ha fatto il regalo della sua preghiera. Quella giornata, giàmolto intensa, si è conclusa con la cena in albergo, e con la preghiera personale nellaCappella delle apparizioni.

Il giorno dopo, 14 settembre, giorno della partenza, la sveglia è stata molto più presto delsolito, per poter essere puntuali alla S. Messa, che contrariamente a quanto era stato prestabi-lito, abbiamo potuto celebrarla nella Basilica dove, accanto all’altare, si trovano le tombe diFrancesco e Giacinta, ininterrotta meta di pellegrini. Terminata la S. Messa, dopo una brevesosta per l’ultima preghiera nella cappella delle apparizioni, ci siamo precipitati di corsaall’albergo per la colazione e gli ultimi preparativi per la partenza.

Si racconta che S. Francesco di Sales recatosi in pellegrinaggio a Loreto uscì dalla SantaCasa talmente infuocato d’amore che il suo volto era tutto splendente. Non so se i nostri voltifossero splendenti ed infuocati, alla partenza da Fatima, ma so per certo che Dio vuole che inostri cuori risplendano del suo amore, e vuole donarci la sua luce anche quando meno ce loaspettiamo. A noi chiede la vigilanza e la perseveranza nella preghiera.

Ed è proprio con un forte invito alla vigilanza che si è concluso il nostro pellegrinaggio.Proprio mentre stavamo completando le ultime operazioni per l’imbarco, all’aeroporto diLisbona, una nostra pellegrina, la sig.ra Diana, è stata colta da un improvviso malore a cuinulla sono valsi gli sforzi dei soccorsi che sono giunti immediati. Diana, che era stata accom-pagnata a Fatima da suo marito e da sua figlia, è morta quasi un’ora dopo all’ospedale diLisbona. Per lei e la sua famiglia abbiamo pregato durante tutto il viaggio di ritorno, affidan-doli in modo tutto speciale a Maria: Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori,adesso e nell’ora della nostra morte.

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Con grande probabilità il Santo Padre in quest’anno procla-merà beati Giacinta e Francesco, due dei pastorelli di Fatima che,insieme all’attuale Suor Lucia, ebbero -come è noto- a Fatima la sin-golarissima grazia di vedere la Madonna, di parlarle e di udire lesue parole.

Che cosa significa questa beatificazione ? e perché? Sonodomande che ci vengono spontanee. “Bella forza! -qualcuno forsedirà- Saprei anch’io farmi santo, dopo aver visto la Madonna!”.

Qualcun altro invece forse penserà che la santità sia legata afatti di questo genere; per cui, essendo assai rari, sarà portato apensare che anche la santità è alquanto rara. Altri poi forse rimar-ranno un po’ scettici: “Che cosa possono saperne -forse diranno-due semplici ragazzini della maturità e delle virtù necessarie perdiventar santi?”.

La prima obiezione è forse la più seria. Qualcuno potrebbeessere tentato di vedere in quanto ècapitato ai due pastorelli una speciedi “ingiustizia” da parte di Dio: “Si

dice -potrebbe osservare- che Dio dà a tutti la stessa possibi-lità di farsi santi; ma poi, in pratica non consente a tutti dipartire su di un “piede di parità”, dando ad alcuni, non si saperché, delle “spinte” iniziali così forti, che per loro il cammi-no della santità è assai più facilitato: sarebbe come se in unagara sportiva di velocità qualcuno partisse da una posizionepiù avanzata degli altri: per forza sarà il vincitore!”.

Ora, dobbiamo rispondere a questa obiezione che, nelconcedere ad alcuni di noi dei favori speciali -come nel casodei due pastorelli- Dio, in realtà, non commette alcuna ingiu-stizia nei confronti di coloro che non hanno ricevuto similifavori.

Dio sarebbe ingiusto, se non desse a qualcuno ciò che glispetta, di cui ha bisogno o che ha meritato o di cui ha diritto.Ma non è questo il caso: nessuno di noi ha un “diritto” a rice-vere uno speciale favore divino o un miracolo, come sarebbe

perché Giacinta e Francesco?

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appunto l’apparizione della Madonna. Dio ci dà certo secondo i nostri meriti (al premio o alcastigo); ma non bisogna confondere le remunerazioni divine (corrispondenti ai meriti) con legrazie o i favori divini, doni gratuiti ai quali non corrisponde, in chi li riceve, nessun merito,nessuna esigenza, nessun diritto, nessun bisogno. Quindi, quando Dio elargisce un dono digrazia o un favore speciali, qui la giustizia non c’entra per nulla, ma solo la divina bontà,generosità, liberalità o misericordia.

Ma forse l’obiettore potrebbe insistere: “Ma allora come la mettiamo con l’universale chia-mata alla santità, della quale oggi si parla tanto? Come la mettiamo col fatto, di cui pure siparla, che Dio dà a tutti i mezzi per salvarsi perché vuol salvare tutti?”.

Questo è un altro discorso che non c’entra con quello dei favori speciali - e sottolineo:“speciali” - dei quali beneficiano certi santi. Ma non solo certi santi! A volte anche alcuni chesi mostrano ingrati e che non corrispondono, per loro colpa, a tanta grazia ricevuta! Quasisempre gli eretici sono personaggi che hanno ricevuto speciali doni da Dio, ma che purtropponon ne hanno fatto buon uso. Il Papa di recente ha detto che Lutero aveva in dono una“profonda religiosità”: ma ciò non gli ha impedito di cadere nell’eresia.

Dio vuole tutti salvi e dà a tutti i mezzi adatti per questo scopo. Ma chi può legittimamentefarGli delle rimostranze se, salva questa universale ed efficace volontà salvifica, vuole benefi-care maggiormente e quindi rendere alcuni più santi donando loro, senza alcun merito daparte loro, qualche favore più alto e più raro, come è avvenuto ai pastorelli che hanno visto eparlato con la Madre di Dio? La giustizia divina fa riferimento solo ai meriti: e sotto questopunto di vista dobbiamo essere sicurissimi che Dio è Giudice giustissimo, dando esattissima-mente a ciascuno secondo il merito; anzi in ciò Egli ama mescolare anche la sua misericordia-come dice San Tommaso d’Aquino -, premiando i buoni oltre il dovuto e castigando i cattivimeno di quanto meritino.

Pertanto, quello che ci deve stare a cuore,non è andare a “scuriosare” con occhio invi-dioso quali e quanti favori speciali i Santihanno avuto più di noi, ma è quello di prenderatto con gratitudine a Dio dei doni e dei talentiche ha fatto a noi, e di farli fruttare o trafficarlicon impegno, amore e senso di responsabilità:questa è la via certissima per tutti per farsisanti. E Dio dà a tutti questa possibilità. Sta anoi corrispondere liberamente, volontariamen-te e responsabilmente, sempre, s’intende, sottol’impulso della grazia.

Prendiamo pur atto dei doni speciali rice-vuti dai Santi, ma solo per lodare il Signoreche in essi fa opere grandi!

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Del resto, se Diodà ai Santi doni spe-ciali, normalmente lisottopone anche aprove durissime, cherisparmia a molti altri,più deboli e menodotati di doni celesti. EGiacinta e Francesconon sono sfuggiti aquesta legge generaledella santità, comesanno bene coloro chehanno letto la storiadella loro vita e le sof-ferenze ed umiliazioniche essi, semplici edinnocenti fanciulli,hanno dovuto sopportare. indubbiamente, il superamento di queste prove conduce i Santi auna maggiore santità: ma siamo sempre lì: Dio s’impegna con sé stesso e davanti a noi adoffrire a tutti la salvezza (che è già opera della sua misericordia), ma non possiamo assoluta-mente disapprovare -sotto pena di un’intollerabile arroganza- la sua legittima e insindacabilevolontà di fare gratuitamente ad alcuni (pensiamo ai doni ricevuti da Maria!) più che ad altri,salva la possibilità per tutti di farsi santi.

Rispondere alle altre due obiezioni è più semplice, anche perché la predicazione odiernasulla santità ha dissipato alcuni equivoci del passato, che stavano alla base delle suddetteobiezioni. La prima, infatti, associa la santità ai carismi straordinari, ai miracoli, alle appari-zioni e a cose di questo genere. Si tratta di un grave errore.

Il fatto che molti Santi canonizzati siano stati gratificati di simili favori non c’entra pernulla con la sostanza della santità, la quale consiste semplicemente (ma è già molto) in quellaperfezione della carità e dell’osservanza dei divini comandamenti, che -con l’aiuto della gra-zia- è possibile e doverosa per chiunque. I doni straordinari possono essere concessi da Diocome conferma o segnalazione o garanzia di una superiore santità, quella appunto canoniz-zabile, ma, ripeto, non entrano affatto nell’essenza sostanziale e nei requisiti necessari e suffi-cienti per farsi Santi.

Su questo punto la prassi recente della Chiesa, proprio nell’intento di sfatare quel perico-loso pregiudizio che ho denunciato, ama beatificare o canonizzare fratelli che in vita nonhanno compiuto miracoli né sono stati oggetto di particolari favori mistici o divini, come peresempio è stato per S. Teresa di Gesù Bambino o per S. Massimiliano Kolbe. Quello che sirichiede è l’ “eroicità” della carità, ossia la carità esercitata in grado sommo e perfetto. Ma lacarità è la legge di vita di ogni cristiano.

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“Ma -forse qui si potrebbe obbiettare- e ilmiracolo riconosciuto dalla Chiesa per beatifi-care o canonizzare qualcuno? “ . Non è neces-sario per la santità ordinaria -che è la cosaessenziale che ci deve stare a cuore-, ma perdisposizione della Chiesa, è il segno divino chela Chiesa considera oggi (disposizione, questa,che potrebbe mutare) come necessario per pro-clamare quella santità straordinaria che è lasantità canonizzabile. Ma nessuno ci impedi-sce di pensare che in paradiso ci siano dei santipiù grandi di quelli canonizzati sulla terra, peril semplice fatto che essi (pensiamo per esempio

a monaci o eremiti) sono vissuti nascosti agli occhi del mondo e noti solo a Dio.

Infine, l’obiezione alla quale si può rispondere più facilmente, è la terza: come possonodei semplici ragazzi possedere la maturità umana e spirituale per essere proclamati santi?Delle due cose sembrerebbe doversene sceglierne per forza una: o la santità è “una cosa daragazzi”, e allora non può essere una cosa seria; o è una cosa seria; ma allora non può esse-re una cosa per ragazzi.

E invece sta proprio qui uno degli apparenti paradossi della concezione cristiana dellaperfezione umana, e quindi della santità: il pensiero cristiano qui è chiarissimo -in tal senso èfacile rispondere all’obiezione-, a causa delle formali dichiarazioni di Nostro Signore, per ilqualche il Regno dei Cieli è proprio per coloro che “diventano come i bambini” (Mt 18,3);anzi è proprio per loro (cf Mt 19,14), ai quali solo, e non ai “sapienti ed agli intelligenti”,sono rivelati i misteri del Regno (cf Mt 11,26). Il difficile è comprendere che cosa ciò vogliadire e come sia possibile.

“Bambino”, “piccolo”, “povero”, nella Scrittura, sta innanzi tutto per “umile” e “semplice”.Ma proprio perché il bambino è spontaneamente tale, l’umile e il semplice sono paragonati aloro, anche se si tratta di adulti. E l’umiltà e la semplicità evangeliche sono requisiti essenzialialla santità. Inoltre, bisogna ricordare che la perfezione e la santità cristiane non sono tanto ilrisultato delle forze umane (occorrono anche quelle!), quanto piuttosto della potenza dellagrazia divina, alla quale pertanto il santo consente di operare, nella sua vita, le sue meravi-glie. Per far questo non occorre necessariamente la maturità umana dell’adulto, ma basta lavolontà del, bambino. Inoltre bisogna evidentemente considerare che la santità che la Chiesaci proporrà nei pastorelli di Fatima sarà -come è logico che sia- la santità propria o propor-zionata a quella che possono e debbono raggiungere dei fanciulli, anche se nulla vieterà cheessi possano essere di esempio anche agli adulti.

La santità è possibile ad ogni età; per molto tempo la Chiesa ha proposto prevalentementeuna santità “da adulti”; e perché non dovrebbe proporre anche quella per i ragazzi?

P. Giovanni Maria Cavalcoli, OP

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“E’ stato chiamato il compendio di tutto il Vangelo: la corona della Beata vergineMaria, il Rosario... Dal Vangelo esso trae l’enunciazione dei misteri e le principaliformule; al Vangelo si ispira per suggerire, movendo dal gioioso saluto dell’Angeloe dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitar-lo; e del Vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave Maria, un misterofondamentale -l’Incarnazione del Verbo- contemplato nel momento decisivodell’Annuncio fatto a Maria.

Incentrato nel mistero dell’Incarnazione redentrice, il rosario è preghiera diorientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico -laripetizione litanica dell’Ave Maria- diviene anch’essa lode a Cristo, termine ultimodell’annuncio dell’Angelo e del saluto della madre del Battista: “Benedetto il fruttodel tuo seno” (Lc 1,42).

Diremo di più: la ripetizione dell’Ave Maria, costituisce l’ordito sul quale sisviluppa la contemplazione dei misteri. Il Gesù che ogni Ave Maria richiama, èquello stesso che la successione dei misteri ci propone, a volta a volta, il Figlio diDio e della Vergine, nato in una grotta a Betlemme, presentato dalla Madre al tem-pio, giovanetto pieno di zelo per le cose del Padre suo, Redentore agonizzante nel-l’orto del Getsemani, flagellato e coronato di spine; carico della croce e morentesul Calvario, risorto da morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il donodello Spirito.

E’ noto che appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere lamente alla voce, si usava un tempo -e la consuetudine si è conservata in varieregioni- aggiungere al nome di Gesù, in ogni Ave, una clausola che richiamasse ilmistero enunciato.

Si è pure sentita con maggiore urgenza la necessità di ribadire accanto alvalore dell’elemento di lode e dell’implorazione, l’importanza di una altro elemen-to essenziale del rosario: la contemplazione... Per sua natura, la recita del rosarioesige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso che favoriscano nell’orante la

il ril rosarioosarioè è “pr“proprio nostroprio nostro”o”

Il 2 febbraio 1974, solennità della Presentazione del Signore e della Purificazione di25 anni fa, Papa Paolo VI pubblicava l’esortazione apostolica “Marialis cultus”, dedi-cata appunto al culto della Madonna. Un intero capitolo (42-52) è dedicato al rosario:

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meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Coleiche al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze”.

Questa pagina di Papa Paolo VI ci spiega come il rosario che offriamo ognigiorno alla Madonna e, attraverso di Lei, al Signore Gesù, possa diventare una preghieradi singolare densità e bellezza. Un vero contemplare, gustare e vedere, per mezzo diMaria SS.ma, quel Gesù, il Figlio di Dio, incarnato, fatto uomo, crocifisso in espiazionedei nostri peccati e per ridarci la vita divina della grazia, risorto e glorificato dal Padre.Una supplica a Lui, affinché Egli, per mezzo di Maria, viva in noi, adori il Padre e siriveli ai fratelli tramite le nostre parole e le nostre azioni. Un vero itinerario di santità.

Nel convento di S. Domenico di Bologna, in quei giorni, un domenicano esem-plare, P. Enrico Rossetti, allora provinciale dell’Utriusque Lombardiae, nel leggere laMarialis cultus di Paolo VI, provò una grande gioia: la gioia di veder confermate dalPapa tutte le glorie di Maria ed esaltato il suo rosario.

Lui, P. Enrico, al Capitolo Generale dell’Ordine (1968) a River Forest (U.S.A.) inqualità di perito, riuscì a far inserire nelle nuove Costituzioni Domenicane due normeche riconoscevano il Rosario “costituzionale” alla Famiglia Domenicana.

Quel giorno nel suo diario scrisse: “Ai piedi di Maria sono così contento che miviene da piangere.Ormai tutti mi celianoamabilmente: sono “ilpadre del rosario””.

Il testo di PaoloVI, ora citato, su que-sta terra fu l’ultimagioia di Padre Rossetti,che se ne andrà im-provvisamente da que-sto mondo a 58 anni dietà, il 29 marzo 1974.Ma ogni cristiano,tanto più ogni membroo amico della FamigliaDomenicana, può direcon forza: “Il rosario èfondamentale, è pro-prio nostro”. E ancora:“Dal rosario, ogni be-ne”.

Paolo RissoLaico Domenicano

ritratto di P. Enrico Rossetti, schizzato da P. Venturino Alce

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NUOVI ISCRITTI AL MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO

a) sono stati iscritti all’associazione del Rosario Vivente:1) da Mariella Albertini e Maria Andreani: Marcella Agostinelli e Anita Quadri di Borgo S.Maria (Ps), MariaRosaria Tirabelli di Villa Ceccolini (Ps), Romilde Giombani - Claudia Conti e Maria Denis Sabbatini diMontelabbate (Ps), Giuliana Dini e Guerrina Del Bene di Pesaro, Elisa Piccini - Giuseppina Zonghetti - AgneseDi Sante - Arduina Del Bene - Patrizia Spadoni di Novilara (Ps), Cesar Luis Gentilini di Riccione (Rn), MaurizioMagì di Ancona.2) dalla segreteria: Nerina Bosi di Pegognaga (Mn), Valeria Giancane di Bergamo, Elena Pattuelli di Lugo (Ra),Elena Serventi di Cingia dè Botti (Cr), Eva Macchiarulo di Buccinasco (Mi), Mirella Lago di Bolzano, DonRoberto Primavera di Bologna, Pierangela Medaglia -Fiorenza Bianchi - Diodata Bianchi - Santina Bianchi -Gianfranco Bonomi - Silvana Bonomi di Lumezzane (Bs), Pierangela Taiola di Cogozzo (Bs), Rosangela Zorzi diSarezzo (Bs).3) da Maria Grazia Pinna di Busto Arsizio (Va): Michela Diani - Maria Rosa e Lidia Costantino - GiovanniArmiraglio - Maria Angela Scivolo di Busto Arsizio (Va), Patrizia De Paola di Bienate (Va), Antonella Manzi diGorla Maggiore (Mi), Angelo ed Eleonora Monticelli di Uboldo (Va), Eugenia e Clara Faggioli di S.Lazzaro(Bo), Daniele Fiaccola di Busto Arsizio (Va), Lorella Giannotti di Milano. 4) da Jole Sartori Franco di Versa (Go): Ivana Baldassi, Marta Colant, Giovanna Comelli, Marina Donda,Gioconda Franco, Maria Pia Franco, Delfina Oliva, Emma Paveotti, Maria Peressin, Silvia Rigotti, Jole sartori,Elisabetta Sponton, Gigliola Lufieri di Versa (GO) e Lucia Franco di Chiofris (GO)

.b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario:1) dalla segreteria: Anna Serra - Gigliola Serra - Nello Delù di Cagliari, Cristina Meccariello di Milano,Elisabetta Sangalli di Villasanta (Mi), Raffaella Rossi di Clusone (Bg), Isabella Verzieri di Ranica (Bg), NellaMaria Spingardi di Bergamo, Maela Bolognini - Giamberardo Addarii di Bologna, Clara Ruzzier di Bolzano,Mirella Caffarra di Fontanellato (Pr), Giuseppe Occhi di S. Felice sul Panaro (Mo) Rosa Bonacini e AnnachiaraAmico di Modena.2) da Mariella Albertini e dalla segreteria: Elena Forte di Borgo S. Maria (Ps), Clara Alessandrini - Rossetti Jole- Ester Martinelli ed Emilia Tripiciano di Pesaro, Luigia Tibolli di Accadia (Fg), Antonella Zanini di Modena,Francesca Gaboardi e Irma Mazza Spelta di Castelnuovo Bocca d’Adda (Lo), Salvatore Russo e Adelmo NedoCasini di Milano, Sabato De Luca di Salerno, Giuseppe Finamore di Sturno (Av), Stefano Mattei di Urbino (Ps),Francesco Maulà di Garbagnate Milanese (Mi). 3) dalla segreteria: Enrica Vezzoli - Gaudina Toiola - Angela Bianchi di Lumezzane (Bs), Carla Marfoglia diPesaro, Gianni Donzello di Ispica (Rg), Oriano Luigi bezzi di Piangipane (Ra), Giulio Bianchi di Pistoia, PaoloDeromedis di Trento, Mattia Scascighini di Fescoggia (Svizzera), Antonella Bruni di Vipiteno (Bz), GustavoMontoya Mondragon di Milano, Pia Galleano di Parma, Giuliana Baiocco di Osimo (An), Irene Aguilar di SanJosè (Costa Rica).

c) sono stati iscritti all’Ora di Guardia:Annachiara Amico il 25 di ogni mese dalle 18,30 alle 19,30; Francesco Maulà l’11 di ogni mese dalle 23 alle24; Pia Galleano la 1° domenica del mese dalle 6 alle 7; Antonella Bruni il 1° lunedì del mese dalle 18 alle 19; Giuliana Baiocco il 24 di ogni mese dalle 5 alle 6; Gustavo Montoya Mondragon il 1° mercoledì dalle 13 alle14; Antonella Bruni il 2° martedì dalle 18 alle 19;

d) sono stati nominati zelatori o zelatrici:Nevona Turchetto e Clara Avena di Bolzano, Sabato De Luca di Salerno, Luisa Scarel di Villesse (Go), ManlioFerrari di Modena, Maria Grazia Pinna di Busto Arsizio (Va), Jole Sartori Franco di Versa (Go).

RICORDO CHEper gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario

nella Basilica Patriarcale di S.Domenico a Bolognanelle prime quattro domeniche del mese,

viene celebrata una santa messa alle ore 18.

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PAGINA DELLA RICONOSCENZAHanno offerto� per onorare la B. Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento Domenicano del Rosario:Maria Belelli, Suor Angelica Betto, Giorgio e Paola Cecca, Giovanni Gaetano Covezzi, GraziellaFranceschini, Parrocchia Pieve S. Marino (Fi), Gruppo del Rosario di Secchiano (Ps), Don GiampieroMarchesini, Don Paolino del Santuario B. V. delle Grazie di Este (Pd), Don Giorgio Paolini, Mons . GiovanniSignani della chiesa Collegiata di Lugo (Ra), Augusta Paridi, Sofia Manto, Maria Sandonà, MirellaCaffarra, Don Roberto Lorenzoni della parrocchia del Rosario di Bolzano, Monastero Domenicano di LoroPiceno (Mc), Giancarlo Riccio, Monastero Domenicano di Cagli (Ps), P. Antonio della parrocchia diS.Martino di Senigallia (An), Giuliana Bartali, Agnese Milani Torresan, Giovanna Cecchini, Nini GavinaZanucchi Pompei, Suore Domenicane del S. Rosario di Melegnano, Pieve S. Martino di Sesto Fiorentino(Fi), Angelo Negri, Suor Maria di Montfort, Giulio Carducci, Antonella Bruni, Famiglia Persici, Livia Bianchi,Gruppo del rosario di Rivara (Mo), Famiglia Giacobazzi Breviglieri, Maria Rizzon, Cleofe Cacciarru, AnnaStamerra, Nini Gavina Zanucchi Pompei, Gruppo Rosario di Montodine (Cr), Gruppo del Rosario diVignola (Mo), Famiglia Negri, Giovanna Cella, Angela Passoni, Giuseppina Sarzi Sartori, MonacheDomenicane di Montefiore dell’Aso (Ap), Imelde e Alberta Sponticcia, Francesca Bruno, Nini Gavina,Katia Baroni, Antonella Spurio, Simonetta Moroni, Parrocchia S. Stefano di Nerviano (Mi), Elena Pattuelli,Giulia De Luca, Domenicane “S.Caterina da Siena” di Milano, Lorenzo Pedrali, Dr. Antonio Petrelli, QuintaSperanzini, Ines Colombo Finoli, Gisella Natale, Suore Scuola Materna di S.Giovanni Bianco, StellaTombolesi, Monastero Domenico di Azzano S. Paolo (Bg), Grazia Stevani, Palma Cornago, Viola Martina,Lina Moretti con abbonamenti, Augusta Paridi, Elena Bianconi, Maria Bondi, Alessandra Lattanti, RobertaGuatelli, Monastero Domenicano “S. Agnese” di Bologna, Don Paolo Rizzi, Milena Guiducci, SilvanaCastignani, Giuseppina Pagliaro, Antonio Alias, Michele cassano, Maria belelli, Anna e Teresa Bolmini,Suore Marcelline di Bolzano, Suore Domenicane della Beata Imelda di Tambre, Suore Domenicane dellaBeata Imelda di S.Angelo di S.Maria di Sala, Stefano e Silvia Ferragina, Suore Domenicane di S. Caterinadi Trebaseleghe, Famiglia Ravaioli Lancellotti, Monastero Domenicano “Ara Crucis” di Faenza (Ra),Raffaella Carboni, Maria Morresi, Maria Barbato, Teresina Battisti, Mirella Caffarra, Fabio Capello, MinaCanova, Maria Cavallaro, Assunta Celani, Amalia Cerotti, Domenicane della Beata Imelda di Ferrara,Graziella Franceschini, Grazia Donatella, Concetta Gasparini, Maria Magnago, Mario Marchiori, MariaMuroni, Padri Domenicani di Modena, Maria Perotti, Romano Rabini, Vittorina Soccombi, Maria Vassalli,Marta Gemma Vicentini, Giampaola Negri, Norma Costantini, Elisabetta Oliva, Giovanna Cecchini, PiaGalleano, Maria Angela Savini, Giovanna Chirico, Elvira Agerde, Maria Formaggio, Santina Egilio Pavarin,Lino Reggianini, Noemi Stacchio, Suor Bernadetta Tosi, Offerte raccolte durante il pellegrinaggio in TerraSanta dal 27-12 al 5-1-2000, Maria Luisa Donati, Famiglia Nicoli Aldini Del Giudice, Giovanna Avaltroni,Oriano Luigi Bezzi, Maria Luisa Bortolotto, Bruna Brambilla, Cleofe Cacciarru, Anita Capponi, TommasaCarrà, Giuseppina Cavedaschi, Marina Cesaroni, Aldo Cherubini, Maria Antonietta Di Marco, Tecla DiMarco, Lucia Silvestri, Maria Teresa Polleschi, Arcangela Polleschi, Domenicane della B. Imelda di VillaPace a Bologna, Domenicane di S.Caterina di Casale Monferrato, Francesca Gaboardi, Galdina TeodoraTreu, Orietta Grandi, Natalina Malmusi, Elda Martini, Franca Mascitti, Gina Merli, Pasqualina MidiCeccolini, Rosella Morici, Filippo Orati, Padri Domenicani di Alessandria, Maria Luisa Palma, FeliciaPersico, Luigi Pivi, Don Antonio Riguzzi, Carla e Cesare Rizzon Vietti, Attilia Rosa, Lorella Sant, GiulianaSerafini, Gino Trombi, Maria Luisa Turchi, Renata Vagnini, Anna Zanotti, Piera e Chiara Bord_Ï à¡±JolandaGuido, Lucia Turci, Giovanna Girgenti, Graziana Giuliani, Maria Rosaria Governali, Carla Gilardi, AnnaBaldi, Elena Cecchi, Maria Chausser, Maria Ferrario, Elda Filiberti, Guglielmina Gaiga, Dina Girolimini,Decio Mancioli, Maria Grazia Pinna, Umberto Renzi, Francesca Vallorani, Giovanni Viberti, R itaPedditzi,ias, Gruppo del Rosario di Villesse (Go), Maria Chiara Gagliardi Ballatori, Maria VecchiLuppi, Assunta Barzotti, Pellegrini in Terra Santa dal 27-12 al 5-1-2000, Annunziata Borsini, Glauca Menduini,Cesarina Venturelli

.� per le adozioni a distanza: Assunta Lorenzetti, Irene Di Giovanni,

� per sostenere l’opera dei pellegrinaggi:Offerte raccolte durante il pellegrinaggio in Terra Santa dal 27-12 al 5-1-2000,

.� per le missioni: Augusta Paridi, Offerte raccolte durante il pellegrinaggio in Terra Santa dal 27-12 al 5-1-2000,

Ringrazio tutti di cuore per quanto fate -ognuno nel suo piccolo- al finedi sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s.rosario e della devo-zione alla B.Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella preghiera masoprattutto alla celebrazione della s.messa

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