52

Tamtam Magazine - Anno II - Numero 11 - Dicembre 2010

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La rivista mensile di attualità, cultura, spettacolo, sport, costume e società

Citation preview

free press magazine

free press magazine

Periodico mensile diattualità, cultura, spettacolo, sport, costume e società.

www.tamtammagazine .it

ANNO II - NUMERO 11DICEMBRE 2010

EDITOREITALIA EDITRICE NEW di Giancarlo Arcano

www.italiaeditrice.com

DIREZIONEDamiano Bordasco

(direttore responsabile)

CAPOREDATTOREMassimo Rosario Marino

[email protected]

Amalia Conte

Antonio Iacovino

Tina Petrillo

Luana Racano

Sara Valente

COLLABORATORIMatteo Caldarella, Angelo Capozzi,Giuliana Cuttano, Fernando Faleo, Fiorenzo Figurella, Michela Ingaramo,Vincenzo Rizzi, Giuseppe Ruppi,Monica Gigante, Nicola Russo,Prof. Giuliano Volpe.

PROGETTO GRAFICOE IMPAGINAZIONEGianmarco Arcano - ART DIRECTOR

[email protected]

PUBBLICITÀITALIA EDITRICE NEW

0881. 723980 - 347.6403966

STAMPAPAPER PRESS

Registrazione al Tribunale di Foggian° 30 del 19/11/2009

© 2010 - Tutti i diritti di proprietàartistica e letteraria riservati

Siamo arrivati anche quest’an-no a Natale. E TamTam vuole festeggiare con tutti voi, cari e affezionati lettori, un momento così importante per la vita degli uomini che credono, ma anche per chi non ha avuto questa “fortuna”.La nascita di Gesù, infatti, non è una ricorrenza fondamentale solo per i cattolici che, nell’Uo-mo di Nazareth, risorto da mor-te, colgono i tratti di Dio e nella sua vicenda la storia di salvezza cominciata duemila anni fa.L’umanità di quel bambino, nato nella capanna di Betlemme e morto sul “cranio” di Gerusa-lemme, è la più grande testimo-nianza di speranza per i popoli di tutto il mondo. Il suo straor-dinario messaggio di amore e di pace, la sua eterna capacità di suscitare passioni forti nel cuore degli uomini riecheggiano dall’alba dei tempi e giungono forte a noi.La crisi nera che stiamo attra-versando, e che speriamo passi presto, sicuramente indurrà cia-

scuno a spese miti e sensate per queste feste natalizie.Ci indurrà a pensare che il Natale non può essere solo e soltanto la festa dei regali e delle grandi abbuffate, ma soprattutto un mo-mento di riflessione sull’attuale situazione della nostra vita, e di condivisione del destino di chi soffre o è solo.Con questo numero tutti noi di TamTam, il sottoscritto, il corag-gioso editore Giancarlo Arcano, e l’intera redazione giornalistica, vo-gliamo augurare un buon Natale di speranza a ciascuno dei nostri lettori e un sereno 2011, ricco di soddisfazioni.La parola chiave, anche in questo numero, è appunto speranza. Per le famiglie foggiane, che supe-rino questo difficile momento; per i giovani della città, che vivano con meno incertezza le sfide del futuro; per gli anziani soli, perché trovino sempre persone disponibili e capa-ci di farli sentire amati; per i bambi-ni, la risorsa più grande della città, siano segno radioso per il futuro di tutta la comunità.

Per le immagini di cui non è stato possibilerintraccire gli aventi diritto,l’editore si dichiara pienamente disponibilead adempiere ai propri obblighi.

Chiuso in redazione il 4/12/2010

di Damiano Bordasco - DIRETTORE RESPONSABILE

Buona speranza a tutti

EDITORIALE

6 NUMERI UTILI

ISTITUZIONIComune di Foggia 0881 792111 - 0881 814111Provincia di Foggia 0881 791111Regione Puglia 0881 725188 SANITA’ PUBBLICA FOGGIAASL FG3 Foggia 0881 731111 Ass. Volontari Italiani Sangue Foggia 0881 615656Az. Ospedaliero Universitaria Foggia 0881 731111 Croce Rossa Italiana Foggia 0881 723753 Guardia Medica Foggia 0881 733100 Pronto Soccorso “Ospedali Riuniti” Foggia 0881 732030

EMERGENZAEmergenza Sanitaria 118Carabinieri Comando Provinciale Foggia 0881 634444 Carabinieri Pronto intervento 112 Corpo Forestale emergenza ambientale 1515 Difensore Civico Foggia 0881 791236 Drogatel (Servizio Nazionale Anonimo) 800900800 Guardia di Finanza Pronto intervento 117 Polizia di Stato Pronto intervento 113 P. S. - Questura Foggia 0881 668111 Polizia Municipale FG 0881 331511

Protezione Civile Foggia 0881 791738Telefono Rosa (contro la violenza sulle donne) 0637518261-2Telefono Azzurro (Linea per bambini) 19696 Vigili del Fuoco Pronto intervento 115

TRASPORTI FOGGIAACI Foggia - soccorso stradale 803116Aeroporto “Gino Lisa” Foggia 0881 650539 ATAF Foggia 800253663 CCISS Traffico e viabilitàViaggiare informati 1518Ferrovie del gargano Foggia 0881 725188 SITA Foggia 0881 773117 Trenitalia 892021 SERVIZIACEA Illuminazione Pubblica 800130340 Acquedotto Pugliese Segnalazioni guasti 800735735AMGAS Segnalazione guasti 0881 721414 ENEL Servizio Clienti 800998998ENEL Segnalazioni guasti 803500Fisco on line 848800333

Poste Italiane Telegrammi 186

Poste Italiane Informazioni 803160

SOMMARIO

SOCIETÀ

PRIMO PIANO

Il decennio della speranza16

6

34

36

38

SVAGO

TEST

OROSCOPO

p. 44

p. 47

Nervoso o rilassato ?

di dicembre

MUSICA

INFORMATICA

L’ANGOLO DELL’EDUCATORE

Al Sacro Cuore la musica è O.R.O.

Office con Mac??? Certo...

In cammino verso la Terra Promessa

Una Presenza Viva • Il messaggio di speranza dell’Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, monsignor Francesco Pio Tamburrino

CUCINA

Le ricette della tradizione foggianaIl buon gusto della terra di capitanata tra memoria e presente

42

SPORTIVAMENTE

TALENTI DI CAPITANATA

Rugby: valori in campo

Cuore, grinta e passione - La favola dell’esterno foggiano Agostinone alla corte di Zeman

Il libro-intervista di D. Bordasco e don A. Menichella

- Gli auguri del sindaco di Foggia Mongelli e del presidente della provincia Pepe

32

12

SALUTE E BENESSERE

Paprika, tabascoo pepe di cayenna?

20

CULTURA

NATURA

Fratello Lupo

8

26

“Polvere e ginocchia”

di Giuliana Cuttano

UNA PRESENZA VIVA

Il messaggio di speranzadell’Arcivescovo della Diocesi di Foggia - Bovino,

monsignor Francesco Pio Tamburrino

na Chiesa che riscopre la Carità e cammi-na al passo degli ultimi. È il for te messaggio

dell’Arcivescovo della Diocesi di Foggia – Bovino, mons. Francesco Pio Tamburrino, lanciato alla città capoluogo e alla Chiesa locale con la sua ultima Lettera Pastorale. Dopo quelle dedicate ai Giovani, alla Diocesi, alla Parola di Dio e alla Liturgia, ora il caposaldo per costruire azioni concrete di rinascita sono nelle mani della Carità. “In questi ultimi anni – si legge in uno dei passaggi sa-lienti dell’ultima Lettera Pastorale – con frequenza crescente, le famiglie entrano nel rischio di caduta nella povertà, perché hanno esaurito le scorte di piccoli risparmi accumulati, non riescono a fronteg-giare i mutui contratti e le spese ordinarie per la precarietà e, spesso, la perdita del posto di lavoro. I pensionati, se hanno altre risorse oltre il sussidio pensionistico, sono a rischio di povertà”.

L’Arcivescovo trova nell’ispirazione evangelica, nella ri-flessione biblica e teologica, le categorie fondamentali e i principi a cui ispirarsi per dare alle azioni di Carità una direttiva più fondata e capace di smuovere le co-scienze dal profondo. Un lavoro preciso e dettagliato che prende in esame tutte le situazioni di emarginazio-ne che Foggia vive, ma anche una Lettera che illustra proposte concrete in relazione, soprattutto, all’attività delle parrocchie: “Il momento dell’operare va attuato anzitutto dotando le parrocchie di strutture adeguate, soprattutto di luoghi di incontro e di comunione tra le persone, di centri di ascolto, di strutture destinate a specifiche situazioni di emarginazione, là dove fossero presenti. In ogni caso, in questa fase operativa è op-portuno stabilire delle collaborazioni con le istituzioni, con le scuole, con le associazioni di volontariato non cattolico e con ogni altro ente operante sul territorio per la promozione dell’uomo”.

8 PRIMO PIANO

Mons. Tamburrino, con la pre-sentazione della sua Lettera è chiaro il bisogno di Carità che ha la città di Foggia. Alla luce anche del Natale e del suo mes-saggio appena pubblicato, cosa si sente di dire e di augurare ai cittadini e ai nostr i lettor i e quale può essere l’impegno dei cr istiani e dei cattolici in questo momento in cui la città non vive un periodo positivo?“Io penso che ognuno debba fare la propria parte. Il semplice citta-dino – ha dichiarato mons. Tam-burrino a TamTam– deve vivere onestamente, senza sprechi, sen-za sciupio di beni di consumo e d’altra canto impegnandosi nella società con il lavoro professiona-le, con una solidarietà verso gli altri, e poi man mano che si va avanti anche per la pubblica am-ministrazione, per l’impresa, per i datori di lavoro deve esserci tutto questo. Ci vuole più senso di responsabilità. E’ strano che un territorio come Foggia che confi-na con Bari e altre provincie, non riesce ad avere quel respiro in cui l’economia veramente abbia dei veicoli, dei trattori che sono l’industria, il commercio, l’edili-zia e penso anche al turismo e all’agricoltura. Qui tutto cammina con lentezza e difficoltà, non c’è uno slancio. Vorremmo sollecita-re l’attenzione e anche l’impegno di tutti. Il mistero del Natale – ha continuato – è il mistero di cari-tà. Dio ha tanto avuto compas-sione per diventare uno di noi e muovere dal didentro, dalla stessa natura umana, dal cuore umano, i sentimenti più belli e più nobili che edificano e costruiscono la società. Il buon samaritano, che è la parabola tipica di chi si rim-bocca le maniche per soccorrere

il prossimo bisognoso e così gli fa trovare la guarigione, deve essere l’esempio per uscire da sé e dai propri interessi.Auguro che questa occasione cristiana serva per fare qualche riflessione di fondo non soltanto sui propri impegni morali e sociali, ma anche soprattutto di respon-sabilità nei confronti dei fratelli meno fortunati, dei più poveri, degli emarginati, degli immigrati, delle famiglie che sono rimaste senza lavoro e di quella fascia anche che ha bisogno di essere sostenuto nell’impegno verso il futuro”.

Troppi cittadini sono sconfortati da ciò che ci può essere nell’im-minente futuro. In qualità di Pastore della nostra Chiesa, c’è una speranza che lei si sente di dare per questo nuovo anno?

“Cer tamente. Io penso che stia-mo dando, proprio adesso, un segno di speranza con i lavori che sono ripresi per la Catte-drale di Foggia. Ma questo vuol essere un segno per tutta la cit-tà, perché se mettiamo insieme tutte le energie e le risorse, si potrà arrivare a fare qualcosa di ancora più grande. I lavori della Cattedrale sono ripresi per l’ini-ziativa, l’attenzione, la premura e l’impegno sia del Sindaco, sia del Presidente della Provincia, che hanno ottenuto le sovven-zioni che sono estremamente necessarie.Questo è un piccolo segnale positivo – ha concluso mons. Tamburrino - non dobbiamo mai disperarci e ripiegare le braccia perché sarebbe la peggiore cata-strofe che potrebbe capitare ai cittadini e ai cristiani di Foggia”.

tamtam 9

ltre 400 persone hanno preso parte alla presen-tazione del libro-intervista “Polvere e ginocchia.

Storia di un prete felice”, realizzato da don Antonio Menichella e dal giornalista Damiano Bordasco presso la Parrocchia dei Santi Guglielmo e Pellegrino.“Un libro che parla di incontri: da Giovanni Paolo II, all’allora cardinale Joseph Ratzinger, il nostro amato Benedetto XVI, passando per mons. Tonino Bello, ma anche, e soprattutto, l’incontro con tanti, tantissimi ‘eroi silenziosi’ che hanno segnato indelebilmente la mia vita”. Con queste parole, il noto sacerdote ha presentato il libro-intervista editato dalla casa editrice “Italia Editrice”.Il testo affronta, in modo divulgativo, i temi più cari alla Chiesa moderna: la famiglia, i movimenti ecclesiali, le diverse vocazioni, la presenza della comunità cristiana nella società, i Pastori della Chiesa locale. “Il libro - ha rivelato Bordasco - nasce da un rapporto di amicizia e da un incontro con una persona reale e concreta, sempre presente nelle nostre vite: Gesù

Cristo. Abbiamo cercato di raccontare quello che la Chiesa locale rappresenta per l’intera comunità cit-tadina. Sette capitoli che vanno dal discernimento vocazionale, al contesto familiare, passando per gli anni della formazione e dell’esperienza romana, fino a giungere all’impegno concreto per poveri, anziani e diversamente abili. Tema centrale di ogni sezione del libro è stata la felicità”. Dal libro emerge chiaramente il ruolo fondamentale che la Chiesa di Foggia ricopre nell’accompagnare i cittadini nei momenti di difficoltà, ha affermato il giornalista foggiano, che ha rimarcato, a questo proposito, il pregevole lavoro svolto da mons. Francesco Pio Tamburrino e dai suoi predecessori.Il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, mons. Filippo Tardio, e il Magnifico Rettore dell’Univer-sità di Foggia, Giuliano Volpe, hanno curato le relazioni introduttive.“La Chiesa - ha affermato mons. Tardio - è soprattutto condivisione e partecipazione alla vita degli uomini, nella loro totalità. Credere in Cristo, e servirlo, significa

“Polvere e Ginocchia”

di Monica Gigante

LA CRONACA

Il libro-intervista di D. Bordasco e don A. Menichella

10 CULTURA

Quando Don Antonio, insieme a Damiano Bordasco, oltre un mese fa mi ha contattato per propormi di partecipare ad un momento di festa e di riflessione intorno al libro-intervista, pur con qualche resisten-za determinata solo dalla consapevolezza della mia inadeguatezza al compito che amichevolmente mi affidava, ho accettato con molto piacere, perché ha prevalso la mia stima e la gratitudine per l’opera che don Antonio svolge da anni nella nostra città. Quando, poi, mi sono reso maggiormente conto del rilievo dell’iniziativa, il mio timore di inadeguatezza si è trasformato in certezza, accompagnata da un senso di ansia, anche per i tanti impegni che sempre più si vanno accumulando nelle mie giornate e per il poco tempo a disposizione per poter preparare alcuni spun-ti di riflessione su temi così ampi e complessi, sia pur proposti in maniera “scanzonata”, come precisano gli autori nel sottotitolo.Quando poi mi sono trovato, domenica sera 28 no-vembre, nella Chiesa dei santi Guglielmo e Pellegrino debordante di gente, confesso di aver vissuto un’espe-rienza unica, che mi ha molto emozionato per la dimo-strazione di affetto e attaccamento che tante persone hanno manifestato a don Antonio.Mi sono chiesto ovviamente perché la scelta sia caduta su di me: forse per la carica che rivesto, e, mi auguro,

per il rapporto di stima che esiste tra me e don An-tonio. Non sono, infatti, uno studioso di teologia o di storia delle religioni, anche se come archeologo mi occupo in particolare dell’età paleocristiana. Pur non avendo la fortuna e il dono della fede, ho il massimo rispetto e un forte interesse per la religiosità. Ho in particolare interesse, stima, ammirazione per quegli uomini di fede, come don Antonio, molto impegnati nel sociale, nella vita culturale, nella difesa degli ultimi e dei deboli. Di don Antonio ho, in particolare, colto l’energia, la voglia di fare, l’apertura verso tutti, la di-sponibilità, in particolare, verso i giovani.Del libro ho apprezzato molte cose, a partire dal titolo Polvere e ginocchia: “la polvere che indica la strada, lo sporcarsi le mani” (come scrive Bordasco nella prefa-zione), cioè l’impegno, lo sporcarsi le mani senza spor-carsi l’anima. Le ginocchia indicano la preghiera, per chi ha fede. Ma anche chi ha fede ha bisogno di un’etica laica, ha la necessità della riflessione, del confronto, dell’autocritica. Dunque, è possibile un cammino da compiere insieme.Ho, inoltre, apprezzato molti valori presenti nel libro: lo studio e il lavoro; la vocazione semplice, “feriale” (usando le parole don Tonino Bello), propria degli eroi del quotidiano; la coerenza; la scelta per una Chiesa capace di gesti tangibili, di scelte di campo dalla parte

a cura del Prof. Giuliano Volpe - MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FOGGIA

APPROFONDIMENTO

essere accanto alle persone, soprattutto alle ultime, così come proprio Gesù ci ha indicato duemila anni fa”.Il Magnifico Rettore ha illustrato analiticamente i pas-saggi cruciali del libro, spiegando che, “nel titolo del libro è contenuto tutto il senso del testo. Un lavoro che racconta la storia di un prete che palesemente si sporca le mani tra la gente, che è diventato punto di

riferimento per tanti e che si rifocilla nella preghiera prima di compiere ogni azione”. All’incontro di domenica 28 novembre, moderato dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Santigliano, sono intervenuti anche il Sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, e il Presidente della Provincia, Anto-nio Pepe, che hanno manifestato stima e gratitudine per l’impegno dimostrato da don Antonio in ambito sociale.Ha concluso l’evento il Direttore dell’Ufficio Comu-nicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, don Stefano Caprio, che ha definito don Antonio “un mo-dello di prete ‘normale’ che con il suo impegno e la sua dedizione nel campo della comunicazione, della pastorale, dell’ecumenismo è certamente diventato un punto di riferimento per tanti”.

tamtam 11

degli ultimi, una Chiesa del Cristo che caccia i mercanti dal tempio e non quella che fa accordi con i mercanti pur di ricevere vantaggi per il tempio; il desiderio di co-noscenza e di confronto con altre culture e altre fedi.Pagine belle sono quelle relative alle tante esperienze sociali vissute, dalla mensa e il centro di ascolto alle giornate per la colletta alimentare e alla “colazione con il don”, o quelle relative alle nuove esperienze di comunicazione necessarie per mantenere un contatto attivo con i più giovaniMa il tema più ricorrente nel libro è quello della fe-licità: una felicità derivante dalla capacità di “armonia e comunione con tutto e tutti”, e innanzitutto con se stessi. E, come scrive don Antonio: “la felicità, inoltre, mi deriva anche dalla voglia di non ripetermi … mai. Dal desiderio di intraprendere sempre nuove stra-de. … Vivere, non ‘accontendandosi’ mai. Vivere, con quel pizzico di sana inquietudine che spinge ad andare sempre oltre. Ovviamente alla ricerca del bene. Vivere sognando. Vivere pensando alla grande. Vivere rima-nendo eternamente bambini.”La lettura del libro mi ha anche suscitato una riflessio-ne sul rapporto tra credente e non credente, e, quindi, sul tema della tolleranza, della laicità e del confronto tra il laicità e fede. Al di là delle inaccettabili contrap-posizioni tra laicismi ed integralismi e delle rozze sem-plificazioni e banalizzazioni che la modernità e la post-modernità hanno prodotto, questa è una questione decisiva per la nostra cultura e la nostra civiltà. E, collegato a questo, un altro tema molto attuale, e cioè il rapporto tra identità e alterità. Un problema molto sentito a Foggia, terra di immigrazione, da sem-pre spazio di confronto tra culture. In un momento in cui si vanno affermando localismi, regionalismi, na-zionalismi, globalizzazioni, cioè una gamma di identità territoriali, ma anche etniche, linguistiche, culturali e religiose, che producono “incubi identitari”, si avverte una generale sensazione di “sradicamento” legata ad

una visione quasi botanica, fatta di radicamento, sradi-camento, trapianto. Siamo, ormai, vittime del rischio di un totalitarismo identitario che finisce per considerare l’identità non come un elemento di auto-consape-volezza e di maturità ma come una sorta di clava da brandire contro gli altri e che definisce gli spazi, fisici e culturali, nei quali viviamo come contenitori ermetici separati da altri spazi ermeticamente delimitati. In questo contesto si inserisce una certa maniera di intendere il tema dell’identità cristiana. Lo sforzo co-mune da compiere, credenti e non credenti, è, al con-trario, quello di fare delle identità un elemento di forza, sostenuto dalla consapevolezza della complessità della nostra storia, capace di stimolare le aperture, la curio-sità verso l’altro e il diverso. Dobbiamo, cioè, stimolare il superamento dello stesso concetto di tolleranza, in-tesa nel significato etimologico di sopportazione, per andare al di là, nella consapevolezza che ogni identità è tale solo nel confronto con l’altro, di cui si ha bisogno per potersi riconoscere.Il timore di perdere la propria identità e la propria libertà provoca, infatti, la paura. Di qui la sostituzione della speranza con la paura, della dimensione collet-tiva con la solitudine: ecco alcune vere tragedie della nostra società. C’è, peraltro, chi alimenta volutamente e programmaticamente le paure per attuare politiche di esclusione, di conflitto, di emarginazione.Solo la consapevolezza che la propria identità necessi-ta dell’altro, può portare a superamento della paura e della solitudine. L’identità è un colloquio, un colloquio che non si chiude mai in una posizione che escluda l’altro. Annullando l’altro, si annulla infatti se stessi. Ecco una sfida comune per cristiani e laici, per credenti e non credenti.È anche questa una lezione che don Antonio, con il suo impegno, con la sua capacità di ascolto e di confronto, con la sua passione e con la sua felicità ci fornisce da anni quotidianamente.

È possibile trovare il testo“Polvere e ginocchia” nelle seguenti librerie:

Michelangelo• Mondadori • c/o MongolfieraPagina 2• Patierno• Ubik•

Alfieri• Centro Diffusione• Dante• Dell’Ateneo• Edicola stazione ferroviaria•

CULTURA12

Cuore, grintae passione

di Massimo Rosar io Marino

accia da bravo ragazzo, molto semplice ma dai sani princìpi, disponibile e umile, gentile ma

determinato, grintoso e deciso un giocatore che in-carna la spirito combattivo della sua squadra la cui caratteristica principale è la determinazione, parliamo di Giuseppe Agostinone per tutti Pino centrocampista del Foggia. Si, perché come tutto il mondo sà, è carat-teristico delle squadre di Zeman essere aggressive e “toste”, non mollare di un centimetro.

E così è lui, un vero lottatore, un generoso in cam-po e nella vita. Il centrocampista foggiano, cresciuto nel vivaio rossonero, è rientrato quest´anno alla base dopo l´ennesimo girovagare a cercar fortuna. Finora aveva giocato poco, ora grazie al primo gol stagionale segnato alla Ternana è tornato a far parlare di sè, dimo-strando il suo grande potenziale nello schieramento offensivo del boemo, utilizzabile sia come esterno di centrocampo che nel tridente.

Intervista a Pino AgostinoneLa favola dell’esterno foggiano alla corte di Zeman

14 TALENTI di CAPITANATA

Abbiamo raggiunto Agostinone in una pausa tra gli allenamenti e gli studi in scienze motorie.Un’ intervista nata dal desiderio di conoscere meglio un nostro concittadino l’uomo e il calciatore Pino Agostinone.

PINO DI RECENTE SEI TORNA-TO ALLA RIBALTA GRAZIE AL GOL SEGNATO NELLA SPLEN-DIDA PARTITA CASALINGA VINTA DAL FOGGIA CONTRO LA TERNANA, CHE COSA HAI PROVATO QUEL GIORNO?È stata una domenica speciale, densa di emozioni, speravo tanto di poter entrare in campo e far bene, volevo finalizzare il lavoro fat-to in questi anni con un gol e dedi-care la mia prestazione al ricordo dell’amico scomparso Salvatore Capocchiano e alla mia famiglia che in questi anni mi ha sempre soste-nuto e per fortuna ci sono riuscito.

NONOSTANTE LA TUA GIOVA-NE ETÀ SI PUÒ DIRE CHE SEI UN VETERANO DEL FOGGIA?Si ho 22 anni, ma sono nel Foggia da 14 anni, sono entrato in squa-dra nel 96’ facendo tutta la gavetta: esordienti, giovanissimi, allievi, poi mi sono fatto “le ossa” in altre squa-dre prima di tornare quest’anno a vestire l’amata maglia rossonera.

RICORDI ANCORA COME È COMINCIATA LA TUA AVVEN-TURA NEL FOGGIA?Certo, come potrei dimenticarlo, ho iniziato a dare i miei primi calci al pallone, così come capita a molti miei illustri colleghi nei capetti di calcio dell’oratorio vicino casa, pre-cisamente a Foggia nella parrocchia affidata ai salesiani del Sacro Cuore a cui ancora oggi sono legato.Qui nel 1996 durante un torneo fui notato dall’allora presidente del set-tore giovanile del Foggia Francesco Campaniello che nonostante io fos-si classe 88’ mi invito a partecipare ai provini per i ragazzi più grandi classe 86’, con successo superai la selezio-ne da lì in poi è cominciato tutto.

OLTRE CHE GIOCARE NELLA SQUADRA DELLA PROPRIA CITTÀ, HAI AVUTO LA SODDI-SFAZIONE DI VESTIRE LA MA-GLIA AZZURRA?Posso dire di essere un ragazzo fortunato, finora ho raggiunto i miei sogni come calciatore, gioca-

STAGIONE SQUADRA SERIE PRESENZE GOAL2004-2005 U.S. FOGGIA C1 2 -

2005-2006 U.S. FOGGIA C1 2 -

2006-2007 A.C MARTINA C1 3 -

2007-2008 U.S. FOGGIA C1 7 1

2008-2009 U.S. FOGGIA C1 3 -

2009-2010 U.S PRO VERCELLI C2 18 2

2010-2011 U.S. FOGGIA C1 3 1

carriera

re nel Foggia e in nazionale, nella nazionale finora sono stato con-vocato nell’under : 16, 17, 18, 20 e nell’under 21 della serie C e mi auguro lavorando tanto e con tanta fortuna di poter realizzare il sogno di vestire un giorno la maglia della nazionale maggiore.

IN COSA CREDI?QUALI SONO PER TÈ I VALORI PIÙ IMPORTANTI?La mia famiglia e l’oratorio di don Bosco mi hanno trasmesso il valore della fede, dell’amicizia, del rispetto, dell’umiltà e del sacrificio tutti ele-menti che mi hanno permesso di montarmi mai la testa, di superare momenti anche difficili e di cresce-re sul piano umano e cristiano.

QUALI SONOI TUOI OBIETTIVI FUTURI?Innanzi tutto voglio godermi que-sto momento e sfruttare a pieno tutte le prossime occasioni, deside-ro continuare a crescere sul piano fisico e tattico e per fare questo ho il miglior allenatore che si pos-sa desiderare, un grande maestro mister Zeman.Il mio sogno è di continuare a gio-care nel Foggia e contribuire con il mio lavoro a raggiungere insieme ai miei compagni traguardi importan-ti, per ripagare la fiducia della socie-tà, in primis quella del presidente e di quanti hanno scommesso e con-tinuano a scommettere su di me.

tamtam 15

VI ASPETTIAMO PRESSO LA NOSTRA UNICA SEDE A FOGGIA - S.S. 16 KM 682+600PER INFORMARVI SULLE MIGLIORI OFFERTE RISERVATE A TUTTA LA CLIENTELA

CON PAGAMENTI FINO A 84 MESI

VASTA GAMMA DI AUTOCARRI E FUORISTRADA NUOVI E USATI.

Foggia - S.S. 16 km 682+600 - Tel. 0881.617976 - Fax. 0881.616444 - e-mail: [email protected]

Responsabile alle vendite Marino Talia 338.3988581 - www.felicerussofg.com

FELICE RUSSO

1,3 Multijet 90 cv - Grigio medioanno 2007 - 75.000 km

€ 8.300,00

1,6 HDI 16v 110 cv - Grigio scuroanno 2005 - 130.000 km

€ 6.900,00

2.800cc - colore Argentoanno 2004 - 102.000 km

€ 16.000,00

1.900cc - Cambio automaticoGrigio medio - anno 2006 - 103.000 km

€ 8.400,00

2.000cc - Nero tulipanoanno 2007 - 137.000 km

€ 10.400,00

1.400cc - GPL - Biancoanno 2009 - 19.000 km

€ 5.200,00

1,4 CR TDI - colore Argentoanno 2009 - 23.000 km

€ 7.500,00

2,2 CR - Cab. Sing. - colore Argentoanno 2009 - 6.500 km

€ 11.000,00

1,9 Multijet - Biancoanno 2005 - 85.000 km

€ 7.200,00

2.800cc - Biancoanno 2001 - 250.000 km

€ 15.000,00

2.800cc - Biancoanno 2001 - 245.000 km

€ 9.800,00

CON RIBALTABILE TRILATERALE2.800cc - km 0€ 28.000,00

Fiat Grande Punto Citroen C4 Jeep Cherokee (autocarro)

Opel Astra SW Skoda Oktavia SW Tata Indica GPL

Tata Indigo SW Tata Xenon 4x4 Fiat Doblò cargo

Iveco 35 C 13 V H2 Iveco 35 .8 DC 7 posti Bremach 2.8 Job

con2 anni

di garanzia ufficiale

con2 anni

di garanzia ufficiale

con2 anni

di garanzia ufficiale

a gennaio comincerà un nuovo decennio e, inevitabilmente, anche nuove speranze. Ora

è tempo di bilanci, di aspettative. L’intera provincia di Foggia e la città capoluogo stessa, hanno affrontato, in questo 2010, non poche difficoltà. Eppure con l’arrivo del nuovo anno si vuol sempre ed inevitabilmente la-sciare tutto alle spalle, affinché ciò che non è stato fatto si possa realizzare, per migliorare e per avere la speran-za che qualcosa, finalmente, possa portare un respiro diverso ad un territorio che da troppo tempo soffre in una situazione di disagio e di indiscussa difficoltà. Le istituzioni, da quella provinciale e quella comuna-le, hanno più volte sottolineato il proprio impegno a voler superare questo stato di inerzia che sta attana-gliando la Capitanata e Foggia. Con il Natale, insieme alla nascita di Gesù Cristo che compie il suo miracolo con la celebrazione della sua venuta al mondo, si moltiplicano le speranze di poter rinascere anche come cittadini, come protagonisti di una società che ha bisogno di ritrovare una propria identità.In questo numero di fine anno abbiamo, dunque, dato la parola al Sindaco Gianni Mongelli e al Presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, affinché come rappresentanti delle amministrazioni locali e dell’intera cittadinanza, dedicassero ai nostri lettori un augurio per questo Natale e tracciassero i nuovi progetti e gli obiettivi da raggiungere con l’arrivo del nuovo anno.

SINDACO MONGELLISindaco Mongelli, un augurio per il Natale ai cittadini e lettori di Tam Tam...“Vi sono grato di questa opportunità, il mio augurio lo faccio davvero di cuore.

La città sta vivendo un momento non semplice, anzi difficile, inutile negarlo. Ci sono tante situazioni che stia-mo provando ad affrontare insieme, ma quello che ci deve sostenere è la speranza per un anno futuro migliore, e quindi l’augurio che faccio a tutti i miei concittadini è di un Natale sereno che ci faccia soprattutto guardare al un futuro con più tranquillità e con una prospettiva, quella di fare di Foggia una città capace di vivere serenamente”. Com’è stato questo 2010 per la città di Foggia?“Per la città è stato un anno difficile, ma come penso sia stato difficile per tanti, in particolar modo per le città del Mezzogiorno che soffrono anche delle difficoltà strutturali molto importanti. Per Foggia è un anno par-ticolare, un anno in cui si stanno mettendo le basi per un risanamento economico, per un rilancio del futuro. E’ stato l’anno, forse, della sofferenza, quello più difficile, ma la speranza è che il 2011 sia il momento in cui si concretizzi un riequilibrio finanziario e che si possa, più di ogni altra cosa, dare una prospettiva e una speranza ad una città e soprattutto ai più giovani”.

di Giuliana Cuttano

IL DECENNIODELLA SPERANZA…Gli auguri del Sindaco di Foggia Mongelli

e del Presidente della Provincia Pepe

18 SOCIETÀ

Cosa rimpiange, invece, di questo 2010, ma-gari qualcosa che ha portato particolare sod-disfazione alla città o che poteva essere fatto ma non si è realizzato?“Rimpiango il fatto, probabilmente, di non aver rag-giunto tutti gli obiettivi che ci eravamo proposti, di alcune cose che potevamo realizzare con entusiasmo. Al tempo stesso sono orgoglioso che in questo 2010 ci sono stati tanti momenti di solidarietà in cui Foggia è sta-ta all’altezza ed ha saputo essere la grande città che è”.

Il 2011 potrebbe essere l’anno della svolta, con l’inizio di un nuovo decennio?“Io mi auguro che i cittadini continuino ad avere fi-ducia, perché l’impegno che ci stiamo mettendo tutti quanti noi amministratori è fortissimo. Chiedo a chiun-que non solo di sostenerci con la loro condivisione, ma anche di darci una mano, di aiutarci in tante situa-zioni, perché con l’aiuto di tutti, dal traffico all’igiene urbana, possono sicuramente migliorare molte cose. Il problema più serio, purtroppo, resta quello dell’oc-cupazione. Dobbiamo sbloccare le opportunità che ci sono e lavorare per il futuro. Non è una cosa con un effetto immediato, ma al tempo stesso è un obiettivo importante, quello di dare lavoro ai giovani e noi ci impegneremo per realizzarlo”.

PRESIDENTE ANTONIO PEPEPresidente Pepe, il Natale è vicino...Cosa vuol augurare ai lettori di Tam Tam e a tutti i cittadini?“Sicuramente voglio augurare tanta serenità. La crisi economica che interessa l’intera Europa, coinvolge anche l’Italia e quindi anche il nostro territorio. Tutto questo, certamente crea preoccupazioni, ma il Natale è un momento di festa quindi l’augurio più forte che si possa fare è quello di poter avere tanta felicità e soprat-

tutto di amare ed essere disponibili verso gli altri.Il Natale ci insegna proprio questo, la massima disponi-bilità verso il prossimo e di trattare tutti come fratelli”.

Come amministrazione provinciale,qual è il bilancio di questo 2010?“Il 2010 è stato sicuramente un anno complicato perché abbiamo parlato della crisi, però come ammi-nistrazione provinciale abbiamo ottenuto anche dei risultati importanti per tutti. A mio parere, il risultato più rilevante è stata la realizzazione del patto per il lavoro. La nostra provincia, che vive il problema della disoccupazione, è stata la prima in Italia che ha predi-sposto questo progetto e di cui potrebbe diventare provincia pilota. Inoltre, abbiamo firmato un protocol-lo d’intesa per essere presenti ad Expo 2015, abbia-mo investito nella cultura, abbiamo realizzato diversi progetti ed infine aspettiamo diversi finanziamenti per poter finalmente realizzare e mettere in sicurezza le nostre strade. Abbiamo investito tanto e credo che abbiamo anche lavorato bene. La nostra attenzione è andata, come sempre, al sociale. A tal proposito voglio ricordare l’importanza indiscussa che ha sul territorio il mondo della Chiesa in tutte e cinque le diocesi. Do-vunque i Vescovi, il mondo cattolico e il volontariato sono certamente essenziali perché riescono molte volte a realizzare ciò che non sempre le istituzioni riescono a fare. Dobbiamo essere grati a loro per il supporto che ci danno, un supporto importante e necessario in un momento difficile come quello che stiamo attraversando con la crisi economica”.

Quali sono le aspettativee cosa vorrebbe cambiare in questo 2011?“Nel 2011 vorrei le mie aspettative sono rivolte so-prattutto ai giovani. Mi auguro che per loro ci possa essere più speranza, più sicurezza, più posti di lavoro, più tranquillità. Inoltre spero si possa rafforzare in tutti il senso civico e il rispetto delle regole, elementi fondamentali per poter vivere meglio.Ognuno deve, giustamente, rivendicare quelli che sono i propri diritti, ma poi deve anche saper adem-piere a quelli che sono i propri doveri. Se ci fosse questo maggior senso dello Stato, se tutti ci convin-cessimo che insieme, lavorando all’unisono, possiamo migliorare il nostro territorio, rispettandolo dai beni culturali al verde, e se fossimo puntuali in tutti quelli che devono essere gli adempimenti necessari, penso possiamo vivere un 2011 migliore”.

tamtam 19

di Tina Petr il lo

La famiglia al centro della società

“Il Forum delle Famiglie, vera priorità sociale” è il titolo del convegno, promosso dal Forum delle As-sociazioni Familiari della provincia di Foggia, tenutosi lo scorso 17 novembre, presso la sala del Tribunale di Palazzo Dogana.Il convegno, organizzato in collaborazione con CSV Daunia, Centro Sportivo Italiano e con il patrocinio della Provincia di Foggia, è stata un’importante oc-casione per presentare l’ingente lavoro che il Forum svolge a sostegno delle famiglie e per confrontarsi sulle politiche familiari da attuare sul territorio. Ad aprire il convegno, che ha riscontrato un rile-vante numero di partecipanti, è stato il dott. Ugo Ferrantino, presidente provinciale e vice presidente regionale del Forum, che ha esposto, in breve, la storia del Forum provinciale. «Nella nostra provincia e, soprattutto, nella città di Foggia, - afferma Ferrantino - la realtà del Forum, nato appena tre anni fa, sta, a piccoli passi, divenen-do un soggetto autorevole, con il quale avviare per-corsi vir tuosi, che porteranno le città della nostra provincia a divenire “città a misura di famiglia”».Sono seguiti l’intervento del dott. Antonio Monta-nino, assessore alle politiche sociali, che ha illustrato le politiche familiari della Provincia di Foggia, e la relazione della dott.ssa Lodovica Carli, presidente regionale del Forum, che ha relazionato sul tema “L’associazionismo familiare, risorsa per il bene co-mune - Network di città a misura di famiglia”.Il Network italiano di città per la famiglia, partito da un’idea del Comune di Parma in collaborazione con il Forum e che, oggi, vede più di 150 comuni aderenti, nasce come piattaforma progettuale tra

città che scelgono di porre la famiglia al centro della propria attività amministrativa e propone servizi in rete per le famiglie.Presente anche la dott.ssa Elena Gentile, assessore al Welfare e Lavoro della Regione Puglia, che ha presentato le linee programmatiche del piano re-gionale delle politiche familiari.Il Forum, nato nel 1993, al quale aderiscono 400 associazioni a livello nazionale, 60 a livello regionale e 15 a livello provinciale, ha come presupposto la volontà di creare rete tra tutte le associazioni che si occupano di famiglie. Tra gli ambiti di impegno ci sono: le politiche fami-liari, la bioetica, la salute, l’educazione, l’istruzione, i matrimoni, l’immigrazione, le separazioni. Le politiche familiari sono diventate centrali nel di-battito a livello nazionale, regionale e locale.La seconda Conferenza Nazionale della Famiglia si è chiusa lo scorso 10 novembre, a Milano, con un’adesione vasta e sentita a tutti i diversi momenti dell’evento, per un totale di 3587 partecipanti, che hanno dimostrato un grande interesse per i temi af-frontati e una dinamica volontà di partecipazione.Durante i tre giorni dei lavori, i contributi delle varie realtà, intervenute alle diverse sessioni di lavoro, hanno favorito un ampio dibattito, che continue-rà per assicurare un efficace confronto tra tutti gli addetti ai lavori, nella prospettiva dell’implementa-zione di politiche sempre più efficaci.In linea con questo, il Forum rappresenta, oggi, un soggetto sociale importante ed un valido interlo-cutore delle amministrazioni nella realizzazione di adeguate politiche familiari.

20 SOCIETÀ

Chi effettuerà una cessione del quinto

o una delegazione di pagamento

avrà diritto ad un

weekend per due personein pensione completa in un agriturismo

della Basilicata.

coltivata e diffusa in Italia è il capsicum annuum, introdotto in Europa verso la fine del 1400 e com-prende peperoncini con piccantezza variabile. Il nome sotto cui è conosciuta questa specie di pe-peroncini è pepe di cayenna, nota sia come spezia in cucina che come sostanza curativa.Tra le caratteristiche della cayenna figura quella di stimolare la circolazione e di legare insieme i tessuti. A causa di queste qualità, è spesso usato nelle tera-pie erboristiche che richiedono un aumento della circolazione del sangue. Viene utilizzato anche nei programmi di disintossicazione. Poiché la cayenna è uno stimolante, può tenere una persona sveglia e prevenire dallo stordimento. Da questo genere di peperoncini essiccati si ottiene la paprika, una polvere con piccantezza variabile a seconda delle varietà utilizzate. Pur essendo originaria del Messico la paprika è diventata la spezia tipica dell’Ungheria.Il tabasco, invece, è una varietà che appartiene alla specie Capsicum frutescens. Dalla macerazione del tabasco tritato con tutti i semi nel sale per tre anni in botti di quercia si ottiene la famosa “salsa Tabasco”, brevettata nel 1870 in Louisiana da un banchiere di

o chiamiamo semplicemente peperonci-no ma al genere Capsicum appartengono

numerosissime varietà e forme. L’etimologia del nome Capsicum non è certa, si pensa derivi dal greco “Kapto” che significa divorare con riferimento al piccante “che divora”. Stiamo parlando di quello che in Messico, in America centrale e nel sud-ovest dell’America è chiamato Chili. Erroneamente si definisce peperoncino anche quello che gli inglesi chiamano “pepper” ma questo ultimo è il pepe che appartiene a tutt’altro genere di piante. L’origine più accreditata del peperoncino è in Perù ed in Bolivia. In Europa è stato introdotto da Cri-stoforo Colombo, si è diffuso molto rapidamente, soprattutto grazie alla sua facilità di coltivazione ed acclimatazione; era chiamato “la droga dei poveri” in contrapposizione al pepe che, più raro e molto costoso, era riservato alle classi sociali elevate.I frutti sono delle bacche che maturano tra l’estate e l’autunno. Si possono consumare freschi, sott’olio o si possono essiccare al sole o ar tificialmente prima di essere macinati.Le principali specie di peperoncino sono 5. La più

a cura di Amalia Conte - TECNOLOGO ALIMENTARE

Paprika,tabascoo pepe di cayenna?

22 SALUTE e BENESSERE

La piperina raffinata è piccante circa l’1% rispetto alla capsaicina.A differenza degli uccelli che si nutrono delle bacche e quindi diffondono i semi di peperoncino in tutto il mondo senza subire i danni della capsaicina, la so-stanza è irritante per tutti i mammiferi. Essa provoca una sensazione di bruciore nella bocca perché in-teragisce con alcuni termo-recettori presenti nella bocca e quindi induce il cervello a dare il segnale di “bruciore”. Poichè quegli stessi recettori sono pre-senti anche nell’ano, possiamo avere la sensazione di bruciore, anche quando defechiamo.Alla sensazione di bruciore segue solitamente una di benessere perché a seguito del dolore il cervello produce endorfine che aiutano appunto ad atte-nuare le sensazioni di dolore e a dare sensazione di benessere.Agli inizi del ‘900 è stata ideata una scala di piccan-tezza (scala SOT) variabile tra zero e 16.000.000, basata sul giudizio di 5 panelisti.Per ovviare al limite della soggettività questa misu-razione individuale è stata sostituita da valutazioni analitiche che si basano sulla misura del contenuto di capsaicinoidi nel peperoncino.

New Orleans che la chiamò Tabasco dal nome dallo stato messicano di Tobasco, dove erano originali i peperoncini coltivati. Dopo numerosi tentativi di imitazione e vendita di salsa sotto lo stesso nome, la famiglia McIlhnenny ottenne il marchio e poi l’esclu-siva sul nome Tabasco.Il Cpsicum pubescens è la specie con i semi neri, i fiori viola e le foglie pelose. Per la preparazione del piatto tipico nazionale peruviano, il ceviche, si utilizzano invece, peperoncini della specie capsicum baccatum. Le varietà più piccanti al mondo appar-tengono, invece, alla specie capsicum chinense.A cosa è dovuta la piccantezza? I peperoncini contengono i capsaicinoidi, un gruppo di sostanze chimiche tra le quali abbonda la capsaicina quale principale responsabile della piccantezza. Queste sostanze si trovano nel tessuto che sorregge i semi mentre i semi ne sono totalmente privi al loro in-terno ma le contengono solo esternamente. Sono sostanze molto stabili e resistono alla cottura, alla disidratazione e al congelamento. A differenza dei peperoncini, il pepe riceve la sua piccantezza quasi completamente dalla piperina, una sostanza che si trova sia nella polpa che nel seme.

Le virtù vere e presunte del peperoncino

Il peperoncino sciogliere coaguli e trombi.•

Favorisce il processo di ossigenazione del sangue.•

Rende elastica la parete dei vasi sanguigni e ha proprieta’ anti - ossidanti.•

Ideale per prevenire l’aterosclerosi.•

Un peperoncino contiene quasi il 90 per cento di acqua. •

Il resto e’ composto da una minima quantita’ di carboidrati, amidi e zuc-

cheri solubili, con un apporto calorico molto basso, pari a 26 calorie

per ogni 100 grammi.

Combatte difficoltà digestive e scarso appetito.•

Particolarmente importante è il contenuto di vitamina C, •

che - tra le sue altre funzioni - ha anche un

ruolo importante nella difesa contro le

infezioni.

23tamtam

iversi studi condotti e in corso sullo yogurt ne stanno rivelando interessanti caratteristiche

“benefiche anche in campo odontostomatologico.La carie è una delle patologie interessate, ma anche l’alitosi ne beneficerebbe.E se pensiamo che alitosi e parodontopatie vedono la compartecipazione di alcune tipologie di batteri, la cosa si fa ancora più interessante.La prima volta che un uomo mangiò lo yogurt si perde nella notte dei tempi e la storia di questo antichissimo alimento legato alla pastorizia sfuma nella leggenda. Galeno (famoso ancora oggi per la metodica di prepa-razione galenica), medico e farmacista greco, utilizzò lo yogurt come terapia mirabolante per i problemi di stomaco. Altri fanno addirittura risalire lo yogurt alla

preistoria, dove l’abitudine di conservare il latte in otri ricavati dalle pance degli animali e la conservazione a temperatura ambiente facevano si che naturalmente si formasse lo yogurt. La verità è che probabilmente lo yogurt nasce per caso e che sia tra i sumeri e i babilonesi, gli egizi e poi i greci, i romani in occidente, gli indiani e gli arabi in oriente, ebbe un grande suc-cesso, per la facilità di produzione, per la bontà del gusto e per i benefici effetti sull’organismo. Il biologo russo Mechnikov, trapiantato a Parigi ai primi del 1800, presso l’istituto Pasteur si occupò per primo, dal punto di vista scientifico, dello yogurt, scoprì il Lactobacillus Bulgaricus e lo Streptococcus Thermophilus come principali responsabili della fermentazione del latte e dei benefici effetti sulla flora intestinale il Nobel.

di Cir iaco Tufarelli - DENTISTA

L’ultima frontiera in odontoiatria? Lo Yogurt

Ora veniamo a noi. Come si sa, la carie è causata da batteri che prosperano nella placca batterica. Ebbene, secondo uno studio condotto dal Professor G. Tarsitani, dell’Università la Sapienza di Roma, i consumatori di yogurt mostrerebbero una significativa riduzione della placca, con gli ovvi benefici che da ciò possono deriva-re. Un altro studio, sempre condotto presso l’Ateneo

romano su 500 bambini, avrebbe inoltre dimostrato come anche altri alimenti simili allo yogurt, quali lat-te e formaggi, risultino efficaci nella diminuzione della probabilità di sviluppare la carie. Dalla Svezia arriva la notizia di uno yogurt arricchito con un ceppo di batteri geneticamente modificati, che si rivelerebbe particolar-mente efficace contro la carie. Lo studio, pubblicato su

SALUTE e BENESSERE24

Le proprietà benefiche dello yogurtRiequilibra e resetta la flora batterica intestinale stimolando il sistema immunitario •

dell’intestino e quindi con benefici effetti su tutto l’organismo.

Rafforza il sistema immunitario, sia per la colonizzazione dei batteri nel colon sia per il •

contatto che avviene con il probiotico (kefiran) contenuto nello yogurt sotto forma di

granuli costituiti da proteine e mucopolisaccaridi. Studi effettuati in Giappone su ratti

nutriti con il probiotico hanno valutato una riduzione del tumore alla vescica e al colon.

Prevenzione di alcuni tipi di tumori. Come detto prima, ma con meccanismo sconosciuto •

e ancora non provato sull’uomo.

Digeribile con facilità anche da chi è intollerante al lattosio così da riuscire a fare assu-•

mere le fondamentali proteine del latte anche a chi non riesce più a berlo.

Proprietà antibiotiche i batteri presenti nello yogurt hanno attività antibiotiche ed antifungine•

Potrebbe ridurre il colesterolo ma queste proprietà sono ancora da studiare e approfondire.•

Riduce la sintomatologia del colon irritabile•

Nature, è stato condotto presso il Karo-linska Istitute di Stoccolma, e si fonda sulla produzione in laboratorio di una variante del batterio Lactobacillus zeae, grazie alla quale quest’ultimo diventa vettore di un

anticorpo contro lo Streptococcus mutans, il batterio responsabile della carie. Come spiega

Lennart Hammarstrom, responsabile della ricerca, gli anticorpi si attaccano a una molecola dello Strepto-coccus mutans, che di solito aderisce ai denti. In questo modo, gli anticorpi riescono ad essere efficaci contro il batterio. Al momento, lo yogurt contenente il batterio anticarie è stato sperimentato con successo sui ratti. Inoltre lo yogurt arriva in soccorso per chi soffre di alito-si, Questo è quanto affermano gli esperti dell’Università Tsurumi di Yokohama, in una ricerca presentata all’83a Sessione Generale della International Association far Dental Research (IADR) di Baltimora. Sembra infatti che l’insorgenza dell’alitosi, problema che, almeno una volta nella vita, affligge oltre il 50% della popolazione mondiale, venga contrastata dall’assunzione quotidia-na, per un periodo di 6 settimane, di yogurt naturale (quindi senza aggiunta di zucchero, frutta o sciroppo). Sarebbero i fermenti lattici vivi, di cui lo yogurt naturale è particolarmente ricco, a neutralizzare i batteri che provocano l’alitosi. Lo studio che ha portato a questa scoperta si è servito di un gruppo di soggetti affetti da tale problema e il meccanismo di sperimentazione è

stato tanto semplice quanto efficace. Si è effettuata la suddivisione dei volontari in due gruppi, ad uno dei quali è stato richiesto di lasciare assolutamente invariate le proprie abitudini alimentari, mentre all’altro si è chiesto di assumere quotidianamente una normale porzione di yogurt magro, per un periodo di circa 6 settimane. Al termine di tale periodo, nel cavo orale dell’80% dei soggetti appartenenti a questo secondo gruppo si è potuta rilevare una minore presenza di solfuro di idro-geno e un numero decisamente inferiore dei batteri che solitamente si annidano all’interno della bocca. Un alleato assolutamente naturale e senza controindicazio-ni, quindi, che può rappresentare un valido aiuto contro l’annoso problema dell’alitosi. Per ultimo lo yogurt può riservare anche altre sorprese. Sono in commercio, in-fatti, anche prodotti contenenti un particolare probio-tico, il Lactobacillus reuteri, che ha mostrato di avere proprietà benefiche non nel prevenire la carie, ma nel mantenere in salute le gengive.P.s. Come lunghezza è di circa 5.000 caratteri spazi esclusi (S.E.) e circa 6.000 spazi inclusi (S.I.). Se vuoi ridurlo puoi a scelta eliminare o la prima parte da : “La prima volta” …. fino a “Nobel” , così diventa di circa 4.000 caratteri S.E. e 4.800 S.I. Oppure puoi lasciare questa parte ed escludere la parte riguardante le proprietà benefiche dello yogurt. In questo caso diventerebbe di circa 3.700 car. S.E. e 4.400 S.I. Valuta tu quale soluzione è più vantaggiosa. Saluti

tamtam 25

Un ovattato suono cadenzato di foglie autunnali calpe-state, poi il silenzio, ed ancora fruscii accompagnati da un improvviso secco rumore di un rametto spezzato che rimbomba nei sensi, acuiti dall’attesa dell’imminen-te nuovo giorno. Il fiato ritmato si condensa e riempie lo spazio, odori intensi si incrociano raccontando di lepri, cani e uomini. E’ tempo di muoversi seguendo un’antica pista, falcata dopo falcata si approssima il margine del bosco, un muro verde che si apre sui cam-pi … ancora un attimo di prolungato silenzio accom-pagnato dalle prime folate di vento che squarciano la bassa nebbia mattutina, facendo filtrare i primi raggi di sole ed ecco un luccichio, due penetranti occhi di un inteso castano scrutano attenti l‘orizzonte perché qualsiasi disattenzione potrebbe causare una precoce fine…l’uomo può colpire da lontano con quelle lun-ghe canne da cui sibilano fuori fuoco e palle che lace-rano e uccidono, o un passo sbagliato e potenti morse di metallo aguzzo possono lacerare e spezzare le ossa.E’ tempo di fermarsi nella macchia più fitta per ripo-sarsi ed aspettare il ritorno della notte e solo allora,

Francesco disse agli abitanti di Gubbio: “Il Lupo vuole vivere in pace con voi, lo desidera veramente. L’importante che mi pro-mettete che voi gli darete da mangiare, al vostro nuovo Fratello”.

protetti dalla diafana luce lunare, solitarie ombre snelle seguiranno i profili dei boschi e delle vallate, vagando per questa terra sempre più difficile da decifrare e capire, dove gli odori delle antiche prede sono solo un ricordo ancestrale.

CARATTERISTICHE DEL LUPOI ritrovamenti paleontologici permettono di ricon-durre l’origine del lupo al Pleistocene medio, ossia al periodo compreso tra 781.000 .a 126.000 anni fa, nell’Europa centro-settentrionale, da cui ha poi colo-nizzato tutto l’emisfero settentrionale fino a raggiun-gere il nord America. Il lupo è infatti uno dei mammiferi selvatici con la più estesa distribuzione geografica. L’areale originario, in-fatti, interessava gran parte dell’emisfero settentrio-nale e comprendeva i continenti nord-americano ed eurasiatico. In seguito alla persecuzione operata dall’uomo, il lupo ha progressivamente ridotto il suo areale, fino a risultare estinto, nel secolo scorso, da tutta l’Europa centrale e settentrionale.

Fratello Lupo

Testi di Vincenzo Rizzi e Michela Ingaramo - Fotografie di Vincenzo Rizzi e Matteo CaldarellaCentro Studi Naturalistici Onlus - www.centrostudinatura.it - [email protected]

28 NATURA

Il lupo appartiene alla famiglia dei Canidi, e all’ordine dei Carnivori. E’ un animale di grandi dimensioni con una lunghezza che varia tra i 130 e i 160 cm. e un’altezza di 80-100 cm. Il suo peso varia a seconda dei luoghi: in media il lupo eurasiatico pesa 38.5 kg quello nordamericano 46 kg, quello indiano e quel-lo arabo 25 kg, In Alaska e Canada sono però stati trovati anche lupi molto più pesanti (un esemplare selvatico, ucciso nel 1939 in Alaska, raggiungeva il peso record di 80 kg).Il colore del suo mantello cambia con l’età e le stagioni; generalmente è grigio-giallastro o marrone-rossiccio. Ha mandibole robuste con canini affilati, lunghi e ricur-vi verso l’interno. Gli occhi sono chiari, generalmente di colore diverso e dal taglio leggermente obliquo. Le orecchie solitamente sono mantenute erette lungo il profilo della testa. La postura del corpo, della testa, delle orecchie, così come della coda e degli arti, è fondamentale per la comunicazione visiva sia all’inter-no dello stesso branco che con altri animali ed ha lo scopo evitare gli scontri veri e propri. Semplificando molto possiamo dire che un lupo di basso rango ten-derà a sembrare più piccolo di fronte ad un individuo dominante: abbasserà la testa e il collo, terrà le orec-chie indietro, si abbasserà sulle zampe, con la coda in mezzo. Un lupo dominante invece vorrà sembrare più grande: terrà testa, collo, e orecchie ben alzate, con la coda dritta

LA PRESENZA DEL LUPO IN ITALIACirca quarant’anni fa il lupo ha toccato in Italia un mi-nimo storico di circa 200-300 individui, in popolazioni isolate tra loro e relegate in alcune aree inaccessibili dell’Appennino, dalla Calabria. A partire dalla metà degli anni ‘70, le popolazioni di lupo hanno progressivamente ma costantemente recuperato l’areale perduto, grazie anche all’incisiva azione del WWF che lanciò la storica campagna per la tutela del lupo denominata San Francesco, che portò nel 1971 alla protezione legale della specie, e al rim-borso dei danni all’allevamento.

La popolazione attuale del lupo in Italia oscilla intorno ai 500 individui. La sua distribuzione interessa l’inte-ra catena appenninica, dall’Aspromonte fino alle Alpi Marittime. Si ritiene che nei prossimi anni il lupo rico-lonizzerà anche l’intero arco alpino grazie anche agli esemplari che arrivano dalla Slovenia. Questa situazione, se da un lato entusiasma gli am-bientalisti e gli studiosi, dall’altro ha causato l’insorgen-za di nuovi conflitti con l’uomo, soprattutto in territori nei quali l’assenza del carnivoro da quasi un secolo ha fatto si che si perdesse la memoria della convivenza col predatore.Attualmente vi sono diverse misure proposte per l’at-tenuazione di questi conflitti, ma il futuro della specie risulta ancora incerto. E’ necessario quindi, attraverso sia nuove campagne di sensibilizzazione che favorendo una più efficace tutela delle greggi, far sì che la figura del lupo venga accettata come un elemento impor-tante dell’ecosistema con cui convivere e non come un nemico da uccidere.Nonostante le iniziative in campo legale a favore del lupo, la persecuzione diretta da parte dell’uomo co-stituisce ancora oggi il principale fattore di mortalità del lupo in Italia. Ogni anno vengono rinvenuti in Italia circa 60 lupi uccisi dall’uomo, di solito tramite veleno o arma da fuoco con un impatto sulla popolazione superiore al 15%. E in Capitanata questa percentuale supera il 50%.

ECOLOGIA DEL LUPOIl Lupo è una specie eclettica in grado di adattarsi a quasi tutti gli ambienti, con le uniche eccezioni dei deserti aridi e dei picchi montuosi più elevati. In Italia le zone boscate rappresentano un ambiente di parti-colare importanza, soprattutto in relazione alla ridotta presenza umana in tale habitat.L’adattabilità del lupo è anche legata al carattere op-portunistico della sua dieta. Questo carnivoro infatti, oltre a predare mammiferi selvatici e domestici di di-mensioni molto variabili, si ciba di carcasse, rifiuti, e limitate quantità di frutta.Questo predatore è caratterizzato da bassissime den-sità, determinate dall’organizzazione sociale: vive in piccoli gruppi familiari, di solito formati da una coppia di adulti con la prole, all’interno di un territorio che viene difeso da tutti gli adulti della famiglia. Le limitate dimensioni dei gruppi (2-7 individui) e le amplissime dimensioni dei territori determinano densità medie di 1-3,5 individui/100 Km2.

tamtam 29

IL LUPO NELLASTORIA DELL’UOMOA seconda delle culture il lupo ha rappre-sentato un simbolo positivo o negativo.Nel mondo greco, fortemente carat-terizzato dalla pastorizia, il lupo era un simbolo sacro. Da un lato era associato ad Ares, in una connotazione distruttiva e guerriera, dall’altro ad Apollo, dio solare portatore di luce, che era venerato anche con il nome di Likaios o Liceo, “uccisore di lupi”. Il bosco sacro che circondava il tempio di Apollo era denominato lukaion o regno del lupo e anche Aristotele vi teneva le sue lezioni, da cui l’origine della parola “liceo”.Altra importante mito è quello legato alla maternità. Sono moltissimi i casi di lupe che allattarono eroi de-stinati a grandi imprese (come la fondazione di città, ad esempio Roma, Micene e Tebe). In questo filone troviamo i miti degli dei gemelli Apollo (detto anche lukogenes o lukios, nato da lupo o a forma di lupo) e Artemide che furono partoriti dalla dea Latona, tra-sformatasi in una lupa.Alle origini della civiltà greca, troviamo il lupo al centro della religiosità raffigurato come una divinità totemica, da cui dipenderebbe anche il culto a Zeus Liceo nella regione della Grecia denominata Arcadia. Ma anche i miti come quelli del re Licaone trasformato da Zeus in lupo.Per le popolazioni italiote, invece, il ruolo del lupo riprende in primis il ruolo di madre protetrice: la leg-genda di Romolo e Remo, abbandonati e allattati dalla lupa, è un esempio di mito fondante. Per le altre popolazioni italiche, il lupo era sacro al Dio Marte, venerato non solo come Dio della guerra ma anche come Divinità dell’agricoltura e dell’allevamen-to da cui l’appellativo di silvanus.Con l’avvento del Cristianesimo esso venne demoniz-zato in quanto simbolo delle culture antiche e perché animale notturno legato alla luna simbolo a sua volta della pax romana.

Diversamente dalla cultura cristiana, il lupo, in quella celtica, diventa una figu-ra positiva. Il re supremo Cormac McArth, dice la tradizione irlandese, fu allattato dai lupi.La forma di lupo in quanto animale forte e corag-gioso viene scelto dagli Dei e dagli eroi che ne assu-mono la forma. Il Dio Cernunnos è accompagnato nei suoi viaggi nella foresta da un lupo, un orso e una lontra. Il lupo era anche il messaggero della Dea della Morte-nella-Vita e accompagnava i defunti della Terra dei Morti.Secondo la mitologia vichinga, il lupo Fenrir è una creatura demoniaca che divorerà il Dio Odino.In Giappone, lupi sono adorati dagli agricoltori per-che predano i cervi e cinghiali e quindi risultano es-sere i protettori dei raccolti.Per le culture dei nativi americani il lupo è simbo-lo di forza e coraggio e pertanto rappresenta per antonomasia l’incarnazione allegorica del guerriero. Posto in relazione al suo ululare alla luna, i nativi ri-tenevano che il lupo ne assorbisse la luminosità e la forza, l’energia spirituale e le doti magiche. In qualità di animale libero era venerato da diverse tribù come i Cheyenne, i Pueblo gli Shoshoni, i Sioux.Era un animale caro ai guaritori e un importante caposaldo nella spiritualità in quanto animale guida attraverso cui ottenere i poteri e le protezioni ne-cessarie ai guerrieri e ai cacciatori.Sognare un lupo o averne una visione significava ac-quisire il potere di avvicinare una mandria di bisonti o un nemico con la stessa silenziosità, agilità e de-strezza. In particolare i guerrieri Pawnee, conosciuti come la gente del lupo, si vestivano con mantelli di pelle del lupo.

NATURA30

FELICE RUSSOFoggia - S.S. 16 km 682+600 - Tel. 0881.617976 - Fax. 0881.616444 e-mail: [email protected]

www.felicerussofg.com - Responsabile alle vendite Marino Talia 338.3988581

La nuova auto per gente concreta. 5 posti, Clima, ABS+EBD, chiusura centralizzata, alzacristalli elettrici tutto compreso nel prezzo. Motori 1.4 Benzina Safire e 1.3 Diesel Quadrajet

Indica Vista 1.4 Benzina prezzo promo Euro 7.980 a fronte di rottamazione auto Euro 0/1/2 immatricolata entro il 31/12/00 intestata all’acquirente da almeno 6 mesi - IPT escl.Valori max: ciclo misto l/100 km benzina 5,9, diesel 4,9; emissioni Co2 g/km benzina 139, diesel 129. Immagine vettura dimostrativa. Offerta valida fino al 31/12/10

Noi manteniamo le promesse!Al prezzo in offerta consegnamo la vostra Tata

La “vera”Strenna di Natale

rascorsa la “festa dei morti”, chiusi i battenti della fiera di Santa Caterina, anche a Foggia inizia

la lunga volata delle festività natalizie.Tra le bancarelle su cui spiccano luci colorate fanno capolino anche pastorelli, pecorelle, angioletti e bam-binelli insieme ad alberi di Natale per tutti gusti.Rivivono, con diverse tipologie, le usanze ed i costumi del magico periodo natalizio, come quello di scam-biarsi i regali.Pur non rientrando nella nostra tradizione religiosa, pare che la sua origine sia legata al mitico culto pagano della dea Strenia; infatti, la consuetudine della strenna è ancora oggi l’offerta alle persone care di un dono come simbolico buon augurio di salute e prosperità.Già al tempo dei Sabini si racconta che il re Tito Tazio avendo ricevuto in dono alcuni rami divelti da un bo-sco sacro dedicato alla dea Strenia, protettrice della salute, autorizzò i suoi sudditi a strappare fronde dagli alberi del bosco sacro per farne doni ai propri amici.Venivano colti rametti di agrifoglio, pianta dalle fronde lucide, di colore verde intenso, costellata di bacche rosse che attirarono l’attenzione delle antiche popo-lazioni dimoranti in quelle zone montane, dove questo caratteristico arbusto vegeta nei boschi me-sofili di faggio e cerro.Questa pianta ha un legno molto duro con cui veni-vano costruiti dardi e lance; le bacche, molto ricercate dai pettirossi, se ingerite dall’uomo provocano vomito e diarrea, mentre le foglie vengono usate per farne infusi curativi.I primi popoli a farne uso per ornare le loro dimore furono gli Irlandesi perché ritenevano l’agrifoglio un portafortuna per il nuovo anno e per questo, nel gior-no del solstizio d’inverno, lo esponevano sull’uscio di casa per tenere lontani gli spiriti malefici. Cosa simile fu notata dai marinai a seguito di Colombo presso le tende degli indiani d’America in quanto per i guerrieri indigeni l’agrifoglio era simbolo di fortezza per la du-rezza del suo legname.Anche nell’area del vicino Parco Nazionale del Garga-no questa pianta, ora protetta dalle normative vigen-

di Fernando Faleo

ti, può assumere, in condizioni ecologiche favorevoli, portamento arboreo fino a raggiungere anche 35 centimetri di diametro del tronco ed anche altezze di 8-10 metri e 300 anni di età.È particolarmente ricercata la pianta che porta anche i fiori femminili che forma le bacche rosse nella stagione fredda; è proprio a causa dei ripetuti sfrondamenti che in genere le foglie dell’agrifoglio hanno modificato la loro morfologia, come per reazione, emettendo dai loro margini delle formazioni spinose, quasi come se si volessero difendere dalla mano particolarmente avi-da dell’uomo nonché dal morso degli animali selvatici quando il suolo è coperto di neve.Per questa leggenda la dea Strenia iniziò ad essere venerata anche come divinità dei doni scambievo-li che poi, in epoche moderne, vennero chiamate “strenne”.Con il passare del tempo le strenne, da semplici fronde strappate dagli alberi del bosco sacro, si arricchirono per trasformarsi in fiori e frutti eduli (vischio, pungito-po, corbezzolo, sorbo) e recentemente in altri oggetti sempre più preziosi.San Francesco d’Assisi considerava la ricorrenza del Natale come la “Festa delle Feste” consacrando il cammino secolare degli “uomini di buona volontà” invitandoli a riscoprire la vera essenza di una vita in-teriore e di comunione con il fratelli meno fortunati della Terra. Viene spontaneo affermare che “la povertà e la so-lidarietà uniscono i popoli, la ricchezza e l’egoismo li dividono”. C’era una volta l’autentico Natale, quando la nostra Daunia era frequentata dai pastori abruzzesi e molisa-ni, che stazionavano nel Tavoliere da ottobre a maggio, per la transumanza delle loro bianche greggi, facendo assaporare l’atmosfera dell’Avvento, quando lungo le stradine semibuie del centro storico si accompagna-vano con le note tristi delle zampogne seguite dal suono delle squillanti ciaramelle, quando la semplicità e la sobrietà, vissute all’interno della famiglia, facevano emergere il vero valore della sacra festività.

32 NATURA

l rugby è sicuramente uno sport in continua crescita, di moda (grazie ai successi della nazionale

ed al 6 Nazioni) il gioco della ”palla ovale” è sempre più promosso come pratica sportiva ideale per la crescita fisica e mentale dei ragazzi.Contrariamente a quanto comunemente si pensi, il rugby è l’ideale per qualunque costituzione fisica: ra-gazzi grossi, piccoli, robusti, gracili, timidi, estroversi;Se si è ”agili e scattanti”, si cercherà di evitare l’avversa-rio, al contrario, se si è ”grandi e grossi” si è più portati a cercare di sfondare;

Il RUGBY è uno sport completo, capace di sviluppare tutta la muscolatura in modo uniforme, migliora la coordinazione, insegna - viste le numerose regole e variabili di gioco - a pensare in fretta e, molto impor-tante si pratica all’aria aperta, con qualsiasi condizione metereologica: questo è il biglietto da visita del rugby, uno sport che affascina tanti ragazzi ma, di contro, crea qualche turbamento alle mamme, impaurite da diversi ”contatti” (scontri di gioco) durante le partite.

di Massimo Rosar io Marino

Rugby:valori in campo

Un contatto che invece è utile perché aiuta a pren-dere coscienza, istintivamente, dei propri limiti e delle proprie possibilità, attraverso il contatto i ragazzi socia-lizzano, valutano il prossimo, vincono le paure;L’obiettivo del gioco: la ”meta” difficilmente deriva da un assolo, ma sempre da un’azione corale.I gioco della “palla ovale” è una “palestra di valori”, infatti, oltre a divertirsi, il rugby insegna a viver secondo regole e principi educativi che funzionano davvero, an-che nella vita di tutti i giorni, in cui primeggia il rispetto totale per tutti i giocatori.

In questo sport il rispetto naturale per i compagni di-venta sacro per gli avversari; fin da ”pulcini” si è abituati ad entrare in campo battendo le mani e passandosi con l’altra squadra il pallone.Una volta al centro, prima e dopo la partita, ci si saluta vicendevolmente, utilizzando un ”urlo personalizzato”; prima di rientrare nello spogliatoio si crea un corrido-io per salutarsi con strette di mano ed abbracci, che

L’ascesa in Capitanatadel glorioso gioco della “palla ovale”

34 SPORTIVAMENTE

il campo di rugby negli impianti CUS

continuano con il famoso e tradizionale ”3° tempo”, consuetudine molto bella, dove la squadra di casa fa festa con gli avversari, un modo accogliente per chiac-chierare della partita in un clima disteso;

anche nella nostra città il rugby cresce e matura grazie alla sezione di Rugby del C.U.S Foggia.Una squadra nata nel 2004 e che anno dopo anno cresce in esperienza e risultati.Quest’anno dopo un brutto avvio (quattro sconfitte consecutive) è finalmente arrivata alla 6^ giornata la tanto sospirata prima vittoria della squadra degli uni-versitari che milita nel Campionato di serie C pugliese di rugby.La prima vittoria per gli universitari targata 2010-11 è stata ottenuta sul campo della matricola Bitritto supe-rata per 19 a 0. Una salutare boccata d’ossigeno per i cussini che lasciano la coda della classifica portandosi ad 1 punto proprio davanti il Bitritto fermo a 0. Grazie ad un buon secondo tempo, la compagine foggiana è riuscita ad imprimere maggior ritmo e convinzione alla gara.I rossoneri nella seconda parte hanno comandato

sempre il gioco rendendosi protagonisti di alcune buone moul da touche, da cui sono scaturite le mete vincenti messe a segno entrambe da Rigillo, con una trasformazione di La Vacca (2 su tre). Ancora tanta strada dunque per i cussini del rugby, alla ricerca di maggiore fluidità e rapidità nel gioco, ma con la ferma convinzione di avere ampi margini di crescita e la voglia e la passione di continuare a promuovere questo antico e glorioso sport.

tamtam 35

di Massimo Rosar io Marino

n oratorio senza musica è come un corpo senz’anima”, è questa la frase che don Bosco

soleva dire ai suoi ragazzi per sottolineare l’importanza della musica nel suo sistema educativo.Don Bosco credeva nella musica e in tutte le espres-sioni artistiche, come strumenti utili per la crescita umana e cristiana dei ragazzi, con lo stesso spirito i salesiani di Foggia hanno data vita domenica 21 no-vembre alla festa della musica in onore di Santa Cecilia, patrona della musica.La serata presentata da Massimo Marino è stata l’occa-sione per conoscere meglio la vita della santa romana e per far festa attraverso la musica.Per una sera la chiesa di periferia è diventata teatro di emozioni e di buona musica. In un clima di famiglia e di amicizia la manifestazione ha visto l’alternarsi di corali e di gruppi musicali differenti per età e genere musicale ma accumunate dall’amore e dalla passione per la musica.Tante le realtà presenti, tra queste le corali: don Bosco e S. Alfonso ed il coro “the fair gospel choir”.Ad impreziosire la manifestazione il contributo dei maestri di musica:

Silvano Mastromatteo, Saverio Lops, Pietro Postorino, e la prestigiosa presenza del cantante Valerio Zelli leader di una delle band italiane più famose a metà degli anni 90’: gli O.R.O (onde radio ovest); una band toscana che deve il suo successo a pezzi come Vivo per lei (canzone vincitrice del disco per l’estate nel 95’) e ai brani sanremesi Quando ti senti sola (anno 96’) e Padre Nostro (anno 97’).Il cantante degli O.R.O a conclusione della sua ap-plauditissima performance canora ha annunciato, al numeroso pubblico presente, il desiderio di dare il suo personale contributo alla parrocchia del Sacro Cuore con un progetto di formazione alla musica a favore dei giovani dell’oratorio.L’evento si è concluso con i ringraziamenti ai presenti del direttore-parroco, don Pino Ruppi, che ha invitato tutti a operare insieme, utilizzando tutti gli strumenti per educare i ragazzi, per fare crescere in loro la pas-sione per la vita ed ha concluso il suo saluto auguran-dosi che presto si possano trovare i fondi necessari a realizzare il teatro da 250 posti, previsto in oratorio, in modo da poter svolgere le prossime iniziative artisti-che e culturali in nuova e più idonea struttura.

Al Sacro Cuore la musica è O.R.O Il cantante Valerio Zelli leader degli O.R.O ospite della festa della musica alla chiesa del Sacro Cuore

36 MUSICA

Mi capita di proporre ai ragazzi un percorso didattico che parte dalla identificazione con una particolare figu-ra di viaggiatore esistenziale. E sono colpito dal fatto che sempre di più sono quelli che simpatizzano per i nomadi o si ritengono dei naufraghi, mentre va perdendo quota, perfino fra i giovanissimi che si sforzano di vivere un itinerario di fede più consapevole, l’immagine del pel-legrino. Troppo faticoso, dicono, individuare una meta: mancano sistemi cartografici affidabili e, soprattutto, scarseggia il senso del futuro. Da questo confronto, che si fa di anno in anno più problematico, comprendo che l’educazione cristiana non può che ripartire, con le nuove generazioni, da due elementi: per prima cosa, la consapevolezza del dono della vita; di una vita che non vale solo in determinate condizioni, ma sempre e al di là di qualsiasi evento. In seconda istanza, la disponibilità a trovare e sperimentare il gusto di cercare la terra pro-messa. Senza questa speranza, il dinamismo dell’andare diventa inutile, se non addirittura pericoloso. Occorre anche che noi adulti sosteniamo la fatica di questo viaggio verso la maturità umana e religiosa offrendo ai giovani una compagnia concreta: ci tocca però com-prendere bene quando è il momento di precederli per strada; quando è opportuno camminare al loro fianco; quando è il tempo giusto per rimanere qualche passo indietro. Non è facile entrare in sintonia con il ritmo naturale che ogni ragazzo esprime e che è comunque il riflesso della sua vocazione; né, tanto meno, capire quando occorre invitare ad una accelerazione o ad un rallentamento. Ancora più difficile, nell’educazione alla fede, aiutare i ragazzi a comprendere che il cammino della vita ha comunque, al di là delle presenze più o meno famigliari, un compagno eccezionale: Dio cam-mina al fianco di ciascuno di noi, soprattutto quando non ce ne accorgiamo e non lo riconosciamo. Il viaggio verso la terra promessa richiede, ancora, che s’impari a

La figura del pellegrinonon attira più la gioventù.

Sono gli adulti a doverli accompagnare

decodificare le indicazioni segnaletiche e che si accetti la sfida di ogni bivio e crocevia. Non si diventa pro-tagonisti della vita, né tanto meno si diventa cristiani, se non correndo il rischio di decidere e la paura di sbagliare, sapendo che la pazienza di Dio è più grande di ogni nostra esitazione o errore. Il cammino è fatto anche di stanchezza e di delusioni: perché non dirlo chiaramente? E perché non spiegare ai nostri ragazzi che l’esperienza del limite e delle fragilità è parte in-tegrante di una spiritualità religiosa autentica? Perché non aiutarli a fare i conti con il fatto che essere cristia-ni significa giocarsi dalla parte degli ultimi, accogliere come regalo che viene da Dio l’eventualità di essere perdenti, porsi con umiltà gioiosa l’ipotesi di chiedere aiuto? Perché illudere le nuove generazioni con l’idea che occorre raggiungere il successo a tutti i costi, che vale la pena arrivare al traguardo prima degli altri, che la terra promessa è la realizzazione perfetta delle no-stre attese e possibilità? Queste cose non sono affatto improponibili; la vera difficoltà è riuscire a mettere i giovani in contatto con testimoni credibili, perché la fede cresce e diviene feconda solo se è sostenuta da esempi autorevoli. Occorre, per questo, rinforzare la loro vista: i cristiani veri non mancano certamente, ma non è facile riconoscerli, proprio perché operano senza clamore; ed è inoltre vero che spesso abitano luoghi inaspettati, dove non li si andrebbe mai a cercare. Se queste condizioni verranno assicurate ai nostri ragazzi, credo che anch’essi potranno andare verso la terra promessa, assaporando, come i loro antenati biblici, la scoperta che la meta vale quanto il cammino, che la salvezza non è solo nella destinazione finale, ma nello stesso percorso: il Dio cristiano ama la ferialità quanto il tempo della festa, perché, proponendo all’uomo la santità, ha colmato una volta per tutte la separazione e la distanza fra il sacro e il profano.

Sac. Giuseppe Ruppi sdb - Presidente Associazione di promozione sociale “Sacro Cuore”[email protected]

IN CAMMINO VERSOLA TERRA PROMESSA

38 L’ANGOLO dell’EDUCATORE

pesso ci sarà capitato in giro di sentire utenti che utilizzano sistemi operativi Windows preoccupa-

ti dell’incompatibilità del pacchetto Microsoft Office (Word, Excel e PowerPoint) in ambiente Mac di Apple. Purtroppo questa convinzione è molto diffusa e sem-pre più frequenti sono gli interrogativi relativi a questo argomento. Naturalmente, questa è solo una diceria, in-fatti, il pacchetto Office è totalmente compatibile con il Mac, ed esiste addirittura una versione a pagamento sviluppata da Microsoft appositamente per Mac chiamata MacOffice.Un’alternativa al pacchetto Microsoft Office è il pac-chetto OpenOffice.org (compatibile con Windows, Li-nux, Solaris, Mac OS X) sviluppato da Oracle Corporation, scaricabile gratuitamente da internet; attualmente Ope-nOffice.org è la più valida alternativa, è infatti in grado di leggere e scrivere i documenti .doc (Word), .xls (Excel) e .ppt (PowerPoint) di tutte le versioni di Microsoft Office compresa la 2007 e ciò consente a molti utenti di migrare verso questa piattaforma ed utilizzare il famoso software di produzione senza costi di licenza. Una nota molto positiva da segnalare è il sito internet di OpenOffice.org: http://it.openoffice.org, chiara, per l’utente inesperto, la sezione per il download, ma ancor più chiara la parte sulla documentazione e guide sull’installazione, le specifiche di sistema richieste per installarlo e una spiegazione di ogni programma contenuto nel pacchetto. La suite integra un elaboratore testi Writer: la nuova versione permette di selezionare in modo più facile la lingua per la correzione ortografica, consente agli utenti di definire le opzioni per la stampa del testo nascosto e dei segnaposti, offre delle migliori funzionalità di sele-zione del testo e di ricerca e sostituzione oltre ad un maggior numero di scorciatoie da tastiera per gli stili dei paragrafi; un programma per le presentazioni Impress; un pacchetto per il disegno grafico e di diagrammi Draw; un foglio elettronico Calc: la nuova versione permette di inserire date e formule in modo più razionale, offre

una funzionalità “smart” per la copia e lo spostamento di blocchi di celle, permette di trasformare i dati in colonne, e dispone di migliori funzionalità di stampa e filtraggio dei dati, e di un migliore Data Pilot; un modulo che consente di creare e gestire basi di dati Base: attualmente supporta nativamente il formato Microsoft Access 2007 e consta di una serie di funzionalità ottimizzate per operare su MySQL, Oracle/jdbc, e database nativi (HSQL).Migliorato, rispetto alle precedenti versioni della suite, anche il Query Designer, finestra del programma che consente, anche agli utenti meno esperti, di comporre rapidamente delle interrogazioni sulle basi di dati in uso; un componente Math per il disegno di equazioni ma-tematiche (da importare poi in Writer, Calc o Impress). Inoltre, la nuova release vede l’integrazione di strumenti linguistici italiani, il dizionario per la correzione ortografi-ca e quello dei sinonimi, nonché la possibilità di produrre documenti nel formato PDF/A, sottoinsieme del formato Adobe Reader PDF.Apple poteva stare a guardare? Assolutamente no, ed infatti il pacchetto di produzione paragonabile all’Offi-ce sviluppato da Apple in ambiente Mac è presentato al pubblico per la prima volta l’11 gennaio del 2005 al Macworld di San Francisco: l’iWork. Cerchiamo di approfondire le funzionalità dei singoli pro-grammi inclusi nella suite:

Pages:• l’applicazione con funzionalità di word processor e Desktop publishing, offre più di 180 modelli sviluppati da Apple per creare curriculum, volantini, relazioni scolastiche o inviti. E’ possibile aggiungere al nostro testo immagini o foto diret-tamente dalla libreria di iPhoto oppure inserire grafici o tabelle create precedentemente nel foglio elettronico, i dati saranno legati tra loro e modifi-candoli nel foglio elettronico, automaticamente ver-ranno sostituiti anche nel documento di testo col-legato (funzione che potrebbe essere disabilitata). Le funzionalità base come formattazione testo, re-

Office con Mac???

Certo...di Fiorenzo Figurella - Apple Certif ied Professional 10.5 - mail : foggia.shop@essedi. it

40 INFORMATICA

Essedi Shop FoggiaTel./Fax: 0881720800 - [email protected]

NUOVA SEDE - VIA MATTEOTTI, 42

golare le immagini, sono accessibili facilmente; cam-biare le dimensioni e il colore del testo, regolare la spaziatura tra le righe e l’allineamento, assegnare stili a caratteri e paragrafi. Selezionando una foto, una forma o una tabella nella pagina, la barra formato mostra degli strumenti per modificare le immagini; mentre si scrive, Pages può formattare automatica-mente gli elenchi con punti o numeri, controllare l’ortografia, rivedere il documento e generare un indice. Si potrà perfezionare il lavoro finale aggiun-gendo intestazioni , note, piè di pagina e preferiti, interruzioni di sezione, di pagina e di layout da un menu a discesa; in fondo alla pagina viene visualiz-zato il conteggio delle parole, dettagli sul numero di caratteri, righe, paragrafi e altro. Con Pages si potrà condividere comodamente i documenti con colle-ghi o amici. Aprire i file Microsoft Word o salvare i lavori in formato Word, o in formato RTF, ed anche PDF ed ePub, così i file saranno compatibili con iBooks di iPhone, iPad o iPod touch. Keynote:• è un software per presentazione davvero semplice da utilizzare specialmente per chi è alle prime armi con un software di presentazione. Inizial-mente si potrà selezionare un tema che mostrato in anteprima tra i 44 temi sviluppati da Apple. Una volta scelta la base per la presentazione, basta sosti-tuire il testo e la grafica segnaposto con le parole e immagini di nostro interesse (una nuova funzionalità mantiene sempre visibili l’andamento e la struttura della presentazione); tool intuitivi permettono di in-serire elementi come tabelle, grafici, contenuti mul-timediali e forme. Si potrà eliminare rapidamente lo sfondo di un’immagine con lo strumento Alfa istantaneo, applicare una maschera con una forma già pronta, come un cerchio o una stella, con le guide di allineamento e spaziatura si potrà cercare il centro della diapositiva e verificare se gli oggetti sono distanziati in modo uniforme; con una scelta di oltre 25 transizioni, alcune anche 3D, si potrà passare da una diapositiva all’altra. Le animazioni di testo e oggetti sono perfette per sottolineare il messaggio, gli elementi possono comparire tutti insieme, en-trando in scena da sinistra o ruotando sullo scher-mo. Lo scorrere della presentazione verrà gestita dal presentatore, mentre la diapositiva compare sullo

schermo principale per gli spettatori, sul nostro display avremo sotto controllo la diapositiva attuale e quella successiva, le

nostre note, un orologio e un timer su un secondo monitor. Numbers:• è un software per la gestione dei fogli di calcolo, che da a disposizione circa 30 modelli per organizzare la nostra casa, lavoro, hobby o sport, con tabelle e formule già preparate. L’area di lavoro è flessibile e senza vincoli. Si potranno modificare font, dimensione carattere, colori, bordi con sem-plici guide. Inserire delle formule sarà semplice con le 250 già pronte all’uso correlate da spiegazioni dettagliate. Per rendere più vivace il nostro lavoro, all’interno del foglio potremo creare diverse tabelle indipendenti nella struttura e nella forma, ed anche se si facessero delle modifiche le formule ed i dati seguono automaticamente lo spostamento. Com-pleta è la compatibilità con Excel.

In definitiva iWork è una suite completa e davvero utile per sostituire il pacchetto Office, è possibile provarla gratuitamente per 30 giorni al seguente indirizzo http://www.apple .com/it/iwork/download-tr ial/ .Palese è la conclusione di questo approfondimento, cioè la possibilità per gli utenti Mac, ma non solo, di avere un’alternativa valida al pacchetto Microsoft Office senza avere problemi di incompatibilità e con l’OpenOffice.org addirittura senza spendere un euro.

Spero di aver suscitato, in questi articoli, il vostro interes-se e aver potuto chiarire quei piccoli dubbi del mondo informatico, in qualunque momento via mail sarei lieto di essere contattato per qualunque tipo di informazione e curiosità.Un affettuoso saluto

tamtam 41

LE RICETTEDELLA TRADIZIONE FOGGIANAIl buon gusto della terra di capitanta tra memoria e presente

Tutti ci accorgiamo che le tradizioni si vanno lentamente perdendo, anzi molte le abbiamo già perse. Alcune, però, di quelle scomparse, hanno ancora una grande “forza” al loro interno, un importante significato, che fa diventare possibile ed auspicabile il loro recupero. Due di queste riguardano il Natale foggiano e sono ambedue tradizioni di Borgo Croci (il borgo dei Terrazzani): Il Pupo di pane (‘u Pupàzze de Natàle”) e l’Albero dei Poverelli (albero di Natale a cui si appendevano frutta e cannella). Io e lo Chef Nicola Russo, abbiamo il comune desiderio di far tornare in vita l’uso di preparare il Pupo di pane, da donare ai bambini, alla fi-danzata o al fidanzato, ecc. Anche l’albero è riproponibile, almeno come variante del normale albero che allestiamo, di solito, nel periodo natalizio. Il Pupo di Pane di Natale consisteva nel fare una ciambellina, con la pasta del pane (oggi potrebbe diventare un dolce), sopra e al centro della quale veniva appiccicato un Bam-binello in fasce (fatto anch’esso di pasta), con le braccine decorate a punta di coltello, con i bottoni della camicina. Quando lo si infornava la ciambella cresceva trasforman-dosi in culla. L’aureola del Pupo veniva colorata col rosso d’uovo. Il primo esperimento di riproposta di Gesù Bambi-no fatto di pane avverrà presso il ristorante di Nicola Russo (“AL PRIMO PIANO”), dove ai clienti, nel periodo natalizio, verrà donato il Pupo di Natale. L’Albero dei Poverelli era un albero di pino o di altro tipo, a cui si appendeva la frutta, mandarini, mele, pere. L’albero si abbelliva poi con nastri e fiocchi. Una versione più bella (sempre di Borgo Croci) era quella che vedeva addobbare l’albero con fette di arancio (a cui, oggi, si potrebbero ag-giungere quelle di limone), tagliate in modo da mostrare i

di Angelo Capozzi

“raggi”; poi seccati nel forno per disperdere l’umidità e farle conservare più a lungo. Nella versione odierna, su idea di Nicola Russo, tali fette potrebbero essere zuccherate per dare loro lucentezza e sapore (qualora si mangiassero). Oltre alle fette di arancio e di altre piccole frutte, si appendevano, in passato, bastoncini di cannella. Infine per ornare il tutto si abbelliva l’albero, dopo averlo cosparso di farina (effetto neve), con fiocchi e nastrini. Io, Nicola Russo e la Redazione di TAM TAM, facciamo un appello ai fornai, ai pasticcieri ed altri operatori del settore della città di Foggia, affinchè la tradizione del Pupo di Na-tale possa rivivere in maniera incisiva ed aumentare così gli elementi caratterizzanti il nostro folklore, considerati scar-si, ma che molto spesso sono stati solamente dimenticati, per questo vi invitiamo a seguire l’esempio dei partecipanti al corso di formazione professionale “COMMIS DI CUCI-NA” organizzato dalla REDMOND API FORM che si sono cimentanti nel riproporre questo gustoso e caratteristico dono di Natale.

IL PUPO E L’ALBERO RUSTICO NEL NATALE FOGGIANO

i corsisti della Redmon Api Form seguiti dallo chef Nicola RUSSO

44 CUCINA

I piatti del mese

L’ALBERO DEI POVERELLI IL PUPO DI PANE

INGREDIENTI

1,1 kg di farina 00 mezzo litro di latte intero

150 gr di olio extravergine di oliva 30 gr di zucchero

20 gr di sale 2 uova

50 gr di lievito di birra

1 tuorlo per spennellare

PREPARAZIONE

Su di un piano versate la farina ed incorporate l’olio e lo zucchero, Il sale e le uova. In una casseruola intie-pidite il latte facendo sciogliere il lievito di birra.Unite i due composti impastando fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciate riposare per dieci minuti l’impasto. Dividete l’impasto in due; dal primo cercate di ottenere una pagnottella dalla quale con un taglia pasta circolare eliminerete il centro. In maniera da formare una ciambella. Con l’altra parte di impasto cercate di formare un corpo con la testa in evidenza che andrete a fasciare. Con delle fascette di impasto. Una volta pronto il bambinello ricavate con un taglia pasta circolare piccolo un’aureola adagiatela da un lato. Della ciambella come se fosse il cuscino del bambinello spennellatela con il tuorlo sbattuto precedentemente ed infine adagiateci sopra il bambi-nello di pasta di pane. Lasciate lievitare il bambinello fino a quando il suo volume non sia raddoppiato. Pre-riscaldare il forno a 180 gradi ed infornare per circa 10 minuti. Appena sfornate il pane spennellate con acqua e zucchero.

PREPARAZIONE

Tagliate a fette circolari dello spessore di mezzo centimetro arance melograno limoni. Stendetele ordinatamente su una teglia e cosparge-tele di zucchero. Infornate in forno preriscaldato a 200 gradi per 5 minuti. Fate un foro alle castagne ed infornatele per circa 10 minuti a 250 gradi. Una volta sfornati lasciate raffreddare applicate dei nastri ed appendetele al vostro albero cosparso di farina o zucchero a velo. Date spazio alla vostra immaginazione.

di Nicola Russo - Executive Chef - Sommelier Professionista AIS Puglia

4

NERVOSO O RILASSATO?

di Antonio Iacovino - PSICOLOGO

La stabilità emotiva è un tratto di personalità, corrisponde a tendenze che rispecchiano la capacità di mantenere il proprio equilibrio emotivo e perciò di regolare gli stati affettivi negativi. Comprende caratteristiche come la vulnerabilità, la fragilità, l’ansietà, l’irritabilità, la rabbia, l’insicurezza e la depressione. Al lato opposto annovera la serenità e la stabilità d’umore.Le persone nervose sono predisposte ad una certa instabilità nell’affrontare le avversità della vita. Non avendo ancora trovato tranquillità dentro di loro, tendono ad essere piuttosto vulnerabili e hanno un forte bisogno di qualcuno che stia loro vicino, li sostenga e li consigli.

Le persone rilassate si caratterizzano per la calma con cui affrontano la vita. Questo è possibile perché essi hanno trovato stabilità interiore e hanno una buona conoscenza di sé stessi. Sono persone propense alla riflessione, a comprendere le cause dei loro malesseri e ad ascoltare i loro sentimenti. Queste capacità permettono di avere un buon self-control, difficilmente perdono la pazienza, con un conseguente atteggiamento calmo nei rapporti interpersonali.

A

BC

1 DOPO UNA BRUTTA GIORNATA COME TI SENTI?

Sereno domani andrà sicu-ramente meglio. Sfiduciato.Mi sento depresso e non ho voglia di fare niente.

PRIMA DI UN ESAME IMPORTANTE COME MI COMPORTO?

Sono tranquillo di ciò che ho fatto.Sono impaziente e non vedo l’ora che tutto finisca.Mi prende l’ansia e mi blocco.

A

B

C

A

BC

ALLA STAZIONE SCOPRI CHE IL TUO TRENOHA TRE ORE DI RITARDOCOME REAGISCI?

Mi rassegno all’idea di dover aspettare.Chiedo subito spiegazioni.Inizio a irritarmi e a spazien-tirmi.

3

A

BC

VIENI OFFESO PUBBLICA-MENTE DA UN AMICO COME REAGISCI?

Cerco di mantenere la calma.Gli chiedo spiegazioni.Rispondo a muso duro.

2

TEST46

A

QUANDO SEI ARRABBIATO, NEL PEGGIORE DEI CASI COSA TI PUÒ CAPITARE?

Mi chiudo in me stesso. B Inizio ad

urlare. C Inizio ad insultare.

7 VIENI BOCCIATO AD UN ESAME, COME REAGISCI?

Non ti sentivi preparato e te l’aspettavi.Sei dispiaciuto, avresti dovu-to studiare meglio.Avresti voglia di piangere.

SE PASSI UNA NOTTE IN BIANCO È PERCHÈ:

Non sei stanco.Ci sono rumori molesti.Sei preoccupato.

6

HAI APPENA ACQUISTATO UN OGGETTO NUOVO IN CASA, MA LA TUA AMICA SOSTIENE CHE NON È ADATTO ALL’ARREDAMEN-TO. COSA FAI?

Ti ferisce un po’ il commen-to, ma lo lasci.Cerchi un posto migliore.Pensi che la tua amica abbia ragione.

A

B

C

ABC

ABC

Se hai totalizzato unamaggioranza di risposte A:

In genere sei abbastanza tran-quillo, tuttavia quando affronti delle situazioni emotivamente cariche il tuo self-control viene un po’ meno.Hai un buon rapporto con te stesso e hai trovato la tua stabilità emotiva, per questo difficilmente ti lasci influenzare dai giudizi de-gli altri, anche se ti piace sentirne il parere.

Se hai totalizzato unamaggioranza di risposte B:

Oscilli tra stabilità e instabilità.Quando sei troppo teso lo riconosci e provi a rilassarti, anche se spesso non risulta essere un compito facile, comunque cerchi di evitare di sfo-garti con chi ti sta attorno. Queste tue caratteristiche ti ren-dono una persona con cui solo ra-ramente ci sono forti tensioni, data la tua predisposizione a essere in armonia con te stesso e gli altri.

Se hai totalizzato unamaggioranza di risposte C:

Quando fai qualcosa di importante, qualcosa a cui tieni molto, ti lasci assorbire dalle situazioni, l’emotivi-tà prende il sopravvento e diventa difficile prendere le distanze per fermarti a riflettere. Prova a rilas-sarti un po’ di più, a svagarti anche quando ti sembra che da te dipen-da il futuro del mondo, perché un periodo di tensione prolungato potrebbe esserti dannoso.

COSA FAI QUANDOSEI NERVOSO?

Mi chiudo in me stesso.Ne parlo con qualcuno.Mangio di più.

ABC

GENERALMENTE COM’È IL TUO UMORE?

Stabile.Risente solo di grossi eventi.In continuo cambiamento.

AB

C

8

10

95

tamtam 47

via M. De Rosa, 90/a - Foggia - tel. 0881650091 - cel l . 3282127509

F e d e r i c o A n t o n e l l i s - f o t o g r a f o

ARIETE21 MARZO - 20 APRILEEsultate, cari Amici Arietini: dal giorno 2 Venere torna a stimolare il vostro cuore e a farvi saltare dalla gioia o dal-la incompletezza. Il brutto periodo sentimentale inizierà ad essere un ricordo e voi potrete tornare in pista freschi e rinnovati.

GIORNO OK: 3

TORO21 APRILE - 21 MAGGIONon è più il momento di comportarsi in modo pazzerel-lo o di correre dietro ad un sogno vano; tornate ad esse-re quelle persone affidabili e concrete che siete, anche e soprattutto in amore. Incontri prolifici con Sagittario.

GIORNO OK: 23

LEONE23 LUGLIO - 22 AGOSTOLa prima parte del mese è conflittuale con voi stessi e con il vostro corpo. Poi le cose andranno meglio con Mercurio e Marte dalla vostra parte. Il fisico se ne avvantaggerà e tor-nerete a ruggire a pieni polmoni. E’ un mese adatto a tirare il fiato e a fare ciò che vi piace di più. GIORNO OK: 16

VERGINE23 AGOSTO - 22 SETTEMBRELa maggior parte di pianeti oggi vi guarda di traverso a comin-ciare dalla Luna in Gemelli. Parecchi ostacoli potrebbero appa-rire al vostro orizzonte ma con essi la possibilità di superarli e di dimostrare quanto valete e quanto sappiate gestire al meglio le situazioni difficili. GIORNO OK: 17

SAGITTARIO23 NOVEMBRE - 22 DICEMBREIl mese si prospetta di miglioramento del tono generale e un gran beneficio l’otterrete dal movimento fisico, anche nel ballo, se volete.Dal giorno 23 poi anche l’energia riprenderà il suo corso positivo e nulla vi fermerà. GIORNO OK: 16

CAPRICORNO22 DICEMBRE - 20 GENNAIONon sentitevi troppo sicuri, qualche nervosismo dietro l’an-golo potrebbe farvi slittare un incontro passionale o una conquista alla quale tenete molto. Il vostro mese vi regala nuovi amori nati sotto il segno dell’ erotismo e della com-plicità. Cercate maggior intimità nel vostro ambiente.

GIORNO OK: 8

GEMELLI22 MAGGIO - 21 GIUGNOI pianeti veloci si rimettono a posto per il vostro segno e le tensioni dei mesi precedenti sembrano svanire. Questo vi consentirà di tornare a sentirvi bene, con ritrovata serenità nel corpo e nella mente.

GIORNO OK: 13

CANCRO22 GIUGNO - 21 LUGLIOVenere vuole armonia e cercatela dove meglio credete. Un abbellimento del vostro aspetto diventerà urgente, perché così affronterete meglio gli impegni e i rapporti sociali. Cam-biate pure modalità nella scelta dei colori e dei profumi. GIORNO OK: 19

BILANCIA23 SETTEMBRE - 22 OTTOBREMarte nel segno dovrebbe farvi recuperare una bella for-ma fisica e voi sapete che lo sport e le attività agonistiche fanno parte del vostro essere. I chili accumulati negli ultimi mesi possono essere dimenticati attraverso un maggior mo-vimento. GIORNO OK: 11

SCORPIONE23 OTTOBRE - 22 NOVEMBREIl vostro cuore ha voglia di emozioni forti ma questo non è il momento adatto per farsi trasportare dall’entusiasmo di un nuovo amore. Nettuno in quadratura vi confonde le idee al riguardo. Non fate troppi progetti e soprattutto non fatevi troppe illusioni. GIORNO OK: 5

ACQUARIO21 GENNAIO - 18 FEBBRAIOTutto bene a parte un po’ di nervosismo nell’aria. La vo-stra tensione interiore è quanto di meglio per catturare cose e persone che vi faranno sentire brillanti. Giove e Urano vi sostengono dai Pesci e vi proteggono la parte debole nel sottopancia. GIORNO OK: 28

PESCI19 FEBBRAIO - 20 MARZOPrima di affrontare nuovi impegni sarà meglio valutare attentamente le condizioni del vostro stato psicofisico. La Luna in Gemelli vi innervosisce parecchio e un po’ di relax vi è consigliato poichè nell’aria ci sono per voi altri transiti piuttosto faticosi e impegnativi. GIORNO OK: 29

tamtam 49OROSCOPO