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Epidemiologia e prevenzione dei tumori
Prof. Silvano Monarca
Università degli Studi di PerugiaFACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA-
TUMORI MALIGNI
Cos’è un tumore maligno ?
Una proliferazione incontrollata di cellule atipiche
Conseguenza di un’alterazione a livello del codice genetico
Differenza tra le cellule normali e quelle tumorali
Aspetto istologicamente diverso
Funzione afinalistica
Comportamento: moltiplicazione indefinita, infiltrazione tessuti circostanti, ripetizione a distanza (metastasi), cachessia neoplastica.
CANCEROGENESI CHIMICA
• E' il processo mediante il quale, a partire da una cellula iniziata, ossia
mutata da un agente cancerogeno detto iniziante, si sviluppa la
neoplasia
• Le sostanze responsabili di tale evento, dette promoventi, non sono
cancerogeni se somministrati separatamente dall‟iniziante
• Lo sviluppo della neoplasia è innescato da un'intensa proliferazione
cellulare: di fatto, il promovente è una molecola che induce di
iperplasia.
• L'azione dei promoventi è, entro certi limiti, reversibile e si manifesta
solo sopra una certa dose soglia ed entro intervalli di tempo non
troppo distanziati dall‟applicazione del mutageno iniziante
stimolo
proliferativo
cellula normale
iniziazione latenza
cellula
trasformata
promozione
rapida
proliferazione
mutazione di un oncogene
cellula mutata
Le cellule in rapida proliferazione sono più vulnerabili all‟azione di mutageni. Ciò è sostanzialmente
dovuta al fatto che:
• la cellula proliferante passa più tempo in metafase, quando la cellula è più sensibile ai mutageni.
• la rapida suddivisione del materiale genetico impedisce ai sistemi di riparazione di agire ripristinando
il DNA danneggiato
INIZIAZIONE E PROMOZIONE
INIZIAZIONE E PROMOZIONE
ormoni
fattori promoventi sede d'insorgenza
estrogeni endometrio
estro-progestinici mammella
ovulazione ovaio
testosterone prostata
prolattina mammella
agenti infettivi
helicobacter pylori stomaco
schistosoma haematobium vescica
schistosoma japonicus tratto biliare
opisthorchis viverrini tratto biliare
virus epatite B, C fegato
virus di Epstein-Barr tessuto linfatico
FATTORI PROMOVENTI
agenti chimici
farmacicontraccettivi orali fegato
steroidi anabolizzanti fegato
analgesici pelvi renale
phenobarbital fegato
semi di areca cavo orale
saccarina vescica
calce cavo orale
asbestosi mesotelio, polmone
calcoli biliari cistifellea
onde sonore aperiodiche nervo acustico
traumi fisici/meccanici
fattori promoventi sede d'insorgenza
FATTORI PROMOVENTI
altre irritazioni cronicheUlcere tropicali cute
“reverse smocking” palato duro
Colite ulcerosa cronica colon
Abitudini alimentari e varie
FATTORI PROMOVENTI
fattori promoventi sede d'insorgenza
alcoolismo fegato
dieta iperlipidica/ aumento dell‟incidenza ipercalorica generale
fumo di sigaretta polmone, bronchiesofago, vescica
Cellulanormale
Cellulainiziata
Periodo di latenza
~1 giorno ~12.775 giorni(~35 anni)
Lesionepreneoplastica
Tumoremaligno
Cancroclinico
Radiazioni
Espansioneclonaleselettiva
Mutazionegenica
Mutazionegenica
Esposizione
Compostichimici
PromozioneIniziazione
Virus
PROCESSO DELLA CANCEROGENESI
•Attivazione di proto-oncogeni•Disattivazione di onco-soppressori•Inattivazione di geni anti-metastasi
Lo “Standard dogma”: le tappe mutazionali della
cancerogenesi
Secondo il punto di vista ormai classico, il tumore si attua attraverso un accumulo di mutazioni
(da 4 a 10) a carico di oncogeni e oncosoppressori: teoria detta dello “Standard dogma”*
La storia molecolare del carcinoma del colon-rettoBert Vogelstein 1990
La perdita di APC consente alla cellula di sfuggire alla regolazione del ciclo cellulare,
DCC è implicato dell’adesione e differenziamento cellulare
oncosoppressore oncogene oncosoppressore oncosoppressore
* Gibbs, W.W. Untangling the root of cancer. Scientific American, July 2003, p.p. 56-65.
Classificazione istologica
dei tumori
carcinomi - tumori derivati da epiteli di rivestimento
(ad es. epidermide, epitelio esofageo, epitelio vescicale, ecc.)
adenocarcinomi - da epiteli ghiandolari
(ad es. mammella, epit. gastrointestinale, tiroide, ecc.)
sarcomi - da tessuti connettivi e loro specializzazioni
(ad es. tess. fibroso, adiposo, muscolare, osseo, ecc.)
Fattori ambientali: l’inquinamento chimico ed industriale
Alcuni comportamenti “a rischio”
Valutazione della cancerogenicità e della genotossicitàdi xenobiotici
17
+++
++
cancerogenicità
genotossicità
+++++
A
B1
B2C
Classificazione cancerogenicità (EPA)
www.epa.gov
Classificazione cancerogenicità (IARC)www.iarc.fr
12A2B
ESTRAPOLAZIONEALLE BASSE DOSIDI ESPOSIZIONE
ESTRAPOLAZIONE DI CURVE DOSE-RISPOSTA
CANCEROGENI GENOTOSSIC
I
DATI SPERIMENTALIED EPIDEMIOLOGICI
DOSE SOGLIA
DOSE
RIS
PO
STA
NON CANCEROGENI
Mutagenesi, genotossicità e
cancro
Mutageni e Mutagenesi ambientale
• Mutageni fisici:
• Ricerche sull‟effetto mutageno dei raggi X: Muller, 1927
• Mutageni chimici:
• Gas mostarda in Drosophila: Auerbach, 1946
La mutagenesi ambientale puo‟ essere definita come la ricerca,
l‟identificazione e la caratterizzazione di agenti ambientali chimici e fisici capaci
di produrre mutazioni in vari organismi animali e vegetali e nell‟uomo.
I mutageni sono agenti capaci di aumentare la frequenza delle mutazioni
Genotossicità
“Genotossicità” è un termine operativo più ampio e comprende, oltre alle mutazioni, effetti diversi sul materiale genetico, quali:
• danni al DNA come rotture a singola o doppia elica
• addotti al DNA
• sintesi non programmata del DNA (UDS, unscheduled DNA synthesis)
• scambi tra cromatidi fratelli (SCE, sister-chromatid exchanges)
• ricombinazione mitotica (crossing-over e conversione genica).
I test di mutagenesi
• Il termine “mutagenesi” o “mutagenicità” si riferisce all’induzione di cambiamenti permanenti trasmissibili nella “quantità” o “struttura” del materiale genetico di cellule od organismi, a livello somatico o germinale. Questi cambiamenti possono avvenire:
• a livello genico (mutazioni geniche)
• a livello cromosomico (mutazioni o aberrazioni cromosomiche strutturali)
• a livello genomico (mutazioni o aberrazioni cromosomiche numeriche, quali aneuploidia e poliploidia).
Mutagenicità e genotossicità
• E‟ importante per:
• l’identificazione e la caratterizzazione della pericolosità delle sostanze (hazard identification and characterization)
• la stima dei rischi cancerogeni (cancer risk assessment) in sistemi biologici o nell‟uomo
• lo studio dei meccanismi di cancerogenesi
• la estrapolazione da alte a basse dosi
• la estrapolazione dei dati da animali all’uomo
Sistemi biologici utilizzati nei vari test di
mutagenesiSito di attacco per imutageni e per molti
cancerogeni
Interazioni con il DNA con agenti fisici o chimici
MUTAZIONI GENICHEPuntiformi (sostituzione di uno o più coppie di nucleotidi) •Inserzioni e delezioniintrageniche
MUTAZIONI CROMOSOMICHE
•Delezioni (perdita di segmenti dicromosoma) •Inversioni (corredo geneticoinvariato) •Inserzioni e duplicazioni(acquisizione di materiale genetico) •Traslocazioni (acquisizione e/o perdita di materiale genetico)
MUTAZIONI GENOMICHE
•Monosomie (perdita di cromosomiinteri) •Trisomie o polisomie (acquisizione diuno o pochi cromosomi in soprannumero) •Poliploidie (ripetizioni di un numerointero di genomi)
TEST DI AMES
• Test rapido di screening per la rilevazione di mutazioni puntiformi
• Batteri tester: ceppi di Salmonella typhimurium geneticamente
modificati (TA98 e TA100)
• L’azione dei mutageni sul DNA dei batteri determina un aumento
del numero di colonie retromutate
His -
His +
HISGC
HISAT
Retromutazione
Agente mutageno
.
• •• ••• •• •
• •• •
•
•• •
••• •••
•
Colonie batteriche
retromutate
Dosi crescenti del campioneNumero crescente di revertenti
Salmonella typhimurium Ceppo: TA98, TA100, ...(Coltura "over-night")
(a) (b) (c)
Campioni da saggiare.(A) (b) (c) Matrici ambiental.
Sostanze pure;Matrici biologiche;
Sistema di attivazionemetabolica ("S9-mix")
Agar-molle(2 ml)
Terreno minimo:-Glucosio- Sali minerali
37°C per 48 h
Dosi scalari100 µl
500 µl
TEST DEI MICRONUCLEI
• I micronuclei (MN), sono piccoli nuclei addizionali che si possono ritrovare nel
citoplasma di cellule in interfase, come risultato di danni genetici:
– disfunzioni del fuso mitotico (cromosomi interi che non vengono
incorporati nei nuclei principali delle cellule figlie);
– azione di agenti clastogeni (condensazione di frammenti cromosomici
acentrici).
Frammenti di cromosomi
Cromosoma intero
Agenti clastogeni
Agenti aneuploidizzanti
Monitoraggio ambientale: test in vitro su
cellule umane
Monitoraggio biologico: test su cellule
umane prelevate da individui esposti
(linfociti, cellule nasali e buccali)
Micronucle
i
The results from the present study providepreliminary evidence that MN frequency in PBLis a predictive biomarker of cancer risk within apopulation of healthy subjects.
The current wide-spread use of the MN assayprovides a valuable opportunity to apply thisassay in the planning and validation of cancersurveillance and prevention programs.
Il test dei micronuclei nei linfociti
è predittivo del rischio di cancro
Ames test + test dei micronuclei
sufficienti per rilevare cancerogeni
Almost all of the 962 rodent carcinogens and in vivo genotoxins were
detected by an in vitro battery comprising Ames + MN in vitro.
Test della cometa
La metodica della microgel-elettroforesi su singole cellule (testdella “cometa”) consente una valutazione quantitativa del dannoprimario al DNA, conseguente ad un eventuale insultogenotossico, in maniera rapida e sensibile.
I frammenti di DNA, il cui numero dipende dall’entità del danno,risultano in grado di penetrare nelle maglie del gel e migrareverso l’anodo, dando origine a formazioni simili a “comete” lacui lunghezza della “coda” è direttamente proporzionaleall’entità del danno.
[A]
Vetrino da microscopiopretrattato con NMA 1%
Strato di gel LMA 0,7%con incluse le cellule
Cellula inclusa nel gel di agarosio
Membrana cellulare
Citoplasma
Nucleo
Membrana nucleare
[B]
[C]
[D]
Lisi delle membrane
cellulari e nucleari
Idrolisi alcalina delle
proteine e dell’RNA;
“denaturazione” del DNA
Migrazione elettroforetica
dei frammenti di DNA
nelle maglie del gel
_+
Lisi delle membrane [B]Denaturazione del DNA [C] Elettroforesi alcalina [D]
DANNO AL DNA: COMET
TEST
Inclusione [A]
Osservazione al microscopio a fluorescenza e schermata al computer del danno al DNA
Head Length 21.97Tail % int ensity 18.53Tail Moment 3.16
Tail Length 47.60Total Area 639.36
Total Intensity 476477.11
Head % intensity 81.47Mean Grey Level 69.98
1 cell scored Image is f rozenx50 (Olio immersione)
Measure
Edi t
Live
Frozen
Dele te
DNA danneggiato
Danno al DNA
Correlazione tra alterazioni al DNA cellulare, mutazioni,
tumori ed altre patologie croniche
Alterazioni al
DNA
In cellule
riproduttive
Mutazioni
Malformazioni congeniteMalattie genetiche
In cellule non
riproduttive
Morte cellulareTumoriInvecchiamento, malattie cardiache ecc.
Esempi di correlazioni tra mutagenesi e cancerogenesi
Cancerogeno Amestest
Aberrazioni o micronuclei inmidollo osseo di topo
Composti organici
Aflatossine + +
4-Amminobifenile + +
Analgesici a base di fenacetina
+ +
Azatiopirina + +
Benzene - +
Benzidina + +
Betel miscelato a tabacco
+ +
1,4-Butanediolo dimetansulfonato
(Myleran)
+ +
Ciclofosfamide + +
Clorambucile + +
Clornafazina + +
Test di mutagenesi a breve termine
• Test di mutazione genica
(batteri, lieviti, miceti, insetti, cellule di mammifero, ecc.)
• Test di mutazioni cromosomiche
(mammiferi, insetti, piante, cellule di mammifero, lieviti, miceti, ecc.)
• Test di danno e riparazione del DNA
(cellule di mammifero, lieviti, miceti, mammiferi)
Applicazioni dei test di mutagenesi per lo
studio dei singoli composti
• FARMACI
• PESTICIDI
• ADDITTIVI ALIMENTARI
• SINGOLI INQUINANTI
Farmaci e genotossicità
• Prove sperimentali di cancerogenesi
lunghe (2-3 anni) e costose
• Farmaci molto numerosi e con vita media
di mercato di pochi anni.
• Introduzione di batterie di test di
genotossicità a breve termine su cellule
sia batteriche che animali: risultati in meno
di due settimane e costi 20-50 volte
inferiori
• Alta predittività della cancerogenicitàhttp://www.farmacigenotossici.com/capitolo-1-introduzione.html
http://www.farmacigenotossici.com/capitolo-2-cancerogenesi-chimica.html
GUIDANCE FOR INDUSTRY
S2B Genotoxicity
A Standard Battery for Genotoxicity Testing
of Pharmaceuticals
International Committee for Harmonization
http://www.fda.gov/cder/guidance/1856fnl.pdf
Metodi predittivi teorici di
genotossicità• Oltre ai metodi sperimentali, meritano
attenzione anche i metodi che danno
previsioni di genotossicità in base a
consideazioni teoriche e a confronti con
sostanze simili a quella in esame per la
struttura, funzioni chimiche, proprietà
fisiche e farmacologiche e delle quali si
hanno conoscenze sperimentali relative al
rischio genotossico. Un esempio è il
programma CASE (Computer Automated
Structure Evaluation)
Allerte strutturali per
la cancerogenesiCon nome di (Q)SAR ((Quantitative)
Structure-Activity Relationship), si
annoverano quei metodi che studiano le
relazioni, qualitative o quantitative, tra
le proprietà chimiche di una sostanza
e la sua attività biologica. Osservazioni
sperimentali, hanno portato ad
identificare numerosi gruppi funzionali e
sottostrutture (le Allerte Strutturali, SA)
che, se presenti in una molecola, le
conferiscono una reattività cancerogena
e/o mutagena. Un‟efficace
rappresentazione grafica delle SA fu
presentata da Ashby nella forma di una
molecola immaginaria (il poli-
cancerogeno) contenente gran parte
delle SA individuate.Allerte Strutturali di Ashby
http://www.iss.it/binary/publ/cont/dieci34WEB.pdf
MUTAGENICITY TESTING REQUIREMENTS
FOR BIOCIDES
Proposal EU, 2003
1. In vitro gene mutation study in bacteria
2. In vitro cytogenicity study in mammalian cells
3. In vitro gene mutation assay in mammalian cells
4. If positive in 1., 2. or 3., then an in vivo mutagenicity study will
be required (bone marrow assay for chromosomal damage or a
micronucleus test)
5. If negative in 4. but positive in vitro tests then undertake a
second in-vivo study to examine whether mutagenicity or
evidence of DNA damage can be demonstrated in tissue other
than bone marrow
6. If positive in 4. then a test to assess possible germ cell effects
may be required
PROPOSAL FOR RECOMMENDED MUTAGENICITY /
GENOTOXICITY TESTS FOR THE SAFETY TESTING OF
COSMETIC INGREDIENTS AND FOOD ADDITIVES
2003
http://europa.eu.int/comm/health/ph_risk/committees/sccp/documents/out253_en.pdf
Difficoltà nella valutazione dei
rischi per esposizione a miscele
ambientali complesse• Le conoscenze sulla cancerogenicità e la
genotossicità dei composti singoli sono ancora scarse
• In numero di composti sintetici aumenta notevolmente.
• L‟uomo è esposto nell‟ambiente a miscele molto complesse di composti chimici
• Non sono stati studiati i fenomeni di sinergismo tra composti diversi
• Le indagini chimico-analitiche ambientali sono importanti ma mostrano limitazioni e non ci danno un quadro approfondito della composizione delle miscele complesse ambientali
• Si avverte la necessità di test biotossicologici rapidi che possano fornire informazioni sulla attività biologiche delle miscele complesse in toto
Sostanze organiche e inorganiche registrate
dal CAS (Chemical Abstracts Service)
http://www.cas.org
Count: 39,563,328 organic and
inorganic substances
(Date: April 30, 2010)
•
Sostanze organiche e inorganiche registrate
dal CAS (Chemical Abstracts Service)
http://www.cas.org
Count: 63,717,828 organic and
inorganic substances
(Date: April 30 2012)
•
Sostanze organiche e inorganiche registrate
dal CAS (Chemical Abstracts Service)
http://www.cas.org
Count: 71,347,879 organic and
inorganic substances
(Date: April 16 2013)
Dati disponibili sulla tossicità di composti chimici
ad elevata produzione in Europa
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Cancerogenicità
Genotossicità "in vivo"
Tossicità cutanea acuta
Tossicità cronica
Genotossicità/mutagenicità
Tossicità orale acuta
%•Accumulo nell’organismo:????
•Effetto cocktail: X1+X2 +…..Xn = ????
•Interazioni: X1+X2 +…..Alcol, Farmaci, Fumo = ????
Le matrici ambientali contengono spessomigliaia di inquinanti organici e inorganici,dei quali solo una piccola % è stataidentificata mediante indagini chimico-analitiche: alcuni di questi sono cancerogenie genotossici.
52
IPA Metalli pesanti
PAN
NO3-
SO4=
Test di genotossicità:-rapidi- poco costosi-correlati con la
cancerogenesi-Analisi in toto e
In situ
Test di cancerogenicità in vivo:-costosi- lunghi
Studi su miscele complesse
?
THM
MONITORAGGIO DI MISCELE
AMBIENTALI COMPLESSE
ACQUA Potabile, superficiale, reflua, minerale
ARIA -Aria urbana, emissioni di veicoli,
industrie, inceneritori
- Aria indoor
SUOLO Suoli contaminati da industrie, pesticidi
CIBI Cessione di contenitori di plastica, contaminanti ambientali, pesticidi
Esempi di lavorazioni che comportano l’esposizione a
sostanze cancerogene
Sedi o tipi di tumori
Asfaltatura
Erogazione, deposito, trasporto carburanti
Fusione ferro-acciaio
Industria galvanica
Lavorazione cuoio
Lavorazione legno
Lavori in miniera e gallerie
Produzione della gomma
Produzione di alluminio
Lavorazione Agenti
cancerogeni
IPA, bitume, catrame
Benzene, benzina
IPA, cromati (VI)
Cromati (VI), nebbie e vapori ac. inorg. Forti
Polveri di cuoio
Polveri di legno
Silice, IPA, radon
AA, IPA
IPA, olii minerali
Polmoni, vie respiratorie, cute
Leucemie
Cute e polmoni
Polmoni, laringe
Cavità nasali
Cavità nasali
Polmoni e cute
Vie urinarie, leucemie, cute, polmone
Cute, polmone, tratto gastro-int
Genotossici nell‟ambiente di lavoro
Composti particolati Attività
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) C, M
Nitro-IPA C, M
Metalli pesanti (Cd, Cr, Ni, As, Pb) C, M
Amianto C
Fumi di diesel C,M
Perossiacetilnitrato (PAN) M
Composti volatili o gassosi
1,3 butadiene C, M
Benzene C, M
Formaldeide C, M
Acetaldeide M
Solventi clorurati C, M
Cloruro di vinile C, M
Biossido di azoto (NO2) M
Composti cancerogeni (C) e mutageni (M) presenti nella
fase particolata e nella fase gassosa dell’aria urbana
Relazione dose-risposta
GESTIONE DEL RISCHIO E DEFINIZIONE STANDARD DI QUALITA’
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Valutazione e gestione del rischio cancerogeno per l’uomo da esposizione a singoli composti chimici
Identificazione del pericolo(valutazione qualitativa)
Valutazione esposizione
MONITORAGGIO AMBIENTALE
MONIT. BIOLOGICO
Studiepidemiologici
test dimutagenesi abreve termine
Studisperimentalisu animali
COMUNICAZIONEDEL RISCHIO
STIMA DEL RISCHIO (valutazione quantitativa)
Epidemiologia e prevenzione
dei tumori
Mortalità per grandi gruppi di
cause in Italia. Anno 2007
Senza prevenzione il numero di persone colpite arriverà
nel 2030 a 4 milioni in Europa e a 21,4 mln nel mondo),
e ci saranno 2,3 mln di morti
Tumori, senza prevenzione i
morti raddoppieranno• La guerra ai fattori di rischio oncologici è l'unico modo per vincere la battaglia contro i tumori:
oltre il 30% dei casi di cancro (praticamente un terzo) potrebbe essere evitato adottando stili di vita più sani.
• Oggi il cancro fa registrare oltre 12 milioni di nuovi casi all'anno in tutto il pianeta ed è responsabile di un decesso su 8, più delle morti per Aids, tubercolosi e malaria messe insieme, avverte l'Oms..
• Ma bisogna fare ancora molto per migliorare la consapevolezza del problema, perché "con la giusta disposizione d'animo, e attraverso azioni appropriate alcuni tumori possono essere evitati" e altri "diagnosticati precocemente, trattati e curati".
• Non fumare, non bere alcol, seguire un'alimentazione corretta, fare esercizio fisico, prevenire le infezioni che potrebbero dare origine a un tumore. Sono queste le mosse vincenti per 'dare scacco matto' al cancro, ricorda l'Oms. Che mette l'accento soprattutto sulle insidie del fumo e della vita sedentaria.
• Le sigarette sono la prima causa evitabile di cancro, mentre 30 minuti al giorno di esercizio fisico moderato possono ridurre il rischio di tumori a seno e colon.
• In occasione del “World Cancer Day 2011” viene rilanciata la Dichiarazione Mondiale sul Cancro (che può essere sottoscritta sul sito www.uicc.org), in cui sono contenuti gli obiettivi da realizzare entro il 2020 (3/2/2010)
Cancro, OMS: in Ue quasi 2 mln di morti
l‟anno, rafforzare prevenzione
• Il cancro è responsabile del 20% delle morti che
avvengono in Europa: ogni anno sono oltre 3 milioni i
nuovi casi e 1,7 milioni i decessi provocati da questa
malattia, che rimane la principale causa di morte e
invalidità, dopo le patologie cardiovascolari.
• Attualmente è possibile prevenire un terzo di tutti i
tumori semplicemente intervenendo sugli stili di vita,
quindi non fumando, adottando una dieta salutare,
consumando poco alcol e facendo attività fisica.
• Sono più di 100, inoltre, le forme di tumore conosciute, le
più comuni delle quali colpiscono seno, colon-retto e collo
dell‟utero e in molti casi è possibile individuare grazie alla
diagnosi precoce. 04.02.2013
Prevenzione primaria dei tumori
http://www.worldcancerday.org/
Il 30-40% dei tumori possono essere prevenuti
Un terzo dei tumori può essere curato con la
diagnosi precoce ed il trattamento
PREVENIRE CONVIENE
Prevenzione primaria del cancro
Decalogo Europeo Contro il Cancro
E' in vigore dal 1995 e si basa sull'assunzione che " l'adozione di un più sano stile di vita può evitare alcuni tipi di cancro e migliorare lo stato di salute". Esso recita:
1. Non fumare. Fumatori, smettete il più presto possibile e non fumate in presenza d'altri. Se non fumi non provare a farlo
2. Se bevi alcolici, birra, vino, o liquori modera il tuo consumo
3. Aumenta il tuo consumo quotidiano di verdure e frutta fresca. Mangia spesso cereali ad alto contenuto di fibre
4. Evita l'eccesso di peso, aumenta l'attività fisica e limita il consumo di alimenti grassi
5. Evita l'esposizione eccessiva al sole ed evita le scottature, soprattutto nell'infanzia
6. Attieniti strettamente alle norme di prevenzione alle esposizioni delle sostanze conosciute come cancerogene. Rispetta le condizioni di igiene e sicurezza per le sostanze cancerogene
PREVENZIONE SECONDARIA o DIAGNOSI PRECOCE
E' un atto di natura clinico-diagnostico che ha come obiettivo la scoperta e la guarigione dei casi di malattia prima che essi si manifestino clinicamente. Consiste nella
diagnosi precoce delle malattie o di condizioni a rischio (es. precancerosi, ipercolesterolemia) seguita dall'immediato intervento terapeutico per interrompere o rallentarne il
decorso.
Gli interventi di prevenzione secondaria possono essere attuati a livello di popolazione, dapprima mediante l’attuazione degli “screening” = vaglio, separazione = individuazione dei soggetti esposti o in presenza di malattia (diagnosi precoce)
Es: Pap-test o mammografia (diagnosi precoce)
• Individuati i soggetti a rischio per sviluppare cancro, verranno trattati farmacologicamente o chirurgicamente
Diagnosi precoce o Screening
Si attua nel periodo di latenza
• E’ di fondamentale importanza quando:- è fallita o è mancata la prevenzione primaria- non esiste prevenzione primaria efficace e/o realizzabile
• REQUISITI DEL TEST:- rilevanza sociale della malattia- disponibilità cure efficaci- esistenza di un quadro pre-clinico individuabile- accettabilità da parte della popolazione- test sensibile e specifico e predittivo- rapporto favorevole costi/benefici
Diagnosi precoce o Screening
Misure di accuratezza di un test di
screening
• Sensibilità
• Specificità
• Predittività positiva
• Predittività negativa
• Proporzione di malati
con test positivo
• Proporzione di sani
con test negativo
• Proporzione dei
positivi veri malati
• Proporzioni dei
negativi veri sani.
Sangue occulto nelle feci
Colonscopia e biopsia
PREVENZIONE SECONDARIA o DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO
Cancro
Seno
Cervice uterina
Colon-retto
Pelle
Bocca
Prostata
Uomini Donne
> 40 anni, annuale:mammografia, esame clinico
+autopalpazione mensile
> 18 anni, annuale:Pap test +HPV test
50 anni, annuale:ricerca sangue occulto +
colonscopia20-40, annuale
> 40 anni, annuale:esame fisico (?)
Controllo visivo durante la visita odontoiatrica (?)
50 anni, annuale:ricerca sangue occulto +
colonscopia
20-40, annuale> 40 anni, annuale:esame fisico (?)
Controllo visivo durante la visita odontoiatrica (?)50 anni, annuale :
Prostatic Specific Antigen (PSA) ??+ Esame rettale digitale (?)
Una goccia di sangue per
scoprire il tumore Il tumore non deve essere considerato figlio di
un'alterazione genetica unica, ma di molte
alterazioni. Oggi i tumori vengono purtroppo
diagnosticati tardi, quando sono già avanzati e
sviluppano mutazioni genetiche più frequenti
delle cellule normali. Il futuro della diagnosi
precoce potrebbe essere legato semplicemente
ad un esame specifico del sangue, che
consenta di rilevare la presenza di geni associati
all'Rna, la ricerca dei Micro-Rna, tecnica ancora
sperimentale ma promettente. 24 aprile 2013
Il micro RNA svela il tumore
polmonare • Nelle donne sembrerebbero avere maggior efficacia i nuovi test
in fase di studio per identificare fin dall'inizio le cellule
cancerose.Tra gli approcci che potrebbero avere successo c'è
senza dubbio quello basato sui micro RNA o miRNA, frammenti
di materiale genetico misurabili nel sangue e caratteristici del
Questo test, infatti, potrebbero dare risultati positivi in caso di
tumore anche quando ancora esami come la TC spirale non
mostrano nulla. In pratica, quindi, questi piccoli frammenti di
materiale genetico potrebbero non solo consentire una diagnosi
precocissima, ma anche diventare una sorta di potenziale
target per trattamenti mirati, visto che hanno anche un'azione
specifica sulla crescita del tumore. 3 maggio 2013
Piano Sanitario Nazionale 2011-2013
• Nel Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, recentemente approvato, la lotta ai tumori si pone come obiettivo (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1454_allegato.pdf):
• la prevenzione;
• la riduzione della mortalità;
• la riduzione delle disuguaglianze, in termini di incidenza, sopravvivenza e mortalità, fra le classi sociali;
• il miglioramento dell'accesso e della qualità delle cure per i pazienti;
• la promozione della diagnosi precoce;
• il miglioramento della tutela assistenziale;
• il miglioramento della qualità della vita del paziente oncologico.
Epidemiologia dei tumori
Il cancro in Italia
Tra le donne sta per avvenire un sorpasso storico, con i decessi legati al tumore
polmonare che supereranno quelli per cancro al seno nel 2015
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
Mortalità per cancro
http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto/argomenti/2012/12
Prevalenza del cancro
I registri tumori: uno strumento di ricerca
importante per rilevare l‟incidenza
Incidenza del cancro
http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto/argomenti/2012/12
REGISTRI TUMORI IN ITALIA
ITALIA 15 Registri Tumori
Nord-ovest: Biella, Genova, Torino, Varese,
Brescia
Nord-est: Friuli, Veneto
Emilia Romagna: Ferrara, Modena, Parma,
Romagna
Centro: Firenze, Macerata, Umbria
Sud e Isole: Ragusa, Sassari
Dal tumore si guarisce di più
• Negli ultimi anni 1,5 milioni di italiani sono guariti dal cancro, anche grazie a nuove terapie mirate e personalizzate
• Sono oltre un milione e mezzo gli italiani che hanno sconfitto il cancro, fra cui 400 mila sopravvissuti a un tumore al seno. Un risultato ottenuto anche grazie alle terapie a bersaglio molecolare, cure innovative e personalizzate che, dal 1998 al 2008, hanno portato a un aumento del 5% della sopravvivenza nel caso dei tumori al seno, colon-retto, rene, stomaco-intestino e linfomi. Il tutto insieme a una prevenzione più stringente, programmi di screening innovativi e trattamenti 'tradizionali' sempre più affinati. Un mix che colloca l'Italia tra i Paesi europei con la più bassa mortalità per cancro. In futuro le terapie saranno sempre più personalizzate, ma in questo momento occorre potenziare la ricerca concentrandola sui marcatori biologici, in modo da trattare solo i pazienti che rispondono a quella cura.(luglio 2009)
Tumori, in 20 anni raddoppiata la
sopravvivenza
• Sono 2.250.000 gli italiani che vivono con una diagnosi di tumore (il 4% dell'intera popolazione), ma oggi questa malattia fa meno paura perché in molti casi può essere sconfitta definitivamente. Quasi 800.000 persone (l'1,5% della popolazione) sono, infatti, vive dopo oltre 10 anni dalla diagnosi di tumore e rispetto al 1992 il numero di persone viventi con tumore è quasi raddoppiato. I dati sono contenuti nel rapporto dell'Associazione italiana registri tumori. Il Rapporto fotografa al 1 gennaio 2006 la prevalenza della patologia tumorale in Italia basandosi sui dati raccolti da 24 Registri tumori Italiani attivi da almeno 5 anni. Il Rapporto rivela che la maggior parte dei malati di tumore sono donne (1.250.000) e persone anziane. Ci sono inoltre differenze geografiche rilevanti nella percentuale di persone viventi con tumore, visto che si passa da oltre il 5% in alcune aree del Nord, fino a valori tra il 2 e il 3% al Sud. Ma c'é un dato che fa ben sperare: Quasi 1.300.000 italiani (2,2% della popolazione) sono lungosopravviventi, hanno cioè avuto una diagnosi di tumore da più di 5 anni e sono i soggetti spesso liberi da malattia e da trattamenti antitumorali.Dic.2010
CANCRO DELLA MAMMELLA
IL CARCINOMA MAMMARIO E' UNA
MALATTIA DI RILEVANZA SOCIALE E‟ IL TUMORE MALIGNO PIU' FREQUENTE
NELLA DONNA.
E‟ LA PRIMA CAUSA DI MORTE NELLE DONNEDI ETA' < 50 anni.
E‟ LA SECONDA CAUSA DI MORTE DOPO LEMALATTIE CARDIOVASCOLARI NELLE DONNEDI ETA' > 50 anni
27.000 NUOVI CASI OGNI ANNO(27% dei tumori femminili)
11.000 DECESSI OGNI ANNO(18% dei decessi per tumore)
PROBABILITA' DI AMMALARSI:1\13 DONNE (6,3%)
CANCRO DELLA MAMMELLA(incidenza su 100.000)
MONDO EUROPA
20,5
29,3
51,6
65,8
74,3
79,5
83,8
0 20 40 60 80 100
Africa
Asia
Centro e Sud
America
Europa
Italia
Oceania
Nord America
41,5
42,4
43,7
51,3
52,9
53,6
69,6
69,6
71,4
72,4
74,3
74,5
75,5
76,6
80,3
81,3
85,6
0 20 40 60 80 100
Estonia
Slovacchia
POLONIA
Slovenia
Repubblica Ceca
SPAGNA
AUSTRIA
Irlanda
GERMANIA
Finlandia
ITALIA
REGNO UNITO
SVIZZERA
Svezia
FRANCIA
Danimarca
Olanda
CANCRO DELLA MAMMELLAItalia
51,0
63,7
64,3
65,4
71,1
72,3
74,3
74,7
77,0
77,0
77,3
78,4
79,2
79,2
82,7
86,1
0 20 40 60 80 100
Ragusa Provincia
Sassari
Macerata Provincia
Umbria
Romagna
Firenze
ITALIA
Veneto Regione
GENOVA Provincia
Varese Provincia
Modena Provincia
Ferrara Provincia
Torino
Nord Est
Parma Provincia
Biella Provincia
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
FASE PRE-
CLINICA FASE
CLINICA
anni 30 40 50 70
STORIA NATURALE DEL CANCRO AL SENO
60
Prevenzione
primariaDiagnosi precoce TERAPIA
7mm.Diametro 1 mm. 15 mm.
Chemioprevenzione
Fattori di rischioA) Indicatori demografici e
sociologici:
- Età
- Popolazioni occidentali ricche
- Classi sociali agiate
B) Fattori costituzionali e
riproduttivi:
-Famiglie ad alto rischio
-Geni BRCA1 e 2
- Età alla menopausa
- Obesità o sovrappeso in menopausa
- Menarca precoce
- Statura
- Nulliparità
- Primigravidanza tardiva
- Mancanza di latte o allattamento
breve
C) Fattori ambientali:
- Radiazioni ionizzanti
- Dieta ricca in età prepubere o
puberale
- Scarsa attività fisica in età giovane
- Dieta ricca di grassi saturi e proteine
animali
- Consumo di alcol
-Dieta povera di frutta e verdura
- Fumo attivo
-- Fumo passivo
Familiarità
Rischio Relativo
MADRE 1,8
SORELLA 2,5
MADRE + SORELLA 5,6
Età alla prima gravidanza
La prima gravidanza dopo i 30 anni
farebbe aumentare di circa 2 volte il
rischio di insorgenza di carcinoma
della mammella rispetto alle donne con
prima gravidanza prima dei 18 anniMcMahon e coll, Bull WHO, 1970
L‟allattamento può essere considerato come un
FATTORE PROTETTIVO
Numero di gravidanze
La protezione da gravidanza è comunemente interpretata come
conseguenza del potente stimolo differenziativo ormonale
esercitato sull‟epitelio mammario, che ridurrebbe il numero di
cellule suscettibili di trasformazione maligna.
Sembra tuttavia che la differenza di rischio tra le
donne senza figli e quelle con meno di quattro
figli sia in realtà molto modesta.
N°
figli
0 1-3 4-6 7-9 > 10
R. R. 1 0,84 0,68 0,68 0,12
I.C. (0,5-1,43) (0,39-1,17) (0,31-
1,04)
(0,05-
0,28)
Abitudini alimentari
Sin dagli inizi degli anni „40, in alcuni studi sperimentali
condotti sui ratti si dimostrò che l‟insorgenza di carcinoma
mammario negli animali da laboratorio era favorita dalla
DIETA IPERCALORICA
ed in particolare dagli
acidi grassi polinsaturi
Età < 60 Kg 60 - 69 Kg > 70 Kg
35- 49 1 0.94 1.16
50 – 59 1 1.22 1.43
60 - 69 1 1.61 1.81
Fumo passivo e cancro al seno
RIDUZIONE DEI RISCHI
• Peso normale
• Allattamento al seno
• Evitare fumo attivo e passivo
• Ridurre l‟alcol
• Prendere aspirina 2 v/sett
• Attività fisica >1.5 ore/settimana
• Tamoxifene (se ad alto rischio)
• Chirurgia profilattica
Fattori protettivi
• Le gravidanze in giovane età sembrano ridurre il rischio di sviluppare la malattia.
• Cerca di allattare al seno il più a lungo possibile. Più a lungo si allatta meglio è, non solo per il bambino ma anche per la mamma. L’allattamento, infatti, promuove la maturazione definitiva delle cellule della ghiandola mammaria. Le cellule più mature sono meno a rischio di trasformazione tumorale.
• Fai attività fisica perchè aiuta a mantenere il peso e diminuisce la produzione di estrogeni e quindi ha un effetto protettivo.
L’attività fisica previene i
tumori?
Dimostrati Possibili
Riduzione rischio cancro del colon Riduzione rischio
cancro del retto
Riduzione rischio cancro della
mammella
Riduzione rischio
cancro di: testicolo,
prostata, utero,
polmone, rene, tumori
emopoietici
Miglioramento qualità di vita nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione delle ricadute
nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione di altre patologie (m. cardiovascolari,
diabete, obesità, depressione, demenza, impotenza)
Aumento sopravvivenza
nei pazienti affetti da
cancro
Prevenzione secondaria =
Diagnosi precoce
• La diagnosi si attua con la confluenza dei
dati provenienti da:
• esame clinico (palpazione)
• mammografia
• ecografia
• esame citologico o istologico.
Donne asintomatiche (in assenza
cioè di noduli palpabili)
- dai 25 ai 40 anni: Esame clinico + Ecografia OGNI ANNO
- 35 anni: 1^ Mammografia
- 40 anni: 2^ Mammografia
- dai 40 ai 50 anni: Esame clinico + Ecografia OGNI ANNO
Rx Mammografia OGNI 2 ANNI
- oltre i 50 anni: Esame clinico + Ecografia + Rx Mammografia OGNI ANNO
http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto/argomenti/2012/12
Mammografia 3D migliora lo
screening senologico• Insieme a quelle convenzionali in due dimensioni, le mammografie 3D offrono sostanziali
miglioramenti nella rilevazione del cancro riducendo i falsi positivi
• Una limitazione della mammografia convenzionale a due dimensioni è la sovrapposizione di
tessuto mammario denso, che può mascherare la presenza di tumori o far sembrare
sospette strutture normali, riducendo così la sensibilità dell‟esame e aumentando il numero
dei falsi positivi.
• Un valido aiuto per superare questi limiti viene dalla tomosintesi mammaria digitale (Dbt,
Digital breast tomosynthesis), una tecnica che permette di ricostruire immagini
tridimensionali della mammella partendo da un certo numero di radiografie bidimensionali a
bassa dose ottenute con diverse angolazioni del tubo radiogeno. I dati raccolti finora
suggeriscono che l'integrazione tra mammografie 2D e 3D potrebbe migliorare l‟efficienza
diagnostica riducendo i falsi positivi.
• Proprio in questa direzione vanno i risultati di STORM, un grosso trial di coorte svolto su
7.292 donne asintomatiche, di età superiore ai 48 anni, sottoposte tra agosto 2011 e giugno
2012 a mammografia presso i servizi di screening di Trento e Marzana (Verona),
utilizzando mammografie combinate 2D e 3D. In totale i ricercatori hanno rilevato 59 tumori,
di cui un terzo visibili solo con tecnica 2D integrata a proiezioni 3D. «Il che equivale a un
tasso di 5,3 neoplasie rilevate con il solo screening 2D ogni 1.000 esami, contro gli 8,1
tumori rilevati dalla mammografia combinata
• The Lancet Oncology, Early Online Publication, 25 April 2013
•
Il carcinoma della cervice uterina
Nel mondo vengono diagnosticati ogni anno circa 400.000 nuovi casi di tumore della cervice uterina: è al secondo posto tra le forme tumorali più frequenti, insieme al tumore del colon-retto e dopo quello della mammella.È molto più diffuso nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati e tra le classi sociali più alte è relativamente raro, grazie all’abitudine a fare il Pap-test.La malattia si sviluppa a carico del tessuto che riveste il collo dell’utero.
40 DONNE al giorno
INCIDENZA e PERICOLOSITÀ510000 persone nel mondo
288000 morti
circa 2 DONNE all’ora
EUROPA
15000
NORD-
AMERICA
105000 ASIA
245000
SUD-
AMERICA
77000 AFRICA
68000
INCIDENZA DEL CANCRO DELLA CERVICE
MONDO EUROPA
6,5
8,2
8,4
9,9
13,3
19,3
24,4
0 10 20 30
Italia
Nord America
Oceania
Europa
Asia
Centro e Sud
America
Africa
4,0
6,5
6,6
6,8
7,1
7,7
8,3
8,3
8,7
10,8
11,2
12,7
14,7
15,1
15,8
16,1
16,9
0 5 10 15 20
Finlandia
ITALIA
Olanda
SVIZZERA
SPAGNA
Svezia
Irlanda**
REGNO UNITO
FRANCIA
GERMANIA
AUSTRIA
Danimarca
Slovenia
Estonia
POLONIA
Repubblica Ceca
Slovacchia
IL CARCINOMA della cervice
in ITALIA
• In Italia, il cervicocarcinoma presenta un‟incidenza di circa 3000 - 3500
nuovi casi l‟anno, al quinto posto come causa di tumore nella donna
• Tasso di incidenza : 11,6/100.000 donne
• Mortalità: 1000 - 1200 decessi l‟anno
– le statistiche di mortalità ufficiali non permettono di distinguere fra
tumore del collo e del corpo dell‟utero
• Tasso di mortalità: 4,2/100.000 donne
• L’ incremento del ricorso al Pap-test come esame di screening ha
permesso, negli ultimi anni, un’importante diminuzione della
mortalità da carcinoma del collo dell’utero
INCIDENZA DEL CANCRO DELLA CERVICEItalia
4,7
5,2
5,4
5,4
5,4
5,8
6,0
6,3
6,4
6,5
6,6
6,8
7,1
7,3
7,8
9,2
0 5 10 15 20
Macerata Provincia
Veneto
Sassari
Umbria
Ragusa Provincia
Varese Provincia
Parma Provincia
Biella Provincia
Firenze
ITALIA
Modena Provincia
Torino
Ferrara Provincia
Nord Est
GENOVA Provincia
Romagna
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
La comparsa del tumore si verifica attraverso una serie di trasformazioni graduali (displasie).
DISPLASIA della cervice uterina (SIL)Modificazione delle cellule che formano il tessuto che riveste il collo dell’utero. Può avere diversi livelli di gravità: quella di grado più lieve può regredire spontaneamente o rimanere invariata senza provocare danni all’organismo. Una piccola percentuale delle displasie può evolvere attraverso vari gradi fino a diventare un tumore in circa 10 - 15 anni. Oggi viene chiamata con l’abbreviazione del termine inglese SIL (lesione squamosa intraepiteliale).
Non tutte le displasie evolvono fino a trasformarsi in tumore. Quando ciò accade, sono necessari molti anni (10-15) prima che si manifesti una vera e propria malattia tumorale della cervice uterina.C’è quindi tutto il tempo per identificare precocemente mediante il Pap test queste displasie e quindi curarle efficacemente, impedendo che il tumore si sviluppi.
• CIN3 =high-grade cervical intraepithelial neoplasia
• Lancet, Sasiani 2007
Fattori di rischio
• PRESENZA DI HPV (sottotipi 16 e 18)
• FUMO
• DIETA (poca frutta o vegetali), OBESITÁ
• IMMUNODEPRESSIONE (infezione da HIV,
CHLAMYDIA..stress..)
• GRAVIDANZE MULTIPLE (forti cambiamenti degli
ormoni)
• BASSO STATO ECONOMICO (meno controlli,
PAP-TEST)
• FAMILIARITÁ rischio 3 volte superiore
PAP TEST O STRISCIO VAGINALE
• Ideato e messo a punto da un medico greco
emigrato negli USA, Papanicolau (1943), è
stato e rimane il primo esame usato su larga
scala per la diagnosi precoce dei tumori del
collo dell'utero.
• L'esame semplice ed indolore consiste nel
prelevare un pò di secrezione vaginale che
viene, poi, analizzata al microscopio da
personale specializzato.
• Il prelievo è eseguito con la donna in
posizione ginecologica: dura un attimo, ma
può salvare una vita.
• L‟ideale è eseguirlo una volta l‟anno.
Papillomavirus e ASSOCIAZIONE
CON LE PATOLOGIE
Pap test per tre donne su
quattro. Sud indietro
•Nel 2009 circa tre donne su quattro hanno riferito di aver fatto il Pap test negli ultimi tre anni, come esame per la prevenzione del cancro alla cervice uterina, sia all'interno di programmi di screening regionali (36%) che al di fuori di essi (37%). È una copertura alta, con buone percentuali sia al Nord, dove si è raggiunto l'82% delle donne a cui è raccomandato, cioè quelle tra i 25 e i 64 anni (sono circa 12 milioni in Italia) che al Centro, dove la percentuale si assesta sul 79%. Nelle regioni meridionali, invece, secondo i dati del "Passi" (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), il sistema di monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, questi risultati sono ancora lontani dall'essere raggiunti, dal momento che la percentuale di donne che si è sottoposta al Pap test negli ultimi tre anni, come raccomandato dal ministero della Salute, è ferma al 58%, vale a dire poco più di una donna su due. I risultati peggiori si sono registrati in Sardegna, Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto/argomenti/2012/12
Il test HPV nella prevenzione del
tumore del collo dell'utero
• L'FDA ha approvato l'utilizzo del Test HPV (PapillomaVirus) come test di screening combinato al Pap testper infezioni da HPV in donne dai 30 anni in su. L'HPVè la causa riconosciuta del tumore del collo dell'utero.Associare il Pap test al test del DNA per l'HPVsignifica riconoscere a pieno che l'individuazione delvirus gioca un ruolo chiave nella lotta contro il tumoredel collo dell'utero e garantisce che una donna con unPap test normale che risulti negativa anche all'HPVsia a rischio molto ridotto di sviluppare un cervico-carcinoma.
Questo test è già disponibile in tutta l'Unione Europea.
Cos’è l’HPV?
• L‟HPV o virus del papilloma umano è un‟infezione virale
comune trasmettibile sessualmente. La maggior parte delle
persone è portatrice dell‟HPV senza nemmeno saperlo. I tipi di
HPV di cui siamo a conoscenza sono circa 100; per 13 di questi
è stato dimostrato un nesso di causa-effetto con il cancro del
collo dell‟utero. Alcuni tipi di HPV causano verruche genitali
che, anche se non collegate al cancro, dovrebbero comunque
indurre il Suo medico a verificare l‟eventuale presenza di
un‟infezione da HPV nel collo dell‟utero
http://www.donneafavoredeltesthpv.org/hpvIta.html
PAP TEST E TEST HPV
Perché si fa il test per il papilloma virus (HPV)?
• Il test HPV si può fare per selezionare tra le donne con alcune alterazioni cellulari nel pap test (ASC-US) quelle da inviare a colposcopia E‟ quindi un esame di completamento.
• Il test HPV si può usare anche per controllare le donne dopo un trattamento.
Come si fa il test HPV?
• E‟ come fare un pap test. Il materiale prelevato non è però letto al microscopio, come nel pap test, ma sottoposto a un esame di laboratorio per la ricerca del virus.
Un nuovo vaccino...
• COMBINATO immunizza verso più agenti
patogeni diversi con una sola iniezione
• RICOMBINANTE sfrutta la tecnologia del
DNA ricombinante
• A SUBUNITÁ non l‟intero virione
• ANTIGENI DI SUPERFICIE PURIFICATI
GARDASILVaccino quadrivalente anti-HPV
(Aventis Pasteur MSD/ Merck)
• VLP L1 dei tipi 16, 18, 6, 11
• VLPs prodotte in S. Cerevisiae
• Adiuvante: idrossifosfato amorfo di
alluminio solfato
VACCINO o PAP-test?
• L‟introduzione del vaccino non
sostituisce i test di screening :
– ancora non si sa l‟efficacia a lungo termine
– molte donne restano comunque non
protette (non vaccinate o già infettate)
– Il vaccino protegge solo contro alcuni
sottotipi del virus, il rischio rimane
• L‟introduzione del vaccino può aiutare la
sensibilizzazione delle donne verso il problema
Vaccino HPV quadrivalente
autorizzato anche nel
maschio fino a 26 anni• Il vaccino quadrivalente anti-HPV ha ottenuto ufficialmente
l'estensione d'uso nei maschi fino a 26 anni di età da parte
della Commissione Europea che ha approvato il parere del
CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use)
dell‟EMA. Dopo gli USA, Canada e Australia anche in Europa e
in Italia il Gardasil® potrà quindi essere utilizzato nei giovani
maschi.
L'HPV è causa di patologie anche maschili, quali il cancro
anale ed i condilomi genitali: questi ultimi sono una patologia
molto frequente in entrambi i sessi (250.000 casi ogni anno in
Italia secondo le stime dell‟ISS), condizionano la salute psico-
fisica di chi ne è colpito e comportano costi terapeutici elevati.
(agosto 2011)
Cancro colon-rettale
Epidemiologia del cancro al colon-
retto in ItaliaNel periodo 1998-2002 il tumore del colon-retto, come sede aggregata,
è risultato al 4° posto negli uomini in termini di frequenza fra le neoplasie diagnosticate rappresentando l‟11,3% del totale dei tumori,
e al 3° posto nelle donne rappresentando l‟11,5% del totale.
Fra le cause di morte tumorale il colon-retto è stata la seconda in ordine
di frequenza sia fra gli uomini (10,4% di tutti i decessi tumorali)
sia fra le donne (12,4%).
Nell‟area dei Registri Tumori (AIRT) sono stati diagnosticati in media ogni anno 88,8 casi di tumore del colon-retto ogni 100.000 uomini e 70,3 ogni 100.000 donne.
Le stime per l‟Italia indicano un totale di 20.457 nuovi casi diagnosticati
fra i maschi ogni anno e 17.276 fra le femmine, mentre per
quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 10.526 decessi
per tumore del colon-retto fra i maschi e 9.529 decessi fra le femmine.
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
La mortalità in Italia nell’anno 1998
Rapporti ISTISAN 02/31 2002
RR Italia=1
Tumore dello stomaco Vs. Tumori colon/retto
SINOSCREENING
VALIDATO
In aumentoIn diminuzioneTREND
migliorepeggioreSOPRAVVIVENZA
Si prevede screening
Non si prevede screening
PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE
COLON/RETTOSTOMACO
L’attività fisica previene i
tumori?
Dimostrati Possibili
Riduzione rischio cancro del colon Riduzione rischio
cancro del retto
Riduzione rischio cancro della
mammella
Riduzione rischio
cancro di: testicolo,
prostata, utero,
polmone, rene, tumori
emopoietici
Miglioramento qualità di vita nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione delle ricadute
nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione di altre patologie (m. cardiovascolari,
diabete, obesità, depressione, demenza, impotenza)
Aumento sopravvivenza
nei pazienti affetti da
cancro
Prevenzione secondaria
– Il cancro colo-rettale, salvo alcune eccezioni, nasce dalla
cancerizzazione di un preesistente tumore benigno, il polipo
adenomatoso (esistono polipi non adenomatosi e, in questo
caso, non sono pericolosi).
– I polipi adenomatosi sono molto frequenti e si ritiene che
circa il 10% di essi degenerino in cancro.
– Si ritiene che il passaggio da polipo a cancro avvenga in
circa 8 anni (la stima è teorica ed il processo può essere,
in realtà, molto più veloce o molto più lento). In questo
periodo la prevenzione del cancro viene effettuata
efficacemente asportando i polipi, quando possibile per via
endoscopica.
Poliposi del Colon
storia naturale del cancro colo-rettale
fattori genetici e ambientali
POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA
interruzione sequenza adenoma-carcinoma
mucosa normale
piccolo adenoma
adenoma a rischio
adenomacancerizzato
carcinoma avanzato
carcinoma del colon-retto
• patologia “silente” con diagnosi
spesso tardiva
• colpisce > 30.000 persone l’anno
in Italia
• la prevenzione può ridurre del
75% l’incidenza
Prevenzione secondaria (1)Ricerca del sangue occulto fecale (SOF):
• La ricerca del sangue occulto fecale è un metodo semplice, poco costoso, ha una sensibilità elevata su sanguinamenti intestinali anche minimi, da parte di un polipo anche di piccole dimensioni.
• E‟ consigliato a partire dai 50 anni di età in tutti i soggetti senza altri fattori di rischio; se negativo viene ripetuto ogni uno o due anni. La colonscopia viene consigliata a tutti i positivi.
• Il metodo immunologico su tre campioni, non necessita di dieta acarnea e presenta una maggiore specificità per sanguinamenti di origine colica rispetto al test al guaiaco-reidratato che necessita invece di una dieta prima del test. La riduzione di mortalità è del 33% se eseguito una volta l‟anno e del 15-20% ogni due anni.
Prevenzione secondaria (2)
Colonscopia • Rappresenta l‟esame di riferimento (Gold Standard) per la
prevenzione e la diagnosi precoce del CCR, essendo in grado di diagnosticare la presenza di polipi con una accuratezza diagnostica prossima al 100%.
• La colonscopia eseguita in un paziente asintomatico esclusivamente a scopo preventivo deve avere particolari caratteristiche di qualità (raggiungimento del cieco, esecuzione in sedazione, minimo rischio di complicanze).
• Se negativa può essere ripetuta dopo 10 – 15 anni.
• In assenza di altri fattori di rischio familiare per CCR si può considerare la possibilità di eseguire una sola colonscopia, se negativa, una volta nella vita dopo i 50 anni.
Tumori del colon, nuovo test
diagnostico in vista• I tumori del colon rappresentano la seconda causa di morte per tumore. La
sopravvivenza a 5 anni per questa patologia si aggira attorno al 65% e sale al 90% se i tumori sono rilevati ad uno stadio iniziale, di qui l'importanza della diagnosi precoce. Il test del sangue occulto nelle feci (Fobt) rappresenta la procedura non invasiva più comunemente utilizzata e in grado di ridurre la mortalità del 13-33%, ma la sua accuratezza in termini di sensibilità e specificità richiede un ulteriore miglioramento. L'analisi delle alterazioni del Dna, presenti nelle cellule tumorali esfoliate nelle feci, rappresenta un'importante alternativa nell'ambito degli approcci non invasivi. Questo è quanto emerge dagli studi di un gruppo di ricercatori italiani operante presso i laboratori dell'Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) di Forlì diretto da Dino Amadori. I risultati degli studi portati avanti da diversi anni, e recentemente pubblicati su Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention hanno inequivocabilmente dimostrato che la quantificazione del Dna contenuto nelle feci può meglio identificare la presenza di tumori colorettali e determinare il rischio di un paziente di essere portatore di una lesione pre- o neoplastica. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su un'ampia serie di pazienti Fobt positivi reclutati nell'ambito del programma di screening in corso presso l'Unità oncologica di prevenzione dell'ospedale Morgagni di Forlì, per gli individui di età compresa tra 50 e 69 anni. «Si avvicina la prospettiva di utilizzare questo test molecolare, ed evitare eventualmente l'esame invasivo della colonscopia, nei pazienti con presenza di sangue nelle feci.
Cancer Epidemiol Biomarkers Prev, 2010; 19:2647-54
Marzo=mese della prevenzione
del cancro al colon-retto
Una malattia "silenziosa": colpisce 34.000 persone l'anno. La prevenzione può ridurre del 75% l'incidenza della patologia.
CANCRO COLO-RETTALE: LA PREVENZIONE PUO' SALVARE LA VITA
http://www.cancrocolon.it/ccr/
FAQ
•Descriva il processo della cancerogenesi
•Descriva i test di genotossicità e la relazione con la
cancerogenesi
•Quali fattori di rischio che possono aumentare la
probabilità di comparsa del cancro?
•Quali sono i fattori di rischio e il trend epidemiologico
per il cancro al seno?
•Come si può prevenire il cancro al seno?
•Quali sono i fattori di rischio e il trend epidemiologico
per il cancro al collo dell‟utero?
•Come si può prevenire il cancro al collo dell‟utero?
http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto/argomenti/2012/12