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ANNO 56 | N°02 APRILE | MAGGIO 2015 L’eccellenza in vetrina L’industria trentina all’Esposizione Universale per conquistare i mercati esteri Speciale Alimentare in crescita nonostante la crisi Associazione Un nuovo servizio per accedere ai fondi europei Education Il Career Day 2015 tra Povo e Palazzo Stella | Contiene I.R.

Trentino Industriale aprile-maggio 2015

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Il bimestrale di Confindustria Trento.

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ANNO 56 | N°02

APRILE | MAGGIO 2015

L’eccellenza in vetrina L’industria trentina all’Esposizione Universale

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | APR-MAG 2015

editoriale

7 Ingranaggi, fibra e chip

il punto

9 Expo, occasione di apertura

copertina

11 Identità italiane in mostra

13 Una grande opportunità per l'internazionalizzazione

16 Industria trentina protagonista a Milano

speciale alimentare

20 "Un settore in salute"

22 Menz&Gasser dove non te l'aspetti

25 Dai bordolesi al Trento Doc

28 Dial, le novità spuntano come funghi

associazione

31 Una crisi che viene da lontano

33 Nuovo accordo con Credem

34 Europrogettazione: nuovo percorso

37 Obiettivo fatturazione elettronica

38 Le novità fiscali per il 2015

education

39 Edizione ricca per il Tu Sei 2015

40 AAA ingegneri industriali cercansi

economia

43 Il Jobs Act illustrato a Palazzo Stella

giovani

45 Rinascita italiana: i quattro pilastri

piccola industria

47 Il Rinascimento è l’Impresa

48 Rete alpina per la Piccola industria

edilizia

50 Nasce la Trentino Construction International

innovazione

52 Nuovo successo per gli ICT Days

internazionalizzazione

53 Agenti e distributori esteri

55 La nuova Via della Seta

56 Nuove opportunità negli Usa

rubriche

11 copertina

20 speciale

31 associazione

39 education

43 economia

45 giovani

47 piccola industria

50 edilizia

52 innovazione

53 internazionalizzazione

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L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

Laura Canzian [email protected] 338 7789032 | F 0461 933551

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www.trentinoindustriale.comil nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati

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ANNO 56 | N°02

APRILE | MAGGIO 2015

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TRENTINO INDUSTRIALE Anno 56 | N. 2 Aprile - Maggio 2015

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Direttore ResponsabileAlessandro Santini

Comitato di RedazioneAlessandro BenedettiAlessandro LunelliRoberto BusatoPaolo AnghebenPierangelo BaldoLorenzo GarbariAndrea MarsonetEduard MartinelliRoberto Pisetta

RedazioneSilvia BrunoPrimo Bee

Direzione, Redazione e AmministrazionePalazzo Stella, Via Degasperi, 7738123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551Internet: www.trentinoindustriale.come-mail: [email protected]

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EditoreAssociazione degli Industrialidella Provincia di Trento

PubblicitàITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551

Autorizzazione del Tribunale di TrentoN. 71 del 10 febbraio 1990

Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’UnioneStampa Periodica Italiana

INFORMATIVAAi sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati - con la garanzia di massima sicurezza - nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 - 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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L’Esposizione universale di Milano è un’occasione straordinaria per il nostro Pa-ese per rilanciarsi a livello internazionale. Se l’Italia e in particolare il capoluogo lombardo sono il teatro della kermesse, saranno le imprese a recitare un ruolo da protagonista.Per il settore alimentare, che vede il Made in Italy godere di una fortissima repu-tazione internazionale, si tratta di puntare su valori come la qualità dei prodotti e su una comunicazione mirata per conquistare i mercati emergenti. E aziende di questo settore il Trentino ne ha una qualificata rappresentanza.Ma la sezione preminente nel sistema industriale trentino è il manifatturiero meccanico. Per questo settore la sfida è in particolare quella dell’innovazione. Si parla ormai di “manifatturiero intelligente”, per indicare una sempre maggiore in-tegrazione nei prodotti delle nuove tecnologie e delle conoscenze che vengono sviluppate nelle università e nei centri di ricerca.Di questo parleremo il 17 aprile al Polo della meccatronica di Rovereto, alla nostra Assemblea pubblica 2015, che abbiamo chiamato “Ingranaggi, fibra e chip”. Perché non ha più senso tenere separati gli ambiti del manifatturiero da quelli dell’elettronica, della sensoristica o dell’informatica. Le aziende insediate nel Polo rappresentano un ottimo esempio. Tutte par-tite dalla meccanica tradizionale, oggi producono beni ad elevato contenuto tecnologico. Questo è il futuro dell’industria trentina, che noi sosteniamo con un impegno diretto nel progetto meccatronica, ma anche con le relazioni che abbiamo sviluppato in questi anni con le scuole, l’università e i centri di ricerca.Tecnologia e intelligenza, grazie anche all’apporto fondamentale che sapranno dare i giovani alle nostre aziende, ci consentiranno di riportare il Trentino su un sentiero di crescita.

Paolo MazzalaiPresidente Confindustria Trento

Ingranaggi, fibra e chip

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Alla vigilia dell’inaugurazione di Expo, apriamo questo numero di Trentino Industriale con un servizio sulla partecipazione trentina all’Esposizione universale. Diverse sono le realtà industriali che hanno creduto nell’opportunità offerta dall’ap-puntamento di Milano e che saranno presenti a vario livello. Si tratta di imprese del settore alimentare, il grande protagonista di questa edizione incentrata sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Ma anche delle costruzio-ni, impegnate nella realizzazione dei padiglioni e delle infrastrutture. Confindustria Trento, poi, in partnership con l’ente provinciale ha promosso due progetti che hanno coinvolto le aziende termali e quelle funiviarie, che per ragioni diverse e su versanti differenti hanno saputo diventare protagoniste di un evento fuori dall’ordinario, offrendo nel contempo all’eccellenza del “Made in Trentino” visibilità mondiale.

L’Expo sarà una vetrina per il Made in Italy – e lo sarà sicuramente anche per il Made in Trentino – ma offrirà soprattutto lo spunto per adottare un approccio “universale”, cioè di apertura verso l’esterno e di ampliamento degli orizzonti, a tutto tondo.

Del resto si sono ormai allargati i confini entro cui si decide la politica industriale. Prendiamo, ad esempio, la crisi del settore dell’autotrasporto in Trentino. La risolu-zione delle problematiche richiede una ricollocazione della partita sul piano naziona-le, e più ancora, all’interno del contesto europeo. Nelle scorse settimane ci siamo confrontati con la Provincia e alcuni deputati trentini e il caso è ora approdato sui banchi del Parlamento italiano. Di lì si andranno a inte-ressare le autorità di Bruxelles, dalle quali auspichiamo provvedimenti risolutivi per l’intero sistema.

Su un piano europeo dovremo giocare anche la partita dei finanziamenti per le imprese, in particolare per gli investimenti in ricerca e innovazione. Per favorire l’ac-cesso ai fondi comunitari in Associazione abbiamo introdotto un servizio innovativo di assistenza all’europrogettazione, che non si ferma al solo binomio informazione-formazione tipico delle proposte tradizionali, ma si spinge fino all’accompagnamento nella scrittura di un progetto che sia davvero capace di concorrere all’assegnazione dei finanziamenti.

Siamo certi che questo nuovo paradigma – se adottato su larga scala – saprà sor-reggere l’andamento positivo del prodotto interno lordo, anche in Trentino. Occorre però il concorso di tutti gli stakeholder, del pubblico come del privato, perché il nostro territorio si configuri come un vero laboratorio europeo. Ne ha la storia, ne ha le caratteristiche, ne ha le potenzialità.

Serve ora strategia, concertazione e buona volontà.

Roberto Busato Direttore Confindustria Trento

Expo, occasione di apertura

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Nello spazio del Padiglione italiano le eccellenze del territorio: la Potenza del saper fare, la Potenza della bellezza, la Potenza del limite e la Potenza del futuro.

Italia all’Expo 2015, che ricordo è il frutto di un concorso internazionale di archi-tettura, sarà anzitutto un bellissimo edificio che coniugherà un’estetica affascinante alla massi-ma efficienza energetica. Ma oltre che per l’ar-chitettura spettacolare ideata da Nemesi & Part-ners, Proger e Bms Progetti, il nostro Padiglione si distinguerà anche per i contenuti attrattivi. Il Padiglione Italia sarà infatti un viaggio nel-la nostra variegata identità nazionale che terrà insieme e metterà in vetrina al tempo stesso la tradizione e l’innovazione, il passato e il futuro. Il concept che abbiamo scelto con il creativo Marco Balic ruota attorno all’idea di “Vivaio”, luogo e simbolo dello sviluppo di nuove genera-zioni. Collegato all’evocativo simbolismo della “foresta urbana” di Palazzo Italia e dell’Albero della vita, il nostro Padiglione sarà dunque uno spazio protetto, di crescita, sviluppo, formazio-ne. Le Potenze italiane saranno invece il filo con-duttore della grande Mostra delle identità ita-liane ospitata da Palazzo Italia. In altre parole, con una immagine metaforica, “annaffieremo” il nostro Vivaio con le eccellenze dei nostri ter-ritori che tutto il mondo ci invidia: la Poten-za del saper fare (dall’agricoltura all’artigianato all’industria, sempre con la cifra della creatività, dell’innovazione e del gusto), la Potenza della bellezza (dei panorami e dei capolavori artistici espressi dai nostri territori), la Potenza del limi-te (intesa come la capacità, tipica dell’Italia, di adattamento alle difficoltà, di prudenza rurale e di saggia attenzione alla sostenibilità), la Poten-za del futuro (che è la quintessenza del nostro concept del vivaio).Il coinvolgimento dei ragazzi e dell’intero siste-

ma scolastico nell’Expo 2015 è per noi un obiet-tivo prioritario. Per questo, abbiamo firmato un accordo congiunto tra il Miur, la Società e Padi-glione Italia, che rappresenta la nostra comune volontà di fare dell’Expo un evento che parli soprattutto alle giovani generazioni. Il nostro progetto Scuola mi sembra un tassello fonda-mentale per costruire quella “Expo Generation” che dovrà essere più attenta al tema della so-stenibilità, più consapevole dei rischi legati a comportamenti alimentari non corretti, e so-prattutto più sensibile a cogliere la centralità del tema della nutrizione come sfida cruciale per il nostro secolo. La nostra ambizione è attirare oltre due milioni di ragazzi italiani all’Expo e anche dal punto di vista delle modalità di presentazione sperimen-teremo nuove forme, e chiameremo centinaia di classi a raccontare il loro lavoro e le loro rifles-sioni in prima persona. Il Cardo, che corre tra i vari padiglioni uniti in un ideale Grand Tour, assumerà la dimensione di una grande via italiana, multiterritoriale e multiprodotto con piazzette, spazi d’incontro e di scambio, un palco per gli eventi, un’area a rotazione che ospiterà tutte le regioni italiane e tanti eventi dell’Anci, oltre a Padiglioni tematici realizzati dai nostri grandi partner. Da quello di Coldiretti, che illustrerà il ruolo del paesag-gio collettivo e il prodotto agricolo italiano dal campo alla tavola, a quello voluto dal Mipaf, che racconterà la storia della vite e i territori del vino; da quello di Confindustria, che affronterà la sfida della sicurezza alimentare e il proble-ma del rapporto tra individuo e cibo nella mo-stra “Fab Food. La Fabbrica del gusto”, a quello dell’Unione europea, il cui spazio espositivo, de-

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Identità italiane in mostra

di DIana Bracco, Presidente Expo 2015 Spa e commissario per il Padiglione Italia

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storia, la metafora che rappresenta e conclude al meglio il nostro concept del Vivaio: le radi-ci dell’Albero affondano nella potenza e nella varietà delle eccellenze italiane e, con un gesto plastico e altamente simbolico, le proietta verso il cielo quasi per ridistribuirle a favore dell'in-tero Pianeta. L’Albero della Vita è un simbolo fortemente italiano: ispirato al disegno stellare della pa-vimentazione studiata da Michelangelo Buo-narroti per la piazza del Campidoglio, sarà un richiamo al Rinascimento che proietta però il nostro Paese nel futuro. La struttura, imponente e visibile da tutto il Cardo, sarà uno straordi-nario medium che si attiverà a cicli regolari per produrre spettacoli molto coinvolgenti; uno show immaginifico che animerà la vita del Pa-diglione Italia offrendo un’esperienza unica. Inoltre, in coerenza con l'impostazione “edu-tainment” dell’intero Padiglione Italia, l’Albero della Vita ospiterà anche occasioni di svago e di approfondimento dei temi dell’Expo soprat-tutto per i più giovani.

dicato al bellissimo tema del grano e del pane, sorgerà proprio davanti a Palazzo Italia. Senza dimenticare gli spazi dedicati alle tipicità ga-stronomiche italiane: il caffè, l’olio, l’acqua, la birra, la pasta e la pizza. Nel Padiglione Italia ci sarà anche uno spazio interamente dedicato alle donne, che avrà un fitto calendario di appuntamenti. Sin dall’ini-zio, infatti, ho sempre pensato che le donne dovevano essere protagoniste dell’Expo: c’è una familiarità naturale con il nutrire, il prendersi cura e il fornire energia alla vita che rende la fi-gura femminile un attore privilegiato dell’Espo-sizione italiana. è nato per questo, già in fase di candidatura, il progetto Women for Expo, che abbiamo arricchito via via con un bando di gara per scegliere progetti delle donne per le donne. L’Albero, che sorgerà al centro di Lake Arena, sarà l’approdo del Grand Tour che abbiamo immaginato come filo conduttore del percorso espositivo di Padiglione Italia. Sarà come un film, che appassiona, diverte, e lascia un ricor-do indelebile. L’albero sarà l’epilogo di questa

Diana Bracco

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conto alla rovescia verso l’apertura di Expo Milano 2015 – incentrato sul tema “Nutrire il Pia-neta: energie per la vita” - è ormai alla stretta finale: tra meno di un mese Milano diverrà per 180 giorni uno straordinario ponte sul mondo attraverso l’arrivo di oltre 20 milioni di visitato-ri e di migliaia di delegazioni istituzionali, eco-nomiche, scientifiche provenienti dai 147 paesi partecipanti. Una occasione unica per l’Italia per valorizzare le proprie numerosissime eccellen-ze produttive, tecnologiche e scientifiche e per mostrare al mondo lo straordinario mosaico di bellezze naturali, di siti artistici, di tradizioni e innovazioni legati alla cultura, al saper fare e al genius loci italiani da valorizzare in ogni regione e territorio attraverso uno sforzo congiunto, di “Sistema Paese”.Il Trentino ha deciso di essere parte attiva e pri-maria di questa importante occasione per incre-mentare la nostra capacità di scambio con il re-sto del mondo e per far conoscere ed esportare le nostre eccellenze. Il ruolo di coordinatore del progetto di partecipazione del Trentino, assegna-tomi dalla Giunta Provinciale, significa anche a far comprendere alle imprese trentine e al mon-do dell’agricoltura provinciale l’opportunità of-ferta da Expo: l’esposizione universale avrà una fortissima visibilità nel corso delle 14 settimane di presenza fisica del sistema trentino all’Expo di Milano.Lo sforzo, che la Provincia autonoma di Trento si sta assumendo per garantire un adeguato spazio di posizionamento e rappresentazione a Milano, è legato proprio all’obiettivo di dare visibilità e opportunità concrete alle tante aziende e ope-ratori che hanno reso il Trentino un modello e buona pratica di sviluppo agricolo e territoriale

sul piano internazionale. Il progetto si incentra su un progetto unitario di marketing internazio-nale articolato lungo due macro obiettivi: pro-muovere il Trentino ad Expo Milano 2015 e, vi-ceversa, a valorizzare appieno le opportunità di Expo 2015 in Trentino.La presenza del Trentino ad Expo Milano 2015 si articolerà attraverso ben quattro gli spazi di promozione e rappresentanza tutti accomunati da un unico filo conduttore e biglietto da visita: l’energia della biodiversità. Il sistema territoriale

Il

di MIchElE DallaPIccola, assessore all'agricoltura, Foreste, Turismo e promozione, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento

Una grande opportunità per l'internazionalizzazioneI vantaggi dell'esposizione per il sistema trentino. In via di definizione il ricco palinsesto di iniziative ed eventi che vedranno protagoniste le imprese, i centri di ricerca, i cori, le scuole, le istituzioni trentine.

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Michele Dallapiccola

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re e green tech allo scopo di incontrare attraverso agende B2B le aziende provinciali. L’altro grande obiettivo del progetto è quello di far vivere in Trentino l’Expo 2015 per i sei mesi della manifestazione, attraverso la costruzione di un palinsesto integrato di eventi promoziona-li, culturali, scientifici e soprattutto di interesse turistico. Veicolando verso i visitatori e i flussi turistici di Expo uno specifico pacchetto “Tren-tino Expo 2015” predisposto da Trentino Marke-ting e composto di 6 itinerari turistici incentrati sul tema della biodiversità (1. Storia, Geologia e Paesaggio delle Dolomiti; 2. La Flora e la Fauna alpina: alla scoperta dei Parchi; 3. L’agricoltura di Montagna delle Malghe e degli Alpeggi; 4. I meleti e i Castelli del Trentino; 5: Le bollicine di Montagna: le cantine del Trento doc; 6. Trentino Mediterraneo e i suoi uliveti). I sei itinerari parti-ranno da due luoghi che diverranno i due princi-pali hub promozionali e di rappresentazione del Trentino durante il semestre dell’esposizione: il Palazzo delle Albere e un’area dedicata del Mart di Rovereto. Grazie a risorse nazionali poste a di-sposizione dal Cipe, saranno allestiti due specifi-ci luoghi espositivi: presso il pianoterra ed il pri-mo piano di Palazzo delle Albere e gli spazi del Mart. I due concept store ospiteranno due mostre interattive dedicate al racconto, promozione e va-lorizzazione dei principali filiere agroalimentari trentine. Ciò rafforzando l’attrattività turistica dei due principali musei provinciali, offrendo un’occasione di visibilità ai produttori e dando vita a una promozione integrata degli attratto-ri turistici, culturali, produttivi trentini. I due Concept Store e il Trentino saranno collegati con Expo Milano 2015 attraverso un Euregio Bus che ogni giorno servirà Innsbruck, Trento, Rovereto e l’area espositiva di Milano. Il capoluogo lombar-do sarà raggiungibile anche via treno, grazie al recente accordo siglato dall’assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi con Ferrovie dello Stato: una corsia preferenziale per trasfor-mare l’occasione dell’Expo in un’azione strategica per il marketing e lo sviluppo internazionale del Trentino.

sarà protagonista dal 10 al 16 luglio nell’area di 200 metri quadri adiacente al Padiglione Italia dedicata alle regioni italiane attraverso un ori-ginale concept di allestimento dello spazio che accompagnerà il visitatore in un viaggio attra-verso il territorio e le sue distintività. Il secondo spazio è una piazzetta di 80 metri quadri posta lungo il Cardo, la principali direttrice di scorri-mento di Expo, a pochi passi da Padiglione Italia (il luogo che sarà sicuramente il più visitato della manifestazione). Un’area di fortissima visibilità all’interno della quale verrà allestita una instal-lazione creativa – delle lastre di dolomia alte più di sette metri - dedicata allo spirito delle materie e dei luoghi dell’ambiente dolomitico, in grado di attrarre, emozionare e stupire il visitatore. Una nuvola informatica intercetterà i dispositi-vi elettronici dei visitatori di Piazza Trentino ai quali verranno veicolate informazioni, itinerari e approfondimenti tematici. Non poteva mancare la presenza del Trentino all’interno del Padiglio-ne del Vino presente con un’area dedicata all’in-terno del sontuoso Padiglione del Vino gestito da Fiera Verona e Mipaf e collocato proprio di fronte il Padiglione Italia che si prevede verrà visitato da oltre 11 milioni di visitatori. Infine da fine aprile sarà disponibile per la Provincia autonoma di Trento e gli attori territoriali un ufficio per le relazioni internazionali. Si tratta di uno spazio funzionale, attrezzato nelle adiacenze di Padiglione Italia, che consentirà di presidiare per i sei mesi la programmazione delle visite isti-tuzionali, economiche e di operatori scientifici di ogni paese. Nelle prossime settimane sarà anche definito nei dettagli il ricco palinsesto di iniziative ed even-ti che vedranno protagoniste le imprese (con 12 aziende special sponsor della Piazzetta Trentino), i centri di ricerca, i cori, le scuole, le istituzioni trentine ad Expo Milano 2015. Tra le attività più rilevanti vi è da segnalare la realizzazione di un progetto speciale che la Provincia autonoma di Trento realizzerà attraverso Trentino Sviluppo: si tratta di un piano di incoming volto ad attrarre in Trentino le imprese della filiera agroalimenta-

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è quasi tutto pronto ed il primo maggio gli occhi del mondo guarderanno Milano, città che ospiterà fino al 31 ottobre l’esposizione universale dedicata al tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”. Città che il New York Times ha posto in cima alla classifica dei luoghi da visitare nel mondo nel 2015. Se le previsioni saranno rispettate, oltre ven-ti milioni di persone visiteranno la grande area di un milione di metri quadrati, in prossimità di Fieramilano, per vedere e gustare il meglio di 140 Paesi e delle regioni italiane. Anche il Trentino sarà della partita e la partecipazione del “sistema” sarà

incentrata su due grandi direttrici: la prima è di portare il Trentino ad Expo Milano 2015, mentre la seconda è di massimizzare la presenza di Expo 2015 sul territorio trentino nei mesi dell’evento. Il tutto incentrato sull’energia della biodiversità, rias-sunta nello slogan “Trentino. Feeds the heart./Tren-tino. Nutre il cuore”. E cuore di questa biodiversità e dell’originalità dell’economia trentina sarà l’indu-stria, forte della presenza a Milano – in Piazzetta Trentino – di Pastificio Felicetti, Dolomiti Fruits, Adige/Blm Group, Impianti a Fune e Aziende Termali. Un gruppo di realtà imprenditoriali che

ormaI

Molte le imprese trentine presenti all'Expo, attraverso propri stand per l'esposizione dei prodotti o con la realizzazione di alcuni dei padiglioni.

Industria trentina protagonista a Milano

copertina

Pastificio Felicetti

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per gli attori territoriali un ufficio per le relazioni internazionali: uno spazio nei pressi di Padiglione Italia, che consentirà di presidiare per i sei mesi la programmazione delle visite istituzionali, eco-nomiche e di operatori scientifici di ogni paese. A breve sarà on-line sul sito www.expo2015.tn.it il ricco palinsesto di iniziative ed eventi che ve-dranno protagoniste le imprese (con 12 aziende special sponsor della Piazzetta Trentino), e gli altri soggetti trentini partecpanti ad Expo.Ma l’Esposizione vivrà pure dei momenti in Tren-tino. Il programma è in corso di definizione ed approderà quanto prima sul sito dedicato.

Itinerari del Gusto“Trentino Expo 2015” è un programma promosso

completeranno il quadro delle industrie che a Milano hanno lavorato per mesi contribuendo a realizzare padiglioni, clusters, opere accessorie, im-pianti: tra queste Pre Metal, Collini Lavori, Masé Termoimpianti, Grisenti, Habitech ed altre.Il Trentino sarà ad Expo Milano 2015 con ben quat-tro spazi di promozione e rappresentanza:

1. Esposizione TrentinoIl Trentino sarà protagonista dal 10 al 16 luglio nell’area di 200 metri quadri prossima al Padiglio-ne Italia dedicata alle regioni italiane attraverso un allestimento che introdurrà alle eccellenze del terri-torio. Nel corso di questa settimana si svolgerà an-che la visita della Giunta di Confindustria Trento.

2. Piazzetta TrentinoIl secondo spazio è una piazzetta di 80 metri qua-dri posta lungo il Cardo, la principali direttrice di scorrimento di Expo, a pochi passi da Padiglione Italia (il luogo che sarà sicuramente il più visitato della manifestazione). Ospiterà delle lastre di dolo-mia che evocheranno uno dei simboli del Trentino ed uno spazio per incontri. Ai dispositivi elettroni-ci dei visitatori di Piazza Trentino saranno inviate informazioni ed approfondimenti tematici.

3. Il Trentino al Padiglione del VinoConsorzio Vini del Trentino e Istituto Trento doc rappresenteranno i produttori e la viticoltura di montagna trentina in uno spazio dedicato nel Pa-diglione del Vino gestito da Fiera Verona e Mipaf, collocato proprio di fronte al Padiglione Italia.

4. Ufficio relazioni internazionaliLa Provincia metterà a disposizione durante il pe-riodo di Expo non solo per gli sponsor, ma pure

Industrie “Special Sponsor” nella “Piazzetta Trentino”7-13 agosto 2015: Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento21-27 agosto 2015: Aziende termali (Comano, Levico, Dolomia, Pejo, Rabbi, Val Rendena) - (progetto di Confindustria Trento)11-17 settembre 2015: Aziende termali - (progetto di Confindustria Trento)18-24 settembre 2015: Pastificio Felicetti9-15 ottobre 2015: Dolomiti Fruits23-29 ottobre 2015: Sezione Impianti a Fune di Confindustria TrentoAdige Spa/Blm Group sarà presente per tutto il periodo di apertura della Piazzetta Trentino in qualità di “Special sponsor” e fornitore tecnico. A poca distanza dalla Piazzetta Trentino sorgerà lo stand del Consorzio dei Vini del Trentino, che ospiterà anche Aziende associate a Confindustria Trento. Altre Industrie trentine saranno presenti in luoghi significativi (ad esempio Cantine Ferrari presso i ristoranti Eataly) e fuori Expo a Milano.

I rivestimenti realizzati da Premetal per il cluster "Riso e Cacao"

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collegamenti con MilanoIl Trentino sarà collegato con Expo Milano 2015 attraverso un Euregio Bus che ogni giorno servirà Innsbruck, Trento, Rovereto e l’area espositiva di Milano. Il capoluogo lombardo sarà raggiungibi-le anche via treno, grazie al recente accordo sigla-to con Ferrovie dello Stato. Il treno in partenza da Trento, dopo le soste a Rovereto e Verona pro-seguirà direttamente per la sede espositiva di Mi-lano. Due saranno gli orari di andata, altrettanti i treni di ritorno.

condizioni di favore per gli aderenti a confindustriaConfindustria offre condizioni di particolare fa-vore alle aziende associate per l’acquisto di bi-glietti di Expo 2015, da richiedere alle organizza-zioni territoriali. Per informazioni T 0461 360089 [email protected]

da Trentino Marketing e si compone di 6 itinera-ri turistici incentrati sul tema della biodiversità (1.Storia, Geologia e Paesaggio delle Dolomiti; 2. La Flora e la Fauna alpina: alla scoperta dei Parchi; 3. L’agricoltura di Montagna delle Malghe e degli Alpeggi; 4. I meleti e i Castelli del Trentino; 5: Le bollicine di Montagna: le cantine del Trento doc; 6. Trentino Mediterraneo e i suoi uliveti).

concept StoreI due principali hub promozionali e di rappre-sentazione del Trentino, dai quali partiranno i sei itinerari tematici durante il semestre saranno rappresentati dal Palazzo delle Albere e da un’area dedicata del Mart di Rovereto. Questo favorirà l’attrattività turistica dei due principali musei provinciali, offrendo un’occasione di visibilità ai produttori e dando vita a una promozione inte-grata degli attrattori turistici, culturali, produttivi trentini.

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non possiamo che aprire que-sta intervista parlando di Expo. Quali ritiene siano le opportunità offerte dall’Esposizione Universale alle aziende trentine?Dovremmo cogliere l’occasione Expo per invo-gliare i visitatori a raggiungere la nostra regione associando quanto di buono possiamo offrire sotto il profilo alimentare a validi spunti cultu-rali. Penso all’allestimento di punti di esposizio-ne in zona Muse, o Mart, in luoghi di indubbia attrattiva capaci di per sé di fare muovere gli stranieri. Questi ultimi sarebbero ben felici di vi-sitare stand del gusto convenzionati con i musei, dove potrebbero degustare e vedere i prodotti delle nostre aziende. Notevole, se si pensasse di muoversi in tal senso, dovrebbe essere lo sfor-

zo pubblicitario, ma ottimi potrebbero essere i risultati se si organizzassero le trasferte Milano-Trento sul modello dei pacchetti, da anni col-laudati, messi a disposizione in occasione dei mercatini di natale.

Perché anche per il settore l’export è la chiave di volta del mercato italiano…Il 2015 potrebbe configurarsi come l’anno della svolta se si effettuassero scelte lungimiranti volte a consolidare il trend positivo in corso, dovu-to, in parte, a incentivi di sviluppo importanti come il calo di euro e greggio o il miglioramento del credito per famiglie e imprese. Con specifico riferimento al settore alimentare, il peso delle esportazioni è, in 10 anni, aumentato di quasi il 50%, passando dal 14% del 2004 al 20,5% del 2014. Siamo, però, ancora lontani dall’eguagliare i livelli raggiunti da paesi come Spagna (22%), Francia (28%), Germania (32%). Ma quali sono i prodotti che hanno registrato le migliori perfor-mance globali? Primeggia l’alimentazione ani-male (+23%), seguono le acque minali e gassose (+10,7%), l’ittico (+ 7,6%), il caffè (+7,9%), il lattiero caseario (+5,6%), le carni preparate (+5,4%). E chi acquista il made in Italy alimentare? Nel 2014 è l’Europa, complice anche la debolezza di alcu-ni mercati emergenti, a dare i migliori risultati (+3,6% sui primi nove mesi del 2014). Al di fuo-ri di tale ambito geografico torna a crescere la Cina (+5,3% nei primi nove mesi del 2014) men-tre arretra la Russia, condizionata dall’embargo e dall’arretramento del Pil. Il nostro export si mantiene stazionario in Germania (0,5%), viaggia a gonfie vele negli Usa (+6,5%) che costituiscono il terzo (e primo per il vino) sbocco del food and drink nazionale.

PresIdente,

Intervista a MANUEL FURLANI, presidente della Sezione Alimentazione di Confindustria Trento.

speciale alimentazione

"Un settorein salute"

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Manuel Furlani

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Quali allora le aree di miglioramento?Le problematiche, più volte sollevate, rimango-no, ahimè, sempre le medesime: l’eccessiva bu-rocrazia che affligge il nostro paese e la nostra provincia, la mancanza di liquidità determinata dall’indisponibilità da parte delle banche a pre-stare denaro, il tendenziale disinteresse manife-stato dalla politica a contenere l’eccessivo peso di una tassazione divenuta oltremodo gravosa.

Quali i punti di forza delle aziende trentine?La crisi economica non ha risparmiato la nostra regione, ma le aziende trentine fanno ben sperare. Se anche hanno avvertito problemi sono riuscite, nella maggior parte dei casi, a superarli, grazie all’intelligenza, la capacità, la tenacia e la fiducia di chi le gestisce e vi lavora. L’unione fa la forza e quando tutti assieme, con ferma determinazione e forte motivazione, ci si rimbocca le maniche si riescono a superare anche gli ostacoli più impe-gnativi. Certo risulta più facile rimanere a galla ed attivarsi in realtà come la nostra dove, per lo più, l’imprenditore, l’artigiano, l’agricoltore sono aiutati in tale “impresa” dalla famiglia, indubbia-mente dotata di notevole potere sul fronte della “tenuta” aziendale. La famiglia da noi “vive” e rende viva l’azienda partecipando con entusiasmo, impegno, sentimento, prontezza, senza badare agli innumerevoli sacrifici di natura sia affettiva che economica, necessari per dare il meglio di sé al fine di garantire buona salute alla creatura che si sente “propria”.

Come commenterebbe dunque l’andamento del settore, con particolare riferimento al Trentino?La sezione alimentare sta, nel complesso, viven-do un momento buono, anche, e soprattutto, alla luce di andamenti ben più tristi caratterizzanti realtà diverse. Tale giudizio poggia sulla conside-razione che la maggioranza delle aziende trentine, eccezion fatta per qualche raro caso, è in salute. Le aziende vendono perché offrono prodotti di qualità elevata in grado di incontrare i gusti di un mercato sempre più esigente, attento al buono e al genuino. E aumentando le esportazioni si sop-perisce al calo, comunque contenuto, dei consumi interni.

Sono dieci le aziende trentine associate a Confindustria Trento che tra il 22 e il 25 marzo hanno preso parte, a Verona, all'edizio-ne 2015 di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati. Si tratta della Distilleria Bertagnolli, Cesarini Sforza, Concilio, Cantine Ferrari, Gaierhof, Giori Distillati, Azienda Agricola Letrari, Marzadro, Pedrotti Spumanti e Pisoni.

Vinitaly 2015: aziende associate in fiera

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Il 43% del fatturato del marchio trentino deriva da prodotti realizzati per conto terzi. In cantiere il lancio di una nuova divisione di confezionamento, per offrire un servizio ancora più completo.

ce ne accorgiamo, ma gran parte della confettura che troviamo nei supermercati – nelle grandi e piccole catene di distribuzione – viene prodotta da Menz&Gasser nello stabilimento tren-tino di Novaledo. L’azienda, probabilmente il maggiore produttore di confetture in Italia, produce 50mila tonnella-te di confettura all’anno con un fatturato (eserci-zio del 2014) superiore ai 110 milioni di euro. Di questi, solo il 4% viene realizzato con prodotti marchiati Menz&Gasser. “Siamo un’azienda che lavora principalmente per marchi terzi – spiega Michele Bernardi, responsabile marketing – for-

temente orientata sui mercati esteri e con una grande attenzione alla qualità del prodotto. Il 43% del fatturato deriva da prodotti che realizziamo con etichetta diversa dalla nostra per conto terzi (private label). Il 23% da hotelleria e catering (Ho-reca), il 22% da semilavorati per l’industria, l’8% dal canale legato alla pasticceria. Il rimanente 4% è costituto da prodotti a marchio Menz&Gasser”. Il 52% del fatturato è realizzato all’estero con un feeling particolare in Germania e in Gran Breta-gna. “Sono questi – continua Bernardi – i paesi con i quali lavoriamo maggiormente. In Germa-nia siamo molto radicati. Il 50% del nostro export dipende dal mercato tedesco. Oltre a Germania anche Austria e Svizzera. Lavoriamo molto bene in Inghilterra e siamo presenti nella maggior parte dei paesi d’Europa: Spagna, Belgio, Olanda, Fran-cia e Repubblica Ceca. Sui mercati extra Ue stiamo consolidando la nostra posizione nelle Americhe (Stati Uniti, Canada, Brasile) e per il futuro pun-tiamo a crescere nel sudest asiatico”. I controlli sulla qualità del prodotto e del processo produtti-vo sono svolti con le più avanzate tecnologie. “Di-sponiamo di controlli chimico/fisici/organolettici sul 100% dei lotti di produzione. Utilizziamo una cernitrice ottica che garantisce l’utilizzo di frutta di altissima qualità e la rimozione di residui di raccolta. A questa affianchiamo un metal detector a monte degli impianti di confezionamento, che esclude la presenza di parti metalliche e uno scan-ner a raggi X per l’individuazione di corpi estranei non metallici”.Menz&Gasser, nata 1935 in Alto Adige, giunse in Valsugana nel 1974. Oggi conta oggi più 300 di-pendenti suddivisi nello stabilimento produttivo di Novaledo e in una sede di Verona. In Veneto, l’azienda produce semilavorati per l’industria ali-

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di alESSanDro DE BErTolInI

Menz&Gasser dove non te l'aspetti

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marchio Menz&Gasser e di concerto con i partner che commissionano all’azienda le proprie linee di prodotto. “Il 10% del nostro fatturato – sottolinea Michele Bernardi – è costantemente realizzato con prodotti che hanno meno di un anno di vita”. Per quanto riguarda le specifiche costruttive della nuova struttura, i capannoni si presentano come un gioiello green. “La copertura dell’edificio – ri-prende il responsabile marketing – è dotata di un complesso di pannelli solari che garantisce 700 kW di produzione di energia elettrica. Disponia-mo di un impianto di cogenerazione a biogas per ulteriori 125 kW di energia elettrica e 180 di ener-gia termica. Da un terzo impianto di cogenerazio-ne a gas naturale otteniamo altri 800 kW di ener-gia elettrica e 950 di energia termica. Inoltre, per non pesare sul consumo delle acque pubbliche, abbiamo scavato due pozzi a nostro uso esclusivo ai piedi della val di Sella. Complessivamente, non siamo ancora autonomi nell’approvvigionamento energetico ma contiamo di esserlo a breve, entro il 2016, con la costruzione di un nuovo impianto di trigenerazione (per l’ottenimento di caldo, fred-do, ed elettricità) a biomassa vegetale vergine, con utilizzo di scarti di legnami come materiale da combustione”.Tra le strategie per il futuro, Menz&Gasser punta a potenziare le commesse per conto terzi offren-do ai partner un servizio il più possibile completo.

“Stiamo creando una nuova divisione di confezio-namento – conclude Bernardi – per rispondere alle esigenze del cliente che si rivolge a noi sia per la produzione della confettura che per il confeziona-mento finale. Stiamo così passando da un’azienda di prodotti a un’azienda di prodotti e servizi”.

mentare. Una piccola parte di personale si trova inoltre a Lana, dove la fabbrica ha avuto origine. Nel 2002 un incendio distrusse gran parte dello stabilimento di Novaledo bloccando la produ-zione. Matthias Gasser, direttore generale, ripartì da zero rilanciando l’azienda con un piano di in-vestimenti da capogiro a medio e lungo termine. Dal 2004 al 2014 la famiglia Gasser ha investito 50 milioni di euro per la costruzione della nuova sede e per l’acquisizione di nuovi impianti per la lavorazione e per il confezionamento della frutta. Tra il 2014 e il 2016 altri 35 milioni di euro sono già stati impegnati per l’ampliamento delle strut-ture, con aumento previsto da 20mila a 40mila metri coperti di capannoni. Un piano industriale, quello di Matthias Gasser, che ha portato l’azien-da a quadruplicare il fatturato negli ultimi dieci anni con un aumento di personale che, per quan-to riguardo la stabilimento trentino di Novaledo, ha registrato un salto dai 50 collaboratori del 2004 agli oltre 220 di oggi. Passaggio tanto più significa-tivo se si pensa all’attuale periodo di crisi dell’eco-nomia e dei mercati, che, seppur abbia colpito in misura minore il comparto alimentare, tradizio-nalmente a domanda rigida, non ha risparmiato nessun settore. Gli investimenti intrapresi, con ammortamento previsto entro i prossimi dieci anni, sono stati rivolti anche al raggiungimento dell’autosufficien-za energetica dello stabilimento in Valsugana e all’implementazione del comparto ricerca e svi-luppo all’interno dell’azienda, sia a Novaledo sia a Verona. Entrambe le sedi produttive, infatti, di-spongono di un laboratorio di ricerca che lavora per lo sviluppo di nuove soluzioni sui prodotti a

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la fortuna di avere un territorio mera-viglioso e delle splendide montagne: non mi stan-cherò mai di dire che queste caratteristiche dobbia-mo ritrovarle nel bicchiere”. Lucia Letrari, al timone dell’azienda viticola di famiglia, enologa di forma-zione, spiega così i valori alla base dell’Azienda agricola Letrari, fondata dal padre Leonello nel 1976. “Vogliamo puntare sulla riconoscibilità del territo-rio nelle nostre bottiglie e sulla specificità del vino trentino sul mercato. Sono queste le cose che non possono mancare nel bicchiere: le nostre tradizioni, la nostra gente, il nostro ambiente, i nostri vitigni, che dobbiamo amare anche nei lori piccoli difetti”.

L’Azienda agricola Letrari si sviluppa principal-mente nella valle e sulle colline attorno a Rovere-to, Sacco e Nogaredo. Una parte dei terreni si trova più a sud, nei pressi di Borghetto, dove la famiglia ha origini. Bianchi, spumanti, rossi e vini dolci: “Sono 18 le etichette che produciamo – spiega Lu-cia – di cui otto sono Trento Doc”. Ogni bottiglia presenta un forte legame con il territorio. “Non ac-condiscendiamo mai alle mode del mercato”, pre-cisa l’enologa. “Seguiamo i nostri gusti e la nostra sensibilità. Non ci interessa la quantità. Puntiamo sulla qualità valorizzando l’attaccamento alla terra e alle nostre radici”.

Libera dai condizionamenti del mercato, l'Azienda agricola Letrari persegue una strategia di produzione orientata alla qualità, valorizzando l'identità territoriale di vini e spumanti.

“abbIamo

Dai bordolesi al Trento Doc

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ci si può mai fermare. La necessità di innovare è continua e, a causa del clima, ogni anno è diver-so dal precedente”. Da molte generazioni i Letrari lavorano le terre della Vallagarina. “Conosciamo i nostri vigneti e li seguiamo con cura. La vocazione enologica di quest’area – sottolineano in azienda – ha radici storiche accertate sin dall’epoca romana e appare oggi quasi intatta nel suo insieme paesaggistico-ambientale. Su questi terreni la nostra azienda ha saputo attuare un programma colturale con una attenta selezione qualitativa delle uve. Vini pregiati nascono dall’attento studio del terreno e della posizione dei vigneti: la bassa Vallagarina e in particolare l’enclave di Borghetto all’Adige. Suoli poveri e rocciosi, esposizioni felicissime, regolari maturazioni e una corretta produzione per ceppo hanno permesso, dopo ulteriori sele-zioni e basse rese per ettaro, di ottenere uve di eccellenza”.Qui, in queste aree, la vite cresce non di rado accanto all’olivo, grazie al particolare microclima generato dall’Ora del Garda e alla presenza, nei pressi del lago di Garda, di una fascia di mac-chia mediterranea che in nessun altro luogo al mondo si spinge così a settentrione. Sfruttando anche in questo caso le specificità del territorio, l’Azienda agricola Letrari offre una produzione di olio extravergine “ottenuto dalle nostre olive”. La materia prima “proviene da un piccolo fondo sito sulle colline soleggiate della Vallagarina me-ridionale a ridosso dell’abitato di Mama d’Avio, sponda destra del fiume Adige”. Oggi il piccolo uliveto conta “circa mille piante, in parte di età ultra trentennale”. (adb)

Non è un caso, infatti, che Letrari si stia orien-tando decisamente sul Trento Doc, potenziando il settore spumantistico. “Negli ultimi anni – con-tinua Lucia – abbiamo aumentato il numero di bottiglie di Trento Doc spingendo maggiormente verso questa produzione. Un tipo di prodotto che vendiamo molto bene sul mercato italiano. Meno bene all’estero”. Il fatturato di Letrari è realizzato per il circa il 70% sul mercato domestico. “Ma tra i nostri obbiettivi futuri – sottolinea la titolare – intendiamo rafforzare la presenza sui mercati esteri puntando proprio sul Trento Doc. Stiamo già registrando un trend di crescita importante in questa direzione”. La famiglia Letrari ha antiche origini contadine che si intrecciano con la storia della viticoltura in Trentino. Presenti già a partire del 1647 nella zona di Borghetto di Avio, si distinguono come zatte-rieri fluviali, commercianti e innovatori agricoli. Dagli anni 60 del secolo scorso Leonello Letrari inizia a lavorare a nuovi tipi di uvaggi e spuman-ti di pregio. è fra i primi enologi a raccogliere la sfida di produrre un uvaggio di tipo bordolese in Italia. Dopo alcuni anni di attività assieme ad alcuni soci, con la moglie Maria Vittoria fonda l’Azienda agricola Letrari nel 1976. La figlia, Lucia, termina gli studi all’Istituto agrario di San Mi-chele all’Adige nel 1987 e poi si specializza come tecnico enologo. Oggi si occupa anche della pro-mozione del marchio e del settore commerciale. “Tradizione e innovazione sono il credo della no-stra azienda – dice – costantemente applicate con moderne pratiche agronomiche, con il lavoro e la dedizione delle nuove generazioni. Il nostro è un settore che non conosce periodi di pausa. Non

Lucia Letrari

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Tante le novità nell'azienda di Pergine leader nella lavorazione dei funghi. Dall'ingresso della nuova generazione al nuovo stabilimento, fino al lancio dei nuovi prodotti.

cambio di marcia alla Dial di Pergine: il nuovo stabilimento (inaugurato alcuni mesi fa), un nuovo prodotto (la crema di funghi Pronto Porcini) e l’ingresso in azienda della seconda generazione. Francesco Orefice, appena laureato in economia e management con una tesi sul passaggio genera-zionale nelle imprese, è entrato nella fabbrica di famiglia in questa fase di cambio di rotta.Con il nuovo prodotto, Dial Srl punta a raddop-piare il fatturato nei prossimi 5 anni passando da-gli attuali 6 milioni di euro a 12. “Pronto Porcini – fanno sapere dalla Dial, leader nella lavorazione dei funghi secchi con il 40% del mercato naziona-le – è una crema di funghi porcini pronta all’uso che nasce dall’esperienza e dalla ricerca Dial. Un prodotto unico e inimitabile che trova i suoi pun-ti di forza nel gusto irresistibile e nella praticità del suo dosatore. Ottimo complemento per una cucina moderna, dove la velocità di preparazione segue il passo della creatività e della scoperta di

sapori sempre nuovi. è ideale per decorare cibi, insaporire, condire e guarnire”. Il nuovo stabilimento Dial accoglie i macchinari per il ciclo produttivo di Pronto Porcini. “Abbia-mo da poco installato un impianto pilota – spie-ga Francesco Orefice – ed entro il mese di giugno avremo i macchinari definitivi a pieno regime”. La realizzazione di Pronto Porcini ha comportato per l’azienda un lungo periodo di ricerca e un impor-tante piano di investimenti. “Questo progetto ci ha visto investire quasi 10 milioni di euro – continua Orefice – con un percorso di ricerca e sviluppo du-rato 5 anni. Abbiamo ottenuto il nuovo prodotto lavorando intensamente con i nostri laboratori e appoggiandoci all’esterno, dove necessario, crean-do rapporti di partnership con enti e istituzioni specializzate nel settore alimentare. In particolare, abbiamo collaborato con un centro studi di Cese-na (un distaccamento dell’Università di Bologna), con l’Università di Padova e con un centro ricer-

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Dial, le novitàspuntano come funghi

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all’albo nazionale. Tutti i processi di lavorazione sono regolamentati da procedure di controllo qua-lità rigidissime, che portano ogni anno a moltepli-ci analisi chimico-fisiche, batteriologiche e macro-scopiche, al fine di garantire la massima sicurezza e igiene degli alimenti”.In occasione dei 25 anni dell’azienda, fondata nel 1990 dai fratelli Orefice (Ciro, Gaetano, Gianni e Rino), Dial ha inaugurato da poco il nuovissimo stabilimento a Pergine Valsugana, concepito e re-alizzato con criteri d’avanguardia. “La struttura – spiega Francesco Orefice – è stata pensata sia per ospitare la nuova produzione sia per riorganizzare l’azienda sotto il profilo della gestione logistica, con un grande magazzino per il deposito della materia prima. Lo stabilimento, inoltre, è comple-tamente autosufficiente: un impianto fotovoltaico ci garantisce tutto l’approvvigionamento di ener-gia necessaria. Poiché siamo azienda leader nel settore, abbiamo costruito la nuova sede con la volontà di farla visitare. Crediamo nel turismo in-dustriale: desideriamo aprire le porte della nostra fabbrica (stiamo lavorando con l’Azienda per la promozione del turismo di Levico e con l’agenzia Open Viaggi) e vogliamo realizzare percorsi didat-tici per gli studenti (abbiamo già un accordo per portare in azienda tre classi delle scuole medie di Borgo Valsugana). Per questo, lo stabilimento dispone anche di una sala cinema per mostrare contributi audiovisivi sulla nostra filiera produtti-va”. (adb)

ca e sviluppo di Bergamo. Così siamo giunti al brevetto finale”. Fino a oggi, Dial si è specializza-ta nella vendita di funghi secchi. Un mercato di nicchia tradizionalmente italiano. Con la nuova crema ai funghi porcini l’azienda diversifica deci-samente la propria offerta e punta a conquistare i mercati esteri. “Pronto Porcini – precisa Francesco Orefice – risponde alle esigenze del consumatore, che, oggi, ha sempre meno tempo da dedicare alla consumazione dei piatti. Mentre i funghi secchi necessitano di alcuni minuti per essere cucinati, la nuova crema viene servita già pronta. Accanto al nostro core business principale, che continua a essere rappresentato dai funghi secchi, affianchia-mo così un prodotto molto diverso che ci permette di guardare ai mercati esteri. Puntando su questi mercati contiamo di raddoppiare il fatturato nei prossimi 5 anni”.Nel comparto della produzione e lavorazione dei funghi secchi, in Italia e all’estero Dial gode di una eccellente considerazione. Marchi leader della grande distribuzione come Coop, Carrefour, Au-chan, Sisa ed Eurospin hanno scelto da anni l’a-zienda di Pergine quale partner per la fornitura di funghi secchi in confezioni personalizzate. “La nostra attività produttiva – sottolineano in azien-da – è gestita e monitorata da uno staff tecnico altamente specializzato, supportato da un labora-torio di analisi interno all’azienda per i controlli micologici macroscopici. Vantiamo nel nostro staff la presenza di ben 5 micologi accreditati e iscritti

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situazione dell’autotrasporto merci ha as-sunto connotati davvero preoccupanti con molte imprese in forte difficoltà, altre che hanno cessato l’attività o che hanno trasferito tutto o in parte il centro degli affari all’estero, con gravi conseguenze per l’occupazione e per l’indotto”. Così riassume il difficile momento che sta attraversando l’autotra-sporto merci in Trentino il direttore di Confindu-stria Trento Roberto Busato.In effetti rispetto a pochi anni addietro si è registra-ta una forte contrazione del numero delle aziende operanti in Trentino, dei mezzi di trasporto imma-tricolati, dell’occupazione diretta ed indiretta e del Pil prodotto dal settore.Le cause vengono da lontano, da una mancata riforma radicale del comparto che fin dagli anni ottanta presenta un eccesso di offerta ed una polve-rizzazione del comparto.Nel corso degli anni duemila è intervenuto un pro-gressivo peggioramento della situazione in conse-guenza dell’apertura delle frontiere ai vettori dei paesi neocomunitari, senza alcuna cautela, con la conseguenza di doversi confrontare con imprese con costi di gestione e del personale molto inferiori.“Ne è derivato un progressivo impoverimento del

tessuto imprenditoriale italiano ed anche trentino, con un ulteriore aggravamento della situazione in conseguenza della crisi finanziaria degli ultimi anni, con il moltiplicarsi degli insoluti e una note-vole difficoltà di accesso al credito per il comparto” sottolinea Lucio Sandri, presidente della Sezione. “Si stima infatti che in Italia negli ultimi cinque anni sono venute meno circa 18mila imprese di autotrasporto, in gran parte fallite o trasferite all’e-stero” prosegue Sandri.Per rappresentare la gravità della situazione alle au-torità politiche locali una delegazione della Sezione ha incontrato il presidente della Provincia autono-ma Ugo Rossi, sottolineando le gravi conseguenze per l’economia locale ma anche per la finanza della nostra provincia che conseguono al venir meno di importanti aziende strutturate, così come di molte piccole e micro imprese.In tale contesto Sandri ha auspicato un intervento della Provincia autonoma per sostenere e rilanciare il settore Autotrasporto in vista della ripresa eco-nomica, della quale si cominciano a intravedere timidi segnali.L’Associazione al contempo si è mossa, congiunta-mente con l’organizzazione nazionale di categoria

“la

di PIEranGElo BalDo, responsabile area Economia d’Impresa confindustria Trento

Confindustria Trento al fianco delle imprese per la risoluzione delle difficoltà del settore dell'autotrasporto. Il dibattito si sposta da Roma a Bruxelles.

Una crisi che viene da lontano

associazione

asso

ciaz

ione

Da sinistra Baldo, Lopez De Gonzalo, Riguzzi e Sandri

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Anita nei confronti del Governo e di alcuni parla-mentari trentini.Il senatore Franco Panizza, da sempre vicino al comparto ha assicurato un suo interessamento, mentre il deputato Mauro Ottobre ha già presen-tato un’interrogazione per evidenziare al Governo i pesanti costi per la pubblica amministrazione che conseguono ad ogni immatricolazione di un mezzo pesante all’estero rispetto all’immatricolazione del-lo stesso in Italia, dell’ordine dei 70-80mila euro all’anno per veicolo.Tenuto conto che le difficoltà, come accennato, de-rivano in buona parte dalla “concorrenza sleale” delle imprese dell’est e dalla mancanza di regole a tutela dei vettori europei, alcuni paesi dell’Unione hanno già adottato delle disposizioni per arginare, almeno in parte, gli effetti nefasti di questa “colo-nizzazione”. La Germania ha introdotto un salario minimo obbligatorio per gli autisti delle imprese di autotrasporto, anche provenienti dall’estero, men-tre la Francia ha previsto il divieto di effettuare il riposo settimanale di autisti a bordo dei camion, accompagnato da sanzioni molto pesanti.è però importante che gli interventi non vengano adottati a macchia di leopardo da singoli paesi, ma vengano coordinati con provvedimenti della Com-missione Europea. In direzione di Bruxelles si indi-rizzeranno proprio per questo le prossime mosse degli autotrasportatori trentini, con il supporto di Confindustria Trento e di Anita e con la sensibiliz-zazione dei parlamentari europei.

associazione

Con un partecipato seminario sono state illustrate le

radicali modifiche apportate al sistema delle regole

dell’autotrasporto merci con la Legge di stabilità

2015.

Oltre all’abolizione dei costi minimi di esercizio e

della Scheda di trasporto, conseguenti alla recen-

te sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione

Europea, è stata infatti rivista la disciplina della

corresponsabilità dei diversi soggetti della filiera del

trasporto in relazione agli adempimenti retributivi,

previdenziali ed assicurativi del vettore e al rispetto

della disciplina del Codice della strada e dei tempi

di guida e di riposo dei conducenti. È stata inoltre

prevista una ridefinizione del contratto di sub-tra-

sporto con l’accorciamento della filiera ad un unico

sub-vettore, con nullità degli eventuali contratti

successivi ed è stato previsto l’obbligo della nego-

ziazione assistita per le controversie concernenti

contratti di trasporto merci.

Introdotto da un saluto del presidente della Sezione

Autotrasporto Lucio Sandri, che ha sottolineato

la rilevanza e le ripercussioni delle innovazioni sulle

diverse figure della filiera dell’autotrasporto e dal

responsabile della Sezione Pierangelo Baldo, che

ha inquadrato le nuove disposizioni nell’ambito della

regolamentazione quadro del settore, il seminario

si è articolato con gli interventi di Marco Lopez De

Gonzalo, dell’Università di Milano e di Maurizio

Riguzzi, Università di Verona, che hanno illustrato

dettagliatamente le nuove disposizioni e fornito utili

precisazioni in relazione alle molte domande rivolte

dagli imprenditori presenti.

La riforma dell’autotrasporto con la Legge di stabilità 2015

Stefania Tamanini è stata eletta in rap-presentanza di Confindustria Trento nella Giunta della Camera di Commercio di Trento. L'imprenditrice è amministratore delegato di Tamanini Hydro Srl, azienda di Mattarello che progetta, produce e installa turbine idrauliche e impianti idroelettrici.

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di lUca rIBaGa, Finanza d'Impresa di confindustria Trento

nuovo recente accordo stipulato con Credem rende disponibili alle aziende associate finanzia-menti a medio-lungo termine a costi vantaggiosi. Per sostenere la crescita delle aziende e finanziare adeguatamente il loro capitale circolante, l’accor-do prevede sia il finanziamento ad investimenti con mutui chirografi e/o ipotecari e l’utilizzo del leasing, ma anche la possibilità di finanziare a medio-lungo il capitale circolante e la patrimo-nializzazione dell’azienda. Sono previsti anche strumenti per sostenere l’internazionalizzazione delle aziende. Il costo delle operazioni, qualora rientranti nei parametri previsti, può essere ulte-riormente contenuto utilizzando le garanzie del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi. Completa l’accordo anche la disponibilità dello strumento factoring. La convenzione rientra nelle molteplici iniziative portate avanti da Confindustria Trento per favorire l’accesso al credito delle aziende. Oltre agli accordi con istituti di credito, Confindustria Trento, per migliorare il rapporto impresa/banca, offre ai propri associati supporto finanziario per-sonalizzato e l’organizzazione di corsi specialistici in finanza d’impresa. “Quello del credito si conferma come tema prio-ritario per le nostre imprese in questo momento”, spiega il direttore di Confindustria Trento Rober-to Busato. “Gli Associati continuano a segnalar-ci difficoltà di approvvigionamento dal sistema bancario. Per questo la nostra Associazione negli ultimi mesi ha intensificato i rapporti con gli isti-tuti di credito e ha dedicato un servizio specifico sulla finanza d’impresa per assistere le aziende. L’accordo con Credem – prosegue il direttore – va in questa direzione, per garantire alle imprese as-sistenza e risposte in tempi rapidi alle imprese”. “Tramite l’accordo con l’Associazione industria-

li mettiamo a disposizione delle imprese tutta la nostra gamma di strumenti finanziari a condizio-ni estremamente vantaggiose – prosegue Enrico Cristoforetti, titolare del Centro Imprese Trentino – permettendo l’accesso agevolato a finanziamen-ti a medio lungo per le imprese innovative, per l’internazionalizzazione e l’espansione sui mercati esteri. Ai prodotti bancari classici si aggiungeran-no inoltre i servizi erogati da Credemleasing per operazioni di leasing immobiliare e strumentale e da Credemfactor per il factoring diretto pro so-luto ed indiretto. Il nostro obiettivo – prosegue Cristoforetti – è quello di offrire un gamma di servizi completi sia sugli investimenti di medio lungo termine, sia nella consulenza sulla gestione del capitale circolante”.

Un

Siglato un accordo tra Confindustria Trento e Credito Emiliano per i finanziamenti a medio-lungo termine con condizioni vantaggiose negoziate per gli Associati.

nuovo accordocon credem

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Da sinistra: Roberto Busato ed Enrico Cristoforetti

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27 febbraio scorso Confindustria Trento, in collabo-razione con la sua società di servizi Assoservizi, ha or-ganizzato presso Palazzo Stella un seminario finalizzato a fornire informazioni e consigli alle imprese associate sulla Progettazione Europea. Il Seminario, al quale han-no partecipato oltre 60 imprenditori, ha fornito una pa-noramica sui principali programmi europei a sostegno delle piccole e medie imprese, e le prime indicazioni operative su come approcciare correttamente i finanzia-menti a gestione diretta della Commissione europea.Ad aprire il seminario è intervenuto Pierangelo Baldo, responsabile dell’Area Economia d’Impresa di Confindu-stria Trento, delineando struttura e procedure della legge 6/99 della Provincia autonoma di Trento a sostegno dei processi delle attività di ricerca, innovazione e interna-zionalizzazione.A seguire, Roberta Mancia, avvocato, formatrice ed esperta di progettazione europea di stanza a Bruxelles, ha presentato una panoramica sui programmi a soste-gno delle piccole e medie imprese per il finanziamento di attività a supporto della ricerca, sviluppo, innovazio-ne e internazionalizzazione inseriti nella programma-zione finanziaria 2014/2020 della Commissione europea.Il programma Horizon 2020, il maggiore fondo a gestio-ne diretta della Commissione europea gestito dalla Dire-zione generale per la per la ricerca e l’innovazione, ope-rativo dal 1° gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2020. Con una dotazione finanziaria di oltre 77 miliardi di euro tale programma si pone come il principale strumento di sostegno diretto per le imprese che vogliano migliorarne la propria competitività, traducendo il progresso scienti-fico in prodotti e servizi innovativi, concreti e quantifi-cabili, che offrano opportunità imprenditoriali. Circa il 20% del budget totale del programma "Horizon 2020", è destinato al sostegno delle pmi.Tra i sottoprogrammi presentati, lo strumento per le Pmi rappresenta una nuova misura specifica espressamente

dedicata alle piccole e medie imprese all’interno della cornice Horizon 2020. Il suo scopo è incoraggiare la par-tecipazione delle Pmi al programma e valorizzare il loro potenziale innovativo, rendendo i meccanismi di finan-ziamento più semplici e rispondenti alle loro necessità. Tale strumento intende rivolgersi a tutte le piccole e medie imprese, orientate all’internazionalizzazione e in grado di sviluppare un progetto di eccellenza nel campo dell’innovazione, di dimensione europea e ad elevato impatto economico. L’obiettivo è quello di collocare le Pmi al centro del processo di innovazione, offrendo loro una finestra di finanziamento dedicata e la possibilità di gestire in modo autonomo la scelta dei partner, i meccanismi di subappalto, l’organizzazione del progetto e la sua sostenibilità finanziaria nel lungo periodo, se-condo una logica bottom-up e business-oriented. Nel nuovo strumento è previsto che solo le Pmi possano partecipare al bando di finanziamento e che il supporto avvenga in tre fasi, a copertura dell’intero ciclo di inno-vazione:1. predisposizione di uno studio di fattibilità del proget-

to con l'elaborazione di un business plan preliminare2. sviluppo dell'idea progettuale con un finanziamento

per la realizzazione di un business plan più articolato per arrivare al lancio del prodotto/servizio sul merca-to

3. Finanziamento delle attività per rating, coaching e in-ternazionalizzazione per la commercializzazione

Lo strumento consente di entrare nella prima fase oppu-re direttamente nella seconda. Il finanziamento previsto è del 70% dei costi sostenuti.è stato successivamente effettuato un excursus sul pro-gramma Cosme che si propone come strumento di so-stegno alle Pmi perseguendo obiettivi specifici, quali:- migliorare l'accesso ai finanziamenti per le Pmi- migliorare le condizioni generali per la sostenibilità e

la competitività delle imprese nell’UE

Il

di nIcolò anDrEInI, responsabile area internazionalizzazione, assoservizi-confindustria Trento

Lanciato con un partecipato seminario il nuovo percorso sulla progettazione europea. Obiettivo è stimolare e affiancare le imprese nell'accesso ai fondi europei.

Europrogettazione:nuovo percorso

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successivo alla formazione è prevista una sessione della durata di un’ora e mezza di coaching/consulenza indi-viduale per ogni azienda partecipante, finalizzata a far emergere le idee progettuali e le potenzialità delle stesse in merito alla possibilità di partecipare ai programmi di finanziamento diretti dalla Commissione europea, su cui investire nello step successivo.Le due giornate alternative per la formazione e il coa-ching sono state fissate: il 5-6 maggio (iscrizioni entro il 15 aprile) oppure il 23-24 giugno (iscrizioni entro il 3 giugno).Il terzo step consisterà nella redazione vera e propria del progetto. In collaborazione con Mancia, si procederà alla valutazione dell’idea progettuale, alla selezione del bando, alla ricerca dei partner e costituzione del consor-zio internazionale e, infine, alla predisposizione della proposta progettuale e presentazione del progetto. Si im-parerà, dunque, scrivendo il proprio progetto.Per informazioni ed iscrizioni si rimanda alla pagina web di Assoservizi: www.assoservizi.tn.it, sulla home page tasto "Estero".

- migliorare l’accesso delle imprese ai mercati dell’Unio-ne e a livello mondiale

- stimolare la creazione di nuove imprese di tutti i set-tori

I destinatari di questo strumento sono le imprese, che beneficeranno di un accesso agevolato ai finanziamenti per sviluppare, consolidare e far crescere la loro azienda, e i privati che desiderano aprire un’attività, quindi futu-ri imprenditori (in particolare giovani e donne).Un altro programma a gestione diretta dell’Ue che è sta-to presentato è Life Plus rivolto ad enti pubblici e privati, incluse le imprese che operano nel campo dell’ambiente. Diversamente dagli altri programmi diretti che impon-gono la partecipazione per tramite di consorzi interna-zionali, il programma Life, essendo predisposto sulla base di priorità nazionali non impone questa compo-sizione. La partecipazione al programma può pertanto avvenire attraverso la predisposizione di proposte pro-gettuali presentate da partenariati nazionali L’ultimo programma presentato è Eni, strumento euro-peo di vicinato, il cui obiettivo specifico è il sostegno ai 16 paesi partner a Est e a Sud delle frontiere dell’UE per promuovere una più intensa cooperazione politica e la progressiva integrazione economica.L’evento si è concluso con la testimonianza aziendale di Delta Informatica Spa, nelle persone del presidente, Pompeo Viganò, e del responsabile tecnico di Delta-Lab, Paolo Busetta. L’impresa trentina si è recentemente aggiudicata finanziamenti europei a valere su Horizon 2020 con il progetto Supersede, e ha riportato quali le azioni e quali le caratteristiche dell’azienda necessarie per competere con le altre imprese nell’aggiudicazione dei finanziamenti europei.Il seminario è stato il primo step di avvio di un percorso di supporto concreto alla redazione e presentazione di progetti europei, che mira a rispondere quanto meglio alle esigenze di sintesi e praticità delle imprese, e che si svilupperà nel 2015 in collaborazione con Roberta Man-cia.Il percorso si articolerà in due ulteriori step. Il secondo step prevede una giornata di formazione finalizzata a trasmettere i principi di base che governano le procedu-re di accesso al programma, oltreché gli strumenti tecnici per la realizzazione di idee progettuali e la gestione delle azioni finanziate dalla Commissione europea. Il giorno

Nuovi appuntamenti 21 aprile, 9.00-18.00German Dayconsulenze gratuitele adesioni vanno comunicate a Nicolò Andreini [email protected] - 0461 360092

7 maggio, 17.00-19.00RESILIENZA! Perché non è più tempo di resistere (al cambiamento)business show e social drink di primaverale adesioni vanno comunicate a Silvia [email protected] – 0461 360083

15 maggio, 9.30-12.00Efficienza energetica: obblighi e opportunità. Dalla diagnosi alla gestione strategica dell'energiaseminariole adesioni vanno comunicate a Michele [email protected] – 0461 360093

La partecipazione agli eventi è gratuita.

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occasione della prossima entrata a regime dell’obbligo della fatturazione elettronica nei con-fronti di tutte le pubbliche amministrazioni italia-ne Confindustria Trento ha organizzato lo scorso 3 febbraio un apposito incontro che, ripercorrendo le norme riguardanti i primi adempimenti digitali quali firme elettroniche e Posta elettronica certifica-ta (Pec) ha approfondito il quadro normativo e le novità in merito alla fatturazione elettronica ed alla conservazione dei documenti in formato digitale.Le tematiche sono state sviluppate approfondendo sia gli aspetti giuridici che tecnico pratici da due esperti relatori: Tommaso Santi Responsabile Ser-vizi Tecnologici Siav Spa, Società di Servizi delle Associazioni Industriali del Triveneto ed altre ter-ritoriali e Luigi Enrico Tomasini di Namirial Spa nota società di software e servizi tecnologici.Le disposizioni della Legge finanziaria 2008 avevano previsto che, al fine di semplificare il procedimen-to di fatturazione e registrazione delle operazioni imponibili, l’emissione, la trasmissione, la conser-vazione, l’archiviazione delle fatture emesse nei rap-porti con le pubbliche amministrazioni doveva es-sere effettuata esclusivamente in forma elettronica. La prima applicazione di tale previsione si è avu-ta a partire dal 6 giugno 2014, data dalla quale le amministrazioni centrali quali Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza non hanno più potuto accettare fatture emesse o trasmesse in formato cartaceo, ma solo in formato elettronico. Tale obbligo di fatturazione elettronica si estende-rà a tutte le pubbliche amministrazioni, comprese quelle locali, a partire dal 31 marzo 2015 coinvolgen-do un numero molto più elevato di soggetti.La fattura elettronica è un documento in formato digitale la cui autenticità ed integrità sono garanti-te dalla firma elettronica qualificata di chi emette

la fattura stessa, nonché dalla sua trasmissione tra-mite uno specifico sistema di interscambio, gestito dall’Agenzia delle Entrate, che si interpone tra for-nitore e cliente ed assicura il corretto contenuto e recapito della fattura al destinatario. L’autenticità dell’origine della fattura, l’integrità del suo contenuto nonché la leggibilità del documento devono essere assicurati dal momento dell’emissio-ne fino al termine del periodo di archiviazione del-la fattura.

In

di FIaMMETTa nIcolETTI, area economia d’impresa di confindustria Trento

Come gestire in formato digitale la dematerializzazione dei documenti: gli aspetti giuridici e tecnico-pratici della rivoluzione in atto nel seminario dello scorso febbraio a Palazzo Stella.

obiettivo fatturazione elettronica

associazione

Il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato e il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore allo sviluppo eco-nomico e lavoro Alessandro Olivi in visita alla Sandvik di Rovereto, rappresentata dall'amministratore delegato Fabrizio Resmini e dalla responsabile del Centro di ricerca Giovanna Malagnino.

Confindustria Trento e Provincia in visita alla Sandvik

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2015 è iniziato all'insegna del-le novità fiscali. In particolare, il decreto Semplificazioni e la Leg-ge di stabilità hanno apportato significative modifiche all'ordi-namento tributario. Di questo si è parlato martedì 24 febbraio a Palazzo Stella, dove è stato orga-nizzato un convegno sulla ma-teria. Relatori dell'incontro sono stati Flavia Gelmini e Ignazio La Candia dello Studio Pirola Pennuto Zei ed Associati, rispet-tivamente collaboratore della sede di Verona e coordinatore scientifico dello studio con sede principale a Milano e altre sedi secondarie in tutta Italia, non-ché in Cina ed Inghilterra.Le novità fiscali hanno interessa-to l'ordinamento a 360 gradi. Im-portanti novità sono intervenute sull'Irap, sia per mano del legi-slatore nazionale che per mano di quello provinciale, che, come noto, hanno introdotto significa-tive agevolazioni per le aziende con personale stabile. L'edilizia è stata interessata dalle novità più importanti e probabilmen-te più gravose: il meccanismo dello split payment, l'estensio-ne del meccanismo del reverse charge e l'aumento della ritenu-ta sui bonifici per le ristruttura-zioni edilizie e le riqualificazio-ni energetiche sono norme che

aggravano la situazione finanziaria delle imprese edili e di tutte le imprese che hanno contratti con la pubblica ammini-strazione. Lo split payment, in particolare, è un meccanismo che consente alla pubblica amministrazione di pagare le fat-ture al netto dell'Iva, facendo sorgere nelle imprese fornitrici importanti crediti verso l'erario. Rimborsi Iva che potranno essere erogati con procedure un po' meno onerose, posto che in alcuni casi non sarà più necessaria la presentazione di garanzie.Le tematiche di fiscalità internazionale non sono rimaste esenti da modifiche legislative: le nuove modalità di presen-tazione delle dichiarazioni di intento sembrano essere “entra-te a regime”, mentre per quanto riguarda le operazioni con soggetti black list la tanto sbandierata semplificazione rischia invece di creare nuovi oneri in capo alle imprese più struttu-rate. Se fino al 2014 erano esenti da dichiarazione le singole operazioni sotto i 500 euro, dal 2015 per le imprese che hanno operazioni complessive superiori a 10mila euro vanno dichia-rate tutte le operazioni, indipendentemente dall'importo: ipo-teticamente, è da comunicare al fisco anche lo scontrino di un caffè preso in un bar di Lugano!

Affrontate in un seminario per le imprese le molte novità introdotte dal legislatore nazionale in materia di fiscalità nazionale ed internazionale.

Il

di roBErTo cUrcU, area economia d’impresa di confindustria Trento

le novità fiscali per il 2015

associazione

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Oltre 40 tra aziende e scuole si sono incontrate alla Dial di Pergine per fare il punto sulla nuova edizione del progetto Tu Sei. Molti i progetti che si contenderanno la vittoria finale.

Vallagarina Spa e tra l’Istituto Comprensivo di Levico e Adige Spa. Nella categoria “secondo ciclo”, erano state premiate le realizza-zioni dell’Istituto di istruzione M. Martini di Mezzolombardo in collaborazione con Gottardi Autotrasporti Srl, dell’Itt G. Marconi di Rovereto in collaborazione con Lavanderia Industriale Zbm Spa, del Cfp Enaip Arco in collaborazione con Sg Elettrica Srl. Un riconoscimento speciale era andato a Kristian Gjika, allievo dell’I-stituto di Istruzione A. Degasperi (Liceo Tecnologico) di Borgo, per l’iniziativa curata in collaborazione con Menz&Gasser Spa.

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Edizione ricca per il Tu Sei 2015

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Collini alla guida dell’Università di TrentoIl nuovo rettore dell'Università di Trento è Paolo Collini, che succede a Daria De Pretis, dall'autunno scorso giudice della Corte costituzionale. A decidere per Collini, ordinario di Eco-nomia aziendale, è stata la comunità accademica dell'ate-neo, che si è espressa a maggioranza assoluta a favore del professore, con 305 su 428 voti validi.

oltre quaranta le scuole e le aziende che nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 hanno scelto di collaborare nell’ambito del proget-to Tu Sei: iniziativa nata per pro-muovere la realizzazione di pro-getti di collaborazione tra scuola e impresa.Nel pomeriggio del 17 marzo, diri-genti e docenti degli Istituti scola-stici trentini hanno incontro im-prenditori e dirigenti delle aziende associate a Confindustria Trento e impegnate nelle attività per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e condividere i dettagli legati alla presentazione degli inter-venti. L’appuntamento si è tenuto presso l’azienda Dial Srl di Pergine Valsugana, eccellenza trentina del settore alimentare.Il progetto Tu Sei è frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto dal-la Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento. L’accordo, si-glato in un primo tempo nel 2008, è stato rinnovato per l’intera legi-slatura nel novembre scorso.Il tradizionale evento finale, con la premiazione delle migliori realizza-zioni, è in programma il prossimo 22 maggio presso il Castello del Buonconsiglio.Lo scorso anno, il progetto aveva premiato, per il primo ciclo, la partnership tra l’Istituto compren-sivo di Mattarello e la Cartiera

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aziende, trecento studenti, no-vanta colloqui orientati alla finalizzazione di al-trettante assunzioni.I numeri dell’edizione 2015 dell’Industrial Engine-ering Days danno il senso del valore dell’appun-tamento, organizzato da anni dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento in stretta collaborazione con Confindustria Trento.La prima giornata - un career day organizzato a Povo dall’Ufficio Job Guidance di Ateneo – è stata impiegata principalmente per mettere a fuoco il profilo e lo sbocco occupazionale dei giovani in-gegneri industriali e a favorire l’incontro diretto con il mondo delle imprese locali e internazionali. Numerose le aziende presenti, tra le quali: Zobe-le Holding, Dana Italia, Drts, Leali Steel, Alumi-nium Bozen, Roechling Automotive, Automobili Lamborghini, Siemens, Fly (Forgital Group), Msx International Holdings Italia, Ebara Pumps Euro-pe, Wartsila Italia, Fincantieri, Teoresi, Adige, Zf Padova, Brembo, Tenaris, Sandvik Coromant, Lu-xottica, Saint Gobain. Con loro anche alcuni con-sorzi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento. Nel corso del secondo momento, organizzato il 2 marzo presso Confin-dustria Trento e in video collegamento con gli studenti a Povo, si è parlato di fabbisogni di lau-reati nelle imprese e di progetti di innovazione congiunta tra impresa e ateneo. Il presidente di Confindustria Trento, Paolo Mazzalai, ha citato una ricerca di McKinsey, secondo la quale i lau-reati sarebbero pronti per il mercato del lavoro secondo il 70% dei docenti universitari, ma solo nel 40% quando vengono intervistate le aziende. “Dobbiamo lavorare su questo disallineamento – ha aggiunto Mazzalai – anche perché in Italia il 20% della domanda di lavoro delle imprese rima-

ne inevasa perché non si trovano profili adeguati”.“Giornate come quelle degli Industrial Engineering Days – ha spiegato il direttore di Confindustria Trento, Roberto Busato – servono per fare dialo-gare due mondi, industria e ricerca, che devono collaborare per creare opportunità di occupazione per i laureati e di innovazione per le imprese. Con l’ateneo trentino abbiamo avviato un rapporto proficuo che sta dando i suoi frutti. Da un paio di anni ospitiamo in Associazione un delegato dell’U-niversità che facilita i rapporti delle imprese con i dipartimenti universitari”.Secondo il presidente dell’Università degli Studi di Trento, Innocenzo Cipolletta: “In Italia stiamo vivendo una lunga crisi, ma non dobbiamo di-menticarci che l’economia mondiale sta crescendo al ritmo del 4-5% annuo. Pertanto ci sono opportu-nità che bisogna saper cogliere. Rispetto a qualche anno fa però – ha precisato Cipolletta - il mondo è cambiato. è cambiata l’economia, è cambiato il mercato, ci sono nuovi modelli organizzativi nelle aziende. Bisogna saper interpretare questi cambia-menti. è importante che gli studenti entrino in contatto con le imprese, perché il settore produt-tivo sa comprendere più rapidamente il cambia-mento”. Ha portato il punto di vista della Provincia auto-noma di Trento, che ora ha anche la delega sull’U-niversità, il vicepresidente Alessandro Olivi: “Il ruolo dell’Università non si può fermare al piano formativo, senza tenere conto dell’occupabilità dei laureati. Da questo punto di vista dall’ateneo tren-tino stanno arrivando segnali incoraggianti, ma bisogna fare uno sforzo in più”. Olivi ha citato la recente introduzione dello stru-mento dell’apprendistato. “Ora bisogna estenderlo all’istruzione terziaria – ha aggiunto – come quella

VentIqUattro

Industrial Engineering Days: dall’alleanza tra Confindustria Trento e l’Ateneo trentino la prospettiva di reali opportunità di occupazione presso le aziende associate.

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Ceccato (Università di Trento) e Fabrizio Zendri (Dana Italia Spa).Il panel sull’innovazione e la collaborazione con le imprese è stato animato da alcuni addetti alla ricerca e sviluppo di imprese industriali e dai do-centi con cui queste hanno collaborato. Si tratta di Mauro Buccella (Aquafil Spa), Alberto Nainer (Pama Spa), Alfredo Maglione (Optoi Srl), Andrea Bonfanti (Brembo Spa) e dei professori dell’ateneo trentino Luca Fambri, Paolo Bosetti, Gian Franco Dalla Betta e Giovanni Straffelini.L’iniziativa ha rappresentato un momento di con-fronto sul percorso di collaborazione tra Universi-tà di Trento e Confindustria Trento nei temi del trasferimento tecnologico dell’ateneo e della ricer-ca e innovazione industriale. Obiettivo dell’incon-tro degli Industrial Engineering Days è stato, fra gli altri, quello di far conoscere l’offerta formativa e di ricerca applicata del Dipartimento. Il Dipartimen-to riunisce iniziative scientifiche e didattiche nel settore dell’ingegneria industriale, con l’apporto e l’integrazione di competenze nei settori dei sistemi meccanici e della meccatronica, dell’ingegneria dei materiali, dei sistemi elettronici e microelettronici e infine dei sistemi informativi gestionali, dei me-todi di ottimizzazione e dei modelli di supporto alle decisioni. Infine è stato posto l’accento sul frut-tuoso apporto degli industriali nell’ambito delle lauree magistrali del Dipartimento di Ingegneria industriale e nella realizzazione del portale "Im-presa e lavoro", luogo virtuale di incontro tra stu-denti e aziende, ricercatori e referenti industriali della ricerca e sviluppo.

universitaria. è inoltre necessario indagare quali sono i settori, e di conseguenza i profili di studio, con maggiori sbocchi occupazionali per i laureati. Dobbiamo puntare sui profili legati alle specializ-zazioni manifatturiere che possono portare svilup-po al nostro territorio”.Una conferma dell’attenzione per i laureati è venu-ta anche dal mondo dell’artigianato. “Negli ultimi anni è aumentato il numero dei laureati entrati nelle nostre imprese – ha spiegato il presidente dell’Associazione artigiani, Roberto De Laurentis – in particolare nella meccanica. Tutte le imprese dovrebbero rapportarsi con l’Università, ma biso-gna migliorare gli strumenti della collaborazione”.Una proposta in questo senso è arrivata dal di-rettore del Dipartimento di ingegneria aziendale Claudio Migliaresi. “Si potrebbe pensare a pro-getti di filiera – ha spiegato – per coinvolgere più imprese possibile in un determinato ambito scientifico”. Migliaresi ha anche ringraziato Con-findustria Trento e l’Associazione Artigiani per la collaborazione nell’organizzazione dell’iniziativa annuale del dipartimento. “Con gli industriali abbiamo avviato una stretta collaborazione per la revisione dei piani di studio – ha aggiunto – per avvicinare sempre più la formazione alle richieste del mercato”.Nel pomeriggio di studio e di confronto sono in-tervenuti diversi rappresentanti delle aziende e dell’ateneo trentino. Hanno parlato di fabbisogni aziendali e profili occupazionali Luca Arighi (membro della Giun-ta esecutiva di Confindustria Trento), Riccardo

Da sinistra:Busato, Olivi, Mazzalai, Cipolletta, De Laurentis e Migliaresi

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scorso 2 aprile si è svolto il seminario di ap-profondimento sulla recente riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act. L’incontro, or-ganizzato da Confindustria Trento in collabora-zione con l’Agenzia per il Lavoro Umana Spa, ha suscitato grande interesse fra gli associati, ospita-ti nella Sala Assemblea di Palazzo Stella.A condurre il seminario Arturo Maresca, avvoca-to e ordinario di diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma; accanto a lui l’avvoca-to Filippo Valcanover, legale di riferimento in materia giuslavoristica di Confindustria Trento, e Leonardo Fabretti, responsabile Ufficio Legale e contrattualistica di Umana Spa; con il ruolo di moderatore è intervenuto il responsabile dell’A-rea Lavoro e Formazione, Andrea Marsonet.Dopo il saluto e l’introduzione dei lavori svolta da Stefano Odorizzi, membro della Giunta con delega alle relazioni sindacali, la discussione si è sviluppata sui temi introdotti dal Jobs Act e nello specifico dai primi decreti legislativi delegati che sono entrati in vigore il 7 marzo 2015: protago-nista principale, ovviamente, il contratto a tutele crescenti, ovvero la nuova disciplina sul regime di tutela in caso di licenziamento illegittimo.Nel primo intervento “tecnico” Leonardo Fabretti si è soffermato sui riflessi delle nuove norme sul lavoro somministrato, per poi lasciare la parola ad Arturo Maresca per un articolato intervento che ha analizzato il nuovo contratto a tutele cre-scenti.Si tratta, è stato più volte sottolineato, di un vero cambio di prospettiva che intende abbandona-re la visione della flessibilità del lavoro come molteplicità di tipologie contrattuali, a beneficio della concentrazione delle flessibilità nel contrat-to a tempo indeterminato, in tutte le sue fasi di

svolgimento e conclusione. Sul binomio tutela–flessibilità (la cosiddetta flexsecurity) si incentra l’ultimo provvedimento legislativo, con il quale la tutela del lavoratore licenziato si sposta dal rapporto di lavoro al mercato del lavoro o, detto in altri termini, il diritto al posto di lavoro si trasforma in diritto all’occupabilità.Le nuove norme sanciscono inoltre il superamen-to del sistema sanzionatorio dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che assume ormai i conno-tati di una “norma ad esaurimento”, e introduce

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Grande interesse per il seminario tenuto da Arturo Maresca. Tema dell’incontro i recenti provvedimenti del Governo di riforma del mercato del lavoro. ec

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Il Jobs act illustratoa Palazzo Stella

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Da questa giornata di approfondimento è emer-sa una riforma del lavoro, da tempo attesa e con potenzialità applicative importanti.Lo scopo che il legislatore si è prefissato sin dalla legge delega è quello di rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di co-loro che sono in cerca di occupazione, attraverso contratti stabili che siano al contempo attrattivi per le imprese; in questa direzione vanno lette le norme appena descritte, così come l’incenti-vo dell’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato.Come ha efficacemente concluso Maresca, la fi-nalità originaria della legge è stata quella di ridi-stribuire la flessibilità del lavoro lungo tutto l’ar-co del rapporto contrattuale: flessibilità, dunque, in entrata, in costanza di rapporto ed in uscita; pur con alcune riserve, l’esito è stato all’altezza e per questo è stato giudicato complessivamente in modo positivo: sono stati superati scogli di tipo ideologico e sono state gettate le basi per consentire alle aziende maggiore agilità, anche con riguardo alle dinamiche di riorganizzazione, che devono poter svolgersi con strumenti effi-cienti. Mancano ancora alcuni tasselli che com-pleteranno il puzzle, primi fra tutti il riordino degli ammortizzatori sociali e l’implementazio-ne delle politiche attive, che devono diventare strumenti efficaci di ricollocazione, integrati con le misure di sostegno al reddito.Certamente molto va ancora fatto, poiché da sola una legge non può creare lavoro, ma se il percorso intrapreso verrà coltivato fino in fon-do le misure introdotte avranno piena efficacia, e i benefici generali favoriranno aziende e lavo-ratori.

un nuovo regime di tutela (non solo di sanzioni): il licenziamento illegittimo comporterà il paga-mento di un indennizzo crescente: due mensilità per ogni anno di anzianità aziendale, da un mi-nimo di quattro ad un massimo di ventiquattro mensilità in sostituzione della reintegra. La riam-missione nel posto di lavoro resterà nel caso di licenziamenti nulli e discriminatori e nelle fatti-specie di licenziamento disciplinare in cui non si riesca a dimostrare in giudizio la sussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore.Il cambiamento sostanziale, ha evidenziato Ma-resca, consiste nel creare un sistema di norme nuovo e diverso dall’articolo 18, nel quale la san-zione per il licenziamento illegittimo consiste essenzialmente in un indennizzo economico, e in via esclusivamente residuale la reintegrazione.Non mancano alcune criticità, quello principale consiste nell’aver creato una norma che si applica esclusivamente alle nuove assunzioni, generando così una ulteriore e dannosa segmentazione del mercato del lavoro, con tutte le complessità in-site nella gestione del dualismo che si produrrà fra nuovi assunti e lavoratori già in forza. In se-condo luogo non si può sottovalutare il rischio di un inasprimento delle relazioni industriali a fronte di rivendicazioni sindacali volte a ripristi-nare condizioni normative superate.Tutti questi argomenti hanno alimentato uno sti-molante dibattito sugli elementi di immediata applicazione della riforma, e quindi sugli aspetti che diventeranno di quotidiana gestione nelle di-namiche aziendali. Ciò ha consentito di dare al seminario un taglio operativo e pragmatico ap-prezzato dai partecipanti che hanno tenuto vivo il dialogo attraverso i sempre puntuali interventi.

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un mondo di continui cam-biamenti vincerà chi saprà con-tinuare ad imparare e ad ag-giornarsi, per stare al passo coi tempi. Non è vivendo solo nel-la nostra routine lavorativa che possiamo sperare di ricevere sti-moli e migliorare noi stessi e le nostre aziende. Ed è per questo che, come Giovani Imprendito-ri, da sempre promuoviamo oc-casioni di incontro-confronto a livello nazionale, per permettere sia una contaminazione positiva di idee e pensieri, sia di discu-tere temi ritenuti fondamentali per lo sviluppo del nostro pae-se. Sono quattro i pilastri che, da Giovani Imprenditori di Confindustria, riteniamo esse-re fondamentali per la crescita e il rilancio del nostro Paese: le imprese, ovvero noi stessi; le opportunità offerte dai mercati internazionali; l'aggiornamento delle infrastrutture, comprese quelle digitali; la valorizzazione dell'“identità italiana”, caratte-ristica inimitabile che riunisce creatività, qualità, innovazione, passione per la bellezza e “stile di vita”. Quattro temi che abbia-mo voluto discutere durante il XXVIII Meeting dei Giovani Im-prenditori Nord Est, intitolato appunto “I4 - Industria, Interna-zionalizzazione, Infrastrutture,

Italia”, tenutosi il 13 e 14 marzo a Trieste. Quattro fattori, stret-tamente interdipendenti tra loro, che confluiscono nell'ultima I, quella di Italia. Solo puntando sulle imprese e sugli elemen-ti che ne permettono l'esistenza e ne agevolano la crescita, si può garantire un futuro positivo a tutti gli italiani.Il convegno ha avuto una duplice veste: la prima giornata ha permesso la creazione di opportunità lavorative tramite incontri pianificati di business matching, dove i venti giovani imprenditori trentini accorsi per l’evento hanno potuto allar-gare i propri orizzonti e stringere utili contatti. La seconda giornata è stata l’occasione per discutere, insieme a relatori di alto profilo, i 4 temi proposti durante il meeting. Il relatore, David Parenzo, nota voce di “La Zanzara” di Radio24, ha mantenuto vivo l’interesse punzecchiando dove serviva i vari relatori. Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori, ci ha ricor-dato che “La crisi ha disperso un patrimonio, ma ora si vede uno spiraglio e noi vogliamo esserci. Non per sperare in uno +0,3% di Pil, ma in una crescita del 5% come gli Usa, consa-

In

di alESSanDro lUnEllI, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di confindustria Trento

Imprese, infrastrutture, internazionalizzazione e identità: le "4i" per il rilancio del Paese. È stato il tema del XXVIII Meeting dei Giovani imprenditori del Nord Est.

rinascita italiana: i quattro pilastri

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pevoli che il paese deve dare l’opportunità alle aziende di restare, senza costringerle a fuggire all’estero”.Maria Cristina Gribaudi, amministratrice della Keyline, azienda di oltre 250 anni famosa per le macchine di duplicatura delle chiavi esportate in tutto il mondo, ci ha ricordato che esiste una Italia in ripresa, dove i nostri marchi sono forti, dove molti stanno tornando, con il reshoring, a portare la produzione. Perché certa qualità la si trova in Italia, non in Cina.Alberto Baban, presidente delle Piccola indu-stria, ha sottolineato che nonostante i segnali di ripresa, “Sentirsi al sicuro significa mettersi nelle condizione di rischiare un nuovo schiac-ciamento competitivo. Le aziende sono già cam-biate e la politica ha capito che deve riformarsi, altrimenti le aziende andranno via dall’Italia”.La presidente della Regione Friuli-Venezia Giu-lia Debora Serracchiani ha aggiunto che il go-verno ha realizzato tante riforme, a partire dal Jobs Act, ma su alcuni temi deve impegnarsi di più. In particolare questo vale per le infrastrut-ture, e il prossimo piano Juncker deve essere una occasione da cogliere. Sul tema della ban-da larga ha confermato che l’Italia è indietro, ma si stanno realizzando delle iniziative pub-blico privato per risolvere il problema dell’ulti-mo miglio con reciproca soddisfazione.Infine, il ministro Giuliano Poletti ha mostra-to con orgoglio la Gazzetta Ufficiale con il neo pubblicato Jobs Act, dandoci un esempio con-creto, da buon romagnolo, di come si deve sce-gliere se una decisione è giusta o sbagliata: “Se la puoi raccontare al bar agli amici è giusta, se no è sbagliata. Ed è sempre meglio una decisio-ne sbagliata che una non decisione”.

Si è aperta con un incontro presso la Sala Consiglio Scientifico della Fondazione Bruno Kessler la visita organizzata lo scorso febbraio dal gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento. Giuliano Muzio, direttore Area innovazione e rela-zioni con il territorio, e Alessandro Bozzoli, respon-sabile Unità trasferimento tecnologico e innovazione, hanno illustrato le eccellenti attività di ricerca e produ-zione di Fbk, sul territorio e in ambito internazionale: si parla di 450 ricercatori, 7 centri ricerca, 26 unità di ricerca, 200 eventi scientifici l'anno.Alessandro Santini, responsabile Area innovazio-ne di Confindustria Trento, ha ripercorso la storia dell’alleanza stretta tra la Fondazione e il mondo imprenditoriale trentino. La visita ai laboratori, guidata dai responsabili Lorenza Ferrario e Amos Collini, insieme alla responsabile dell’unità di ricerca Nadhira Laidani, ha offerto ai giovani imprenditori la possi-bilità di comprendere le regole di comportamento che sottendono ad una "clean room", toccare con mano i processi organizzativi di un’area testing, dove vengono costruiti prototipi in silicio impiegati nelle più svariate ricerche, infine respirare l’aria dei laboratori dove si svolgono trattamenti di superfici con processi al plasma per realizzare materiali sempre più soste-nibili.“La visita ha acceso l'entusiasmo del gruppo – hanno detto i partecipanti – visto che ai più questa realtà di eccellenza trentina non era ben conosciuta. Da oggi crediamo che per molti Fbk diventerà un ottimo punto di riferimento, un partner per crescere e sviluppare il futuro con competenza, serietà ed eccel-lenza. In tutti è forte il desiderio di vedere applicate le ricerche nelle nostre realtà produttive industriali”.

Giovani in visita alla Fondazione Bruno Kessler

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di Marco GIGlIolI, presidente del comitato piccola industria di confindustria Trento

Si è tenuto il 27 e 28 marzo a Venezia il Convegno Biennale della Piccola Industria.

Il rinascimento è l’Impresa

piccola industria

sono recato a Venezia con il desiderio di sapere: siamo alla vi-gilia della ripresa? Possiamo pensa-re, concretamente, di esserci messi la crisi economica alle spalle? Gli indicatori macroeconomici dicono che sì, è così, grazie anche ad una combinazione di elementi favore-voli quali la debolezza dell’Euro, il prezzo del petrolio in discesa, i tassi di interesse tra i più bassi della storia. E a Venezia, infatti, si è parlato di nuovo Rinascimen-to e del ruolo fondamentale delle Piccole Imprese nel guidare lo svi-luppo economico. Indubbiamente ora il mondo è diverso: il bari-centro della crescita si è spostato verso mercati nuovi e più lontani, le rivoluzioni delle nuove tecnolo-gie stanno cambiando i prodotti e i modi di utilizzarli e fabbricarli, si fa strada una nuova concezione dell’industria, imperniata su fab-briche intelligenti.Le Pmi italiane sono pronte a co-gliere queste sfide? Il Convegno biennale Piccola indu-stria Confindustria organizzato a Venezia a fine marzo è stato l’oc-casione per confrontarsi sulle solu-zioni e gli strumenti a disposizione delle imprese per eccellere, per ri-flettere sulle possibili exit strategies dalla crisi e le opportunità offerte a un Paese come l’Italia che, se non ha materie prime, può contare su

una qualità inimitabile e unica al mondo. Ad aprire i lavori della due giorni il presidente di Piccola Industria Alberto Baban: “è tempo di scrivere un nuovo patto tra stato e cittadini – ha det-to -, tra economia e politica. Un patto che riconosca finalmente la centralità della cultura imprenditoriale, trasformandola in un valore sociale condiviso, perché anche nelle decisioni più minute del nostro vivere quotidiano, c’è sempre un pizzico di spirito e di capacità imprenditoriale. Una Terza Repubblica, basata sull’impre-sa e sui suoi valori. è possibile pensare a un nuovo Rinascimento italiano grazie agli imprenditori che hanno creduto nell’Italia e che ci credono ancora. Ma tutti devono diventare attori del nuovo Rinascimento. Il Rinascimento è l’esempio più eclatante di come nonostante l’instabilità e la mancanza di materie prime, il genio italico sia riuscito nell’impresa di trasformare il mondo mettendo al centro l’uomo. Trasformiamoci! Amiamo tutti il nostro paese, abbiamo valori alti che ritroviamo nelle persone, nelle imprese, nelle associazioni e in tutta la collettività. Il nostro Rinascimento è qui, è ora ed è possibile anche grazie a tutti noi”. All’evento, tra gli altri, sono intervenuti anche Carlo Calenda, vi-ceministro dello Sviluppo economico, Franco Bassanini presiden-te Cassa depositi e prestiti, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.

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rete alpina per la Piccola industriaSi allarga la rete della Piccola industria di Trentino, Alto Adige e Tirolo, che a Bolzano si è riunita anche con i colleghi di Belluno.

Comitato Piccola industria di Confindustria Trento continua a lavorare per rafforzare la propria rete di contatti con i territori vici-ni in modo da trasformare il ter-ritorio in una piattaforma sempre più efficace di confronto a livello europeo. Un esempio di questo impegno è rappresentato dall’Euregio Small Business, costituito dai Comitati della piccola impresa di Confin-dustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e “Industriellenverei-nigung Tirol” che si sono recen-temente riuniti a Bolzano presso la sede di Assoimprenditori Alto Adige. “Le piccole imprese hanno la ca-ratteristica di essere molto veloci e flessibili nell’interpretare uno scenario economico in perenne mutazione”, ha commentato il presidente della Piccola impresa di Confindustria Trento Marco Giglioli (Sovecar Srl). “Oltre a que-ste caratteristiche – ha continuato

– ciò che rende simili le aziende trentine a quelle operanti nell’ar-co alpino, in particolare quelle delle vicine provincie di Bolzano, Belluno, Innsbruck ed Udine, è la capacità di uscire dall’isolamento dato dalla conformazione del no-stro territorio e di competere, con affidabilità e professionalità, nei più diversi mercati internazionali.

Il bisogno, il piacere di confrontarsi con i colleghi delle territoria-li a noi vicine è stato confermato anche nella riunione di inizio anno del Comitato della piccola industria di Trento e costituirà un tema importante per le attività in programmazione dei pros-simi mesi”.All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti della Pic-cola impresa di Assoimprenditori Alto Adige Oswald Eller (Eller Srl) e della Industriellenvereinigung Tirol (associazione industria-li del Tirolo) Paul Unterweger (Unterweger Früchteküche GmbH), così come il vicepresidente della Piccola impresa di Confindu-stria Belluno Dolomiti Sandro Da Rold (Da Rold Srl). Durante il recente incontro la rete della Piccola Impresa ha, inol-tre, definito alcune iniziative comuni da realizzare nel corso dell’anno, tra cui spicca una visita all’Expo di Milano in occa-sione del convegno “Né grandi né piccoli. Le aziende di successo sono innovative” organizzato in giugno dalla Piccola industria di Confindustria nazionale.

Da sinistra: Stefan Barbieri (Vice-Rappresentante della Piccola Impresa di Assoimprenditori), Da Rold, Eller, Unterweger e Giglioli

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rete con soggettività giuridica tra le seguenti dodici imprese: Misconel Srl, X Lam Dolomiti & Group Srl, Idrotech Srl, Costru-zioni Rossaro Srl, Martinelli & Benoni Srl, Impresa Costruzioni Carraro geom. Adriano Snc, Pedrotti Impianti Srl, Georocce di Tomasoni Angelo & F.lli Snc, Impresa Costruzioni Basso Sarca di Carli Lucio e C. Sas, Mak Costruzioni Srl, Consorzio Stabile Trentino Soc. consortile a rl e Consorzio Costruttori a Secco Gips. Le dodici aziende che fanno parte della rete, che peraltro è sta-ta costituita quale rete aperta e alla quale potranno pertanto aderire in un secondo momento anche altre imprese in pos-sesso di specifici requisiti, rappresentano un volume d’affari di oltre 100 milioni di euro annui, per oltre 500 addetti.Presidente di Tci è stato nominato Giuseppe Salvaterra, vice-presidente Stefania Carraro.Gli obiettivi strategici di Trentino Construction International sono accrescere la competitività e la capacità di penetrazione sui mercati esteri, organizzare business missions ed iniziative congiunte per l’ingresso in uno o più di detti mercati, favorire

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di lorEnzo GarBarI, Segretario ance Trento

Per iniziativa di Ance Trento è nata Trentino Construction International, rete di imprese trentine della filiera delle costruzioni che puntano ai mercati esteri.

nasce la Trentino construction International

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le modalità e trova-re gli strumenti più idonei per consentire alle imprese trentine dell’edilizia di cogliere occasioni di lavoro e crescita sui mercati esteri. è questo l’obiettivo che Ance Trento, sulla spinta del pro-gramma del presidente Giulio Misconel, si è data nel maggio dello scorso anno allorquando, all’interno del proprio Comitato di Sezione, ha costituito la Com-missione lavori all’estero, pre-sieduta da Giuseppe Salvaterra, dando vita ad un laboratorio di idee e di innovazione tale da sostenere e affiancare le singole imprese e l’intera categoria nel reinventarsi un futuro.Ad esito di un lavoro di appro-fondimento molto articolato svolto nei mesi scorsi da parte della Commissione stessa, Ance Trento ha promosso la costi-tuzione di una rete di imprese, aprendo la possibilità di aderir-vi anche a imprese non associate alla Sezione autonoma dell’Edi-lizia, con l’obiettivo di costitu-ire un gruppo di imprese della filiera.Il 12 marzo scorso, davanti al no-taio Francesca Milardi, è nata la Trentino Construction Inter-national, in sigla Tci, con sede a Palazzo Stella, attraverso la sottoscrizione di un contratto di

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l’acquisizione di nuovi clienti esteri, promuo-vere la partecipazione a bandi di gara interna-zionali, valorizzare l’immagine delle imprese partecipanti al contratto attraverso la pubbli-cizzazione intra ed extra rete e scambiarsi in-formazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale o tecnologica. Le aree di interesse sulle quali si concentrerà inizialmente l’attenzione delle imprese retiste sono principalmente cinque. In Europa la Ro-mania e la Serbia, nell’area del Maghreb l’Alge-ria, nel Corno d’Africa l’Eritrea e il Kenya, nel

Medio Oriente l’Arabia Saudita e nell’Asia cen-trale l’Azerbaigian.Le imprese trentine della filiera dell’edilizia rac-colgono così la sfida e l’invito che anche le isti-tuzioni pubbliche locali hanno rivolto al settore, quella di fare rete e di guardare ai mercati esteri. Nel perseguimento di questo obiettivo risulta però importante che ci si muova assieme alle istituzioni stesse, chiamate a fare rete anch’esse con le imprese che hanno costituito il Tci, met-tendo a disposizione le proprie competenze e intervenendo per facilitare l’accesso a quei cana-li che risultano indispensabili per sostenere gli investimenti di quella che si presenta quale una vera e propria start-up.

Le dodici aziende che fanno parte della rete rappresentano un volume d’affari di oltre 100 milioni di euro annui, per oltre 500 addetti. Alla rete potranno aderire in un secondo momento anche altre imprese in possesso di specifici requisiti.

Lo scorso sabato 21 marzo Roverplastik, azienda operante nel settore delle tecnologie legate alla co-struzione del foro finestra, ha ospitato una delegazio-ne del Psq-Pme, consorzio di produttori brasiliani di porte per interni. La delegazione si trovava in Italia in occasione della fiera Made Expo di Milano, durante la quale ha potuto assistere a un corso di aggiorna-mento tenuto da Aldo Guardini, direttore tecnico di Roverplastik, e a una presentazione generale dell'azienda di Volano curata dal direttore generale Mario Liberali. In questi giorni, due tecnici dell'istitu-to Ipt Brasil si tratterranno inoltre in Italia per appro-fondire la conoscenza della tecnologia Roverplastik e per visitare, accompagnati dai tecnici dell’azienda, i laboratori Ivalsa di San Michele all'Adige. Roverplastik opera nel mercato brasiliano già da alcuni anni, sia gestendo i clienti più grandi con spe-dizioni dirette di materiale, sia attraverso un proprio punto di distribuzione avviato in collaborazione con Trentino Export a Rios dos Cedros, nello stato di Santa Catarina. Si tratta di una località caratterizzata da una forte presenza di italo-brasiliani discendenti dagli immigrati – molti dei quali di origine trentina – che vi si trasferirono con i flussi migratori di fine 800 e inizio 900. La popolazione italo-brasiliana della zona è ancora fortemente legata alle tradizioni e alla cultu-ra trentine ed è anche per questo motivo che Rover-plastik ha creato sinergie e partnership con l’impren-ditoria locale proponendo tutta la sua esperienza, la tecnologia e l’elevata capacità di innovazione.

Tra Liberali e Guardini, Caetano Balvedi Neto, responsabile associazione brasiliana dell'industria del legno

Delegazione brasiliana alla Roverplastik

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a studenti, ricercatori, docenti, impre-se e cittadini, si sono svolti il 18, 19 e 20 marzo gli Ict Days. Nati nel 2009 su iniziativa del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) dell’U-niversità degli Studi di Trento, gli Ict Days sono di-ventati nel corso degli anni uno straordinario mo-mento di incontro tra territorio, aziende high tech e le tante anime dell’università.L’evento promuove il ruolo delle nuove tecnologie e della ricerca applicata come volano dell’economia, motore di crescita e generatore di posti di lavoro al-tamente qualificati. Questa settima edizione degli Ict Days ha destato un forte interesse nel mondo imprenditoriale, a riprova del fatto che i rapporti formatisi nel tempo tra il Disi e il territorio sono sempre più vitali e basilari per contribuire allo sviluppo tecnologico e al miglio-ramento della produttività aziendale. Le tecnologie informatiche e delle comunicazioni (Information and Communication Technology, Ict) sono infatti un requisito essenziale per fare innovazione e vincere le sfide che ci attendono in futuro a livello economi-co, politico e sociale. In quest’ottica ben 60 aziende del nostro territorio (e non solo) hanno incontrato, il 19 marzo, attraverso colloqui strutturati, gli studenti dell’area Ict dell’Università degli Studi di Trento.

Tra le altre iniziative, molto successo ha riscosso l’hackathon (mix tra hacker e marathon). Si tratta di un evento al quale hanno partecipato giovani appas-sionati e appassionate di informatica, per un’intensa ed entusiasmante sessione di programmazione colla-borativa. La maratona di 30 ore ha messo in gioco il talento e la creatività di tutti i partecipanti per rea-lizzare, testare e validare i progetti. Il tema dell'hacka-ton proposto quest'anno è stato: “Strumenti Ict a supporto di una gestione consapevole dell’energia”.Gli Ict Days hanno dedicato un’intera giornata, quel-la del 20 marzo, all'orientamento universitario per gli studenti delle scuole superiori, in concomitanza con “porte aperte”. A loro è stata offerta la possibilità di interagire con il mondo accademico, attraverso il contatto diretto con le strutture, i laboratori, i docenti e gli studenti universitari.Il programma degli Ict Days ha previsto, come di consuetudine, anche una parte “divulgativa”, desti-nata al grande pubblico, tenutasi in città, dove si è dibattuto sulle professionalità aperte nell’ambito dell’Ict e il supporto che le tecnologie rappresentano nella sfida della globalizzazione. Si è parlato poi di futuro della memoria digitale, tema di stringente at-tualità legato alla diffusione delle tecnologie digitali: la conservazione nel tempo degli oggetti digitali e il loro utilizzo. è stato affrontato anche il tema di tec-nologia e sport, vera miniera di imprenditorialità e creatività sul solco aperto dalle Universiadi ed è stato dato spazio al seminario Dove e come si producono i dati del "patrimonio informativo pubblico" il caso della Provincia autonoma di Trento”, con la discus-sione di casi concreti sulla produzione dei dati e la loro potenzialità nel processo complessivo. L’evento si è concluso con il seminario “Condividere e parte-cipare, opportunità e rischi delle tecnologie digitali” presso la biblioteca comunale.

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Lavoro dei giovani, Hackathon e Orientamento alla scelta universitaria nella settima edizione degli ICT Days.

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noto che le aziende italiane che sono riuscite a superare la crisi economica sono quelle che erano o si sono strutturate per poter essere pre-senti e competere sui mercati internazionali. La modalità con la quale le imprese si espando-no sui mercati esteri, sono tipicamente con la costituzione di una rete commerciale fondata principalmente su agenti e distributori. La pos-sibile iniziale poca dimestichezza dell’operatore economico italiano con i mercati esteri spinge l’imprenditore di piccola o media dimensione a commettere errori che il sistema associazio-nistico cerca di limitare con una intensa attivi-tà di formazione. In effetti distribuire i propri prodotti all’estero implica non solo lo studio e la messa a punto di una accurata strategia di carattere commerciale ma la scelta degli stru-menti contrattuali più adeguati può essere la chiave per una gestione più efficiente e flessi-bile dell’organizzazione commerciale estera. La scelta tra l’organizzazione di una rete di agen-ti commerciali assieme o in alternativa ad una rete di distributori in esclusiva è soggettiva e dipende molto dalla tipologia dei prodotti da commercializzare o della clientela di riferimen-to. Ovviamente la coesistenza di agenti e distri-butori esclusivi nella stessa zona genera a volte un conflitto di carattere commerciale che deve essere risolto all’origine, per evitare un aggravio eccessivo dei costi di distribuzione sul prodotto finale, con un evidente svantaggio competitivo. Un errore derivante dalla scarsa conoscenza dei mercati esteri è senz’altro quello di definire territori di esclusiva a favore dell’agente o del distributore troppo ampi rispetto alla effettiva organizzazione dell’agente o del distributore. Paradossalmente, mentre è di palese evidenza

all’imprenditore italiano che in generale uno stesso agente, soprattutto se persona fisica, non possa coprire efficacemente l’estensione di tre regioni italiane, si vedono spessissimo casi di agenti stranieri, anche persone fisiche, a cui sono stati affidati, con contratti in esclusiva, territo-ri ampissimi oltralpe. Certo nella negoziazione con agenti e distributori stranieri l’imprendi-tore italiano tende ad assecondare le richieste di esclusive molto estese, formulate dal partner commerciale, con l’intento di iniziare la creazio-

È

di GIUSEPPIna Po, avvocato

Come evitare di commettere errori nelle strategie aziendali di commercializzazione all'estero. La scelta di agenti e distributori e dei relativi contratti è un passaggio delicato.

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zia e di assistenza post vendita, la piattaforma sulla quale costruire anche la necessaria rete di supporto tecnico indispensabile per la commer-cializzazione della maggior parte dei prodotti durabili. Anche per i distributori vi sono siste-mi nazionali che prevedono protezioni ed in-dennità in caso di risoluzione del rapporto da considerare o da bypassare con una opportuna scelta di legge applicabile e foro competente. Vi sono poi situazioni in cui è opportuno se non indispensabile costituire una vera e propria fi-liale operativa per poter avere accesso al merca-to estero. è il settore delle costruzioni di opere civili, dei servizi specializzati e delle prestazio-ni professionali di alto contenuto tecnologico nell’ambito dei grandi progetti, che rendono il nostro paese un riferimento a livello mondiale per l’alto livello di specializzazione delle nostre imprese. In questo caso la permanenza all’estero di un incaricato fiduciario dell’imprenditore è una precondizione per il successo dell’impresa, ma anche a tal proposito la struttura del proget-to, dallo statuto della nuova società ai contrati con il personale locale, devono essere oggetto di una attenta valutazione ed una redazione intel-ligente della documentazione di supporto basa-ta sulle esigenze specifiche dell’imprenditore.

ne di network commerciale, pensando di potersi riservare la possibilità di aggiustamento ad un secondo momento. In realtà succede spesso che la scelta di internazionalizzazione dell’impresa è accompagnata da una maggiore e più frequen-te adesione a fiere internazionali, nell’ambito delle quali è possibile che l’aggiustamento di tiro e di corretta suddivisione delle aree, diventi una esigenza da risolvere in tempi rapidi, pena

la perdita di importanti contatti. Mentre in Ita-lia l’imprenditore non ha dubbi sul come com-portarsi all’inizio di un rapporto commerciale con un agente o un distributore, rimandando la stipula di un vero e proprio contratto, e per la promozione commerciale, preferendo inizial-mente rapporti di procacceria a quelli di agen-zia, all’estero si assiste ad una tendenza inversa. è quindi indispensabile partire sia con agenti che con distributori, da un contratto ben strut-turato per garantire la necessaria elasticità ad inizio rapporto, previsioni atte a poter mutare le condizioni contrattuali dopo un periodo di verifica e soprattutto, la possibilità di risolvere il rapporto con il minor danno possibile, qualora la scelta si sia rivelata sbagliata. Per gli agenti vi sono aree in Europa in cui la protezione del legislatore nazionale dell’agente persona fisica può costituire un serio ostacolo o comunque co-stringe l’imprenditore a riflessioni e valutazioni molto precise sui pro e contro. La distribuzione esclusiva invece può essere, soprattutto per la vendita di prodotti che necessitano di garan-

La coesistenza di agenti e distributori esclusivi nella stessa zona genera a volte un conflitto di carattere commerciale che deve essere risolto all’origine.

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dal 31 gennaio al 6 febbraio Trentino Export ha par-tecipato ad una missione congiunta a Chengdu, capi-tale della regione dello Sichuan in Cina, organizzata in collaborazione con Confindustria Trento, Trentino Sviluppo e Trentino Marketing. La missione ha visto la partecipazione di dieci aziende trentine (Cantine Mezzacorona, Acqua Pejo, Solid Power, Metalife, Ro-verplastik, Fratelli Luchesa, New Engineering, Gruppo Paterno, Duesa Pharm e Green Block) e di rappresen-tanti del sistema di promozione turistica della nostra Provincia. “Le prime impressioni di questa operazione sono state senza dubbio positive, per le grandi opportunità che ho ed abbiamo potuto constatare con mano. Sono sta-ta, in passato, già varie volte in Cina, a Shangai, Bejing e altrove, ma questa è stata la prima volta che ho po-tuto visitare regioni diciamo tra virgolette periferiche e la mia impressione è stata più che positiva questo ringrazio la Fondazione Italia-Cina, che ha dato l’in-put per l’organizzazione della missione”. Barbara Fe-drizzi, presidente di Trentino Export, ha poi aggiunto: “La Cina nello scenario globale si sta trasformando da paese meramente produttore a grande consumatore di beni di consumo e non. Per l’export trentino la Cina è ancora un mercato residuale, ma credo che sia arriva-to il momento di cambiare rotta e considerare, come

d’altronde viene fatto in tutto il mondo, questo paese come una vera e propria opportunità e non come una incognita o una minaccia”.A riguardo è bene ricordare che l’export trentino in Cina nel 2014 si è attestato a 62 milioni di euro (fonte Istat), circa l’1,8 % del totale, un valore decisamente modesto per le potenzialità di questo Paese.La regione dello Sichuan con circa 80 milioni di abi-tanti, è una delle aree economicamente emergenti della Cina, con una crescita economica nell’ultimo decennio costantemente a due cifre. L’idea di Trentino Export è quella di puntare con decisione sul mercato cinese consolidando e sviluppando i rapporti stretti durante la missione di febbraio ed a tal proposito vi è stata una giornata ad hoc organizzata del Consorzio, svoltasi il 19 marzo.Passo successivo sarà poi quello di provare a ripropor-re il modello ed i risultati ottenuti in Brasile, puntan-do ad una presenza stabile e duratura in Cina, nello specifico a Chengdu.Il progetto di Trentino Export è, quindi, quello di far in modo che questa missione non sia fine a se stes-sa, ma il primo passo di un più ampio progetto per sostenere l’export dell’industria trentina e rilanciarlo tramite questi importanti rapporti con un paese in forte crescita economica.

di GIorGIo zaGonEl

Trentino-Sichuan: “Per l’export trentino la Cina è ancora un mercato residuale – spiega la presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi -, ma credo che sia arrivato il momento di cambiare".

internazionalizzazione

la nuova Via della Seta

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trentIno

Dieci aziende trentine pronte ad entrare nel mercato americano. Trentino Export si dota di una "antenna" negli Stati Uniti per seguire in loco le imprese.

nuove opportunità negli Usa

internazionalizzazione

Export, presente ormai da sette anni sul mercato americano, da settembre del 2014 si è dotata di un nuovo referente per questa area geografica. A tal proposito, mercoledì 14 gennaio passato, presso gli uffici del con-sorzio si è svolta una giornata di approfondimento con incon-tri personalizzati con il referen-te americano, per capire le po-tenzialità del mercato e dei loro prodotti, le migliori metodologie di penetrazione commerciale e le strategie da intraprendere. A questi incontri hanno partecipa-to 10 aziende associate a Trentino Export rappresentanti i più vari settori merceologici: dall’abbiglia-mento sportivo alla componen-tistica per l’edilizia, dalla settore vitivinicolo all’interior design.Con base a Washington Dc la nuova “antenna”, grazie al col-laudato approccio che dopo una prima fase di sondaggi di merca-to ed organizzazione di incontri Business to Business, prevede an-che l’affiancamento delle aziende nella fase post incontri Business to Business, si propone, quindi, come punto di riferimento per le aziende interessate al mercato sta-tunitense e canadese.Gli Stati Uniti d’America rappre-sentano oggi il secondo mercato di sbocco per la produzione tren-

tina, con una percentuale sul totale di export del 2013 pari al 12,1%, e una variazione costante negli ultimi anni che ha raggiunto un significativo +5,8% nel 2013, subito a ridosso della Germania (17,4% del totale e variazione di +0,7%), tradizionalmente il mercato più favorevole per la nostra provincia. Il settore agroalimentare ri-veste un ruolo di grande importanza: nel 2013 esso ha influito sull’export trentino negli Usa per circa il 40,6%, con un giro d’af-fari di quasi 162 milioni di euro su un totale di circa 398 milioni (fonte Istat).Ottime prospettive però vi sono anche nei settori della meccanica, dei macchinari di precisione, della chimica e dell’abbigliamento sportivo, nonché per tutte le eccellenze trentine nei settori di nic-chia ad alto valore aggiunto. Nell’ottica del futuro trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, le opportunità per le aziende trentine ed italiane, di creare opportunità di business in un mercato con circa 316 milioni di abitanti, il più ricco del mondo, saranno sempre maggiori.Considerando poi la forte svalutazione, o rivalutazione, del dol-laro americano nei confronti dell’euro e la ripresa del mercato Usa dopo gli anni della crisi, per la nostra provincia è proprio il momento di tentare la traversata dell’Atlantico.Non sarà un’impresa facile, perché il mercato statunitense è sicuramente complesso e richiede notevoli investimenti, non soltanto economici, ma in fondo il bello delle sfide è proprio questo. (gz)

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