STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE RAS

Regione Sardegna Comune Quartu S.Elena Città Metropolitana di Cagliari

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA VIA PER L' ISTANZA DI VARIANTE

SOSTANZIALE ALLA DETERMINA 132/2012 e ssmmii RILASCIATA DALLA

PROVINCIA DI CAGLIARI IN DATA 12.10.2012 AI SENSI DELL'ART.208

D.LGS. 152/06

All.2

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

Delibera RAS 34/33 del 2012

Proponente Tecnico

Dott. Giorgio Rustichelli

Amministratore unico Sig.ra Luisella Cardia

Emissione Giugno 2017

Numero pagine

Formato

Revisione

Del

43

A4

2

21/06/2017

VARIANTE SOSTANZIALE DET. 132/2012 PROMISA SRL ‐ LOC. GANNÌ QUARTU S.ELENA (CA) Studio preliminare ambientale ‐ Giugno 2017

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Indice1 PREMESSA ........................................................................................................................................ 4

1.1 Variante sostanziale e normativa regionale .............................................................................. 4

2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO .......................................................................................... 5

2.1 Inquadramento territoriale ....................................................................................................... 5

2.2 Piano Paesaggistico Regionale ................................................................................................... 6

2.3 Vincoli storici ‐ archeologici ed ambientali ................................................................................ 8

2.4 Piano Regionale Gestione Rifiuti ............................................................................................... 9

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE .............................................................................................. 11

3.1 Generalità ................................................................................................................................ 11

3.2 Attuali attività autorizzate CER in ingresso e flussi in uscita ................................................... 12

3.3 Variante sostanziale CER ritirabili e flussi in uscita ................................................................. 14

3.4 Descrizione delle opere da realizzarsi per la variante proposta .............................................. 16

3.5 Descrizione del ciclo produttivo nella variante proposta ........................................................ 19

3.6 Gestione delle acque per la variante sostanziale .................................................................... 20

3.7 Emissioni in atmosfera ............................................................................................................ 21

4 Quadro di riferimento ambientale .............................................................................................. 21

4.1 Atmosfera e caratteristiche climatiche ................................................................................... 21

4.2 Suolo e sottosuolo ................................................................................................................... 23

4.2.1 Geologia ........................................................................................................................... 23

4.2.2 Geomorfologia ................................................................................................................. 25

4.2.3 Uso del suolo ................................................................................................................... 26

4.2.4 Geotecnica ....................................................................................................................... 27

4.2.5 Idrogeologia ..................................................................................................................... 31

4.3 Flora e fauna ............................................................................................................................ 32

4.4 Salute pubblica ........................................................................................................................ 32

5 STIMA DEGLI IMPATTI ........................................................................................................................ 33

5.1 Atmosfera ................................................................................................................................ 33

5.2 Suolo e sottosuolo ................................................................................................................... 33


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5.3 Acque ....................................................................................................................................... 33

5.4 Rumore e vibrazioni ................................................................................................................. 34

5.5 Flora e fauna ............................................................................................................................ 35

5.6 Salute pubblica ........................................................................................................................ 36

5.7 Traffico veicolare ..................................................................................................................... 36

6 CONCLUSIONI E CHECK‐LIST ALL.B2 DELIBERA 34/33 DEL 2012 .............................................................. 36

6.1 Dimensioni del progetto .......................................................................................................... 36

6.2 Cumulo con altri progetti ........................................................................................................ 37

6.3 Utilizzo di risorse naturali ........................................................................................................ 38

6.4 Produzione di rifiuti ................................................................................................................. 38

6.5 Inquinamento e disturbi ambientali ........................................................................................ 38

6.6 Rischio di incidenti ................................................................................................................... 41

6.7 Localizzazione del progetto ..................................................................................................... 42

6.8 Considerazioni finali ................................................................................................................ 42


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1 PREMESSA

La società PRO.MI.SA. Srl, con sede in Via Venezia, 21 ‐ 09045 Quartu S. Elena (CA), si è costituita in

data 27/05/1991 e si è iscritta al Registro delle Imprese in data 22/07/1991.

Dal 21/08/1991 è iscritta nella sezione Ordinaria della Camera di Commercio di Cagliari con il n.

02015910926 Numero REA CA ‐ 156862.

Nel sito, sulla base della Determina 132 rilasciata dalla Provincia di Cagliari in data 12.10.2012, ai

sensi dell'art. 208 del D.Lgs. 152/06 (All.3) come modificata con nulla osta prot. n. 104693 del 10/12/2013

della Provincia di Cagliari, si svolge l'attività di trattamento dei rifiuti ligneo cellulosici, per la produzione di

rifiuti cessati ai sensi dell'art. 184ter del D.Lgs. 152/06, oltre ad una linea di trattamento degli imballaggi in

legno per la produzione di un rifiuto da destinarsi al recupero nell'industria del legno.

In particolare la Determina 132 rilasciata dalla Provincia di Cagliari in data 12.10.2012, ai sensi

dell'art. 208 del D.Lgs. 152/06 ha autorizzato le seguenti realizzazioni suddivise in tre lotti successivi:

Con nota assunta al protocollo della Provincia di Cagliari n.58976 del 22.12.2015, la Società ha

comunicato la conclusione dei lavori relativi al Lotto 2, come successivamente verificato dai tecnici

dell'Amministrazione Provinciale, a seguito di sopralluogo effettuato in data 17.02.2016.

La Provincia di Cagliari in data 30.05.2016 (Reg.Uff. U.0023675) ha comunicato alla Società

l'accettazione delle garanzie finanziarie a copertura degli obblighi derivanti dalla gestione dell'impianto di

compostaggio nella configurazione relativa al secondo lotto, per il periodo dal 22.12.2015 al 14.12.2019.

Con Nulla Osta di cui al Registro Ufficiale n.8949 del 28/03/2017 la Città Metropolitana di Cagliari ha

autorizzato la società a ritirare il rifiuto con codice CER 19 12 12 per essere avviato a recupero nella linea 1

di trattamento dei rifiuti ligneocellulosici.

1.1 Variante sostanziale e normativa regionale

Per rispondere alle esigenze di mercato, la società formula istanza di variante sostanziale al

provvedimento autorizzativo sopra citato consistente nella modifica del 3° Lotto per permettere la


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realizzazione di strutture idonee a ricevere, cernire e mettere in riserva, rifiuti speciali ed urbani non

pericolosi meglio specificati di seguito.

Ai sensi della Delibera RAS 14‐32/2012 "Linee guida per i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni

alla realizzazione e gestione degli impianti di gestione rifiuti con procedura ordinaria", sono ritenute varianti

non sostanziali, tra le altre, le integrazioni di codici CER di rifiuti non pericolosi aventi caratteristiche

merceologiche simili a quelle dei rifiuti già trattati/stoccati.

I rifiuti ingombranti di cui si chiederà autorizzazione al ritiro, non hanno caratteristiche

merceologiche simili a quelli attualmente autorizzati e pertanto, per esclusione, la variante proposta si

configura come sostanziale.

In tale contesto, pertanto, si sviluppa il presente Studio Preliminare Ambientale, per analizzare e

confrontare gli impatti relativi all'attività per cui si chiede autorizzazione rispetto a quelli già autorizzati per

il 3°Lotto.

2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

2.1 Inquadramento territoriale

Con riferimento all’ambito regionale il sito si ubica in corrispondenza della costa meridionale

dell’Isola ad est del capoluogo Cagliari ed all’estremità sud‐orientale del Campidano di Cagliari.

Nel dettaglio il sito ricade in località Ganny‐Sedda Is Ammostus nel Comune di Quartu S.E. (CA) in

corrispondenza del termine della Strada Vicinale di S. Gaetano, collegante con la S.P.96 – Viale

dell’Autonomia Regionale Sarda.


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Figura 1: Stralcio topografico dell’area interessata.

A grande scala, il territorio interessato da tale analisi ambientale, è delimitato a sud dalla porzione di

Golfo di Cagliari di competenza del Comune di Quartu S.Elena rappresentato dal tratto di spiaggia del

Poetto fino ai confini con i territori costieri dei comuni di Maracalagonis, Sinnai e Villasimius; a ovest è

delimitata dall’agglomerato urbano costituito dalle città di Cagliari, Monserrato, Selargius, Quartucciu e

Quartu S. Elena; a nord e nord est dai centri abitati di Maracalagonis, Settimo S. Pietro e Sinnai oltre i quali

si estende la pianura del Campidano.

2.2 Piano Paesaggistico Regionale

La Giunta Regionale con Deliberazione n. 39/1 del 10 ottobre 2014 ha revocato la D.G.R. n.45/2 del

25 ottobre 2013, concernente l’approvazione preliminare del Piano Paesaggistico della Sardegna. Il

provvedimento fa seguito alla D.G.R n. 10/20 del del 28 marzo 2014 con cui era stata annullata la

Deliberazione n. 6/18 del 14.2.2014 di approvazione definitiva dell’aggiornamento e revisione PPR. Con la

revoca del Pps 2013 si torna alle norme di attuazione del 2006 integrate dall'aggiornamento del repertorio

del Mosaico 2014.

Con il provvedimento del 10 ottobre 2014 la Giunta revoca definitivamente l’aggiornamento e

revisione del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna, primo ambito omogeneo costiero, approvato

con la Delib.G.R. n. 36/7 del 5 settembre 2006.

Il PPR ha lo scopo di:

a) preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità ambientale,

storica, culturale e insediativa del territorio;


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b) proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità;

c) assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di

conservarne e migliorarne le qualità.

Di conseguenza Il Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, approvato con Decreto del Presidente

della Regione n. 82 del 7 settembre 2006, costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per gli atti

di programmazione e di pianificazione regionale, provinciale e locale e per lo sviluppo sostenibile.

Dal punto di vista insediativo l’areale ricade nella perimetrazione di cui all’art. 96 97 e 98 delle NTA

dello stesso PPR:

Art. 96 ‐ Aree estrattive (cave e miniere). Definizione

1. Le aree estrattive sono quelle interessate da miniere in attività per la coltivazione e lavorazione di

minerali di 1° categoria (minerali di interesse nazionale) e da cave per la coltivazione di materiali di 2°

categoria (inerti per il settore delle costruzioni, per uso industriale locale e rocce ornamentali quali marmi e

graniti).

Art. 97 ‐ Aree estrattive (cave e miniere). Prescrizioni

1. Nelle aree estrattive di cui all’art. 96 è fatto obbligo di presentare progetti corredati da piani di

sostenibilità delle attività, giustificativi delle esigenze di mercato, di mitigazione degli impatti durante

l’esercizio e contenenti i piani di riqualificazione d’uso delle aree estrattive correlati al programma di durata

dell’attività di estrazione, accompagnati da idonea garanzia fideiussoria commisurata al costo del

programma di recupero ambientale.

Art. 98 ‐ Aree estrattive (cave e miniere). Indirizzi

1. Nelle aree estrattive di cui all’art. 96 le Autorità competenti si conformano ai seguenti indirizzi:

a) predisposizione di piani per lo sviluppo sostenibile del settore e per la riqualificazione e il recupero

delle aree già degradate da pregresse attività di cava e miniera, anche attraverso pratiche quali audit e

certificazione ambientale;

b) predisposizione di linee guida per l’impiego di buone pratiche di coltivazione finalizzate a contenere

gli impatti ambientali.

In riferimento agli Ambiti di Paesaggio l’areale ricade all’interno dell’ambito di paesaggio costiero

n.27 – Golfo Orientale di Cagliari; il relativo Piano d’Ambito prevede l’interconnessione del sistema

montano dei Sette Fratelli ed il sistema costiero nella prospettiva di costruire un progetto paesaggistico

unitario per i territori costieri.

L’analisi delle linee previste dallo strumento pianificatorio evidenzia come il progetto non contrasti

con quanto prescritto dalle NTA, anche a seguito dell’Intesa ai sensi dell’art.11 comma 3, siglata in data

4.12.2008 siglata tra l’Amministrazione Regionale, la Provincia di Cagliari ed il Comune di Quartu S.Elena.


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Figura 2: Stralcio PPR con ubicazione del sito. Il tratteggio indica area art.96 NTA.

Con Delibera della RAS n. 55/16 del 2009 è stato prescritto al Comune di Quartu S. Elena di recepire

nello strumento urbanistico comunale vigente, ai sensi della L.R. 45/89 “Norme per l’uso e la tutela del

territorio regionale”, la destinazione urbanistica pertinente con l’attività gestione di rifiuti.

2.3 Vincoli storici ‐ archeologici ed ambientali

La carta dei vincoli che si riporta in allegato (T1), mette in evidenza lo stato dei vincoli che riguarda

l’area in esame, ubicata in Comune di Quartu S’Elena e che corrisponde alla ex area estrattiva Is Ammostus

(individuata nel PRAE con 485_C) della ditta PROMISA ora adibita a discarica. Nella suddetta carta in scala

1:25.000 è stata inoltre indicata un’area di indagine di circa 500 m. I livelli informativi inseriti sono stati

presi da quelli forniti sul sito tematico della Regione Autonoma della Sardegna “Geoportale”.

Aree naturali protette, di cui alla L. 06.12.1991, n. 394

• Parchi, riserve, monumenti naturali, aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale di cui

alla L.R. 06.07.1989, n.31

• Aree di cui alle Direttive 92/43/CEE (SIC) e 79/409/CEE (ZPS)

• Aree di cui alla L.R. 29 luglio 1998, n.23 (Oasi)

• Fasce di rispetto dai corsi d’acqua, dai laghi e dalla costa marina, ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio

2004, n. 42 (Codice dei beni culturali)

• Boschi tutelati ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42

• Zone vincolate ai sensi dell’art. 136 e 142 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (ex Leggi n. 1497/39 e n.

1089/39 ora abrogate)

• Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar di cui al D.P.R.

13.03.1976, n. 448

• Zone marine di tutela biologica ai sensi della L. 14.07.1965, n. 963

• Zone marine di ripopolamento ai sensi della L. 41/82


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• Zone di vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n. 3267/23

• Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche

• Zone vincolate agli usi militari

• Zone di rispetto di infrastrutture (strade, oleodotti, cimiteri, etc.)

• Zone classificate “H” (di rispetto paesaggistico, ambientale, morfologico, etc.) dagli strumenti

urbanistici comunali

• Altri vincoli ai sensi del Piano Paesaggistico Regionale (PPR)

• Vincolistica ai sensi del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)

• Area ricadente all’interno di un sito contaminato o potenzialmente contaminato ai termini del

D.Lgs

152\06 e s.m.i.

• Inserimento dell’intervento in aree inondabili o a rischio di piena, di pericolosità o a rischio per

frana così come perimetrate dal Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.)

• Vincolistica ai sensi della L. 21 novembre 2000, n. 353, art. 10.

I tematismi si riferiscono a quelli riscontrati entro un’area di indagine individuata di 500 m dal sito in

studio, pertanto vi è la presenza di un’area delimitata fra quelle incendiate del 2009, la presenza di specchi

d’acqua come indicati dal PPR e della fascia di rispetto di 3000 m dalla costa e comunque fuori dal

perimetro del sito specifico in studio. Mentre nell’ambito dell’assetto ambientale del PPR il sito rientra nella

categoria delle aree ad utilizzazione agroforestale (colture erbacee specializzate). Il sito in studio risulta

individuato come area estrattiva di seconda categoria (cave).

Per quanto riguarda le fasce di rispetto dai corsi d’acqua, dai laghi e dalla costa marina, ai sensi del

D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali), per una migliore lettura grafica, sono state

direttamente riportate le distanze planimetriche che evidenziano il pieno rispetto dei limiti imposti dal

quadro normativo vigente.

Per quanto concerne i vincoli di natura storica, si evince dalla cartografia allegata che in una fascia di

2000 metri dal sito d’interesse, non risultano emergenze storico monumentali; queste ultime si dislocano

essenzialmente nei quadranti meridionali al di fuori della zona considerata. Unici elementi rilevabili sono

riconducibili a tracce di percorsi individuati al catasto del 1846 (R.C.M.S.G.).

In conclusione si definisce una situazione vincolistica, storico‐ambientale scevra di elementi ostativi

ai proponimenti progettuali in essere.

2.4 Piano Regionale Gestione Rifiuti

La Giunta regionale con la deliberazione n. 69/15 del 23.12.2016 ha approvato l’aggiornamento del

Piano regionale di gestione dei rifiuti – Sezione rifiuti urbani alla luce delle prescrizioni della direttiva

2008/98/CE e del Settimo programma d’azione per l’ambiente comunitario. Tale aggiornamento, impostato

sul rispetto della gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, prevede quale obiettivi principali il


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raggiungimento della soglia dell’80% di raccolta differenziata al 31.12.2022 e il conseguimento del 70% di

riciclo alla stessa data.

Con il Settimo Programma, nell’ambito della strategia Europa 2020, l’Unione intende trasformare il

proprio sistema economico in un’economia intelligente, verde, sostenibile e circolare entro il 2020,

ponendo in essere una serie di politiche e di azioni tese all’uso corretto delle risorse e alla riduzione delle

emissioni di carbonio addivenendo così ad un completo disaccoppiamento fra crescita economica e

consumo delle risorse ambientali.

In particolare, in considerazione dei contenuti del Settimo Programma di azione per l’ambiente, la

Giunta ha disposto l'aggiornamento del Piano con i seguenti indirizzi:

1. le discariche siano limitate ai rifiuti non riciclabili e non recuperabili;

2. il recupero energetico sia limitato ai materiali non riciclabili;

3. i rifiuti riciclati siano usati come fonte principale e affidabile di materie prime;

4. i rifiuti pericolosi siano gestiti responsabilmente e ne sia limitata la produzione;

5. la produzione dei rifiuti pro-capite e dei rifiuti in termini assoluti sia ridotta;

6. i rifiuti alimentari siano ridotti.

Pertanto, le azioni che vengono individuate nel documento di rapporto ambientale preliminare, sono

finalizzate, nell’ordine, al conseguimento dei seguenti obiettivi di carattere generale:

1. riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti urbani;

2. potenziamento delle azioni volte alla preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani;

3. aumento delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti urbani;

4. minimizzazione del ricorso al recupero energetico dei rifiuti urbani;

5. riduzione del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani o dei rifiuti derivanti dal loro

trattamento.

L'iniziativa progettuale, oggetto della variante sostanziale per la quale si redige il presente studio

preliminare ambientale, deriva appunto dallo scenario territoriale e di mercato che vede uno sviluppo delle

raccolte differenziate e diverse richieste delle amministrazioni comunali volte alla possibilità di

conferimento presso l'impianto PROMISA Srl di diverse tipologie di rifiuti quali:

Rifiuti da imballaggio;

Pneumatici fuori uso, vetro plastica e metallo;

Rifiuti da attività di demolizione e costruzione;

Rifiuti urbani quali carta, cartone, vetro, abbigliamento, plastica, metalli e rifiuti ingombranti.

Tutte le tipologie di rifiuti sommariamente elencate, possono contenere ancora materiali da

preparare per il riciclo ed il riutilizzo, mediante la semplice attività di raccolta e cernita manuale o con

l'ausilio di mezzi meccanici.


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In tale quadro pianificatorio l'iniziativa può dirsi perfettamente compatibile con l'obiettivo di

massimizzare il recupero di materia diminuendo le volumetrie da conferire a discarica nell'ambito di una

economia circolare necessaria alla tutela dell'ambiente.

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

3.1 Generalità

Il 3° lotto progettuale prevede la realizzazione delle seguenti strutture e linee produttive (cfr T2):

Realizzazione di un piazzale in cls in continuità con quelli del lotto 1° e 2° dell'estensione

superficiale di circa 2.300mq;

Realizzazione di una struttura in elevazione chiusa da adibire a rimessa mezzi dell'estensione

superficiale di circa 400mq;

Realizzazione di box ricovero attrezzature, parcheggi mensa e spogliatoio (270mq);

Messa in opera di una linea per l'attività di messa in riserva (R13) con cernita (R12) di

imballaggi in vetro per l'ottenimento di rottami di vetro da destinarsi al recupero (R5)

nell'industria del vetro.

La proposta progettuale (cfr. T3) alla base dell'istanza consiste nella parziale modifica di quanto

autorizzato nel lotto 3° per consentire la messa in riserva (R13) con cernita manuale (R12) delle tipologie di

rifiuto di seguito elencate (Linea 3):

Rifiuti da imballaggio;

Pneumatici fuori uso, vetro plastica e metallo;

Rifiuti da attività di demolizione e costruzione;

Rifiuti urbani quali carta, cartone, vetro, abbigliamento, plastica, metalli e rifiuti ingombranti.

A livello realizzativo le modifiche proposte al 3° lotto sono le seguenti:

Realizzazione di una ulteriore superficie pavimentata in cls dell'estensione di circa 1.800mq

(circa il 17% in più sulle superfici complessive autorizzate 1°, 2° e 3° lotto);

Realizzazione di una struttura in elevazione in carpenteria metallica con tamponature in

pannelli sandwich (in subordine cls prefabbricato), di superficie 800mq per l'attività di

cernita;

Rinuncia alla linea di recupero degli imballaggi in vetro;

Riduzione (da 20.000t/a a 15.000t/a) del quantitativo dei rifiuti conferibili alla linea di

produzione dell'ammendante compostato verde e delle biomasse (Linea 1);

Incremento da 3.000t/a a 6.000t/a dei rifiuti ritirabili nella linea di recupero degli imballaggi

in legno (Linea 2).


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3.2 Attuali attività autorizzate CER in ingresso e flussi in uscita

La Determinazione n.132/2012 ha autorizzato l'esercizio delle seguenti operazioni di gestione dei

rifiuti:

Di seguito si riporta il quadro delle tipologie, quantità e origine dei rifiuti autorizzati nella

configurazione attuale, ovvero 1°+2°+3° lotto.


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Codici CER / codice attività

Potenzialità

annua di

trattamento

(t/a)

Potenzialità istantanea di stoccaggio R13

Rifiuti ligneocellulosici

(attività R13/R12/R3)

920t di cui: rifiuti urbani 880t

CER 02 01 03 ‐ Scarti di tessuti vegetali CER 15 01 03 ‐ Imballaggi in legno

CER 02 01 07 ‐ rifiuti della silvicoltura CER 20 01 38 ‐ legno diverso da 20 01 37*

CER 03 01 01 ‐ Scarti di corteccia e sughero CER 20 02 01 ‐ rifiuti biodegradabili

CER 03 01 05 ‐ segatura, trucioli, residui

CER 03 03 01 ‐ Scarti di corteccia e legno rifiuti speciali 40t

CER 15 01 03 ‐ Imballaggi in legno CER 02 01 03 ‐ Scarti di tessuti vegetali

CER 20 01 38 ‐ legno diverso da 20 01 37 CER 02 01 07 ‐ rifiuti della silvicoltura

CER 20 02 01 ‐ rifiuti biodegradabili CER 03 01 01 ‐ Scarti di corteccia e sughero

CER 19 12 12 ‐ da Ecocentro Sardegna Srl CER 03 01 05 ‐ segatura, trucioli, residui

CER 03 03 01 ‐ Scarti di corteccia e legno

CER 19 12 12 ‐ da Ecocentro Sardegna Srl

Imballaggi in legno

(attività R13/R12)


CER 03 01 01 ‐ Scarti di corteccia e sughero CER 15 01 03 ‐ Imballaggi in legno

CER 03 01 05 ‐ segatura, trucioli, residui CER 20 01 38 ‐ legno diverso da 20 01 37

CER 15 01 03 ‐ Imballaggi in legno

CER 17 02 01 ‐ legno rifiuti speciali 10t

CER 20 01 38 ‐ legno diverso da 20 01 37 CER 03 01 01 ‐ Scarti di corteccia e sughero

CER 19 12 07 ‐ legno diverso da 19 12 06 CER 03 01 05 ‐ segatura, trucioli, residui

CER 17 02 01 ‐ legno

CER 19 12 07 ‐ legno diverso da 19 12 06

Imballaggi in vetro

(attività R13/R12)


CER 15 01 07 ‐ Imballaggi in vetro CER 15 01 07 ‐ Imballaggi in vetro

CER 16 01 20 ‐ vetro CER 20 01 02 ‐ vetro

CER 17 02 02 ‐ vetro

CER 20 01 02 ‐ vetro rifiuti speciali 10t



TOTALE AUTORIZZATO (t/a) 25.000 1.000 t (max istantaneo)

TIPOLOGIE, QUANTITA' E ORIGINE DEI RIFIUTI AUTORIZZATI 1° LOTTO + 2° LOTTO + 3°LOTTO

20.000

3.000

2.000

Tramite le operazioni di recupero dei rifiuti sopra elencati, l'impianto è autorizzato a produrre 3 flussi

di prodotto finito, commercializzabile, rispettivamente, come fertilizzante o come biomassa combustibile,

un flusso di rifiuti di legno da avviare a recupero (R3) nell’industria del pannello di legno, ed un flusso di

vetro da destinarsi a recupero presso impianti autorizzati.


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Linea produttiva Rif. In ingresso

t/a Rif. In

ingresso

Stocc. max

ist.(R13) (ton)

Prodotti / rifiuti in uscita

LINEA 1: Messa in riserva (R13) e recupero (R12/R3) di rifiuti ligneo cellulosici

Rifiuti ligneo cellulosici. Codici CER: 02 01 03 02 01 07 03 01 01 03 01 05 03 03 01 15 01 03 20 01 38 20 02 01 19 12 12

20.000

920

1. Ammendante compostato verde conforme all’allegato 2, del D.Lgs 75/2010 2. Ammendante compostato verde consentito in agricoltura biologica conforme all’allegato 2, del D.Lgs 75/2010 3. Ammendante vegetale semplice non compostato conforme all’allegato 2, del D.Lgs 75/2010 4. Ammendante vegetale semplice non compostato consentito in agricoltura biologica conforme all’allegato 2, del D.Lgs 75/2010 5. Biomassa combustibile di cui alle classi A1 ed A2, B1 e B2 della norma UNI EN 14961‐4 6. Biomassa combustibile come definita all’Allegato X, parte II, sezione 4 alla parte V del D.Lgs 152/2006 da avviare a recupero energetico come materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto ai sensi dell’art. 184 ter del D.Lgs 152/2006

LINEA 2: messa in riserva di imballaggi in legno (R12/R13) con cernita manuale, triturazione per l’ottenimento di rifiuti di legno da avviare al recupero (R3) nell’industria del pannello del pannello di legno

Imballaggi di legno Codici CER: 03 01 01 03 01 05 15 01 03 17 02 01 20 01 38 19 12 07

3.000

40

Rifiuti di legno (CER 1912 07) da avviare al recupero (R3) nell’industria del pannello di legno

LINEA 2a: Messa in riserva e triturazione (R13/R12) di rifiuti vetrosi

Imballaggi in vetro Codici CER 15 01 07 16 01 20 17 02 02 20 01 02

2.000

40

Rifiuti di vetro da avviare a recupero (R3)presso impianti autorizzati

TOTALE QUANTITA'

25.000 1.000

3.3 Variante sostanziale CER ritirabili e flussi in uscita

Di seguito si riporta l'elenco dei CER che s'intende ritirare a seguito di approvazione della variante

proposta, in sostituzione di quelli di cui alla linea 2a di cui al 3°Lotto.


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Recup. Smalt.

Rifiuti di imballaggio

imballaggi di carta e cartone 15 01 01 sì sì

15 01 01

19 12 01

19 12 12

19 12 12

imballaggi di plastica 15 01 02 sì sì

15 01 02

19 12 04

19 12 12

19 12 12

imballaggi in legno 15 01 03 sì sì15 01 03

19 12 07

19 12 12

19 12 12

imballaggi metallici 15 01 04 sì sì

15 01 04

19 12 02

19 12 03

19 12 12

19 12 12

imballaggi compositi 15 01 05 sì sì

15 01 01

15 01 02

15 01 03

15 01 04

15 01 05

15 01 06

19 12 01

19 12 02

19 12 03

19 12 04

19 12 05

19 12 07

19 12 08

19 12 12

19 12 12

imballaggi in materiali misti 15 01 06 sì sì

15 01 01

15 01 02

15 01 03

15 01 04

15 01 05

19 12 01

19 12 02

19 12 03

19 12 04

19 12 05

19 12 07

19 12 08

19 12 12

19 12 12

imballaggi di vetro 15 01 07 sì sì15 01 07

19 12 05

19 12 12

19 12 12

imballaggi in materia tessile 15 01 09 sì sì15 01 09

19 12 08

19 12 12

19 12 12

Rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco

pneumatici fuori uso 16 01 03 sì 16 01 03

metalli ferrosi 16 01 17 sì 16 01 17

metalli non ferrosi 16 01 18 sì 16 01 18

Plastica 16 01 19 sì 16 01 19

Vetro 16 01 20 sì 16 01 20

Rifiuti da attività demolizione e costruzione

Plastica 17 02 03 sì 17 02 03

miscele bituminose 17 03 02 sì 17 03 02

rame, bronzo, ottone 17 04 01 sì 17 04 01

Alluminio 17 04 02 sì 17 04 02

Piombo 17 04 03 sì 17 04 03

Zinco 17 04 04 sì 17 04 04

ferro e acciaio 17 04 05 sì 17 04 05

Stagno 17 04 06 sì 17 04 06

metalli misti 17 04 07 sì 17 04 07

Rifiuti urbani

carta e cartone 20 01 01 sì sì

15 01 01

19 12 01

19 12 12

19 12 12

Vetro 20 01 02 sì sì

15 01 07

19 12 05

19 12 12

19 12 12

Abbigliamento 20 01 10 sì sì

20 01 10

19 12 02

19 12 03

19 12 04

19 12 08

19 12 12

19 12 12

Prodotti tessili 20 01 11 sì sì20 01 11

19 12 08

19 12 12

19 12 12

Plastica 20 01 39 sì 20 01 39

Metalli 20 01 40 sì 20 01 40

rifiuti ingombranti 20 03 07 sì sì

19 12 01

19 12 02

19 12 03

19 12 04

19 12 05

19 12 07

19 12 08

19 12 12

19 12 12

Rifiuto event.

ottenuto da

destinare a

Schema attività CERNITA Variante Sostanziale Det. 131/2012

CER

Op.

Rec.

R13

Q.tà

massima

ritirabile

(t/a)

Stoc.

Max Ist.

(t)

Eventuale

Selez.

Cernita

(R12)

Descrizione rifiuti ritirati

3004.000


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A seguito della variante proposta, la PROMISA rinuncerà all'incremento dei quantitativi previsto dal

3° Lotto, sulle linee di recupero dei rifiuti ligneo cellulosici (non più 20.000t/a, ma 15.000t/a).

Analogamente la Linea 2 passerà dalle 3.000t/a alle 6.000t/a di rifiuti da imballaggi in legno, mentre

la Linea 3 prevede il ritiro di 4.000t/a di rifiuti urbani e speciali non pericolosi

Le linee produttive vengono di seguito denominate e quantificate per una miglior lettura della

variante proposta.

1+2 Lotto

Q.tà (t/a)

1+2+3 Lotto

Q.tà (t/a)

VS Q.tà

(t/a)

Linea 1 Compostaggio 15.000 20.000 15.000

Linea 2 Imballaggi legno 3.000 3.000 6.000

Linea 2a Imballaggi vetro 0 2.000 0

Linea 3 Urbani e speciali n.p. 0 0 4.000

Totale 18.000 25.000 25.000

Configurazione

TipologiaLinea di

trattamento

Quantitativi rifiuti ritirabili PROMISA

Com'è possibile notare, il quantitativo complessivo dei rifiuti ritirati rimarrà invariato rispetto a

quanto già autorizzato con il 3°Lotto, così come, nella tabella di seguito, rimarranno invariati i quantitativi

di stoccaggio massimo istantaneo autorizzati per il 3° Lotto.

1+2 Lotto

Q.tà (t)

1+2+3 Lotto

Q.tà (t)

VS

Q.tà (t)

Linea 1 Compostaggio 590 (460u+40s) 920 (880u+40s) 400 (360u+40s)

Linea 2 Imballaggi legno 40 (30u+10s) 40 (30u+10s) 300 (250u+50s)

Linea 2a Imballaggi vetro 0 40 (30u+10s) 0

Linea 3 Urbani e speciali n.p. 0 0 300 (250u+50s)

Totale 630 1.000 1.000

Quantitativi rifiuti in R13 Ritirati PROMISA

Linea di

trattamentoTipologia

Configurazione

3.4 Descrizione delle opere da realizzarsi per la variante proposta

Come accennato le opere da realizzarsi per la messa in opera della Linea 3 oggetto della variante

proposta consistono essenzialmente nella realizzazione di una superficie pavimentata in cls aggiuntiva

rispetto a quanto autorizzato di circa 1.800mq (circa il 17% in più sulle superfici complessive autorizzate 1°,

2° e 3° lotto) su cui troverà posto una struttura in elevazione che sarà realizzata in carpenteria metallica

con tamponature in pannelli sandwich (in subordine cls prefabbricato).

Le dimensioni planimetriche del capannone saranno di circa 20m x 40m con un'altezza al colmo di

circa 8m. La copertura sarà ad unica falda.

Di seguito si riporta rendering della struttura in carpenteria metallica (in subordine cls prefabbricato)

da realizzarsi.


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Struttura in carpenteria metallica (in subordine cls prefabbricato) del capannone.

All'interno del capannone troveranno posto 4 strutture in c.a.p. dove verranno disposti i diversi

cumuli di rifiuti, della dimensione indicativa 9.6mx 3,6m con altezza di 3.5m circa.

I portoni di accesso (2) saranno del tipo ad impacchettamento rapido disposti negli interassi centrali,

mentre nei laterali troveranno posto due portoni metallici di servizio.

Rendering del capannone di ricezione dei rifiuti della Linea 3.

Sul piazzale di nuova realizzazione di fronte al capannone, troveranno posto cassoni scarrabili a

tenuta per la messa in riserva dei diversi CER ottenuti dalla cernita manuale in attesa del successivo avvio a

recupero presso impianti autorizzati.


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Panoramica dell'area destinata alla Linea 3 in cui sono evidenti i cassoni scarrabili posti sul piazzale.

Nella rimanete parte dei nuovi piazzali (autorizzato + variante) troverà posto l'attività della Linea 2,

mentre il posto originariamente occupato dalla stessa sarà occupato dalla Linea 1 per la produzione di

ammendante compostato verde.

Panoramica del piazzale su cui troverà posto la Linea 2.


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3.5 Descrizione del ciclo produttivo nella variante proposta

Di seguito si riporta un diagramma d flusso complessivo relativamente alle tre linee di recupero

derivanti dall'applicazione della variante sostanziale.

Linea 1 R3‐R13‐R12

Rifiuti ligneocellulosici in

ingresso 15.000t/a

Triturazione

Vagliatura

Sottovaglio Sopravaglio

Maturazione Essiccazione

Ammendanti D.Lgs. 75/2010

Biomasse Combustibili UNI EN 14961‐4

Allegato X, parte II, sezione 4 alla parte V del D.Lgs 152/2006

Linea 2 R13‐R12

Rifiuti urbani e speciali non pericolosi in

ingresso 4.000t/a

Cernita manuale

Triturazione

CER 19 12 07 a recupero

Linea 3 R13‐R12

Cernita manuale

CER a recupero

Rifiuti da imballaggi in

legno in ingresso 6.000t/a

Come detto la linea 1 e la linea 2 non subiranno variazioni, se non per i quantitativi di rifiuti

autorizzati al recupero.

Per quanto concerne la linea 3, oggetto della variante sostanziale, si procede di seguito alla

descrizione delle fasi di processo:


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1. Ingresso e ricezione rifiuti: l'ingresso dei mezzi che trasportano i rifiuti destinati alla linea 3

avverrà tramite l'accesso attualmente in opera e, dopo verifica ed accettazione del carico, il

mezzo si sposterà sulla pesa a servizio delle tre linee di recupero.

2. Scarico rifiuti: successivamente alle operazioni di pesatura il mezzo seguirà la viabilità

indicata nella tavola T3 per eseguire un'agevole manovra verso l'area di scarico collocata

all'interno del capannone che sostituirà quello autorizzato con Det. 132/2012. Il mezzo non

entrerà completamente nel capannone, ma soltanto della porzione di cassone sufficiente allo

scarico.

3. Cernita manuale: successivamente alla fase di scarico, con l'aiuto di mezzi meccanici (pala

gommata e/o muletto) il carico verrà distribuito in una delle zone di cernita sul lato

posteriore del capannone, dove avverrà la separazione delle diverse tipologie di rifiuti.

4. Messa in riserva dei rifiuti da avviare a recupero: successivamente alla fase di cernita

manuale i rifiuti recuperabili verranno trasportati tramite pala gommata all'interno dei

cassoni posti sul piazzale di fronte al capannone in attesa di essere avviati ad operazioni di

trattamento e recupero presso impianti autorizzati.

3.6 Gestione delle acque per la variante sostanziale

L'attuale configurazione impiantistica, come previsto dall'autorizzazione vigente, dispone, per la

raccolta delle acque meteoriche, di un sistema di canalette e vasche (Vr1‐Vr3) che, tramite opportune

pendenze dei piazzali di lavorazione, permette la raccolta delle acque di prima pioggia.

Per quanto concerne il convogliamento delle acque dei piazzali di nuova realizzazione sarà utilizzato

lo stesso sistema concettuale, con realizzazione di una canaletta di raccolta delle acque ed una vasca (Vr4)

di raccolta delle acque di prima pioggia della capacità di 10mc (circa 2.000mq per 5mm di prima pioggia).

All'interno della Vr4 le acque di prima pioggia subiranno trattamento di grigliatura dissabbiatura e

disoleazione. La vasca verrà svuotata nelle 48 ore successive all'evento meteorico.

In affiancamento alla suddetta vasca, sarà posta una vasca di raccolta delle acque derivanti dal

pretrattamento della prima pioggia verrà realizzata la vasca Vr5 della capacità di 50mc le cui acque saranno

utilizzate per l'umidificazione dei piazzali e dei cumuli in maturazione per evitare il sollevamento ed il

trasporto delle polveri.

In caso di surplus le acque meteoriche verranno avviate a trattamento presso impianti autorizzati.

Le acque meteoriche ricadenti sulla copertura del nuovo capannone verranno avviate a dispersione

sul suolo, verso le naturali linee di impluvio.

Il piazzale di nuova realizzazione dove troverà posto la Linea 2 avrà pendenze convoglianti le acque

verso la canaletta esistente come rappresentato graficamente in tav. T3.


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3.7 Emissioni in atmosfera

Per limitare il sollevamento di polveri, come prescritto nella Determina 132/2012 saranno mantenuti

con il giusto grado di umidità sia i cumuli che i piazzali di lavorazione.

I rifiuti urbani e speciali non pericolosi avviati alla Linea 3 non sono di natura pulverulenta e pertanto,

non sono alla base di produzione di polveri, non essendo, oltretutto prevista nessuna operazione di

triturazione meccanica sugli stessi.

Va detto che, rispetto a quanto autorizzato, verranno avviati alla Linea 1 solamente 15.000t/a di

rifiuti ligneocellulosici anzichè 20.000t/a con conseguente riduzione delle emissioni dai cumuli in

maturazione od essiccazione.

4 Quadro di riferimento ambientale

4.1 Atmosfera e caratteristiche climatiche

Al fine di definire le caratteristiche climatiche del sito sono stati elaborati i dati raccolti dalla stazione

climatica installata dalla PROMISA ed in funzione dal 2008. Il periodo di monitoraggio è ritenuto

significativo in quanto la stazione è ubicata in corrispondenza del sito in analisi ed i dati sono registrati in

continuo con un intervallo minimo di 30 minuti.

I dati raccolti dalla stazione PROMISA vengono avvalorati anche dalla consultazione dei parametri

registrati da stazioni limitrofe (Cagliari Aggregata) per periodi molo più lunghi. Tendenzialmente si individua

un clima di tipo mediterraneo con inverni corti e mai particolarmente rigidi seguiti da stagioni estive molto

calde e con precipitazioni praticamente nulle.


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A seguito di tali registrazioni è possibile definire una serie di indici climatici che caratterizzano l’area

in funzione di temperatura e precipitazioni:

Totale precipitazioni annue (mm) 402,00

Media precipitazioni MENSILI (mm) 33,50

Temperatura media (°C) 17,26

Indice di aridità di De Martonne (Ia) 16,85

Pluviofattore di Lang R 23,30

Quoziente pluviom. di Emberger (Q) 189,6

Quindi secondo Lang ed Emberger ci troviamo in condizioni di Aridità estrema, mentre secondo De

Martonne risulta un clima semiarido tipico della fascia Mediteranea.

Di conseguenza il diagramma di Peguy dimostra come la maggior parte dei mesi ricadano in zona

“Arida”.

Pluviofattore di Lang R

Clima R

Umido >160

Temperato umido 160‐100

Temperato caldo 100‐60

Semiarido 60‐40

Steppico <40

Ind. di aridità di De Martonne

Clima Ia

Perumido >60

Umido 60‐30

Subumido 30‐20

Semiarido (Mediter.) 20‐15

Arido (steppico) 15‐5

Arido (est. deserto) 0‐5

Quoziente pluviometrico

Clima Q

Umido >900

Subumido 900‐500

Semiarido 500‐300

Arido <300


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Con riferimento ai dati registrati si evince anche una netta predominanza di venti con direzione NW

ed intensità che riesce a raggiungere punte istantanee di 90Km/h.

L’impianto è comunque ben confinato mediante il sistema di barriere frangivento presente.

4.2 Suolo e sottosuolo

4.2.1 Geologia

L’assetto geologico dell’areale di Cagliari vede la presenza predominante di terreni di origine

sedimentaria, principalmente di messa in posto alluvionale, a causa dell’azione di trasporto e deposito dei

corpi idrici provenienti dai rilievi del Sinnai e Soleminis.


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Tali depositi risultano in contatto con materiali di messa in posto terziaria, essenzialmente miocenici.

Di seguito si riporta una descrizione delle Formazioni presenti, dalla più antica alla più recente,

specificando l’area di affioramento rispetto al sito d’interesse.

Figura 3: Stralcio della Carta Geologica d’Italia 1:50.000 F.557 Progetto CARG. Il cerchio rosso indica il sito d’interesse.

Marne di Gesturi (GST)– Marne arenacee e siltitiche giallastre, con intercalazioni di arenarie e calcari.

Presentano livelli alternati di tufiti pomiceo cineritiche grigiastre. Burdigaliano sup. – Langhiano medio.

Affiorano a nord della S.S. 125.

Argille di Fangario – Marne argillose che passano verso l’alto ad arenarie marnose. L’età di questi

depositi è compresa tra il Langhiano medio superiore e il Serravalliano inferiore. Non affiorano nel settore

di studio

Arenarie di Pirri (ADP)– Depositi costituiti da banchi arenacei ben cementati ai quali si alternano

sabbie quasi incoerenti e lenti di conglomerati a clasti di rocce paleozoiche. Tali depositi, nell’area poggiano

direttamente sulle Marne di Gesturi. Serravalliano. Costituisce il substrato dell’area.

Calcari di Cagliari – Costituiti dal basso verso l’alto da marne arenacee giallastre (“Pietra cantone”),

biocalcareniti biancastre (“Tramezzario”) e calcari massivi bianchi (“Pietra Forte”). Tortoniano – Messiniano.

Non affiorano nel settore di studio.


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Alluvioni antiche (Sintema di Portovesme ‐ PVM) – Ghiaie alluvionali terrazzate da medie a

grossolane con subordinate sabbie. Pleistocene sup. Affiorano nei dintorni dell’area ma non nel sito di

stretta pertinenza.

Alluvioni Recenti (b) – Alluvioni Quaternarie costituite da ghiaie e lenti sabbioselimi ed argille.

Olocene. Affiorano nell’area in concomitanza con le arenarie e sono costituite prevalentemente da sabbie e

limi.

4.2.2 Geomorfologia

L’assetto geomorfologico dell’area è strettamente correlato con le vicissitudini tettoniche e con la

differente competenza dei litotipi affioranti che restituiscono forme più o meno aspre in riferimento alla

differente resistenza agli agenti esogeni modellanti.

L’ambiente morfologico originario vede un contesto di terrazzi sedimentari del Campidano che

trovano limite naturale ad est, in corrispondenza del monte dei Sette Fratelli.

L’azione modellante delle acque, defluenti dai vicini rilievi verso le coste, viene non di rado interrotta

da sbarramenti naturali che prendono il nome di “Cuccurus” formando degli stagni interni i cui principali

sono il Simbirizzi, trasformato in bacino idrico, e quelli di San Forzorio e Mara.

Lo sfruttamento antropico unitamente a normali processi evolutivi, comporta il progressivo

interramento di alcuni specchi d’acqua minori, come anche le derivazioni per uso irriguo comportano

l’impoverimento de corpi idrici del Rio is Ammostus a ovest e il Rio Corongiu a est.

L’aspetto di dettaglio dell’area vede le presenza di un rilievo collinare allungato in direzione NW‐SE

formatosi in seguito a processi erosivi che hanno asportato i materiali meno resistenti e meno permeabili

(marne ed argille) lasciando un rilievo essenzialmente arenaceo, su cui si ubica l’impianto d’interesse che,

localmente, vede una situazione di sub orizzontalità con lieve degradazione verso i quadranti occidentali.

Il fattore morfologico predominante in quest’area resta comunque è rappresentato dall’azione

antropica, sviluppatasi nel corso degli ultimi decenni, attraverso l’esercizio di attività estrattive che

restituiscono, in molti casi, superfici sub verticali alternate a grandi spianate con invasi artificiali (fig.4).

Anche il sito in oggetto si colloca in un settore di territorio caratterizzato dalle modificazioni

morfologiche associate all’attività di discarica di inerti già destinata a trattamento di rifiuti inerti, che

degrada verso ovest con pendenze realizzate artificialmente in relazione alle operazioni di colmata.

L’impianto in essere si ubica nell’estremo orientale dell’area di pertinenza PRO.MI.S.A. su di una superficie

sub pianeggiante ad una quota di circa 70m slm.

Tali attività sono particolarmente sviluppate sia a nord sia a sud del sito in oggetto anche in accordo

con quanto previsto nelle pianificazioni territoriali, in quanto la porzione di territorio in analisi viene

destinata ad attività estrattive.


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Figura 4: Foto aerea dell’areale d’interesse. Fonte Google Earth. Come si può notare la blanda morfologia naturale è profondamente modificata da attività estrattive.

4.2.3 Uso del suolo

Dalla consultazione della Carta dell’Uso del Suolo, disponibile sul sito web della Regione Sardegna, si

evince che la destinazione dell’area è, in accordo con quanto effettivamente presente sul territorio,

esclusivamente estrattiva.

Figura 5: Carta dell’Uso del Suolo.Viola 131-attività estrattive. Fonte www.sardegnaambiente.it.


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4.2.4 Geotecnica

4.2.4.1 Indagini geomeccaniche, substrato di riferimento

La compagine litotecnica oggetto di escavazione appartiene alla classe C “rocce di resistenza media”

della classificazione di Deere (1968) per rocce sedimentarie, con un valore di resistenza a compressione

monoassiale compreso tra 500‐800 Kg/cm2.

Riguardo l’abbattibilità (classifica di Protodyakonov, 1967), la roccia appartiene alla classe III, con

indice di resistenza (I) di 5.0, che contraddistingue materiali rippabili prevalentemente con esplosivi e con

fattore di rigonfiamento di circa 2,0.

Per fornire una stima quantitativa dei parametri geotecnici dell’ammasso roccioso è stato effettuato

un rilievo geomeccanico speditivo sui fronti rocciosi affioranti; tale rilievo è stato condotto secondo le

procedure I.S.R.M.1.

Dall’analisi modale dei valori di spaziatura delle discontinuità e dai valori medi di resistenza alla

compressione uniassiale è possibile, attraverso le correlazioni empiriche di Bieniawski, valutare i parametri

c’ (coesione) e ’ (angolo d’attrito) e le caratteristiche strutturali del fronte. L’ammasso roccioso in oggetto

è caratterizzato da unità arenacee i tipo arcose (formazione delle Arenarie di Pirri), pervase da pochi sistemi

di discontinuità (giunti). Da ciò consegue un ammasso di tipo massivo, con distribuzione anisotropa della

resistenza, in relazione alla giacitura delle discontinuità.

Grafico empirico speditivo per la determinazione della resistenza al tagli di ammassi rocciosi (Beniawski).

Seguendo il “Metodo semiprobabilistico dei coefficienti parziali di sicurezza”, di cui alle NTC 2008, il

volume significativo è contraddistinto dalla sola unità litotecnica di superficie (complesso roccioso

arenaceo); infatti, si ritiene possibile tralasciare la coltre di superficie avente una potenza esigua rispetto

all’assise rocciosa, rispetto alla quale è percentualmente trascurabile.

Dalla elaborazione dei dati geotecnici medi deriva il seguente modello (a strato unico), in cui sono stati

indicati i parametri geotecnici medi e caratteristici da adottare nelle verifiche agli SLU. I parametri sono

stati corretti sia adoperando i coefficienti parziali unitari (M1) dell’approccio 1, combinazione 2 (DA1‐C1),

1 International Society for Rock Mechanics, 1978.


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sia secondo i coefficienti parziali riduttivi (M2) dell’approccio 2 (DA2). In particolare ci si riferisce agli SL

(punto 2.6.1 NTC 08) aventi affinità geologica e geotecnica, cioè:

EQU (collasso per perdita di equilibrio statico struttura‐terreno)

GEO (collasso per eccessiva deformazione del terreno). Parametri medi. Unità litotecnica: arenaria (profondità 0,0 > 20,0 m):

Strato Range ' Range C’

(Kg/cm2)

Range n (gr/cm3)

Res.

compressione

uniassiale qu

(Kg/cm2)

Spessore (m) Litologia

1 38 – 42° 3,0‐ 3,50 2,35‐2,50 500 ‐800 >30 m Arenaria

Altri parametri:

Coefficiente di permeabilità k = 10‐410‐5 cm/s

Modulo elastico (Young) E = 3,0 x 105 Kg/cm2

Indice di Poisson = 0,40

4.2.4.2 Parametri caratteristici

In accodo con le direttive dell’Eurocodice 7 (EN 1997 Geothecnical design) ripreso nelle NTC 2008, le

variabili geotecniche di progetto non sono più intese come valori unici (deterministici), bensì vanno intese

nella loro variabilità aleatoria; l’insieme dei valori assunti dai parametri si comporta come una popolazione

statistica, soggetta, pertanto, a specifiche funzioni di distribuzione. Una variabile geotecnica può essere

rappresentata da vari parametri (media, mediana, moda), ma la trattazione dei dati, per addivenire al

cosiddetto valore caratteristico richiamato nelle NTC 2008, deve riguardare l’intera distribuzione dei dati

della variabile. In particolare, la derivazione del valore caratteristico di ogni parametro geotecnico deve

essere tale che la probabilità calcolata di un valore peggiore (più sfavorevole), che governa l’insorgere dello

stato limite in considerazione, non sia maggiore del 5% (frattile 5%); ciò garantisce probabilisticamente un

95% dei casi favorevoli.

L’Eurocodice 7 statuisce che per la valutazione della sicurezza progettuale delle costruzioni occorra

adottare criteri probabilistici scientificamente comprovati. Le NTC 2008 consentono, per opere di non

particolare importanza e consistenza, tra cui va annoverata l’opera de quo, l’adozione di soluzioni

semiprobabilistiche agli stati limite, basate sulla adozione di coefficienti parziali di sicurezza, che, invece,

sono assenti nelle analisi probabilistiche.

Secondo l’Eurocodice 7 e le NTC, i valori caratteristici Xk consistono in una stima cautelativa del

valore che influenza l’insorgere dello stato limite.

Si elencano nella seguente tabella 2 i valori caratteristici.

Strato ’k (COV 10 %)

C’k (Kg/cm2)

(COV 30 %)

quk (Kg/cm2)

k (gr/cm3),

(COV 5%)

1 36,2 2,50 600 2,30


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Per quanto attiene agli SLE, occorre riferirsi alle seguenti soglie dei cedimenti valide per strutture

intelaiate a c.a. (Sowers, 1992):

Cedimento assoluto max wmax ≈ 8 cm (fondazioni isolate)

Cedimento differenziale max max ≈ 4,50cm (fondazione di ogni tipo)

Distorsione max bmax = (d/l)max ≈ 1/300 ≈ 0,003l (l distanza tra murature portanti)

Rotazione relativa: tan murature portanti e lesione intonaci, Holtz, 1991)

4.2.4.3 Caratterizzazione della stabilità del sito

La lettura geomorfologica del sito lo rende avulso da evidenti manifestazioni gravitative o di dissesto,

conferendogli, di contro, un sufficiente grado di stabilità.

4.2.4.4 Liquefazione (punto 7.11.3.4.2 ) Stati limite UPL e HYD (punto 6.2.3.2 Ntc 2008)

Nel caso di specie, la soggiacenza della falda, la costituzione stratigrafica, la consistenza e la

componente granulometrica non rientrano tra i casi di cui ai punti 3,4,5, pertanto è possibile escludere la

possibilità di liquefazione. Anche le verifiche agli stati ultimi idraulici (UPL e HYD) possono essere

tralasciate, in quanto la falda è ininfluente.

4.2.4.5 Azione sismica

Le Norme Tecniche per le costruzioni (NTC DM 14/01/2008) adottano un approccio prestazionale alla

progettazione delle strutture nuove e alla verifica di quelle esistenti. Nei riguardi dell’azione sismica

l’obiettivo è il controllo del livello di danneggiamento della costruzione a fronte dei terremoti che possono

verificarsi nel sito di costruzione. L’azione sismica sulle costruzioni è valutata a partire da una “pericolosità

sismica di base”, in condizioni ideali di sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di

categoria A, NTC‐2008).

Con le NTC‐08, la stima della pericolosità sismica viene definita mediante un approccio “sito

dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”. La pericolosità sismica di base costituisce

l’elemento di conoscenza primario per la determinazione delle azioni sismiche. In un generico sito, essa va

resa compatibile con le NTC e dotata di un sufficiente livello di dettaglio, sia in termini geografici che in

termini temporali; tali condizioni possono ritenersi soddisfatte se i risultati dello studio di pericolosità sono

forniti:

in termini di valori di accelerazione orizzontale massima ag e dei parametri che permettono

di definire gli spettri di risposta;

in corrispondenza dei punti di un reticolo (reticolo di riferimento di 10571 punti) i cui nodi

sono sufficientemente vicini fra loro (non distano più di 10 km);

per diverse probabilità di superamento in 50 anni e diversi periodi di ritorno TR ricadenti

in un intervallo di riferimento compreso tra 30 e 2475 anni, estremi inclusi.


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L’azione sismica così individuata viene successivamente variata per tener conto delle modifiche

prodotte dalle condizioni stratigrafiche del sottosuolo di costruzione e dalla morfologia della superficie. Tali

modifiche caratterizzano la risposta sismica locale.

Le azioni di progetto si ricavano dalle accelerazioni ag e dalle relative forme spettrali. Le forme

spettrali previste dalle NTC sono definite, su sito di riferimento rigido orizzontale, in funzione dei tre

parametri, che si ricavano mediante uno specifico software freeware della Geostru Srl:

ag accelerazione orizzontale massima del terreno (pericolosità sismica);

Fo valore max del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;

Tc* periodo di inizio del tratto a velocità costante (plateau) dello spettro in accelerazione

orizzontale.

Le forme spettrali previste dalle NTC sono caratterizzate da prescelte probabilità di superamento e

vite di riferimento. A tal fine occorre fissare:

∙la vita di riferimento VR della costruzione,

∙le probabilità di superamento nella vita di riferimento PVR associate a ciascuno degli stati

limite considerati (§ 3.2.1 NTC), per individuare infine, a partire dai dati di pericolosità

sismica disponibili, le corrispondenti azioni sismiche.

Dal rilevamento geologico (approccio semplificato), è emerso che al settore in questione può essere

assimilato un substrato riconducibile alla categoria di suolo di categoria “A” (§ 3.2.2 NTC 2008), “Ammassi

rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, eventualmente

comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3,0 m”. La peculiare

conformazione morfologica rientra nella categoria topografica T1 (superficie subpianeggiante), cui

corrisponde un valore di amplificazione topografica St =1,0.

Parametri di riferimento (mediati per i due siti)

(utilizzabili per strutture con periodo fondamentale di vibrazione < 4,0 sec, DM 14/01/2008 punto 3.2.3.2)

Coordinate sito (sessadecimali, datum WGS84) WGS84: 9,254576 – WGS84: 39,251693

Pericolosità sismica

Sotto il profilo sismo‐tettonico, il territorio comunale di Quartu S. Elena non rientra in alcuna area

relativa alla zonazione sismogenetica, pertanto si omette ogni analisi relativa alla disaggregazione dei dati

di pericolosità sismica.

4.2.4.6 Risposta sismica locale (§ B 7.3.11 NCT 2008)

Categoria di suolo = A Categoria topografica= T1

Classe d’uso = II (industrie con attività non pericolose)

Amplificazione topografica St =1,0 Coefficiente d’uso Cu:=1,0

Vita nominale Vn >50 anni (opera ordinaria) Stati limite considerati SLD ‐ SLV

Probabilità di superamento: SLD=63% SLV=10%


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Tempo di ritorno (SLD):Tr=50 anni Tempo di ritorno (SLV):Tr=475 anni

Periodo di riferimento per l’azione sismica Vr = 50 anni

Altezza alla gronda H= 5,00 m

Periodo vibrazione fabbricato per opere in telaiate in c.a. (stimato T= 0.09 H 0,75) ~ 0,43 sec

4.2.4.7 Variabilità spaziale del moto sismico

Ai sensi della Circolare 617/2009 (Punto C.3.2.3), esplicativa del DM 14/01/2008, essendo la

costruzione de quo di dimensioni limitate, è possibile assumere che il moto sismico sia lo stesso, per tutti i

punti sotto la costruzione, trascurando la sua variabilità spaziale.

Comunque, attesa la conformazione topografica e la natura del substrato, il sito non dà luogo a

fenomeni di amplificazione sismica.

4.2.5 Idrogeologia

L’assetto idrogeologico dell’area in analisi è ovviamente correlato e complicato dalla

giustapposizione dei diversi corpi sedimentari caratterizzati da differenze granulometriche e

composizionali, ingeneranti forti contrasti di permeabilità primaria.

Risultano, quindi, più complessi idrogeologici che possono essere identificati con le diverse

Formazioni geologiche analizzate nella sezione dedicata identificabili come:

Complesso Idrogeologico delle Marne di Gesturi, caratterizzato da litotipi a prevalente

composizione marnoso arenacea con intercalazioni tufitiche. Permeabilità molto bassa o nulla negli

orizzonti prettamente marnosi.

Complesso Idrogeologico delle Arenarie di Pirri, definito da litologie arenacee con intercalazioni fine

e grossolane. Permeabilità medio‐alta.

Complesso Idrogeologico delle alluvioni, caratterizzato da sedimenti grossolani e fini, variamente

intercalati e diversamente addensati o debolmente cementati. Permeabilità molto alta.

Dall’analisi dei dati stratigrafici e di permeabilità stimata si può riassumere e schematizzare un

assetto idrogeologico che vede le marne fungere da impermeabile alla base dell’acquifero contenuto

all’interno delle arenarie, dove le alluvioni svolgono la funzione di Aquitardo.

Il complesso alluvionale rappresenta un acquifero diffuso, superficiale, che riceve i suoi apporti idrici

sia per infiltrazione diretta zenitale, correlata alle precipitazioni, sia per travasi idrici dal complesso

arenaceo come compensazione della piezometrica.

Ne deriva un sistema acquifero discontinuo costituito da più corpi idrici separati, idraulicamente e

piezometricamente, sia da eteropie latero – verticale dei materiali, soprattutto a livello granulometrico, sia

da discontinuità tettoniche che fungono da limiti di permeabilità.

Le direzioni di deflusso preferenziali sono di difficile interpretazione per l’eterogeneità dei corpi

sedimentari ed ancor più per i diffusi emungimenti operati dalle attività industriali e civili.


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In riferimento alla piezometria puntuale, i dati registrati all’interno dei pozzi presenti nell’area di

pertinenza PROMISA hanno restituito sempre valori superiori ai 25 metri dal piano campagna. In

particolare, il pozzo ubicato topograficamente a livello dei piazzali dell’impianto, testimonia una

soggiacenza puntuale di oltre 40 metri.

Tali dati permettono di escludere qualsiasi tipo di interazione tra le attività d’impianto e gli eventuali

corpi idrici sotterranei, anche in caso di limitate variazioni ai livelli piezometrici.

4.3 Flora e fauna

L'area attualmente occupata dalle attività previste in progetto non si trova all’interno di aree

protette Regionali (L.R. 7 giugno 1989, n. 31) o Nazionali (L.N. 6 dicembre 1991, n. 394) e nemmeno in aree

finitime alle stesse, allo stesso modo non è assoggettata a vincoli comunitari in base alla Direttiva Habitat

92/43/CEE (Area SIC), ne Direttiva Uccelli 79/409/CEE (ZPS).

Le aree SIC più vicine sono quelle denominate Stagno di Molentargius e territori limitrofi (4 km a SO),

Riu S. Barzolu (7 km a N), Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus (8,5 km a E), Bruncu de su Monte Moru‐

Geremeas (Mari Pintau) e Costa di Cagliari (da 13,5 km a SE). Le aree ZPS più prossime si trovano a SO, e

sono lo Stagno di Molentargius e lo Stagno di Cagliari.

In relazione al progetto previsto, inoltre, non sono previste strutture che possano alterare l’assetto

vegetazionale o l’interruzione di corridoi ecologici.

4.4 Salute pubblica

Nel maggio 2008 è stata attivata presso il Dipartimento di Prevenzione la Struttura Semplice

Dipartimentale (SSD) Salute e Ambiente.

La struttura sviluppa tematiche e competenze relative agli effetti sanitari dei fattori di rischio

ambientali ed interagisce con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAS) e con

l’Amministrazione Provinciale (Assessorato Difesa Ambiente Sardegna) competenti in materia di controllo

ambientale.

Tra gli ambiti di attività della SSD vi è il Rischio Ambientale ‐ Sanitario.

Nell'ambito delle valutazioni di possibili effetti sulla salute da esposizione a fattori di rischio

ambientale la Struttura:

‐ elabora mappe delle fonti di rischio presenti nel territorio della ASL

‐ partecipa alle conferenze di servizio per Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), Valutazione

Ambientale Strategica (VAS), Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA), autorizzazioni alle emissioni,

autorizzazioni per trattamento, deposito e smaltimento rifiuti, autorizzazioni e progetti di bonifica dei siti

inquinati.

‐ adotta metodologie di valutazione del rischio sanitario che fanno riferimento a linee guida e modelli

di valutazione indicati da organismi di sanità pubblica nazionali e internazionali.


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Pertanto la configurazione impiantistica autorizzata era stata già valutata dal punto di vista del

rischio sanitario, ritenendo che non vi fossero elementi ostativi alla realizzazione del progetto.

5 STIMA DEGLI IMPATTI

Per valutare gli impatti derivanti dalla variante proposta, si prende a riferimento la configurazione

impiantistica derivante dall'entrata in esercizio del 3°Lotto, così come autorizzata dalla Determina 132

rilasciata dalla Provincia di Cagliari in data 12.10.2012 e ssmmii.

5.1 Atmosfera

Con l'entrata in esercizio del 3°Lotto si avrebbero 20.000t/a di rifiuti ligneocellulosici da avviare alla

Linea 1.

La variante proposta limita a 15.000t/a i rifiuti da avviare alla Linea 1

La Linea 1 incide sulle emissioni in atmosfera essenzialmente per quanto concerne la dispersione di

polveri e di sostanze odorigene.

Sebbene tali aspetti siano oggetto di mitigazione attraverso consuete operazioni gestionali di

umidificazione dei cumuli e sospensione delle operazioni di triturazione e vagliatura in caso di condizioni di

vento particolarmente intenso, appare evidente come il recupero di quantità inferiori di rifiuti

ligneocellulosici mediante compostaggio od essiccazione, comporti minori emissioni diffuse.

Le attività lavorative di cui alla variante sostanziale non comportano infatti particolari scenari

emissivi.

Pertanto ne deriva un impatto sulla componente atmosfera inferiore a quello attualmente

autorizzato

5.2 Suolo e sottosuolo

L'attività proposta non incide maggiormente su tale matrice ambientale, rispetto a quanto già

autorizzato per il 3°Lotto.

La realizzazione di una porzione supplementare di platea in cls per consentire le lavorazioni di cui alla

variante proposta, comporta un maggior consumo di suolo che, comunque, rimane nell'ambito del

complesso impiantistico e, comunque, incide solamente per il 17% rispetto a quanto già autorizzato.

Tale impatto può ritenersi trascurabile rispetto a quanto già autorizzato.

5.3 Acque

Come anche previsto per il progetto autorizzato, la gestione dell'impianto non prevede l'interazione

con acque superficiali o sotterranee.


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La diminuzione delle superfici scoperte su cui si lavorano rifiuti, connessa con la diminuzione dei

quantitativi avviati alla Linea 1 a seguito della variante proposta, comporta invece una minore quantità di

acque da gestire come rifiuti.

L'impatto della variante proposta su tale matrice ambientale rispetto a quanto già autorizzato può

ritenersi inferiore o trascurabile.

5.4 Rumore e vibrazioni

In riferimento ai rumori prodotti dall’attività di processo si considerano i macchinari presenti in

impianto consistenti in:

Pala gommata adibita alla movimentazione dei rifiuti, al rivoltamento dei cumuli in

compostaggio ed al carico dell’ammendante compostato verde;

Biotrituratore utilizzato per la triturazione dei rifiuti ligneocellulosici. Per migliorare la

produzione l'Azienda intende mettere in opera un trituratore più performante (DW3060) a

parità di emissioni acustiche;

Impianto di vagliatura finale della miscela matura.

La maggiore emissione acustica possibile è quella del trituratore che prevede un massimo di 90dB.

Al fine di calcolare l’effettiva pressione sonora percepita dai recettori esterni all’impianto verrà

utilizzata la Legge della Distanza Inversa (Weber – Fechner) secondo la quale se ad una distanza d1 da una

sorgente sonora misuriamo una pressione sonora di dBspl 1, ad una distanza d2>d1 avremo una pressione

sonora data dalla formula:

dBspl2 = dBspl1 – 20log (d2/d1)

in pratica ogni volta che ci allontaniamo da una sorgente sonora raddoppiando la distanza

riscontriamo una caduta pari a 6 dBspl e viceversa.

Analogamente considerando i dB (A) si ottiene:

dB(A)2 = dB(A)1 – 20log (d2/d1)

dove per dB(A) si intende il Decibel considerato all’interno di un range di Frequenze che va dagli 800

Hz ai 2000 Hz, ovvero il campo di udibilità del suono all’orecchio umano.

L’analisi delle emissioni sonore va riferita ovviamente ai ricettori sensibili che in questo caso sono

rappresentati dalle abitazioni limitrofe alle aree produttive.

Nei terreni ubicati ad Est, ancora sede prevalentemente di modeste attività agricole, è ubicato un

fabbricato isolato distante in linea d’area dall’impianto circa 200 m lineari dalla zona di triturazione e

vagliatura e secondo i calcoli di abbattimento, nelle frazioni di tempo maggiormente produttive si dovrebbe

avvertire un’intensità di rumore pari a 44dB (fig.6).


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Figura 6: Legge della distanza inversa.

Tali valori, riferiti al periodo di attività diurno sono ampiamente entro i limiti consentiti dalle norme

previste nella Legge 447/95 – Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico tenendo anche presente che 40

dB(A) è il valore medio di un quartiere abitato durante la notte. Va segnalato comunque che le sorgenti

maggiormente rumorose non sono attive durante il periodo notturno.

L’impianto non produce vibrazioni significative ne radiazioni.

Con la realizzazione del terzo lotto si avrebbe una maggiore attività del trituratore per i rifiuti

ligneocellulosici, oltre che del vaglio rotante, senza considerare l'attività di triturazione dei rifiuti vetrosi.

La variante proposta non prevede l'utilizzo di macchinari per la riduzione volumetrica dei rifiuti

urbani e speciali non pericolosi, ma semplicemente operazioni di cernita manuale.

Ne consegue un generale minor impatto su tal matrice ambientale.

5.5 Flora e fauna

Come detto la realizzazione di una porzione supplementare di platea in cls per consentire le

lavorazioni di cui alla variante proposta, comporta un maggior consumo di suolo che, comunque rimane

nell'ambito del complesso impiantistico e comunque incide solamente per il 17% rispetto a quanto già

autorizzato.

Tale realizzazione non può costituire l'interruzione di corridoi ecologici o la rimozione di essenze

floristiche particolari.

Ne consegue un impatto praticamente nullo, al pari di quello che si sarebbe avuto con la

realizzazione del 3°Lotto.


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5.6 Salute pubblica

Come accennato la configurazione impiantistica autorizzata era stata già valutata dal punto di vista

del rischio sanitario, ritenendo che non vi fossero elementi ostativi alla realizzazione del progetto.

I nuovi CER ritirabili a seguito dell'entrata in esercizio della configurazione impiantistica di cui alla

variante proposta non comportano particolari rischi sanitari aggiuntivi, in quanto non putrescibili e non

polverulenti.

5.7 Traffico veicolare

Rimanendo invariato il quantitativo complessivo di rifiuti ritirabili complessivamente nelle tre linee di

recupero a seguito della variante proposta, ne consegue un incremento nullo del traffico veicolare rispetto

a quanto già autorizzato.

6 CONCLUSIONI E CHECK‐LIST ALL.B2 DELIBERA 34/33 DEL 2012

Al fine di concludere il presente studio preliminare ambientale si ritiene opportuno dare risposta alla

check‐list contenuta nell'All.B2 alla Delibera RAS 34/33 del 2012 con riferimento al progetto oggetto della

variante proposta, per consentire una completa valutazione da parte dell'Autorità preposta.

Pertanto di seguito vengono riportati testualmente i quesiti contenuti nella norma regionale e le

risposte contestualizzate alla configurazione impiantistica oggetto di variante.

6.1 Dimensioni del progetto

D: Il progetto comporta un’occupazione dei terreni su vasta scala, lo sgombro del terreno, sterri di

ampie dimensioni e sbancamenti?

R: No

D: Il progetto comporta la modifica del reticolo di drenaggio (ivi compresi la costruzione di dighe, la

deviazione di corsi d’acqua o un maggior rischio d’inondazioni)?

R: No

D: Il progetto comporta l’impiego di molta manodopera?

R: Per le fasi realizzative saranno impiegate almeno 15 unità lavorative, mentre la variante proposta

comporta l'impiego continuativo di almeno 4 unità lavorative

D: I dipendenti avranno adeguato accesso ad abitazioni ed altri servizi?

R: Saranno preferibilmente impiegate maestranze locali per una migliore logistica fuori degli orari

lavorativi.

D Il progetto genererà un afflusso significativo di reddito nell’economia locale?

R: Come detto le amministrazioni locali hanno già avanzato richieste per il conferimento di rifiuti

urbani e speciali non pericolosi, sulla base delle quali si è deciso di formulare la presente proposta


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progettuale in variante a quanto già autorizzato. La possibilità di conferimento con costi di trasporto

contenuti rispetto a quanto in essere attualmente, porterà benefici alle casse delle amministrazioni

comunali limitrofe.

DIMENSIONI DEL PROGETTO

D: Il progetto modificherà le condizioni sanitarie?

R: No

D: Il progetto comporta attività quali il brillamento di mine, la palificazione di sostegno o altre simili?

R: No

D: La realizzazione o il funzionamento del progetto generano sostenuti volumi di traffico?

R: Come analizzato non vi saranno variazioni al flusso di traffico già contemplato dalla configurazione

impiantistica esistente autorizzata.

D: Il progetto verrà smantellato al termine di un periodo determinato?

R: Al termine dell'autorizzazione all'esercizio ex art. 208 D.Lgs. 152/06 a meno di rinnovi.

D: Il progetto comporta il dragaggio, la rettificazione o l’intersezione dei corsi d’acqua?

R: No

D: Il progetto comporta la costruzione di strutture in mare?

R: No

D: Il progetto richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare l’approvvigionamento

di energia, combustibile ed acqua?

R: No

D: Il progetto richiede la realizzazione di nuove strade, tratte ferroviarie o il ricorso a veicoli fuori

strada?

R: No

D: Il progetto modifica le caratteristiche funzionali delle opere di cui costituisce la modifica o

l’ampliamento?

R: I piazzali erano e rimarranno destinati all'attività di recupero rifiuti. Il capannone di nuova

realizzazione sarà adibito a cernita manuale dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi anzichè al rimessaggio

dei mezzi d'opera. Nella configurazione autorizzata nel 2009 erano previsti 2 capannoni da 400mq cadauno

ed una copertura di 400mq. Tale configurazione viene sostituita dalla attuale variante.

Il locale mensa spogliatoi avrà dimensioni 7x5x3h, mentre il locale uffici avrà dimensioni pari a

12x3x2.5h.

6.2 Cumulo con altri progetti

D:Il progetto può generare conflitti nell’uso delle risorse con altri progetti in esercizio, in corso di

realizzazione o progettazione?

R: No


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D: Le emissioni in atmosfera, gli scarichi idrici o nel sottosuolo possono cumularsi con le perturbazioni

all’ambiente generate da altri progetti in esercizio, in corso di realizzazione o progettazione che insistono

sulla stessa area?

R: Come analizzato nel capitolo 5, stima degli impatti, le interazioni della variante proposta con le

matrici ambientali rispetto a quanto già autorizzato sono minori, uguali o, quantomeno trascurabili.

6.3 Utilizzo di risorse naturali

D: Il progetto richiederà apporti significativi in termini di energia, materiali o altre risorse?

R: No se non per l'alimentazione dei mezzi d'opera.

D: Il progetto richiede consistenti apporti idrici?

R: No, anzi prevede il riutilizzo delle acque meteoriche.

D: Il progetto richiederà l’utilizzo di risorse non rinnovabili?

R: Solamente gasolio per l'alimentazione dei mezzi d'opera.

6.4 Produzione di rifiuti

D: Il progetto comporta l’eliminazione di inerti, di strati di copertura o di rifiuti di attività minerarie?

R: No

D: Il progetto comporta l’eliminazione di rifiuti industriali o urbani?

R: No solamente il recupero di rifiuti urbani e speciali non pericolosi come previsto dalla

pianificazione Regionale, Nazionale ed Europea.

6.5 Inquinamento e disturbi ambientali

D: Il progetto da luogo ad emissioni in atmosfera generate dall’utilizzo del combustibile, dai processi

di produzione, dalla manipolazione dei materiali, delle attività di costruzione o da altre fonti?

R: Come analizzato i rifiuti urbani e speciali non pericolosi ritirabili a seguito dell'approvazione della

variante proposta, non sono di tipo polverulento e, pertanto, lo scenario già autorizzato non viene

modificato.

D Il progetto dà luogo a scarichi idrici di sostanze organiche o inorganiche, incluse sostanze tossiche,

in aree costiere e marine?

R: Il progetto non prevede scarichi idrici di nessun genere.

D: Il progetto può provocare l’inquinamento dei suoli e delle acque di falda?

R: No, considerato l'assetto idrogeologico dell'area, la logistica impiantistica e le tipologie di rifiuti

ritirati.

D Il progetto provocherà l’immissione nell’ambiente di rumore, vibrazioni, luce, calore, odori o altre

radiazioni?


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R: Il progetto non prevede modifiche allo scenario autorizzato.

D: Il progetto può dare luogo ad elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici?

R: No

D: Il progetto altera i dinamismi spontanei di caratterizzazione del paesaggio sia dal punto di vista

visivo, sia con riferimento agli aspetti storico‐monumentali e culturali?

R: Per rispondere alla presente domanda è utile riportare di seguito dei rendering illustranti la

configurazione impiantistica autorizzata e quella da realizzarsi a seguito della variante proposta. Si noterà

che le differenze sono minime e scarsamente significative a livello visivo e paesaggistico.

3° Lotto Autorizzato ‐ Vista NE


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3° Lotto Variante ‐ Vista NE

3° Lotto Autorizzato ‐ Vista S


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D: Il progetto può dar luogo ad elementi di perturbazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e

idrauliche?

R: No

6.6 Rischio di incidenti

D: La realizzazione del progetto comporta lo stoccaggio, la manipolazione o il trasporto di sostanze

pericolose (infiammabili, esplosive, tossiche, radioattive, cancerogene o mutagene)?

R: No

D: Il progetto, nella sua fase di funzionamento, genera campi elettromagnetici o altre radiazioni che

possono influire sulla salute umana o su apparecchiature elettroniche vicine?

R: No

D: Il progetto comporta l’uso regolare di pesticidi e diserbanti?

R: No

D: L’impianto può subire un guasto operativo tale da rendere insufficiente le normali misure di

protezione ambientale?

R: No

D: Vi è il rischio di rilasci di sostanze nocive all’ambiente o di organismi geneticamente modificati?

R: No

3° Lotto Variante ‐ Vista S


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Nota: Sulla base della normativa vigente di cui al D.Lgs. 105/2015 (Seveso III) nell'impianto non sono

detenute sostanze di cui all'All.1 Parte 1 e 2 in quantità superiori alla soglia inferiore fissata dal suddetto

Decreto.

6.7 Localizzazione del progetto

D: Il progetto comporta modifiche significative dell’uso territoriale o della zonizzazione?

R: No nessuna

D: Il progetto comporta modifiche significative della ricchezza relativa, della qualità e della capacità

di rigenerazione delle risorse naturali della zona?

R:No

D: Il progetto comporta modifiche della capacità di carico dell’ambiente naturale, e della qualità in

generale con particolare attenzione alle seguenti zone:

a) Zone umide;

b) Zone costiere;

c) Zone montuose o forestali;

d) Riserve e parchi naturali;

e) Zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea; zone protette

speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

f) Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione comunitaria sono già

stati superati;

g) Zone a forte densità demografica;

h) Zone di importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica;

i) Altre aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite.

R: No.

6.8 Considerazioni finali

Dall'analisi della configurazione impiantistica autorizzata con la messa in opera del 3° lotto e da

quella che si avrebbe a seguito dell'approvazione e realizzazione delle opere previste dalla variante

sostanziale proposta, si evince che non vi sono maggiori impatti sulle matrici ambientali ed il contesto

territoriale, rispetto a quanto già valutato a monte del rilascio della Determinazione Dirigenziale n.132 del

2012, rilasciata dalla Provincia di Cagliari ai sensi dell'art. 208 del D.Lgs. 152/06.

La configurazione oggetto della variante sostanziale risponderebbe alle attuali esigenze di mercato e

del territorio in quanto diverse amministrazioni comunali hanno manifestato la necessità di conferire le

tipologie di rifiuti urbani e speciali non pericolosi inseriti tra quelli ritirabili a seguito di approvazione della

proposta progettuale.


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L'attività di recupero di tali tipologie di rifiuti s'inquadra negli obiettivi di ottimizzazione del recupero

di materia previsti sia dal Rapporto Preliminare Ambientale di cui all'aggiornamento del Paino Rifiuti

Regionale sia negli scenari di economia circolare auspicati dalle normative nazionali ed europee.

Al fine di consentire lo sviluppo della realizzazione delle opere previste dalla variante proposta

l'Azienda intende realizzare il 3° Lotto in 2 stralci:

1. Realizzazione piazzali e capannone da 800mq;

2. Messa in opera uffici e sala mensa.

Quartu S. Elena (CA), Giugno 2017

Il proponente

Amministratore Unico

Sig. ra Luisella Cardia

Tecnico

Dott. Giorgio Rustichelli

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