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S T A G I O N E D ’ O P E R A 2 0 1 5 - 2 0 1 6
Carmina Burana
Cantiones profanaeRappresentazione in forma scenica
Edizione in lingua originale con sopratitoli in italiano
Musica di Carl Orff
Laura Claycombsoprano
John Bellemertenore
Thomas Johannes Mayerbaritono
Direttore d’orchestra Jonathan Webb
Regia, scene e video Mietta Corli
Costumi Manuela Bronze e Laura Viglione
Luci Marco Filibeck
Coreografia Marcelo Ferreira
ripresa da Anna Maria Bruzzese
Assistente alla regia Anusc Castiglioni
Assistente ai video Andrea Borelli
Direttore dell’allestimento Saverio Santoliquido
Maestro dei cori Claudio Fenoglio
Orchestra e Coro del Teatro RegioCoro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”
Allestimento Teatro RegioProduzione originale: Círculo Portuense de Ópera (Porto)
Dicembre 2015: Giovedì 17 ore 20, Venerdì 18 ore 20, Sabato 19 ore 15, Domenica 20 ore 15, Martedì 22 ore 20
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Carmina BuranaCantiones profanaeCantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis[I canti di Benediktbeuern, canzoni profane per soli, coro, orchestra e raffigurazioni magiche]
* Franco Rizzo (17, 18, 20 dicembre) / Marco Sportelli (19, 22 dicembre)
Fortuna imperatrix mundi 1 «O Fortuna» 2 «Fortune plango vulnera»
I.Primo vere 3 «Veris leta facies» 4 «Omnia Sol temperat» 5 «Ecce gratum»
Uf dem anger 6 Tanz 7 «Floret silva nobilis» 8 «Chramer, gip die warve mir» 9 Reie
«Swaz hie gat umbe»«Chume, chum, geselle min»
10 «Were diu werlt alle min»
II.In taberna11 «Estuans interius»12 «Olim lacus colueram»13 «Ego sum abbas»14 «In taberna quando sumus»
III.Cour d’amours15 «Amor volat undique»16 «Dies, nox et omnia»17 «Stetit puella»18 «Circa mea pectora»19 «Si puer cum puellula»20 «Veni, veni, venias»21 «In trutina»22 «Tempus est iocundum»
23 «Dulcissime»
Blanziflor et Helena24 «Ave formosissima»
Fortuna imperatrix mundi25 «O Fortuna»
corocoro
coro piccolobaritono
coro
corocoro
corocoro piccolo
coro
baritonotenore e coro
baritono e corocoro
soprano e voci bianchebaritonosoprano
baritono e corobaritono*
coro doppiosoprano
soprano e baritono,coro e voci bianche
soprano
coro
coro
Fortuna imperatrice del mondo 1 «O Fortuna» 2 «Piango gli schiaffi della Sorte»
I.Primavera 3 «Il sorriso di Primavera» 4 «Il Sole ritempra ogni creatura» 5 «Ecco, la diletta»
Sulla piazza 6 Danza 7 «Splendida rifiorisce la selva» 8 «Mercante, dammi del colore» 9 Girotondo
«Quelle che ballano»«Vieni, vieni, compagno mio»
10 «Se il mondo fosse mio»
II.Nella taverna11 «Mi brucia dentro»12 «Una volta abitavo sui laghi»13 «Sono io l’abate»14 «Quando siamo alla taverna»
III.Corte d’amore15 «L’amore è nell’aria»16 «Il giorno, la notte, tutto»17 «Stava lì immobile una fanciulla»18 «Il mio cuore è assediato»19 «Se un giovane e una giovane»20 «Vieni, presto, vieni»21 «Sulla bilancia»22 «Lieta è la stagione»
23 «Dolcissimo»
Biancofiore ed Elena24 «Salve, bellissima»
Fortuna imperatrice del mondo25 «O Fortuna»
Carmina BuranaPresentazione
Carl Orff, consultando un catalogo di antiquariato di Würzburg, scoprì il codice latino 4660, che fino al 1803 era stato conservato nella Biblioteca dell’Abbazia di Benediktbeuern (ovvero l’antica Bura Sancti Benedicti, fondata intorno al 740 sulle Alpi bavaresi da San Bonifacio). Il codice si intitolava Carmina Burana (era stato lo studioso Johann Andreas Schmeller a dargli questo titolo in occasione della prima pubblicazione) e conteneva 228 testi poetici, in latino e tedesco, composti da clerici vagantes e presentati in 112 fogli di pergamena, con 8 miniature. Orff ne ordinò una copia e il Giovedì Santo del 1934 ricevette il libro: «Nell’aprirlo trovai subito sulla prima pagina l’immagine, da lungo tempo famosa, della Fortuna con la ruota. Immagine e parole mi sopraffecero». Così compose subito i primi due cori, «O Fortuna» e «Fortune plango vulnera».
Nacquero così i Carmina Burana, «cantiones profanae, cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis» (ovvero «canzoni profane, per solisti e coro accompagnati da strumenti e raffigurazioni magiche»). Il compositore, infatti, confessò di essere rimasto colpito dalla «trascinante forza ritmica, dalla ricchezza immaginifica» dei Carmina e non pensava a un’esecuzione in forma di concerto, ma a una vera e propria rappresentazione scenica. In questa forma i Carmina Burana debuttarono l’8 giugno 1937 all’Opera di Francoforte sotto la direzione di Bertil Wetzelsberger, la regia di Oskar Wälterlin e le scene di Ludwig Sievert. La prima in Italia si tenne il 12 ottobre 1942 al Teatro alla Scala, con Gino Marinuzzi sul podio, la regia di Oscar Fritz Schuh e le scene di Caspar Neher.
In quello stesso anno Richard Strauss rispondeva con molti complimenti a Orff, che gli aveva inviato una copia dei Carmina, e gli pronosticava un avvenire di compositore per il teatro. I Carmina Burana divennero in effetti il primo pannello di un trittico musicale destinato alle scene, I Trionfi, che venne completato dai Catulli carmina (1943) e dal Trionfo di Afrodite (1953).
Nel corso degli anni, i Carmina Burana sono diventati una pagina da concerto, non da palcoscenico, mentre qui vengono proposti proprio in versione scenica, secondo l’originario desiderio del compo-sitore. Lo spettacolo firmato da Mietta Corli utilizza immagini evocative per ricreare quel mondo medievale di boschi, cavalli e taverne, riprendendo anche immagini dei codici miniati per introdurre le varie sezioni.
Prima rappresentazione assoluta: Francoforte, Opernhaus (Alte Oper), 8 giugno 1937.
Restate in contatto con il Teatro Regio:
Questa scheda di sala è scaricabile dal sito del Teatro Regio all’indirizzo www.teatroregio.torino.it/node/5263.
La potenza immaginifica delle paroleNote di regia di Mietta Corli
«I Carmina Burana sono il mio lavoro più oscuro» ha scritto Carl Orff. Dopo aver a lungo cercato di “esplorare” i Carmina si ha la sensazione di trovarsi solo alla superficie di quella oscurità e forse, quasi per un adattamento dell’occhio, sembra di incominciare a percepire nuovi mondi che affiorano.
Il sottotitolo della partitura stupisce subito: «Canzoni profane / per solisti e coro accompagnati da strumenti e immagini magiche».
Per diverso tempo ho cercato di capire perché Orff non avesse scritto una drammaturgia dei Carmina Burana, né lasciato indicazioni sceniche, ma solo inserito quelle immagini magiche, come parte deter-minante dell’esecuzione. Ciò che credo interessasse molto a Orff era il potenziale “immaginifico” dei testi, poiché la sua idea di teatro sembra partire dall’energia originaria della parola. Il suo interesse per l’antico lo portò a incontrare, nella Biblioteca di Monaco di Baviera, il Codex Buranus (un codice mi-niato del XIII secolo proveniente da un famoso monastero benedettino, contenente più di 200 liriche) e a restarne folgorato per la forza prorompente che aveva, attraverso la parola, di sprigionare l’essenza di un mondo, senza la necessità di descriverlo.
La provenienza dei testi è in buona parte goliardica: autori furono i famosi clerici vagantes, che giravano l’Europa per studiare (antesignani dell’Erasmus...), ma trascorrevano anche molto tempo nelle taverne, dediti al vino e all’amore fisico, e scrivevano versi satirici, licenziosi e trasgressivi destinati al canto.
Nonostante i canti siano quindi legati a un Medioevo pagano e terreno, i personaggi che popolano le liriche dei Carmina Burana, sembrano appartenere a un mondo archetipico. Le forme sono primordiali, le tensioni umane non sono psicologiche (nel senso di orizzontali, in relazione con gli altri uomini), bensì hanno una spinta verticale verso il trascendente. Il tempo non ha una collocazione storica e non c’è uno spazio geografico. L’uomo è come un punto tra le linee e le coordinate di un sistema cosmico, regolato dai cicli del sole e della luna. In questo senso la parola si carica di un’intensità emblematico-simbolica che, attraverso una forte idealizzazione, acquista una dimensione drammatica.
Osservando i Carmina Burana da questo punto di vista, la musica scritta da Orff sembra quasi disvelare quel potenziale visivo contenuto nel testo e proiettarlo nello spazio, trasfigurando la parola fino a farla sbalzare fuori dalla pagina del libro e... renderla immagine scenica.
Ha così inizio un evento teatrale, più evocativo che reale, poiché legato all’incorporeità di un testo che diviene visione.
La Fortuna appare come energia motrice della grande Ruota, simbolo della legge ineluttabile che in-catena l’uomo: l’inesorabile scorrere del tempo che accompagna il percorso di ogni essere vivente. Ma in più l’uomo, inserito in questo andamento ritmico, vive all’interno le sue stagioni di gioia e di dolore. Punto senza spazio né tempo, la fine del giro della Ruota è un nuovo inizio che ritornerà in chiusura dei Carmina Burana, facendo specchiare l’immagine della Fortuna dentro le sembianze e il rossore di un’Afrodite fanciulla, simbolo dell’amore consumato.
Infatti al centro di questi due grandi cerchi esterni che sigillano fatalmente l’umanità, Carl Orff colloca i cicli della Natura e dell’Amore, da cui invece traspaiono i temi della bellezza e del piacere, anch’essi sottoposti al continuum dell’incessante movimento rotatorio.
È quindi il tema della bellezza istantanea della natura che ciclicamente muta e che nel suo moto entra in sintonia con le percezioni sensoriali dell’uomo, risvegliandolo periodicamente e predisponendo l’animo e il corpo al desiderio d’amore. La ruota è infatti il simbolo della dinamica di ogni processo naturale: è nel nascere e nel morire che risiede la vita, quindi nella mutevolezza e nel movimento e in un incessante processo di trasformazione. Però, quasi per contraddizione, la mobilità continua è provocata dalla ri-petizione dell’eternamente uguale: concetto che appartiene fortemente alla musica scritta da Carl Orff.L’ascolto dei Carmina Burana può produrre un effetto quasi “fisico” di leggero stordimento, dovuto alla ripetitività di una forma musicale che non sceglie lo sviluppo nel suo percorso, bensì la quasi ossessiva volontà di restare uguale a se stessa. Il ruolo fondamentale affidato al ritmo e agli strumenti a percussione porta infatti l’ascoltatore a pulsare fisicamente insieme alla musica e con la ripetitività dei motivi, quasi a entrare nel grande giro della ruota.
Teatro RegioWalter Vergnano, Sovrintendente
Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico Gianandrea Noseda, Direttore musicale
Orchestra
Violini primi Sergey Galaktionov*, Claudia Zanzotto, Monica Tasinato, Carmen Lupoli, Enrico Luxardo, Paolo Manzionna, Alessio Murgia, Ivana Nicoletta, Luigi Presta, Laura Quaglia, Daniele Soncin, Marta Tortia, Giuseppe Tripodi, Roberto Zoppi
Violini secondi Marco Polidori*, Tomoka Osakabe, Silvana Balocco, Paola Bettella, Maurizio Dore, Anna Rita Ercolini, Silvio Gasparella, Fation Hoxholli, Marcello Iaconetti, Roberto Lirelli, Anselma Martellono, Paola Pradotto, Seo Hee Seo
Viole Armando Barilli*, Alessandro Cipolletta, Gustavo Fioravanti, Andrea Arcelli, Rita Bracci, Alma Mandolesi, Franco Mori, Roberto Musso, Francesco Vernero, Giuseppe Zoppi
Violoncelli Relja Lukic*, Davide Eusebietti, Giulio Arpinati, Eduardo Dell’Oglio, Fabio Fausone, Luisa Miroglio, Marco Mosca
Contrabbassi Davide Ghio*, Atos Canestrelli, Fulvio Caccialupi, Andrea Cocco, Michele Lipani, Stefano Schiavolin
Ottavino Roberto Baiocco
Flauti Federico Giarbella*, Maria Siracusa
Oboi Luigi Finetto*, Stefano Simondi
Corno inglese Alessandro Cammilli
Clarinetto piccolo Luciano Meola
Clarinetti Alessandro Dorella*, Andrea Scaffardi
Clarinetto basso Edmondo Tedesco
Fagotti Andrea Azzi*, Sofía Haydee Almanza Saavedra
Controfagotto Sabina Pirola
Corni Natalino Ricciardo*, Evandro Merisio, Pierluigi Filagna, Eros Tondella
Trombe Ivano Buat*, Marco Rigoletti, Paolo Paravagna
Tromboni Gianluca Scipioni*, Enrico Avico, Valerio Mazzucconi
Tuba Paolo Bertorello
Timpani Ranieri Paluselli*
Percussioni Paolo Bertoldo, Lavinio Carminati, Sergio Meola, Mattia Pia, Fiorenzo Sordini, Andrea Vigliocco
Pianoforti e celesta Luca Brancaleon, Carlo Caputo, Jeong Un Kim
* prime parti
Direttori di scena Riccardino Massa, Riccardo Fracchia • Maestri collaboratori di sala Giulio Laguzzi, Marco Rimicci • Maestro rammen-tatore Andrea Mauri • Maestro collaboratore alle luci Paolo Grosa • Maestro collaboratore ai video Francesca Zamponi • Maestri colla-boratori di palcoscenico Gianluca Ascheri, Marco Rimicci • Assistente del maestro del coro Marco Turri • Archivio musicale Alessandra Calabrese • Sopratitoli a cura di Sergio Bestente • Servizi tecnici di palcoscenico Antonio Martellotto • Realizzazione allestimenti Claudia Boasso • Servizi di vestizione Laura Viglione • Luci di scena e fonica Andrea Anfossi • Coordinatore di progetto Enzo Busco
Scene e attrezzeria Teatro Regio • Costumi Círculo Portuense de Ópera, Porto e Teatro Regio • Calzature C.T.C. Divisione calzature, Milano • Realizzazione tecnica video Studio Due Effe di Mario Flandoli, Milano • Videoproiettori Acuson, Torino • Trucco Mario Audello, Torino
Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Sergey Galaktionov (violino Giovanni Battista Guadagnini, Torino 1772), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano, Napoli 1725 ca.) e Relja Lukic (violoncello Giovanni Francesco Celoniato, Torino 1732).Si ringraziano Prada e il FAI per il nuovo sipario donato al Teatro Regio.Le attività del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” si avvalgono del sostegno del Lions Club Torino Regio e in particolare della famiglia Ferri.
© Teatro Regio Torino Prezzo: € 0,50 (IVA inclusa)
Coro
Soprani Nicoletta Baù, Chiara Bongiovanni, Anna Maria Borri, Caterina Borruso, Eugenia Braynova, Serafina Cannillo, Cristina Cogno, Valentina Coladonato, Cristiana Cordero, Eugenia Degregori, Alessandra Di Paolo, Manuela Giacomini, Rita La Vecchia, Laura Lanfranchi, Paola Isabella Lopopolo, Maria de Lourdes Martins, Lyudmyla Porvatova, Silvia Spruzzola, Pierina Trivero, Giovanna Zerilli
Mezzosoprani / Contralti Angelica Buzzolan, Shiow-hwa Chang, Ivana Cravero, Corallina Demaria, Maria Di Mauro, Roberta Garelli, Rossana Gariboldi, Elena Induni, Naoko Ito, Antonella Martin, Raffaella Riello, Marina Sandberg, Daniela Valdenassi, Tiziana Valvo, Barbara Vivian
Tenori Pierangelo Aimé, Janos Buhalla, Marino Capettini, Gian Luigi Cara, Antonio Coretti, Luigi Della Monica, Luis Odilon Dos Santos, Alejandro Escobar, Giancarlo Fabbri, Sabino Gaita, Roberto Guenno, Fabio Mario La Mattina, Leopoldo Lo Sciuto, Vito Martino, Matteo Mugavero, Matteo Pavlica, Dario Prola, Gualberto Silvestri, Sandro Tonino, Franco Traverso, Valerio Varetto
Baritoni / Bassi Leonardo Baldi, Mauro Barra, Lorenzo Battagion, Enrico Bava, Giuseppe Capoferri, Massimo Di Stefano, Umberto Ginanni, Desaret Lika, Riccardo Mattiotto, Davide Motta Fré, Gheorghe Valentin Nistor, Franco Rizzo, Enrico Speroni, Marco Sportelli, Marco Tognozzi, Vincenzo Vigo
Coro di voci biancheFlavio Allegretti, Matilde Angelillo, Vittoria Chiappero, Virginia Clerico, Beatrice Cozzula, Niccolò Cozzula, Sara Daneo, Francesca Demarchi, Margherita Derossi, Manuela Escobar, Valentina Escobar, Alessandro Ferraris, Giulia Ferri, Giorgio Fidelio, Veronica Fratino, Sara Jahanbakhsh, Sophie Lepape, Eleonora Macrì, Lorena Mantia, Angelica Vittoria Marciano, Celeste Mostert, Carlotta Petruccioli, Fiammetta Piovano, Lucrezia Piovano, Carol Poma, Irene Porpora Anastasio, Sara Rastello, Ottavia Sentina, Vittoria Sentina, Irene Tozzi
DanzatriciDenise Azzaro, Lorena Calabrò, Nadine Lobina, Andrea Carlotta Pelaia, Vittoria Rolando, Alice Serra
MimiLucio Celaia, Eno Greveni, Roberto Orlacchio, Humberto Rodríguez Malagón, Andrea Zardi, Luca Zilovich
Cantiones profanaeRappresentazione in forma scenica
Edizione in lingua originale con sopratitoli in italiano
Musica di Carl Orff
Laura Claycombsoprano
John Bellemertenore
Thomas Johannes Mayerbaritono
Direttore d’orchestra Jonathan Webb
Regia, scene e video Mietta Corli
Costumi Manuela Bronze e Laura Viglione
Luci Marco Filibeck
Coreografia Marcelo Ferreira
ripresa da Anna Maria Bruzzese
Assistente alla regia Anusc Castiglioni
Assistente ai video Andrea Borelli
Direttore dell’allestimento Saverio Santoliquido
Maestro dei cori Claudio Fenoglio
Orchestra e Coro del Teatro RegioCoro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”
Allestimento Teatro RegioProduzione originale: Círculo Portuense de Ópera (Porto)
Dicembre 2015: Giovedì 17 ore 20, Venerdì 18 ore 20, Sabato 19 ore 15, Domenica 20 ore 15, Martedì 22 ore 20