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ANNO 53 | N°3-4 Giovani, facciamo ingranare il futuro MARZO | APRILE 2012 Avviate tutte le azioni del progetto Giovani Industriosi di Confindustria Trento

Trentino Industriale | marzo-aprile 2012

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Il bimestrale di Confindustria Trento.

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ANNO 53 | N°3-4

Giovani, facciamo ingranare il futuro

MARZO | APRILE 2012

Avviate tutte le azioni del progetto Giovani Industriosi di Confindustria Trento

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012

In fase di realizzazione nuova sedeCassa Rurale di Mezzocoronanel Complesso Palazzo Martini

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mar

io03

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

editoriale

7 Mani, testa e cuore

associazione

9 “Giovani, facciamo ingranare il futuro”

12 Assoservizi ottiene l’accreditamento Fse

14 Sportello con i notai per le reti d’impresa

17 Piccola industria, accordo con BTB

19 Siglato l’accordo con Coface Assicurazioni

20 “La Pec: obbligo o risorsa per le imprese?”

22 “Modelli 231, strumenti di prevenzione”

dossier

27 Le opinioni degli industriali trentini sulla congiuntura

aziende

24 Aquafil e Dana insieme per la cogenerazione

25 Aria di rinnovamento alla Tecnoclima

49 150 anni per il gruppo Sandvik

51 I&T Servizi da Lecce a Trento

52 Xpeppers, azienda "Agile" dell’IT

54 Openjob più Metis uguale Openjobmetis

innovazione

56 Tama decolla con il Kaizen

economia

58 Il settore porfido si dà nuove regole

edilizia

60 Dieci anni per il premio “Del Favero”

internazionalizzazione

64 Nuove opportunità dal continente africano

66 Nuove alleanze per Trentino Export

giovani

68 Dove c'è Barilla...

società

70 Rapporto Censis 2011: l’Europa detta l’agenda

rubriche

9 associazione

24 aziende

27 dossier

56 innovazione

58 economia

60 edilizia

64 internazionalizzazione

68 giovani

70 società

I prezzi indicati vanno maggiorati di I.v.a.

L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

Laura Canzian [email protected] 338 7789032 | F 0461 933551

Direttore ResponsabileAlessandro Santini

Comitato di RedazioneStefano OdorizziCarlo OdorizziRoberto Busato Gianni AnichiniPierangelo BaldoLorenzo GarbariPaolo AnghebenRoberto PisettaEduard Martinelli

RedazionePrimo Bee

Direzione, Redazione e AmministrazionePalazzo Stella, Via Degasperi, 7738123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551Internet: www.trentinoindustriale.come-mail: [email protected]

Progetto graficoGraffiti2000.com

StampaSaturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 - 822603

FotoArchivio fotografico Confindustria Trento, Panato, MoniQue Foto, KLR foto, Alessio Coser, Daniele Mosna, Rensi, Hugo Muñoz

EditoreAssociazione degli Industrialidella Provincia di Trento

PubblicitàITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551

Autorizzazione del Tribunale di TrentoN. 71 del 10 febbraio 1990

Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’UnioneStampa Periodica Italiana

INFORMATIVAAi sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati - con la garanzia di massima sicurezza - nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 - 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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www.trentinoindustriale.comil nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati

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ANNO 53 | N°3-4

Giovani, facciamo ingranare il futuro

MARZO | APRILE 2012

Avviate tutte le azioni del progetto Giovani Industriosi di Confindustria Trento

La pubblicità su Trentino Industriale significa:

11 mila copie ogni numero;

invio a tutte le industrie aderenti a Confindustria Trento e ad un selezionato elenco di imprese artigiane, turistiche,commerciali e di servizi;

invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti,commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;

invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;

articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;

presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori;

autorevolezza di una voce “targata” Confindustria.

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1.200 €PUBLIREDAZIONALE

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TRENTINO INDUSTRIALE Anno 53 | N. 3-4 Marzo-Aprile 2012

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR

edito

riale

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Li vediamo così, noi, i nostri giovani. Operosi, preparati e appassionati.

E infatti mani, testa e cuore sono i tre elementi che identificano il logo del proget-

to “Giovani industriosi”, che Confindustria Trento ha lanciato nei mesi scorsi per

aiutare i giovani a valorizzare il proprio talento e a fare sentire la propria voce.

Al progetto, ormai entrato nel vivo, abbiamo voluto dedicare la copertina di que-

sto numero di Trentino Industriale, che riporta l’immagine della campagna di co-

municazione. L’illustrazione parla chiaro. Sono i giovani che devono fare ingranare

il loro futuro, perché è solo con il loro contributo che riusciremo a fare ripartire il

Paese, riuscendo anche là dove le generazioni precedenti hanno fallito.

Mani. Quella della manualità è una dimensione che oggi è trascurata dal sistema

scolastico, con programmi di studio ricchi di nozioni ma carenti di esperienze

pratiche. Noi vogliamo dare la possibilità di recuperarle, queste esperienze, anche

solo limitatamente al periodo estivo, tramite lavori manuali in azienda. Ma il nostro

è anche un invito a darsi da fare, provando tutte le strade, senza arrendersi di

fronte ai fallimenti.

Testa. Giovani, studiate e impegnatevi. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. La

propria carriera si determina con la preparazione, la fatica e la tenacia. Da parte

nostra continueremo a batterci per una società davvero meritocratica, dove siano

i migliori ad essere premiati. Nelle aziende è così, altrove purtroppo no.

Cuore. Passione, passione e ancora passione. È la benzina che spinge ogni im-

prenditore, che lo motiva a lottare ogni giorno per raggiungere i suoi obiettivi. Noi

vogliamo aiutare i giovani a scoprire le loro passioni e a tradurle in lavori appagan-

ti. Questo vale per chi sogna di diventare imprenditore, ma anche per chi vuole

lavorare alle dipendenze di un’impresa. Per questo abbiamo attivato due azioni

specifiche, una rivolta alla valorizzazione dei talenti in azienda, l’altra per assistere i

giovani con progetti imprenditoriali.

In questi ultimi mesi stiamo incontrando molti giovani. Palazzo Stella, la nostra

sede, in alcune giornate è popolata di giovani, e questo ci fa davvero piacere.

Gli incontri e i focus group che stiamo svolgendo con loro ci stanno dando molti

spunti che saranno presto tradotti in proposte concrete, ma ci stanno soprattutto

confermando che ci sono molti giovani impegnati e appassionati.

È una buona notizia per il futuro di tutti noi.

Paolo Mazzalai

Mani, testa e cuore

Se lavori in proprio, possiamo fare business insieme.

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ufficiale dello scorso novembre in conferenza stampa, di strada ne è stata fatta. Quattro azioni per i giovani, per aiutarli a entra-re nel mondo del lavoro – come imprenditori o dipendenti – e per dare loro una voce.Ora è stata lanciata anche la campagna di comu-nicazione, con un’immagine creata appositamen-te per il progetto dall’illustratore Alberto Ruggieri, con il coordinamento di Plus Communications.

1. Solidi talentiLa prima azione è stata pensata per valorizzare i giovani talenti in azienda. A metà gennaio è stato chiuso il bando di selezione (davvero selet-tivo) al quale hanno risposto oltre 200 giovani. Sulla base dei CV sono stati quindi convocati un

centinaio di giovani per i colloqui motivazionali, condotti da Confindustria Trento con l’Agenzia del lavoro provinciale. Successivamente è iniziata la fase di matching con i profili richiesti dalle aziende e sono partite già le prime assunzioni.

2. ArgentovivoConfindustria Trento ha attivato un desk per la nuova imprenditorialità, situato a Palazzo Stella, a cui si possono rivolgere su appuntamento i gio-vani aspiranti imprenditori.L’Associazione si mette a disposizione dei giovani con progetti d’impresa. Un pool composto dai professional di Confindustria Trento offre gra-tuitamente una prima informazione in materia

Dal lancio

È il titolo della campagna di comunicazione del progetto Giovani Industriosi lanciato da Confindustria Trento. Chiusa la fase di selezione di giovani talenti, è partita la discussione sulla pagina Facebook.

“Giovani, facciamoingranare il futuro”

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associazione

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La pagina Facebook del progetto

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associazione

4. Parola ai giovaniConfindustria Trento vuole mettere a disposizio-ne dei giovani i propri canali di comunicazione. Quello dei giovani è un tema che va ormai di moda, ma a parlarne è troppo spesso chi giovane non è più. Ecco perché è stato costituito un fo-rum per i giovani, animato dai giovani.L’Associazione mette a disposizione la sua piat-taforma e la consulenza scientifica di Nadio De-lai, sociologo trentino di fama nazionale che sul tema dei giovani ha lavorato a lungo. Ma i conte-nuti ce li mettono gli stessi giovani.Negli ultimi mesi sono stati organizzati vari fo-cus group, moderati dallo stesso Delai, con pa-nel costituiti a turno da studenti, associazioni giovanili, genitori, insegnanti. L’obiettivo è stato stimolare la discussione e individuare i temi che stanno in cima all’agenda dei vari gruppi.Parallelamente è stata attivata una pagina su Fa-cebook (www.facebook.com/giovani.industriosi) per stimolare un dibattito online.I giovani che parteciperanno al dibattito (reale e online) saranno invitati all’assemblea generale di Confindustria Trento che si terrà nel prossimo autunno. Le migliori proposte saranno presentate dagli stessi giovani nel corso dei lavori. (as)

di legislazione, fiscalità, proprietà intellettuale, ricerca, agevolazioni, diritto del lavoro, ambiente e sicurezza.Al desk sono già stati presentati i primi progetti d’impresa, alcuni dei quali sono in fase di defi-nizione.

3. Dire, fare, lavorareL’idea è consentire agli studenti di svolgere la-vori estivi in azienda, per crearsi dei risparmi ed entrare in contatto con il mondo del lavoro. Lavorare in azienda, anche solo per un periodo di tempo limitato alle vacanze estive, può voler dire acquisire competenze spendibili in un cur-riculum e magari farsi conoscere e apprezzare da un’azienda.

Progetto “Giovani Industriosi”Contatti > Confindustria Trento - Area Education

T 0461 360000

[email protected]

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realtà che dai primi mesi del 2011 è divenuta società controllata e colle-gata interamente da Confindustria Trento, ha subito, dalla nomina del nuovo CdA una rior-ganizzazione aziendale in un’ottica di rilancio e di collaborazione di gruppo, ed una svolta ver-so l’implementazione e il raggiungimento degli obiettivi suggeriti dalla Giunta di Confindustria nonché raccolti direttamente dalla voce degli imprenditori.La società che si rivolge alle aziende associate, ma anche a realtà aziendali esterne al sistema confindustriale, come studi professionali ed enti pubblici, si occupa attivamente di servizi in materia di “Sicurezza nei luoghi di lavoro, nel campo della consulenza di direzione e dei

sistemi di gestione aziendali, in aree attinenti a specifici settori della gestione aziendale, ammi-nistrativi e produttivi, nonché all’ambito della formazione delle risorse umane”.Il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato spiega che con il 2011 la società è stata completamente riorganizzata, con l'obbiettivo di aprire nuovi orizzonti e potenziare alcune aree.“Il primo settore ad essere stato preso in esame – spiega Busato – è quello della formazione, che è tra i core business dell’azienda, nella consa-pevolezza che gli organismi per la formazione svolgono un ruolo primario per il miglioramen-to delle attività imprenditoriali”.Se un’impresa avverte il bisogno di formare i propri dipendenti in una qualsiasi delle mol-te aree aziendali, dalle discipline più tecniche fino ai corsi per l’apprendimento di una lingua (italiano o inglese), Assoservizi può assolvervi sia tramite un vasto catalogo che rinnova di anno in anno inserendo tematiche relative ad argomenti sempre attuali ed innovativi, sia re-alizzando singole attività formative o percorsi su misura cercando di soddisfare ogni richiesta che pervenga dai diretti interessati.

“L’azienda che ha necessità particolari – conti-nua Busato - ci contatta per esporci i propri fabbisogni formativi e il nostro staff si attiva progettando percorsi mirati alle specifiche esi-genze”. Di qui la necessità di crescere ulteriormente e affrontare il percorso di accreditamento al Fon-do sociale europeo. Il Fse, che a seguito di un iter articolato certifica lo standard qualitativo dell’ente formativo, verificato dalla Provincia autonoma di Trento su mandato delle istituzio-

assoservizi srl,

La società di servizi di Confindustria Trento ottiene l’accreditamento per accedere direttamente ai finanziamenti del Fondo sociale europeo, offrendo così nuove opportunità alle aziende associate.

Assoservizi ottiene l’accreditamento Fse

associazione

Alberto Taddei

KLR

foto

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ni europee, mette a disposizione finanziamenti che supportano le aziende per l’aggiornamento delle competenze del proprio personale. “Le società di formazione accreditate – spiega il presidente di Assoservizi Alberto Taddei – non sono molte in provincia di Trento e averlo con-seguito è un importante e prestigioso traguardo. Con l’accreditamento non siamo più costretti ad appoggiarci ad altre società per portare le nostre associate a partecipare ai bandi del Fse, ma pos-siamo accedervi direttamente. Sono bandi pro-vinciali, nazionali ed europei che garantiscono standard di qualità molto elevati nelle attività di formazione che possiamo svolgere per le azien-de”.Un ulteriore obiettivo sempre in ambito forma-tivo è quello, che si completerà in corso d’anno, di intensificare i rapporti di collaborazione con le territoriali del Sistema Confindustria presenti nelle province confinanti per favorire la logica di una rete per la formazione che consentirà di ampliare e potenziare l’offerta”. “Molte novità, quindi, su cui investire le nostre energie - conclude Taddei - che ci auguriamo por-teranno la nostra società ad essere un fiore all’oc-chiello per il gruppo Confindustria Trento e che soprattutto daranno nuovo slancio alla nostra attività”. (adb)

Se n’è andata in

punta di piedi, con

quell’eleganza e quella

discrezione che erano

il suo tratto distintivo

nella vita e nel lavoro.

Donatella Maniglio

ci lascia increduli e

un po’ più soli. Ma lascia soprattutto il marito Andrea e i

piccoli Aurora ed Elia, ai quali i colleghi di Confindustria

Trento si stringono affettuosamente.

Donatella era entrata in Associazione nel 1983, a soli 18

anni. Dapprima nella segreteria della Sezione Autonoma

dell’Edilizia, aveva lavorato nel servizio Sindacale e

successivamente nell’area Studi e Comunicazione.

Negli ultimi mesi le era stata affidata anche la segreteria

dell’area Marketing. Ovunque si era fatta apprezzare per

la disponibilità, la competenza e la professionalità con cui

svolgeva il suo lavoro.

Accettare una perdita è difficile, ma lo è ancora di più

quando il distacco è prematuro. Donatella ci ha insegnato

ad affrontare le difficoltà con forza e serenità. Faremo

tesoro del suo esempio. (as)

Ricordando… Donatella Maniglio

Per informazioni:

Assoservizi Srl

T 0461 935050

[email protected]

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era stata annunciata in occasio-ne del seminario sulle reti d’impresa organizza-to da Confindustria Trento lo scorso 25 genna-io. Roberto Oss Emer, membro di Giunta con delega per le reti d’impresa, aveva anticipato l’intenzione di costituire un tavolo con i notai per fornire alle aziende una prima consulenza sui progetti di aggregazione.Ora si sta entrando nella fase operativa. D’intesa con il Consiglio notarile di Trento e Rovereto, l’Associazione comunicherà alle aziende asso-ciate il calendario con cui a Palazzo Stella sarà possibile prenotarsi per un incontro. Al tavolo siederanno gli esperti dell’Associazione (che trat-tano non solo del contratto di rete, ma più in generale di aggregazioni tra imprese, qualsiasi sia la forma giuridica) e alcuni notai.

Le aziende potranno quindi ricevere informa-zioni sugli strumenti a disposizione (tipologie contrattuali, agevolazioni fiscali, incentivi pro-vinciali) e una prima consulenza sul progetto specifico. Gli incontri si svolgeranno su appun-tamento.Nel corso del seminario di gennaio erano stati ricordati gli elementi principali del contratto di rete. Ma si era parlato anche di altre forme di aggregazione, come i consorzi. Erano state por-tate, infatti, testimonianze delle reti d’impresa “Botteghe in rete” ed “Energy4Life”, ma anche del consorzio “Health innovation hub”.Al seminario erano intervenuti anche professio-nisti e accademici. Il presidente dei notai tren-tini Marco Dolzani aveva infatti inquadrato i profili giuridici del contratto di rete, mentre il

l’iniziativa

Nelle prossime settimane sarà attivata la task force tra l’Associazione e i notai per la consulenza alle aziende associate sulle reti d’impresa.

Sportello con i notaiper le reti d’impresa

associazione

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associazione

presidente dell’ordine trentino dei commercia-listi, Maurizio Postal, aveva messo in evidenza gli aspetti fiscali e contabili, offrendo soluzioni pratiche per superare alcune criticità dello stru-mento. Paola Iamiceli, docente dell’Università di Trento e membro di un team che svolge at-tività di ricerca sulle reti d’impresa anche per conto di Confindustria, ha analizzato il contrat-to di rete nell’esperienza nazionale.A poco più di un anno dal lancio ufficiale del nuovo strumento per l’aggregazione tra aziende, in Italia si contano più di 300 contratti con ol-tre 1.600 imprese coinvolte. (as)

Per informazioni:Confindustria Trento - Area Diritto d’Impresa

T 0461 360007 /-36

[email protected]

Vinitaly, export e soddisfazione per il Trentino L'edizione 2012 ha fatto registrare l'incremento degli ospiti provenienti dall'estero. Riscontri positivi per gli 80

produttori trentini e ottimi riscontri per il Padiglione 3 dove si trovava l'area comune degli espositori provinciali.

Ben 140.000 visitatori provenienti da 120 Paesi, bastano questi due dati per fare intendere l'internazionalità

della quattro giorni di Vinitaly 2012. Dati che hanno visto l'incremento delle presenze estere, il 35% del totale,

una crescita confermata dall'accredito di media provenienti da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia in testa),

con oltre 2.500 giornalisti in rappresentanza di oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online. Più dei

numeri, tuttavia, contano le sensazioni dei circa 80 produttori trentini, che promuovono la nuova formula dei

quattro giorni (con inizio di domenica) che ha raggiunto l'obiettivo di valorizzare la presenza di “addetti ai lavo-

ri”, buyer, seller, esperti, horeca e media, con ottimi riscontri soprattutto nella giornata di lunedì.

Una kermesse che i nostri produttori hanno interpretato come più “professionale” e che ha dato modo di

avviare contatti con i tanti operatori che hanno visitato gli stand, con riscontri positivi per l'area “comune” degli

espositori provinciali lanciata nel 2011 e progettata dall'architetto Michelangelo Lupo. L'area istituzionale del

Trentino - organizzata dall'Assessorato all'Agricoltura, Foreste, Turismo e Promozione della Provincia autono-

ma di Trento, dalla Camera di Commercio, da Trentino Marketing e da Trentino Sprint - ha funzionato bene,

registrando molta attenzione grazie anche alle degustazioni, organizzate nella nuova saletta “dedicata”, che

hanno fatto segnare il tutto esaurito. Ottimi feedback anche dagli assaggi al banco mescita Trentodoc, a quello

dei vini del territorio e a quello dell'Enoteca provinciale, che hanno fatto riscontrare – secondo i sommelier che

hanno avuto il contatto con il pubblico – maggiore attenzione e richiesta di informazioni rispetto agli anni scorsi.

Identiche sensazioni per Trentino Grappa, rappresentata da 29 produttori trentini, che ha saputo ritagliarsi un

suo spazio con i propri distillati.

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in cui le aziende segnalano crescenti difficoltà nei rapporti con le banche, a causa di restrizioni del credito e dell’inasprimento delle condizioni, per le piccole e medie imprese trentine si aprono nuove ipotesi di accesso al cre-dito.L’accordo tra la Piccola Industria di Confindustria Trento e la Banca di Trento e Bolzano (gruppo Intesa) - sancito nell’ambito dell’operazione da 10 miliardi di euro condotta a livello nazionale dal gruppo Intesa San Paolo - prevede che l’istituto di credito metta a disposizione delle Pmi che ope-rano sul territorio un plafond di 200 milioni di euro, equamente ripartiti tra le province di Trento e Bolzano. L’erogazione del credito non sarà indiscriminata: l’intervento di Banca di Trento e Bolzano andrà a sostenere le aziende che investono nella formazio-ne del personale, nelle reti d’impresa, nell’efficien-za energetica. A differenza delle precedenti, l’inte-sa – formalizzata nel mese di febbraio a Bolzano e a marzo a Trento – vincola dunque i prestiti al carattere strutturale delle iniziative promosse dalle aziende. I settori per cui si disciplina l’accesso al credito sono stati individuati sulla base dell’efficacia pro-messa in termini di crescita e di innovazione: si va dal sostegno ai progetti di qualificazione dei dipendenti all’incentivo delle buone pratiche le-gate al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, passando per la valorizzazione delle alleanze tra imprese, nella forma dell’acquisizione (nel caso in cui un’azienda sana inglobi una realtà in difficoltà), o in quella della rete (già posta in essere in provincia di Trento in 15 occasioni, e in via di definizione in un’altra decina di casi).Affiancata dagli specialisti di Mediocredito, Ban-

ca di Trento e Bolzano esaminerà i business plan delle aziende che chiederanno liquidità, per poi individuare le forme di finanziamento più ade-guate. Confindustria Trento, dal canto suo, opererà un monitoraggio costante dell’andamento dell’ac-cordo, onde verificare la migliore ricaduta delle misure.

Diversamente si opera nei confronti delle piccole e medie imprese che i mutui di riassetto al cre-dito non hanno fino ad oggi risollevato e per le quali si profila la chiusura: in questo caso Btb immagina soluzioni di accompagnamento verso la cessazione, con l’obiettivo primo di ridurre le conseguenze per imprenditori e lavoratori. L’accordo è stato firmato dal presidente del Co-mitato Piccola Industria di Confindustria Trento Alessandro Benedetti e dal direttore generale Btb Nicola Calabrò. Alla firma è seguito un incontro con gli imprenditori in cui sono intervenuti, oltre a Benedetti e Calabrò, Paolo Mazzalai, Presidente di Confindustria Trento, Mario Marangoni, pre-sidente Btb, Gian Luca Ajolfi, responsabile Impre-se Btb, Antonio Gezzele, responsabile triveneto Mediocredito Italiano e Sergio Anzelini, direttore Confidimpresa Trentino. (sb)

in un momento

Siglato il terzo accordo tra Piccola Industria di Confindustria Trento e Btb-Intesa, che porterà 100 milioni di finanziamento per le piccole e medie imprese.

Piccola industria,accordo con BTB

associazione

La Banca di Trento e Bolzano attiva un plafond di 200 milioni di euro per le piccole e medie imprese del Trentino - Alto Adige. Saranno finanziati i progetti per la crescita dimensionale e l'innovazione.

TECNOLOGIE PER LA SICUREZZA E LA COMUNICAZIONE

Da oltre trent’anni NICOM SECURALARM si occupa di sicurezza e comunicazioneDa più di trent’anni la ditta Nicom Secur-alarm Srl si occupa con successo del-la sicurezza e della comunicazione per aziende, uffi ci pubblici, alberghi e case private, all‘insegna di un‘ottima assi-stenza e qualità. Il settore degli impianti antintrusione è in continua evoluzio-ne, come dimostrano le soluzioni più attuali e tecnologicamente avanzate. Soprattutto in ambito professionale la crescente esigenza di sistemi di sicurezza è particolarmente evidente: un furto con scasso spesso non solo può rappresentare un‘enorme perdita, ma causare addirit-tura la fi ne di un‘esistenza professionale. Le caratteristiche dei moderni impianti d’allarme, devono dunque rispecchiare nella loro diversità la complessa varietà degli edifi ci da proteggere. Economicità, funzionamento sicuro, facilità di utilizzo e compatibilità con impianti preesistenti sono le caratteristiche qualitative richieste oltre naturalmente ad una protezione sicura da eventuali tentativi di scasso. Assicurare tutto ciò è l‘obiettivo primario.

Grazie alla pluriennale esperienza e alla collaborazione con partner selezionati, gli esperti della Nicom Securalarm sono in grado di individuare punti deboli e lacune della sicurezza, e di adottare adeguati provvedimenti. Nicom Securalarm non solo fornisce tutti i prodotti necessari, ma svolge anche la progettazione, l‘in-stallazione e la manutenzione dei sistemi. Naturalmente non può mancare la consu-lenza professionale, seria e competente da parte di personale qualifi cato. L‘offerta comprende impianti d‘allarme con tutte le tecniche di collegamento, impianti di video-sorveglianza, di rivelazione d‘in-cendi e di controllo accesso. Negli anni la Nicom Securalarm ha am-pliato il suo sortimento ed oramai da oltre vent’anni è un partner affi dabile per piccoli e grandi realtà, per sistemi di telefonia VOIP e tradizionali, impianti di videoconferenza, evacuazione sonora e rivelazione presenze. A questi si aggiun-ge un sistema completo di cablaggio strutturato sia in rame che a fi bre ottiche.

Nicom Securalarm è il partner ideale per la sicurezza e comunicazione.

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Sede: BolzanoVia degli Artigiani, 49Tel. 0471 324046, Fax 0471 324054

Fil. Trentino: Pergine ValsuganaVia Monte Cristallo, 13Tel. e Fax 0461 533241

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Durante

di PIERANGELO BALDO

Per le aziende associate a Confindustria Trento saranno disponibili nuovi strumenti per la tutela del credito commerciale.

Siglato l’accordo conCoface Assicurazioni

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associazione

il seminario “Gli strumenti per la tu-tela del credito commerciale” che si è svolto lo scorso 21 marzo nella sede di Confindustria Tren-to, è stato tra l’altro presentato l’accordo sottoscrit-to con Coface Assicurazioni Spa, primario attore del settore che opera da oltre 60 anni con gli stru-menti del credit management.L’incontro è stato aperto da un intervento del pre-sidente dell’Associazione Paolo Mazzalai, che ha posto l’accento sull’importanza di una gestione oculata del credito commerciale da parte delle im-prese. Queste ultime si trovano talvolta a fungere da “banca” al cliente, a maggior ragione in uno scenario negativo come quello attuale, con una grave crisi di liquidità del sistema e un’oggettiva difficoltà a incrementare le proprie linee di credi-to a breve presso gli istituti bancari.Antonella Vona, responsabile Marketing e Comu-nicazione di Coface, ha sviluppato un’interessan-te e aggiornata panoramica della situazione del credito commerciale e dell’analisi del rischio, raf-frontando la situazione italiana con quella degli altri Stati Ue e dei paesi in via di sviluppo. Luca Pasquali, Agente generale Coface, ha invece ana-lizzato più nel dettaglio gli strumenti che l’impre-sa può utilizzare per cautelarsi da possibili insol-venze o comunque ridurre il rischio commerciale.Un’interessante testimonianza aziendale è stata portata da Maurizio Vicari di Cartiere del Garda Spa, azienda che da molti anni utilizza sistemati-camente l’assicurazione del credito commerciale.Il presidente del Comitato piccola industria Ales-sandro Benedetti ha rimarcato l’importanza di poter disporre di informazioni sulla solvibilità dei clienti e di strumenti per la gestione e l’assicu-razione del credito anche per le piccole imprese, per le quali “incidenti di percorso” o insoluti di

importo elevato possono avere conseguenze gra-vissime.L’accordo tra Associazione e Coface, operatore pre-sente in tutto il mondo e in grado di fornire alla clientela un servizio completo, personalizzato o modulato a seconda delle esigenze, è finalizzato a consentire alle aziende di poter accedere a infor-mazioni tempestive online con un rating di affi-dabilità del cliente, consulenze efficaci, strumenti alternativi alla fideiussione bancaria, strumenti per ridurre il rischio di insolvenza. E ciò poten-do contare su una scontistica sul listino standard, pacchetti personalizzati, riduzione dei costi di istruttoria per le pratiche di assicurazione crediti, azzeramento delle spese di istruttoria per polizze fideiussorie per cauzioni, con la possibilità di po-ter incontrare i referenti Coface anche in incontri organizzati presso l’Associazione.

Per informazioni:Confindustria Trento - Area Economia d’Impresa

T 0461 360007 /-24

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ha avuto luogo un ulterio-re approfondimento relativo alle peculiarità della Posta Elettronica Certificata. Lo scorso 1° febbra-io, infatti, ha avuto luogo un seminario di taglio pratico che ha illustrato ai numerosi presenti le modalità di utilizzo di questo nuovo strumento affrontando con i partecipanti quesiti e proble-matiche riscontrate con il suo impiego.Il relatore, Tomaso Santi – amministratore dele-gato di Nei Spa, società di servizi delle associa-zioni industriali del Triveneto e di altre territo-riali – ha ricordato che con lo sviluppo massiccio dell’informatica e di internet sono nati nuovi strumenti di comunicazione che hanno messo in crisi il concetto tradizionale di documento cartaceo comportandone la smaterializzazione e creando un nuovo tipo di documento: il do-cumento informatico, che per essere equiparato al documento tradizionale ed avere l’efficacia di una scrittura privata deve essere sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale.La casella di posta elettronica certificata (Pec), regolata da apposita normativa e rilasciata da un gestore autorizzato, consente di scambiare messaggi e documenti allegati con la massima sicurezza e con lo stesso valore legale della rac-comandata con ricevuta di ritorno e può essere utilizzata per la trasmissione di tutti i tipi di in-formazioni e documenti in formato elettronico consentendo di certificarne la provenienza, l’in-vio, l’integrità, l’avvenuta consegna, la data e l’ora del messaggio scambiato tra il gestore di Pec del mittente e quello del destinatario.Oltre alle caratteristiche di semplicità ed imme-diatezza della posta elettronica comune, la Pec offre: garanzia di sicurezza nella trasmissione, identificazione certa del mittente del messaggio,

possibilità di legare in maniera certa ed opponi-bile a terzi la trasmissione del messaggio con il documento trasmesso.Il servizio di Pec si rivolge a tutti, dalle pubbliche amministrazioni al privato (cittadino o azienda) con un sistema capace di generare risparmi sul piano economico e di facilitare i rapporti sia tra privati che tra privati e pubblica amministrazio-ne. Si utilizza prevalentemente in tutti quei casi in cui si vuole avere la certezza che un documento arrivi a destinazione avendo nel contempo prova opponibile dell’invio e della consegna (contratti, fatture, convocazioni, cedolini paga, ecc.).I punti di forza del sistema sono: economicità (abbattimento dei costi derivanti dagli strumenti tradizionali: raccomandate, fax, ecc.), semplicità e rapidità di utilizzo (non necessita di nuovi stru-menti; si utilizzano le consuete piattaforme per la

gestione della comune posta elettronica), comodi-tà (è utilizzabile da qualsiasi postazione di lavoro con la possibilità di invio della posta a più desti-

in associazione

di FIAMMETTA NICOLETTI

Sono stati illustrati in un seminario organizzato da Confindustria Trento opportunità e dubbi sull’utilizzo del nuovo strumento della posta elettronica certificata.

associazione

“La Pec: obbligo o risorsa per le imprese?”

La Pec offre: garanzia di sicurezza nella trasmissione, identificazione certa del mittente del messaggio, possibilità di legare in maniera certa ed opponibile a terzi la trasmissione del messaggio con il documento trasmesso.

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Il 77% delle società trentine ha un proprio indirizzo di

posta elettronica certificata (P.E.C.)

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impresa iscrivendoti al corso gratuito di formazione on-line

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

natari azzerando i tempi di consegna ed evitando code agli sportelli), valore legale (alle ricevute di avvenuta consegna è riconosciuto il pieno valo-re legale rendendole opponibili a terzi in caso di contenzioso), impossibilità di spam e control-li antivirus da parte dei gestori, interoperabilità delle comunicazioni con tutti i gestori Pec.Per l’utente l’unica differenza dalla tradiziona-le posta elettronica è che ad ogni invio di un messaggio corrispondono delle ricevute che ne attestano l’invio e la consegna al destinatario. In realtà, dietro a queste ricevute c’è un sofisticato sistema tecnologico ed organizzativo a garanzia delle trasmissioni di posta elettronica certifica-ta; tutta l’infrastruttura tecnologica e la gestione del servizio Pec effettuato da operatori certificati, sono costantemente sotto il controllo e la verifica tecnica dell’ente preposto (Digitpa) per la comple-ta tutela dell’utilizzatore della Pec.È importante segnalare che la Pec certifica che in un dato momento è stata inviata una certa comunicazione unitamente agli eventuali allegati senza tuttavia certificare il contenuto degli alle-gati stessi; la certificazione del contenuto del do-cumento si effettua tramite la firma digitale e la marca temporale che la Pec non sostituisce.In particolare: solo inviare o ricevere email Pec-to-Pec garantisce la validità legale della Pec e del suo contenuto. Come per le normali email, la casella di posta va periodicamente controllata ed a tal fine è pos-sibile, al momento dell’attivazione del servizio, indicare un indirizzo email normale, sul quale verrà inviato un messaggio che avvisa dell’arrivo di un’email Pec, oppure attivare un alert tramite Sms al proprio numero di cellulare.Al termine dell’esposizione, nella quale sono stati approfonditi anche i temi della marcatura tem-porale dei documenti informatici e della firma digitale ed è stata illustrata la possibile evoluzio-ne di tali strumenti, sono stati chiariti – nel corso di un vivace dibattito – i dubbi, le perplessità e le incertezze dell’uditorio che ha molto apprezza-to la chiarezza e la linearità dell’esposizione del relatore.

Posta elettronica certificata e firma digitale

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impone di soffermarsi su profili di re-sponsabilità e di rischio per le imprese. Purtroppo di rischio nelle sedi penali, come ha ricordato il vice-presidente di Confindustria Trento Antonello Briosi aprendo i lavori.Il problema posto dalle disposizioni normative con-siste nel fatto che le violazioni contestate penalmente ai vertici aziendali vengono simultaneamente adde-bitate all’impresa, perché si presume che la condotta sia in qualche misura riconducibile alle ordinarie po-litiche aziendali. Questo perché si ritiene che l’impre-sa abbia assunto impropriamente dei rischi eccessivi o per converso ne abbia sottovalutato la portata nel caso di comportamenti incauti o negligenti, rilevanti ad esempio in ambito infortunistico ed in campo ambientale.Le società si trovano dunque esposte con il proprio patrimonio, ma non solo: le conseguenze sull’attività commerciale possono essere pesantissime se soltanto dovessero trovare applicazione le cosiddette misure

“interdittive” che vanno dall’impossibilità di contrat-tare con le pubbliche amministrazioni, al divieto o revoca di finanziamenti pubblici fino alla sospensio-ne di autorizzazioni e licenze e persino dell’attività di business tout court.Le recenti sentenze sui casi ThyssenKrupp e amianto-Eternit, pur attenendo a particolari vicende di forte

coinvolgimento emotivo, dimostrano come il mecca-nismo di estensione della responsabilità dalle perso-ne alle imprese che quest’ultime rappresentano sia ormai entrato a pieno titolo tra gli strumenti di ordi-naria applicazione da parte dei giudici.Quale può essere la via d’uscita rispetto alla piena identificazione tra l’impresa ed i suoi esponenti di vertice? La legge ne prospetta una soltanto, cioè l’ado-zione di modelli di organizzazione e controllo che – se correttamente applicati – possono fungere da sal-vacondotto per l’impresa. Essi possono costituire un’occasione preziosa per ri-condurre in una cornice unitaria – costruita all’inse-gna della massima essenzialità – quella molteplicità di spezzoni sparsi che già troviamo all’interno del-le organizzazioni aziendali, spesso perché le norme li hanno imposti, con difficoltà di coordinamento tutt’altro che trascurabili.Una condizione va rispettata: non più quintali di car-ta con interi cataloghi di buone azioni e di buone in-tenzioni, bensì un sistema di controllo assolutamente essenziale nel presidiare gli snodi fondamentali ed i rischi reali dentro i processi aziendali.Questo significa agire in modo che la prevenzione diventi parte integrante del “fare impresa”. La chiave di lettura, con cui Confindustria Trento guarda al tema dei Modelli 231, in definitiva, tiene unite tre essenziali idee di fondo:- prevenzione, come obiettivo da raggiungere in mi-sura più incisiva per quanto attiene al governo dei rischi naturalmente connessi all’esercizio di qualsiasi attività d’impresa; - integrazione, come criterio guida che salvaguarda quanto è già presente all’interno delle nostre strutture e lo proietta in una logica unitaria; - essenzialità, sul piano delle forme, cioè meno decla-mazioni e più sostanza.

il tema

di PAOLO ANGHEBEN

Si è tenuto a Palazzo Stella un seminario sulla responsabilità delle aziende prevista dal Dlgs. 231/2001, con un focus sulle violazioni ambientali.

“Modelli 231,strumenti di prevenzione”

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sull’Alto Garda peseranno 500 tonnel-late di anidride carbonica in meno. È questo uno dei benefici dovuti all’accordo stret-to a fine febbraio tra Aquafil e Dana, partner di un’alleanza che si profila virtuosa in termini di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico ed economico.I due colossi dell’industria trentina, anche e ne-cessariamente in virtù della prossimità degli stabilimenti (entrambi hanno sede nella zona industriale di Linfano, ad Arco), hanno convenu-to sull’opportunità di condividere l’impianto di cogenerazione dell’uno attraverso un sistema di teleriscaldamento collegato all’altro. Il progetto prevede che il calore in eccesso gene-rato dall’impianto di cogenerazione di Acquafil nella produzione delle fibre di nylon vada a ri-scaldare ambienti di lavoro e impianti tecnologi-ci di Dana, multinazionale americana del settore automotive.I dati illustrati da Rino Tarolli, presidente di Dana Italia, e Giulio Bonazzi, presidente di Aquafil, in

occasione della firma dell’accordo parlano chiaro.Attraverso una rete di tubature che collega le due centrali, 40 metri cubi d’acqua transitano ogni ora da Aquafil a Dana alla temperatura di 80 gradi: abbastanza per consentire a Dana di rinunciare a 240mila metri cubi di gas metano all’anno, per una riduzione di emissioni nocive pari a 500 ton-nellate. Valori che raddoppieranno nel 2013, quan-do è previsto il secondo step del progetto: allora saranno 500mila i metri cubi di metano rispar-miati, per un abbattimento di oltre un migliaio di tonnellate di anidride carbonica. Non a caso, il progetto è valso il Premio Energia Trentino 2011, conferito nell’ambito del Premio Ambiente Euregio al “miglior progetto trentino in materia di utilizzo razionale dell’energia e di pro-duzione di energia da fonti rinnovabili”, perché

“esempio di collaborazione multiaziendale basato sull’analisi dei fabbisogni e delle disponibilità di due diverse industrie che, essendo limitrofe, pos-sono ottimizzare l’impiego delle risorse energeti-che e diminuire complessivamente i consumi, i costi e le emissioni in atmosfera”.La messa in opera della rete di teleriscaldamento è costata 110mila euro: somma che si prevede di ammortizzare in 10 mesi. Per Dana il taglio dei consumi verrà dalla con-trazione dell’uso della propria caldaia, poiché l’acqua bollente acquisita è in grado di riscaldare l’80% dell’intera area produttiva dello stabilimen-to. Aquafil, dal canto suo, risparmierà tanta ener-gia quanta ne è stata fino ad oggi necessaria al raffreddamento della stessa acqua bollente ceduta.La strada è segnata. La speranza dei vertici delle aziende, espressa da Tarolli e Bonazzi, è che altri impianti di produzione confinanti possano giun-gere a condividere le stesse sinergie. (sb)

nel 2012

L’intesa realizzata dalle due aziende di Arco prevede l’utilizzo del calore in eccesso prodotto dagli stabilimenti di Aquafil per scaldare gli ambienti di Dana.

Aquafil e Dana insieme per la cogenerazione

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Giulio Bonazzi e Rino Tarolli

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settimana è Ilaria Vescovi il nuovo amministratore delegato di Tecnoclima Spa. Dopo quasi quarant’anni, il fondatore Al-fonso Vescovi lascia il timone dell’azienda alla figlia, già presidente di Confindustria Trento dal 2007 a metà 2011. Il figlio Giulio gestisce invece una nuova società autonoma con sede a Mosca, la Tc Energia, con 12 dipendenti russi, di cui 4 ingegneri. Il patron si ritira, ma lascia nelle mani di coloro che sono cresciuti in azienda e che assieme a lui hanno contribuito a farla cre-scere. Un passaggio di testimone nel segno della fiducia e della continuità. Un nuovo punto di partenza, non un punto di arrivo.

A Ilaria e Giulio, Alfonso Vescovi consegna un’azienda da 20 milioni di euro l’anno per lo stabilimento produttivo principale di Pergine Valsugana, più 3 milioni della controllata rus-sa. Ilaria Vescovi si trova al vertice di un’im-presa fortemente internazionalizzata (il 70% del fatturato proviene dall’export) con una lunga tradizione e la solida impostazione valoriale dell’azienda a conduzione familiare. Alfonso Vescovi avviò l’attività nel 1973, quando vantava già un’esperienza consolidata nel set-tore. Dopo la fine della guerra aveva iniziato a lavorare con un diploma di perito industria-le meccanico: primo impiego alla ditta Winter,

Da qualche

Il fondatore Alfonso Vescovi passa il testimone ai figli. Ilaria diventa amministratore delegato di Tecnoclima, mentre Giulio fa decollare Tc Energia, nuova azienda del gruppo con base a Mosca.

Aria di rinnovamentoalla Tecnoclima

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Da sinistra:Ilaria, Alfonso e Giulio Vescovi

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22 anni. Giulio da 18. Adesso tocca a loro. E pro-prio con l’attività di Giulio si guarda al futuro con ottimismo. Il mercato russo è strategico. L’ex Unione So-vietica è un Paese immenso dove in inverno le temperature scendono diverse decine di gradi sotto lo zero e dove c’è tanto bisogno di scalda-re. Giulio si è trasferito a Mosca per seguire da vicino l’incursione sul nuovo mercato, in gran-dissima espansione. I prodotti Tecnoclima per il riscaldamento di grossi siti industriali stanno avendo molto successo. Un’importante commes-sa è stata da poco ottenuta per un valore di 1,6 milioni di euro per la realizzazione di grandi strutture. Si tratta di 22 megacondizionatori da 5 metri di altezza per l’Altaivagon di Novoaltasik, azienda della Siberia sudoccidentale. Il marchio conta 9mila dipendenti. I condizionatori Tec-noclima saranno posizionati al di fuori degli stabilimenti per scaldare gli interni e dovranno funzionare a una temperatura di 35 gradi sotto-zero. Per mettere a punto i nuovi macchinari i dipendenti russi di Tecnoclima hanno lavorato 58 ore alla settimana. Passione e coraggio, come insegna Alfonso Vescovi. (adb)

aziende

dove si producevano caldaie. Alla Winter Ve-scovi realizzò subito un progetto tutto suo, una stufa a combustione forzata che il ministero dell’Agricoltura volle per i suoi uffici romani. La Winter fu poi assorbita dalla Bini di Rovereto (industria meccanica che produceva forni per pasta e pane), che ad Alfonso offrì presto incari-chi importanti. Sotto la sua gestione la Bini mol-tiplicò i fatturati nel settore della produzione areotermica. Poi accadde qualcosa. Le idee di Al-fonso Vescovi erano buone e numerose. Troppo promettenti per un lavoro da dipendente. Così, quando all’inizio degli anni 70 Alfonso incon-tra l’industriale Giordano Riello, non si lascia scappare l’occasione e fonda la Tecnoclima Spa. È il 1973 e l’azienda trova sede a Pergine. Circa il 30% del capitale è di Vescovi, il restante 70% di Riello. Sull’esperienza di Vescovi il marchio cresce con soluzioni innovative adattandosi ai cambiamen-ti del mercato e rivolgendosi all’estero. Tecno-clima si specializza nella produzione di appa-recchiature per il riscaldamento, trattamento e condizionamento ad aria, termoventilazione, essiccazione e recupero di calore. E quando, alla fine degli anni 90, a Vescovi si presenta la scelta di vendere la sua quota o acquistare le quote mancanti, l’imprenditore sceglie con coraggio di investire. D’accordo con i figli, prende i risparmi di famiglia e acquista. La strada è quella giusta, se è vero che negli anni 2000 l’impresa si rivolge con sempre maggior successo all’estero e si im-pone come leader del settore. Tecnoclima occupa oggi un’area di 40mila metri quadrati, è altamente specializzata, si serve del-le tecnologie più avanzate con 300 modelli di prodotti esportati in oltre 40 Paesi per il riscal-damento e condizionamento di ambienti indu-striali, civili, agricoli, residenziali e per impieghi di emergenza. Classe 1930, a 81 anni Vescovi si ritira e passa il testimone a Ilaria. Sarà lei a decidere, con lo sguardo fuori campo del patron dell’azienda pronto a mettere a disposizione dei figli espe-rienza e giudizio. Ilaria lavora con il padre da

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MAR-APR/2012

a cura di:Primo BeeAlessandro RigoniAlessandro Santini

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Indagine semestrale sul “sentiment” delle imprese

I. In sintesi

II. Il quadro congiunturale generale

1. L’attuale fase economica

2. L’evoluzione a breve dell’economia

3. Le performance attuali delle imprese

4. L’indice di soddisfazione

5. Le performance a breve

6. L’indice di ottimismo

7. Focus: istituzioni e scelte per affrontare la crisi

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In sintesi

L’indagine sul sentiment degli imprenditori trentini – svolta da Confindustria Trento con la Fondazione Nord Est e il sostegno di Mediocredito del Trentino Alto Adige – relativa al secondo semestre 2011 eviden-zia un trend negativo in ulteriore ribasso rispetto a quanto emergeva dai risultati della rilevazione dello scorso luglio.

Quasi due imprenditori su tre (61%) esprimono una valutazione di flessione circa l’andamento dell’eco-nomia trentina, mentre sono in sensibile calo anche i giudizi di stazionarietà (35%). Preoccupa inoltre, che solo il 4% del campione abbia colto qualche segnale di miglioramento.

Con riferimento agli altri ambiti territoriali conside-rati le valutazioni di flessione interessano particolar-mente il contesto nazionale (80%) e in misura solo leggermente più contenuta l’economia del Nord Est (70%), mentre per l’economia internazionale, nono-stante un raddoppio di giudizi di flessione, prevalgo-no ancora i giudizi di crescita (44%) o di stazionarietà (27%).

Le previsioni per i prossimi mesi non lasciano in-travedere significativi cambiamenti di rotta rispetto alle valutazioni di consuntivo del decorso semestre: le aspettative di flessione (49%) prevalgono ancora in modo deciso rispetto a quelle di crescita, a conferma che gli imprenditori trentini del campione non si attendono nel breve periodo un miglioramento del trend congiunturale.

A livello aziendale i giudizi degli imprenditori tren-tini evidenziano un quadro contraddistinto da una prevalente normalità, anche se i giudizi negativi pre-valgono nettamente rispetto a quelli positivi. A soffri-re maggiormente sono gli ordini, mentre solo le ven-dite all’estero si mantengono su livelli soddisfacenti, segnando addirittura un lieve miglioramento rispetto al semestre precedente.

Le attese a breve circa l’andamento dei singoli pa-rametri aziendali evidenziano come, in un contesto che vede prevalere nettamente aspettative di stazio-

narietà, si riscontri una maggioranza delle previsioni negative rispetto a quelle positive, fatta eccezione per le vendite all’estero.

L’approfondimento dell’indagine si è focalizzato sull’attuale difficile fase congiunturale. In particolare, al panel degli imprenditori trentini è stato chiesto di esprimere una valutazione sui principali protagonisti del contesto economico-istituzionale sui quali riporre maggiore fiducia per affrontare la crisi. Le risposte hanno evidenziato come il livello di fiducia preva-lente sia riposto nei piccoli-medi imprenditori, nel Presidente della Repubblica, nel Governo e nelle asso-ciazioni imprenditoriali.

In particolare, per quanto riguarda la nomina del Governo tecnico, due imprenditori su tre considera-no obbligata la scelta di conferire l’incarico a Mario Monti vista la mancanza di alternative politiche per-corribili, la quasi totalità auspica comunque che esso arrivi a fine legislatura, anche se solo il 25% condivide le scelte fino ad ora operate.

Gli imprenditori trentini ritengono che l’attuale si-stema elettorale debba essere modificato prima delle prossime elezioni: le alternative sono a favore di un modello proporzionale (51%) e, in misura minore, di quello maggioritario (36%).

Alla domanda circa il contributo che possono appor-tare le principali istituzioni internazionali al supera-mento dell’attuale fase recessiva, le risposte si concen-trano sul ruolo determinante dell’Unione Europea e in misura nettamente inferiore su quello del Governo italiano e del Fondo Monetario Internazionale.

Infine, l’indagine ha cercato di cogliere il contributo dell’euro nell'arginare la recessione degli ultimi anni. Il 60% degli imprenditori intervistati ritiene che la moneta unica europea abbia svolto un’azione positi-va nel contrastare gli effetti della crisi e che i proble-mi dell’economia italiana non dipendano dall’euro. Un terzo del campione, pur esprimendo perplessità sull’euro, ritiene che un ritorno alla lira sarebbe co-munque troppo rischioso.

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In deterioramento l’economia mondiale…Il quadro economico globale ha su-bito una sensibile battuta d’arresto a partire dalla metà dello scorso anno, soprattutto a causa dell’accentuar-si della crisi dei debiti sovrani, dal rallentamento dei Paesi emergenti, dagli effetti delle politiche di bilan-cio restrittive e dal peggioramento delle ragioni di scambio causato, in particolare, dai rincari delle materie prime. Inoltre, l’instabilità dei mercati finanziari, con la conseguente caduta del valore delle azioni, ha determina-to un aumento della sfiducia facendo ridimensionare i piani di spesa di fa-miglie e imprese.

…e in Italia una nuova fase recessiva Il Pil italiano è tornato a diminuire nel terzo e quarto trimestre dello scor-so anno, rispettivamente dello 0,2% e dello 0,7% in termini congiuntura-li, determinando una fase di reces-sione tecnica che si ha appunto nel momento in cui il prodotto interno lordo è di segno negativo per due tri-mestri consecutivi. L’uscita da questo trend non dovrebbe avvenire prima del 2013, almeno stando alle più re-centi previsioni del Centro Studi Con-findustria (CSC) che indicano per l’an-no in corso una contrazione dell’1,6%.

L’attività delle impreseNell’ultimo trimestre del 2011 l’attività industriale si è indebolita e anche i giudizi degli imprenditori sul trend congiunturale e sulle prospettive di breve termine sono peggiorati. Nel contempo la redditività operativa delle imprese è rimasta invariata e l’autofinanziamento è diminuito. In particolare, le condizioni di contesto in cui operano le aziende hanno de-terminato una contrazione della do-manda, accompagnata da crescenti tensioni sui mercati finanziari, con conseguente difficoltà di accesso al credito e diminuzione della liquidi-tà. In particolare, i dati Istat relativi al mese di gennaio, indicano un calo della produzione industriale del 2,5%

in termini congiunturali, mentre la contrazione tendenziale, nello stesso mese, risulta pari al 5%.

Permangono deboli i consumi delle famiglie… Nel corso del 2011 la dinamica dei consumi delle famiglie è stata quasi piatta (0,6%), in rallentamento anche rispetto ai già contenuti livelli del 2010, mentre per l’anno in corso è attesa un’ulteriore diminuzione pari all’1%. Tale contrazione sarà determi-nata presumibilmente dall’attesa ri-duzione (-1,4%) del “monte retributivo reale”.

…fiacchi anche gli investimentiLa domanda per investimenti fissi lordi è aumentata dell’1,1% nel 2011, dimezzando il risultato del 2010, mentre le attese per l’anno in corso, stimate dal CSC, dovrebbero segnare una contrazione del 4,8%. Nel consun-tivo dello scorso anno gli investimen-ti sono stati sostenuti dalla spesa in macchine e mezzi di trasporto, men-tre in controtendenza sono stati gli investimenti in costruzioni (-2%). Per il 2012, le previsioni di Confindustria indicano, per le stesse voci, un calo pari rispettivamente al 4,5% e al 5,1%. A condizionare le scelte di investimento contribuiscono fattori quali il ridotto utilizzo della capacità produttiva, la bassa redditività e le difficoltà di ac-

cesso al credito. In particolare, gli in-vestimenti nelle costruzioni risentono del calo sia della componente pubbli-ca, dovuta ai tagli decisi per ridurre il deficit, sia di quella residenziale detta-ta, in particolare, da una crescente dif-ficoltà di accesso ai mutui ipotecari.

L’export perde colpiLa diminuzione della fiducia dovuta alla crisi dei debiti sovrani, le poli-tiche di bilancio più restrittive e la frenata dei mercati emergenti hanno determinato una contrazione della dinamica delle esportazioni italiane. Infatti, secondo il CSC l’export ha se-gnato nel 2011 una crescita del 4,2%, in netta contrazione rispetto al 12,2% dell’anno precedente, allorquando la domanda estera era stata il principale sostegno al miglioramento del trend dell’economia italiana. Per l’anno in corso le previsioni indicano un au-mento delle esportazioni pari allo 0,2%, in netta contrazione rispetto all’andamento degli ultimi anni. Sul fronte delle importazioni, invece, alla crescita registrata lo scorso anno (+2,3%), si dovrebbe contrapporre una contrazione dello 0,2% nel 2012. Que-ste dinamiche, hanno provocato nel 2011 l’aumento del passivo della bilan-cia commerciale, risultato pari all’1,5% del Pil, mentre per il 2012, le stime del CSC indicano una riduzione del di-savanzo (0,2%) dovuto soprattutto alla crescita anemica delle importazioni.

Il quadro congiunturale generale(*)

Le previsioni del Centro Studi Confindustria per l’Italia dicembre 20112010 2011 2012 2013

Prodotto interno lordo 1,5 0,5 -1,6 0,6Consumi delle famiglie residenti 1,0 0,6 -1,0 0,4Investimenti fissi lordi 2,4 1,1 -4,8 1,7Esportazioni di beni e servizi 12,2 4,2 0,2 3,6Importazioni di beni e servizi 12,7 2,3 -1,3 3,4Saldo commerciale 1 -1,3 -1,5 -0,2 0,3Occupazione totale -0,7 0,9 -0,6 0,2Tasso di disoccupazione 2 8,4 8,0 8,6 9,0Prezzi al consumo 1,5 2,8 2,2 2,1Retribuzioni totale economia 3 2,1 1,9 1,5 1,7Saldo primario della P.A. 4 -0,1 1,1 4,0 5,5Indebitamento della P.A. 4 4,6 3,9 1,5 0,1Debito della P.A. 4 118,4 120,3 121,3 118,0

1 Fob-fob, valori in percenutale del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA; 4 valori in percentuale del PIL

(*) Fonte: Centro Studi Confindustria, Scenari economici, Dicembre 2011; Banca d’Italia, Bollettino Economico, Gennaio 2012; Istat, Statistiche Flash, Marzo 2012.

33

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

È ancora un sentiment forte-mente caratterizzato da giudizi negativi quello che esprimono gli imprenditori trentini nel trend congiunturale del secondo semestre 2011. Complessivamen-te i risultati evidenziano un ul-teriore deterioramento del ciclo, rispetto a quanto emergeva dai consuntivi della precedente in-dagine riferita al primo semestre dello scorso anno.

In particolare il 61% degli im-prenditori trentini intervistati esprime una valutazione di fles-sione circa l’andamento dell’eco-nomia trentina nella seconda metà del 2011 (contro il 35% del primo semestre) e, soprattutto, si fa sempre più consistente la quota di risposte che contempla-no un giudizio di “netto calo” (17% contro l’8% della precedente rilevazione). Contestualmente in contrazione sono anche le va-lutazioni di stazionarietà (35% contro il precedente 47%) e, in misura ancor più preoccupante quelle di crescita: 4% (rispetto al 19% del primo semestre). Da ri-levare, inoltre, che il saldo delle opposte opinioni (crescita-fles-sione) torna a collocarsi su va-lori prossimi a quelli registrati all’inizio del ciclo recessivo del 2008 (grafico 1 e 2).

Anche con riferimento all’an-damento economico del Nord Est, i pareri espressi dagli im-prenditori trentini, sono in net-ta prevalenza negativi. Infatti le valutazioni di flessione sono quasi il 70% e quelle di stabilità il 25%, mentre solo il 5% coglie segnali di crescita. La percentua-

le maggiore di valutazioni nega-tive è però attribuita dal “panel” trentino all’economia italiana. Infatti l’80% esprime un giudizio di flessione, il 18% la considera sostanzialmente stabile e solo il 2% ne intravede una leggera cre-scita. Va considerato che è dal secondo semestre 2007 che i giu-dizi di flessione sono superiori a quelli di crescita.

La percezione degli imprendito-

ri trentini sul trend dell’econo-mia mondiale è ancora positi-va: il 44% esprime infatti, una valutazione di crescita e il 27% di stazionarietà. Rispetto all’in-dagine precedente si riscontra, tuttavia, un sensibile aumento dei giudizi di flessione (dal 14% all’attuale 29%) che determina una netta contrazione dell’indi-ce sintetico crescita-flessioni: dai 49 punti del primo semestre ai 15 punti del secondo.

1. L’attuale fase economica

I trim. 2005

II trim. 2005

III trim. 2005

IV trim. 2005

I sem. 2006

GRAFICO 2Giudizi sull’attuale fase economica trentina. Confronto tra rilevazioni

0% 100%

II sem. 2006

in flessione in crescita sostanzialmente stabile

I sem. 2007

II sem. 2007

I sem. 2008

I sem. 2009

II sem. 2009

I sem. 2010

II sem. 2010

I sem. 2011

II sem. 2011

II sem. 2008

20% 40% 60% 80%

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

Trentino

Nord Est

Italia

Mondo

GRAFICO 1Giudizi degli imprenditori sull’attuale fase economica

0% 100%

in flessione in crescita sostanzialmente stabile

20% 40% 60% 80%

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

34

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

2. L’evoluzione a breve dell’economia

Trentino

Nord Est

Italia

Mondo

GRAFICO 3Andamento previsto per l’economia nei prossimi sei mesi

0% 100%

in flessione in crescita sostanzialmente stabile

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

20% 40% 60% 80%

Le previsioni degli imprendi-tori trentini circa l’evolversi del trend dell’economia nei prossimi sei mesi non lascia-no intravedere significativi cambiamenti di rotta rispetto alle valutazioni di consuntivo riferite alla seconda metà del 2011. In particolare le aspettati-ve di flessione prevalgono an-cora in modo deciso rispetto a quelle di crescita a confer-ma che la negativa fase con-giunturale in atto non sembra destinata a risolversi in tempi brevi. Tale dinamica dovreb-be interessare in misura più contenuta l’economia inter-nazionale per la quale, gli im-prenditori trentini, esprimono maggior fiducia sulla capacità di ripresa (grafico 3).

Con riferimento all’economia trentina la percentuale di im-prenditori del panel che si at-tende un’ulteriore contrazione si attesta al 49%, mentre il 41% esprime una valutazione di conferma dell’andamento del decorso semestre. Solo il 10% intravede, invece, una possibi-le ripresa.

Analoghe sono le previsio-ni riferite all’area del Nord-Est, per la quale l’evoluzione congiunturale sembra deline-arsi in modo non dissimile da quella trentina. Il 50% del campione, infatti, propen-de per un’ulteriore flessione dell’economia, mentre il 43% prevede un’evoluzione in li-nea con quella del semestre

precedente. Solo un residuo 7% si sbilancia a favore di una leggera crescita.

La situazione è prevista rima-nere negativa anche per quan-to concerne l’economia italia-na. Quasi il 61% del campione indica, infatti, un’ulteriore flessione, il 33% esprime attese di stabilità e solo il 6% ritiene possibile un miglioramento.

Per quanto concerne il con-testo mondiale, l’outlook as-sume una connotazione più positiva: il 44% del panel indi-ca una fase di crescita, il 39% si aspetta una riconferma del trend in atto, mentre il 17% ritiene possibile un rallenta-mento.

35

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

3. Le performance attuali delle imprese

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

GRAFICO 4Giudizi sugli attuali livelli di alcuni parametri aziendali

0% 100%20% 40% 60% 80%

Produzione

Ordini

Occupazione

Vendite all’estero

Utilizzo degli impianti

Giacenza prodotti finiti

negativo positivo normale

I trimestre 2005

II trimestre 2005

III trimestre 2005

IV trimestre 2005

I semestre 2006

GRAFICO 5Giudizi sui livelli di produzione. Confronto tra rilevazioni

0%

II semestre 2006

negativo positivo normale

I semestre 2007

II semestre 2007

I semestre 2008

I semestre 2009

I semestre 2010

II semestre 2009

II semestre 2010

I semestre 2011

II semestre 2011

II semestre 2008

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

20% 40% 60% 80% 100%

Nonostante il peggioramento del-la situazione economica generale percepito dal campione degli im-prenditori trentini, le valutazioni sui principali parametri aziendali evidenziano un quadro contraddi-stinto da una prevalente normalità anche se i giudizi negativi preval-gono nettamente rispetto a quelli positivi. A soffrire maggiormente è il livello degli ordini, mentre solo le vendite all’estero si mantengono su livelli soddisfacenti, segnando addirittura un lieve miglioramen-to rispetto al semestre precedente (grafico 4).

In particolare l’indicatore relativo alla produzione è considerato nor-male da quasi la metà del “panel” (48%), mentre le valutazioni positi-ve (21%) risultano superiori di die-ci punti a quelle negative (31%); in controtendenza rispetto ai valori rilevati nell’indagine dello scorso luglio (grafico 5).

È sul fronte degli ordini però che viene segnalato il peggioramento più significativo: la quota di valu-tazioni negative, infatti, si attesta al 48%, in netto aumento rispetto al 23% della precedente indagine. Contestualmente si dimezzano i giudizi positivi (dal 47% all’attua-le 21%) mentre aumentano al 32% quelli di normalità (dal precedente 25%).

Anche con riferimento all’occupa-zione i giudizi negativi (21%) preval-gono su quelli positivi (16%), tutta-via, la maggioranza assoluta delle opinioni si catalizza su un giudizio di stabilità (63%).

L’unico indicatore aziendale rispet-to al quale le valutazioni positive (30%) prevalgono, seppur di poco,

su quelle negative (28%), è quello delle vendite all’estero. Tale risul-tato, pur riscontrato in un contesto che vede prevalere i giudizi di sta-zionarietà (42%), è particolarmente significativo in quanto segna una netta inversione di tendenza rispet-to alle valutazioni del primo seme-stre.

L’ utilizzo degli impianti è consi-

derato "nella norma" dal 45% del campione, mentre il 38% lo valuta negativamente. Solo il 17% lo consi-dera su livelli positivi.

Anche il giudizio relativo alla gia-cenza di prodotti finiti è conside-rato dal campione prevalentemen-te “nella norma” (62%) o su livelli positivi dal 9%. Il 29% considera in esubero le scorte accumulate.

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38

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

4. L’indice di soddisfazione (*)

I trimestre 2005

II trimestre 2005

III trimestre 2005

IV trimestre 2005

I semestre 2006

GRAFICO 6Indice di soddisfazione. Confronto tra rilevazioni

0%

II semestre 2006

insoddisfatti soddisfatti neutri

I semestre 2007

II semestre 2007

I semestre 2008

I semestre 2009

II semestre 2009

I semestre 2010

II semestre 2010

I semestre 2011

II semestre 2011

II semestre 2008

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

20% 40% 60% 80% 100%

(*) INDICE DI SODDISFAZIONE - L'indice di soddisfazione è costruito a partire dai sei quesiti che misurano il livello di soddisfazione su diversi aspetti che riguardano l'impresa (produzione, ordini, occupazione, vendite all'estero, utilizzo degli impianti, giacenze prodotti finiti). Alle modalità delle sei variabili sono stati asse-gnati i seguenti valori: -1 = "Molto negativo" o "Negativo"; 0 = "Normale" o "Non risponde"; +1 = "Molto positivo" o "Positivo". Sommando assieme le sei variabili si ottiene un indice che varia da -6 (soddisfazione minima) a +6 (soddisfazione massima). I rispondenti sono stati successivamente divisi in 5 gruppi, in base al valore as-sunto dall'indice costruito: "Molto insoddisfatti" (da -6 a -4); "Insoddisfatti" (da -3 a -2); "Neutri" (da -1 a +1); "Soddisfatti" (da +2 a +3); "Molto soddisfatti" (da +4 a +6).

5. Le performance a breve

Produzione

Ordini

Occupazione

Vendita all’estero

Utilizzo degli impianti

GRAFICO 7Andamento previsto di alcuni parametri aziendali nei prossimi tre mesi

0% 100%

negativo positivo normale

20% 40% 60% 80%

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

È un sentiment che vede pre-valere le indicazioni negative quello che emerge dall’elabo-razione dell’ “indice di sod-disfazione” riferito al secondo semestre 2011. Infatti, il nume-ro di “insoddisfatti” si colloca al 39% in calo rispetto al 32% di luglio scorso. I “soddisfatti”, as-sestati attorno ad una propor-zione di una opinione ogni tre, tornano a collocarsi sui valori della seconda metà del 2010. In una posizione di equidistanza tra soddisfatti e insoddisfatti si pone circa il 30% del campio-ne, valore in linea con la ten-denza emersa negli ultimi tre anni (grafico 6).

Le attese per i prossimi mesi for-mulate dagli imprenditori trentini che hanno partecipato all’indagine evidenziano ancora una fase de-cisamente delicata per le imprese (grafico 7).

In particolare il livello della pro-duzione dovrebbe rimanere sta-bile, sui bassi livelli dello scorso semestre, per il 61% del campione.

Anche per gli ordini il 47% si atten-de, infatti, una situazione di stazio-narietà mentre le preoccupazioni per una nuova contrazione (30%) superano quelle positive (23%).

La scarsa fiducia su una possibile ripresa di produzione e ordini si

riflette negativamente anche sui livelli di occupazione e sul grado di utilizzo degli impianti. Per que-sti parametri infatti i due terzi del panel di imprenditori trentini non si aspetta nessun miglioramento rispetto alla già difficile situazione del secondo semestre 2011.

Maggiore ottimismo viene invece espresso circa le prospettive riferite alle vendite all’estero. Le previsioni positi-ve (27%) superano quelle negative (19%) mentre il 54% del campione ritiene possibile una riconferma del favore-vole trend delle esportazioni registrato nella seconda metà dello scorso anno.

39

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

6. L’indice di ottimismo(*)

(*) INDICE DI OTTIMISMO - L'indice di ottimismo è costruito a partire dai cinque quesiti che rilevano le aspettative su alcune voci che riguardano l'impresa (produzione, ordini, occupazione, vendite all'estero, utilizzo degli impianti). Alle modalità delle cinque variabili sono stati assegnati i seguenti valori: -1 = "In diminuzione"; 0 = "Stazionario" o "Non risponde"; +1 = "In crescita". Sommando assieme le cinque variabili si ottiene un indice che varia da -5 (livello massimo di pessimismo) a +5 (livello massimo di ottimismo). Gli intervistati sono stati successivamente divisi in 5 gruppi, in base al valore assunto dall'indice costruito: "Molto pessimisti" (da -5 a -3); "Pessimisti" (da -2 a -1); "Attendisti" (0); "Ottimisti" (da +1 a +2); "Molto ottimisti" (da +3 a +5).

Dall’analisi dell’indice di “ottimismo” – sintesi delle previsioni sulle performance aziendali – emerge una di-stribuzione pressoché uguale tra i giudizi sulle prospettive

per l’industria nell’immedia-to futuro: 35% attendisti, 34% pessimisti e 31% ottimisti. Una situazione, quindi, di forte incertezza, confermata anche dal confronto con i risultati

della precedente indagine che evidenzia un aumento sia del numero di ottimisti sia dei pessimisti, mentre calano in misura significativa i giudizi di neutralità (grafico 8).

I trimestre 2005

II trimestre 2005

III trimestre 2005

IV trimestre 2005

I semestre 2006

GRAFICO 8Indice di ottimismo

0% 100%

II semestre 2006

pessimisti ottimisti neutri

I semestre 2007

II semestre 2007

I semestre 2008

I semestre 2009

I semestre 2010

II semestre 2009

II semestre 2010

I semestre 2011

II semestre 2011

II semestre 2008

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

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41

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

7. Focus: istituzioni e scelte per affrontare la crisi

7.1 Fiducia nelle istituzioni e valutazioni sul Governo

Partendo dalla constatazione della difficile fase congiun-turale, è stato chiesto agli im-prenditori trentini del panel,

di esprimere quali sono a loro parere i protagonisti del conte-sto economico-istituzionale sui quali riporre maggior fiducia per affrontare la crisi (grafico 9).Il livello di fiducia maggiore viene espresso per l’operato

dei piccoli e medi imprendi-tori (75%), del Presidente della Repubblica (64%) e del Gover-no (58%). Inoltre, quasi la metà degli intervistati (48%) esprime fiducia anche nell’operato delle Associazioni Imprenditoriali.

GRAFICO 9Livello di fiducia sull'operato di Istituzioni e Governo

Piccoli e medi imprenditori

Presidente della Repubblica

Governo

Associazioni degli imprenditori

Banca Centrale Europea

Regione

Unione Europea

Imprenditori delle grandi imprese

Banca d'Italia

Borsa

Banche

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

75%

64%

58%

5%

5%

27%

31%

35%

38%

45%

48%

Va sottolineato però, come il 68% del panel esprima una valuta-zione condizionata sul Governo Monti, in quanto viene consi-derata una scelta obbligata do-vuta al fatto che la precedente maggioranza non era in grado

di trovare accordi politici per poter approvare quelle riforme non più rinviabili, al fine del ri-sanamento della finanza pubbli-ca e per restituire al Paese nuove prospettive di crescita (grafico 10). Solo il 25% degli intervista-

ti esprime infatti condivisione sulle scelte del governo, mentre il 4% non condivide le scelte fi-nora operate dall’esecutivo. Il 3%, infine, considera il Governo tecnico una scelta inopportuna perchè “nominato” e non eletto.

68%

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

3%

4%

25%

GRAFICO 10Valutazioni sul conferimento dell'incarico a Mario Monti di formare il Governo

Obbligata, perché non c'erano alternative

Giusta, per le scelte fatte

Sbagliata, per le scelte fatte

Inopportuna, perché è un Governo non eletto

42

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

Al fine di superare l’emer-genza economica, il 95% de-gli intervistati auspica che questo Governo arrivi a fine legislatura. Prima di affrontare nuove elezioni, l’88% del panel di imprenditori trentini, ritiene necessario modificare l’at-

tuale legge elettorale, che viene giudicata negativa-mente da quasi il 90% degli intervistati. In particolare, il 51% del campione è favorevo-le alla reintroduzione del si-stema proporzionale, con la possibilità, quindi, di espri-mere preferenze su singoli

candidati, il 36% preferirebbe un sistema elettorale mag-gioritario, l’11% sceglierebbe un sistema misto fra pro-porzionale e maggioritario, mentre solo il 2% ritiene che il sistema elettorale vigente non vada modificato (grafico 11).

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

2%

11%

36%

GRAFICO 11Tipologia del sistema elettorale preferito

Sistema proporzionale

Sistema elettorale solo maggioritario

Misto tra proporzionale e maggioritario

Mantenere l'attuale sistema elettorale

51%

7.2 Ruolo delle istituzioni internazionali nella crisi

L’indagine ha cercato di co-gliere, inoltre, l’opinione de-gli imprenditori trentini sul-le cause dei gravi problemi finanziari che penalizzano il contesto economico dell’Eu-rozona, nonché su quali, fra le principali istituzioni inter-

nazionali, potrebbero contri-buire con maggior efficacia al superamento dell’attuale fase recessiva.Con riferimento al primo aspetto, quasi l’80% del cam-pione ritiene che i problemi dell’Area euro siano attri-buibili principalmente alle politiche fiscali adottate da alcuni Paesi, le quali si sono

rivelate inadeguate rispetto agli obiettivi di contenimen-to del debito pubblico. Inol-tre gli elevati differenziali di competitività esistenti fra i diversi paesi dell’area sono indicati, dal 66% del panel, come un’ulteriore causa delle difficoltà finanziarie registra-te nell’Eurozona (grafico 12).

GRAFICO 12Principali problemi finanziari dell'Eurozona

molto per nulla poco

Politiche fiscali divergenti tra

i vari Paesi

Livelli di competitività divergenti tra

i vari Paesi

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

3%

5%

18%

29%

79%

66%

Mes

sag

gio

pu

bb

licit

ario

co

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ità

pro

mo

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

Con riferimento al ruolo che le varie istituzioni internazionali e nazionali possono avere nel-la governance dell’attuale crisi economico-finanziaria (grafico 13), il maggior consenso viene

riconosciuto dagli impren-ditori trentini del campione all’Unione Europea (53%). A grande distanza vengono in-dividuati come potenziali pro-tagonisti il Governo Italiano

(18%) e il Fondo Monetario Internazionale (15%). Infine, va sottolineato come il contributo degli Stati Uniti al superamen-to della crisi sia considerato del tutto marginale (2%).

Rispetto alle diverse strategie proposte a livello europeo per contrastare la crisi econo-mico-finanziaria, raccolgono i maggiori consensi (grafico 14) quelle che evidenziano l’opportunità di definire un

coordinamento delle politi-che economiche e fiscali sia nell’ambito dell’Area euro (90%) sia, più in generale, nel contesto degli Stati dell’Unio-ne Europea (82%). Un eleva-to consenso viene, inoltre,

espresso a favore di interventi volti a regolamentare i servi-zi finanziari (74%) al controllo delle attività dei gruppi finan-ziari (68%) e delle risorse pub-bliche destinate al salvataggio del sistema bancario (54%).

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

6%

2%

15%

6%

18%

GRAFICO 13Istituzioni che maggiormente possono dare un contributo al superamento della crisi economico-finanziaria

Unione Europea

Governo italiano

Fondo monetario internazionale

Altre istituzioni

G20

Stati Uniti

53%

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

68%

74%

54%

82%

GRAFICO 14Misure maggiormente efficaci per contrastare la crisi economica (percentuale di pareri favorevoli)

Coordinamento delle politiche economiche e fiscali dell'Area euro

Coordinamento delle politiche economiche degli Stati

dell'Unione Europea

Regolamentazione degli strumenti finanziari

Controllo delle risorse pubbliche utilizzate a sostegno del sistema bancario

Controllo delle attività dei maggiori gruppi finanziari

90%

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

Nel definire nuove norme volte a regolamentare il funzionamen-to dei mercati finanziari interna-zionali, l’Unione Europea, secon-do la totalità del panel trentino, dovrebbe impegnarsi in un mag-gior controllo sui fondi specula-tivi (100%), e inoltre, dovrebbero essere introdotte norme più ri-

gide finalizzate ad aumentare la trasparenza nel funzionamento delle intermediazioni sui mer-cati finanziari. Il 92% ritiene opportuno introdurre regole orientate ad arginare con mag-gior determinazione l’evasione fiscale e le operazioni off-shore, mentre, quattro imprenditori su

cinque, sono favorevoli all’appli-cazione di una tassa specifica sia sui profitti generati da transazio-ni finanziarie (81%) sia su quelli realizzati dalle banche (66%). In-fine, il 78% considera necessario porre limitazioni agli stipendi degli operatori del comparto fi-nanziario (grafico 15).

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

4%

35%

GRAFICO 16Giudizi circa l'abbandono dell'euro per un ritorno alla Lira

Contrario: l'euro non è la causa degli attuali problemi economici

Contrario: tornare alla Lira sarebbe troppo rischioso

Favorevole: l'euro è la causa degli attuali problemi economici

61%

7.3 Moneta unica e crisi

Un’ulteriore tematica sul-la quale gli imprenditori trentini del panel sono sta-ti chiamati ad esprimere la loro opinione ha riguardato il contributo, positivo o ne-gativo, dato dalla moneta unica europea nel contrasta-re la crisi degli ultimi anni.

Le risposte fornite eviden-ziano come, oltre il 60% del campione, ritenga che l’euro abbia svolto un’azione po-sitiva nel contrastare la fase recessiva, mentre il restante 40% ritiene che la moneta unica poco abbia contribuito a lenire gli effetti recessivi. Va sottolineato, comunque, come il 61% degli impren-

ditori intervistati nel corso dell’indagine, ritenga che i problemi della nostra econo-mia non dipendano dall’eu-ro, mentre il 35%, pur espri-mendo perplessità sulla moneta europea, la consideri pur sempre il male minore ri-spetto a un possibile ritorno alla Lira, auspicato da solo il 4% del campione (grafico 16).

Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)

81%

92%

78%

66%

99%

GRAFICO 15Misure che l'Unione Europea dovrebbe intraprendere per regolamentare i mercati finanziari internazionali (% di pareri favorevoli)

Maggior controllo sui fondi speculativi

Aumentare la trasparenza dei mercati finanziari

Maggior controllo in materia d'evasione fiscale

Limitazione agli stipendi nel settore finanziario

Tassazione sui profitti delle banche

100%

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

Il gruppo svedese leader per gli utensili è presente in Trentino con lo stabilimento di Rovereto. In Italia occupa 600 dipendenti e fattura 250 milioni di euro.

globale di 10 miliardi di euro e 47mila dipendenti distribuiti in uffi-ci di vendita e 140 stabilimenti di produzione in tutto il mondo, il Gruppo Sandvik ha dato inizio nel 2012 alle celebrazioni per il 150esimo anniversario. La Sandvik fu fondata in Svezia nel lontano 1862 da Göran Fredrik Göransson. Fu la prima azien-da al mondo a utilizzare il processo Bessemer, una tecnologia che avrebbe rivoluzionato la pro-duzione dell’acciaio. Oggi il Gruppo è leader mondiale nella produ-zione di utensili da taglio, nella fabbricazione di acciai e leghe speciali, di macchine e attrezza-ture per l’industria estrattiva. Quotata alla Bor-sa di Stoccolma dal 1901, è presente in tutti i principali mercati e Paesi del mondo. In Italia, dove opera dal 1950, fattura complessivamente circa 250 milioni di euro e impegna quasi 600 dipendenti. Anche a Rovereto – dove si trova lo stabilimen-to trentino – il 2012 è l’anno del 150esimo. “Ci sono pietre miliari che offrono l’opportunità di fermarsi a guardare dove si è arrivati e come. Il nostro anniversario è certamente una di esse”. Sul MeetSandvik, la rivista del Gruppo per gli azionisti e i dipendenti, il presidente Olof Fa-xander si esprime così per l’occasione. Il nu-mero della rivista, tradotto in 14 lingue, è stato dedicato interamente alla ricorrenza. Ciascuno dei 47mila dipendenti, compresi quelli in forza allo stabilmento roveretano, ha inoltre ricevu-to in omaggio il libro illustrato “The Sandvik Journey” (Il viaggio di Sandvik), con la storia dei successi e dello sviluppo del Gruppo dal-le origini a oggi. “Il viaggio di Sandvik è stato stupefacente”, continua Faxander nell’editoriale

della rivista. “Voi siete una parte importante di questo viaggio”, ha poi detto rivolgendosi ad azionisti e dipendenti. Nel corso di un secolo e mezzo Sandvik è cam-biata radicalmente. Da piccola realtà nata nel cuore della Svezia, l’azienda è diventata un co-losso leader nel suo settore. Il volto è mutato sul-la base di uno sviluppo continuo e di una con-tinua innovazione, ma i principi cardine sono rimasti gli stessi. “Alcune significative qualità – sottolinea il presidente – sono rimaste inalte-rate. Tra questi, i nostri valori, il nostro deciso spirito innovativo e soprattutto la nostra costan-te e provata capacità di cambiare restando al passo con i tempi. Caratteristiche come queste sono correlate tra loro e costituiscono l’anima di

con un fatturato

150 anni per il gruppo Sandvik

aziende

Il presidente Sandvik Olof Faxander

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

terranei fino al settore aerospaziale. Mantenere alta l’attenzione su ricerca e sviluppo puntan-do all’eccellenza mondiale. Creare cinque nuo-ve business area, muovendo da un presupposto ben determinato: il successo di Sandvik poggia “sulla straordinaria conoscenza che l’azienda vanta in materia di perforazione e scavi mec-canizzati, sviluppo e lavorazione dei metalli ed altri materiali”. Una delle cinque business area, denominata Sandvik Mining, ha come obiettivo la leader-ship globale su prodotti, soluzioni e servizi per le aziende dell’industria mineraria estrattiva, sia per lavori in miniere di superficie che sotterra-nee in presenza di rocce dure e tenere. Un’altra business area, Sandvik Machining Solu-tions, nasce per soddisfare il cliente con prodot-ti e soluzioni avanzate in grado di potenziare la produttività nella lavorazione dei metalli. La terza, Sandvik Materials Technology, offre materiali all’avanguardia e leghe speciali per ap-plicazioni di altissima precisione in particolari nicchie di mercato.Sandvik Construction mette a disposizione pro-dotti, soluzioni e servizi altamente performanti in aree selezionate del settore scavo e trattamen-to terra. Infine Sandvik Venture, un vero e proprio in-cubatore di business focalizzato sulla creazione di un ambiente favorevole in termini di merca-to e posizionamento per lo sviluppo di attività difficilmente collocabili all’interno delle altre business area. Su queste basi Sandvik guarda al futuro con ot-timismo. “Sono convinto – conclude Faxander – che festeggeremo il duecentesimo anniversario ancora più forti di come siamo ora”. (adb)

aziende

Sandvik, ciò che ci unisce tutti in ogni parte del mondo”. La capacità di adattarsi ai cambiamen-ti ha fatto grande l’azienda. “Un’impresa – ha detto Faxander – è come un organismo vivente in costante crescita e adattamento. Se non ci si adatta, si soccombe”. Nel 1962 Sandvik aveva poco più di mille dipen-denti dislocati al di fuori della Svezia. Già negli anni 90 erano oltre 25mila. Sono i mercati glo-bali, oggi, a offrire la possibilità di cambiamen-to. “Ciò che dobbiamo fare ora – ha proseguito – è trasformare Sandvik da azienda svedese con una presenza globale in un’impresa realmente globalizzata in termini di mentalità, presenza, cultura, diversità e opportunità di mercato e carriera”. Per il futuro, a cominciare dal presente, gli ob-biettivi sono chiari. Puntare su ambizioni glo-bali mantenendo una presenza locale. Lavorare su mercati chiave, anche molto diversi tra loro, dalle attività estrattive off-shore agli scavi sot-

Fabrizio Resmini,AD e country manager

per l'Italia

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presentato con una conferenza stam-pa nella sede di Confindustria Trento l’arrivo in Trentino di I&T Servizi Srl, una delle più impor-tanti realtà informatiche nazionali. Il Gruppo I&T rinforza la sua presenza a Trento trasferendo da Lecce la sede legale della sua più grossa partecipata: I&T Servizi, società che opera nel settore informatico con un valore di produ-zione 2010 di 15,4 milioni di euro e circa 320 ad-detti che operano in tutto il territorio nazionale.I vertici dell’azienda, guidata dal presidente Sal-vatore Lia e dall’amministratore delegato Pao-lo Cantatore, hanno espresso grande apprezza-mento verso il Trentino, definendolo “territorio accogliente, attento allo sviluppo dei sistemi informatici e dei processi evoluti”. Hanno in-fluito positivamente sulle scelte d’investimento dell’azienda anche la presenza di “una Pubblica Amministrazione pronta all’innovazione in ogni settore e punto di riferimento in Europa per le evoluzioni informatiche nell’ambito della sanità,

oltre a una classe imprenditoriale seria, affeziona-ta al territorio e disponibile a collaborare per la creazione di nuovo valore aggiunto”.Gli obiettivi di I&T, già presente in Trentino con I&T Sistemi Srl, società partecipata con un valore di produzione di 3,4 milioni di euro e circa 50 addetti, riguardano lo sviluppo di collaborazio-ni con il tessuto imprenditoriale che opera nel settore Ict con cui portare in Europa soluzioni competitive di marca italiana.Il Gruppo, che occupa il quindicesimo posto per fatturato (bilancio 2010) nella graduatoria nazio-nale delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione, svilupperà i suoi progetti di ricerca attraverso la creazione di un polo centra-lizzato cui faranno riferimento tutte le proprie aziende.Con questa azione I&T consolida la propria pre-senza e dà l’avvio al nuovo piano di sviluppo a Trento e in tutta l’area padana. Complessivamen-te il Gruppo occupa circa 700 addetti.

È stato

aziende

I&T Servizida Lecce a TrentoTrasferendo la sede da Lecce a Trento la softwarehouse pugliese riconosce al Trentino la leadership nell'Ict, grazie alla presenza di aziende e centri di ricerca di eccellenza.

La conferenza stampa nella sede di Confindustria Trento con cui l'azienda ha annunciato il suo arrivo in Trentino

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e sviluppo agile. Si occupa di questo il team di XPeppers, composto da svilup-patori con una esperienza solida e tanta voglia di innovare. “Ci presentiamo come partner o consulenti ideali – spiega Lorenzo Cassulo, re-gional manager di XPeppers – per tutto quel che riguarda l’e-commerce, le metodologie di svilup-po Agile e le pratiche DevOps”. È questa la triplice offerta del team XPeppers. Nel settore dell’e-commerce “integriamo servizi web – continua Cassulo – con il mondo mobile”. L’esperienza in questo campo è stata messa alla prova con soddisfazione dalla collaborazione con la società Sport Network - Corriere dello Sport. L’insieme di pratiche DevOps consiste in-vece in una modalità operativa “derivante dai metodi Agili per migliorare la collaborazione e l’integrazione tra il team di sviluppo e gli ope-ratori del sistema sviluppato”. Mentre con il termine Agile si fa riferimento a un metodo di sviluppo software diverso da quello tradiziona-le. “Nello sviluppo tradizionale di un software – prosegue – il cliente definisce un prodotto agli sviluppatori, i quali, a distanza di tempo, con-segnano il programma. Ma nella maggior parte dei casi il progetto prende forme impreviste e a fine lavori non c’è il tempo per modificare il prodotto. Con lo sviluppo Agile, diversamente, il cliente definisce le caratteristiche del prodot-to, che viene consegnato per step progressivi at-traverso una prima versione, una seconda, una terza e così via. Dalla prima versione si indivi-duano i passi successivi, ogni settimana con una consegna più avanzata, perfezionando il prodot-to mediante continui feedback del cliente, in maniera aderente alle sue esigenze. Questo è quello che offriamo. Questo è lo sviluppo Agile”.

Il vantaggio della committenza è notevole. “I nostri clienti – spiega Mario Lanzillotta, ammi-nistratore di XPeppers – sono molto soddisfatti nel verificare sul campo che l’applicazione del-le metodologie Agili ha prodotto una maggiore efficienza e produttività, oltre a una maggiore qualità del software. In particolare, i manager sono interessati agli aspetti della metodologia di produzione, che consente un vero e proprio monitoraggio del progetto e il controllo sullo stato e sui tempi, riducendo i rischi di anomalie e lo stress del rilascio”.La sede trentina di XPeppers, a Trento in via Oss Mazzurana, è una società del gruppo Pro-Netics, gruppo privato di aziende attive nel set-tore dell’information technology. Orientati da sempre sull’uso di tecnologie e prodotti open source, il gruppo vanta rapporti di partnership con RedHat, Alfresco, BlackDuck, Lucid Imma-gination. “Il gruppo Pro-Netics Spa – continua Lanzillotta – è una holding presente da oltre dieci anni nel mercato dell’information tech-nology, solida realtà nel campo della system integration. Ha creato dapprima il marchio

di ALESSANDRO DE BERTOLINI

e-commerce

La società applica metodologie Lean allo sviluppo di prodotti informatici. Il risultato è un prodotto che il cliente può seguire costantemente nel suo sviluppo e tempi certi di consegna.

aziende

Xpeppers, azienda "Agile" dell’IT

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

accogliere la ricerca industriale che conta sui va-lidi riferimenti offerti dalla presenza dell’univer-sità, dai centri di ricerca, dalle imprese fruitrici di servizi e da una politica industriale dell’am-ministrazione provinciale fortemente orientata a sostenere l’innovazione e la ricerca”. Ai risultati incoraggianti fin qui ottenuti, XPep-pers è giunta con la forte convinzione che il la-voro di squadra sia il vero valore aggiunto. “La-vorare in XPeppers – conclude Cassulo – significa essere team. Significa condividere le esperienze, le difficoltà e le soddisfazioni. Le metodologie Agile esaltano nel gruppo le capacità del singolo. Una delle nostre modalità di lavoro preferita è formare un team misto che coinvolga gli svilup-patori del cliente con cui condividiamo il no-stro modo di lavorare. Per fare questo occorrono passione, competenza e umiltà”.

Sourcesense a Roma, Milano e Londra. Ha dato poi spazio e seguito la commercializzazione di prodotti open source in ambito enterprise. E in-fine ha costituito XPeppers, realtà dedicata alla diffusione delle metodologie Agili, presente a Milano e a Trento”.Nelle strategie aziendali del gruppo, la presenza di XPeppers a Trento non è casuale. “Con la pre-senza in Trentino di XPeppers – prosegue Lanzil-lotta – si è voluto far convergere le esperienze di innovazione di prodotto e tecnologia maturate in un polo di ricerca dedicato a settori specifici quali l’e-commerce, il semantic web ed il mobi-le. Un polo di ricerca dell’eccellenza tecnologica basato sui principi Lean e le metodologie Agile”. Il Trentino, in questo senso, come contesto ide-ale per la crescita dell’azienda. “È questo un ter-ritorio – conclude – con grande propensione ad

aziende

RWA Architetti al Fuorisalone 2012 con ReLuxOÈ stata un successo la partecipazione di RWA Architetti al Fuorisalone 2012, presente a Milano con un'esposizione

presso Fazioli in corso Monforte.

Molte le personalità intervenute all'evento di presentazione della collezione ReLuxO. Oltre al patron Ruffo Wolf

hanno partecipato - tra i molti partecipanti - Armando Branchini, segretario Generale della Fondazione Altagam-

ma, Andrea Cancellato, direttore della Triennale di Milano, Daniela Mainini, presidente del centro Studi Grande

Milano, Gianmarco Moratti, Stefano Pillitteri e Danilo Rea, che ha tenuto un concerto in onore di ReLuxO.

ReLuxO, lightening the future

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del 2012 il panorama delle agen-zie per il lavoro si è arricchito di Openjobmetis Spa, che nasce dall’integrazione delle storiche Openjob Spa e Metis Spa, del loro know-how e dell’esperienza peculiare che le contraddistin-gue da oltre 10 anni. Ad oggi è il quarto player del settore, con una presenza capillare in tutta Italia attraverso una rete di 130 filiali. Presente a Trento dal 2004, con la filiale di piaz-za Venezia, Openjobmetis si pone come vero e proprio partner per le imprese, in grado di selezionare le risorse umane più idonee a sod-disfare le diverse esigenze produttive, grazie a una profonda conoscenza della realtà locale e del mercato, punto di partenza per una gestio-ne efficace, professionale e customizzata delle risorse umane. I servizi offerti alle aziende vanno dalla som-ministrazione alla ricerca e selezione, dall’inter-

mediazione al supporto alla ricollocazione. Da sempre Openjobmetis crede fortemente nella forte valenza strategica della specializzazione. Da qui si sviluppa la strategia aziendale che ha portato alla nascita delle sei divisioni specializ-zate, fiore all’occhiello di Openjobmetis, create ad hoc per soddisfare le esigenze di specifici settori di attività che richiedono una gestione particolarmente oculata e complessa delle risor-se umane: Industriale, Sanità, I&CT, Diversity Talent, Gdo-Retail, Banca e Finanza. Gli speciali-st a disposizione del cliente sono professionisti di settore in grado di selezionare e formare fi-gure professionali ad alto livello di complessità, con l’obiettivo di fornire un servizio altamente customizzato e perfettamente in linea con le richieste formulate. La divisione Industriale, ad esempio, seleziona e fornisce alle aziende operai specializzati alta-mente qualificati, figure “rare” spesso difficil-mente reperibili sul mercato, quali saldatori a tig o mig, tornitori, carpentieri, tubisti, ma an-che figure con competenze più generiche, come manutentori e operai generici. La divisione Sanità è in grado di ricercare, se-lezionare e somministrare figure professionali operanti in ambito sanitario (infermieri profes-sionali, Oss, Asa, Ota e medici), garantendone la professionalità e l’immediata disponibilità. L’universo dell’Information & Communication Technology è invece il campo d’azione degli specialisti della divisione I&CT, nata per soddi-sfare la sempre più crescente richiesta da parte delle aziende di personale esperto in ambito It, dai programmatori agli sviluppatori di software. La divisione Diversity Talent lavora con l’obiet-tivo di trasformare la “diversità” in “opportuni-

Dall’inizio

Una nuova società nata dall’esperienza di due marchi storici del mercato delle agenzie per il lavoro. Il gruppo diventa così il quarto player nazionale.

Openjob più Metisuguale Openjobmetis

aziende

Rosario Rasizza, amministratore

delegato di Openjobmetis

rubrica55

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tà”, mettendo a disposizione delle aziende un team di esperti in grado di selezionare e gestire risorse appartenenti alle categorie protette (leg-ge 68/99), personale in mobilità, Cig, over 45 e giovani al primo impiego, offrendo al tempo stesso consulenza a livello giuridico e ammini-strativo. Infine, la consulenza e i servizi offerti dalle divi-sioni Gdo e Banca e Finanza mirano a risolvere le esigenze in termini di risorse umane delle aziende operanti rispettivamente nel canale della grande distribuzione organizzata e retail e dell’universo amministrativo, bancario, finan-ziario e assicurativo. Completa il quadro la società controllata Seltis Srl, specializzata in attività di ricerca e selezio-ne di profili middle/top management ed execu-tive, principalmente attraverso la metodologia dell’head hunting.

“Essere dei veri e propri partner per le aziende, e non dei semplici fornitori, è da sempre il nostro modus operandi – commenta Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis – Per questo non ci limitiamo ad erogare dei servizi, ma cerchiamo di conoscere, approfondire ed interpretare le singole esigenze maturate dalle diverse aziende che si rivolgono a noi per la ge-stione delle risorse più preziose, quelle umane. Alla base c’è sicuramente la volontà di instau-rare un rapporto di fiducia reciproca, obiettivo che perseguiamo sia con i clienti storici che con le aziende con cui lavoriamo per la prima volta. Il resto lo fanno la nostra professionalità e la nostra specializzazione”.

Ricordando… Bruno FrizzeraÈ scomparso lo scorso febbraio Bruno Frizzera, il più noto dei fiscalisti

trentini, la cui fama si impose ben presto anche a livello nazionale.

Frizzera ha dedicato la sua lunga vita professionale alla divulgazione della

scienza tributaria, sostenendo da sempre che un buon sistema fiscale

deve basarsi su due fondamentali pilastri: la semplicità e la chiarezza. E

coerente a questi due principi ha lavorato, in stretta collaborazione con

Il Sole-24 Ore, per creare un settore editoriale specialistico noto come

“Sistema Frizzera”, che da oltre cinquantanni rappresenta l’esperienza di

maggior successo nazionale in campo tributario.

Proprio a Trento Frizzera ha co-

stituito una sede aziendale della

casa editrice de “Il Sole 24 Ore”,

finalizzata alla pubblicazione di

testi in materia fiscale.

Presente fin dall’inizio con la sua

azienda all’interno di Confindu-

stria Trento, Frizzera ha ricoperto

per lunghi anni cariche rilevanti in

ambito associativo, come Revi-

sore Contabile e come membro

del collegio dei Probiviri.

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

fabbricare un filtro industriale occorrevano due settimane, ora sono sufficienti tre giorni. La capacità produttiva è salita del 37% mentre i semilavorati presenti in azienda si sono ridotti del 75%, liberando ben 1.300 metri quadra-ti di capannone, riutilizzati ora per nuove oppor-tunità commerciali. Non è passato lo tsunami, nello stabilimento Tama di Taio, ma il vortice virtuoso del Kaizen, metodo che stimola un pro-cesso di miglioramento continuo. Quattro mesi di cantiere Gemba Kaizen, promosso dall’azienda con il supporto di Trentino Sviluppo e Kaizen Institute Italy, hanno già portato risultati impor-tanti, rappresentando un caso esemplare anche per altre realtà trentine.

"L’esperienza di Tama insegna che abbiamo tutte le potenzialità per uscire dalla crisi, a condizio-ne che gli imprenditori abbiano questa voglia di mettersi in gioco, questo coraggio, questa inno-vazione che parte sempre dal cervello prima di tradursi in tecnologie e macchine", ha sottolinea-to Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Arti-gianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, intervenendo alla giornata di “cantiere aperto” presso lo stabilimento di Mollaro.Non è una realtà in crisi, Tama. Tutt’altro. Acro-nimo di “Tecnologie Avanzate Miglioramento Ambientale”, dal 1985 Tama Spa progetta e re-alizza impianti di aspirazione e depurazione dell’aria. Oggi presso la sede di Mollaro (Taio) dà lavoro a circa 50 dipendenti, oltre ad una quin-dicina di persone impiegate nelle sedi estere di Lione (Francia) e Barcellona (Spagna). Il fatturato negli ultimi sei anni è praticamente raddoppiato, passando dai 5,3 milioni di euro del 2005 ai 10 milioni del 2011. Le esportazioni pesano per il 35% sul volume d’affari complessivo.

Pur godendo di ottima salute Tama ha voluto mettersi in discussione avviando un processo di miglioramento continuo, trovando nel metodo Kaizen lo strumento ideale. "È un percorso che affonda le sue radici nel 2008 – ricorda Giovanni Coletti, presidente di Tama – quando a seguito di un’analisi interna all’azienda ci siamo chiesti quali opportunità potevano esserci per noi negli anni a venire. La risposta che ci siamo dati è che la crisi deve essere vista come un’opportuni-tà, l’occasione per mettersi in gioco ripensando quello che si fa e come lo si fa. Abbiamo valoriz-zato le persone, più che i muri, creando gruppi di lavoro autonomi che ora stanno gestendo il cambiamento. Un processo che trae la sua forza dal basso, non imposto dai vertici aziendali".Ed i risultati, in meno di quattro mesi di Gemba Kaizen, grazie anche alla condivisione matura-ta in azienda e al coinvolgimento a tutti i livel-li, non si sono fatti attendere. La riduzione del tempo necessario per la lavorazione dei prodotti, passato in media da 2 settimane a 3 giorni (-70%), ha portato ad un aumento della produttività pari al 37%, mentre il valore del semilavorato, che deve essere stoccato in attesa di una successiva lavorazione, occupando grandi spazi, è sceso del 75%. Crollo anche del valore delle materie prime e componenti a magazzino, passato da 1,2 mi-lioni di euro ad appena 800mila euro (-33%). La migliore attribuzione dei costi di commessa e la possibilità di creare una pianificazione affidabile ha poi portato dal 70% al 97% la corrispondenza tra le ore timbrate e le ore effettivamente lavorate (+27%).Più spazio e risorse disponibili hanno dato gam-be, in Tama, ad una nuova iniziativa impren-ditoriale. Prima dell’avvento di Kaizen in Tama,

Prima Per

di DAVIDE MODENA

Dopo quattro mesi di “cantiere” la produttività è salita del 37%, i semilavorati sono diminuiti del 75% e il magazzino si è ridotto del 17 per cento. Tutto grazie al metodo Kaizen.

Tama decollacon il Kaizen

innovazione

inno

vazi

one

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012

innovazione

occupati ed un contenimento del 50% dei difetti riscontrabili sul prodotto.

Kaizen Institute Italy partner di Confin-dustria TrentoÈ stato sottoscritto un accordo tra Confindustria Trento e Kaizen Institute Italy per fornire all’in-dustria trentina consulenza e formazione sul Kaizen. L’obiettivo è un recupero di efficienza a doppia cifra, come dimostrano i numeri del-le aziende trentine che hanno avviato progetti Kaizen, particolarmente utile in un momento di crisi.Confindustria Trento (tramite la sua società di servizi Assoservizi Srl) sta infatti visitando diver-se realtà industriali associate per una presenta-zione della metodologia e per un primo check aziendale. La partnership con Kaizen Institute Italy si avvale anche della collaborazione di Tren-tino Sviluppo.

l’attività di Ecotrentino riguardava infatti la la-vorazione del taglio lamiera in conto terzi, anno-verando tra i suoi clienti anche Tama. Oggi pro-duce tubazioni, raccorderia e componentistica ed è di fatto un’azienda autonoma con un proprio mercato ed una propria clientela.

Non solo TamaIn quattro anni di progetto Kaizen, Trentino Svi-luppo ha avviato 13 cantieri GembaKaizen, coin-volgendo 32 aziende e circa 200 persone in setto-ri diversi: meccanico, agroalimentare, funiviario, ma anche quello dei servizi alla persona, il sa-nitario ed il lapideo-estrattivo. Sono stati inoltre realizzati, anche in collaborazione con altre real-tà del territorio, seminari e giornate informative con testimonianze di aziende locali che hanno sposato questa filosofia, e visite di benchmark presso aziende che hanno partecipato al proget-to. Particolarmente efficace si è rivelata anche la formula del cantiere multiaziendale, con il coin-volgimento di aziende medio-piccole assieme a realtà più strutturate e complesse. Nelle aziende coinvolte si è riscontrato un aumento della pro-duttività compreso tra il 10 e il 50%, una ridu-zione del lead time (tempo di attraversamento) fino al 75%, una riduzione fino al 40% degli spazi

Coletti (a sinistra) con Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento

Per informazioni:

Confindustria Trento, Area Ricerca e Innovazione

T 0461 360000

[email protected]

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in 12 articoli e quattro prospetti al-legati. Estremamente conciso, com’è lo stile degli operatori del settore. Ma rappresenta una piccola

“rivoluzione” nel comparto lapideo trentino. È il regolamento per la “Filiera del porfido di qua-lità”, presentato a Fornace da Mariano Gianot-ti e Diego Laner, rispettivamente presidente del Distretto del porfido e delle pietre trentine ed amministratore unico dell’omonima società che ne è il braccio operativo, alla presenza dell’asses-sore provinciale Alessandro Olivi. Il regolamento rappresenta il primo passo per la costituzione di una rete di Distretto. L’adesione alla filiera è vo-lontaria, le singole aziende avranno tempo fino a giugno, ma stringenti saranno gli impegni as-sunti: il rispetto di standard di qualità, codificati nelle caratteristiche tecniche della materia prima e dei singoli prodotti e dalla previsione di una forchetta di tolleranza sugli scarti; prezzi minimi di riferimento, per evitare un’eccessiva concorren-za “intestina” sul prezzo; l’obbligo di controlli, di formazione del personale e di misure per la sicu-rezza. Ed ancora il divieto di dare all’esterno le lavorazioni del grezzo, che dovranno rimanere in azienda o essere affidate ad imprese della filiera. A gestire il tutto, controlli compresi, sarà un nuo-vo organismo, il Tavolo operativo di filiera, che si avvarrà dell’Ente sviluppo porfido (Espo) quale soggetto gestore di filiera.Un ulteriore deciso passo in avanti verso una maggiore qualità ad un prezzo adeguato, che con-senta la crescita delle aziende e dell’intero com-parto del porfido trentino. Questi gli obiettivi del regolamento di “Filiera”, che rilancia un impegno recentemente certificato dall’Osservatorio naziona-le distretti italiani che pone proprio il Distretto del porfido e delle pietre trentine al primo posto

nel ranking nazionale per “qualità della vita”.“È un momento di svolta – ha sottolineato Ales-sandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento – perché per la prima volta alcuni stimoli che la Giunta provinciale aveva voluto racchiudere in un Atto di indirizzo, nell’agosto scorso, sono state re-cepite dal protagonismo delle imprese e dalle par-ti sociali, che hanno codificato una serie di regole condivise, chiare, attente anche ad un processo di fedeltà ai valori del territorio e delle istituzioni, che sono il presupposto indispensabile per fare uscire il comparto da un potenziale isolamento e dal rischio di frammentazione”.

“Credo non ci sia un solo motivo - ha concluso Olivi - per non aderire ad una filiera di questo tipo, che individua importanti obiettivi alti e di prospettiva. Ritengo infine un atto di responsabili-tà non scegliere scorciatoie, non pensare di vivere ancorati a rendite di posizione, ma immaginare che se ognuno condivide un pezzo di questa cate-na con gli altri, è l’intero sistema che si rafforza”.“Per la prima volta proponiamo agli operatori una filiera del porfido di qualità - ha ribadito Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo e amministratore unico del Distretto del porfido e delle pietre trentine Srl – che significa maggiore qualità del prodotto, prezzi adeguati, regole pre-cise, un’importante spinta alle aggregazioni e alle sinergie. Spero che questo progetto abbia un’ade-sione molto alta tra le aziende: solo così saremo tutti più forti. Sono convinto che raggiungeremo gli obiettivi, anche perché questo è l’ultimo treno: non ci sarà un’altra possibilità, qui ci giochiamo il nostro futuro”.Un concetto ripreso da Mariano Gianotti, presi-dente del Distretto del porfido e delle pietre trenti-

sta tutto

Standard minimi di qualità, prezzi di riferimento, stop alle lavorazioni esterne: il porfido trentino volta pagina. Presentate a Fornace le nuove regole per una “Filiera di qualità”.ec

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economia

Il settore porfidosi dà nuove regole

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nessuna prevaricazione, e l’obbligo di lavorazione del materiale con maestranze proprie o in alterna-tiva con soggetti facenti parte della filiera. Questo per creare valore aggiunto a tutto il sistema e a valle della filiera, rispettando i prezzi minimi di vendita e di interscambio fra gli aderenti. (dm)

ne, che ha ricordato come circa 20mila persone vi-vano in Trentino grazie al porfido e al suo indotto. “La battaglia del grezzo ha portato ad una com-petizione commerciale al limite della demenzia-lità – ha riconosciuto Gianotti - con un prezzo di vendita che scende anche sotto al prezzo di costo. È evidente come in questo panorama la qualità diventi del tutto incerta. Il regolamento rappresen-ta l’occasione per voltare pagina, forti del fatto che spesso nel mondo il porfido trentino è più noto delle Dolomiti, dal Canada ad Hiroshima”.Altre sollecitazioni, nella stessa direzione, sono ve-nute dai rappresentanti di categoria: Marco Ste-nico, vicepresidente di Confindustria Trento, Ro-berto De Laurentis, presidente dell’Associazione Artigiani e Mario Bertolini in rappresentanza del sistema Cooperazione. Di marchi e iniziative di qualità ha parlato Andrea Angheben, direttore di Espo, l’Ente Sviluppo Porfido con sede ad Albiano, che è entrato nel merito delle singole disposizioni contenute nel regolamento.Quello presentato dal Distretto del porfido e delle pietre trentine, frutto di un percorso partecipato che ha coinvolto i diversi attori del sistema, è il regolamento per la “Filiera del porfido di qualità”. Il documento, che costituisce il primo passaggio concreto per la costituzione di una rete di Distret-to, è stato redatto da un gruppo di lavoro coor-dinato da Diego Laner e che comprendeva due rappresentanti delle associazioni di categoria di industriali ed artigiani, due persone indicate dai comuni della val di Cembra e due membri desi-gnati dalle organizzazioni sindacali.Primo obiettivo di filiera è la qualità. Non solo di prodotto, ma anche aziendale, e di processo, certificando il prodotto dall’estrazione fino alla posa in opera, con la creazione di un marchio specifico di riconoscimento. Viene posta anche la massima attenzione al rispetto delle norme e dei regolamenti attualmente in essere, compreso i disciplinari cava o gli accordi sottoscritti con le parti sociali, creando un sistema eticamente e socialmente avanzato.Importante infine lo sforzo per favorire gli scambi di materiale fra tutti i soggetti della filiera senza

I punti forti del regolamentoQualità aziendale. Rispetto delle normative ambientali, normative sociali e contributive ed ad un orientamento sempre più forte all’adeguamento a normative ambientali di tipo volontario, tra cui EMAS ed EcoLabel; è rag-giunta anche attraverso la formazione permanente delle maestranze e degli imprenditori.Qualità della materia prima. Rispetto dei criteri identificativi della qualità della materia prima e delle tolleranze, con i relativi controlli, Ad ogni categoria di grezzo viene assegnato un prezzo che determina a sua volta il prezzo del prodotto finito.Qualità di prodotto. Marcatura CE e rispetto delle regole del marchio “Porfi-do trentino controllato”.Qualità di posa in opera. Rispetto delle regole in materia di lavoro, verifi-cato in parte mediante controlli, in parte mediante autocertificazioni di lavori eseguiti nel rispetto delle procedure convenzionali, rispetto dei prezzi minimi, etc.Qualità dei servizi. Creazione di un apparato di servizi tecnici e logistici coordinato ed efficiente.Accesso alla Filiera. Obbligatorio impegnarsi a lavorare i semilavorati con proprie maestranze o, in alternativa, cedere il materiale solo ad aziende facenti parte della Filiera medesima. Per farlo le aziende adottano un sistema (software) per equilibrare il rapporto prezzo/qualità di grezzo e prodotto finito, garantiscono la correttezza della circolazione del materiale grezzo ed adottano i prezzi di riferimento indicati nello stesso regolamento.Controlli sulle caratteristiche minime di semilavorati e grezzo. Effettuati con cadenza almeno annuale dall’organo di controllo, tollerano una percentuale di scarto fisiologica del 10%. In caso di contenzioso possono essere effet-tuati anche a chiamata.Tavolo operativo di garanzia. Organo di controllo composto da 4 perso-ne esterne al mondo produttivo diretto del porfido, composto oltre che dal rappresentante di Espo, soggetto gestore della Filiera, da un rappresen-tante delle Amministrazioni Comunali più rappresentative del porfido, da un rappresentante di Confindustria e da un rappresentante dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. Le nomine saranno convalidate dal Tavolo di Coordinamento.Segreteria operativa. Ruolo svolto dall’Espo (Ente sviluppo porfido) che dovrà verificare periodicamente il rispetto del regolamento e dei requisiti da parte delle aziende aderenti.Agenzia per la gestione dello scarto. Figura tra gli intenti programmatici. Contributo determinante nell’attivazione della Agenzia sarà dato dal parere dei frantoisti locali da riunire in apposito gruppo di lavoro.

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dei giovani laureati e dei profes-sori relatori delle tesi vincitrici del Premio Ito Del Favero è stata mantenuta alta l’attenzione sui temi ai quali tutt’oggi il legislatore nazionale e provin-ciale, gli operatori del settore dell’edilizia e l’opi-nione pubblica nel complesso attribuiscono molta importanza”. Queste sono state le parole del presi-dente di Ance Trento arch. Enrico Garbari a com-mento del percorso intrapreso nel gennaio 2001 dal Premio Ito Del Favero, il concorso promosso da Ance Trento, la Sezione Autonoma dell’Edilizia di Confindustria Trento, per il quale lo scorso 8 marzo è stata celebrata la cerimonia di premiazio-ne della decima edizione.Un Premio che dalla prima edizione (gennaio 2001) alla decima edizione (gennaio 2010) ha visto la partecipazione di 142 giovani laureati presso le facoltà di Ingegneria, Economia e Giurispruden-za dell’Università di Trento. Un concorso che ha rinforzato l’incontro e il confronto tra l’industria dell’edilizia trentina e l’Università di Trento. Aspetti quali la riqualificazione, l’utilizzo del le-gno come materiale strutturale, le più efficienti tecniche di pianificazione urbanistica e di pro-gettazione, il comportamento sismico degli edifici, l’utilizzo di materiali innovativi e l’edilizia sosteni-bile sono stati indagati a fondo. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori è avvenuta nell’ambito dell’incontro “Le risposte al fabbisogno abitativo in Trentino: dalle torri di Trento Sud all’housing sociale” con il qua-le sono state evidenziate da un lato le risposte pro-gettuali e architettoniche del passato e dall’altro le politiche di housing sociale con le quali il settore pubblico sta interpretando le diverse caratteristi-che del mercato immobiliare di oggi. Il premio per la miglior tesi è stato consegnato

all’ing. arch. Nicola Realis Luc con la tesi “Recu-pero del patrimonio edilizio pubblico degli anni 70: il caso delle torri di Villazzano Tre” discussa presso la facoltà di Ingegneria di Trento.Realis Luc ha ricevuto un premio di 6mila euro e la “Livela d’argento”, simbolo della Sezione, opera dell’orafo trentino Mastro 7.L’assegnazione del premio assoluto al lavoro di tesi svolto da Realis Luc sotto la guida dei rela-tori prof. Giorgio Cacciaguerra e prof. Maurizio Costantini ha “dato il la” agli interventi del prof. Giorgio Cacciaguerra e dei progettisti delle torri di Trento Sud , l’arch. Marcello Armani e l’ing. Luciano Perini i quali hanno discusso circa le ri-sposte al fabbisogno abitativo che oggi potrebbero essere offerte da una tipologia abitativa “a torre”. Ad altre due tesi risultate meritevoli è stato asse-gnato un premio di 2mila euro ciascuna. Si tratta della tesi dell’ing. Federico Larcher “Validazione sperimentale dei sensori memscon phase II per il monitoraggio degli edifici in cemento armato” discussa presso la facoltà di Ingegneria con il re-latore prof. Daniele Zonta e correlatore Davide Trapani e di quella dell’ing. Matteo Moretton “Sul comportamento meccanico di collegamenti a scomparsa per le strutture in legno. Indagine nu-merico sperimentale” discussa presso la facoltà di Ingegneria con relatore il prof. Maurizio Piazza e correlatori prof. Andrea Polastri e ing. Albino Angeli. Il premio speciale di 3mila euro, “Premio del De-cennale”, è stato consegnato all’ing. Maria Cristi-na Grillo per la tesi “Metodologie di progettazione sostenibile per impianti termali: il caso di studio di Comano” discussa presso la facoltà di Ingegne-ria con relatori i prof. Paolo Baggio e prof. Anto-nio Frattari e correlatore prof. Alessandro Prada.

“con l’aiuto

di GIOVANNI SBETTI

Vince il Premio Nicola Realis Luc. Le Torri di Trento Sud e l’Housing Sociale trentino al centro della decima edizione del concorso indetto da Ance Trento.

Dieci anni per il premio “Del Favero”

edili

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cui vengono ricordati gli alti valori morali che hanno caratterizzato l’operato dell’ing. Del Favero come uomo, come imprenditore e come persona pubblica.Enrico Garbari, presidente di Ance Trento, si è soffermato sui valori dell’impegno e del merito che con il Premio vengono valorizzati. Tali valori, ha ribadito il presidente dei costruttori industriali edili, “devono continuare a costituire le basi dei nuovi assetti organizzativi che in questa difficile situazione congiunturale le imprese stanno per-fezionando al fine di ridare futuro alla propria attività economica”. Per parte sua il prof. Tubino ha illustrato le mo-dalità di selezione delle numerose tesi che hanno concorso al Premio e ha evidenziato come esso abbia in effetti costituito un forte elemento di collaborazione tra mondo delle imprese e mondo universitario. L’apprezzamento per le nuove modalità con le quali è avvenuta la premiazione, ovvero l’inseri-mento della stessa all’interno di un più generale evento dedicato all’approfondimento di temi in-dagati dalle tesi vincitrici, è stato unanime. In par-ticolare la bontà dell’iniziativa è stata evidenziata dagli stessi relatori del convegno. Un evento che ha fatto da cornice alla premiazio-

Un premio, quest’ultimo, introdotto con la decima edizione per una tesi di laurea sui temi dell’edili-zia sostenibile. Su questo tema sono stati sviluppa-ti anche i lavori dei laureati in Economia Manuel Azzoni, Fiorenzo Biscaglia e Stefano Travaglia che, seguiti dal prof. Alessandro Lanteri della Fa-coltà di Economia dell’Università di Trento, che hanno presentato un lavoro di tesi sul protocollo di sostenibilità ambientale Leed e ai quali la Com-missione Giudicante del Premio ha ritenuto di as-segnare una menzione particolare “per la qualità del lavoro e l’approfondita analisi condotta”.Alla cerimonia di consegna dei premi hanno par-tecipato i vincitori con i propri familiari, i relatori delle tesi e la Commissione giudicante formata dal prof. Marco Tubino, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento e presidente della Commissione, il prof. Paolo Collini e prof. Luca Nogler, rispettivamente presidi di Economia e di Giurisprudenza e gli imprenditori nominati da Ance Trento ing. Giovanni Debiasi e geom. Andrea Basso.Presenti anche i familiari dell’ing. Ito Del Favero. In particolare, la figlia Donatella, che ha ricor-dato la figura del padre ed il messaggio di fidu-cia che sempre sapeva trasmettere ai giovani. Ha anche consegnato ai vincitori una pergamena in

Da sinistra:Moretton, Realis Luc, Grillo e Larcher

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ne e ha permesso di approfondire anche tecnica-mente attraverso le relazioni della presidente di Itea Spa Aida Ruffini e del presidente di Tecnofin Trentina Spa Fabio Ramus lo stato dell’arte degli strumenti che il comparto pubblico intende porre in atto per sostenere il mercato dell’housing socia-le, con particolare riferimento al Fondo immobi-

liare all’uopo destinato che la Provincia autonoma di Trento intende attivare. Strumenti che, come ha avuto modo di sottolineare l’assessore provin-ciale alle Politiche sociali Ugo Rossi intervenuto all’incontro, necessitano, per l’efficacia degli stessi, della convinta adesione ed utilizzo dei medesimi da parte dei costruttori industriali edili trentini.

Il piano provinciale per l’housing socialeIl convegno organizzato in occasione del decimo “Premio Ito Del Favero” ha costituito l’occasione per entrare

in maggior dettaglio nella questione dell’housing sociale e in particolare nell’illustrazione delle prospettive

dell’istituendo fondo immobiliare chiuso. Ne ha parlato il presidente di Tecnofin Trentina Spa Fabio Ramus.

Dopo aver ricordato quanto previsto dal Piano nazionale di edilizia abitativa con l’istituzione - da parte di

Cassa Depositi e Prestiti, Associazione Fondazioni Bancarie e ABI – del Fondo investimenti per l’abitare (Fia),

il cosiddetto “fondo dei fondi” destinato ad intervenire nelle iniziative di housign sociale territoriali, il presidente

Ramus si è in particolare soffermato sui contenuti dell’articolo 4 bis della legge provinciale 15/2005 e successi-

ve modifiche. Su tali basi Tecnofin Trentina è stata incaricata dalla Giunta provinciale di elaborare uno specifico

progetto per la costituzione di un fondo trentino per l’acquisizione e realizzazione di un primo stock di 500

alloggi da locare a canone moderato. L’investimento stimato raggiunge i 110 milioni di euro, che nelle scelte

compiute con il piano dovrebbero essere tutti in linea capitale, senza dunque ricorrere alla leva finanziaria. Il

lavoro svolto ha anche comportato la definizione di una bozza di regolamento del Fondo, cioè dei criteri di

funzionamento del medesimo.

Quanto alle prospettive si tratta ora di selezionare con gara una Sgr (Società di gestione del risparmio) che avrà

il compito di reperire i capitali necessari alla concreta attivazione del fondo. Ramus ha definito questi ultimi con

il termine “capitali pazienti”, per sottolinearne l’attitudine ad accettare una remunerazione contenuta durante la

vita del fondo, salvo recuperare poi attraverso le plusvalenze che potranno essere realizzate in sede di liquida-

zione del fondo stesso.

Tra i quotisti è data per scontata la presenza di Cassa Depositi e Prestiti, nonché direttamente o indirettamente

della stessa Provincia autonoma di Trento. Quest’ultima dovrebbe inoltre intervenire con un contributo annuale

al fondo sostanzialmente pari alla differenza tra il canone di mercato ed il canone moderato che sarà praticato

nei confronti dei destinatari degli alloggi.

Secondo il presidente di Tecnofin l’iniziativa, che potrà trovare concreto avvio entro l’anno, rappresenta certa-

mente una sfida impegnativa: si tratta di acquisire e realizzare buone case, a prezzi contenuti ed equilibrati, in

un’ottica attenta all’ecosostenibilità, senza eccessivo consumo di territorio e, come detto, con il ricorso a quo-

tisti anche esterni. Ramus si è detto peraltro fiducioso che la sfida possa essere vinta rendendo così possibile il

raggiungimento di due obiettivi precisi: la soddisfazione di un bisogno prioritario per la comunità e la concretiz-

zazione di un aiuto all’economia ed in particolare ad un comparto edile che è pesantemente condizionato dalla

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sta crescenDo

di GIORGIO ZAGONEL

Trentino Export è presente nel continente con sue antenne operative. Dal Sudafrica e dal Ghana le soddisfazioni maggiori per le imprese trentine che si affacciano nel continente.

Nuove opportunità dal continente africano

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internazionalizzazione

in Trentino l’attenzione verso i paesi dell’Afri-ca subsahariana e Trentino Export, consorzio per l’internazionaliz-zazione di Confindustria Trento, guidato da Marco Stenico, ormai da un anno sta promuovendo l’export trentino in quest’area con progetti ad hoc.Nel quadro del progetto di “Asia & Africa” nel mese di febbraio Fae Group e Prime Tech, azien-de metalmeccaniche di Fondo in val di Non, hanno svolto fruttuosi incontri business-to-business (B2B), organizzati dal referente del con-sorzio export di Palazzo Stella per il continente africano Federica Scarso, in Ghana e Sudafrica. Rivolto alle aziende della provin-cia di Trento associate a Trentino Export e dedicato ai diversi settori dell’industria trentina, il progetto, che prevede un contributo econo-mico da parte del consorzio, si articola in tre fasi che prevedono: sondaggi di mercato ed organiz-zazione di incontri B2B, sostegno alle aziende nella fase post B2B e assistenza nello start-up.La regione dell’Africa subsaharia-na, nonostante una brusca frenata dovuta alla recente crisi finanzia-ria internazionale, è una regione in forte ripresa economica ed una delle aree più dinamiche del pia-neta, con tassi di crescita medi del

Pil secondi solo a quelli dell'Asia. Il Sudafrica, in particolar modo, e il Ghana ne sono, insieme all’Angola, le realtà economiche, non-ché politiche, trainanti. Il Sudafrica, come detto, è senza dubbio lo stato più industria-lizzato, sede principale di tutte le maggiori aziende operanti nell’Africa subsahariana e porta di ingresso privilegiata per tutti i mercati del continente. I punti di forza di quest’area sono la necessità di ammodernare gli impianti industriali con know how europeo, la forte presenza di materie prime, importanti investi-menti nell’ammodernamento delle infrastrutture e un continuo e sostenuto incremento della domanda interna.Il mercato, ora, sembra essere fertile anche per le imprese trentine. Tuttavia non poche rimangono le difficoltà. Per questo motivo l’attivazione dell’antenna locale con sede a Johannesburg è un passo importante nella giusta direzione e conferma l’attenzione di Trentino Export per quest’area e per ogni mercato in cui le imprese del nostro territorio abbiano potenzialità di crescita.Si parla molto di internazionalizzazione delle imprese, di export e degli strumenti per attuarlo. Trentino Export con i suoi progetti mirati in questi anni è passato dalle parole ai fatti ed intende au-mentare sempre più gli sforzi per sostenere ed ampliare le chance delle aziende trentine in tutto il mondo.

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il protocollo di intesa tra Trenti-no Export, cooperativa collegata a Confindustria Trento che dal 1975 promuove l’esportazione dei prodotti delle circa 130 piccole e medie imprese consociate e Trentino Sprint, azienda speciale della Camera di Commercio di Trento, nata allo scopo di favorire i processi di internazionalizzazione del-le imprese e di promozione dei prodotti della pro-vincia di Trento. “Vi è sempre stata una collaborazione tra Trentino Export e Trentino Sprint – ha sottolineato Marco Stenico, presidente di Trentino Export – e la firma di questo accordo, suggellando la volontà di pro-seguire nella strada intrapresa e sostenere sempre più l’export trentino, ne è la riprova. In un mercato

ormai globale, l’export è diventato imprescindibile e il nostro impegno per sostenere le aziende tren-tine è stato e sarà sempre massimo. Da più parti si parla di fare sistema, in questo caso tra il mondo del privato e quello del pubblico, e questo ne è un esempio concreto”.

“La Camera di Commercio di Trento – ha spiegato il presidente Adriano Dalpez – proseguendo nell’im-pegno storicamente dedicato ai servizi per l’inter-

nazionalizzazione, ha indicato tra le priorità di intervento per il quinquennio 2009-2014 la volontà di creare le condizioni per un dialogo permanente con le associazioni di categoria e le loro articolazio-ni. Uno dei nostri interlocutori principali non po-teva che essere Trentino Export, soggetto operante da anni a sostegno delle imprese industriali della provincia di Trento”.Le principali linee operative della collaborazione riguarderanno la partecipazione a eventi fieristici internazionali di interesse per l’intero sistema eco-nomico trentino e per le sue imprese in partico-lare; la realizzazione di incoming, workshops ed incontri d’affari con operatori esteri su settori di particolare rilevanza per il comparto economico trentino; l’organizzazione congiunta di missioni di promozione commerciale, di presentazioni Paese, di attività di comunicazione e di ogni altro even-to pertinente alle attività di internazionalizzazione del territorio trentino. Di comune accordo, saranno inoltre elaborati pro-getti di internazionalizzazione e individuate le priorità settoriali di intervento sulla base dei trend internazionali e delle congiunture economiche na-zionali e locali, con particolare riferimento ai setto-ri trainanti dell’economia trentina (agroalimentare, vitivinicolo, lapideo, edile, del legno e altri).In un contesto economico in cui sarà imprescindi-bile puntare sull’export, le due principali strutture del settore in Trentino, con questa intesa e con una conseguente futura pianificazione comune della azioni di sostegno all’internazionalizzazione, do-vranno imprescindibilmente fare squadra.Fondamentale sarà una sempre più stretta sinergia tra le forze del pubblico e del privato per affrontare le sfide di un mercato ormai globale e rilanciare l’industria del nostro territorio. (gz)

È oPerativo

Sottoscritto con la Camera di Commercio l’accordo con cui le due strutture “faranno squadra” per l’internazionalizzazione delle imprese trentine.

Nuove alleanze per Trentino Export

internazionalizzazione

Saranno elaborati progetti di internazionalizzazione e individuate le priorità settoriali di intervento sulla base dei trend internazionali e delle congiunture economiche nazionali e locali.

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E grazie alla caloro-sa accoglienza ricevuta durante la recente visita in Barilla, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindu-stria Trento si è sentito veramente a casa. È stato il vicepresidente Pao-lo Barilla ad affascinare il Gruppo raccontando i 130 anni di storia di una grande azienda, che è anche la storia di una famiglia che oggi, con i quattro fratelli Guido, Luca, Paolo ed Emanuela, è giunta alla quarta generazione.Nata a Parma nel 1877, Barilla è oggi tra i primi gruppi alimentari italia-ni, leader nel mercato della pasta nel mondo, dei sughi pronti in Eu-ropa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Impiega oltre 15mila persone e fat-tura 4,1 miliardi di euro, e dai suoi stabilimenti escono ogni anno circa 2,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di oltre 100 paesi, con i marchi Barilla, Mulino Bianco, Voiello e Pavesi. La visita è stata sicuramente unica grazie alla pre-senza di Paolo Barilla, che con la sua estrema disponibilità e profes-sionalità, ha raccontato al Gruppo Giovani la storia e i valori di una grande azienda familiare, dei suoi punti di forza e delle sue difficoltà. Ci ha raccontato degli anni 70, quando la famiglia decise di cedere

l'azienda alla multinazionale americana Grace, dell'entusiasmante riacquisizione del '79 e del rilancio degli anni 80 e 90, dove, grazie alla nascita delle televisioni commerciali, nacque prima la notissima campagna pubblicitaria “Dove c'è Barilla c'è Casa” e quindi il fa-moso brand “Mulino Bianco”. Senza remore ci ha anche raccontato alcuni errori fatti in passato, quando ad esempio - senza conoscere a fondo il consumatore tedesco - Barilla cercò di conquistare il mer-cato del pane in Germania utilizzando tecniche commerciali e di marketing valide in Italia. Barilla si è imposta nel mondo grazie a un’attenzione costante alla qualità, e per approfondire ulteriormente questi temi, nel 2009 ha fondato il “Barilla Center for Food and Nutrition” in perfetta sinto-nia con la Mission aziendale “Aiutiamo le persone a vivere meglio, portando ogni giorno nella loro vita il benessere e la gioia del man-giar bene”. L'esposizione è poi continuata a cura di Maria Paola Vetrucci, re-sponsabile coordinamento strategico, che ci ha spiegato vari modelli di business internazionale perseguiti da Barilla, con cenni a nuove opportunità sui mercati emergenti quali quelli asiatici.Abbiamo quindi visitato gli stabilimenti produttivi dove, tra chilo-metri di spaghetti e milioni di fusilli, abbiamo capito che in questo settore l'efficienza produttiva e il miglioramento continuo sono vita-li per poter competere in un mercato globale, sempre mantenendo una qualità di prodotto eccelsa.La visita è terminata con un piacevole pranzo nella mensa azienda-le: pasta per tutti!

..c'È casa!

di ALESSANDRO LUNELLI

Visita del Gruppo Giovani all’azienda leader nel mercato della pasta e tra i maggiori player mondiali per molti altri prodotti alimentari.

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offerto alla presentazione del Rapporto 2011 sulla situazione sociale del Paese, il Censis ci vede così: fragili, isolati, eppur ancora capaci di responsabilità collettiva. A fine anno è tempo di bilanci e di guardarsi dentro per capi-re dove stiamo andando: coltivare una memoria collettiva e cogliere le correnti di profondità che segnano il presente e prefigurano già il futuro, è sempre questa la lente con cui il Censis guarda al Paese, all’Italia dei nostri giorni. Italia che, nel passaggio storico attuale, sta scontando “una tri-plice e combinata insipienza: l’aver accumulato per decenni un abnorme debito pubblico che non permette più autonomia di sistema; l’essersi fatta trovare politicamente impreparata a un at-tacco speculativo che vede nella finanza pubblica italiana l’anello debole dell’incompiuto sistema europeo; l’aver dimostrato per mesi e mesi con-

fusione e impotenza nelle mosse di governo volte alla difesa e al rilancio della nostra economia.” Ad uno sguardo disincantato la società italiana ha fi-nito così per rivelarsi in questi ultimi mesi fragile, isolata, per molti versi eterodiretta. Da Bruxelles, centro delle istituzioni europee, o da Francoforte, sede della BCE, il risultato non cambia: l’Italia ap-pare oggi fuori dai grandi processi internazionali, che al più affannosamente rincorre. D’altro canto, all’interno si consolida sempre più un sentimento di stanchezza collettiva, di non reazione rispetto alle emergenze di casa nostra (caduta dell’occu-pazione e dei consumi), di inerte fatalismo verso l’apparente insolubilità del problema del debito pubblico. Per non cedere al pessimismo occorre allora guardare ai segnali che dicono di “italia-ni in recupero di serietà”: oltre il 57% di loro dichiara di essere disponibile a sacrificare in tut-

nel quaDro

di PAOLO ANGHEBEN

Ognuno per sé e Francoforte per tutti: si potrebbe riassumere così il rapporto sulla situazione sociale del Paese. L'Italia appare fragile e isolata.

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Rapporto Censis 2011: l’Europa detta l’agenda

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ne stanno indubbiamente pagando il prezzo più alto: dal senso di esclusione al disincanto il pas-so è breve. Detto con le parole degli analisti del Censis: “Non sorprende che tra i giovani destinati a vivere un perpetuo presente, ad andare in crisi sia lo stesso concetto di investimento sociale, lad-dove la società non sembra in grado di garantire alcun ritorno a fronte di scelte e percorsi proiettati al futuro.” Quanto al simmetrico disimpegno dei giovani nella sfera più propriamente economica, deve preoccupare che stia progressivamente per-dendo attrattività tra le nuove generazioni anche la figura dell’imprenditore. Alla ricerca di qual-

to o in parte il proprio tornaconto personale per l’interesse generale del Paese e affiora una diffusa insofferenza verso le tante forme di erosione delle regole ad opera del “più furbo” di turno, al punto da far ritenere che questa forma di responsabilità collettiva possa rappresentare la risorsa ultima per l’Italia a fine 2011. Tale istanza – per non rimanere pura velleità – richiede un faticoso lavoro di dife-sa e valorizzazione dei sistemi della rappresentan-za e qui il Censis offre evidentemente anche alle realtà imprenditoriali materia di riflessione per ripensare il proprio ruolo in una temperie storica che ha scosso dalle radici i tradizionali e conso-lidati modelli della rappresentanza. Il Rapporto osserva come una società che quotidianamente vive di relazioni spesso conflittuali e di irriduci-bile complessità esprima il bisogno di sedi e mec-canismi di rappresentanza, dove le parti possano davvero concorrere ai processi decisionali ad ogni livello: “il vuoto lasciato nella fascia intermedia della società dalla polarizzazione fra il mercato (e il soggettivismo anche etico che esso produce) e la verticalizzazione finanziaria (e i suoi spazi astrali, ma non trasparenti) può essere riempito soltanto dalla rappresentanza”. Del rilancio dei sistemi della rappresentanza su basi largamente innovative e per questo inedite dovrebbe in pri-mo luogo farsi carico la classe dirigente di un Paese, se non fosse che proprio il deficit di una “classe dirigente” come tale riconosciuta diventa sempre di più – secondo il Rapporto 2011 - un fattore endemico della situazione italiana. Nel bel mezzo di una tempesta che si è abbattuta come una scure su tutte le fasce sociali e le categorie, nell’epicentro della crisi sono i giovani quelli che

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Umana, nuova filiale a TrentoHa aperto a Trento la nuova filiale dell’Agenzia per il Lavoro Umana: si tratta

della terza filiale trentina e della 113esima sul territorio nazionale. La nuova

sede è in corso Buonarroti 58 (T 0461 262537 - [email protected]).

“Con questa apertura abbiamo voluto avvicinarci alle aziende del territorio,

in un momento in cui è chiaro che la flessibilità è una condizione irrinuncia-

bile per restare sul mercato” ha commentato la dottoressa Maria Raffaella

Caprioglio, vicepresidente di Umana. “I servizi che proponiamo sono la som-

ministrazione di lavoro (sia a tempo determinato che indeterminato – Staff

Leasing), l’intermediazione, la ricerca e selezione di personale, l’outplace-

ment e la formazione: strumenti moderni, legali, tutelanti e in linea con le

esigenze del momento socioeconomico che stiamo attraversando. Per le

imprese, rivolgersi ad Umana significa potersi affidare ad un partner capace

di supportarli nella ricerca di soluzioni flessibili e personalizzate per le proprie

esigenze”.

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vasti strati della società e trae linfa in primo luogo da carenze di informazione e di dialogo con le comunità interessate. La proposta del Censis – ben lungi dai richiami all’autorità e al facile decisioni-smo tanto di moda – è quella racchiusa in poche semplici parole: dialogo, ma anche informazione chiara e corretta come cifre di una democrazia partecipativa. La partecipazione potrebbe dunque risultare un fattore in grado di colmare il vuoto prodottosi dentro la società italiana come effetto della polarizzazione decisionale per cui in basso vince il primato del mercato mentre in alto si af-ferma il dominio dei vertici del potere finanziario. Se “Ognuno per sé e Francoforte per tutti” dovesse infatti essere – come pare - il comandamento del tempo corrente, allora una società complessa come la nostra sarebbe destinata a vivere relegando mi-lioni di persone nel ruolo marginale di “moltitu-dine affidata a un mercato turbolento e sregolato”, magari lasciando la tenuta dell’ordine minimale a vertici e circuiti finanziari ristretti e non sempre trasparenti: davvero non la migliore delle prospet-tive all’orizzonte. Il Rapporto Censis 2011 annota infatti, con accenti persuasivi, come sia del tutto illusorio pensare che i poteri finanziari disegnino traiettorie di sviluppo: assecondandone gli impul-si “si possono fare molteplici decreti di stabilità e austerità, ma neppure un tentativo di progetto, piano, decreto di sviluppo”. E ciò per una sempli-ce quanto impegnativa ragione di fondo: che “lo sviluppo si fa con energie, mobilitazioni, conver-genze collettive, quindi soltanto se si è in grado di fare governo politico della realtà”.

che luce su un orizzonte dominato dall’incertezza anche nella sfera più strettamente economica, il Censis annota come il 2011 si chiuda con una vera esplosione – a partire da giugno 2011 - del numero dei Contratti di rete in essere (nell’ordine non più ormai di poche decine, ma di diverse centinaia) per trarre dal ricorso massiccio a tale strumento la convinzione che si tratti di un importante dri-ver di innovazione – uno dei pochi disponibili - nel campo delle politiche a sostegno del tessuto produttivo: il carattere polifunzionale degli accor-di di collaborazione finora siglati, la molteplici-tà dei settori produttivi coinvolti (manifatturiero in senso stretto, ma anche servizi alle imprese ed edilizia), la stessa diffusione dello strumento non solo nel Nord produttivo ma anche al Sud del Paese prefigurano un modello aperto di rete, ca-ratterizzato soprattutto dai casi ormai numerosi di incontro fra imprese con specializzazioni e com-petenze diverse. E in prospettiva a mettere benzi-na nel motore dello sviluppo potrebbero essere reti più lunghe, via via emancipate da una forte connotazione localistica e quindi capaci di inclu-dere fornitori o strutture di ricerca scelte – al di là delle collocazioni geografiche – in funzione di un progetto ambizioso di sviluppo di competenze e di know how. é la medesima “veduta lunga” – rovesciando un’immagine cara a Tommaso Padoa Schioppa – che servirebbe per uscire dallo stallo in cui versa il Paese di fronte alle grandi opere, ferme o sul punto di partenza da anni perché tenute in ostaggio dalla logica Nimby ( acronimo per Not In My Back Yard), che ha preso piede in

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