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A.S. 2012/2013 Concorso “A scuola nel Parco” UN UN UN UN MARE MARE MARE MARE D’A D’A D’A D’AMARE MARE MARE MARE Giglio di mare, Pancratium maritimum, spiaggia di Case del Conte Raccolta di ricerche e studi, racconti, poesie, canzoni e ricette sul nostro mare A cura degli alunni della I II e III media

UN MARE D’AD’AMARE - promozione.cilentoediano.itpromozione.cilentoediano.it/hcms-content/files/maredamaresenzanomi.pdf · Giglio di mare, Pancratium maritimum, spiaggia di Case

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A.S. 2012/2013 Concorso “A scuola nel Parco”

UN UN UN UN MAREMAREMAREMARE D’AD’AD’AD’AMAREMAREMAREMARE

Giglio di mare, Pancratium maritimum, spiaggia di Case del Conte

Raccolta di ricerche e studi, racconti, poesie, canzoni e ricette sul nostro mare

A cura degli alunni della I II e III media

Un mare d’amare

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La Baia di Trentova

Anche quest’anno, come lo scorso, abbiamo deciso di partecipare al concorso “a scuola nel Parco”, il tema da noi scelto è il mare. Perché il mare? La verità è che pur abitando in montagna ci sentiamo molto vicini al mare e abbiamo voluto ampliare le nostre conoscenze su questo tema per essere informati non solo sulla nostra piccola zona, ma anche sulle nostre magnifiche coste, per guardarci intorno e studiare le bellezze che solo noi abbiamo. Inoltre, i nostri piccoli paesi di montagna sono anche terrazze che affacciano spesso sul mare, in particolare, il nostro comune, affaccia sia sul golfo di Policastro che su quello di Palinuro. Per tenerci al passo con le nuove tecnologie e rendere più usufruibile il nostro elaborato, abbiamo deciso di trasformarlo in ebook e lo abbiamo quindi elaborato sia in pdf che in epub, anche perché, la pubblicazione cartacea, dati i costi sarebbe stata impossibile. Il primo capitolo si intitola “Conoscere per amare” perché, è attraverso la conoscenza del territorio che si arriva ad amarlo e a rispettarlo in pieno. Se non si ha interesse non si conosce e se non si conosce non si rispetta, quindi per

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prima cosa, ci si deve interessare al proprio territorio. Il mare è stato fonte di ispirazione da sempre per poeti e scrittori che hanno elaborato poesie e scritti traendo ispirazione dalle limpide acque del nostro mare e dalla bellezza delle nostre coste. "Angelo scusami, ma tu aldilá sei ancora il Sindaco Pescatore? Digli che un vecchio pescatore acciarolese ti insegnò a f are il pescatore ma tu ci hai insegnato a fare il Sindaco". Cit. Zio Ac hille

Per approfondire il lavoro, insieme ai professori abbiamo svolto delle ricerche e abbiamo anche letto dei libri sul mare come: “ Il Vecchio e il mare”, scritto da Hemingway “ Ventimila leghe sotto il mare” di Jules Verne nonché effettuato ricerche sempre sul tema del mare. In particolare abbiamo approfondito la conoscenza su quegli scienziati, scrittori, poeti e cantanti del nostro territorio. Per strutturare questo progetto, noi ragazzi con l’aiuto dei professori e dell’esperto del Parco, abbiamo svolto delle ricerche e ci siamo impegnati molto a realizzare poesie e temi. Inoltre, siamo riusciti anche ad imparare, divertendoci, tutto quello che ci sembrava difficile da comprendere. Speriamo

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che voi apprezziate questo lavoro: vi divertiate vi emozionerete allo stesso modo in cui questo progetto ha emozionato noi.

CONOSCERE PER A

Quando si pensa al mare di solito lo si vede solo come posto per il divertimento estivo e poco si riflette sul fatto che in realtà esso rappresenta non solo la nostra stessa origine ma anche il mezzo di sostentamento per tantissime persone nonché l’unica via di comunicazione che i greci, i romani e tutti gli altri popoli avevano in passato per viaggiare e commerciare. Inoltre se si pensa a studiosi del mare o a scienziati in genere, i primi nomi che vengono in mente sono sempre quelli più famosi, ma pochi sanno che anche il nostro Cilento ha dato i natali ad illustri scienziati come ad esempio: Carminantonio Lippi, (Casal Velino 6/10/1760) mineralogista che insieme ad altri scienziati ha contribuito alla creazione del museo mineralogico di Napoli, Donato Antonio Altomare, (Sessa Cilento nei primi decenni del XVI sec ) medico e scrittore che ha operato a Valle di Sessa Cilento, Giosuè Sangiovanni ( Laurino 15/01/1775) Illustre professore di zoologia e successivamente anatomia

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comparata e tanti altri che hanno contribuito allo sviluppo delle conoscenze sia nel campo geologico che biologico. E ogni volta che viene condotto uno studio o una ricerca, il Cilento rivela grandi sorprese come, ad esempio, la recente scoperta della Kochia saxicula

Kochia saxicula

sulle rupi calcaree di Palinuro (dove cresce il più famoso endemismo Primula palinuri) avvenuta lo scorso anno e dedicato al compianto primo Presidente del Parco del PNCVD professor La Valva.

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Altri endemismi, che riguardano l’ambiente marino e costiero del Cilento, sono: la già citata Primula palinuri, La Podarcis Klemmeri, lucertola che cresce sull’isola di Licosa, la Siriella castellabbatensis, piccolo crostaceo planctonico, scoperto negli anni settanta, alcune felci e orchidee e, sicuramente, il nostro territorio, tante altre sorprese ci riserverà il futuro. Siamo quindi convinti che solo attraverso la conoscenza saremo in grado

non solo di rispettare noi stessi, ma di insegnare anche agli altri ad amare

e rispettare il nostro territorio.

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quanta gente ancora cerca di rompere e portarsi a casa una stalattite o una stalagmite solo perché non sa quanti millenni ci ha messo la natura per

costruirne pochi millimetri o quanta gente estirpa magari il prezioso giglio di mare o la primula di Palinuro non sapendo che sono specie protette? E quanta gente non sa che anche una singola pila stilo riesce ad

inquinare fino a 1 km cubo di mare, che le plastiche e gli altri materiali se non riciclati hanno bisogno di centinaia di anni per degradarsi? Ecco quello che abbiamo imparato dalle lezioni con l’esperto del Parco e da quelle del nostro Prof. Di Scienze e… adesso … siamo un pochino più consapevoli e saremo noi ad insegnare agli altri il rispetto per il nostro bel mare!

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Di seguito quindi alcune indicazioni sulle piante animali e rocce del nostro Parco tratte da un lavoro del nostro prof. Di matematica e scienze. Il Cilento è costituito da un eterogeneo intreccio di ecosistemi in cui la natura a tratti è praticamente incontaminata ed in altri è stata plasmata dall’uomo che, sin dal paleolitico, dimora in questo territorio. E’ per questo che, fin dalla sua istituzione avvenuta nel 1991 il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è apparso come una sub regione con caratteristiche del tutto peculiari sia per la sua estensione (più di 180000 ettari), sia per la sua relativamente elevata antropizzazione (80 comuni ricadenti nel suo perimetro e 15 nelle aree contigue, con più di 270000 abitanti) e sia, infine per la molteplicità e varietà di ambienti che lo contraddistinguono. Esso è stato infatti definito il Parco che va dal corallo al faggio, intendendo con questo che al suo interno sono presenti tutti gli ecosistemi che si susseguono dall’ambiente marino mediterraneo all’ambiente montano propriamente detto passando attraverso ambienti costieri e dunali, fluviali e di foce, di pianura e collinari.

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Ecco quindi che il parco assume le sembianze di un grande libro vivente scritto dalla natura e dall’uomo nel corso dei milioni di anni che hanno determinato la conformazione e l’aspetto che noi oggi conosciamo e che lo hanno fatto assurgere a Parco Nazionale, Patrimonio dell’UNESCO e riserva di Biodiversità. Proviamo allora a leggere questo libro semplicemente osservando gli aspetti geomorfologici e floro-faunistici scritti nelle sue pagine, cioè nelle sue rocce, piante e animali. ASPETTI GEOMORFOLOGICI

Osservando una carta del Parco, o ancora meglio percorrendolo in lungo e in largo, vediamo che il Cilento si estende lungo un asse Nord-Sud, dalla Piana del Sele fino al Golfo di Sapri ed è delimitato ad Occidente da una lunga Costa, in cui si alternano spiagge sabbiose, rocciose, promontori pittoreschi e falesie di grande fascino. I massicci degli Alburni e del Cervati, il Vallo di Diano e gli altri rilievi fino a Sapri, cingono quasi come un’anello il Cilento propriamente detto, separando quest’ultimo dalla Lucania e, fra questi e il mare, quasi al centro e a sottolineare la loro importanza, il Gelbison (Monte Sacro) e il Monte stella (Cilento Antico); quest’ultimo, nonostante la sua modesta altezza (1131m.), rappresenta il “Cuore del Cilento” e con le sue “propaggini” si estende fino al mare con i bellissimi e caratteristici promontori meta di vacanze per tanti turisti. Quello che raccontano questi massicci e queste coste è una lunga storia, iniziata centinaia di milioni di anni fa, quando essi stessi non esistevano. E se i geologi ancora non sono perfettamente concordi sulle date precise, a noi basta sapere che le vicende che hanno portato alla formazione del Cilento così come noi oggi lo conosciamo sono le stesse che hanno portato alla costruzione della catena appenninica meridionale, dove, fra alterne vicende legate alla Tettonica delle placche, si accumulavano e si stratificavano i sedimenti strappati alle terre nel frattempo emerse dalle copiose acque piovane e dai fiumi, laghi e torrenti di queste ultime.

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E’ questo il famoso Flysh del Cilento, facilmente riconoscibile dall’aspetto stratiforme che, testimonia lunghe storie di deposizioni che, ciclicamente, franavano perché superavano la massima pendenza possibile (angolo di riposo) causando un “nuvolone subacqueo” che poi le correnti portavano verso il largo (correnti di torbida). Questi minuscoli sedimenti si depositavano, cementificandosi (diagenizzando), formando nel corso dei millenni le rocce come oggi le conosciamo. Le enormi spinte tettoniche dovute agli scontri fra la

zolla Europea e quella Africana, ai movimenti delle stesse, agli sprofondamenti e al ritirarsi o avanzare dei mari, alle fratture della crosta e a tutti gli altri fenomeni geologici, hanno pian pianino riportato tutti questi sedimenti fuori dalle acque e, su questi, lentamente, sono iniziate a comparire piante, animali e, infine l’uomo preistorico (di cui ritroviamo tracce risalenti al paleolitico a Camerota e al neolitico a Polla, Castelcivita e Sassano) e infine l’uomo moderno, le cui tracce sono invece, purtroppo, ben più visibili dappertutto. Descritta così, la “storia” della formazione del nostro Cilento potrebbe apparire come tranquilla e quasi monotona; in realtà, dove si può leggere bene il “libro del Cilento”, cioè nelle frane, sulle montagne prive di vegetazione, sui tracciati di alcune strade, o ancora nei carotaggi, ci si accorge che, invece, è stata una storia segnata da episodi di grandissime turbolenze, allagamenti di proporzioni bibliche, periodi glaciali e interglaciali, spaventose frane e movimenti tettonici che ne sconvolgevano in continuazione l’aspetto iniziale. Vi sono infatti strati in cui sono presenti ciottoli di tali dimensioni che solo una frana può averli staccati dalla terra e portati in acqua; altri trasportati da alluvioni o fiumi di portate spaventose, oppure strati avviluppati che

Slumping (frana sottomarina) Ripe Rosse Ph. Paolo Coscia

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testimoniano scivolamenti e frane sia terrigene che sottomarine o ancora strati deformati da collisioni fra placche Tutti questi eventi si possono leggere anche percorrendo semplicemente le strade da Ascea a S.Mauro, dove possiamo osservare sia le formazioni più antiche (Scogliera di Ascea Marina), sia

quelle relativamente più recenti (strada Acciaroli-

Pollica). Anche percorrendo la strada che da Agnone porta a Serramezzana e poi a S.Mauro, si possono osservare (sempre sulle pendici del M.Stella), tutte le successioni della Formazione di S.Mauro, dai termini più antichi a quelli più moderni. Le stesse cose le si possono osservare salendo al Santuario del Gelbison dove, lungo la strada, si può anche osservare un Olistostroma cioè una frana che è scivolata andandosi a depositare ai piedi di una scarpata conficcandosi letteralmente negli altri sedimenti.

Altre storie si possono leggere nelle Montagne attorno a Capaccio, Giungano e Trentinara, nei terrazzi marini di Licosa, Ogliastro o Acciaroli osservando i profili e l’orientamento delle colline attorno al Monte Stella, o quelli attorno al Vallo di Diano (Alburni e Cervati) o ancora il Bulgheria o le

rocce nei pressi della costa, ma preferiamo lasciare al

Pozzilo di S.Marco di Castellabate Ph. Paolo Coscia

Scogliera di Ascea ... Ph. Paolo Coscia

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lettore prima e al visitatore poi l’interpretazione delle stesse che, vale la pena ammirare anche solo per la bellezza paesaggistica dei luoghi in cui tali storie sono scritte. Se poi la nostra curiosità ci porta ad osservare ancora meglio le tracce del passato, possiamo anche andare a cercare le testimonianze delle piante e degli animali che, a volte, fossilizzavano recandoci al Museo

Paleontologico di Magliano Vetere, presso cui sono esposti molti di questi fossili. Gli altri massicci (Alburni e Cervati), invece, hanno una storia relativamente più tranquilla; come già detto, infatti, questi sono prevalentemente carbonatici e si sono formati per deposizione di carbonato di calcio di origine sia chimica (rocce preesistenti) che organica (gusci e scheletri di animali, alghe calcaree ecc.), e questo spiega il colore bianco di queste montagne. E’ in queste rocce che, nel corso dei millenni, l’acqua è riuscita a scavare, bucare, gocciolare formando le meravigliose grotte visitabili a Castelcivita e a Petina (Foto grotte)e gli inghiottitoi, le grave e le forre visibili lungo quasi tutti i corsi d’acqua che scorrono lungo questi massicci. Di particolare rilievo è poi il percorso del Bussento che, si inabissa nei pressi di Caselle in Pittari, in uno spettacolare inghiottitoio, percorre diversi chilometri nel ventre della terra, per poi ricomparire nei pressi di Morigerati, determinando in questo modo uno dei fenomeni carsici di maggiore rilievo in Italia, ancora in grossa parte da scoprire.

ASPETTI FLORO-FAUNISTICI

La molteplicità di ambienti si traduce, chiaramente, in una grandissima varietà di specie animali e vegetali e, se da un lato il nostro territorio ha subito un certo depauperamento dovuto sia alle naturali dinamiche della natura che alle attività

Monte Cervati Ph. Paolo Coscia

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umane, dall’altro esso è ricco di specie che si ritenevano irreversibilmente compromesse come L’Aquila Reale (Aquila chrysaetos) che divide il suo ampio territorio con altri rapaci diurni come il Falco Lanario e Pellegrino, Nibbi, Poiane, Albanelle e Astori e notturni quali Gufi, Civette e Barbagianni preziosi anche per il mantenimento del numero di roditori. Fra i mammiferi, sono a rischio estinzione anche il Lupo appenninico (Canis lupus) e il Gatto selvatico (Felix silvestris); poche, ma sufficienti al nutrimento dell’aquila anche le Lepri (Lepus corsicanus), mentre, a sorpresa, sembra che la Lontra (Lutra lutra) sia presente, oltre che nel Sele, dove vive la maggiore popolazione italiana di questa specie ed è da tempo istituita un’oasi del W.W.F., anche in molti altri fiumi come il Calore, Lambro, Mingardo e Bussento, a dimostrazione del buono stato di salute dei corsi d’acqua presenti nel Parco. Questo mustelide è infatti un indicatore biologico positivo in quanto la sua alimentazione si basa principalmente su pesci come la trota e crostacei come il granchio d’acqua dolce che vivono esclusivamente in acque ben ossigenate e pertanto pulite. Per questo motivo, anche l’erpetofauna è significativamente ricca nei nostri corsi d’acqua dove ritroviamo tritoni, fra cui l’Italico (Lissotriton italicus) e il Crestato (Triturus cristatus), salamandre quali la comune (Salamandra salamandra)

Salamandra pezzata M. Gelbison

o la rara Salamandra dagli occhiali (Salamandra tergiditata) e, fra rane e rospi di diverse specie l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), quest’ ultimo

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dagli sgargianti colori gialli del ventre e dal bizzarro comportamento (lo mostra se disturbato). Fra i rettili, oltre alla Vipera (Vipera aspis), al Cervone (Elaphe quatuorlineata) e al Colubro (Coronella austriaca), c’è da segnalare la Tartaruga marina (Caretta caretta) che anche recentemente, è tornata a deporre le uova sulla spiaggia di Ogliastro marina, mentre della Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), non vi sono ad oggi notizie di avvistamenti (sebbene i ritrovamenti di un esemplare vivo dello scorso anno ad Agrigento e di uno purtroppo morto a Genova fanno ben sperare). Nel parco sono altresì presenti fenomeni di microevoluzione come ad esempio la Podarcis klemmeri (lucertola che vive sull’isolotto di Licosa) e che come quella che vive sui faraglioni di Capri ha sviluppato una colorazione verde-blu particolare. Presenti anche rettili curiosi come l’orbettino (Anguis fragilis), serpentello che si nutre di lombrichi e lumache e che a differenza degli altri ama le zone ombrate e la Luscengola (Chalcides chalcides), lucertola che ha quasi perso completamente le zampe. Ed ogni volta che viene condotto uno studio sistematico, si scopre una qualche nuova specie come la Siriella castellabatensis, un minuscolo crostaceo scoperto nel 1975 a Castellabate o il Palaemon vesolensis, altro crostaceo un cui fossile è stato ritrovato nei pressi della montagna di Vesole ed è ben conservato al Museo Paleontologico di Magliano. Tanto altro ci sarebbe da raccontare sulla fauna di questo splendido territorio, dove normalmente, semplicemente passeggiando lungo strade e sentieri o anche andando in macchina moto o ancora meglio bici, è facile imbattersi in ogni specie di volatile, anfibio o rettile, e tantissimo ci sarebbe da raccontare ancora sulle specie marine o sull’entomofauna, ma, ancora una volta, lasciamo al lettore e visitatore il piacere di approfondire o di osservare dal vivo. Analogamente a quanto avviene per gli animali, Il Cilento ospita più di 2000 specie vegetali 200 delle quali endemiche o rare e si va dalle vaste praterie di Posidonia (Posidonia oceanica) del fondo marino alle antiche faggete e abetine delle cime più elevate, passando per per ogni livello altimetrico dal carrubo al lauro, ai castagneti, querceti e qualche isolata stazione di Betulle.

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Anche gli ambienti costieri e dunali si caratterizzano per la presenza di specie a rischio come ad esempio il Giglio marittimo (Pancratium maritimum) e il Pino

d’Aleppo (Pinus halepensis). E’ proprio in questi ambienti che nel Cilento si è evoluta un particolare tipo di primula (Primula palinuri Petagna). Questo raro

Paleoendemismo, conosciuto ormai in tutto il mondo, per il suo ridottissimo areale, per la sua storia evolutiva e per la

sua bellezza è stato appunto scelto come simbolo del Parco Nazionale.

Naturalmente molti altri endemismi e specie rare arricchiscono questo grande territorio come ad esempio le orchidee dei Monti Alburni, la Ginestra Cilentana (Genista cilentina) nella macchia mediterranea (fra Ascea e Pisciotta), la

Minuartia moraldoi, presente ad oggi solo in

pochissimi esemplari sui versanti del Gelbison e sono fermamente convinto che i futuri studi porteranno ad altre scoperte come la recentissima Granata rupicola (Kochia saxicola) che si riteneva

esclusivamente

presente sugli isolotti di Capri e a

Pancratium maritimim, spiaggia di Case del Conte (Montecorice)Ph.

Paolo Coscia

Primula palinuri (Arco Naturale di Palinuro) Ph. Paolo Coscia

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Strombolicchio e che, invece, è stata rinvenuta, nel novembre 2011 sulle rupi inaccessibili di Palinuro, confermando il Cilento-Vallo di Diano una grandissima “riserva di Biodiversità”. Essendo Il clima del Cilento caratterizzato da lunghe estati siccitose, anche la tipica “Macchia mediterranea” rappresenta la copertura dominante dell’intera fascia costiera e collinare, soprattutto dove non ha dovuto cedere il passo ai coltivi e alle pinete più o meno spontanee. Le piante che si sono sviluppate in tale tipologia climatica, possiedono le tipiche caratteristiche che la natura ha conferito a queste specie vegetali (spessa cuticola e presenza di oli per diminuire la traspirazione e quindi resistere alla siccità). Ed è proprio la presenza di questi oli a rendere tantissime specie come il mirto, il finocchietto o il rosmarino profumate e/o officinali entrando di conseguenza nella cultura alimentare delle popolazioni locali che, nel corso degli anni hanno imparato a conoscere e utilizzare tali caratteristiche per aromatizzare i propri prodotti e i propri piatti, quelli cioè della Dieta Mediterranea, anch’essa recentemente riconosciuta Patrimonio dell’Unesco con Capitale nel posto in cui è nata e cioè Pioppi.

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Cap.2 racconti d’a

- O Palinuro, quale dio ti ha strappato a noi e ti sommerse nel profondo del mare? Orsù, parla. E infatti Apollo, che mai prima ho trovato bugiardo, solo con questo responso ha deluso il mio animo, quando profetizzava che saresti scampato al mare e saresti giunto sulle terre Ausonie. È questa, forse, la fede promessa? Eneide vv.336-371

Alle Sirene giungerai da prima, Che affascìnan chïunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. Chïunque i lidi incautamente afferra Delle Sirene, e n'ode il canto, a lui Né la sposa fedel, né i cari figli Verranno incontro su le soglie in festa. Le Sirene sedendo in un bel prato, Mandano un canto dalle argute labbra, Che alletta il passeggier: ma non lontano D'ossa d'umani putrefatti corpi E di pelli marcite, un monte s'alza. Tu veloce oltrepassa, e con mollita Cera de' tuoi così l'orecchio tura, Che non vi possa penetrar la voce. Odila tu, se vuoi; sol che diritto Te della nave all'albero i compagni Leghino, e i piedi stringanti, e le mani; Perché il diletto di sentir la voce Delle Sirene tu non perda. E dove Pregassi o comandassi a' tuoi di sciorti, Le ritorte raddoppino ed i lacci. Poiché trascorso tu sarai, due vie Ti s'apriranno innanzi; ed io non dico, Qual più giovi pigliar, ma, come d'ambo Ragionato t'avrò, tu stesso il pensa. Odissea dal canto XII

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Il nostro mare ha sempre ispirato molti scrittori già dal tempo dei greci. E lo ritroviamo raccontato anche nell’Eneide e nell’Odissea:

Secondo la mitologia Palinuro, il nocchiero di Enea, mentre costeggiava il

Cilento , si innamorò di una bellissima ragazza di nome Kamaratòn. Lei

non ricambiò l’amore di Palinuro che, disperato, la seguì fino in fondo al

mare, perdendo la vita. La dea Venere, sdegnata per la crudeltà di

Kamaratòn, la trasformò in un enorme roccia , condannandola a guardare

per sempre l’amante respinto. Nella mitologia greca, Leucosia era una

delle Sirene: da essa prende il nome l'isoletta di Licosa, di fronte al golfo

di Paestum. Secondo la leggenda la zona delle Sirene era posta lungo la

costa dell'Italia meridionale. Si racconta che con il fascino della loro

musica, attirassero i marinai che passavano nelle vicinanze. Per questo le

navi si avvicinavano pericolosamente alla costa rocciosa, finendo con

sbattere contro gli scogli ed affondare. Le sirene così, raggiunto il loro

intento, divoravano i marinai. Nel viaggio di ritorno di Ulisse, si narra di

un promontorio dove vivevano due sirene: Leucosia e Leukotea.

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Il Viaggio di Ulisse

Ulisse attraversò quelle acque ma, avvisato da Circe, ordinò ai suoi uomini

di tapparsi le orecchie con la cera; lui , invece, si fece legare a un albero

della nave, dicendo ai compagni che non dovevano slegarlo per nessuna

regione. La leggenda racconta che la Sirena Leucosia si innamorò di

Ulisse che però non ricambiava l’affetto. Per questo la Sirena, per la

disperazione, si gettò in mare dalla una rupe, e il suo corpo prese le

forme di uno scoglio, che oggi è l'isola di Licosa. Tra il golfo di Policastro e

il piccolo golfo di Pisciotta, si alza il capo Palinuro, dove, racconta il mito,

che mille anni fa passò la nave di Enea, il troiano sopravvissuto alla

distruzione di Troia perché destinato a non far estinguere la stirpe dei

troiani, cosa che accadde a seguito del suo matrimonio con Lavinia, figlia

di Latino, re del Lazio, sulle cui coste Enea sbarcò al termine delle

avventure come racconta Virgilio.

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Il viaggio di Enea: disegno

Il figlio di Enea e Lavinia fondò Alba Longa, dalla quale, dopo dodici

generazioni, nacquero Romolo e Remo, che fondarono Roma. Prima di

arrivare alle coste del Lazio Enea era passato davanti capo Palinuro: e lì,

una notte, il suo nocchiero - di nome Palinuro, cadde in mare per volere

degli dei: Nettuno, in cambio della promessa di proteggere Enea, fatta a

sua madre Venere, aveva chiesto una vittima. Per questo Palinuro morì,

nonostante fosse riuscito a raggiungere a nuoto la riva. Fu scambiato per

un mostro marino dagli abitanti del luogo venne ucciso e il suo cadavere

venne abbandonato alle acque. l' anima di Palinuro, come quella di tutti

gli insepolti, non trovò pace nell' aldilà sino a quando Enea, recuperato il

suo cadavere, gli rese gli onori funebri. E come anticipato dalla Sibilla, il

luogo in cui era morto conservò per sempre il suo nome.

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Ai giorni nostri,invece,girano voci su Heminguway. Si racconta,che questo scrittore,mentre era in vacanza ad Acciaroli, osservando le abitudini di un vecchio pescatore (zio Achille) e le acque cristalline del mare,ebbe l’ispirazione per il suo bellissimo libro. Anche noi ci siamo cimentati in una serie di racconti sul mare,ma non vi aspettate temi perfetti, anche perché come ben sappiamo, per adesso, non saremo noi all’altezza di uno scrittore!!!

Di seguito un elenco parziale di alcuni romanzi e scritti di autori nazionali e internazionali aventi come tema IL MARE:

Joseph Conrad, Nostromo. Per Conrad bisognerebbe citare tutta l'opera, la sua abilità nel raccontare gli uomini del mare è unica

Alvaro Mutis, L'ultimo scalo del Tramp Steamer. Non è una storia solo di mare, ma vale lo stesso discorso che per Conrad

Melville, Moby Dick. Il massimo. Il mare in tutte le declinazioni del suo rapporto con l'uomo

Jorge Amado, Mar morto Andersen, La sirenetta Sergio Atzeni, Il Quinto Passo è l'addio Alessandro Baricco, OceanoMare Com.te Carlo Bardesono di Rigras, Vocabolario Marinaresco Andrea Camillieri, Montalbano Joseph Conrad, Nostromo Joseph Conrad, La linea d’ombra Stefano d'Arrigo, Horcynus Horca Charles Darwin, The voyage of the Beagle Erri De Luca, Tu, mio Erik Fosnes Hansen, Corale alla fine del viaggio Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare Federazione Italiana Vela Manuale dell'Allievo Joseph O'Connor, Stella del Mare Bjorn Larsson, Vera storia del pirata Long John Silver Sam Llewelliyn, Il Grande Cerchio

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Herman Melville, Moby Dick

Bernard. Moitessier, Un vagabondo dei mari del sud

Bernard. Moitessier, Tamata e l'alleanza

Bernard. Moitessier, La lunga rotta

Omero, Odissea Alvaro Mutis, L'ultimo

scalo del Tramp Steamer. Sandra Petrignani, Le

navigazioni di Circe Roberto Piumini Motu-iti Edgard Allan Poe,

Gordon Pym Edgard Allan Poe, La

discesa nel Maelstroem Hugo Pratt, Una ballata

del mare salato Matvejevic Predrag,

Breviario mediterraneo Wilbur Smith, Come il

Mare John Steinbeck, Il diario

del Mare di Cortez Eric Tabarly, Vittoria in solitario Antonio Tabucchi, Donna di Porto Pim H.M.S. Ulysses, il primo romanzo di Alistair MacLean Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari Alan Villiers, Captain James Cook

E qui, invece, ci siamo cimentati noi in pensieri e racconti sul mare; certo, non diventeranno mai best seller, ma, ricordatevi sempre che siamo dei ragazzini di scuola media.

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Il mare è una delle cose più belle che esiste al mondo almeno per me, al mare puoi divertirti con gli amici che incontri sulla spiaggia. Il mare è una cosa da amare soprattutto perché è molto piacevole quando entri in acqua, subito avverti il freddo, poi diventa calda e tutto questo dipende soltanto dal sole. L’ immagine del sole brilla in cielo e si vede il riflesso nell’ acqua limpida e pulita. Il mare è una delle cose più belle al mondo e secondo me piace a tutte le persone per questo motivo.

_____________________________________________________ Quando vedo il mare vedo una lunga distesa d'acqua di colore azzurro. Il mare è stupendo da calmo all'improvviso diventa agitato. è molto bello soprattutto per i suoi colori: azzurro ,verde e grigio. Alcune volte lo guardo è mi viene da pensare a quante piante e animali ci sono. Ci vivono molti pesci che mi piacciono tra cui: il delfino, il cavalluccio marino e le balene . La maggior parte dei nostri mari sono inquinati da : scariche di barche, petrolio, spazzatura, dalle reti fognarie ecc... Il mare è stato anche fonte di ispirazione per poeti, pittori e scrittori come : Ernest Hemingway che scrisse il famoso libro "IL VECCHIO E IL MARE". Il mare nell'antichità era anche molto utilizzato per fare scambi o commerci . Il tramonto al mare è la cosa più bella che io abbia mai visto. Il cielo diventa di mille colori dal blu al rosso, quando il sole se ne va per lasciare posto alla luna e le stelle compaiono. Ma la cosa che preferisco del tramonto è il riflesso del sole nell'acqua, il

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colore di quella luce. Spesso al tramonto ci sono anche un po’ di nuvole che creano effetti particolari. A me piace l'idea di libertà che mi trasmette perchè puoi fare tutto quello che vuoi però bisogna stare attenti quando il mare è agitato. Io mi diverto molto quando vado al mare faccio castelli di sabbia, gioco a pallavolo, mi diverto con i miei cugini e utilizzo il pedalò. Questo é il mio mare. _____________________________________________________

Vivo in un paesino di nome Montano Antilia, in provincia di Salerno, situato su una montagna, dal balcone di casa mia si vede il mare, una visuale bellissima. Spesso capita che durante le belle giornate di sole, quelle in cui l’aria è limpida, si possono vedere anche le isole Eolie, il golfo di Sapri e il golfo di Palinuro. Fortunatamente il mare non è molto lontano dal mio paese, in cerca venti minuti, riesco a raggiungerlo. Di solito vado a Palinuro. È una città molto visitata per le sue bellezze paesaggistiche e naturali, è ricca di numerose spiagge, bagnate da un mare limpido e cristallino. Ci sono anche numerose grotte, ad ed esempio, tra le più belle c’è la grotta Azzurra. A volte a riva capita di vedere pesci e meduse mentre, nei fondali marini, si possono trovare anche i coralli. Palinuro, come tutti i mari del Cilento, è molto pulito. Non molto lontano si trova Acciaroli, che per la qualità delle sue acque ha ottenuto le “cinque vele” di Legambiente e la bandiera blu. Quando vado a mare nelle giornate d’estate, mi rilassa molto sentire il suono delle onde. Ma al mare non ci si rilassa soltanto, ci si diverte a conoscere molte persone.

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Spesso aspetto il tramonto sulla spiaggia, è qualcosa di indescrivibile, non riesco a trasmettere emozioni che si provano in quel momento. Passeggiando, mi capita anche di trovare tra uno scoglio e l’altro, stupende conchiglie. Mi piace molto andare al mare, riesco a liberare la mente da tutti i miei cattivi pensieri, ma soprattutto mi lascio coccolare dal suono delle onde.

Il mare è un enorme d’acqua salata che ricopre la metà del pianeta è molto bello giocarci e scoprire nuove cose andando sott’ acqua,il mare è molto pericoloso per chi non sa nuotare . E anche molto inquinato sia nell’acqua che sulla spiaggia.

______________________________________________________ Il mare è in continuo movimento, non sai mai quello che ti regala, ti fa scoprire sempre nuove cose , ti insegna a vivere. Il mare esprime i miei sentimenti li stimola e li amplifica . Il mio mare è quello della mattina presto, dell’ alba. Poi quando guardo il mare mi perdo nell’ azzurro cristallino. Alcune volte quando lo guardo mi viene da pensare a quanti animali ci vivono dentro , quante cose di lui non conosco ma so che rimarrò sempre affascinato dal mistero. ______________________________________________________

Io e il mare siamo come due anime gemelle. Mi piace molto andare al mare perchè ti puoi divertire a costruire castelli di sabbia e giocare con l' acqua. Mi piace nuotare felice. In quel momento tutti i miei pensieri svaniscono. Sono

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felice che il mare esista. Il mare ospita molte specie. A me piacciono molto :stelle marine ,anguille ma anche cavallucci marini e delfini. Il mare riflette con i colori del cielo limpido e blu. Il mare ha un suono sonoro con le sue onde che si muovono lentamente ti viene voglia di dormire.

______________________________________________________

Il mare è una grande distesa di acqua salata, con varie tonalità di blu che cambiano a seconda dei fondali. Nel mare vivono molte forme di vita che cambiano in base alle profondità e alla luce del sole, dell’intensità dei raggi. Il mare per me significa vacanze, festa e gioia perché si comincia ad andare al mare quando finisce la scuola. È un periodo molto bello perché ci sono le feste del paese in cui si rincontrano gli amici che non vedi più da molto tempo. Il mare mi rende felice, ma soprattutto , mi piace sentire il suono delle onde del mare che mi fanno rilassare.

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A me il mare piace molto mi dà tanta felicità. È una cosa spettacolare. Quando vado al mare mi viene voglia di giocare .So di esse fortunata a poter andare sempre perché è vicino invece molti che vivono lontano dal mare e devono lavorare non lo possono fare. D’ inverno non vedo l’ora che viene l’estate per andare al mare.

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Quasi a tutte le persone piace il mare e a quelle poche cui non piace dico che non sanno proprio cosa si perdono. Ai bambini piace andare sugli scogli, e ai grandi piace pescare. Il mare e una cosa unica. Quando sto sulla spiaggia, ascolto il rumore delle onde, ed è come se componessero una piacevole melodia. La brezza marina, la schiuma , la sabbia, le conchiglie,le pietre tutte cose meravigliose che si trovano al mare. Una sensazione unica e quando vai sott’ acqua, e tutto un altro mondo, sembra che non esiste niente e nessuno. Il tramonto al mare e stupendo, il colore, l’atmosfera sembra di essere in un film .Il mare ti fa vivere emozioni indescrivibili, è bellissimo.

il mare è la distesa più grande di acqua salata sulla terre,ed è secondo me,il luogo più bello dove trascorrere le vacanze. A me il mare trasmette molte emozioni,ma in particolare mi suscita tranquillità. Infatti quando si è al mere sembra che tutto il mondo si è fermato di colpo,anche perchè : i rumori svaniscono e lasciano sentire le onde infrangersi sugli scogli. Quando sei sulla spiaggia,invece,ti guardi intorno,e vedi che tutte le persone sono felici,spensierate e hanno tutte un sorriso stampato sul volto. è come se stessero su un altro pianeta e non si ricordassero più,dei loro problemi e delle difficoltà quotidiane. A riva è la stessa storia. Ci sono bambini che gioiscono,giocano a palla,costruiscono castelli di sabbia e gli si può leggere in faccia l'espressione di chi è contento. C'è un via vai di gente : persone che ridono,altre che nuotano,genitori che si divertono con i propri figli e alcune,addirittura,che preferiscono approfittare della tranquillità per riposare all'ombra di uno scoglio. è bello passeggiare sulla spiaggia,ammirare le acque cristalline che anche noi nel Cilento abbiamo,raccogliere conchiglie e sassolini,guardare lontano e vedere che il

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mare sembra non finire mai. L'unica cosa un po’ fastidiosa a mare,è il caldo,che però diventa sopportabile dopo aver fatto un bel tuffo in acqua. Le località di mare della nostra zona,ogni anno,attraggono migliaia di turisti che arrivano da tutte le parti del mondo e quindi,molto spesso,può capitare di fare amicizia con persone di altre nazionalità. La nostra più famosa località è : Palinuro che attrae anche per le sue grotte. Molte persone decidono di fare una vacanza qui e non andare in altre parti del mondo perchè abbiamo luoghi incantevoli per cui essere fieri, ambienti salutari,buona cucina, spiagge meravigliose come in pochi altri posti a prezzi non molto esagerati.

Il mare è una grande distesa d’acqua blu. Io non vedo l’ora di appoggiare i miei piedi sulla sabbia morbida e di tuffarmi nelle sue acque. A volte mi piacerebbe di restare fino a tardi seduta e ammirare il sole che tramonta nell’acqua. Io mi immergo spesso in acqua a volte mi capita anche di vedere delle meduse, odio quando piccoli pesciolini mi mordono i piedi. Faccio lunghe passeggiate e mi piace raccogliere le conchiglie che si trovano a riva, ne ho molte che conservo sin da quando ero bambina. Mi piacerebbe vedere anche le sue barriere coralline e i suoi immensi fondali. Il mare non mi piace quand’è in tempesta, mi fa paura.

Il mare è un luogo speciale che evoca in me vacanza, spensieratezza e buona compagnia.

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Mi piace giocare con gli amici nell’acqua e sulla sabbia. Scherziamo e ci divertiamo un sacco. Abito in un piccolo paese di nome Abatemarco, non c’è il mare, quindi, in estate, andiamo a Palinuro. Di solito andiamo in compagnia di amici o cugini perché da soli un po’ ci si annoia. È bello nuotare e schizzarci acqua a vicenda ma, la cosa che mi piace di più è quando arriva il tramonto, lo guardo fino alla fine perché sembra di essere in luoghi ideali, magici.

Il mare a me piace perché, posso giocare con i miei amici mi posso divertire molto. Per me il mare è molto bello perché io e mamma giochiamo a racchette facciamo castelli di sabbia e facciamo anche buche ci divertiamo come non facciamo in periodi dell’anno.

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Il rapporto che ho con il mare è fantastico. Mi piace andare al mare e quando è estate mi diverto a giocare nell' acqua. Quando vado al mare è come se rinascessi una seconda volta. Mi piace nuotare libera tra le sue onde. Quando nuoto mi sento come un pesciolino felice senza nessun problema. Alla domanda se mi piace il mare o la montagna so che non avrei dubbi, risponderei mille volte il mare.

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Per me il mare è come una poesia della natura rispecchia il mio colore preferito e ogni volta che l’osservo mi viene voglia di tuffarmici dentro. Il mare e’ bello anche d’inverno,con il suo rumore delle sue onde gigantesche che si infrangono e risuonano come il rombo di una moto. In estate passo giornate super divertenti con i miei amici e cugini. La sua infinità mi fa sognare ogni volta che lo osservo. Il mio paese non è molto lontano e crescendo ho trascorso molte giornate a divertirmi imparando ad amarlo .

Il mare è un mondo affascinante. Sul fondo,esiste un mondo simile a quello che vive sulla terra:foreste di piante mai viste,fiori dai colori stupendi e dalle forme più strane. Il mare per tre quarti circa ricopre la terra. È splendore di colori e musica di onde che vagano tranquille o si sollevano spaventose sotto l’impeto del vento;è un’immensa distesa d’acqua salata di correnti calde o fredde che influiscono sul clima. È un susseguirsi di maree che,a intervalli di tempo,invadono le spiagge sabbiose e coprono gli scogli. Quando l’atmosfera cambia piove se c’è il vento il mare si agita può fare delle mareggiate che arrivano fino a metà spiaggia,e uno spettacolo bello,ma anche brutto perché c’è una violenza inaudita,non ci si può avvicinare. A pochi metri di profondità si presenta un mondo di meraviglie e di sorprese. È un mondo strano,un fiorire di giardini tra cui guizzano le forme più bizzarre e curiose. Per le vie del mare si avventurarono i grandi esploratori come Colombo,Magellano e i fratelli Caboto,e su quelle sponde sorsero le più grandi civiltà e i paesi più fiorenti.

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A me il mare piace moltissimo e penso che non si dovrebbe inquinare come fanno molti che non rispettano l’ambiente in cui vivono. A me il mare dà tanta felicità e quando sono triste mi ridà quella felicità che avevo perso. Un antico proverbio dice “Per cielo e per mare non ci sono caverne”.Questo ci dà l’idea dei grandi pericoli che ci sono nel mare. Quando sei sulla spiaggia pensi che a nuoto puoi arrivare fin dove si vede l’acqua ma non è così,perché l’orizzonte si allontana sempre di più e ti rendi conto della sua immensità. ______________________________________________________ Quando è una bella giornata mi affaccio sul mio terrazzo e guardo di fronte verso l’orizzonte; il mare è lì. Il mare; questa immensa distesa d’acqua salata che ricopre gran parte della superficie terrestre. Ricco di misteri e di vita nei suoi profondi fondali, popolati da milioni di pesci dai colori più svariati. Com’è bello immergersi nelle acque cristalline e ammirare i coralli le spugne e tutto il resto che la natura ci può offrire. Il mare è stato, fin dal passato, fonte di ricchezza non solo per la pesca , ma soprattutto per gli scambi commerciali. Molte guerre si sono svolte proprio perché alcuni paesi volevano avere uno sbocco sul mare. L’uomo però, in questi ultimi anni sta sfruttando le risorse che il mare può offrire, impoverendolo e distruggendolo la flora e la fauna. L’inquinamento ne è la causa maggiore. Il mare sta diventando una vera e propria discarica; spesso i giornali e le televisioni ci danno notizie drammatiche sui ritrovamenti, sul fondo marino, di contenitori pieni di rifiuti tossici, per non parlare di tutto quello che le industrie scaricano direttamente in acqua. Bisogna poi dire che anche il traffico marino è aumentato e ciò ha contribuito a peggiorare la situazione. L’uomo sta distruggendo un patrimonio

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naturale grandissimo e deve fare qualcosa subito per correre ai ripari. Mi rivolgo soprattutto ai politici che parlano, parlano, ma non concludono mai nulla. Stanno distruggendo un elemento fondamentale per la vita e l’esistenza degli esseri umani. Il mare è anche il simbolo delle vacanze di milioni di ragazzi e bambini, infatti noi associamo il mare alla fine di un duro anno scolastico. Il luogo preferito dove possiamo divertirci, correre liberi, fare nuove esperienze ed amicizie. Io amo il mare, mi stare bene fisicamente e mentalmente: mi rilassa. È bellissimo correre lungo la riva con l’acqua che ti accarezza i piedi. A me piace il mare anche quando è un po’ agitato, anzi, è più bello. Adoro tuffarmi nelle ondo insieme a mia sorella e farmi trasportare sulla riva e sentire il suono dell’acqua infrangersi sugli scogli. Però, bisogna stare attenti, perché il mare è anche molto pericoloso e bisogna sempre ricordare un detto: “A mare non ci sono taverne”, nel mare non ci sono ripari.

.

Il mare è una ricchezza per l’uomo sia per la varietà di pesci sia per il turismo. Amo giocare sulla spiaggia e divertirmi insieme agli amici. Scavare qualche buca nella sabbia fino a trovare l’acqua. Nel mio paese non c’è il mare allora l’anno scorso con la mia famiglia abbiamo affittato una casa e quando mi alzavo sentivo il profumo del mare ed era molto buono,mi faceva stare bene mi dava belle sensazioni. ______________________________________________________

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Cap 3 VERSI D’A

Si sotta a nu castiello cu lu lippo

lu mare fa l'amore cu’ li scogli

le barche cunnuleiano nzimma l'onne

le rezze se stennecchiano a lo sole

…Chesta è la terra mia … G.Liuccio … Chesta è la terra mia

S.Maria di Castellabate

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Proprio per la sua grandiosità il mare ha da sempre ispirato i poeti di tutto il mondo che ne hanno cantato l’immensità, l’importanza e la bellezza. Già per il fatto che era l’unico mezzo per solcare i continenti, già i greci e i romani scrivevano dei viaggi epici di Enea e di Ulisse e, nelle poesie il mare, l’orizzonte, il mare e tutto quello che gli ruota attorno è sempre citato … E allora, di seguito, troverete alcuni versi famosi in tema e … anche noi ci siamo cimentati in poesie sul mare … perdonerete la “metrica incerta” e forse qualche errore, ma siamo ragazzini/e di scuola media e, la cosa più importante è che le abbiamo scritte col cuore …

Arancione, oro e verde scintillavano sul mare... l’acqua brillava di fuochi ultraterreni, il silenzio incorniciava quella magica visione, un silenzio che dava agli uomini l’idea d’esser sordi, i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso… Wilbur Smith I Ricordi I ricordi, un inutile infinito, ma soli e uniti contro il mare, intatto in mezzo a rantoli infiniti.. Il mare, voce d’una grandezza libera, ma innocenza nemica nei ricordi, rapido a cancellare le orme dolci d’un pensiero fedele… Il mare, le sue blandizie accidiose quanto feroci e quanto,. quanto attese, e alla loro agonia, presente sempre, rinnovata sempre, nel vigile pensiero l’agonia… I ricordi, il riversarsi vano di sabbia che si muove

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senza pesare sulla sabbia, echi brevi protratti, senza voce echi degli addii a minuti che parvero felici… Giuseppe Ungaretti

L’uomo e il Mare Sempre il mare, uomo libero, amerai! perché il mare è il tuo specchio; tu contempli nell’infinito svolgersi dell’onda l’anima tua, e un abisso è il tuo spirito non meno amaro. Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine; l’abbracci con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore si distrae dal tuo suono al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento. Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze, tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto. Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli! Charles Baudelaire

Mare

M'affaccio alla finestra, e vedo il mare: vanno le stelle, tremolano l'onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l'acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d'argento.

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Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni? Giovanni Pascoli, 1892

Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro un uccello sostava, scivolosi al sole belli come smeraldi. Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; ma al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. Umberto Saba

S’Ode Ancora il Mare Già da più notti s’ode ancora il mare, lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce. Eco d’una voce chiusa nella mente che risale dal tempo; ed anche questo lamento assiduo di gabbiani: forse d’uccelli delle torri, che l’aprile sospinge verso la pianura. Già m’eri vicina tu con quella voce; ed io vorrei che pure a te venisse, ora di me un’eco di memoria, come quel buio murmure di mare. Salvatore Quasimodo

Mediterraneo Antico, sono ubriacato dalla voce

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ch’esce dalle tue bocche quando si schiudono come verdi campane e si ributtano indietro e si disciolgono. La casa delle mie estati lontane, t’era accanto, lo sai, là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l’aria le zanzare. Come allora oggi la tua presenza impietro, mare, ma non più degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro. Tu m’hai detto primo che il piccino fermento del mio cuore non era che un momento del tuo; che mi era in fondo la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso e svuotarsi cosi d’ogni lordura come tu fai che sbatti sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie del tuo abisso. Eugenio Montale

Casa Sul Mare ll viaggio finisce qui: nelle cure meschine che dividono l’anima che non sa più dare un grido. Ora I minuti sono eguali e fissi come I giri di ruota della pompa. Un giro: un salir d’acqua che rimbomba. Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio. Il viaggio finisce a questa spiaggia che tentano gli assidui e lenti flussi. Nulla disvela se non pigri fumi la marina che tramano di conche I soffi leni: ed è raro che appaia nella bonaccia muta tra l’isole dell’aria migrabonde la Corsica dorsuta o la Capraia.

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Tu chiedi se così tutto vanisce in questa poca nebbia di memorie; se nell’ora che torpe o nel sospiro del frangente si compie ogni destino. Vorrei dirti che no, che ti s’appressa l’ora che passerai di là dal tempo; forse solo chi vuole s’infinita, e questo tu potrai, chissà, non io. Penso che per i più non sia salvezza, ma taluno sovverta ogni disegno, passi il varco, qual volle si ritrovi. Vorrei prima di cedere segnarti codesta via di fuga labile come nei sommossi campi del mare spuma o ruga. Ti dono anche l’avara mia speranza. A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla: l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi. Il cammino finisce a queste prode che rode la marea col moto alterno. Il tuo cuore vicino che non m’ode salpa già forse per l’eterno. Eugenio Montale

‘STU MARI

Mme pare na cunculella

stù mari re Sanda Maria

’ntra punda Lecòsa a Cambanella,

‘nfunno nu mari verduògnolo

addò pare ca lu cielo s’appoggia.

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Nu sole ‘nfucato cum’a nu ‘mbièrno

se corca ‘ngimm’a li scuògli

c’arrevendano cucièndi cucièndi

e manco l’ònne e la bbrezza

stutano ‘st’àmmòre re stù mari.

Tràse na musica ròce ‘ncòre

quànn’arrevenda r’argièndo

ccù lu sole ca se ‘nge specchia

cum’a ddùi ‘nnammurati

atturcigliàti cum’a vvètose.

Elia Nese

Alte le vele

Da “Paralume” raccolta

Di poesie di Elmiro Ciociano

Alte le vele della barca mia

E andiamo in volo sul color dell’onde.

Percorreremo cento mari

e i lidi vedremo luccicar dall’orizzonte.

L’eco del suon delle campane a sera

Forse risveglierà i nostri affetti:

ciò che patimmo ieri, c’è diletto,

sciolto nel giallore del tramonto.

Veleggerem così oltre il confine

Che il mar stacca dal ciel e il ciel dal mare

E arriveremo ove l’azzurro è uno

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E QUESTE INVECE LE NOSTRE POESIE:

Andiamo tutti al mare

a giocare e a sognare.

Tante persone si possono incontrar

con cui si può giocar.

Sulla spiaggia restar ad abbronzarsi

e in acqua andar a divertirsi.

All’interno del mare vivono anche molte creature

che in noi suscitano stupore.

I pesci nuotano nei fondali marini

a cui si aggiungono anche i cavallucci marini.

Non tutti gli animali sono bravi

stiamo parlando dei cattivi squali.

Vanno in giro in cerca di prede

prima di essere catturate nella rete.

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Nel nostro mare vivono tante specie

Non solo animali,ma anche fiori,piante ed altri

vegetali.

Che in questo momento non conosciamo

ma un giorno le studieremo.

E con questa poesia posso dire

che il nostro mare è da ricordare.

È pulito, chiaro e cristallino

e a molte persone concilia il sonnellino..

______________________________________________________

Il mare è uno di noi.

Lo amiamo perché da lì noi proveniamo.

Lo amiamo perché ci regala freschi soffi di vento d’estate.

Lo amiamo perché rispecchia il blu del cielo.

Lo amiamo perché ogni volta,con le sue onde calme o agitate, ci dona profonde emozioni.

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Lo amiamo perché lui ci ama e ci fa stare vivi e quando sentiamo l’odore di salsedine vuol dire che è li con noi.

Essendo uno di noi dobbiamo imparare a rispettarlo finché avremo vita.

Il mare è uno di noi.

Il mare siamo noi.

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Mare, bello e profondo

Entro dentro, e non tocco il fondo.

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Buttandomici dentro,

mi provoca un sentimento.

Libertà è per me

E forse paura per te.

Rispettare il mare è fondamentale

Se vuoi continuare a respirare.

Anche i pesci ci vivono,

con gioia e armonia

ma poi arrivano i predatori

e subito scappano via!.

______________________________________________________

Questo mare così immenso, questo mare che ha lottato sempre, questo mare che ha visto piangere, lui l’essenza pura dell’Italia.

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Lui che ha conosciuto i più grandi guerrieri E ha saputo decidere la loro sorte, lui piccolo, grande amico, che bagnerà sempre la nostra terra, lasciando grandiosi tesori che la storia gli ha affidato. Ecco ora all’orizzonte scalpita e libera le sue onde Che stanche di viaggiare si lasciano trasportare…. E con loro pesci magici varcheranno fantastiche soglie Che solo la natura può creare. E adesso ti guardo mio grandioso mare E mi immergo con te nel mondo sottomarino Dove mille mammiferi marini offrono uno spettacolo meraviglioso. Tu mare nostra salvezza Tu fonte di storia, più ti guardo e più mi innamoro della tua maestosa forza che ha sfidato mille pericoli. Tu che d’arrabbiato fai urlare il vento E non fermi mai di infrangere le tue maestose onde Contro i forti scogli che oppongono resistenza. E adesso tranquillo ti riposi Portando il peso degli anni Felice, tristi, aspri anni Che hai visto finire ,iniziare : anni che non si ripeteranno mai. Proprio ora che ti guardo

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mi rendo conto di quanto vali. Ora riposa e sogna Aspettando i futuri anni…

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Andiamo tutti a mare

Per pescare.

I pesci attiriamo

e poi li friggiamo....

e subito ce li mangiamo ….

Con le barche andiamo

E le grotte visitiamo

E al loro interno il mare scopriamo

E lo apprezziamo.

A voglio andare

Anche per nuotare

Con gli amici

Molto felici.

Sto ad aspettare

Il mare

Per baciare

La mia ragazza da amare

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Andiamo tutti a mare

Andiamo a pescare.

I pesci attiriamo

e subito li festeggiamo .

I pesci friggiamo

E subito li mangiamo .

Il barbecue portiamo

E i pesci arrostiamo .

Con l’esca giochiamo

E poi ci tagliamo .

Con le barche partiamo

E subito urtiamo

E poi affondiamo .

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Scogli aguzzi spuntano dal mare,

più è profondo,

e più non tocchi il fondo.

Ci sono squali,

ch hanno le pinne come ali

e tanti pesci colorati,

che vanno tutti pescati.

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È bello andare a mare Perché ci si diverte a nuotare. Le onde ti fanno rilassare Così da poter riposare. Tante persone posso incontrare E poter giocare. Si gioca a pallavolo E tutti insieme facciamo un bel volo. Si trovano ombrelloni di tanti modelli Tutti colorati e molto belli. I costumi sono di tanti colori Come quelli dei fiori. Tanti pesci puoi vedere Ma quando ti mordono ti fanno cadere. Si fanno molti castelli di sabbia Ma quando li rompono ti fanno venire rabbia. Con i miei amici tante buche costruisco Dove le persone dentro finiscono. Mi piace molto andare al mare Dove posso liberamente giocare!

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Il mare è bello,allegro e divertente

E piace a tutta la gente

Nel mare ti ci puoi tuffare

E con i tuoi amici divertirti a giocare.

Il mare è un vero e proprio mondo appartato

Agli occhi degli uomini e spesso velato

Una piccola parte di questa realtà

Colora di blu l’ immensità

Splendide forme di pesci e di stelle

Sembrano dolci come dell caramelle.

Il mare è infinito, splendido e grandioso

Cosi mentre chiudo gli occhi ci penso e mi riposo.

______________________________________________________

Il mare è azzurro come il cielo e trasparente come un cristallo.

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Quando si va al mare a nulla si deve pensare. Insieme ai nostri amici giochiamo felici. Quanto è bello il mare dove tanto mi piace andare. Nel mare si può nuotare e tutti insieme l’acqua schizzare. Incontrare amici e parenti tutti quanti allegri e sorridenti! ______________________________________________________

Il mare è molto bello e brilla come un gioiello! È una lunga distesa di acqua salata dove ci si può fare una bella nuotata. Quando al mare si va si gode di assoluta libertà. L’acqua puoi schizzare senza pensare che ti potresti bagnare, e poi nella sabbia ti puoi rotolare senza paura di poterti sporcare! Gli spuntini al mare sono belli ma bisogna evitare di fare i monelli.

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I rifiuti nella sabbia non si devono lasciare per non rischiare che la natura si possa inquinare e che malattie possa causare! Quando si osserva il tramonto sembra di fare un sogno profondo. Si dimenticano tutti i pensieri che ti preoccupavano fino a ieri! Si possono conoscere tante persone con le quali fare conversazione. Il mare è sempre bello anche quando c’è bisogno dell’ombrello! ______________________________________________________

Un mondo meraviglioso Dopo un inverno freddo e piovoso, il colore del sole rende tutto così meraviglioso. Il mare con le sue acque di un azzurro radioso Rende il mio animo gioioso. Le onde avvolgenti e schiumose Si infrangono a riva morbide e sinuose, immergendomi nelle sue acque cristalline, scopro un mondo senza fine: pesci, coralli e stelle marine. Tra gli scogli bruni e sabbia soffice e dorata

Un mare d’amare

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Ho trovato una conchiglia che sembra fatata, trattiene tutte le bellezze del mare perfino il suono del dolce ondeggiare. Il mare è davvero una meraviglia d’amare, ma non sempre la gente lo sa rispettare.

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Sta sulla spiaggia del mare

Una conchiglia lucente

Nessuno se ne accorge:

e come non esistesse.

Ma il bambino che la vede

La prende in mano e la tiene

Come se fosse un tesoro

Dice grazie al mare…

______________________________________________________

Il mare è una distesa di acqua salata

che a volte sembra stellata.

Tutti noi andiamo li per giocare

e buche di sabbia scavare.

Il mare è molto bello

e pero certe volte fa il bricconcello,

ti fa tirare fuori l’ombrello!

Il mare

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è una cosa d’amare.

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Il sole al mare

È una cosa spettacolare,

che ti fa abbronzare.

Il mare trasmette molta

Allegria come farti

Una fotografia.

L’estate e proprio bella

cerchiamo spiagge isolate

da pochi frequentate.

Prendiamo una barca e via

è una grande magia,

andarsene per la corrente

senza vedere molta gente.

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Il mare è un enorme distesa d’acqua salata

e la spiaggia non è bagnata.

IL mare è pericoloso

ma anche molto misterioso.

Quanto si va al mare

bambini pensano a giocare

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Per me non c’è nulla di più bello del mare,

è l’unica cosa che ad occhi aperti mi fa sognare,

correndo per i lidi mai mi potrò scordare,

il fascino e la bellezza del mare.

Il mare è la casa di molti esseri viventi,

che tra gli scogli si riparano contenti.

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In questo ultimo periodo però l’uomo lo sta inquinando,

e un disastro alla natura sta provocando.

Bisogna difendere il mare,

se alla sua bellezza non si vuol rinunciare.

______________________________________________________

Il mare è come un paradiso terrestre,

Il mare è, un vero e proprio mondo aperto agli occhi degli uomini,

è spesso velato.

Il mare è infinito, splendido e grandioso cosi chiudo gli occhi ci penso e mi riposo.

Il mare non bisogna inquinare perché solo mare può fare

Un mare d’amare

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Ad agosto voglio andare

nella sabbia in riva al mare.

Mi abbronzo sotto il sole

e mi butto sul gommone.

Il pedalò affitteremo

e un bel giro ci faremo.

Con la mamma e il mio papà

la vacanza si farà

Un mare d’amare

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Se la vacanza più bella vuoi fare

il mare è il luogo migliore dove andare.

Sole acqua e tanta gente

che si diverte e tiene libera la mente.

Si vedono persone con un sorriso stampato sulla faccia

e qualche altra che di nascosto,invece,si abbraccia.

C'è qualcuno che preferisce dormire

e qualche altro che invece pensa che il mare sembra non finire.

Persone di diverse età

che si divertono con semplicità.

Castelli di sabbia costruiscono

e in momento a causa del sole arrossiscono.

Se in acque pulite poi vuoi nuotare

ti consiglio Palinuro visitare.

Un posto con spiagge da non dimenticare

e buona cucina da assaporare.

Anche se molto caldo fa,

il mare mille emozioni dà.

Un mare d’amare

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Il nostro mare è un acquario,

che di colori è molto vario.

Pesciolini, squali e altri pesci nuotano felici,

ma non dimentichiamo le sardine e le alici.

Di alghe marine ce ne sono abbastanza,

che i pesciolini ballano una danza.

Le onde che arrivano minacciose sulla spiaggia,

che quando schizzano sembra arrivare la pioggia.

Quando è un po’ arrabbiato dentro ti tira,

che sembra che ti abbia preso di mira.

Il suo mantello azzurro immacolato,

nel suo mondo ti ha portato.

Quando il sole ti accarezza con il suo lieve calore,

le onde del mare ti coccolano con la loro melodia per ore e ore.

Paura del mare non devi avere ,

perché le sue onde sono delicate e leggere.

Questo è il nostro mare che in rima abbiamo raccontato,

spero che nel tuo cuore ora sia entrato.

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Il mare è molto bello

quando si agita è ti fa aprire l’ombrello.

Il mare non è tranquillo

quando l’onda sbatte sugli scogli

e ti fa stare sveglio.

Disegno Giuseppe Tambasco I

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Cap 4 Canzoni d’a

Faccio il medico per

vivere e scrivo, canto e

suono per non morire.

[Aniello De Vita]

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Come per i poeti, anche per i cantautori il mare ha sempre rappresentato una grande fonte di ispirazione. In particolare la musica partenopea, ma anche la scuola genovese e in genere tutta la musica folcloristica, ha dedicato al mare tantissime canzoni e noi, con l’aiuto dei nostri Professori, abbiamo effettuato delle ricerche sul tema scoprendo che, ancora una volta, il cilento ha qualcosa di particolare. Pochi sanno infatti che, in un paesino alle pendici del Monte Stella (Casigliano, frazione di Sessa Cilento), un tempo si costruivano le chitarre battenti e i violini per le famose “pizziche e tarante” che, recentemente, Eugenio Bennato ed altri hanno portato alla ribalta.

Archi di Casigliano (Sessa Cilento)

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Di seguito alcuni testi di canzoni famose sul mare, poi dei testi di Bennato che al mare ha dedicato il suo ultimo disco ricerca dove ha evidenziato il mare come connettore di culture e tradizioni fra le varie etnie. In alcune delle sue canzoni parla anche del mare quando era l’unico mezzo di comunicazione, quando a volte strumento di gioia, quando ad esempio la pesca andava bene, e altre di dolore quando era l’unico modo per spostarsi dalla propria madrepatria o meglio, emigrare. e infine del compianto Aniello de Vita che, potremmo definire il poeta-cantante-musicista del cilento … Buona lettura e, per chi vorrà approfondire Buon ascolto.

Paolo Conte, Onda su onda: "[...Onda su onda il mare mi porterà alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva... onda su onda, mi sto allontanando ormai... la nave è una lucciola persa nel blu... mai più mi salverò... [...] Paolo Conte, Una giornata al mare: ”Una giornata al mare solo e con mille lire sono venuto a vedere quest’acqua e la gente che c’è il sole che splende più forte il frastuono del mondo cos’è cerco ragioni e motivi di questa vita ma l’epoca mia sembra fatta di poche ore cadono sulla mia testa le risate delle signore Guardo una cameriera non parla è straniera dico due balle ad un tizio seduto su un’auto più in la un’auto che sa di vernice, di donne, di velocità e laggiù sento tuffi nel mare, nel sole o nel tempo chissà, bambini gridare, palloni danzare [...]"

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Daniele Silvestri, A me ricordi il mare: "A me ricordi il mare e non per le vacanze che abbiamo fatto insieme Ma per il tuo ondeggiare tra il gesto di chi afferra e quello di chi si trattiene [...]" Little Tony, Mare profumo di mare: "Mare profumo di mare con l'amore io voglio giocare è colpa del mare del cielo e del mare [...]" Giuni Russo, Un'estate al mare: "[...] Un'estate al mare voglia di remare fare il bagno al largo per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni un'estate al mare stile balneare con il salvagente per paura di affogare [...]" Fred Bongusto, Una rotonda sul mare: "Una rotonda sul mare Il nostro disco che suona Vedo gli amici ballare Ma tu non sei qui con me [...]" Vinello, Stessa spiaggia stesso mare: "Per quest'anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare per poterti rivedere per tornare per restare insieme a te e come l'anno scorso sul mare col pattino vedremo gli ombrelloni lontano lontano nessuno ci vedrà vedrà vedrà [...]" Vianello, Con le pinne fucile ed occhiali: "Con le pinne fucile ed occhiali quando il mare e'una tavola blu

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sotto un cielo di mille colori ci tuffiamo con la testa all'in giu',splash mentre tutta la gente e'assopita sulla sabbia bruciata dal sol ci scambiamo nell'acqua salata un dolcissimo bacio d'amor [...]" Gino Paoli, Sapore di sale: "Sapore di sale, sapore di mare che hai sulla pelle, che hai sulle labbra quando esci dall'acqua e ti vieni a sdraiare vicino a me, vicino a me [...]" Lucio Battisti, La canzone del sole: “Ma ti ricordi le onde grandi e noi gli spruzzi e le tue risa cos'è rimasto in fondo agli occhi tuoi la fiamma è spenta o è accesa? O mare nero, o mare nero, o mare ne... tu eri chiaro e trasparente come me... [...]" Claudio Baglioni, E tu: “Accoccolati ad ascoltare il mare quanto tempo siamo stati senza fiatare [...]” Claudio Baglioni, Io dal mare: "[...]dal mare venni e amare mi stremò perché infiammare il mare non si può aveva forse nervi e fruste di uragani scure anime profonde tra le vertebre di vetro e schiuma urla di leoni le onde [...]" Riccardo Cocciante, Se stiamo insieme: " [...] e quante volte ho visto dalla prua di una barca tra spruzzi e vento l'immensità del mare spandersi dentro e come una carezza calda illuminarmi il cuore [...]"

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Luca Carboni, Mare mare: “[...] Mare, mare mare, ma che voglia di arrivare lì da te, da te, sto accelerando e adesso ormai ti prendo mare, mare mare, sai che ognuno c'ha il suo mare dentro il cuore, sì... e ogni tanto gli fa sentire l'onda [...]" Raoul Casadei, Ciao ciao mare: "[...] ciao ciao ciao ciao mare! anche se c'è tanto freddo io ti vengo a salutare. ciao ciao ciao ciao mare! Il ricordo dell'estate si risveglia nel mio cuore [...]" Negramaro, Neanche il mare: “[...] ed io fra le stelle vengo a cercare quel sorriso che neanche il mare sa di avere e non mi importa quanto il cielo dovrà aspettare a lui io dirò che neanche il mare pensa di avere grandezza uguale [...]" Gianna Nannini, Notti senza cuore: “[...] Notti senza nome da far tremare il cielo dove c'è una via d'uscita che trascina via da qui in un volo bellissimo in un mare bellissimo e mi sembra bellissimo sopra un mare bellissimo [...]” Stadio, Come piogga in mare: “[...] Dopo di te la tua assenza ha reso inutile anche me Come pioggia in mare [...]" Stadio, Universi sommersi: “[...]Noi con i nostri universi sommersi, noi nella vita del mare dispersi, però [...]” Stadio, Fra il cielo e il mare: “[...]E adesso è come che penda fra il cielo e il mare questo dolore che che lo so solo io [...]” Laura Pausini, Tra te e il mare: "Non ho più paura di te

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tutta la mia vita sei tu Vivo di respiri che lasci qui che consumo mentre sei via Non posso più dividermi tra te e il mare non posso più restare ferma ad aspettare [...]" Antonello Venditti, Alta marea: "[...]Tu sei dentro di me come l'alta marea che scompare e riappare portandoti via [...]" Marco Masini, Ci vorrebbe il mare: "Ci vorrebbe il mare che accarezza i piedi mentre si cammina verso un punto che non vedi [...]" Umberto Tozzi, Gente di mare: "A noi che siamo gente di pianura Navigatori esperti di città Il mare ci fa sempre un po paura Per quella idea di troppa libertà [...]" Renato Zero, Spiagge: "[...] Un'altra vela va, Fino a che non scompare, Quanti segreti che, Appartengono al mare [...]" Enrico Ruggeri, Il mare d’inverno: “Il mare d'inverno è solo un film in bianco e nero visto alla tv e verso l'interno qualche nuvola dal cielo che si butta giù [...]" Lucio Dalla, Ma come fanno i marinai: "[...] che cosa gliene frega di trovarsi in mezzo al mare a un mare che più passa il tempo e più non sa di niente su questa rotta inconcludente da Genova a New York ma come fanno i marinai

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a fare a meno della gente e rimanere veri uomini però [...]" Fred Buscaglione, Guarda che luna: "[…] Ma guarda che luna, guarda che mare, in questa notte senza te vorrei morire perché son solo a ricordare e vorrei poterti dire guarda che luna, guarda che mare! […]" Vasco Rossi, Basta poco: "[…] e intanto il mondo rotola e il mare sempre luccica […]" Luciano Ligabue, Il centro del mondo: "[…] Portami ovunque portami al mare portami dove non serve sognare […]" Luciano Ligabue, Ancora in piedi: […] persi o no siamo ancora in piedi siamo ancora che, siamo ancora chi, siamo ancora chi, siamo ancora che ne so... è un mare pieno di zattere è un mare pieno di salvagenti è un mare con qualche isola Sopravvissuti a vecchi e nuovi dolori che aspettiamo i vaccini, nel frattempo chissà […] di Conte, Genova per noi. Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che abbiamo noi prima di andare a Genova che ben sicuri mai non siamo che quel posto dove andiamo non c'inghiotte e non torniamo più. Eppur parenti siamo un po' di quella gente che c'è lì che in fondo in fondo è come noi, selvatica, ma che paura ci fa quel mare scuro

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che si muove anche di notte e non sta fermo mai. Lucio Dalla - Com'è profondo il mare (1977) [...] Frattanto i pesci Dai quali discendiamo tutti Assistettero curiosi Al dramma collettivo Di questo mondo Che a loro indubbiamente Doveva sembrar cattivo E cominciarono a pensare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare [...] Certo Chi comanda Non è disposto a fare distinzioni poetiche Il pensiero come l'oceano Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare Così stanno bruciando il mare Così stanno uccidendo il mare Così stanno umiliando il mare Così stanno piegando il mare [...] Titanic La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento e puzza di sudore nel boccaporto e odore di mare morto. Signor Capitano, mi stia a sentire ho belle pronte le mille lire, in prima classe io voglio viaggiare su questo splendido mare. Ci sta mia figlia che ha quindici anni ed a Parigi ha comprato un cappello, se ci invitasse al suo tavolo a cena stasera come sarebbe bello.

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E con l'orchestra che ci accompagna con questi nuovi ritmi americani saluteremo la Gran Bretagna col bicchiere fra le mani e con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante a questo viaggio davvero mondiale e a questa luna gigante. Ma chi l'ha detto che in terza classe che in terza classe si viaggia male questa cuccetta sembra un letto a due piazze ci si sta meglio che in ospedale. A noi cafoni ci hanno sempre chiamati ma qui ci trattano da signori che quando piove si puo' star dentro ma col bel tempo veniamo fuori su questo mare nero come il petrolio ad ammirare questa luna metallo è quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano si vada a squagliare in mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare. E gira gira gira gira l'elica e gira gira che piove e nevica per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America. Il marconista sulla sua torre le lunghe dita celesti nell'aria riceveva messaggi d'auguri per questa crociera straordinaria e trasmetteva saluti e speranze in quasi tutte le lingue del mondo comunicava tra Vienna e Chicago in poco meno di un secondo. E la ragazza di prima classe innamorata del proprio cappello quando la sera lo vide ballare lo trovo' subito molto bello. Forse per via di quegli occhi di ghiaccio cosi difficili da evitare penso' magari con un po' di coraggio

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prima dell'arrivo mi faro' baciare. E com'e' bella la vita stasera tra l'amore che tira e un padre che predica per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America. che per sposarsi si va in America. De Andrè con Parlando del naufragio della London Valour I marinai foglie di coca digeriscono in coperta Il capitano ha un amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra Il pasticciere di via Roma sta scendendo le scale ogni dozzina di gradini trova un mano da pestare ha una frusta giocattolo sotto l'abito da té E la radio di bordo è una sfera di cristallo dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo Il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli i marinai uova di gabbiano piovono dagli scogli Il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe per fare pace con gli applausi per sentirsi più distante la sua stella si è oscurata da quando ha vinto la gara di sollevamento pesi E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita Il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia tiene fasciato dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia ha un grembiule antiproiettile tra il Giornale e il gilè E il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta si ritrovano sul molo con sorrisi da cruciverba a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi e si fiutarono compatti nei sottintesi e nelle azioni contro ogni sorta di naufragi e di altre rivoluzioni

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e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni Francesco De Gregori - Muscoli Del Capitano Guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano. Guardalo nella notte che viene, quanto sangue ha nelle vene. Il capitano non tiene mai paura, dritto sul cassero, fuma la pipa, in questa alba fresca e scura che rassomiglia un pò alla vita. E poi il capitano, se vuole, si leva l'ancora dai pantaloni e la getta nelle onde e chiama forte quando vuole qualcosa, c'è sempre uno che gli risponde. Ma capitano non te lo volevo dire, ma c'è in mezzo al mare una donna bianca, così enorme, alla luce delle stelle, che di guardarla uno non si stanca. Questa nave fa duemila nodi, in mezzo ai ghiacci tropicali, ed ha un motore di un milione di cavalli che al posto degli zoccoli hanno le ali. La nave è fulmine, torpedine, miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia, molecole d'acciaio, pistone, rabbia, guerra lampo e poesia. In questa notte elettrica e veloce, in questa croce di Novecento, il futuro è una palla di cannone accesa e noi la stiamo quasi raggiungendo. E il capitano disse al mozzo di bordo "Giovanotto, io non vedo niente. C'è solo un pò di nebbia che annuncia il sole. Andiamo avanti tranquillamente". Artisti uniti per l'Abruzzo, Domani: "[...] Tra le nuvole e il mare c'è una stazione di posta uno straccio di stella messa lì a consolare sul sentiero infinito del maestrale [...] Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare con un pò di fortuna si può dimenticare [...] Tra le nuvole e il mare si può andare e andare sulla scia delle navi di là del temporale

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e qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida: Domani![...]" Andrea Bocelli - Partirò paesi che non ho mai veduto e vissuto con te adesso si li vivrò con te partirò su navi per mari che io lo so no no non esistono più con te io li vivrò Quando sei lontana sogno all'orizzonte e mancan le parole..." Di Dalla abbiamo dimenticato la notissima Caruso. Qui dove il mare luccica, e tira forte il vento su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento un uomo abbraccia una ragazza, dopo che aveva pianto poi si schiarisce la voce, e ricomincia il canto. Vide le luci in mezzo al mare, pensò alle notti là in America ma erano solo le lampare nella bianca scia di un'elica sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte ma quando vide la luna uscire da una nuvola gli sembrò più dolce anche la morte guardò negli occhi la ragazza, quelli occhi verdi come il mare poi all'improvviso uscì una lacrima, e lui credette di affogare

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Glu glu glu … glu glu glu … glu glu glu E la barca tornò sola. E a me che me ne importa. E a me che me ne importa. E a me che me ne importa. Il glu glu glu era del batterista Gegè Di Giacomo amatissimo dal pubblico televisivo degli anni Cinquanta e Sessanta e ovviamente anche da me. Ancora oggi quando ascolto la canzone rido di gusto. Santa Lucia... Sul mare luccica l'astro d'argento. Placida è l'onda; prospero è il vento. Venite all'agile Barchetta mia! Santa Lucia, Santa Lucia Con questo zeffiro così soave, oh! com'è bello star sulla nave! Su passeggeri venite via! Santa Lucia, Santa Lucia. "Panama" di Ivano Fossati Di andare ai cocktails con la pistola non ne posso più piña colada o coca cola non ne posso più

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Di trafficanti e rifugiati ne ho già piena la vita oh maledetta traversata non sarà mai finita, ma Vedete a nove nodi appena si è un punto fisso nel mare che sa di nafta e lo nasconde con l'odore del té e dell'erba da fumare. Oh mamaçita Panama dov'è ora che stiamo in mare sull'orizzonte ottico non c'è si dovrà pur vedere signori ancora del té il nostro porto di attracco darà segno di sé. Quando a Londra il comando di questa galera mi sembrò un affare un comandante per quanto giovane dovrebbe stare in mare La compagnia non fece storie no no no e lo credo bene portare esplosivo ai fuoriusciti mica a tutti conviene. Oh mamaçita Panama dov'è ora che stiamo in mare sull'orizzonte ottico non c'è si dovrà pur vedere signori ancora del té il nostro porto di attracco darà segno di sé. Della francese che si sente sola non ne posso più sta a proravia di un camerire che invece guarda giù Con l'ambasciata portoricana è al quinto mambo stasera chissà le facce sapessero di agitarsi su una polveriera.

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Di andare ai cocktails con la pistola non ne posso più piña colada o coca cola non ne posso più Signori un ultimo té il nostro porto di attracco non dà segno di sé. IL MARE Dalla bianca e lucente scogliera ogni sera di te parlo al mar ed al mare confido ogni sera la più bella canzone d'amor. Il mare è la voce del mio cuor è la voce del tuo cuor che ci unisce ancora I miei baci a te i tuoi baci a me ce li porta il mare Sergio Bruni. Modugno L'uomo in frack, È giunta ormai l'aurora, si spengono i fanali, si sveglia a poco a poco tutta quanta la città. La luna si è incantata, sorpresa e impallidita, pian piano scolorandosi nel cielo sparirà. Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso e nella luce bianca

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galleggiando se ne van un cilindro, un fiore e un frack. Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare, verso il mare se ne va. Chi mai sarà, chi mai sarà quell'uomo in frack. Adieu, adieu, adieu, adieu, addio al mondo, ai ricordi del passato, ad un sogno mai sognato, ad un attimo d'amore che mai più ritornerà. Nello scatenatissimo rock di Capitan Uncino di Bennato alla fine si parla anche di mare. Io sono il professore della rivoluzione Della pirateria io sono la teoria Il faro illuminante Ma lo capite o no? Ve lo rispiegherò Per scuotere la gente, non bastano i discorsi Ci vogliono le bombe Io ero un benestante, non mi mancava niente Ma i soldi di papà, li spendo tutti qua A combattere sul fronte Chi si arruolerà! Un bel tatuaggio avrà! Ma da quel trampolino, io a chi non vuol firmare Lo sbatto giù nel mare Si batte la fiacca eh? Io mi sacrifico per voi E questo il vostro ringraziamento?

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Ho trovato anche diverse canzoni napoletane dove, ovviamente, il mare abbonda, e non solo per le E' doveroso riportare il frutto di un brainstroming operato da ben sei teste che, sebbene sotto gli effetti della Bruce's sbornia :s49: , hanno lavorato alacremente sfruttando i tempi morti causati da una lunga colonna d'auto :s14: ... e hanno così confermato una impareggiabile elesticità mentale nonché cultura musicale. :s20: :s20: Andrea Bocelli, Il mare calmo della sera: "[...] Se dentro l'anima tu fossi musica, se il sole fosse dentro te, se fossi veramente dentro l'anima mia, allora sì che udir potrei il mare calmo della sera, nel mio silenzio il mare calmo della sera." Ho scritto t'amo sulla sabbia: "Ho scritto t'amo sulla sabbia e il vento a poco a poco se l'è portato via con sè [...]" Sergio Cammariere, Dalla pace del mare lontano: "Dalla pace del mare lontano Fino alle verdi e trasparenti onde Dove il silenzio non ha più richiamo E tutto si confonde Dalle lagune grigie e nere Dal faticare senza riposo Dalla sete alla fame allo spavento Al più segreto tormento Avemmo padri avemmo madri Fratelli amici e conoscenti

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Ed imparammo a dare un nome nuovo Ai nostri sentimenti E così un giorno a camminare Su questa terra sotto a un sole avaro Per un amore che sembrava dolce e E si é scoperto amaro Ma è solo un'eco nel vento Nel vento che mi risponde Venga la pace dal mare lontano Venga il silenzio dalle onde E in mezzo al mare c'è un punto lontano Così lontano dalle case e dal porto Dove la voce delle cose più care E' soltanto un ricordo Ma da quel punto in poi Non si distingue più La linea d'ombra confonde Ricordi e persone nel vento Avemmo padri avemmo madri Fratelli amici e conoscenti Ed imparammo a dara un nome nuovo Ai nostri sentimenti E così un giorno a camminare Sopra la terra sotto al sole avaro Per un amore che sembrava dolce E si é scoperto amaro [...]" Banco del mutuo soccorso, Moby Dick: "Grande Moby Dick, dove saranno tutti gli amanti che hai dolce Moby Dick, nessuno ti ha baciata mai. Grande Moby Dick, regina madre segui le stelle che sai non fidarti della croce del sud, la caccia non finisce mai. E danzerai sopra una stella marina e danzerai colpendo al cuore la luna Chi impazzì dietro a te non tornò mai più. La sorte corre nella tua scia colpo di coda e vola via. E danzerai sopra una stella marina e danzerai colpendo al cuore la luna Moby Dick, bada a te se t'innamorerai.

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E vola via colpendo al cuore la luna Chi impazzì dietro a te, non tornò mai più. Non fidarti della croce del sud, la caccia non finisce mai. Dormi Moby Dick, spegni le ali e dormi sicura se vuoi tanto i cavalieri del Santo Graal, non ti raggiungeranno mai. E vola via sopra un vascello fantasma e vola via verso una terra promessa Moby Dick bada a te se t'innamorerai. E danzerai sopra una stella marina e danzerai colpendo al cuore la luna chi impazzì dietro a te non tornò mai più." Fabio Concato, Fiore di maggio: "Tu che sei nata dove c'è sempre il sole sopra uno scoglio che ci si può tuffare e quel sole ce l'hai dentro il cuore sole di primavera su quello scoglio in maggio è nato un fiore. E ti ricordi c'era il paese in festa tutti ubriachi di canzoni e di allegria e pensavo che su quella sabbia forse sei nata tu o a casa di mio fratello non ricordo più. E ci hai visto su dal cielo ci hai provato e piano sei venuta giù un passaggio da un gabbiano ti ha posata su uno scoglio ed eri tu. Ma che bel sogno era maggio e c'era caldo noi sulla spiaggia vuota ad aspettare e tu che mi dicevi guarda su quel gabbiano stammi vicino e tienimi la mano. E ci hai visto su dal cielo ci hai provato e piano sei venuta giù un passaggio da un gabbiano ti ha posata su uno scoglio ed eri tu. Tu che sei nata dove c'e' sempre il sole sopra uno scoglio che ci si può tuffare e quel sole ce l'hai dentro il cuore sole di primavera su quello scoglio in maggio è nato un fiore"

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Riccardo del Turco, Luglio: "Luglio col bene che ti voglio vedrai non finirà ia ia ia ia luglio m'ha fatto una promessa l'amore porterà ia ia ia ia anche tu in riva al mare tempo fa amore amore mi dicevi luglio ci porterà fortuna poi non ti ho vista più vieni da me c'è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me luglio si veste di novembre se non arrivi tu ia ia ia ia luglio sarebbe un grosso sbaglio non rivedersi più ia ia ia ia ma perché in riva al mare non ci sei amore amore ma perché non torni è luglio da tre giorni e ancora non sei qui vieni da me c'è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me luglio stamane al mio risveglio non ci speravo più ia ia ia ia luglio credevo in un abbaglio e invece ci sei tu ia ia ia ia ci sei tu in riva al mare solo tu amore amore e mi corri incontro ti scusi del ritardo ma non m'importa più luglio ha ritrovato il sole non ho più freddo al cuore perché tu sei con me [...]

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Francesco Guccini, Canzone della bambina portoghese: "E poi e poi, gente viene qui e ti dice Di sapere già ogni legge delle cose E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote E tutti, sai, ti san dire come fare, Quali leggi rispettare, quali regole osservare, Qual e' il vero vero, E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle, Fanno a chi parla più forte Per non dir che stelle e morte fan paura. Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese Non c'eran parole, rumori soltanto come voci sospese. Il mare soltanto, e il suo primo bikini amaranto, Le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle. Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare; O sogni o visioni qualcosa la prese e si mise a pensare; Sentì che era un punto al limite di un continente, Sentì che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte. E in questo sentiva qualcosa di grande Che non riusciva a capire, che non poteva intuire; Che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, e l'oceano infinito; Ma il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire. E fu solo del sole, come di mani future. Restaron soltanto il mare e un bikini amaranto. E poi e poi, se ti scopri a ricordare, Ti accorgerai che non te ne importa niente. E capirai che una sera o una stagione Son come lampi, luci accese e dopo spente. E capirai che la vera ambiguità E' la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini, E poi, e poi, che quel vizio che ci ucciderà Non sara' fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, Cioè vivere" Franco Battiato, Summer of a solitary beach:

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"Passammo l'estate su una spiaggia solitaria e ci arrivava l'eco di un cinema all'aperto e sulla sabbia un caldo tropicale dal mare. E nel pomeriggio quando il sole ci nutriva di tanto in tanto un grido copriva le distanze e l'aria delle cose diventava irreale. Mare mare mare voglio annegare portami lontano a naufragare via via via da queste sponde portami lontano sulle onde. A wonderful summer on a solitary beach against the sea "le grand hotel Sea-Gull Magique" mentre lontano un minatore bruno tornava. Mare mare mare voglio annegare portami lontano a naufragare via via via da queste sponde portami lontano sulle onde... " Pierangelo Bertoli, Il pescatore: "Getta le tue reti buona pesca ci sarà e canta le tue canzoni che burrasca calmerà pensa pensa al tuo bambino al saluto che ti mandò e tua moglie sveglia di buon mattino con Dio di te parlò con Dio di te parlò Dimmi dimmi mio Signore dimmi che tornerà l'uomo mio difendi dal mare dai pericoli che troverà

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troppo giovane son io ed il nero è un triste colore la mia pelle bianca e profumata ha bisogno di carezze ancora ha bisogno di carezze ora Pesca forza tira pescatore pesca e non ti fermare poco pesce nella rete lunghi giorni in mezzo al mare mare che non ti ha mai dato tanto mare che fa bestemmiare quando la sua furia diventa grande e la sua onda è un gigante la sua onda è un gigante Dimmi dimmi mio Signore dimmi se tornerà quell'uomo che sento meno mio ed un altro mi sorride già scaccialo dalla mia mente non indurmi nel peccato un brivido sento quando mi guarda e una rosa egli mi ha dato una rosa lui mi ha dato Rosa rossa pegno di amore rosa rossa malaspina nel silenzio della notte ora la mia bocca gli è vicina no per Dio non farlo tornare dillo tu al mare è troppo forte questa catena io non la voglio spezzare io non la voglio spezzare Pesca forza tira pescatore pesca non ti fermare anche quando l'onda ti solleva forte e ti toglie dal tuo pensare e ti spazza via come foglia al vento che vien voglia di lasciarsi andare più leggero nel suo abbraccio forte ma è così cattiva poi la morte è così cattiva poi la morte Dimmi dimmi mio Signore dimmi che tornerà

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quell'uomo che sento l'uomo mio quell'uomo che non saprà che non saprà di me, di lui e delle sue promesse vane di una rosa rossa qui tra le mie dita di una storia nata già finita di una storia nata già finita Pesca forza tira pescatore pesca non ti fermare poco pesce nella rete lunghi giorni in mezzo al mare mare che non ti ha mai dato tanto mare che fa bestemmiare e si placa e tace senza resa e ti aspetta per ricominciare e ti aspetta per ricominciare" Pierangelo Bertoli, Sera di Gallipoli: "Cosi è passata la domenica sul mare sugli scogli, fino a che il sole non si è deciso ad andar giù, sulla pelle ci rimane il sale del mare. Giriamo le vie di Gallipoli Rolando, Sandro ed io in libertà, liberamente qui possiamo stare noi, soli tra le vecchie mura bianche di calce. Porto di pescatori e gente povera che invecchia sull'uscio di una sola stanza, che mai sarà di questo nostro restare insieme? Sandro, quando finirà la nostra attesa? Quando, chetato il mare, senza più una parola, le spalle curve, andremo in cerca della luna. Scalzi giocano a calcio sulla strada bambini che crescono solo per andarsene, che mai sarà di questo nostro restare insieme? Rolando, quando ce ne andremo tutti via di qua? Quando, chetato il mare, senza più una parola, le spalle curve, andremo in cerca della luna. Un volto appare ad una finestra, ed è

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un volto senza sesso e senza età; amici, amici miei, dev'essere così scorderemo il nostro stare insieme di adesso" Ivano Fossati, Questi posti davanti al mare: "Le ragazze di Firenze vanno al mare le ragazze di Firenze vanno all'amore le ragazze di Milano han passo di pianura che è bello da vedere che è bello da incontrare in questi posti davanti al mare con questi cieli sopra il mare quando il vento riscalda a suo tempo il mare. Le ragazze di Torino han smesso di lavorare alle sette hanno smesso di lavorare e anche il treno da Torino è un treno di pianura però dovrà arrivare però dovrà arrivare in questi posti davanti al mare con questi cieli sopra il mare fin da Pavia si pensa al mare fin da Alessandria si sente il mare dietro un curva improvvisamente il mare. E noi che siamo gente di Riviera dove passano i cuori d'avventura e noi non ci sappiamo perdonare di non sapere ballare sapendo troppo aspettare. E noi non ci sappiamo vestire e noi non ci sappiamo spogliare e noi non ci sappiamo raccontare quand'è il momento raccontare nei bar davanti al mare. Le ragazze di Firenze vanno al mare hanno tutte cuori da rivedere le ragazze di Milano han' quel passo di pianura

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che è bello da incontare che è bello da ricordare in questi posti davanti al mare con questi cieli sopra quando il vento raffredda a suo tempo il mare." Gianna Nannini Aiuto Onde rotte lucernari piedi scalzi siamo veri qualche volta senti male la tristezza scende le scale Remi in barca non ce n'è dieci notti senza te suona a scatti l'armonica s'interrompe quella musica Proprio quando non ci sei aiuto ma non voglio dirlo mai aiuto Non ci penso nuoterai ecologico semmai batte il cuore dentro la radio mi emozioni vai al diavolo C'è un oceano in città tetti bassi qua e là nei traguardi dell'amore siamo naufraghi senza pudore Proprio quando non ci sei aiuto ma non voglio dirlo mai aiuto Mare caldo mare blu bacio il cielo che cade giù mare amaro ma tu che vuoi stai cercando il cuore di una femmina Terre agre sotto il sole quanta gente vuole amore ma discorsi non vuoi più sentire bacio il cielo scusa non so morire

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De Gregori in coppia con Giovanna Marini nel 1972 cantava Il naufragio del Sirio. E da Genova in Sirio partivano per l'America a varcare, varcare i confin. Ed a bordo cantar si sentivano, tutti allegri del suo, del suo destin. Urtò il Sirio un orribile scoglio. Di tanta gente la misera, la misera fin. Padri e madri bracciava i suoi figli che si sparivano tra le onde, tra le onde del mar. E fra loro un vescovo c’era, dando a tutti la sua benedizion. E fra loro (lerì) un vescovo c’era (lerà), dando a tutti (lerì) la sua benedizion! Gli anni Sessanta con il primo Morandi. Notte di ferragosto Notte di ferragosto, calda la spiaggia e caldo il mare. Freddo questo mio cuor

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senza te. Notte di ferragosto, il mio pensiero torna da te. Forse tra le tue braccia c'è lui, c'è lui. E mi accorgo di amarti ogni giorno di più, anche se mi ripeto che l'amore non c'è non c'è, non c'è. Occhi di ragazza Occhi di ragazza, quanti cieli quanti mari che m'aspettano. Occhi di ragazza, se vi guardo vedo i sogni che farò. Partiremo insieme per un viaggio, per città che non conosco. Quante primavere che verranno che felici ci faranno sono già negli occhi tuoi. . 'A LUNA E 'O MARE Diceva 'a luna janca: "Oje mare, mare...nun voglio fá cchiù luce quann'è 'a sera...Mme dispiace pe' sti marenare,ma, a stu paese, nun ce vengo cchiù...Ccá se spassano a fá 'ammorequann'io sóngo chiara chiara...E nun sannoca pur'io tengo nu core,comm''o tiene pure tu...Oje mare, mare...a Napule só' tutte 'nnammurate,'e ffemmene só' troppo appassiunate...Mme ne vaco...Accussí voglio vedécomme fanno senz''e me..."IIE rispunnette 'o mare: "Oje luna, luna...chi, meglio 'e te, mme pò dá cchiù ragione?Ma tu t''e gguarde sulo, pe' furtuna,mentr'io nun saccio cchiù che suppurtá...Varchetelle a centenare...Vase, lacreme, suspire...E po' doppo,siente 'e dicere: - E' stu mareca peccato ce fa fá! -Oje luna, luna...a Napule só' tutte 'nnammurate...'e ffemmene só' troppo appassiunate...Mme ne vaco,accussí voglio vedécomme fanno senza 'e me!..."IIINu viecchio piscatore ca sentettechistu trascurzo fatto dint''a notte,"Tu

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nun capisce, oje luna, - lle dicette -si te ne vaje che male ce puó' fá!?...Ccá se magna pane e ammore,ccá se canta pe' stu mare...E si, overo,tutt'e duje tenite core,nun ce avit''a abbanduná!..."'A luna e 'o mare,sentenno stu pparlá doce e curtese,dicettero: "Chi 'o lassa stu paese?Va' nce 'o ddiceca restammo sempe ccá...pe' delizia 'e 'sta cittá!" La ben nota A Margellina di E.A. Mario. Quanno fa notte, 'nterra Margellina,se sceta 'o mare e canta chianu chiano...Se fa cchiù doce ll'aria d''a marina...Pure 'e ssirene cantano 'a luntano,quanno è scurata notte a Margellina...E cu 'sta luna, dint''e ssere 'e 'state,io vularría durmí ma nun è cosa:mme scetano da 'o suonno, sti sserate,'o mare 'e Margellina e ll'uocchie 'e Rosa!E cu 'sta luna, dint''e ssere 'e 'state,...........................................................IIStelle ch'ascite 'ncielo tutt''e ssere,ca ll'aria doce fa mená suspire...io ne cunosco doje e sóngo nere...e só' lucente...e só' duje uocchie nire...stelle ca state 'ncielo tutt''e ssere...E cu 'sta luna, dint''e ssere 'e 'state,...........................................................IIIA Margellina, addó' se danno 'e vase,ce corre 'o core e ce ha pigliato ll'uso:Se scetano 'e ffigliole dint''e ccasee, da luntano, corrono annascusoa Margellina addó' só' doce 'e vase!...E cu 'sta luna, dint''e ssere 'e 'state,........................................................... O marenariello cantata da Andrea Bocelli Ritornello Vicin' ô mare facimmo 'ammore, a core a core, pe' nce spassá. Piscatore e Pusilleco Ritornello Dorme il mare... Rema, rema. Tutto è pace intorno a me. Ma perché, ma perché mi hai lasciato, mentre io muoio, questa notte, per te! Dorme il mare... O mia bella vieni! In cielo la luna sale e va. Vita mia! Vita mia mi vuoi bene?

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Ma se è un sogno non farmi svegliare. Dorme il mare... Rema, rema. ma perché mi hai lasciato, mentre io muoio, questa notte, per te! Dorme il mare... O mia bella vieni! In cielo la luna sale e va. Vita mia! Vita mia mi vuoi bene? Ma se è un sogno non farmi svegliare. Dorme il mare... Rema, rema. Maruzzella di Renato Carosone. Ohé! Chi sente? E chi mo canta appriesso a me? ohé, pe' tramente s'affaccia 'a luna pe' vedé! Pe' tutta 'sta marina 'a Pròceda a Resína, se dice: "Guarda llá, na femmena che fa!" Maruzzella, Maruzzè'... t'hê miso dint'a ll'uocchie 'o mare e mm'hê miso 'mpiett'a me nu dispiacere... Stu core mme faje sbattere cchiù forte 'e ll'onne quanno 'o cielo è scuro... Primma me dice "sí", po', doce doce, mme faje murí... Maruzzella, Maruzzé'... Ohé! Chi mm'ajuta?

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Si tu nun viene a mm'ajutá? Ohé, mm'è venuta na voglia ardente 'e te vasá. E vieneténne oje bella... e damme 'sta vucchella ca, pe' mm'avvelená, 'e zùccaro se fa... Maruzzella, Maruzzè'... A Marechiare di Salvatore di Giacomo. Che ricordo essere il motivo conduttore del bel film di Nanni Loy Le quattro giornate di Napoli. Quanno spónta la luna a Marechiare, pure li pisce nce fanno a ll'ammore... Se revòtano ll'onne de lu mare: pe' la priézza cágnano culore... Quanno sponta la luna a Marechiare. A Marechiare ce sta na fenesta: la passiona mia ce tuzzuléa... Nu garofano addora 'int'a na testa, passa ll'acqua pe' sotto e murmuléa... A Marechiare ce sta na fenesta.... Chi dice ca li stelle só' lucente, nun sape st'uocchie ca tu tiene 'nfronte! Sti ddoje stelle li ssaccio i' sulamente: dint'a lu core ne tengo li ppónte... Chi dice ca li stelle só' lucente? Scétate, Carulí', ca ll'aria è doce... quanno maje tantu tiempo aggi'aspettato?! P'accumpagná li suone cu la voce, stasera na chitarra aggio purtato...

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Scétate, Carulí', ca ll'aria è doce!... 'Na sera 'e maggio Quanno vien'a 'appuntamento guarde 'o mare, guard' 'e ffronne. S' i' te parlo nun rispunne, staje distratta comm'a che. Io te tengo dint' 'o core, sóngo sempe 'nnammurato ma tu, invece, pienze a n'ato e te staje scurdanno 'e me. Quanno se dice si, tiènelo a mente, nun s' ha da fá murí nu core amante. Tu mme diciste si 'na sera 'e maggio e mo tiene 'o curaggio 'e mme lassá. E QUI DI SEGUITO ALCUNI TESTI DELLA CANZONE CILENTANA, A PARTIRE DALLA CAPOSTIPITE … LA CILENTANA (trascrizione di Graziano Tambasco) I mi nni vogliu iri a lu ciliendu Mi voglio i ‘a piglià ‘nna cilentana A lu ciliendu Mi voglio i ‘a piglià ‘nna cilentana Rit music. Nun minni curo ca nun teni niente Basta ca teni ‘na frisca funtana Nun teni niente

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Basta ca teni ‘na frisca funtana Rit music. Si ti lu vuò ‘ccattà lu vogliu vinni Lu campanieddu ca mi fici mamma Lu vogliu vinni Lu campanieddu ca mi fici mamma Rit music. Bella figliola cu sti ‘ddoi palummi Ij su vinutu si ti li vuò vinni Sti ‘ddoi palummi Ij su vinutu si ti li vuò vinni Rit music. Chisti su palummieddi ri muntagna Chisti su palummieddi senza pinni Su di muntagna Chisti su palummieddi senza pinni Rit music. Nun vogliu chiddi ca ‘pe ‘llaria volà Ma voglio chiddi ‘mbiettu senza pinni ‘pe ‘llaria vola Ma voglio chiddi ‘mbiettu senza pinniii!

SO' NATO A LO CILIENTO E... me ne vanto

Versi e Musica di Aniello DE VITA (proprietà dell'autore)

So' nato inta 'na terra profumata re fiuri di ginestra E so' crisciuto come a 'no purdito cchiù niccio ca vestito. A l'acqua chiara come a 'no cristallo me so' lavato, Lo sole e l'aria bella re sta terra m'ano asciuttato.

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Ritornello:

SO' NATO A LO CILIENTO E ... e me ne vanto!

SO' NATO A LO CILIENTO E ... e so' contento!

E fino a quanno campo

Si tengo voce canto

SO' NATO A LO CILIENTO E ... e me ne vanto!

Aggio cantato 'nzieme a l'aucieddi canzuni a matutino, E saccio lo sapore re nu scuorzo spontato inta lu vino. Papà ricia ca 'mpere a 'no ceraso m'avia trovato, Ma po' aggio visti nasce li crapetti e me so' scetato.

Ritornello:

SO' NATO A LO CILIENTO E... e me ne vanto!

Maronna e quanta gente ca è partuta e nun è cchiù turnata, E come a 'no peccione re palummo pur'io so' assavolato, E grazie a Dio la terra ca scarpiso non è lontano E ancora pozzo sente lo calore re n'ata mano.

Ritornello:

SO' NATO A LO CILIENTO E... e me ne vanto!

Simo li meglio

Ai cilentani di Hazleton, Ai miei musicisti

versi e musica

di Aniello DE VITA (proprietà dell'autore)

Me so' sonnato re sbarca' a l'America Co' le chitarre, flauto e fisarmonica Tammurro, contrabbasso e 'na 'uagliona Poesia ca sona come a 'na canzona E tanta gente ca venia a sentire Cantare 'nsieme a nui pe'no' morire

Ritornello: Simo li meglio e no' ne manca nienti Simo li meglio belli e intelligenti Simo li meglio gente re bon core Simo li meglio senza fa' rumore 'Ncopp'a la terra 'nge nne simo tanti

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Tutti co' stessi patri e stessi santi Portati ra la sciorta e da lo viento Simo li meglio, simo re lo Ciliento

E gira, gira, gira, gira l'elica Giranno sotto e 'ncoppa pe' l'America Pensanno a chi pe' no' muri re fame Ienghettero re lacrime la nave Mo' grazie a Dio lo ppane no' ne manca Chi vene ra 'sta terra sempre canta

Ritornello: Simo li meglio e no' ne manca nienti Simo li meglio belli e intelligenti Simo li meglio gente re bon core Simo li meglio senza fa' rumore 'Ncopp'a la terra 'nge nne simo tanti Tutti co' stessi patri e stessi santi Portati ra la sciorta e da lo viento Simo li meglio, simo re lo Ciliento

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Chi pe’ stì mari va’ Stì pisci piglia

Chi va per questi mari

Questi pesci pesca

Modo di dire cilentano

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La varietà di specie e di ambienti del mostro mare si traduce in una varietà di piatti che in Italia o addirittura nel mondo non ha equali. Le popolazioni costiere sono state sempre legate a una tradizione marinara che ha permesso loro di sviluppare tecniche di pesca in parte del tutto autonome e in parte legate ai numerosi contatti che questi hanno avuto con la Costiera Sorrentina e Amalfitana ma anche con i Calabro/Lucani e i Siciliani in particolare abbiamo sviluppato una grande tradizione per quanto riguarda la pesca delle alici e/o del pesce azzurro in genere e la comunicazione fra i paesi rivieraschi e i

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paesi dell’entroterra la si può rivincere anche attraverso i piatti tipici a base di pesce. Lungi dal voler essere un libro di cucina vero e proprio, questo ultimo capitolo vuole solo dare un’indicazione sulla ricchezza di piatti a base di prodotti del mare che a sua volta riflette la ricchezza culturale, anche culinaria del nostro territorio … Le foto sono tutte del nostro Prof. Di Scienze che, oltre alla passione per la natura e l’ambiente, ha anche quella per la buona cucina cilentana . Anziché le ricette una per una, abbiamo preferito dare solo delle indicazioni di base anche in considerazione, appunto, della variabilità di questi a seconda del posto in cui vengono preparati: ACQUA PAZZA: I pescatori, in generale, dopo aver gettato le reti, provvedevano a vendere tutto il pesce di pregio, mentre raccoglievano per il consumo delle loro famiglie tutti i piccoli pesci di qualità non eccelsa che residuavano nel fondo delle reti. L'insieme di questi pesci viene indicato con il nome di "mazzama" ed è pesce adatto per zuppe o per fritture. Il tipo di preparazione che veniva utilizzato dai pescatori era una specie di zuppa che consentiva, con un piatto unico, di rappresentare un pasto povero completo. Si preparava una specie di brodetto con olio, aglio, prezzemolo, peperoncino e pomodorini nel quale poi si facevano cuocere i pescetti. La ricetta veniva (e viene ancora) chiamata all'acqua pazza perché, con questo termine veniva indicata la miscela di acqua con poco di vino bianco, ed infatti era proprio questa la miscela che si utilizzava per la cottura dei pescetti, anzi in particolare in origine per questa ricetta l'acqua che si utilizzava era acqua di mare mescolata con un poco di vino bianco.

E’ forse il miglior modo per gustare il pesce in genere, perché nessun sapore prevale sull’altro e il brodetto mantiene tutto il sapore del mare e del pesce fresco.

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ZUPPA

in una casseruola, possibilmente di coccio e che possa andare anche in tavola, fare rosolare 2 spicchi d’aglio, peperoncino (volendo si può schiacciare l’aglio ed eliminarlo in seguito) con l’olio. Farvi soffriggere i calamari, o seppia o polpi dolcemente per una decina di minuti, bagnare con un bicchiere di vino e fare evaporare. Unire dei pomodori, spellati e privati dei semi, a dadini. Salare pepare e lasciare ancora 10’ sul fuoco. Disporre i vari pesci (Tracine, lucerne, pescatrici ecc.) precedentemente squamati nella pentola, mescolare delicatamente e fare cuocere per 10’.

Unire un brodetto caldo preparato facendo bollire con aromi gli scarti e/o i pescetti troppo piccoli (fumetto) caldo, tenere sul fuoco ancora per altri 10’ e aggiungere molluschi e crostacei: regolare di sale e pepe e far cuocere ancora per poco tempo, senza mescolare per non disfare il pesce. Cospargere di prezzemolo tritato. Servire la zuppa calda, con crostini di pane tostati al forno e, a piacere, strofinati d’aglio.

PIZZAIOLA A differenza delle precedenti il pesce va cotto aggiungendolo ad una base di pomodoro, olio, aglio e origano … aggiungere il pesce negli ultimi 15-20 minuti di cottura … se invece si tratta di cefalopodi, farli soffriggere in olio e aglio e poi aggiungere il pomodoro FRITTURE – GRIGLIATE – PESCE AL FORNO Per queste non crediamo serva la ricetta … ma un consiglio: utilizzare sempre Olio extravergine di olive cilentane … il nostro oro verde … e Buon Appetito.

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Di seguito alcune ricette a base di alici:

• alici all’acquapazza

• alici alla pizzaiola

• alici ammolicate

• alici arreganate

• alici marinate

• alici m’buttunate

• alici in torchiera

• alici in umido

• alici ‘nchiappate

• alici indorate e fritte

• alici frienno mangianno

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Anche per il baccalà, il Cilento, come tutta la Campania, ha sempre avuto una grande tradizione dovuta in parte alla economicità dello stesso e in parte alla semplice tecnica di conservazione. Di seguito alcuni piatti:

• baccalà e patate

• baccalà a ciauredda

• baccalà arregalato

• baccalà e cicerte

• baccalà fritto

Non meno importanti i molluschi ben numerosi lungo le nostre frastagliate coste.

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• Calamaro, seppia o polpo “mbuttunato”

• Polpo all’acqua sua

• Seppie con patate

• vongole e ceci

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• Polpo all’insalata

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• Fagioli e cozze, lupini o vongole

E poi il pesce al forno, alla brace, all’acqua pazza e/o in umido:

• Lampuga al forno con le patate

• Cefalo lustrino, orata e sarago alla griglia o al forno, con o senza patate

• Rombo al forno con le patate

• Pesce S. Pietro all’acqua pazza o in umido o al forno con patate

• Pesce bandiera alla pizzaiola o in umido

• Sarde arrosto con peperoni (anche questi arrosto)

• Sauri e Lacerti all’acqua pazza o alla pizzaiola.

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• Bistecca di tonno o di pesce spada alla griglia o al forno Potremmo continuare a lungo, perché ognuno delle decine e decine di comuni, o addirittura delle centinaia di frazioni, conserva una qualche tradizione per quel che riguarda la cucina del pesce, ma lasciamo al lettore prima e al visitatore poi la curiosità di assaggiare in loco queste specialità da leccarsi i baffi!