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Semestrale/Half-yearly - n° 28 Anno/Year 14 Dicembre/December 2008 Euro 6,00

Semestrale/Half-yearly - n 28 Anno/Year 14 Dicembre ... · sec. ed è curioso il fatto che, ... detto dei Beati, attualmente compreso nella zona di clausura. Nel 1520 fu costruito

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Semestrale/Half-yearly - n° 28Anno/Year 14Dicembre/December 2008Euro 6,00

Via Francigena 4 6

In Primo PianoFocus on...

LE EMERGENZEARCHITETTONICHE LUNGOIL PERCORSO FRANCIGENONEL COMUNE DI SIENA

ARCHITECTURAL TREASURESALONG THE VIA FRANCIGENAWITHIN THE MUNICIPALITY OFSIENAdi Elisa Grisolaghi e Barbara LatiniAssessorato al Turismo Comune di SienaCouncillorship for Tourism, Siena Town Council

Siena, Piazza del Campo

Via Francigena4 7

uesto articolo illustra la Via Francigena nel ter-ritorio di Siena e, soprattutto, la soluzione adot-tata dall’Amministrazione comunale per coniu-gare la sicurezza di chi percorre a piedi questo

tracciato e le emergenze storico architettoniche che con-testualizzano l’esperienza di viaggio. Le soluzioni da noiproposte sono le “deviazioni” extraurbane e il percorsopilotato e non “palificato” nel centro storico.Fuori dell’abitato questo metodo permette di evitare lestrade di grande frequenza automobilistica, privilegian-do la sentieristica e le strade bianche, consentendo con-temporaneamente la valorizzazione di luoghi comel’Eremo di Lecceto, senza i quali la Francigena perde ilsuo connotato storico e la sua eccezionalità. Nei centristorici evita la creazione di percorsi obbligati perché of-fre al visitatore la possibilità di scegliere da dove passareper raggiungere le emergenze storico architettoniche at-tinenti alla strada. La nostra metodologia permette didecentrare il turismo nelle città come Siena, dove il cen-tro monumentale ha una forte congestione turistica. Allostesso tempo un transito non palificato del centro urba-

no è un deterrente al degrado innescato dal turismo.“La città si presentava sorprendente al pellegrino che ave-va attraversato lande desolate o fitti boschi: l’abateislandese Nikulas fu colpito dalla sua grandezza (ma an-che dalla bellezza delle sue donne), Filippo Augusto ladefinì antica, mentre nella chanson de geste si dice che “iln’a tel ville en la Crestienté”.Numerosi alberghi, ospizi e ospedali gestiti dal Comu-ne, da istituzioni religiose e da privati erano a disposi-zione dei viaggiatori: … “a Palazzo Diavoli per i tignosi,alla Magione templare di San Pietro alla Magione, e poiuscendo dalla città verso sud Santa Maria in Bellèm (de-dicata ai pellegrinaggi in Terra Santa), San Mamilianoin Valli solo per citarne alcuni.”

EREMO DI LECCETOLe radici della spiritualità agostiniana nel senese

Posizione: Situato in un bosco di lecci (da cui deriva ilnome) a circa sette chilometri da Siena.Cenni storici: Documentato dal 1220 come San Salva-

Per orientarsiTo find your way

Via Francigena 4 8

tore di Foltignano, fu luogo di eremitaggio, la cui fama sidiffuse velocemente non solo in Italia ma anche in Eu-ropa. “Lecceto antica attrazione di santità” è l’anticomotto dell’eremo, infatti fu visitato da papi (GregorioXII, Martino V, Eugenio IV, Pio II) e da altri personaggiillustri come William Flete. Uomo profondamenteascetico Flete lasciò l’Università di Cambridge per tra-sferirsi a Lecceto, nel 1359, divenendo il confessore econsigliere di Santa Caterina da Siena, che qui venivaspesso ad incontrarlo.Il periodo di maggior splendore per Lecceto fu il XIVsec. ed è curioso il fatto che, pur trovandosi decentratorispetto ai grandi Centri, sia stato il fulcro della spiritua-lità monastica e modello per le Osservanze Agostinianeche sorsero in seguito in tutta Italia.La soppressione napoleonica determinò l’interruzionedella vita monastica nell’eremo. Nel 1810 i beni del com-plesso furono venduti, portandolo ad una condizione didegrado e progressivo abbandono fino al 1972, quandovi si trasferì la piccola comunità delle Monache di VitaContemplativa, che continua ancora oggi la tradizionedei monaci agostiniani.Cenni artistici: Lo sviluppo architettonico dell’eremoindica una progressiva trasformazione della vita deglieremiti agostiniani che, da una vita contemplativa indi-vidualistica, passarono a una vita collettiva in cui l’aspettocomunitario assunse un ruolo rilevante soprattutto nelmomento della preghiera corale.La chiesa, a una navata, fu ricostruita nel 1317 sul pri-mitivo impianto eremitico. Ulteriormente ampliata dopoqualche decennio, fu ristrutturata in forme barocche nel‘600. Al suo interno è conservato un dipinto detto l’Al-bero genealogico della santità fiorita a Lecceto, poiché visono rappresentati 33 monaci che nel tempo sono stativenerati come beati. La chiesa è preceduta da un portico sulle cui pareti sonopresenti affreschi monocromi quattrocenteschi che rap-presentano scene de L’inferno, il Paradiso, Opere di Mise-ricordia.Agli inizi del Quattrocento fu aggiunta la torre in pietrache domina l’intero complesso architettonico.Tra il 1439 e il 1442 vengono realizzati gli affreschi conScene di vita eremitica sulle pareti del secondo chiostro,detto dei Beati, attualmente compreso nella zona diclausura.Nel 1520 fu costruito il chiostro nuovo e nel 1718 fuinnalzato il campanile ad imitazione di quello del con-vento del Carmine a Siena.Accoglienza: È rivolta a singoli e gruppi (parrocchiali,associazioni, movimenti ecclesiali, ecc.) per ritiri ed in-contri di spiritualità.Aperto tutto l’anno. Modalità d’accoglienza: è possibilesolo l’autogestione. Caratteristiche della Casa: può ospi-tare fino a un massimo di 35 persone ed inoltre disponedi: sala riunioni e parcheggio.Per prenotare: Monache Agostinianetel. 0577 349393 - fax. 0577 349372

ANTIPORTO DI CAMOLLIA

Cenni storici e artistici: Costruito intorno al 1270 peruna maggiore difesa contro Firenze, l’Antiporto era chiu-so in origine lungo i due lati da alte mura che raggiun-gevano quelle di Porta Camollia, situata a circa 350 metri

di distanza. L’Antiporto fu detto anche “Porta diGoltapalazzi” poiché fu costruito in parte con le pietredelle case dei Salvani demolite dai Tolomei nel 1270 inodio a Provenzan Salvani, capo dei ghibellini, che ebbeun ruolo di rilievo nelle vicende che portarono alla vit-toria senese di Montaperti nel 1260, “che fece l’Arbiacolorata in rosso” (Inf. X, 86) quando le truppe fiorenti-ne furono travolte dai senesi.Sul fronte dell’Antiporto Simone Martini dipinse un’As-sunzione della Vergine andata in parte perduta poco dopola sua realizzazione dato che, alla metà del Trecento, viintervenne Bartolomeo Bulgarini. L’affresco subì ulte-riori interventi tra il Cinquecento (Alessandro Casolani)e il Seicento (Antonio Giuseppe Nasini): oggi resti ditale dipinto sono ancora visibili all’interno dell’Antiporto.Lo spazio chiuso fra Porta Camollia e l’Antiporto venivausato già all’inizio del Trecento come “prato” per fiere emercati. Presso l’Antiporto avvenne anche lo storico in-contro fra l’Imperatore Federico III e la sua promessasposa Eleonora di Portogallo, ricordato dalla presenza diuna colonna posta a memoria di tale evento.

ORATORIO DELLA SANTA CROCE DI GERUSA-LEMME

Cenni storici e artistici: Si tratta di un piccolo oratoriocostruito nel XVI sec. dove un tempo sorgeva il Con-vento di San Basilio (fondato nel XIII sec.) distrutto dopoil passaggio delle truppe imperiali del 1554. L’edificio,sede dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, è preceduto daun portico a tre arcate. Al suo interno, sopra l’altaremaggiore, è presente una tela raffigurante la Deposizionedi Cristo, attribuita al giovane Rutilio Manetti.

PORTA e VIA CAMOLLIALa Francigena entra in città

Origine del nome: La leggenda narra che nell’VIII sec.a.C. Romolo inviò il condottiero Camelio per catturarei nipoti Aschio e Senio, i fondatori di Siena. Camelio,pose qui il suo accampamento ed il luogo prese il suonome, trasformato poi in Camollia. Recenti studi han-no fatto emergere un’ipotesi storicamente più realistica,comunque sempre risalente all’epoca romana: Camolliasarebbe stata la terra di Camullius o Camellius, nomeproprio di un veterano, cui Roma aveva dimostrato ri-conoscenza donandogli un fertile latifondo.Cenni storici e artistici: Fuori dalle mura i 2 km di trac-ciato della Via Francigena da Fontebecci possono esseregià considerati “l’ingresso” alla città, come risulta da unarticolo dello Statuto dei Viari del 1291 in cui si leggeche per “il piacere dei senesi e degli stranieri questa viaet strata de Camollia fosse bella e diritta”. Porta Camolliasi apre su un muro di cinta molto antico di cui, a sinistraentrando, sono ancora visibili i blocchi ciclopici di unaprimitiva delimitazione.Già nell’ XI secolo è documentata l’esistenza di una por-ta, che per la sua posizione, rivolta verso il territorio diFirenze, è sempre stata la più controllata e la più difesatra tutti gli ingressi della città.L’attuale aspetto di Porta Camollia risale al 1604 grazieal progetto di ristrutturazione di Alessandro Casolani,che concepisce una ricca decorazione in pietra realizzatadallo scultore Domenico Cafaggi. Lungo l’arco esterno,

Tracciato francigeno nelsenese

The Via Francigena nearSiena

Eremo di LeccetoLecceto Hermitage

Via Francigena4 9

su cui domina lo stemma mediceo, corre l’iscrizione Cormagis tibi Sena pandit (“Siena ti apre il cuore più dellasua porta”). Divenuta ormai il simbolo dell’ospitalità diSiena, fu certo più un’imposizione che un atto sponta-neo dato che appena 50 anni prima i senesi avevano persola propria libertà per conto di Cosimo I dei Medici.Si entra nel territorio di Siena, città che si sviluppò inepoca medioevale proprio grazie alla Francigena. Lo sto-rico Ernesto Sestan l’aveva perciò ribattezzata“figlia del-la strada”.Mentre in molti tratti extraurbani la Via Francigena avevaun percorso irregolare, vicino a Siena assunse l’aspettodi un percorso urbano - più comodo e agibile per il pel-legrino - perché venne selciato ad opera del Comune nel1264.

CHIESA DI SAN PIETRO ALLA MAGIONE

Storia: Per il continuo passare dei pellegrini in cammi-no verso Roma, poco prima del 1148 i Cavalieri del Tem-pio si insediarono in Camollia, nell’antica chiesa di SanPietro di cui si ha notizia fin dal 998.Attorno alla chiesa fu costruita la “Magione”, ovvero lecase con portico circondate da mura di cinta (dal latinomansio, derivato dal francese maison) in cui sostavano iloro membri durante il cammino verso Gerusalemme.Dopo lo scioglimento dell’ordine dei Templari nel 1312decretato da Clemente V, la chiesa e tutti i suoi benipassarono all’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani, suc-cessivamente chiamati Cavalieri di Malta, che amplia-rono l’insediamento.Cenni artistici: La chiesa è preceduta da una scala emostra una facciata a capanna romanica in cui sono evi-denti le tamponature dei due ingressi originari (sostitu-iti dal portale gotico), gli archetti pensili neoromanici(1903) e due stemmi del 1671, raffiguranti uno l’em-blema dei Cavalieri di Malta e l’altro un orso, simbolodella famiglia del Commendatore dei Cavalieri, AlbertoOrso. Sulla destra vi è una cappella in mattoni eretta nel1523 come ex voto per la peste e per la scoperta di untradimento ai danni della città. Danneggiato nel 1555durante la Guerra di Siena, l’edificio, compreso il cam-panile, fu restaurato pochi anni dopo; tuttavia l’austeroaspetto dell’interno (unica navata, con presbiterio rial-zato, abside e copertura a capriata) si deve ai pesanti ri-facimenti del 1957, durante i quali si ripristinarono an-che il portico, la loggetta interna e il campaniletto a vela.

CASA DI BALDASSARRE PERUZZI

Situata al numero civico 168, la costruzione presenta unprimo impianto romanico con archi in pietra.Secondo la tradizione vi nacque Baldassare Peruzzi (Siena,1481 – Roma, 1436), architetto.

CHIESA DI SANTA MARIA IN PORTICO AFONTEGIUSTA

Storia: La chiesa fu costruita tra il 1479-1484 per rin-graziare la Madonna della vittoria ottenuta dai senesicontro i fiorentini durante la battaglia di Poggio Impe-riale. L’edificio sorse a ridosso delle mura, inglobando ilportico del “gabellino” (stanza dove i gabellieri riscuote-vano i dazi, le gabelle alle porte della città) della Porta di

Pescaia (inserita nella cinta muraria della prima metàdel XII sec.), in cui si conservava un’immagine dellaVergine con Bambino affrescata intorno al 1380.Cenni artistici: L’esterno della chiesa mostra una faccia-ta tripartita da lesene, completata da una sopraelevazionea capanna al centro e ornata da un portale rinascimentalein marmo (1489).L’interno è diviso in tre navate da colonne e coperto convolte a crociera. Al centro dell’altare maggiore è colloca-ta la miracolosa Madonna di Fontegiusta, frammentodell’affresco realizzato da Cristofano di Bindoccio e Meodi Pero . Il dipinto, traslato dal portico del gabellino nel1806, è conservato al centro di un tabernacolorinascimentale; ai lati sono affreschi di VenturaSalimbeni.Sulla parete di fondo è la grande pala di Francesco Vannicon il Beato Ambrogio Sansedoni che intercede per Sienadi fronte alla Vergine, a Cristo e a San Bartolomeo. Nellacontrofacciata erano appesi un osso di balena, un elmet-to, una cassa di un archibugio, uno scudo dipinto a graf-fio d’oro con una battaglia (oggi sono conservati in unpiccolo museo annesso alla chiesa) e che la tradizionevuole siano stati donati da Cristoforo Colombo.

CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO

Storia: Via dei Montanini non è che il proseguimento -dopo Via Camollia - della Francigena che attraversava lacittà da Nord a Sud e come tale vide sorgere numerosiluoghi di accoglienza e sosta.La chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo fu costruita ametà del XII secolo ed era dotata di un fonte battesima-le, di un cimitero e di un ospedale per accogliere in tem-po di guerra feriti e moribondi e in tempo di pace, pel-legrini in sosta.Cenni artistici: Già nel XIII secolo si apportarono nu-merose modifiche alla struttura muraria, ma la totaletrasformazione avvenne nel 1755 con la nuova doppiarampa di scale all’esterno, il rifacimento del pavimentoe della facciata. Tuttavia tra il 1932 e il 1961 sono stateripristinate le antiche strutture del campanile, del chio-stro e del cortile. L’interno ad unica navata absidata, pre-senta sopra l’altare maggiore un polittico di Giovanni diPaolo raffigurante l’Incoronazione della Vergine.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE NEVI

Cenni storici ed artistici: Il nome venne scelto in ricor-do della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma la cuipianta, secondo la leggenda, sarebbe stata disegnata dopouna nevicata. La rinascimentale Chiesa di Santa Mariadelle Nevi venne realizzata intorno al 1470, probabil-mente su disegno di Francesco di Giorgio Martini.Al suo interno, sopra l’altare maggiore è la Madonna delleNevi dipinta da Matteo di Giovanni nel 1477.

VIA DEI PELLEGRINI

Nome che ricorda il fitto passaggio di coloro che sidirigevano in pellegrinaggio a Roma, transitando an-che per Siena. Percorsa questa via, dopo aver pregatoin Cattedrale, i pellegrini trovavano assistenza pressoil più importante spedale della città: il Santa Mariadella Scala.

Chiesa di Sant’AndreaApostolo

Church of St.Andrewthe Apostle

5 0Via Francigena

CRIPTA DEL DUOMO

Cenni storici e artistici: Si tratta di un vano sottostanteil coro del Duomo che risulta già distrutto e colmato diterra fin dal 1270 e ulteriormente riempito dall’iniziodel ‘400 alla prima metà del ‘600. Il recente svuotamentodel locale (1999), oltre a costituire un ritrovamento es-senziale per la conoscenza delle fasi costruttive della cat-tedrale senese e delle sue radicali modifiche dallo stileromanico a quello gotico, ci permette di constatare qua-le fosse l’aspetto reale di un importante luogo di cultoprovvisto dell’indispensabile, seppur complesso, appa-rato decorativo, oggi raramente riscontrabile nelle no-stre chiese, a causa di interventi di restauro, modificheo, nei peggiori dei casi, distruzioni, a cui sono state og-getto nel corso dei secoli.I pellegrini che alla fine del Duecento entravano in que-sto locale, accedendo dalle porte della facciata orientaledel Duomo, venivano rapiti dal colore vivace che oltre acoprire le pareti (con scene tratte anche dall’Antico eNuovo Testamento) rivestiva interamente colonne, ca-pitelli, mensole per una superficie complessiva pari a 180m2. Nonostante la perdita completa della copertura avolte (demolite per abbassare la quota del soprastantepavimento corrispondente allora al coro della Cattedra-le), ancora oggi è possibile provare quella sensazione dimeraviglia e devozione, soffermandosi ad esempio da-

vanti al tenero episodio dell’infanzia di Gesù, dipintosul pilastro a sinistra. Si tratta della raffigurazione di unasosta durante la Fuga in Egitto, ripreso dal vangeloApocrifo dello Pseudo Matteo. Il fanciullo attende dallamadre un dattero raccolto dalla palma, che ha miracolo-samente piegato le sue fronde per consentire di sfamarela Sacra Famiglia. Notiamo ancora sulla parete dipintatracce delle candele che un tempo illuminavano la sce-na.

DUOMO

Cenni storici e artistici: Dedicato alla Madonna Assun-ta, fu consacrato, secondo la tradizione, nel 1179 da papaAlessandro III, tuttavia i lavori di costruzione prosegui-rono durante il XIII secolo. Tra il 1284 e il 1296 Gio-vanni Pisano fu capomastro della cattedrale: a lui si deveanche la decorazione scultorea inferiore della facciata conProfeti, Sibille e Filosofi, perfettamente inserita nel con-testo architettonico. Le statue originali sono state sosti-tuite da copie e conservate nel Museo dell’Opera. Do-minano i colori bianco, verde scuro, rosa, oro, nuova-mente riportati alla luce grazie ad un recente interventodi restauro. Come all’esterno, il paramento interno è afasce marmoree bianche e nere. Numerosi sono i capo-lavori presenti, a partire dal pavimento, un esempio uni-co nella storia della pavimentazione lapidea, con oltre

Siena,Cripta del DuomoCrypt of the Duomo

Via Francigena5 1

50 commessi marmorei istoriati ed eseguiti con la tecni-ca del graffito e della tarsia. Tra il 1265 e il 1268 NicolaPisano realizzò il Pulpito, in cui le oltre 200 figure cheanimano la composizione sono capaci di manifestare isentimenti umani. Tuttavia nel corso dei secoli grandiartisti hanno contribuito a rendere unica la cattedralesenese, come Donatello, Michelangelo, Gian LorenzoBernini, solo per citare i più conosciuti. Degna di nota èanche la Libreria Piccolomini in cui l’artista umbroPinturicchio narra, con il gusto per la descrizione e l’ac-curatezza dei dettagli, scene della vita di Pio II (papasenese).

LO SPEDALE DI SANTA MARIA DELLA SCALA

Storia: Documentato dal 1090 deve il nome alla sua po-sizione davanti alle scale che conducono al sagrato dellaCattedrale. Inizialmente era un edificio di dimensionimodeste destinato ad accogliere i pellegrini ed aiutare ipoveri, voluto dai canonici della cattedrale, anche se unaleggenda medievale senese parla di un mitico fondatore,tale Sorore, calzolaio, morto nell’898. In questo primonucleo dello spedale cominciarono ben presto ad opera-re uomini e donne laici che, mossi da spirito di carità,donavano tutti i loro beni allo spedale di cui entravano afar parte, vivevano in comune, vestivano allo stesso modoe si chiamavano frati e suore nonostante non apparte-nessero ad alcun ordine. Sin dagli inizi del Trecento unostatuto ne regolava la vita e l’autonomia, dimostrandositalmente efficace da essere preso a modello da GianGaleazzo Visconti e dal duca di Milano, Francesco Sfor-za, i quali inviarono a Siena i propri emissari per stu-diarne la gestione e l’organizzazione.I pellegrini erano ospitati assieme ai malati nell’omoni-ma Sala del Pellegrinaio. Essi ricevevano pane, vino, cibicotti e potevano lasciare nello Spedale il denaro in cu-stodia o scambiarlo: in appositi registri infatti i frati in-dicavano il nome del depositante ed eventuali caratteri-stiche fisiche peculiari come statura, corporatura, cica-trici ecc., in modo tale che fosse più facile identificarloal ritorno da Roma.A seguito di lasciti e donazioni, tra la fine del Duecentoe i primi del Trecento, l’ospedale iniziò a suddividere edorganizzare il proprio patrimonio terriero in vaste aziendeagrarie denominate grance. La loro presenza interessavaun patrimonio enorme, che copriva vaste aree della Vald’Orcia, della Val d’Arbia, delle Masse, delle Crete e dellaMaremma, e che nel suo insieme costituiva la più gran-de concentrazione fondiaria dello Stato senese. Per qua-si cinque secoli esse costituirono i cardini della strutturaeconomica del Santa Maria, fino a quando, nella secon-da metà del Settecento, ne fu ordinata l’alienazione. Oggiil Santa Maria della Scala ha esaurito le proprie funzionisanitarie e ormai da anni l’Amministrazione Comunalesta procedendo al recupero dell’antico complesso che sipresenta come uno dei progetti culturali polivalenti piùsignificativi a livello europeo, in grado di rispondere ef-ficacemente alle necessità delle grandi collezioni senesi ealle crescenti necessità di studio, di ricerca e turistiche.Cenni artistici: Il Santa Maria della Scala ebbe ed ha unruolo molto importante anche in ambito culturale, tan-to da poterlo giustamente considerare il “terzo polo arti-stico” della città, insieme al Palazzo Pubblico e alla Cat-tedrale. L’impegno anche in campo artistico si è indiriz-

zato verso tutti i molteplici aspetti della millenaria atti-vità svolta dall’ospedale: dal grande ciclo con le Storiedella Vergine realizzato sulla facciata esterna (purtroppoperduto) da Simone Martini, Ambrogio e PietroLorenzetti (1335), alla serie di affreschi della grande Saladel Pellegrinaio, fino alla decorazione della vasta zonaabsidale della chiesa dipinta nel Settecento da SebastianoConca.Dal 1995 è stato aperto un primo percorso museale del-le parti più significative come il Pellegrinaio, la SagrestiaVecchia con i dipinti di Lorenzo Vecchietta, la Cappelladel Manto (appena restaurata), con la lunetta diDomenico Beccafumi la Cappella della Madonna e lachiesa della Santissima Annunziata.Progressivamente sono stati inoltre restaurati e apertinuovi ambienti del complesso come quelli del fienilemedievale che ospita il cantiere di restauro della FonteGaia di Jacopo della Quercia, i suggestivi locali dellaCompagnia di Santa Caterina della Notte, il nuovomuseo archeologico, nonché i nuovi spazi espositivi diPalazzo Squarcialupi.

PALAZZO PUBBLICO

Cenni storici e artistici: Simbolo dell’indipendenza e dellaricchezza di Siena, è uno dei più importanti esempi diarchitettura gotica civile europea. Venne costruito allafine del Duecento per ospitare i Nove Signori che gover-narono la Repubblica di Siena (1287-1355). Tuttavia inquesto luogo esistevano altri uffici pubblici tra cui laDogana e il Bolgano, che vennero in seguito uniti allacostruzione del nuovo edificio. In origine il Palazzo com-prendeva soltanto le quattro arcate centrali in pietra; suc-cessivamente vennero aggiunte le parti laterali, i pianisuperiori e la corona con nove merli guelfi, uno per ognigovernatore della Repubblica.Il campaniletto a destraospitava la “martinella”, la campana che veniva suonatain caso di pericolo, avvertendo così gli eserciti dei Terziper tenersi pronti alla battaglia. Il campaniletto a sini-stra, come i piani superiori laterali sono aggiunte delSeicento. L’alta ed elegante torre a fianco del Palazzo èdetta Torre del Mangia (1338-1348), dal soprannomedel campanaro, Giovanni di Balduccio, conosciuto an-che come “mangiaguadagni” o “mangia”, incaricato dalComune di battere le ore. La Torre rappresentava unimportante punto di riferimento per tutti i pellegriniche giungevano in città.La Cappella ai piedi della torre venne fatta costruire daisenesi a metà del XIV secolo, come ringraziamento allaMadonna per la fine della peste del 1348.Il Palazzo è uno scrigno di capolavori d’arte. Alcune del-le sale più belle appartengono al Museo Civico e sonoaperte al pubblico: la Sala del Mappamondo con la Resadel castello di Giuncarico ultima opera di Duccio diBuoninsegna (1315 -1320), la Maestà (1315-1321) e ilGuidoriccio da Fogliano (1328 - 1329) di Simone Martini.Sono presenti anche la Cappella interna, la Sala delConcistoro e la Sala della Pace con le immagini del Buo-no e Cattivo governo affrescate da Ambrogio Lorenzetti(1338-39) dove è possibile ammirare la città medioevalecon le sue botteghe e i suoi artigiani. Nella parte dell’af-fresco con Gli effetti del Buon Governo in campagna sivede chiaramente la via Francigena che si snoda da Por-ta Romana conducendo i romei verso Roma. Sulla de-

Via Francigena 5 2

stra dell’affresco vi è l’emblema di una donna - la“Securitas”- che tiene in mano un cartiglio con scritto“senza paura ogn’uom franco cammini”. Il Comune in-fatti, provvedeva a garantire ai pellegrini tutto quantofosse necessario per la loro sicurezza, dalla manutenzio-ne del fondo stradale con ghiaia e pietre, fino a interve-nire nei punti più aspri ed impraticabili del tracciato.Era stato addirittura creato un apposito corpo militareper difendere i viandanti da ladri, briganti e “falsibordoni” (finti pellegrini).

BANCHI DI SOTTO

Dalla Croce del Travaglio (crux viarum), luogo di in-contro delle principali arterie cittadine (Banchi di Soprada nord, Via di Città da ovest, Banchi di Sotto da sud)la Via Francigena piegava verso sud in direzione di PortaRomana con un tratto - Via Banchi di Sotto - dove ipalazzi romanico gotici si alternano a superbi esempidel Rinascimento e del Barocco.Il nome “Banchi” deriva dal fatto che i cambiavalute vitenevano il banco per esercitare il proprio mestiere.

VIA DEL PORRIONE

Il toponimo Porrione deriva dal latino emporium, mer-cato, luogo dove si vende la merce all’ingrosso (empo-rio). Si trattava infatti di un’intera strada dedicata a bot-teghe, fondachi e magazzini e proprio per questo forseera chiamata dal popolo “emporione”, cioè emporio gran-de, nome che poi fu facilmente storpiato in “Porrione”.Fin dall’inizio del Duecento la via, con le sue alte torri egli edifici in pietra che vi si affacciavano, coincise con iltratto della Via Francigena.

EX CHIESA DI SAN LEONARDO

Cenni storici e artistici: Il primo edificio risale al 1173,quando i Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme, visi insediarono per dare assistenza ai pellegrini di passag-gio verso Roma; così a nord, all’ingresso della città, era-no presenti i Cavalieri del Tempio, a sud, all’uscita dellaVia Francigena dalla città, i Cavalieri di San Giovanniin Gerusalemme. La chiesa fu distrutta dal terremotodel 1798. Rinnovata nel 1882, fu restaurata nel 1938,su progetto di Giovanni Michelucci, per ospitarvi unaparte del Museo della Contrada di Valdimontone.

PORTA ROMANA

Cenni storici e artistici: Anticamente detta Porta Nuo-va, fu costruita tra il 1327 e il 1329, ed è la più grandedelle porte di Siena. Sorse sull’antico terreno del distruttoConvento di San Barnaba e sostituì la vecchia Porta diSan Martino posta più a monte.Attraverso Porta Romana i pellegrini (“romei”) lungo laVia Francigena entravano a Siena per dirigersi a nord: laragione per la quale la porta venne costruita in formemonumentali particolarmente accurate fu proprio quel-la di fare di Porta Nuova il “biglietto da visita” di Sienaper chi risaliva dal cuore della Cristianità (Roma) versole regioni del nord.Usciti da Porta Romana e rifocillati dopo aver sostato aSiena, i pellegrini proseguivano il loro cammino incon-

trando altri luoghi dove riposarsi, tra cui il lebbrosariodella Coroncina e l’Ospedale del Naviglio a ColleMalamerenda.Dalla città il percorso francigeno si snodava verso sud,attraverso le Crete senesi, un territorio aspro e difficol-toso sia in estate sia in inverno, dove il pellegrino biso-gnoso poteva trovare riparo nella Grancia di Serre diRapolano di proprietà dell’Ospedale di Santa Maria dellaScala.Dalle Crete si proseguiva fino alle vallate del territoriodella Berardenga (dove oggi si trova CastelnuovoBerardenga) dominato da fitta boscaglia e coltivazioni.

his article is about the Via Francigena in theterritory of Siena, mainly focusing on the strategiesthat the Town Council has chosen to care for thesafety of the people who walk along the route and

for the historical-artistic treasures that may enrich thejourney. We suggest alternative suburban routes and looselyguided itineraries within the historic centre.Outside built-up areas this method helps avoid busy roadsin favour of pathways and dirt roads. This offers theopportunity of enjoying a visit to such places as the Hermitageof Lecceto, without which the Via Francigena would lackpart of its history and extraordinary wealth. The advice toavoid the clearly signposted tourist routes in the historiccentres offers the visitors the possibility of choosing whichway to follow to reach the historical-artistic treasures theyare heading for. The method we suggest would also helprelieve traffic congestion in towns like Siena, where thetourist flow is particularly heavy in the centre. The use ofalternative routes would also relieve the urban decay causedby mass tourism.Siena used to be greatly surprising for the pilgrims who hadwalked through tracts of wasteland or thick forests. TheIcelandinc abbot Nikulas was struck by the size of the town(and also by the beauty of its women); king Philippe Augustecalled it an ancient town; in the “Ami and Amile” chansonde geste we read that “il n’a tel ville en la Crestienté”. Thetravellers could find accommodation and shelter innumerous inns, hospices and hospitals run by the Comune,by religious institutions and private citizens, such as PalazzoDiavoli for people infected by ringworm, the TemplarMansion of San Pietro alla Magione, Santa Maria inBellèm in the southern suburbs (devoted to pilgrimages tothe Holy Land) and San Mamiliano in Valli, to mentiononly a few.

LECCETO HERMITAGEThe roots of Augustinian spirituality in the territory of Siena

Location: The hermitage owes its name to the holm-oak grove(“lecceto”) that surrounds it, about 7 km from Siena.

Historic outline: The hermitage was first recorded in 1220as San Salvatore di Folignano and soon became well-knownin Italy as well as in Europe. “Lecceto appeals to sanctity”was the ancient motto of the hermitage, which was visitedby Popes (Gregory XII, Martin V, Eugene IV and Pius II)and by other famous people, such as the hermit friar WilliamFlete, who left Cambridge University and moved to Leccetoin 1359. He became the confessor and spiritual confidant

Via Francigena5 3

of St. Catherine of Siena. It was in the 14th century that thegreatness of Lecceto was at its highest, and even though itlay rather far from the main centres, nonetheless it was theheart of monastic spirituality and the model for theObservant Augustinian Movements that were later createdall over Italy. Under Napoleon the Congregation of Leccetowas suppressed and all the properties were sold. From thenon the hermitage fell into ruin and neglect until 1972,when a small community of contemplative nuns transferred thereand is still a living testimony of the Augustinian way of life.The architectural development of the hermitage givesevidence of the progressive changes in the life of Augustinianhermits who, from intense individual contemplationgradually created a community, especially at the times ofchoral prayer. The church, with a single nave, was rebuiltin 1317 on its original hermitage plan. It was widenedafter a few decades and restored in Baroque style in the 17th

century. In the sacristy there is a painting portraying theblessed of Lecceto, a family tree with 33 monks who achievedfame for their holiness. There is a porch with 15th-centurymonochromatic frescoes portraying scenes from Hell andHeaven and Works of mercy at the entrance of the church.A defence stone tower was also built in the 15th century.The frescoes portraying Scenes of monastic life on the wallsof the inner cloister, called the cloister of the Blessed and atpresent included in the enclosed area, were painted between

1439 and 1442. A new cloister was built in 1520 and thebell tower was added in 1718, similar to the one of theCarmine Monastery in Siena.The monastery welcomes single visitors and groups (fromparishes, associations, church movements, etc) for spiritualretreats and meetings. Open all year round. Up to 35 guestscan be given hospitality on a self-management basis only;there is a meeting room, church and car park.To book: Monache Agostinianephone 0577 349393; fax 0577 349372

ANTIPORTO (OUTER GATE) OF CAMOLLIA

Historic and artistic outline: It was built around 1270 toimprove the defensive system against Florence (the outer gatewas walled on two sides as far as Porta Camollia, about350 metres ahead). It was also called “Galtapalazzi Gate”as it was partly built with stone from the Salvani housewhich was pulled down by the Tolomei family in 1270, outof their hatred for Provenzal Salvani, the Ghibelline chiefwho was prominent during the events that led to the victoryof Siena over Florence at the battle of Montaperti in 1260.On the outer gate front, Simone Martini frescoed theAssumption of the Virgin, which was later partly modifiedby Bartolomeo Bulgarini. The fresco was altered in the 16th

and 17th centuries by Alessandro Casolani and Antonio

Siena, Palazzo Pubblico(Sala della Pace)

Ambrogio LorenzettiEffetti del Buon Governo

in Campagna (1339)

Siena, Palazzo Pubblico(Sala della Pace)

Ambrogio LorenzettiThe Effects of GoodGovernment in the

Countryside (1339)

Via Francigena 5 4

Giuseppe Nasini; what remains of the painting can still beseen inside the Gate. The area between the outer gate andPorta Camollia was used, to start from the early 14th century,for street markets and fairs. Near the outer gate EmperorFrederick III met his fiancée Eleanor of Portugal.A memorial stone commemorates that event.

ORATORY OF THE HOLY CROSS IN JERUSALEM

Historic and artistic outline: It is a small oratory built inthe 16th century where once rose the Monastery of St Basilius,founded in the 13th century and destroyed by the imperialtroops in 1554. The building, which is the seat of the Orderof the Knights of Malta, has a triple arched porch at itsfront. In the interior, a canvas portraying the Depositionfrom the Cross, attributed to young painter Rutilo Manetti,hangs above the altar.

GATE AND VIA CAMOLLIAThe Via Francigena enters the town

Origin of the name: According to a legend, Romulus sentcommander Camelius to capture his nephews Aschius andSenius, the founders of Siena, in the 8th century BC.Camelius pitched camp on the place which would later benamed after him, before becoming Camollia. A morerealistic hypothesis has that Camollia must have been thepossession of a Roman veteran called Camullius or Camelius.Two kilometres of the road that leads from Fontebecci tothe Camollia Gate, which coincide with tha Via Francigena,can be considered the entrance into town, as recorded in a

Statuto dei Viari dated 1291, which reads ‘per il piaceredei senesi e degli stranieri questa via et strata de Camolliafosse bella e diritta’ (‘for the pleasure of Senesi and foreigners,this via et strata de Camollia is nice and straight’). TheCamollia Gate opens on ancient walls. A gate was alreadyrecorded in the 11th century, which faced the territory ofFlorence and was therefore the best controlled and defendedof all the town entrances.Porta Camollia, as we see it today, was restored by AlessandroCasolani in 1604 and richly decorated in sculpted stone byDomenico Cafaggi. The Medicean coat of arms and theinscription Cor magis tibi Sena pandit (‘Siena opens itsheart more than its gate’) dominate the outer arch. The gatehas become the symbol of Siena’s hospitality.It is along the Via Francigena that we enter Siena, whichdeveloped in medieval times, mainly thanks to the pilgrimsroute. Historian Ernesto Sestan renamed it “daughter ofthe road”. Near Siena the Via Francigena looked like anurban street, which was more comfortable for pilgrims, sincethe Comune had it paved in 1264.

CHURCH OF SAN PIETRO ALLA MAGIONE

History: Since many pilgrims heading for Rome called atSiena, soon before 1148 the Knights of the Temple settledin Camollia, in the ancient church dedicated to St Peter,which was recorded as early as 998. Around the churchthey built the “Magione” (from Latin mansio and Frenchmaison), that is walled porticoed houses where the membersof the Order stopped on their way to Jerusalem. When theOrder of the Temple was dissolved by Pope Clement V in

Siena,Complesso Museale SantaMaria della ScalaMuseum of Santa Mariadella Scala

Via Francigena5 5

1312, the church and all its possessions were handed over tothe Knightly Order of St. John of Jerusalem, later calledKnights of Malta, who widened the settlement.Artistic outline: The church, which rises on top of a staircase,has a Romanesque gabled façade (but the two originalentrances were walled and substituted by a Gothic portal),a neoromanesque row of small arches (dating from 1903)and two coats of arms dating from 1671 and representingthe emblem of the Knights of Malta and a bear, the symbolof the family of Alberto Orso (Bear) the Knights’Commander, respectively. On the right there is a brick chapelbuilt in 1523 as a votive offering after the plague and forthe discovery of treason against the town. The church andthe bell tower were damaged during the War of Siena in1555 and subsequently restored; however the austere interior(single nave, raised presbytery, apse and trussed roof ) is theresult of massive restoration in 1957, including porch, innerloggia and webbed campanile.

HOUSE OF BALDASSARRE PERUZZI

The building where great architect Baldassarre Peruzzi(Siena 1481 – Rome 1536) was born, rises opposite theChurch of San Pietro alla Magione and has Romanesquefeatures and stone arches.

CHURCH OF ST. MARIA IN PORTICO ATFONTEGIUSTA

History: The church was built between 1479 and 1484 asan offering to Holy Mary for the victory of Siena againstFlorence in the battle of Poggio Imperiale. The buildingwas erected close to the town walls and incorporated theporch of the “gabellario” (the room where taxes and exciseduties were paid at the town gates) of Porta della Pescaia -was opened in the first half of the 12th century – which hadbeen frescoed with a Virgin with Child around 1380.The church has a tripartite façade with central gable and aRenaissance marble portal.The cross vaulted interior consists of a nave and two aislesseparated by columns. A miraculous Madonna diFontegiusta, a fragment of a large fresco made by Cristofanodi Bindoccio and Meo di Pero, overhangs the main altar.The painting was transferred there from the “gabellino”porch in 1806, and is kept at the centre of a Renaissancetabernacle with sides frescoed by Ventura Salimbeni. A largealtar piece by Francesco Vanni, portraying BlessedAmbrogio Sansedoni asking intercession for Siena beforethe Virgin, Christ and St. Bartholomew hangs in the apse.On the inner side of the façade there used to be hung awhale bone, a helmet, an arquebus case and a a gold-scratched shield (now kept in a small annexed museum)which, according to tradition, were a donation fromChristopher Columbus.

CHURCH OF SANT’ ANDREA APOSTOLO

History: The church was built in the middle 12th centuryalong Via dei Montanini. It was the continuation of theVia Francigena after Via Camollia, which crossed the townfrom north to south. The church had a font, a cemetery anda hospital to house the injured and the dying in war times,and the resting pilgrims in peaceful times.Artistic outline: The church underwent restoration and

alterations to start from the 13th century, but it was in 1755that the façade and floor were rebuilt and a double staircasewas added. The campanile, cloister and courtyard wererestored between 1932 and 1961. The interior features asingle nave with apse; a polyptych by Giovanni di Paolo,portraying the Coronation of the Virgin overhangs themain altar.

CHURCH OF SANTA MARIA DELLE NEVI

Historic and artistic outline: The name was chosen inmemory of the Basilica of Santa Maria Maggiore in Romewhose plan, according to a legend, was drawn after asnowfall. Santa Maria delle Nevi is a Renaissancemonument built around 1470, probably from a design byFrancesco di Giorgio Martini. Worth seeing is the altarpieceportraying a Madonna delle Nevi, painted by Matteo diGiovanni in 1447.

VIA DEI PELLEGRINI

The name reminds the heavy flow of pilgrims that reachedSiena on their way to Rome. After they had walked alongthis street and prayed in the Cthedral, they could findassistance at the largest hospital in town, Santa Maria dellaScala.

CRYPT OF THE DUOMO

Historic and artistic outline: Beneath the cathedral choiris the latest artistic discovery in Siena, a room referred to as“crypt”, which was probably an old entrance to theRomanesque church, partly destroyed and then interred tostart from the late 13th century. What the recent restorationworkers scraped up was a cycle of frescoes painted between1270 and 1275, shedding some light on the earlydevelopment of the Sienese school. The pilgrims that in the13th century entered the room from the doors on the westernfaçade of the cathedral, must have been enraptured at thesight of the bright colours that covered walls (with scenesfrom the Old and New Testament), columns, capitals andbrackets. Although the vaulted roof was completely destroyed(to lower the floor of the choir of the cathedral above), avisit to the crypt is still an exciting, suprising experience as,for example, when we look at the description of an episodeof Christ’s childhood during the Flight into Egypt (the childwaiting to receive a date that his mother has picked from apalm miraculously bent to appease the hunger of the HolyFamily) frescoed on the left pillar.

THE DUOMO

Historic and artistic outline: Siena’s cathedral is dedicatedto the Assumption of the Virgin and, according to tradition,it was consecrated by pope Alexander III in 1179, althoughconstruction works went on during the 13th century. Between1284 and 1296 Giovanni Pisano was master builder ofthe cathedral and also carved many of the statues decoratingthe façade (most of the originals are now in the Museodell’Opera). White, dark green, pink and gold, brightenedafter recent restoration works, are the dominant colours.The walls are in mighty black-and-white marble bands.The cathedral is a treasure house, to start from the flooring,a wonderful mosaic of 59 etched and inlaid marble panels.

Chiesa diSan Pietro alla Magione

Church ofSan Pietro alla Magione

Via Francigena 5 6

At the entry to the left transept is Nicola Pisano’s masterpiecepulpit (1265-68). The elegantly Gothic panels depict thelife of Christ in crowded, detailed turmoil, divided by 200figures in flowing robes.Other great artists, such as Donatello, Michelangelo, GianLorenzo Bernini (to mention only a few) contributed, duringthe centuries, to make Siena’s cathedral a really uniquemasterpiece.Umbrian master Pinturicchio is the star in the LibreriaPiccolomini, built in 1485 by Cardinal FrancescoPiccolomini to house the library of his famous Sienese uncle,Pope Pius II.

SPEDALE OF SANTA MARIA DELLA SCALA

History: Recorded as early as 1090, it owes its name to itslocation in front of the staircase that leads to the cathedralsquare. Originally it was a small complex commissioned bythe cathedral canons to give hospitality and care to pilgrims,assist the poor and provide for abandoned children. A Sienesemedieval legend, however, speaks of a mythical foundernamed Sorore, a cobbler who died in the year 898. Fromthe beginning, the Hospital was run by lay men and womenwho gathered there out of their charitable spirit, donatedall their properties and lived as a community, calling each

other brother and sister even though they did not join anyreligious order.As a matter of fact, a statute regulated the activities andindependent management of Santa Maria to start from theearly 13th century, which proved to be so effective that itwas taken as a model by Gian Galeazzo Visconti andFrancesco Sforza , Duke of Milan, who sent their emissariesto Siena to study its organisation. Pilgrims and patientswere received in the Sala del pellegrinaio (pilgrim’s hall),they were given bread, wine and cooked food and coulddeposit or exchange their money at the hospital, beforeresuming their journey to Rome, as the friars recorded inspecial registers the depositors’ names and their peculiarphysical features, such as height, build, scars, etc., to moreeasily identify them on their return. After receiving bequestsand donations between the late 13th and the early 14th

centuries, the Hospital began to divide and organise its ownlanded property into large agricultural estates known asgrance, which covered extensive areas of Val d’Orcia, Vald’Arbia, Masse, Crete and Maremma and, as a whole,represented the largest concentration of land within theSienese state. For nearly five centuries, they constituted themain source of sustenance for Santa Maria, until theproperty was alienated in the second half of the 18th century.Santa Maria della Scala is no longer in use as a hospitaland the Town Council has been recovering the old complex.It is one of the most important multi-purpose cultural projectsat a European level, which can conveniently house the greatSienese art collections and be used for educational purposes,to foster research and promote tourism.Historic and artistic outline: Santa Maria della Scala hasalso played a major cultural role and could be well regardedas Siena’s third most important artistic centre of attractionalong with Palazzo Pubblico and the Cathedral. Thehospital can boast a wealth of great artistic achievementsthat have illustrated its one-thousand-year-old history, suchas the cycle of frescoes with the Stories of the Virgin paintedon the external façade (unfortunately lost) by SimoneMartini, Ambrogio and Pietro Lorenzetti (1335), or theseries of frescoes in the wide pilgrim hall and the decorationsof the vast church apse, painted by Sebastiano Conca in the18th century.In 1995 a first section of the museum was opened, for visitorsto see the Pellegrinaio (Pilgrim Hall), the old Sacristy withLorenzo Vecchietta’s paintings, Cappella del Manto (Chapelof the Mantle) with Domenico Beccafumi’s lunette, Cappelladella Madonna (Chapel of the Virgin Mary), and the churchof Santissima Annunziata. New areas of the complex havebeen progressively restored and opened to the public, such asthe medieval hayloft housing the restoration workshop ofJacopo della Quercia’s Fonte Gaia, the evocative hall of theCompany of St. Catherine of the Night, the newArchaeological Museum, as well as the new exhibition areasof Palazzo Squarcialupi.

PALAZZO PUBBLICO

Historic and artistic outline: A symbol of Siena’sindependence and wealth, Palazzo Pubblico is consideredone of the finest examples of Gothic secular architectureworldwide. It was built at the end of the 13th century tohouse the Nove Signori who governed the Republic of Sienafrom 1287 to 1355 and who, on taking office, were confinedpermanently within the building. Other existing public

Siena,Santa Maria della ScalaSala del Pellegrinaio

Santa Maria della ScalaThe Pilgrim Hall

Via Francigena5 7

buildings that housed the Customs and Bolgano (Mint)became additions of the new Palazzo which, originally,included only the four central stone arches. The side-buildings, the upper floors and the crown with nine flat-topped (Guelph) merlons (one for each governor of theRepublic) were all later additions. The campanile on theright housed the “martinella”, the bell which was rung incase of danger, to warn the armies of “Terzi” (the threeparts into which Siena was divided) to get ready for battle.The left campanile and the upper floor were built in he17th century. To the left of the Palazzo Pubblico rises theimposing and elegant Torre del Mangia (1338-1348). Thecurious name of the tower derives from its first bell ringer,Giovanni di Balduccio, who was nicknamed“mangiaguadagni” or “mangia”, and who was commissionedby the Comune to ring the hours. The Tower was animportant landmark for all the pilgrims that got to Siena.The Chapel at the feet of the tower was built by the peopleof Siena as an offering to Virgin Mary for the end of the1348 plague. The Palazzo is a casket of art jewels: some ofthe most beautiful rooms now belong to Museo Civico andare open to the public: the Sala del Mappamondo housesDuccio di Buoninsegna’s latest work, Resa del castello diGiuncarico (1315-20) as well as Simone Martini’s Maestà(1315-21) and Guidoriccio da Fogliano(1328-29). Worthseeing are also the inner Chapel, Sala del Concistoro andSala della Pace, with the cycle of Buongoverno andMalgoverno frescoed by Ambrogio Lorenzetti (1338-39),where it is possible to see what the medieval town with itsshops and craftsmen looked like. In the part of the frescothat portrays the effects of good government in thecountryside, also the Via Francigena that led the pilgrimsfrom Porta Romana towards Rome is clearly visible. On theright of the fresco is the image of a woman, Securitas, holdinga scroll with the words “senza paura ogn’uom francocammini” (“let any frank man walk on without fear”). TheComune, in fact, would provide for the pilgrims’ safety,ensuring the maintenance of the road surface with graveland stones and the accessibility of the roughest road stretchesalong the way. There was even a special group of armedforces with the task of defending the travellers from thieves,highwaymen and “falsi bordoni” (fake pilgrims).

BANCHI DI SOTTO

From Croce del Travaglio (crux viarum), the crossroads ofthe main streets of Siena (Banchi di Sopra from the north,Via di Città from the west and Banchi di Sotto from thesouth), the Via Francigena bent southwards heading forPorta Romana, along a stretch of Via Banchi di Sotto linedwith beautiful palaces of different architectural styles, fromRomanesque-Gothic to Renaissance and Baroque. The name“Banchi” comes from the street activity of moneychangerswho lined the street with their stalls (banchi).

VIA DEL PORRIONE

The toponym Porrione comes from Latin emporium(market or store), that is the place where goods are soldwholesale. The whole street, in fact, was lined with shops,stores and warehouses and it was popularly referred to asthe “emporione”, or large store. Since the early 13th centurythe street, with its tall towers and stone buildings, hadcoincided with the Via Francigena.

FORMER CHURCH OF SAN LEONARDO

Historic and artistic outline: The original building datesfrom 1173, when the Knights of St. John of Jerusalem settledthere to offer assistance to the pilgrims on their way to Rome.Assistance at the northern entrance gate was provided bythe Knights of the Temple, whereas the southern exit of theVia Francigena from Siena was looked after by the Knightsof St. John. The church was destroyed by an earthquake in1798. It was finally restored in 1938 from a design byGiovanni Michelacci, to house part of the Museum ofContrada di Valdimontone.

PORTA ROMANA

Historic and artistic outline: It was built between 1327and 1329 and was originally called Porta Nuova (NewGate). It is the largest gate in Siena, which was built on thespot where the ruined Monastery of San Barnaba used torise and substituted the older San Martino Gate. It isthrough Porta Romana that the pilgrims on the way backfrom Rome along the Via Francigena entered Siena: that iswhy the Gate was built as an imposing menument to impressnewcomers from the heart of Christianity. When the pilgrimsleft Porta Romana heading south, they could find other placesnearby for rest and assistance, such as the leper hospital ofCoroncina and the Naviglio Hospital at ColleMalamerenda. After leaving the town, the route of the ViaFrancigena wound southwards through Crete Senesi,inhospitable territory both in summer and winter, wherepilgrims in need could find shelter at the Grancia of Serredi Rapolano, owned by the Hospital of St. Maria della Scala.Once the Crete had been crossed, the road reached the valleysin the territory of Berardenga (where now is the town ofCastelnuovo Berardenga) amid thick forests and fields undercrop.

Bibliografia - Bibliography

AA.VV. Sotto il duomo di Siena. Scoperte archeologiche, architet-toniche e figurative, Milano, 2003AA.VV. Siena. La storia, l’architettura, l’arte della città e delterritorio. Itinerari nel patrimonio storico religioso, Milano,2000M. ASCHERI, La Chiesa di San Pietro alla Magione nel Terzo diCamollia a Siena, Siena, 2001R. CRESTI, M. MARTELLUCCI, Stradario, Siena, 2007O. REDON, Lo spazio di una città. Siena e la Toscana meridio-nale (sec.XIII-XIV), Siena, 1999P. TORRITI, Tutta Siena. Contrada per Contrada, Firenze, 1988L. VIGNI, Nei percorsi della via Francigena (testo del filmato)

Foto-Photo:Archivio Assessorato al Turismo Comune di Siena.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione il prof. DuccioBalestracci

Many thanks to Duccio Balestracci for his precious collaboration