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#12 DICEMBRE - GENNAIO 2013 www.theartship.it JIMMY DURHAM - CLET ABRHAM VERMIBUS - I FILM DELL’ARTE PREMIO FURLA - THIS AGE MARTIN DASKE - ALBERTO TADIELLO

The Artship # 12

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Bulletin of visual culture

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  • #12 DICEMBRE - GENNAIO 2013

    www.theartship.it

    JIMMY DURHAM - CLET ABRHAMVERMIBUS - I FILM DELLARTE PREMIO FURLA - THIS AGE MARTIN DASKE - ALBERTO TADIELLO

  • Proprietario e direttore responsabile: Paola PluchinoVicedirettore: Andrea M. CampoResponsabile di redazione: Giuditta NaselliResponsabili di sezione: Vincenzo B. Conti, Pasquale Fameli, Gabriella Mancuso, Elisa Daniela Montanari, C.S., Elena ScaliaResponsabili rapporti esterni: Margaux Buyck, Valeria TaurisanoHanno collaborato a questo numero: Martina Bollini, Maria Livia Brunelli, Alessandro Cochetti,

    Ada Distefano, Federica Fiumelli, Federica MelisIllustrazioni: Marco Mirabile, Gaia CarboniGraphic Editor: Damiano Friscira

    Registrato presso la Cancelleria del Tribunale di Bologna Num. R.G. 261/2012, al N. 8228 in data 03/02/2012.

    In copertina:Alberto Tadiello, Hyper, 2012MDF panels, metal structure, cables, lamps / pannelli in MDF, profilati metallici, cavi, lampadine240 x 240 x 40 cmElaborazione grafica

    Con il Patrocinio:

  • INDICE

    5 Editoriale Il ruggito di Paola Pluchino

    6 I Racconti di Fedra Lettera dalla fine del mondo di Andrea M. Campo

    8 Sound Forward Contrappunti materici: le partiture scultoree di Martin Daske di Pasquale Fameli

    Risonanze metalliche. Le sonorit industriali di Alberto Tadiello di Pasquale Fameli

    11 Eightes David Bowie. Da Berlino a Bologna di Martina Bollini

    13 Das Narrenshiff di Paola Pluchino14 Urban Addicted Se lalbero di Natale diventa creazione di moda e di arte di Ada Distefano

    16 LIntervento La moda contemporanea tra sogni e desideri di Ada Distefano

    17 Macadam Museum Streets of Rome and other stories: Jimmie Durham in mostra al Macro di Federica Melis

    Urban Restyling di Federica Fiumelli

    Inciampare nella memoria di Elisa Daniela Montanari

    22 E-Bomb Larte nei film. Una top 10 di Martina Bollini

    24 Il Proiettore di Oloferne La fuga trova il suo approdo di Giuditta Naselli

    25 LIntervento Non svegliarmi di Giuditta Naselli

    26 chaiers dHistoire Au Nord ctaient les corons di Margaux Buyck

    28 Bookanear29 Balloon Fantasmi al Louvre di Alessandro Cochetti

    30 (p)Ars Construens Sig. Terremoto, ti racconto un pochi siamo di Maria Livia Brunelli

    31 Routes di Gabriella Mancuso34 LIntervento Il dolce auspicio di Gabriella Mancuso

    OPEN CALL di Gabriella Mancuso 35 LImmanente e il Trascendente Di poesia, di musica e divino la Redazione

    36 Post - sense di Paola Pluchino

  • Marco Mirabile, Schizzo, Acquerello, 2010

    Marco Mirabile. (Palermo, 1982) un artista poliedrico. La sua formazione avviene allIstituto darte di Siracusa (1996-99) e prosegue poi allAccademia di Belle Arti di Palermo, dove consegue il Diploma di Laurea di I livello (V.O.) in Alta Formazione Pittorica nel 2006, e il Diploma di Laurea Specialistica di II livello (N.O.) in Alta Formazione Pittorica nel 2009. Nei suoi lavori predilige il medium pittorico, olio o acrilico, unito spesso a materiali di scarto, in una densa strati-ficazione segnica e materica mirata alla raffigurazione e trasfigurazione della realt circostante. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive in Sicilia e in Italia. Attualmente vive e lavora a Palermo

  • 5EDIT

    ORIA

    LE

    Esprimersi nel mondo dellarte oggi certamente un istinto che accomuna sempre pi larghe fasce della popo-lazione giovanile (ma anche non). Fin dalle epoche pi remote gli esseri umani hanno sentito listinto di eter-nizzarsi, in qualche modo, di lasciare una traccia del loro passaggio su questa terra. Dai graffiti delle grotte di Lascaux di tempo e di tecniche ne sono passate, come le effigi egizie, le costruzioni maya, le trovate urbanistiche dei romani. Fino a noi, ai nostri tempi caotici e interessanti.

    Proprio qui, le cose hanno cominciato a complicarsi. Lidea della serialit, insieme alle opportunit sempre pi a portata di mano e on demand hanno consentito la produzione spasmodica di qualunque tipo di materialit, oggetto funzione e uso immaginabile. Una quantit di oggetti hanno cominciato ad affollare dapprima le nostre abitazioni, moderni contenitori di confort estetico, poi i nostri pc, infine il nostro gusto estetico.

    Parimenti, e pi specificamente nel mondo dellarte si assistito ad un esponenziale sovraffollamento di arte e pseudo artisti, di rumori sempre pi intensi. Questo ha portato una certa sofisticata lite, una certa intelligen-cija a virare la propria espressivit nel verso della smaterializzazione (a volte completa, totale ed estrema) dei contenuti, imponendo alla critica uno sforzo ulteriore di categorizzazione del risultato o a volte, dellammissione della non possibilit di discernere il confine tra arte e scienze naturali, arte e storia, arte e sociologia.

    Pur ammirando apertamente questa tipologia di artisti (spesso a cavallo tra il Minimal e la sound art), non pos-so redimermi dal constatare molteplici altri filoni dindagine, altra arte che continua stancamente ad esistere, cercando di emergere.

    Nel mare vasto della compenetrazione dei generi tuttavia obbligatorio serbare una sorta di lucidit, dei cardini sicuri cui agganciare le coordinate del nostro discorso.

    Come primo termine si prenda il principio delluniversale singolare: unopera darte per dirsi tale deve assolvere un duplice godimento estetico: il proprio (ossia di chi lo ha prodotto e non necessariamente intendendolo come piacere positivo) e quello di chi lo osserva (come sopra).

    Secondo: deve superare se stesso: ossia spingere talmente in avanti la propria idea da ritrovarsi a testa in gi nel suo senso.

    Terzo: non spiegare la propria vanit diluendone il senso (lo spettatore non stupido ma capisce a modo suo).

    Quarto: colpirci, nostro malgrado.

    Quinto: un critico potr dire che quellopera interessante perch nel suo compiersi riesce ad esprimere con veemenza lardore primigenio della natura nella sua follia, ma se non ha valore per voi allora fa schifo, punto.

    Sesto: essere filosofici, ossia avere bene in mente una domanda, lopera darte, se buona, sapr darvi una rispo-sta (per gli artisti questo discorso inutile in suo luogo si osservi come la bravura di unartista sia inversamente proporzionale allaltezza al quale tiene il mento mentre vi sta parlando o guardando).

    Settimo: Coraggio.

    Paola Pluchino

    Il ruggitoOssia diurne considerazioni intorno allarte contemporanea

    Muse Madness

  • 6I RACCONTI DI FEDRALettera dalla fine del mondodi Andrea M. Campo

    The great destroyer Nine Inch Nails

    Rapidamente si consumato il rito antropico della celebrit che osanna i pari e calpesta i vinti. Rapida-mente si consumata quella mano che nel suo battere mi ha condotto sopra le sfere del cielo dove il mio sguardo ha valicato lorizzonte e trovato il divino responso. Credersi un dio ha destato la fierezza delle creature sacre che ora puniscono me e tutta la mia razza. Non vi altra spiegazione, nessunaltra verit e le mie parole di studioso non possono che trovare con-ferma nelloggettivit dei fatti. irrazionale, per chi come me riduce levento a un giudizio univoco ripetibile sistematico, affermare lesistenza di unentit superiore dindefinita forma e sostanza e che questa entit abbia rivolto il celeste intuito verso noi piccoli esseri di un piccolissimo pianeta di un minuscolo sistema solare di una microscopica galassia ma solo lintervento divino pu spiegare ci che accaduto.Soltanto un dio indispettito ha potuto trasformare la pi grande invenzione delluomo nella sua con-danna ultima.La mia idea ha provocato lira di un essere superiore e la vendetta stata crudelmente ironica: ci che avrebbe dovuto eliminare la fame, portare prosperit, cancellare carestia e povert sta lentamente an-nientando lumanit. Le mie mani sempre pi piccole non potranno reggere ancora a lungo il peso della penna ma spero che qualcuno sopravviva al letale decreto del caos e leggendo le mie ultime righe comprenda lerrore e dis-suada i sopravvissuti, -se ce ne saranno!- dal ripetere gli stessi errori. Seppur crudele, sbagliata, ingiusta, la Terra in cui viviamo lunica possibile. Ogni cosa non ha altro modo dessere se non quella che . Se cos non fosse, la vita non avrebbe spazio nella realt razionalmen-te intesa. E tantomeno avrebbe ragion dessere.Lesistenza, come la conosciamo, non ha alternativa. Io ho voluto infrangere questa regola credendo di poter rendere la terra un posto migliore, dove a ogni essere concessa la dignit di unesistenza piena e opulenta. Dove il bisogno non tale e la ricchezza un gioco poco elegante. Ho creato un composto di sostanze naturali che accresce infinitamente le dimensioni di ogni materia vegetale con cui viene a contatto. Il composto alla portata di tutti e chiunque pu produrne un pocon dei semplici passaggi. Il prodotto con un gioco di parole lho chiamato Fod, dallunione delle parole God e Foodquale arrogante pretesa!- stato distribuito in tutti i luoghi in cui lignoranza o linsufficienza delle materie prime non ne permetteva la lavorazione. Il Fod si rigenera autonomamente in poche set-timane e un grammo sufficiente per decine di anni e diverse generazioni. Un granello di Fod rende una carota alta come un edificio di tre piani senza perdere nulla in sapore, in bont e in equilibrio de-gli elementi. Per sfamare interi paesi stato sufficiente inviare qualche cassa di frutta e verdura e una busta di Fod. In pochi anni stata debellata la fame nel mondo. E in ogni luogo sono spuntate patate grandi come tir, spighe di grano che superano le pi alte torri realizzate dalluomo, alberi di mele tali da rubare la luce del sole, funghi che sfidavano le antiche sequoie del Nord America. Vorrei spiegare minuziosamente ci che accaduto ma non credo di avere altro tempo a disposizione. Scriver utilizzando il residuo di un lapis, le lettere si faranno sempre pi piccole ma spero seguiate il mio consiglio e leggiate tutto fino in fondo nonostante le difficolt che questo potrebbe crearvi. Vorrei chiedere perdono per i miei errori, per larroganza con cui ho peregrinato tra gli imperscrutabili inviti delleternit e ancor di pi vorrei chiedere perdono per non aver fatto il mio dovere di scienziato. Ebbro del mio successo non ho provato le mie teorie e ho sparso il seme dellincoscienza per tutto il globo. Il desiderio di gloria ha oscurato il lume della scienza e le mie ardite congetture non hanno dovuto vali-care il muro della prova empirica. Non ho avuto il tempo per comprendere le ragioni ma gi ho potuto sperimentarne gli effetti, per questo, tenter di illustrare le conseguenze del Fod in modo comprensibile pur non conoscendone le cause. Il Fod genera uno squilibrio delle masse disponendo lenergia secondo uno schema ancora non chiaro. Ci che rende gigantesche le masse crea uno stato di temporanea ridu-zione dellenergia che deve essere controbilanciata: dopo un indefinito intervallo il Fod si disaggrega assorbendo lenergia ed esaurendo la massa. Chiunque abbia ingerito i prodotti trattati con il Fod ha

  • 7cominciato a rimpicciolirsi lentamente. Non esiste modo di fermare questo processo. Si diventa sempre pi piccoli fino alle dimensioni di ununghia prima di sparire definitivamente. Ho visto sparire interi popoli di tutti i paesi, poi i miei conoscenti, i miei amici, mia moglie e mio figlio e ora anchio non ho pi tempo; le mie braccia si stringono a malapena sulla punta della matita, per questo, con un ultimo sforzo vi chiedo di diffondere questa lettera e distruggere ogni residuo di Fod esistente. Perdonatemi.Che Dio abbia piet della mia anima.Dott. Colleen Trouser

    La lettera fu trovata dal Gruppo Explorex 21 in viaggio nel settore C5 della Grande Via della Luce su un piccolo rigoglioso pianeta denominato Geo. Dai dati non risultano forme di vita sul pianeta. Il pianeta seppur ricco di materie prime e riserve di cibo stato dichiarato a rischio 5, il pi alto valore mai riscontrato in quella parte delluniverso.

    Bill Viola, Isoldes Ascension (The Shape of Light in the Space After Death), 2005

    Performer: Sarah Steben10:30 minuti

    Edition of twelve with one artists proofFoto: Kira Perov

    FONDAZIONE MUSEI CIVICI VENEZIANI

  • SOUND FORWARD

    Le diverse aperture della musica contemporanea verso forme gestuali, oggettuali ed elettroniche ha natural-mente trasformato quello che per secoli stato luni-co possibile sistema di fissaggio e conservazione della musica: lo spartito1. Su una via gi indicata in seno alle avanguardie storiche da Russolo, Cangiullo, Kandinskij, Duchamp, ma che in realt ha radici molto pi profon-de2, musicisti come John Cage, Christian Wolff, Earle Brown, Mauricio Kagel, Giuseppe Chiari e tutti i loro colleghi e prosecutori hanno abbandonato la notazione tradizionalmente intesa per ricorrere a frasi, istruzioni, ma soprattutto a grafemi segnico-gestuali che riconfi-gurano la partitura come una pittura astratta. La for-ma seduce locchio dellinterprete e lesecuzione dello spartito grafico arriva a coincidere con un processo ge-staltico3 di conversione inter-sensoriale: il senso della forma, ricavato dalla sensazione muscolare dellocchio che la ridisegna, pu essere emulata dal gesto che agi-sce sullo strumento musicale, cos da ottenere un cor-rispettivo effetto sonoro. Sul finire degli anni Ottanta, il berlinese Martin Daske (1962), allievo di Christian Wolff presso il Dartmouth College di Hanover, nel New Hempshire, ha iniziato a sviluppare forme tridimensionali di partitura astratta in leggeri assemblages con elementi in pietra, vetro, plexiglass e metallo in cui si avverte leco di alcune im-portanti esperienze plastiche di met Novecento: Fo-lianten 11 for Mbila (1989), ad esempio, con le sue combinazioni di viti, molle e bulloni, somiglia molto a una macchina di Jean Tinguely, cos come anche Fo-lianten 30 for Viola (2010), coi suoi nervosi grovigli

    metallici, Folianten 31 for Guitar (2010), con le sue sovrapposizioni reticolari in cui si incastrano piccoli og-getti colorati, e Folianten 32 for 1-3 Flutes (2011), con frammenti di flauto che pendono da sinuose e vorticanti ramificazioni di plastica, mentre altre par-titure come Folianten 15 for String Quartet (1989) e Folianten 29 for Double Bass (2009), ad esempio, ricordano certo Informale europeo (Fontana e Har-tung, ad esempio). Esattamente come per le partiture astratte su carta, per quelle tridimensionali di Daske linterprete chiamato a tastare con locchio i valori plastici e materici, a ripercorre le curve e le spezzature valutando e stabilendo lunghezze e altezze su un metro personale, che favorisce dunque lunicit di ciascuna lettura cos come lindeterminatezza del suo risulta-to. Ma a differenza di quelle cartacee, le partiture tri-dimensionali di Daske consentono una molteplicit di punti di vista che accresce in maniera esponenziale le possibilit di libera esecuzione, anche attraverso uno spostamento continuo intorno alla scultura-spartito che scardina la tradizionale immobilit del musicista di fronte a un bolso leggio. Stridori, sfregamenti, strofi-nii e pizzicati maldestri diventano i gesti pi adatti alla formalizzazione sonora di queste astrazioni, stralci di una musica magmatica, deflagrata, informe, che rifiuta lo specialismo dei conservatori e fa del maltrattamento dello strumento musicale una modalit di liberazione libidica dai costrittivi obblighi di un opprimente princi-pio prestazionale, allinsegna di uno spirito Fluxus4 che aleggia ancora nei laboratori della pi avanzata ricerca artistica e musicale attuale.

    Martin Daske, Folianten 32 for 1-3 Flutes, 2011Schist, plexiglass, copper wire, stone, flute parts

    40 x 40 x 55 cmCOURTESY GALERIE MARIO MAZZOLI

    1 Sulle nuove forme di partitura e di notazione contemporanee si vedano AA.VV., Spartito preso. La musica da vedere, Vallecchi, Firenze, 1981 e A. VALLE, La notazione musicale contempora-nea. Aspetti semiotici ed estetici, Edt, Torino, 2002. 2 Si veda in proposito D. HIGGINS, Spartiti figurali e Pattern Poe-try. Guida bibliografica per lo studio delle relazioni fra partitu-ra e immagine, in La taverna di Auerbach, n.1, 1987, pp. 30-38.3 Si pensi, ad esempio, agli esperimenti di fonoestesia dello psico-logo Wolfgang Khler riportati in W. KHLER, La psicologia della Gestalt (1929), trad. it., Feltrinelli, Milano, 1967, e in particolare pp. 148-149.4 Per una buona panoramica delle performance musicali di artisti Fluxus quali George Brecht, Philip Corner, George Maciunas, Ben Patterson e molti altri si vedano almeno M. NYMAN, La musica sperimentale (1974), trad. it., ShaKe, Milano, 2011, pp. 92-109 e S. SOLIMANO (a cura di), The Fluxus Constellation, Neos, Geno-va, 2002. Si veda anche G. BONOMI, E. MASCELLONI (a cura di), Fluxus nella sua epoca 1958-1978, AP, Colognola ai Colli, 2000.

    Contrappunti materici: le partiture scultoree di Martin Daskedi Pasquale Fameli

    Martin Daske - Memoiren eine Echonebels (2008-9)

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  • 9Il suono e lelettricit condividono una natura ondulatoria che li rende mezzi intercambiabili e tra i pi adatti a una ricerca arti-stica proiettata verso limmaterialit e la leggerezza. Sfruttando materiali comuni come motorini e cavi elettrici, il vicentino Al-berto Tadiello1 (1983) costruisce insoliti congegni attraverso cui trasformare lenergia in suono, esplorando lapplicazione di mecca-nismi funzionali in una condizione processuale sterile e autotelica. quanto accade, ad esempio, con EPROM (2008), dove mappe schematiche e minimali di sottili cavi elettrici attivano quaranta carillon (posti alle loro estremit come le mete di un percorso) a una velocit di rotazione tale da logorare gradualmente i piccoli cilindri, annullando le loro sequenze melodiche in un frenetico e stridente turbinio di freddo rumore metallico. Qualcosa di simile accade anche nelle componenti sonore di altri suoi lavori, ossia nelle diverse elaborazioni elettroniche di vari campionamenti, tira-ti a velocit elevatissime oppure fatti marcire in un corrosivo ral-lentamento. Lespansione delle onde sonore sembra trovare inoltre profonde corrispondenze nel suo lavoro grafico, caratterizzato dal-la libera stratificazione di semicerchi nello spazio del foglio, quasi in un incontenibile accumulo di forze centrifughe che sembra allu-dere, pur nella sua elementarit strutturale, al diffondersi ambien-tale di rumori e radiazioni.La rarefazione degli inizi si ribalta per ben presto nel suo opposto, trovando corpo nella pesantezza e nella solidit del metallo, recu-perando carcasse industriali e meccaniche come aberranti resti di uno scenario post-atomico. In installazioni del 2010 quali LK100A e HL, contorti grovigli tubolari trasmettono diarroici flussi di rumo-re che sgorgano da enormi trombe metalliche, quasi in un cogente richiamo al futurista Luigi Russolo e ai suoi Intonarumori. Forse, il recupero di un desueto immaginario meccanico-industriale non da interpretarsi nel senso di un omaggio agli albori della civilt contemporanea, nellatteggiamento che fu tipico delle avanguar-die concreto-costruttiviste, ma nel senso di un riuso, quasi in una

    Risonanze metalliche. Le sonorit industriali di Alberto Tadiellodi Pasquale Fameli

    Andy Stott - Sleepless (2012)

    1 Per ulteriori informazioni sul giovane artista si vedano D. CAPRA, G. CARBI (a cura di), Al-berto Tadiello 20kHz. Premio Giovane Emer-gente Europeo Trieste Contemporanea 2008, Juliet, Trieste, 2008; F. DI NARDO (a cura di), Alberto Tadiello, in KLAT Magazine, n. 1, in-verno 2009-2010, pp. 101-105; D. ZANGRANDO (a cura di), Alberto Tadiello, Perarolo di Cadore, 2009 e ID., Alberto Tadiello. Delle bestie e del disgelo, in Flash Art, n. 285, luglio 2010, pp. 56-58.

    Alberto Tadiello, Taraxacum, 2012MDF panels, metal clamps, cables, lamps, dimmer / pannelli in

    MDF, staffe metalliche, cavi, lampade, dimmer220 x 220 x 20 cm

    Alberto Tadiello, LK100A, 2010Metal sheets and structures, nuts and bolts, pvc tubing, air compressors, pneumatic horns / lamiere e profilati metallici, dadi e bulloni, tubi in pvc, compressori ad aria, clacson pneumatici360 x 350 x 460 cm

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    ritrovata poetica MERZ ( la Schwitters), una decongestione del detrito, dello scarto meccanico, ormai ampiamente superato dalla leggerezza dei circuiti elettronici e dallimmaterialit della codifica digitale. Cos, mentre tre vecchi cingoli sembrano riposare in un profondo letargo, una frastagliata rosa di lamiere e barre dacciaio minaccia lo spettatore con le sue punte, i suoi cunei e le sue frange affilate, e lo scheletro di una betoniera tarantolata ruota ininter-rottamente senza assurgere alla funzione preposta, impastando, al pi, il cacofonico barrito dei suoi stessi ingranaggi. Torna, dunque, lidea duchampiana (pi ampiamente sviluppata dallo svizzero Jean Tinguely) della macchina celibe, di una tecnologia defun-zionalizzata al fine di una sua piena autodeterminazione estetica, come viene da pensare anche per i clacson appaiati di E13 00625, che richiamano alla mente prototipi di armi sonore, o per gli alto-parlanti abbottonati alla parete di Shift, quasi propensi a sgretola-re la superficie con la forza delle loro vibrazioni. In altre opere pi recenti come Elektronskal (2011), Hyper e Taraxacum (2012), cavi elettrici, profilati metallici, lamiere e lampadine vengono ri-scattate dal loro comune utilizzo attraverso ingegnose riconfigura-zioni dal forte carattere decorativo, come sintetiche infiorescenze con pistilli di luce o geometriche campanule risonanti.

    Alberto Tadiello, Hyper, 2012MDF panels, metal structure, cables, lamps / pannelli in MDF, profilati metallici, cavi, lampadine240 x 240 x 40 cm

    Alberto Tadiello, Shift, 2009 2010Amplifier, audio speakers, transformers, electric cables / amplificatore, altoparlanti, trasformatori, cavi elettrici

    dimensions variablephoto Enrico Gualandi

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    Varcata la soglia di questa piccola galleria bolognese, ci si trova di fronte ad una parete interamente ricoperta dai 33 e dai 45 giri usciti nellarco della carriera di Da-vid Bowie. Al centro, si staglia una delle immagini pi iconiche dellartista, scattata da Brian Duffy per la co-pertina di Aladdin Sane. E proprio da Aladdin Sane, uscito nel 1973, prende le mosse questa mostra, che ricostruisce attraverso unaccurata selezione di imma-gini la parabola artistica del Bowie degli anni Settanta. Luccisione del suo alter ego Ziggy Stardust, lalienato set de Luomo che cadde sulla terra, le sessioni di registrazione di Station to station, la trasformazione nel Duca Bianco, fino ad arrivare al periodo berlinese, focus dellesposizione.

    Quando Bowie si trasferisce a Berlino Ovest nel 1976, insieme alla sua assistente Coco Schwab e a Iggy Pop, era sullorlo del collasso, consumato dalle paranoie e dalla cocaina. C chi dice volesse sfuggire alla celebri-t, chi pensa fosse stato attirato l dalla scena artistica e musicale del tempo e chi convinto che in una cit-t isolata e divisa come Berlino Bowie cercasse nuovi stimoli artistici. Le storie sul suo conto si rincorrono e, daltro canto, fanno parte del suo mito. Mito che stato creato anche grazie agli scatti di Brian Duffy, Ma-sayoshi Sukita, Terry ONeill presenti in mostra.

    Nella citt tedesca Bowie sembra muoversi come uno dei rarefatti personaggi di Addio a Berlino di Christopher Isherwood, tra gallerie darte, bar e cabaret, in cerca dei fantasmi degli ar-tisti espressionisti che tanto avevano segnato la sua giovent. Berlin anche il nome di un album del 1973 di Lou Reed. Lanno precedente Bowie, suo ammiratore dai tempi dei Velvet Underground, aveva prodotto insie-me a Mick Ronson Trasformer, disco che frutter a Reed enorme successo. Questi, per, sentiva di essersi piegato a troppi compromessi per conquistare la fama e finisce con il litigare furiosamente con Bowie, col-pevole, a suo dire, del suono troppo commerciale del disco. La crisi che segue sar il materiale alla base di Berlin, un album di disperata bellezza, che contribui-sce ad accrescere il fascino cupo e, allo stesso tempo, accogliente di una citt che appare come meta desilio delle anime lacerate e distrutte.

    Qui, in nemmeno tre anni, Bowie produsse tre dischi rimasti nella storia: Low, Heroes e Lodger. Alcune

    fotografie in mostra lo ritraggono negli studi di regi-strazione Hansa by the Wall in compagnia di Brian

    Eno, Robert Fripp e Tony Visconti, il romantic(izzat)o protagonista della struggente storia damore di Heroes. Nel percorso espositivo seguono al-cuni celebri scatti del muro. Proba-

    bilmente solo questa citt, cos lontana e cos vicina al resto dellOccidente, poteva spingere Bowie ad abban-donare le hit da classifica in favore di uno sperimenta-lismo elettronico e oscuro che cambier il volto della musica.

    David Bowie musicista, artista, attore, icona pop. La Galleria Ono Arte, nel piccolo spazio di via Santa Margherita 10, riesce a raccontare tutto questo. Forse perch, come Bowie, non si presta a facili definizioni, essendo sia un lounge bar sia un negozio di vinili sia una sede espositiva con annesso bookshop. Insomma, un luogo dedicato allarte in tutte le sue forme.

    Quella su Bowie solo lultima in ordine tempo di una serie mostre contraddistinte da una forte connessio-ne tra arte e musica inglese, tra cui quella dedicata a Kevin Cummins e alla scena di Manchester, o quella su Janette Beckman e lo stile di strada dal Punk alla

    EIGHTESDavid Bowie. Da Berlino a Bolognadi Martina Bollini

    Ryuchi Sakamoto - Forbidden colours

    Le storie sul suo conto, daltro canto, fanno parte del suo mito

    Masayoshi Sukita, Heroes cover shoot, 1977COURTESY OF ONO ARTE CONTEMPORANEA

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    Thatcher. Alle mostre si accompagnano regolarmente eventi collaterali, come la proiezione di video e docu-mentari collegati allesposizione in corso. Usciti da qui vien voglia di comprare al pi presto un biglietto per Londra dove, dal 23 marzo al 28 luglio 2013, al Victoria & Albert Museum, si terr la prima grande retrospettiva internazionale dedicata a David Bowie, di cui la mostra bolognese offre una piccola, bellissima, anticipazione.

    DAVID BOWIE | BERLINO: a new career in a new townGalleria Ono Arte Contemporanea, Bologna29 novembre 2012 17 gennaio 2013http://www.onoarte.com/index.html

    Brian Duffy, Scary Monsters (and Super Creeps), 1980COURTESY OF ONO ARTE CONTEMPORANEA

    Jan Persson, David Bowie & Iggy Pop, 1976COURTESY OF ONO ARTE CONTEMPORANEA

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    Esprimere disagio vuol dire avere avuto a che fare ripetutamente o costantemente con un dolore, un trauma, con un atteggiamento vessatorio o arrogante, con una condizione di disequilibrio tra due o pi parti. Le forme del disagio da Jacques Lacan in poi hanno assunto delle forme despressione sempre pi subdole, smettendo di manifestarsi apertamente nella societ che pure le aveva sviluppate in seno. Se negli anni della sperimentazione della Body Art Marina Abramovic, Gina Pane (ma non solo) avevano ma-nifestato un disagio che era estremamente estetico ma superficiale, ossia volto ad una purificazione estatica attraverso il dolore (secondo la triade esteriore/esteta/estasi ) il disagio di oggi pare invece aver mutato il verso a questo percorso, implodendo in una sorta di bidimensionalit quieta ma solo apparente.La collettiva This Age, impressiona soprattutto per la compostezza con la quale esprime sentimenti che dovreb-bero incanalarsi pi agevolmente entro coordinate affini alla rabbia, alla violenza, allinganno percettivo. Invece niente di tutto questo presentato: una sorta di chiocciola labirintica stata scavata nella composizione delle opere in mostra, una detonazione interiore di un disagio generazionale (la mostra curata dai partecipanti al 19 corso in pratiche curatoriali) che pare soffocato nella mura cadenti degli interni (Valentina Sanna), nelle delicate stoffe degli abiti (Claudia Moretti), nelle sovraimpressioni nostalgiche della Russia sovietica (Enzo Comin).Abilmente allestita negli spazi veneziani dellA+A Centro Espositivo Sloveno e nelladiacente Palazzo Malipiero, questo movimento dellanima si sviluppa su orbite psichiche affini al rimosso, a quel unheimlich che tanto gio-vava ai filosofi tedeschi che pi non trovavano spiegazioni egregie nella pantomima umana.Luomo rimane, anche in questa esposizione, nodo focale entro cui i ragionamenti si imbastiscono, le parole si spendono, gli occhi si consumano. tuttavia un uomo sopraffatto dalla vertigine del mondo, dallincapacit di definirsi distintamente e in modo risoluto. un vinto, unanimula che vaga nella terra desolata dei vivi, unaman-te senza pena, il caos postumo e dassordante nulla.Questa et che perennemente elude il presente superandolo fa ruotare il tempo in modo antinomico e sincopa-to, velando il cielo con il sulfureo olezzo cromatico che tutto prende e niente cede, dimentico della bellissima intuizione che a un poeta dobbiamo:

    Vedi, in questi silenzi in cui le cosesabbandonano e sembrano vicinea tradire il loro ultimo segreto,talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura,Il punto morto del mondo, lanello che non tiene,Il filo da disbrogliare che finalmente ci mettanel mezzo di una verit

    Eugenio Montale

    Das Narrenshiffdi Paola Pluchino

    Arnold Schoenberg - Erwartung, monodramma in un atto, op. 17

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    Natale e le citt si colorano, si illu-minano, ogni luo-go si impreziosisce e si arricchisce di q u e l l a t m o s f e r a magica, delicata e gioiosa che questo evento porta.Labete adornato, simbolo universale del Natale, con le mille luci e le infi-nite decorazioni di-verse giunge festo-so e colorato in ogni luogo, lo si scorge luminoso e carico di sogni dietro le fine-stre delle case, o grande e vivace al centro delle piazze nelle varie citt del mondo; annuncia larrivo del Nata-le riscaldando latmosfera ed i cuori.Lalbero di Natale anche lelemento unico della mo-stra Il Natale dei 100 Alberi dAutore inaugura-ta a Roma il 6 dicembre nello spazio espositivo dello storico palazzo di via Borgognona gentilmente conces-so dalla famiglia Fendi ed aperta al pubblico dal 7 al 13 dicembre.Ad accogliere i tanti ed illustri ospiti del mondo del-la moda e dello spettacolo giunti alla grande serata di gala per linaugurazione della mostra vi erano la madri-na di questa edizione, Tosca DAquino e Sergio Valenti,

    luomo che nel 1994 ha ideato e realizzato questo evento dando vita ad un connubio tra lattivit creativa delle case di moda e la solidariet in occa-sione del Natale.La mostraIl Nata-le dei 100 Alberi dAutore ideata dallAssociazione Ser-gio Valente e giunta alla sua XIX edizione divenuta un evento

    immancabile du-rante il periodo na-talizio e negli anni ha contribuito al sostegno di impor-tanti progetti di as-sociazioni benefiche e di enti di ricerca grazie al generoso supporto dei suoi protagonisti e delle tante persone che vi partecipano.La manifestazio-ne, organizzata da Eduardo Tasca e Si-mona Gabrielli, re-alizzata in collabo-razione con Franca Sozzani e presentata dalla giornalista Cinzia Malvini, questanno andr a supporto delliniziativa F4D Fashion for Development, progetto in collaborazione con lOnu volto a mobilitare lindustria della moda per promuovere lo sviluppo economico, ed il fondo per la ricostruzione dei beni artistici per il restauro del Teatro Borgatti di Cento danneggiato dal sisma dellEmilia Romagna.Le sale dello storico palazzo di via Borgognona si riem-piono di aria natalizia e di creativit con lesposizione Il Natale dei 100 Alberi dAutore.I 100 Alberi sono autentiche opere darte, originali ed uniche, di nomi illu-stri del mondo della moda, dellarte, del design e dello spet-tacolo dove deno-minatori comuni ed essenziali sono la creativit ed il Na-tale con il suo sim-bolo, lalbero.Lalbero diviene quasi una tela, una scultura da pla-smare, modellare,

    URBAN ADDICTEDSe lalbero di Natale diventa creazione di moda e di arteA Roma la XIX edizione della Mostra Il Natale dei 100 Alberi dAutoredi Ada Distefano

    All I want for Christmas is you- Michael Bubl

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    arricchire, a cui far prende forme diver-se ed esclusive tra le mani creative dei suoi autori, divie-ne lopera unica ed inaspettata.Ogni albero rappre-senta la creativit e lo stile del suo au-tore come lalbero ricoperto di rose bianche di Bluma-

    rine, lalbero pieno di cuori colorati di Agatha Ruiz de la Prada, lalbero con elementi e colori che riman-dano alla Sicilia, come il rametto di corallo rosso mes-so in punta, di Marella Ferrera, lalbero composto di 13 piccoli cappottini bianchi realizzati in cachemire e cuciti a mano che celebra i 60 anni del capo di Max Mara, lalbero prezioso ed elegante ricoperto di spille e cristalli Swarovski di Carlo Pignatelli, lalbero con tulle scuro e sandali di Loriblu, lalbero che viene dal mare, dal Mediterraneo, di Massimo Rebecchi, lal-bero a forma di cuore maculato di Roberto Cavalli, lalbero con specchi e cristalli di Sarli, lalbero im-preziosito di catene e pendenti dorati di Ferragamo, lalbero composto di cuscini sovrapposti con liconica fantasia della maison Missoni e poi ancora gli alberi di Valentino, Fendi, Ermanno Scervino, La Perla, Gucci, Borbonese, Angelo Marani, Alviero Martini, Moncler, Hogan, Enrico Miglio, Diego Rossetti per Fratelli Rossetti, Guglielmo Mariotto per Gattinoni Couture, Arianna e Luca Caprai per Cruciani, Anna Piazzolla di Gioielli Talo, Marco Fini per Testoni. Molti anche gli alberi creati da nomi del mondo dello spettacolo come lalbero che appare come un elegante trionfo floreale presentato da Sophia Loren, lalbero bianco e dorato di Bianca Guaccero ed ancora lalbe-ro di Claudia Gerini, Matilde Brandi, Chiara Boni e di tanti altri.Al termine dei giorni espositivi, in un perfetto con-nubio tra creazione artistica e solidariet, ognuno dei

    100 Alberi dAu-tore viene messo in vendita ed il ri-cavato contribuisce a dare un prezioso supporto al proget-to di F4D ed al re-stauro del Teatro Borgatti di Cento. In linea con que-sto evento di arte, moda e solidariet la frase con cui

    lONU ha aperto la 65esima sessione delle Nazioni Unite Giving back is the new luxury. LAlbero dAutore rappresenta unopera unica e pre-ziosa e donare uno di questi alberi artistici diviene cos un atto di solidariet e coscienza in perfetta sintonia con il Natale.Donare un albero diventa un simbolo di quanto sia importante sentirsi responsabili anche della vita degli altri. Franca Sozzani.

    Il Natale dei 100 alberi dautore 2012:1. Albero Marella Ferrera

    2. Albero Max Mara3. Albero Ermanno Scervino4. Albero Massimo Rebecchi

    5. Albero Guglielmo Mariotto Per Gattinoni6. Albero Valentino7. Albero Moncler

    8. Albero Borbonese9. Albero Sarli

    10. Albero Testoni11. Albero Ferragamo

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    La moda contemporanea tra sogni e desideri

    Madonna - Vogue

    La moda riflette chi siamo, esprime il nostro modo di essere, i nostri tempi ed in continua evoluzione segue in modo attento e sensibile il trasformarsi della societ, le nostre esigenze ed i nostri desideri.La vera rivoluzione nella moda giunse nel XX secolo quando couturier come Madeleine Vionnet, Coco Chanel, Jeanne Lanvin, Elsa Schiapparelli prima, Christian Dior, Hubert de Givency, Valentino Garavani, Yves Saint Lau-rent, Giorgio Armani e altri grandi stilisti dopo riuscirono a capire e ad attuare lesigenza di una moda in grado di adeguarsi ad un mondo in continuo mutamento.La moda con i suoi abiti, i suoi accessori racconta le trasformazioni, i desideri ed i sogni delle donne e degli uomini che la indossano.Ci che caratterizza la moda degli ultimi anni il ritorno e la ricerca del vintage, la tendenza dello street style, lattenzione rivolta ahit girle star del mondo dello spettacolo che divengono non solo testimonial ma fonti di ispirazione e di collaborazioni per le case di moda. Gli accessori e le borse iconiche delle maison di moda diventano elementi indispensabili e rappresentano log-getto del desiderio da sognare e da avere.Sono anche gli anni in cui permesso a tutte realizzare il sogno di avere un abito disegnato dai grandi nomi della moda grazie alla tendenza delle capsule collection nate dalla collaborazione tra le case di moda ed i grandi gruppi di abbigliamento; si stravolge cos il concetto di moda inaccessibile regalando sogni possibili.Forse quello che vorremmo ora che la moda e le tante maison continuassero a farci sognare con abiti da favola, sfilate in contesti ed ambientazioni uniche, grandi eventi, collaborazioni con artisti capaci di portare la propria arte nella moda realizzando pezzi unici e preziosi e collaborazioni tra maison e grandi gruppi di abbigliamento.

    Ada Distefano

    LIN

    TER

    VEN

    TO

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    Un artista, un poeta nomade, un mago che ha fatto dellimmagine in esilio il proprio marchio di fabbrica. Opere, quelle di Jimmie Durham, che con sagace ironia sfidano e demoliscono definizioni consolidate, significati, verit fondamentali, stereotipi e pregiudizi della cultura occidentale.La sua arte, attraversata da numerose correnti culturali e da diffe-renti stili, incrocia con pertinace genio il campo visivo, il teatro, la performance, la saggistica, la poesia, la scultura, lassemblaggio e le installazioni con una ricerca che, attingendo dalla sfera urbana e da quella naturale, esplora il rapporto tra oggetto, parola e signi-ficato.Al MACRO, dal 29 novembre 2012 al 10 febbraio 2013, si omaggia la lunga carriera dellartista Cherokee con la prima grande mostra personale in un museo pubblico italiano: Streets of Rome and Others Stories. Allestita presso la Sala Bianca, la mostra offre al pubblico una visione inedita e trasversale sulluniverso poetico, formale e critico dellartista in cui oggetti e materiali, riacquistando una forza primigenia e pre-verbale, diventano simboli di unarche-ologia comunicativa commistionata tra natura, tecnologia e civilt. Lesposizione raccoglie le opere pi significative realizzate dallar-tista negli ultimi dieci anni procedendo in un itinerario tra instal-lazioni, disegni e video che riflettono il particolare rapporto intrat-tenuto con Roma, citt nella quale Durham ha vissuto negli anni a cavallo tra il 2007 e il 2012: Pursuit of Happiness (2003), un cortometraggio di tredici minuti ambientato fra il deserto e lau-tostrada in cui lartista albanese Anri Sala interpreta un giovane indiano impegnato nella raccolta degli oggetti pi disparati -ossa di animali e indistinti rifiuti- che andranno a costituire lopera darte finale. Un film che per la sua esplicita aderenza alloperato durha-miano esula da ogni principio di mimesi e che dunque non rappre-senta, ma presenta spettacolarizzata quellavventurosa operazio-ne di recupero dei materiali di scarto profondamente impiantata nel quotidiano. Templum: Il sacro, il profano e altro (2007), installazione realizzata con elementi provenienti dal mondo na-turale e oggetti prelevati dallindustria- che articola la propria ri-flessione intorno ai temi centrali dellesistenza, dove gli elementi protagonisti, il sacro e il profano, si accostano per contrapposizio-ne come testimonianza della contraddizione di un mondo globaliz-zato. Il sacro -secondo le parole di Claude Lvi-Strauss- ci che attiene allordine dei mondi, ci che garantisce questo ordine. Ma il sacro concerne anche luomo e non solo il cosmo fisico. Il sacro in tal senso un valore, una produzione culturale. E dunque il sacro, come valore culturale e il profano, incarnato nello spazio sociale, risiedono stabilmente in un unico grande Templum della

    MACADAM MUSEUMStreets of Rome and other stories: Jimmie Durham in mostra al Macrodi Federica Melis

    Morcheeba - Rome wasnt built in a dayAdesso, da ogni citt che Marco gli descriveva, la mente del Gran Khan partiva per suo conto, e smontata la citt pezzo per pezzo, la ricostruiva in un altro modo, sostituendo ingredienti, spostandoli, inverten-doli.

    Italo Calvino, Le citt invisibili.

    Jimmie Durham, Templum: Il sacro, il profano e altro, 2007

    Jimmie Durham, Arch de Triumph (Red), 2007

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    civilt globale, fondendo caratteri di antico ordine esistenziale con istanze politiche e sociali che ne mostrano lattualit.Underground and cloud connections (2012) installazione nata in seguito ad una passeggiata sullAppia antica, sinterroga intorno alle possibili metamorfosi paesaggistiche del territorio ro-mano. Frammenti di corteccia, rami nerboruti, tubi idraulici, un quadrato di vetro e una pelle di serpente post-muta vengono ironi-camente accostati nellintento di insediare lidea di un cambiamen-to che germoglia nellarida fissit di scene note.La mostra conclude con due opere appositamente concepite e rea-lizzate per gli spazi del MACRO e con una serie di installazioni che avvalorano linteresse di Durham per la storia dellarte e liconogra-fia: Deposizione (2006), Homage to Constantin Brancusi (2011), Arch de Triumph (Red) (2007) e la serie Joe Hill Painting (2002).

    Jimmie Durham, Templum: Il sacro, il profano e altro, 2007

    Jimmie Durham, Underground and cloud connections, 2012

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    Canter le mie canzoni per la strada | ed affronter la vita a muso duro | un guerriero senza patria e senza spada | con un piede nel passato | e lo sguar-do dritto e aperto nel futuro. | E non so se avr gli amici a farmi il coro | o se avr soltanto volti sconosciuti | canter le mie canzoni a tutti loro | e alla fine della strada | potr dire che i miei giorni li ho vissuti.

    Prendiamo queste incisive parole del grande cantau-tore italiano Pierangelo Bertoli, teniamo a mente, la parola strada, e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.Prendiamo una cartina geografica, poi lEuropa, poi la Germania e la Francia.A volte ci sono fili trasparenti che partono da lontano, fanno giri immensi e poi legano cose, persone, idee ap-parentemente distanti ma straordinariamente vicine.Se Kerouac sosteneva che la strada era l e bisognava andare, occorreva andare, spostarsi, muoversi, ecco questo breve trip tra queste righe, in questo articolo, si dispiegher lungo le strade di alcune citt, incluse quelle italiane, alla ricerca di stimoli, di nuovi occhi, grazie a due interessanti artisti europei che operano in maniera molto simile.Fil rouge sar la tanto chiaccherata e discussa street art, arte pubblica, sociale, quella che tutti ma proprio tutti possono incontrare semplicemente passeggiando per le strade; illegale? Brutta? Inutile? Personalmente credo che ci sia ben altro che rispecchi

    questi quesiti, quello che certo che la strada il primo spettacolo che abbiamo, senza pagare alcun bi-glietto, un teatro urbano il teatro della strada, un museo a cielo aperto.Clet Abraham, artista francese, nato in Bretagna, ha viaggiato molto in Italia e non a caso ha il proprio studio a Firenze, dove passeggiando per le strade, alla vista di ordinari cartelli stradali si pu notare qualcosa di nuovo. Lartista si definisce sticker street artist, i suoi intereventi infatti non comportano danni o ec-cessive modifiche, si tratta semplicemente di sticker applicati ai normali cartelli.Siamo costantemente e quotidianamente sottoposti a normalizzazione e standardizzazione, la volont d que-ste operazioni quindi quella di riportarci ad uno stato di straniamento mentale.Si vuole vestire di nuovi colori e sensazioni estetiche la vecchia e impolverata routine. Se, soprattutto in Italia, non si potuto farlo negli ultimi ventanni in politica almeno in strada, larte si impone nella sfera pubblica e sociale, e anche da esempi europei, possiamo pren-dere spunto, per comprendere che cambiare qualcosa che sembra immune si pu, e bisogna crederci.In un intervista Abraham dice che per street art si po-teva intendere anche il David di Michelangelo ai suoi tempi, visto che, se tutta larte contemporanea del proprio tempo, anche Michelangelo voleva dire qualcosa attraverso unopera pubblica.Lartista francese in unaltra intervista, afferma che i cartelli stradali, sono simboli di unautorit cie-ca, obbligano, impongono, dirigono, sbarrano, vietano;

    Urban RestylingLa street art firmata Vermibus e Abrahamdi Federica Fiumelli

    The Cinematic Orchestra - To build a home

    Clet Abraham, art urbain in Rome

    Clet Abraham, art urbain in Bologne

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    occorre che larte costruisca un senso civico critico e responsabile, non dobbiamo andare di l perch dallaltra parte ce lo vietano, non dovremmo andare di l perch dovrebbe essere il nostro buon senso a capirlo.Ed ecco, il restyling ironico e pungente, cristi, omini, diavoletti, popolano i cartelli esaltandone il significato.Il divieto di accesso, diventa una pesante sbarra che un omino chinato deve portare, le due frecce diventa-no gambe di un corridore diabolico dal corpo geome-trico, quasi alla Oscar Schlemmer.Un restyling non cambia totalmente quello che presente, lo altera, lo modifica con lintento di stupire, di un different whatching.Continuiamo a camminare per la strada, arriviamo fino a Berlino.Un nome, Vermibus, ma anche un parametro estetico e si capir perch.Ed ecco, che scende la notte, un ragazzo incappuc-ciato, si aggira per le strade tiepidamente illuminate, fredde e addormentate, con una bicicletta. Si avvicina ad alcuni manifesti pubblicitari, pressoch di moda, li stacca, li rotola e se li porta via. A che scopo? Tornato nella sua officina, ecco che inizia il restyling, un salone di bruttezza pi che di bellezza, anche la Sherman approverebbe (vista la personale parabo-la nellambito della moda, attraverso travestimenti orrorifici e grotteschi) benzina, acetone e diluente, e taaac, lurlo di Munch urlerebbe, ma dalla gioia di scorgere altri simili, da super modelle come Kate Moss ecco venirne fuori dei mostricciatoli, delle masse ibri-de, tra pittorico e fotografico, dove la pennellata cen-trifuga di Van Gogh di una Notte Stellata, ne sarebbe attratta.Movimento inquieto, espressionista, che rompe gli schemi e i confini, i volti, la pelle sono cancellati, modelle alla Bacon, una nuova ricetta che passa da promettenti sogni di moda a destabilizzanti, per-turbanti, turbati incubi. il tripudio del disfacimento della carne, tutto groviglio, impasto, centrifuga sem-

    brano comparire solo fibre muscolari-pittoriche, quasi come tanti vermicelli.Leffetto di straniamento e inciampo riuscito. Altro che shampoo.Lartista berlinese scippa le sue top-victim e le ripro-pone con un restauro altamente corrosivo, apportando una modifica, un restyling in quel luogo visivo certo come il cartellone pubblicitario, promessa di sogni di (vana) gloria e bellezza.Sul sito dellartista, attraverso un video caricato on Vi-meo, documentato tutto il lavoro.Open walls in open minds.Cammini per la strada, e paam, ecco che inciampi, il solito scalino invisibile, ti spettavi di vedere la solita ultra bellissima top che con sorriso smagliante e aria ammiccante promuove lultimo capo Chanel, e invece no, te la ritrovi letteralmente mostrificata, in preda al grido e al terrore.Anche Schiele avrebbe apprezzato, sorridendo penso che un mi piace lo avrebbe messo. E voi? Condividete?

    Vermibus, Kate Moss series, 2012Vermibus, Berlin, 2012

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    Con lavvicinarsi della giornata della memoria, 27 gen-naio, si avvicina anche la quarta edizione romana del progetto MEMORIE DINCIAMPO.Migliaia le targhette dottone sottoforma di sampietri-ni installate in tutta Europa e tante quelle che dovran-no ancora venire durante questa iniziativa titanica.Iniziato nel 1995, il progetto, ideato dallartista tede-sco Gunter Demnig, prevede la posa di un sampietrino di ottone nelle vicinanze di tutte le abitazioni dove vis-sero persone deportate nei campi di concentramento nazisti. Nome completo, anno di nascita, data e luogo del campo di deportazione, se conosciuta, data di mor-te; questi gli elementi scelti per ricordare una persona che la follia nazista voleva ridurre soltanto a un nume-ro. Non solo ebrei, ma anche omosessuali, oppositori al regime, zingari, portatori di handicap e tutti coloro che malauguratamente venivano riconosciuti come diver-si dallideale ariano, vengono oggi ricordati, lasciando un segno indelebile nella pelle delle citt. Lidea venne allartista due anni prima il suo esordio, quando nel 1993 in occasione di un invito a Colonia per uninstallazione in memoria di cittadini rom e sinti deportati, unanziana signora obiett che nessun cit-tadino rom avesse mai abitato nella citt. Da quel mo-mento il lavoro dellartista si concentr sulla ricerca e testimonianza dellesistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste. Limpresa, che vede posare le sue prime pietre (Stol-persteine) proprio a Colonia, conta oggi pi di 22.000 targhette sparse per le vie della Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Italia. Il luogo dellinstallazione, preferibilmente il pi attiguo

    possibile allabitazione occupata un tempo dai perse-guitati, viene deciso in accordo con i familiari delle vit-time e gli abitanti attuali delle dimore. Si tenta di evi-tare in questo modo alcune polemiche sorte in passato in merito a queste pietre, che, seppur discrete, sono portatrici di un peso psicologico difficilmente ignora-bile, sede della memoria di atrocit reali, avvenute in un tempo non ancora cos distante. Linciampo prodotto non fisico ma visivo e menta-le; costringe il cittadino a ripensare a un doloroso passato che torna a bussare alla porta, non attraver-so la solita, fredda e sterile monumentalit, ma dive-nendo parte della citt, a conferma che la memoria non pu risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante del-la vita quotidiana, cos come dichiarato dal Mibac.

    Inciampare nella memoriaUn percorso intimo e discreto attraverso le vie di Roma per ricor-dare gli orrori dellOlocaustodi Elisa Daniela Montanari

    Alcuni esempi di pietre dinciampo (Stolpersteine)

    Alcuni esempi di pietre dinciampo (Stolpersteine)

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    Il 1 gennaio uscito nelle sale lultimo film di Giuseppe Tornatore, La migliore offerta. Protagonista della pellicola un battitore daste impersonato da un impeccabile Geoffrey Rush, il quale conserva nel caveau di casa unimpressio-nante raccolta di ritratti femminili. Che siano opere pi o meno improbabili non importa. Quello che importa entrare fisicamente nel magnifico sogno del pro-tagonista, un sogno fugace e meraviglioso, che ha le sembianze di una moderna wunderkammer.

    Lasciando da parte le considerazioni inerenti al valore del film, allo stato del cinema italiano contemporaneo, a blablabla, il film offre lo spunto per una top 10 assolutamente arbitraria di film che hanno come protagonista principale larte o chi per lei (rigorosamente in ordine sparso).

    1. ARCA RUSSA (2002) di Aleksandr Sokurov96 minuti di piano sequenza allinterno del Palazzo dInverno di San Pietroburgo a.k.a. il museo dellErmitage. Un assoluto capolavoro.

    2. BASQUIAT (1996) di Julian SchnabelDei tanti biopic sugli artisti probabilmente questo uno dei meglio riusciti (pi

    di Pollock di sicuro). E poi c David Bowie che fa Andy Warhol!

    3. CARAVAGGIO (1986) di Derek JarmanBen prima che il Nostro diventasse lartista sfonda-botteghino che (purtroppo) tutti noi conosciamo, questo strambo regista inglese fece un ancor pi strambo film su Caravaggio. Diciamo un ritratto fuori dalle righe (forse addirittura col-locato fuori dalluniverso euclideo).

    4. I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE (1982) di Peter GreenawayIl cinema unarte troppo importante per lasciarla ai narratori di storie dice-

    va Greenaway. Tutti i suoi film, veri e propri quadri in movimento, rientrereb-bero a pieno titolo in una classifica simile. Questo racconta la storia di Neville,

    pittore paesaggista nonch gigol per caso.

    Larte nei film. Una top 10di Martina Bollini

    Fabrizio De Andr - Ottocento

    E-BOMB

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    5. FUR UN RITRATTO IMMAGINARIO DI DIANE ARBUS (2006) di Steven ShainbergUn film imperfetto ma poetico, dal fascino sottile, che offre una (im)possibile teoria di come Diane Arbus sia diventata la pi celebre fotografa di freaks del Novecento.

    6. IL MIO PIEDE SINISTRO (1989) di Jim SheridanStoria di Christy Brown, ragazzo quasi del tutto paralizzato ad eccezione della gamba sinistra e

    divenuto famoso come pittore e scrittore. Daniel Day Lewis in una delle sue pi belle e toccanti performance mimetiche.

    7. CAMILLE CLAUDEL (1988) di Bruno NuyttenPrima di Frida venne lei. E una splendida Isabelle Adjani. Nei panni di Rodin, suo amante, un ancor magro e dignitoso Gerard Dpardieu.

    8. I COLORI DELLA PASSIONE (2011) di Lech MajewskiDalla tavola allo schermo, letteralmente. Il film traspone La salita al calvario di Bruegel (1564), e tutto luniverso che ci sta dietro. Unincredibile esperien-

    za estetica.

    9. ANDREI RUBLEV (1969) di Andrei TarkovskyFilm monumento e monumentale, forse lunico che sappia parlare davvero dellArte con la A maiuscola. Rublev un pittore di icone del Quattrocento, sullo sfondo di una Russia epica.

    10. LOVE IS THE DEVIL (1998) di John MayburyRicostruzione dellamore tra Francis Bacon e il ladruncolo George Dyer, cru-

    dele, deformante, e masochista come larte stessa di Bacon. Cast eccezionale, che annovera un perfetto Derek Jacobi, Daniel Craig (s, proprio 007), Tilda

    Swinson.

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    In una modesta e disador-na pensione di Bourne-mouth, stazione balneare inglese sul canale della Ma-nica, sono ospiti fissi: il sig. Fowler, ex preside di scuo-la media, lanziana signora Lady Gladys Matheson e lamica Maude Reilton-Bell, sempre accompagnata dalla timida e instabile fi-glia Sibyl, Miss Meacham, appassionata di biliardo e cavalli, la coppia di giovani fidanzati Charles e Jean, il maggiore Angus Pollock e lo scrittore americano John Malcolm che, da qualche anno intrattiene un rap-porto amoroso segreto con Miss Cooper, titolare della pensione.Sin dalle prime immagini lo spettatore si chiede perch i per-sonaggi abbiamo scelto, come dimora stabile, una pensione cos umile e fuori dal mondo. Si intuisce cos che ognuno di loro nasconde un recondito segreto che le mura claustro-fobiche dellalbergo sembrano contenere, finch un nuovo personaggio non giunge a destabilizzare lequilibrio. Ann Shankland (Rita Hayworth), ex modella ed ex moglie dello scritto-re John Malcom (Burt Lancaster), che sconvolge quel gioco silenzioso tra gli ospiti della pensione, quel-la sequela di tavole separate ma contigue, che durante lora dei pasti, celebrano il bisogno, che ogni singolo personaggio ha, di familiarit e appar-tenenza ad una comunit.Il regista Delbert Mann, dopo esser approdato alla regia con Marty, vita di un timido (Marty, 1955), che gli vale immediatamente un Oscar, nel corso della sua carriera lavora sia a commedie romantiche ed esilaranti come Amore ritorna! (Lover Come Back, 1961) e Il visone sulla pelle (That Touch of Mink, 1962) che a film pi impegnati come Jane Eyre nel castello dei Rochester (Jane Eyre, 1970) e Niente di nuovo sul fron-te occidentale (All Quiet on the Western Front, 1979) ma con Tavole separate (Separate tables, 1958), che, ispi-randosi allomonima pice di Terence Rattingan, gira uno dei suoi film pi complessi e controversi. Mann racconta, con incredibile sobriet, come in un alber-go, lontano da occhi indiscreti, i personaggi, in fuga da se stessi, da John Malcom, scrittore alcolizzato ancora inna-morato dellex moglie a Ann Shakland, ex star impaurita

    dalla solitudine, da Maude Reilton-Bell, anziana madama che cerca di nascondere la fragile figlia Sibyl al maggiore Pollock, inetto in quanto militare e inappropriato in quan-to uomo tanto da nascondere laccusa di presunte molestie sessuali, possano condividere la loro solitudine, legittimati dalla medesima condizione di outsider.La fuga un tema ricorrente dellarte cinematografica statunitense come lo della cultura americana in genere, in quanto figlia di immigrati europei. Ma la domanda che bisogna porsi perch lartista, sin dalla sua democratizza-zione, ha scelto gli Stati Uniti, come approdo sicuro? Cer-to non per, come i pi possono addurre, libert di culto, dato che lInghilterra del Settecento era molto pi liberale dellAmerica dei padri pellegrini! Il perch lo spiega molto bene D.H. Lawrence nel saggio Classici Americani: Che cosa fondarono quando vi giunsero? La chiamereste libert, quella? Non vi andarono per la libert, o, se lo fecero, si trassero tristemente indietro. Ma allora, per che cosa vi an-darono? Per tante ragioni, delle quali la minore la libert, una libert positiva. Essi vi andarono per il pi semplice dei motivi: per sfuggire, allontanarsi. E da che? In ultima analisi per allontanarsi da se stessi, da tutto. Ecco perch sono andati in America, per allontanarsi da tutto ci che sono e sono stati. Lo scrittore D.H. Lawrence, in un saggio che, essendo del 1924, dimostra la sua disarmante modernit, analizza, con estrema lucidit, il vissuto dellartista americano, dimo-strando come la vitalit dellarte americana sia da imputa-

    re alla taciturna ribellione che ogni immigrato cela nei confronti dellan-tica tutela dellEuropa. Eppure, no-nostante la continua fuga, nessuno si pu esimere dal proprio passato. Succede cos che la corrosiva e na-scosta opposizione americana non fa che corroborare una riverente e osse-quiosa obbedienza alla vecchia signo-ra Europa, del quale limmigrato fati-ca a liberarsi. Solo con lammissione della cu-p e z z a e della

    complessit del proprio io, lamericano potr definirsi libe-ro e finalmente comprendere se stesso e laltro. Cos, infatti, accade alla fine del film Tavole separate, in cui, ogni personaggio si di-spensa per trasformare lumi-le e modesta pensione in una felice e ospitale comunit che, incurante di tab e pregiudizi, accoglie e redime ogni uomo, anche il maggiore Pollock.

    IL PROIETTOREDI OLOFERNELa fuga trova il suo approdoTavole separate (Separate tables, 1958) di Delbert Manndi Giuditta Naselli

    David Raksin - Theme from Laura

    La corrosiva e nascostaopposizione americananon fa che corroborare

    una riverente e ossequiosaobbedienza alla vecchiasignora Europa, del quale

    limmigrato faticaa liberarsi

    Separate tables, 1958. Delbert Mann

    Deborah Kerr in Tavole Separate

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    Non Svegliarmi

    The Chemical Brothers - Close Your Eyes

    Il 28 dicembre del 1895, allinterno del Salon Indien nel Grand Caf, nel cuore di Parigi, fu possibile, pagando una piccola somma, partecipare ad uno spettacolo senza precedenti: la proiezione di una serie di dieci vedute della durata di circa un minuto, tra cui lArrive dun train en gare de la Ciotat, che mettendo in scena larri-vo di un treno terrorizz molti degli spettatori, costringendoli alla fuga. Vedere su un telo bianco, in un piccolo caf di Parigi, un treno in arrivo alla stazione? Com possibile che ci che fino a quel momento era considerato unutopia, avesse conquistato il requisito di reale? Non possibile rispondere a questa domanda perch, a pi di cento anni dalla nascita, il cinema ancora al limite tra il sogno e la realt. Nessunarte, come quella cinema-tografica, ha la capacit di sconvolgere lanimo dello spettatore, e di coinvolgere tutti i cinque sensi dellessere umano, sorprendendo ad ogni proiezione la sua immaginazione. Bench, infatti, apparentemente il cinema non pu, nei suoi racconti, rendere complice lolfatto, chi pu dire di non sentire il profumo dei pi bei fiori dEgitto quando Elizabeth Taylor che interpreta Cleopatra, nellomonimo film del 1963, entra trionfante a Roma o di non percepire lodore del mare, che sar fatale per lattore in declino Norman Maine, interpretato da James Mason nel film nata una stella (A Star is Born,1954)? Nel corso del tempo i cineasti da un lato hanno cercato di rendere il racconto cinematografico sempre pi reale mentre dallaltro, con tecniche sempre nuove (lultima il 3D), hanno limitato fino allinverosimile il confine tra lo spettatore e lo schermo. Attenzione, per, perch per quanto si voglia mettere piede nelluniverso che si ma-terializza davanti ai nostri occhi, non possibile farlo se non con le proprie emozioni. Non tentiamo dunque di rendere concreto un sogno che ha la possibilit di rimanere tale in eterno.

    Giuditta Naselli

    LINTER

    VEN

    TO

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    Pour son douzime numro, The Art Ship, a choisi de consacrer dans sa rubrique francophone, un article un grand vnement franais et international : louverture le 12.12.12 du muse Louvre Lens.

    Il y a des nouvelles qui donnent du baume au cur. Aprs 9 ans dattente, les lensois ont pu dcouvrir ce 12 dcembre la nouvelle antenne du prestigieux muse parisien au cur du bassin minier. Le Louvre-Lens est laboutissement dun projet pharaonique, ayant cot prs de 150 millions deuros, port bras le corps par la courageuse et ambitieuse rgion du Nord-Pas de Calais. Construit sur un ancien carreau de mine, la fosse 9-9 bis, le muse ambitionne daccueillir prs de 500 000 visiteurs par an, devenant ainsi lun des fers de lance culturels de la rgion, mais aussi du pays.

    Un enjeu de taille pour la rgion Nord-Pas de Ca-lais.Au del de lintrt culturel du projet, le Louvre-Lens est un vritable enjeu conomique et social pour la vil-le et plus largement pour la rgion. Touch durement par la crise, le Nord-Pas de Calais est aussi lune des rgions les plus jeunes de France. Pour Daniel Perche-ron, prsident de la rgion, ce projet est une greffe sur le programme gntique de la rgion, une chance extraordinaire pour le bassin minier , qui permettra au Nord-Pas de Calais de relever la tte. En ce sens, Lens a la volont de slever au niveau de la grande mtro-pole Lille et de faire du Nord-Pas de Calais lune des rgions les plus attractives dEurope dun point de vue culturel. Lambition des diffrents acteurs du projet ne sarrte pas la construction du muse, lobjectif tant dinsuffler une vritable dynamique de transformation du territoire et de parier sur son attractivit culturelle. Notons, ce titre que le bassin minier du Nord-Pas de Calais a t rcemment class patrimoine mondial de lUNESCO. Par ailleurs, avec Eurolens, la rgion entend offrir de nouvelles perspectives de dveloppement ses habi-tants. Il sagit de dvelopper une dynamique similaire celle de Bilbao autour du muse Guggenheim.

    Le Louvre lensois : une succursale du muse pa-risien ?Pour ceux qui pensent retrouver une copie miniature du clbre muse parisien en plein bassin minier, la surprise risque dtre de taille. Le Louvre-Lens qui ac-cueille de nombreuses uvres de linstitution parisien-ne, nest cependant ni une simple succursale, ni une rplique du Louvre.Comme lvoque le prsident-directeur du Louvre Hen-ri Loyrette, le projet de Lens est le fruit dune volont de dcentralisation et de dmocratisation de la cultu-re. Il reprsente une opportunit pour linstitution de renouveler son approche des collections prestigieuses et de venir la rencontre de nouveaux publics. Le mu-se de Lens a t imagin comme un nouveau Louvre, plus accessible, taille humaine, rsolument moder-ne. Il met en exergue les diffrentes mutations stant opres ces dernires dcennies dans les muses.

    Un Louvre rsolument contemporain Le Louvre-Lens se dmarque tout dabord de son grand frre parisien par son architecture pure faite dacier et de verre, rsolument moderne. Ldifice relativement bas est compos de cinq corps de btiments. Il sintgre harmonieusement son environnement, qui se reflte sur les faades daluminium poli et de verre. Laccs au muse se fait par un immense parc, pos-sdant prs de onze entres. Les chemins menant au muse reprennent le trac des anciennes voies ferres qui reliaient les fosses la gare. Lentre principale de la fosse 9-9 bis et son puits de mine ont t conservs et intgrs au projet paysag. Le parc fait partie intgran-te du muse, il prolonge en quelque sorte son action. Il fera le lien entre le muse et la ville afin dinviter la population sapproprier ce lieu.Une importante pro-grammation culturelle et vnementielle est en effet prvue pour toute lanne. Lentre du muse se fait par un spectaculaire hall daccueil : un crin de verre de 3600m2 aux faades transparentes qui ouvre lespace du muse sur le site qui lentoure. Cet espace central donne accs tout dabord la Gran-de galerie. Avec ses 3000m2 dun seul tenant et ses 120 mtres de long, elle est en quelque sorte lpine

    CHAIERS DHISTOIREAu Nord ctaient les coronsdi Margaux Buyck

    Pierre Bachelet - Les Corons

    Hall d'entre, vue extrieureco-auteurs du Muse du Louvre-Lens:

    (c) SANAA / Kazuyo Sejima et Ryue Nishizawa - IMREY CULBERT / Celia Imrey et Tim Culbert - MOSBACH PAYSAGISTE / Catherine MosbachPhotographie (c) Hisao Suzuki

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    dorsale du muse. Grce cet espace unique et lab-sence de cloisonnement, le Louvre-Lens rompt avec les codes traditionnels de la musographie. Les uvres ne sont plus organises par dpartements. Ainsi diver-ses res gographiques, diffrentes poques se cto-ient offrant aux spectateurs une lecture comparative et transversale de lArt et permettant ainsi une meil-leure comprhension de lhistoire de lArt. Le visiteur devra avoir cependant une certaine endurance pour se confronter cette longue succession duvres en tous genres. La Grande galerie prsentera de manire semi-permanente de grands chefs duvres du Louvre. Le parcours sera entirement renouvel tous les cinq ans, tandis que chaque anne une rotation des uvres sera effectue. Le but tant de fidliser le public.Situ dans la continuit de la Grande galerie, on retrou-ve le pavillon de verre. Il sagit dun espace de pause et de dtente de 1000m2 avec dimmenses murs vitrs donnant sur le parc. Ce lieu dveloppe chaque anne une nouvelle thmatique en parallle aux uvres pr-sentes dans la Grande galerie. Cest galement dans cet espace que le Louvre souvre davantage lart con-temporain. Toujours dans un souci dimplication de la rgion, de nombreuses uvres prsentes dans le pa-villon sont prtes par les muses locaux.De lautre ct du hall dentre, en cho la Grande galerie on aperoit la galerie des expositions tem-poraires. Le vaste espace de 1800m2 offre de grandes possibilits scnographiques pour les deux expositions temporaires denvergure internationale qui sy tiendront chaque anne. Dans le prolongement de la galerie, com-me un reflet du pavillon de verre, souvre la Scne. Il sagit dun espace pluridisciplinaire et modulable, pos-sdant des gradins rtractables dune capacit de prs de 300 places. Ce lieu pourra accueillir des manifesta-tions diverses (projections, expositions, concerts) Il traduit la volont de dialogue du muse classique avec les diffrents domaines de la cration artistique et de la culture. Le lieu de la Scne traduit galement cette volont que le Louvre- Lens devienne un muse que lon frquente plus que lon visite . Ainsi la Scne, mais aussi lespace du parc, accessible tous en dehors des

    heures douverture du muse, ou encore lutilisation du hall dentre du muse comme une sorte dAgora di-sposition de la ville rvlent les nouvelles mutations du monde des muses. Le muse nouvre plus le matin et ferme le soir , il se doit de devenir un vritable lieu de la vie culturelle, artistique et sociale de la cit. Enfin lespace qui nous a le plus sduit dans ce nou-veau Louvre se trouve au niveau -1 du muse. Il sagit des rserves. Toujours dans un souci douverture et de pdagogie, elles sont visibles et visitables en petit groupe restreint et accompagn. Le visiteur peut ainsi dcouvrir les coulisses du muse, rencontrer et chan-ger avec de nombreux corps de mtier participant son fonctionnement ou encore assister la restauration dune uvre Il sagit dun lieu indit, dpoussirant limage du muse traditionnel, rsolument tourn vers de nouveaux publics.

    La Grande galeriePhotographie Muse du Louvre-Lens / Philippe Chancel

    co-auteurs du Muse du Louvre-Lens:(c) SANAA / Kazuyo Sejima et Ryue Nishizawa - IMREY CULBERT /

    Celia Imrey et Tim Culbert - MOSBACH PAYSAGISTE / Catherine MosbachMusographe: Studio Adrien Gard re

    Hall d'entre, vue extrieureco-auteurs du Muse du Louvre-Lens:

    (c) SANAA / Kazuyo Sejima et Ryue Nishizawa - IMREY CULBERT / Celia Imrey et Tim Culbert - MOSBACH PAYSAGISTE / Catherine MosbachPhotographie (c) Hisao Suzuki

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    BOOKANEAR

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    sempre un evento importante poter vedere un auto-re di fumetti, settore non proprio beneamato tra le alte sfere delllite artistica, esposto in un museo. Soprat-tutto poi se quel museo IL museo, il Louvre di Pari-gi, allora deve per forza esserci qualcosa di incredibile sotto. Che il fumetto abbia dellarte tutti i connotati, ovvero un suo linguaggio, una tecnica (o pi duna), ed un proprio messaggio deve forse sembrare strano al nostro paese, ma quello che invece in molti pensano ormai da svariati anni. Lesposizione Les Fantmes du Louvre dellautore serbo-francese Enki Bilal, pur non avendo (forse) nelle sue premesse questi concetti, ne per sicuramente una realizzazione emblematica.Passeggiando tra le pareti della Sal-le des Sept-Chemines dellala Sully infatti, fino al 18 marzo si potranno osservare le tavole dellartista: fan-tasiose riletture del tema di Belph-gor, il fantasma del Louvre. Ogni ta-vola incastra perfettamente le opere stesse dellimportante museo, fotografate da Bilal e stampate su tela, con disegni di fantasmi realizzati in acrilico e pastelli. Ogni fantasma ha poi un legame, un intreccio particolare con lopera su cui si aggira: lega-me che stato fittiziamente inventato poi dallo stesso autore, che partito da spunti storici per raccontarci perch un determinato fantasma ha deciso di prende-re dimora in quella specifica opera darte. Il risultato appunto quello di cui parlavo, ovvero un incontro tra il mondo del fumetto, rappresentato dalle imma-gini fumettistiche riconoscibilissime di un importante

    artista quale Bilal, e quello dellarte con la A maiuscola, ovvero le riproduzioni delle stesse opere del museo. Delle oltre 400 fotogra-fie che ha personalmen-te scattato, Bilal ha fat-to una selezione delle 23 pi riuscite, su cui ha poi dipinto il fantasma descrivendone anche una breve biografia che si pu leggere accanto ad ogni quadro. Biogra-fie che, senza neppure bisogno di dirlo, hanno tutte quella particolare

    e complessa trama tipica delle storie a cui Bilal ci ha abituato nella sua ormai pi che trentennale carriera artistica, iniziata nel tempio del fumetto francese per eccellenza, quello degli humanodes associs. Cos, ad esempio, passando vicino alla foto di un antico elmo corinzio del settimo secolo a.C. (fig.1), possiamo ve-dere al suo interno un volto femminile che ricorda la bellissima donna trappola della Trilogia Nikopol, e scoprire che il suo nome Hcube, nata nel 691 a.C. sotto il tiranno Pheidon, vissuta come un uomo e ad-destrata allarte della guerra come oplita, violentata dai suoi compagni che ne scoprono la vera sessualit e infine morta per mare, dopo una furibonda battaglia su

    una nave-ospedale affondata al largo delle coste del Peloponneso, mentre indossava ancora il suo elmo corin-zio. Oppure possiamo imbatterci nel celebre dipinto di Eugene Delacroix Jeune orpheline au cimetire (fig.2), dove al suo fianco possiamo

    leggere la vita di Lantelme Fouache, uomo violento e alcolizzato vissuto nella Parigi del diciottesimo secolo, ucciso da quella sua stessa figlia che maltrattava e vio-lentava e che poi sar immortalata in questo quadro proprio dal celebre pittore francese, subito dopo las-sassinio di Lantelme. Storie dunque, che Bilal stesso ci spiega come drammatiche e violente al punto giusto, che incrociano la realt storica ma che possono anche ogni tanto allontanarvisipoich lo status di fanta-sma apocrifo per essenza.Dalla Gioconda di Leonardo alla Stele del codice di Hammurabi, una se-rie di 23 opere pos-sedute dai fantasmi dellimmaginario di un artista che con la sua opera si gua-dagna il posto tra le mura pi prestigiose del mondo dellarte.

    BALLOONFantasmi al Louvredi Alessandro Cochetti

    Bruno Coulais - Microcosmos

    Un incontro traIl mondo del fumetto e

    quello dellartecon la A maiuscola

    Enki Bilal, Casque de type corinthien et Hcube Enki Bilal, 2012, Futuropolis

    Muse du Louvre

    Enki Bilal, Jeune orpheline au cimetire de Delacroix et Lantelme Fouache Enki Bilal, 2012, FuturopolisMuse du Louvre.

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    Per chiamarci non basta una parola sola: Emi-lia Romagna, Emiliano Romagnoli, ce ne vogliono almeno due; e anche un trattino per unirle, e poi non bastano neanche quelle. Con queste parole, Carlo Lucarelli si rivolge, in una lettera, direttamen-te al Sig. Terremoto che ha colpito lEmilia Romagna a maggio. Una conversazione faccia a faccia, una sfi-da, un duello direttamente con la paura. Lucarelli con enorme entusiasmo offre un coraggioso esempio per non dimenticare, per ricordare a tutti che non solo si pu ma si deve andare avanti. Ora ti racconto quel-lo che siamo, non credere di farmi o farci paura con due giri di mazurca facendo ballare la nostra terra, io questa terra lamo e come mi ha detto un infermiere di Mirandola qualche giorno fa que-sta la mia casa e io non labbandoner mai. il cuore a parlare attraverso una voce piena di passione, che testimonia il senso di appartenenza e lorgoglio di migliaia di persone.

    Gli stessi sentimenti che si provano visitando a Bolo-gna, nella sede di Palazzo Fava, la mostra Salva-ti dal Terremoto. Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara, a cura di Luigi Fi-cacci e Angelo Mazza, aperta fino al 6 gennaio 2013. Una mostra che si propone di attirare lattenzione del pubblico sulla gravissima condizione del patrimonio artistico nellarea geografica colpita dal terremoto e sulla precariet in cui versano i numerosi edifici storici lesionati e di informarlo sul grave rischio di cancella-zione di testimonianze vitali della comunit civileQuelle drammatiche scosse hanno infatti causato dan-ni gravissimi al patrimonio artistico dellarea bologne-se, ferrarese, modenese e reggiana. Cento, Crevalcore, Galliera, Mirabello, Pieve di Cento, Poggio Renatico e SantAgostino, tra Bologna e Ferrara, hanno subi-to cedimenti, crolli e fessurazioni pittoriche in tutti i principali edifici ecclesiastici antichi. Grazie a Vigili del Fuoco e limpegno delle Soprintendenze le opere di maggior pregio sono state messe in sicurezza nel Palazzo Ducale di Sassuolo, negli ambienti messi a di-sposizione dai privati a Pieve di Cento, nei depositi al-lestiti presso Art Defender a Bologna e in quelli presso la stessa Pinacoteca Nazionale di Bologna.

    Non si tratta di capolavori assoluti, ma comunque un patrimonio culturale diffuso e identitario delle perso-ne e dei luoghi.

    Ci sono stati danni soprattutto nelle chiese, colpite le strutture pi vulnerabili, i timpani delle facciate caduti o ruotati, le aule delle chiese implose su se stesse, pi vulnerabili, proprio per la tipologia della costruzione senza strutture di contrasto o di contenimento e per le esili murature evidentemente non pensate per il terremoto, che in queste terre resta un evento raro e comunque non unico.

    E da Bologna giunge anche unaltra storia, nel cuore di Bologna. Per il 36 sketchcrawl mondiale, il gruppo Sketchcrawl Bologna e il Future Film Festival, grazie alla collaborazione e al sostegno di Moleskine, hanno organizzato la maratona di disegnatori per lEmi-lia. I disegni realizzati per loccasione sono stati tutti messi allasta per raccogliere fondi da devolvere alle zone terremotate.

    Da unidea di Alberto Agazzini, con il supporto di Ame-deo Bartolini, Lorenzo Paci e Lia Bedogni, a Reggio Emilia nato invece il progetto ARTquake, il sussulto dellarte che non ha altro protagonista se non laiuto delle popolazioni colpite dal violento si-sma. Artisti, galleristi e semplici cittadini di ogni parte dItalia si sono uniti per fare qualcosa di concreto e raccogliere fondi per la ricostruzione di alcuni comuni andati letteralmente distrutti. Tutte le opere in ven-dita saranno visibili sul sito www.artquake.it a partire da unofferta minima dacquisto. Non chiederti cosa possono fare lo Stato o gli altri per loro. Chiedi-ti cosa puoi fare TU. Il progetto ARTquake solo uno dei tanti esempi positivi di ripresa post terremoto, con la speranza che, esempi del genere, siano da moni-to e aumentino il loro numero sempre di pi.

    (P)ARS CONSTRUENSSig. Terremoto, ti racconto un pochi siamodi Maria Livia Brunelli

    Edgard Varse and Le Corbusier - Pome lectronique

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    Albissola Marina, Balestrini Centro Cultura Arte Contemporanea, Mario Schifano. Le Grandi Tele,Dal 7 dicembre 2012 al 28 febbra-io 2013Info: Tel +39 338 8281563

    Bari, Muratcentoventidue Arte Contemporanea, Kaja Leijon Wasteland,Dal 15 dicembre 2012 al 31 genna-io 2013Info: www.muratcentoventidue.com

    Barga, Teatro dei Differenti, Arti Differenti/012,Dal 15 dicembre 2012 al 16 marzo 2013Info: www.ventidarte.weebly.com

    Bergamo, Traffic Gallery, Sinfonia in Bianco Minore,Dal 15 dicembre 2012 al 14 febbra-io 2013Info: www.trafficgallery.org

    Bologna, Blu Gallery, Sergio Dan-gelo. Opere Anni 60-70 e Oggetti di Inutile Poesia,Dal 15 dicembre 2012 al 28 genna-io 2013Info: www.blugallery.it

    Bologna, Galleria B4, Lolita Timo-feeva. Metamorfosi,Dal 18 gennaio al 7 marzo 2013Info: www.galleriab4.it

    Brescia, Galleria dellIncisione, Bruno Munari. Pensare Confonde le Idee,Dal 24 novembre 2012 al 30 genna-io 2013Info: www.incisione.com

    Brescia, Paci Contemporary, Lori Nix, Qualcosa cambiato,Dal 24 novembre 2012 al 12 feb-braio 2013 Info: www.pacicontemporary.com

    Catanzaro, Marca Museo Delle Arti, Angelo Savelli. Il Maestro del Bianco,Dal 15 dicembre 2012 al 30 marzo

    2013Info: www.museomarca.info

    Desenzano del Garda, Galleria Civica Gian Battista Bosio, Luca DallOlio-Penso solo a te,Dal 12 gennaio al 3 febbraio 2013Info: [email protected]

    Firenze, MNAF-Museo Nazionale Ali-nari della Fotografia, Guy Bourdin - A Message For You,Dal 9 gennaio al 10 marzo 2013Info: www.alinarifondazione.it

    Firenze, Galleria Frediano Farset-ti, Tentazioni dArtista,Dal 15 dicembre 2012 al 31 genna-io 2012Info: www.galleriafredianofarsetti.it

    Firenze, Palazzo Strozzi, Cornelia Klein. Frammenti. Opere in porcel-lana,Dall1 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013Info: www.mandragora.it

    Foligno, Ciac - Centro Italiano Arte Contemporanea, Edward Weston - Una retrospettiva,Dal 15 dicembre 2012 al 17 febbra-io 2013Info: www.centroitalianoartecon-temporanea.com

    Latina, Laranarossa Gallery, 2 SmallDal 15 dicembre 2012 al 26 genna-io 2013Ingresso liberoInfo: www.ersiliasarrecchia.it

    Livorno, Guastalla Centro Arte, MARK KOSTABI - FULL CIRCLE, dreaming Modigliani,Dall8 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013Info: www.guastallacentroarte.com

    Milano, Artra Art Gallery, The Superficial Essence of a Deep Ap-parence,Dal 16 gennaio al 16 febbraio 2013

    Info: www.artragallery.com

    Milano, Brand New Gallery, Naza-farin Lotfi/ love at last sight,Dal 15 gennaio al 9 marzo 2013Info: www.brandnew-gallery.com

    Milano, Castello Sforzesco, Ilaria Gianoli,Dal 16 gennaio al 17 marzo 2013Info: www.milanocastello.it

    Milano, Fabbri C.A. Contemporary Art, Alessandro Bergonzoni - Tutto torna come dopo,Dal 12 dicembre 2012 al 30 genna-io 2013Info: www.fabbricontemporaryart.it

    Milano, Galleria Poleschi Arte, Rino Valido. La Ricerca dellEqui-librio,Dal 5 dicembre 2012 all1 febbraio 2012Info: www.poleschiarte.com

    Milano, The Flat-Massimo Carasi, MICHAEL JOHANSSON - Still Lifes,Dal 18 dicembre 2012 al 23 febbra-io 2013Info: www.carasi.it

    Napoli, Museo Madre, Sol LeWitt. Lartista e i suoi artisti,Dal 14 dicembre 2012 all1 aprile 2013Info: www.museomadre.it

    Napoli, Palazzo Reale, Jimmie Dur-ham - Wood Stone and Friends,Dal 15 dicembre 2012 al 27 febbra-io 2013Info: www.fondazionemorragreco.com

    Palermo, Lanterna Magica, Kusa-kabe Kimbei. Fotografie,Dall8 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013Info: www.lanternamagica.eu

    Pavia, Castello Visconteo, I Colori del Tempo, Dal 9 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013Info: [email protected]

    ROUTESdi Gabriella Mancuso

    Mostre nazionali

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    Pistoia, Palazzo Fabroni, Scultura a Due Voci. Luciano Fabro, Fernan-do Melani,Dal 30 novembre 2012 al 10 feb-braio 2013 info: [email protected]

    Poggio a Caiano, Museo Ardengo Soffici, Ardengo Soffici. LEuropa in Toscana,Dal 14 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013info: www.museoardengosoffici.it

    Reggio Emilia, RezArte Contempo-ranea, Eclettica, Dal 15 dicembre 2012 al 27 genna-io 2013Ingresso liberoInfo: www.galleriarezarte.it

    Roma, Fondazione Volume, Miche-le De Lucchi - Colonne Portanti,Dall11 dicembre 2012 al 15 feb-braio 2013Info: www.fondazionevolume.com

    Roma, Macro, 6ARTISTA Francesco Fonassi / Margherita Moscardini,Dal 12 dicembre 2012 al 10 febbra-io 2013Biglietto intero: 12 euroBiglietto ridotto: 10 euroInfo: www.museomacro.org

    Roma, Maxxi, Jeff Koons,Dal 14 dicembre 2012 al 17 marzo 2013Biglietto intero: 11 euroBiglietto ridotto: 8 euroInfo: www.fondazionemaxxi.it

    Roma, Montoro 12, Dennis Oppen-heim - Device to Root Out Evil,Dal 17 gennaio al 28 febbraio 2013Ingresso liberoInfo: www.montoro12.it

    Roma, Museo Hendrik Christian Andersen, Luigi Ontani - Ander-SennoSognoDal 21 dicembre 2012 al 24 feb-braio 2013Ingresso gratuitoInfo: www.museoandersen.beni-culturali.it

    Roma, Palazzo Incontro, Elliott

    Erwitt - Fifty Kids,Dal 14 dicembre 2012 al 17 marzo 2013Biglietto intero: 8 euro Biglietto ridotto: 6 euroInfo: www.provincia.roma.it

    Torino, Gam, SURPRISE. Pietro Gal-lina. Ombre, profili, impronte,Dal 17 gennaio al 24 febbraio 2013Info: www.gamtorino.it

    Venezia, officina delle zattere, Atto Primo, Quattro Tempi,Dal 14 gennaio al 10 febbraio 2013Info: www.officinadellezattere.it

    Mostre internazio-naliBerlino, Factory Art, Data On Im-perfection. Mostra Collettiva,Dal 10 gennaio all8 febbraio 2013Info: www.factory-art.com

    Chemnitz, kunstsammlungen chemnitz, Mario Nigro. Werke 1952 1992,Dal 30 novembre 2012 al 3 febbra-io 2013Info: kunstsammlungen-chemnitz.justexpertise.de

    Parigi, Centre Pompidou, Dal,Dal 21 novembre al 25 marzo 2013Info: www.centrepompidou.fr

    Parigi, Istituto di Cultura Italiana, Alessandro Dandini de Sylva. Rebours (Paysages) Dal 24 novembre 2012 al 30 genna-io 2013 Info: www.iicparigi.esteri.it

    Vernissage nazionali

    Bergamo, Galleria Marelia Arte Moderna e Contemporanea, Light-ness,Dal 26 gennaio al 13 marzo 2013Info: www.galleriamarelia.it

    Merano, Merano Arte - Kunst Meran, Cindy Sherman. Thats Me - Thats Not Me. Le opere giovanili 1975-1977 Dall1 febbraio al 26 maggio 2013 Info: www.kunstmeranoarte.org

    Milano, Dep Art, Albero Biasi - Ri-lievi ottico-dinamici,Dal 15 febbraio 2013 al 27 aprile 2013Info: www.depart.it

    Milano, Fondazione Marconi, Hsiao Chin - Opere su carta. Dialo-go tra gli anni Sessanta e oggi,Dal 22 gennaio al 9 marzo 2013Info: www.fondazionemarconi.org

    Modena, Galleria Civica, Nam June Paik in Italia,Dal 16 febbraio al 2 giugno 2013Ingresso gratuitoInfo: www.comune.modena.it

    Rivoli, Castello di Rivoli, Ana Man-dieta - She Got Love,Dal 30 gennaio al 5marzo 2013Info: www.castellodirivoli.org

    Roma, Maxxi, Alighiero Boetti a Roma, Dal 23 gennaio al 6 ottobre 2013Info: www.fondazionemaxxi.it

    Roma, Reale Accademia di Spa-gna, Auguste Rodin. LInferno di Dante, Dal 29 gennaio al 4 marzo 2013Info: www.raer.it

    Spoleto, Aristocratic, Surreal. Tra realt e Immaginazione, Dal 23 gennaio al 3 febbraio 2013Info: www.artistocratic.com

    Torino, La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Gerhard Richter - Edizioni 19652012,Dal 31 gennaio al 21 aprile 2013Info: www.fondsrr.org

    Eventi

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    Bologna, Palazzo Re Enzo, Arte e Scienza in Piazza, Dal 19 gennaio al 10 febbraio 2013Info: www.artescienzainpiazza.it

    Palermo, Luoghi vari, I Biennale dArte di Palermo, Dal 10 gennaio al 3 febbraio 2013Info: www.biennaledipalermo.it

    Milano, Feltrinelli di Piazza Pie-monte, Tabk,Dal 19 gennaio al 18 maggio 2013 Biglietto: 12 euro Info: www.lafeltrinelli.it

    Segrate, Parco Esposizioni Nove-gro, Festival del fumetto,2-3 febbraio 2013Info: www.festivaldelfumetto.com

    Sesto San Giovanni, Cinema Rondi-nella, Rassegna Cinefestival, Dal 18 ottobre 2012 al 25 febbraio 2013Info: www.cinemarondinella.it

    IncontriBologna, Biblioteca dArte e di

    Storia di San Giorgio in Poggiale, Il nastro di Moebius. Dialoghi tra scrittori e fumettisti,16 gennaio, 1- 12 febbraio 2012Info: www.genusbononiae.it

    Cosenza, Palazzo Arnone, Lear-ning By Heart, laboratorio didat-tico,Dall11 gennaio al 14 febbraio 2013Info: www.articalabria.it

    Milano, Design Library, I Gioved del Design,Sostenibilit, progettualit, comuni-cazioneciclo di incontri dedicati ai creativiDal 10 ottobre 2012 al 22 giugno 2013Info: www.designlibrary.it

    Milano, Spazio Oberdan, Linguaggi del Tempo, ciclo di conferenze per riflettere su affreschi, fumetto e arte cinemato-graficaDal 18 ottobre 2012 al 18 marzo 2013Ingresso liberoInfo: oberdan.cinetecamilano.it

    Roma, Centro di Fotografia Speri-mentale Adams, Pinhole. Costru-isci. Inquadra. Stampa, Workshop gratuito26-27 gennaio 2013Info: www.csfadams.it

    Da vedereMolfetta, Varie sedi, Alberto Biasi. Prismi e Ombre,

    Dal 19 dicembre 2012 al 3 febbraio 2013Info: www.albertobiasi.it

    Prato, Automobile Club, Roberto Casati. Atargatis,Dal 12 dicembre 2012 al 31 genna-io 2013Info: www.kasauovo.com

    Roma, T293, Sonia Kacem. Drama-ticule, installazione site-specificDal 23 gennaio al 2 marzo 2013Info: www.t293.it

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    OPEN CALL di Gabriella Mancuso

    PREMI E CONCORSI

    Bologna, Concorso di fumetto Noi e gli Altriprimo premio: esposizione collettiva allinterno del festival BilBolBultermine ultimo di partecipazione: 27 gennaio 2013Info: www.gruppoyoda.org

    Milano, Premio Art Gallery. Quarta edizioneprimo premio: mostra personale al Palazzo delle Stelline, comprensiva di catalogo, ufficio stampa dedicato, curatela e vernissage termine ultimo di partecipazione: 2 febbraio 2013Info: www.associazioneartgallery.org

    Padova, AAF Cerca Young Talents, II edizione,primo premio: esposizione durante Affordable Art Fair Milano 2013.termine ultimo di partecipazione: 17 febbraio 2013Info: affordableartfair.com

    Torino, Faber. Quando la creativit incontra limpresaprimo premio: 12 premi speciali, messi in palio dai partner sotto forma di stage retribuiti, occasioni di alta formazione, servizi professionali gratuiti e sostegno economico.termine ultimo di partecipazione: 31 gennaio 2013Info: www.fabermeeting.it

    Il dolce auspicio Weezer - Island In The Sun

    Larte ha da sempre rappresentato un efficace mezzo espressivo attraverso il quale esprimersi e comunicare. La sua storia ci insegna come attraverso essa, ciascuno soddisfi il proprio bisogno di trovare una piacevole alterna-tiva alla frenesia della vita moderna. Larte, infatti, permette di migrare verso mondi altri, esprimere la propria visione delle cose, esorcizzare problemi e paure per imparare a superarli e giungere, cos, ad una diversa chiave di lettura del mondo che ci circonda.Questa grande capacit dellarte trova quanto mai conferma nel difficile oggi, dal momento che, essendo in con-tinuo fermento e in perpetua sperimentazione, larte conosciuta e apprezzata tramite i vari eventi artistici, pu e deve avere un ruolo di madre rigeneratrice, di amabile evasione, ponendosi, come uno svago capace di portare ad una nuova interpretazione della pesante quotidianit.Un celebre verso di Oscar Wilde recita: Una carta del mondo che non contiene il Paese dellUtopia non degna nemmeno di uno sguardo.Desiderio comune, quindi, che larte diventi il Paese Utopico da visitare per migliorare il proprio mondo reale, ma per quanto nella nostra turbolenta contemporaneit, nutrirsi di sola cultura resta solo una bella utopia, che avvicinarsi allarte arricchisce lanima, rimane una certezza!

    Gabriella Mancuso

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    LIMMANENTEE IL TRASCENDENTE

    Bisogna sempre essere ubriachi.Tutto qui: lunico problema. Per non sentire lorribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virt: come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sullerba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perch lebbrezza diminuita o scom-parsa,chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, allorologio, a tutto ci che fugge, a tutto ci che geme, a tutto ci che scorre, a tutto ci che canta, a tutto ci che parla, chiedete che ora ; e il ven-to, le onde, le stelle, gli uccelli, lorologio, vi risponderanno: ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre!Di vino, di poesia o di virt, come vi pare.

    Charles Baudelaire

    In occasione del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lip-sia, 1813 - Venezia, 1883), nasce la