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Simonetta Gallerini Responsabile di Laboratorio Seminari ALA L’Accreditamento: significato per i Laboratori ed applicazione nei controlli degli alimenti ARPAM, Pesaro 20 Novembre 2013

Simonetta Gallerini Responsabile di Laboratorio - arpae.it · Questo tipo di servizio permette di ... Calcolo dell’incertezza di misura da ... divise in due categorie, denominate

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Simonetta GalleriniResponsabile di Laboratorio

Seminari ALA ‐ L’Accreditamento: significato per i Laboratori ed applicazione nei controlli degli alimenti ARPAM, Pesaro 20 Novembre 2013 

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La struttura della Biochemie Lab si articola in quattro diversi settori:CHIMICO (environment, food e non food)MICROBIOLOGICO  (analisi microbiologiche di base  e di  ricerca nel  settore 

alimentare,  agro‐zootecnico,  ecologico‐ambientale,  cosmetico,  food‐packaging, igiene industriale, ristorazione collettiva)ECOTOSSICOLOGICO BIOLOGIA MOLECOLARE (OGM)

Al fine di assicurare la qualità del dato Biochemie Lab partecipa costantemente a circuiti  interlaboratorio nazionali e  internazionali  (UNICHIM, QM UK, FAPAS, FEPAS, LG Standard) e confronti interlaboratorio gestiti da vari Dip.ti ARPA. 

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Biochemie Lab  è un’impresa  giovane  e  dinamica,  che  ha  sempre  prestato attenzione al miglioramento del servizio, a favore della qualità e della tecnologia. 

In particolare:per  quanto  riguarda  la  qualità,  questa  scelta  ha  segnato  tutto  il  percorso  di 

sviluppo della Biochemie Lab, che fin dal principio ha ottenuto la certificazione UNI CEI EN 45001,  successivamente  aggiornata  in UNI CEI EN  ISO  IEC  17025 rilasciata  prima  da  SINAL  e  oggi  mantenuta  con  ACCREDIA  con  422  prove accreditate.  L’ulteriore  conseguimento  delle  certificazioni  ISO  9001 (CERTIQUALITY) su tutti gli ambiti di attività e ISO 14001 (DNV), completano il percorso;

per  quanto  riguarda  la  tecnologia,  Biochemie Lab  ha  sempre  investito  in strumenti di ultima generazione ed in processi innovativi grazie ai quali si sono potute sviluppare sia la qualità sia l’attuale potenzialità produttiva. 

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Di  recente,  Biochemie Lab  si  è dotata  di  un  Laboratorio  Mobile equipaggiato  con  strumentazione  avanzata,  che  lo  rende  in  grado  di operare autonomamente in molti settori. Ciò  significa  spostarsi  velocemente  con  tutto  l’occorrente  su  tutto  il territorio  nazionale,  eseguire  le  prove  “on  site” nel  momento  in  cui servono. 

Questo  tipo di  servizio permette di avere  risultati analitici  immediati e poter quindi decidere immediatamente che tipo di azioni di risanamento effettuare con un notevole risparmio economico e di tempo per  i clienti. 

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Certificazioni, autorizzazioni e riconoscimenti ACCREDITAMENTO  ACCREDIA,  con  il  numero    0195  come  laboratorio  operante  in 

conformità alla Norma UNI CEI EN ISO IEC 17025:2005.CERTIFICAZIONE UNI  EN  ISO  9001/2008 “Servizi  di  analisi  chimiche,  fisiche, 

microbiologiche, biomolecolari, ecotossicologiche, di ricerca, di campionamento, di consulenza tecnica e di formazione”, certificata da CERTIQUALITY.CERTIFICAZIONE UNI EN ISO  14001/2004 “Erogazione di servizi di analisi chimiche,  fisiche, 

microbiologiche,  biomolecolari,  ecotossicologiche,  di  ricerca  e  di  assistenza  tecnica,  di campionamento, di consulenza e di formazione”, certificata da DNV. ISCRIZIONE in via definitiva nell’elenco della Regione Toscana dei laboratori che effettuano 

analisi nell’ambito delle procedure di  autocontrollo delle  industrie  alimentari  (n. di  iscrizione 010). Autorizzazione  del  Ministero  delle  Politiche  Agricole  e  Forestali, Dipartimento  della 

Qualità dei  Prodotti Agroalimentari e  dei  Servizi,  ad  eseguire  per  l’intero  territorio  nazionale analisi ufficiali nel settore oleico, ai sensi della  regolazione nazionale e comunitaria  in materia (Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 02/02/2004 – Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 09/05/2007 ‐ Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 21/01/2011).RICONOSCIMENTO del COI (Consiglio Oleicolo Internazionale). QUALIFICA  del  Ministero  della  Salute nell’elenco  dei  laboratori  relativo  ai  programmi  di 

qualificazione per l’analisi sull’amianto (MOCF, FT‐IR).ABILITAZIONE della Regione Toscana alle analisi previste dagli allegati al D.Lgs 99/1992 

“utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura”.ISCRIZIONE del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’elenco nazionale 

dei  laboratori competenti a prestare  i servizi necessari a verificare  la conformità dei prodotti  in materia di fertilizzantiINTERCALIBRAZIONI con ARPA (Lombardia, Liguria, Toscana, Campania, Sardegna, Sicilia).

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Metodo interno MP 015:Determinazione  del  contenuto  di  istamina  nel  pesce  fresco  e  conservato,  nei prodotti di gastronomia a base di pesce, nei prodotti ittici mediante HPLC

Riferimenti bibliografici: UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori 

di prova e taratura”Documento ACCREDIA RT‐08  “Prescrizioni per  l'accreditamento dei  laboratori  di 

prova”Documento  ACCREDIA  DT‐0002  “Guida  per  la  valutazione  e  l’espressione 

dell’incertezza nelle misurazioni”ARPA Emilia Romagna 2002,  “Linee guida per  la validazione dei metodi analitici e 

per il calcolo dell’incertezza di misura”Manuali UNICHIM 179/0, 179/1, 179/2, 179/3 Linee guida per la convalida dei metodi 

analiticiManuale Unichim  177/14 Ed.1995 Linee guida per  la  taratura della  strumentazione 

analitica – cromatografi in fase liquidaReg UE n.1019/2013 della Commissione del  23/10/2013  che modifica  l’allegato  I del 

Regolamento (CE) n. 2073/2005 relativo all’istamina nei prodotti della pesca IZS Regioni Lazio e Toscana, “Validation and comparison of analytical methods for 

the determination of histamine in tuna fish samples”, Journal of Chromatography A, 1032 (2004), 79‐85

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Valutazione e scelta del metodo da accreditare

La prima operazione che  il  laboratorio deve compiere per   corrispondere alle esigenze del cliente ed  individuare un metodo appropriato per  la prova da eseguire consiste nel verificare  i  seguenti passaggi:

Aggiornamento

LegislativoRichiesta del

cliente

SI

Metodo interno

Verifica parametri di qualità del metodo,

verifica adeguatezza ai limiti di legge, verifica

esigenze del cliente

Metodo conforme

Scelta del metodo

NO

Metodi Normalizzati

1) Metodi ufficiali pubblicati in GU

2) Metodi internazionali

1) Metodi pubblicati su riviste scientifiche

2) Metodi progettati e sviluppati dal laboratorio

Convalida metodo interno

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Ulteriori requisiti valutati nello studio di fattibilità di un metodo analitico:

Ottimizzazione dei tempi analiticiStrumentazione idoneaFacilità di utilizzo e semplificazione dei passaggi analitici in modo da ottenere in 

tempi brevi risultati analitici affidabiliAssenza di requisiti ambientaliRiduzione dei volumi di rifiuti prodottiGrado di precisione ed accuratezza adeguatiRiduzione del rischio legato alla sicurezza degli operatori

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PIANO DI VALIDAZIONE DEL METODO

1.Controlli  di  buon  funzionamento  dello  strumento  e  verifica  della linearità della  retta  di 

taratura del metodo

2.Determinazione della precisione e dell’accuratezza del metodo e verifica del t‐test

3.Calcolo dell’incertezza di misura da associare al dato analitico 

4.Studio dell’andamento dello scarto tipo di ripetibilità in funzione della concentrazione

5.Partecipazione  a circuiti interlaboratorio o acquisto di matrici certificate

6.Monitoraggio delle prestazioni del metodo mediante carte di controllo

7.Riesame annuale della validazione del metodo

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Per  la convalida di un metodo  interno  il  laboratorio deve verificare  le proprie prestazioni per i seguenti punti:

1.Limite di rilevabilità2.Limite di quantificazione3.Linearità4.Accuratezza5.Precisione6.Ripetibilità7.Specificità

Inoltre, valuta  la partecipazione a  circuiti  interlaboratorio  (ad  es. FAPAS) o  l’acquisto di matrici certificate da inserire periodicamente a sorpresa nella routine analitica per valutare il mantenimento dei requisiti prestazionali sia del metodo sia dell’operatore.

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1. Limite di rilevabilità e limite di quantificazione del metodo

Per  il  limite  di  rilevabilità,  è stata  determinata  in modo  empirico  una concentrazione soglia (cut off) al di sotto della quale la selettività diventa inapplicabile. Sono state replicate per 6 volte una serie di determinazioni a  concentrazione  su  campione pari a  10 mg/Kg,  fortificando  la matrice priva dell’analita di  interesse ed è stato valutato quante volte si è avuto esito  positivo;  ci  siamo  imposti  una  soglia  di  accettabilità di positivi/negativi pari a 80%. Il risultato costituisce  il valore di soglia da considerarsi come limite di rilevabilità.

Come limite di quantificazione, è stato adottato il punto più basso della retta  di  taratura,  calcolando  ovviamente  la  concentrazione  che corrisponde nel campione. 

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2. Verifica della linearità della retta di taratura del metodo

La  linearità di un metodo analitico è la  capacità dello  stesso di produrre  risultati  che  siano direttamente proporzionali alla concentrazione dell’analita in un range determinato. 

La  linearità viene  determinata  calcolando  sia  il  coefficiente  di  correlazione  (r2)  in  una regressione  lineare  dei  risultati  ottenuti  dall’analisi  di  campioni  contenenti  differenti concentrazioni di analita sia lo scarto tipo dei residui della retta. 

La  linearità è verificata  mediante  la  costruzione  del  grafico  dei  residui  della regressione riportando in ordinata i residui (yisper – yicalc) e in ascissa i valori teorici corrispondenti.

Criteri di accettabilità:C’è correlazione  lineare  se  il  grafico  dei  residui mostra  una  distribuzione  casuale  dei residui attorno all’asse delle ascisse.Il coefficiente di correlazione (r2) ≥0,990Scarto tipo dei residui della retta ≤10%

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3. Determinazione  della precisione e dell’accuratezza del metodoPer i criteri di accettabilità abbiamo fatto riferimento alla Tabella 2 della Decisione CE 657/2002 che attua 

la direttiva 96/23/CE, relativa al rendimento dei metodi analitici e all’interpretazione dei risultati.

Come  criterio  di  accettabilità del  CV%  abbiamo  fatto  riferimento  alla  Tabella  3  della  Decisione  CE 

657/2002 ed è stato considerato che doveva essere  ≤16%.

Per  la  determinazione  della  precisione  e  dell’accuratezza  del metodo  è stata  valutata  la  ripetibilità (6 prove) a 3 livelli:il primo livello a una concentrazione bassa del campo di misura del metodo (35 mg/Kg)il secondo livello viene effettuato a una concentrazione intermedia del campo di misura (80 mg/Kg)il terzo livello viene effettuato a una concentrazione vicino al limite di legge del parametro interessato  (200 mg/Kg)

Intervallo di concentrazione (μg/kg)

Intervallo raccomandato recupero 

<1.0  ‐50 ‐ +20 %

1 – 10 ‐30 – +10 %

>10 ‐20 – +10 %

Intervallo di concentrazione (μg/kg) CV % raccomandato

100 23

1000 16

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4. Verifica del t‐test

Per  verificare  se  i  risultati  analitici  devono  essere  corretti  o  no  per  il  recupero  è stato 

valutato il t‐test tramite la seguente formula:

per n=6, il tp,ν assume il valore pari a 2.52

Se  t  sperim ≤ tp,ν ,  allora  il  risultato  finale  può  non  essere  corretto  per  la  percentuale  di recupero, altrimenti il valore analitico dovrà essere corretto per il recupero. 

In questo caso  i  risultati del  t‐test per  tutti  i  livelli valutati  sono  conformi alla  relazione sopra indicata, pertanto il laboratorio non corregge i risultati per il recupero. 

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5. Calcolo dell’incertezza di misura da associare al dato analitico 

Per ogni grandezza di ingresso devono essere calcolate le sue incertezze di ingresso che possono essere divise in due categorie, denominate A e B, in relazione al modo in cui sono stimate: categoria A, se è stimata a partire da dati sperimentali ricavati dalla misurazione diretta di una o più grandezze di ingresso come parte del procedimento per ottenere i valori del misurandocategoria B, se il suo valore è ricavato da informazioni o dati esterni alla sperimentazione condotta per determinare i valori del misurando

I contributi all’incertezza estesa sono i seguenti:Incertezza relativa di ripetibilitàIncertezza  relativa  di  taratura, viene  utilizzato  il  criterio  di  accettabilitàdefinito per la verifica intermedia di taratura. In questo caso tale incertezza èintesa come incertezza rettangolare e pertanto va divisa per     .     

Ad es. prima di ogni ciclo di analisi  si verificano due punti della  retta di  taratura  (il primo e il terzo):  la concentrazione  letta dallo strumento deve ricadere nell’intervallo ±10% rispetto al valore ottenuto in sede di taratura precedente alla verifica.  In questo caso l’incertezza di taratura relativa sarà

Incertezza relativa di taratura della bilanciaIncertezza relativa di vari contributi (MR, matraccio, pipetta)

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Parametro: Operatore:Metodo: Data: Matrice/Campione:

mg/Kg Recupero (%) RecuperoProva 1 64,6 80,7 0,807Prova 2 76,3 95,4 0,954Prova 3 79,4 99,2 0,992Prova 4 66,7 83,4 0,834Prova 5 66,9 83,6 0,836Prova 6 81,2 101,5 1,015

Calcolo dell'incertezza della ripetibilità: Incertezza ripetibilità relativa 0,041Valore medio (mg/Kg) 72,5 Incertezza relativa recupero 0,041Varianza 52,802 Incertezza taratura relativa 0,058Scarto tipo 7,27 Incertezza relativa del MR 0,00E+00Coeff. di variazione % 10,0 Incertezza tarat. relativa bilancia 1,330E-03Unità di formato 0,001 Incertezza relativa vetreria 0,000

52,802 Incertezza relativa pipetta 0,0008,800

Scarto tipo della media 2,967Limite di ripetibilità (mg/Kg) 26,4Incertezza ripetibilità relativa 0,041

0,100

Scarto tipo relativo metodo normalizzato

Incertezza relativa recupero:valore medio recupero (%) 91varianza recupero 8,250E-03scarto tipo recupero 0,091

0,037Incertezza relativa recupero 0,041

Incertezza della taratura:10

Incertezza taratura relativa 0,058

Incertezza del materiale di riferimento:Incertezza del MR in % (come da certificato)Incertezza relativa del MR

Incertezza taratura relativa della bilancia:

Incertezza tarat. relativa bilancia 1,330E-03

Incertezza relativa della vetreria:incertezza vetreria: 0,007volume (mL): 10Incertezza relativa vetreria 4,04E-04

Incertezza relativa della pipetta:

Incertezza relativa pipetta

Incertezza estesa:6,68E-03

Incertezza composta relativa 0,082Incertezza composta 5,928Incertezza estesa (mg/Kg) 15,2Incertezza estesa relativa 0,210repliche effettuate per calcolo ripetibilità (n) 6repliche effettuate per det campione (m) 1

9,11E-03Incert. estesa relativa su campione 0,25Incert. estesa relativa su campione (%) 25Gradi di libertà 36

Pesce

Dati Grafico

Scarto tipo relativo

Istamina Andrea DrioliMP 015 21/09/2011

Incertezza ripetibilità relativa

Incertezza relativa recuperoIncertezza

taratura relativa

Incertezza relativa del MR

Incertezza tarat. relativa bilancia

Incertezza relativa vetreria

Incertezza relativa pipetta

Contributi incertezza estesa relativa

Incertezza ripetibilità relativaIncertezza relativa recuperoIncertezza taratura relativaIncertezza relativa del MRIncertezza tarat. relativa bilanciaIncertezza relativa vetreriaIncertezza relativa pipetta

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6. SpecificitàPuò  essere  definita  come  la  proprietà di  un  metodo  di  determinare 

inequivocabilmente  l’analita di  interesse,  con  un  livello  prefissato  di 

accuratezza, in presenza di interferenze.

Per  l’istamina  si  utilizza  come  detector  il DAD  a  una  λ specifica  (214 

nm).

Sono  state  lette,  quindi,  le matrici  tali  e  quali,  denominate  bianchi, 

verificandone  l’assenza di principi attivi e segnando  i picchi di matrice 

di intensità tale da poter essere considerati delle interferenze.

Sono stati poi lette le soluzioni dei Materiali di Riferimento e di seguito 

le matrici con l’aggiunta al campione iniziale di quantità scalari note di 

Materiali di Riferimento.

Si è eseguito successivamente il confronto degli spettri tra le risposte dei 

campioni fortificati, quelle originate dalle soluzioni ed i bianchi.

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7. Studio dell’andamento dello scarto tipo di ripetibilità in funzione della concentrazione

Occorre valutare l’andamento dello scarto tipo di ripetibilità in funzione della concentrazione, ovvero scegliere 

il modello di funzione che correli nel miglior modo la ripetibilità alla concentrazione così da poterlo poi 

applicare  per  calcolare  la  ripetibilità all’interno  di  tutto  il  campo  di  applicazione  del  metodo.  Si  fa 

riferimento al Manuale Unichim 179/1 «Linee guida per  la validazione di metodi analitici nei Laboratori 

chimici». Si possono presentare due casi:a) lo scarto tipo di ripetibilità si mantiene statisticamente costante in tutto l’intervallo esaminatob) lo scarto tipo di ripetibilità varia in tutto l’intervallo considerato 

Nel caso a) si calcola la media quadratica pesata degli scarti tipo Sr ottenuti nelle prove di ripetibilità, che saràassunta come parametro caratteristico del metodo. 

Nel caso b) si indaga sulla relazione funzionale che meglio approssima l’andamento dello scarto tipo Sr con  la media.  Il  criterio  applicato dal  laboratorio per decidere  se  vale  il  caso  a) oppure  il  caso b)  si basa  sul confronto delle varianze S2r .

In particolare, dato che il laboratorio conduce per ogni livello lo stesso numero di prove (6), il criterio viene espresso dalla formula:

dove S2rmax e S2rmin sono rispettivamente la varianza massima e la varianza minima, Fρ è la variabile di Fisher il cui valore è

tabulato nel Prospetto 8 del Manuale Unichim 179/1. Nel nostro caso, essendo sempre n pari a 6,  il valore di F è

5.05.

Se la formula precedente è verificata allora le varianze si possono giudicare equivalenti e quindi anche gli scarti 

tipo, altrimenti occorre determinare la funzione che meglio correla la ripetibilità alla concentrazione.

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Nel  caso  in  cui  la  formula  precedente  non  sia  soddisfatta,  si  prendono  in  esame  tre modelli  di  relazione 

funzionale: 

Relazione I, retta passante per l’origine 

Relazione II, retta con intercetta diversa da zero

Relazione III, curva logaritmica                                 per c+d<1

La varianza dei  residui di una curva di  regressione ottenuta con una delle  tre  relazioni sopra citate èdata dalla seguente formula:

Si  sceglie  il  modello  di  relazione  funzionale  che  meglio  approssima i  punti sperimentali con la minima varianza dei residui.

Per  impiegare  questo  criterio  basta  calcolare  il  valore  numerico  di  mediante  la  formula 

precedente  per  ciascuna  relazione  f unzionale considerata  e  adottare  quella  a  cui  corrisponde  il            

minimo. 

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Tuttavia, potrebbe essere risultato  tale solo per caso; per controllare questa  ipotesi, si procede alla verifica della 

omogeneità delle varianze secondo Bartlett. La formula da utilizzare è la seguente: 

La verifica si effettua consultando il caso denominato “a due vie” riportato nel prospetto 10 del Manuale Unichim

n.179/1,  tenendo  conto  che  i  gradi di  libertà sono ν=f‐1  essendo  f il numero  totale delle  relazioni  considerate  e 

quindi anche il numero delle varianze da confrontare, mentre il livello di probabilità ρ=(1‐α/2)‐α/2 è fissato a 0.95.

Il criterio per giudicare se le varianze sono omogenee può essere così espresso:

I valori di χ2ν=f‐1,ρ=0.025 e χ2ν=f‐1,ρ=0.975 sono tabulati nel prospetto 10 del Manuale Unichim n.179/1.

Se questo criterio risulta essere soddisfatto, si può affermare che le varianze sono fra loro omogenee e nessuna in 

particolare può essere ritenuta effettivamente minore delle altre e  in questo caso si può considerare che  tutte  le 

curve  approssimano  i  punti  sperimentali  in modo  equivalente. Quindi  viene  scelta  la  relazione  I  che  è la  più

semplice.

Se il risultato della verifica è invece tale che M cade all’esterno dell’intervallo definito e cioè

allora si può affermare che le varianze non sono fra loro omogenee e che la varianza

è realmente inferiore alle altre.

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Relazione I Sr sperimentali y media Sr stimati con la relazione I residui residui al

quadrato N° livelli

0,04603 0,648 0,02953 0,01650 0,000272 30,08200 2,383 0,10860 -0,02660 0,000707

0,28356 9,067 0,41330 -0,12974 0,016832

b 0,04558(V(ej))f=I 0,008906

Relazione II Sr sperimentali y media 1/Sj2 ymediaj/Sj

2 (ymediaj)2/Sj2 1/Sj ymediaj/Sj

Sr stimati con relazione II

0,04603 0,648 471,928141 305,730781 198,062591 21,723907 14,073471 0,0441300,08200 2,383 148,714364 354,311973 844,148276 12,194850 29,054230 0,0896030,28356 9,067 12,437068 112,766899 1022,457478 3,526623 31,975889 0,264831

T1 633,079574T2 772,809653T3 2064,668344T4 37,445380T5 75,103590

a1 0,027148b1 0,026214

Sr stimati con relazione II 1/Sj

2 ymediaj/Sj2 (ymediaj)2/Sj

2 1/Sj ymediaj/Sj

0,055806 321,097775 208,017842 134,760892 17,919201 11,6086560,062636 254,892931 607,282409 1446,850339 15,965367 38,0374860,088953 126,380156 1145,888874 10389,774425 11,241893 101,930243

T1 con relaz II 702,370862T2 con relaz II 1961,189125T3 con relaz II 11971,385656T4 con relaz II 45,126461T5 con relaz II 151,576385

a2 0,053255b2 0,003937

Sr sperimentali y media Sr stimati con relazione II residui residui al

quadrato0,04603 0,648 0,0558 0,0098 0,0000960,08200 2,383 0,0626 -0,0194 0,0003750,28356 9,067 0,0890 -0,1946 0,037871

(V(ej))f=II 0,038341

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Relazione IIISr sperimentali y media log y media (log y media)2 log Sr (log y

media)(log Sr)0,04603 0,648 -0,188537 0,035546 -1,336938 0,2520620,08200 2,383 0,377033 0,142154 -1,086176 -0,4095240,28356 9,067 0,957464 0,916737 -0,547359 -0,524076

T1 1,145960T2 1,094436T3 -2,970473T4 -0,681539

c -1,25374d 0,69003

Sr sperimentali y media log y medialog Sr stimati con relazione

III

Sr stimati con relazione III residui

residui al quadrato

0,04603 0,648 -0,188537 -1,383839 0,04132 -0,00471 0,0000220,08200 2,383 0,377033 -0,993576 0,10149 0,01949 0,0003800,28356 9,067 0,957464 -0,593059 0,25524 -0,02832 0,000802

(V(ej))f=III 0,001204

C 1,37500V(ej) 0,014339

M 1,779 0,051<M<7,378 vedi prospetto 10 MU 179/1 ed. 2001

Commenti: il criterio è soddisfatto pertanto le tre varianze sono equivalenti e quindi si utilizza la relazione I per descrivere l'andamento degli scarti tipo sperimentali.

2975.0,1

2025.0,1 =−==−= ≤≤ ρνρν χχ ff M