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VisitaPastorale allaParrocchia Santi C osmae Damiano CAPITOLO VI

Visita Pastorale al I Vicariato - parte seconda

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Visita Pastoralealla Parrocchia

Santi Cosma e Damiano

CAPITOLO VI

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Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Informazioni statistiche

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Via Agatina

Via Avola

Via Barbagallo Pittànumeri pari

Via Bastoncello

Via Bastione San Giovanni

Via Bellia

Via Brancatonumeri 1-19, 24

Via Calamaio

Via Calderai

Via Campixanonumeri 1-37

Via Cancello

Via Case Sante26

Via Coniglione

Vico Croce

Via Cutrone

Via D’urso

Via Fassari

Via Fernandez Gioacchino

Via Della Filandanumeri 1-3; 2-18

Via Fortino Vecchio1-33; 2-30

Via Gallinaccio

Via Carano

Via Garibaldi233-317; 210-31

Via Gulisano

Via Labirinto

Via Lumacari

Piazza Machiavelli

Via Maglia

Via Marzullo

Via Mauronumeri dispari

Via Monaca

Via Motta Dionicionumeri pari

Via Naurachia144-fine

Via Ospedale Vecchio

Via Palao

Via della Palma

Via Panebianco

Via Plebiscito453-597; 364-522

Via Pozzo Mulino 31,40-fine

Via Quartiere Militarenumero 2

Via Ragusa

STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Via Recupero

Via Reguleas Giovanni

Via Santa Barbaranumeri dispari

Via San Barnaba

Via San Cosimo

Via San Damiano

Via San Girolamo

Via Sardo

Via Delle Sciare

Vico Scuderi

Via Sirena

Via Spedaletto

Via Stagnino

Via Taglialegna

Via Tavano

Via Teatro Greconumeri 113 - fine

Via Teastai

Via Torre

Via Tropea

Via Velis

Via Del Vescovo

Via Vittorio Emanuele379-541; 350-512

Informazioni statistiche

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Fasepreparatoria

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

Si è riunito il Consiglio pastorale giorno 27 aprile 2010 alle ore 19.30su convocazione del parroco, Padre Giuseppe Rosa, per discutere ilseguente punto all’o.d.g.:

– Proposte inerenti la Visita pastorale dell’Arcivescovo nella parroc-chia.

Il parroco ha invitato i partecipanti a riflettere sia sulla realtà delquartiere che sulle attività che si svolgono in parrocchia e, dopo un vivacedibattito, si sono formulate le seguenti proposte:

– fare iniziare la Visita pastorale dell’Arcivescovo con la CelebrazioneEucaristica seguita da un’assemblea con i parrocchiani;

– realizzare un incontro con i membri del Consiglio pastorale;

– si propone altresì un incontro con i catechisti e i ministri straordi-nari della distribuzione dell’Eucaristia;

– viene proposto anche un incontro con i bambini del catechismo ei giovani; visita ammalati;

– infine sembra utile un incontro con le famiglie della parrocchia.

Esaurita la discussione relativa all’o.d.g., la seduta è stata sciolta alleore 20.30.

SAC. GIUSEPPE ROSA SALVINA DAIDONE

Parroco Segretaria

Fase preparatoria

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

Oggi, in data 28 luglio 2010, alle 19.30, si è riunito il Consigliopastorale parrocchiale, su convocazione del parroco, Padre Giuseppe Rosa,per ultimare lo studio dei questionari inerenti alla Visita pastoraledell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina, dopo i precedenti incontri ef-fettuati g. 24 giugno, gg.14 e 27 luglio del 20101.

La lettura delle domande e la scelta delle risposte ci facevano prende-re coscienza degli obiettivi che l’Arcivescovo si proponeva per la sua Visitapastorale.

Ci siamo resi conto che certe problematiche per noi erano del tuttonuove e che, quindi, lo studio dei questionari è stato un’occasione affin-ché la comunità parrocchiale prendesse coscienza dell’essere Chiesa. Ciòdava l’opportunità di progettare una pastorale che fosse più presenza atti-va, accoglienza e testimonianza.

Al termine della seduta abbiamo potuto constatare che i lavori eranostati occasione di crescita per un rinnovato e più maturo impegno nellavita parrocchiale.

La seduta si è conclusa alle ore 21.00.

SAC. GIUSEPPE ROSA SALVINA DAIDONE

Parroco Segretaria

Fase preparatoria

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1 Di tali incontri di Consiglio pastorale parrocchiale non sono stati redatti verbali.

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Incontrocon l ’Arcivescovo

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DEPLIANT DELLA PARROCCHIAIN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE

Incontro con l’Arcivescovo

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Arcidiocesi di Catania

ParrocchiaSanti Cosma e Damiano

Carissimi,ringraziamo Dio, datore di ogni bene, fonte digioia e di consolazione.La Visita pastorale vuole significare un momentoforte per la nostra Comunità parrocchiale, diverifica e di stimolo.Il nostro padre Vescovo, viene in mezzo a noi, peramarci, conoscerci ed indicarci percorsi di Via,Verità e Vita; itinerari utili e necessari per ilnostro essere cristiani.Per questo immenso dono, gridiamo tutti a squar-ciagola: Benedetto Colui che viene nel nomedel Signore!

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Calendario2

GIOVEDÌ 2 DICEMBRE

ore 09.30 - Visita ammalati

ore 10.30 - Spazio a disposizione per le confessioni ed il dialogocon i fedeli

ore 19.00 - Consiglio pastorale parrocchiale e Consiglio per gli affarieconomici

LUNEDÌ 6 DICEMBRE

ore 19.00 - Assemblea pastorale

SABATO 11 DICEMBRE

ore 18.00 - Celebrazione Eucaristica

Incontro con l’Arcivescovo

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2 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale.

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Ore 19.00 - Parrocchia Santi Cosma e Damiano - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE EDIL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Saluto della segretaria, signora Salvina Daidone

Quale segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale ho l’onore didarLe il benvenuto nella nostra comunità, certi che la Visita pastorale daLei fortemente voluta sia l’occasione per rafforzare l’azione di questoConsiglio.

Memori infatti che i tralci, come dice il Vangelo, traggono la loroforza e la loro linfa vitale dall’essere attaccati alla vite, questo Consiglio,dall’unione al suo Vescovo, rappresentante di Cristo sulla terra, trarrà cer-tamente alimento per rinnovarsi e rendersi sempre più docile all’azionedello Spirito Santo.

Ciò servirà a rafforzare l’efficacia del Consiglio pastorale parrocchia-le nella vita parrocchiale per rendere più genuina la testimonianza cristia-na della parrocchia che, come lampada sul moggio, possa rischiarare l’am-biente circostante ed attirare a sé i lontani.

Da circa un anno abbiamo fatto il Consiglio pastorale parrocchialeallargato per una maggiore sensibilizzazione dei parrocchiani con l’impe-gno di stabilizzarlo successivamente ad un numero ridotto di dieci-dodicipersone.

Generalmente gli incontri di questo Consiglio avvengono mensil-mente, ma la preparazione alla Visita pastorale è stata occasione per incon-trarci più frequentemente e preparare così la riuscita di questo importan-te evento.

Poiché il Consiglio pastorale parrocchiale deve programmare la vitadella parrocchia per tutto l’anno, ci siamo occupati di promuovere e orga-nizzare l’attività catechistica, i tempi forti: Avvento, Natale, Quaresima,Pasqua, Festa patronale e gli impegni caritativi con mete e obiettivi da rag-giungere.

Al termine dell’Anno pastorale il Consiglio pastorale parrocchiale e

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le varie componenti fanno le rispettive verifiche.Difficoltà sono emerse nel costituire il Consiglio per gli affari econo-

mici. La speranza è che la Visita pastorale possa significare corresponsabi-lità di tutti per avere stabilmente il Consiglio pastorale parrocchiale e ilConsiglio affari economici.

Settimanalmente i ministri straordinari della distribuzione dell’Eu-caristia fanno visita agli ammalati portando loro l’Eucaristia.

La formazione catechistica per i ragazzi ha cadenza settimanale e sisvolge ogni sabato pomeriggio anche per invogliare i ragazzi alla parteci-pazione alla Santa Messa vespertina del sabato.

Ogni due settimane poi, di mercoledì, è programmata la riunione deigenitori dei partecipanti al catechismo per una pastorale familiare tenutadal parroco.

Abbiamo in cantiere l’organizzazione di incontri biblici settimanalicomunitari aperti a tutti.

La segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale ed il parroco parte-cipano regolarmente alla riunione del Consiglio pastorale vicariale per unraccordo con le altre parrocchie del I Vicariato al quale apparteniamo.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sono seguiti molteplici interventi che hanno evidenziato le difficoltàparticolari che caratterizzano il territorio parrocchiale (povertà, anzianità,delinquenza minorile). In tal senso, viene auspicato un maggiore coinvol-gimento delle famiglie e dei giovani nella vita comunitaria che aiuti asuperare l’indifferenza della gente. Viene, infine, auspicata una program-mazione volta alla formazione degli operatori pastorali.

Si spera nella prosecuzione di questa esperienza di incontri.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea l’importanza della preghiera per la Visita pastorale; ringra-zia per questo incontro, il più bello sinora fatto visto che tutti i par-

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tecipanti sono intervenuti facendo delle belle sottolineature. Ricordala necessità del Consiglio per gli affari economici al di là del fatto diavere beni da amministrare, poiché il parroco da solo non può deci-dere su questioni amministrative per le quali è opportuna una validacorresponsabilità.

b. Vista la bella esperienza di “famiglia” fatta in parrocchia, suggerisce dimigliorarla soprattutto a partire dall’accoglienza per la Messa, pren-dendosi cura delle persone, interloquendo cordialmente con esse,organizzando momenti comuni di agape fraterna. È necessario, alriguardo, fare nuove proposte e invitare ai momenti già esistenticome la preparazione della Messa domenicale, con la guida attentadel parroco e, per quanto riguarda i canti, i ministranti e l’ascoltodella Parola.

c. Invita a promuovere una iniziativa di carità all’interno del territorio.In tal modo si potrà condividere la gioia di cui parla la Scrittura nellibro degli Atti, a proposito delle prime comunità cristiane. Invita,altresì, ad attenzionare la pastorale degli anziani e delle personeammalate. «Non devono essere lasciati soli, vanno valorizzati e coin-volti nella preghiera».

d. Invita ad attenzionare anche i ragazzi e i giovani, ciascuno con le pro-prie competenze e soprattutto con la testimonianza. Sottolinea che illievito fa il suo lavoro e che a tempo opportuno si mieterà se lavoria-mo con le belle risorse che sicuramente esistono sul territorio. IlSignore ama tutti ed opera con l’azione dello Spirito Santo nel terri-torio.

e. Esorta a leggere il terzo obiettivo del documento Il volto missionariodelle parrocchie in un mondo che cambia, ricco e molto pratico.

f. Invita a sviluppare una pastorale “propositiva”. «Pensare iniziative,facendo tutti qualche cosa, coinvolgendo altri. Bella iniziative sono icentri di ascolto, la presenza nelle famiglie, portando la Parola di Dioladdove esse vivono». In tal senso, ricorda che gli Uffici della Curiasono a servizio delle parrocchie.

g. Accenna alla grande risorsa che è il Vicariato per intensificare l’azio-

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ne comune delle parrocchie, per vincere lo scoramento, mettendoinsieme le risorse che si hanno, ciascuno offrendo i propri talenti peril bene di tutto il territorio vicariale.

Stralci dell’intervento di Don Pietro Longo, Vicario episcopale per lapastorale (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Siamo tutti corresponsabili nella comunità, poiché tutti siamo ricchidell’amore di Dio. Insieme siamo una potenza in una Chiesa che nonè più di massa con la speranza di Cristo che ha vinto il mondo.

b. Si tratta di cominciare dalle piccole cose, per esempio aprendo laChiesa con qualcuno che accolga e faccia gesti di accoglienza, picco-le ma grandi attenzioni.

c. Sognerei gli uffici della curia come laboratori per sperimentare cosenuove insieme alle parrocchie e, dunque, alle risorse del posto.Interpellateli.

d. Coinvolgere genitori e figli nella comunità, perché i piccoli crescen-do diventino animatori degli altri e i genitori abbiano fiducia nellacomunità. Così inizia la Pastorale giovanile, a partire dai piccoli,magari dai ministranti; poi ci si confronti con l’équipe diocesana gui-data da Padre Salvo Consoli.

e. Voi siete i primi collaboratori del parroco con le debolezze e le ric-chezze.

f. Nelle case aprite i centri di ascolto a partire da voi; poi coinvolgeretealtri.

g. Impegnarsi per una catechesi di tipo catecumenale e dunque espe-rienziale.

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Ore 19.00 - Parrocchia Santi Cosma e Damiano

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione del Parroco

La parrocchia è situata nel I Vicariato. La popolazione è composta dacirca tremila abitanti, ben distribuita fra bambini, adolescenti, giovani,adulti e anziani, con una presenza significativa di comunitari ed extraco-munitari. Il livello culturale è molto basso, dovuto alla dispersione scola-stica; vi è un tasso di disoccupazione alto, dove molto spesso aleggia rasse-gnazione, superstizione e voglia di sopravvivenza.

La partecipazione alla vita parrocchiale è alquanto deludente; pochi iragazzi che frequentano, assenti i giovani. Nei giorni feriali, per laCelebrazione Eucaristica vi sono poche persone anziane.

Solo ora la parrocchia si sta ponendo il problema dell’accoglienza edell’ascolto dei ragazzi, dei giovani, degli stranieri e delle famiglie; del-l’educazione al senso della domenica come Giorno del Signore e non comegiorno del riposo, mettendo al centro la Celebrazione Eucaristica festiva.

Da circa una anno vengono privilegiati incontri di formazione, oltreche con i catechisti, anche per i genitori dei ragazzi che si preparano a rice-vere i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Lo studio dei questionari, inoccasione della Visita pastorale, è stato visto da parte dei componenti delConsiglio pastorale parrocchiale, dopo un momento di naturale smarri-mento, come tempo particolare di riflessione e presa di coscienza; a talproposito come preparazione, sono stati programmati degli incontricomunitari su vari temi: Gesù buon pastore, Gesù servo per amore, Gesù mae-stro; la Lectio divina e la centralità dell’Eucaristia. Ci si è resi conto dellanostra povertà in tutti i sensi e della mancanza di strutture adeguate.

È auspicabile che vengano messe da parte gli egoismi personali peruna pastorale centrata sulla famiglia.

Da parte dei vicini ci si augura un impegno sempre maggiore alla for-mazione permanente, per costruire la “Famiglia di Dio”, punto di riferi-

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mento per il quartiere, centro propulsore, lievito e testimoni di CristoGesù.

Possano accompagnarci in questo cammino la Beata Vergine Maria, iSanti Cosma e Damiano, la Vergine Agata, il Beato Cardinale Dusmet etutti i Santi protettori.

SAC. GIUSEPPE ROSA

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

È emersa a più voci la necessità di un maggiore coinvolgimento deigiovani nella vita parrocchiale. A tal fine, viene auspicata la cura degli ope-ratori pastorali ed il coinvolgimento dell’Ufficio diocesano di pastoralegiovanile.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

1. Vorrei sottolineare l’importanza della collaborazione tra le parroc-chie, soprattutto per quanto riguarda il problema giovanile. Infatti,molti giovani frequentano altre comunità pur vivendo all’interno diquesto territorio parrocchiale. In questo caso, è necessario creare unarete di collegamenti tra gli operatori pastorali delle parrocchie inte-ressate in vista di un servizio sempre più qualificato a vantaggio deipiù giovani. Per questo è importante che cerchiamo di capire qual èla situazione reale, perché partendo da essa si può, poi, lavorare. Spesso non riesce possibile o facile ad ogni parrocchia promuoveretutte le attività pastorali per tutte le fasce di età; non è, quindi, segnodi morte, o di collasso della pastorale parrocchiale, se in essa mancaun ambito o un altro. Bisogna sforzarsi di studiare e di comprenderebene la situazione. Ad esempio, se i ragazzi non frequentano, ciò nonsignifica che non si sa accoglierli, ma ciò deriva dal fatto che sonoconvogliati dalle stesse Scuole al vicino Oratorio o presso la parroc-chia Santa Maria dell’Aiuto. Tenendo conto di questo ci chiediamo:

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le due parrocchie come collaborano? Ed anche, come le due parroc-chie valorizzano la splendida realtà dell’Oratorio S. Filippo Neri?

2. Il frutto della Visita pastorale deve portare al bel traguardo che le par-rocchie nel territorio lavorino insieme. Questo è essenziale. Riuscirea lavorare insieme può significare anche che ogni parrocchia si specia-lizzi in qualcosa. Se si comincia con questa mentalità, poi si attivanofantasia, cuore, azione pastorale, senza scoraggiarsi.

3. Inoltre, il Parroco, anche se la scuola si trova nel territorio parrocchia-le di Santa Maria dell’Aiuto, può andare a trovare pure lui i ragazzidove frequentano, studiano, prendendo contatto con la Direttrice econ gli insegnanti. Dobbiamo abituarci a ragionare in questo modo:le persone si trovano in un certo luogo, noi siamo al loro servizio.

4. Ogni parrocchia deve capire qual è il proprio ruolo specifico, alla lucedel Santo Natale che ci accingiamo a celebrare. Il Figlio di Dio èvenuto ad abitare in mezzo a noi, anzi - come dice la traduzione let-terale del testo greco - ha posto la sua tenda tra le nostre tende. Èvenuto per incontrare le persone; le incontrava dove esse si trovava-no. Noi siamo Chiesa e lo stile di Gesù deve essere il nostro stile.Celebrare bene il Natale significa per noi anche questo: studiare,comprendere di più il nostro territorio affinché la Chiesa sia semprepiù presente in esso. Padre Giuseppe, peraltro, dispone al riguardo diuna particolare competenza: valorizzatela.

5. Importante è ancora il segno di tenere aperta la Chiesa per incontra-re le persone. Bisogna cercare di superare il circolo vizioso: le perso-ne non vengono, quindi, non si apre; essendo la Chiesa spesso chiu-sa, le persone dicono che è inutile andare.

6. In questa comunità, probabilmente, il Signore chiama a fare una par-ticolare esperienza del modo con cui Egli agisce. Vi ricordate? I disce-poli erano andati a pescare e non avevano preso niente. Pietro, dove-va essere davvero stanco ma obbedì all’ordine del Signore: “nonabbiamo preso nulla ma sulla tua parola getterò le reti”. Conosciamo

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già quello che successe. Non scoraggiamoci. Questa sera abbiamo focalizzato alcune cose. Non disponiamo dibacchette magiche per risolvere le questioni, non devono però maimancare la preghiera e l’impegno. Il Signore ci dice attraverso laVisita pastorale: “Buttate nuovamente le reti”.

7. Mi pare che possiamo concludere proprio con questa rinnovata fidu-cia non sulle nostre forze, (spesso ci capita di dover dire: non abbia-mo preso nulla), ma sulla certezza che il Signore è sempre con noisulla barca. Da parte mia cercherò di trovare qualche occasione in più per esserepresente in mezzo a voi. Intanto, auguri e grazie a Padre Giuseppe, avoi e al Vicario Mons. Smedila.

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Ore 18.00 - Parrocchia Santi Cosma e Damiano

CELEBRAZIONE EUCARISTICA CONCLUSIVA

Sintesi del saluto del Parroco (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Il parroco ringrazia personalmente e a nome della comunitàl’Arcivescovo per il momento di Grazia che è stata la Visita, per le indica-zioni date. Assicura la preghiera per l’Arcivescovo, certo della Sua. Auspicache un primo frutto sia quello di costruire una comunità serena e dal-l’amore vicendevole in mezzo alle difficoltà, costruendo insieme una bellafamiglia parrocchiale, mettendo da parte gli egoismi personali, pensandoal bene della parrocchia e del quartiere per essere presenza e segno, prontiad accogliere, ad essere solidali e amici con gli altri e all’interno della stes-sa comunità animatrice.

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimo Padre Giuseppe,Fratelli e Sorelle,

1. Siamo qui per partecipare alla Santa Messa in questa III domeni-ca di Avvento.

Ci avviciniamo al Natale e quindi nel nostro cuore c’è gioia perchécelebreremo la nascita di Gesù. In questa III domenica tutto ciò viene sot-tolineato in maniera particolare: dobbiamo essere nella gioia, fare in modoche la gioia del Signore sia sempre nella nostra vita. Essere nella gioia tuttilo desideriamo, soprattutto quando ci troviamo in mezzo alle difficoltà. Laparola che abbiamo ascoltato ci spiega come è possibile essere nella gioia.

2. La prima lettura è tratta dal libro del profeta Isaia (35,1-6a.8a.10),e incomincia così: “Si rallegrino il deserto e la terra arida; esulti e fiorisca

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la steppa”. Sono espressioni che possono anche sembrare strane. Il deser-to, la terra arida significa che non ci sono fiori, non ci sono piante ma sab-bia, terra secca. È possibile che questo possa costituire motivo di gioia?

Noi crediamo che questo è possibile perché il Signore è venuto a tra-sformare il deserto, la terra arida in un giardino. Il Signore ci aveva messinel giardino, nel paradiso terrestre ma il peccato ci ha portati lontano.Gesù è venuto per riportarci nel giardino dell’amicizia con il Signore. Noisiamo deserto, terra arida: Gesù viene per trasformarci. Ecco il vero moti-vo della gioia. Questo cambiamento è possibile. Se noi ci crediamo, pos-siamo comprendere quello che segue: “Irrobustite le mani fiacche, rende-te salde le ginocchia vacillanti”. Il Signore è venuto; il cambiamento è pos-sibile, perciò non dobbiamo scoraggiarci.

3. Il profeta riceve un messaggio da comunicare al popolo: “Dite aglismarriti di cuore: coraggio, non temete, ecco il vostro Dio”. Gesù venen-do tra noi ha compiuto tanti miracoli, ha ridato la vista ai ciechi, ha fattoudire i sordi, a consolato tutti, a richiamato alla vita persone morte realiz-zando la promessa della presenza redentrice di Dio in modo definitivo epieno con la sua morte e la sua resurrezione. Non dobbiamo scoraggiarci;ce l’ha detto molto fortemente San Giacomo (5,7-10): “Siate costanti,aspettate. Guardate l’agricoltore”, che sa attendere la crescita dei germoglie che gioisce allo spuntare della spiga. Da ciò un grande insegnamento: seuno si ferma al momento della semina e non ha la pazienza di aspettare,comincia a dare spazio allo sconforto; invece se aspetta con costanza, ifrutti matureranno.

4. Questa sera il Signore, con la parola che ci rivolge, ci invita a nondisperare: ci sono le difficoltà, può sembrare che siamo nel deserto, ma ildeserto può fiorire. Lo dice il Signore; Gesù è venuto per questo.

La Visita pastorale in questa comunità ha voluto significare proprioquesto; ci sono tante belle cose di cui ringraziare il Signore; ci sono anchetante difficoltà. Non esiste un luogo dove ci siano solo difficoltà e unluogo dove tutto vada bene. Noi abitualmente ci lasciamo abbagliare dacerte cose, senza accorgerci dei problemi reali. Se l’agricoltore si spazienti-sce, non viene su niente. C’è la semina, ci sarà il raccolto.

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5.La Visita pastorale è stata la semina. Sono convinto, non perché lodico io ma perché ce lo assicura il Signore, che questa semina porterà frut-to perché abbiamo pregato insieme, abbiamo cercato di capire meglio lesituazioni; abbiamo anche preso coscienza di particolari difficoltà, ma,soprattutto, abbiamo sottolineato che dobbiamo continuare nel nostroimpegno. Il Signore agisce! Noi siamo chiamati a fare questa esperienza.

A conclusione della Visita pastorale, voglio proprio fare mie le belleespressioni che il Signore oggi ci ha fatto ascoltare. Vi dico, nel nome delSignore: Coraggio! Non temete! Abbiate fiducia! Lavorate! Non perdiamola speranza; siamo chiamati tutti ad essere gli agricoltori che devono semi-nare ed avere la pazienza perché tutto possa germogliare. Certamente noidesideriamo che subito dalla semina venga la spiga: la vedremo, il raccol-to ci sarà, non scoraggiamoci. State attenti ai piccoli segni che dimostranocambiamenti, avanzamento nel bene, sia nella nostra vita personale chenella vita della parrocchia. Non scoraggiamoci! Andiamo avanti nel nomedel Signore. Ed è questo l’augurio affettuoso che formulo per questa amatacomunità parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

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Papa Onorio III adorante ai piedi di GesùParticolare del mosaico absidale della basilica romana

di S. Paolo fuori le Muraca. 1216-1227

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Letteraconclusiva

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Carissimo Padre Giuseppe,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia SantiCosma e Damiano.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 2, 6 e 11 dicem-bre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel primo Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

Lettera conclusiva

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3. Ti ringrazio per aver preparato la Visita con ben sei incontri delConsiglio pastorale. Come tu stesso osservavi nella Relazione letta nelcorso dell’Assemblea parrocchiale del sei dicembre, “lo studio dei questio-nari è stato visto […] dopo un momento di naturale smarrimento, comeun tempo particolare di riflessione e presa di coscienza”.

A questi atteggiamenti responsabili dei membri del Consiglio, si èaffiancata una intensa preghiera da parte di tutta la Comunità. Moltoopportuni sono stati anche i momenti di riflessione da te animati sulletematiche “Gesù buon pastore, Gesù servo per amore, Gesù Maestro” e lalectio Divina.

4. Lo svolgimento della Visita ci ha dato la gioia di incontrarci nellafraternità ecclesiale e nell’immediatezza dei rapporti: di entrambe le espe-rienze ringraziamo il Signore e conserviamo il migliore ricordo.

a) I vari momenti della Visita sono stati per me esercizio di autenticacarità pastorale a partire dalla visita agli ammalati, che mi ha permes-so anche di attraversare diverse strade del territorio parrocchiale, e dalricevimento delle persone, fonte preziosa per conoscere meglio e con-dividere “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce” di codestacomunità.

b) Di essa sono emersi chiaramente i tratti principali e caratteristicidurante la riunione del Consiglio pastorale, il due dicembre, e la sud-detta Assemblea parrocchiale del sei dicembre che ho avuto la gioiadi presiedere con te.Ricordo e confermo l’elogio per l’incontro del Consiglio pastoraleperché tutti hanno preso la parola dopo la relazione della Segretaria,arricchendone il contenuto.La tua relazione di apertura all’Assemblea del sei dicembre non hanascosto le difficoltà comuni nel territorio cittadino in cui si trova laparrocchia e quelle specifiche della Comunità. Hai concluso prospet-tando traguardi di impegno e di speranza per la formazione perma-nente e “per costruire la famiglia di Dio punto di riferimento per ilquartiere, centro propulsore, lievito e testimoni di Cristo”.Al riguardo, è certamente necessario ed utile un incontro tra te e ilparroco della limitrofa parrocchia di Santa Maria dell’Aiuto: la somi-glianza delle situazioni civili ed ecclesiali potrà suggerire una proficua

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comunione e sinergia pastorale.c) La Celebrazione Eucaristica dell’undici dicembre mi ha permesso di

“ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli econsolarli” (cfr. Direttorio per la Visita pastorale p. 33) e di “richiama-re tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e adun’azione apostolica più intensa” (ib.)Il Signore mi ha permesso di valorizzare a tale scopo la Parola procla-

mata nella III Domenica di Avvento (Is 35,1-6a.8a-10; G 5,7-10; Mt 11,2-11). È bello richiamarne alcune espressioni particolarmente preziose percodesta comunità: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fioriscala steppa”; “Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco ilvostro Dio…”. Queste parole del Libro di Isaia hanno trovato piena rea-lizzazione nell’opera di Gesù che ancor oggi, con i sacramenti da Lui isti-tuiti, è presente e ci salva facendo riacquistare vista, camminare gli zoppi,udire i sordi e risuscitare i morti.

Con una tale convinzione di fede ci comporteremo come ci esortal’apostolo Giacomo: “Siate costanti, fratelli miei… Guardate l’agricoltore:egli aspetta con costanza… Non lamentatevi…”

5. Desidero, carissimo Padre Giuseppe, invitarvi a vivere con gioia,coraggio, perseveranza e fraternità l’altrettanto importante tempo delDopo Visita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-

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siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera inoccasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che

comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazionedi specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Un grazie speciale anche per i due doni della comunità parrocchiale:

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il presepe in argento e l’alberello natalizio. Come allora promisi, essi sonostati opportunamente esposti in Arcivescovado dove, a più riprese, sonostati ammirati ed apprezzati.

7. Sono sicuro, carissimo Padre Giuseppe, che, pensando alla Visitapastorale nella parrocchia Santi Cosma e Damiano, insieme e per tantimotivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impe-gno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunitàdiocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della ParrocchiaSanti Cosma e Damiano che ti vede entusiasta e generoso “pastore pro-prio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 652/U - 84

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa Crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onora-re questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogoche avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per Vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti

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preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nelTuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia

premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

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Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che iConvisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

Lettera conclusiva

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Favorire una maggiora stabilità negli incontri del Consigliopastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari econo-mici. Puntare sulla loro collaborazione per l’esame dellasituazione parrocchiale.

• Puntare sull’accoglienza in Chiesa. Preziosa potrebbe esserela collaborazione di una realtà parrocchiale, o solo di alcu-ne persone, che svolgano tale servizio. In tal senso, risultaquanto mai opportuno tenere la chiesa maggiormente aper-ta durante il giorno.

• Continuare con gli incontri biblici settimanali aperti a tutti,sforzandosi di individuare delle iniziative di carità da pro-muovere nel territorio.

• Favorire una pastorale rivolta agli anziani e agli ammalatipresenti nel territorio parrocchiale. Con l’aiuto dei Ministristraordinari della Comunione, o di altri operatori pastorali,sforzarsi per far sentire parte “viva” della comunità quantiper ragioni di età o di salute non possono più frequentare.

• Avvalersi dell’aiuto degli Uffici di Curia, specie gli Ufficipastorali. Creare, altresì, una rete di collaborazione per leparrocchia del Vicariato, specie con la vicina comunità diSanta Maria dell’Aiuto e dell’Oratorio San Filippo Neri perciò che attiene alla pastorale giovanile.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti dilectio Divina.

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Visita Pastoralealla Parrocchia

Immacolata ai Minoritelli

CAPITOLO VII

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Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE1

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 3000

1 Aggiornata all’anno 1963, come risultante dall’archivio dell’Ufficio cancelleria.

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Fasepreparatoria

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale in preparazione alla VisitaPastorale

OGGETTO: Visita pastorale del I Vicariato, verbale della riunionepreliminare svolta presso la chiesa Immacolata ai Minoritelli di Catania ilgiorno 12 luglio 2010 alle ore 19.00. Presiede il Vicario Mons. Smedilache prende la parola invitando a valorizzare lo schema per proporre il pro-gramma della Visita pastorale mettendo al centro la CelebrazioneEucaristica, le relazioni dell’assemblea generale, il questionario, infine leproposte di studio (quali strutture sono presenti nel territorio) ed eviden-zia come già nella consegna del questionario durante i Vespri si è volutofar prendere coscienza che i problemi della parrocchia non sono solo delparroco ma anche dei facenti parte del Consiglio pastorale in quanto essoraccoglie tutte le rappresentanze.

Il questionario vuole vedere:

– le prospettive e le difficoltà che ha la parrocchia.

– le rilevazioni all’interno sul progetto missionario del cosa si sta facen-do e delle mete da raggiungere.

– La verifica del cosa si è realizzato.

In ogni caso la Visita pastorale dovrà far intraprendere un camminodi conversione per raggiungere gli obiettivi prefissati con umiltà.

Unitamente si propone che alla fine della Visita pastorale ci sia unmomento conviviale.

I presenti si sono detti tutti d’accordo con le linee guida poste daMons. Smedila e hanno fatto presente che i problemi del Vicariato sem-brano essere comuni quali: sacche di povertà, famiglie non consacrate,microcriminalità.

Nello specifico della parrocchia si rileva:

– Urgenza di attenzionare le famiglie dei bambini ad alta percentuale diconvivenze senza unione sacramentale, le quali rimangono avulse dalcontesto della vita parrocchiale.

Fase preparatoria

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– Molti ragazzi che interrompono di frequentare l’oratorio molto spes-so delinquono.

– Per l’adeguamento alle nuove normative legislative sulla donazionedel sangue occorrerebbero risorse economiche.

– È sempre più difficile gestire il banco alimentare sia per le normativeigienico sanitarie, sia per gli alimenti ricevuti che sono prossimi allascadenza.

– Bisogna partire dalle basi culturali delle famiglie, svolgendo comepriorità l’educazione civica integrata con la catechesi, avvalendosianche del ricorso a consulenti esterni quali psicologi per affrontare leproblematiche più complesse.

La seduta si conclude dopo la recita dell’Ave Maria alle ore 20.10.

Fase preparatoria

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Incontrocon l ’Arcivescovo

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Calendario2

MARTEDÌ 7 DICEMBRE

ore 09.30 - Visita ad alcuni ammalati della parrocchia

ore 10.30 - Visita all’Ospedale “Santa Marta”

GIOVEDÌ 9 DICEMBRE

ore 16.30 - Spazio disposizione per le confessioni e il dialogopersonale

ore 18.00 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale e ilConsiglio per gli affari economici

ore 19.30 - Assemblea pastorale parrocchiale

DOMENICA 12 DICEMBRE

ore 18.30 - Celebrazione Eucaristica e conclusione della Visita pastorale

Incontro con l’Arcivescovo

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2 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

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Ore 10.30 - Presidio ospedaliero

VISITA ALL’OSPEDALE SANTA MARTA

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Spiega il significato della Visita pastorale e la diversità rispetto agliincontri abituali già avuti presso l’Ospedale. In questo tempo diGrazia la presenza dell’Arcivesco è più prolungata, permettendo unamaggiore conoscenza reciproca. Essa si inserisce nella vita dellacomunità diocesana in tutti i suoi aspetti.

b. Fa riferimento alla Pastorale sanitaria: negli ospedali c’è la presenzacontinua dei cappellani, segno della particolare attenzione dellaChiesa per chi è nella malattia e nella sofferenza, per chi lavora perloro e li cura. Il cappellano svolge un’attività quotidiana d’intesa conle autorità dell’ospedale e ringrazia Padre Angelo Calluso per il suoservizio.

c. Assicura la sua preghiera e cerca di essere presente quanto possibilenegli ospedali, sapendo quante e quali sono le difficoltà degli opera-tori sanitari. La Chiesa non ha ricette e soluzioni per gli aspetti tec-nici, ma mette sempre al centro la dignità della persona e soprattut-to di quelle sofferenti, cercando di fare sempre il meglio nel dialogoa servizio degli ammalati.

d. Chi in questo lavoro fa riferimento al Signore Gesù trova un grandesostegno e uno stimolo notevole a prendersi cura di chi è nel dolore.Augura agli operatori di vedere nei malati Gesù presente in loro, perun servizio ancor più amorevole e qualificato.

e. Anticipa ai presenti gli auguri di Natale e li formula anche a nome ditutti i sacerdoti.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 18.00 - Parrocchia Immacolata ai Minoritelli - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia i membri per la presenza e per il saluto che gli è stato rivol-to. Sottolinea come uno degli scopi della Visita pastorale sia promuo-vere innanzitutto il collegamento tra i diversi gruppi presenti in par-rocchia e, poi, tra le singole parrocchie del Vicariato. L’azione pasto-rale deve essere congiunta; bisogna mettere insieme le grandi risorsedi cui disponiamo. Purtroppo, si nota come spesso disponiamo displendide realtà altrettanto splendidamente isolate.

b. Circa la questione della scarsa presenza dei ragazzi in parrocchia,emersa dall’intervento di uno dei componenti del Consiglio,l’Arcivescovo invita a studiare il fenomeno, cercando di individuarnele ragioni. Una potrebbe consistere nella presenza del vicino OratorioSan Filippo Neri al quale confluiscono tanti ragazzi e giovani delquartiere.

c. Invita a promuovere un coordinamento tra le attività ludico - ricrea-tive portate avanti prevalentemente nell’Oratorio e l’attività formati-va di cui dovrebbe farsi carico innanzitutto la parrocchia. È necessa-ria questa collaborazione. Invita, infine a curare la formazione dei for-matori.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 19.30 - Parrocchia Immacolata ai Minoritelli - salone parrocchiale

ASSEMBLEA PASTORALE PARROCCHIALE

Relazione del Parroco

La parrocchia è situata nel quartiere Antico Corso, un tempo con altadensità di popolazione di ceto medio-basso composto in prevalenza daoperai, artigiani e commercianti. In seguito, con l’apertura di due presidiospedalieri è stato possibile l’impiego in attività ausiliarie e paramediche.Purtroppo le susseguenti crisi economiche e occupazionali e l’abbassamen-to del livello culturale hanno incentivato il degrado sia ambientale chemorale, tanto da determinare, negli anni, un crescente svuotamento abita-tivo.

La presenza consistente di Facoltà universitarie e l’uso di edifici perservizi di segreteria non hanno apportato benefici e rivalutazione al quar-tiere. Infatti, sono stati chiusi degli spazi dapprima da tutti fruibili; si assi-ste all’affitto di appartamenti a studenti a favore di un maggiore guadagnoa scapito delle esigenze di nuove famiglie. Ciò comporta l’assenza di popo-lazione stabilmente residente, che oggi non supera i tremila abitanti. Daparte del governo locale, da decenni vi è un ignobile disinteresse alla sal-vaguardia del patrimonio storico-culturale, una mancanza di attenzionealle esigenze dei giovani e ragazzi, un inesistente piano di miglioramentourbano. Soprattutto si è guardato al quartiere come serbatoio di voti clien-telari.

I grandi spazi un tempo patrimonio di tutti, oggi risultano abbando-nati dalle autorità preposte. Alcuni edifici di culto, come la chiesa di SantaMaria dell’Idria e la chiesa di Sant’Agata alle Verginelle, che potrebberoessere centri vivi interparrocchiali, non sono stati attenzionati e valorizza-ti nel loro recupero o restauro architettonico.

È auspicabile una maggiore sinergia tra le parrocchie e le scuole è ilquartiere al fine di veicolare il messaggio cristiano come fonte sia di com-prensione della storia che di ricerca della vera speranza e del senso dellavita. I genitori si sottraggono alla loro funzione di prima catechesi e

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demandano ai catechisti l’educazione alla fede. In questi ultimi due anni,si è ammessa agli incontri la presenza dei genitori. In tal modo gli educa-tori si adoperano a far legare i ragazzi e le loro famiglie alla parrocchia.Inoltre verificano con metodi appropriati che l’educazione data in cateche-si sia sperimentata dai ragazzi e che ci sia il loro impegno ad evitare com-portamenti contraddittori. La maggior parte dei bambini non appartieneal territorio e proviene da famiglie cattoliche ma non praticanti. Si stalavorando per accrescere la responsabilità degli adulti nella dimensionecomunitaria e renderli partecipi di un progetto parrocchiale che rispettianche le peculiarità educative offerte dallo scoutismo e dall’oratorio sale-siano. Si riscontra un interesse più vivo dei genitori al percorso scout.

Con riferimento al giorno del Signore, si è cercato di porre un’atten-ta cura liturgica, spingendo i fedeli a partecipare attivamente e con fervo-re, così da vivere nel quotidiano ciò che hanno celebrato nel mistero. Sisono svolti incontri con le famiglie, con difficoltà di coinvolgimento.Particolare attenzione viene posta al corso prematrimoniale che si svolgeda ottobre alla fine di febbraio, guidato da una coppia che sa suscitare l’in-teresse dei giovani.

Il gruppo Caritas, sorto nel 1997, è presente nella vita, nelle esigenzemateriali e spirituali degli ammalati, degli anziani, delle famiglie indigen-ti.

Si ritiene opportuno, per aiutare ad intendere il lavoro non comerealtà da subire ma come collaborazione all’opera di Dio, creare un grup-po lavoratori, facendosi guidare da un’associazione esperta in questocampo. La parrocchia ha voluto animare, guidare, suscitare la vera pre-ghiera in una iniziativa di quartiere dinanzi l’icona di Sant’Agata in viaPlebiscito, l’ultimo sabato di gennaio di ogni anno. Inoltre, per iniziativadei Salesiani, si realizzano le due feste con relative processioni, di MariaAusiliatrice a maggio e di San Giovanni Bosco a gennaio. Con le altre par-rocchie si organizza qualcosa per le necessità che si presentano, ma mancaun piano che possa venire incontro alle esigenze di tutte e di ogni singolaparrocchia.

Con l’oratorio salesiano, in questo ultimo anno, si vuole portareavanti una strettissima collaborazione, evitando i difetti di comunicazioneche hanno creato equivoci nel passato. La Comunità del Pio IX con le suesuore è presente per la distribuzione dell’Eucarestia agli ammalati. Due

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anni fa, il gruppo giovani ha iniziato a seguire in modo particolare gli ado-lescenti della comunità, istaurando un rapporto educativo basato sull’ami-cizia e sull’affetto che in modo inaspettato non è stato più accolto. Diversesono state le occasioni che hanno visto tutti i gruppi lavorare insieme per-seguendo il bene più grande, cioè la crescita della comunità parrocchialenella fede. Con questo spirito si vuole proseguire, evitando la tentazionedi chiudersi nel benessere del proprio gruppo.

Relazioni dei gruppi

Gruppo di preghiera “Regina della Pace”Il gruppo di preghiera Regina della Pace si riunisce ogni lunedì alle

19.00 ed ogni mercoledì alle 17.00 per la recita del Santo Rosario medi-tato, precisamente il Rosario biblico, accompagnato dall’AdorazioneEucaristica che si tiene il primo lunedì di ogni mese. Ogni venerdì, inol-tre, si svolge un momento di catechesi e di riflessione sulla Parola delSignore. I componenti del gruppo di preghiera prestano anche alcuni ser-vizi in parrocchia, quali il catechismo ai bambini o il servizio di ministrostraordinario della distribuzione dell’Eucarestia. Alcuni, inoltre, sonoimpegnati nella Caritas e nel gruppo Fratres.

I gruppi di preghiera Regina della Pace nascono dalla realtà diMedjugorje, dove la Vergine Santissima si è presentata con il titolo di“Regina della Pace” ed ha chiesto espressamente di formare gruppi di pre-ghiera per aiutarla a portare a compimento quanto Dio, attraverso Lei, hainiziato a Fatima, e cioè il trionfo del Suo Cuore Immacolato. I gruppi dipreghiera sono Regina della Pace perché sono Suoi, nel senso che i mem-bri dei gruppi si consacrano al Cuore Immacolato di Maria e fanno votodi appartenenza alla Madonna, cosicché per le mani di Maria, e secondol’insegnamento di San Luigi Maria Grignion de Montfort, hanno la cer-tezza di appartenere completamente a Cristo e di vivere ed agire per la suagloria. Gesù Cristo, infatti, è il cuore dei gruppi di preghiera della Reginadella Pace.

Come nel cenacolo i discepoli riuniti con Maria hanno pregato per ildono dello Spirito Santo, così la preghiera di questi piccoli cenacoli è unarichiesta al Padre per mezzo di Maria perché ridiscenda abbondante nel

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mondo lo Spirito Santo ed operi nei cuori volgendoli alla Pace che è Gesùstesso.

La preghiera dei gruppi è innanzitutto preghiera per la Chiesa: per ilPapa, i vescovi, ed i sacerdoti. I gruppi pregano anche per le autorità civi-li, per i giovani e le famiglie, per l’unità dei cristiani, per l’avvento delRegno di Dio.

I gruppi di preghiera sono diffusi in tutto il mondo; anche in Siciliasono numerosi e si radunano ogni anno a Siracusa, nella Basilica SantuarioMadonna delle Lacrime, in occasione della festa di Cristo Re. Qui da tuttala Sicilia convergono annualmente da cinquemila a diecimila fedeli ade-renti ai vari gruppi, per pregare insieme, sotto la guida del Vescovo e dialtri Pastori della Chiesa.

Qui di seguito si riporta il Proemio dello Statuto, che spiega le moti-vazioni ed i principi ispiratori dei gruppi di preghiera Regina della Pace.

Il 5 maggio 1917, durante la I Guerra mondiale, Sua SantitàBenedetto XV disponeva che fosse introdotta l’espressione “Maria, ReginaPacis - ora pro nobis” nelle litanie Lauretane: «Si levi, pertanto, versoMaria, che è Madre di misericordia ed onnipotente per grazia, da ogniangolo della terra, nei templi maestosi e nelle più piccole cappelle, dallereggie e dalle ricche magioni dei grandi come dai poveri tuguri, ove alber-ghi un’anima fedele, dai campi e dai mari insanguinati, la pia, devota invo-cazione e porti a Lei l’angoscioso grido delle madri e delle spose, il gemi-to dei bimbi innocenti, il sospiro di tutti i cuori dannati: muova la Suatenera e benignissima sollecitudine ad ottenere al mondo sconvolto la bra-mata pace e ricordi, poi, ai secoli venturi l’efficacia della Sua intercessionee la grandezza del beneficio da Lei compartitoci» (Benedetto XV, Letteraal Card. P. Gasparri, 5/5/1917).

Così il Papa, in un momento gravissimo per l’umanità esortava laChiesa tutta a invocare Maria come Regina della Pace, per sanare i flagel-li della guerra.

Otto giorni dopo la Vergine Santa appariva a Fatima e indicava,soprattutto nella preghiera (in modo particolare il Rosario) e nella peni-tenza, la via per ottenere la pace e soprattutto mostrava che Dio non si eradimenticato degli uomini. E, nonostante, la guerra fosse prossima a fini-re, la Vergine Santa metteva in guardia la Chiesa e l’umanità da altri peri-coli ancora più minacciosi che si affacciavano all’orizzonte della storia. Da

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qui la necessità di un ritorno a Dio, di un’autentica conversione, per rico-minciare una nuova vita, una nuova storia: attraverso la devozione e laconsacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

I Gruppi di Preghiera Regina della Pace, pur affondando le loro radi-ci in questi avvenimenti sopracitati, trovano la loro genesi in una circo-stanza più recente. Il 9 maggio 1993, durante la visita di Sua SantitàGiovanni Paolo II ad Agrigento, nella Valle dei Templi, da un’esortazionedel Papa scaturiva nel cuore l’ispirazione di un impegno per la pace. Sottol’antico Tempio della Concordia, che quel giorno il Santo Padre definì“segno profetico del passato per gli uomini di buona volontà del nostrotempo”, nasceva nel cuore la visione mediatrice di Maria Regina dellaPace.

Sotto questa spinta e con la guida spirituale di Don GiuseppeRiccobene e di Mons. Giovanni Speciale, attraverso cenacoli di preghiera,pellegrinaggi, ascolto della Parola di Dio, attenzione al magistero dellaChiesa, nascono i primi gruppi di preghiera. In poco tempo questi grup-pi, da Canicattì, Campobello di Licata, Delia, Gela, Agrigento, Ribera,Palermo, Caltanissetta, San Cataldo e altri centri, si diffondono in tutta laSicilia e fuori la Sicilia.

La preghiera del Rosario, vissuto attraverso una meditazione profon-da della Parola di Dio, a poco a poco porta ad una spiritualità protesa a farrivivere l’esperienza di Maria e degli Apostoli nel Cenacolo, in attesa diuna nuova Pentecoste, non solo per la Chiesa, ma per tutto il mondo.Questa spiritualità trova conferma nell’Atto di affidamento degli uominie dei popoli al Cuore Immacolato di Maria di Giovanni Paolo II (8 otto-bre dell’Anno Santo del 2000 a Roma): «Madre, come l’apostoloGiovanni, noi vogliamo prenderti nella nostra casa, per imparare da Te aconformarci a tuo Figlio... Implora per noi il Figlio tuo diletto perché cidoni in abbondanza lo Spirito Santo... Come nella prima comunità diGerusalemme, stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste, lo Spirito aprai cuori alla giustizia e all’amore, induca le persone e le nazioni alla recipro-ca comprensione e ad una ferma volontà di pace».

Il primo gruppo di preghiera infatti si è creato quando la Madonnanel cenacolo pregò insieme agli Apostoli e, in preghiera, attese che il CristoRisorto adempisse alla sua promessa e inviasse lo Spirito Santo, comeaccadde il giorno di Pentecoste (At 2,1-5). L’invio dello Spirito Santo fu il

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momento del cambiamento di comportamento e l’accettazione consape-vole del compito dato dal Signore Gesù agli Apostoli. Questo, e nient’al-tro, deve avvenire in ogni gruppo di preghiera. La denominazione“Gruppi di Preghiera della Regina della Pace” spiega di per sé la natura, laragion d’essere dell’associazione:

- Gruppi perché l’esperienza della fede può essere vissuta solo in unadimensione comunitaria, dove è possibile ad ogni persona uno svi-luppo pieno della dimensione umana e spirituale più autentica. Ungruppo che vive una comunione autentica è il segno evangelico piùgrande che si può dare al mondo: Vi riconosceranno da come vi ame-rete ci raccomanda il Divino Maestro.

- Di preghiera perché la preghiera è indispensabile per la vita spiritualedei singoli e della Chiesa. Attraverso la preghiera, nel nome di Cristoe con la mediazione di Maria, possiamo ottenere da Dio le grazieindispensabili per guadagnare la vita eterna e per “fare di questomondo un giardino” (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000).Una comunità orante è anch’essa un segno di evangelizzazione, per-ché dà ai non credenti la testimonianza che Dio non è un concettoastratto, ma una Persona vivente che ci ascolta e ci parla.

- Della Regina della Pace perché i membri dei gruppi si consacrano alCuore Immacolato di Maria e i Gruppi, vivendo le regole del presen-te Statuto, fanno voto di appartenenza alla Madonna, così ché per lemani di Maria, hanno la certezza, secondo l’insegnamento di SanLuigi Maria Grignion de Montfort, di appartenere completamente aCristo e di vivere ed agire per la sua gloria. Gesù Cristo è infatti ilcuore dei Gruppi di Preghiera della Regina della Pace. Miriamo adessere una cosa sola con il Signore per dire con San Paolo: “non sonopiù io che vivo, ma Cristo vive in me”. Attraverso Cristo, nel suoSpirito, entriamo in comunione d’amore con il Padre per essere inLui una cosa sola. Attraverso Cristo, nello Spirito Santo, entriamonella comunione della carità divina e incontriamo l’amore eterno delPadre, divenendo partecipi della vita divina, fino a quando lo con-templeremo faccia a faccia ed essere una cosa sola con la SantissimaTrinità, assieme a tutti i Santi e alla Beata Vergine Maria, nostraRegina.Uniti alla nostra Madre Celeste e a Cristo, nostro Re, nel saluto che

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contraddistingue i membri, gli aderenti e i collaboratori dei Gruppidi Preghiera: “Pace e Gioia”.

GIUSEPPE CARTELLA

Responsabile regionale

Oratorio Salesiano San Filippo NeriLa chiesa di San Filippo Neri filiale della parrocchia Immacolata

Concezione ai Minoritelli, fu fatta costruire ed aperta al culto nel 1790 pervolontà del Vescovo, il neatino Corrado Maria Deodati de Moncada, chechiamò a Catania i seguaci di San Filippo Neri, ai quali concesse l’uso peranimare un oratorio secondo lo stile apostolico educativo e pedagogico delfondatore che fa alternare la preghiera allo svago, lo studio al canto, il cate-chismo alle devozioni. A fine 1866, i Preti Oratoriani dovettero lasciarla,ma cinque anni dopo il beato Dusmet riuscì a riscattarla istituendoviopere sociali. Il cardinale Dusmet ottenne nel 1871 il riscatto del comples-so dei Filippini istituendovi scuole serali per operai e corsi di cucito e dise-gno con insegnanti laici. Dieci anni dopo, nel 1881, grazie ad un accordocon Don Bosco, ebbe la gioia di affidare ai Salesiani provenienti da Torinol’edifico, al fine d’impiantare e continuare l’attività apostolica a vantaggiodei ragazzi dei quartieri poveri. Nacque così il primo Oratorio salesiano inSicilia. Il Cardinale fu sempre legato all’Opera Filippina, frequentandospesso la chiesa nella quale si zelava con onore speciale il culto pubblicodell’Eucarestia.

Il direttore e i volontari nell’oratorio San Filippo Neri mettono inatto il sistema preventivo di Don Bosco: esso consiste nel far conoscere leprescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in modo che gliallievi abbiano sempre sopra di loro l’occhio vigile del Direttore o degliassistenti che, come padri amorosi, parlino, servano di guida ad ogni even-to, diano consigli ed amorevolmente correggano.

L’oratorio San Filippo Neri di Catania gode di un ampio cortile chefunge da campo da calcio e spazio ricreativo, un piccolo bar, una sala riu-nioni, la cappella, l’aula dei lavoretti manuali, il teatro, l’aula per l’aiutoscolastico, l’aula musica e la direzione. I bambini dell’oratorio sono suddi-visi in fasce d’età nei diversi gruppi di catechesi e i ministranti. Ogni grup-

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po si riunisce una volta a settimana e quest’anno il progetto da seguire è laStrenna 2010 di Don Pascual Chavez, “Venite e vedrete”; l’obiettivo deicatechisti è di realizzare un percorso formativo che conduca gradualmen-te i ragazzi e i giovani a conoscere la voce di Dio nelle situazioni quotidia-ne e a rispondervi con fiducia e gioia, dando risposte adeguate alle diver-se chiamate che ricevano nella loro vita.

Le attività che vengono svolte in oratorio sono molteplici:– Attività sportive (calcio, basket, pallavolo, danza): il gruppo sportivo

si impegna ad offrire un canale dove si possano educare i ragazzi e aiu-tarli nella loro formazione, sviluppando in loro un equilibrio persona-le ed acquisire padronanza nelle relazioni con gli altri;

– Attività di sostegno scolastico: è un momento per supportare lo svilup-po sociale e cognitivo del bambino partendo da una valutazione “inpositivo” delle sue competenze relazionali e dei suoi “saper fare” (inco-raggiandone i comportamenti positivi) piuttosto che da una valuta-zione delle sue inadeguatezze incentrata sui “non saper fare”; ciò ren-de possibile il raggiungimento di risultati inaspettati soprattutto con ibambini difficili, per i quali la restituzione di un’immagine positivadel sé e il consolidamento della propria autostima stanno alla base diqualsiasi potenziale apprendimento.

– Laboratorio musicale: è il luogo ideale per trovarsi a suonare e cantarema non solo, è soprattutto un luogo educativo dove chi ne ha capaci-tà insegna ai più giovani. Insieme si impara e ci si diverte. Due volte asettimana vengono effettuate le prove dei canti per la Messa del saba-to, in cui si cerca di conciliare l’esigenza di una buona prestazionecanora con l’entusiasmo e la spontaneità.

– Laboratorio creativo: un luogo dove i bambini possono sperimentare leloro intuizioni e la loro fantasia sotto la guida di un insegnante; imomenti di attività manuale sono integrati con esperienze che coin-volgono diversi aspetti della sfera sensoriale, creativa e di apprendi-mento.

– Laboratorio teatrale: strumento comunicativo di grande efficacia,capace di assolvere ad una funzione “sociale”, poiché insegna il fan-ciullo a superare il timore di parlare pubblicamente. L’efficacia del tea-tro si basa sulla possibilità di un coinvolgimento emotivo ed affettivo.Grazie all’attività teatrale i ragazzi possono manifestare la fantasia di

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entrare in altri mondi e la capacità di assumere ruoli a loro pertinenti.In oratorio è presente il gruppo famiglie che raccoglie coniugi che

desiderano fare un cammino formativo e spirituale con altre persone; leragioni del “mettersi insieme” sono molte: approfondire la Bibbia, parlaredei propri figli e migliorare come genitori, confrontare esperienze quoti-diane e illuminarle con il Vangelo, condividere momenti di preghiera e difesta. Il gruppo famiglia tiene in occasione delle feste una mostra mercatoche permette di raccogliere fondi per l’oratorio attraverso la vendita diprodotti artigianali realizzati dagli stessi membri del gruppo.

Gruppo catechistiL’attività di catechesi rivolta ai bambini che intraprendono un più

profondo cammino di fede, con il desiderio di accostarsi ai sacramenti,segue un percorso di formazione che non ha scadenze fisse, bensì si basasulla maturità raggiunta durante il periodo di frequenza, se non ci sonoesigenze o difficoltà si conclude al 5º anno.

Viene utilizzato il metodo esperienziale cioè quello di confrontare lavita con la Parola di Dio e la Parola di Dio con la vita. Gli strumenti perla catechesi sono oltre i sussidi C.E.I., quaderni operativi, strumenti mul-timediali, ecc..

Il periodo interessato per la catechesi va da ottobre a maggio, concadenza settimanale scandito da momenti significativi nei tempi forti dellavita liturgica.

Il primo incontro si svolge all’insegna della gioia nel ritrovarsi e diaccoglienza per i nuovi arrivati. Ogni anno viene scelto un tema significa-tivo che serve come traccia da sviluppare e verso cui tendere. Il numero deibambini presenti quest’anno è di circa 75 di età compresa tra gli 8 e i 14anni.

L’utenza proviene in più larga parte dall’oratorio Salesiano SanFilippo Neri, punto di aggregazione per i quartieri Antico Corso, SanCosimo, Cappuccini, Angeli Custodi. Molti dei bambini mostrano caren-ze affettive, iperattività, incapacità all’attenzione, resistenza alla collabora-zione dovute principalmente a famiglie separate o assenti nel loro ruoloeducativo.

I catechisti che si occupano di svolgere questo servizio sono 11, ete-

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rogenei per età e sesso, seguono la vita parrocchiale, praticando una for-mazione permanente, con la coscienza di avere un compito delicato eimportante.

AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani)Gruppo Scout Catania 5Il gruppo scout AGESCI Catania 5 compie quest’anno 45 anni dalla

sua fondazione. Il nostro gruppo ha operato sempre al centro di Cataniaintegrandosi ed interagendo con il territorio dove è stato presente. Nonessendoci un gruppo scout per ogni parrocchia, il nostro gruppo accogliebambini e ragazzi provenienti dai diversi quartieri di Catania e non. Anchenella nostra Comunità Capi ci sono adulti provenienti da altre realtà ter-ritoriali, creando un arricchimento nella proposta e una maggiore atten-zione e apertura (accoglienza e condivisione). I lavori di restauro effettua-ti nella nostra parrocchia negli anni passati, hanno creato non pochi disa-gi all’interno del gruppo, poiché essendo “ospiti” dell’oratorio, ci siamodovuti adattare ai tempi e agli spazi messi a disposizione per noi non sem-pre sufficienti.

Non c’è stata un’integrazione con l’oratorio salesiano, ma tensioni edifficoltà nella gestione di nostri momenti comunitari causando notevolidisagi ed una disgregazione nel gruppo e perdendo man mano le relazionicon il territorio e la nostra visibilità specifica.

Oggi il gruppo è ben integrato nella nostra parrocchia e nel nostroterritorio, grazie all’impegno di tutti i soci adulti (Capi) che hanno realiz-zato, attraverso analisi approfondite del territorio e dei nostri ragazzi, ilprogetto educativo, strumento importantissimo per la realizzazione edindividuazioni di mete ed obiettivi, che ci hanno permesso di crescere, inqualità e presenze, contiamo oggi circa 90 ragazzi divisi nella tre fasced’età.

Alcuni obiettivi che abbiamo individuato nel nostro progetto educa-tivo:

– Far vivere e riscoprire ai ragazzi la dimensione natura, facendo loroscoprire le bellezze del creato, le meraviglie che Dio ha creato per noi,per conoscerle, valorizzarle, proteggerle e curarle: noi facciamo partedi essa, se sta bene lei staremo bene anche noi.

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– Educare al giusto uso della tecnologia, cioè far capire ai ragazzi che ilcomputer, il telefonino, i video giochi, la televisione, sono degli stru-menti utili se si usano nel modo giusto, altrimenti diventano perico-losi per la loro crescita, in quanto, riescono ad appiattire la creatività,la fantasia e la gioia di confrontarsi con gli altri.

– Essere Testimoni della parola del Vangelo. Testimoniare è il messaggio più importante che un Capo possa lan-ciare ai ragazzi. Nel nostro specifico il fare catechesi diventa stile divita, il donarsi agli altri, il servire gli altri, diventano per noi efficaciazioni d’amore.Grazie a Don Salvo Gulisano la nostra Comunità Capi ha portato latestimonianza anche nelle scuole, facendo gli esercizi Spirituali aglistudenti con il nostro specifico, riuscendo a far passare agli studentiil messaggio cristiano che man mano gli insegnanti individuavano perloro. Il primo anno il messaggio fu sulla carità, il secondo sul Natale,il terzo sulla speranza, il quarto sulla figura del sacerdote. Esperienzeimportanti per i ragazzi che le hanno vissute in modo diverso, masoprattutto per noi che ci siamo scommessi con amore in un ambien-te non propriamente nostro, riuscendo a coinvolgere alunni e inse-gnanti, i quali fino ad oggi sono in contatto con noi.

– Educare alla legalità.Oggi educare alla legalità diventa difficile per noi, perché stiamovivendo un periodo dove non si capisce bene cosa è legale e cosa nonlo è. Nostro primo obbiettivo è far riconoscere ai ragazzi questo, lapresa di coscienza e di analisi su cosa è giusto e cosa non è giusto, perdare autonomia e responsabilità nelle scelte di vita che i ragazzi sonochiamati a fare giornalmente.Inoltre ci stiamo proponendo in maniera attiva e propositiva alConsiglio pastorale, perché crediamo nella necessità di un confrontofraterno e propositivo fra tutte le realtà presenti in essa, nel rispettodelle proprie specificità, convinti che la collaborazione di tutti possamigliorare la qualità della proposta catechetica nel territorio, poichésolo aiutandoci fra noi, possiamo veramente essere presenza attiva.Questi sono gli obiettivi più importanti che la nostra Comunità Capi

è riuscita ad individuare e su cui punta per la crescita dei nostri ragazzi,della parrocchia e del territorio. Con la coscienza che c’è ancora tanta stra-

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da da fare, ma consapevoli che con l’aiuto di Dio cercheremo di lasciarequesto mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.

GRUPPO AGESCI CATANIA 5La Comunità Capi

Gruppo “Fratres”Ciò che il nostro gruppo desidera trasmettere è la serietà e l’impegno

che mette per aiutare chi ha bisogno di sangue.L’apertura del Centro Fratres Immacolata ai Minoritelli è un’impor-

tante sfida per il quartiere, ma soprattutto per il futuro di tante persone chehanno bisogno, e grazie all’impegno quotidiano di gente del quartiere eall’indispensabile presenza dei nostri donatori volontari, aiuta i malati.

Il Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Catania Immacolata deiMinoritelli inizia l’attività di volontariato nel 2004, convenzionato colS.I.M.T. dell’Azienda Ospedaliera “Garibaldi” di Catania, promuove ladonazione volontaria, gratuita, periodica ed anonima di sangue; organizzapubbliche raccolte di sangue su autoemoteca presso le parrocchie del cir-condario e le pubbliche piazze di Catania.

Essendo il Gruppo di recente costituzione ha ancora una piccola quo-ta di donazioni, ma organizza attività di promozione alla donazione e allaconoscenza del Gruppo istituendo vari incontri con associazioni locali (dicarattere culturale, sociale, sportivo, ecc.) grazie alla disponibilità deiPresidi e Docenti di varie scuole del circondario.

Ed è proprio grazie a questa disponibilità che negli anni abbiamo otte-nuto un discreto successo, raggiungendo la quota di 82 donazioni contro le16 del 2004.

Il nostro Assistente Spirituale ha svolto diversi incontri al fine di faravvicinare i giovani al volontariato e alla donazione del sangue.

Il gruppo ha organizzato attività di carattere culturale, sociale, sporti-vo e religioso, tra cui mostre, tornei sportivi e incontri spirituali soprattut-to in occasione delle festività pasquali e natalizie.

Per quanto concerne le attività previste per l’anno 2011, il Consigliodirettivo ha deciso di accentuare tutta l’attività propagandistica già svoltanell’anno precedente al fine di sensibilizzare maggiormente l’opinione

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pubblica sul problema della carenza di sangue, e di sviluppare un pino diincremento delle donazioni, che comprende oltre all’aumento delle raccol-te periodiche di sangue, la realizzazione di attività ricreative e quant’altropossa essere utile ad avvicinarli al dono, sperando di riuscire a coinvolgeree motivare più gente.

Si cercherà di promuovere una maggiore attività di propaganda versola donazione del sangue, rivolta soprattutto alle fasce giovanili, tramiteradio, tv e giornali locali, locandine, manifesti e depliant, audiovisivi, CDmultimediali e gadget pubblicitari.

VINCENZO FLORIO

Presidente Gruppo Donatori di Sangue Immacolata ai Minoritelli

Gruppo giovanile “Tabor”Da circa un quinquennio, presso questa parrocchia, si riunisce il

Gruppo giovanile Tabor che comprende giovani dai diciotto ai trenta anni,provenienti da diverse parti della città. I membri facenti parti il gruppohanno diverse esperienze di fede. Ognuno ha la propria spiritualità indivi-duale: c’è chi è alla continua ricerca di scoprire il volto del Signore NostroGesù, chi invece lo sperimenta nel quotidiano perché ha raggiunto undiverso livello di conversione. Elemento costitutivo del gruppo giovanile èil momento di formazione cristiana animata dal parroco Gianni Romeo;in realtà la formazione che Padre Gianni ci dà non è un semplice commen-to su qualche passo del Vangelo che abbiamo fatto sempre puntualmenteattraverso la lectio divina e con le risonanze e non è nemmeno un sempli-ce fermarsi alle riflessioni e ai suggerimenti con cui il parroco ci invita afare nostra nel cammino di ogni giorno la Parola di Dio. Tale formazioneè stata incentrata proprio sull'accoglienza: delicatamente riservato, ci hadato la possibilità di esternare i nostri bisogni, i nostri problemi, tanto chetutti ci si sente accolti la domenica proprio come si faceva un tempo attor-no alla tavola dei nostri nonni. Un senso di protezione, di affetto e di pro-fonda amicizia si è incardinato come seme fruttifero nell’esperienza dellacondivisione del cammino giovanile. Ancor prima dei contenuti il primomessaggio costitutivo è stato proprio questo averci accolto a braccia aper-te. Ed è proprio la formazione il punto di partenza che ha coinvolto molti

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giovani e ha fatto sì che si maturassero esperienze comunitari forti quali iritiri estivi, i ricchi momenti di fratellanza che ci hanno visto uniti semprein parrocchia: spaghettate, feste di compleanno, lauree. Insomma, uncammino in senso totale, una crescita pluridirezionale, un percorso asso-lutamente personale e comunitario al tempo stesso.

L’articolazione con cui vive e si confronta il gruppo giovani è tripar-tita principalmente in tre momenti significativi: il primo è sicuramenteincentrato nella Santa Messa della domenica pomeriggio. Durante la cele-brazione animata dagli stessi giovani abbiamo la possibilità di fare espe-rienza del pane comunitario, della Parola di Dio, dell’abbraccio della fede.

Il secondo momento è quello appunto dell’incontro di formazioneche si svolge puntualmente il terzo lunedì di ogni mese, ed è un incontroche ci permette di vivere più in silenzio l’ascolto del messaggio di Cristo,di farlo penetrare in noi attraverso i suggerimenti del nostro parroco ed,infine, di condividere tra di noi i diversi spunti percepiti in un’armonia diconfronto intelligente e di sensibilità attiva alle diverse opinioni.

Infine il terzo momento è quello dell’adorazione Eucaristica che sisvolge il primo lunedì del mese a seguire della recita del Rosario dellaRegina della Pace. Viviamo il nostro cammino davvero come un prodigiodel Signore. Accorpati dalla spontaneità, noi giovani ci siamo trovati dav-vero per caso tutti vicini a condividere tale percorso di fede. Infatti c’è chi,avendo approfondito tale cammino si è sentito naturalmente spinto a met-tersi a servizio in questi ambiti: gruppo Fratres, catechesi ai fanciulli eministero straordinario della distribuzione dell’Eucarestia. Uniti dallaguida del parroco, ci siamo anche spronati l’un l’altro a vivere altre espe-rienze e vogliamo citarne qualcuna: forte è stata l’esperienza di crescitasolidale, ad esempio, che ci ha visti impegnati nello stare vicino ai ragazzidella comunità Pio IX. Con loro abbiamo svolto doposcuola, realizzatodue musical, grazie a loro ci siamo arricchiti dentro e abbiamo portatovolti e immagini che ci hanno fatto percepire sempre di più quanto Cristosia in mezzo a noi. Nostro desiderio e fine per il quale ci muoviamo è lasperanza di realizzare una continua sinergia tra Chiesa e Stato. Uno infat-ti dei grossi problemi nel nostro quartiere con il quale noi giovani ci siamoconfrontati è l’assenza dell’istituzione pubblica. Istituzioni che puntano adare servizio ma a non formare e a non a creare sviluppo stesso. Noi gio-vani preghiamo e ci adoperiamo a che possa aversi un dialogo continuo

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che porti la Chiesa, intesa quale comunità, a farsi rievangelizzatrice delleistituzioni, una Chiesa viva nelle strade, nei quartieri, nelle scuole, negliospedali, una Chiesa aperta e non più formata solo sul rito ma che vivifi-chi il rito nell’incontro continuo con gli altri. La speranza non muore maie accogliendo il dono della Visita pastorale come segno visibile di Cristotra noi, possiamo farci voce della necessità di attenzionare le esigenze deigiovani in un mondo che cambia e che muta i suoi valori con segni arbi-trari e sempre più dissonanti. Speriamo di crescere nuovamente, di arric-chirci e di porre semi nuovi ad altri ragazzi che desiderano prendere partead una comunità viva che prega, che spera e che continuamente ama.

Il Presidente

Sintesi dell’intervento di Don Pietro Longo, Vicario episcopale per lapastorale(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea l’esigenza della comunione e dell’essere Chiesa in GesùCristo. La parrocchia non può essere autosufficiente, poiché dove c’èuna chiusura, c’è morte. Lo Spirito ama e guida la Chiesa nella comu-nione, da cui parte la missionarietà.

b. Il Dopo Visita va curato con l’aiuto del Vicariato e con gli uffici dellacuria; non ci sono bacchette magiche, ma l’impegno e la valorizzazio-ne di tutti in un territorio che ha delle belle risorse. Il problema spes-so è il non conoscersi, la solitudine, le barriere che rendono la parroc-chia un feudo. Si tratta di lavorare per la comunione, aperti agli altri,per dare risposte al territorio.

c. Ribadisce la disponibilità degli Uffici della curia, il fatto di nonlasciar fare tutto solo ai sacerdoti, ma di lavorare insieme.

d. Ricorda che la Visita non finisce con il passaggio dell’Arcivescovo, macontinua ancora fino a che l’ultima parrocchia non sia visitata.

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Sintesi dell’intervento di Mons. Carmelo Smedila(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Ricorda la costituzione degli organi vicariali che ancora sono all’ini-zio, ma desiderosi di lavorare insieme anche alla luce della Visita. Invita adessere presenti e collaborare, pensando insieme a cosa fare, programman-do consapevoli che la vera Visita pastorale inizia dopo la Visita stessa. Unodei frutti sarà l’impegno nel continuare il cammino insieme nel Vicariato.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

1. Desidero anzitutto esprimere un ringraziamento al Signore, a tuttivoi qui presenti e al Parroco per aver curato questo incontro.

2. Abbiamo fatto la bella esperienza di cui ci parla Gesù: “Dove due otre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”. L’assembleacui stiamo partecipando vuole essere anzitutto questa esperienza:incontro personale e comunitario col Signore.

3. Quando ci incontriamo, dobbiamo evidenziare i doni che il Signoreci elargisce; possiamo anche cercare di sostenerci vicendevolmente estudiare le forme migliori per valorizzare i doni del Signore.

4. Se importante è avere preparato bene la Visita pastorale, altrettantodeve essere il tempo del Dopo Visita. Domenica celebreremol’Eucaristia che è punto di arrivo, ma anche di partenza. L’Eucaristiaconclusiva sarà ringraziamento, ma sarà anche punto di partenza peril dopo, a livello parrocchiale, a livello di Vicariato, a livello diocesa-no. Di qui l’importanza del Consiglio pastorale di Vicariato.“Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo. Allora essipartirono, predicavano, mentre il Signore confermava la loro parolacon i segni che l’accompagnavano”. Al riguardo ci saranno di confor-to le conclusioni dei Vangeli di Matteo e di Marco.

5. La Visita pastorale ha costituito l’inizio di un cammino che proseguenel nome del Signore che bisogna intensificare nella consapevolezzache Egli è con noi, opera ed accompagna la nostra azione.

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6. Vorrei proprio che restasse impresso nel nostro cuore, nel nostro spi-rito questo senso profondo di fede. Dalla fede nasce la speranza. Dimotivi per scoraggiarsi ce ne sono a non finire; non c’è bisogno di evi-denziarli. Ma noi cristiani siamo chiamati a testimoniare la vittoria,la presenza della Risurrezione. Noi nasciamo da una tomba vuota.Questa fede ci deve sempre sostenere. Solo con questa consapevolez-za riusciremo ad attraversare le difficoltà ed a viverle con il sostegnodel Signore che continua ad operare con noi.

7. Questo pensiero è il ricordo dell’incontro. Vorrei che questo sosten-ga la nostra speranza e ci incoraggi nel cammino che continuerà pernoi che vogliamo valorizzare il dono della Visita per la nostra cresci-ta, affinché le nostre comunità diventino sempre più presenza delSignore Gesù e siano, quindi, sempre più comunità missionarie.Auguri per il cammino che faremo insieme.

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Ore 18.30 - Parrocchia Immacolata ai Minoritelli

CELEBRAZIONE EUCARISTICAE CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimo Padre Gianni,Fratelli e Sorelle,

1. La Chiesa celebra oggi la III domenica di Avvento. Lasciandociguidare dall’invito alla gioia, che risuona a più riprese in questa celebrazio-ne, siamo invitati a vivere con gioia l’attesa del Signore. Noi vogliamovivere la gioia dell’incontro con Lui. Il Signore viene sempre: è venutonella storia come ricorderemo a Natale; continua a venire in ogniCelebrazione Eucaristica; viene sempre e in questo momento Egli è inmezzo a noi perchè siamo riuniti attorno a Lui che ci ha convocati. Noicrediamo che il Signore ritornerà; lo affermeremo tra poco nella professio-ne di fede: verrà di nuovo nella gloria. Noi vogliamo che la nostra vita siasempre caratterizzata dalla gioia dell’incontro con il Signore.

2. Questa comunità parrocchiale ha un motivo in più per vivere lagioia di questa Celebrazione Eucaristica: con la messa che stiamo celebran-do, si conclude la Visita pastorale. In alcune parrocchie la messa apre, inaltre chiude il tempo dell’incontro con l’Arcivescovo.

Concludere la Visita pastorale, gli incontri che abbiamo avuto, inquesto giorno con la Santa Messa significa anzitutto ringraziare il Signoreper quello che abbiamo vissuto. Ci siamo incontrati, ho incontrato ilConsiglio pastorale, il Consiglio per gli affari economici; la rappresentan-za di tutta la comunità parrocchiale; sono andato a trovare degli ammala-ti per portare loro la gioia del Signore. Noi vogliamo ringraziare il Signoreper tutto questo, per tutto il bene che in questi giorni abbiamo ricevuto.È stata una bella esperienza e vogliamo fare in modo che essa non si con-cluda del tutto, ma abbia un seguito.

Incontro con l’Arcivescovo

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La Visita pastorale come momento finisce, ma continua come effet-to. Ciò deve essere evidente anzitutto dal fatto che voi continuerete a pre-gare per la Visita pastorale. Lo avete fatto in maniera particolare preparan-dovi alla Visita, ma continuerete a farlo anche dopo. Ogni domenica ci siaun’intenzione particolare nella preghiera dei fedeli per la Visita pastorale,a significare che se è finito il tempo degli incontri specifici per questa par-rocchia, non manca la preghiera per la Visita che continua in altre partidell’Arcidiocesi che vive il tempo benedetto della Visita pastorale.

La comunione nella preghiera significa che la comunità parrocchialenon è isolata, ma vive nel Vicariato e nella Diocesi. Uno degli aspetti cheabbiamo sottolineato durante la Visita, e per cui vogliamo ringraziare ilSignore, è quello della comunione e dell’impegno che dobbiamo aumen-tare per lavorare insieme a livello di quartiere e di vicariato.

È stato evidenziato nei singoli incontri come sia necessario che lavo-riamo più uniti, che mettiamo insieme quello che il Signore ci dà; solo cosìpotremo condividere la gioia dell’essere unica Chiesa.

3. Al ringraziamento al Signore per tutto quello che ci ha fatto speri-mentare in questi giorni uniamo la preghiera per andare avanti con corag-gio. Anche noi questa sera abbiamo ascoltato quello che il profeta dicevaal popolo: “Coraggio, non temete: ecco il vostro Dio, la ricompensa divi-na. Egli viene a salvarvi” (Is 35,1-6a.10). Il Signore ci dà questa certezza:Egli è con noi, Egli non ci abbandona.

Dobbiamo anche accogliere quello che l’apostolo Giacomo ci dicenella seconda lettura appena proclamata (5,7-10). Egli parla dell’agricol-tore che semina ed è invitato ad attendere i frutti.

La Visita pastorale è stata tempo della semina; il Signore ha semina-to la sua Parola, ha elargito tanti doni; adesso tutto questo deve portarefrutto, anche con i tempi che sono necessari. Dobbiamo essere costanti,perseveranti, pazienti. Pazienza non significa rassegnazione, ma credereche la Parola del Signore si realizzerà.

Noi dobbiamo essere docili a lasciarci guidare dal Signore; dobbiamoessere sapienti facendo tesoro di tutto quello che Egli ci dice, perseveran-do, non stancandoci, non rinunziando mai, con la consapevolezza chequando uno si stanca troverà l’aiuto negli altri. Così è nella nostra vita,

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così è anche nella Chiesa; così può essere anche in questa comunità par-rocchiale.

Concludere la Visita pastorale con la celebrazione della Santa Messaesprime proprio questo: ringraziare il Signore, rinsaldarci nei buoni pro-positi, fare in modo che quanto il Signore ha seminato nella nostra vitapersonale, nella vita della comunità parrocchiale possa dare abbondanza difrutto.

4. I frutti che invochiamo nella preghiera per la Visita pastorale e cheattendiamo dal Signore sono quelli di “renderci disponibili e dociliall’azione dello Spirito Santo che ci spinge a più grande comunione, a piùfervida testimonianza evangelica, a continuo impegno per rendere semprepiù missionario il volto della nostra Chiesa particolare”. Missionario signi-fica che diventiamo sempre più veri, genuini, autentici, credibili testimo-ni di Gesù.

Volto missionario significa che tutti ci impegniamo per il Vangelo;tutti vogliamo fare in modo che le persone nel nostro quartiere, nellanostra città, nella nostra Diocesi, nel mondo intero, possano ricevere l’an-nunzio dell’amore del Signore, di quello che Egli ha fatto per noi e per lanostra salvezza. Volto missionario significa vivere questo impegno ognigiorno a casa, in famiglia, a scuola, nell’incontro scout, nei vari servizi chesvolgiamo, all’oratorio, dappertutto.

5. Vogliamo chiedere alla Vergine Santissima, la Madre di Gesù eMadre nostra, una particolare intercessione per noi. Ella accolse Gesù e sirecò, dopo l’Annunciazione, dalla parente Elisabetta, rimanendole vicina.

Maria non tenne Gesù gelosamente per se’; ma lo mostrò ai pastori,ai Magi. Chiediamo a Lei come accogliere Gesù, come rendere la presen-za di Gesù in noi forza di amore per andare verso gli altri. La VergineSantissima ottenga a noi e a questa comunità parrocchiale di vivere così lebelle conseguenze, i frutti che matureranno dalla Visita pastorale.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

Incontro con l’Arcivescovo

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LetteraConclusiva

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Carissimo Padre Gianni,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchiaImmacolata ai Minoritelli.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 7, 9 e 12 dicem-bre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. e della Lettera indiriz-zata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla fine della stessacelebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel I Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

Lettera conclusiva

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3. La preparazione alla Visita pastorale ha visto coinvolte tutte le real-tà associative di cui è ricca la parrocchia e che hanno potuto esprimersicomunitariamente nella seduta del Consiglio pastorale parrocchiale, il 12luglio 2010.

Gli elementi emersi sono stati da te ordinati e valorizzati per la stesu-ra della Relazione presentata all’Assemblea parrocchiale del 9 dicembre.

4. La svolgimento della Visita pastorale è ancora presente nel mioricordo dall’iniziale incontro con tante persone ricoverate nell’ospedaleSanta Marta, a quello conclusivo con gli Scouts, responsabili e famiglie,che è seguito alla Celebrazione Eucaristica nel pomeriggio del 12 dicem-bre.

Desidero accennare in particolare ai seguenti momenti svoltisi nellagiornata del 9 dicembre.

a) Sono stato, anzitutto in ascolto delle persone che hanno valorizzatol’opportunità di incontrare il Vescovo. Per noi ministri del Signore èbello ripetere i gesti di Gesù attento e disponibile nei riguardi sia dellemoltitudini che lo circondavano sia delle singole persone che piùnecessitavano di un suo intervento.

b) Si è svolto successivamente la riunione congiunta del Consigliopastorale e di quello per gli Affari economici.Il Consiglio Pastorale aveva tenuto una sola riunione nella fase di pre-parazione. Ne è derivato un incontro un po’ stentato, seppur interes-sante nei vari interventi. Mentre ringrazio i presenti all’incontro,desidero sottolineare che dobbiamo valorizzare maggiormente questoorganismo di partecipazione. Si tratta, infatti, di una preziosa risorsache offre ai fedeli membri la possibilità di esprimere la gioia di impe-gnarsi, con il parroco, nello svolgimento della missione che il Signoreaffida alla Chiesa.I numerosi gruppi presenti nella parrocchia potranno tramite ilConsiglio pastorale, agire in maggiore comunione e con più incisivi-tà a comune vantaggio.Come tu stesso riferisci, il Consiglio per gli affari economici era statoappena rinnovato l’uno novembre, dopo dieci anni di assenza. Nonha potuto, quindi, esprimersi in occasione dell’incontro. Sarà tua pre-mura consolidare la sua esistenza e lo svolgimento dei compiti che gli

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sono propri.c) La giornata si è conclusa con l’Assemblea parrocchiale aperta dalla tua

relazione ed arricchita dagli interventi dei responsabili dei gruppi pre-senti in parrocchia.Per me, e certamente anche per i presenti, è stato arricchente ascolta-re le responsabili parole che tu Parroco e collaboratori avete pronun-ziato.È necessario che la tua relazione e quelle circa i vari gruppi esistentied operanti in parrocchia vengono riprese in Consiglio pastorale invista di una più organica azione pastorale.Dopo aver sottolineato che l’incontro ci aveva permesso di sperimen-tare la presenza di Gesù da Lui promessa a coloro che si riuniscononel Suo nome, vi ho invitato a far tesoro del tempo del Dopo Visita.Esso dovrebbe permettere di studiare alcuni problemi, quali, adesempio, le implicanze della presenza del complesso dei Benedettini,come pure dell’ospedale Santa Marta, seppure in quest’ultimo esisteun proprio cappellano, al presente Don Angelo Calluso.

d) Il Signore ci ha riuniti in assemblea eucaristica domenica pomeriggiodel 12 dicembre per concludere la Visita pastorale. Era la III dome-nica di Avvento caratterizzata dall’invito alla gioia nel Signore. E noi,numerosi e con evidente partecipazione, abbiamo accolto l’invito:ricordo, in particolare la gioiosa presenza degli Scouts.Abbiamo ringraziato il Signore per il dono della Visita che, alla luce

delle parole di San Giacomo ascoltate nella II lettura (5,7-10), ho presen-tato come un tempo di semina. Essa chiama alla fiducia e alla pazienza nel-l’attesa dei frutti che il Signore certamente non farà mancare se noi sare-mo docili e disponibili all’azione dello Spirito Santo.

Lo sottolinea la preghiera per la Visita pastorale che così descrive ifrutti che tutti imploriamo e che vogliamo propiziare con la nostra umileazione: “più grande comunione, più fervida testimonianza evangelica econtinuo impegno per rendere sempre più missionario il volto della nostraChiesa particolare”.

5. Proprio per questo, carissimo Padre Gianni, desidero incoraggiarete e la comunità parrocchiale dell’Immacolata ai Minoritelli a vivere l’al-trettanto importante tempo del Dopo Visita.

Lettera conclusiva

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Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del test dell’apposita Preghiera in occa-sione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-

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ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che

comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modoche gli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Sono sicuro, carissimo Padre Gianni, che, pensando alla Visita pasto-rale alla parrocchia Immacolata ai Minoritelli, insieme e per tanti motivipossiamo ripetere le belle espressioni dell’apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impe-gno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunitàdiocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parrocchiaImmacolata ai Minoritelli che ti vede entusiasta e generoso “pastore pro-prio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 739/U - 86

Lettera conclusiva

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa Crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onora-re questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogoche avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Basilica Cattedrale. Al presente, ho giàultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle primedue (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti

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preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nelTuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia

premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

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Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che iConvisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo anno pastorale, attuare in tutta l’arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della CEI sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

Lettera conclusiva

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Riprendere in sede di Consiglio pastorale la Relazionepastorale e quelle dei vari gruppi esistenti ed operanti inparrocchia in vista di una più organica azione pastorale.

• Promuovere una collaborazione tra l’attività della parroc-chia ed il vicino oratorio San Filippo Neri.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti dilectio Divina.

• Rendere attivo e consolidare il Consiglio per gli affari eco-nomici.

• Suggerisco una maggiore attenzione nei riguardi delConsiglio pastorale. Così potrai verificare tutta la bontàdella sana collaborazione di cui ognuno di noi ha bisogno.

• Favorire una maggiore apertura nei riguardi della realtà diVicariato. La collaborazione, lo scambio di idee, di espe-rienze, il sostegno reciproco potranno certamente arricchi-re e alleviare gli inevitabili momenti di stanchezza che ognirealtà può vivere.

• Coinvolgere maggiormente gli ammalati nella vita dellacomunità.

Lettera conclusiva

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Visita Pastoralealla Parrocchia

Sacro Cuore di Gesùai Cappuccini

CAPITOLO VIII

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Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE1

1 Aggiornata all’anno 1963, come risultante dall’archivio dell’Ufficio cancelleria.

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Via Acquedotto Grecodal n. 36 al n. 310 edal n. 65 al n. 283

Via Adele

Via Aloisionumeri dispari

Via America

Via Anastasio

Vicolo Bastione del Tindaro

Via Bianco Francesco

Vicolo Buonafé

Via Buonafede

Via Campisanodal n. 2 al n. 50

Via Case Santedal n. 28 al n. 90 edal n. 97 al n. 123

Via Custoza

Via Salvo D’Acquistodal n. 55 al n. 79 edal n. 56 al n. 70

Via Filanda

Via Forlanini Carlo dal n. 1 al n. 125 edal n. 2 al n. 106

Via delle Forme

Via Formiche

Via Fortuna

Via Fra’ Liberato

Via Fratelli Giuffrida Lo Iacono

Via Ghiaioti

Via Giudice

Via Grassidal n. 1 al n. 41 edal n. 2 al n. 36

Via Grotta Magna

Via Lucchese Pallinumeri pari

Via Magrì

Via Mamelidal n. 1 al n. 5

Via Gen. Maravigna

Via Marchese

Via Mavilla

Viale delle Medaglie D’Orodal n. 2 al n. 90

Via Mercantini

Via Micca

Via Moncenisio

Via Montepetroso

Via Motta Dionisionumeri dispari

Via Pastrengo

Via Pavonenumeri pari

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Via Plebiscitodal n. 524 al n. 634 edal n. 597 al n. 719

Via Raciti

Via Rametta

Via Rancore

Vicolo Rao

Via Reale

Cortile del Rifugio

Via Santa Maria della Catenadal n. 1 al n. 93 edal n. 2 al n. 106

Via Solferino

Via Vacca

Via del Velo

Via delle Viole

Piazza Vittime del Dovere

Vicolo Zammara

Via Zanghì Bernardo

Informazioni statistiche

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NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 7.500

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Fasepreparatoria

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PARROCCHIA SACRO CUORE AI CAPPUCCININOTE PER LA VISITA PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO

Rilievi del Parroco e del Consiglio Pastorale

1) Incontri del Pastore con:Consiglio pastoraleCatechisti

2) Assemblea generale (possibilmente giorno festivo)

3) Celebrazione Eucaristica

4) Tematiche in evidenzaEmergenza povertà e disoccupazioneFamiglie: convivenze e divorziReligiosità popolare: ricchezze da valorizzare e purificare

5) Realtà da visitareAmmalatiScuole elementari e medie (G. Paolo II - Coppola)Ospedale Vittorio EmanueleReligiose BetlemiteConfraternite San Giovanni

PADRE TEODORO DI BELLA

Parroco

Fase preparatoria

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Page 80: Visita Pastorale al I Vicariato - parte seconda

Incontrocon l ’Arcivescovo

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Calendario2

DOMENICA 12 DICEMBRE

ore 10.30 - Celebrazione Eucaristica ed apertura della Visita pastorale

ore 11.30 - Incontro con i ragazzi del catechismo

LUNEDÌ 13 DICEMBRE

ore 09.30 - Visita l’Ospedale “Vittorio Emanuele”

ore 11.00 - Visita ad alcuni ammalati della parrocchia

ore 18.00 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchialeed il Consiglio affari economici

ore 19.30 - Assemblea pastorale parrocchiale

GIOVEDÌ 16 DICEMBRE

ore 09.30 - Visita alla Scuola Elementare “Giovanni Paolo II”

ore 11.00 - Visita all'Istituto Comprensivo “Coppola”

ore 12.00 - Visita all’Istituto “Sacro Cuore” delle Suore Betlemite

Incontro con l’Arcivescovo

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2 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello presentato dal Parroco.

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Ore 10.30 - Parrocchia Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini

MESSA DI APERTURA

Intervento del Parroco

Eccellenza Reverendissima,

La Sua presenza in mezzo a noi per la Visita pastorale è un particola-re evento di grazia che riflette quella specialissima Visita con la quale il“supremo pastore” (1Pt 5,4) e “guardiano delle nostre anime” (1Pt 2,25),Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro, ha visitato e redento il suo popo-lo (Lc 1,68).

Noi le diamo il più vivo e affettuoso benvenuto e, in un vero atteg-giamento di fede, scorgiamo il segno della presenza del Signore.

Con tale segno, Lei, Eccellenza, esercita il suo ministero, quello diessere Padre e Pastore, immagine viva di Gesù, Buon Pastore.

Per noi, la sua visita, è una occasione stupenda, per verificare la nostrafede.

Lei viene a confermare e consolidare lo spirito di comunione, a rav-vivare energie, incoraggiare, consolare, richiamare al rinnovamento e alsenso della corresponsabilità missionaria. Con il suo aiuto riprenderemo ilcammino ordinario con rinnovato slancio e così rendere una testimonian-za veramente credibile, nel nostro ambiente, del Signore Gesù.

La sua Visita è anche una preziosa opportunità per rafforzare la pasto-rale d’insieme, la pastorale integrata e organica tra le parrocchie del nostroI Vicariato.

Ci siamo preparati con la riflessione e la preghiera.A Sua Eccellenza, tessitore instancabile di comunione, esprimiamo la

nostra gratitudine per la sollecitudine e gli insegnamenti che illuminano ilcammino delle Chiese della nostra Arcidiocesi.

Oggi, noi, siamo di fronte a due significative sfide. La prima viene danoi stessi: ciò che Gesù ci domanda è di accettare la nostra fede e di viver-la in ogni ambito della vita. La seconda viene dall’esterno, dai cosiddettilontani, verso i quali abbiamo il debito della missionarietà, perché la lucedi Cristo possa irradiare la loro vita.

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La nostra parrocchia possa ritrovare lo slancio dell’annuncio e il gustodel Vangelo vissuto, per essere «luce del mondo e sale della terra».

Oggi, con la sua presenza, inauguriamo solennemente la nostra chie-sa, dopo il lavoro di restauro della facciata e la levigatura e lucidatura delpavimento.

In questo anno, abbiamo sperimentato disagi notevoli. La nostraChiesa ritorna al primitivo splendore.

Queste mura, dopo un secolo dalla loro consacrazione, ci ripetonocon muta eloquenza il messaggio di Giovanni: «Ecco la tenda di Dio congli uomini; ed abiterà con loro, ed essi saranno suo popolo, ed egli sarà conloro» (Ap 21,3).

Volto di pietra, essa non fa che ripetere, con singolare e percepibilelinguaggio, una verità di ieri, di oggi e di sempre: La Chiesa è una comu-nione.

Essa ci rimanda anche a pensare con gratitudine nei confronti delSignore, a tutta una lunga storia del passato, intessuta della fede e del-l’amore dei frati cappuccini e del popolo santo di Dio. Avvertiamo le sol-lecitudini e le responsabilità che ci vengono dal passato e che ci sospingo-no verso nuove mete cristiane, in dinamica fedeltà al Vangelo.

È nella Chiesa che gustiamo la gioia di essere comunità del Signore,amati e scelti da Lui, la gioia di essere persone che cercano di volersi bene,e che trovano, qui, un riferimento sicuro, come è sicuro chi abita una «casafondata nella roccia».

Io, come responsabile di questa comunità e a nome di essa, ringraziotutti coloro che hanno seguito con passione, trepidazione e amore, i lavo-ri e hanno dato un contributo, sia economico, sia di competenza e di intel-ligenza. Prioritariamente a Lei, Eccellenza, il nostro vivo grazie, e al nostroPadre Provinciale.

La Visita pastorale del nostro Arcivescovo è un grande dono delSignore.

Auguro a tutta la comunità parrocchiale di poter sentire, come a Leirivolta, la parola che l’Apocalisse riserva alla misteriosa visita della SpiritoSanto alla primitiva comunità cristiana: «Ecco che io sto alla porta ebusso».

Che lo Spirito Santo ci trovi pronti a dare una risposta generosa.

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Omelia dell’Arcivescovo

Carissimi padri e fratelli Cappuccini e Diacono,Fratelli e Sorelle,

1. Stiamo celebrando e vivendo la III domenica di Avvento e siamoormai vicini al Natale. Tra pochi giorni cominceremo il periodo di prepa-razione più intensa al Natale con il tempo della novena. Già pregustiamola gioia del Natale. Certamente c’è anche l’atmosfera esterna: vediamotante luci, tanti segni, ma noi dobbiamo cercare di vivere la gioia vera delNatale, cioè la venuta di Gesù. Solo così tutto il resto acquista significato:non limitiamoci, pertanto, a preparare il Natale solo esternamente.

Questa gioia è anticipata dall’essere oggi qui per partecipare all’Euca-restia nel giorno del Signore. Facciamo in modo che la domenica sia sem-pre la bella occasione di incontro con il Signore, da cui dipende semprepiù la capacità di incontrare bene gli altri.

2. Come ha accennato il carissimo parroco Padre Teodoro, questacomunità ha due altri motivi particolari per gioire: la riapertura dellaChiesa dopo i restauri e l’inizio della Visita pastorale. Sono importanti siala riapertura della chiesa che la Visita pastorale, e in questa Santa Messavogliamo chiedere al Signore di farci vivere nella gioia i vari momenti chein questi giorni avremo l’opportunità di realizzare.

3. È bello parlare della Visita pastorale alla luce della Parola di Dioche abbiamo ascoltato. Essa ci dà tanta fiducia, tanta speranza. Nellaprima lettura (Is 35,1-6a.8a.10) il profeta ci dice: «Coraggio, non temete,ecco il nostro Dio; egli viene a salvarci�». La Visita pastorale è segno dellavenuta e della costante presenza del Signore.

Ho la gioia di rendermi disponibile a Lui che vuole visitare in manie-ra particolare questa comunità parrocchiale. Vi chiedo di accompagnarmicon la vostra preghiera, non soltanto durante questi giorni, ma sempre,perché possa svolgere il servizio che Egli mi ha affidato: assieme ai sacer-doti, rendere presente Gesù buon Pastore; amare come Egli ci ha amato;servire come Egli ha servito.

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4. Il Signore è con noi e opera sempre meraviglie; ci chiede di lasciar-lo agire in noi, come ha fatto la Vergine Santissima. Noi abbiamo la con-sapevolezza di essere poveri e fragili; se accogliamo la forza del Signore eGli permettiamo di agire in noi, veramente si realizzeranno cose belle egrandi ed anzitutto la pace nel nostro cuore. Attorno a noi daremo pace,amore, solidarietà; ci metteremo sempre più insieme e saremo sempre piùla comunità dei discepoli di Gesù. Viviamo questi giorni accogliendo ilforte invito del Signore: coraggio!

5. Il Signore ci rivolge un’altra parola tramite San Giacomo (11,2-11), che noi vogliamo sperimentare in maniera particolare durante laVisita pastorale: «Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore».

Noi siamo il popolo, la comunità che va incontro al Signore. Trapoco, nella professione di fede, ancora una volta proclameremo che Egliritornerà. Continuamente sottolineiamo questa verità: il Signore è venu-to, viene, ritornerà e noi attendiamo il suo ritorno con costanza.

Lo dimostreremo impegnandoci a mantenere i buoni propositi congli altri. Non dobbiamo arrenderci. Poco alla volta ci riusciremo!

6. Con tale fedeltà potremo anche sintonizzarci all’impegno cheattualmente viviamo come comunità ecclesiali italiane.

Come sapete in questo decennio le Chiese d’Italia si confrontano sulproblema dell’educazione: Educare alla vita buona del Vangelo. L’emergen-za educativa, prima di riguardare i ragazzi, riguarda noi adulti. Qualeesempio diamo ai ragazzi?

San Paolo diceva ai cristiani di Corinto: «fatevi miei imitatori, comeio lo sono di Cristo». Noi educatori possiamo dire questo ai ragazzi? Comesacerdoti, come genitori, come educatori, come adulti in genere abbiamoquesta grande responsabilità. Ecco perché dobbiamo essere coerenti ecostanti nel bene.

7. La Visita pastorale dovrà essere una bella occasione per ricaricarcidi coraggio, per accogliere la forza del Signore che ci spinge “a più fervidatestimonianza evangelica”. Per questo stiamo ascoltando la sua Parola, perquesto ci nutriremo del Pane della vita; per continuare il nostro cammino,per essere rinforzati, per ricevere il dono dello Spirito Santo. Ogni volta

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che partecipiamo alla Santa Messa, il Signore ci dà sempre il dono delloSpirito Santo che ci illumina, ci fortifica, ci consola, ci lavora affinchèdiventiamo sempre più suoi testimoni. Diventiamo sempre più la Sua pre-senza in questo territorio con la realtà vera di questo quartiere, dove cisono tante cose belle ma dove non mancano le difficoltà. La Visita pasto-rale ci aiuterà a conoscere meglio tutto questo per farci crescere così, comeoggi il Signore ci chiede, con coraggio; farci camminare sempre con que-sta fortezza che egli ci dà, con la costanza, la coerenza in cui noi vogliamosempre più crescere.

Guardiamo alla Vergine Santissima per avere un modello da poterimitare: chiediamo a Lei di farci vivere con particolare abbondanza di frut-to la Visita pastorale che con questa Santa Messa iniziamo.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

Intervento conclusivo del Padre Provinciale, fra’ Luigi Saladdino3

Eccellenza Reverendissima,

Il parroco, Padre Teodoro, ha voluto che, in questo giorno storico perla comunità parrocchiale del Sacro Cuore ai Cappuccini, si rendesse pre-sente il Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia diMessina. Ho accettato con gioia e volentieri.

Desidero significarLe, anche a nome dei Frati presenti in questa fra-ternità e di tutti gli altri che sono presenti in questa gloriosa Chiesa diCatania di cui Lei è Pastore saggio e guida illuminata, la mia devozione e lamia stima.

Il nostro Padre Francesco ci ha lasciato, nel suo testamento breve, unastupenda eredità: «I frati si amino e rispettino l’un l’altro; amino e rispet-tino sempre la santa povertà, nostra signora; siano sempre lealmente sot-tomessi ai prelati e a tutti i chierici della Santa Madre Chiesa» (FF 1564).Per Francesco e anche noi Frati Minori Cappuccini, il Vescovo è «padre esignore».

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3 Testo non rivisto dall’autore.

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Frate Leone, autore dello Specchio di perfezione, racconta, con parolesemplici, la relazione di Francesco con il Vescovo di Assisi nei primi passidella sua vocazione: «Agli inizi della mia nuova vita, quando mi separai dalmondo e dal mio padre terreno, il Signore pose la sua parola sulle labbradel Vescovo d’Assisi, affinché mi consigliasse saggiamente nel servizio diCristo e mi donasse conforto. Per questa ragione e per altre eminenti qua-lità che riconosco nei prelati, io voglio amare, venerare e considerare mieisignori non soltanto i Vescovi, ma anche gli umili sacerdoti» (FF 1562).

Eccellenza, la Visita pastorale a questa comunità coincide con il com-pletamento dei lavori di restauro del prospetto e del pavimento della chie-sa. Non era nelle nostre possibilità sopportare la spesa occorrente perriportare allo splendore originario il prospetto della chiesa. Ma con l’aiu-to della Provvidenza che è passata anche dalle sue mani, con l’impegnodell’impresa Pyramis Costruzioni, abbiamo consegnato al quartiere e allacittà il prospetto in stile neoromanico di questa chiesa costruita per l’ope-rosità del frate cappuccino Padre Alessandro da Viagrande, figlio di questaChiesa, tra il 1887 e il 1898.

Adesso il prospetto è ritornato splendente come 112 anni orsono.Il prospetto restaurato splende in questo quartiere bisognoso di luce,

di resurrezione, di gioia e di bellezza. Scriveva Peppino Impastato giorna-lista nostro conterraneo, che lottava contro il degrado, la delinquenza e lacriminalità: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’ar-ma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà».

Ho notato che per ammirare il prospetto è necessario alzare lo sguar-do verso l’alto; mi auguro che alzando lo sguardo verso l’alto si intravedala bellezza di Dio che è la bellezza, che è la verità, che è il tutto per l’uo-mo.

Il Papa Benedetto XVI nell’incontro con gli artisti il 21 novembre del2009, a conclusione del suo intervento si augurava: «Ci aiuti il Signore ariscoprire la via della bellezza come uno degli itinerari, forse il più attraen-te ed affascinante per giungere ad incontrare ed amare Dio».

Così sia!Grazie al Datore di ogni bene e grazie a tutti coloro che, con le diver-

se competenze, hanno contribuito a far splendere il prospetto della chiesadel Sacro Cuore ai Cappuccini nuovi.

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Stralci dell’intervento conclusivo dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Ringraziamo il carissimo Padre Provinciale per la presenza e per laparola che ci ha rivolto. Lo ringrazio per aver sottolineato cosa significavaper Francesco il rapporto con il Vescovo e cosa significa oggi, per i suoidiscepoli, vivere quella intuizione.

San Francesco, quando parla di “signore” e di rispetto, si riferisce allostile del Signore; quindi, per un Vescovo ascoltare quello che San Fran-cesco chiedeva significa essere signore come nostro Signore Gesù che ci hadetto: “chi è il primo diventi servo”! Per questo chiedo una preghiera perme, vostro Vescovo, e per tutti i carissimi sacerdoti, perché nelle nostrecomunità possiamo svolgere questo servizio come Gesù ci ha insegnato, ciha dato l’esempio e che noi dobbiamo tenere sempre presente.

Ricambio gli auguri affettuosi per il carissimo Padre Provinciale, pertutti i carissimi Padri Cappuccini qui presenti, per i sacerdoti e per tuttivoi. Sin da adesso porgo l’augurio più affettuoso di vivere con gioia il santoNatale. La benedizione che adesso vi do, insieme ai sacerdoti, vi preparianche a vivere bene il mistero dell’amore di Dio: Dio che si fa come noiper darci la possibilità - come talvolta cantiamo - di diventare come Lui edi amare gli altri come Lui ama noi.

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Ore 9.30 - Presidio ospedaliero

VISITA ALL’OSPEDALE “VITTORIO EMANUELE”

Alle 9.30, l’Arcivescovo, accompagnato dal parroco, visita l’Ospedale“Vittorio Emanuele”.

Qui viene ricevuto dal Direttore generale, dall'assistente religioso, daimedici, infermieri, degenti e familiari. Ricevuti i saluti di accoglienza deipresenti ed aver pregato insieme a loro (Eb 13,7-9.17-18.20-21 e Sal 22),rivolge loro il seguente messaggio pastorale.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Carissimi fratelli Sacerdoti,signor Direttore Generale, Collaboratori nella direzione e nell’ammi-nistrazione di questo ospedale,signori Medici ed Infermieri,carissimi Degenti, Pazienti, Familiari,Fratelli e Sorelle,

1. Sono particolarmente lieto, nell’occasione della Visita pastoralealla parrocchia dei Padri Cappuccini, di svolgere anche una visita in que-sto luogo dove si incrociano scienza e arte medica, fragilità dell’uomo ecura, condizioni che hanno come punto riferimento la persona umanavista nel momento particolare in cui «si può attraversare la valle oscura»(Sal 22) della sofferenza e delle difficoltà, ma con la certezza luminosa edincoraggiante di sperimentare la presenza di Gesù Buon Pastore.

2. Il brano della Lettera agli Ebrei appena proclamato (13,7-9.17-18.20-21) illustra esattamente la configurazione di Gesù «Pastore grande,Pastore buono» che ha dato la sua vita, ha amato sino a fine e che il Padre«ha ricondotto dai morti», Egli è il “Vivente”! Noi facciamo riferimentoessenziale a Gesù crocifisso, risorto e vivente. È questo il legame indispen-sabile: siamo cristiani perché ci riferiamo a Cristo e lo consideriamo nostro

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Pastore, Colui che ci guida, perché realizziamo il progetto del Padre. Ilriferimento a Cristo ci purifica con il suo sangue e, col dono dello Spirito,ci rende idonei a compiere questo progetto: vivere come il Padre desiderada noi, vivere come fratelli.

3. Il Buon Pastore vuole essere reso presente attraverso il ministerodel Vescovo e dei sacerdoti. Non si tratta di un privilegio né di una condi-zione di onore, ma di una responsabilità: noi vegliamo sul popolo santo diDio e dobbiamo renderne conto.

Come rappresentante del Signore Buon Pastore, sono qui a visitarequesta comunità dove il legame con il Cristo sofferente viene vissuto inmaniera particolare, ma anche dove si può vivere la speranza. Voi, fratellie sorelle che qui operate, esercitate oltre alle varie vostre competenze ancheuna forma di carità stando vicini ai degenti, mettendo a servizio degli altrii doni che il Signore vi ha elargito e la vostra competenza.

Con la Visita compio un dovere nel nome del Signore, sicuro di esse-re sostenuto anche dalla preghiera dei fratelli e delle sorelle che si ricorda-no, nella loro sofferenza, anche del Vescovo, dei sacerdoti e di tutta laChiesa. Oggi ci scambiamo reciprocamente questo dono. Dopo mi reche-rò anche a casa di alcune persone ammalate.

Nel testimoniare l’amore che il Signore ha per questi fratelli e questesorelle, che sono più uniti a Lui attraverso la prova della sofferenza, desi-dero infondere loro speranza e fiducia; ma chiederò anche una preghieraper tutta la Chiesa e per l’intera umanità, affinché possiamo realizzare l’in-tima comunione a Cristo, che è sempre con noi: lo è stato ieri, lo è oggi elo sarà sempre (come sottolinea l’autore della Lettera agli Ebrei).

Viviamo con questo spirito il momento della Visita pastorale.

4. Ringrazio per l’accoglienza, ringrazio voi responsabili per quelloche qui operate, auguro ai cappellani di poter sempre svolgere l’abitualeservizio della Chiesa a favore degli ammalati. Ringrazio Padre PierluigiCastorina, Padre Salvatore e anche Padre Giovanni Crisostomo, che hafinito qui il suo servizio. Auguro loro di svolgere con grande consapevo-lezza e amore il servizio speciale loro affidato. Auguro che, attraverso que-sto servizio, le persone qui degenti possano essere sollevate nel corpo enello spirito.

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Auguri per la vostra attività e, nel nome del Signore, proseguiamotutti nel nostro servizio.

Alle 11.00, l’Arcivescovo, accompagnato dal parroco e dai ministristraordinari della distribuzione dell’Eucaristia, visita alcuni fratelliammalati.

Ore 18.00 - Parrocchia Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini

salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Intervento della segretaria del Consiglio Pastorale Parrocchialesignora Rosanna Castro

Il Consiglio pastorale parrocchiale, unitamente al Consiglio affarieconomici, riuniti oggi in seduta congiunta, in occasione della Visitapastorale, porgono con gioia il loro cordiale e filiale saluto all’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina, nostro Padre e Pastore, venuto a incoraggiare erinvigorire le nostre energie alla luce del Vangelo ed indicare nuovi oriz-zonti alla comunità.

Ci siamo preparati a questa Visita con la preghiera e la riflessione.La nostra comunità parrocchiale è guidata dal 2002 dal parroco Padre

Teodoro Di Bella che con amorevole affetto si prende cura del gregge cheGesù nostro Signore gli ha affidato, non facendo mancare ogni sorta diaiuto, da quello spirituale e morale a quello materiale, per i tanti bisogno-si che bussano continuamente alla porta e al suo cuore. La gente umile epovera ha sempre trovato nei cappuccini - chiamati dovunque “frati delpopolo” - accoglienza, interessamento e amore.

Il Consiglio pastorale parrocchiale è formato da rappresentanti deicatechisti, dei gruppi laicali e dalle religiose, che nel corso degli anni sisono succeduti.

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Ciascun componente del Consiglio ha accolto le proposte dell’Ar-civescovo e del parroco, impegnandosi ad offrire il proprio servizio e lapropria competenza nello spirito della sinodalità, lavorando in piena ami-cizia e nell’ascolto reciproco, proponendosi di ricercare e discutere, attra-verso il dialogo rispettoso e insieme critico, soluzioni concrete per il benedella comunità, facendo appello alla luce dello Spirito.

In questo ultimo periodo ci siamo incontrati diverse volte, impegna-ti a rispondere al Questionario pastorale. La relazione, stilata dal parroco,è frutto della nostra riflessione.

In essa - con intelligenza critica - abbiamo evidenziato le emergenzee le positività in seno alla nostra comunità parrocchiale e ricercare soluzio-ni atte ad un nuovo slancio pastorale.

La nostra comunità, sita in questo peculiare territorio - come si evin-ce dalla relazione - presenta parecchie problematiche economiche (pover-tà di tante famiglie), familiari (la piaga delle convivenze e delle separazio-ni) ed ecclesiali (genitori poco partecipi nella formazione cristiana deifigli). Parecchi tentativi di coinvolgimento dei genitori sono andati avuoto. Infine, il problema dei lontani, toccati in profondità dall’imperan-te secolarismo (tanti vivono come se Dio non esistesse), per i quali l’uni-ca soluzione ci sembra essere quella di rapporti esistenzialmente significa-tivi e di legami caldi.

Vogliamo, ringraziare il Signore, ed evidenziare gli aspetti positivi:Catechesi- La formazione permanente dei catechisti, anche attraverso l’utile

strumento “Dossier catechista”, che il parroco dona a tutti i cate-chisti con abbonamento annuale, e la Lectio divina.

- La catechesi del parroco, il lunedì sera per gli adulti.- L’approfondimento del mistero eucaristico (almeno tre volte in

questi anni).- Gli incontri con i genitori dei ragazzi, iscritti al completamento di

iniziazione cristiana, in un itinerario che dura cinque anni.Liturgia- Durante i periodi forti dell’Anno liturgico (Avvento, Novena di

Natale, Natale, Quaresima, Via Crucis, domenica delle Palme, tri-duo della Settimana Santa e Pasqua), il parroco con il Consigliopastorale parrocchiale, preparano con particolare cura ed attenzio-

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ne le funzioni sacre e le celebrazioni eucaristiche, coinvolgendo ilcoro e i vari gruppi presenti in parrocchia.

- La Celebrazione Eucaristica domenicale viene animata dai fanciul-li e ragazzi iscritti al completamento di iniziazione cristiana, attra-verso la preparazione scrupolosa delle letture, dei canti e dell’offer-torio. Nella processione offertoriale, i vari gruppi, ogni domenica,portano all’altare il pane, il vino, offerte per le famiglie bisognose,piccoli risparmi (salvadanai) e generi alimentari che il parrocodistribuisce ai poveri che bussano alla porta della nostra parroc-chia.

Carità- La comunità parrocchiale non ha un vero e proprio centro di

ascolto, strutturato con servizi di rete; offre comunque, grazie adalcuni volontari, supporto morale ed economico a gente prove-niente da tutti i quartieri della città. Nei periodi forti dell’AnnoLiturgico, Natale, Pasqua, festività di San Giovanni Battista, vieneorganizzato il pranzo di solidarietà. Sono le Vincenziane che pre-parano tutto, con la collaborazione di alcuni volontari. In talsenso, si sta muovendo da qualche anno anche la Confraternita diSan Giovanni Battista.

- Da poco tempo opera un Centro di assistenza fiscale (CAF), perpersone bisognose di aiuto nell’espletamento di pratiche burocra-tiche e di documenti vari.

La fraternità dei Frati Cappuccini offre alla parrocchia la chiesa, partedei locali del convento e quanto necessita per il ministero liturgico; soddi-sfa anche le spese di luce, acqua, pulizia, manutenzione ordinaria e straor-dinaria delle strutture. La parrocchia non ha risorse economiche. IlConsiglio affari economici parrocchiale attualmente non è operativo, per-ché non c’è ancora una convenzione tra la Curia Arcivescovile di Cataniae la Provincia dei Frati minori Cappuccini di Messina.

Siamo consapevoli che il cammino da percorrere è arduo e impegna-tivo. La ringraziamo per i suggerimenti illuminanti che vorrà darci e ciaffidiamo anche alle Sue preghiere, per riprendere il cammino ordinariodella vita parrocchiale in modo più consapevole e più aderente al Vangeloe realizzare quello che lo Spirito Santo ci suggerirà.

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Alcuni dei presenti intervengono per esprimere chi il rammarico peril fatto che la Curia Arcivescovile non ha contribuito per la ristrutturazio-ne della Chiesa e chi la perplessità circa la differente impostazione dellacatechesi tra le parrocchie del I Vicariato, dei tempi previsti per i sacra-menti dell’Eucaristia e della Confermazione.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Illustra l’identità dei due organismi, descrivendone i compiti ed esor-tando a valorizzare sempre più il benefico servizio che essi sono chia-mati a svolgere.

b. Alla questione sollevata nel corso degli interventi circa la mancatacollaborazione degli Uffici di curia per la ristrutturazione della chie-sa, l’Arcivescovo risponde indicando le modalità di erogazione dellesomme derivanti dall’otto per mille. Le singole situazioni di disagiovengono studiate analiticamente da parte dei responsabili degli Ufficidi curia; alle tante richieste si cerca di rispondere con i fondi derivan-ti dall’otto per mille.

c. Aggiunge il concetto che la comunione va vissuta anche attraverso lacondivisione e che la Visita pastorale deve aiutare a trovare nuoviorizzonti; conclude dicendo che nel Dopo Visita tutti devono impe-gnarsi maggiormente al fine di far funzionare bene il Consiglio pasto-rale di vicariato.

d. Al termine dell’incontro, l’Arcivescovo consegna i membri dei dueconsigli i nuovi orientamenti della C.E.I..

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Ore 19.30 - Parrocchia Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione Pastorale

«Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e miapre, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).

Le parole del Signore rivolte alla Chiesa di Laodicea che l’evangelistaGiovanni ci trasmette nell’Apocalisse, rappresentano una guida alla com-prensione del mistero di salvezza del Dio vicino che nella Nuova Alleanzasi rende visibile in mezzo al suo popolo.

Gesù Cristo, che ha piantato la sua tenda in mezzo agli uomini, sirende presente a tutti in modo ordinario e quotidiano nelle parrocchie delmondo. La parrocchia è la porta che permette facilmente all’uomo diincontrare personalmente Cristo; essa è il luogo privilegiato dell’annunciodella Parola di Dio, dove la sua voce può essere riconosciuta ed accolta: èuna voce che si fa sacramento e che interpella i vicini e i lontani dalla fede,invitandoli a vivere la vera vita, quella eterna, che si fa già presente nellastoria umana.

Riflessioni emerse negli incontri del Consiglio pastorale parrocchialesulla Nota Pastorale della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in unmondo che cambia (30 maggio 2004).

Comunità e territorioLa nostra parrocchia Sacro Cuore ai Cappuccini, posta in un territo-

rio una volta periferico e agli estremi lembi della città, oggi si trova in unaposizione topografica più centrale. L’espansione edilizia ha spostato i con-fini della città, lasciando al centro ciò che prima era periferico.

Case e abitazioni hanno subito senz’altro modifiche, ma molte sonocondannate ad essere quelle di sempre, pezzi di antiquariato che testimo-niano la povertà, la miseria, lo squallore di una situazione sociologicamen-te stridente, dove la gente quotidianamente ingaggia la lotta per la vita,

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sperimentando, in questa crisi economica, disoccupazione e sofferenzemolteplici.

La zona è sottoposta al flusso e deflusso dell’immigrazione e dellaemigrazione; nomadismo e costante mobilità, gente che va e viene, immi-grati dell’est europeo e della Colombia in cerca di lavoro e di abitazioni abasso prezzo. La maggior parte della popolazione è formata da braccianti,operai e alcuni impiegati.

Assieme ai problemi sociologici rilevati, esiste nel territorio, a brevedistanza dalla chiesa, un organismo sociale importante: l’Ospedale civico“Vittorio Emanuele”, dove c’è un alveare di vite umane, ammalati, medi-ci, infermieri, e il continuo movimento di parenti e amici, che apportanoanche benessere economico alla zona.

Ci chiediamo in maniera semplice e concreta: quale è la qualitàdella nostra presenza come Chiesa in questo territorio? Quale impegno cicontraddistingue? Siamo attenti a ciò che vive e pulsa nel territorio?

Evangelizzazione e promozione umanaIl primo compito di una parrocchia è far sentire che «passa Gesù

Nazareno», cioè essere comunità che diventa «voce di Dio» che passa.Quindi «ci viene chiesto di […] gettare le reti affinché ogni uomo incon-tri la persona di Gesù che tutto rinnova» (Comunicare il Vangelo in unmondo che cambia, paragrafo 1º). I cristiani sono una comunità di cristo-foroi, di coloro che, dopo aver accolto Cristo, lo «portano» agli altri.

Cittadini di due città - direbbero l’autore della lettera a Diogneto eSant’Agostino - ci sforziamo di ascoltare Cristo che si rivela attraverso levicende e gli eventi della storia della nostra gente.

Una comunità “a dimensione umana”, facendoci carico e affrontan-do i problemi, diversi e concreti, che vivono le persone, con un interessa-mento fattivo e con la preghiera:

– emergenze personali– posti di lavori– alimenti– medicine– bollette Enel, acqua, etc.– affitti di casa, etc. Per codeste domande, la parrocchia è l’unico punto di riferimento,

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«figura di Chiesa vicina alla vita della gente».La dimensione caritativa nella nostra parrocchia, potremmo dire che

è centrale. In prossimità del Santo Natale e della Santa Pasqua si organiz-za il pranzo di solidarietà, gestito dalle Vincenziane e di recente anchedalla Confraternita di San Giovanni Battista per famiglie bisognosesoprattutto di calore fraterno.

In riferimento all’ambito della carità si è ritenuto costituire il Centrodi ascolto volto alla conoscenza delle varie situazioni familiari.

L’invito di Giovanni Paolo II a sprigionare una nuova “fantasia dellacarità” è uno stimolo a fare sempre di più.

Nel 1976 si celebrò il convegno Evangelizzazione e promozioneumana. La Chiesa italiana volle riflettere sul modo di porsi nel mondo elo sintetizzò in questa formula: «Portare l’annunzio del Vangelo e promuo-vere le persone umanamente». Non c’è vera evangelizzazione senza promo-zione umana perché il Vangelo è forza che salva e libera la persona umananella sua totalità.

Il richiamo alla dimensione missionaria, comporta delle relazioni esi-stenzialmente significative, legami “caldi”, come l’amicizia. L’amicizia èl’humus della comunità cristiana. È nelle relazioni significative che si crea-no legami, dialogo, comunicazione su temi che toccano la dimensionereligiosa dell’esistenza, su eventi forti dell’esperienza umana (nascita,morte, sofferenza, problemi familiari affettivi ed educativi).

Dove ci si sente accolti e ascoltati «negli interrogativi che toccano lestrutture portanti dell’esistenza: gli affetti, il lavoro, il riposo», è più facileche avvenga una trasformazione. Tali dimensioni sono essenziali perché loSpirito possa agire nel cuore dell’uomo suscitando inquietanti interrogati-vi.

Il dialogo, che nasce da uno sguardo caldo e accogliente, non puòridursi a invito a partecipare alla Santa Messa domenicale e agli incontridi formazione, ma prioritariamente si fa cammino attento all’uomo e aisuoi problemi. Senza uno stile di vicinanza, la comunità cristiana nonattrae. Si tratta comunque di saper «offrire una coraggiosa testimonianzae un annuncio credibile della verità che è Cristo» (Il volto missionario delleparrocchie in un mondo che cambia), provocando domande dove esse tac-

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ciono e operando con coscienza critica, contrastando risposte quandosono in opposizione al Vangelo.

Indubbiamente vi sono delle difficoltà che investono l’azione pasto-rale nella nostra parrocchia, soprattutto nella sua dimensione ad extra:

– Il crescente contesto di scristianizzazione: persone che vivono nellapiù totale indifferenza religiosa, non interessate a ragionare sullafede, su Dio, sul senso profondo della vita.

– L’interruzione della traditio fidei all’interno delle famiglie tra unagenerazione e l’altra (convivenze e famiglie squinternate a causa didivorzi).

– Povertà mentale dovuta a mancanza di cultura e a mentalizzazio-ne televisiva, che offre un distorto senso della vita.

– In ultimo, e facciamo autocritica, non esercitiamo attrattiva, inalcuni, perché tra ciò che celebriamo e ciò che viviamo non c’è avolte continuità.

Dobbiamo crescere nella consapevolezza che tutti, come Chiesa diGesù Cristo, siamo responsabili del Vangelo e della sua comunicazione,approfondendo la Parola di Dio, con la Lectio divina, per essere «luce delmondo e sale della terra».

Iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazziCon «l’iniziazione cristiana la Chiesa madre genera i suoi figli e rige-

nera se stessa» (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia,n. 6), «c’è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede» (Ibidem).

Il primo annuncio è il cuore della evangelizzazione e della missiona-rietà, è la prima essenziale operazione: la semina. Si tratta di seminare nelcuore del fanciullo il messaggio evangelico, facendolo percepire comegrande dono da accogliere: Gesù, figlio di Dio e di Maria, Salvatore,Liberatore e Risorto, il quale ama immensamente l’uomo.

Il portare alla convinzione di essere amati da Lui e che la vera gioiasta nell’essere suoi amici, questo è l’obiettivo da raggiungere.

In un momento di verifica pastorale, fatta dal Consiglio pastoraleparrocchiale, si è sottolineata, negli anni passati, dietro indicazioni detta-te dalla C.E.I. e dal nostro Arcivescovo, l’esigenza di un rinnovamentodella catechesi di iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazzi della nostra

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comunità, un cambiamento di impostazione:– La recezione dei sacramenti di iniziazione cristiana, la

Confermazione e l’Eucaristia, dopo un itinerario di cinque anni.– Il coinvolgimento dei genitori.– L’inserimento di contatti pratici con la vita parrocchiale.Tale impegno è affidato agli animatori della catechesi, dal parroco e

dalla comunità e a nome della comunità. L’attività educativa degli anima-tori parte:

– Dall’esperienza di vita dei ragazzi.– Il libro a cui fanno riferimento è il libro della Parola di Dio, i cate-

chismi della C.E.I..– Il parroco fa dono dell’abbonamento alla rivista “Dossier catechi-

sta”, strumento preziosissimo, ricco di sussidi.– Partecipazione attiva alla celebrazione festiva della Santa Eucaristia

domenicale (i catechisti, insieme con il parroco, introducono iragazzi dentro la vita liturgica, e spiegano il significato di ciò chesi ascolta, si fa e si vede).

– Celebrazioni in attesa del Natale e costruzione del presepe in tuttele aule catechistiche.

– Via Crucis animata dai fanciulli e ragazzi.– Avvento e Quaresima di solidarietà attraverso i salvadanai.– Si dà importanza al coinvolgimento dei piccoli segni e gesti di fra-

ternità e di carità (per iniziativa dei catechisti, nella processioneoffertoriale domenicale, i ragazzi portano sempre generi alimenta-ri per le famiglie bisognose della parrocchia).

Constatiamo, con amarezza, che le famiglie, anche quelle che hannocelebrato il sacramento del matrimonio, per la maggior parte, sono nellaincapacità di trasmettere i contenuti della fede, per ignoranza, per non-fre-quenza e per continua mobilità da un quartiere all’altro della città.

Il coinvolgimento dei genitori, quindi, come animatori partecipi eattivi nella formazione cristiana dei figli, è molto diversificato: si va da unapartecipazione attiva a una partecipazione molto superficiale. Gli incontridi formazione programmati dal parroco, vengono accolti solo da pochi,evasi dai molti, con varie giustificazioni. Siamo coscienti che l’ambiente

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culturale povero è condizionante. Lavoreremo ancora di più per un piùattivo coinvolgimento dei genitori, per far crescere in loro una coscienzacristiana che configura una esistenza cristiana.

La domenicaLa Celebrazione Eucaristica è l’ossatura portante della vita comunita-

ria. Ci si sforza di vivere secondo la domenica. È il leit-motiv delle omeliedel parroco. Vivere secondo la domenica significa assumere atteggiamentidi comunione, perdono, servizio, solidarietà, di lode e gratitudine al Si-gnore per la resurrezione di Gesù. Per i fedeli praticanti la domenica è ilgiorno del Signore e della comunità e della famiglia, da vivere nella parte-cipazione alla Santa Eucaristia, nella preghiera in famiglia e ritessendo lerelazioni al suo interno, e nella carità, che si esplica nella visita agli amma-lati e a persone sole. Prezioso è il lavoro svolto, a nome della comunità, daiministri straordinari della distribuzione della Santa Comunione, i qualiportano Gesù Eucaristia e tanto calore affettivo.

La domenica, giorno del Signore, giorno della Chiesa e dell’uomo: que-ste dimensioni sono, per tanti fedeli, minacciate in modo particolare dallaorganizzazione del lavoro. A causa del lavoro nel giorno di domenica, èimpossibile partecipare all’Eucaristia, con il rischio grave della perdita delsenso della fede.

La Santa Eucaristia, luogo in cui contempliamo il dono di amore diGesù, diviene la forza per poter fare della nostra vita un dono.

Il parroco ha tenuto negli anni passati e al presente, nell’incontro diformazione degli adulti del lunedì sera, la catechesi sulla Santa Eucaristia,approfondendo la comprensione dei gesti e delle parole della Santa Messa,per una intelligenza del mistero.

Pastorale integrataBenedetto XVI, parlando il 31 agosto 2006 ai sacerdoti di Albano,

affermava: «Dobbiamo cercare di integrare in un unico cammino pastora-le sia i diversi operatori pastorali che esistono oggi, sia le diverse dimensio-ni del lavoro pastorale affinché la parrocchia si “autotrascenda” in unduplice senso: nel senso che le parrocchie collaborano nella Diocesi, per-ché il Vescovo è il loro comune Pastore e aiuta a coordinare anche i loroimpegni; e autotrascendenza nel senso che lavorano per tutti gli uomini di

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questo tempo e cercano anche di far arrivare il messaggio agli agnostici,alle persone che sono alla ricerca».

La missionarietà delle parrocchie è legata alla capacità che esse hannodi operare nella logica della integrazione. La pastorale integrata introduceuno stile nuovo di fare pastorale, lo stile della comunione. A partiredall’Eucaristia sorge la necessaria apertura di ogni parrocchia: la parrocchianon può essere Chiesa di Dio isolatamente.

Insieme per una incisiva animazione pastoraleIn questo senso il nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina ha

dato delle direttive chiare per il nostro I Vicariato.Nel nostro lavorare insieme a livello parrocchiale, il I Vicariato, sog-

getto di pastorale organica, ha effettuato un piccolo progetto coinvolgen-do energie di ogni parrocchia. Per una incisività di azione, forse, occorre-rebbe un progetto unitario, condiviso, organico e concreto, coinvolgendoin sinergia tutte le forze disponibili (persone e istituzioni ecclesiali, comu-nità religiose, movimenti e associazioni) operanti nel territorio, focalizzan-do l’azione su obiettivi decisi insieme, concreti, graduali e praticabili.

Per promuovere lo spirito di comunione e migliorare l’efficacia pasto-rale dell’intero Vicariato, le prime attività da realizzare potrebbero essere leseguenti:

– catechesi battesimale– catechesi agli adulti– formazione dei catechisti– preparazione al matrimonio (fidanzati), pastorale familiare (sposi)– attività caritative– preparazione ai sacramenti della iniziazione cristiana per adulti– riqualificazione degli operatori pastorali impegnati nei vari cam-

mini educativi

Le attività verrebbero scelte con gradualità e nel rispetto delle esigen-ze delle singole parrocchie. Nei Vangeli e nelle lettere di San Paolo c’è unabreve parola in greco: sjn. Questo vocabolo in italiano vuol dire: essere con,essere uniti. Questa parola biblica ci ricorda che lo Spirito Santo dà una ric-chezza di doni alla sua Chiesa, ricchezza di carità, di fede, di dialogo, disostegno reciproco. Se siamo capaci di far confluire questa ricchezza di

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doni nell’unità, allora costruiremo una Chiesa che è veramente comunio-ne e partecipazione.

Consapevoli che Dio agisce nella Chiesa e nella storia, è doveroso peri presbiteri e per tutti gli operatori pastorali, aver fiducia nell’efficacia dellaGrazia di Dio che anche oggi ci accompagna e può raggiungere il cuoredelle persone, pur se apparentemente indifferenti o lontane ed operare inesse conversioni ed adesioni alla fede insospettate e sempre sorprendenti.

Le riflessioni del parroco e del Consiglio pastorale parrocchialerimangono evidentemente aperte ad ulteriori riflessioni e proposte che, insede di Visita pastorale, certamente saranno offerte dall’Arcivescovo,nostro Pastore e Padre.

Tale relazione è stata redatta alla luce delle riflessioni emerse nei variincontri del Consiglio pastorale parrocchiale in vista della Visita pastoraledel nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina.

PADRE TEODORO DI BELLA

E IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Alcuni dei presenti hanno espresso gratitudine al Signore per il donodella Visita pastorale, apprezzamento per la vicinanza mostrata dall’Ar-civescovo in questa occasione e augurio di altre visite in futuro.

Sintesi dell’intervento di Mons. Carmelo Smedila, Vicario foraneo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sottolinea una citazione di Padre Teodoro sulla “pastorale integrata”ed esprime il suo desiderio di cominciare subito a lavorare insieme, le par-rocchie con i loro catechisti, operatori pastorali, etc. Sono state attivatedelle commissioni che si riuniranno per concretizzare quanto fin’ora è

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stato proposto (già per l’indomani sera era stato previsto un incontro ditutti i gruppi ecclesiali del I Vicariato).

La Visita pastorale - dice - ci ha dato la possibilità di “scoprire” i donidi Dio con le verifiche e le riunione propedeutiche. Ringrazia l’Arcivesco-vo per essere stato fra loro come “parroco tra i parroci”.

Intervento di Don Pietro Longo, Vicario episcopale per la pastorale(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Esprime la sua perplessità per quello che lui ritiene essere stata unariunione partecipata ma “timida”; non bisogna avere timore perché ilVescovo non viene ad “ispezionare” ma a parlare, conoscere, prendere con-fidenza e crescere nella comunione. I sacerdoti, infatti, gioiscono nel vede-re i laici “adulti” nella fede, “corresponsabili” e non manovali. Oggi biso-gna puntare più sulla formazione dei genitori che dei fanciulli, perchéabbia fine la mentalità di delega alla Chiesa. A tale scopo, per “formare iformatori”, oltre alle catechesi del parroco, sono a disposizione gli Ufficidella curia per la costituzione di Scuole di formazione a livello diVicariato, con incontri da concordare a richiesta.

Stralci dell’intervento dell'Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

1. Questa sera stiamo vivendo una bella esperienza e dobbiamo ringra-ziare il Signore. In passato c’erano altre forme di incontro. Oggi laChiesa insiste molto su questo senso di corresponsabilità: vescovi,parroci e laici dobbiamo sentirci tutti responsabili della comunità,ciascuno col proprio ruolo. Qui a Catania per tanti secoli non ci sonostate le parrocchie; il vescovo di Catania si fregiava del titolo di unicoparroco di tutta la Diocesi; una situazione particolare per motivi par-ticolari. C’erano le Chiese curate che, praticamente, erano parrocchie,benché chi ne aveva la responsabilità era formalmente Vicario del-l’unico Vescovo parroco. Col tempo, tutto questo è cambiato: oggiogni parrocchia ha il proprio parroco che ne è il responsabile, pasto-re della comunità, in comunione con il Vescovo che lo nomina.

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La corresponsabilità si fonda sulla comunione. Io vescovo lo sono congli altri Vescovi e con il Papa e come il Papa non annulla la responsa-bilità dei Vescovi nelle singole diocesi, così il Vescovo non annulla laresponsabilità dei Parroci nelle singole parrocchie. Infine, i Parrocinon annullano la responsabilità dei fedeli a loro affidati. Ciascunodeve vivere questa corresponsabilità, perché tutti riceviamo donidiversi dal Signore da mettere insieme per l’utilità della comunità. LaVisita pastorale serve anche a sottolineare tutto ciò.

2. L’esperienza di questa sera si può e si deve ripetere: continuate nellostile della assemblea pastorale! Ci devono essere momenti come que-sto, anche a livello di Consiglio pastorale parrocchiale. Ciascuno diail suo contributo, ma senza la pretesa di far prevalere la propria posi-zione sugli altri; bisogna accogliere sempre le opinioni degli altri,senza assumere posizioni preconcette.

3. Lo scopo dell’incontro di questa sera è l’ascolto della relazione diPadre Teodoro. Ancora una volta ho avuto la conferma che Egli è unparroco di “alta qualità”. Ha interpretato in maniera dotta e cultural-mente elevata quello che voi avevate detto nei precedenti incontri; neha fatto una vera trattazione, che può servire come un’occasione perriflettere e per parlare; un lavoro di sintesi particolarmente elevato.Quello che Egli ha scritto, però, deve essere poi ripreso con tutta laricchezza delle sue osservazioni, perfettamente condivisibili.

4. L’incontro con l’Arcivescovo dà l’opportunità di focalizzare le cosesulle quali avete riflettuto nel tempo della preparazione. Nel tempodel Dopo Visita, bisogna che la gioia dell’incontro sia continuata, siaa livello parrocchiale che a livello vicariale. La parrocchia non deverestare chiusa in se stessa perché fa parte del Vicariato ed il Vicariatofa parte della Diocesi. Lavoriamo sapendo che siamo chiamati adassociarci all’azione del Signore: Lui agisce in noi, noi collaboriamocon Lui e tra di noi. Allora la Visita pastorale sarà un grande dono delPadre per la nostra Chiesa.

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Ore 9.00

VISITA ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO “GIOVANNI PAOLO II”

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo

1. Vive in una casa insieme ad altri vescovi?2. Come si chiama il suo cappello?3. Cosa vuol dire Chiesa locale?4. Che significa Visita pastorale?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia il Signore e le persone che lavorano nella scuola e si pren-dono cura dei bambini, per la loro crescita e formazione umana.

b. Spiega cosa significa la Visita pastorale e come essa si svolge.

c. Chiarisce il concetto di Chiesa locale e universale, il diritto di espri-mere la propria fede - anche se diversa - ed il dovere di rispettare tutti.

d. Esplicita i concetti di territorio, parrocchia, diocesi, etc.

e. Chiama “berretta” il suo cappello (l’Arcivescovo - dice - è venuto in“alta uniforme” in loro onore); poi cita la mitria e lo zucchetto, qualisegni di riconoscimento episcopale.

f. Descrive la casa (Arcivescovado) dove vive, con le suore e il segreta-rio, gli uffici, etc. I sacerdoti, invece, vivono nelle loro case o parroc-chie.

L’incontro si conclude con l’augurio natalizio da parte della Preside, larecita di una poesia da parte dei bambini ed un canto finale.

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Ore 11.00

VISITA ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO “COPPOLA”

L’Arcivescovo incontra la Preside (Dott.ssa Mariangela Caraffo) inpresidenza e poi riceve l’accoglienza degli studenti, nell’Auditorium, con:

- Canto iniziale;

- Coreografia natalizia ad opera dei ragazzi del I ciclo della Scuola ele-mentare;

- Lettura del brano di Paolo VI Ogni uomo è mio fratello:La pace vera deve essere fondata sulla giustizia, sul senso dell’intan-gibile dignità umana, sul riconoscimento d’una felice eguaglianzafra gli uomini, sul dogma basilare della fraternità umana. Cioè delrispetto, dell’amore dovuto ad ogni uomo, perchè uomo. Erompela parola vittoriosa: perchè fratello. Fratello mio, fratello nostro.Anche questa coscienza della fraternità umana universale procedefelicemente nel nostro mondo, almeno in linea di principio. Chi faopera per educare le nuove generazioni alla convinzione che ogniuomo è nostro fratello costruisce dalle fondamenta l’edificio dellapace. Chi inserisce nell’opinione pubblica il sentimento della fra-tellanza umana prepara al mondo giorni migliori.

- Lettura della preghiera di Giovanni Paolo II Vivi nel cuore dell’uomo:Asciuga, bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!Accarezza il malato e l’anziano!Spingi gli uomini a deporre le armie a stringersi in un universale abbraccio di pace!Invita i popoli, misericordioso Gesù,ad abbattere i muri creatidalla miseria e dalla disoccupazione,dall’ignoranza e dall’indifferenza,dalla discriminazione e dall’intolleranza.Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,che ci salvi, liberandoci dal peccato.

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Sei Tu il vero ed unico Salvatore,che l’umanità spesso cerca a tentoni.Dio della pace, dono di pace per l’intera umanità,vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia!Amen!

- Lettura di uno scritto di Madre Teresa di Calcutta:La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati nè amati,il sentirsi abbandonati.Vi sono molte persone al mondo che muoino di fame,ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore.Ognuno ha bisogno di amore.Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato,e di essere importante per Dio.

- Lettura di una poesia inedita di Christian Barbera, La vita:La vita è strana, non la puoi capire, non sai, non immagini dove sarai fra una settimana, fra un mese, fra un anno. La vita è una grande avventuradi luce e di buio, ma non devi arrenderti mai perché la vita è un percorso di obiettivi: se cadi a terra non significa che non sei un campione, ma sei un campione se trovi la forza per rimetterti in piedi,per combattere, per difendere i tuoi sogni. Una persona ti accoglie per come sei fuori e dentro. La vita è un mistero e solo tu puoi scoprirlo.La vita è attenzione, trova pace dentro di te. Nella vita sii una persona dolce, calma, tranquilla, che sa amare,una persona con la quale si possa parlare, altruista e istruita. La vita è amore. La vita è il tuo amore donato alle persone

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che ne hanno bisogno. La vita è già scritta nel tuo destino: Vivila dandole un senso, una direzioneperché solo tu della tua vita sei padrone.Guarda l’orizzonte e della tua barca tu sei al timone.

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo

1. Da quanto tempo è Arcivescovo?

2. Ti piace fare il Vescovo?

3. Ha visto tutti i sacri luoghi dove è stato Gesù?

4. Come si è sentito quando è stato ordinato Vescovo?

5. Qual è per Lei il momento più bello della Santa Messa?

6. Fin da piccolo volevi fare l’Arcivescovo?

7. Caro Vescovo è mai stato a vedere il Papa?

8. Come si diventa Arcivescovo?

9. Che lavoro svolge un Vescovo?

10. Perchè il mondo è così crudele?

11. Quale messaggio può dare a noi adolescenti?

12. Perchè ha deciso di fare il Vescovo, anzichè condurre una vitacomune?

13. Perchè si dice sempre che a Natale si deventa più buoni?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Saluta tutti i presenti: i bambini, gli insegnanti, la Preside ed i fami-liari.

b. Sottolinea il valore del Natale, anticipato come promessa nel libro delprofeta Isaia.

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c. Risponde alle domande rivoltegli e lascia ai bambini un messaggio dipace e di bene.

d. Augura a tutti un buon Natale e dona un volume sul barocco.

Ore 12.00

VISITA ALL’ISTITUTO “SACRO CUORE”DELLE SUORE BETLEMITE - SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE

L’Arcivescovo viene accolto dai bambini, dal corpo insegnante e daalcuni genitori con un canto iniziale. Segue il saluto da parte di unaSuora che porge il benvenuto da parte della Superiora della comunità- Suor Anéd Diaz - attualmente in Colombia.

Saluto di benvenuto da parte di una Suora

Eccellenza Reverendissima Mons. Salvatore Gristina,Arcivescovo di Catania,

A nome di Suor Aned Diaz, Superiora della Comunità betlemita eresponsabile di questa Scuola Sacro Cuore, attualmente in Colombia, perlo visita alla sua famiglia, le esprimiamo vivamente il nostro commossograzie.

La Sua venuta nella nostra scuola ci ha insigniti di un onore grandis-simo, consideriamo lo sua presenza, qui tra noi, un dono, perché, data locircostanza della Visita pastorale, evento di grazia, siamo fortemente con-vinte che oggi, più che mai, Cristo è in mezzo a noi, per rendere più spe-dito il nostro cammino a Betlemme!

«16 dicembre 2010»! Allorquando lo liturgia dell’Avvento sembra avvolgere il grande

mistero, un “alt” al tempo che scorre inesorabile, un “flasch” luminoso che

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arricchirà certamente lo storia di questa modesta Scuola e Comunità, diquesto quartiere povero ma che Cristo, alla sua venuta sulla terra, avrebbecertamente preferito per piantare lo sua tenda.

Grazie di cuore Eccellenza per essere qui; goda, sebbene per pochis-simo, della presenza di questi meravigliosi bambini, del corpo insegnantee di alcuni genitori che l’hanno atteso con simpatia per esprimerle consemplicità, ma con tanto amore il loro benvenuto.

Grazie.

Saluto di benvenuto da parte di un’Insegnante

Eccellenza Reverendissima,

Le do anch’io il benvenuto nel nostro Istituto, a nome mio e dellealtre insegnanti che come me hanno la fortuna di lavorare fianco a fiancocon le suore betlemite.

Intanto, mi presento. Sono, appunto, una delle maestre di questascuola e vorrei oggi portare la testimonianza della mia presenza tra loro.Premetto che anch’io sono stata alunna tra questi banchi e proprio qui hoiniziato il mio cammino di fede, la mia conoscenza di Cristo, guidata dalcarisma betlemita, tutto racchiuso nella grotta di Betlemme, ma ancheproteso verso la croce e la gloria finale di Gesù. Anche i miei figli oggi fre-quentano questo Istituto, e non per comodità, perché nei dintorni nonmancherebbero certamente le istituzioni scolastiche, ma perché sono pro-fondamente convinta del valore educativo di questo carisma.

Qui, in questi luoghi da cui non mi sono mai veramente allontanata,ho imparato a mettermi al servizio dei fanciulli, della loro educazione edella loro crescita. Grazie all’esempio delle suore betlemite, ho capito cheessere insegnante non è semplicemente trasmettere il sapere, pur cosìimportante nella nostra società, ma è anche e soprattutto aiutare questibambini a diventare uomini e donne responsabili, completi, onesti, forti,in un mondo che li vorrebbe deboli, facili prede del consumismo e dei falsivalori del denaro. Vede, Eccellenza, la nostra è una scuola semplice, senzagrandi pretese, ma io trovo che essa sia un punto di riferimento irrinun-ciabile per chiunque vive in questo quartiere. Anche passando per la stra-

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da, sapere che qui ci sono le suore betlemite, sempre così accoglienti edisponibili, dona un po’ di serenità e speranza in tempi così difficili pertutti.

Penso di parlare a nome delle altre insegnanti e anche della mammedegli alunni di questa scuola quando dico che questo istituto è davvero undono di Dio per il nostro quartiere. Nel silenzio e nella laboriosità di ognigiorno in esso di lavora alla costruzione del Regno di Dio più di quanto sipossa immaginare. Voglio cogliere l’occasione per ribadire un pensiero chegià in altre occasioni ho avuto modo di esprimere: vivere a stretto contat-to con questa comunità, ha fatto di me un’insegnante, una madre e unapersona sicuramente migliore, cosa che auguro a tutti i bambini che pas-seranno per i banchi della nostra scuola.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo:(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Augura buon Natale, ai bambini, alle suore, alle insegnanti, allemamme ed alle nonne presenti

b. Sottolinea che Gesù ci ama: è stato bambino anche Lui; è cresciuto;ha fatto il bene; è stato respinto, ucciso, ma è risorto e vivo.

c. Invita, infine, tutti i bambini presenti ad accogliere Gesù ad esserepiù buoni ed ubbidienti.

Riceve quindi il saluto da parte di un insegnante, che è stata anche leialunna in quella Scuola ed i cui figli oggi la frequentano.L’incontro si conclude con un canto finale. Lascia alle suore, comericordo, un volume sul Barocco.

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LetteraConclusiva

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Carissimo Padre Teodoro,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia SacroCuore ai Cappuccini .

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 12, 13 e 16 dicem-bre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel I Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

Lettera conclusiva

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3. Circa la preparazione della Visita pastorale tu stesso e la Segretariadel Consiglio Pastorale parrocchiale avete sottolineato che la Comunitàparrocchiale l’ha vissuta nella preghiera ed anche con riunioni ad hoc delsuddetto organismo.

Da tali riunioni hai ricavato la splendida ed articolata Relazione lettadurante l’Assemblea pastorale del tredici dicembre.

La Segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale descrive ampia-mente il metodo seguito nelle suddette riunioni, di cui però non esiste ver-bale. Nel caso che la parrocchia non fosse fornita del libro delle adunanzedel Consiglio pastorale, è bene provvedere ad iniziarlo anche per non per-dere le tracce di quanto pensato e deciso “nello spirito della sinodalità,lavorando in piena amicizia e nell’ascolto reciproco”.

4. La Visita pastorale è iniziata il dodici dicembre nella III domenicadi Avvento. Ti ringrazio ancora una volta per il saluto iniziale particolar-mente ricco e toccante. Infatti, hai illustrato il significato del servizio cheil Vescovo svolge abitualmente e soprattutto durante la Visita pastorale.Hai, pure, valorizzato sapientemente il fatto che con quella CelebrazioneEucaristica veniva riaperta la chiesa dopo i lavori di restauro del pavimen-to e della facciata, ritornata così al suo iniziale splendore.

Alla celebrazione iniziale ha partecipato, con gesto di squisita atten-zione, anche il Reverendissimo Ministro Provinciale, Padre Luigi Saladinoal quale sono vivamente grato anche per le parole che ha voluto rivolger-mi alla fine della Messa.

La Visita si è poi svolta come previsto nell’apposito programma. Deitanti momenti, vorrei ricordare specialmente i seguenti.

a) Lunedì 13 dicembre ho visitato l’Ospedale “Vittorio Emanuele”,dove i Padri Cappuccini svolgono un benefico ed apprezzato serviziopastorale. Ne sono state testimonianza le espressioni di gratitudineloro rivolte dai Responsabili, dal Personale, dagli ammalati e lorofamiliari.La Visita al “Vittorio Emanuele” mi ha fatto ritornare in mente qual-che considerazione sorta in occasione di quella di pochi giorni primaall’Ospedale “Santa Marta”. Ritengo che la nostra comunità diocesa-na debba impegnarsi maggiormente nella pastorale della salute. Al

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presente, il relativo Ufficio di Curia è retto dal tuo confratello PadreCarlo Lazzaro. Per incrementare i lodevoli risultati della sua attività,è necessario coordinare meglio le tante energie disponibili in tale set-tore. Così tutti, seppure con modi diversi, opereremo in modo tale dameritare l’elogio di Gesù: “ero ammalato e siete venuti a visitarmi”. Èquasi superfluo sottolineare cosa e quanto può oggi significare questo“visitare”.

b) La Visita alle Scuole “Giovanni Paolo II”, “Coppola” e all’Istituto“Sacro Cuore” delle Suore Betlemite, come pure quella domiciliare adalcune persone ammalate, mi ha permesso di percorrere con te diver-se strade del territorio parrocchiale.È stato edificante e consolante constatare come tu e confratelli sietevicini e ben noti alla gente del quartiere: siete, come sempre attesta-to nella più gloriosa tradizione Cappuccina, i frati del popolo.La vostra presenza è davvero benefica in un territorio segnato danotevoli problematiche. La vostra carità verso le tante persone, e nonsolo della parrocchia, che si rivolgono a voi è largamente apprezzata.Come sottolineato in altre parrocchie, sono da studiare modalitàinterparrocchiali per coordinare meglio le attività delle Caritas, deigruppi Vincenziani e del volontariato operanti nel territorio del IVicariato.

c) Le condizione del territorio di codesta parrocchia sono state descritteed esaminate lucidamente durante l’incontro del Consiglio pastoraleparrocchiale e per gli affari economici, come pure nel corso dell’As-semblea parrocchiale. Infatti, sono stati focalizzati gli aspetti positividell’azione pastorale parrocchiale e non sono state ignorate le proble-matiche economiche, familiari ed ecclesiali.Ringraziamo il Signore per tutto il bene che con il Suo aiuto è statopossibile realizzare. Non scoraggiamoci: infatti, “il nostro aiuto è nelnome del Signore”. Questa certezza di fede può produrre ed alimen-tare in noi l’impegno a comportarci come ci ha suggerito l’apostoloSan Giacomo durante le Messe di apertura: “siate costanti, fratellimiei, fino alla venuta del Signore”.

d) Mi piace esprimere particolare apprezzamento per il significativogesto compiuto a conclusione della riunione congiunta del Consigliopastorale parrocchiale e di quello per gli affari economici. Mi riferi-

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sco alla distribuzione ai presenti della Nota pastorale della C.E.I.Educare alla Vita buona del Vangelo. È importante che soprattutto imembri degli organismi di partecipazione conoscano gli orientamen-ti pastorale che al presente guidano il cammino delle Chiese in Italia,come pure i principali documenti del Magistero.

5. Proprio per questo, carissimo Padre Teodoro, desidero incoraggia-re te e la comunità parrocchiale del Sacro Cuore ai Cappuccini a viverel’altrettanto importante tempo del Dopo Visita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del test dell’apposita Preghiera in occa-sione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina

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per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’Assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che

comprende la sintesi di qualche mio interventi e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modoche gli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, comegià ho detto, è conservata in uno specifico fondo in cui confluiranno even-tuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazionedi una iniziativa a ricordo della Visita pastorale.

7. Sono sicuro, carissimo Padre Teodoro, che, pensando alla Visitapastorale alla parrocchia Sacro Cuore ai Cappuccini, insieme e per tantimotivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei

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secoli! Amen» (Ef 3,20-21).Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impe-

gno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunitàdiocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parrocchiaSacro Cuore ai Cappuccini che ti vede entusiasta e generoso “pastore pro-prio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 653/U - 85

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorarequesta dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo cheavrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti

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preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nelTuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del dopo Visita.Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia

premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

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Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che iConvisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti diLectio Divina.

• Intensificare l’impegno degli organismi di partecipazione.

• Promuovere rapporti di collaborazione con le altre comuni-tà parrocchiali del Vicariato.

• Far si che le persone ammalate si sentano sempre più parteintegrante della vita parrocchiale.

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Dipinto del Buon Pastore

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CAPITOLO IX

Incontri Vicarialial

I Vicariato

Basilica Cattedrale - Basilica Collegiata - Santi Cosma e DamianoSan Francesco di Paola - San Gaetano alla Marina

Immacolata Concezione ai Minoritelli - Santa Maria dell’AiutoSacro Cuore ai Cappuccini

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Lettera di convocazione

Ai Rev. di Confratelli Parroci e Rettori di ChieseAi Religiosi e alle Religiose

Ai membri del Consiglio pastorale vicarialeAi membri dei Consigli pastorali parrocchiali e degli affari economici

Alle Confraternite aventi sede nel I VicariatoAi rappresentanti delle Associazioni e Movimenti.

Carissimi,

Come già annunziato dal nostro Arcivescovo, la Visita pastorale avràinizio nel prossimo autunno dal nostro Vicariato.

Nel Direttorio per la Visita pastorale al numero 9 lettera d) il nostroPastore così scrive:

«Nella preparazione della Visita pastorale occupa un posto rilevantela valorizzazione dei due questionari preparati per la comprensione e ladescrizione dello stato attuale in cui si trova la parrocchia.

I due Questionari, quello di indole pastorale, e quello per la “Visitareale” offriranno l’occasione quanto mai opportuna per l’esercizio del sud-detto discernimento comunitario. A significare che essi non sono affidatie destinati alla sola attenzione dei parroci, consegnerò i due Questionarinel corso di una apposita Celebrazione che si svolgerà nei singoli Vicariati,a tempo opportuno e con la partecipazione della delegazione ad hoc dellecomunità parrocchiali interessate».

Pertanto, Sua Eccellenza l’Arcivescovo ha stabilito di realizzare la con-segna del Questionario di indole Pastorale alle Comunità del I Vicariatonella celebrazione dei primi Vespri dei Santi Apostoli Pietro e Paolo che siterrà nella nostra Basilica Cattedrale lunedì 28 c.m. alle ore 19.30.

Invito tutte le comunità in indirizzo a partecipare a questo momen-to celebrativo col nostro Pastore ed iniziare così la preparazione ormaiprossima alla Sacra Visita.

Nella certezza che nessuno mancherà all’appuntamento porgo a tuttifraterni saluti in Cristo.

Catania, 16 giugno 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

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Ore 19.00 - Basilica Cattedrale, 28 giugno 2010

CONSEGNA DEL QUESTIONARIO PASTORALEPRIMI VESPRI SOLENNITÀ SANTI PIETRO E PAOLO

Monizione IntroduttivaCome comunità ecclesiale siamo riuniti, nella Solennità dei Santi

Pietro e Paolo, per dare inizio all’immediata preparazione della Visitapastorale che vedrà impegnato il nostro Arcivescovo nel prossimo autun-no.

Così si esprime il nostro Arcivescovo nel Direttorio per la Visitapastorale: “Nella preparazione della Visita pastorale occupa un posto rile-vante la valorizzazione dei due questionari preparati per la comprensionee la descrizione dello stato attuale in cui si trova la parrocchia. I dueQuestionari, quello di indole pastorale e quello per la Visita reale, offriran-no l’occasione quanto mai opportuna per l’esercizio del suddetto discerni-mento comunitario. A significare che essi non sono affidati e destinati allasola attenzione dei parroci, consegnerò e due Questionari nel corso di unaapposita Celebrazione che si svolgerà nei singoli Vicariati, a tempo oppor-tuno, e con la partecipazione della delegazione ad hoc delle comunità par-rocchiali interessate”.

Pertanto, durante questa celebrazione dei Primi Vespri, il nostroArcivescovo consegnerà ai Parroci, ai Segretari dei Consigli pastorali par-rocchiali e ai membri della Segreteria del Consiglio pastorale vicariale ilQuestionario per la Visita pastorale.

Intervento del Vicario Foraneo

Eccellenza Reverendissima,

Siamo qui raccolti in preghiera questa sera per vivere un momentobello, importante ed impegnativo.

Un momento bello perché coinvolge tutte le realtà ecclesiali del IVicariato. Sono presenti infatti i Parroci, i Rettori di chiese, i Diaconi per-

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manenti, i Religiosi, le Religiose, i membri del Consiglio pastorale vicaria-le, i componenti dei Consigli pastorali parrocchiali e degli affari economi-ci, le Confraternite aventi sede nel nostro Vicariato, i rappresentanti delleAssociazioni e Movimenti, e rappresentanti dell’Ordine Equestre delSanto Sepolcro e del Sovrano Ordine di Malta in quanto hanno sede inchiese del nostro territorio vicariale.

Momento bello, dicevo perché lo stare assieme in preghiera col nostroPastore ci fa gustare la gioia di essere “Chiesa”.

È un momento anche importante perché siamo convocati per dareinizio con la consegna ufficiale del Questionario di indole pastorale allevarie Comunità Ecclesiali alla preparazione alla Sacra Visita che VostraEccellenza inizierà proprio dal I Vicariato nell’autunno prossimo.

La Visita pastorale è dono del Padre per la nostra Chiesa perché segnodella visita che Dio fa al suo popolo. La visita di Dio al suo popolo è sem-pre segno di un evento di salvezza.

Così nel Vecchio Testamento Dio visita il suo popolo schiavo inEgitto e lo libera dalla schiavitù conducendolo nella Terra promessa, terraove scorre latte e miele.

Nella pienezza dei tempi Dio visita tutta l’umanità in Cristo GesùVerbo fatto uomo per la nostra salvezza, “Benedetto il Signore Dio diIsraele poiché ha visitato e redento il suo popolo” (Lc 1,68).

Oggi Cristo Gesù Sommo Sacerdote e Pastore eterno continua a visi-tare la sua Chiesa mediante il ministero dei vescovi successori degliApostoli. Il Vescovo come pastore viene a visitare la porzione di Chiesa alui affidata per confermare nella fede ed indicare la via della salvezza.

Il Direttorio per il ministero dei Vescovi parlando della natura dellaVisita pastorale nota: «La Visita pastorale è pertanto un’azione apostolicache il Vescovo deve compiere animato da carità pastorale che lo manifestaconcretamente quale principio e fondamento visibile dell’unità nellaChiesa particolare. Per le comunità e le istituzioni che la ricevono, la Visitaè un elemento di grazia che riflette in qualche misura quella specialissimavisita con la quale il “supremo pastore” (1Pt 5,4) e guardiano delle nostreanime (cfr. 1Pt 2,25) Gesù Cristo ha visitato e redento il suo popolo» (cfr.Lc 1,68).

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Momento di grande impegno. Iniziamo questa sera con questa cele-brazione liturgica la preparazione ufficiale alla Sacra Visita nel I Vicariato.

La preparazione coinvolge in particolare tutti gli organismi di parte-cipazione presenti in ogni comunità parrocchiale e nel Vicariato, per que-sto siamo qui riuniti per ricevere dal Pastore il Questionario di indolepastorale che ci aiuterà a comprendere e a descrivere lo stato attuale in cuisi trovano le nostre parrocchie. Questionario, preparato alla luce della notapastorale della C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo checambia: la Visita pastorale ci porterà quindi ad una verifica comunitariaper vedere sino a che punto le nostre parrocchie hanno veramente un voltomissionario, cioè un volto di Chiesa perché come affermava il Santo Padredi venerata memoria Paolo VI nell’enciclica Ecclesiam suam «Quando laChiesa prende coscienza di sé, diventa missionaria».

La Visita pastorale intesa come verifica ci porterà a rendere grazie alSignore per i traguardi raggiunti e ad intraprendere un cammino di veraconversione per raggiungere gli obiettivi da cui siamo ancora distanti.Tutto questo con semplicità, con umiltà, con sincerità. Faremo conoscereal nostro Pastore gli sforzi compiuti, le difficoltà, i vari problemi che atta-nagliano ogni comunità con la confidenza dei figli che aspettano dal Padrecomprensione ed incoraggiamento.

Eccellenza, le nostre Comunità l’attendono con gioia perché sannoche Lei le ama con cuore di vero pastore che sa impegnare ogni giorno lasua vita per le anime affidatele. Ci aiuti in questo lavoro di preparazionela Vergine Santissima Madre della Chiesa, la nostra patrona la concittadi-na Sant’Agata e il Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet.

Catania, 28 giugno 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

Sintesi della riflessione dell’Arcivescovo sulla Lettura breve (1Rm 1,1-3a.7)(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

1. Afferma di sentire sua l’esperienza dell’Apostolo quando dice di esse-re servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annun-ciare il Vangelo. In tale missione si riconosce collaborato in modo spe-

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ciale dai presbiteri, e tra questi, in occasione della Visita pastorale, iParroci. Anche i laici, però, sempre più coscienti corresponsabili del-l’essere e dell’agire della Chiesa, devono sapersi amati da Dio e santiper vocazione.

2. Gradisce particolarmente che la consegna avvenga nella Solennitàliturgica dei Santi Pietro e Paolo, perché mostra plasticamente la“comunione viva” con Roma e con il suo Vescovo, l’amato PapaBenedetto XVI!

3. Trattandosi, poi, di un esplicito momento di preghiera, l’accento èposto sul messaggio inequivocabile che l’unione con Dio, è prioritàemblematica e condizione essenziale che rende possibile e ricca di fruttiogni nostra azione.

4. Invita ad offrire ai fedeli occasioni per conoscere e familiarizzarsi conil metodo della Lectio Divina, sperando “nuovo impulso alla vita spi-rituale dalla più intensa venerazione della Parola di Dio”.

5. Spinge poi ogni comunità parrocchiale presente allo studio da un latodel Direttorio, per carpire lo spirito delle indicazioni ivi contenute, edall’altro lato del Questionario e della Nota Il Volto missionario delleparrocchie in un mondo che cambia, con l’obiettivo di far emergere,nelle singole comunità e nel vicariato, oltre ai punti di forza, soprat-tutto, esigenze e difficoltà, alle quali afferma di voler prestare perso-nale attenzione nei giorni della Visita, al fine di non lasciare doman-de disattese e senza risposta.

6. Manifesta il desiderio che la Chiesa-Comunione, già fatta da Cristo,ed espressa sulla Croce con l’esclamazione Tutto è compiuto!, vengaconsolidata dalla fede e dall’apporto di tutti: i laici, dunque, sianogioia e sprone ai parroci ed i parroci tra loro cerchino vie vere e tra-sparenti di relazione evangelica per rendere visibile l’Unità, dono diDio.

7. Gli organismi di partecipazione, a vari livelli, siano il luogo dove ilmaturo e responsabile discernimento si trasformi in creatività, capa-ce di far maturare il bel frutto di Scuole di formazione per operatoripastorali.

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8. Con simili aneliti, affida il buon esito del cammino intrapreso, aMaria Santissima, Madre della Chiesa, perché la Visita pastoraledivenga così epifania della generosità con cui la Trinità Santissimaelargisce i suoi doni e della responsabilità con cui li accogliamo perl’utilità comune.

L’Arcivescovo consegna il Questionario pastorale ai segretari deiConsigli pastorali delle parrocchie del I Vicariato e alla Segreteria delConsiglio pastorale vicariale.

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale Vicariale in preparazionealla Visita Pastorale

Il giorno 29 del mese di settembre, dell’anno 2010, alle ore 19.00,nell’auditorium della Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto, si riunisce ilConsiglio pastorale del I Vicariato, con il seguente ordine del giorno:

1. Programmazione della Visita Pastorale nel Vicariato.

Il Vicario foraneo, dopo la recita della preghiera iniziale, palesa l’as-senza giustificata dei tre membri costituenti la segreteria e chiede pertan-to a suor Ivana Sanfilippo, superiora delle Suore del Bell’Amore, di redi-gere il verbale di tale seduta.

Intervengono a titolo speciale tre membri dell’Ufficio di Segreteriaper la Visita pastorale: Padre Massimiliano Parisi, segretario arcivescovile;Rosanna Gagliano, consacrata Pro sanctitate e Suor Ivana Sanfilippo, supe-riora Suore del Bell’Amore.

Mons. Carmelo Smedila, dopo aver porto il caldo benvenuto ai pre-senti, passa poi a tracciare un breve excursus storico del cammino compiu-to dal I Vicariato, richiamando alla memoria le linee salienti del discorsodi apertura, tenuto dall’Arcivescovo, all’Assemblea pastorale diocesana.

Menziona il Decreto di indizione; l’omelia dell’Arcivescovo, tenuta aMompileri (21 maggio 2009), dove viene sottolineato il carattere di veri-fica della Visita; la lettera del nostro Pastore e l’importanza dei tredicipunti attraverso i quali leggere le indicazioni del Direttorio. Mette, altre-sì, in risalto il dono di grazia del primo anno vissuto in concomitanzaall’Anno sacerdotale; la priorità della preghiera come preparazione perso-nale e comunitaria all’evento e in modo particolare, enuclea ed indica,quali tappe di un itinerario, i seguenti tre momenti:

• ascolto della Parola di Dio attraverso l’esercizio della Lectio Divina;

• discernimento comunitario nei luoghi privilegiati quali sono gli orga-nismi di partecipazione, ai diversi livelli parrocchiale e vicariale;

• cura della formazione degli operatori pastorali.

Prosegue, entrando nel vivo dell’o.d.g., ed esplicita come l’Arcive-

Fase preparatoria

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scovo, in merito alla Visita al Vicariato, desidera che le comunità parroc-chiali, in ambito locale, presentino dei desideri precisi, frutto delle rifles-sioni maturate in seno ai Consigli pastorali sul questionario e le suedomande relative ai sette obiettivi tratti da Il volto missionario delle parroc-chie in un mondo che cambia; in ambito vicariale, invece auspica che siindividuino momenti da vivere e celebrare insieme. Il Vicario, continuan-do il suo intervento, informa quindi, che questa sera mentre gli altri vica-riati si ritroveranno per riflettere sul settimo obiettivo scelto da Mons.Gristina per quest’anno pastorale, il nostro vicariato dovrà discernere qualiattività e quali celebrazioni voler vivere insieme, come momenti vicariali,ed individuare luogo, data, giorno ed ora dal calendario fornito dallaSegreteria per la Visita pastorale.

Invita per tale lavoro, da un lato i parroci e i sacerdoti a praticaresinergia di intenti e dall’altro lato i laici ad una collaborazione che si tra-sformi sempre meglio in corresponsabilità.

Ripercorre così l’ideale viaggio intrapreso e da continuare:

1. Distribuzione della Preghiera della Visita;

2. Celebrazione per la consegna del Questionario pastorale;

3. Redazione programma da parte del Consiglio pastorale parrocchiale;

4. Proposta di momenti particolari a livello di Vicariato.

Mons. Smedila riferisce che dalla lettura dei verbali dei Consiglipastorali delle parrocchie del I Vicariato, fatti pervenire all’Ufficio diSegreteria, può tirar fuori una statistica che vede la tendenza comune diconsiderare idonei i seguenti momenti locali:• una celebrazione liturgica

• l’Assemblea parrocchiale

• l’incontro con il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari econo-mici

• le riunioni con i gruppi;

quali momenti vicariali:• incontro con il Consiglio pastorale vicariale

• incontro catechisti

• celebrazione Unzione degli infermi

Fase preparatoria

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• incontro Caritas e gruppi di Volontariato

• incontro Confraternite (I Vicariato)

• momento di festa con i giovani

• celebrazione di chiusura.

Alla luce della suddetta difatti spontanea consultazione, il Vicariochiede all’assemblea di esprimersi e di trovare gli spazi idonei per tali ini-ziative all’interno di una rosa di date, che l’Arcivescovo ha riservato neimesi di novembre e di dicembre per la Visita pastorale.

Il Vicario invita così a concretizzare le proposte a livello vicariale perpoter allestire un possibile programma; sono lasciati liberi ed estempora-nei gli interventi per la rapida individuazione delle iniziative, dei luoghi edei tempi.

Dopo l’esamina di alcuni punti, cercando di motivare il più possibi-le la partecipazione dei presenti da parte del Vicario, si giunge ai seguentiaccordi, superando a volte problemi di natura squisitamente locale, solle-vati da l’uno o l’altro parroco:

Fase preparatoria

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Si è anche discussa l’opportunità di una festa coi giovani, ma ideediversificate sul luogo ove metterla in onda (al chiuso o all’aperto) hannofatto scemare la decisione e procrastinarla in altro momento.

In modo deciso e paterno insieme, Mons. Smedila raccomanda chealle celebrazioni di apertura e di chiusura siano presenti tutti i confratellisacerdoti.

SUOR IVANA SANFILIPPO MONS. CARMELO SMEDILA

Segretaria facente funzione Vicario foraneo

Fase preparatoria

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Incontrocon l ’Arcivescovo

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Calendario1

SABATO 30 OTTOBREBasilica Cattedrale: Celebrazione Eucaristica di apertura della Visitapastorale al I Vicariato

LUNEDÌ 1 NOVEMBREChiesa Monastica San Benedetto: Incontro con le Religiose del IVicariato

MERCOLEDÌ 3 NOVEMBREParrocchia Santa Maria dell’Aiuto: Consiglio pastorale vicariale

GIOVEDÌ 4 NOVEMBREBasilica Cattedrale: Veglia per la Giornata di Santificazione universaleanimata dal movimento ecclesiale “Pro Sanctitate”

DOMENICA 21 NOVEMBREBasilica Cattedrale: Celebrazione Eucaristica con la partecipazione delleConfraternite

Basilica Cattedrale, cappella della Madonna: Incontro con i Responsabilidelle Confraternite del Vicariato

MERCOLEDÌ 24 NOVEMBREOratorio San Filippo Neri: Incontro con i Giovani e le Famiglie delVicariato

SABATO 27 NOVEMBREBasilica Cattedrale: Veglia diocesana di Avvento

Incontro con l’Arcivescovo

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1 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale vica-riale nella fase preparatoria.

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DOMENICA 28 NOVEMBREOratorio San Filippo Neri: Incontro con i Giovani in occasione delRitiro d’Avvento organizzato dall’Ufficio diocesano di Pastorale giova-nile

Chiesa San Francesco all’Immacolata: Celebrazione Eucaristica

MARTEDÌ 30 NOVEMBREBasilica Collegiata: Incontro con i catechisti

GIOVEDÌ 9 DICEMBRECasa San Francesco: Incontro con i sacerdoti del Vicariato

SABATO 11 DICEMBREChiesa San Martino ai Bianchi: Incontro con il Volontariato e gliOperatori della “Caritas”

MARTEDÌ 14 DICEMBREParrocchia San Gaetano alla Marina: Incontro con le Aggregazioni lai-cali

GIOVEDÌ 16 DICEMBREParrocchia Santa Maria dell’Aiuto: Chiusura della Visita pastorale conVespri e canto del Te Deum

Incontro con l’Arcivescovo

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Lettera di convocazione

A tutti i Confratelli del I VicariatoAi Religiosi e alle Religiose

Ai membri del Consiglio pastorale vicarialeAi membri dei Consigli pastorali parrocchiali

Ai membri delle Aggregazioni laicali

Carissimi,

Come già sapete, sabato 30 c.m., Sua Eccellenza l’Arcivescovo inizie-rà la Visita pastorale nel nostro Vicariato con la solenne ConCelebrazioneEucaristica nella Basilica Cattedrale alle ore 19.00; pertanto, prego viva-mente di essere tutti presenti.

Profitto dell’occasione per ricordare che siete tutti invitati a parteci-pare giorno 3 Novembre p.v. alle ore 19.30 all’Assemblea pastorale vica-riale che si terrà presso l’auditorium della parrocchia Santa Mariadell’Aiuto alla presenza di S.E. l’Arcivescovo.

Ricordo a tutti i Confratelli del Vicariato che è desideriodell’Arcivescovo che tutti partecipino alla Concelebrazione sabato 30 alleore 19.00 e che in quell’ora non siano celebrate altre messe nelle chiese delVicariato.

In attesa di incontrarci porgo a tutti fraterni saluti in Cristo.

Catania, 22 ottobre 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 19.00 - Basilica Cattedrale

MESSA DI APERTURA DELLA VISITA PASTORALE AL I VICARIATO

Intervento iniziale del Vicario Foraneo

Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!

Con questa gioiosa espressione della Liturgia L’accogliamo, Eccel-lenza, questa sera in questa chiesa Basilica Cattedrale per l’inizio dellaVisita pastorale nel nostro Vicariato e nell’Arcidiocesi: dono del Padre allanostra comunità. La Visita pastorale infatti è segno di quell’evento di gra-zia che riflette in qualche misura quella specialissima visita con la quale ilSupremo Pastore e guardiano delle nostre anime Gesù Cristo ha visitato eredento il suo popolo.

La visita di Cristo Verbo fatto carne ha portato al mondo la salvezzaperché ha realizzato, a dirla con San Leone Magno, quell’ammirabilescambio: Dio si è fatto uomo perché l’uomo assurgesse alla dignità di figliodi Dio.

La visita dell’Arcivescovo segno del supremo Pastore, ci confermanella fede e ci apre ad una maggiore disponibilità all’accoglienza di Cristonelle nostre anime.

Sant’Ignazio di Antiochia scrivendo ai cristiani ricorda di vedere nelVescovo la persona del Padre di Gesù Cristo Vescovo di tutti, ed esorta acompiere ogni azione nella concordia di Dio sotto la guida del Vescovoche tiene il posto di Dio.

Con questi sentimenti di fede, l’accogliamo questa sera, Eccellenza,noi Presbiteri, Diaconi, Religiosi, Religiose, anime consacrate, popolo diDio e Le ripetiamo, ancora una volta, Benedetto Colui che viene nel nomedel Signore.

Ci siamo preparati a questo evento, come Vostra Eccellenza tantevolte ci ha ribadito, con la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e ildiscernimento comunitario.

Incontro con l’Arcivescovo

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La Visita pastorale come concepita dall’Eccellenza Vostra ha comescopo “visita verifica pastorale” alla luce degli obiettivi della nota dellaC.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia.

Assieme ai nostri collaboratori dei Consigli pastorali, ci siamo inter-rogati su tali “obiettivi”, abbiamo messo in risalto le mete raggiunte e quel-le ancora da raggiungere. Adesso è giunto il momento di camminare assie-me, condividere gioie, ansie e aprirci con la verifica ad una vera conversio-ne.

Per vostra Eccellenza è la prima esperienza di Visita pastorale ed ilprimo impatto avviene col nostro I Vicariato, per questo sentiamo tutta laresponsabilità di non deluderLa.

Nel Direttorio Vostra Eccellenza ha scritto verrò presso di voi, incon-trerò le sorelle e fratelli che formano questa eletta comunità e mi metterò incammino con tutti: l’Episcopato è il sacramento della strada, essere sulla stra-da degli uomini per condurli a Dio. Il Direttorio per il ministero pastoraledei vescovi Apostolorum successores ricorda ancora come la Visita pastorale«è occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, inco-raggiarli, e consolarli, è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli alrinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica piùintensa».

Cammineremo insieme in questi giorni, in modo particolare, noiparroci che come ci suggeriscono i documenti conciliari dobbiamo esserei primi collaboratori del Vescovo ai quali come pastori propri è affidata lacura delle anime in una determinata parte della Diocesi sotto l’autorità delVescovo.

Eccellenza, le nostre Comunità l’aspettano con gioia per lodare conLei il Signore, ringraziarLo per tutto quello che di buono la Sua immensabontà ha operato in mezzo a noi, per chiedere umilmente perdono dellenegligenze e delle omissioni che spesso ci sono nel nostro cammino, e peraprirci alla speranza di una rinnovata Pentecoste, perché con la potenzadello Spirito possiamo prendere il largo, (Duc in Altum!) come ci esortavail servo di Dio Giovanni Paolo II, così che nella santa Chiesa di Dio che èin Catania si possa realizzare, come auspicava l’Eccellenza Vostra nell’ome-lia del 21 maggio scorso a Mompileri, il desiderio di poter dire “di te sidicono, e si possono dire con tutta verità, cose stupende Santa Chiesa diCatania.”

Incontro con l’Arcivescovo

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Ci concedano tutto questo la Vergine Santissima Madre della Chiesa,la nostra concittadina e martire Sant’Agata e il Beato Cardinale GiuseppeBenedetto Dusmet.

MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, Carissime Persone consacrate,Fratelli e Sorelle nel Signore e particolarmente voi carissimi Ragazzi e Ragazze che fate l’esperienza dello scoutismo,

1. Questa sera il grande dono di essere invitati dal Signore Gesù allamensa della Parola e del Pane di vita acquista per noi un rilievo particola-re per la circostanza che caratterizza la nostra conCelebrazione Eucaristica:siamo riuniti per dare inizio alla Visita pastorale nel I Vicariato, di cui voied io ci onoriamo di far parte.

Questa data ha un valore significativo oltre che per noi, che ci trovia-mo qui riuniti, anche per tutta la comunità diocesana che oggi accoglie ilgrande dono del Padre per la nostra santa Chiesa.

Noi qui presenti siamo chiamati in modo speciale a sintonizzare l’og-gi che viviamo - l’inizio della Visita pastorale - con le parole riportateci daSan Luca nella pagina del Vangelo appena proclamata (19,1-10):«Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua».

L’oggi di Gesù e di Zaccheo è l’oggi della nostra Visita pastorale, del-l’incontro di Gesù Buon Pastore con tutti noi che costituiamo la Chiesadel Signore in questo I Vicariato. Fratelli e sorelle gustiamo la gioia di esse-re personalmente e sempre chiamati per nome da Gesù e da Lui amatinelle condizioni in cui ci troviamo.

2. La Visita pastorale realizza per tutti noi il proposito forte di Gesù:“Devo fermarmi a casa tua”. Ad esso facciamo riferimento ogni volta cherecitiamo la Preghiera per la Visita pastorale noi crediamo fermamente chetu sei il Buon Pastore, inviato dall’amore del Padre per darci la vita in abbon-

Incontro con l’Arcivescovo

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danza. Gesù deve fermarsi! Così accadde nella vicenda di Zaccheo, così èper noi sempre, e particolarmente durante la Visita pastorale. Il Signorenutre sempre questo desiderio e svolge sempre questo compito; Egli ècolui che viene continuamente a salvarci e noi non vogliamo mancare mainell’accoglienza. Vogliamo imitare Zaccheo che scese in fretta e accolsecon gioia il Signore.

Allo stesso modo vogliamo vivere la Visita pastorale come segno digratitudine per tutto l’amore che già sperimentiamo dal Signore e che èricordato dalla Preghiera: Ti ringraziamo per l’amore, per la misericordia eper la tenerezza che manifesti a ciascuno di noi e a tutto il tuo santo gregge cheè la Chiesa di Catania. Amore, misericordia, tenerezza: questo fu l’incon-tro con Zaccheo. Gesù ci tratta già così; ma tutto ciò lo sperimenteremoancor di più durante la Visita pastorale.

Frutto di tale pronta e gioiosa disponibilità ad accogliere il Signore ècertamente tutta la preparazione sinora svolta a livello parrocchiale e vica-riale. Noi abbiamo già fatto quello che compì Zaccheo: non poteva veder-lo a causa della tanta gente, corse avanti e si preparò all’incontro colSignore. In questo andare avanti da parte di Zaccheo possiamo intravede-re tutto quell’impegno che abbiamo messo per preparare la Visita pastora-le e, quindi, un grazie di cuore al Vicario foraneo, ai singoli Parroci, aiMembri degli Organismi di partecipazione parrocchiali (Consigli pastora-li parrocchiali, Consigli parrocchiali per gli affari economici) e a tutte lePersone che a vario titolo hanno collaborato nella fase preparatoria.Desidero, in maniera particolare, sottolineare l’impegno che l’Ufficio diSegreteria per la Visita pastorale sta mettendo nel compiere con diligenzae grande disponibilità l’aspetto logistico e di documentazione della Visita.A quanti compongono tale Ufficio un sentito ringraziamento.

3. L’incontro di Zaccheo con Gesù produsse un cambiamento sostan-ziale nella vita di questo piccolo uomo: “Io do la metà di ciò che possiedoai poveri e se ho rubato a qualcuno restituisco quattro volte tanto”.

Emerge un contrasto tra il comportamento di Zaccheo e tutti gli altriche non riuscivano a sintonizzarsi con questa “novità” e reagivano con lamormorazione: il loro pungente commentare è segno di una mancanza diapertura al particolare momento di grazia che quella folla riunita vivevacon il passaggio del Signore.

Incontro con l’Arcivescovo

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Questo episodio ci fa comprendere, fratelli e sorelle, che il tema dellaconversione non riguarda innanzitutto gli altri, ma noi stessi, noi che perprimi abbiamo bisogno di sintonizzarci con la vita e con la parola di Gesù.La Visita pastorale è l’occasione in cui Gesù ci invita alla conversione, cichiama per nome, chiama le nostre comunità, la nostra Chiesa di Catania.

La particolare conversione che siamo chiamati ad avere riguarda inmodo particolare la vita pastorale. Nella Preghiera chiediamo ancora alSignore: aiutaci a vivere la Visita pastorale pienamente disponibili e dociliall’azione dello Spirito Santo che ci spinge a più grande comunione. Dobbia-mo convertirci a più grande comunione; solo così possiamo essere unaChiesa missionaria. Lo Spirito Santo ci spinge a continuo impegno perrendere sempre più missionario il volto della nostra Chiesa particolare.Questa è la conversione pastorale, quella a cui ci chiama Gesù. Zaccheoaccolse l’invito; lo accogliamo anche noi. Vogliamo fare in modo che attra-verso l’attenzione ai sette obiettivi nella Nota pastorale Il volto missionariodelle parrocchie in un mondo che cambia noi viviamo questo continuo spi-rito di conversione e di rinnovamento.

Quest’anno, in maniera particolare, l’obiettivo numero 7 ci impegne-rà come comunità che si sente tutta responsabile del Vangelo. In questacomunità, noi sacerdoti siamo chiamati ad essere più pronti ad una colla-borazione nell’unico presbiterio e più attenti a promuovere i carismi eministeri, sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni,anche per la pastorale d’ambiente, e creando spazi di reale partecipazione.Solo così contribuiremo a quel rinnovamento pastorale di cui la Chiesa hacontinuo bisogno.

Gioiosamente ringraziamo il Signore per tutto quello che a riguardoabbiamo sinora realizzato, umilmente riconosciamo quanto ancora ènecessario fare, con la consapevolezza di non scoraggiarci e di intensifica-re il nostro impegno personale e comunitario.

4. La Visita pastorale riguarda particolarmente il Vescovo con i pre-sbiteri, proprio perché la nostra Chiesa, ogni Chiesa, il nostro I Vicariato,è comunità affidata dal Buon Pastore alla carità pastorale del Vescovo, deipresbiteri e dei parroci. Come Gesù, il Vescovo e i presbiteri devono inter-cettare tutti i desideri di bene espressi in qualsiasi modo. Dobbiamo imi-tare Gesù che si accorse, seppe leggere nel cuore di Zaccheo; così anche

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noi, umilmente, carissimi fratelli presbiteri, dobbiamo intercettare questidesideri di bene che si annidano nel cuore della gente.

Il Vescovo, in maniera particolare, deve saper riconoscere le meravi-glie che il Signore opera attraverso la Visita pastorale: lo evidenzierò nellalettera che invierò a ciascuna parrocchia a conclusione della Visita pasto-rale. Potrò affermare come, facendo eco a quello che ha detto Gesù, “perquesta casa è venuta la salvezza”; per questa parrocchia la Visita pastoraleè stata davvero un evento di grazia, un momento in cui ci siamo incontra-ti col Signore.

5. Nella lettera con cui lo scorso Giovedì Santo accompagnavo laconsegna della prima parte del Direttorio pastorale, scrivevo alla conclu-sione: «Durante la Visita pastorale avrò la gioia di benedire con frequen-za, ricordando a voi e a me che il nostro aiuto è nel nome del Signore».Questa è la certezza che ci sostiene iniziando la Visita pastorale nel IVicariato! Viviamo con fede la Visita pastorale e ne raccoglieremo abbon-danti frutti di comunione, di conversione e di missionarietà perché ilSignore è con noi, pronto a riempire le reti che con la stessa fiducia diPietro noi lanciamo in mare, obbedendo all’ordine di Gesù: “Prendi illargo e gettate le vostre reti per la pesca”.

La Visita pastorale nel I Vicariato costituisca per noi la condivisionedella bella esperienza di Pietro e dei suoi compagni: si fidarono della paro-la di Gesù, gettarono le reti e presero una quantità enorme di pesci.Affinché ciò si realizzi, chiediamo la speciale intercessione della SantissimaMadre nostra Maria, della martire Agata, della quale questa BasilicaCattedrale si onora di conservare le reliquie; dei Santi Patroni delle comu-nità del I Vicariato e del Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet,qui sepolto, e del quale invochiamo intensamente la canonizzazione. AlCardinale Dusmet affido voi tutti e me stesso per la Visita pastorale cheoggi con gioia iniziamo nel nome del Signore.

✠ SALVATORE GRISTINA

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 16.00 - Chiesa San Benedetto

INCONTRO CON LE RELIGIOSE DEL I VICARIATO

BENEDETTINE DELL’ADORAZIONE PERPETUA DEL SANTISSIMOSACRAMENTO - SALUTO DELLA PRIORA

Eccellenza Reverendissima,

Nella intensa e bella preghiera scaturita dal Suo cuore di Padre ePastore che da alcuni mesi risuona in tutta la nostra amata Arcidiocesi diCatania e, con precipuo impegno in questo monastero come a Lei piùvolte assicurato, ci rivolgiamo al Signore invocando una speciale benedi-zione sul dono di grazia che è la Visita pastorale e su di Lei, sul nostroVescovo Salvatore che viene a visitarci nel Suo nome.

Possa la fecondità del Suo impegno pastorale irradiare nuova luce intutte le parrocchie e comunità e suscitare in ciascuna, per la mediazionedella Vergine Santissima, una fervorosa e stabile corrispondenza, perchésingolarmente e comunitariamente si possa crescere sempre più nella fedee nella consapevolezza di essere Chiesa di Cristo in cammino animata dallasperanza e rinsaldata nella carità.

La solennità odierna ci mette in cuore un ardente anelito alla santitàcui tutti i battezzati sono chiamati, e ancor più noi consacrate, ed è bello esignificativo ritrovarci qui, in questo antico e solenne monastero che risuo-na ancora dei palpiti delle celebrazioni centenarie da poco concluse e chehanno visto la presenza partecipe e incoraggiante dell’amato Pastore e ditanti sacerdoti, religiose e fedeli. Ed è con questi sentimenti di commossagratitudine che saluto Lei, Eccellenza Reverendissima, i sacerdoti presenti,in particolar modo il Vicario episcopale per la vita consacrata, Mons.Antonino Munafò, e le Religiose del I Vicariato qui convenute. Ringrazioinoltre il nostro Vicario foraneo Mons. Carmelo Smedila, e il nostro parro-co, Mons. Barbaro Scionti, per aver voluto che si celebrasse proprio a SanBenedetto questo significativo incontro favorendo in tal modo la nostra

Incontro con l’Arcivescovo

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partecipazione e il nostro cappellano Mons. Gaetano Zito. Con grandeaffetto e in profonda comunione accogliamo e ringraziamo tutti i presentiassicurando il nostro costante ricordo presso il Santissimo Sacramento,centro e ragione del nostro specifico carisma.

Per sintetizzare la nostra spiritualità e il nostro particolare impegnoall’interno della Diocesi, sottolineo due massime lapidarie dei nostri fon-datori:

• San Benedetto nella Regola ci esorta a non anteporre nulla all’amoredi Cristo e al divino Ufficio. Centralità, dunque, del primato di Dio eattenta dedizione alla Celebrazione Eucaristica e delle ore. Amore chesi allarga e irradia in quello verso il nostro prossimo raggiunto attra-verso la preghiera e l’offerta della nostra vita.

• Madre Mectilde de Bar, che nel 1600 ha innestato nell’antico troncobenedettino il carisma dell’adorazione perpetua e della riparazioneeleggendo a nostra Superiora e Abbadessa la Vergine Maria, ci halasciato il motto: Adorare Aderire. La Regola benedettina è quindi danoi vissuta in questo spirito dal gusto eminentemente eucaristico emariano che ci spinge a fare della nostra vita una continua adorazio-ne che incarni nella nostra esistenza l’abbandono totale alla volontàdi Dio.

Il nostro compito all’interno della Diocesi è prevalentemente orante.La nostra preghiera vuole abbracciare e racchiudere nel nostro Tabernacolole ansie, le speranze, i bisogni, le attese della nostra gente e presentarle alSignore nella perpetua offerta di tutto quello che siamo e di ciò che abbia-mo. Un legame particolare ci unisce al nostro Arcivescovo, al clero e aiseminaristi che sentiamo vicini nella condivisione di una comune, specifi-ca identità: quella di essere nati dall’Eucaristia! Inoltre offriamo il nostropovero ma entusiasto e consapevole contributo di apostolato con la gestio-ne dell’Istituto scolastico annesso al monastero, l’accoglienza di gruppi osingoli per incontri di preghiera e lectio divina e di quanti, a vario titolo,chiedono di conoscerci. Alla nostra comunità monastica, attualmente for-mata da 28 membri - 26 professe, una novizia di voti temporanei e unapostulante - sono associati inoltre la fraternità degli oblati secolari e l’asso-ciazione delle ex-allieve che vivono il loro impegno cristiano ispirandosialla Regola di San Benedetto.

Incontro con l’Arcivescovo

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L’intercessione di tutti i Santi, in particolar modo di Sant’Agata e delBeato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, rendano sempre più fecon-da la nostra consacrazione per continuare ad essere, nel cuore della città,segno luminoso dell’amore di Dio.

CONGREGAZIONE SUORE PIE DISCEPOLE DEL DIVIN MAESTRO

La nostra Congregazione è stata fondata il 10 febbraio del 1924 inAlba (CN) nel Piemonte dal Beato Giacomo Alberione.

Ora siamo presenti in 30 nazioni, nei 5 Continenti con circa 1400membri.

Il nostro Fondatore nasce il 4 aprile del 1884 e torna a Dio il 26novembre del 1971, è beatificato il 27 aprile del 2003 da Giovanni PaoloII.

Il giovane Alberione, seminarista, all’età di 16 anni nella notte chesegnava l’inizio del nuovo secolo, il 31 dicembre del 1900, dopo la messadi mezzanotte nel duomo di Alba (CN) durante l’Esposizione delSantissimo Sacramento, restò quattro ore consecutive in adorazione edebbe una grande luce: “Fare qualcosa, per il Signore e gli uomini del nuovosecolo che stava per nascere”.

Alberione scrive: “Una particolare luce venne dall’ostia, maggiorcomprensione dell’invito di Gesù: «Venite ad me omnes», Mt 11,28 gliparve di comprendere il cuore del grande Papa Leone XIII, gli inviti dellaChiesa, la missione vera del sacerdote e, quanto diceva il sociologo Toniolosul dovere di essere gli apostoli di oggi. Si sentì profondamente obbligatoa prepararsi”. (A.D. n. 15)

Per questo il Beato Giacomo Alberione disse: “La Famiglia Paolina ènata dall’Eucaristia”.

La spiritualità delle Pie Discepole, affonda le sue radici nell’Eucari-stia, nel Vangelo di Gv 13,13 «Voi mi chiamate Maestro e Signore, e ditebene, perché io lo sono» e ancora, in Gv 14,6 «Io sono la Via la Verità e laVita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Questo brano del Vangelo sta alla base della spiritualità Paolina, cheè una spiritualità Cristocentrica integrale. La Famiglia Paolina, come

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l’apostolo Paolo sente l’urgenza di annunciare il Cristo morto e risorto agliuomini di tutti i tempi.

La Pia Discepola vive una vita nascosta con Cristo in Dio, come leradici che devono alimentare il grande albero della Famiglia Paolina e dellaChiesa: il tronco, i rami, le foglie, per dare frutti duraturi, «perché l’uma-nità abbia la vita e l’abbia in abbondanza» (Gv 10,10).

Nell’Arcidiocesi di Catania, siamo presenti dal 1931, attualmentesiamo nove sorelle che compongono due comunità.

Tre si occupano nell’animazione, coordinamento e assistenza ai sacer-doti della Società San Paolo in Via San Nullo - Catania.

Sei sorelle ci occupano dell’animazione e della diffusione liturgica, siacon l’animazione liturgica nella Basilica Cattedrale, nella chiesadell’Ogninella, con varie consulenze liturgiche, con l’attenzione ai sacer-doti, sia nella pastorale giovanile e nella diffusione dei nostri prodotti aservizio della liturgia.

La dimensione apostolica scaturisce dalla centralità del MisteroEucaristico celebrato e adorato lungo tutta la giornata, dove preghiamoper l’umanità intera e per sostenere i sacerdoti, la Chiesa tutta. Da questafonte nasce, lo studio, il servizio, l’animazione liturgica, l’arte a servizio delculto, il creare con intelletto d’amore, l’insegnamento della liturgia, lamistagogia ecc. per una liturgia della vita, secondo Rom 12,1.

Da un unico amore a Gesù Maestro nostra Via, Verità e Vita, si svi-luppa il contenuto apostolico: Eucaristico, Sacerdotale e Liturgico.

Da questi presupposti, l’apostolicità della dimensione del nostroCentro Liturgico, il quale è una porta aperta per tutti, cattolici e non,poveri e ricchi, persone sole e quant’altro. È un centro di accoglienza, diascolto, ecc., oltre al prodotto da offrire, nel quale c’è un’anima e un mes-saggio evangelico ben preciso, meditato, contemplato, pregato.

Altre attività concrete del servizio ecclesiale sono: il servizioall’USMI, il Consiglio pastorale di vicariato, il Consiglio pastorale parroc-chiale in Cattedrale, il servizio nella Pastorale giovanile e di tanto in tanto,i convegni liturgici.

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SORELLE FRANCESCANE DEL VANGELO

Siamo una piccola famiglia religiosa di recente fondazione, nata nelclima di rinnovamento ecclesiale del Concilio Vaticano II e frutto dellamultiforme azione dello Spirito Santo, che ha illuminato e fortificato leprime Sorelle in scelte consequenziali espresse da norme di vita, prima vis-sute e poi codificate e quindi poi approvate gradualmente dalle autoritàecclesiali.

Siamo Sorelle in quanto unite al Signore Gesù, che ci fa diventaretutti figli del Padre, quindi sorelle di tutti; francescane poiché minori,povere e semplici sulle orme di San Francesco; del Vangelo poiché faccia-mo del Vangelo la nostra norma di vita e ne diventiamo gioiose annuncia-trici. Le Sorelle francescane del Vangelo formano un “Istituto religioso diDiritto Diocesano, dedito alla vita apostolica” (Cost. n. 1). “Le Sorelleuniscono al fervore contemplativo e ascetico una grande disponibilità apo-stolica, come la Chiesa chiede, quali semplici strumenti di evangelizzazio-ne per l’espansione del Regno di Dio” (Cost. n. 4). La vita di preghiera edi contemplazione “come clima di libera espansione in Dio, di sete uniti-va con Cristo Crocifisso ed Eucaristico, di intimità con la VergineSantissima, è la nota caratteristica delle Sorelle” (Cost. n. 38).

Viviamo l’evento della Resurrezione nell’adorazione e nella contem-plazione affidando totalmente la nostra vita a Maria per divenire “sue mis-sionarie”, rinnovando ogni giorno la consacrazione a Lei, in uno stile diitineranza francescana, senza opere proprie di nessun genere: “portare laParola sia ritenuta la più grande carità”.

La presenza della croce è presenza d’amore, pertanto la nostra vitavuole essere una risposta d’amore all’Amore Crocifisso sulle orme di SanFrancesco e ci proponiamo di vivere come le donne del Vangelo, che fannoesperienza del Cristo Risorto e lo annunciano ai fratelli.

La missionarietà scaturisce dall’incontro con il Risorto e dalla Suasequela. Le Sorelle vanno “a due a due in ogni città e luogo” (Lc 10,1) afar conoscere a tutti con la parola e con l’esempio che “il Regno di Dio èvicino”.

L’azione apostolica si estende a tutti gli uomini, in particolare ai pove-ri, ai lontani da Dio e dalla comunità cristiana e porta la speranza, annun-ziando la salvezza e la misericordia del Signore.

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L’azione apostolica è secondo le richieste e le necessità: evangelizza-zione e catechesi; è rivolta alla singola parrocchia o interparrocchiale, surichiesta dei Vescovi o dei Parroci. L’apostolato si svolge senza strutturespecifiche, ma con un rapporto immediato, sincero e fraterno con tutti,con visita capillare alle famiglie, con il Vangelo tra le mani, infatti, ogniSorella “chiamata a conoscere, ad amare e ad accogliere il Vangelo, lo tienesempre con sé per consultarlo in qualsiasi momento”.

Tutta la missionarietà delle Sorelle è itinerante come dimensioneinteriore e come attuazione pratica: missionarietà nella Chiesa locale enelle missioni al popolo, che sono espressione caratterizzante del carisma.La povertà costituisce una componente essenziale della forma di vita delleSorelle. Per il loro sostentamento si affidano alla Divina Provvidenza ericevono con gratitudine quanto verrà dato spontaneamente in cambio delloro lavoro manuale o apostolico, curando di non accumulare nulla. Per lecose necessarie alla vita e all’apostolato abbiano il solo uso di fatto.Viviamo in piccole fraternità caratterizzate da uno stile di famiglia per cuile sorelle manifestano con fiducia le proprie necessità, prevenendosi le unele altre nel rispetto scambievole, portando ciascuna il peso delle altre e siservono a vicenda sostenendosi con la preghiera e con l’esempio, condivi-dendo i più semplici servizi e l’apostolato.

Ogni Sorella viene accolta come dono singolare di Dio per la ricchez-za della Fraternità.

La nostra presenza attualmente è in quattro parrocchie del territoriodiocesano:

• Basilica Cattedrale “Sant’Agata V.M.”: Comunioni, ascolto.

• Parrocchia San Luigi: Cammino francescano OFS, gruppo Gifra(gioventù francescana), n. 1 CDA sul Vangelo.

• Parrocchia del Divino Amore (Zia Lisa): visita alle famiglie, n. 4CDA sul Vangelo, incontro famiglie dei ragazzi del catechismo, scuo-le elementari e medie nei tempi forti.

• Parrocchia Sant’Antonio (Motta Sant’Anastasia): gruppo adolescenti.

• Pastorale giovanile: coro diocesano e partecipazione agli incontri set-timanali.

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SUORE FRANCESCANE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI LIPARI

Noi Suore Francescane siamo una famiglia religiosa che desidera testi-moniare nella semplicità e nell’accoglienza fraterna, un aspetto dell’amoredi Dio, in cristo Gesù.

Il nostro ordine religioso è stato fondato a Lipari il 1º novembre 1905dalla serva di Dio, Madre Florenzia Profilio, la quale volle dedicare la suaopera agli orfanelli e alle famiglie del luogo. Nel 1953, la nostra Congre-gazione, si aprì anche ad attività missionarie in America Latina; ancora oggiinfatti, noi Suore Francescane operiamo sia in Italia: in Sicilia, Lazio,Abruzzo, Umbria e Toscana; che in America Latina: in Brasile e Perù.

Le caratteristiche che contraddistinguono il nostro ordine religiososono: la semplicità, la disponibilità all’accoglienza, la fraternità e la perfet-ta letizia.

Il nostro carisma consiste: nell’essere l’appoggio della Chiesa, il rifugiodelle anime bisognose, il cuore di quanti non trovano sulla terra l’atmosfe-ra della pace cristiana.

Noi, Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari, ci pro-dighiamo ancora oggi, come umili strumenti della Provvidenza, per porta-re, con la semplicità del nostro vivere e la disponibilità nell’accoglienza, lospirito di fraternità e la perfette letizia ovunque ci sia bisogno.

In modo particolare il nostro apostolato consiste nel:

• Dedicarci con amore ai bambini, ai fanciulli, ai giovani;

• Offrire generosa collaborazione alla Chiesa locale e all’azione missio-naria della Chiesa anche all’estero;

• Dare amorevole assistenza agli infermi e agli anziani;

• Essere pienamente disponibili ai bisogni dell’uomo contemporaneo.

SUORE BETLEMITE FIGLIE DEL SACRO CUORE DI GESÙ

L’Istituto delle Suore Betlemite Figlie del Sacro Cuore di Gesù sorgedall’Ordine Betlemita iniziato in Guatemala nell’anno 1658 dal SantoHermano Pedro de San Josè Betancur originario delle Canarie-Spagna. Il

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Santo Hermano Pedro consacra la sua vita al servizio di Dio nei poveri checerca e a cui si dedica con grande amore e speciale sollecitudine. La suacasa è la casa di tutti ove trovano aiuto spirituale e materiale quanti lorichiedono ed è alloggio di carità per i bisognosi. Attratti dalla sua vita siuniscono a lui vari fratelli del terzo ordine di San Francesco al quale lostesso Pietro appartiene, essi prendono lui come maestro per vivere radi-calmente le esigenze del Vangelo.

Il Santo Hermano Pedro per il messaggio che scopre nella natività delSignore e per il suo grande amore a questo mistero dedica la sua casa anostra Signora di Betlemme e i suoi fratelli di comunità prendono il nomedi betlemiti.

Nel 1668, in forza del carisma di Pietro, si inizia il ramo femminileche, con il passare degli anni, attraversa tempi difficili e giunge a un certoindebolimento spirituale.

Nel 1838 entra nel Beaterio di Betlem, la Beata Maria IncarnazioneRosal del Cuore di Gesù, originaria di Quetzaltenango - Guatemala. Elettapriora nel 1855, ella intraprende la riforma e la rivitalizzazione delBeaterio, per questo scrive costituzioni fedeli allo spirito di Pietro e alla suapersonale esperienza evangelica. Non accettata lì la sua riforma, ella, persalvare il carisma del Fondatore fonda un nuovo convento. Ella rese possi-bile che il carisma e la spiritualità del Santo Hermano Pedro giungesserosino a noi mediante la comunità betlemita da lei rinnovata e riconosciutacome istituto nuovo nella Chiesa, Per l’approvazione giuridica ottenutacon Decreto laudatorio del 20 febbraio 1891. L’approvazione definitiva siricevette nel 1909.

La spiritualità betlemitica è fondata nei misteri di Betlemme e dellaCroce ed è unita al culto del Cuore Gesù col mistero eucaristico. Le suoreBetlemite sono chiamate ad essere anime riparatrici che leniscono i cuoriferiti, ascoltano chi è solo, consolano nelle situazioni di sconforto, sosten-gono la fede.

Siamo presenti in tre continenti: America, Europa e Asia. Viviamo con gioia ed entusiasmo la consacrazione a Cristo Signore,

evidenziando il carisma dei Fondatori, dedicandoci da molti anni dal 1960con impegno appassionato ed infaticabile alla promozione umana, allo svi-luppo culturale e al servizio evangelico dei fanciulli nel quartiere Cappuc-cini in Via Carlo Forlanini, 65 dove la comunità esplica la propria attivi-

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tà apostolica nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria, catechesiparrocchiale nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini, aposto-lato con le famiglie e l’associazione dei Laici Betlemiti, annunciando lasolidarietà e la comunione senza barriere e pregiudizi di razza, di esperien-ze e di culture.

Unite da un unico ideale, formiamo una famiglia di Sorelle che inten-dono aprire cammini di speranza e di misericordia nella storia del nostrotempo.

ISTITUTO PIO IX

L’Istituto Pio IX, situato nel centro storico della città di Catania invia Montevergine, 5, è gestito dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’Paoli. È un ente religioso con riconoscimento giuridico destinato fin dallasua fondazione (1878) a collegio educativo assistenziale. Da allora ha svol-to attività educativa nei confronti dei minori segnalati dal Tribunale per iMinorenni e dal Servizio Sociale.

La struttura vanta quindi una significativa esperienza sul piano peda-gogico - organizzativo che deriva dalla lunga tradizione e dalla storica vici-nanza al mondo dei minori. Con il cambiamento culturale in camposociale, le Figlie della carità, attente ai segni dei tempi e secondo il carismadel proprio Fondatore, si sono attivate per cercare di rispondere in modoadeguato alle esigenze dei poveri.

L’Istituto si trova ad operare in una zona tra le più degradate dellacittà sotto gli aspetti: urbano, socio-economico, culturale ed ambientale edove, spesso, si sopravvive rubando, spacciando droga …

La comunità delle Figlie della Carità è formata da quattordici sorellemolte delle quali avanti negli anni che, non potendo essere in prima linea,offrono la loro preghiera e la loro sofferenza per i bisogni della Chiesa edel mondo.

La comunità è impegnata nei seguenti servizi:• Due comunità alloggio per minori.

La comunità alloggio “La conchiglia” ospita dieci minori di sessofemminile dagli otto ai diciotto anni mentre la comunità alloggio “Lacasa del sorriso” si configura come comunità mista e ospita dieciminori dagli otto ai tredici anni.

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Le due comunità alloggio “La conchiglia” e “La casa del sorriso” sonoaperte tutto l’anno e ospitano minori provenienti da nuclei familiaridisgregati e multiproblematici sottoposti a provvedimento del Tri-bunale per i minorenni e affidati al servizio sociale.

• Servizio alle donne senza fissa dimora.

• Laboratori di manualità (uncinetto, decoupage, pittura, lavori amaglia) per le donne del quartiere.

• Collaborazione con la parrocchia per la comunione agli ammalati.

• Associazione Mariana che si incontra periodicamente per momentiformativi e di preghiera.

• L’associazione di volontariato “l’Ala di Riserva”. La comunità si avva-le anche della collaborazione di volontari che prestano il loro serviziocon attività di supporto a favore dei minori e delle loro famiglie inbase alle specifiche capacità ed alla propria disponibilità. I volontariseguono un percorso di formazione.

La comunità delle Figlie della Carità vive la sua quotidianità sforzan-dosi di seguire l’insegnamento dei fondatori: San Vincenzo rivolgendosialle figlie della carità diceva: “ … Avrete per monastero la casa degli amma-lati, per cella una camera in affitto, per cappella la chiesa parrocchiale, perchiostro le vie della città, per grata il timor di Dio, per velo la santa mode-stia”.

ISTITUTO RELIGIOSO SUORE DEL BELL’AMORE

L’Istituto “Suore del Bell’Amore”, fondato da suor NunziellaScopelliti, è stato eretto, canonicamente, a Palermo, l’8 dicembre 1994 daSua Eminenza il Cardinale Salvatore Pappalardo, che ne ha approvato leCostituzioni.

I punti salienti della spiritualità dell’Istituto delle Suore Bell’Amoresono:

1. La Comunione trinitaria:«che ne informa i fini, lo spirito, il governo e la struttura. L’istituto

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religioso delle Suore del Bell’Amore ha la missione di cooperareall’estensione e al consolidamento della Chiesa-comunione, in vista dichiamare, tramite lei, l’umanità di oggi a partecipare alla vita trinita-ria» (Costituzioni art. 2).

2. La Formazione umana integrale:«una visione liberante della corporeità umana alla luce del Verboincarnato e della Madre sua, che favorisca l’educazione a una manie-ra sana e corretta di vivere la propria corporeità come dono sia nellerelazioni familiari, sia nel vasto campo dei rapporti interpersonali,vissuti alla luce del Vangelo»2.

3. Uno speciale rapporto con Maria:«non basato sull’imitazione, ma sulla partecipazione alla sua esperien-za di vita, tutta ordinata a Cristo Gesù. L’Istituto vuole offrire deiluoghi di incontro e di crescita umana e spirituale, intorno a Maria.Esso dà un particolare rilievo all’operatività del sacerdozio regaleespresso nella Chiesa dai laici, dai consacrati e in particolare dalladonna» (Costituzioni art. 4).

Le attività tipiche dell’Istituto, come i Pomeriggi di famiglia, gliincontri dei Cenacoli del Bell’Amore, i Centri giovanili … sono momen-ti di formazione e di approfondimento della tipica spiritualità ecclesiale.

L’Istituto si mantiene con il lavoro delle suore impegnate nel connet-tivo ecclesiale e sociale, «privilegiano i lavori retribuiti, che vanno nellalinea delle opere di misericordia e che sono compatibili con lo stato e l’abi-to religioso […] L’insegnamento a tutti i livelli, il settore sanitario, l’ambi-to assistenziale e sociale sono i luoghi privilegiati del loro inserimento.Non escludono, inoltre, i lavori, che permettono un inserimento socialequalificato: compiti formativi o di animazione spirituale, contributi speci-fici nel campo delle comunicazioni sociali, della teologia o altro»(Costituzioni art. 48).

È, oggi, presente in Italia e in Germania, in sei diocesi, con ottocomunità e precisamente a Palermo (Casa Madre e Altarello), a Catania

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2 Estratto da Home page del sito internet www.suorebell’amore.it

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(Zafferana Etnea e centro Città), a Patti (Naso), a Messina (centro Città),ad Aversa (San Cipriano d’Aversa - CE) e a Monaco di Baviera (centrocittà).

La comunità delle Suore del Bell’amore di Catania è stata eretta cano-nicamente il 5 dicembre del 2004, abita in una casa annessa all’Arcivesco-vado, sita in via Porticello, 10. Al dì conta il numero di tre suore di votiperpetui, alle quali sono affidati i seguenti compiti di:

1. garantire i servizi relativi all’Arcivescovado e alla persona dell’Arcive-scovo;

2. custodire con vigile attenzione lo stesso palazzo arcivescovile.

La modalità di svolgere i compiti richiesti risponde al desiderio diessere singolarmente ed insieme, una presenza mariana operativa pressosacerdoti e laici, che a vario titolo frequentano l’arcivescovado. Inoltre sicollabora con il parroco della Basilica Cattedrale e con una parrocchia diperiferia nella Diocesi di Acireale anche perché una suora insegna religio-ne cattolica a Riposto. La comunità, ogni seconda domenica del mese,raduna attorno a sé, quelle persone interessate che vogliono condividernelo spirito, in incontri tipici di Punto Luce3.

Ringraziamo Sua Eccellenza per questo momento insieme perché ciha dato di sperimentare

la bellezza e la gioia della comunioneche unisce e distingue

armonizzando tutti e tutto.

ORDO VIRGINUM

Mi chiamo Maria Messina, sono una consacrata dell’Ordo Virginumdi Catania. Sono stata invitata a questo incontro con le religiose poichésvolgo il mio servizio pastorale nella Basilica Cattedrale. Mi occupo ditutto ciò che riguarda gli arredi sacri.

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3 Lettera circolare della Fondatrice inviata ogni mese alle comunità e ai laici del Bell’A-more su un aspetto della spiritualità.

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L’Ordo Virginum in Arcidiocesi è presente da circa dieci anni, esatta-mente il 21 novembre del 2001 abbiamo iniziato il nostro cammino diformazione. Da allora, in Diocesi, vengono accolte le richieste di quantenon sentendosi chiamate alla vita matrimoniale avvertono l’esigenza diconsacrare la loro vita nella verginità per la gloria di Dio e a beneficio dellaChiesa, pur restando nel mondo.

Nell’Ordo Virginum ciascuna è libera di offrire al Signore la propriavita di vergine nell’esercizio del carisma personale ricevuto da Dio per laedificazione della comunità come dice l’apostolo Paolo. In tal modo le ver-gini consacrate nel mondo, come segno della Chiesa sposa di Cristo, sonochiamate ad esprimere con cuore indiviso la loro fedeltà sponsale a Cristo,attraverso l’esercizio dei loro singoli carismi.

Emettendo il santo proposito di seguire Cristo, dal Vescovo diocesa-no sono consacrate a Dio secondo il rito liturgico approvato e si dedicanoal servizio della Chiesa. La vergine, mediante questo rito solenne, è costi-tuita persona consacrata quale segno dell’amore della Chiesa verso Cristo.

Carattere distintivo della consacrazione nell’Ordo Virginum è il lega-me spirituale e pastorale con il Vescovo e la Chiesa locale.

Le prime consacrazioni in Catania si sono avute il 17 novembre del2004 nelle mani di Sua Ecc. Mons. Salvatore Gristina, poi sono seguite lealtre, attualmente le consacrate siamo dieci. Seguiamo un cammino for-mativo insieme al nostro delegato Mons. Antonino Verde e ci riuniamodue volte al mese per la formazione permanente e il ritiro spirituale.Ognuna delle consacrate svolge il servizio pastorale nella parrocchia diappartenenza e vive in seno alla propria famiglia.

Sintesi dell’intervento del Vicario Episcopale per la Vita Consacratadon Antonino Munafò(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Consiglia che nei successivi Vicariati, per quanto riguarda l’organiz-zazione e la presenza a questi incontri, si tengano presenti oltre alleReligiose, in generale i membri di Vita consacrata, allargando così lapartecipazione anche ai componenti degli Istituti secolari.

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b. Palesa viva gioia agli Istituti intervenuti per le relazioni ascoltate, utilistrumenti per una conoscenza più puntuale, perché sono state offer-te sottolineature carismatiche, piuttosto che elenchi scontati di attivi-tà ed opere.

c. Auspica un incontro tra parroci e superiori della Vita consacrata, alfine di chiarire le aspettative di entrambe le componenti in ambito dimissione ecclesiale.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Evidenzia come sia emersa tanta ricchezza di risposta alla chiamataalla Santità da parte della Vita consacrata.

b. Sottolinea come nelle diverse presentazioni si riscontrino elementicomuni (la vocazione alla santità parte dall’imitazione di Colui che èSanto) ed elementi specifici (tratti che caratterizzano gli Istituti).

c. La sola presenza delle comunità religiose, accompagnata dalle molte-plici attività svolte sul territorio, è una grazia grande di Dio per il ter-ritorio del I Vicariato.

d. Invita a studiare una forma di coordinamento pastorale che agevoli lagiusta distribuzione della presenza delle religiose nelle diverse parroc-chie del Vicariato.

e. Ringrazia per l’apporto che una monaca benedettina ed una suora delI Vicariato danno nell’Ufficio di Segreteria per la Visita pastorale.

f. Ringrazia in modo particolare i parroci presenti che mostrano in talmodo viva sensibilità nei riguardi della Vita consacrata.

g. Invita le suore presenti ad una vicinanza attenta alla vita del Vicariatoe, laddove la situazione lo richiedesse, auspica anche monito e corre-zione nei riguardi dei sacerdoti per favorire quella corresponsabilitàche, nella carità, deve contraddistinguere i rapporti nella Chiesa.

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Ore 19.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE

Relazione del Vicario Foraneo

Il I Vicariato abbraccia il centro storico della nostra città, quel centroche un tempo denso di popolazione costituiva la residenza della “Cataniabene” mentre oggi si presenta ai nostri occhi povero e degradato.

Tanta gente in questi ultimi decenni è andata via soprattutto i piùabbienti, professionisti, impiegati a reddito fisso.

Il territorio è stato per lo più occupato da persone che dal centro dellanostra isola venivano in città in cerca di lavoro. Possiamo ben dire che illavoro veramente si trovava, erano gli anni in cui le grandi imprese dicostruzione a Catania lavoravano sodo e gli artigiani trovavano facilmen-te collocamento. In questi ultimi anni le cose si sono sempre più aggrava-te: le grandi imprese di costruzioni hanno chiuso battenti, l’edilizia è crol-lata, la disoccupazione è aumentata, tutto ciò ha favorito il lavoro nero el’accrescersi della microcriminalità. Le sacche di povertà sono aumentate ei disagi si fanno sempre più impellenti. A questa situazione si è aggiuntal’immigrazione degli extracomunitari con tutte le conseguenze di povertàe di pluralismo religioso.

Il territorio del I Vicariato comprende le seguenti parrocchie: BasilicaCattedrale, Collegiata, San Francesco di Paola, San Gaetano alla Marina,Santa Maria dell’Aiuto, Minoritelli, Santi Cosma e Damiano e SacroCuore ai Cappuccini.

È un Vicariato un po’ anomalo, se consideriamo che nel suo interno,oltre alle otto parrocchie, racchiude ben trentatre chiese, di cui: ventiquat-tro officiate; quattro chiuse al culto; cinque in attesa di restauro o comple-tamento dei lavori; due affidate ai religiosi (vedi San Francesco all’Im-macolata ai Frati Minori Conventuali e Santa Teresa affidata ai PadriCarmelitani).

Le altre chiese sono gestite dal clero diocesano e vengono officiatealcune settimanalmente altre ogni giorno.

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Tutto questo pur essendo una ricchezza genera dal punto di vistapastorale una vera e propria dispersione di energie. A questo propositobisogna dire che per quanto siano profondamente valide le esortazionicontenute nella nota della C.E.I. (Il volto missionario delle parrocchie in unmondo che cambia) risulta difficile per una sola parrocchia, specialmente lìdove le risorse umane scarseggiano, farvi fronte e tramutare in fatti quan-to così nobilmente auspicato dai nostri Pastori.

La parrocchia, così come è oggi, non può essere autosufficiente.Emerge in modo evidente l’esigenza della tanta auspicata “pastorale inte-grata” a livello vicariale, perché fintanto che ciascuna realtà ecclesiale con-tinuerà a lavorare a compartimento stagno non si sarà mai in grado di farfronte a tutte le esigenze che si riscontrano in un territorio più o menovasto. Tale criterio di procedere in modo asettico porta soltanto ad unadispersione di energie che, se coordinate, potrebbero raggiungere grandirisultati.

Infatti, basta notare che nel territorio vicariale sono presenti diversiIstituti di Vita consacrata (e precisamente Benedettine dell’AdorazionePerpetua, Suore della Carità, Suore francescane del Vangelo, SuoreBethlemite del Sacro Cuore di Gesù, Comunità del bell’Amore, SuoreFrancescane di Lipari, Suore Pie Discepole) distribuiti in modo non uni-forme sul territorio del Vicariato. Così, mentre talune parrocchie registra-no sul proprio territorio la presenza di uno o più Istituti di Vita consacra-ta altre, invece, ne sono prive del tutto. Per dar vita ad un maggiore coor-dinamento della pastorale nel Vicariato, approvati gli Statuti dei Consiglipastorali vicariali in data 21 aprile 2010 abbiamo provveduto a costituireil nostro Consiglio pastorale vicariale con le relative commissioni: Liturgia(affidata alle Suore Pie Discepole) Evangelizzazione e Catechesi (affidataalla Sig.ra Gaetana Castro), Carità Lavoro e Salute (affidata al Sig. PieroPrivitera), Famiglie e Giovani (affidata ai Can. Gianni Romeo, Suor IvanaSanfilippo, Diac. Daniele Pappalardo e Sig. Baturi Claudio).

Ancora le Commissioni non si sono riunite a causa della ristrettezzadei tempi e dell’incombente Visita pastorale ma il Consiglio ha lavoratointensamente al fine di individuare le realtà e le energie effettivamente pre-senti nel territorio del Vicariato, al fine di una futura unitaria e sinergicaprogrammazione pastorale.

Dal lavoro sinora svolto è emersa l’esigenza di coordinare la forma-

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zione dei catechisti parrocchiali, le attività di volontariato della Caritas, lapastorale giovanile e le aggregazioni laicali. Questo, inoltre, è stato il cri-terio per redigere il programma degli incontri a carattere vicariale con SuaEccellenza in occasione della Visita pastorale.

Le esperienze finora fatte riguardano i corsi di preparazione al matri-monio a carattere vicariale, taluni corsi di preparazione alla Conferma-zione degli adulti e le attività ricreative per ragazzi curate dall’Oratorio SanFilippo Neri, specialmente nel tempo dell’estate.

Da quanto è emerso nella presente relazione si rende più che mainecessario prestare attenzione al numero 7 degli Obiettivi della Nota dellaC.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia divenu-to programma pastorale di Sua Eccellenza l’Arcivescovo per l’anno incorso: «Una parrocchia missionaria ha bisogno di nuovi protagonisti: unacomunità che si senta tutta responsabile del Vangelo, preti più pronti allacollaborazione nell’unico presbiterio e più attento a promuovere carismi eministeri, sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni,anche per la pastorale d’ambiente e creando spazi per reale partecipazio-ne».

Catania, 3 novembre 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

CELEBRAZIONE DEI VESPRI

Sintesi della riflessione dell’Arcivescovo alla Lettura breve (Ef 3.20-21) (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Il Signore è Colui che può fare molto di più di ciò che possiamo doman-dare e pensare.

Come Chiesa facciamo sempre questa esperienza e siamo invitati adiffondere questa certezza.

Due richiami tratti dal Direttorio e dalla Lettera per la Visita pasto-rale:

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1. La recita della Preghiera per la Visita pastorale quale continuo moni-to che la preghiera è priorità emblematica …

2. Fidarsi di Dio e di conseguenza gettare le reti per una pesca abbondan-te, alla stregua di Pietro e compagni.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sono state messe in evidenza forze e difficoltà delle diverse parroc-chie.

È stato palesato soprattutto dai laici il vivo desiderio di una pastora-le d’insieme che possa trovare nella collaborazione fattiva risposta alle sfidedi povertà, di formazione dei giovani e di catechesi globale.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Insiste sulla realtà del Vicariato come organizzazione ecclesiale impor-tante ed auspica che la Visita pastorale faccia crescere nella correspon-sabilità.

b. Si augura che le parrocchie lavorino insieme, perché le risorse, purpresenti nel territorio, rischiano di rimanere isolate e non conosciute.Invita, pertanto, alla piena condivisione per il rinnovamento dellametodologia pastorale. Chiarisce che essere in sintonia con le indica-zioni dell’Arcivescovo significa operare una conversione pastorale cheponga al centro il Vicariato. Questo chiede con forza e convinzionesoprattutto ai parroci e ai sacerdoti presenti.

c. Delinea una Visita che si svolgerà con momenti parrocchiali ed anchecon molti incontri vicariali.

d. Spinge verso una pastorale integrata, che risponda alla logica teologi-ca di una Chiesa –comunione.

e. Esorta ad approfondire la II parte del Direttorio, dove viene trattato ilcompito del Consiglio pastorale vicariale.

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f. Invita a preparare con attenzione gli incontri vicariali. Pone la doman-da: “Esiste un censimento delle risorse presenti nelle parrocchie?”.

g. É consapevole che, funzionando il Consiglio pastorale vicariale, dirimando funzioneranno quelli parrocchiali e quello diocesano.

h. Richiama l’attenzione sul tempo del Dopo Visita, come tempo di gra-zia del Signore per avviare: lectio divina, organismi di partecipazione,formazione degli operatori pastorali e per valorizzare il Vicariato.

i. Rivolge un grazie particolare perché, malgrado l’estate, si è riusciti nelI Vicariato a preparare bene la Visita.

L’Arcivescovo riprende, a fine riunione, due pensieri, che desiderarimangano vivi nei presenti:

• Bisogna credere al Vicariato cambiando anche la struttura mentale;

• Il tempo del Dopo Visita (n. 12 del Direttorio).

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Ore 19.00 - Basilica Cattedrale

VEGLIA PER LA GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE

Monizione introduttiva

Venite benedetti dal Padre mio (Mt 25,34)

Ringraziamo il Signore per l’opportunità che ci dà di stare con Lui:presenza che dialoga con ciascuno di noi e regala pace, gioia, certezzad’amore. Siamo insieme come Chiesa intorno al suo pastore, Mons.Salvatore Gristina: dono di Dio, che vuole, attraverso lui, visitare il suopopolo perché gli appartiene, lo ama, lo vuole incontrare per indicare ilcammino di santità possibile a tutti perché è nel suo progetto d’amore. Ciritroviamo insieme per celebrare la Giornata della SantificazioneUniversale, promossa dal Movimento “Pro Sanctitate”, che quest’anno hacome tema: Il Santo uomo vero! La santità è meta di ogni cristiano che,ogni giorno può renderla più vicina, se fa suoi i sentimenti di Cristo Gesù,imitandone le virtù.

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SCHEMA DI VEGLIA

TitoloIL SANTO UOMO VERO!

Esposizione del SS.mo SacramentoI parte Gesù il SantoII parte Gesù Uomo VeroIII parte Gesù ci chiama ad essere suoi testimoniIntervento dell’ArcivescovoRecita della Preghiera per la Visita pastoraleBenedizione eucaristica

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Afferma che la Visita pastorale costituisce l’occasione provvidenzialeper richiamare tutti alla Santità ed invita tutti a vivere questa veritàcome auspicato dal Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmati-ca sulla Chiesa, Lumen Gentium n. 52. Tra i vari maestri un ricordo speciale riserva al servo di Dio, Mons.Guglielmo Giaquinta.

b. Pone l’attenzione sulla Visita pastorale che è segno dell’amore con cuiCristo amò la Chiesa come sua sposa. Il Vescovo visita, infatti, nelnome del Signore.

c. Sottolinea che la risposta generosa alla vocazione alla santità costitui-sce una benedizione per l’ambiente e per il territorio dove i cristianivivono ed operano. Nota una corrispondenza con quanto affermatonella LG n. 40 “tutti […] sono chiamati alla pienezza della vita cri-stiana e alla perfezione della carità: da questa santità è promosso,anche nella società terrena, un tenore di vita più umano”. Indica, poi,che il tema della veglia Il Santo uomo vero! è mirabile commento a taleaffermazione conciliare.

d. Sottolinea come durante la Visita pastorale avrà modo di incontraretante persone: sacerdoti, suoi primi collaboratori; diaconi, particolar-mente associati alla Visita; coniugi e genitori cristiani, figli in tutte leetà e in tutte le condizioni di vita; lavoratori e disoccupati, personeche danno un contributo alla società e quando ne sono privati ne sof-frono; ammalati che associati alla sofferenza di Cristo operano inmodo straordinario nella vita della Chiesa; istituzioni civili, fratelliche vanno contro tutti i comandamenti del Signore, per i quali diven-ta forte l’invito alla conversione. A tutti, singolarmente e nelle lororelazioni ecclesiali, indica la Santità come via per vivere ogni vocazio-ne cristiana e come condizione necessaria e indispensabile per ottene-re, da questa Visita pastorale, copiosi frutti di comunione, ministeria-lità e testimonianza.

e. Richiama alla memoria che la Visita si svolge con speciale riferimen-to alla Nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che

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cambia, del 30 maggio 2004. Sotto questa luce, afferma come laSantità sia la caratteristica del volto missionario. Gesù ci chiama adessere testimoni di Lui che è il Santo e il Vero Uomo.

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Ore 18.00 - Basilica Cattedrale

DECIMA GIORNATA DEL RADUNO DIOCESANODELLE CONFRATERNITE

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Intervento del Presidente ingegnere Vincenzo Musumarra

Un fraterno saluto e ringraziamento per il lavoro svolto, alleConsorelle, ai Confratelli, agli Assistenti Ecclesiastici a nome della presi-denza e del Consiglio delle Confraternite della Diocesi. Porto i saluti diSua Eccellenza Mons. Armando Brambilla, del presidente NazionaleFrancesco Antonetti e del presidente Regionale Umberto Tornabene,incontrati il 14 scorso a Roma per il cammino nazionale.

A Vostro nome mi pregio di salutare il nostro pastore Sua EccellenzaMons. Salvatore Gristina e le Autorità che mostrano, con la loro presenza,attenzione alle nostre realtà. Saluto, onorato di averli nostri ospiti, ilCoordinatore regionale Umberto Tornabene, il Consigliere nazionale dele-gato di Ragusa Pippo Vona, il delegato di Messina Andrea D’Arrigo.Grazie per la vostra presenza che ci conferma la fratellanza tra i Confratidelle Diocesi di Sicilia.

Ringraziamo per il nostro cammino, nel nome di Cristo e di MariaVergine, il Nostro Santo Padre Benedetto XVI, Sant’Agata e il nostroPatrono Pier Giorgio Frassati.

Voglio, nel mio intervento, accennare ad alcuni temi:

1. EDUCAZIONE. Il tema che i Vescovi, alla C.E.I., hanno scelto per laChiesa italiana per il prossimo decennio è Educare alla vita buona delVangelo, sul problema dell’educazione delle nuove generazioni.

Il nostro Papa la chiama l’emergenza educativa: anche noi Confrati sia-mo chiamati ad interrogarci sulla nostra vita personale e comunitaria percapire quale esempio diamo ai giovani circa la nostra identità cristiana.

L’eccesso della cura della bellezza (non si vuole invecchiare mai), il

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bisogno di protagonismo, il giovanilismo degli adulti, il rifiuto della sof-ferenza, un contesto dove gli adulti delegano ad altri il compito educati-vo, hanno fatto saltare il rapporto tra giovani ed adulti. L’educazione devepassare attraverso gli occhi, la bocca, il cuore degli adulti verso i giovani.È, dunque, necessario che gli adulti riscoprano l’amabilità della vita e chesi mettano in atto tutte le risorse per rispondere alla crescente domanda disenso dell’esistenza che arriva dai ragazzi, facendo leva su quella speranzache non delude che è Gesù Cristo, senso primo ed ultimo di ogni vita.

Non abbiamo timore di affidarci a Cristo. Gesù è Verità e la Verità èla vera Libertà.

È qui che le Confraternite possono incedere con grande efficacia. Inun mondo segnato dall’egoismo le nostre associazioni possono essere luo-ghi dove si respira l’aria della comunione, dove i giovani si sentono accol-ti e sostenuti. Ma perché questo accada è necessario che nelle Confrater-nite ci sia conversione in quanto a volte troppe lenti nell’affrontare sfide edifficoltà.

2. PIETÀ POPOLARE. Domenica scorsa 14 il cardinale Tarcisio Bertoneha celebrato in piazza San Pietro con le Confraternite d’Italia per il XIXCammino Nazionale. Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha rivolto un par-ticolare saluto durante l’Angelus. Ci ha ricordato il tema della Pietà popo-lare. Nella lettera inviata quest’anno ai seminaristi ha descritto la pietàpopolare come un grande patrimonio della Chiesa: merita il nostro amoree ci rende Popolo di Dio, capace di testimoniare la presenza di esseri cristiani,custodi di Tradizioni non sorpassate, ma vive e piene di valore e significato perla nostra vita e quella della Chiesa.

3. DEMOCRAZIA. Le Confraternite, sappiamo sono associazioni cri-stiane fondate con lo scopo di favorire l’aggregazione tra i fedeli, rappre-sentano la forma più antica di associazionismo nella Chiesa distinguendo-ci, da sempre, quali palestre di Democrazia nella considerazione che anchenegli statuti più datati troviamo che i rappresentanti (presidente, governa-tore …) vengono nominati per elezione. Per quella conversione di cuiprima e per la nostra attività dobbiamo tutti vigilare affinché dentro lenostre Confraternite ci sia democrazia: La Confraternita è viva se c’è parte-cipazione e se la partecipazione è democratica. La tutela e la vigilanza spet-

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tano ad ognuno di noi, ognuno faccia la Sua parte: il Presidente, ilConsiglio, i Confrati, gli Assistenti Ecclesiastici, l’Arcivescovo.

4. LA CONFEDERAZIONE. Impariamo meglio ad avere doppio battitonel nostro cuore: uno per la nostra Confraternita, uno per la nostraConfederazione. Senza questa doppia attenzione potremmo solo, in termi-ni calcistici, segnare ma non vincere. Le nostre reti, se non portano alla vit-toria di squadra saranno di poco valore. Questo impegno è veramente unaquestione di Cuore. Ed in proposito vi invito ad apprezzare l’impegno deiConsiglieri che visitano per la Commemorazione dei Defunti tutte lenostre Cappelle accolti dai Confrati e incontrano le Confraternite perVicariato, anticipando la visita del nostro Arcivescovo. Tutto per volonta-riato e senza nessun rimborso. La Confederazione Diocesana, che scambiacon quella Regionale e Nazionale, è il frutto del nostro impegno, nostrodi tutti.

5. LE CONFRATERNITE NELLA CHIESA. La Chiesa lo sappiamo siamonoi tutti. Nella vigna operano i sacerdoti, noi laici. I Confrati, laici impe-gnati al servizio del Signore, dobbiamo essere quel serbatoio di risorse pro-fessionali, artigiane, operaie che portano la loro esperienza di vita per col-laborare con i parroci per un miglior Servizio nel territorio. Abbiamo volu-to distribuire, in ricordo di questa giornata, una immagine del Beato PierGiorgio Frassati, nostro Patrono, che con il Suo esempio di laico che amail Signore ci dà coscienza che la chiamata alla santità è di tutti i cristiani.

Per questa 10ª giornata, ringraziano il nostro Arcivescovo per averevoluto questo momento annuo diocesano, abbiamo pensato ad un incon-tro dove siamo continui testimoni di Culto, Carità e Cultura:

CULTO: con questa bella Celebrazione Eucaristica che vede in comu-nione tutti noi vicini nell’Eucarestia e pronti ad ascoltare il nostro Pastore.

CARITÀ: presentando l’offerta per questo progetto della Caritas dio-cesana “La locanda del Samaritano”, Casa di accoglienza per i poveri cheanche noi ci impegniamo ad adottare. Per questa occasione abbiamo atti-vato una raccolta di offerte per il mese di novembre per animare i nostriConfrati ed i cittadini alla solidarietà e testimoniare che la Confraternita èCarità.

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CULTURA: offrendo oggi un incontro di riflessione, tenutosi inBasilica Collegiata, sul significato di essere Confrati oggi e sulla Visita delnostro Pastore.

Ricordo, infine, che oggi è gran festa per la Chiesa di Sicilia; SuaEminenza il Signor cardinale Paolo Romeo celebrerà, in contemporaneacon questa celebrazione, la sua prima Messa da Cardinale a Roma nellaBasilica di Santa Maria degli Angeli. Abbiamo inviato un telegramma diauguri perché il cardinale senta anche la vicinanza e la felicità delle nostrerealtà diocesane di Catania.

Diceva, e concludo, il beato Pier Giorgio … con la Carità semina negliuomini la Pace: è con questo spirito ed esempio che noi vogliamo operare.

Buon lavoro ed auguri.

Sintesi dell’omelia dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Saluto iniziale, menzione della festa di Cristo Re, ringraziamento alSignore per i benefici concessi durante l’anno liturgico vissuto. Annoliturgico che è occasione per contemplare, meditare e celebrare ilMistero di Cristo, dall’annunzio, dall’attesa, sino alla nascita, alla suaesistenza terrena, al mistero pasquale e alla promessa della sua presen-za costante con noi.

b. Preparazione alla prima domenica di Avvento, ricominciando lanostra riflessione, vivendo il tempo dell’attesa per prepararci all’incon-tro con Gesù.

c. Riuniti per la Festa di Cristo Re dell’Universo, titolo fondato sulleSacre Scritture che attestano il posto centrale che Gesù ha nella crea-zione e nella redenzione. Gesù non organizza una rivoluzione (comesi aspettano gli Zeloti), rifiuta questo tipo di Messia, la sua messianici-tà consiste nella promulgazione del Regno di Dio, che il Padre vuolecostruire attraverso il Figlio: È Lui stesso, la sua vita, il suo insegna-mento, l’opera di salvezza, … il Regno! Nel Vangelo Gesù insiste sul-la novità che Egli apporta, sullo stile nuovo che crea nelle relazioniumane. Con la sua vita mostra che questo regno è fondato sull’Amoreed è vissuto nel servizio. Culmine di tutto è il mistero pasquale: pas-

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sione, morte e resurrezione. Gesù viene deriso, anche sulla croce dauno dei ladroni, mentre l’altro intuendo il significato del regno chie-de a Gesù di non dimenticarsi di lui, diventando così il primo salvato.Il Regno allora è la Salvezza. Ci si sente confortati dalla frase di Gesù:Oggi con me sarai nel paradiso. L’oggi di cui si parla è sicuramente rife-rito alla fine della vita terrena, ma riguarda anche la nostra vita quoti-diana. Entrare nel paradiso, incontrare pienamente Dio, vivere nel-l’amore del Signore per tutta l’eternità sono azioni che devono essereanticipate nella nostra esistenza quotidiana: questo significa compren-dere, celebrare e vivere la regalità di Cristo.

d. Per la decima volta ci si riunisce con le Confraternite. La realtà confra-ternale vuole significare un modo di guardare Cristo, il Crocifisso, ilSalvatore, in modo tale che questo sguardo sia fede, sorgente di salvez-za, esperienza dell’amore di Dio. Questo sguardo assume connotazio-ne concreta ricevendo il Corpo e il Sangue di Gesù, come nella cele-brazione di oggi. Rinnova il saluto alle Confraternite antiche e nuove,presenti nella Diocesi e mette in risalto come la gioia qui sperimenta-ta faccia intravedere quella futura vissuta nei singoli vicariati e nelleparrocchie. Chiede di interessarsi della Visita pastorale ed invita a pre-gare con l’apposita preghiera ogni giorno. Invita a profondere compe-tenze ed esperienze nei Consigli pastorali, nei Consigli per gli affarieconomici, di cui molti confrati sono membri, in modo da prepararecon attenzione la Visita pastorale. La realtà confraternale è una realtàche si distingue anche quantitativamente, dunque il loro impegnodiventi copioso nel prima - durante - dopo visita in modo tale che essasia davvero dono del Padre alla nostra Chiesa particolare.

e. Ricorda la preghiera per i cristiani dell’Iraq. In alcuni Paesi i cristianiincontrano difficoltà e persecuzioni, viene chiesta loro una particola-re testimonianza di fedeltà che in alcuni casi porta al martirio. Palesala vicinanza con l’affetto, la preghiera e la solidarietà. La loro parteci-pazione alle sofferenze di Gesù sia una Grazia per loro stessi, per laChiesa. La loro eroica testimonianza diventi motivo di riflessione perl’intera umanità, che si incammina finalmente decisa sulla via dellagiustizia e del rispetto reciproco.

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Ore 19.30 - Basilica Cattedrale, Cappella della Madonna

INCONTRO CON I RESPONSABILIDELLE CONFRATERNITE DEL I VICARIATO

Presentazione dei Responsabili delle Confraternite del I Vicariato daparte dell’Assistente Ecclesiastico, Mons. Giorgio Giuffrida.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea la fisionomia del Vicariato affermandone l’importanza.Nella Chiesa di Catania se abbondanti sono le ricchezze, non è altret-tanto diffusa la profonda convinzione di essere Chiesa - comunione.In tal senso, fa riferimento direttamente alla Santissima Trinità,modello del nostro stare insieme: questo lo specifico dell’associazioni-smo cristiano. Dinanzi le difficoltà e i problemi quanto più si guardaal modello che è Dio, tanto più si trova la forza per impegnarsi conamore. Amore che non è un sentimento, ma è il vincolo speciale cheintercorre tra Padre e Figlio che è la Persona dello Spirito Santo. Eglici aiuta a capire il significato della vita di Gesù e ci lavora perché tuttipossiamo comprendere cosa comporti la nostra figliolanza divina. DaFigli, i nostri rapporti mutano, finiamo di essere concorrenti nell’ac-cezione negativa del termine, o più genericamente associati, perdiventare fautori insieme della missione di Gesù e testimoni veraci delVangelo.

b. Invita a valorizzare il testo della preghiera per la Visita pastorale.

c. Invita a guardare al Vicariato (di cui i confrati fanno parte) quale stru-mento per una pastorale integrata che tenga conto delle ricchezzeumane e degli spazi delle singole parrocchie.

d. Sottolinea il valore della presenza dei giovani nelle Confraternite,aggregazioni dove gli adulti responsabili diventano educatori alla vitabuona del Vangelo.

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e. Ringrazia per la presenza e per le varie attività ed incoraggia a prose-guire nell’impegno, sentendosi tutti corresponsabili.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

• Viene auspicata una maggiore sinergia tra chi gestisce dal punto divista ecclesiastico e le Confraternite per intensificare la conoscenza ela programmazione d’insieme.

• Un grazie corale per l’iniziativa della Visita pastorale.

Intervento dell’Assistente Ecclesiastico, Mons. Giorgio Giuffrida(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Esistono già questi incontri formativi programmati. Si gira anche aquesto scopo nei diversi Vicariati, non solo per controllare i bilanci, maper formarsi allo spirito ecclesiale. Si raccoglie la provocazione dell’inter-vento come sprone a procedere in tal senso.

Ringrazia l’Arcivescovo sia per la spinta ad uscire dalle realtà partico-lari per aprirsi all’esperienza che desidera essere il I Vicariato ed anche peravere introdotto un membro delle Confraternite come voce attiva nelConsiglio pastorale diocesano.

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Ore 17.00 - Oratorio San Filippo Neri

INCONTRO CON I GIOVANIE CON LE FAMIGLIE DEL I VICARIATO

Accoglienza e preghiera iniziale per il Vescovo

Saluto del Vicario Foraneo

Saluto di benvenuto di un ragazzo

Carissimo Monsignor Gristina,

a nome di tutti i bambini e i giovani dell’oratorio San Filippo Neri,Le do il benvenuto. La ringraziamo per essere venuto a trovarci, in occa-sione della Visita pastorale e dei festeggiamenti del 125º anniversario.L’oratorio San Filippo Neri nasce per volere del beato Dusmet e di DonBosco. Il nostro cortile non è per gli speciali …, ma è aperto a tutti, ed èsempre attento alle nostre necessità e ai nostri bisogni, trasmettendo sem-pre un messaggio cristiano e dandoci una possibilità di crescita, e di recu-pero quotidiano. La ringraziamo, ancora una volta, di testimoniare con laSua presenza, l’impegno della Chiesa accanto ai giovani, che ormai, gior-no dopo giorno, sentono sempre più la mancanza di ideali, valori e fedecristiana. Ancora grazie e benvenuto tra noi!

Animazione con i Bans dei ragazzi

Testimonianza di una animatrice

Pone una domanda su come aiutare le giovani ragazze madri chevivono nei quartieri a rischio, come quello di San Cristoforo.

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Testimonianza di una famiglia

Siamo stati invitati dal parroco a dare una testimonianza, a parlaredelle nostre esperienze.

Mi chiamo Franco, mia moglie si chiama Stella e siamo sposati da 33anni. Abbiamo tre figli grandi che vivono con noi e praticamente, trannealcuni periodi, abbiamo vissuto sempre in questo quartiere. Ripeto tre figligrandi che sono tutta la nostra vita. Ma l’impegno, le difficoltà, le vicissi-tudini da affrontere sono state e sono enormi.

Sia io che mia moglie potevamo rimanere travolti; la cosa più como-da sarebbe stata quella di alzare “bandiera bianca”. Invece siamo qua pro-prio per testimoniare che con l’aiuto di Dio, con le preghiere, che magaririvolgevamo al Signore separatamente, ascoltando il Vangelo più attenta-mente la domenica andando a Messa e facendoci forza l’uno con l’altro, insolitudine ripeto in solitudine, perché purtroppo quando si attraversanobrutti momenti sembra che tutto e tutti ti evitano, ti abbandonano. MaLui no!

E di questo essere Lui vicino a me e a mia moglie potremmo portaretante prove tangibili. Per esempio durante dei viaggi giornalieri, per anda-re a trovare un parente malato, angosciati e quasi senza speranza, accen-dendo per caso l’autoradio, ci siamo ritrovati sintonizzati con radio Mariaa recitare il Santo Rosario. Dopo pochi giorni quello che a noi sembravaun problema irrisolvibile si concluse serenamente.

Oppure un giorno, andando a lavorare, mi sentivo distrutto, debolee angosciato. Invece quella mattina ho incontrato una suora che, ironiadella sorte, si chiama Stella come mia moglie. Stranamente, pur nonfacendo parte del mio carattere, mi sono aperto a lei raccomandandole ilmio stato d’animo, le mie difficoltà, la mia voglia di arrendermi. SuorStella, con un sorriso a trentadue denti, mi disse testualmente: “No Francotu non puoi arrenderti, tu sei padre! Stai tranquillo Gesù è con te!

Credo che anche l’invito del parroco a portare questa nostra testimo-nianza, che capita in un particolare momento della nostra vita, è un altronostro appuntamento con Dio. Parlavo di solitudine e difficoltà materialianche perché viviamo in un quartiere malandato sia sul piano sociale cheinfrastrutturale. La nostra storia è la storia di quasi tutte le famiglie, cheoltre a vivere quotidianamente tra mille difficoltà all’interno del proprio

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nucleo, sono costrette a vivere nel degrado, nell’abbandono da parte delleistituzioni, nella sporcizia. Famiglie dove si lavora, si lavora in nero.Famiglie che vivono sotto l’incubo dello sfratto anche se occupano appar-tamenti fatiscenti, perché l’accentuata presenza del polo universitario nelnostro quartiere, ha alimentato ed alimenta quotidianamente la specula-zione sugli affitti da parte di proprietari avidi e disonesti. Chiaramentecrescere i figli, educarli alla convivenza civile, al rispetto l’uno degli altri,al rispetto delle istituzioni, in questa tipologia di quartiere diventa cosamolto difficoltosa. Figli che, in questo contesto, spesso cedono alle facililusinghe della microcriminalità.

Approfitto della presenza del Nostro Pastore per invitarlo ad esserepiù vicino alla gente di questo quartiere, di spronare, ove fosse possibile,le istituzioni, totalmente assenti, ad essere presenti ad aiutare a controlla-re, magari riprendendo, Eccellenza, quel bellissimo messaggio di GiovanniPaolo II “Svegliati Catania, reagisci”.

Visione di un video

Intervista all’Arcivescovo

• Notizie sul paese d’origine Sciara

• Le emozioni provate il giorno dell’ordinazione sacerdotale (17 mag-gio 1970)

• Influenza della famiglia naturale nella sua formazione

• Condivisione della frase che la mamma di Don Bosco disse al figlio“Ricordati che diventare sacerdote significa imparare a soffrire”

• I pensieri suscitati da Sant’Agata

• Il Cardinale Dusmet

• Don Bosco

• I giovani

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sciara è un paese molto bello, affonda le sue origini nel 1600, vi è unCastello appartenente ai Principi Notarbartolo. Diviso in due quar-tieri, vecchio e nuovo perennemente, ma bonariamente in lite traloro. Sorge una Chiesa nuova, ma nella vecchia l’Arcivescovo è statobattezzato il 30 giugno del 1946, ha ricevuto la Prima Comunione ela Confermazione; ancora oggi quando entra in essa si reca a baciareil fonte battesimale: luogo che segna la sua nascita come cristiano.Invita a conoscere la data di questo evento importante che cambiaradicalmente la vita di ciascuno, rendendo una semplice creaturaprima, un figlio di Dio dopo.

b. Il giorno dell’ordinazione sacerdotale, il 17 maggio del 1970,l’Arcivescovo rivela di essere stato “magro e con un ciuffone di capel-li”, ma soprattutto comunica ai presenti il suo amore speciale per ilgrande Paolo VI, il Papa che lo ha ordinato.

c. Parla della sua famiglia con accenti di affetto incredibili, perché hainfluenzato di certo la sua scelta vocazionale. Mamma e papà lohanno educato e fatto crescere anche con rimproveri. Entrato inseminario nel 1957, seguendo l’esempio di un sacerdote del paese,non lo hanno ostacolato, però ogni volta che andavano a vederlo glichiedevano se volesse tornare a casa. I genitori sono stati entrambipresenti nel 1970 all’ordinazione a Roma, invece nel 1992, a Palermoper l’ordinazione episcopale solo la mamma, della quale ricorda unmomento molto emozionante quando ormai creato Vescovo dovevabenedire i presenti in chiesa, e giunto davanti alla mamma si inginoc-chiò, gesto forse di ringraziamento per quanto operato per lui anchecon sacrificio.

d. Nelle vita è inevitabile incontrare difficoltà. Nel suo mistero sacerdo-tale confessa di averne incontrate tante. Invita, però, a non crearnemolte agli altri.Stare vicino al Signore, come dice il Papa Benedetto XVI, significaogni giorno mostrare il coraggio di affrontare le difficoltà sforzando-si di superarle.

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e. Il primo impatto con Sant’Agata rivela essere stato il 17 Agosto del2002, durante la festa estiva. Molte volte menzionata da persone cata-nesi, mai è stata immaginata con quelle proporzioni, diventate gigan-tesche a febbraio 2003 nella festa invernale. Sant’Agata è un eventoper ogni catanese che è devoto sin dalla nascita. Celebrare Sant’Agatasignifica capire il suo amore esclusivo per Gesù ed in esso imitarla. Lamattina del 4 febbraio, quando al termine della celebrazione si avvi-cina a baciarla, dice di farlo per tutti e con grande affetto.

f. Si riferisce al Dusmet come un indimenticabile Arcivescovo, che trale tante attività ha dato vita all’Oratorio San Filippo Neri. Come suosuccessore gli presenta suppliche di aiuto e spera nella sue preghiere.Nella preghiera della Visita pastorale si chiede la glorificazione, cioèche da beato possa diventare santo, grazie ad un miracolo fatto daDio per sua intercessione, e magari durante questo tempo di grazia!

g. Legato a Don Bosco si sente mezzo Salesiano, perché ha frequentatoil Ranchibile di Palermo, tenuto dai salesiani e nella sua vita scolasti-ca più volte ha incontrato figure significative. Rivolge così un graziea Don Bosco e ai Salesiani e alle Salesiane che operano in Diocesi.

h. Un pensiero speciale manifesta nei riguardi dei giovani. Ogni età hala sua bellezza; è importante che crescendo si riconoscano le cose dav-vero essenziali, gioco, studio, oratorio, attività parrocchiali … Per gliadulti, in particolare per i sacerdoti è un dramma vedere allontanarei giovani, ricchezza ineguagliabile per le parrocchie. Esorta i ragazzipresenti a restare uniti alla Chiesa e così a Gesù, amico fedele, maanche ad esigere il tempo per loro e gli spazi adatti alle loro attività.Chiesa, Famiglia, Scuola, Istituzioni dovrebbero impegnarsi in siner-gia per far crescere, curare tale potenzialità che sono le giovani gene-razioni, facendo scoprire ad ognuno la propria vocazione.

Visione di un video del Gruppo scout 5

La proiezione sottolinea l’idea di Robert Baden-Powell, fondatoredegli scout: “Tutto con il gioco, ma nulla per gioco”.

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Sketch su “La giornata tipo dell’Arcivescovo” a cura dei ragazzi dellaparrocchia Immacolata ai Minoritelli.

Canti “Corale Tovini”

Benedizione della lapide marmorea, a ricordo del 125º anniversariodell’Oratorio San Filippo Neri.

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Ore 20.00 - Basilica Cattedrale

VEGLIA DIOCESANA DI AVVENTOA CURA DELL’UFFICIO LITURGICO

E DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE FAMILIARE

• Ingresso processionale dell’immagine della Santissima Vergine Maria,accompagnata da torce portate dai bambini

• Esposizione del Santissimo Sacramento• Celebrazione dei Primi Vespri della I domenica di Avvento

Sintesi della riflessione dell’Arcivescovo dopo la lettura breve(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Stare alla presenza del Signore è un grande dono. La gioia più gran-de è il rapporto con Lui, che ci rivela la nostra identità. Siamo statichiamati a seguito di un progetto eterno che il Padre ha per ciascunodi noi.

b. Le parole di Pietro: Signore da chi andremo? Solo tu hai a parole di vitaeterna costituiscono il tema del prossimo Convegno EucaristicoNazionale. L’annuncio verrà dato domani durante la Messa dellaprima domenica d’avvento con cui inizia il nuovo anno liturgico, cheinauguriamo con questa veglia e che ci permette di comprendere lapresenza del Signore nella sua pienezza ieri, oggi e sempre. Standocon Gesù riceviamo la vita e facciamo esperienza di come la Sua paro-la guida la nostra esistenza.

c. In questa Veglia si sottolinea il tema della vita. Si compie questo gestoin comunione con il Papa, che ha voluto questo momento. Vegliadella vita nascente per vivere a pieno il senso profondo dell’Avvento:l’Attesa, in modo speciale in comunione con Maria. Questa vegliadella vita nascente ci fa riflettere sul senso dell’esistenza vagliando imolteplici problemi etici legati al suo nascere fino al suo spegnersi.Solo osservando questi insegnamenti saremo il Popolo della vita, ossia

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comprenderemo che vivere è un dono del Signore. Dobbiamo riflet-tere e pregare molto per tutto ciò. Ecco spiegata la presenza di que-gli Uffici di curia preposti a questo compito di sensibilizzazione allavita. Anche nell’Arcidiocesi di Catania vi è una presenza pastoraleattiva, come si evince dalla preparazione di questa Veglia.

d. Per comprendere meglio il senso della vita bisogna rivolgersi ai geni-tori. Essi è vero sono chiamati a collaborare con il Signore, ma devo-no essere sempre accompagnati da tutti noi in questa missione e nel-l’espletamento delle responsabilità. La famiglia deve stare al centro siadella comunità ecclesiale che civile.

e. La Visita pastorale spinge a fare passi in avanti per raggiungere nuoviobiettivi volti a testimoniare sempre l’amore alla vita. Durante que-sto tempo, nei luoghi visitati, si presterà particolare attenzione allapastorale familiare.

f. Si rivolge alla Vergine Santissima che educò Gesù, lo seguì nella vitanei momenti della Croce e rimase vicino agli apostoli. Maria, Madrenostra, vegli affinché si accolga e si curi la vita con rispetto.

• Conclusione e Benedizione Eucaristica

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INCONTRO CON I GIOVANI IN OCCASIONE DEL RITIRO D’AVVENTOORGANIZZATO DALL’UFFICIO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE

ORATORIO SAN FILIPPO NERI

L’Arcivescovo raggiunti i giovani nel pomeriggio, dopo essere statoaggiornato su quanto da essi vissuto nella mattinata, ascolta alcunetestimonianze.

CELEBRAZIONE EUCARISTICACHIESA SAN FRANCESCO ALL’IMMACOLATA

Sintesi dell’omelia dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Palesa la gioia di poter realizzare l’incontro coi giovani ed ha chiestoche i ritiri di Avvento e Quaresima si svolgano nel Vicariato dove laVisita pastorale è in atto. Ringrazia, pertanto, l’Ufficio di PastoraleGiovanile ed il suo direttore, Padre Salvo Consoli.

b. Indica nel ritornello del Salmo 122 Andiamo con gioia incontro alSignore, l’atteggiamento con cui vivere l’Avvento e tutto l’Anno litur-gico. Il Signore viene e noi dobbiamo stare in attesa di Lui. L’Avventoricorda che siamo in attesa dell’ultimo incontro con Gesù, consape-voli che Egli è già venuto e sempre viene.

c. Non conoscendo l’ora in cui il Signore verrà per introdurci nella Casadel Padre, si è invitati a vivere l’attesa con vigilanza. Ciò è un forterichiamo a non sprecare la vita, ma a viverla con gioia; quest’ultimadeve essere la connotazione e la colorazione della vita vissuta in atte-sa del Signore. Chi attende dà un significato profondo all’attesa.

d. Rivestiti di Cristo, indossando la veste bianca del Battesimo andiamoincontro al Signore. Veste bianca, lavata nel sangue dell’Agnello, cheil mondo tenta di sporcare con falsi ideali e facili brutture. Bisognaessere gelosi della propria dignità, dell’amicizia con Gesù, sola fonte

Incontro con l’Arcivescovo

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di gioia e di vera felicità. Per andare incontro al Signore occorre pren-dere l’impegno fermo a rimanere puliti.

e. Il Signore rivolge ai giovani una chiamata a seguirlo• alla giornata di ritiro d’Avvento, in particolare attorno all’Eucari-

stia, culmine di ogni cosa.• alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a

Madrid.• nel proprio territorio, parrocchia, comunità, dove siamo invitati

ad essere presenza qualificante.

f. Auspica che fanciulli, ragazzi, giovani vadano a trovare Gesù presen-te nel Tabernacolo e con Lui parlino come vogliono.

g. Ringrazia il Superiore della Comunità religiosa Francescana ancheper la sottolineatura mariana data alla celebrazione liturgica: monitoquesto a guardare a Maria che ha vissuto umanamente, vicina ad ognimamma, animata da grande fede, l’attesa di Gesù. A questa dolcissi-ma Madre bisogna chiedere di essere accompagnati in questo cammi-no di attesa per andare incontro sempre al Suo Figlio.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 18.30 - Basilica Collegiata

INCONTRO CON I CATECHISTI

Preghiera per l’Arcivescovo

Lettura del brano (1Pt 2.2-10)

Sintesi della riflessione dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Saluta e ringrazia i sacerdoti presenti e tutti i catechisti.

b. Sottolinea come la pagina proclamata descriva la condizione di rina-ti nell’acqua e nello Spirito.La nuova condizione è frutto della Grazia di Dio, da cui deriva ladignità regale, profetica, sacerdotale propria di tutti i battezzati.

c. Afferma che siamo innanzitutto discepoli.

d. Invita i catechisti a testimoniare la fede principalmente con una vitaesemplare.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sono state donate dai catechisti, provenienti dalle otto parrocchie leesperienze di catechesi diversificate per età e percorsi. Si è sottoposta l’esi-genza di formazione a livello di Vicariato, magari con un progetto catechi-stico unitario.

Incontro con l’Arcivescovo

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Invita i catechisti a testimoniare la fede principalmente con una vitaesemplare. I catechisti sono persone che fanno del bene ai ragazzi,quindi occorre • seminare sempre;• lavorare con fiducia, senza pensare troppo ai risultati;• annunciare la Parola che è Gesù.

b. Bisogna intensificare la formazione che si caratterizza come iniziale epermanente.

c. Auspica come frutto della Visita pastorale che l’Ufficio diocesanopossa curare la formazione permanente.

d. Consiglia di usare l’espressione più opportuna di “completamentodell’iniziazione cristiana”, invece di parlare di catechismo di primaComunione, di Cresima per una riflessione più attenta, da proporreai genitori. Essi vanno coinvolti mediante un contagio positivo, pro-dotto grazie a quelle coppie che si lasciano guidare con entusiasmodiventando ottimi propagatori di tale bella esperienza.

Incontro con l’Arcivescovo

30 novembre 2010

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Ore 16.00 - Chiesa San Martino ai Bianchi

INCONTRO CON IL VOLONTARIATOE GLI OPERATORI DELLA “CARITAS”

Accoglienza dell’Arcivescovo sulla soglia della porta da parte delGovernatore e Vicegovernatore della chiesa arciconfraternale di SanMartino ai Bianchi, del Cappellano della Confraternita, del Vicarioforaneo, del Parroco della Basilica Cattedrale nel cui territorio ricadela chiesa di San Martino ai Bianchi.

Sintesi dell’intervento del Vicario foraneo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Evidenzia che lo scopo della riunione consiste nella: • conoscenza reciproca delle diverse realtà che operano nel campo del

Volontariato e della Caritas;

• presentazione delle esigenze del territorio del I Vicariato, tenendo contodi grosse piste quali:- prendere in seria considerazione la condizione precaria diffusa

(alto tasso di disoccupazione, povertà a vari livelli …);- organizzare in rete le risorse umane per interventi di assistenza

puntuale;- vagliare l’idea di un centro interparrocchiale che funga da banco

alimentare;- discutere un progetto di assistenza sociale dove inviare le persone

smarrite che cercano numi su disbrigo pratiche di ogni genere.

Incontro con l’Arcivescovo

11 dicembre 2010

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Interventi dei Presidenti delle Associazioni di Volontariato del IVicariato(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

CARITAS (Santa Maria dell’Aiuto):- assistenza economica

(bilancio della Caritas si sostiene con le offerte provenienti dalfiore che non marcisce e dalla generosità spontanea dei fedeli);

- assistenza ai malati;

- promozione della donna da parte del gruppo Guardie d’Onore deiSantuari mariani;

- centro ascolto.

CARITAS (Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini):- Assistenza materiale (la parrocchia senza entrate assicura l’aiuto

affidandosi alla Provvidenza, proveniente da offerte spontaneeanche di persone fuori diocesi);

- Assistenza morale;

- Stile di accoglienza affettuosa anche quando non si può dare cheun sorriso;

- Caritas gestita dal gruppo vincenziano;

- Bambini durante Santa Messa domenicale abituati a portare beniin natura per chi ha bisogno;

- Pranzo di solidarietà nei tempi forti per servire e stare insieme;

- Auspicabile avviare centri vicariali.

CARITAS (Immacolata ai Minoritelli):- Lavoro Operatori essenzialmente di mamme;

- Aiuto materiale di una signora vincenziana;

- Attività per raccogliere fondi.

CARITAS (Basilica Cattedrale):- Studiare per la formazione di un centro di ascolto;- Pensare una mappa di bisogni unitamente ad una mappa dei ser-

vizi.

Incontro con l’Arcivescovo

11 dicembre 2010

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FRATRES (Immacolata ai Minoritelli):

- Sensibilizzazione alla donazione del sangue;

- raccolta sangue dal 2005.

ORATORIO (San Filippo Neri):- sostegno, a vari livelli, a famiglie bisognose (disoccupazione,

detenzione in carcere, divorzi);

- ci si avvale di una sovvenzione nel 2010 per un numero di ventifamiglie.

VOLONTARIE (San Vincenzo):- utilità storica del Centro sociale (prima in via Plebiscito);

- Casa della Carità al sabato fornisce servizio per i vestiti;

- corredini per i bambini;

- impegno personale presso la gente bisognosa in modo individua-lizzato.

CONFRATERNITA DEI BIANCHI:- banco alimentare;

- Gruppo Giovanile dell’Ordine di Malta collabora al banco ali-mentare, con assistenza alle famiglie;

- Cercare di superare i problemi causati dalle norme vigenti che fre-nano iniziative quali punto medico, banco farmaceutico, possibi-lità di tenere celle frigorifere.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia per l’incontro poiché si tratta di una vera esperienza dellapresenza del Signore.

b. Sottolinea, alla luce delle opere di misericordia corporali e spirituali,l’importanza della dimensione caritativa, parte sensibile dell’identitàecclesiale.

Incontro con l’Arcivescovo

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c. Loda le splendide realtà che vanno coordinate in rete per un lavorod’insieme. Invita a valorizzare al meglio i differenti doni, che Dioelargisce, nella comunione. Conoscere in comunione significa nonlivellamento, ma rispetto della specificità di ogni gruppo.

d. Invita a costituire ufficialmente a livello vicariale la Consulta delleCaritas e degli organismi di volontariato. La Consulta, in particolare,permetterebbe una continuità a questo tipo di esperienza di incontro-conoscenza e al contempo un approfondimento dei bisogni e dellerisorse del I Vicariato. Tutto ciò richiede studio attento dei progettiintorno al Banco alimentare, al Centro sociale e ai problemi legati allenormative vigenti.

e. Invita a vivere attivamente la nostra cittadinanza con responsabilitàper essere propositivi e migliorare così i servizi a disposizione delpopolo.

f. Suggerisce di valorizzare le competenze di ciascuno per risponderealla specificità dei bisogni e dei problemi della realtà del Vicariato.

g. Ribadisce l’importanza della costituzione di una Consulta che istitu-zionalizzi e renda solidi gli effetti di questo incontro e consegna talecompito al Vicario.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 19.00 - Parrocchia San Gaetano alla Marina

INCONTRO CON LE AGGREGAZIONI LAICALI

Recita della Preghiera per l’Arcivescovo

Introduzione del Vicario Foraneo

Presentazione dei gruppi presenti:

MILIZIA DELL’IMMACOLATA- fondata nel 1917 da San Massimiliano Maria Kolbe

- riunione settimanale

- presenza alle Sante Messe del Santuario

- peregrinatio Mariae nel mese di Maggio

- annuncio del martirio con opere teatrali

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE- una fraternità di 25 componenti

- Gioventù francescana

- Momenti aggregativi: riunione settimanale e Santa Messa dome-nicale

- collaborazione con la Caritas diocesana per raccolte varie

GRUPPO DI PREGHIERA REGINA DELLA PACE (Minoritelli)- piccoli cenacoli allo scopo di pregare insieme a Maria con il

Rosario meditato perché il Padre mandi lo Spirito capace di con-vertire i cuori alla pace

- preghiera per la Chiesa, per le autorità civili, per le famiglie e peri giovani

Incontro con l’Arcivescovo

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- riunione lunedì e mercoledì per la preghiera del Rosario meditatobiblico, venerdì per un momento di meditazione e di riflessionesulla Parola di Dio; il primo lunedì del mese a seguito del Rosariovi è un’ora di Adorazione eucaristica

- gruppi di preghiera nascono nel 1993 (Visita del Santo Padre inSicilia), ma le radici affondano nel messaggio di Fatima e nellaLitania lauretana Maria Regina della Pace

COMUNITÀ DELL’ARCA (Rinnovamento nello Spirito)- nata all’interno della comunità Carmelitana, ha una vita di tren-

tadue anni

- carisma dell’evangelizzazione mediante ascolto in strada

- ogni mese un sabato notte i giovani chiamano le persone in stra-da invitando a partecipare all’adorazione e possibilità di confessio-ne sacramentale

- progetto di emergenza educativa in due momenti con sensibilizza-zione dei giovani attraverso un psicoterapeuta e una catechesi

COMUNIONE E LIBERAZIONE- sede nel Vicariato nella chiesa di San Camillo

- opera anche a livello diocesano

ORDINE COLLARE DI SANT’AGATA- ordine cavalleresco europeo

- sede nella Rettoria di Sant’Anna

- beneficenza

- assistenza gratuita a livello tributario - commercialistico, civilisti-co - penalistico

- riunione sabato mattina; partecipazione Santa Messa sabato sera

- disponibilità delle competenze professionali per il Vicariato

LEGIO MARIAE- opera in Basilica Cattedrale e nella parrocchia Santi Cosma e

Damiano

Incontro con l’Arcivescovo

14 dicembre 2010

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- evangelizzazione e apostolato in Basilica Cattedrale dentro la chie-sa; ai Santi Cosma e Damiano nel territorio parrocchiale, masoprattutto negli ospedali

- missione: portare la parola del Signore ai fratelli

FRATERNITÀ DEI CAPPUCCINI- La fraternità proveniente da un periodo florido vive ora un tempo

di tenebre

- offerte di preghiere di sofferenza

- alcuni membri collaborano al gruppo di Volontariato Vincenziano

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Nota che le aggregazioni ecclesiali hanno una dimensione nazionale,regionale in un certo senso super - parrocchiale. Bisogna dunquevedere, nell’ambito della Consulta, come organizzare questo tipod’incontro.

b. Chiede che gli interventi successivi mirino a fornire ipotesi di aggre-gazione e di coordinamento possibili dei gruppi presenti nel IVicariato.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Nel I Vicariato si nota:• bisogno di spiritualità, di pastorali alternative (sera)• ci troviamo di fronte ad un luogo di passaggio• il bisogno di un apporto massiccio di laici e di forze giovani• attenzionare i giovani• difficile creare rete tra le aggregazioni perché preoccupati solo delle

proprie esigenze• operare nel Vicariato per progetti e per obiettivi comuni• valorizzare la presenza delle Istituzioni scolastiche ed anche

dell’Università

Incontro con l’Arcivescovo

14 dicembre 2010

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Intervento del Vicario Episcopale per Pastorale Don Pietro Longo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Si operi il discernimento comunitario per valorizzare una pastoraled’ambiente, che superando la dimensione parrocchiale, risponda alle esi-genze delle Aggregazioni ecclesiali. Bisogna rispettare i singoli doni armo-nizzandoli insieme ed è necessario, altresì, accogliere nelle parrocchiemovimenti ed associazioni non sacrificando nessuno, non criticando, nonallontanando.

Sintesi dell’intervento conclusivo dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea come l’incontro sia stato rivelatore di alcune problemati-che afferenti il I Vicariato.

b. Invita a promuovere un coordinamento attorno ad un progetto con-creto comune.

c. Suggerisce di vagliare l’ipotesi di aprire le Chiese la sera in questo ter-ritorio per accogliere le persone.

d. Invita a valorizzare gli incontri di Consiglio pastorale vicariale al finedi studiare progetti utili che tengano conto delle esigenze delVicariato.

Incontro con l’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 18.00 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

CHIUSURA DELLA VISITA PASTORALE AL I VICARIATOVESPRI E CANTO DEL TE DEUM

Intervento del Vicario Foraneo

Gratias agamus Domino Deo per Virginem MariamRendiamo grazie al Signore per la Vergine Maria

Eccellenza Reverendissima,

Ci siamo radunati questa sera ai piedi della soave immagine dellaVergine Santissima dell’Aiuto, in questo Santuario a Lei dedicato per ele-vare con Lei il nostro “Magnificat” di ringraziamento al Signore per ildono di grazia che è stata la Visita pastorale. Con Maria veramente possia-mo dire: Grandi cose ha operato in noi il Signore.

All’inizio della Visita, ho avuto modo di ricordare come l’eccellenzaVostra ha voluto impostare la Visita “verifica” pastorale su tre punti: ascol-to di ciò che lo Spirito dice alle nostre comunità e quindi impegno alla“Lectio divina”, discernimento comunitario, formazione degli operatoripastorali.

Con l’aiuto del Signore abbiamo visto che ogni comunità parrocchia-le ha iniziato la pratica della “Lectio”, con tutte le difficoltà che certamen-te a poco a poco si cerca di superare. In ogni parrocchia si è data più atten-zione agli organismi di partecipazione, quali il Consiglio pastorale parroc-chiale e il Consiglio per gli affari economici, e comunitariamente si è datoluogo a quella verifica tanto auspicata, che ci ha fatto scoprire alla luce deisette obiettivi della nota C.E.I. Il Volto missionario delle parrocchie in unmondo che cambia la reale condizione pastorale della parrocchia, verifican-do al contempo, assieme all’Eccellenza Vostra, quanto bene il Signore haseminato ed incessantemente continua a seminare nelle nostre comunità.

Così pure abbiamo potuto riflettere sulle problematiche e sulle diffi-coltà che abbiamo da affrontare ogni giorno in questo territorio del cen-

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Incontro con l’Arcivescovo

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tro storico così artisticamente ricco ma pieno di sacche di povertà mate-riale e spirituale.

Soprattutto, abbiamo constatato che è urgente impegnarsi e dare vitaalle nostre comunità parrocchiali. La parrocchia ancora resta l’unico puntodi riferimento, figura di Chiesa in cui ognuno pone la sua fiducia. Macontemporaneamente sentiamo l’urgenza di dare vita ad una pastorale inte-grata. C’è bisogno di lavorare uniti, uscendo dal guscio del proprio “io”,coinvolgendo le energie di ogni parrocchia, poiché, oggi, o si lavora inunione o non si conclude nulla e ci si affanna invano.

Un ringraziamento sincero a nome di tutti i miei confratelli, soprat-tutto parroci, voglio rivolgere all’Eccellenza Vostra, per il modo con cui hacondotto la Visita pastorale. Possiamo sintetizzarlo in tre parole: semplici-tà, amabilità e grande prudenza.

L’abbiamo visto parroco tra i parroci. Ci ha sempre messo a nostroagio, ci ha sempre incoraggiati e si è immedesimato in tutte le nostre ansiee difficoltà.

Ci ha insegnato a farci piccoli con i piccoli, a saper soffrire con chisoffre, a farci carico dei bisogni degli altri. Come possiamo dimenticare, ladelicatezza con i piccoli?! Vedere un Vescovo seduto sul banchetto deibambini dell’asilo e scherzare con loro o raccontare le marachelle da ragaz-zo o confidare ai giovani le intime emozioni del giorno della consacrazio-ne episcopale (come l’incontro con la mamma al momento di benedire ilpopolo).

Ricorderemo sempre l’attenzione per i fratelli sofferenti, visitati a casacon amore, anche se qualche volta questo comportava una salita al quartopiano senza ascensore o negli ospedali.

Grazie Eccellenza per questi esempi, che vogliamo fare nostri verso ifratelli che il Signore ci ha affidati.

I nostri fedeli hanno notato tutto questo Eccellenza ed hanno scoper-to una nuova figura del loro Vescovo, vero Padre e Pastore.

Il Signore Le conceda sempre di essere figura vera di Gesù BuonPastore.

La Visita pastorale ci ha portato a questa sincera verifica, e la verificasuppone adesso una conversione.

Abbiamo e continueremo a pregare con le parole “Aiutaci a vivere laVisita pastorale pienamente disponibili e docili all’azione dello Spirito

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Incontro con l’Arcivescovo

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Santo che ci spinge a più grande comunione, a più fervida testimonianzaevangelica, a continuo impegno per rendere sempre più missionario ilvolto della nostra Chiesa particolare”, ed è questo l’impegno che dobbia-mo prendere.

Quando ero giovane seminarista ricordo bene come il padre spiritua-le del Seminario ci preparava agli esercizi spirituali facendoci prenderecoscienza della loro importanza ed esortandoci all’ascolto della parola diDio per non far passare invano la Grazia del Signore. Terminati poi gliesercizi ci diceva “ora cominciamo i veri esercizi perché dovete mettere inpratica, con l’impegno quotidiano quanto il Signore vi ha suggerito”.

La stessa cosa penso si possa dire della Visita pastorale: finora abbia-mo visto quello che il Signore nel discernimento comunitario ci ha fattoconoscere, ora comincia la vera Visita pastorale, perché dobbiamo attuarequanto abbiamo recepito e non fare passare invano la Grazia di Dio.

All’inizio della Visita ebbi modo di dire a Vostra Eccellenza cheavremmo fatto del tutto per non deluderla nell’impegno nello svolgimen-to della stessa, adesso dobbiamo tutti, sacerdoti e laici, metterci all’operapere non deluderla nel Dopo Visita.

Quindi ci impegneremo affinché i nostri fedeli possano assaporare laParola di Dio attraverso la lectio divina e cercheremo di dare sempre atten-zione e spazio agli organismi di partecipazione e, nel lavorare in unione, ciimpegneremo alla formazione degli operatori pastorali, perché i nostri fra-telli laici possono essere veri responsabili della pastorale.

Mettiamo questi propositi nelle mani della Vergine Santissimadell’Aiuto perché da Madre tenera ed affettuosa ci aiuti a poterli metterein pratica.

Vostra Eccellenza ci sia sempre vicino, ci incoraggi e ci compatisca.Con questi sentimenti chiediamo la Sua Paterna Benedizione.

MONS. CARMELO SMEDILA

Vicario foraneo

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Incontro con l’Arcivescovo

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Riflessione dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi,Fratelli e Sorelle,

1. Ci troviamo con gioia in questo Santuario dedicato alla Madonnadell’Aiuto per dire il nostro grazie al Signore per il cammino percorsoinsieme, a partire dal 30 ottobre quando, nella Basilica Cattedrale, abbia-mo dato inizio alla Visita pastorale nell’Arcidiocesi e nel I Vicariato.

Incontro e saluto con particolare gioia i carissimi fratelli Presbiteri,Parroci, Religiosi che operano in questo I Vicariato.

2. Voglio innanzitutto ringraziare il Signore per quello che la Visitapastorale nel I Vicariato ha significato per me Vescovo. È la prima voltache vivo questa esperienza, con la quale il Signore mi ha aiutato a cresce-re come padre e fratello nei riguardi dei tanti sacerdoti con i quali condi-vido l’affetto di predilezione del Signore. Li ringrazio tutti affettuosamen-te e singolarmente, per i servizi che essi svolgono, per l’impegno profusonella preparazione della Visita pastorale e in tutto ciò che essa ha compor-tato. Questo momento deve significare per noi quell’impegno a crescerenella nostra fraternità sacerdotale, in modo che il nostro agire, la nostraattività pastorale, siano espressione di viva comunione nel Signore.

Voi, fratelli e sorelle, pregate molto per noi, per i sacerdoti, per ilVescovo, proprio perché possiamo anzitutto testimoniare questa comunio-ne, questa gioia di appartenere al Signore, mettendoci insieme al vostroservizio. Questo auspico come uno dei frutti più belli della Visita pastora-le.

Una particolare menzione vorrei rivolgere a Mons. Smedila che hacondiviso con me Vescovo questo tempo della Visita nelle varie parrocchiedel I Vicariato; al Vicario per la pastorale, Don Pietro Longo. Il mio gratopensiero vorrei rivolgere anche nei riguardi della Segreteria per la Visitapastorale: sacerdoti, religiose, diaconi, laici che con tanto impegno e coor-dinati dal carissimo Padre Massimiliano hanno svolto un’attività moltoimpegnativa. Posso attestare questo perché ho visto quanti incontri hannofatto perché la Visita pastorale si svolgesse serenamente.

Rivedo con gioia voi, carissimi fratelli e sorelle. Abbiamo avuto la

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gioia di incontrarci a più riprese ed è bello che questa sera ci unisca pro-prio questo sentimento di profonda gratitudine al Signore. Siamo certa-mente cresciuti in questo stare insieme, ci siamo conosciuti meglio, pergioire dei doni che il Signore elargisce, per apprezzare quello che si fa contanto impegno e con tanta dedizione nelle nostre comunità. Dobbiamotutti impegnarci per continuare in questo stile. Il Consiglio pastorale vica-riale deve esprimere tale comunione, quella che ci mette tutti al serviziodel Signore.

3. Nel brano di Giacomo che abbiamo ascoltato (5,7-8.9b) l’aposto-lo invita a guardare l’agricoltore. Noi siamo questi agricoltori: tutti lavo-riamo nel campo del Signore, tutti ci troviamo insigniti di questo altissi-mo onore. Il Signore ci dà l’inestimabile dono di lavorare nella Chiesa perLui, al servizio degli altri lasciandoci guidare dal suo esempio.

Abbiamo lavorato con coraggio, nella verità, con fiducia, con fortesperanza, non ci siamo nascoste le difficoltà, ma ogni incontro ci ha datola gioia di guardare con fiducia l’avvenire.

L’agricoltore è invitato alla pazienza: se l’indomani della semina pre-tendesse di vedere già i frutti si dispererebbe. Egli è colui che attende!Attende che il Signore elargisca anche quella buona pioggia che aiuta lasemente a maturare. Noi che abbiamo fatto questa semina, dobbiamo orasintonizzarci con i tempi del Signore e sappiamo che i progetti del Signoresono progetti di un padre per noi suoi figli. I tempi del Signore indicanoanche una possibilità di crescita reale, autentica per ciascuno di noi e pertutti quanti.

La Visita pastorale ci ha dimostrato questa presenza del Signore cheopera con noi, che dà risultati anche insperati alla nostra azione. Il risul-tato della nostra azione tante volte supera anche le nostre migliori previ-sioni: quante volte il Signore ci sorprende andando molto al di là di quel-lo che possiamo pensare o sperare? Allora, fratelli e sorelle, non limitiamo-ci a guardare soltanto noi stessi, non restiamo chiusi in noi stessi, guardia-mo il Signore, guardiamo le meraviglie che Egli opera e, quanto più siamotentati di chiuderci, di guardare a noi stessi, tanto più leviamo in alto losguardo. Il Signore ci sorprenderà e opererà meraviglie.

Incontro con l’Arcivescovo

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4. Ecco il senso della nostra preghiera di ringraziamento. Vogliamoanche sperare che negli altri Vicariati ci possa essere tanta abbondanza diimpegno nel lavoro.

Se perseveriamo nella preghiera alla fine ci accorgeremo che il Signorecon l’azione del Suo Spirito ci avrà veramente rinnovati. Il nostro voltosarà un volto nuovo, un volto veramente missionario. Guardiamo a que-sto traguardo, confortati anche da quello che il Signore ha compiuto giànel I Vicariato: voi sarete le persone che avete avuto l’onòre e l’ònere divivere la prima esperienza. Per questo vi ricorderò con particolare affetto.

✠ SALVATORE GRISTINA

Incontro con l’Arcivescovo

16 dicembre 2010

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Ore 17.00 - Chiesa Sant’Agostino

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione pastorale del Rettore

La Chiesa Sant’Agostino con l’annesso Convento, costruiti dopo ilterremoto, hanno ospitato per secoli l’Ordine Agostiniano, i cui monacihanno svolto una preziosa azione pastorale a Catania. Negli ultimi decen-ni convento e Chiesa sono stati affidati ai monaci maltesi che, per riduzio-ne di numero, hanno definitivamente lasciato nel 2007. Per due anni emezzo la Chiesa è stata officiata da Mons. Carmelo Smedila con l’aiuto dialcuni sacerdoti che via via si alternavano nelle varie celebrazioni. Lo rin-graziamo per il suo ministero insieme ai vari presbiteri e ai laici presentiche in vario modo hanno collaborato.

Da ottobre 2009, in seguito alle mie dimissioni da parroco in SanFrancesco di Paola, per motivo di altri incarichi pastorali difficilmentecompatibili col mio stato di salute, questa chiesa è stata affidata al sotto-scritto.

Certamente non era opportuno chiuderla al culto perché è molto fre-quentata da tanti fedeli provenienti da ogni parte non solo della città, maanche dall’hinterland catanese a motivo della grande devozione a SantaRita e non soltanto nei giorni della sua festa nel mese di maggio.

Pur nel rispetto delle tradizioni di questa Chiesa ho subito individua-to le esigenze pastorali dei fedeli, dando le opportune risposte alle lororichieste e cercando di conciliare insieme anche gli altri impegni diocesa-ni a me affidati.

1. Anzitutto si è cercato di creare uno stile: l’accoglienza. Chi viene in questa Chiesa si trova come a casa sua: viene accolto

sempre con un sorriso, e non soltanto dal sottoscritto; anche i fedeli piùassidui fanno lo stesso e si cerca di venire incontro alle varie richieste reli-giose. La stessa risposta: “Non è possibile”, non costituisce un rifiuto, ma

Incontro con l’Arcivescovo

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Page 205: Visita Pastorale al I Vicariato - parte seconda

un invito a provvedere diversamente o altrove. Tanti fedeli vengono qui a pregare Santa Rita, la “Santa degli impos-

sibili” per i più svariati motivi della vita: la richiesta di salute, la pace infamiglia, trovare un lavoro, la forte indigenza, il bisogno di avvicinarsi aDio; vengono a cercare soluzione per le varie esigenze spirituali.Soprattutto quando vedo qualcuno piangere, l’invito discreto ad un collo-quio produce spesso l’accoglienza di una Parola più grande delle stesseparole. E tante volte la confessione è il coronamento al bisogno di Dio.Molti fedeli laici e religiosi, forse memori della presenza degli agostiniani,vengono in questa chiesa per chiedere la confessione; abbiamo riservato lacappella del Crocifisso, ora sempre aperta e appositamente lasciata nellapenombra per il silenzio orante, al sacramento della Riconciliazione.

Nel rispetto dei fedeli viene stampato il calendario pastorale “Insiemein Chiesa” che con un messaggio mensile, viene distribuito a tutti ed espo-sto davanti la porta, così, anche quando la Chiesa è chiusa, chi viene puòconoscere i vari orari delle attività ecclesiali.

2. L’opera di evangelizzazione.Viene curata l’omelia perché sia una traduzione della Parola per la

vita di ogni credente. Ogni martedì si tiene un incontro sulla Parola delVangelo, quest’anno il vangelo di Luca, guidato sullo stile del Cenacolodel Vangelo.

Una volta al mese, il 2º sabato, si fa un incontro su Sant’Agostino:lo scorso anno abbiamo studiato insieme il De catechizandis rudibus, que-st’anno “Le Confessioni”, ci hanno dato la possibilità di approfondire nonsoltanto il pensiero del grande padre della Chiesa, ma attraverso i suoiscritti, scoprire la sua alta spiritualità di grande amante di Dio.

3. Nella liturgia si cura la Celebrazione Eucaristica festiva e ferialecon gli opportuni gesti significativi e reali, senza eccedere nel folclore ap-pariscente.

Abbiamo cercato di coinvolgere tutti nei diversi ministeri: i lettori,senza creare privilegi esclusivi nella proclamazione della Parola; il canto(questa è una Chiesa “cantarina”: si canta da tutti e sempre, ricordandoquanto diceva Sant’Agostino: Qui semel cantat, bis orat); gli immancabililibretti di canto aiutano in tutto questo. Non è più possibile avere un

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numero più consistente di Sante Messe: prima c’erano almeno tre mona-ci, ora a stento un solo prete e per di più a mezzo tempo.

Ogni giorno si apre la chiesa alle 7.30; alle 7.50 con alcuni studentidel vicino Boggio Lera, con qualche insegnante e fedeli, la recita delleLodi; disponibilità per la preghiera personale e le confessioni. Nel pome-riggio e sera, la recita del rosario, dei Vespri e la celebrazione dell’Euca-ristia. Ogni 1º giovedì l’adorazione Eucaristica. Durante i vari periodidell’Anno liturgico vengono curati i gesti, le tradizioni, le celebrazioni: lacorona d’Avvento, le novene (quella di Natale, con uno opportuno libret-to annuale e i canti tradizionali, diventa una vera occasione di evangeliz-zazione), la rinnovazione degli impegni matrimoniali e battesimali, la ViaCrucis e la liturgia pasquale, la celebrazione per Sant’Agostino.

Il decoro della Chiesa è responsabilità di tutti e dev’essere un onoretenere pulito, decoroso e accogliente il tempio della presenza del Signore.Non mancano mai i fiori che i fedeli con tanta abbondanza offrono alSignore, alla Vergine Santissima o a Santa Rita.

4. Nel campo della carità si resta spesso costernati nel non poter darerisposta a tutte le richieste di aiuto, di lavoro, medicine, indumenti e dena-ro che tantissime persone vengono a chiedere; con l’ausilio del BancoAlimentare o altro che portano i fedeli all’offertorio veniamo incontro agliindigenti che ogni giorno vengono a chiedere: nessuno se ne va a manivuote.

Le candele offerte le abbiamo portate nei cinque monasteri della dio-cesi: le monache pregheranno per gli offerenti.

5. La festa di Santa Rita costituisce il momento di maggiore frequen-za della Chiesa a motivo della sempre più diffusa devozione verso la Santa:i quindici giovedì di Santa Rita nei mesi di febbraio, marzo, aprile e mag-gio, una settimana intensa di Celebrazioni indirizzate a diverse categoriedi fedeli e soprattutto il 22 maggio con le Sante Messe ogni ora, i confes-sori, i diaconi, i ministri straordinari dell’Eucaristia e i vari collaboratori(circa 50) che assolvono alle diverse incombenze per i fedeli provenienti datutta la diocesi ed anche da altrove, che dal mattino all’alba fino a notteaffollano la Chiesa.

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6. La manutenzione del tempio ha comportato un impegno economi-co di non poco conto. Ci sono state diverse esigenze di acquisto di suppel-lettili, strumenti opportuni per la gestione pastorale della Chiesa, di siste-mazione e revisione di alcuni ambienti, tetti, consolidamento della croceesterna della facciata, sgombero del materiale di risulta nel tetto dellaChiesa per grave pericolo di crollo (22 camion di materiale di risulta accu-mulato per decenni o forse per secoli), bagni, porte. I debiti (22 mila€uro) dobbiamo ancora pagarli.

7. Pur non essendoci l’obbligo giuridico, perché la Chiesa Sant’A-gostino non è parrocchia, ho ritenuto opportuno costituire un Consigliopastorale della Chiesa che, con carattere di corresponsabilità, ne cura sial’indirizzo pastorale, sia la gestione degli aspetti economici.

8. Un rischio nel presentare una simile relazione: “Va tutto bene?”No! Il rischio è quello di ritenerci bravi cristiani o che tutto sia perfetto.Questa comunità ecclesiale ha tutti i limiti, i difetti, i pressappochismi, ildisimpegno, l’assenteismo e le controtestimonianze di ognuno di noi.

Vogliamo migliorare questa chiesa? Ognuno purifichi se stesso, ci siapiù partecipazione e corresponsabilità e questa comunità sarà sempre piùsanta.

MONS. GIOVANNI PERNI

Rettore

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Tanti hanno manifestato apprezzamento nei riguardi del Rettore,Padre Gianni Perni a motivo della sua umanità e vicinanza ai bisogni dellagente.

Dal punto di vista della pastorale particolare apprezzamento è statomanifestato nei riguardi degli incontri periodici di riflessione sulla figurae sull’opera del vescovo Sant’Agostino.

Infine viene manifestato il desiderio che la Chiesa di Sant’Agostinopossa presto essere eretta quale Santuario diocesano.

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea innanzitutto l’eccezionale particolarità dell’incontro, con-siderato che nel tempo della Visita pastorale non si è mai recato nellerettorie presenti nel territorio del Vicariato.

b. Apprezza i riferimenti fatti da Mons. Perni circa l’accoglienza, l’evan-gelizzazione e la carità riletti alla luce dell’esperienza spirituale diSanta Rita.

c. Sottolinea il grande valore della religiosità popolare. I gesti di devo-zione ci offrono la possibilità di comprendere come tutti gli ambitidella pastorale (liturgia, catechesi, carità) possono essere riletti attor-no ai Santi.

d. Manifesta vivo compiacimento per la costituzione del Consigliopastorale ed apprezza anche la motivazione che sta a fondamentodella nascita di tale organo di partecipazione.

e. Invita ad essere perseveranti nella “semina”. Solo un’intensa vita dipreghiera potrà facilitare la testimonianza che come devoti di SantaRita siamo chiamati a vivere.

f. Circa la richiesta di erezione a Santuario precisa come la normativacanonica vigente imponga la sussistenza di alcune precise condizionipreliminari necessarie ad istruire la pratica.

g. Ringrazia i presenti per il bell’incontro ed invita a far conoscere ilmessaggio di Santa Rita nella sua attualità.

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LetteraConclusiva

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Carissimo Mons. Smedila,

1. Desiderata ed attesa ti giungerà certamente la presente che indiriz-zo a te nella qualità di Vicario foraneo del I Vicariato, dove ho avuto lagioia di iniziare la Visita pastorale che il Signore mi dà la grazia di com-piere nell’amata Chiesa catanese che Egli ha affidato alla mia carità pasto-rale il 6 agosto 2002.

Era il giorno del mio ingresso in Diocesi e tu svolgevi il compito dicerimoniere in Cattedrale. Fu l’occasione per conoscerci e per iniziare quelrapporto fraterno di fiducia e simpatia reciproca che ci unisce nel servizioal Signore, particolarmente nel I Vicariato dell’arcidiocesi a te affidato.

Questa intensa comunione è stata grandemente arricchita dalla pre-parazione e dallo svolgimento della Visita pastorale.

2. Per scrivere questa lettera ho riletto l’abbondante documentazioneche descrive, nei momenti vicariali, la preparazione e lo svolgimento dellaVisita pastorale nel I Vicariato. Allego alla presente tale documentazione.

Ho rivissuto momenti ed esperienze che il Signore mi ha dato la gioiadi vivere e che mi ha elargito tramite l’opera generosa di tante persone e,in modo speciale, dei fratelli presbiteri: tu, evidentemente, sei al primoposto e, quindi, a Te un grazie particolarmente affettuoso per l’impegnoprofuso dal 16 giugno al 16 dicembre 2010.

La prima è la data della lettera con cui invitavi i Sacerdoti, le Personeconsacrate, i membri dei Consigli pastorali parrocchiali e di vicariato equelli dei Consigli parrocchiali per gli Affari economici, come pure gliassociati nelle Confraternite e nelle varie aggregazioni ecclesiali a prende-re parte al momento che ha segnato l’inizio ufficiale della preparazione allaVisita pastorale.

Esso si svolse nella Basilica Cattedrale durante la celebrazione deiprimi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Sei stato particolar-mente efficace nel sottolineare il significato del gesto che avrei compiuto,cioè, la consegna del Direttorio e del Questionario per la Visita pastorale.

Nella seconda data, il 16 dicembre, abbiamo insieme ringraziato ilSignore presso il Santuario della Madonna dell’Aiuto che curi con esem-plare e gioiosa diligenza. Anche in tale occasione hai egregiamente espres-so, a nome di tutti, i sentimenti che ciascuno aveva nel proprio cuore.

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3. Tra le due date, la documentazione registra i numerosi momentiche si sono succeduti nel Vicariato e che qui mi piace citare: l’aperturadella Visita pastorale in Cattedrale che ha visto presenti e partecipi le per-sone sopra menzionate (30 ottobre); l’incontro con le Religiose delVicariato (1 novembre); la riunione del Consiglio pastorale vicariale (3novembre); la Veglia per la Giornata di Santificazione universale a curadella Pro Sanctitate (4 novembre); la Santa Messa per le Confraternitedell’Arcidiocesi, cui seguiva l’incontro con i responsabili di quelle delVicariato (21 novembre); l’incontro con i giovani e le famiglie delVicariato (24 novembre); la Veglia diocesana di Avvento (27 novembre);il ritiro di Avvento per i giovani a cura del relativo Ufficio diocesano (28novembre); l’incontro con i catechisti delle varie parrocchie (30 novem-bre); l’incontro con i sacerdoti (9 dicembre); quello con gli operatori delleCaritas parrocchiali e del volontariato (11 dicembre); con le aggregazionilaicali (14 dicembre).

4. I vari incontri mi hanno permesso di comprendere meglio le con-dizione del territorio del I Vicariato.

La verifica è stata condotta con sereno discernimento comunitario ealla luce della fede. Per questo non è mancata la lode al Signore per il Suoamore e per le meraviglie che compie anche tramite la nostra umile e gene-rosa collaborazione.

Abbiamo anche formulato proposte e progetti di cui riprendo quan-to mi sembra più urgente. Affido le seguenti considerazioni alla tuaresponsabilità di Vicario foraneo e, per tuo tramite, a quella dei carissimifratelli Parroci e altri Sacerdoti del Vicariato, del Consiglio pastorale vica-riale, come pure a quella delle persone che più hanno operato per il frut-tuoso svolgimento della Visita pastorale.

a) Conservo un ricordo particolarmente caro e felice dell’incontro con isacerdoti del Vicariato, svoltosi a Casa San Francesco giovedì 9dicembre.Tu sai quanto mi sta a cuore, e come cerco di favorire, la fraternità tranoi sacerdoti. Mi consola assai constatare come da parte tua trovopiena sintonia ed operosa condivisione in tale fondamentale settore.Ti chiedo, perciò, di continuare in tale impegno, incrementando leiniziative che favoriscono nei presbiteri la comunione nel Signore e

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nella carità pastorale a servizio delle persone che Egli ci affida e chenoi cerchiamo di amare come fa Lui.

b) Ha costituto, a detta delle partecipanti, una prima assoluta l’incontrodelle Religiose del Vicariato presso il Monastero delle Benedettinel’uno novembre. Ne ringraziamo il Signore, ma dobbiamo pureimpegnarci a ripetere l’esperienza.D’intesa con il Vicario episcopale per la Vita consacrata, ti chiedo diorganizzare un incontro tra Parroci e Superiori/Superiore delle comu-nità religiose del I Vicariato per favorire quel dialogo che porti allamaggiore valorizzazione dei carismi della Vita consacrata e ad una piùequa e fruttuosa presenza delle Religiose nelle varie parrocchie.

c) La preparazione e lo svolgimento della Visita pastorale sono state laprovvidenziale occasione per rendere attivi gli organismi di partecipa-zione.Essi sono presenti nel Vicariato e nelle parrocchie: la Visita pastoralemi ha permesso di ammirare la generosa volontà che anima le perso-ne che ne fanno parte. Non mi è sfuggita l’improvvisazione e la pocaincidenza emersa in qualche caso: l’importante è che si è valorizzatala Visita pastorale almeno per incominciare.Ti chiedo un particolare impegno, d’intesa con il Vicario episcopaleper la pastorale, affinché si consolidino la stima e il buon funziona-mento di tali organismi di partecipazione. Dobbiamo tutti fare quan-to è possibile affinché ciò costituisca uno dei migliori frutti dellaVisita pastorale.

d) In particolare, il Consiglio pastorale vicariale deve offrire ai Parroci lapossibilità di crescere nella pastorale d’insieme.Al riguardo sono vasti e significativi i campi di studio e di azione. Milimito ad accennare all’attività caritativa e sociale, alla pastorale gio-vanile con la specifica valorizzazione dell’Oratorio S. Filippo Neri;alla formazione degli operatori pastorali in sintonia con quanto sisvolgerà a livello diocesano e promuovendo specifiche iniziative for-mative in risposta alle peculiari esigenze delle parrocchie.

e) Mi sta particolarmente a cuore che sia incrementato il molteplice ser-vizio che il Signore Gesù chiede a noi suoi discepoli a favore delle per-

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sone provate dalla sofferenza e dalla solitudine.In tal ambito è possibile aggregare tante persone di buona volontà,favorendo anche la presenza dei giovani che in tal modo possonoanche dare il meglio di sé.Le sorelle e i fratelli che sperimentano solitudine e sofferenze devonosentirsi al centro delle comunità parrocchiali e devono divenire sem-pre più per tutti noi preziosa risorsa di intercessione presso il Signore.

f ) A più riprese sono emerse alcune problematiche tipiche del territorio:un coordinamento maggiore tra le parrocchie del Centro storico; lamigliore valorizzazione delle numerose Chiese non parrocchiali, inalcune delle quali sono presenti le Confraternite; l’alto numero dellecelebrazioni di matrimoni.

Sarebbe utile che a livello di Parroci sia dedicata la dovuta attenzionea tali problemi: incoraggio ogni forma di impegno al riguardo.

5. A questo punto, carissimo Mons. Smedila, ritengo opportuno invi-tarti a tenere presenti le riflessioni che ho offerto alla comune attenzionedei partecipanti alla Messa Crismale dello scorso 21 aprile.

Ho inteso rivolgermi soprattutto ai fratelli presbiteri parroci nellaparte dell’omelia che riguarda il tempo del Dopo visita (cfr. nn. 6-8).

Ti chiedo di dedicare un apposito incontro di Clero del Vicariato allalettura di tali pagine: potranno essere utili per suggerire altre riflessioni eper motivare il comune impegno. Sarà tuo personale impegno favorire ilservizio che i confratelli Don Pietro Longo e Don Vincenzo Branchinadevono svolgere nelle parrocchie.

6. Avviandomi al termine della presente, mi piace ripetere ancora unavolta il più vivo ringraziamento a te e ai carissimi parroci e alle persone chevi hanno collaborato nella preparazione della Visita pastorale. Ringraziocordialmente anche la Segreteria per la Visita pastorale, ed in particolare ilsuo coordinatore, Don Massimiliano Parisi. La vostra collaborazione èstata davvero intelligente e fruttuosa.

Avete avuto l’onore e l’onere di ricevere per primi la Visita pastoralee questo vi ha posto all’attenzione soprattutto dei parroci degli altriVicariati. Mi pare che avete costituito un buon precedente e sono lieto di

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darvene atto. Ciò costituisce anche una buona premessa per l’esemplareimpegno che il I Vicariato metterà nel vivere il tempo del Dopo visita.

7. Concludo con la richiesta più importante: si continui a pregare perla Visita pastorale nelle singole parrocchie e negli incontri di Vicariato.

Voi ne sperimentate già i benefici: con la preghiera per la Visita pasto-rale avete il mezzo privilegiato per ringraziarne il Signore e per supplicar-lo, con grande amore fraterno, affinché la Visita pastorale possa costituireanche per le altre parrocchie quello che avete sperimentato in abbondan-za: con la Visita pastorale davvero il Signore ci sta visitando e la Sua Visitaè sempre salvifica e ricca di grazia.

Affido tutti voi all’azione dello Spirito affinché nel I Vicariato crescala comunione e la testimonianza evangelica e sia sempre più chiaro e lumi-noso il volto delle otto parrocchie che lo compongono.

E con paterno affetto tutti benedico nel nome del Padre, del Figlio edello Spirito Santo.

Catania, 6 agosto 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 1320/U - 137

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorarequesta dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo cheavrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostrocapo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

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La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’anno sacerdo-tale (19 giugno 2009 – 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia diincontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel primo Vicariato con l’indimen-ticabile celebrazione eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ulti-mato la Visita in tutte le parrocchie del primo e del secondo Vicariato enelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, PianoTavola) dell’ottavo. Come segno di particolare attenzione verso le parroc-chie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e ilcrisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farògiungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comuni-tà parrocchiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore …e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo divoi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienzadella Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, masoprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Tipreghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuonome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.

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La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bellasorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta conmodalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parrocied i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamen-te con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed alSuo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamen-to più cordiale ed affettuoso.

L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occor-resse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettantoimportante e ricco di operosità del dopo Visita.

Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà miapremura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la Pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano

Lettera conclusiva

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adesso tradotti in pratica.Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure

affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i

Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario Generale ed il Vicario episcopale perl’Amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre VincenzoBranchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulterioreresponsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collabo-razione che offrirà ai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo anno pastorale, attuare in tutta l’arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della CEI sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

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PUNTI DA ATTENZIONARE NEL VICARIATO

• Studiare ogni possibile forma di coordinamento pastoraleche agevoli la giusta distribuzione della presenza delle Suorenelle diverse parrocchie del Vicariato.

• Promuovere la collaborazione tra le parrocchie del IVicariato (pastorale integrata). In tal senso, è necessario unlavoro intelligente e continuo del Consiglio pastorale vica-riale, in sinergia con il Vicario episcopale per la pastorale.

• Sviluppare un maggiore coordinamento tra le Confraternitedel I Vicariato valorizzandole nella pastorale ordinaria.

• Curare la formazione dei catechisti e, in sinergia conl’Ufficio diocesano catechistico, studiare un percorso forma-tivo in linea con quello ad ispirazione catecumenale.

• Costituire a livello vicariale una Consulta delle Caritas edegli organismi di volontariato. La Consulta, in particolare,permetterebbe una continuità dell’esperienza di incontro-conoscenza già avviata durante la Visita e al contempo favo-rirebbe un approfondimento dei bisogni e delle risorse del IVicariato.

• Promuovere alcuni progetti comuni quali Banco alimentare,Centro sociale e sportello informazioni per i problemi legatialle normative vigenti.

• Tenendo conto dell’alto flusso di persone durante le ore sera-li per le vie del centro storico, valutare l’ipotesi di aperturadelle Chiese la sera al fine di assicurare un servizio di acco-glienza.

• Invita a vivere il Dopo Visita come tempo di grazia delSignore per avviare: lectio divina, organismi di partecipazio-ne, formazione degli operatori pastorali e valorizzazione delVicariato.