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Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia” 4/2006 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXIX - n. 4 - IV trimestre

Rosarium 2006-04

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ROSARIUMPubblicazione trimestrale del

Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà:Provincia Domenicana S. Domenico in Italia

via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano

Autorizzazione al Tribunale di Bolognan. 3309 del 5/12/1967

Direttore responsabile:fr. Mauro Persici o.p.

Rivista fuori commercio

LLee ssppeessee ddii ssttaammppaa ee ssppeeddiizziioonnee ssoonnoo ssoosstteennuuttee ddaaii bbeenneeffaattttoorrii

Anno 39°- n. 4

stampa:

Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s.

Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del RosarioVia IV Novembre 19/E

43012 Fontanellato (PR)Tel. 0521822899Fax 0521824056Cell. 3355938327

e-mail [email protected]

CCP. 22977409

Mariologia (VI): il culto mariano dopo il concilio 4

Chi crede non è mai solo: il viaggio di Benedetto XVI in Germania 10

Sì, il dialogo può cominciare da Maria 20

Insieme vacanze 22

Pellegrinaggi 25

Pagina della riconoscenza 31

SOMMARIOManoscritti e fotografie, anche se nonpubblicati, non vengono restituiti.L’invio delle fotografie include il consensoper una eventuale pubblicazione.

In copertina:Chiesa della Trasfigurazione sul monte Taborin una foto di Paolo Gavina

Carissimi lettori,sta per concludersi un altro anno che ci ha visti totalmenteimpegnati nell’opera di diffusione e promozione del santorosario: il convegno nazionale, i raduni locali, la periodicaanimazione nei gruppi e per i responsabili che stanno crescen-do insieme per vivificare la composita “famiglia del rosario”,la “Peregrinatio Mariae”, i pellegrinaggi del Rosario, lo stu-dio e la stampa dei sussidi distribuiti in tutt’Italia, la pubbli-cazione di questa Rivista e… quante energie e quante risorseprofuse per quel timido cammino fatto in questi anni. Di ener-gie da mettere al suo servizio il Signore mi ha dotato conabbondanza, ma di risorse… beh, per quelle, pur cercando inmille modi di non gravare troppo, è però chiaro che ancorauna volta debbo chiederVi: la pagina accanto… un gridod’aiuto affinché si possa avere i mezzi per poter continuare,non solo a stampare ROSARIUM, ma a promuovere il rosario,diffondendolo con gioia e cercando non solo di “mantenere leposizioni”, ma di andar oltre!Chiedere denaro non è facile: è un atto d’umiltà e un grandeimpegno. Dipendere dalla Vostra generosità ci spinge ulte-riormente a dare il massimo per rispondere alla fiducia chenon ci avete mai fatto mancare e che spero non ci mancheràin futuro.Aiutateci con la Vostra generosità… grato, invoco la maternaprotezione della Madre Celeste, Regina del santo rosario einvio i più cordiali auguri per le prossime festività,

fra Mauro

LETTERADEL PROMOTORE

Foto di pag. 4 e seguenti:DOMENICO GHIRLANDAIO,Madonna in trono con i santi Pietro,Clemente, Sebastiano e Paolo, 1479,Lucca, cattedrale di San Martino.

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aiutateci

per non

diventare una

pagina bianca

per non scomparire

il Movimento del Rosariovive solo

grazie alle vostre offerte.

Vi ringraziamo in anticipo

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MMMMaaaarrrriiiioooollllooooggggiiiiaaaa

PPPPaaaarrrrtttteeee VVVVIIII PPPP.... RRRR oooo bbbb eeee rrrr ttttoooo CCCC oooo gggg gggg iiii

il culto mariano dopo il Concilio

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IL CULTO MARIANO DOPO IL CONCILIO

Con l’indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II da parte del Papa GiovanniXXIII il clima si modifica notevolmente, in quanto alcune tendenze sotterranee,che già esistevano all’inizio del secolo, cominciano a emergere. Queste tendenzesi possono ricondurre a quattro “movimenti” caratteristici della spiritualitàmoderna.

A) IL MOVIMENTO BIBLICOSi torna a leggere direttamente la Scrittura e si vede che Maria Santissima vi hacertamente un posto decisivo, ma piuttosto discreto. Ella appare intimamentelegata al mistero di Gesù, suo Figlio, e inserita in tutta la storia sacra, la Storiadella salvezza. Non si parla della Madonna da sola, ma sempre in relazione aGesù e alla Chiesa.

B) IL MOVIMENTO LITURGICOSi capisce che la liturgia, con il suo ritmo settimanale e annuale, è incentrata nelmistero di Cristo (Natale, Pasqua, Pentecoste), e si comprende d’altra parte che laliturgia è la fonte principale della devozione. Ora, una devozione liturgica sarà necessariamente incentrata nel mistero diCristo, e Maria avrà sì il suo posto inconfondibile, ma subordinato a quello diCristo, e in funzione di Cristo. A ciò si può aggiungere il fenomeno della Messavespertina, che in moltissimi casi ha eliminato la recita del Rosario pomeridianonelle parrocchie.

C) IL MOVIMENTO ECUMENICOSi cerca di conoscersi meglio. Si cerca di capire perché i nostri fratelli separatisono diffidenti verso il culto cattolico della Beata Vergine, e di collocare taleculto nel contesto più ampio di tutta la rivelazione divina. Si cerca anche di non“urtare” i fratelli separati.

D) IL MOVIMENTO ANTROPOLOGICOSi tende a vedere Maria come donna del suo tempo, immersa nella cultura delmondo in cui viveva. Più che insistere sui suoi “privilegi”, che in certo senso lacollocano lontana da noi, si preferisce vederla come vicina a noi, perché ha vissu-to una vita come la nostra, con le sue luci e le sue ombre.Questi “movimenti” (e altri di cui non trattiamo per semplicità) convergono nel

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senso di “ridimensionare”, per così dire, lo spazio occupato da Maria Santissimanella teologia, nel culto, nella devozione.Evidentemente non tutti condividevano questa tendenza: non che ci fosse qualcu-no contrario al ritorno alle fonti bibliche, alla rinascita della liturgia, all’ecumeni-smo e all’attenzione al dato antropologico, ma vi era però chi non era del tuttodisposto a “ridimensionare” il culto e la devozione mariana per venire incontro aifratelli separati (favorendo tra l’altro i protestanti a danno degli ortodossi), oppu-re a mettere da parte, a lasciare in ombra tutti i più recenti documenti delMagistero sulla Madonna, per limitarsi solo a quanto dice la Bibbia.

Nasce così l’idea del capitolo VIII della Costituzione Lumen Gentium sullaChiesa, intitolato: La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo edella Chiesa. Un capitolo molto elaborato, limato, tormentato, possiamo dire:forse il più tormentato di tutti i testi conciliari. Esso riesce però, quasi miracolo-samente, a trovare il punto di equilibrio fra le varie tendenze.Il capitolo accetta e accoglie le nuove esigenze: la figura di Maria non è vista iso-lata, ma profondamente inserita nella Storia Sacra. Il Concilio studia la sua vitaseguendo passo passo i testi evangelici. Evita i titoli troppo altisonanti, troppoimpegnativi e che possono suscitare perplessità, come quello di Corredentrice. Iltitolo di Mediatrice, che prima era usatissimo, viene citato una volta sola e assie-me ad altri: Soccorritrice, Ausiliatrice, Mediatrice. Il testo conciliare non entra inquestioni discusse fra i teologi e usa un linguaggio concreto, aderente allaScrittura. Soprattutto insiste sullo stretto legame fra Maria Santissima e Gesù, esul legame con la Chiesa. Anzi, si può dire che proprio qui, nel legame fra Mariae la Chiesa, sta l’apporto veramente nuovo del Concilio.L’importanza di questo testo conciliare è stata sottolineata dal Papa Paolo VInell’Allocuzione conclusiva della Terza Sessione del Concilio, quando venneapprovata la Lumen Gentium (21 novembre 1964): «È la prima volta, dice ilPapa, che un Concilio ecumenico presenta una sintesi così estesa della dottrinacattolica sul posto che occupa Maria Santissima nel mistero di Cristo e dellaChiesa».

La proclamazione di Maria «Madre della Chiesa»Durante le discussioni conciliari Paolo VI aveva più volte accennato all’opportu-nità di parlare di Maria come Madre della Chiesa. I Padri conciliari però, puraccogliendo la sostanza dell’invito, non se la sentirono di introdurre tale formulanel testo. Così il Papa, sia per la propria convinzione e devozione personale, siaper le richieste di teologi e pastori, tra i quali i vescovi polacchi, ritenne opportu-no attribuire solennemente alla Vergine Santissima il titolo di Madre della Chiesa

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e chiedere che sotto tale titolo ella venisse da allora in poi onorata e venerata dalpopolo cristiano. Non era propriamente una definizione ex cathedra, ma un attodi grande rilievo del magistero papale, analogo a quello compiuto da Pio XII conla proclamazione della Regalità di Maria. Nel discorso il Papa giustifica tale tito-lo in base alla stessa maternità divina di Maria, mediante la quale il Verbo si èfatto carne e ha unito a sé, come capo, il suo corpo mistico che è la Chiesa. Il riferimento alla consacrazione del mondo intero al Cuore Immacolato di Maria,compiuta da Pio XII «non senza ispirazione dall’alto», fa pensare alla carica dispiritualità e di carisma da cui ha avuto origine un atto come questo.Ecco dunque le parole del Papa all’inizio della sua allocuzione (21 novembre1964):

«A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi procla-miamo Maria Santissima “Madre della Chiesa”, cioè di tutto ilPopolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiama-no Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissi-mo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata e invocatada tutto il popolo cristiano».

Documenti postconciliariL’invito del Sommo Pontefice a intensificare la devozione verso la VergineMaria, sia pure alla luce delle precisazioni conciliari, non fu accolto da tutti. Percui Paolo VI ritornò più volte sul tema della devozione mariana, con documentidi notevole importanza.Ricordiamo innanzitutto la breve Enciclica Christi Matri Rosarii (15 settembre1966), scritta per invocare il dono della pace, da implorarsi mediante la BeataVergine soprattutto con la preghiera del Rosario.Per il cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Fatima (13 maggio 1917 -13 maggio 1967) il Papa Paolo VI dona al popolo cristiano la bellissimaEsortazione apostolica Signum Magnum, dove approfondisce soprattutto duepunti di dottrina: 1) i dati biblici su Maria, serva del Signore, Madre della Chiesa,educatrice dell’umanità redenta, testimonianza vivente della dedizione al serviziodi Dio e dei fratelli; 2) il vero significato del culto a Maria secondo il continuoMagistero della Chiesa. Questo documento prepara quello che è senza dubbio ilcapolavoro del Magistero mariano di Paolo VI, cioè l’Esortazione apostolicaMarialis cultus sul culto della Chiesa alla Madre di Dio (2 febbraio 1974).Il Papa intende riproporre le ragioni e i modi del culto a Maria, in maniera ade-guata alle esigenze della mentalità e del costume del nostro tempo.Nella prima parte il documento tratta del culto alla Vergine Maria nella liturgiarestaurata, secondo lo spirito e le norme del Concilio. Poi passa a parlare dell’in-

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segnamento spirituale che la Chiesa riceve quando celebra e vive i divini misteriavendo come modello Maria, Vergine in ascolto, Vergine in preghiera, Verginemadre, Vergine offerente.Nella seconda parte l’Esortazione sottolinea i riferimenti biblici, patristici, conci-liari, teologici, fondati nella Tradizione cristiana come elementi indispensabiliper il rinnovamento della pietà mariana. Illustra inoltre la nota trinitaria, cristolo-gica, ecclesiale e i quattro orientamenti: biblico, liturgico, ecumenico, antropolo-gico (Maria come modello per la donna!), in armonia con la migliore tradizionedella Chiesa e con le più genuine esigenze della pietà odierna. L’ultima parte deldocumento è una splendida presentazione della preghiera del Rosario, e anchedell’Angelus, con l’invito a riscoprire la bellezza di queste pratiche.La conclusione sottolinea il valore teologico e pastorale del culto alla VergineMaria.Se Paolo VI è stato decisamente un Papa “mariano”, pur nel suo stile discreto eriservato, è sotto gli occhi di tutti la devozione mariana di Giovanni Paolo II, ilcui motto «Totus tuus» è già sufficientemente eloquente. Egli ci ha lasciatoinnanzitutto un’Enciclica, la Redemptoris Mater, su «la Beata Vergine Marianella vita della Chiesa in cammino» (25 marzo 1987). Per presentarla mi sembrache la cosa migliore sia ricorrere al suo discorso del 16 marzo 1987, in cui, par-lando dell’Enciclica, egli dice fra l’altro:

«L’ho pensata da tempo, l’ho coltivata a lungo nel cuore (...).Questa Enciclica consiste sostanzialmente in una “meditazio-ne” sulla rivelazione del mistero della salvezza, che a Maria èstato comunicato all’alba della Redenzione, e al quale ella fuchiamata a partecipare e a collaborare in modo del tutto ecce-zionale e straordinario. È una meditazione che ripercorre e, percerti aspetti, approfondisce il magistero conciliare (...) circa ilposto che Maria Santissima occupa nel mistero di Cristo edella Chiesa. Le riflessioni che ne scaturiscono spaziano sul-l’orizzonte biblico, dai suoi esordi alle simboliche visionidell’Apocalisse, cariche di mistero, sul mondo che verrà.L’indole cristologica del discorso sviluppato nell’Enciclica sifonde con la dimensione ecclesiale e con quella mariologica.La Chiesa è il corpo di Cristo che si protende misticamente neisecoli. Maria di Nazaret ne è la Madre, Madre della Chiesa.Perciò la Chiesa “guarda” Maria attraverso Gesù, come “guar-da” Gesù attraverso Maria. Questa reciprocità ci consente diapprofondire incessantemente, insieme con il patrimonio delleverità credute, l’orbita dell’“obbedienza della fede” che con-trassegna i passi dell’eccelsa creatura (...). Serva del Signore,madre, discepola, essa è modello, guida e sostegno nel cammi-no del popolo di Dio, particolarmente nelle tappe più incisive».

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L’ultimo documento mariano che ci ha lasciato il Sommo Pontefice GiovanniPaolo II è la mirabile Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre2002). Qui il Papa apre veramente il suo cuore mostrando tutta la sua devozione aMaria Santissima e la sua predilezione per la preghiera del Rosario, che ci intro-duce in modo insuperabile nei misteri di Cristo (misteri della gioia, della luce, deldolore, della gloria).Questa Lettera apostolica è un testo di eccezionale levatura spirituale, ed è unodei più bei documenti che questo Pontefice abbia mai scritto. Esso risulta curatonei minimi particolari, chiaro nell’esposizione, profondo nel contenuto, ricchissi-mo di spunti per la riflessione e la meditazione. In esso il Papa parla di Gesù e diMaria con una sorprendente naturalezza, quasi con un’intima familiarità, conse-guita senza dubbio attraverso un’intera vita di contemplazione e di preghiera.Non per nulla il Santo Padre confessa che la recita del Rosario lo ha sempreaccompagnato lungo il corso della sua esistenza, a cominciare dalla giovinezza.Questo documento non vuole in primo luogo introdurre delle novità, ma vuolerichiamare l’attenzione dei fedeli sull’importanza, la bellezza, la necessità,soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo, di questa preghiera tanto caraal popolo cristiano. Il Rosario è quanto mai attuale anche oggi, all’inizio del terzomillennio, dice in sostanza il Papa; e per dare più forza a questa sua affermazioneegli indice nientemeno che un «Anno del Rosario», cosa che non si era mai veri-ficata in precedenza nella storia della Chiesa.Vorrei concludere questo capitolo e tutta questa parte dedicata allo sviluppo delladottrina mariana nei secoli con le toccanti parole di Giovanni Paolo II al terminedi questa sua Esortazione (n. 43), quando, dopo aver invocato l’attenzione di tuttele categorie del popolo cristiano, dai vescovi, ai teologi, ai semplici fedeli, dice:

«Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario,riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la liturgia,nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio appello noncada inascoltato!».

Gli articoli pubblicati su “Rosarium” sono tratti dal libro““LLaa BBeeaattaa VVeerrggiinnee.. TTRRAATTTTAATTOO DDII MMAARRIIOOLLOOGGIIAA””

di P. Roberto Coggi o.p.in vendita presso Edizioni Studio Domenicano

via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna - Tel. 051/582037Fax 051/331583 - [email protected]

oppure presso P. Mauro Persici o.p. tel. 335 5938327

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Il viaggio di Benedetto XVI in Germania

“Chi credenon è mai solo”

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Ho avuto la grazia di poter seguire in diretta internet (grazie al CTV per i suoi collegamenti),tutto il viaggio del Santo Padre, nonché seguire e meditare tutti i suoi discorsi, ed ho pensato chesarebbe stato un peccato non condividere con altri questo scrigno prezioso.Filo conduttore di queste radici cristiane è stato la meravigliosa devozione mariana di BenedettoXVI, una devozione silenziosa, altamente teologica, spiritualmente semplice e pura che vale la penadi far emergere a ricordo di questo viaggio indimenticabile…

Appena giunto in Germania, Benedetto XVI ha subito rimarcato il ruolo che ricopre e il vero moti-vo della sua visita che si intreccia certamente nelle radici storiche che hanno formato la sua Terra,ma è indissolubilmente legato alle radici cristiane alla cui base c’è una forte devozione mariana.Così si è espresso il Papa all’arrivo all’aeroporto di Monaco:

«Ma sono qui anche come Successore dell’apostolo Pietro, per riaffermare e confermare iprofondi legami che esistono tra la Sede di Roma e la Chiesa nella nostra Patria. Sono legami che hanno una storia secolare, alimentata dalla ferma adesione ai valori della fedecristiana (…), e soprattutto tante vicende di singoli e di comunità nelle quali si rispecchiano leconvinzioni cristiane delle generazioni che si sono succedute su questa Terra a me tanto cara.(…) La Mariensäule, che s’innalza nella piazza centrale di Monaco, ne è eloquente testimonian-za. (…) “Rimanete fedeli al vostro patrimonio spirituale”».

Qui una folata di vento ha mandato in aria i fogli del discorso e Benedetto XVI si è improvvisatoaffidando alla Regina della Baviera la sua missione apostolica come del resto aveva dettoall’Udienza generale del Mercoledì precedente la partenza:

«Alla preghiera di tutti voi vorrei, infine, affidare il Viaggio Apostolico che compirò inGermania... Ringrazio il Signore (…) Accompagnatemi, cari amici, in questa mia visita, che affi-do alla Vergine Santa. Sia Lei a guidare i miei passi: sia Lei a ottenere per il popolo tedesco unarinnovata primavera di fede e di civile progresso».

Dopo i saluti ufficiali il Papa si è recato alla piazza dedicata ad una Statua di Maria molto veneratanon solo dal popolo tedesco, ma in modo particolare da Benedetto XVI che con queste parole cosìdescrive la sua devozione:

«È per me motivo di particolare emozione trovarmi di nuovo in questa bellissima piazza ai piedidella Mariensäule – un luogo che già altre due volte ha registrato svolte decisive nella mia vita.Qui, quasi trent’anni fa, i fedeli mi accolsero con cordialità e gioia come loro nuovo Arcive-scovo: cominciai allora il mio servizio con una preghiera alla Madonna. Qui, cinque anni dopo,essendo stato chiamato dal Papa a Roma, mi congedai dalla mia Diocesi, rivolgendo ancorauna volta una preghiera alla Patrona Bavariae, per affidare alla sua protezione la “mia” città ela mia Patria. Oggi mi trovo di nuovo qui – questa volta come Successore di san Pietro».

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La devozione mariana di Benedetto XVI, come possiamo leggere, è veramente semplice e al tempostesso profondamente radicata nel contesto delle comuni radici cristiane.

Il Papa, dopo aver raccontato la leggenda dell’Orso di san Corbiniano legata alla scelta del suoStemma vescovile, così ha concluso quell’incontro nella sua prima giornata pubblica:

«Mi trovo, dunque, di nuovo ai piedi della Mariensäule per implorare l’intercessione e la bene-dizione della Madre di Dio, questa volta non solo per la città di Monaco e per la Baviera, maper la Chiesa universale e per tutti gli uomini di buona volontà».

Cuore di queste giornate è stato anche il Vespro cantato, che ogni giorno concludeva la visita delPapa in un luogo, il canto del Magnificat anima mea Dominum così come alla mattina concludevala Messa con il Te Deum.

Un affidamento che ci fa scoprire un Benedetto XVI compositore, sì, lui conoscitore della musicasa come mettere insieme fede e ragione, devozione e teologia, umanità e spiritualità e lo fa attraver-so le parole di questa Preghiera che ha redatto per l’occasione. Una preghiera a Maria:

Santa Madre del Signore,i nostri antenati, in un periodo di tribolazione, hanno eretto qui, nel cuore della città di Monaco,la tua immagine, per affidarTi la città e il Paese. Sulle vie del loro quotidiano volevanoincontrarTi sempre di nuovo ed imparare da Te come vivere in modo giusto la loro umana esi-stenza; imparare da Te come poter trovare Dio e così trovare l’accordo tra di loro. Essi Ti hanno donato la corona e lo scettro, che allora erano i simboli della signoria sul Paese,perché sapevano che così il potere e il dominio sarebbero stati nelle mani giuste – nelle manidella Madre.Il tuo Figlio, poco prima dell’ora del congedo, ha detto ai suoi discepoli: “Chi vuol essere

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grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”(Mc 10,43s). Tu, nell’ora decisiva della tua vita hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore”(Lc 1,38) e hai vissuto tutta la tua esistenza come servizio. Questo Tu continui a fare lungo isecoli della storia. Come una volta, a Cana, intercedesti silenziosamente e con discrezione per gli sposi, così faisempre: Ti carichi di tutte le preoccupazioni degli uomini e le porti davanti al Signore, davantial Figlio tuo. Il tuo potere è la bontà. Il tuo potere è il servire. Insegna a noi – grandi e piccoli, dominatori e servitori – a vivere in questo modo la nostraresponsabilità. Aiutaci a trovare la forza per la riconciliazione e per il perdono. Aiutaci a diven-tare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi, come lo sei stata Tu nell’ora della Croce.Tu porti sulle Tue braccia Gesù, il Bambino che benedice, il Bambino che pur è il Signore delmondo. In questo modo, portando Colui che benedice, sei diventata Tu stessa una benedizione. Benedicinoi, questa città e questo Paese! Mostraci Gesù, il frutto benedetto del tuo seno! Prega per noipeccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!»

La prima Messa celebrata a Monaco ha avuto uno spessore catechetico volto alla morale e all’eticasoprattutto per quanto riguarda i rapporti non soltanto fra i non cristiani, ma anche all’interno dellastessa Chiesa. Messaggio forte sintonizzato sul brano del Vangelo che richiama il sordomuto:

«Noi qui riuniti chiediamo al Signore con tutto il cuore di pronunciare nuovamente il suo“Effatà!”, di guarire la nostra debolezza d’udito per Dio, per il suo operare e per la sua parola,di renderci capaci di vedere e di ascoltare. Gli chiediamo di aiutarci a ritrovare la parola dellapreghiera, alla quale ci invita nella liturgia e la cui formula essenziale ci ha donato nel Padrenostro. Il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. Di quale Dio?»

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Il Papa dà una risposta unica che divisa per argomento è una vera catechesi: la prima è legata giu-stamente alle Letture bibliche, la seconda risposta la dà all’Angelus al termine della Messa dovedice:

«L’esempio per eccellenza di un tale atteggiamento è Maria, la Madre del Signore. Lei, durantetutta la sua vita terrena, è stata la Donna dell’ascolto, la Vergine col cuore aperto verso Dio everso gli uomini. Questo, i fedeli l’hanno capito fin dai primi secoli del cristianesimo, e perciò inogni loro necessità e tribolazione si sono fiduciosamente rivolti a Lei, invocando il suo aiuto e lasua intercessione presso Dio.(…) Qui a Monaco, al centro della città, s’innalza la Mariensäule, davanti alla quale, proprio390 anni fa, la Baviera fu affidata solennemente alla protezione della Madre di Dio, e doveanch’io ieri ho implorato nuovamente la benedizione della Patrona Bavariae per la città e ilPaese.E come non pensare in modo particolare al santuario di Altötting, dove domani mi recherò in

pellegrinaggio? Lì avrò la gioia di inaugurare la nuova Cappella dell’Adorazione che, proprioin quel luogo, è un segno eloquente del ruolo di Maria: Lei è e rimane la serva del Signore chemai mette al centro se stessa, ma vuole guidarci verso Dio, vuole insegnarci uno stile di vita incui Dio viene riconosciuto come centro della realtà e della stessa nostra vita personale. A Leirivolgiamo ora la nostra preghiera ».

Dunque, dice il Papa: il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. Di quale Dio?Senza ombra di dubbio Benedetto XVI ci invita a guardare a Maria, Lei che per prima ha intuito laVerità, ed ha seguito senza esitazione il vero Dio.

Nel pomeriggio il Papa, che concludeva con i Vespri ogni giornata di questo viaggio, ha incontrato ibambini della Prima Comunione. Un messaggio tipico dello stile meravigliosamente catechetico di

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questo grande Pontefice che da buon cristiano ha detto quanto dovremo dire e fare noi ogni gior-no… ma leggiamolo dalle sue parole:

«Cari genitori! Vorrei invitarvi vivamente ad aiutare i vostri bambini a credere, invitarvi adaccompagnarli nel loro cammino verso la Comunione, nel loro cammino verso Gesù e conGesù. Vi prego, andate insieme con i vostri bambini in chiesa per partecipare alla Celebrazioneeucaristica della domenica! Voi vedrete che questo non è tempo perso; è invece ciò che tiene lafamiglia veramente unita, dandole il suo centro. La domenica diventa più bella, tutta la settima-na diventa più bella, se insieme partecipate alla Liturgia domenicale. E, per favore, pregateanche a casa insieme: a tavola e prima di andare a dormire. La preghiera ci porta non soloverso Dio, ma anche l’uno verso l’altro. È una forza di pace e di gioia. La vita nella famigliadiventa più festosa e acquista un più ampio respiro, se Dio vi è presente e si sperimenta questasua vicinanza nella preghiera».

Abbiamo trovato l’elisir della vera felicità: la preghiera in famiglia. Ma non è un invito nuovo, giàl’amato Servo di Dio, Giovanni Paolo II, proprio all’inizio del suo Pontificato incontrando i giovanidel Rosario Vivente diceva loro: “ Il Rosario è la mia preghiera prediletta! Una famiglia che pregaunita, resta unita e chi più del Rosario può soddisfare questa necessità di unione nelle famiglie?”La ricetta è sempre la stessa, Benedetto XVI ha solo aggiunto un “per favore… pregate anche acasa… insieme…”. Come potremo rifiutare un invito così paterno?Lunedì 11 settembre, quando il mondo si fermava un minuto per commemorare le vittime dellestragi alle due Torri Gemelle, Benedetto XVI si fermava davanti al Datore della Vita, GesùEucaristico, in una adorazione che lo portava a ripercorrere la sua infanzia quando, per due anni,visse all’ombra del Santuario mariano di Altötting. Una fila di ricordi si intrecciano tra le paroledette a braccio, spontaneamente, mentre leggeva il testo ufficiale. Ad un tratto era evidente la com-mozione che lo aveva rapito tanto da fargli distogliere gli occhi dal testo scritto per poter dire con le

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sue mani giunte: “Nel Cuore di Maria siamo sempre rimasti uniti” e non lo diceva solo per incorag-giare quanti aveva lasciato per seguire la chiamata del Signore, ma lo diceva anche a noi che loascoltavamo: nel Cuore della Madre siamo uniti tutti al Figlio Gesù.

All’omelia durante questa giornata il Papa spiega con questa genuinità il prodigio delle Nozze diCana… e dice:

«L’ora di Gesù non è ancora arrivata, ma nel segno della trasformazione dell’acqua in vino, nelsegno del dono festivo, anticipa la sua ora già in questo momento.La sua “ora” definitiva sarà il suo ritorno alla fine dei tempi. Egli però anticipa continuamentequesta ora nell’Eucaristia, nella quale viene sempre già ora. E sempre di nuovo lo fa per inter-cessione della sua Madre, per intercessione della Chiesa, che lo invoca nelle preghiere eucari-stiche: “Vieni, Signore Gesù!” (…) Così vogliamo lasciarci guidare da Maria, dalla Madredelle grazie di Altötting, dalla Madre di tutti i fedeli, verso l’“ora” di Gesù».

L’Eucarestia, un tema che sta a cuore a Benedetto XVI, eletto al Servizio Petrino proprio durantel’Anno dell’Eucarestia aperto dal suo Predecessore. Anche qui è Maria il filo conduttore di questoamore verso il Mistero, dice il Papa:

«Solo chi sta con il Signore impara a conoscerlo. E chi meglio di Maria può insegnarci a cono-scerlo in profondità?».«Amiamo lo stare col Signore! Là possiamo parlare con Lui di tutto. Possiamo esporgli le nostredomande, le nostre preoccupazioni, le nostre angosce. Le nostre gioie. La nostra gratitudine, lenostre delusioni, le nostre richieste e le nostre speranze. Là possiamo anche ripetergli sempre dinuovo: “Signore, manda operai nella tua messe! Aiutami ad essere un buon lavoratore nella tuavigna!”Qui, in questa Basilica, il nostro pensiero va a Maria, che ha vissuto la sua vita totalmente nello

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“stare con Gesù” e che perciò era, ed è tuttora, anche totalmente a disposizione degli uomini: letavolette votive lo dimostrano in modo concreto. E pensiamo alla sua santa madre Anna, e conlei all’importanza delle madri e dei padri, delle nonne e dei nonni, pensiamo all’importanzadella famiglia come ambiente di vita e di preghiera, dove si impara a pregare e dove possonomaturare le vocazioni».

Una profondità ed una semplicità che non attende commenti, ma solo la contemplazione e la suaapplicazione!Martedì 12 Benedetto XVI ha parlato davanti a 350.000 persone improntando una catechesi vera-mente particolare: il Credo Apostolico!Parla della “ragionevolezza della fede e della nostra fede cristiana” intreccia le nostre responsabi-lità di battezzati alla carente testimonianza del Credo che professiamo davanti ad un mondo in con-tinuo disfacimento etico e morale e dove Dio viene messo da parte, scatenando in tal senso i malu-mori di quanti in Dio credono e vogliono difendere la propria appartenenza alle radici culturali esociali. Dice il Papa:

«Noi crediamo in Dio. Questa è la nostra decisione di fondo. Ma è possibile ancora oggi? Èuna cosa ragionevole? (…) Noi crediamo in Dio! (…) La fede non vuol farci paura; vuolepiuttosto – e questo sicuramente – chiamarci alla responsabilità. Non dobbiamo sprecare lanostra vita, né abusare di essa; neppure dobbiamo tenerla per noi stessi; di fronte all’ingiusti-zia non dobbiamo restare indifferenti, diventandone conniventi o addirittura complici.Dobbiamo percepire la nostra missione nella storia e cercare di corrispondervi. Non paurama responsabilità – responsabilità e preoccupazione per la nostra salvezza, e per la salvezzadi tutto il mondo sono necessarie».

Ed anche qui il Papa, introducendo l’Angelus al termine di questa Messa dice:

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« Maria, la Madre del Signore, dal popolo fedele ha ricevuto il titolo di Advocata, essendo lei lanostra avvocata presso Dio. Così la conosciamo fin dalle nozze di Cana: come la donna beni-gna, piena di sollecitudine materna e di amore, la donna che avverte le necessità altrui e, peraiutare, le porta davanti al Signore. Oggi abbiamo sentito nel Vangelo, come il Signore la donacome madre al discepolo prediletto e, in lui, a tutti noi. In ogni epoca, i cristiani hanno accoltocon gratitudine questo testamento di Gesù, e presso la Madre hanno trovato sempre di nuovoquella sicurezza e quella fiduciosa speranza, che ci rendono lieti in Dio. Accogliamo anche noiMaria come la stella della nostra vita, che ci introduce nella grande famiglia di Dio! Sì, chicrede non è mai solo. Amen! »

Non abbiamo bisogno di altre fonti per capire questa ragionevolezza della nostra fede, abbiamo leScritture e il Magistero per vivere queste radici Cristiane, occorre solo da parte nostra tanta volontà!

Benedetto XVI, conoscitore della musica, giunge a cogliere l’occasione di parlarci della sintoniadei toni, delle note armoniose ma anche delle note stonate e lo fa nel benedire un organo restauratonell’antica Basilica dedicata a Maria a Regensburg e dice:

«Il Salmo 150 parla di trombe e flauti, di arpe e cetre, di cembali e timpani: tutti questi strumen-ti musicali sono chiamati a dare il loro contributo alla lode del Dio trinitario. In un organo, lenumerose canne e i registri devono formare un’unità. Se qua o là qualcosa si blocca, se unacanna è stonata, questo in un primo momento è percettibile forse soltanto da un orecchio eserci-tato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comin-cia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest’organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affati-camento. È questa un’immagine della nostra comunità. Come nell’organo una mano espertadeve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza, così dobbiamo anche nella

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Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre dinuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno. Quanto più, attraverso la Liturgia, cilasciamo trasformare in Cristo, tanto più saremo capaci di trasformare anche il mondo, irra-diando la bontà, la misericordia e l’amore per gli uomini di Cristo».

“Maria durante tutta la sua vita terrena è stata la Donna dell’ascolto, – dice il Papa il giorno prima –la Vergine col cuore aperto verso Dio e verso gli uomini”. È, questo, un filo conduttore che nondovremo mai dimenticare per poter appartenere a quella musica intonata che apre i cuori per l’ar-monia che ne scaturisce.

Siamo così giunti alla conclusione di questo viaggio…Qui, per il suo congedo, Benedetto XVI ha riepilogato così la sua visita:

« … “Chi crede non è mai solo”. Questa esperienza ha fatto sicuramente anche l’autore dell’in-no tradizionale del popolo bavarese. Con le sue parole, che sono anche una preghiera, mi piacelasciare ancora un augurio alla mia Patria: “Dio sia con te, Paese dei Bavaresi, terra tedesca, Patria!Sopra i tuoi vasti territori riposi la sua mano benedicente!Egli protegga la tua campagna e gli edifici delle tue cittàe conservi a te i colori del suo cielo bianco e azzurro!”A tutti un cordiale arrivederci! ».

Arrivederci al prossimo incontro, alla prossima Udienza, al prossimo Angelus, Santo Padre, e graziedi cuore per tutto quello che ha saputo donarci della sua devozione mariana.

Dorotea LancellottiTerziaria domenicana

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L’ attuale cultura «ufficiale» sembra incapace – malgrado l’ impegno e la buona volontà – diinstaurare non si dice un dialogo, ma anche solo una convivenza meno conflittuale con il

mondo musulmano. Questo mondo per il quale la religione non è, come in Occidente, una sceltapersonale (per giunta, sempre meno praticata) ma è la base che regge e dà forma non solo alla vitadel singolo ma a quella di tutta la comunità. L’approccio «laico» di europei ed americani, il lororifarsi a categorie politiche, economiche o anche solo meramente «culturali» non provocano accet-tazione ma rifiuto in un blocco islamico per il quale tutto deve rifarsi a una prospettiva teologica.Per la Umma, la comunità dei credenti, Dio «si è fatto carta», la carta di al Quràn, che raccoglie ilcodice immutabile dettato a Muhammad e al quale ogni secolo e popolo deve obbedienza. Per que-sto mi sembrano davvero preziose le parole di Magdi Allam ai 60 mila partecipanti del pellegrinag-gio notturno da Macerata a Loreto. Sono parole fuori dal coro degli auspici impotenti di agnostici,atei, «laici» in genere, convinti che la religione sia un hobby privato se non una sovrastruttura ormaiin disgregazione. L’egiziano che, per rifarsi al titolo del suo libro, «ama l’Italia» forse più di moltiitaliani, ha addirittura lanciato un appello scandaloso o, almeno, incomprensibile per una certaintellighenzia: «Musulmani italiani, fratelli miei, facciamo del culto di Maria un momento unifican-

Le parole di Magdi Allam ai partecipanti al pellegrinaggio notturno da Macerata a Loreto

Sì,il dialogo puòcominciareda Maria

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te con i cristiani e del pellegrinaggio a Loreto ein ogni altro santuario dedicato a Lei unmomento di condivisione e di fratellanza tra lepersone di buona volontà». Allam ha ricordatociò che molti cristiani hanno ormai dimentica-to e che, in ogni caso, lascia indifferente laloro cecità a ciò che muove davvero le masse.Il Corano dedica alla Madre di Gesù un’interaSura, ne fa il nome venerato per quarantavolte, l’innalza sino al fianco di Fatima, lafiglia prediletta del Profeta, le affida un ruolodi maternità misericordiosa, ne difende l’onore contro gli ebrei che la diffamano (la «calunniamostruosa» sulla sua verginità che provocherà «il castigo di Dio» e «l’ira dei credenti» controIsraele, dice il Testo sacro). Tutta la Tradizione islamica successiva non ha fatto che esaltare la«Signora Maria», come la chiamano. Chi, in ambiente cristiano, la bestemmi è considerato, al mas-simo, un maleducato. Chi osasse farlo tra i musulmani, chi ne mettesse in dubbio la purezza perpe-tua rischierebbe il linciaggio sul posto da parte della folla inferocita. Magdi Allam ha ricordato ciòche tanti nostri «esperti» ignorano o non sanno valutare: proprio i santuari mariani sono, in terrad’Islam, i luoghi d’ incontro tra cristiani e musulmani. Gesù è venerato, ma solo come penultimodei profeti, come annunciatore di quello definitivo, Muhammad. Al rispetto per il Nazareno siaccompagna non solo la venerazione ma anche l’amore appassionato per la Madre. A partire dallaPasqua del 1968, una donna biancovestita apparve sulla cupola della chiesa copta di Zeitoun, unsobborgo del Cairo. Furono operai musulmani che la scorsero per primi. Accorsero subito le folle arecitare, prostrate, i versetti coranici che esaltano Maria e ad acclamare la Sempre Vergine che –secondo la tradizione – proprio a Zeitoun si era riposata, fuggendo in Egitto con il Figlio e conGiuseppe. Per molte notti la Signora si mostrò, luminosa e circondata di colombe bianche, allemasse che giungevano ormai da tutto il Paese, guidate dai loro Imam. Se il Patriarca copto – inaccordo con quello cattolico – dichiarò ufficialmente che era proprio la Madonna ad apparire, fuanche per la pressione entusiasta dei musulmani che già da sempre frequentavano santuari comequello del monte Al Tir, altro luogo di sosta per la Sacra Famiglia. Magdi Allam ha ricordato unaspetto importante, eppure per molti insospettabile: tra i modi per cercare di evitare il disastroso«scontro di civiltà» c’è la riscoperta di questo «luogo d’incontro» che è la persona della Vergine. Èanche questa, forse, una delle ironie della storia: certi laicissimi politologi, certi autorevoli com-mentatori, certi onniscienti analisti dovranno far posto, nelle loro biblioteche, a testi di sinora irrisadevozione mariana e dovranno pellegrinare per santuari dove croce e mezzaluna pacificamente s’in-crociano.

Vittorio Messoridal “Corriere della Sera” del 15 giugno 2006

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Per il bene comune...

Siamo una piccola famiglia e a Voi lettorivorremmo raccontare l’esperienza che abbia-mo potuto condividere con padre Mauro edaltre simpatiche persone questa estate aMontefiore dell’Aso, un piccolo paese delleMarche. Sono stati momenti gradevoli e sereni doveabbiamo potuto vivere molto familiarmente econ gioia: eravamo undici persone con carat-teri e modi di vivere diversi, ma è stato facileed allegro convivere.Pensiamo che le ferie possano essere inteseanche così, dividendo i compiti nelle faccendedomestiche per il bene comune e vivendo insocialità. Ovviamente non sono mancati momenti dipreghiera e raccoglimento, perché questo haunito i cuori e disposto gli animi a queimomenti fantastici di condivisione doveognuno ha detto la sua cercando di cogliere laLuce ... questo ha aiutato a capire noi stessi!Abbiamo veramente potuto riposare molto perpoi trovare l’occasione di visitare i paesi vici-ni fatti di storia e semplici sapori. Ci siamomeravigliati nel notare che non v’erano grossicentri commerciali, ma piccoli negoziettidove si conoscevano tutti. La verdura si comprava rigorosamente daicontadini e... aveva un sapore ed un profumoineguagliabili! L’aria odorava di pulito e... lagente era sorridente! Non so bene se queste sensazioni nascevanoda una nostra pace interiore, ma siamocomunque sicuri che questo periodo ci ha datotanto. Speriamo, il prossimo anno, di poterripetere l’esperienza ... magari in un altropunto dell’Italia carino come questo. Se vivenisse la voglia di “star bene” unitevi a noi laprossima estate perché sarà ancor più bellotornare al lavoro con il sorriso sulle labbra.

Flavia

“insiemevacanze”

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Una famiglia“allargata” che... sta bene insieme!Finito di mangiare, tutti insieme, giocavamo acarte oppure discutevamo o andavamo nel chio-stro a parlare e... far fotografie! C’è stata anchela gioia di avere la Cappellina dove celebrare lasanta messa o pregare quando volevamo... nonera mai chiusa! Insomma abbiamo condivisotutte le cose della giornata: il mangiare, la pre-ghiera, il divertimento, il piacere di stare tran-quilli nel chiostro che le Monache ci avevanogentilmente messo a disposizione.Siamo anche andati al maneggio e... abbiamomontato i cavalli; ho pure visto il cielo con ilmare in tempesta, i tramonti e le nuvole cheparevano veli... che dire poi dei fuochi artificiali:il tutto rigorosamente visto da un magnifico bel-vedere! L’unica nota dolente è stata una pastic-ceria situata praticamente sotto il luogo in cuieravamo ospitati: tutti i giorni, con una scusa ol’altra, ci fermavamo e... siamo ingrassati tuttiquanti! Inoltre non credevo che fosse possibilevivere tante avventure con una ragazza moltopiù grande di me che standomi vicino mi ha aiu-tato anche nella preghiera. Forse non sempre inaccordo con la mamma nelle faccende quotidia-ne, questa grande amicona si chiama ...ILARIA!

Serena

Cosa aggiungere alla testimonianza di miafiglia? È tutto vero: le albe, i tramonti, la bellez-za del luogo, la gioia di condividere la casa, letribolazioni quotidiane, le visite al SantissimoSacramento custodito nella cappellina. Eppurenon è stato facile!In fin dei conti siamo persone con caratteri edabitudini differenti, con esperienze personalidiversissime, come del resto sono vari e lontani inostri luoghi di provenienza. All’inizio c’era iltimore che qualcosa non potesse funzionarebene; timore alimentato dalla presenza di duebimbi molto piccoli e dal fatto che durante l’an-

no le occasioni di vedersi non sono poi così fre-quenti. Ma, verificata la volontà di esserci, lanostra amata Madre Celeste è intervenuta conuna grazia risolutrice. C’era infatti tra tutti noiuna ferma volontà di far funzionare la cosa, dimettersi quotidianamente in discussione e diportare a positivo compimento quest’esperienza. Giorno dopo giorno, per tutta la durata dell’e-sperienza “insieme vacanze” le reciprochemanifestazioni di questa volontà non sono maimancate e... ancora oggi, al pensiero di quantovissuto, il cuore si scalda infiammandosi deldesiderio di rinnovare l’esperienza.

Max

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Credevo che “famiglia” fossero mio marito e imiei figli. Invece, per quindici giorni, ho provatocosa vuol dire vivere in una “famiglia allargata”.Infatti ho avuto il piacere di scoprire come il“senso di famiglia” andasse man mano forman-dosi e crescendo quotidianamente. Un vero cammino fraterno, seguito con la con-sueta saggezza da padre Mauro, con il quale hocondiviso momenti “forti” come le chiacchierateall’alba di fronte a un buon caffè. Anche dalpunto di vista personale il cammino fatto è statoproficuo: muoversi e lasciare casa con un bam-bino di pochi mesi è stato per me un vero atto difede... sicuramente ripagato, ma pur sempre dif-ficile! Nel tornare alle nostre quotidiane esisten-ze, si fa sentire un sottile velo di nostalgia perciò che abbiamo vissuto e che speriamo di poterpresto rinnovare. Come famiglia che senteaccrescere il proprio senso di appartenenza alMovimento Domenicano del Rosario, desideria-

mo ringraziare la Madre Celeste, sotto il cuimanto ci siamo riuniti, perché al prezzo di pic-cole rinunce personali abbiamo potuto aprirci aduna splendida esperienza comunitaria.

Daniela

... subito in sintoniaGrazie per avermi invitata a queste due giorna-te: bella festa di condivisione, preghiera e rifles-sione. Mi ha molto colpito il fatto di ritrovarsiin tanti provenienti dalle varie parti d’Italia, maancor più mi ha stupito l’armonia che si èimmediatamente instaurata perché animati tuttidallo stesso amore per Maria e Gesù meravi-gliosamente “legati” dalla stessa corona chestringevamo fra le mani.Adoranti prostrati a turni innanzi al SantissimoSacramento abbiamo potuto vivere una notted’intenso amore... personalmente ho fatto salta-re i turni e sono rimasta in quest’intimità tutta lanotte ricordando tutti: la nostra parrocchia, ilnostro parroco, il seminarista, le vocazioni, imiei cari, i malati e tutti i fratelli della miacomunità di Bosco Mesola.

Importante è stato stringersi attorno a Gerardamentre ci faceva dono delle profonde riflessionisu santa Caterina da Siena dandoci anche lapossibilità di esprimerci condividendo impres-sioni e odierne problematiche... nella comunericerca di luci dalle quali farci guidare per poipoter essere veramente proponitivi. Buoni i pasti con cose deliziose mangiate inbuonissima armonia tutti insieme attorno altavolo... sono stati momenti belli ed indimenti-cabili perché fonte di una gioia semplice maconcreta che ha suggellato la comunione chenascostamente si alimentava nella preghiera enella riflessione. Sono rimasta entusiasta dicome è stato meditato il santo rosario perchécon la luce della fede abbiamo affrontato levarie problematiche che ci toccano dal vivoquotidianamente... e come non ringraziare perl’onore che è stato riservato ai collaboratori dipotersi riunire sul presbiterio del santuariodurante la celebrazione delle sante messe.

Silvana

Raduno dei collaboratoriFontanellato 1/2 luglio

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PellegrinaggiinGreciae Polonia

Bella e profondaesperienza

Ringrazio molto il Signore per la veramentebella, profonda esperienza spirituale che mi èstato concesso di fare l’estate scorsa (2006)con la partecipazione ai pellegrinaggi in Greciae in Polonia. Penso che un grande filo idealeunisca queste due terre bellissime in se stesse,ma uniche entrambe per la storia e la vita cri-stiana.Il pellegrinaggio in Grecia era principalmente“sulle orme di san Paolo”, alla ricerca degliindimenticati luoghi ove san Paolo portò losconvolgente, Lieto Annuncio. Prima di partireho letto un coinvolgente breve libro di PietroCitati (in La civiltà letteraria europea, A.Mondadori editore, I Meridiani) “Un paganolegge san Paolo”, che descrive la sorpresa, loscandalo di un immaginario letterato platonicoalle prese con le Lettere Paoline fra il I e IIsecolo d.c.Citati fa risaltare alcune caratteristiche dinovità assoluta (per allora e per ogni tempo)del pensiero Paolino: “in un gioco intricato,aggrovigliato… una mescolanza di tensioneintellettuale, furore profetico, feroce sarcasmo,

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mistica rinunciante a se stessa: uno stile mira-bilmente sintetico, pieno di scorci e di simboli,un pensiero portato continuamente all’estremoper essere rovesciato nel suo contrario”. E i ter-ribili paradossi: “ciò che c’è di folle nel mon-do, Dio l’ha scelto per confondere i saggi; ciòche c’è di vile e spregevole, quello che non c’èDio l’ha scelto per ridurre a nulla ciò che è”. Con mio fratello Paolo, curatore del “Me-ridiano” di Citati, si considerava come il pen-siero greco, e il pensiero paolino rappresentanola base della nostra civiltà occidentale. Accostando quindi la Grecia, ogni tappa delben studiato percorso è stata preziosa. Pensotanto all’emozione particolare vissuta a Filippi,davanti alla prigione di Paolo, e presso il picco-lo fiume ove Lidia fu battezzata (e ove padreMauro ha celebrato la Messa). Ma anche fra le rovine di Corinto aleggiava lospirito di san Paolo; altra Messa suggestiva,commovente su quegli storici sassi (e il padreMauro scherzosamente diceva che… anche unpiccolo sassolino portato a casa di lì sarebbestata una vera reliquia perché non poteva nonessere toccata da Paolo!). E all’Acropoli penso che l’anima di tutti noiPellegrini abbia esultato, sia per la bellezza e lamaestosità del luogo, sia per la grandissimamemoria paolina che vi è collegata. Anche semeriterebbero una lunga e prolungata medita-zione, accenno soltanto alla bellezza mistica,alla splendida testimonianza cristiana irradiatadalle chiese e dai monasteri greco-ortodossi:dalle incredibili “Meteore” all’enorme MonteAthos, a Ossios Loukas, ecc. Lo Spirito soffiadavvero dove vuole! E, d’altronde, la ChiesaOrtodossa non vede forse in san Paolo il pro-prio iniziatore storico, come la Chiesa Latinain san Pietro?

Ma una mano benigna mi ha portato, in agosto,anche a mettere piede sul suolo polacco, altrovolto, ma esso pure essenziale dell’esperienzastorica cristiana.

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La Polonia è un paese luminoso, “caldo”, fiero,bello, nient’affatto “miserabile” che si è benricostruito, con enorme forza di volontà, dopoil duplice giogo nazista e comunista. Lì ho incontrato la memoria storica del “maleassoluto”: i campi di concentramento diAuschwitz e Birkenau; vere fabbriche dellamorte, vero inferno in terra! Ma lì abbiamo visto anche la cella della mortedi Padre Kolbe; e i luoghi di tortura si sonopalesati a noi come santuari, e i prigionieri tru-cidati come martiri… a Niepokalanow un com-moventissimo dipinto figurava san Massi-miliano ascendente al Cielo, primo fra tanteanime martiri, anch’esse in procinto di chiama-ta nel Regno. Con vera difficoltà possiamocomprendere questa sofferenza che, in un certomodo, è stata poi superata e vinta dall’Amore,dalla Speranza paziente, dalla Santità di tantiuomini e donne di Polonia; ed ecco la grandeluce dello spirito polacco migliore, quello cri-stiano, quello cattolico, che abbiamo visto aCzestochowa, a Kalwaria, a Wadowice, aNiepokalanow, ecc.; ma anche a Varsavia, aCracovia e altrove. Popolo cristiano!!! che ama, pensa, respira,crede, si muove, vive e muore secondo loSpirito di Cristo; e la speranza e la consolazio-ne che ciò reca all’anima sono grandi.

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Il salmo 27 dice: “Di te ha detto il mio cuore:‘cercate il suo volto’; il tuo volto, Signore, iocerco”. Una linea ideale ma reale unisce laGrecia cristiana alla Polonia cristiana: l’inesau-sta ricerca del “Volto dei volti”, Cristo. Dal fuoco di Paolo, alle primitive comunità diFratelli, alla Chiesa Bizantina e Ortodossa, allapersecuzione storica dei cristiani di cui laPolonia è un’emblema, alla vittoria dellaSantità (e quindi della Speranza e della Luce):ecco il percorso ideale e reale che non a caso,son convinto, ho fatto quest’estate.

Ringrazio ancora il Signore Gesù Cristo contutto il cuore, e la Sua Chiesa per questo gran-dissimo dono: viaggio anche spirituale, chespero mi prepari – quando Dio vorrà – al vero,grande Pellegrinaggio a Casa con tutti i Santi,per sempre.

«Ora vediamo come in uno spec-chio, in maniera confusa; ma allo-ra vedremo faccia a faccia. Oraconosco in modo imperfetto, maallora conoscerò perfettamente».(1 Cor. 13,12).

Corrado Lagazzi

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Rimasti stupiti della presenza

Volevamo partecipare al pellegrinaggio inPolonia per andare a Czestochowa e per visita-re Auschwitz. Eravamo preparati al viaggio unpo’ perché siamo “over 70” e con esperienze diviaggi e pellegrinaggi. Abbiamo trepidatoquando per l’esiguità del gruppo si è rischiatodi non farne niente.Quello che non ci aspettavamo è stato che tuttol’itinerario si è rivelato al di sopra di ogninostra aspettativa e che ci siamo emozionati ecommossi pregando nella Basilica di Czesto-chowa e camminando per quel monumento aldolore che è Auschwitz.Ci ha impressionato la dimostrazione di fededei polacchi alla loro Madonna e la gioia con laquale la esternavano. Siamo rimasti stupitidella presenza alle Sante Messe di tanti uomi-ni, di tantissimi giovani e di tante famiglie.Ci siamo resi conto che veramente nel loroquotidiano la Madonna ha dato loro la forzaper resistere a tutto ciò che la storia ha lororiservato e che la venerazione e la devozionealla Sacra Icona di Czestochowa è qualcosa dimolto simile all’amore.Noi abbiamo avuto il privilegio di parteciparead una Messa celebrata dal nostro Padre Maurodavanti alla Madonna Nera, dentro il piccolorecinto che limita il piccolissimo altare dove sivenera l’icona, mentre i pellegrini tutt’intornosfilavano in ginocchio e centinaia di persone siaccalcavano intorno in silenzio. Questa è statala più intensa delle emozioni, difficilmentedimenticabile.Su Auschwitz è stato detto tutto; noi possiamosolo aggiungere che per tutto il tempo dellavisita rimane un “nodo” alla gola e che vienenaturale stare in silenzio. Quasi fa star maleuscire da quel posto ed entrare nel ristorantemoderno dotato di tutti i servizi e comfort.Simpatica Wadowice (che buoni i Kremowky),bella Varsavia, peccato il poco tempo per

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Cracovia. Molto interessante Wielicza, costan-te la presenza di Giovanni Paolo II, “il nostroPapa” come dicevano i polacchi in tutti gliangoli della nazione.Una annotazione finale: siamo stati ospitati inottimi alberghi e abbiamo mangiato bene inristoranti più che validi, malgrado il piccologruppo. Grazie all’organizzazione.

Bruno e Maria

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HANNO INVIATO OFFERTE:

1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Angela Petrilli; Oscar Rossi e Clara Cavallaro; Centro del Rosario del Quartiere di Via Don Bosco; Graziella Rizzi; Andrea Aversa;

Augusta Paridi; Maria Sandonà; Mario Di Re; Giuseppetti Maria Rita; Bruna Aldrovandi; Dea Zamboni; Alberto Minisimi; VincenzaMozzarella; Franco Bastarelli; Antonio Misseri; Filippo Aquila; Monica Bianchi; Mirca Candeo; Domenica Cangiotti; Marisa Catini;Claudio Ceccaroni; Lorenzo Comar; Caterina Della Torre; Maria Nuccia Ferrario; Emilia Gallazzi; Elvira Galeo; Erminia Lazzaretto;Fiorella Moretti; Famiglia Nizzero; Vincenza Russo; Manuela Sonzogni; Stefania Pasquali; Cosimina Tampieri; Elena e Franco Muti;Massimo Restano; N.N.; Maria Alberighi; Teresa Venegoni; Graziano Sangiorgi; Elena Rossi; Anna Stamerra; Mariarosa GottiMangili; Gianna Ermini; Giuliana Cappelli; Serena Turci; Maria Formaggio; Dionisio Sparacio; Sergio Cavelli; Gianangelo Caronni;Angela Passoni; Rossana Falsetti; Famiglia Pignato Coatti; Lara Pezzoni di Calerno (Re); Tosca Carraro Pretin; Oscar Rossi; MariaOrselli; famiglia Talamonti Pasquali; Bruno Di Iorio; Gabriele Martinelli Tempesta; Cinzia Marini; Irma Santoni; Giannina Benetazzo;Aristide Zanchini; Adelmo Nedo Casini; Renato e Mariella Cossio; Paolo Vezil; Vittorio Santone; Luigi Cipriano con RaffaellaTemperato, Loreta Tersigni, Maria Faraone, Nicolina Faraone; Maria Pignoloni; Grazia Caravaggio; Gruppo del Rosario diPortorecanati (Mc); Monastero Domenicano di Montefiore (Ap); Gruppi del rosario di Portorecanati (Mc); Gruppo del rosario dellaparrocchia di S.Paolo (An); Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Cesare Carloni; Maria Colonnella; Gruppo del rosario di Matelica(An); Gruppo del rosario di Cagli (Pu); Gruppo del rosario di Monte S.Pietro (Pu); Faustina Boschi; Tina D’Aurizio; P. StefanoRabacchi; Giorgio Bonotto; Aurora Risoli; Patrizia Tornincasa; Anna Bertei; Idiana Roncucci; Antonio Aliata; Laura Crespolini;Emanuela Mammarella; Orietta Rabini; Camoni Beatrice; Nicoletta Gaspari; Giovanni Nosari; Elena Augusti; Riccardo Bianchi;Amalia Cerotti; Maria Brognoli; Luciano Marinelli; Stefano Giuseppe Scarcella; Maria Santilli; Luisa Scarel Capello.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe:Annarosa Minto per defunto Nereo; Maria Vittoria Marastoni in Carducci per la conversione di Francesco; Sorelle Negri secondo leloro intenzioni; Caterina Sgattoni per le anime del purgatorio; Ing. Luciano Tassi in suffragio di Vittoria e Giacomo Bonetti; GuidoMozzigafreddo 5 sante messe secondo le sue intenzioni; Agnese Zannini in memoria di Claudio Forani; Renato e Mariella Cossiosecondo le loro intenzioni; Giovanna Forma per Luca, Nicola e Giovanna; Gabriella Veratti secondo le proprie intenzioni; RiccardoBianchi per Riccardo Bianchi e famiglia.

3) per acquisto di sussidi: Suor Rossella Cosma; Silvana Lecca; Ing. Luciano Tassi; Parrocchia di San Vito di Cadore (Bl); Concettina Di Mauro; Angelo

Bonfanti; Rosanna Schinco; Guido Mozzicafreddo; Don Massimo; P. Antonio; Giorgio Acciarini; Parrocchia San Lorenzo di Pera diFassa (Tn).

4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Pâmela Janaina da Silva; Giampaola Negri per IsabelaOliveira Riston; Famiglia Seccardini Scarsi per Cristian Inacio da Silva; Paolo Vezil per William Cèsar Bucinsky; FamigliaGiacobazzi Breveglieri per Kelly Cristina da S.Aureliano; Ada Giacomello per Matheus Alves Siquiera; Loretta Sangoi per JorgeMatheus Gonçalves; Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Simonetta Cuttini e Prima Passuello per William de PaulaFaustino; Paola Grisenti per Thaissa Gabriele Bertoci; Milko De Luca per Marcus Vinicius Paulino e Cibele Laiane Fernandez;Famiglia Sandro Tittarelli per Isadora Lorena Matias de Oliveira; Anna Scarpenti per Bruno Gabriel Lourenço da Silva; Anna MilaniPersici per Maysa Fernanda Pereira Garcia; Orlando Murano per Maimara Leticia Fernandez; Ilaria Giannarelli per MatheusCristiano Vieira Rodrigues; Donatella Murano per Taurini Cristina Garcia; Ilde D’Agenio per Luiz Eduardo Brechò dos Reis; OriettaPastres per Lucas Ribiero Lopez; Rossi Giannina per Yociele Aparecida Rocha; Antonio Noris per Gabriel Graciano de Paula;Giorgio Acciarini per Laleska Bianca de Paiva; Giovanni Cettul per Luana Cristina Fernandes Rodrigues.

HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA:Fratini Fernando; Famiglia Boggio Carrera; famiglia Triaca Gazzaniga; Anna Scarpenti; Enrico Veneziani; Maria Pia Bartoli; IlariaGiannarelli; Elvio Barzotti; Vittoria Radi; famiglia Rondani Borelli; famiglia Vitali Guerrini; Anna Scarpenti; famiglia PasqualiTalamonti;

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Ringrazio tutti di cuore per quanto fate – ognuno nel suo piccolo – per sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s.rosario e della devozione alla B. Vergine:

assicuro il quotidiano ricordo nella preghierama soprattutto alla celebrazione della s. messa

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In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del contoper la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

BuoneFestea tutti