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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 21-22 novembre 2020) L ’O SSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt Anno CLX n. 270 (48.594) sabato 21 novembre 2020 Città del Vaticano y(7HA3J1*QSSKKM( +"!#!#!?!? Prometeo preferisce le baguettes Nella Giornata pro orantibus La preghiera silenziosa di Maria di EMILIANO ANTENUCCI P apa Francesco all’udienza di mercoledì scorso aggiunge a braccio: «In silenzio, sempre in silenzio. La preghiera di Maria è silenziosa. Il Vangelo ci racconta soltan- to una preghiera di Maria a Cana, poi non si sa, ma sempre la sua presenza è una preghiera, e la sua presenza tra i discepoli nel Cenacolo è in preghie- ra. Così Maria partorisce la Chiesa, è madre della Chiesa». Maria, nella sua vita di Nazareth, dice e rac- conta il silenzio, che è la parola essenziale, origi- nale e originante della Parola di Dio. La preghiera di Maria è potente, silenziosa, vigilante e attenta ai bisogni delle persone, come alle nozze di Ca- na. Efrem il Siro chiama la Madonna «la silenzio- sa» e scrive nei suoi inni natalizi: «Quando tu dunque senti parlare della nascita di Dio, resta in silenzio: ciò che Gabriele disse resti impresso nel tuo spirito! Nulla vi è di troppo difficile per quel- l’eccelsa maestà che per noi si è abbassata a nasce- re tra di noi e da noi. Oggi Maria è per noi un cie- lo, perché porta Dio». Un grande maestro di vita spirituale, l’abate beato Columba Marmion, così commenta la vita di Maria: «In questo raccogli- mento interno viveva Maria Vergine: il Vangelo dice che custodiva nel cuor le parole del suo divin Figlio per meditarle: Maria conservabat omnia verba hæc conferens in corde suo”(Lc 2, 19); non si diffondeva in parole, ma piena di grazia e di divine illumina- zioni, inondata dai doni dello Spirito Santo, se ne rimaneva silenziosa, adorando il Figlio suo, con- templando l’ineffabile mistero che si era compiu- to in lei e per lei, elevando a Dio un inno incessan- te di lode e di ringraziamento dal santuario del suo cuore immacolato» (Dom Columba Mar- mion, Cristo ideale del monaco, pp. 375-384, passim). Anthony Bloom, monaco e metropolita vesco- vo della Chiesa ortodossa russa, scriveva: «Ci so- no momenti in cui non abbiamo alcun bisogno di parole, né delle nostre né di altri, e preghiamo al- lora in silenzio. Questo silenzio perfetto è la pre- ghiera ideale, purché tuttavia il silenzio sia reale e non un sogno ad occhi aperti. Abbiamo molta po- ca esperienza di ciò che significa il silenzio pro- fondo del corpo e del cuore, quando una serenità assoluta riempie il cuore, quando una pace totale riempie il corpo, quando non c’è nessuna agita- zione di nessun tipo e ci troviamo dinanzi a Dio, SEGUE A PAGINA 2 Missili su Kabul È di otto morti e 31 feriti il bilancio provvisorio dell’attacco sferrato stamane su Kabul. La capi- tale dell’Afghanistan è stata colpita da un nu- mero ancora imprecisato di razzi — almeno 23 — e due esplosioni. Il sanguinoso attacco al mo- mento non è stato rivendicato da nessun grup- po armato e i talebani hanno negato qualsiasi coinvolgimento. Pagina 4 OGGI IN PRIMO PIANO La Chiesa celebra la Giornata della vita contemplativa JOÃO BRAZ DE AVIZ, JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO E TERESA DOMÍNGUEZ BLANCO NELLE PA G I N E 2 E 3 Il discorso del Papa al Collegio Pio latinoamericano PAGINA 11 di CARLO MARIA PO LVA N I A lcuni fossili indicano che gli uomini riuscirono a usare il fuoco per cuocere gli alimenti all’incirca due milioni di anni fa (anche se l’uso controllato del fuoco, risale probabilmente a mezzo milione di anni fa). Claude Lévy Strauss credeva che il cuocere il cibo fosse uno dei comportamenti più distintamente umani; e il noto primatologo Ro- bert Wrangham era per- sino dell’opinione che la cottura del cibo influenzò l’evoluzione dell’homo erectus verso lhomo sapiens. Di per certo, due fat- ti: uno, non si è mai osservato un altro animale che lo facesse anche se molti ani- mali apprezzano cibi cotti; due, il nostro cervello, anche rispetto a quello degli al- tri primati, è energivoro e la cottura degli alimenti permette l’assorbimento di una parte molto più ampia delle calorie con- tenute sia nei cibi di origine vegetale sia in quelli di origine animale. Una delle reazioni chimiche che si produce nella cottura è quella scoperta da Louis Camille Maillard (1878-1936). Portati a una temperatura di 150 gradi, il gruppo carbonile de- gli zuccheri reagisce con il gruppo amino delle proteine, produ- cendo il glicoside. Quest’ultimo, come dimostrato poi da un altro chimico organico, Mario Amadori (1886-1941), ha la proprietà di trasporsi (si dice così, infatti si parla della “traspo- sizione di Amadori”), in un melanoide. I melanoidi conferiscono il loro colore brunastro a tanti alimenti molto apprez- zati perché formati da una crosticina bruna e croccante al di fuori che proteg- ge un contenuto interno che non perde alcune qualità organolettiche, come la morbidezza e il tasso di umidità, perché intrappolato dalla crosta… si pensi alle baguette francesi o alle bistecche alla fio- rentina. Ma neanche questi due grandi chimi- ci potevano immaginare che queste rea- zioni che hanno il vantaggio di conferire un gusto appetibile hanno anche un no- tevole difetto: le parti esterne del cibo che sono sottoposte ad alte temperature possono, quando queste superano i 200 gradi, degradarsi per combustione in prodotti tossici quali i benzopireni, rite- nuti cancerogeni. Forse avevano ragione gli antichi greci. Il titano Prometeo pagò caro l’aver rubato per noi il fuoco agli Dei e l’uomo moderno è ancora vittima della collera di Zeus: per soddisfare le sue inclinazioni gastronomiche, si deve esporre a un pericolo mortale. Come di- rebbero gli inglesi: beware what you wish for . P ER LA CURA DELLA CASA COMUNE Perché Gesù non è separabile dalla Creazione È (anche) una questione di sguardi MICHELE GIULIO MASCIARELLI A PA G I N A 8 NOSTRE INFORMAZIONI PAGINA 11

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente ......Oggi Maria è per noi un cie-lo, perché porta Dio». Un grande maestro di vita spirituale, l’abate beato Columba Marmion,

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  • Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 21-22 novembre 2020)

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

    Unicuique suum Non praevalebunt

    Anno CLX n. 270 (48.594) sabato 21 novembre 2020Città del Vaticano

    y(7HA

    3J1*QS

    SKKM(

    +"!#!#!?

    !?

    Prometeo preferisce le baguettes

    Nella Giornata pro orantibus

    La preghierasilenziosadi Maria

    di EMILIANO ANTENUCCI

    Papa Francesco all’udienza di mercoledìscorso aggiunge a braccio: «In silenzio,sempre in silenzio. La preghiera di Mariaè silenziosa. Il Vangelo ci racconta soltan-to una preghiera di Maria a Cana, poi non si sa, masempre la sua presenza è una preghiera, e la suapresenza tra i discepoli nel Cenacolo è in preghie-ra. Così Maria partorisce la Chiesa, è madre dellaChiesa».

    Maria, nella sua vita di Nazareth, dice e rac-conta il silenzio, che è la parola essenziale, origi-nale e originante della Parola di Dio. La preghieradi Maria è potente, silenziosa, vigilante e attentaai bisogni delle persone, come alle nozze di Ca-na.

    Efrem il Siro chiama la Madonna «la silenzio-sa» e scrive nei suoi inni natalizi: «Quando tudunque senti parlare della nascita di Dio, resta insilenzio: ciò che Gabriele disse resti impresso neltuo spirito! Nulla vi è di troppo difficile per quel-l’eccelsa maestà che per noi si è abbassata a nasce-re tra di noi e da noi. Oggi Maria è per noi un cie-lo, perché porta Dio». Un grande maestro di vitaspirituale, l’abate beato Columba Marmion, cosìcommenta la vita di Maria: «In questo raccogli-mento interno viveva Maria Vergine: il Vangelodice che custodiva nel cuor le parole del suo divinFiglio per meditarle: “Maria conservabat omnia verbahæc conferens in corde suo” (Lc 2, 19); non si diffondevain parole, ma piena di grazia e di divine illumina-zioni, inondata dai doni dello Spirito Santo, se nerimaneva silenziosa, adorando il Figlio suo, con-templando l’ineffabile mistero che si era compiu-to in lei e per lei, elevando a Dio un inno incessan-te di lode e di ringraziamento dal santuario delsuo cuore immacolato» (Dom Columba Mar-mion, Cristo ideale del monaco, pp. 375-384, passim).

    Anthony Bloom, monaco e metropolita vesco-vo della Chiesa ortodossa russa, scriveva: «Ci so-no momenti in cui non abbiamo alcun bisogno diparole, né delle nostre né di altri, e preghiamo al-lora in silenzio. Questo silenzio perfetto è la pre-ghiera ideale, purché tuttavia il silenzio sia reale enon un sogno ad occhi aperti. Abbiamo molta po-ca esperienza di ciò che significa il silenzio pro-fondo del corpo e del cuore, quando una serenitàassoluta riempie il cuore, quando una pace totaleriempie il corpo, quando non c’è nessuna agita-zione di nessun tipo e ci troviamo dinanzi a Dio,

    SEGUE A PAGINA 2

    Missili su KabulÈ di otto morti e 31 feriti il bilancio provvisoriodell’attacco sferrato stamane su Kabul. La capi-tale dell’Afghanistan è stata colpita da un nu-mero ancora imprecisato di razzi — almeno 23— e due esplosioni. Il sanguinoso attacco al mo-

    mento non è stato rivendicato da nessun grup-po armato e i talebani hanno negato qualsiasicoinvolgimento.

    Pagina 4

    OGGI IN PRIMO PIANO

    La Chiesa celebrala Giornata della vitacontemplativa

    JOÃO BRAZ DE AVIZ,JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO

    E TERESA DOMÍNGUEZ BLANCONELLE PA G I N E 2 E 3

    Il discorso del Papaal CollegioPio latinoamericano

    PAGINA 11

    di CARLO MARIA PO LVA N I

    Alcuni fossili indicano che gliuomini riuscirono a usare ilfuoco per cuocere gli alimentiall’incirca due milioni di annifa (anche se l’uso controllato del fuoco,risale probabilmente a mezzo milione dianni fa). Claude LévyStrauss credeva che ilcuocere il cibo fosse unodei comportamenti piùdistintamente umani; e ilnoto primatologo Ro-bert Wrangham era per-sino dell’opinione che la cottura del ciboinfluenzò l’evoluzione dell’homo erectusverso l’homo sapiens. Di per certo, due fat-ti: uno, non si è mai osservato un altroanimale che lo facesse anche se molti ani-mali apprezzano cibi cotti; due, il nostrocervello, anche rispetto a quello degli al-tri primati, è energivoro e la cottura degli

    alimenti permette l’assorbimento di unaparte molto più ampia delle calorie con-tenute sia nei cibi di origine vegetale siain quelli di origine animale.

    Una delle reazioni chimiche che siproduce nella cottura è quella scopertada Louis Camille Maillard (1878-1936).Portati a una temperatura di 150 gradi, il

    gruppo carbonile de-gli zuccheri reagiscecon il gruppo aminodelle proteine, produ-cendo il glicoside.Quest’ultimo, comedimostrato poi da un

    altro chimico organico, Mario Amadori(1886-1941), ha la proprietà di trasporsi(si dice così, infatti si parla della “trasp o-sizione di Amadori”), in un melanoide. Imelanoidi conferiscono il loro colorebrunastro a tanti alimenti molto apprez-zati perché formati da una crosticinabruna e croccante al di fuori che proteg-

    ge un contenuto interno che non perdealcune qualità organolettiche, come lamorbidezza e il tasso di umidità, perchéintrappolato dalla crosta… si pensi allebaguette francesi o alle bistecche alla fio-re n t i n a .

    Ma neanche questi due grandi chimi-ci potevano immaginare che queste rea-zioni che hanno il vantaggio di conferireun gusto appetibile hanno anche un no-tevole difetto: le parti esterne del ciboche sono sottoposte ad alte temperaturepossono, quando queste superano i 200gradi, degradarsi per combustione inprodotti tossici quali i benzopireni, rite-nuti cancerogeni. Forse avevano ragionegli antichi greci. Il titano Prometeo pagòcaro l’aver rubato per noi il fuoco agliDei e l’uomo moderno è ancora vittimadella collera di Zeus: per soddisfare lesue inclinazioni gastronomiche, si deveesporre a un pericolo mortale. Come di-rebbero gli inglesi: beware what you wish for.

    PER LA CURA DELLACASA COMUNE

    Perché Gesù non è separabiledalla Creazione

    È (anche)una questionedi sguardi

    MICHELE GIULIO MASCIARELLIA PA G I N A 8

    NOSTREINFORMAZIONI

    PAGINA 11

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 sabato 21 novembre 2020

    Oggi, in primo piano - La Chiesa celebra la Giornata della vita contemplativa

    D ioal centro

    di JOÃO BRAZ DE AVIZ*

    L’uomo e la donna di ogni tempo si sonomessi sempre alla ricerca del volto diDio. In alcuni periodi storici hannoadorato gli idoli, altre volte sono rima-sti fedeli al Signore e, nonostante ledifficoltà, hanno continuato a seguir-Lo, a rendere visibile la Sua presenzanella storia. Nella Scrittura e anche du-rate lo scorrere dei secoli si trovanomolteplici esempi di coloro che hannotestimoniato la loro fedeltà al Signore,perché chiamati a tenere le lampadeaccese, per «scoprire i segni della pre-senza di Dio nella vita quotidiana»(Vultum Dei quaerere [VDq ], 2) e indicarliagli altri.

    Ancora oggi ci sono uomini e donneche «continuano ad orientare tutta laloro vita e attività alla contemplazionedi Dio, quale segno e profezia dellaChiesa vergine, sposa e madre; segnovivo e memoria della fedeltà con cuiDio, attraverso gli eventi della storia,continua a sostenere il suo popolo»(VDq 3). Le comunità contemplative,intimamente unite a Cristo, vivono, in-fatti, secondo le promesse battesimalie, con il loro esserci, sono segno visibilee tangibile della presenza di Dio sullaterra e memoria del Suo amore fedele.

    Dai monasteri si irradia preghiera eofferta, gioia e profezia. Papa France-sco rivolto alle sorelle contemplativeribadisce con forza nella costituzione

    apostolica Vultum Dei quaerere il valoredella loro vocazione: «La Chiesa ap-prezza molto la vostra vita interamentedonata. La Chiesa conta sulla vostrapreghiera e sulla vostra offerta per por-tare agli uomini e alle donne del nostrotempo la buona notizia del Vangelo.La Chiesa ha bisogno di voi» (6).

    In questo tempo in cui mancanopunti stabili di riferimento, in cui si av-verte un senso di smarrimento, la Chie-sa ritiene le contemplative dei fari, del-le fiaccole per gli uomini e le donne delnostro tempo (cfr. VDq 6). Mentre lafluttuazione degli eventi, i cambia-menti epocali in atto fanno percepire laprecarietà del tempo e della stessa vita,scoprire la fragilità a tutti i livelli, l’es-serci delle contemplative nella storiadiviene risonanza della presenza diDio che continua a prendersi cura del-l’umanità. La loro continua ricerca delvolto del Signore nel quotidiano, nellaconsapevolezza della Sua presenza,permette di cogliere già in loro l’e s s e rc itangibile dello Spirito nella storia.

    Riconoscendo in Dio il Signore del-la vita, testimoniano il profondo desi-derio di consegnarsi a Lui senza condi-zioni, proprio in questo tempo in cuimolti difendono il proprio orticello ascapito della custodia del bene comu-

    ne. Vivendo sulla soglia del Mistero,sono in ascolto di Colui che in GesùCristo dona la sua Parola e comunical’amore trinitario. Nella relazione pro-fonda con Lui apprendono l’arte dellapreghiera e dell’amore, attraverso cuiDio imprime nella loro vita i sentimen-ti e i tratti del volto di Cristo. Tutta laloro esistenza, determinata dalla Paro-la, è voce della Chiesa, in particolaredurante la liturgia. Divengono, nel po-polo di Dio, lode, ringraziamento, of-ferta, richiesta e supplica al Signore.

    Trascorrono la vita raccontando conil loro esserci, nel luogo dove sono sta-te collocate, che vivono totalmente perseguire Gesù Cristo, il senso della loroesistenza. La storia oggi ci fa vedereche l’individuo spesso parte da sé e fi-nisce con sé e che cammina senza dareun significato alla propria la vita rice-vuta gratuitamente da Dio. Le contem-plative, consapevoli del dono ricevuto,testimoniano la bellezza dell’esistenzanell’essenzialità e nella profondità. Inqualsiasi situazione si trovano, vivononella fede sotto lo sguardo d’amore delSignore, divenendo memoria viventedella cura di Dio per tutta l’umanità.

    In questo periodo in cui c’è l’ampli-ficazione dei rumori, delle voci altiso-nanti che cercano di coprire tutte le al-tre, le contemplative, con il silenzioabitato dalla presenza dello Spirito, siallenano, ruminando la Parola, ad ac-quisire sempre più uno sguardo di fe-de. Infatti «la Parola di Dio ci è dataproprio per costruire comunione, perunirci nella Verità nel nostro camminoverso Dio» (VDq 19) e per «poter condi-videre questa esperienza trasformantedella parola di Dio con i sacerdoti, idiaconi, gli altri consacrati e i laici»(VDq 19).

    La vita nello Spirito permette loro dicogliere nella quotidianità l’azione delSignore nell’attimo presente, non solonella storia personale, ma anche inquella dei fratelli e delle sorelle, vicini elontani, consente di ascoltare Dio e ilgrido dell’umanità (cfr. VDq 33).

    Le contemplative scelgono di vivereper il Signore ai margini della storia,senza escludersi dal popolo di Dio esenza cercare, nello stesso tempo, ilprotagonismo individuale o di gruppo.L’autentica vicinanza al Signore, attra-verso la contemplazione, conduce ognicontemplativa a scoprirsi, giorno dopogiorno, persona profondamente uma-na. Coloro che seguono Gesù in questaparticolare forma di vita, imparano daLui a custodire la solitudine e la comu-nione fraterna e comunitaria. Testimo-niano che è possibile fermarsi, per cu-rare nella stabilità le relazioni, propriooggi in cui il tempo sembra sfuggire enon permette di rimanere in ascolto dise stessi, degli altri, di Dio, di contem-plare e di custodire il creato.

    Con la loro esistenza sono chiamatea dimostrare che la loro bussola è GesùCristo e il Vangelo. Quando le contem-plative vivono con fedeltà la loro voca-zione, spesso interpellano indiretta-mente gli uomini e le donne di oggi,che sembrano soccombere nella vitaper la mancanza di senso, soprattuttoperché non trovano un orientamentoda dare alla propria esistenza. Spessole domande immediate che si pongonoin contatto con un monastero sono:perché vivono così? Perché lo fanno?Eppure sono persone umane e divinenello stesso tempo...

    Una vocazione attuale allora cheparla di senso e di umanità.

    *Prefetto della Congregazioneper gli istituti di vita consacratae le società di vita apostolica

    di JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO*

    Negli ultimi anni l’ambito del diritto uni-versale inerente alle contemplative ècambiato significativamente con la pub-blicazione di tre documenti che si riferi-scono direttamente alla vita contemplati-va femminile: la nuova costituzione apo-stolica Vultum Dei quaerere (VDq) di PapaFrancesco pubblicata nel 2016, che vienea sostituire la costituzione apostolica diPio XII, Sponsa Christi del 1950; l’i s t ru z i o n esulla vita contemplativa, Cor orans (Co),pubblicata dalla Congregazione per gliistituti di vita consacrata e le società di vi-ta apostolica (Civcsva) il 1° aprile 2018,che subentra alla precedente istruzioneVerbi sponsa pubblicata nel 1999; e, più re-centemente ancora, la Civcsva ha pubbli-cato nel 2019 il documento sulla forma-zione alla vita contemplativa L’arte dellaricerca del Volto di Dio. Tutti questi cambia-menti sono manifestazione della curache la Chiesa si prende della vita contem-plativa femminile (cfr. VDq 7-8).

    Questi documenti attestano, anche, ilvalore che la vita contemplativa ha per laChiesa. In questo contesto Vultum Deiq u a e re re afferma esplicitamente: «LaChiesa apprezza molto la vostra vita in-teramente donata. La Chiesa conta sulla

    vostra preghiera e sulla vostra offerta perportare agli uomini e alle donne del no-stro tempo la buona notizia del Vange-lo». Da parte sua Cor orans riconosce ulte-riormente il grande dono della vita con-templativa alla Chiesa e al mondo inquanto testimone di una vita totalmente

    donata al Signore nella preghiera e nel-l’offerta. Da segnalare poi, che il SantoPadre, in quanto legislatore supremo haderogato diversi canoni del Codex iuris ca-nonici (Cic) per adeguare il Diritto cano-nico alla nuova legislazione (cfr. 638, 4;628, 2,1; 667, 4; 686)

    Uno dei temi sui quali si sofferma Cororans, seguendo sempre i principi dellaVultum Dei quaerere (cfr. VDq 28-29; art. 8, 1)è quello dell’autonomia. Uno dei meriti diquesta istruzione è che non solo definiscel’autonomia dal punto di vista giuridico,ma anche nella sua concreta parabolaascendente, o nel cammino per conse-guirla, e in quella discendente, o nell’iterper perderla (cfr. Co art. 8, 1-2). L’autono -mia non è un diritto, ma una risorsa che,come si può acquisire, si può anche per-dere se non si verificassero le condizionirichieste (cfr. VDq 1-3).

    L’autonomia che viene indicata non èin funzione della difesa dell’indipendenzadel proprio monastero o della comunitàche presenta connotazioni di autopreser-vazione o di autoreferenzialità, ma è le-gata alla consapevolezza che la Chiesa ri-conosce nelle contemplative persone ca-paci di gestire con saggezza ogni ambitoo aspetto o livello della vita monastica.

    La nuova normativa sull’autonomiaesplicita il significato dell’autonomia vis-suta dalle contemplative. In VDq è scritto:«L’autonomia favorisce la stabilità di vi-ta e l’unità interna di ogni comunità, ga-rantendo le condizioni migliori per lacontemplazione. Tale autonomia nondeve significare tuttavia indipendenza oisolamento, particolarmente dagli altrimonasteri dello stesso Ordine o dallapropria famiglia carismatica» (VDq 28).

    Se l’autonomia è vissuta come capaci-tà di espressione carismatica a tutti i livel-li, allora aiuta a consolidare la comunio-ne non solo nella comunità o fraternità ofederazione, ma anche a preservare l’i-dentità di ogni monastero. In Cor orans, aquesto proposito, è scritto: «La Chiesariconosce ad ogni monastero sui iuris unagiusta autonomia giuridica, di vita e digoverno, mediante la quale la comunità

    La preghierasilenziosa di Maria

    CO N T I N UA DA PAGINA 1

    completamente aperti in un attod’adorazione. Ci possono esseremomenti in cui ci sentiamo bene fi-sicamente, e mentalmente rilassati,stanchi delle parole perché ne ab-biamo già troppo utilizzato; non vo-gliamo agitarci e ci sentiamo bene inquest’equilibrio delicato; ci trovia-mo là sul bordo del sogno ad occhiaperti. Il silenzio interiore è un’as -senza di qualsiasi tipo di agitazionedel pensiero o delle emozioni, ma èuna vigilanza totale, una apertura aDio. Dobbiamo conservare il silen-zio assoluto quando lo possiamo,ma non dobbiamo mai lasciarlo de-generare in un semplice piacere. Per

    evitare ciò, i grandi autori dell’O r-todossia ci avvertono di non abban-donare mai completamente le formenormali della preghiera, poiché an-che coloro che avevano raggiuntoquesto silenzio della contemplazio-ne giudicavano necessario, ogni vol-ta che erano in pericolo di rilassa-mento spirituale, reintrodurre le pa-role della preghiera fino a che la pre-ghiera avesse rinnovato il silenzio. IPadri Greci mettevano questo silen-zio, che chiamavano hesychia, allostesso tempo come punto di parten-za e punto d’arrivo di una vita dipreghiera. Il silenzio è lo stato nelquale tutte le facoltà dell’anima edel corpo sono completamente inpace, calme e raccolte, concentrate eperfettamente vigilanti, libere daqualsiasi agitazione» (AnthonyBloom, Prière vivante, Cerf, 1981).

    Il cardinale e santo John HenryNewman compone questa bellissi-ma preghiera, facendoci fare unviaggio spirituale nel cuore dellaVergine del Silenzio:

    @PontifexOggi ricordiamo la Presentazione di Mariaal Tempio e celebriamo la Giornata #P ro O ra n t i b u s .Grazie, sorelle e fratelli contemplativi,perché siete sostegno per i deboli, fari che segnalanoil porto, fiaccole che illuminano la notte,sentinelle che annunciano il nuovo giorno.

  • L’OSSERVATORE ROMANOsabato 21 novembre 2020 pagina 3

    Oggi, in primo piano - La Chiesa celebra la Giornata della vita contemplativa

    Alla luce di tre recenti documenti

    Cura della Chiesa per la vitacontemplativa femminile

    delle monache può godere di una pro-pria disciplina ed essere in grado di con-servare la sua indole e tutelare la propriaidentità (Co 16)».

    E ancora: «L’autonomia del monaste-ro favorisce la stabilità di vita e l’unità in-terna della comunità, garantendo le con-dizioni per la vita delle monache, secon-do lo spirito e l’indole dell’Istituto di ap-partenenza» (Co 17).

    Una comunità o fraternità monasticavive una sana autonomia, quando noncrea percorsi paralleli o indipendentinella stessa vita ecclesiale. Pur conser-vando e custodendo la propria fisiono-mia e, quindi, l’identità specifica, le con-templative sono chiamate a maturare laconsapevolezza di far parte del popolodi Dio.

    Una comunità contemplativa, quan-do vive l’autonomia in fedeltà alla chia-mata, in obbedienza alla Chiesa ed è fon-data sul Vangelo, sulla Regola, rendeconcretamente visibile il carisma. Infattil’autonomia, perché sia autentica, deveriflettersi in ogni aspetto della vita comu-nitaria, in quanto strumento per custodi-re la comunione e non per accentuarel’indip endenza.

    L’istruzione, avendo voluto richiama-re la qualità della gestione della vita delmonastero in tutte le sue dimensioni —vocazionale, formativa, governativa, re-lazionale, liturgica, economica...—, per-mette di verificare già in comunità, senzaulteriori interpretazioni individuali, se ilmonastero è vivo e vitale (cfr. Co 18). Ciò pre-suppone una formazione che abiliti lecontemplative, in vista del bene della co-munità e della Chiesa, a scelte ponderatee sagge.

    Una Chiesa particolare, infatti, cheesprime il desiderio profondo di mante-nere “a tutti i costi” la presenza del mo-nastero nella propria diocesi, anche senon più significativo per la salute e perl’avanzamento dell’età della comunità,può essere aiutata ad accogliere anche lasoppressione o la filiazione, grazie alla maturi-tà di scelta delle stesse componenti, tesea custodire il carisma nella stessa Chie-sa.

    Attraverso l’analisi obiettiva dei pro-cessi insiti nel cammino di una comunitào di fraternità, le contemplative possonogiungere, infatti, con maturità alla liberae, a volte, dolorosa decisione della chiusu -

    ra del monastero in declino, per poter essereveramente significative nella Chiesa peril mondo, anche in un altro luogo o inuna nuova fraternità: «Un monastero dimonache che non riesce ad esprimere, se-condo l’indole contemplativa e le finalitàdell’Istituto, la particolare testimonianzapubblica a Cristo e alla Chiesa Sua Spo-sa, deve essere soppresso, tenuta presen-te l’utilità della Chiesa e dell’Istituto cuiil monastero appartiene» (Co 68).

    Un altro tema importante nell’attualelegislazione per le contemplative è la nor-mativa sulle f e d e ra z i o n i . D’altra parte, in Coro ra n s si legge: «Coscienti che “nessuno co-struisce il futuro isolandosi, né soltantocon le proprie forze, ma riconoscendosinella verità di una comunione che sempresi apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto,all’aiuto reciproco”, abbiate cura di pre-servarvi “dalla malattia dell’autoreferen -zialità” e custodite il valore della comu-nione tra i diversi monasteri come cammi-no che apre al futuro, aggiornando e at-tualizzando in questo modo i valori per-manenti e codificati della vostra autono-mia (VDq 29)». A questo servono precisa-mente le federazioni e le associazioni: as-sicurare la comunione, l’aiuto e la colla-borazione, particolarmente nel campodella formazione, tra i monasteri che lacompongono (cfr. VDq 30).

    La federazione non è una struttura digoverno, come è invece la congregazionemonastica, ma una struttura di comunio-ne tra i monasteri che condividono il me-desimo carisma, e favorisce un camminoche apre al futuro, aggiornando e attua-lizzando i valori permanenti e codificatidell’autonomia (cfr. VDq 29, Co 86). La fe-derazione — a servizio delle comunità fe-derate — ha il compito di promuovere lavita contemplativa nei monasteri che nefanno parte, secondo le esigenze del pro-prio carisma, di garantire l’aiuto nellaformazione permanente e iniziale, di farmaturare l’esperienza di prossimità tra imonasteri a diversi livelli (cfr. Co 86), purnel rispetto e nella custodia della vitacontemplativa. La federazione, quindi, èun organismo finalizzato a favorire la co-munione tra i singoli monasteri, perchéogni comunità sia sempre più fedele a ciòche ha promesso di vivere.

    La federazione non toglie l’autono -mia dei monasteri, rimangono nella con-dizione sui iuris. Infatti solo la Santa Sedepuò concederla (cfr. Co 18) e, se la sottrae,è per l’assenza degli elementi base di unaautonomia reale, o, nel caso, vengano af-filiati ad altri monasteri (Co 54-64). D’al -tra parte, la presidente federale non è, co-me invece è la presidente di una congre-gazione monastica, superiora maggiore(cfr. Co 110), ma una sorella al servizio del-la comunione tra i monasteri e poiché èanche co-visitatrice (cfr. Co 111), insiemeall’ordinario, è anche link con la Civcsvain quanto deve inviare una relazione do-po ogni visita canonica.

    Una novità importante sulle federa-zioni è che tutti i monasteri devono for-mare parte di una federazione (cfr. VDq,art. 9, 1), salvo dispensa che soltanto laSanta Sede può concedere (cfr. Co 93).

    Per quanto riguarda la gestione dellac l a u s u ra , si fa appello alla maturità dellecontemplative. Essa è finalizzata ad evo-care quella cella del cuore in cui ciascuno èchiamato a vivere l’unione con il Signo-re, e a considerarla il luogo della comu-nione spirituale con Dio e il prossimo,dove la limitazione degli spazi e dei con-tatti opera a vantaggio dell’interiorizza -zione dei valori evangelici e della con-templazione (cfr. VDq, 31; Co 162).

    È significativo che nell’istruzione laChiesa riconosca la facoltà della dispen-sa dalla clausura unicamente alla supe-

    riora maggiore, alla quale ne spetta la cu-stodia immediata (Co 173), fino a quindicigiorni e con il consenso del Consiglio pernon più di un anno, sentito il vescovodiocesano o l’ordinario competente (cfr.Co 175-176).

    Una novità rilevante nella nuova legi-slazione è che ogni monastero è chiama-to, tenendo conto della situazione reale edel proprio carisma, a discernere se fan-no opzione per la clausura papale o co-stituzionale (cfr. VDq art. 10, 1; Co 156-2218).

    L’istruzione richiama che la formazioneè il primo elemento da tener presente nel-la rivitalizzazione della vita contemplati-va (cfr. VDq 13-15) e prevede per la forma-zione permanente e iniziale i corsi fede-rali o interfederali (cfr. Co 245). Si consta-ta, infatti, che le giovani che entrano inmonastero, fanno parte della nostra so-cietà e spesso dimostrano una mancanzadi formazione umana e culturale (cfr. Co244) che va, quindi, consolidata, perchési possano inserire con più facilità nellanuova esperienza.

    Tutto ciò sottolinea ancora una voltal’attenzione non solo alle fraternità, maanche alla cura delle singole persone. Èsignificativo che le sorelle candidate allavita monastica vengano accompagnatedalla formatrice e dalla comunità con-templativa, prestando particolare atten-zione alla dimensione umana (cfr. Co266): «Vengono iniziate alla sequela di Cri-sto, secondo un determinato carisma, as-sumendo e integrando progressivamentei loro particolari doni personali con i va-lori autentici e caratteristici della propriavocazione» (Co 250) e sviluppando lapropria personalità, sentendosi vera-mente responsabili della propria crescitaumana, cristiana e carismatica (cfr. Co284).

    Partendo dalla realtà attuale dallaquale provengono le candidate, la forma-zione iniziale deve durare almeno noveanni: uno di aspirantato, uno di postula-to, due di noviziato e 5 di professionetemporanea (cfr. Co 250-289).

    Un tema pressoché inedito per ilmondo delle contemplative si riferisce al-l’uso dei mezzi di comunicazione, consapevolidel loro impatto nella società e nellaChiesa del nostro tempo. Uso gestito,però, con sobrietà e discrezione (cfr. VDq34; Co 168-171), «sapendo coglierne l’es -senziale alla luce di Dio, per portarle nel-la preghiera in sintonia con il cuore diCristo» (Co 171).

    Quanto detto, evidenzia la cura e lasalvaguardia del raccoglimento, per vi-vere sempre in Dio e nel cuore dell’uma -nità, e del silenzio, per poter discernerela voce del Signore tra tante altre. Questacustodia aiuta a ruminare la Parola, adacquisire uno sguardo di fede che per-mette di cogliere la presenza di Dio nellastoria personale e in quella delle sorelle[...] e nelle vicende del mondo (cfr. Co168).

    Da uno sguardo di insieme si nota chela nuova legislazione e particolarmentel’istruzione Cor orans, non sono state ema-nate per codificare scelte standardizzate,ma per aprire dei percorsi per le contem-plative, attraverso i quali la Chiesa nutreverso di loro una grande stima. Se sono ilcuore pulsante della Chiesa, nessuno in-tende fermare ciò che è il motore trainan-te nel popolo di Dio. La Chiesa sente ildovere di accompagnarle affinché la lorovita sia ogni giorno più significativa ep ro f e t i c a .

    *Arcivescovo segretariodella Congregazione per gli istitutidi vita consacratae le società di vita apostolica

    Alla luce della «Fratelli tutti»

    S o ro r i t àclariana

    di TERESA DOMÍNGUEZ BLANCO*

    «F ratelli tutti» è un’e-spressione che cimette in sintoniacon una delle di-mensioni essenziali della forma di vi-ta clariana. Apre l’orizzonte a impor-tanti legami perché mette in gioco laqualità di relazioni strette, accatti-vanti, rispettose, gratuite. Una vitacontemplativa non si capisce senzaquesta dimensione gratuita, che dàsenza aspettare nulla in cambio. Al-l’inizio di questa riflessione mi vienein mente non solo Francesco, a cui ilPapa dice di ispirarsi, ma anche la fi-gura di Chiara di Assisi, donna di re-lazioni interpersonali profonde.Francesco non può essere compresosenza Chiara né Chiara senza Fran-cesco: entrambi sono un riferimentoreciproco per la fraternità; entrambiconiano l’esperienza fraterna a parti-re da un vissuto radicale di amore alfratello. Chiara ci insegna che la piùgrande dignità della persona sta nelsuo essere figlio di Dio e da questaconvinzione rispetta l’unicità di ognisorella, volendo bene a ciascuna co-me il grande sacramento del Fratel-lo. Per Chiara la Sorella è un dono diDio e quindi continuamente nei suoiscritti esorta e incoraggia a prendercicura, proteggere, manifestare este-riormente l’amore che abbiamo inte-riormente. Nella fraternità clariana,le sorelle preferite sono le più fragili(quelle delle periferie) perché in esse si vi-ve e si manifesta il segno della gratui-tà fraterna.

    Queste relazioni nascono dall’a-more per Cristo, un amore che non èsolo di servizio reciproco, ma unamore che fa, forma e plasma la So-rella Povera. Chiara capisce che lacarità, che è Dio, è il legame che uni-sce tutte le sorelle. Queste non sonolegate dal sangue, né dalla carne, enemmeno dall’ideale della santità,ma dal rapporto concreto dell’amo -re che viene da Gesù.

    Il Papa sogna, e vuole che noi, difronte a modi diversi e attuali di eli-minare o ignorare gli altri, siamo ingrado di reagire con un nuovo so-gno di fraternità e di amicizia socia-le che non si limita alle parole. Sitratta di una capacità di amore uni-versale capace di superare pregiudi-zi, barriere storiche o culturali, inte-ressi meschini. Ecco perché è tempodi scoprire le differenze come ric-chezza; solo il cuore che palpita conun solo Signore è quello che, conLui, si raduna attorno a un unicoPadre, che ci rende figli e fratelli.Solo così si apriranno le frontierechiuse di cui parla il Papa, permet-tendoci di uscire dal nostro isola-mento comunitario. Solo dalla vici-nanza e dalla cultura dell’i n c o n t rosorgeranno percorsi di speranza e dirinnovamento, sorgerà una vita incui non prevalgano le lotte dei no-stri “io”, ma uno stesso sentire; sor-gerà una vita in cui la ricerca del be-ne, esperienza avvincente di Chiara,prevalga al di sopra delle nostre in-clinazioni.

    Papa Francesco ci ha più volte in-vitato a costruire una «cultura del-l’incontro» che vada oltre alle dia-lettiche che si oppongono. Si trattadi creare uno stile di vita in cui ledifferenze coesistono completando-si, arricchendosi e illuminandosi avicenda. Si tratta di includere le pe-riferie. Quali periferie? Non quellegeografiche, ma quelle esistenziali,dove si sente come propria la sorella

    che non fa parte del mio mondo diinteressi, dove si dà accoglienza ecalore alle “esuli” del mio cuore odel cuore comunitario. Chiara havoluto una fraternità di sorelleuguali, ha lottato per questo ideale ece lo ha lasciato come eredità.

    Ogni Clarissa incontra una gran-de sfida: rendere credibile la frater-nità. Se una cosa è chiaramente evi-dente nella forma di vita di Chiara èche tutte siamo uguali, non c’è di-stinzione di classi, al di là delle dif-ferenze logiche che derivano dallacondizione di ciascuna; questo rap-porto non si basa sulla rivendicazio-ne di diritti, ma sull’oblatività dellapropria dedizione al servizio.

    Vedo sempre più nelle nostre re-lazioni intracomunitarie che, comemolti altri hanno detto, è molto dipiù quello che ci unisce di quelloche ci separa; è lo Spirito del Signo-re e la sua santa opera Colui che per-mette la comunione al di sopra delledifferenze culturali, sociologiche oideologiche. Anche per noi la pan-demia covid-19 è un invito a ripro-porre i nostri modi di vivere, la no-stra comunione, la nostra coscienzadi famiglia carismatica. Abbiamobisogno le une delle altre e siamo indebito l’una con l’altra. In noi c’è lavocazione a formare una fraternitàcomposta da sorelle che si accolgo-no reciprocamente e si prendonocura l’una dell’altra come madri: «Econ totale fiducia manifesti l’una al-l’altra il proprio bisogno, perché sela madre ama e nutre la figlia carna-le quanto più amorevolmente deveciascuna amare e nutrire la sua so-rella spirituale?» (RCl VIII, 15).

    Con il dialogo si giungerà all’in -contro: «Ammonisco ed esorto nelSignore Gesù Cristo tutte le sorelle,presenti e future, che si studinosempre di imitare la via della santasemplicità, dell’umiltà e della po-vertà» (TestCl 56). L’umiltà, la sem-plicità e la povertà costruiscono fra-ternità; la «superbia, vanagloria, in-vidia, diffamazione e mormorazio-ne» rompono l’unità dell’amore re-ciproco, che è il vincolo della perfe-zione (cfr. RCl X, 6-7).

    In questo mondo massificato,che fa prevalere gli interessi indivi-duali e indebolisce la dimensionecomunitaria dell’esistenza, siamochiamati a essere lampade mediantel’eloquente testimonianza di una vi-ta nell’amore e per l’amore. Il Si-gnore si è posto a noi come esempioe specchio, uno specchio in cui ri-splende la beata povertà, la santaumiltà e la ineffabile carità (4CartCl18).

    Papa Francesco invita tutti noi astare in uscita. Certo ognuno deveessere in uscita secondo il propriocarisma. Credo che oggi più che maisiamo chiamati ad essere quella lo-canda dove chiunque viene accolto,ascoltato, curato. Le nostre case, co-me lo è stato San Damiano, devonoessere luoghi di passaggio dove po-ter offrire, da un semplice bicchiered’acqua a chi ne ha bisogno fino auna mano fraterna che accoglie,ascolta e incoraggia tutte le soffe-renze umane. Tale deve essere la no-stra presenza nella Chiesa, una pre-senza che parla di pace, di fratellan-za, di uguaglianza, di riconciliazio-ne, senza denunciare, senza con-dannare, accogliendo, guarendo,amando e creando comunione.

    *Coordinatrice delle Federazioni spagnolee portoghesi delle Sorelle Clarisse

    Preghiera alla Madre silenziosaMaria silenziosa,che tutto immaginastisenza parlare,oltre ogni visione umana,aiutami ad entrarenel mistero di Cristolentamente e profondamente,come un pellegrino arso di seteentra in una caverna buiaalla cui fine oda un lieve correrd’acqua.Fa ’ che prima di tutto m’ingino cchiad adorare,fa’ che poi tasti la rocciafiducioso,e m’inoltri sereno nel mistero.Fa ’ infine ch’io mi dissetiall’acqua della Parolain silenziocome te.Forse allora, Maria,il segreto del Figlio Crocifissomi si rivelerànella sua immensità senza confinie cadranno immagini e paroleper fare spazio solo all’infinito.

  • L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

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    L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 sabato 21 novembre 2020

    Rapporto dell’Istituto Unicri

    Covid, un’arma nelle manidi estremisti e terroristi

    Al G20 che si apre in Arabia Saudita l’Ue propone un trattato sulle pandemie

    Guterres auspica una ripresainclusiva e sostenibile

    DAL MOND O

    Conclusa la missionedell’Fmi in Argentina

    La missione del Fondo mone-tario internazionale (Fmi) inArgentina, guidata da JulieKozack e Luis Cubeddu e in-caricata di negoziare con il go-verno un piano di ristruttura-zione del debito, si è conclusaieri. L’Fmi ha rivisto al ribassole previsioni di crescita delPaese sudamericano nel 2020.Sono state concordate misuredi aggiustamento dei conti.

    Unasur, Alba e Celac:la Bolivia decide di rientrare

    Il governo della Bolivia ha an-nunciato ieri il suo rientro apieno titolo nell'Unione dellenazioni sudamericane (Una-sur), nell'Alleanza Bolivarianaper le Americhe (Alba) e nellaComunità di stati latinoameri-cani e dei Caraibi (Celac). Èinvece atteso per oggi l'incon-tro, il primo, tra l'ex presidentedella Bolivia, Evo Morales, e ilsuo successore, Luis Arce. L’in-contro dovrebbe tenersi al con-gresso nazionale del Movimen-to al socialismo (Mas) di Mo-rales.

    Brexit: sviluppi positivinei negoziati

    «Senza dubbio dopo settimanedifficili» nei negoziati tra l’Ueed il Regno Unito sullerelazioni future post-Brexit,«negli ultimi giorni abbiamovisto progressi positivi». Que-ste le parole del presidente del-la Commissione Ue, Ursulavon der Leyen nel commentarel’ultimo round dei colloqui.«Ma ci sono ancora alcuni me-tri al traguardo e quindi ancoramolto lavoro da fare».

    Nonostante le pressioni di Trump sui leader repubblicani dello Stato

    Il Michigan conferma la vittoria di BidenWASHINGTON, 21. Altro duro responso perDonald Trump a due settimane dall’an-nuncio da parte di tutti i media statuniten-si della vittoria del candidato democraticoJoe Biden nelle elezioni presidenziali del 3novembre. Ieri alla Casa Bianca Trump haricevuto una rappresentanza dei legislatorirepubblicani del Michigan tra cui il leaderdella maggioranza al Senato Mike Shirkeye il presidente della Camera, Lee Chat-field. Si tratterebbe, secondo alcune fonti,di un’iniziativa assolutamente insolita in-trapresa da Trump per fare pressioni suilegislatori repubblicani del Michigan, incui hanno peraltro la maggioranza ma conun governatore democratico, per sovverti-re l’esito delle elezioni. Shirkey e Chat-field al termine dell’incontro hanno tutta-via diffuso una nota in cui affermano cheonoreranno il risultato del processo eletto-rale dello Stato, che ha visto prevalere JoeBiden.

    «Non siamo stati messi a conoscenza dinessuna informazione in grado di cambia-

    re il risultato elettorale. Seguiremo la leg-ge e il normale processo: il processo di cer-tificazione dovrebbe essere libero da qual-siasi minaccia e intimidazione» si leggenel comunicato, in cui si spiega che non sisono trovate prove di brogli nel Michigan.«Le accuse di comportamento fraudolento— secondo Shirkey e Chatfield — d o v re b -bero essere prese sul serio, indagate a fon-do e, se provate, perseguite nella misuramassima consentita dalla legge. E i candi-dati che ottengono il maggior numero divoti vincono le elezioni e i sedici grandielettori del Michigan. Queste sono sem-plici verità che dovrebbero fornire fiducianelle nostre elezioni».

    Secondo i risultati ufficiali dello spo-glio, Biden ha ottenuto un totale di 306elettori e Trump 232. In questa situazione,per modificare l’esito elettorale al leaderrepubblicano non basterebbe sovvertire ilrisultato del Michigan per autoproclamar-si presidente. Avrebbe bisogno di risultarevincitore in almeno altri due stati.

    di ANNA LISA ANTONUCCI

    Gruppi terroristici, estremistiviolenti ma anche la crimina-lità organizzata stanno cer-cando di approfittare dellapandemia da covid-19 perespandere le loro attività emettere a repentaglio l’effica-cia e la credibilità delle misu-re di risposta del governo.Ma non è tutto, c’è chi pen-sa di usare il virus come ar-ma biologica. È quanto de-nuncia un rapporto dell’Uni-cri, l’Istituto di ricerca inter-regionale delle Nazioni Uni-te sul crimine e la giustizia,dal titolo "Stop the Virus ofMisinformation". I ricercatorihanno rilevato, infatti, che«alcuni gruppi terroristici edestremisti violenti hanno ten-tato di abusare dei social me-dia per incitare potenzialiadepti a trasmettere intenzio-nalmente il virus usandolocome una forma improvvisa-ta di arma biologica».

    Non si tratta dunque piùsolo di fake news, ma di ten-tativi concreti di spingere iterroristi auto-radicalizzati acompiere attacchi reali. Ilrapporto documenta casi incui gruppi di estrema destrahanno esplicitamente chiestoai loro seguaci di diffondereil virus, ad esempio tossendoin luoghi chiusi o laddove siriuniscono minoranze religio-se o razziali. Altri gruppihanno raccomandato la dif-fusione della malattia in Pae-si ad alta densità di popola-zione e con alti livelli di in-quinamento. Un caso degnodi nota di questa tipologia di«terrorismo ispirato», riferi-sce il rapporto, è quello diTimothy Wilson, che avevaorganizzato di far esplodereuna bomba in un ospedaleper pazienti covid a KansasCity. È poi stato ucciso inuna sparatoria con il FederalBureau of Investigation degliStati Uniti nel mese di mar-zo durante il suo arresto.L’uomo era stato attivo sualmeno due canali neonazistisulla piattaforma di socialmedia Telegram, e il suo ul-timo commento online, se-condo quanto riferisce il rap-porto dell’Unicri, era unmessaggio antisemita sull’ori-gine del covid-19.

    Oltre ad analizzare comela criminalità organizzata simuove in rapporto al covid, iricercatori hanno preso inesame gruppi di estrema de-stra e gruppi terroristici lega-ti a Al-Qaeda. La crisi eco-nomica creata dalla pande-mia, riferiscono i ricercatori,ha dato ai gruppi criminalispazio per prendere il con-trollo di imprese e negoziminacciati di fallimento e ilrapporto cita ad esempio ilcaso dei cartelli della drogache cercano di prendere ilcontrollo delle farmacie inquattro stati messicani, e leplurime indagini avviate sulleestorsioni in Italia. I gruppi

    di estrema destra, invece,hanno usato i social mediaper diffondere teorie di co-spirazione e disinformazionesul virus, espandendo le lororeti sfruttando algoritmi cheidentificano persone poten-zialmente simpatizzanti chepossono condividere e tra-smettere le stesse notizie.

    Le teorie del complottosono state le più varie, tracui «l’identificazione del se-gnale del telefono cellulare5G come veicolo per la tra-smissione del virus, o la falsaaffermazione che la pande-mia è stata orchestrata daBill Gates per impiantare mi-crochip negli esseri umani, ol’idea sbagliata che il virussia una bufala e non esista»riferisce il rapporto. Cosa sipuò fare per contrastare ladisinformazione? i ricercatoridell’Unicri hanno identifica-to diversi strumenti tra cuidata science, applicazioni difact-checking e intelligenzaartificiale, ma avvertono chele contromisure tecnologicheda sole non possono fermaregli abusi dei social media.

    Per questo l’Onu si è im-pegnata da subito con cam-pagne di sensibilizzazionesul tema. Oltre alla campa-gna “Pa u s e ” che invitava gliutilizzatori dei social media afermarsi e riflettere prima dicondividere messaggi o postche potrebbero essere nonfondati, che non hanno nullaa che fare con la scienza o larealtà, le Nazioni Unite han-no lanciato un appello a ri-cercatori e medici in tutto ilmondo perché condividanoinformazioni sulla ricerca delvaccino per contrastare lapandemia. La campagnachiamata “Team Halo” riuni-sce una ventina di scienziatiprovenienti da tutto il mon-do che, attraverso i socialnetwork, condividono le loroesperienze e conoscenze.

    Tra gli altri all’appello harisposto Nathan Peiffer-Smadja, Assistente responsa-bile del dipartimento di ma-lattie infettive e tropicali delBichat University Hospitaldi Parigi e ricercatore asso-ciato nel laboratorio Iame diInserm, che ha dichiarato:«C’è un sacco di disinforma-zione su vaccini e trattamen-ti, è una terribile cacofonia»e ciò erode la fiducia nei me-dici e nei ricercatori. La prio-rità, insiste, dovrebbero esse-re le informazioni basate suprove non lo stato della per-sona che parla. Per lui, lascoperta e la disponibilità diun vaccino è l’unica soluzio-ne per fermare la pandemia eraccomanda di iniziare a co-municare sui vaccini ora.«Dobbiamo rassicurare lapopolazione sul fatto chenon saranno prese scorcia-toie, questo vaccino sarà ap-provato secondo i più altistandard, e per quanto ur-gente non bruceremo le tap-p e».

    NEW YORK, 21. L’impatto della pan-demia di covid-19 sull’andamentodell’economia mondiale — con lapeggiore crisi degli ultimi 90 anni — èal centro dell’agenda del vertice didue giorni dei leader del G20, che siapre oggi e che è ospitato virtual-mente dall’Arabia Saudita. «Il miomessaggio ai leader del G20 è sempli-ce: abbiamo bisogno di solidarietà ecooperazione. Servono azioni con-crete ora, specialmente per i più vul-nerabili». Lo ha dichiarato ieri dalPalazzo di Vetro di New York il se-gretario generale delle Nazioni Uni-te, Antonio Guterres, sottolineandocome «non possiamo lasciare che lapandemia di covid porti a una pan-demia di debiti». Alla vigilia delsummit il numero uno dell’Onu haincontrato i giornalisti e ha spiegatoloro come, nella situazione attualesia necessario avanzare su due fronti:«una ripresa che sia inclusiva, e chesia sostenibile, soprattutto intensifi-

    cando l’azione climatica». Per per-mettere questo ha lanciato un «sosper le esigenze dei Paesi in via di svi-luppo, che sono sull'orlo della rovinafinanziaria e dell’escalation di pover-tà, fame e sofferenze indicibili».

    Un effetto domino dei fallimentipotrebbe devastare l’economia glo-bale, ha sentenziato Guterres che hapoi concluso ricordando che «le mi-gliaia di miliardi di dollari necessariper il recupero sono soldi che stiamoprendendo in prestito dalle futuregenerazioni». Di qui il suo punto divista per la ripresa futura, rivolgendoun appello sull’opportunità di tra-sformare il mondo. «Un mondo so-stenibile creerà nuovi posti di lavoro,migliori infrastrutture. Adesso è ilmomento di costruire, cooperare eagire» le sue parole.

    I lavori del summit saranno dun-que incentrati principalmente su al-cune tematiche che questi mesi dipandemia hanno messo in risalto ohanno rischiato di far dimenticare,come ad esempio l’importanza dellariduzione dei gas serra nella lotta aicambiamenti climatici. Si discuteràpoi della possibile riforma dell’O r-ganizzazione mondiale del commer-cio, del futuro del lavoro, delle disu-guaglianze crescenti e delle sfide po-ste dalla trasformazione digitale.L’obiettivo principale sarà ovvia-mente quello di dare una risposta co-mune in chiave anti-covid. Anche esoprattutto in ambito medico-scien-tifico, cercando di eliminare le disu-guaglianze in particolare per gli ac-quisti e la distribuzione globale divaccini, farmaci e test per quei Paesi abasso reddito che non possono soste-nere tali spese. «Le recenti scopertesui vaccini per il coronavirus offronoun barlume di speranza, ma quel rag-gio di speranza deve raggiungere tut-ti. Ciò significa garantire che i vacci-ni siano trattati come un bene pub-blico globale, accessibile e alla porta-ta di tutti, ovunque». ha affermatoGuterres. Al momento le nazioni delG20 hanno stanziato complessiva-

    mente oltre 21 miliardi di dollari percontrastare il virus e portare a termi-ne studi efficaci per curarlo.

    Su questo aspetto si è pronunciataanche l’Unione europea, chiedendodi rafforzare la cooperazione globaleper affrontare nell’imminente futurola pandemia. L’iniziativa più impor-tante proposta è quella di formulareun trattato internazionale sulle pan-demie che permetterebbe di rispon-dere più rapidamente e in modo piùcoordinato. Relativamente al soste-gno alle economie dei Paesi in via disviluppo e a basso reddito, Bruxellesha annunciato di essere favorevolealla sospensione del debito fino ametà 2021 con la possibilità di un’ul-teriore proroga di 6 mesi in seguito.

  • L’OSSERVATORE ROMANOsabato 21 novembre 2020 pagina 5

    Otto morti e trentuno feriti

    Missilisu Kabul

    KABUL, 21. È salito a otto mor-ti e 31 feriti il bilancio provvi-sorio dell’attacco sferrato sta-mane su Kabul. La capitaledell’Afghanistan è stata colpi-ta da un numero ancora im-precisato di razzi — almeno 23— e due esplosioni. Tra le vitti-me anche un dipendente delleforze di sicurezza, mentre altritre sono rimasti feriti. Lo rife-risce il ministero degli Interni,citato dall’emittente Tolo Ne-ws, «Questa mattina terroristihanno lanciato 14 missili sullacittà di Kabul», ha dichiaratoil portavoce del ministero, Ta-riq Arian, spiegando che sonostate colpite aree fortementep ro t e t t e .

    L’attacco al momento non èstato rivendicato da nessungruppo e i talebani hanno ne-gato qualsiasi coinvolgimen-to.

    Dopo le esplosioni provo-cate dalla detonazione di dueordigni improvvisati, in diver-se parti della città, sono statilanciati diversi missili controzone densamente popolatedella capitale e vicino la ZonaVerde, dove hanno sede amba-sciate e aziende internazionali.Le esplosioni sono avvenutenelle aree di Chechel Sutoon eArzaan Qeemat a Kabul. Fotoe video che circolano sul webmostrano edifici danneggiati

    dal forte impatto, con finestrerotte e grossi fori sui muriesterni.

    Secondo le ultime notizie,anche la sede diplomatica del-l’Iran sarebbe stata raggiuntada uno dei razzi che oggi han-no colpito la capitale afghana.Lo scrive la missione diploma-tica su Twitter, specificandoche non ci sono vittime.

    Intanto, il segretario di Sta-to Usa, Mike Pompeo, incon-trerà nelle prossime ore aDoha, in Qatar, i negoziatoriper i talebani e i delegati delgoverno afghano. Gli incontriavverranno separatamente.Pompeo vedrà anche l’e m i rodel Qatar, Tamim bin HamadAl Thani. I colloqui di pacesono però in una fase di stallodopo l’accordo raggiunto il 29febbraio scorso tra Washin-gton e gli insorti. A metà set-tembre sono invece iniziati aDoha i colloqui tra i negozia-tori talebani e i delegati delgoverno di Kabul.

    Proprio all’inizio di questasettimana, il Pentagono ha di-chiarato che presto ritirerà cir-ca 2.000 militari dall’Afghani-stan, accelerando la tempisticastabilita dall’accordo firmato il29 febbraio tra Washington e italebani che prevede un ritirocompleto degli Stati Uniti ametà del 2021.

    Oltre due milioni di bambini necessitano aiuti e l’Onu chiede corridoi umanitari

    Etiopia: non si fermanoi combattimenti nel Tigray

    DAL MOND O

    NEW YORK, 21. Il segretario ge-nerale dell’Onu, António Guter-res, ha chiesto l’apertura di «cor-ridoi umanitari» in Etiopia. «Sia-mo molto preoccupati per la si-tuazione, in particolare per ildrammatico impatto umanitariodi ciò che sta accadendo», hadetto ieri Guterres parlando coni giornalisti al Palazzo di Vetro.«Stiamo facendo tutto il possibi-le per mobilitare il sostegnoumanitario per i rifugiati che so-no già in Sudan, più di 20.000.Abbiamo chiesto il pieno rispettodel diritto internazionale umani-tario, l’apertura di corridoi uma-nitari, e tregue che potrebberoessere necessarie per la fornituradegli aiuti nelle aree di conflit-to».

    I numeri parlano da soli. «Al-l’interno della regione dei Tigray,l’accesso limitato e l'interruzionedelle telecomunicazioni in corsohanno lasciato un numero stima-to di 2,3 milioni di bambini nelbisogno di assistenza umanitariae irraggiungibili», ha spiegatoHenrietta Fore, direttrice genera-le del Fondo dell’Onu. «Circa12.000 bambini, alcuni dei qualisenza genitori o parenti, sono arischio e cercano rifugio nei cam-pi e nei centri di registrazione».

    Molti dei campi di fortuna al-lestiti nel confinante Sudan sonosovraffollati: i rifugiati devonofronteggiare «problemi relativi acondizioni insalubri e limitato

    accesso ad acqua e cibo» diconofonti Onu. Fore ha sollecitato«tutte le parti in guerra a garan-tire l’accesso umanitario, nonchéad astenersi dall’utilizzo di esplo-sivi in aree densamente popola-te». Diverse organizzazioni uma-nitarie, le autorità sudanese e lecomunità locali stanno assisten-do, per quanto possibile, i fug-giaschi, distribuendo cibo e benidi prima necessità, installandopunti d’acqua, montando tende ealtri ripari provvisori. Con il con-tinuo arrivo di nuovi rifugiati, illavoro degli operatori umanitaridiventa sempre più gravoso e dif-ficile.

    Sul piano militare, le forze delFronte Popolare di Liberazionedel Tigray (Tplf), il partito al po-tere nella regione, sono state ac-cusate di aver lanciato razzi con-tro la città di Bahir Dar, nella vi-cina regione di Amhara. Il gover-no regionale dell’Amhara ha rife-rito che i razzi non hanno causa-to danni o vittime. La regione,che ha da tempo in corso una di-sputa sui confini con il Tigray,ha mandato le sue truppe a so-stegno di quelle di Addis Abeba.«Sospetto che i razzi fossero in-dirizzati contro Amhara MassMedia Agency, l’aeroporto e unatorre di telecomunicazioni vici-no» ha detto Gizachew Mulu-neh, un funzionario delle comu-nicazioni locale. La scorsa setti-mana, il Tplf ha lanciato razzicontro Asmara, capitale dellaconfinante Eritrea accusata di so-stenere l’offensiva militare delgoverno federale. Etiopia ed Eri-trea hanno negato le accuse delpartito di governo tigrino.

    Nel Tigray il governo centraleha imposto lo stato di emergenzaper sei mesi. La maggior partedelle vie d’accesso sono bloccate,telecomunicazioni e internet sonostate interrotte, scarseggiano cashe petrolio, e questo rende davve-ro difficile dare una risposta con-creta alle necessità della gente, inparticolare alle persone più vul-nerabili che hanno dovuto ab-bandonare le loro case.

    Il primo ministro etiope, AbiyAhmed, sostiene che le sue trup-pe hanno riportato una serie divittorie e che presto entrerannonel capoluogo del Tigray, Macal-lè, città che conta mezzo milionedi abitanti, è situata su un alto-piano ed è la sede del governo ri-belle presieduto da DebretsionGebremichael, e leader del Tplf.Ieri — stando a fonti di stampalocali — è stata bombardata l’u n i-versità di Macallè. Non ci sononotizie ufficiali su morti e feriti.

    Al momento, i combattimenti sistanno spostando verso il norddel Tigray, dove sono ospitatiquasi centomila profughi eritrei,fuggiti negli anni dalla dittaturadi Asmara.

    Sul piano internazionale, l’a l-lerta è elevata. Tibor Nagy, il re-sponsabile per l’Africa del Di-partimento di stato degli StatiUniti, ha espresso ieri grandepreoccupazione per l’espandersidel conflitto, che potrebbe arri-vare a coinvolgere anche Soma-lia, Sudan e l’Eritrea. Nagy haanche sottolineato che «a questopunto sembra evidente che nes-suna delle parti (governo federa-le e tigrini, ndr) sia interessata auna mediazione». Diciassette se-natori statunitensi hanno inviatouna lettera al segretario di StatoMike Pompeo con la richiesta di

    contattare Ahmed per concorda-re un immediato cessate il fuo-co.

    Le radici di questo conflittosono numerose e complesse. InEtiopia i tigrini hanno dominatola scena politica e militare perquasi trent’anni, fino all’arrivo diAbiy, che ha assunto l’incarico dipremier nell’aprile 2018. Abiy ap-partiene all’etnia oromo. Non èstato eletto, ma nominato dallacoalizione al governo, l’EthiopianPe o p l e ’s Revolutionary Democra-tic Front, dopo le dimissioni delsuo predecessore HailemariamD esalegn.

    L’anno scorso il Tplf, in pole-mica con Abiy, ha lasciato la coa-lizione di governo. I dissensi traAddis Ababa e Macallè si sonopoi intensificati nel settembrescorso, quando il Tigray ha in-detto votazioni regionali contro ilparere del governo centrale.

    Uganda: rilasciato il candidatodell’opp osizione

    Dopo l’uccisione di 37 persone nella capitale ugandese,Kampala, negli scontri di mercoledì e giovedì, è statorilasciato su cauzione l’esponente dell’opp osizione,Bobi Wine. Il candidato alla presidenza nelle elezionidel prossimo 14 gennaio era stato arrestatonei giorni scorsi durante la sua campagna elettoralecon l’accusa di aver violato le misure anti-covid.

    Egitto-Italia: Conte telefona ad Al-Sisiper rafforzare la cooperazione

    Il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giusep-pe Conte, ha avuto ieri una conversazione telefonicacon il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi.Al centro del colloquio il partenariato bilaterale,con particolare riguardo alla cooperazione giudiziaria,e i principali dossier regionali di comuneinteresse, tra i quali gli ultimi sviluppidella situazione in Libia e nel Mediterraneoorientale.

    Guterres propone Mladenovcome nuovo inviato speciale in Libia

    Il bulgaro Nickolay Mladenov potrebbe essere il prossi-mo rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Li-bia. Lo ha proposto il segretario generale dell’Onu, An-tónio Guterres, al Consiglio di sicurezza. Prenderebbeil posto del libanese Ghassan Salamé, che si è dimessoa marzo lasciando il dossier libico nelle mani della suavice alla missione Unsmil, Stephanie Williams.

    A rischio milioni di vite nello YemenL’Onu: agire immediatamente

    «Lo Yemen è in pericolo imminente di affrontare lapeggiore carestia che il mondo abbia visto da decenni.In assenza di un’azione immediata potrebbero essereperse milioni di vite», ha affermato il segretario genera-le dell’Onu, António Guterres. Tra le cause, ha spiega-to, c’è la drastica riduzione dei finanziamenti per leoperazioni di soccorso coordinate dall’Onu nel 2020, ilfallimento nel supportare il sostegno esterno per l’eco-nomia del Paese e l’impatto del conflitto in corso.

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 sabato 21 novembre 2020

    ESTARVia di San Salvi, 12 – 50135 - Firenze

    Bando di gara In esecuzione della Det. 1326 del 15/10/2020 è indetta PA., ai sensi del D.Lgs 50/2016, per la fornitura sessennale di biberon e tettarelle, mastosuttori in noleggio (con relativo materiale di consumo) occorrenti alle aziende sanitarie e ospedaliero-univer-sitarie della RT durata 72 mesi. Quadro Economico € 3.755.036,98 i.e. (CIG 847351127C). Atti di gara su: https://start.toscana.it/estar/. Termine perentorio presentazione offerte: 02/12/2020 ore 18:00. Bando di Gara inviato alla GUUE il giorno 22/10/2020. Per info: [email protected].

    Il Direttore UOC Dispositivi Medici SpecialisticiDr.ssa Donella Racheli

    STAZIONE UNICA APPALTANTE PROVINCIA DI PARMA Avviso

    E’ indetta procedura aperta per l’affidamento dei lavori di miglioramento sismico palestra Istituto Ulivi; importo a base di gara € 609.094,78 di cui € 17.500,00 per oneri di sicurezza. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Termine ultimo per la ricezione delle domande di partecipazione: 12/12/2020 ore 12.00. Modalità e termini di partecipazione sono riportati negli atti di gara reperibili attraverso il SATER sul sito http://intercenter.regione.emilia-romagna.it

    Il Responsabile P.O. S.U.A.Dott.ssa Giordana Pinardi

    ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEAREDirezione Gestione e Finanza - Divisione Affari Contrattuali

    Estratto Bando di gara GE n. 12569 del 30.10.2020CIG: 85035431AD - CUP: F14E19000100005

    Oggetto: Procedura aperta per la fornitura di schede DPCU per modelli QM ed FM del rivelatore HEPD-02 e DPU per modelli QM e FM del rivelatore EFD-02, per Flight Model da installare su Satellite (CSES-02), comprensiva di sviluppo e aggiornamento firmware e software di comando e controllo per il progetto LIMADOU2 per i Laboratori Nazionali di Frascati. Importo a base di gara: € 1.000.000,00 inclusi oneri per l’eliminazione dei rischi da interferenze pari a € 0, IVA non imponibile ai sensi dell’ex art. 8 bis del D.P.R. 26.10.1972 n. 633. Scadenza offerte: 22 dicembre 2020, ore 12:00. I documenti di gara sono disponibili sul sito www.ac.infn.it - Sezione “Bandi ed esiti di gara”.

    IL DIRETTORE Ing. Dino Franciotti

    Un reticolatodi solidarietà

    Un geniomolto suscettibile

    di TULLIA FABIANI

    Basta unire i puntini a volte.Come in quei giochi dove civiene chiesto, ad esempio, diunire i puntini da 1 a 20 perscoprire cosa viene fuori e ve-dere poi una figura che prendecorpo sulla pagina bianca, e cisorprende. Così accade inquesto racconto, dove i puntida unire sono 15 ma potrebbe-ro essere anche molti di più eil disegno che tracciano èquello di un percorso sfaccet-tato le cui tappe sono animatedalla speranza. E dalla fiducianel futuro. Anche se il presen-te è tragico, e proprio perchélo è.

    D isuguaglianza. Per Marti-na Di Pirro, autrice di questo

    libro il cui titolo è un manife-sto, un disegno che svela tantefacce belle e anonime del no-stro Paese, La geografia della spe-ranza. Viaggio nell’Italia che resiste(Torino, Edizioni GruppoAbele, 2020, pagine 176, euro14)), tutto comincia da lì: dalladisuguaglianza, una parola«stantia, pronunciata semprepiù spesso da coloro chela producono», penetra-ta da tempo in modo ca-pillare e invasivo nel tes-suto sociale ed economi-co, tanto da definirlo.L’Italia è un Paese intri-so di disuguaglianze;l’epidemia causata dalcoronavirus le ha ampli-ficate ed estese ma haanche aperto squarci diluce sulle tante realtàche ogni giorno le con-trastano e lavorano, perlo più in silenzio e die-tro le quinte, affinchépovertà, disagio sociale,discriminazione, criminalità,indifferenza, violenza non tro-vino altro spazio.

    Per questo Di Pirro si èmessa in viaggio, da nord asud, incontrando realtà moltodistanti (non solo geografica-mente) e diverse tra loro che«dalla Sicilia al Veneto, hannodato vita a territori più coesi e

    Beethoven icona pop in una elaborazione grafica pubblicata su theconversation.com

    Marc Chagall,«La violinista»(1910)

    PUNTI DI RESISTENZA • «La geografia della speranza»

    inclusivi, tornando a dare va-lore alle aspirazioni fonda-mentali delle persone». Percominciare, la Rete dei Nume-ri Pari, che fa da raccordo apiù di quattrocento associa-zioni che sui territori promuo-vono le buone pratiche sociali.«Ho conosciuto la Rete deiNumeri Pari quando ancoranon si chiamava così — spiegal’autrice — era un progetto cheprendeva virtualmente il testi-mone da una campagna di Li-bera dal nome Miseria Ladra,che aveva l'obiettivo di ridurrela povertà e le diseguaglianzechiedendo, tra le altre cose,agli amministratori locali, alParlamento e al Governo diescludere la spesa sociale dalPatto di stabilità. Sono quasi

    sette anni che ne seguo le evo-luzioni». La Rete lavora perraggiungere tre fondamentaliobiettivi: mettere l’economiaal servizio dei popoli, costrui-re la pace e la giustizia, difen-dere la Madre Terra.

    In ogni tappa del viaggio,da Marsala a Torino, passandoper Crotone, Bari, Napoli,

    Roma, le persone in-contrate e le esperien-ze testimoniate sonoespressione di questasperanza, del corag-gio, della passione ci-vile e dell’imp egnoquotidiano per contri-buire a rendere la vitadi ciascuno, — soprat-tutto quella di chi per imotivi più vari vive si-tuazioni di disagio —una vita migliore. Leattività dell’asso ciazio-ne di volontariato Em-maus di Palermo o delCentro Sociale Sappu-

    si di Marsala, quelle dellaKroton Community o dellaparrocchia San Sabino di Bari,il progetto della fabbrica aper-ta di RiMaflow a Trezzano sulNaviglio o quello delle Fami-glie in Rete a Castel FrancoVeneto — per fare solo riferi-mento ad alcune delle tappe —non sono, come scrive Marco

    Revelli nella postfazione, unasemplice attività «ancillare»ma «un’opera primaria di re-stauro e conservazione dellasfera pubblica e della formademocratica, la forma nobiledel “Politico” come arte dellatessitura sociale».

    In questa tessitura sociale,che lega le aree metropolitanee i centri di provincia, il Nord,il Centro e il Sud, c’è la onlusche gestisce beni confiscati al-le mafie; il centro sociale cheorganizza doposcuola, pale-stre e corsi di musica; un’asso-ciazione che fa incontrare chiha necessità di cibo con chi neha troppo , ma anche un coor-dinamento di docenti che dif-fonde cultura e didattica con-tro le mafie; il polo che acco-glie persone senza fissa dimo-ra e lo stabile occupato che of-fre un tetto a chi non può per-mettersene uno. Alcune realtà,giovanissime; altre con più dicinquant’anni di storia alle

    spalle. «È solo la punta di uniceberg — osserva Di Pirro — le15 realtà raccontate non sononeanche l’uno per cento diquante ne esistono sul territo-rio nazionale. Mi piacerebbemolto raccontarne altre. Sonorealtà costruttive, propositive,che conoscono profondamen-te il territorio in cui operano».E neppure la crisi innescatadall’epidemia le ha fermate.«Il covid aveva già cambiatoalcune delle realtà raccontate.Ma una cosa mi ha stupito —nota l’autrice — e continua astupirmi: sono realtà resilienti.Hanno la forma dell’acqua, siadattano e si reinventano ognivolta che una crisi o una situa-zione le colpisce. Se cambia-no, trovano sempre il mondodi cambiare in meglio».

    La speranza genera futuro.Questo viaggio che ha unitotanti puntini è «la prova evi-dente che la partita non èchiusa» ma appena iniziata; èun’occasione per scoprire l’im-pegno delle tante persone dibuona volontà; capire il lavoronecessario da fare nei territo-ri». E sollecitare la scelta radi-cale cui è chiamata la Politica,distratta «di fronte al drammadi milioni di persone in pover-tà».

    L’idea è chiara — scrive DiPirro — «unire più che mai leforze» perché «le stesse espe-rienze sono possibili in ogniparte del Paese» e «non esisteniente di più rivoluzionario, dipiù vivo, di più audace dellaprepotenza dei colori in mez-zo a vecchi toni di grigio».

    Tutto cominciadal problema

    della disuguaglianza,una parola

    «stantia, pronunciatasempre più spesso

    da coloroche la producono»

    di SAV E R I O SIMONELLI

    Beethoven non amavaesibirsi in pubblicoal pianoforte, machiaramente per ra-gioni di opportunità e percompiacere principi e contiche erano tra i suoi protettori ededicatari delle opere dovevacimentarsi il più delle voltecontrovoglia in questa prassiassai diffusa nei salotti vienne-si dell’ep o ca.

    Eppure le fonti ci riferisco-no di improvvisazioni eccezio-nali, stupefacenti, non tantoper il virtuosismo quanto perla ricchezza di pensiero nelleidee tematiche, nelle modula-zioni, nell’architettura com-plessiva di quello che sembra-va già un pezzo completo. Mac’è ovviamente spazio ancheper delle gustose curiosità.

    Al riguardo le sue biografietramandano alcuni episodiparticolari, grotteschi e para-dossali, di cui furono involon-tari protagonisti altri musici-sti, perfino alcuni dei suoi al-lievi.

    A farne le spese fu ad esem-pio Friedrich Himmel, Kap-pelmeister di Corte a Berlino,cui capitò di incrociare Bee-thoven proprio a Vienna du-rante una serata di alta socie-tà. I presenti chiesero a Bee-thoven di improvvisare qual-cosa e il musicista sebbene ri-luttante accettò e suonò ma-gnificamente. Subito dopo fuBeethoven stesso a chiedere aHimmel, che godeva comun-que di una buona fama, di esi-birsi. Fu un gesto di gentilez-za? Oppure una provocazio-ne? Fatto sta che Himmel simise al pianoforte emoziona-tissimo e accennò anzitutto untema sul quale costruire dellevariazioni.

    Trascorre poco più di unminuto e Beethoven guardan-dolo perplesso gli si rivolgebrutalmente «ebbene, quandovolete cominciare a fare sul se-rio?». Lo dice così, quasi sen-

    za espressione, come fosse ilcommento più normale da fa-re. Himmel ovviamente ci ri-mane malissimo, si alza discatto e lo accusa di essere unvillano. Poi imbocca la porta etra lo sconcerto dei presenti sene va sdegnato.

    Ma una sorte ancora peg-giore toccò a Ferdinand Riesallievo e amico devoto di Bee-thoven, che un pomeriggioaveva ascoltato il Maestro ese-guire l’andante di una sonataper pianoforte appena compo-sta. Uscito di lì in preda a unasorta di eccitazione, va a rac-contarlo al principe Lichno-wsky, buon amico di entrambi.L’aristocratico mentore perònon si accontenta delle parolema gli chiede di accennargli alpianoforte quei passaggi checrede di ricordare. Ries non cipensa due volte e si mette allostrumento. Passano così tuttala serata e anche Lichnowskysi alterna al pianista e finisceper memorizzare qualchespunto. Al mattino seguentepoi escogita quella che a luisembra una gustosa trovata:senza pensarci troppo si recasubito da Beethoven chieden-dogli candidamente se abbiavoglia di ascoltare una suabreve composizione. Il Mae-stro, che non si è svegliato diottimo umore, nicchia e nongli dice un chiaro sì ma lui simette al pianoforte ed esegueproprio un pezzo di quella so-nata. Bastano pochi passaggie Beethoven riconoscendotratti della sua composizionesi infuria e lo caccia via di ca-sa. Ma non solo, da quel gior-no impedirà all’allievo di pre-senziare alle sue improvvisa-zioni.

    L’uomo, che amava i suoiamici però sapeva riconoscerei propri limiti caratteriali. Conla stessa repentinità si sarebbeprodotto in fluviali lettere discuse. «Ma sapete — diceva —quanti pianisti a Vienna sfrut-tano il mio genio copiando lemie cose».

    «Non esiste nientedi più rivoluzionario

    — scrive l’autrice del libroMartina Di Pirro —

    di più vivo, di più audacedella prepotenza

    dei colori in mezzoa vecchi toni di grigio»

    INTERMEZZI BEETHOVENIANI • Epigoni e copie

  • L’OSSERVATORE ROMANOsabato 21 novembre 2020 pagina 7

    Domenica 22 novembre il Giubileo dei passionisti per il 300º anniversario di fondazione

    Contemplare il Crocifissoper crescere nell’a m o re

    di DO N AT E L L A CO A L O VA

    Da tre secoli i passionisti promuovonocon ardore «la devozione e la gratamemoria della passione e morte diGesù Cristo», annunciando e testi-moniando che le sofferenze del Si-gnore, come diceva il fondatorePaolo Francesco Danei (nome di re-ligioso san Paolo della Croce, 1694-1775), «sono la più grande e stupen-da opera del divino amore», «unmare di amore e di dolore», «il mez-zo più efficace per convertire le ani-me anche più perdute», «la stradapiù facile per salvarsi». Oggi pre-senti nei 5 continenti, in 63 Paesi, ireligiosi sono oltre 2.500. Attenti aisegni dei tempi, riconoscono il Cro-cifisso nei tanti crocifissi della sto-ria, ponendosi al servizio degli ulti-mi nelle periferie del mondo, com-battendo il razzismo e l’indifferen -za, promuovendo la cura del creato,vivendo con slancio la missionarie-tà, l’evangelizzazione, l’ap ostolatofra i giovani, nelle parrocchie, nei ri-tiri, nelle case di esercizi spirituali.

    Domenica 22 novembre, la con-gregazione della Passione di GesùCristo apre con gioia il Giubileo.Papa Francesco ha voluto esprimerela sua vicinanza e la sua gioia perquesta data commemorativa. In unmessaggio al superiore generale, ilSanto Padre li ha incoraggiati a«rafforzare il loro impegno per lenecessità dell’umanità».

    A partire dalle 10.30, l’imp ortanteevento può essere seguito in strea-ming sui canali Facebook e Youtube“Passio christi” e sul sito di TV2000.L’anno giubilare terminerà il 1° gen-naio 2022 e ha come tema: «Rinno-vare la nostra missione: gratitudine,profezia, speranza», una frase che faesplicito riferimento ad alcune paro-le scritte dal Papa nella Lettera Aposto-lica del Santo Padre Francesco a tutti i con-

    sacrati (28 novembre 2014): «Guar-dare al passato con gratitudine, vi-vere il presente con passione, ab-bracciare il futuro con speranza».Significativamente, questo tema è lostesso su cui si sono incentrati i lavo-ri del 47° capitolo generale, (6-27 ot-tobre 2018), ed è anche quello su cuisi terrà il prossimo sinodo della con-gregazione, nell’ottobre 2021. «Inquesto modo — sottolineano i pas-sionisti — il Giubileo si pone comeverifica e catalizzatore del camminodi rinnovamento della congregazio-ne». Il Giubileo, che avviene per laprima volta nella storia della con-gregazione, coinvolge naturalmentetutta la Famiglia: le 300 monachepassioniste che nel cuore della Chie-sa irradiano l’amore del Crocifissovivendo in clausura in 28 monasterisparsi in 13 nazioni, alcune congre-gazioni femminili di vita attiva, l’I-stituto delle Missionarie secolaridella Passione e un fiorente movi-mento di laici che condividono il ca-risma passionista, articolati in varierealtà, fra cui gli Amici di Gesù Cro-cifisso, fondati dal compianto padreAlberto Pierangioli.

    «L’Anno Giubilare dichiarato daPapa Francesco commemora il 300°anniversario della fondazione dellacongregazione, con l’apertura dellaPorta Santa nella basilica dei SantiGiovanni e Paolo, a Roma, e la cele-brazione della messa inauguralepresieduta dal segretario di Stato,cardinale Pietro Parolin» scrive atutti i passionisti il superiore gene-rale, padre Joachim Rego. «La con-gregazione, pur avendo le sue origi-ni storiche in Italia, è oggi benedet-ta e arricchita con volti, nazionalità,culture e costumi di oltre 60 nazio-ni. Per questo vi ringrazio per quelloche avete progettato e per tuttoquello che state facendo per celebra-re questo Giubileo con i vostri speci-

    fici colori, simboli e musica, ma an-che ricordando che questo è soprat-tutto un evento di fede che deve ri-volgere la nostra mente e il nostrocuore con gratitudine a Dio per lesue benedizioni, con un atteggia-mento di preghiera in ascolto delloSpirito ora, e con una fiducia riccadi speranza per avanzare senza ti-more nel futuro di Dio».

    La preparazione al Giubileo èiniziata per tempo. Il 15 febbraio2017 padre Rego ha nominato lacommissione per il terzo centenariodi fondazione della congregazione.La consegna del consiglio generaleai sei membri della commissione èstata: «Non progetti commemorati-vi consistenti in costruzioni, statue,targhe, ma iniziative per migliorarela vita spirituale, apostolica e cultu-rale dei confratelli e di tutta la fami-glia passionista». La commissioneha proposto di trasformare il terzocentenario in un anno santo o Giu-bileo, di coinvolgere fin dall’iniziola congregazione indicendo un con-corso per il disegno del logo delGiubileo, di chiedere agli esperti dimusica della Famiglia passionista dicomporre degli inni per l’evento, dipreparare un’icona giubilare. La ri-sposta è stata generosa: sono giunti30 disegni per il logo e ben 17 nuoviinni. L’icona, ricca di profondi si-gnificati teologici, è stata dipinta daun iconografo greco, Loukas Sero-glou. La parte centrale raffigura laVergine e san Paolo della Croce inardente contemplazione del Croci-fisso e mostra la vittoria dell’a m o resul male, il rifiorire della vita dopoogni tempesta. Nelle antiporte, a si-nistra e a destra, due angeli innalza-no gli strumenti della Passione,mentre alcuni santi passionisti an-nunciano la scientia crucis: sono unavergine laica, santa Gemma Galga-ni; un umile confratello, il beato Isi-

    doro De Loor; un apostolo dell’ecu -menismo, il beato Domenico Bar-beri; un modello per i giovani, sanGabriele dell’Addolorata. Il 18 otto-bre 2018, durante i primi vespri dellasolennità di san Paolo della Croce,nella basilica romana dei Santi Gio-vanni e Paolo, il superiore generaleha intronizzato e benedetto l’iconadel Giubileo, davanti a tutti i parte-cipanti al 47° capitolo generale. Il 21novembre 2018 l’icona è stata porta-ta al Monte Argentario, nel proto ri-tiro della congregazione, in coinci-denza con un evento festoso e bene-augurante: la vestizione di 5 novizi.Da allora l’icona sta girando in tuttele comunità passioniste, con un ric-co calendario di appuntamenti chetermineranno solo con la fine delGiubileo. Per vivere intensamentequesto periodo è anche stata creata

    un’apposita rivista, «Jubilaeum»,ricca di preziosi sussidi formativi.Molto bella anche la preghiera perl’anno giubilare e il docu-film su sanPaolo della Croce, girato dalla regi-sta Elisabetta Valgiusti.

    «Il Giubileo è un’occasione checi viene offerta per approfondire eriappropriarsi dell’essenza del cari-sma — sottolineano i passionisti —interrogarsi su cosa chiede oggi ilpopolo cristiano a un passionista; ri-flettere sulle modalità per annuncia-re e testimoniare la Memoria passionisin forme attuali, credibili, incisive;rinnovare la nostra vita comunitariae la nostra missione; interrogarsi suimotivi della crisi vocazionale; darenuova vitalità, fecondità, capacità diattrazione alla Congregazione».

    Lungo l’anno giubilare a Romasono in programma nel 2021 alcunieventi: 9-18 agosto incontro dei gio-vani passionisti; 21-24 settembre allaPontificia Università Lateranensecongresso internazionale sul tema:«La sapienza della Croce in unmondo plurale»; 18-22 ottobre in-contro dei vescovi passionisti du-rante il sinodo della congregazione;1-22 novembre incontro dei forma-tori passionisti.

    La Penitenzieria apostolica haconcesso l’indulgenza plenaria allesolite condizioni (confessione sacra-mentale, comunione eucaristica epreghiera secondo le intenzioni delPapa) a tutti i cristiani che parteci-pano al Giubileo. Dal 22 novembre2020 al 1° gennaio 2022 l’indulgenzapuò essere lucrata ogni giorno in 4località strettamente legate alla vitadi san Paolo della Croce (la casa na-tale ad Ovada; il convento dellaPresentazione della Beata VergineMaria, sul Monte Argentario; il con-vento di Sant’Angelo a Vetralla; ilconvento dei santi Giovanni e Paoloa Roma); oppure anche in circostan-ze speciali previste durante l’annogiubilare in tutti i conventi e mona-steri passionisti. «Gli anziani, gli in-fermi e tutti coloro che per gravemotivo non possono uscire da casa— sottolinea il decreto della Peniten-zieria apostolica — potranno ugual-mente lucrare l’indulgenza plenariadecidendo il distacco da ogni pecca-to e con l’intenzione di adempierequanto prima le solite tre condizio-ni, se hanno spiritualmente parteci-pato alle celebrazioni giubilari,avendo offerto al Signore misericor-dioso le loro preghiere e sofferenze ei disagi della propria vita».

    Così l’anno giubilare offre a tuttil’invito a contemplare il SignoreCrocefisso per crescere nell’a m o re .

    Nel 1720 l’inizio della vita religiosa di Paolo Francesco Danei

    Quel giovane è davvero afferrato da Dio

    V enerdì, 22 novembre 1720:alle 15, proprio nell’ora incui Gesù morì sulla croce,nella cappella privata del-l’episcopio, il vescovo di Alessan-

    dria, monsignor Francesco Alboriodi Gattinara (1658-1743), benediceuna tunica nera e, commosso finoalle lacrime, con essa riveste un gio-vane, Paolo Francesco Danei. L’an-

    ziano presule, na-to in una famiglianobile, entrato a16 anni nella con-gregazione deiChierici regolaridi san Paolo (bar-nabiti) uomo distudio e di pre-ghiera, profonda-mente caritatevolee buono, ha rico-nosciuto nel belragazzo ora in gi-nocchio davanti alui l’inconfondibi-le impronta delloSpirito Santo.Non succede tuttii giorni a un ve-scovo di incontra-re un giovane chevuol darsi «ad unavita penitente conaltissima povertà»e che si sentechiamato ad «adu-nar compagni», afondare una con-gregazione. Per es-sere sicuro di ve-

    derci chiaro il vescovo ha anchechiesto il parere di un cappuccinomolto bravo nel discernimento spi-rituale, padre Colombano da Geno-va. La risposta è stata positiva.Quel giovane è davvero afferrato daD io.

    Paolo è cresciuto in una fervorosafamiglia cristiana. Soprattutto lamamma, Anna Maria Massari, halasciato nel suo cuore un’i m p ro n t aindelebile, insegnandogli ad amaregià da bambino Gesù Crocifisso. Ilgiovane ha mostrato una vivace in-telligenza e una tenace memorianello studio; ha aiutato volentieri ilpadre nella sua attività di mercante.Ha anche pensato di darsi alla vitamilitare per rispondere all’invito diClemente XI che nel 1715 ha chiestodi portare un aiuto a Venezia nellaguerra contro i turchi. Ma poi Pao-lo, trovandosi a Crema per l’a r ru o -lamento, entrato in una chiesa perpartecipare all’adorazione eucaristi-ca, il 20 febbraio 1716, ha capito cheDio lo vuole altrove. Anzi, ha capi-to che Dio vuole lui. E tutte le sueforze, tutta la sua vita. Dio conti-nua a bussare alla porta del suocuore con dolce insistenza, lo sedu-ce con i fiumi d’amore che sgorga-no dal costato del Crocifisso. Dio èla luce accecante che già nel 1713,durante un’omelia del suo parroco,all’improvviso, gli ha mostrato tutti

    i suoi difetti, anche le più lievi om-bre di peccato, donandogli una per-fetta contrizione, con un’esp erienzaintensa di “conversione”. Capiteràlo stesso anche a santa Gemma Gal-gani, poco prima di ricevere le stim-mate. Dio è Colui che gli indica lavia, in un radioso giorno d’estate,nel 1720: «In giorno feriale — scrive-rà — feci indegnamente la S. Comu-nione nella chiesa dei PP. Cappuc-cini del Castellazzo, e mi ricordoche fui molto raccolto, dopo mipartii per andarmene a casa e per lastrada andavo raccolto come in ora-zione. Quando fui in una strada pervoltare verso casa, fui elevato inDio con altissimo raccoglimento,con scordamento di tutto e grandis-sima soavità interiore. In questotempo mi vidi vestito di nero sino aterra, con una croce bianca in pettoe sotto la croce avevo scritto il No-me SS. di Gesù in lettere bianche,ed in questo istante mi sentii direqueste parole: “È questo in segno diquanto debba esser puro e candidoquel cuore che deve portare scolpitoil Nome SS. di Gesù”. Io vedendoe sentendo ciò, mi posi a piangere,e poi cessò. Di lì a poco tempo vidiin ispirito a porgermi la santa toni-ca con il Nome SS. di Gesù e lacroce tutta bianca, a riserva la toni-ca nera; ed io con giubilo di cuorel'abbracciavo...». (donatella coalova)

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 sabato 21 novembre 2020

    Per la cura della casa comunePer la cura della casa comune

    Perché Gesù non è separabile dalla Creazione

    È (anche) una questionedi sguardi

    Storia del filosofo Knox Peden, ex presbiteriano, ora Animatore Laudato si’

    Dagli incendi in Australia al folgorante incontro con il movimento cattolico per il clima

    di MICHELE GIULIOMASCIARELLI

    Fortunatamente, la “teologia dellac re a z i o n e ”, da alcuni anni, cominciaa riaversi e a ricostruire dentro di séun forte tirante cristologico. Inte-ressante è che questa rinascita della“teologia delle cose create” non ècostruita in un’ottica introversa, main un’intelligente apertura a stellaverso stelle di natura teologica diprima grandezza (dimensione trini-taria, cristologica), ma costruendosicon contributi di conoscenza e di sa-pienza provenienti dalle scienzedella natura, dall’etica ecologica,dal dialogo interculturale (peresempio nei confronti dell’I-slam) (cfr. M. Kehel, «E Dio vide cheera cosa buona». Una teologia della creazio-ne, Queriniana, Brescia 2009; J.Moltmann, Il futuro della creazione,Queriniana, Brescia 19932).

    È assai importante che la teologiaoggi sia pensata dentro un vastoorizzonte ecologico. Questo avvie-ne alla luce di una solida teologia bi-blica che apre la strada a una raffina-ta riflessione teologica. Così Ch.Boureux propone organicamenteuna lettura della creazione in pro-spettiva ecologica e che si preoccu-pa non solo della creazione oggi, madella sua sorte futura, segno che citroviamo verso una ripresa seria deltema creazionale (cfr. Dio è anche giar-

    diniere. La creazione come ecologia compiu-ta, Queriniana, Brescia 2018; cfr. an-che J. Moltmann, Dio nella creazione.Dottrina ecologica della creazione, Queri-niana, Brescia 20194).

    Si aspetta che venga recuperataall’interno dell’evento della creazio-ne la mediazione di Cristo. Questopotrà accadere se, in terra cristiana,si concepirà l’ecologia integrale nonsolo in dimensione orizzontale, maanche in direzione verticale, cioè tri-nitaria e cristologica.

    Gesù non è separabiledalla creazione

    La creazione è opera anche delCristo. Nella “teologia della storia”importante è stato il ruolo di Gesù:egli vi era concepito come il sensostesso della storia, come colui che hadecifrato il significato del temporiempiendolo di fermenti salvifici,anzi rendendolo lui stesso, in mododefinitivo, “storia della salvezza”.Ma ha eguale importanza Cristo ri-spetto alla creazione? La risposta èpositiva, anche se sia cresciuto unforte oblio in teologia sul rapportoCristo-creazione. Il Novecento teo-logico, ad esempio, ha conosciutoun duro taglio fra natura e grazia,fra la natura e quanto la sovrasta e,inoltre, come se la “storia della sal-vezza” avesse diversi o opposti sog-getti maggiori: al Padre veniva rife-rita la creazione, al Figlio la salvez-

    za, allo Spirito la santificazione.Le conseguenze di una simile le-

    gittima appropriazione, gestita peròin modo assai rigido e grezzo, sonostate delle fratture terribili all’inter -no del discorso teologico che, peressere davvero possibile e fecondo,doveva rimanere uno e unitario.Dunque, la creazione ha visto pur-troppo eclissata l’opera del Figlio,nonostante che «tutte le cose sonostate fatte per mezzo di lui (la Paro-la), e senza di lui nessuna delle cosefatte è stata fatta» (Gv 1, 3) e nonconsiderando che «in lui sono statecreate tutte le cose, quelle che sononei cieli e quelle che sono sulla terra,le cose visibili e quelle invisibili»(Col 1, 16). Se concentriamo l’interacreazione nella parola “vita” (cosapossibile e congrua), risulterà subi-to chiaro vedere quanto il Cristo siaad essa legata: vita umana (creazio-ne) e vita eterna (glorificazione) nel-la visione cristiana dipendono es-senzialmente dalla sua opera di Sal-vatore: egli è «la Vita» (Gv 14, 1-6).

    Gesù usa sapientementelo sguardo in tre direzioniGesù ammirava la natura con il suosguardo appassionato e commossoricordando ad ogni istante che «tut-to è stato fatto per mezzo di lui e perlui» (Col 1, 16). Perciò, Gesù, parten-do dalla natura elevava gli occhi alPadre e al Regno, mentre invitava i

    discepoli a cogliere nelle cose unmessaggio divino e insegnava anchea noi, discepoli di oggi, ad accostar-ci alla creazione col suo stessosguardo: «Alzate i vostri occhi eguardate i campi, che già biondeg-giano per la mietitura» (Gv 4, 35).Gesù ha impostato la sua azionemessianica molto sullo sguardo, cheha usato in tanti modi: gli occhi diGesù dovevano essere davvero in-cantevoli, penetranti, ammalianti,sol se considerassimo la straordina-ria frequenza con cui gli evangelisti,soprattutto Marco, lo pongono inrilievo. Gesù usava:

    — lo sguardo attorno: per invitareal raccoglimento prima della predi-cazione (cfr. Lc 6, 20); per manife-stare affetto e comunione con i di-

    scepoli (cfr. Mc 3, 34); per prepararegli uditori della Parola ad accoglieregli insegnamenti più impegnativi esorprendenti (cfr. Mc 10, 23-25); perinsegnare e ammonire tacendo:«Entrò a Gerusalemme nel tempio.E dopo aver guardato ogni cosa at-torno… uscì con i Dodici diretto aBetania» (cfr. Mc 11, 11; e 3, 5)

    — lo sguardo in alto: per pregareil Padre (cfr. Mc 6, 41; 7, 34); per avvi-sare il peccatore (Zaccheo) che staper visitarlo a casa sua (cfr. Lc 19, 5)

    — lo sguardo dentro: per leggerenell’intimo delle persone quandovuole imprimere in esse verità inso-lite (cfr. Mc 10, 27; e 20, 17-18); al gio-vane ricco: «lo guardò dentro e loamò» (Mc 10, 21); a Pietro, quando,«fissando lo sguardo su di lui», gli

    di GIADA AQUILINO

    Un percorso di conversio-ne al cattolicesimo chepassa anche e soprattuttoper la cura della casa co-mune. È quello intrapreso da KnoxPeden, texano di Dallas trasferitosiin Australia nel 2011. Grazie agli in-segnamenti di Papa Francesco e al-l’enciclica Laudato si’, ha posto alcentro della propria esperienzaumana e professionale il rapportocon la creazione. «Ho preso moltoa cuore la chiamata a una conver-sione ecologica, che — spiega a Va-tican News — mi sembra il messag-gio chiave dell’enciclica, fondata sulconcetto di ecologia integrale», leg-gendola come attenzione alla «natu-ra integrale della nostra comunità,della nostra famiglia e della nostrasocietà». Il Pontefice, afferma, «ciesorta ad allargare i concetti di “re -lazione” e “comunione” all’interacreazione, a realizzare che la nostravita si fonda sulle relazioni”, “consi-ste di relazioni, con una responsabi-lità” a mantenerle vive: «di queste —ritiene Peden — la più importante èquella con la nostra casa comune suquesta Terra».

    L’esperienza degli AnimatoriLaudato si’

    Storico e filosofo, docente di Stu-di sull’Illuminismo europeo allaUniversity of Queensland, KnoxPeden è uno degli oltre 10 mila Ani-matori Laudato si’ formati in tuttoil mondo dal Movimento cat