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AUDIOREVIEW n. 399 giugno 2018 71 I l nome Tannoy non si deve ad un si- gnore con questo cognome, ap- passionato di riproduzione ad alta fedeltà e diventato progettista, come è accaduto in passato per molti marchi. La Tannoy, nata nel 1928 dalle ceneri della Tulsemere, produceva rettificatori in tantalio ed alluminio (Tantalum and Alloy). Agli inizi degli anni ‘30 iniziò la costruzione di altoparlanti ma è solo nel 1947 che vide la luce il driver coassiale, dotato di un woofer da 15” nel cui com- plesso magnetico era ricavato lo spazio per far passare un piccolo driver dotato di un trombino che si raccordava col profilo della membrana del grosso woofer. L’altoparlante veniva utilizzato per il public address e solo 20 anni do- po venne finalizzato alla riproduzione ad alta fedeltà. Grazie al Monitor Gold Dual Concentric il costruttore inglese entrò negli studi di registrazione di mezzo mondo ed in meno di tre anni di- ventò un vero e proprio riferimento per gli addetti ai lavori. A metà anni ‘70 la PROVE Tannoy Legacy Arden Un diffusore con un coassiale da quindici pollici, come nella miglior tradizione del marchio, simile ai coassiali che hanno fatto la storia di Tannoy ed anche del monitorino in studio di registrazione. Gamma bassa non estesissima ma decisa, gamma media asciutta e radiografante e gamma alta senza effetti speciali. Queste le caratteristiche sonore dei coassiali da 15” presenti in tutti gli studi di registrazione di un certo livello, pur negli ingombranti box reflex dell’epoca. Il coassiale da 15” del Legacy Arden mostra l’evoluzione del marchio per adattare le inflessibili caratteristiche sonore Tannoy alla resa nei normali ambienti di ascolto. TANNOY LEGACY ARDEN Sistema di altoparlanti Distributore per l’Italia: High Fidelity Italia, Via De Amicis, 20010 Cornaredo (MI). Tel. 02 9361101 - www.h-fidelity.com Prezzo IVA compresa: euro 9.800,00 la coppia CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: bass reflex da pavimento. Potenza consigliata: 20-300 watt rms. Potenza ap- plicabile: 150 watt rms-600 di picco. Sensi- bilità: 93 dB con 1 W ad 1 metro. Risposta in frequenza: 35-30.000 Hz @ - 6 dB. Impe- denza: 8 ohm. Volume di lavoro: 127 litri. Accordo: 3 condotti di accordo frontali. Nu- mero delle vie: due. Frequenza di incrocio: 1.100 Hz - 2° ordine elettrico per il woofer - 1° ordine elettrico per il tweeter. Controlli: ±3 dB da 1 a 30 kHz shelving - +2/-6 dB oltre i 5 kHz slope. Tweeter: cupola da 33 millimetri in alluminio/magnesio. Woofer: da 380 mm in cellulosa - bobina da 52 mm. Connessioni: Biwiring - biamp - connessione di terra. Di- mensioni (LxAxP): 602x910x362 mm. Peso: 41 kg

Tannoy Legacy Arden - h Fidelity · 2018. 5. 31. · Tannoy Legacy Arden Un diffusore con un coassiale da quindici pollici, come nella miglior tradizione del marchio, simile ai coassiali

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AUDIOREVIEW n. 399 giugno 2018 71

I l nome Tannoy non si deve ad un si-gnore con questo cognome, ap-passionato di riproduzione ad alta

fedeltà e diventato progettista, come èaccaduto in passato per molti marchi.

La Tannoy, nata nel 1928 dalle ceneridella Tulsemere, produceva rettificatoriin tantalio ed alluminio (Tantalum andAlloy). Agli inizi degli anni ‘30 iniziò lacostruzione di altoparlanti ma è solo nel1947 che vide la luce il driver coassiale,dotato di un woofer da 15” nel cui com-plesso magnetico era ricavato lo spazioper far passare un piccolo driver dotatodi un trombino che si raccordava colprofilo della membrana del grossowoofer. L’altoparlante veniva utilizzatoper il public address e solo 20 anni do-po venne finalizzato alla riproduzionead alta fedeltà. Grazie al Monitor GoldDual Concentric il costruttore ingleseentrò negli studi di registrazione dimezzo mondo ed in meno di tre anni di-ventò un vero e proprio riferimento pergli addetti ai lavori. A metà anni ‘70 la

PROVE

Tannoy Legacy ArdenUn diffusore con un coassiale da quindici pollici, come nella miglior tradizione del marchio, simileai coassiali che hanno fatto la storia di Tannoy ed anche del monitorino in studio di registrazione.Gamma bassa non estesissima ma decisa, gamma media asciutta e radiografante e gamma altasenza effetti speciali. Queste le caratteristiche sonore dei coassiali da 15” presenti in tutti gli studidi registrazione di un certo livello, pur negli ingombranti box reflex dell’epoca. Il coassiale da 15”del Legacy Arden mostra l’evoluzione del marchio per adattare le inflessibili caratteristiche sonore

Tannoy alla resa nei normali ambienti di ascolto.

TANNOY LEGACY ARDENSistema di altoparlanti

Distributore per l’Italia: High FidelityItalia, Via De Amicis, 20010 Cornaredo(MI). Tel. 02 9361101 - www.h-fidelity.comPrezzo IVA compresa: euro 9.800,00 lacoppia

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORETipo: bass reflex da pavimento. Potenzaconsigliata: 20-300 watt rms. Potenza ap-plicabile: 150 watt rms-600 di picco. Sensi-bilità: 93 dB con 1 W ad 1 metro. Risposta

in frequenza: 35-30.000 Hz @ - 6 dB. Impe-denza: 8 ohm. Volume di lavoro: 127 litri.Accordo: 3 condotti di accordo frontali. Nu-mero delle vie: due. Frequenza di incrocio:1.100 Hz - 2° ordine elettrico per il woofer - 1°ordine elettrico per il tweeter. Controlli: ±3dB da 1 a 30 kHz shelving - +2/-6 dB oltre i 5kHz slope. Tweeter: cupola da 33 millimetriin alluminio/magnesio. Woofer: da 380 mmin cellulosa - bobina da 52 mm. Connessioni:Biwiring - biamp - connessione di terra. Di-mensioni (LxAxP): 602x910x362 mm. Peso:41 kg

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PROVE Tannoy Legacy Arden

Sistema di altoparlanti Tannoy Legacy Arden

CARATTERISTICHE RILEVATE

L a sessione di misura della Tannoy Arden si è rivelata invero meno cri-tica di quello che mi aspettavo dopo aver sballato il diffusore. Ovvia

la misura ad 1,8 metri ma altrettanto ovvia la risposta identica, solo scala-ta di 5,1 dB o meglio di 5,097, come ci tiene a precisare MLSSA. Comepossiamo vedere dal grafico la risposta anche in questo caso non è tiratacol righello, anzi presenta un avvallamento, invero molto stretto, alla fre-quenza di incrocio ed una enfasi notevole a 4.000 Hz, enfasi che comesappiamo può essere parzialmente attenuata con i controlli ma che se-condo me va valutata in ambiente. In gamma bassa ho sovrapposto allarisposta reflex anche l’andamento del woofer con i tre condotti chiusi daitappi di poliuretano, risposta che a fronte di una sostanziale identità diestensione con quella rilevata prima oppone una pendenza decisamenteminore. Nella risposta fuori asse non possiamo non notare la direttivitàdel tweeter che attenua parecchio all’aumentare della frequenza e che fa

Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa Risposta in frequenza con 2,83 V/1 m

Modulo ed argomento dell'impedenzaDistorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica ed alterazione dinamica a 90 dB spl

MIL - livello massimo di ingresso: (per distorsione diintermodulazione totale non superiore al 5%)

MOL - livello massimo di uscita: (per distorsione diintermodulazione totale non superiore al 5%)

Risposta nel tempo

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Tannoy entrò a far parte del gruppoHarman e il fondatore Guy R.Fontain,abbandonò l’azienda. Le duecose non sono in relazione tra loro per-ché ormai Fountain era anziano. Versola fine degli anni ‘70, che per l’aziendafurono davvero strepitosi, la Tannoy sitrasferì da Londra a Coatbridge in Sco-zia, dove iniziò la produzione della “red

line” e di tutti i coassiali possibili, diqualunque dimensione. Questa fasedella storia Tannoy è quella che menoci piace perché oltre ai trasduttori miticivengono prodotti, come mamma Har-man insegna, diffusori ed altoparlantimolto più commerciali, nel senso peg-giore del termine. I mezzi tecnologici diricerca comunque hanno consentito di

procedere nello sviluppo di coassialisempre più lineari e privi di alterazionialle frequenze medie, ove le dimensio-ni della tromba del tweeter diventanocoerenti con le lunghezze d’onda. Il dif-fusore che proviamo parte dal “vec-chio” quindici pollici che nel tempo si èevoluto ed è diventato sempre meno“pro” e sempre più “home”.

PROVETannoy Legacy Arden

Se c’è una coppia di grafici che rispecchiano quasi del tutto le prestazioni del diffusore in termini di linearità e pulizia sono quelli della TND. Sia nelgrafico effettuato a 90 dB di pressione media rms che in quello con la curva blu eseguito con 6,5 volt rms ai capi del diffusore che equivalgono a100 dB, possiamo vedere come i valori siano estremamente bassi. In gamma media notiamo un ulteriore abbassamento attorno ai 4.000 Hz,abbassamento che nella curva dei 90 dB ci porta al valore record di -68 dB, a mia memoria mai toccato da alcun diffusore. Il tweeter a tromba

vede la curva risalire leggermente all’aumentare della frequenza pur attestandosi su valori molto contenuti. All’aumentare della pressione emessavediamo come la gamma bassa si mantenga costante sul valore dell’uno per cento mentre in gamma medio-alta si sfiorino ancora i -60 dB.

perdonare una certa enfasi nella ripresa in asse. Già questoparticolare ci suggerisce un posizionamento in ambiente di-verso dal solito. Il grafico dell’impedenza ci fa vedere comedal lato basse frequenze non ci sia molto da temere dal pun-to di vista del carico visto dall’amplificatore. La resistenzaelevata del woofer ed un minimo di perdite dell’accordo re-flex, posto a circa 35 Hz, costituiscono un mix abbastanzarassicurante. In gamma media invece notiamo due picchi,uno appena oltre la frequenza interessata dal notch delwoofer ed una dovuta al tweeter, il cui incrocio elettrico colwoofer appare mediamente largo. Una certa carenza dismorzamento nel passa-alto del tweeter, comunque regola-bile grazie ai controlli, si ripercuote ovviamente sul modulodell’impedenza che a circa 3.000 Hz vede il suo minimo,prossimo ai 4 ohm, preceduto da una notevole rotazione difase. Tra il minimo di fase ed il minimo di modulo ecco com-parire la massima condizione di carico, con l’amplificatoreche a 2.800 Hz vede ai suoi morsetti una resistenza appenamaggiore di 3 ohm. Il decadimento nel dominio del tempomostra una esitazione nel fronte di salita che testimonia l’ar-rivo del woofer in anticipo rispetto a quello del tweeter, cheperaltro è invertito di fase. Possiamo notare come il decadi-mento appaia regolare e con poche esitazioni nonostante ledimensioni del pannello frontale non certo da minidiffusore.Una volta posizionato in ambiente, con i condotti di accordoliberi ed i controlli messi a zero, ho pilotato i diffusori coldoppio generatore di rumore rosa, rilevando la risposta conun microfono ad incidenza casuale. Il risultato mostra un an-damento bene esteso in gamma bassa e lentamente caden-te in gamma medio-bassa. Si nota un avvallamento in gam-ma media alle frequenze interessate dall’incrocio e poi anco-ra un lento decadimento in gamma altissima. Devo aggiun-gere, in verità, che un avvallamento così vistoso in gammamedia risulta poco individuabile all’ascolto. Probabilmente

anche le misure in ambiente, a cui molti si affidano cieca-mente, non raccontano tutto della resa di un diffusore nelleeffettive condizioni di funzionamento. Le misure più stupefa-centi sono quelle ottenute al banco delle rilevazioni dinami-che, quelle basate, tanto per capirci, sull’Audio Precision“guidato” dal software che ci siamo prodotti in casa. Inizia-mo come di consueto dalla misura della distorsione armoni-ca in regime impulsivo che mostra un contenuto armonicomolto basso con tutte le varie componenti poste al disottodei -50 dB. Stupisce vedere che alle basse frequenze le ar-moniche superiori siano addirittura maggiori di seconda eterza armonica, pur se posizionate a cavallo dello 0,32%.Dopo il picco, si fa per dire, alle basse frequenze vediamocome tutte le armoniche prendano la strada del fondo delgrafico che viene raggiunto appena dopo i 100 Hz. La terzaarmonica inizia a risalire, seguita poco dopo dalla seconda,ma ancora su valori estremamente contenuti. In gamma al-tissima la sola seconda armonica risale appena fino ai -50dB. La compressione dinamica è praticamente inesistente intutto l’intervallo di misura. La misura della MIL parte dai 10watt a 40 Hz e sale sin dal terzo di ottava successivo in ma-niera abbastanza decisa. Aumentando la frequenza la poten-za sale ancora mantenendosi sempre a poca distanza daquella massima a causa delle terze armoniche del doppio to-no di prova. Notiamo un solo avvallamento a 4.000 Hz se-guito da una drastica risalita ai limiti dell’amplificatore di mi-sura. La buona sensibilità unita alla bassa compressione di-namica aggiunge decibel, così che si sfiorano i 100 dB sindal primo terzo di ottava e si superano i 110 decibel al terzodi ottava successivo. Oltre i 200 Hz la curva si stabilizza suuna pressione media posta a cavallo dei 118 dB con qualchepicco che lambisce i 120 dB e qualche avvallamento chescende, si fa per dire, a 115.

G.P. Matarazzo

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di ruotare piano il diffusore fino a far capi-tare il coassiale quasi a terra sperando nel-la forza di gravità. Dopo qualche secondosi ode chiaramente il “tac” del coassialeche si è staccato dal cabinet. In realtà Tan-noy da molti anni sistema un discreto pez-zo di stucco catramato tra il retro del ma-gnete ed il rinforzo centrale, stucco cheuna volta avvitato il driver al suo posto vie-ne letteralmente schiacciato costituendouna sorta di accoppiamento semirigidotra il complesso magnetico ed il mobile.La costruzione di quest’ultimo segue unafilosofia non votata alla sola massa, quellache vede cabinet da 200 kg con la paretefrontale spessa sei centimetri. Si è usatoper questa linea di diffusori un pannelloda 25 mm ed una struttura abbastanzasottile, di 19 mm sia per le pareti lateraliche per il fondo. Ciò potrebbe apparire uncontrosenso vista la dimensione del drivercoassiale ma a ben vedere non lo è affatto.

La costruzioneIl mobile è di dimensioni impegnative maè stato comunque “steso” sul tappeto peressere smontato. Le viti che bloccano ilcoassiale sono di notevole diametro, nonconficcate direttamente nel pannello fron-tale ma serrate tramite madreviti affogatenella struttura. Il fissaggio è solido ed il tra-sduttore sembra insensibile a qualunquemovimento anche dopo aver rimosso leviti. In questi casi si entra immediatamentein una area di difficoltà circa le scelte daporre in atto per rimuovere l’altoparlantedalla sua sede. Escludendo a priori i tenta-tivi più cruenti, è consigliabile ruotare ildiffusore a faccia in giù ed aspettare, al-meno quando non è possibile inserire unamano o il manico di un cacciavite moltolungo dal condotto di accordo. In questocaso specifico, viste le dimensione delcoassiale e il marchio Tannoy, decidiamo

PROVE Tannoy Legacy Arden

Il crossover Tannoy: complicato solo all’apparenzaA ppena rimosso il grosso, sulla sinistra del box è posi-

zionato il filtro crossover, costituito da una tavola av-vitata alla parete che supporta tutti i componenti montati“a vista” e collegati tra di loro con dei cavetti. Certo chel’apparenza è quella di un filtro complicato, con gli ingressie le uscite da un lato e le connessione per i controlli dall’al-tro. Per non perdere tempo mi concentro sui sei compo-nenti, invero abbastanza economici, che si prendono curadel woofer e che presentano una connessione tra i compo-nenti abbastanza diretta. Come possiamo vedere dalloschema di Figura 3 una cella RLC-parallelo si preoccupaprima di tutto di ridurre l’emissione del trasduttore a circa400 Hz con un fattore di merito abbastanza stretto ed unaattenuazione discreta, visibile peraltro anche nella rispostain frequenza. Segue una cella passa-basso del secondo or-dine elettrico appena smorzata dalla resistenza di 2 ohm.Va notato che la pendenza elettrica approssima più o menobene i 12 dB/oct alla frequenza di incrocio con un anda-mento iniziale, nelle vicinanze della frequenza di incrocioabbastanza blando. Non ho misurato la risposta dell’alto-parlante senza crossover, ma c’è da credere, visto l’anda-mento del filtro, ovvero la risposta ai morsetti del woofer,che la membrana non deve presentare particolari break-upin gamma media e che l’andamento acustico senza cross-over non sia particolarmente in salita. Le due induttanze inserie al segnale sono dotate di filo abbastanza doppio ed abassa resistenza, col nucleo centrale costituito di lamierinidi ferro. Magari due bei nuclei in polvere di ferro nonavrebbero guastato. Anche l’elettrolitico bipolarizzato da150 µF stona un po’ col livello generale del diffusore. Ma-gari si poteva usare un 100 micro bipolarizzato ed un con-densatore da 47 micro dal dielettrico un po’ più nobile.Nella risposta elettrica l’andamento della cella notch fa inqualche modo apparire poco smorzata la piegatura appenaoltre i 1.000 Hz. Ho provato ad annullarla con un ponticelloe devo dire che in effetti l’andamento elettrico è quello diun Butterworth del secondo ordine. La misura di Figura 4 cimostra che in effetti la risposta acustica appare molto smor-zata alla frequenza di incrocio, con un andamento che sem-bra verificare in pieno le ipotesi fatte prima sull’andamentodella risposta del woofer senza crossover. Veniamo alla be-stia nera, ovvero al filtro passa-alto del tweeter. Come sap-

piamo questo trasduttore ha il suo centro di emissione sen-sibilmente arretrato rispetto a quello del woofer, ma sap-piamo anche che, millisecondi a parte, un passa-bassoemette in ritardo ed un passa-alto no. Tecnicamente po-tremmo affermare che si tratta di un passa-alto del terzo or-dine elettrico ma come possiamo vedere dallo schema elet-

Figura 3.

La morsettiera posteriore è dotata dimorsetti di buon pregio e di ponticelli difilo di buona sezione. Notare il quintoponticello che fa capo al cestello del

woofer e che deve essere collegato allaterra dell’elettronica di potenza.

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Appena rimosso il grosso trasduttore pos-siamo accedere all’interno e notare, assie-me al denso assorbente di lana di roccia,una serie di rinforzi poco appariscenti edinvasivi dal punto di vista delle riflessioniinterne. Una struttura di multistrato attra-versa tutto il cabinet da sopra a sotto edun’altra da destra a sinistra, in aggiunta adei setti di irrigidimento delle singole pa-reti. La foratura dei setti di rinforzo centra-le pur non limitando in nulla la rigidità del-la struttura consente un buon passaggiodell’aria riducendo così sul nascere l’inne-sco di riflessioni interne. Come trentenna-le consuetudine del marchio il rinforzocentrale verticale arriva fino a toccare ilcomplesso magnetico del trasduttore,grazie anche all’interposizione di un pic-colo strato di stucco catramato. Questoparticolare, all’apparenza poco importan-te, riesce a ridurre qualunque tentativo divibrazione del complesso magnetico sul

PROVETannoy Legacy Arden

trico ci sono diverse resistenze che ne limitano fortementel’effetto. Due sono le regolazioni possibili: una viene indica-ta come “Energy” e l’altra come “Roll-off”. Come possia-mo vedere dallo schema la serie di resistenze poste in serietra di loro a valle del condensatore da 10 micro viene usatacome un partitore, ovvero come elemento serie-paralleloall’induttanza in modo da costituire una variazione sia delsegnale che del fattore di merito del passa-alto. Nel graficodi Figura 5 possiamo vedere come agisce questa sorta dipartitore che nel suo range da + 3 dB a -3 dB, come antici-pato, spiana anche l’emissione attorno ai 4.000 Hz. In serieal condensatore da 4,7 micro vediamo poi un secondo de-viatore, che seleziona la resistenza che ne limita l’azione. Ilrange operativo è maggiore e va da +2 a -6 dB ma il valoredel condensatore suggerisce che la frequenza di interventosia più elevata. Nel grafico di Figura 6 possiamo vedere co-me la posizione +2 (curva blu) ricalchi praticamente la curvarossa di riferimento. Anche questo controllo attua un di-screto abbassamento del livello alle frequenze altissime,mentre le curve proposte dalla sezione “Energy” sembranoagire in maniera più decisa sulla gamma media. Ne risultauna serie notevole di commutazioni che possono linearizza-re la risposta del tweeter a seconda delle esigenze dell’am-biente di ascolto. Probabilmente si potevano scegliere cir-cuitazioni più chiare nel definire il livello e lo shelving deldriver per le note alte, ma a ben vedere il range operativodi questi otto controlli consente una regolazione ottimaledi tutto il range riprodotto dal tweeter. Infine ritornando al-

la Figura 4 possiamo analizzare con cognizione di causa lerisposte dei singoli altoparlanti filtrati. La risposta del woo-fer abbiamo visto essere ben smorzata, con una pendenzainizialmente dolce che via via diventa più incisiva pur la-sciando dei residui di emissione tra i 6 ed i 10 kHz. La curvadel tweeter appare più regolare, pur con una perdita dismorzamento attorno ai 4.000 Hz, un range di frequenzache è possibile attenuare con il livello del controllo“Energy” in maniera abbastanza efficace. La pendenza acu-stica raggiunge comunque i 24 dB per ottava.

G.P. Matarazzo

Figura 4.

Come spiegato nell’incorniciato dedicato al filtro crossover si può cambiare la risposta deltweeter spostando i contatti su questo pannello, contatti attuati con un pomello che

collega la resistenza opportuna nel circuito del filtro passa-alto.

Figura 5.

Figura 6.

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cestello, visto che il doppio complessomagnetico per la particolare costruzionedel coassiale risulta essere abbastanza pe-sante. Sulla parete sinistra è fissato il gros-so filtro crossover che tratterò in un appo-sito riquadro mentre in basso sono siste-mati i tre condotti reflex, fissati ad incastroe dallo sviluppo leggermente conico. Ildiametro di partenza interno è infatti di 95mm mentre quello di uscita supera age-volmente i 105 millimetri prima della sva-satura di raccordo. Se da un lato ciò puòapparire come una utile riduzione dellalunghezza occorre dire che secondo il pa-rere di molti la zona più critica di un con-dotto di accordo è quella interna, nasco-sta alla vista, ma che nel moto alternatodell’aria ha a che fare col volume d’ariaspostato dal woofer e potrebbe innescarerumori indesiderati. A proposito del woo-fer, potevo non passarlo per gli strumentidi misura, tanto più che la misura della MILha fornito un già notevole rodaggio? Ov-viamente no! La conoscenza dei parame-tri, confrontata con quelli rilevati oltretrenta anni fa su un Monitor Gold, mostrapoche novità, ma tutte di una certa impor-tanza ai fini delle caratteristiche sonore. Lafrequenza di risonanza è appena più bassa(24 contro 26 Hz), con la resistenza elettri-ca abbastanza simile (5,32 ohm del nuovomodello contro i 5,5 del Gold). Due sonole grandezze in forte contrasto con le ver-sioni precedenti: la cedevolezza ed il fat-tore di forza, con tutti gli altri parametri daqueste dipendenti che variano di conse-guenza. La cedevolezza sale da 0,42mm/N a 0,53 del modello in prova, con

PROVE Tannoy Legacy Arden

La struttura del cabinet dellaArden in un disegno fornitodallo stesso costruttore.Notiamo i rinforzi centraliampiamente forati per

consentire il passaggio dell’ariaed il rinforzo “a compressione”dove si ferma il complessomagnetico del coassiale.

Sul pannello di sinistraè fissato il supporto dilegno che ospita icomponenti delcrossover. Notiamo ilcablaggio “old style”e la componentisticadi medio livelloqualitativo.

Una volta rimosso ilfiltro crossover èstato possibile

ricavarne la filatura elo schema elettrico,

trattato in unapposito incorniciato.Notare i cinque cavi di

ingresso a sinistra, ifaston di uscitasempre sul lato

sinistro e la largamorsettiera sul lato

destro che va alpannello dei controlli.

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conseguente aumento del Vas. Il fattore diforza viceversa si riduce, passando da 19,2N/A a 12,66 del concentrico che equipag-gia la Arden. Il Qts ovviamente aumenta a0,35 ma la sensibilità perde oltre un dB dai95 originali. Gli elementi che maggior-mente caratterizzano la nuova versionesono certamente la cedevolezza maggio-re ed il fattore di forza che scendendo avalori più contenuti consente un Qts più“umano” che potrebbe andar bene sia inun volume chiuso che in un reflex, esatta-mente come avviene. L’anello di sospen-sione ha abbandonato la doppia ondula-zione a favore di una forma più classica

senza assolutamente perdere nulla, comevedremo, in linearità ai livelli elevati. Co-me di consueto è previsto un contattoelettrico sul cestello in lega del woofer chefa capo ad uno specifico connettore sul re-tro del diffusore. Una prova attenta effet-tuata su un driver di questo tipo, ma dadodici pollici, mostrò che connettendo ilcestello alla terra dell’impianto il Qms au-menta di un buon 10% donando un po’ diprontezza in più. Ci troviamo comunquedi fronte ad un woofer più scattante rispet-to ai vecchi coassiali, visto che anche lamassa mobile è stata alleggerita di circa10 grammi, un trasduttore che pretende-

rebbe un accordo QB3 in un volume pocoinferiore ai 300 litri ma che nei circa 160 litri“visti” dai condotti di accordo mostra unpicco alle frequenze medio-basse ed unapendenza inizialmente abbastanza blan-da, con l’estensione compatibile conquella della equivalente cassa chiusa. Iltweeter ha la cupola rigida in alluminio emagnesio, con un carico frontale costitui-to da un phase plug e due corte guided’onda che hanno il compito di raccorda-re l’emissione del driver nella membranadel woofer. Il trasduttore ha una sensibilitàsuperiore ai 100 dB, almeno a giudicaredalla pesante attenuazione a cui è sotto-posto dal filtro crossover. I connettori so-no posizionati ovviamente sulla pareteposteriore in basso e prevedono un colle-gamento in più per il cestello del wooferche dovrebbe essere messo a terra conl’intento di “smorzare” la sua interazionecol campo magnetico del trasduttore. Sulpannello frontale, appena più in basso delcoassiale, è posizionato il pannello delcontrollo del tweeter, controllo che verràdiscusso nel box dell’analisi del filtro. Lawaterfall di Figura 1, eseguita in asse alcoassiale, non mostra una pulizia ossessi-va e notevole alle basse frequenze e d’al-tro canto c’era da aspettarselo viste le di-mensioni del box. L’assorbente acusticoed il rapporto tra le dimensioni interne ri-ducono comunque i problemi, che si ma-nifestano solo con un accenno di risonan-za poco oltre i 1.000 Hz, risonanza che vie-ne velocemente smorzata nei primi duemillisecondi. Si nota anche qualche rifles-sione interna, a frequenze ovviamente piùbasse. Alle frequenze interessate dall’e-missione del tweeter annotiamo inveceuna risonanza visibile sin dalla risposta infrequenza (ovvero dal primo dei 100 grafi-ci di risposta posti uno avanti all’altro alpassare del tempo). Come possiamo ve-dere ai 4.000 Hz occorrono più di 2 millise-condi per scendere al livello del fondo inun grafico che alle alte frequenze appareestremamente pulito. Molto interessante

PROVETannoy Legacy Arden

Campo vicino del tweeter. La cupolametallica da 33 mm si affaccia in una guida

di dimensioni minori che attraversa ilcomplesso magnetico del woofer.

Una volta rimosso ilfiltro crossover èstato possibile

ricavarne la filatura elo schema elettrico,

trattato in unapposito incorniciato.Notare i cinque cavidi ingresso a sinistra,i faston di uscitasempre sul latosinistro e la largamorsettiera sul latodestro che va al

pannello dei controlli.

Figura 1.

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Page 8: Tannoy Legacy Arden - h Fidelity · 2018. 5. 31. · Tannoy Legacy Arden Un diffusore con un coassiale da quindici pollici, come nella miglior tradizione del marchio, simile ai coassiali

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L’ascoltoAmmetto candidamente di non aver maiamato eccessivamente i coassiali di grandidimensioni e specificamente i grossi driverdella Tannoy. Grosse e pesanti membra-ne, sospensioni rigide ed una filtratura leg-gera in gamma media hanno sempre esi-bito, secondo me ovviamente, un bassomagro, una gamma media troppo asciuttaed una gamma alta senza le altissime. D’al-

anche la risposta al gradino di Figura 2che mostra tutta l’atipicità di un coassialefatto bene. L’esitazione iniziale è dovuta alwoofer in anticipo rispetto al tweeter men-tre dopo il picco del tweeter possiamo do-tare le esitazioni del woofer. Va notato co-me il segnale di ingresso sia reso quasi co-me un picco abbastanza largo per meritodel woofer, come se volesse prolungare almassimo la larghezza di un gradino im-possibile da riprodurre.

tro canto le esigenze costruttive di più di30 anni fa a cui si riferiscono le mie espe-rienze non permettevano grandi equilibritra dettaglio, bilanciamento timbrico egrosse pressioni. Oggi, per fortuna, gli stu-di sulla linearità del campo magnetico esulla meccanica dell’equipaggio mobileconsentono equilibri diversi e probabil-mente drasticamente migliori proprio aibassi e bassissimi livelli. La musica, per for-tuna, non è fatta soltanto di picchi ad ele-

PROVE Tannoy Legacy Arden

L’ascolto

C on la serie Legacy arriva sul mercato un gruppo ag-guerrito di diffusori volutamente e dichiaratamente

ispirato ai sistemi di altoparlanti Tannoy degli anni Settanta.Nostalgia del vintage? Forse soltanto in parte. Se da un la-to si è voluto ammiccare a quanti esaltano il suono dei “beitempi andati”, dall’altro c’è la moderna consapevolezzache da più parti si coglie l’esigenza di un suono concreto egeneroso lontano da certe mode audiofile di stampo mini-malistico (ad esser buoni) o asfittico (ad essere cattivi).Tannoy è davvero un marchio storico dell’alta fedeltà; pen-sate che il termine “Tannoy” è presente nei dizionari di lin-gua inglese ad indicare la diffusione sonora pubblica, il“public address”. L’azienda ha infatti origini in ambito pro-fessionale, con il nome che rappresenta la contrazione di“tantalum” e “alloy”, ovvero la particolare lega (alloy) a ba-se di tantalio ideata negli anni ’30 da Guy Fountain, il fon-datore della casa. Quei diffusori diventarono celebri neglianni della guerra, sistemi pratici e robusti in grado di comu-nicare con efficacia in tempi di crisi. Da quegli anni il per-corso professionale non è mai stato abbandonato, ma l’av-ventura è proseguita nell’ambito domestico, con la realiz-zazione di sistemi importanti che hanno celebrato a vario ti-tolo le glorie britanniche e ispirato nomi piuttosto altiso-nanti come i modelli “Westminster Royal”, “Canterbury” e“Kingdom”, senza falsi imbarazzi a descrivere lo stile di unanazione che tra il serio e l’ironico non perde di vista i valoridella propria bandiera, esibita non soltanto in occasionedelle partite di pallone.Le Arden sono dunque un sistema moderno disegnato suun progetto classico. Decisamente rétro ma perfettamentein linea con lo stile della casa anche il design; il modello piùgrande dei Legacy incarna la perfetta testimonianza dellapassione per un sound presente e quando occorre anchecorposo, in grado di sonorizzare ambienti abbastanza im-pegnativi. L’emissione sonora privilegia senza dubbio l’uti-lizzo in ambienti abbastanza grandi, ma chi volesse unascolto da “prima fila” potrà crogiolarsi con il suono Tan-noy anche in ambientazioni più intime e raccolte. Le Ardenconsentono infatti una flessibilità di utilizzo che è ormai ra-ra nell’high end, vista la possibilità di regolare l’emissione ela presenza della gamma alta. Dopo alcune prove ed ag-giustamenti abbiamo scelto per i nostri ascolti in redazionela posizione “flat”, diciamo meglio quella intermedia. Inse-rendo i tappi in spugna nei condotti del reflex frontale simodifica in modo piuttosto evidente la risposta in basso.Non so quale abbia scelto il Matarazzo per la sua valutazio-ne, ma io ho preferito lasciare libero sfogo al flusso di aria.Mi piace il basso più intenso che riescono a fornire in que-sta posizione, che (seppure meno controllato) mi sembrapiù confacente al carattere deciso di questo sistema. Cia-scuno potrà decidere in base al proprio ambiente, ai proprigusti e al posizionamento, con scelte diverse o anche inter-

medie (ogni diffusore ha tre condotti reflex).Impostazione timbrica decisa e concreta che non sembrapuntare su una assoluta linearità di emissione. Siamo sulversante “ruvido” della correttezza musicale, con la possi-bilità di ascoltare jazz e pop vocale con un senso di presen-za ed uno spessore acustico che mette in buona evidenzaanche i toni fondamentali degli strumenti. Gamma del “ca-lore” tra medio-basso e basso in buona evidenza, attenzio-ne a non scegliere software pacchiano, non perdonano,mentre l’estensione sull’ottava profonda appare per forzadi cose limitata considerando anche il volume relativamen-te contenuto del cabinet e la più che discreta sensibilità.Certo che queste Tannoy sanno fare la voce grossa, con lafusion di Monty Alexander (SACD Telarc) ad esprimere tut-to l’impatto di una base ritmica che ricorda certi grandiclassici di scuola americana. Fate anche caso alla interes-sante fluidità della gamma media, capace di affrontare sen-za patemi anche il repertorio classico.Interessante la raffigurazione del pianoforte, con le miescelte nel recente catalogo Decca ad esprimere uno stru-mento coerente che riempie di suono la nostra sala. Il gran-de strumento appare scolpito, incisivo, ben presente alcentro di un vasto spazio sonoro. Gli accordi in gammabassa conservano buona intelligibilità e hanno tutta l’auto-revolezza delle grandi occasioni, senza mancare di convin-cere nella leggibilità del fraseggio in gamma media e neltono percussivo che si spinge senza problemi in gammaacuta, dando voce al lirismo di Mozart (Prosseda) ma ancheagli accordi più incisivi dei miei amati “Quadri di un’esposi-zione” con Maurizio Baglini in grande forma, con tratti bril-lanti ed incisivi ben gestiti dalla naturale morbidezza del-l’integrato McIntosh che ho utilizzato in parte degli ascolti.Con la musica del Settecento trovo esecuzioni intense construmenti originali che richiedono una gamma mediaespressiva ed una sicura transizione sul driver delle noteacute. Archi e fiati si presentano ben caratterizzati in tuttala loro estensione, luminosa e determinata la ricostruzionedelle armoniche superiori, mai troppo pungenti i violini an-tichi che rappresentano la bestia nera per ogni sistema diriproduzione. Anche la più energica orchestra dell’Otto-cento riceve una interpretazione di buona scuola, con unmedio-basso capace di farsi esuberante ma che finalmenteci fa cogliere quel corpo strumentale che in tante realizza-zioni disegnate ad uso e consumo degli audiofili sembra la-titante. In termini di colore osserviamo la corretta resa congli archi, un insieme omogeneo che lascia “respirare” alproprio interno le diverse voci. I timpani entrano in giococon la presenza dei grandi sistemi da pavimento, ma il con-trollo è buono e nella sala della redazione le naturali codesonore dell’incisione offrono un senso di garbata ed avvol-gente rotondità che molti sapranno apprezzare.

C. Cicogna

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vata pressione e non si valuta esclusiva-mente sul massimo livello che un diffusoreè in grado di immettere in ambiente. Co-munque sia mi accosto a questo test diascolto con la solita e metodica successio-ne di azioni. Posizionamento accorto, pic-colo rodaggio iniziale e verifica ossessivadello stage grazie alla monofonia e delleprestazioni timbriche d’insieme. Se am-biente e diffusore non vanno d’accordonon ha alcun senso effettuare dei test divalutazione. Inizio con una voce femminile,quella di Cheryl Porter, giusto per scaldarele bobine mobili e per posizionare in am-biente la voce giusto al centro dello stage.La prima configurazione vede i due diffu-sori con i sei condotti di accordo chiusi daitappi di poliuretano in dotazione, ad unadistanza dalla parete posteriore abbastan-za ridotta e con i due box rigidamente pa-ralleli a questa. La prestazione è notevolee francamente mi sorprende. Lo stage èmolto più largo di quello che mi aspettavoanche se la profondità non è il massimo. Ilbasso è tondo, pulito e molto ben smorza-to. Ma sono sicuro che si possa fare di me-glio. La dinamica non mi sembra un pro-blema e la tenuta in basso nemmeno. Cer-co allora di massimizzare lo stage ammet-tendo, tra me e me, che la resa di questedue Tannoy è diversa da quella che ricor-

davo, e che mi stanno iniziando a piacere.Potrei concludere quindi che solo glisciocchi non cambiano mai idea, ma que-sto dovreste saperlo già. La seconda vocefemminile che uso per la messa a puntodello stage è quella di Eva Cassidy. Au-mento un po’ la distanza tra i due diffusorie li ruoto di una decina di gradi verso l’in-terno. Primo brivido: la voce della cantan-te è ben posizionata al centro dello stage,ancora non profonda il giusto ma è im-pressionante l’orchestra, sistemata tuttaintorno, con una precisione notevole, sen-za scollature particolari. Bene, siamo sullastrada giusta. Avanzo i diffusori fino a circaun metro dalla parete posteriore, rimuovoi tappi dai condotti di accordo e ruoto an-cora di più i due verso il punto di ascolto.La gamma bassa non subisce alterazioniparticolari: diventa appena più possentema con una estensione simile ed unosmorzamento ancora notevole. Lo stage inquesta condizione, pur largo poco più delgiusto, mostra una ritrovata profondità.Non una cosa da mani nei (pochi) capelli,ma comunque molto, molto vicina al miosenso di dimensione corretta. Convocoovviamente i cori dei “Carmina Burana”,non senza annotare che la timbrica è ap-pena leggera in gamma media. Giudicarlatuttavia attenuata sarebbe un errore stori-

co: l’assenza quasi totale di colorazionicondiziona favorevolmente la resa dell’ar-ticolazione, qualità che non ha nulla a chevedere con la timbrica. Dopo un paio diprove con le elettroniche di potenza deci-do che l’Unison Research Unico 100 èquello che meglio propone questa artico-lazione spettacolare. Trovata la posizioneche giudico migliore e l’elettronica di po-tenza che secondo me rende meglio lequalità del diffusore mi rilasso ed inizio ascegliere brani poco utili ai fini del test mache semplicemente mi piacciono. Il twee-ter dopo un po’ di tempo si ammorbidiscepur non mutando affatto il suo carattere,

PROVETannoy Legacy Arden

Figura 2.

Il diffusore completamente smontato. Possiamo vedere i rinforzi interni, le viti inserite nelle madreviti, il pannello di controllo del tweeter edil trasduttore coassiale con il tweeter rimosso.

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tato finora posso dire che la soluzione atutte le domande ancora senza rispostasulla gamma media può essere trovatanella riproduzione degli strumenti a fiatoed in quelli a corda. Puntuali, ecco appari-re come per incanto le tracce del sassofo-no e quelle del quartetto di chitarre delfratellone. Il sassofono è preciso, posizio-nato dove è lecito che sia, senza essere néarretrato né sparato in faccia all’ascoltato-re, con l’ambienza attorno allo strumentoche a me sembra perfetta. Le altissime cisono, magari non in evidenza ma ci sononel giusto equilibrio con la gamma medio-alta, una porzione di frequenze che trova ilmodo di non mettersi in evidenza quandoil livello sale. Le quattro chitarre classichedalla disposizione molto ben conosciutasono al loro posto, nella giusta dimensio-ne orizzontale e con la giusta profondità.La successione rapida delle corde rendemerito alla pulizia della gamma media edalla notevole articolazione totale del diffu-sore. Alla fine un po’ di musica rock, daiPink Floyd ai Led Zeppelin. Che dire, volu-me a sufficienza e potenza alle basse fre-quenze. Gamma media non invadente egamma alta giusta.

non votato certamente alle enfasi. Provo levarie configurazioni di correzione delle al-te frequenze ottenendo buoni riscontri piùcon il roll-off che con le variazioni timbri-che che offre “l’Energy Control” che a mesembra un controllo di livello dell’attenua-zione del tweeter e basta, magari con unnome più esotico. A ben vedere il control-lo del livello esalta pure un filo di gammamedia posto, credo, poco oltre la frequen-za di incrocio. Provo e riprovo ma alla finetorno a posizionare i controlli in flat, che ame appaiono i più equilibrati. Il tweetercomunque nelle tracce delle percussioniappare micidiale ed inclemente con l’ef-fettistica artificiale da studio e viceversageneroso con gli strumenti naturali ben re-gistrati. Ogni frequenza è al suo postonell’attimo esatto in cui il brano lo richiede.Guardando i due grafici della TND e la mi-sura della Waterfall posso dire di avere unquadro abbastanza chiaro circa le doti ditrasparenza e di articolazione di questodiffusore. Devo ammettere però che unacerta sensazione di chiusura in gammamedia si sente, anche se per passaggi ve-locissimi a cavallo di una precisa porzionedi frequenza, attorno al centro-banda edun po’ più in alto. Intendiamoci, si tratta diuna sensazione e non certo di una anoma-lia timbrica, ed io la annoto così come lapercepisco. La gamma bassa è abbastan-za potente, ben proposta e ben smorzata,senza code particolari e senza penose for-zature. Il woofer insomma appare sempremolto pronto anche se si muove poco.Merito della cedevolezza, gestita dai pro-gettisti con intelligenza. Anche la gammamedio-bassa è ben smorzata e legata per-fettamente al basso profondo. Assiemegestiscono potenze notevoli apparente-mente senza sforzo e senza particolari in-comprensioni tra loro. La voce di De An-dré ne esce “naturalizzata” ed essenziale,almeno se non teniamo conto dei tratta-menti subiti in fase di registrazione. Insom-ma questo diffusore sta mettendo in crisile mie convinzioni su un coassiale di grandidimensioni. Per tutto quello che ho ascol-

ConclusioniBel diffusore, costruito con saggezzae, consentitemelo, con tanto di “mani-co”. Con tale termine voglio indicareuna costruzione senza troppi fronzolima essenziale e finalizzata alla presta-zione sonora. Misure da record e pre-stazione sonora di grande livello, con ildisegno dello stage sonoro incredibi-le, una articolazione stupefacente e,con mia grande sorpresa, un basso di-namico, pronto e ben smorzato. Ilprezzo? È notevole senza dubbio ma èben posto in relazione alle prestazionied al valore del componente. Si trattain buona sostanza, e voglio ribadirloqui, di un diffusore ad elevata sensibi-lità ma che suona come un eccellentemodello home senza alcuna carenza diarticolazione e senza che la prestazio-ne delle basse frequenze sia “modula-ta” dal livello di ingresso più o menoelevato. “Studio quality audio in yourhome”, così il costruttore definiscequesto modello. A ben vedere ha ra-gioni da vendere.

Gian Piero Matarazzo

PROVE Tannoy Legacy ArdenIn dotazione ad ogni diffusore ci sono i ponticelli di filo per ilmonocablaggio, le punte, i piedini più larghi, la cera per lalucidatura del mobile ed i tre cilindri di poliuretano peroccludere eventualmente i tre condotti di accordo.

Il driver coassiale della Tannoy è stato modificato nel tempo perallinearlo alle caratteristiche che deve avere un altoparlante per usi

home. Notate il ridotto diametro della bobina mobile, il secondo anellomagnetico del tweeter che è fissato alle spalle del complesso magneticodel woofer. I cordini molto abbondanti lasciano intuire una notevole

escursione meccanica.

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