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Indice Voci Aglianico 1 Aleatico 2 Alicante (vitigno) 3 Ansonica 3 Arneis 4 Barbarossa (vitigno) 5 Bombino bianco 5 Bombino nero 6 Cabernet franc 6 Cabernet-sauvignon 7 Cacchione 8 Cagnulari 8 Canaiolo 9 Cannonau 10 Carmenere 12 Catarrato 13 Catarratto 14 Chardonnay (vitigno) 14 Chenin blanc 16 Clinton (vitigno) 16 Croatina 17 Dolcetto (vitigno) 18 Falanghina 19 Frappato 19 Friulano (vino) 20 Gaglioppo 22 Gamay 22 Garganega 23 Greco (vitigno) 25 Grignolino 25 Groppello 26 Inzolia 26 Lagrein 27 Lambrusco 28

Vitigni e Vini

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Vitigni e Vini

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Aglianico 1Aleatico 2Alicante (vitigno) 3Ansonica 3Arneis 4Barbarossa (vitigno) 5Bombino bianco 5Bombino nero 6Cabernet franc 6Cabernet-sauvignon 7Cacchione 8Cagnulari 8Canaiolo 9Cannonau 10Carmenere 12Catarrato 13Catarratto 14Chardonnay (vitigno) 14Chenin blanc 16Clinton (vitigno) 16Croatina 17Dolcetto (vitigno) 18Falanghina 19Frappato 19Friulano (vino) 20Gaglioppo 22Gamay 22Garganega 23Greco (vitigno) 25Grignolino 25Groppello 26Inzolia 26Lagrein 27Lambrusco 28

Lista delle uve nel mondo 29Malvasia 38Malvasia Bianca di Candia 39Malvasia nera di Brindisi 39Mamertino 40Merlot 43Molinara (vitigno) 44Montepulciano (vitigno) 44Moscato 46Muscadelle 48Müller-Thurgau 48Nebbiolo 50Negroamaro 51Nerello cappuccio 52Nerello mascalese 53Nero d'Avola (vitigno) 54Norton (vitigno) 55Nosiola 56Ottavianello 56Perricone 57Petit Verdot 57Picolit 58Pignolo 58Pinot 59Pinotage 62Primitivo (vitigno) 62Prié blanc 63Prunent 63Raboso 64Rebo (vitigno) 66Regent 66Ribolla gialla 66Riesling 67Rossese 68Sagrantino 69Sangiovese 70Sauvignon 72Strade del vino 73

Summarrello 73Sémillon 74Teroldego 74Timorasso 75Tintilia 76Traminer aromatico 76Trebbiano 77Trebbiano di Soave 78Uva Rondo 79Uva di Troia 80Uva sultanina 81Verdicchio 81Vermentino 83Vespolina 84Vitigno 85Vitigno autoctono 89Zibibbo 90

NoteFonti e autori delle voci 91Fonti, licenze e autori delle immagini 94

Licenze della voceLicenza 95

Aglianico 1

Aglianico

Grappolo di uva rossa

L'Aglianico è un vitigno rosso coltivato prevalentemente in Campania,Basilicata, Puglia e Molise. Il vitigno è stato recentemente introdotto inAustralia, dato che si sviluppa in climi prevalentemente soleggiati.

Sinonimi

Aglianica, Aglianichella, Aglianico del Vulture, Aglianico Femminile,Aglianico Mascolino, Aglianico Nero, Aglianico Tringarulo, AglianicoZerpoluso, Aglianicuccia, Agliano, Agnanico, Agnanico diCastellaneta, Cascavoglia, Cerasole, Ellanico, Ellenico, Fresella,Gagliano, Ghiandara, Ghianna, Ghiannara, Glianica, Gnanico, Olivelladi San Cosmo, Ruopolo, Sprierna, Tringarulo, Uva dei Cani, Uva diCastellaneta.

Caratteristiche

• Epoca di vendemmia: media o tardiva (ottobre).• Vigoria: medio-alta.• Produttività: abbondante e costante.• Peso medio del grappolo: medio-basso (150-250 g).• Acino: medio-piccolo, forma sferica; buccia molto pruinosa, di colore blu-nero, poca consistenza e medio

spessore.• Esigenze colturali: terreni collinari di origine vulcanica, ma si adatta bene anche a tipi di terreno diversi. Soffre

le alte temperature estive e invernali dei mesi che non fa tiepido.• Utilizzi: esclusivamente per la vinificazione, di preferenza in purezza.

StoriaÈ un vitigno antico, probabilmente originario della Grecia e introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. Unadelle tante testimonianze della sua lunga storia è il ritrovamento dei resti di un torchio romano nella zona di Rioneroin Vulture, provincia di Potenza. Non ci sono certezze sulle origini del nome, che potrebbero risalire all'antica città diElea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Campania, o essere più semplicemente una storpiatura della parolaEllenico. Testimonianze storico-letterarie sulla presenza di questo vitigno si trovano in Orazio, che cantò le qualitàdella sua terra natia Venosa e del suo ottimo vino. Il nome originario (Elleanico o Ellenico) divenne Aglianicodurante la dominazione aragonese nel corso del XV secolo, a causa della doppia l pronunciata gli nell'uso foneticospagnolo.

Aglianico 2

Vini DOCL'utilizzo del vitigno è predominante nella zona del Monte Vulture. L'Aglianico del Vulture, considerato uno deimigliori vini rossi italiani,[1] è per ora l'unico vino della provincia di Potenza, assieme al Terre dell'Alta Val d'Agri,che ha ottenuto il marchio DOC, il 18 febbraio del 1971. I centri di produzione riguardano i comuni delVulture-Melfese come Barile, Rionero, Venosa, Montemilone, Melfi, Acerenza, Ripacandida, Ginestra, Rapolla eMaschito .Un'altra zona di produzione dell'Aglianico è la provincia di Benevento, in particolare alle pendici del monteTaburno. Senza dimenticare la provincia di Avellino dove è il vitigno fondamentale per la produzione del prestigiosoTaurasi, importante DOCG rosso del Sud Italia.All'Aglianico è stato dedicato il romanzo "Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nelmondo" (Marsilio, 2007), scritto da Gaetano Cappelli.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Aglianico• Vino

Note[1] Gambero Rosso, Il libro del vino. Manuale teorico & pratico , pag. 167, G.R.H. S.p.A., 2004. ISBN 88-87180-79-2

AleaticoL' aleatico è un vitigno aromatico a bacca nera (precisamente blu-vermiglio) A detta di molti è probabilmente unamutazione del Moscato nero toscano.

Etimologia e sinonimiGià citato da Pier de’ Crescenzi (1303) e dal Trinci (1726) è di dubbia etimologia:• per alcuni deriva da qualche forma linguistica riconducibile alla Grecia,• altri ritengono che provenga da Alia una località vicino a Palermo,• altri ancora lo fanno risalire all’emiliano aliadga cioè “uva luglianica”.Detto anche Aliatico, Leatico e Liatico, è variamente denominato a seconda delle zone geografiche: Aleatico dellaToscana, Aleatico nero di Firenze, Aleatico di Benevento, Aleatico di Portoferraio.

CaratteristicheLa pianta ha una foglia grande pentagonale, trilobata di colore verde cupo il cui grappolo è piccolo, spargolo edallungato. L’acino è medio con buccia molto pruinosa di colore blu-vermiglio. Di vigoria medio-buona e produttivitàmedia ma costante, matura nell’ultima decade di settembre. Il vino che si ottiene è di colore rosso rubino consfumature violacee accentuate; olfatto intenso e fruttato; al gusto è morbido, dolce e leggermente astringente

Diffusione e coltivazioneÈ coltivato essenzialmente in quattro zone:• in gran parte della Toscana: degni di nota sono i vini nell’Isola d'Elba, sull'Isola di Capraia e nel Grossetano

(comuni di Sorano, Pitigliano e Manciano),

Aleatico 3

• nelle Marche, a Pergola e comuni limitrofi, con il nome di vernaccia rossa di Pergola• in buona parte del Lazio (di pregio è quello prodotto nella zona del Lago di Bolsena)• in alcune zone dell'Umbria (nei pressi del Lago di Corbara e nell’Orvietano)• in tutta la Puglia (anche se i vini più rinomati sono nel Salento e a Gioia del Colle)

Voci correlate• Vino• Viticoltura• Viticoltura in Italia• Vitigno• Vitis vinifera

Alicante (vitigno)Vitigno originario della Spagna e coltivato anche in alcune regioni dell'Italia meridionale e nella Maremmagrossetana.Deve il suo nome alla omonima città di Alicante ed tuttora è uno dei vini più popolari della Penisola Iberica.Nonostante l'uva nera di questa vite produca un vino rosso e molto alcolico, ne esistono versioni rosate e digradazione minore.

AnsonicaL' Ansonica è un vitigno bianco italiano. Conosciuto anche con i nomi di inzolia o insolia, ha origini meridionali maè diffuso anche in altre regioni italiane come il Lazio e la Toscana, in particolar modo l'Isola d'Elba e il MonteArgentario.Il grappolo è di grosse dimensioni ma con acini piuttosto radi. La vendemmia avviene attorno i primi quindici giornidi settembre.

Vini prodotti• Ansonica Costa dell'Argentario• Elba Ansonica

Voci correlate• Inzolia

Arneis 4

ArneisL'arneis è un vitigno piemontese originario del roero diffuso oltre che nella regione originaria anche in Liguria eSardegna. Prime citazioni che lo riguardano risalgono alla seconda metà del XIX secolo, precedentemente venivaanche indicato con i nomi Bianchetta o Nebbiolo Bianco.

Caratteristiche morfologiche• Germoglio con apice cotonoso di colore bianco-verdastro con orli sfumati di rosa• Grappolo medio o medio-piccolo di forma cilindrica-piramidale , spesso alato• Acino medio-piccolo di forma elissoidale e colore giallo-verdastro con abbondante pruina• Foglia di media grandezza con tre o cinque lobi a seconda dei cloni• Allevamento a controspalliera con potatura corta o mista , predilige terreni collinari di buona esposizione e di

composizione prevalentemente sabbiosa• È sensibile allo oidio e scarsamente alla muffa grigia e al marciume acido

ImpiegoViene utilizzato nella produzione del Langhe doc con menzione del vitigno se presente almeno per l' 85%, nel RoeroArneis docg in purezza sia per la versione ferma che quella spumante (metodo Champenoise e Charmat).

Collegamenti esterni• Vini delle Langhe, Roero e dintorni [1]

Note[1] http:/ / www. albain. com/ vino

Barbarossa (vitigno) 5

Barbarossa (vitigno)Il vitigno Barbarossa è stato scoperto in Romagna nel 1995, in una vigna vecchia di oltre 150 anni e ormaiabbandonata.Esso è vitigno esclusivo della Fattoria Paradiso. Il nome ha origine proprio dall'imperatore del Sacro Romano ImperoFederico che soggiornò a lungo nella Rocca di Bertinoro, detta del Barbarossa. Da questo vitigno nasce un omonimovino di pregevole qualità. Il vino Barbarossa è di colore rosso granato profondo tendente all'aranciato, ha profumointenso e persistente che tende alla rosa appassita e la viola. Il sapore è asciutto, sincero e generoso, di sicuro nerbo,è un vino di grande carattere.

Bombino biancoIl Bombino bianco è uno dei vitigni più antichi e più diffusi nel mezzogiorno, in particolare in Puglia, dove la suauva costituisce materia prima per eccellenti vini quali il Castel del Monte Bombino Bianco, il Castel del MonteBombino Bianco frizzante, il San Severo Bianco, il San Severo Bianco frizzante e il Cacc'e mmitte di Lucera.Antica la presenza in Lazio, Marche e Abruzzo, dove viene chiamato Trebbiano d'Abruzzo, da cui si ottienel'omonimo vino bianco Trebbiano d'Abruzzo.L'elevata produttività unita all'ottima qualità del prodotto da vino hanno contribuito alla sua diffusione nelle regionidel nord e in Emilia-Romagna, dove viene anche denominato Pagadebit e Straccia Cambiale, in riferimento alla suaconvenienza e al reddito che i viticoltori riescono ad ottenere.Caratteristiche fisiche• foglia tri- o pentalobata di media grandezza• grappolo medio-grande, conico o cilindrico, spesso a forma alata• acino medio grande, rotondo, con buccia spessa e consistente, colore giallo-verdognolo e macchie marroni.

Bombino nero 6

Bombino neroQuesto vitigno, di cui si ignorano le origini, fu introdotto in Puglia in epoca antica; pare che l'origine del nome derividalla forma particolare del grappolo, somigliante ad un bambino dalle braccia un po' sollevate: da qui l'usanza dichiamarlo "bombino", in dialetto pugliese.È conosciuto anche come Buonvino, soprannome dovuto alla buona vigoria nonché all'elevata resa sia in termini dimateria prima che di mosto ottenuto.La zona di coltivazione è quella del nord-barese, basso foggiano, con tendenza all'espansione in tutto il centro Italia.Il Grappolo si presenta grosso e compatto, con due ali. Gli acini sono grossi, hanno buccia spessa e consistente, dicolore blu e pruinosa. La vendemmia si ha verso fine settembre, prima metà di ottobre.

Cabernet franc

Grappoli di Cabernet franc

Il Cabernet franc è una varietà di uva che ha origine nella zonadella Gironda, in Francia.

Questo vitigno viene utilizzato in prevalenza assieme alCabernet-Sauvignon.

Voci correlate

• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Cabernet franc• Bordeaux• Vino• Ampelografia

Cabernet-sauvignon 7

Cabernet-sauvignonIl Cabernet-sauvignon è un vitigno di origine bordolese, nelle zone del Médoc e delle Graves, ed è senz'altro lavarietà più rinomata al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità.Viene spesso usato in assemblaggio con Cabernet franc e Merlot, uvaggio che ha preso il nome di bordolese, dove èstato introdotto. In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi. Ha grandi capacità diadattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche diriconoscibilità pur esprimendo perfettamente anche quelle del terroir. È in grado di produrre vini intensi già nelcolore, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questovitigno, si possono osare lunghe macerazioni e affinamento in legno, soprattutto rovere francese, che gli consentonodi esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante.

Caratteristiche, esigenze ambientali e colturaliHa foglia media, pentalobata e dentellata; grappolo medio-piccolo, oblungo, cilindro-piramidale, di buonacompattezza, con un'ala spesso evidente; acino di dimensioni medie, quasi rotondo, con buccia molto resistente,blu-nera con sfumature violacee, ricca di pruina. La polpa è astringente, con sapore di viola e sorba. L'epoca dimaturazione è medio-tardiva (prima metà di ottobre).

SinonimiIn Italia: Caberné, Cabernet Piccolo; in Francia: Bidura, Bousquet-Sauvignon, Carbonet, Marchoupet, PetitBousquet, Petit Cabernet, Petit Vidure, Vidure.

Cenni storiciLe origini del Cabernet-Sauvignon non sono certe: alcuni studiosi lo ritengono originario dell'Epiro, ed il nomederiverebbe dal corrispondente guascone Carbonet; secondo altri il Cabernet-Sauvignon sarebbe la vitis caburnicadescritta da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, e corrisponderebbe al vitigno (e vino) greco Kapnios. Il nomeSauvignon deriva da una antica parola francese che significa “selvaggio” (sauvage). Tuttavia test genetici effettuatinel 1996 presso il dipartimento di enologia e viticoltura dell’Università della California a Davis hannosorprendentemente dimostrato che il Cabernet Sauvignon è un incrocio (probabilmente avvenuto in manieraspontanea nel XVII sec.) tra il Cabernet Franc, vitigno a bacca rossa, e il Sauvignon blanc, vitigno a bacca bianca.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Cabernet Sauvignon• Bordeaux• Vino

Cacchione 8

CacchioneIl Cacchione è un vitigno tipico della zona compresa tra Aprilia, Anzio e Nettuno prende il nome dal sinonimoBellone. Da esso scaturisce un vino molto forte spesso usato insieme al trebbiano ed alla malvasia per crearedell'ottimo vino da tavola. Recentemente ha avuto il riconoscimento di vino DOC. Va servito freddo in accostamentocon piatti a base di pesce.Viene prodotto sia ad Aprilia che ad Anzio e a Nettuno ma ha avuto il riconoscimento dicacchione DOC solo quello di Nettuno in quanto fa parte della tradizione Nettunese da moltissimo tempo ormai ed èprobabilmente nato a Nettuno.

Voci correlate• Ampelografia

CagnulariIl Cagnulari è un vitigno originario della Sardegna.

Cenni storici e zona di produzioneL'origine del vitigno è ancora incerta. Qualcuno afferma che sia stato introdotto dalla Francia nell’Ottocento. È moltopiù probabile invece che si sia diffuso in Sardegna e soprattutto nel sassarese durante il periodo di dominazionespagnola.Nel corso degli ultimi decenni, dopo la scomparsa quasi totale della viticoltura nell’agro di Sassari, il Cagnulari vienecoltivato soprattutto nei terreni di Usini, con interessanti realtà dedicate a questo vitigno anche nei comuni di Ossi,Tissi, Uri, Ittiri, Sorso ed Alghero.Non si può escludere a priori di possibili coltivazioni anche in altre zone della Sardegna. Si ha notizia (da verificare)che esiste qualche pianta nella zona di Selargius, ove viene impropriamente chiamato «Barbera».Anche ad Atzara, nel nuorese, dovrebbe trovarsi qualche pianta. In certi vigneti della Gallura è conosciuto comeCaldareddu.Altri sinonimi sono: Cagnovali, Cagnulari Sardo, Cagnolari Nero, Cagnonale, Cagliunari. Un altro sinonimopotrebbe essere Cagnolaro che l’"Elenco alfabetico dei nomi dei vitigni e loro sinonimi" della Regione Sardegnaaccomunerebbe questo vitigno al Bove Duro di Spagna ed al Bove Duro.

Caratteristiche• La vite: di buona vigoria, richiede sistemi di allevamento a media espansione, con potatura corta tipo alberello

latino. La produzione è abbondante e costante. Ha una discreta resistenza alle malattie crittogamiche. Soffre,invece, in particolari annate, l’eccessiva esposizione dei raggi solari e le temperature elevate (sopra i 40 °c), conconseguente disseccamento del rachide. Anche una piovosità al di fuori del normale nel periodo estivo causanotevoli danni al grappolo, specialmente in siti particolarmente vigorosi, ove il rigonfiamento eccessivo degliacini porta ad una spaccatura interna degli stessi, provocando spesso del marciume acido che rende inutilizzabilegran parte della produzione. Nelle annate “normali”, per fortuna nella maggior parte dei casi, il grappolo maturaperfettamente, dando al viticoltore un’uva particolarmente ricca di zuccheri, di polifenoli e anche di una buonaacidità. Con una vinificazione mirata si riesce ad ottenere un vino che resiste egregiamente al passare degli anni

• La foglia: è grande, orbicolare, trilobata. La pagina superiore è di colore verde intenso; la pagina inferiorelanuginosa.

Cagnulari 9

• Il grappolo: è di media grandezza, piramidale, molto serrato, spesso alato.• L'acino: è solitamente di piccola dimensione, rotondo, con buccia spessa e consistente, pruinosa di colore nero.• La polpa: è dolce, con succo rosato• La maturazione: nelle annate normali avviene in III o IV epoca.• Il vino: anticamente era molto ricercato per tagliarlo con vini più deboli; abbiamo notizia che nel 1800 (ancor

prima della devastazione fillosserica che si manifestò a Usini nel 1883) i viticoltori usinesi assieme a quelli diSorso e di Alghero esportavano il loro prodotto in Francia, ove veniva usato come vino da taglio. L’uva, che siottiene con un numero limitato di gemme, dà un vino di notevole struttura ed un tenore alcolico che varia dai 13fino a raggiungere i 15 o 16 gradi. Il colore va dal rosso rubino carico al rosso granato.

Caratteristiche organoletticheIl profumo è molto caratteristico e spazia nella sua franchezza dal fruttato intenso (frutta rossa) in gioventù, allospeziato (pepe nero, all’erbaceo - muschio -, alla confettura di prugne, raggiungendo una grande ampiezza nei casi divini invecchiati.Al gusto si rivela solitamente secco, caldo, abbastanza morbido, abbastanza fresco, abbastanza tannico, sapido, dicorpo tendente al robusto, comunque armonico. Un vino quasi da mangiare.

Voci correlate• Vino

CanaioloIl Canaiolo è un vitigno diffuso soprattutto nell'Italia centrale, utilizzato nella produzione di diversi vini DOC eDOCG. In particolare viene utilizzato per conferire morbidezza al Chianti e nel XVIII secolo era più coltivato dellostesso Sangiovese, vitigno base del Chianti. Oltre che nel Chianti, il canaiolo viene utilizzato, quasi esclusivamentein assemblaggio, anche per diversi vini dell'area del centro Italia.Dal punto di vista morfologico, la pianta è caratterizzata da una foglia non molto grande, quasi sempre a 5 lobi, dicolore scuro e opaco; il grappolo non è molto grande, con forma tozza ed acini rotondi con buccia blu tendente alviola.I vini in cui ne è consentito l'utilizzo dai capitolati DOC e DOCG sono[1] :• Colli di Luni rosso• Carmignano• Barco Reale di Carmignano• Chianti• Chianti Classico• Colli dell'Etruria Centrale• Colline Lucchesi• Elba• Montecarlo• Morellino di Scansano• Pomino• Rosso di Montepulciano• San Gimignano• Sant'Antimo rosso

Canaiolo 10

• Val di Cornia• Vino Nobile di Montepulciano• Colli Amerini• Colli del Trasimeno• Rosso Orvietano• Torgiano• Torgiano Riserva• Cerveteri• Colli Etruschi Viterbesi

Note[1] Scheda sul sito LaVINIum (http:/ / www. lavinium. com/ vitigni/ canaioln. htm). URL consultato il 03-04-2008.

CannonauIl Cannonau (altrimenti detto Cannonao, Cannonadu o Canonau) è il vitigno a bacca nera più diffuso inSardegna.La coltivazione di questo vitigno è diffusa in tutta l'isola ma concentrata nelle zone più centrali del territorio. Fino apoco tempo fa non se ne conosceva con certezza l'origine e la maggior parte degli esperti erroneamente lo ritenevaimportato dalla penisola iberica. Tuttavia recenti studi hanno dimostrato la sua endemicità, infatti resti di vinacciolirisalenti a 3200 anni fa sono stati infatti ritrovati in diverse zone dell'isola (ad esempio a Sa Osa - nella valle delTirso, sulle colline di Sardara - a nord di Cagliari, a Villanovafranca ed a Borre), facendo del Cannonau il vino piùantico del Mediterraneo, come riportato sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, edinoltre, "il risultato di analisi già condotte da laboratori spagnoli hanno dimostrato che il Cannonau, la cui uvaritenevano gli esperti fosse stata importata nel 1400 dalla Spagna, ha in realtà origini autoctone" (sempre dal sito delMinistero citato).

Cannonau di SardegnaDalle uve cannonau si produce prevalentemente il vino DOC Cannonau di Sardegna, rosso o rosato, ottenuto con alminimo il 90% di uve cannonau. L'invecchiamento obbligatorio minimo di questo vino è di un anno in botti di rovereo castagno.• Cannonau di Sardegna rosso

Sottodenominazioni• Cannonau di Sardegna Capo Ferrato se le uve provengono dai territori comunali di Muravera, San Vito,

Villaputzu e Villasimius (provincia di Cagliari)• Cannonau di Sardegna Jerzu se le uve provengono dai comuni di Jerzu e Cardedu (provincia d'Ogliastra)Occorre precisare che il Cannonau di "Jerzu" ha la sua storia produttiva in Ogliastra. Jerzu però, a causa dellamorfologia del terreno, nel proprio territorio comunale ha poche vigne, le quali non sarebbero in grado di soddisfarela produzione presente sul mercato. Ne discende che le uve appena vendemmiate sono trasportate presso le cantineche hanno sede sì, nel territorio comunale di Jerzu, (Cantina di Jerzu, sita nel paese, oppure le cantine del "PerdaRubia" sita più a valle lungo la vecchia S.S. 125, ed altre di più contenute dimensioni), da qui il nome di "Cannonaudi Jerzu". In realtà le uve sono coltivate nei territori di : Jerzu; Tertenia a ridosso del paese e a mare dello stesso, maspecialmente dalle zone a sud di quest'ultimo paese fino alle campagne di "Quirra" e poi nel territorio comunale diCardedu.

Cannonau 11

• Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena (o Oliena) se le uve provengono dal territorio comunale di Oliena e, inparte, di Orgosolo (provincia di Nuoro)

RiservaCon un invecchiamento di due anni (di cui almeno 6 mesi in botti di castagno o rovere) e una gradazione minima del13% può portare la qualifica riserva.• Cannonau di Sardegna rosso riserva• Cannonau di Sardegna Capo Ferrato riserva• Cannonau di Sardegna Jerzu riserva• Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena riserva

RosatoTramite la fermentazione in bianco si produce il tipo rosato dal colore rosa brillante.• Cannonau di Sardegna rosato

LiquorosoIl tipo liquoroso si ottiene con l'aggiunta di alcol di origine viticola al mosto o al vino naturale.• Cannonau di Sardegna liquoroso secco con una gradazione alcolica del 18% svolto e con zuccheri residui non

superiori a 10 gr/l• Cannonau di Sardegna liquoroso dolce naturale con gradazione alcolica del 16% svolto, con zuccheri residui di 50

gr/l e un invecchiamento di 2 anni in botti di rovere o castagno

Voci correlate• Vini sardi• Vini DOC e DOCG prodotti con uva Cannonau• Sardegna: vini e liquori

Collegamenti esterni• sardegnaagricoltura.it - Disciplinare Cannonau [1]

• sardegnaagricoltura.it - Vini a denominazione [2]

• Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Il vino più antico del Mediterraneo [3]

• Corriere della Sera - Cannonau..il vino più antico del mondo? [4]

• L'Unione Sarda - Archeologia - Trovati semi di uva e fico nel Tirso [5]

• La Città del Vino nuragica scoperta nella Valle del Tirso [6]

Cannonau 12

Note[1] http:/ / www. sardegnaagricoltura. it/ index. php?xsl=443& s=45724& v=2& c=3684[2] http:/ / www. sardegnaagricoltura. it/ index. php?xsl=456& s=14& v=9& c=3593& na=1& n=10[3] http:/ / www. aiol. it/ contenuti/ percorsi-culturali/ storia/ alimentazione/ il-vino-pi%C3%B9-antico-del-mediterraneo[4] http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2004/ agosto/ 03/ cannonau_vino_piu_antico_del_co_9_040803055. shtml[5] http:/ / unionesarda. ilsole24ore. com/ Articoli/ Articolo/ 128619[6] http:/ / www. consorziouno. it/ consorziouno/ opencms/ Notizie/ Archivio/ 2009/ ScopertaLaCittaDelVino. html

Carmenere

Grappoli di uva Carmenere

Il carmenere è un vitigno nero di origine bordolese provenientesoprattutto della regione vinicola del Médoc. Di colore moltointenso, aggiunge brillantezza, rotondità e carattere quando vienemescolato ad altri vitigni.

Storia e diffusione

Il Carmenère deriva dalla "Vitis biturica", giunta nel bordolese inepoca romana e proveniente dal porto di Durazzo - Albania(Columella). Dalla Vitis biturica sono stati selezionati, nelbordolese, il Carmenère, il Cabernet Franc, il Merlot, il CabernetSauvignon, il Malbech, ecc. In Italia il Carmenère occupa circa4.200 ettari, in Cile 2.306 ha, in Francia poco più di 100 ha Allafine del XIX secolo è quasi sparito dalla Francia a causa dellafilossera ma è tornato in auge alla fine del XX secolo e si èparticolarmente diffuso nella Cordigliera delle Ande (soprattutto inCile e Perù). Viene utilizzato in alcuni vini argentini e californianie viene coltivato nell'Italia Settentrionale, tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove in passato è stato introdottoperché confuso con il Cabernet franc.

Da 2009, la coltivazione del Vitigno Carmenere e diventata DOC in Veneto. La Zona Piave ha alcuni Produttoriveramente interessanti. Il Carmenere DOC dell` Azienda Agricola VIGNA DOGARINA in Campodipietra, faveramente un Carmenere molto buono e tipico per questo Vitigno e tipico anche per il suo territorio.

Carmenere 13

Carmenere e Merlot

Foglia di Carmenere

Apparentemente assomiglia al Merlot, col quale viene facilmenteconfuso. Occorre notare, però, alcune differenze ampelografiche:da giovani le foglie del Carmenere hanno una tonalità rossa mentrequelle del Merlot sono bianche; il Merlot, inoltre, matura due o tresettimane prima.

Voci correlate

• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva CarmenereDal Anno 2009, la coltivazione dell Vitigno Carmenere e diventataDOC in Veneto. La Zona Piave ha alcuni Produttori veramenteinteressanti. Il Carmenere DOC di VIGNA DOGARINA aCampodipietra e un Azienda che fa veramente und grandeCarmenere.

CatarratoIl catarratto è un vitigno a bacca bianca siciliano, diffuso prevalentemente nella provincia di Trapani. Ècaratterizzato da un contenuto in acidi ferulici al di sopra dei 10 mg/kg di uva.

Catarratto 14

CatarrattoIl catarratto è un vitigno di uva bianca da mosto presente in tutta la Sicilia, ma in particolare nella provincia diTrapani.

Il vitignoÈ uno dei vitigni di uva bianca più antichi di Sicilia. Esso esiste in quattro varietà diverse:• Catarratto comune• Catarratto lucido spargolo• Catarratto lucido serrato• Catarratto extra lucidoIl vitigno più coltivato è il catarratto lucido nelle sue varietà. Il grappolo si presenta conico con due grappolettiaffiancati ai lati del grappolo principale. Gli acini, di un colore giallo oro, sono sferici o ovoidali. Il raccolto èsolitamente abbondante anche se il vitigno può andare incontro a malattie. La coltivazione avviene ad alberello conpiante ben staccate una dall'altra.Il vitigno viene utilizzato per la produzione dei seguenti vini:• Bianco d'Alcamo D.O.C. min. 85%• Etna D.O.C. max 40%• Marsala D.O.C. da 0 al 100%• Contea di Sclafani min. 85%

Chardonnay (vitigno)

Uva Chardonnay

Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca, internazionale,coltivato in tutte le aree viticole del mondo.

Sinonimi

In Italia: Pinot Chardonnay, Pinot Giallo.In Francia: Arnaison Blanc, Arnoison, Aubain, AuvernatBlanc, Auxois Blanc, Chardenet, Chardonay, Chaudenay,Chaudenet, Epinette Blanc, Màconnais, Morillon, NoirienBlanc, Petit Chatey, Petite Sainte Marie, Pinot Blanc àCramant, Pinot Blanc Chardonnay, Plant de Tonnerre.In Germania: Weiss Burgunder, Weiss Elder, Weiss Klewner,Weiss Silber, Später Weiss Burgunder.

Chardonnay (vitigno) 15

Caratteristiche ampelograficheHa foglia media, rotonda; il grappolo è di medie dimensioni, piramidale, serrato, scarsamente alato; l’acino è dimedia grandezza, con buccia mediamente consistente, tenera e di colore giallo dorato. La vigoria è elevata, laproduttività regolare e abbondante. La vendemmia è abbastanza precoce (prima decade di settembre). Predilige iclimi temperato-caldi, i terreni collinari, argillosi e calcarei, gli ambienti ventilati e freschi. È sensibile alle gelateprimaverili.

Cenni storiciLe sue origini non sono chiare: secondo alcuni studiosi ha "radici" mediorientali, secondo altri nasce da un incrociospontaneo da una vite pre-addomesticata ed un vitigno proveniente dall’Illiria. È comunque originario dellaBorgogna, da dove si è diffuso progressivamente in tutto il mondo dalla fine del XIX secolo. A lungo confuso con ilPinot Bianco, le ricerche genetiche hanno dimostrato che è un incrocio, avvenuto spontaneamente forse in epocaCarolingia, tra Pinot nero e Gouais blanc, un vitigno di origine slava di grande vigoria, utilizzato per “tagliare”numerosi vini.Il suo nome deriva da Chardonnay, l’omonimo paese del Mâconnais in Borgogna.

DiffusioneIn Italia il vitigno Chardonnay è coltivato praticamente in tutte le regioni, ma in particolare in Trentino-Alto Adige,in Lombardia (nella Franciacorta, in uvaggio, per produrre vini spumanti), in Veneto e Friuli-Venezia Giulia. InFrancia, dove è diffuso ovunque, viene utilizzato in purezza per produrre il Borgogna e, in uvaggio, per laproduzione dello Champagne. Lo si trova anche in Australia, in California, in Cile

Il vinoDalle uve di Chardonnay si possono ottenere vini fermi, frizzanti o spumanti, con gradazione alcolica alta e aciditàpiuttosto elevata. Il colore del vino è giallo paglierino non particolarmente carico, il profumo, caratteristico, èdelicato e fruttato (frutta tropicale, ananas in particolare), il sapore elegante e armonico. Se invecchiato assume notedi frutta secca. È particolarmente indicato per l’affinamento in barrique.

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Chenin blanc 16

Chenin blanc

Grappolo di Chenin blanc

Lo chenin blanc è un vitigno francese di uva bianca.

Origine e ripartizione geografica

Originario dell'Angiò dove la coltivazione è attestata già a partiredal IX secolo potrebbe essere stato ottenuto, per selezionisuccessive, dal chenin noir. Nei secoli successivi si estende allaTurenna dove prende il suo nome attuale, probabilmente dalMonte Chenin. Attualmente è ampiamente coltivato, oltre chenella Valle della Loira, in Argentina, Cile, California, NuovaZelanda, Australia e Sud Africa.

Lo chenin è l'unico vitigno autorizzato per la produzione di vini siasecchi sia liquorosi tra i quali troviamo i seguenti: Montlouis,Chaume, Jasnières, Savennières, Bonnezeaux, Coteaux du Layon,Coteaux de l'Aubance e Quarts de Chaume.

Clinton (vitigno)Il Clinton, normalmente pronunciato Clintòn, è un vino rosso, prodotto da una vite importata in Europa intorno al1820 dall'America in seguito alla invasione della fillossera cui è resistente.Un tempo era diffuso in varie regioni d'Europa. Il vino è ormai quasi scomparso ma godette in passato di grandediffusione, ancora assai popolare tra i conoscitori. Ha bassa gradazione alcoolica, il che lo rende di difficileconservazione, oltre la primavera.Ha un colore violaceo intenso che lascia una traccia densa nelle bottiglie e nei bicchieri e una macchia particolarenelle tovaglie.La sua produzione è proibita in tutta la Comunità Europea, salvo alcuni permessi particolari.[1]

È un incrocio tra la Vitis labrusca e la Vitis riparia, una volta vinificato con le tecniche tradizionali il Clinton, siarricchisce di alcool metilico, sostanza che provoca danni al nervo ottico e alla retina per le interazioni che provocaal sistema nervoso.

Note[1] (http:/ / www. earmi. it/ ricette/ fragolino. htm)

Croatina 17

Croatina

Grappoli di Croatina.

La croatina è un tipo di vitigno autoctono, a bacca nera presentesoprattutto nell'Oltrepò Pavese e nel Piacentino, in misura minore inPiemonte e in Veneto.

Il vino prodotto con questa uva ha un contenuto di tannini esiguo, neconsegue un vino con carenza di "corpo", ma con profumi intensi difrutti rossi.Dall'uva della Croatina in purezza si ottengono vini beverini, ovvero apronta beva, come la DOC Bonarda nella versione ferma" e frizzante.Unita ad uve provenienti da altri vitigni (Barbera, Uva Rara o PinotNero), si ottengono vini quali la DOC Gutturnio nelle varie tipologie, ilButtafuoco o la DOC Rosso Oltrepò Riserva.

Caratteristiche ampelograficheVitigno a bacca nera, foglia media o medio-piccola, allungata e pentagonale, quinquelobata o trilobata; grappologrande, conico allungato, alato, di media compattezza o compatto; acino medio, di forma sferoidale regolare, conbuccia di colore turchino, spessa e coriacea, abbondantemente ricoperta di pruina. Viene erroneamente confusa conla Bonarda Novarese.Ha una produzione abbastanza elevata ma altalenante, predilige terreni piuttosto profondi, franco-argillosi limosi oargillosi, calcarei.Altri nomi con cui è conosciuto sono: Croata, Croattina, Crovattina/o, Crovettina, Uga del zio, Neretto, UvaVermiglia, Nebbiolo di Gattinara e Bonarda di Rovescala.Molto spesso, questo vitigno viene impropriamente chiamato Bonarda che è invece il nome di un vino dei ColliPiacentini e dell'Oltrepò Pavese prodotto con uve della Croatina. Ad accrescere la confusione, un altro vitigno che sichiama Bonarda, tipicamente piemontese.

Cenni StoriciLe origini risalgono alla seconda metà dell'800. Ne parlano noti ampelografi, come Demaria e Leardi nel 1875, DiRovasenda in un saggio del 1877 e Molon nel 1906.Il nome si ritiene etimologicamente legato alla val d'Arda, valle di confine tra Parma e Piacenza, zona dei colliPiacentini. Vi sono evidenze della cultura della vita nella zona sin dai tempi della vesta Romana.Si ritiene che nella zona di Rovescala (Oltrepò Pavese) fosse presente sin dal Medio Evo. La sua notevole resistenzaall'oidio ne favorì la diffusione in tutto l'Oltrepò e nel Novarese, a scapito di vitigni di più eleganti e di qualita’ mapiù delicati alle avversita’ come la Vespolina, il Nebbiolo (Spanna) e la Moradella.

Croatina 18

Zone di coltivazioneLa Croatina viene coltivata in prevalenza nel Piacentino e nell'Oltrepò Pavese, e in misura minore in Piemonte eVeneto dove rientra anche nel disciplinare dell'Amarone della Valpolicella

UtilizzoLe DOC dove è consentito l'utilizzo della Croatina sono: Emilia-Romagna• Colli di Parma - 25÷40%• Colli di Scandiano e di Canossa - 0÷15%• Colli Piacentini - 30÷45% (Gutturnio)Lombardia• Oltrepò Pavese - 25÷65%, 85÷100% (con la menzione Croatina)• San Colombano al Lambro - 30÷45%Piemonte• Bramaterra - 20÷30%• Cisterna d'Asti - 80÷100%• Colline Novaresi - 0÷30%, 85÷100% (con la menzione Croatina)• Coste della Sesia - min. 50%, 85÷100% (con la menzione Croatina)

Dolcetto (vitigno)Vitigno a bacca nera coltivato soprattutto in Piemonte (in particolare nelle Langhe tra Dogliani, Alba, Acqui eOvada, ma anche nell’Astigiano), in Lombardia (in particolare nell’Oltrepò Pavese), in Liguria (zona di Imperia) e inValle d’Aosta.

SinonimiBeina, Bignola, Bignona, Bignonina, Cassolo, Dolcetta Nera, Dolcetto Piemontese, Nibiò, Ormeasco, Uva d’Acqui,Uva di Ovada, Uva di Roccagrimalda.

Caratteristiche ampelograficheFoglia media, di solito pentalobata. Grappolo conico allungato, generalmente alato, spargolo. Acino di mediedimensioni, rotondo (ma non uniforme). La buccia è di colore nero-bluastro, sottile e pruinosa. La maturazione èmedio-precoce (seconda metà di settembre), la vigoria media, la produttività buona.

Cenni storiciL’origine di questo vitigno autoctono è dibattuta, ed è contesa tra il Monferrato e la Liguria. Se ne hanno notiziecerte solo nel XVIII sec., dove era coltivato ad Acqui e ad Alessandria. L'origine del nome è dibattuta: l'ipotesiprevalente ritiene che derivi dall'elevata dolcezza dell'uva matura, mentre una seconda tesi ritiene che derivi da"dessert", ossia dosso, collina.

Dolcetto (vitigno) 19

Il VinoDalle uve di Dolcetto si ottiene un vino di colore rosso rubino (eventualmente con riflessi violacei), in genere conprofumo intenso di liquerizia, mandorla amara, more e ciliegie e talora con richiami floreali, dal gusto secco,amarognolo, di medio corpo, poco acido, abbastanza tannico, morbido e armonico. È un vino che diventa pronto allabeva abbastanza in fretta, da consumarsi quindi entro in primo anno dalla vendemmia o comunque dopo un breveinvecchiamento.

Voci correlate• Dolcetto, varietà di vini

FalanghinaLa Falanghina è un vitigno diffuso soprattutto nella zona della Campania: dà un'uva a bacca bianca.

FrappatoIl frappato è un vitigno a bacca rossa presente in tutta la Sicilia ma essenzialmente nella provincia di Siracusa e inquella di Ragusa.

StoriaIl vitigno è molto antico e le prime notizie certe lo fanno risalire al XVIII secolo. La sua origine non è nota e sembrapossa non essere un vitigno autoctono ma proveniente dalla penisola iberica. Ne esistono due varietà molto similicon grappoli piuttosto allungati e con acini molto ravvicinati di colore rosso intenso tendente al violetto. Questacaratteristica ha un aspetto negativo in quanto quando l'uva è matura gli acini si pressano a vicenda provocando laspaccatura di alcuni di essi. Questo provoca la formazione di muffe ed un inquinamento del prodotto.Il frappato miscelato al nero d'Avola concorre alla produzione del cerasuolo di Vittoria D.O.C.G. vino dal titoloalcolimetrico di 13°.

Voci correlate• Ampelografia

Friulano (vino) 20

Friulano (vino)Il "Friulano" è un vitigno largamente coltivato in Friuli-Venezia Giulia, da cui prende il nome anche il vino biancosecco ottenuto dalle sue uve.

Caratteristiche ampelografiche del vitignoTralcio legnoso e di colore scuro con gemme piccole e schiacciate - foglia medio-grande, orbicolare, tri opentalobata, seno peziolare chiuso e pagina inferiore glabra - grappolo medio, tronco-piramidale, alato e mediamentecompatto - acino rotondeggiante (a volte leggermente ovoidale) con 1-2 vinaccioli di media grossezza e bucciapruinosa di colore verde-giallo. la maturazione è medio-precoce, la Vigoria è molto buona.

Parassiti e avversitàI più comuni parassiti del vitigno friulano sono:• Peronospora: è un fungo che colpisce quasi tutti gli organi erbacei della pianta. Sulle foglie si presenta con delle

chiazze tondeggianti con aspetto traslucido sulla pagina superiore (dette "macchia d'olio") e delle chiazzebiancastre composte dal micelio del fungo sulla pagina inferiore. Il grappolo nella parte terminale si incurva aduncino ed assume una colorazione brunastra, mentre i germogli presentano delle allessature ed imbrunimenti.

• Oidio: è un fungo che colpisce tutte le parti erbacee della pianta. Gli acini vengono ricoperti da una polverinabianca, corrispondente al micelio, che se rimossa con un dito rileva dei puntini neri, sintomo della morte dellecellule della buccia.

• Botrite: è un fungo parassita che colpisce soprattutto i grappoli e specialmente quelli i cui acini sono già rotti oparzialmente attaccati da altre avversità. Il fungo si sviluppa ai danni dell'acino determinando un colore semprepiù scuro su cui cresce poi il micelio dal tipico colore grigio.

• Ragnetto rosso: è un acaro che attacca le foglie ed i germogli delle piante. Le femmine sono di colore rossomentre i maschi sono di colore più spento. Il danno, dovuto alle loro punture, è una forte decolorazione dellefoglie che assumono tonalità bronzee e successivamente dissecano.

La tecnica di vinificazionePer la produzione del "Friulano" si utilizza la vinificazione in bianco. Le uve vendemmiate vengono immediatamenteportate in cantina, dove si provvede alla diraspa-pigiatura. Queste due tecniche, anche se effettuate con l'uso di unsolo macchinario, devono essere ben distinte tra loro, in quanto per diraspatura si intende la separazione degli acinidal loro sostegno, cioè il raspo, mentre per pigiatura si intende lo schiacciamento dell'acino per ottenere la fuoriuscitadei gran parte del mosto. Al termine della pigiatura la "miscela" di mosto e bucce viene immessa nella pressa, unmacchinario atto ad ottenere la maggior quantità di liquido possibile tramite la vera e propria pressatura delle bucce.Questo processo deve però essere abbastanza lento, per evitare che nel mosto da cui si otterrà il vino entrino sostanzenon volute, come ad esempio i tannini ruvidi dei vinaccioli, delle sostanze polifenoliche che causano un'elevataastringenza del vino. Al termine della pigiatura il mosto viene portato nelle vasche di decantazione, dove vienetrattato con degli enzimi (detti "pectolitici") o dei chiarificanti ("bentonite") per togliere la gran parte delle sostanzein sospensione. Al termine di questo processo, che può durare molte ore, si può dare inizio alla fermentazionealcolica innestando nel mosto i lieviti del ceppo Saccaromyces Cerevisiae. Questi lieviti utilizzano lo zuccherocontenuto nel mosto per formare poi l'etanolo, ovvero l'alcool che noi percepiamo nel momento in cui beviamo ilvino. Al termine della fermentazione, che dura più o meno 30 giorni, il vino ottenuto viene lasciato a riposo inun'altra vasca. Da qui, con successive lavorazioni e stabilizzazioni (travasi, filtrazioni,...) si arriva al momentodell'imbottigliamento. A questo punto il "Friulano" è pronto per essere consumato.

Friulano (vino) 21

Caratteristiche organolettiche del vinoLa sua caratteristica principale, come vino, è il gradito profumo e sapore di mandorla amara, che porta quindi iproduttori a non eccedere con i profumi dovuti all'invecchiamento. Se così fosse si avrebbe un vino troppoimpegnativo, pesante, che sazia al primo sorso, non più elegante e beverino, come invece il Friulano dovrebbeessere. Un'altra evidente caratteristica di questo vino è il retrogusto amarognolo, gradito in quantità limitateovviamente. Per quanto riguarda il colore, quello del Friulano deve essere caratterizzato da un giallo paglierinomolto scarico; segno questo di gioventù e di eleganza.

Il nomeFino a pochi anni fa il vino Friulano prendeva il nome di Tocai. Sciagurati accordi tra Italia, Ungheria e ComunitàEuropea del 1993 ne hanno vietato l'utilizzo a partire dal marzo del 2007, in quanto troppo simile al vino docungherese Tokaj. La somiglianza è relativa solo ed esclusivamente al nome in quanto il Tocai Friulano ed il TokajUngherese sono completamente diversi come vini per colore, profumo, gusto e come metodi di produzione.A gennaio 2008 la regione Friuli -Venezia Giulia stava ancora intentando l'ennesimo ricorso per fare annullare lasentenza. Il 15 novembre 2008 la Corte Costituzionale giudicava incostituzionale la legge regionale del Friuli -Venezia Giulia 24/2007 che stabiliva la possibilità di utilizzare il nome Tocai per la vendita sul territorio italiano.Dalla vendemmia 2008, non è consentito utilizzare il nome Tocai nelle etichette.Per completezza nel libro a cura di Walter Filiputti edito da FRIULI VENEZIA GIULIA VIA DEI SAPORIEDITORE è altresì dato leggere in modo assolutamente corretto a pag. 21 che : "In qualsiasi osteria degna di questonome si entri in Friuli e si chieda un "tajut" di bianco, quello sarà Tocai...". Le decretazioni effettuate comportanopurtroppo anche se inavvertitamente che, oltre al Tocai, in Friuli, sia fuorilegge il "Tai e tajut" come risultaevincibile dalla normativa europea che riserva assolutamente la denominazione Tai -e variazioni- al solo "fu Tocai"con provenienza dal Veneto. Le decretazioni stabiliscono, in altri termini, che qualsivoglia "Tai" e tutte le variazionidi fantasia non possa altro che indicare il Tocai Veneto. Nel merito si applicano le normative europee relative alleindicazioni DOP e IGP. [1] [2]

Origine del VitignoIl libro «Vitti di Toccai...300» di Stefano Cosma e Cristina Burcheri, Edizioni della Laguna, riporta il contrattomatrimoniale di Aurora Formentini quando andò in sposa al conte ungherese Adam Batthyany nel 1632. Tra i varibene portati in dote dall'antenata dei conti di San Floriano del Collio vi sono anche «300 vitti di Toccai» coltivate giàall’epoca nelle campagne di Mossa e San Lorenzo Isontino. Questo prova l’origine italiana del vitigno Tocai.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Tocai Friulano• Vino• Vitigno

Friulano (vino) 22

Note[1] Tocai Friulano: odissea senza fine | Blog di Aldo Rossi (http:/ / aldorossi. splinder. com/ post/ 19049932/ Tocai+ Friulano:+ odissea+ senza+

)[2] http:/ / www. rivistadirittoalimentare. it/ rivista/ 2009-01/ RAUSEO. pdf

GaglioppoIl Gaglioppo è la varietà di vitigno autoctono calabrese, di cui è previsto dai disciplinari l'utilizzo per la produzionedel Cirò DOC nelle varianti rosso, rosato e riserva.Il clima calabrese secco e caldo e la particolarità del terreno arido, ed i vigneti non irrigui rappresentano lecondizioni necessarie per la produzione di questo vino caratterizzato da una maturazione precoce ed elevataresistenza.È un vitigno a bacca rossa, con grappoli di medie dimensioni e di forma conica.Il colore del vino rosso ottenuto è rubino intenso, con profumi vinosi, che col tempo si evolvono in un ricco bouquet,quello del rosato è rosa brillante, presenta un bouquet floreale e fruttato.

Gamay

Gamay

Il Gamay è un vitigno rosso autoctono della Borgogna diffuso anche inItalia principalmente in Valle d'Aosta, Friuli e Piemonte. I grappolihanno dimensione medio-piccola con forma conica ed acini tendentiall'elissoidale. In Francia viene utilizzato nella produzione delBeaujolais.

Garganega 23

GarganegaLa garganega è l’uva bianca più importantedelle province di Verona e Vicenza, lavarietà che domina le colline della DOCSoave. Non possiede una aromaticitàspiccata, ma un piccolo patrimonio diprofumi di cui la mandorla e i fiori bianchisono i più nitidi; ha uno sviluppo biologicomolto lungo, tanto da giungere amaturazione in ottobre; ha una buccia dura eparticolarmente gialla (quasi rossa) quandoè matura. Non ha un’acidità preponderantema piuttosto un equilibrio di estratti ezuccheri.

Caratteristicheampelografiche

Gli ultimi studi effettuati sul territorio, frutto della collaborazione tra produttori e istituzioni di controllo e ricerca,fanno emergere almeno quattro sottovarietà, di cui due realisticamente protagoniste del Soave attuale.1. La Garganega Tipica, denominata dal Perez bianca o dal Cosmo comune. È la sottovarietà più diffusa, in collina

come in pianura. Ha un vigore moderato, il grappolo è più o meno alato, abbastanza lungo, l’acino è soventepiuttosto grosso, anche se la giacitura (il tipo di sottosuolo) e il microclima possono influenzare proprioquest’ultimo aspetto, facendo scaturire chicchi decisamente minuti. La maturazione tardiva della Garganega rendel’area del Soave una di quelle in Italia in cui la vendemmia si chiude ancora oggi, malgrado la inesorabiledesertificazione, ad ottobre inoltrato, quasi fosse una varietà rossa come l’Aglianico del Vulture o il Nebbiolodella Valtellina.

2. La Garganega Dario, individuata nella particolare area di Brognoligo, frazione del comune di Monteforte, è unaprobabile parente di quella che il Marzotto definiva la Garganega grossa. Ha un grappolo più compatto dellabianca, il suo acino è naturalmente di maggiori dimensioni e la sua raccolta è ugualmente tardiva. Le suecaratteristiche fisiologiche hanno fatto emergere una particolare inclinazione per i terreni di pianura, mentre è piùdifficile reperirla in collina.

3. La Garganega Verde ha un grappolo molto bello, sia perché la sua ala è delicata sia per la densità dei chicchi cheè così rada da renderlo spargolo, l’acino è più piccolo, mentre la sua vocazione privilegia le zone occidentali diSoave e parte del territorio di Costeggiola (frazione di Soave).

4. La Garganega Agostega ha un acino grosso ed una maturazione molto più precoce delle altre. Alcuni sostengonoche la tendenza a marcire abbia determinato un progressivo abbandono della sua coltura, tanto che in questa fasesi può trovare solo in alcuni vigneti tra Soave e Monteforte.

Garganega 24

Cenni storiciÈ possibile che il primo riconoscimento ufficiale risalga al 1200 nel celebre trattato di Pietro de' Crescenzi nel qualesi parla di Garganica, ma è certo che tracce di questo nome e del vitigno vi fossero almeno dall’anno 1000. In varitrattati si considera quest’uva dorata come l’ideale per la produzione dei dolci e passiti vini Retici. Vi sono numerosetestimonianze che la fanno appartenere alla grande famiglia dei Trebbiani e quindi l’origine etrusca non sembra indiscussione, visto anche l’impianto a pergola (più alto di quello di origine greca) dagli Etruschi, sperimentato e poidiffuso in gran parte dell’Italia nord orientale. Inoltre ci sono molti studiosi a scommettere sulla vicinanza dicarattere della Garganega con altri vitigni come il sardo Nuragus, il veneto Prosecco e il più meridionale Grecanico.Una delle caratteristiche riconosciuta immediatamente, e giunta fino a noi quasi intatta, è la consistente differenza traalcuni cloni fondamentali. Pier de Crescenzi già parlava di una sottovarietà Femina, molto fruttifera, ed unaMascula, praticamente sterile. Un lavoro ampelografico più approfondito è stato fatto praticamente solo dal 1970 inpoi, anche se le sue conclusioni non sono dissimili dalle ricerche fatte negli ultimi due secoli da numerosi studiosicome De Leonardis, Marzotto, e Cosmo.

Presenza sul territorioLa sua presenza abbraccia un largo territorio che parte dal Garda Veronese, non sono infatti rari i casi di ottimibianchi ottenuti con questa varietà da produttori generalmente dediti al Bardolino, ed arriva fino alla fine dei ColliBerici, sconfinando nei padovani Colli Euganei. Nella Valpolicella Classica il suo utilizzo si è ristretto ad alcuni vinibianchi passiti, anche se molti contadini ottengono dalla garganega il vino bianco di tutti i giorni, talvolta venduto indamigiana. In questo territorio, più vocato ai rossi, il vino bianco ha una visceralità ed una forza rustica che lodistinguono dalle versioni più fini che cominciano a farsi vive dalla zona orientale della provincia di Verona. Infattigià nella Valpolicella "allargata" (la zona non Classica), in particolare nei comuni di Mezzane e Illasi, la Garganegaassume sfumature dalla mineralità più sottile, i delicati aspetti floreali del vitigno si avvertono e sostituiscono lesensazioni più "legnose" (quasi di corteccia) che appartengono ai territori occidentali e che ritroveremo in altre zone.Nella zona del Soave non Classico, il vitigno veneto restituisce parte della sua lievità olfattiva e le aggiunge unaquota di muscoli: il punto sta nel dosarne la naturale esuberanza produttiva evitando vini troppo diluiti ma ancheprodotti troppo grossi che le farebbero perdere spontaneità. Questa naturalezza sembra invece scaturire dai comuni diSoave e Monteforte, la zona del Soave classico: qui è la composizione del terreno, accanto alla consuetudineinterpretativa, a fare la differenza ed abbiamo di conseguenza un’armonia leggiadra ed una continuità tra naso ebocca. A Gambellara, appena entrati in provincia di Vicenza, la garganega, qui declinata al maschile e dunquegarganego, offre l’altra sua versione più interessante e ricca di potenzialità: lungi dall’essere sottile e raffinata comenel Soave, acquista una mineralità più vissuta e una struttura gustativa quasi tannica, al punto da rappresentare unbianco deciso dalle ambizioni gastronomiche completamente diverse da quelle del Soave. Nel Vicentino troviamoancora garganega nei Colli Berici, territorio dalle notevoli possibilità, e poi in qualsiasi vigneto della settentrionalearea di Breganze è possibile reperire filari di questo vitigno raramente vinificato in purezza. In provincia di Padova,ed in particolare nei Colli Euganei, ed in totale controtendenza con quello che il mercato farebbe intuire, vi sonoalcuni produttori che stanno mettendo a punto bianchi a base di garganega ispirandosi proprio ai migliori esempi diSoave.

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Greco (vitigno) 25

Greco (vitigno)Il Greco è un vitigno molto antico di uva bianca, di cui non si conosce l'origine, ma già diffuso nell'impero romano.Gli acini sono medi o piccoli, sferoidali, la buccia pruinosa presenta un colore verde giallastro o grigio ambrato aseconda dell'esposizione solare. La foglia è piccola, e ha cinque lobi; il grappolo è grande e allungato, alato e moltocompatto.È coltivato in varie regioni d'Italia, dalla Liguria alla Campania alla Calabria, dove matura in mesi leggermentediversi, ma si può dire generalmente in ottobre.

GrignolinoIl Grignolino è un vitigno italiano. Coltivato essenzialmente nelle zone di Asti e del Monferrato Casalese ed in partein aree marginali delle Langhe fornisce uve a bacca rossa. Mescolato con uve Freisa e Barbera fornisce vini dalcolore più intenso. Noto sin dal Medioevo come Barbesino il nome potrebbe comunque derivare da gragnola,espressione dialettale astigiana per indicarne i semi, molto numerosi in questa uva. I grappoli hanno dimensionemedio-grande con forme tendenti al piramidale mentre gli acini, medio-piccoli, tendono alla forma ellittica. Ilvitigno, scarsamente resistente alle malattie (tollera bene solo la peronospera), predilige l' esposizione al sole eterreni asciutti e sabbiosi.

Voci correlate• Grignolino d'Asti• Grignolino del Monferrato Casalese• Piemonte Grignolino• Piemonte novello Grignolino

Groppello 26

GroppelloIl Groppello è una qualità d'uva con cui si produce l'omonimo vino.Ha un grappolo compatto come una pigna, chiuso come un nodo, o "groppo". Si spiegherebbe così l'origine delnome.

Collegamenti esterni• Approfondimento su elzeremia.it [1]

Note[1] http:/ / www. elzeremia. it/ vino_trentino. asp

InzoliaL' inzolia, assieme al catarratto, è uno dei grandi vitigni siciliani a buccia bianca.

Il vitignoPrima della recente scoperta dei vini rossi siciliani, la parte da leone nell'enologia siciliana era fatta dai vini bianchied in particolare dal Bianco d'Alcamo D.O.C..L'inzolia è il più antico vitigno autoctono siciliano e si è poi diffuso anche in altre regioni italiane ed in particolare inSardegna, Lazio e Toscana meridionale, dove è denominato Ansonica. Il vitigno è molto resistente anche in climipiuttosto siccitosi ed ha una foliazione piuttosto scarsa che richiede un minor assorbimento d'acqua. Il grappolo èconico con due grappoletti ai lati e l'acino è ovoidale di un colore giallo marcato. Il suo mosto viene utilizzato per laproduzione di alcuni dei più importanti vini siciliani D.O.C.:• Bianco d'Alcamo 85-100%• Contea di Sclafani 85-100%• Delia Nivolelli Bianco 85-100%• Marsala 100%• Mamertino di Milazzo 35%

Voci correlate• Ansonica

Lagrein 27

LagreinIl Lagrein è un vitigno rosso autoctono dell'Alto Adige. Viene vinificato come rosso o rosato (Kretzer). Il terrenoprediletto dal vitigno è di tipo calcareo-argilloso con un sottosuolo ghiaioso; il grappolo ha una dimensione mediacon forma tendente al piramidale. Il Lagrein è molto sensibile all'attacco degli acari ed a volte può essere infettato daperonospora ed oidio.Descendenza: analisi genetiche dimostrono nell'Italia del Nord una stretta parentela con Teroldego e Marzemino.Inoltre esistono legami con Syrah, e quindi a Dureza e Mondeuse Blanche.[1]

StoriaFino al XVIII secolo con "Lagrein" di solito si indicava il Lagrein bianco, che è stato probabilmente fin dalMedioevo la più importante varietà nei dintorni di Bolzano. Indicato come "Lagrinum bonum" in un atto di Termenonel 1379, una fonte di Bolzano nel 1498 nota esplicitamente il buon Lagrein bianco ("gueten weissen Lagrein"). IlLagrein Rosso ("rot lagrein") trova la prima nominazione nel programma tirolese di Michael Gaismair del 1525.[2]

PosizioniParticolarmente famose sono le aree intorno a Bolzano nel quartiere di Gries, che nel corso degli ultimi 100 annicausa la forte espansione della città sono quasi scomparsi. Negli ultimi decenni, le zone orientali di Bolzano (Piani eRencio) e anche quelle a Ora si sono fatti notare. Soltanto dagli anni 90 il Lagrein viene comercializzato soprattuttocome monovitigno rosso. La varietà nel 2009 è stata coltivata da 877 aziende su 416 ettari, 25.000 ettolitri di vinosono stati vinificati come rosso e 3.200 ettolitri come rosato (Kretzer).[3]

vigneti/masi/cantine celebreGries / Bolzano: Cantina Bolzano - Taber-Hof; Convento Muri-Gries - Abbazia; cantina H. Rottensteiner - GrieserSelect; cantina A. Egger Ramer - Kristan; cantina Malojer - Gummerhof; Schmid Oberrautner - Villa, Thomas Mayr& Söhne, cantina Alois Lageder - Lindenburg; cantina Josef Niedermayr - Gries Blacedelle; Ignaz Niedrist - BergerGei;Piani Bolzano / Rencio: Erbhof Unterganzner; Pfannenstielhof; Nusserhof, Glögglhof; Obermoser - Grafenleiten;Ansitz Waldgries - Mirell; Loacker Schwarhof - Piz Thurii; Untermoserhof; Fliederhof; Griesbauerhof; Thurnhof(Aslago); Kandlerhof;Diversi: Cantina Terlano - Porphyr; Kornell - Staves Greif (Bolzano e Terlano); Manincor (Caldaro); Lentsch -Morus (Bronzolo), Carlotto F. - di Ora In Ora (Ora).I vini D.O.C. che ne derivano sono:• Alto Adige Lagrein (storicamente scuro o dunkel, anche nella versione riserva);• Alto Adige Lagrein rosato• Alto Adige Lagrein di Gries (una variante doc del Lagrein scuro, anche riserva)• Trentino Lagrein;.Coltivazione al di fuori dell'Alto Adige e TrentinoIn Australia, una prima vinificazione è documentata nel 1991. [4] Un gruppo di circa 15 aziende australiane circa dal2000 vende vini varietali puri. [5] Nell'America esiste qualche piantazione (California, Oregon), i vini solitamentenon sono commercializzati come Lagrein in purezza. Una coltivazione sperimentale è conosciuta dalla Mosella. [6]

Lagrein 28

SinonimiIl vitigno Lagrein è anche conosciuta sotto il nome Blauer Lagrain, Burgundi Lagrein, Lagrain, Lagrino e Lagroin .

Note[1] Généalogie des cépages : le ‘Pinot’ est apparenté à la ‘Syrah’ (PDF) (http:/ / www. oiv2007. hu/ documents/ viticulture/

141_vouillamoz_grando_oiv2007. pdf)[2] Obermair, Hannes: "Bozen Süd - Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500". Bozen: Stadt

Bozen, 2 Bde., 2005-2008, Bd. 1 Nr. 833 u. Bd. 2 Nr. 1330 - Zwerger, Roland: „Vom Weißen Lagrein über den ‚Weißterlinger‘ zumGewürztraminer. Kleine Südtiroler Sortengeschichte mit besonderer Berücksichtigung von Tramin“. Bozen: Athesiadruck, Der Schlern79/2005, Heft 8/9, pag. 83 - Politi, Giorgio: „Gli statuti impossibili: la rivoluzione tirolese del 1525 e il ‚programma‘ di Michael Gaismair“.Torino: Einaudi, 1995, pag. 328

[3] Camera di commercio di Bolzano - Agricoltura[4] May, Peter, VinoDiversity.com Lagrein - finding a new winegrape variety for Australian vineyards (http:/ / www. vinodiversity. com/ lagrein.

html)[5] May, Peter, VinoDiversity.com Lagrein in Australia (http:/ / www. vinodiversity. com/ lagrein-australia. html)[6] Piantato 2007 dall'azienda Weingut Sailler in Osann-Monzel.

Lambrusco

« Non sa Ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per inaffiare dell'animale caro ad Antonioabate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza... »(Giosuè Carducci, tratto dalla corrispondenza intrattenuta con la contessa Lovatelli)

Il termine Lambrusco indica una serie di vitigni differenti, da cui si possono distinguere:• Lambrusco di Sorbara• Lambrusco Grasparossa• Lambrusco SalaminoVitigni minori sono il Lambrusco Marani, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Ancellotta, il Lambrusco Montericco,il Lambrusco Viadanese o Grappello Ruberti.

EtimologiaL'etimologia del nome è incerta, esistono principalmente due ipotesi al proposito. La prima vuole che il nome derivida LABRUM (margine dei campi). La vite LA(M)BRUSCA sarebbe quella che cresce incolta ai margini dei campi eil vino LA(M)BRUSCUS è ovviamente il vino prodotto da tale uva. La seconda attribuisce l'origine alla fusione deitermini LABO (prendo) e RUSCUS (che punge il palato), da qui anche l'origine della parola "brusco".

Luoghi di produzioneI vini di lambrusco DOC si trovano nel Modenese, nel Reggiano, e nel Mantovano:• Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco Montericco rosato frizzante• Lambrusco di Sorbara• Lambrusco Grasparossa di Castelvetro• Lambrusco Salamino di Santa Croce• Lambrusco Reggiano• Lambrusco Grasparossa Colli di Scandiano e Canossa• Lambrusco Mantovano

Lista delle uve nel mondo 29

Lista delle uve nel mondo

A• Abondant• Abouriou• Aglianico• Airén• Albana• Albariño• Alcañon sin.: Macabeu• Aleatico• Alicante• Aligoté• Alphonse-lavallée, sin. : ribier (California), danube (Marsiglia)• Altesse• Amigne• Angevine Oberlin• Aramon• Aranel• Arbane o Arbanne• Arbois• Arinarnoa• Arinto• Arneis• Arriloba• Arrouya• Arvine• Arrufiac• Auxerrois

B• Baco bianco e Baco nero,• Baga• Balochin• Barbarossa• Barbera• Baroque• Bergeron• Black Hamburg• Blanc Verdan• Bogazkere• Bombino bianco• Bombino nero• Bonarda• Bovale

Lista delle uve nel mondo 30

• Bouchet• Bourboulenc• Brachetto• Brunello• Bual

C• Cabernet franc• Cabernet-sauvignon• Cacchione• Canaiolo• Cannonau• Carcajolo bianco• Carcajolo nero• Cardinal• Carignan• Carménère• Carricante• Castellaro o Catarratto• César o romain• Chambourcin• Chancellor• Chardonnay• Chasselas• Chasselas di Gerusaleme• Chasselas dorato di Fontainebleau• Chasselas di Moissac• Chasselas di Thomery• Chatus• Chelois• Chenin blanc• Ciliegiolo• Cinsault• Clairette• Claverie• Clinton• Colombard• Colorino• Corbèse• Cornalin• Cortese• Corvina• Côt• Counoise• Croatina• Crussin• Czabah

Lista delle uve nel mondo 31

D• Dabouki, sinonimi : malaga bianco, sabal kanskoï• Danube, vedi Alphonse-lavallée• Dattier de Beyrouth, sinonimo : regina• Dindarella• Diolinoir• Dobričić• Dolcetto• Duras• Durif

E• Emir• Ermitage• Étraire

F• Falanghina• Fendant (Savoia, Svizera)• Fer Servadou, anche chiamato pinenc, mansois o braucol• Fiano• Folle-Blanche, sinonimi : gros plant (paese di Nantes e Vendée), piquepoult (Gers)• Frankenthal, chasselas di Gerusaleme• Frankonia, sinonimi : Blaufränkisch (Austria), kékfrankos (Ungeria), frankovka (Croazia) e Slovenia), Lemberger

ou Limberger (Allemagna)• Frappato di Vittoria• Frankovka, sinonimi : Blaufränkisch (Austria), kékfrankos (Uungeria), Lemberger ou Limberger (Allemagna),

frankonia (Italia)• Freisa• Friulano• Furmint• Feteasca

G• Gaglioppo• Gamay• Gamay di Chaudenay• Gamay Fréaux• Gamza• Garganega• Garanoir• Gewürztraminer o Traminer aromatico• Gouais• Grechetto• Greco

Lista delle uve nel mondo 32

• Grenache bianco, grigio o nero• Grignolino• Grolleau• Groppello• Gros colman• Gros manseng• Gros noir des Béni-Abbès (Algeria)• Gros vert, sinonimi verdaou, verdal• Gutedel• Grüner Veltliner

H• Hárslevelü• Hibou• Humagne bianco• Humagne rosso

I• Idéal• Inzolia• Isabelle• Italia

J• Jacquère• Jacquez• Jaoumet, sinonimo Saint-Jacques• Johannisberg• Joubertin

K• Kadarka• Kalecik Karası• Kékfrankos, sinonimi : Blaufränkisch (Austria), frankovka (Croazia) et Slovenia), Lemberger o Limberger

(Germania), frankonia (Italia)• Kéknyelü• Kerner• Klevener• Koshu

Lista delle uve nel mondo 33

L• Lagrein• Lambrusco di Sorbara• Lambrusco Grasparossa di Castelvetro• Lambrusco Salamino di Santa Croce• Lambrusco Reggiano• Lambrusco Grasparossa Colli di Scandiano e Canossa• Lambrusco Mantovano• Liliorila• Loureiro

M• Macabeo• Maccabeu bianco• Madeleine Oberlin• Malaga bianco• Malbec• Malvasia• Malvasia Bianca di Candia• Malvasia nera di Brindisi• Mamertino• Mammolo• Marsanne o marsanne bianca• Marselan• Mauzac B• Mavro• Mavrud• Melon• Melon di Bourgogne• Merlot• Meslier• Meunier• Millot Léon• Minnella• Molette• Molinara• Mondeuse• Montepulciano• Moristel• Morrastel• Moscato• Mourvèdre• Müller-Thurgau• Muscadelle• Muscadet• Muscardin

Lista delle uve nel mondo 34

N• Narince• Nebbiolo• Négrette• Negroamaro• Nerello cappuccio• Nerello mascalese• Nerettia cuneese• Neretto di Bairo• Nero d'Avola• Nielluccio• Noir de Listan• Nonay• Noa ou Noah• Norton• Nosiola

O• Odjaleschi• Okuzgozu• Olivetta bianca• Olivetta nera• Ondenc

P• Païen• Palomino• Pamid• Parraleta• Pascal blanc• Pecorino• Pedro Ximénez• Pelara• Peloursin• Perdea• Perricone• Perle de Csaba• Persan• Petit Courbu• Petit manseng• Petit verdot• Petit meslier• Petite syrah• Petite arvine• Picardan

Lista delle uve nel mondo 35

• Picolit• Piquepoul• Pignatello• Pignolo• Pineau d'Aunis• Pinot• Pinotage• ((Pizzutella ))• Plavac Mali• Pointu de vimines• Poulsard• Prié blanc• Primitivo• Prin blanc• Prosecco• Prugnolo Gentile• Prunent

Q• Quequette

R• Raboso• Rebo• Refosco• Regent• Regina• Regina delle vite• Ribolla gialla• Riesling• Riesling italiano• Rogettaz• Rognin• Rolle ou Vermentino• Romain ou césar• Romorantin• Rondinella• Rossese• Red Globe

Lista delle uve nel mondo 36

S• Sabal kanskoï• Saint-François• Saint-Jacques• Saint-Jeannet• Saint Laurent• Sagrantino• Sangiovese• Saperavi• Sauvignon blanc• Sauvignon• Savagnin• Savagnin blanc• Scheurebe• Schiava• Sciacarello• Sémillon• Sercial• Servant• Seyval blanc• Skadarka• Steen• Strade del vino• Summarrello• Sultanine• Sylvaner• Syrah

T• Tannat• Tempranillo• Teroldego• Terret nero• Tibouren, scritto pure Tibourin• Timorasso• Tintilia• Tocai• Tokay• Torrontés• Touriga franca o francesa• Touriga nacional• Traminer• Traminer aromatico• Trebbiano• Trebbiano di Soave• Trepat

Malvasia 38

Malvasia

Grappolo di Malvasia

Malvasia è un termine con il quale vengono indicati numerosi vitigni, per cuiè anche appropriato parlare di "Malvasie". Alcuni di questi si differenzianonotevolmente tra loro per morfologia delle piante, colore, sapore ecomposizione biochimica del frutto, precocità di maturazione, produttività edattitudine alla vinificazione.

Storia

L'origine del nome è da attribuirsi ad un vino che era prodotto a Malta, sitrattava di un prodotto di pregio commercializzato da Venezia. Dopo laconquista da parte degli Arabi dell'isola nell'870 d.c. i commerci siinterruppero.

I molti vitigni denominati Malvasia hanno spesso in comune soltanto il nome,derivante da una città greca del Peloponneso, Monenbasia, Monemvasia oMonovasia, che significa "porto ad una sola entrata", città che per assonanza con il nome greco fu ribattezzata daiVeneziani "Malvasia" (o Napoli di Malvasia, per distinguerla da Malvasia Vecchia, posta poco più a nord).

Si deve ai veneziani l’uso di tale appellativo per indicare prima i vini dolci ed alcolici provenienti dalla parteorientale del Mediterraneo, poi anche i locali in Venezia nei quali se ne svolgeva il commercio.

Caratteristiche

Coltivazione di Malvasia nell'Istriameridionale

I vitigni Malvasia possono essere distinti in due gruppi:• quelli con un leggero aroma che ricorda quello del Moscato• quelli a sapore semplice.Ve ne sono a frutto bianco e a frutto nero.• Fra le Malvasie a frutto bianco più estesamente coltivate ricordiamo la

Malvasia toscana o Malvasia del Chianti, cosiddetta perché la sua uvabianca entra per circa 1/10 nella preparazione di questo celeberrimo vino;quella Malvasia istriana (coltivata nel Friuli-Venezia Giulia); la Malvasialaziale e Malvasia Bianca di Candia; Malvasia di Sardegna (a saporesemplice); la Malvasia delle Lipari.

• Fra le Malvasie a frutto nero degne di nota ricordiamo quelle salentine: laMalvasia nera di Brindisi; la Malvasia nera di Lecce; quelle (sempre nere)astigiane come la Malvasia di Casorzo d'Asti passito, Malvasia di Casorzod'Asti e Malvasia nera di Schierano.

Alcuni cloni sono: Malvasia bianca MC 1; Malvasia bianca di CandiaRauscedo 2; Malvasia bianca lunga o del Chianti Rauscedo 2, Cenaia 2;Malvasia istriana ISV Conegliano 1.

I vini con tal nome sono liquorosi, dal sapore intenso dolce e gradevole.

Malvasia 39

DiffusioneÈ particolarmente diffusa in Piemonte, Sardegna, specialmente nell'antica città di Bosa, nella Piacentino, Parmense,Sicilia, Basilicata (nella zona del Vulture), Puglia (in particolare nel Salento). La sua colorazione può essere siagiallognola in vari tipi di spumanti, sia la più diffusa Malvasia Nera. La gradazione alcolica va da 12° a 14°.

Voci correlate• Malvasia di Casorzo d'Asti• Malvasia nera di Brindisi• Malvasia delle Lipari

Malvasia Bianca di CandiaLa Malvasia Bianca di Candia è la classica uva bianca, diffusa in maggior modo in Lazio e Campania e, piùlimitatamente, in tutto il resto dell'Italia centro-meridionale.La fertilità e la forma del grappolo della malvasia bianca di Candia varia a seconda degli ambienti in cui vienecoltivata. Si adatta ad ogni tipo di terreno e clima, purché sia caldo. È molto resistente ai parassiti e alle siccitàestive.

Malvasia nera di Brindisi

Malvasia nera di Brindisi

Tipo DOC

Istituito con decreto del 12/09/1995

Gazzetta Ufficiale del 10/10/1995,n° 237

Resa (uva/ettaro)

Resa massima dell'uva 75%

Titolo alcolometrico naturale dell'uva 11,5%

Titolo alcolometrico minimo del vino 12%

Estratto secco netto minimo 20,0‰

Vitigni con cui è consentito produrlo

• Malvasia nera di Brindisi: 0.0% - 100.0%

fonte: Ministero delle politiche agricole [1]

La Malvasia nera di Brindisi è un vitigno d'origine greca e delle isole egee, diffuso oggi nella maggior parte deipaesi mediterranei.Il suo vino, chiamato in inglese Malmsey, è dolce con una stupenda tinta dorata. In Italia la sua coltivazione è diffusadal Piemonte alla Puglia. Vinificato opportunamente, può anche dare un vino bianco secco di grande carattere e,affiancato in uvaggio ad altri vitigni, contribuisce ad arrotondare le caratteristiche del vino stemperandone laspigolosità.

Malvasia nera di Brindisi 40

Voci correlate• Malvasia• Appia dei Vini• Brindisi• Vino• Ampelografia

Note[1] http:/ / www. politicheagricole. it

MamertinoVino Doc “MAMERTINO”O Mamertino di Milazzo D.P.R. 3/9/2004 – Sup. Ha 20,00,00Le prime testimonianze storiche sulla produzione del vino Mamertino risalgono al 289 a.C., quando i Mamertinipiantarono nel territorio di Milazzo “una pregevole vite per la produzione di un pregevole vino”. Tale era la bontà diquesto vino già all’epoca romana che, si narra, venne offerto a Gaio Giulio Cesare per celebrare il suo terzoconsolato poi raccontato anche nei Commentarii de bello gallico. Nel Mamertino Rosso e Rosso Riserva è presentel’uva Nocera che fino agli anni '60 era un vitigno ampiamente diffuso nella provincia di Messina, ma col tempo èandato perduto perché soppiantato da altre varietà che negli ultimi decenni hanno costituito le basi per la produzionedi rossi importanti allargando la piattaforma ampelografica. Il metodo di produzione del Mamertino di MilazzoRosso Doc prevede la pigiatura delle uve, poi messe a fermentare e a macerare assieme alla vinaccia. Con lasuccessiva svinatura, si separa la vinaccia dal mosto e, dopo l’affinamento e l’invecchiamento, il vino vienestabilizzato e imbottigliato. Questa Doc comprende le varietà di vino: Bianco, Bianco Riserva, Rosso, RossoRiserva, Calabrese o Nero d’Avola, Calabrese o Nero d’Avola Riserva, Grillo-Ansonica o Inzolia. Per tutti i tipil’affinamento in bottiglia è obbligatorio per 3 mesi prima della messa in commercio.

Zona di produzione

Il Mamertino Doc [1] fa parte dei 3 vini della Stradadel Vino della Provincia di Messina [2]. Nei comuni diSanta Lucia del Mela e di Merì si coltivano le varietàNero d’Avola, Sangiovese, Nocera e Nerello Mascaleseper i vini rossi e le varietà Catarratto Comune,Catarratto Lucido, Inzolia e Grillo per i vini bianchi.Nel comune di Pace del Mela[3] invece i vigneti a DocMamertino Rosso sono stati impiantati aggiungendoalle varietà del Nero d'Avola e del Nocera il Syrah,vitigno che caratterizza con i suoi profumi esotici ilblend di questo prezioso vino.

Riferimenti normativi: Il Mamertino di Milazzo Doc ha ricevuto il riconoscimento con D.M. 03.09.2004,pubblicato sulla GU n. 214 del 11.09.2004

Abbinamenti: Mamertino di Milazzo Bianco Doc: antipasti leggeri di mare, secondi di pesce grigliato e marinato e risotti conditi con sughi di pesce. Mamertino Bianco Riserva Doc: fritture saporite, zuppe e intigoli di pesce, secondi di carne bianca, come pollame, coniglio e frattaglie. Mamertino di Milazzo Rosso Doc: primi conditi con ragù di carne e secondi di carni rosse, sia lessate che grigliate, formaggi stagionati. Mamertino Rosso Riserva Doc: arrosti di carni rosse, grigliate, stracotti e stufati, selvaggina sia di pelo che con piuma. Mamertino Nero d’Avola e Nero

Mamertino 41

d’Avola Riserva Doc: formaggi stagionati come il pecorino siciliano o il tipico "piacintinu": formaggio di pecoraaromatizzato con lo zafferano, secondi di carne come le braciole di vitello, o il capretto alla messinese. MamertinoGrillo-Ansonica Doc: antipasti sia di verdure che di uova, con carni bianche fredde e con formaggi teneri e freschi.

Mamertino BiancoUve: Grillo e Ansonica o Inzolfa (minimo 35%), Catarratti (minimo 45%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni abacca bianca della zona.Colore: paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdoliniProfumo: gradevole, fino, fruttatoSapore: secco, equilibrato.

Mamertino Bianco RiservaUve: Grillo e Ansonica o Inzolfa (minimo 35%), Catarratti (minimo 45%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni abacca bianca della zonaColore: giallo dorato, talvolta con riflessi ambratiProfumo: etereo, pieno, passitoSapore: dal secco, all’amabile, al dolce, gradevole, tipicoÈ obbligatorio l’invecchiamento di 24 mesi di cui 6 mesi in legno.

Mamertino RossoUve: Calabrese o Nero d’Avola (minimo 60%), Nocera (minimo 10%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni a baccarossa della zonaColore: rubino intenso, tendente al rossoProfumo: tipico, lievemente fruttato, delicatoSapore: secco, corposo, sapido.

Mamertino Rosso RiservaUve: Calabrese o Nero d’Avola (minimo 60%), Nocera (minimo 10%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni a baccarossa della zonaColore: rubino intenso, tendente al rosso mattoneProfumo: caratteristico, vinoso, armonico Sapore: secco, corposo, pieno.È obbligatorio l’invecchiamento di 24 mesi di cui 6 mesi in legno.

Mamertino 42

Mamertino – Calabrese o Nero d’AvolaUve: Calabrese o Nero d’Avola (minimo 85%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni a bacca rossa della zonaColore: rubino intensoProfumo: caratteristico, gradevole fruttatoSapore: asciutto, pieno, armonico

Mamertino – Calabrese o Nero d’AvolaUve: Calabrese o Nero d’Avola (minimo 85%) ed eventuale aggiunta di altri vitigni a bacca rossa della zonaColore: rubino intenso tendente al rosso granatoProfumo: caratteristico, gradevole fruttatoSapore: asciutto, pieno, armonicoÈ obbligatorio l’invecchiamento di 24 mesi di cui 6 mesi in legno.

Mamertino Grillo Ansonica o InzoliaUve: Grillo e Ansonica o Inzolia (minimo di ciascuno del 20%)Colore: paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdoliniProfumo: caratteristico, fruttato delicatoSapore: secco, armonico, fresco

Collegamenti esterni• Mamertino di Milazzo DOC prodotto sulle colline di Pace del Mela prospicienti il Golfo di Milazzo [4]

• Mamertino Doc, prodotto con il 90% di Nero d'Avola e 10% di Nocera nel milazzese [1]

• Mamertino Doc, prodotto con il 90% di Nero d'Avola e 10% di Nocera a Santa Lucia del Mela [5]

Note[1] http:/ / www. mamertinovinodoc. it[2] http:/ / www. stradadelvinomessina. it[3] http:/ / www. nonnagnese. com/ MM/ nonnagnese. html[4] http:/ / www. nonnagnese. com/ MM/ il_vino. html[5] http:/ / www. biovinivasari. it

Merlot 43

Merlot

Grappoli di Merlot

Il Merlot è un vitigno a bacca nera, il cui nome deriva dallaparticolare predilezione che ha il merlo per le sue bacche, èoriginario della Gironda, nel Sud-Ovest della Francia, e inparticolare della zona di Bordeaux da cui nascono (in uvaggio conil Cabernet) alcuni dei più prestigiosi vini al mondo(Saint-Émilion, Pomerol).

Le origini e la storia

Si parla del Merlot sin dal 1700, ma la prima descrizionedettagliata appartiene al Rendre (1854).

Nella maggior parte delle zone vitivinicole del mondo, il Merlot ècompagno inseparabile del Cabernet Sauvignon; i due vitigni si integrano perfettamente: il primo donando al vino ilsuo frutto pieno e precoce, il secondo una maggiore aristocraticità e longevità. Nel bordolese è consuetudine,secondo le zone, aggiungere nella composizione del vino una percentuale di Cabernet franc che, oltre ad unacomponente fruttata, gli dona piacevoli sensazioni erbacee e vegetali.

In Italia il Merlot ha trovato condizioni ambientali ideali in Friuli, Trentino, Veneto, ed Emilia Romagna sin dallafine dell'Ottocento, ma è ormai diffuso in molte altre regioni, con risultati a volte sorprendenti, anche senza l'apportodi altre uve, come per esempio in Sicilia dove si trovano interpretazioni di Merlot in purezza di grande interesseenologico (e commerciale, di conseguenza), proprio perché il Merlot, nell'adattarsi a questo clima dalla forteimpronta solare mostra un altro aspetto della sua versatile personalità, con sapori più caldi e speziati.

Caratteristiche, esigenze ambientali e colturaliHa foglia media, pentagonale, trilobata e quinquelobata; grappolo medio, piramidale più o meni spargolo, con una odue ali e peduncolo legnoso di colore rosato; acino medio, rotondo di colore blu-nero con buccia di mediaconsistenza ricoperta da abbondante pruina.Predilige terreni collinari, freschi, con buona umidità durante l'estate in quanto soffre la siccità. I sistemi diallevamento più adatti sono il cordone speronato e il Guyot che assicurano un buon ombreggiamento dei grappoli alfine di evitare repentini abbassamenti dell'acidità fissa.

Malattie e avversitàÈ sensibile alla peronospora, al marciume acido, alla cocciniglia, mediamente alla botrite e poco all'oidio. Puòpresentare, in annate sfavorevoli ed in zone fredde e umide, fenomeni di colatura e acinellatura.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Merlot• Vino• Vitigno• Ampelografia

Merlot 44

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Molinara (vitigno)Molinara: Vitigno di uva nera diffuso nel veronese, deve il suo nome ad una patina come se fosse infarinata.Il vitigno Molinara, assieme alla Corvina veronese e alla Rondinella, vengono impiegate, dopo essere lasciati adappassire su dei graticci per circa 5/6 mesi, alla produzione dell'Amarone, pregiatissimo vino del veronese.

Voci correlate• Uva• Valpolicella• Recioto della Valpolicella• Vino

Montepulciano (vitigno)Il termine Montepulciano indica un vitigno a uva nera coltivato in prevalenza in Abruzzo, Marche, Umbria, Puglia.È una delle uve più importanti del centro Italia da cui prende nome il pregiatissimo Montepulciano d'Abruzzo.

La storiaLa terra nativa del Montepulciano d'Abruzzo (questo il nome per esteso) è Torre de' Passeri in provincia di Pescara.IIl Montepulciano è un vitigno autoctono e a testimonianza di ciò, sono conservati diversi documenti risalenti al1700. Va precisato che il Vino Nobile di Montepulciano non ha legami con questo vitigno; tale vino prende nomesolo ed esclusivamente dalla città toscana di Montepulciano. Il Montepulciano, assieme al Sangiovese, rappresenta almeglio la tradizione "rossa" dell'Italia centrale. Il Montepulciano ha un grappolo di grandezza e compattezza media,quasi sempre alato, di forma piramidale o conica. Matura in epoca avanzata (in genere le prime settimane di ottobre).

Montepulciano (vitigno) 45

Il vinoLe uve Montepulciano sono capaci di espressioni di levatura mondiale per potenza, eleganza e ampiezza dellenuances olfattive. Un tempo esclusivamente riservati per il taglio, i vini a base di Montepulciano si caratterizzano peri tannini fitti, morbidi e non molto aggressivi, per i sentori di ciliegia e di marasca, per il finianoale pieno e sostenutoda una notevole forza estrattiva e alcolica.

Galleria fotografica

Grappolo di Montepulciano Vigneto abruzzese con la classica forma di allevamento a "tendone"

Bibliografiahttp:/ / www. lattanzivini. it/ Disciplinare%20Montepulciano. htmhttp:/ / www. pe. camcom. it/ files/ regolazione_mercato/ disciplinare_Montepulciano_nuovo. pdfhttp:/ / www. alimentipedia. it/ Vino/ Vino_regioni/ Vino_montepulciano_abruzzo. html

Moscato 46

MoscatoIl Moscato è un vitigno.

StoriaOrigina dal bacino medio-orientale del Mediterraneo. Vettore della sua diffusione nelle regioni italiane meridionalifurono i coloni greci, che portarono con loro i semi o i tralci per poterlo coltivare nelle colonie della Magna Grecia.La varietà bianca è la più pregiata. Le uve venivano già citate dai romani come Apicae (da Catone) o Apianae (daColumella e Plinio). Il suo nome deriva da muscum (muschio) a causa del profumo intenso e del suo dolce aroma. Intempi antichi si otteneva un vino dolce facendo appassire le uve.La diffusione al nord avvenne principalmente nel medioevo grazie ai Veneziani, che con i loro commerci con le isoledel Mediterraneo lo importarono in tutto il nord Europa.La coltivazione del vitigno si diffuse velocemente grazie al volere delle classi agiate, in quanto il viticoltore eraspesso recalcitrante alla sua coltivazione, per la difficoltà di ottenere il vino passito.

I tipiIl vitigno Moscato, raggruppa alcuni vitigni con uva di vario colore, da tavola o da vino.In particolare le varietàsono:• Moscato Bianco : è un vitigno a foglia media, pentagonale, tri o pentalobata. Il grappolo è medio,

cilindrico-piramidale. L' acino è medio, di forma sferica, con buccia sottile di colore giallo-verde.Le regioni dove viene coltivato sono :Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna,Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. In questa categoria ècompreso il Moscato d'Asti, la cui produzione è consentita nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo.

• Moscato Giallo : è un vitigno a foglia media, orbicolare, trilobata o intera .Il grappolo è medio-grande, piramidaleallungato. L' acino è medio, sferico, con una buccia pruinosa (ricoperta di un sottile velo di polvere), spessa econsistente di colore giallo.È coltivato in Veneto, Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna

• Moscato di Terracina : vitigno a foglia media, pentalobata con un grappolo ed acini grandi, il grappolo èpiramidale.L'acino è sferico con buccia pruinosa, consistente di colore giallo-verde.Tipico della zona di Terracina (Lazio), del basso agro pontino e della piana di Fondi.

• Moscatello di Saracena : vitigno autoctono e coltivazione tipica e esclusiva del Comune di Saracena, (Città delVino) nell'area del Pollino in Provincia di Cosenza. Da questo vitigno si ottiene il Moscato di Saracena, vinopassito da meditazione. Si produce con un procedimento antichissimo che prevede la vinificazione separatadell'uva moscatello, ottenuta dal vitigno autoctono e da altre uve. Il mosto ottenuto dalla vinificazione delle uveMalvasia, Odoacra e Guarnaccia viene concentrato – attraverso un processo di sapiente e peculiare bollitura - perottenere una riduzione di circa un terzo del totale: questo procedimento determina un aumento del gradozuccherino e quindi del grado alcolometrico. mentre l'aroma ed il gusto particolari provengono dall'uvamoscatello, raccolta e appassita alcune settimane prima della vendemmia. L'uva moscatello disidratata,selezionata e schiacciata manualmente viene quindi aggiunta – nelle giuste proporzioni - al mosto concentrato.Dopo una lunga e lenta fermentazione si ottiene un vino passito color giallo ambra dall'aroma intenso e dal saporedi miele, fichi secchi, frutta esotica.

• Moscato Rosa : vitigno a foglia media, pentagonale, pentalobata, con grappolo medio-grande, piramidaleallungato. Acini medi con buccia pruinosa, sottili e di color nero-blu.Coltivazione in Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia

Moscato 47

• Moscato Nero di Acqui : vitigno a foglia piccola, pentalobata. Il grappolo è piccolo, cilindrico. Acino medio,sferico con buccia consistente di colore nero-viola.Tipico della zona dell' acquese (Piemonte)

• Moscato di Scanzo : vitigno a foglia media, pentagonale, pentalobata. Grappolo e acino medio. L'acino è ovalecon buccia pruinosa di colore nero-blu. Viene coltivato in Lombardia nel comune di Scanzorosciate.

• Moscato di Alessandria o Zibibbo: è un vitigno originario dell'Egitto a foglia media, trilobata talvolta pentalobata. Il grappolo è grande, allungato, conico-piramidale. L' acino grosso, è di forma ovoide con buccia spessa,consistente di colore verde-giallastro. È coltivato in Sicilia e le sue uve sono utilizzate o da pasto, o per ottenere ilMoscato di Pantelleria.

• Moscatello selvatico: è un vitigno con foglia medio piccola, orbicolare, tri o pentalobata. Il grappolo è medio,conico cilindrico,compatto. Gli acini sono medio grandi, rotondi, con buccia di colore giallo-verde.Coltivato in Puglia .

Caratteristiche morfologiche• Germogliamento:• Fioritura:• Invaiatura:• Maturazione dell'uva: seconda-terza decade di settembre.

Attitudini enologiche• Dal vitigno del Moscato Bianco si ricavano vini gialli paglierini carichi, freschi e dal sapore intenso.I vini più

importanti sono il Moscadello di Montalcino, Moscato d'Asti, Moscato di Siracusa e l'Asti spumante.

Muscadelle 48

MuscadelleIl muscadelle è un vitigno francese di uva bianca. Il muscadelle accoglie la muffa nobile Botrytis cinerea, fungomicroscopico che permette una concentrazione naturale degli zuccheri dell'uva. I vini prodotti da questo vitignohanno profumi che possono ricordare il moscato, da cui il nome, pur non essendone imparentato.

Origine e ripartizione geograficaIl vitigno potrebbe essere originario della Dordogna dove oggi è ancora diffuso. In Francia lo troviamo nella Girondae nella Dordogna dove, insieme ai vitigni sauvignon blanc e sémillon è utilizzato per produrre vini bianchi eliquorosi ad alta gradazione alcolica come il Sauternes, Monbazillac o il Loupiac. Lo troviamo però anche inLinguadoca-Rossiglione. Al di fuori della Francia è particolarmente diffuso in Australia.

Voci correlate• Sauvignon blanc• Sémillon• Chenin blanc

Müller-Thurgau

Müller-Thurgau

Il Müller-Thurgau è un vitigno aromatico originario del Geisenheimin Germania e utilizzato per produrre vino principalmente in Germania,Ungheria, Austria e Italia. Il vitigno fu creato alla fine del XIX sec.mediante incroci di Riesling, Silvaner e Chasselas, dall'enologosvizzero (originario di Thurgau) Hermann Müller (Thurgau).

Genealogia e sviluppo della vite delMüller-Thurgau

• 1882 incrocio di vitigni in Geisenheim da parte di Hermann Müller• 1890 affinamento e messa a punto delle viti• 1891 spostamento di Hermann Müller a Wädenswil (Svizzera)

150 viti Geisenheimer inviate in Svizzera• 1892-1893 impianto di nuove viti in Svizzera• 1894 piantagione di 73 specie nel land

Riesling e Silvaner - la razza n° 58• 1897 prima riproduzione di nuove viti da Schellenberg (Wädenswil)• 1901 primo perfezionamento sulle radici americane

• 1903 prima produzione della nuova specie• 1906-1907 gamma di prova

Müller-Thurgau 49

Caratteristiche organolettiche

Calice di vino bianco

• colore: dal bianco carta al giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini,brillante.

• odore: profumo caratteristico delicato e gradevole.• sapore: secco, amabile, sapido, fresco, acidulo con leggero retrogusto

amarognolo.

Produzione

In Germania

• Baden, 3530 ha• Franconia, 2260 ha• Palatinato, 3195 ha• Rheinhessen, 5000 ha• Saale-Unstrut, 144 ha• Mosel-Saar-Ruwer, 1660 ha• Nahe, 713 ha

In Italia

• Regione Trentino-Alto Adige• Val di Cembra• Lavis• Terlano (Alto Adige-Sud Tirol)

• Regione Lombardia• San Damiano al Colle

Nel resto d'Europa• Ungheria, 8000 ha• Austria, 5236 ha (7,8%)• Repubblica Ceca• Slovacchia ca. 5300 ha• Lussemburgo• Svizzera, Riesling e Silvaner• United Kingdom• Slovenia• Francia• Moldova

Müller-Thurgau 50

Nel mondo• Nuova Zelanda• Stati Uniti d'America• Giappone• Cina

Voci correlate• Enologia• Viticoltura• Ampelografia

Collegamenti esterni• 125 anni Müller-Thurgau [1]

• (DE) geisenheimer.de [2]

Note[1] http:/ / www. lucianopignataro. it/ articolo. php?pl=3198[2] http:/ / www. geisenheimer. de/ Dr_Hermann_Mueller. 614. 0. html

NebbioloIl Nebbiolo è un vitigno, producente uva a bacca colorata (nera), è considerato uno dei vitigni di maggior pregio, pervini da invecchiamento di altissima qualità.Il termine nebbiolo pare derivare da "nebbia", non è chiaro se per definire l'aspetto dell'acino, scuro, ma appannato(annebbiato) da abbondante pruina, ovvero se dovuto alla maturazione molto tardiva delle uve, che porta spesso avendemmiare nel periodo delle nebbie autunnali.

StoriaIl Nebbiolo ha le sue prime citazioni storiche alla fine del 1200, (Pier Crescenzio, "liber" dell'Agricoltura), per la suapresenza in vari luoghi, primariamente in Piemonte, soprattutto per l'Astigiano e le Langhe. Solo a partire dal XIXsecolo il Nebbiolo viene frequentemente citato nelle opere dei più famosi ampelografi. Nel 1431 è citato negli statutidi La Morra assieme al Pignolo (Pinot).

Zone di coltivazioneÈ coltivato in particolar abbondanza in Piemonte nelle Langhe e nel Roero in provincia di Cuneo e nell'AltoPiemonte dove possiamo indicare le sottozone del Canavese soprattutto nel comune storico di Carema in provincia diTorino, del Biellese, dell'Alto Vercellese e del Novarese. È presente anche nell'Astigiano seppure in quantità minore.Al di fuori del Piemonte è ampiamente diffuso nella Bassa Valle d'Aosta, ancor più in Valtellina ove costituisce labase per la produzione dei DOCG Valtellina superiore e Sfursat. È presente anche in Franciacorta.

Nebbiolo 51

Caratteristiche morfologiche• Germogliamento: prima decade di aprile.• Fioritura: prima decade di giugno.• Invaiatura: seconda decade di agosto.• Maturazione dell'uva: seconda-terza decade di ottobre.

Attitudini enologicheÈ un vitigno producente uve di altissima qualità, per diversi aspetti, ma soprattutto per la completezza di tutte lecaratteristiche, in buon equilibrio tra colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili, robustezza alcolica. È quindiuva adatta ad essere vinificata in purezza o con minimi apporti, a produrre vini definibili "nobili" di gran corpo edurata, previa adeguata maturazione (affinamento).Per definizione è un vitigno adatto all'invecchiamento, è infatti stabile per aromi e colore.A maturazione finita i vini di Nebbiolo presentano un profumo con note fruttate e di fiori secchi, di spezie. Al gustoil tannino è moderato. Normalmente viene vinificato in purezza per far risaltare tutte le sue caratteristiche.

Vini ricavatiIn purezza: Barolo, barbaresco, Roero, canavese, carema, gattinara, nebbiolo, valtellina superiore.

Sinonimi del NebbioloBrunenta, Chiavennasca, Marchesana, Martesana, Melasca, Nebiolo, Picotener-Picotendre, Picoultener, Prunenta,Spanna.

Negroamaro

Grappolo di uva rossa

Il Negroamaro (o Negramaro) è un vitigno rosso coltivato quasiesclusivamente in Puglia, in modo particolare nel Salento. L'origine delnome non è altro che la ripetizione della parola nero in due lingue:niger in latino e maru in greco antico. È uno dei principali vitignidell'Italia meridionale.

Il gruppo musicale dei Negramaro deve il suo nome a questo vitigno.

Sinonimi

Albese, Abruzzese, Arbese, Jonico, Mangiaverde, Negro Amaro, NeroLeccese, Nicra amaro, Niuru maru, Uva Cane.

Caratteristiche

• Epoca di maturazione: media (fine settembre-inizio ottobre), siregistrano variazioni in base alla zona di coltivazione.

• Vigoria: ottima.• Produttività: abbondante e costante.• Peso medio del grappolo: medio-elevato (300-350 g).

Negroamaro 52

• Acino: medio-grosso, forma ovale più largo all'apice; buccia pruinosa, di colore nero violaceo, poco sottile econsistente.

• Esigenze ambientali e colturali: adattabile con facilità a diversi tipi di terreno, con preferenza per quellicalcareo-argillosi, e ai climi caldi anche se aridi.

• Utilizzi: esclusivamente per la vinificazione, raramente in purezza; più frequentemente unito ad altri vitigni(Malvasia Nera, Sangiovese, Montepulciano).

Voci correlate• Vino• Cucina salentina• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Negroamaro• Rosa del golfo

Nerello cappuccioIl nerello cappuccio è un vitigno coltivato alle falde dell'Etnanella provincia di Catania, e nella provincia diMessina, che concorre alla produzione dei vini Etna doc e del Faro Doc.

Il vitignoIl nerello cappuccio è un vitigno autoctono che cresce sulle pendici del vulcano Etna fra i 350 e i 900 s.l.m.. Essoconcorre, per circa il 20% alla produzione del vino Etna rosso. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazionedella pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni.La sua produzione è andata calando anno dopo anno e per un certo periodo se ne è temuta l'estinzione. Come ilnerello mascalese, con cui concorre alla produzione dell'Etna rosso, viene raccolto molto tardi, verso la metà delmese di ottobre.

Nerello mascalese 53

Nerello mascaleseIl nerello mascalese (niuriddu mascalisi in siciliano) è un vitigno che cresce nella zona dell'Etna in provincia diCatania, e, nella zona di Capo Faro in provincia di Messina. Esso concorre per l'80% - 100% alla produzione delvino Etna Doc; per il 45% - 60% alla produzione del vino Faro Doc.

Il vitignoVitigno autoctono delle pendici dell'Etna, la sua nascita si perde nella notte dei tempi. Viene coltivato fra i 350 e i1000 s.l.m. nella forma ad alberello. Il suo nome è dovuto al fatto che da secoli viene coltivato nella zona delcomune di Mascali su dei terreni costituiti, per gran parte, da sabbie vulcaniche. La sua uva ha una caratteristicaforma oblunga e di colore rosso chiaro. Matura molto tardi e la sua vendemmia viene effettuata fra la seconda e laterza settimana di ottobre. I vini prodotti con questo vitigno sono ad elevata gradazione alcolica (13-14°) e destinatiad un lungo invecchiamento. I vini prodotti ottenuti dalla vinificazione di questo vitigno hanno una grande variabilitàa seconda della zona di coltivazione. Il nerello mascalese, infatti, come altri vitigni nobili (nebbiolo, pinot nero), hauna notevole sensibilità all'annata ed al terroir di provenienza.

Collegamenti esterniArticolo di Paolo Massobrio su La Stampa 19 Marzo 2009 [1]

Articolo di Luigi Salvo sul Nerello mascalese [2]

Note[1] http:/ / www. lastampa. it/ _web/ cmstp/ tmplRubriche/ Cucina/ grubrica. asp?ID_blog=56& ID_articolo=858& ID_sezione=97&

sezione=In%20cantina[2] http:/ / xoomer. alice. it/ luigisalvo/ art_251%20le%20contrade%20dell%20etna. htm

Nero d'Avola (vitigno) 54

Nero d'Avola (vitigno)Il Nero d'Avola è il vitigno rosso più rinomato della produzione vinicola siciliana, soprattutto quelli prodotti a Notoe Pachino.I vini prodotti da uve di Nero d'Avola sono esportati in tutto il mondo. Presentano una buona acidità che dà loropossibilità di lungo invecchiamento, se ben conservati e se provenienti da alcune zone, soprattutto quelle dette prima,meglio ancora se provenienti da uve allevate con il tradizionale sistema detto ad "alberello" portato in Sicilia daiGreci fra il VIII e il VII secolo A.C.Sono tipicamente vini di forte carattere, talvolta un po' spigolosi talvolta molto eleganti. Al naso presentano varisentori: di spezie e viole alcuni, altri di frutta a bacca rossa più o meno matura, altri ancora caratteristici profumieterei dovuti all'alcolicità.Il nero d'Avola è presente sul mercato sia in purezza sia assieme ad altre uve. Il più antico di questi uvaggi è ilCerasuolo di Vittoria DOCG (titolo alcolometrico 13%) ricavato da Nero d'Avola e Frappato, che è prodotto sullacosta meridionale della Sicilia fra Ragusa e Gela. Ai nostri giorni, talvolta è utilizzato per il taglio di vini come ilMerlot, il Cabernet Sauvignon e soprattutto con il Syrah, abbinamento che sta dando eccellenti risultati.

Voci correlate• Nero d'Avola (vino)• Ampelografia• Vino• Vitigno

Collegamenti esterni• I migliori Nero D'Avola degustati da Luigi Salvo[1]• Portale informativo sul Nero d'Avola [2]

• Scheda presso Colori di Sicilia [3]

• Scheda presso Lavinium, Guida ai Vitigni [4]

• Mamertino Doc, prodotto con il 90% di Nero d'Avola e 10% di Nocera nel milazzese [1]

Note[1] http:/ / xoomer. virgilio. it/ luigisalvo/ art_138%20L'anima%20pura%20del%20Nero%20D'Avola%20con%20Luigi%20Salvo. htm[2] http:/ / www. nerodavola. com[3] http:/ / www. coloridisicilia. it/ vinisiciliani/ stradedelvino/ nerodavola. HTM[4] http:/ / www. lavinium. com/ vitigni/ nerodavo. htm

Norton (vitigno) 55

Norton (vitigno)La cultivar di vite Norton, conosciuta anche come Cynthiana, unica varietà di rilievo della specie Vitis aestivalis, èoggi la più antica originale nordamericana in coltivazione commerciale.

CaratteristicheLa vite Norton-Cinthiana è una vite con grappolo a bacca nera, forse l’unica di origine americana di buon livello perla produzione di vino. Le foglie della varietà sono molto meno lobate della specie botanica.I due nomi (Norton-Cynthiana) sono dovuti dal fatto che i due vini prodotti, il Norton corposo e forte, il Cynthianafrizzante ed amabile, si riteneva che fossero ottenuti da due diverse varietà di vite. Accertamenti effettuatiesaminando il corredo genetico hanno chiarito invece che la varietà è assolutamente la stessa, sono invece diversi isistemi di vinificazione.

StoriaIl nome Norton deriva dal Dottor Daniel Norborne Norton, medico, ed appassionato giardiniere, a Richmond,Virginia (Stati Uniti), che iniziò la commercializzazione del vino da tale uva nel 1830. Non è noto se la vite delDottor Norton fosse il risultato di una selezione da lui praticata sulla specie botanica di Vitis aestivalis, o se fosseinvece un ibrido naturale, ovvero praticato da altri.Per quanto concerne le sue origini si ritiene possibile che sia solo una varietà di aestivalis, alcuni pensano invece chesia il prodotto di una ibridazione tra Vitis aestivalis con Vitis labrusca x vinifera. Non si è mai ritenuto tale fattocome rilevante da determinare maggiori accertamenti.

ColtivazioneLa maggiore coltivazione attuale della Norton-Cynthiana si ha in Virginia ma soprattutto in Missouri ed Arkansas,soprattutto ad opera di viticoltori di origine tedesca (forse della valle del Reno), o comunque di lingua tedesca. LaNorton ha cattiva resistenza ai comuni terreni calcarei da vigna europei, è invece adatta a tutti quegli ambienti in cuila comune vite non cresce bene, umidi, con terreno neutro o sub acido. La vite inoltre ha sistemi di propagazione nonmolto agevoli, infatti come altre varietà di Vitis aestivalis presenta difficoltà di radicazione da semplice talea, dovutaalla scarsità di sostanze di accumulo nel legno. Si propaga agevolmente per propaggine. Ha buona resistenza allenormali patologie micotiche e parassitarie.

Nosiola 56

NosiolaIl Nosiola è un vitigno coltivato particolarmente nella zona di Toblino e della Valle dei Laghi, dove si ritiene siaautoctono, e di Lavis, in provincia di Trento. È il vitigno impiegato anche nella produzione del Vino Santo Trentino.Caratteristiche del vitigno: a foglia medio-piccola, grappolo medio, cilindrico allungato, alato, compatto - acinomedio, sferoidale, la buccia è pruinosa, sottile, consistente, di colore giallo verdastro.Maturazione: medio-tardivaVigoria: mediaCaratteristiche del vino: vino bianco, chiaro, gradevole, profumato, con una punta di amarognolo, un poco sapido,poco acido.Di facile e gradevole bevita, anche sfuso.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Nosiola• Vino• Vitigno

OttavianelloL'Ottavianello (o Ottaviano) è un vitigno rosso coltivato in Puglia.L'origine del nome è attribuito al marchese di Bugnano che lo introdusse nella regione dal nel comune diOttaviano[1] .

SinonimiCinsaut, Ottaviano.

CaratteristicheDall'Ottavianello si ricava un vino rosso rubino[2] , dal sapore lievemente aromatico che migliora conl'invecchiamento. Utilizzato esclusivamente in uvaggi, rientra nell'Ostuni Ottavianello.

Voci correlate• Vino• Cucina salentina

Note[1] Il sito www.vinoinrete.it (http:/ / www. vinoinrete. it/ sommelier/ _Vitigni Ottavianello. htm)[2] Eustachio Cazzorla, giornalista e sommelier (http:/ / www. eusto. it/ joomla_work/ index. php?option=com_content& task=view& id=102&

Itemid=2)

Perricone 57

PerriconeIl perricone - noto anche come perricone nero o pignatello - è un vitigno autoctono della Sicilia a bacca rossa,utilizzato per produrre vini DOC come il Contea di Sclafani, il Delia Nivolelli e il Monreale.È coltivato in tutta la regione, ma in particolare nelle province di Palermo, Agrigento e Messina.

Collegamenti esterni• Scheda tecnica [1]

• Articolo di Luigi Salvo su www.tigulliovino.it [2]

Note[1] http:/ / www. vinoinrete. it/ sommelier/ _Vitigni%20Perricone. htm[2] http:/ / www. tigulliovino. it/ vini_a_confronto/ vini_a_confronto_024. htm

Petit VerdotIl Petit Verdot è un vitigno originario della zona del Médoc, in Francia, dove viene usato in percentuali variabili perla produzione di alcuni Bordeaux, e diffuso anche in California e in alcune regioni italiane.Tuttavia, risulta essere un vitigno molto esigente per la maturazione, tanto che spesso il suo migliore potenzialeviene espresso lontano dai luoghi di origine. La vendemmia viene effettuata tra fine settembre e metà ottobre perchéle caratteristiche del Petit Verdot sono quelle di maturare tardivamente, dando ottimi risultati in zone caratterizzateda clima caldo, molto soleggiato, costantemente ventilato e con scarsissime precipitazioni durante la fase vegetativa.Il Petit Verdot riesce ad esprimersi in modo davvero eccellente nella Maremma livornese, nella Maremma grossetanae nell'Agro Pontino.Il vino ottenuto presenta un colore rubino, intensi profumi fruttati, floreali e speziati; molto caratteristico è il tanninointenso ma morbido e vellutato.

Picolit 58

PicolitIl Picolit (pronuncia corretta picolìt, dall'omonima voce in lingua friulana, che indica le ridotte dimensioni delpeduncolo, pecol o picol) è un vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli conosciuto ed apprezzato in tutto ilmondo.La particolarità di questo vitigno sta nel fatto che a causa di un difetto di impollinazione, sui grappoli si sviluppanopochi acini. La scarsa quantità di chicchi su ogni grappolo fa si che a maturazione raggiunta diventinoparticolarmente dolci.La successiva vinificazione da luogo ad un vino dalla spiccata dolcezza che può essere anche affinato in barrique.

PignoloIl Pignolo è un vitigno autoctono a bacca rossa coltivato in Friuli-Venezia Giulia. Il nome sembra derivi dalla formadei grappoli molto chiusi, appunto come una pigna.

Cenni storiciDocumenti storici ne testimoniano la coltivazione ancora prima del 1600.

Caratteristiche organoletticheColore: rosso rubino chiaro. Profumo vinoso, fruttato, di lampone. Gusto vinoso, abbastanza tannico.

AccostamentiCarni rosse ad esempio grigliate o spezzatino di manzo

Voci correlate• Vino

Pinot 59

PinotIl termine Pinot indica una serie di vitigni differenti, che si distinguono per caratteristiche e per utilizzo e chediscendono geneticamente dal Pinot nero (o Pinot noir).

Un bicchiere di Pinot grigio

Il termina pinot sembra derivare da "pigna", è più specificatamente"piccola pigna", a significare sia la modesta dimensione del grappolo,che la caratteristica di avere gli acini fitti, appressati, appunto come lesquame di una pigna.

Pinot bianco

Grappoli di Pinot bianco

Per gli ampelografi, (gli studiosi delle caratteristiche morfologiche dei vitigni)il Pinot bianco ha sempre rappresentato fonte di ampia discussione. Ormaiassodato che si tratta (così come il Pinot grigio) di una variante genetica delPinot nero, è stato infatti a lungo confuso con lo Chardonnay (del quale d'altraparte possiede numerose caratteristiche comuni). Fino a quindici anni fa inItalia era spesso indicato come Pinot-Chardonnay e negli anni successivi allafillossera spesso nel nord Italia le due varietà sono state reimpiantate l'una alposto dell'altra o insieme. Il vitigno è originario della Germania; in Alsaziaraggiunge i migliori risultati qualitativi, ma è stato anche "esportato" in StatiUniti, America latina e Australia. In Italia originariamente ha trovato il suo clima adatto in Friuli, in Lombardia, inTrentino e nell'Alto Adige. La sua diffusione in Toscana risale invece al '700, quando i Lorena, granduchi diToscana, ne sponsorizzarono la coltivazione. In Italia i Pinot bianco di maggior pregio vengono da alcune zone delFriuli e dell'Alto Adige. In queste zone particolarmente adatte al vitigno, le rese per ettaro sono molto basse e questoconsente di produrre un vino bianco molto strutturato, morbido e grasso, che è anche adatto alla maturazione inbarrique e si presta a essere invecchiato. Il Pinot bianco è particolarmente adatto ad essere spumantizzato e quindientra a far parte delle cuveé dei migliori spumanti italiani del Friuli, del Trentino e della Franciacorta.

Pinot 60

Pinot grigio

Grappolo di Pinot grigio

Il Pinot grigio (anch'esso, come detto, mutazione genetica del Pinot nero) èstato per molti anni uno dei vini più "alla moda" della produzione italiana. Unsuccesso che ne ha permesso l'impianto non solo in Veneto, ma anche inFriuli e in Alto Adige. Sviluppo che portò da un lato alla riduzione massicciadelle varietà rosse e dall'altro ad un notevole balzo qualitativo (parallelo aquello delle vendite).

È di colore ramato, spesso è vinificato in bianco ma se vinificato a contattocon le bucce assume il suo peculiare colore ramato ed è teoricamente meno"dotato" della sua variante bianca o nera. Eppure la sua diffusione ha apertopoi la strada alla produzione di grandi vini fruttati, profumati e ben strutturati.In particolare ha maggiore acidità in Alto Adige (e quindi si presta a più lungamaturazione), è molto ricco nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli e infineha dato risultati apprezzabili in Toscana. In Alsazia invece viene vinificato a contatto con le bucce sino ad assumereil suo peculiare colore ramato ed è conosciuto come Pinot Gris (precedentemente Tokay Pinot Gris o Tokayd'Alsace), vino noto a livello internazionale e di grande livello qualitativo. Stessi vertici raggiunge anche inGermania (dove è chiamato Ruländer), nel Valais (dove è chiamato malvoisie) e in Ungheria (dove è noto comeszürkebarat).

Il pinot grigio si accompagna bene agli antipasti, in particolare agli affettati, al pesce e alle carni bianche. Può essereservito anche come aperitivo.

Pinot Meunier

Grappolo di Pinot Meunier

È presente quasi esclusivamente in Francia, nella regione dello Champagne, edeve il suo nome (meunier=mugnaio) al fatto che i suoi chicchi ricchi dipruina (un sottile strato di cera che riveste alcuni organismi vegetali e li rendeimpermeabili) sembrano effettivamente come se fossero stati infarinati.

Pinot nero (o Pinot noir)

Tra tutti i vitigni a bacca rossa del mondo è considerato uno dei più nobili(l'unico confronto possibile è probabilmente quello con il Nebbiolo), e allostesso tempo è il più difficile da interpretare, quello che pone l'enologo e ilsemplice consumatore di fronte alla degustazione forse più complessa.L'origine del Pinot nero viene posta nella regione francese della Borgogna,dove è alla base dei più grandi vini della zona (e tra più famosi del mondo)come Romanée-Conti, Gevrey-Chambertin e Richebourg. È presente anchenella regione dello Champagne, soprattutto sulla montagna di Reims, ma ultimamente ha fatto la sua autorevolecomparsa anche fuori dall'Europa, in Oregon e in California. In Italia ne esistono due diverse qualità.

La prima è adatta a essere vinificata in nero e produce un vino rosso estremamente delicato, che variaconsiderevolmente di annata in annata persino nelle posizioni ad esso più adatte. La sua vinificazione è complessa erappresenta forse la sfida maggiore per un enologo, che in genere riesce a ottenere in media una buona annata sucinque.Il risultato è comunque talmente apprezzabile da giustificare gli sforzi dei produttori. Le zone di diffusione sono laFranciacorta, l'Oltrepò pavese, il Trentino, il Veneto, il Friuli e l'Alto Adige (dove viene denominatoBlauburgunder); anche in questo caso ha avuto successo il suo impianto in alcune zone della Toscana.

Pinot 61

Il Pinot nero ha un colore rosso che non è mai troppo marcato e si riconosce per un profumo molto caratteristico dipiccoli frutti rossi (soprattutto ribes, ma anche mora e lampone). È assolutamente adatto all'invecchiamento inbarrique.Dalla seconda varietà (quella vinificata in bianco, quindi senza contatto con le bucce) si ottiene un vino "neutro" cherisulta però la miglior base per la produzione dello spumante, a cui dà insieme corpo, complessità e anche unanotevole longevità. In Francia è alla base del successo del principe dei vini spumanti, lo Champagne.In Alto Adige (anche Südtirol o storicamente Tirol) la varietà è annotata nel 1838 come "Bourgoigne noir" in unacquisto di barbatelle da parte dell'Ass. Agr. del Tirolo e Vorarlberg, filiale di Bolzano (k.u.k.Landwirtschafts-Gesellschaft von Tirol und Vorarlberg, Niederlassung Bozen) e più tardi chiamata "Blauburgunder"come in Austria. La prima descrizione analitica di vini Pinot nero avviene da Edmund Mach (fondatore dell' Ist. Agr.San Michele a.A. [1]) nell'anno 1894: Friedrich Boscarolli - Rametz/Merano - Rametzer Burgunder 1890,Chorherrenstift Neustift/Novacella - Blauburgunder 1890, R.v.Bressendorf - Vernaun/Merano - Burgunder 1890,C.Frank - Rebhof Gries Bozen/Bolzano - Burgunder 1889, Fr. Tschurtschenthaler - Bozen/Bolzano - Burgunder1890 & 1891, Fr. Tschurtschenthaler - Bozen/Bolzano - Kreuzbichler 1889 & 1891 & 1887.[2] Oggi piccole quantitàdi certe micro-zone (Mazon-Neumarkt/Mazzon-Egna, Buchholz/Pochi, Eppan Berg/Appiano Monte,Vinschgau/Venosta) sono regularmente al top di degustazioni nazionali. Vedi per esempio Giornate del Pinot nero[3]. Nella vendemmia 2008 si hanno registrato le seguenti cifre per la produzione di V.Q.P.R.D. Pinot Nero: 638aziende viticole iscritte con assieme 337 ettari; 562 rivendicazioni su 309 ettari con una produzione di vino di 17338ettolitri.[4]

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Pinot Bianco• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Pinot Grigio• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Pinot Nero• Vino

Altri progetti

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Note[1] http:/ / www. iasma. it/[2] Peter Dipoli, Michela Carlotto: Mazzon e il suo Pinot nero, Pro loco Neumarkt/Egna, Fotolito Varesco, Auer/Ora, 2009 - ISBN

978-88-8300-032-4[3] http:/ / www. blauburgunder. it/[4] Camera di commercio di Bolzano Sez. Agricoltura (http:/ / www. handelskammer. bz. it/ it-IT/ AGRICOLTURA/ Agricoltura/ agricoltura.

html): Superficie e produzione dei vini D.O.C. ed I.G.T. dell'Alto Adige, 21.04.2009

Pinotage 62

PinotagePinotage è il nome di una varietà scura di vite ottenuta da Abraham Perold nel 1925, quando egli ricercavaall'Università di Stellenbosch in Sudafrica. Si tratta di un incrocio tra pinot con il cinsault. Particolarmente adatto allazona di Stellenbosch, famosa zona vinicola, ebbe gran successo fra i viticoltori grazie alla sua maturità precoce.

Primitivo (vitigno)Primitivo è un vitigno rosso italiano, molto diffuso nella terra di Bari, soprattutto a Gioia del Colle, dove ha avutoorigine, ma anche in diversi altri paesi sulla Murgia barese, come Santeramo, Acquaviva, Cassano. Da qui, poi sidiffuse anche nella terra di Taranto, Manduria, Avetrana, Maruggio, Sava, Lizzano, Torricella, Fragagnano, SanMarzano, nel basso brindisino e nel leccese. L'origine del nome è probabilmente legata al ciclo biologico (fioritura,maturazione, ...) precoce, e viene generalmente vendemmiato nella prima decade di settembre.Geneticamente identico al californiano Zinfandel, dove fu portato, pare, da Gioia del Colle, il primitivo sembraessere originario della Croazia, dove questa specie è nota come Crljenak Kaštelanski.È identificato anche con il nome di "Bavanda da Sa Poursidi" nella zona di Rovigno in Istria. L'origine istriana delloZinfandel è stata scoperta grazie al lavoro della genetista Carole Meredith, presso la University of California, Davis.Il Primitivo dà origine a numerosi vini, tra i quali quelli appartenenti al gruppo del Primitivo di Gioia del Colle, delPrimitivo di Manduria e del Primitivo di Lizzano.

Voci correlate• Vino

Prié blanc 63

Prié blanc

Vitigni di Prié blanc a Morgex

Il Prié blanc è un vitigno a bacca bianca autoctono della Valle d'Aosta.Ha la particolarità di essere franco di piede , cioè non innestato su viteamericana, in quanto coltivato esclusivamente tra i 900 e i 1200 metrinell'alta Valdigne, nel comprensori dei comuni di La Salle e diMorgex, tale particolarità lo ha reso immune dall'attacco dellafilossera. Viene considerato il vitigno più alto d'Europa.

Viene utilizzato nella produzione del Valle d'Aosta Blanc de Morgex etde La Salle in purezza.

Questo vino è prodotto sia nella versione fermo che spumantizzato conmetodo classico, inoltre con lo stesso vitigno viene prodotto unEiswein denominato Chaudelune Vin de Glace con uve ghiacciate raccolte a fine dicembre con temperatura aldisotto dello zero.

PrunentIl prünent è un vitigno, autoctono della Val d'Ossola, clone del Nebbiolo da cui si ricava il vino omonimo.

EtimologiaIl nome "Prunent", di origine latina e deriverebbe dalla radice “pruina” (brina), con chiaro riferimento al periododella vendemmia (fine Ottobre-Novembre) nel quale i terreni al mattino si presentano ricoperti di brina, oppure dallemma “prunum” (susino, prugno), connesso al sapore del vino oppure alla tradizione di coltivare la vite insieme aipruni selvatici presenti ovunque nella zona.

Cenni storiciIl vitigno ha origini antichissime. È menzionato in un testamento scritto del 18 Maggio 1309 da di Dumino di Pellodi Trontano che disponeva un lascito annuale di nove staia di vino perpetuo al Convento dei Frati Minori diDomodossola. E' specificato che il vino doveva essere tutto prünent e che doveva essere utilizzato solo per lacelebrazione della Santa Messa. Con uve di Prunent si produceva un tempo un vino pregiato, da invecchiamento,conosciuto ed apprezzato anche fuori dall’Ossola. Sul finire del 1800, a causa della diffusione della fillossera chedistrusse buona parte dei vitigni europei e obbligò anche i viticoltori ossolani ad utilizzare barbatelle innestate, levecchie piante di Prunent vennero nel corso degli anni sostituite con altri vitigni più produttivi ma meno pregiati e,soprattutto, non sempre adatti alle condizioni climatiche della zona. Alcuni ceppi di Prunent centenario e franchi dipiede si possono ancora trovare in Ossola, nelle zone di Pello, Trontano, Masera, Montecrestese.Dal 1990 è in attuazione dalle istituzioni e imprese locali un ambizioso progetto di ricupero di questo antico vitigno.

Prunent 64

Collegamenti esterni• 700 anni di Prünent [1]

Note[1] http:/ / www. prunent. it

RabosoIl raboso è un vitigno autoctono del Veneto, coltivato prevalentemente nel Veneto Orientale, particolarmente nellaprovincia di Treviso. Il nome deriva molto probabilmente dall'omonimo torrente che scorre tra Valdobbiadene e ilQuartier del PiaveEsistono comunque studi dell'istituto di Geisenheim in Germania , che collocano le origini di tale vitigno nella zonasud di Mainz e nella zona di Trier (Treviri) dato il lungo ciclo di maturazione tipico dei vitigni di tale zona e dateanche le caratteristiche organolettiche simili riscontrabili nei vini rossi ivi coltivati.È un vitigno molto rustico che si adatta a tutti i tipi di terreno. Ha grappolo grande e allungato, di forma cilindrica,con un'ala, solitamente ben compatto. L'acino è medio, di forma ovoidale con buccia di colore blu-nero, pruinosa,coriacea, spessa. Polpa sciolta, acidula.Vendemmia alquanto tardiva. Si coltivano due varietà: Raboso Piave , più acidulo, e Raboso Veronese, piùamabile.Di bevita difficile ha ridotto la sua diffusione. Il Raboso Piave coltivato nella provincia di Padova è conosciuto comeFriularo (la letteratura da Goldoni a Maffioli ha spesso elogiato le qualità di questo vino), parola derivante da frio,poiché vitigno storicamente legato alla pratica della vendemmia tardiva, con le uve lasciate in surmaturazione sullapianta sino alla metà di novembre (tradizionalmente la festa del Friularo ha luogo la terza domenica di novembre),periodo in cui il freddo ha già "mangiato" un poco l'uva. Il nome non ha nulla a che vedere, quindi, con il Friuli,anche perché il biotipo del Raboso diffuso in regione è il Refosco (reso noto, grazie ad alcune cooperative friulane,soprattutto quello cosiddetto dal peduncolo rosso) ed il Terrano nella zona più orientale; sembra comunque, vi siauno stretto legame fra questi "figli" del Raboso, ed il Tocai rosso. I nomi "piave", "veronese", indicavanoanticamente il luogo di coltivazione, attualmente, assieme al Friularo ed al Refosco, solo il tipo di uva. I modernimetodi di vinificazione tendono a rilanciare il raboso rendendolo di gusto più morbido e bevita più facile, senza peròtogliere corpo e robustezza ad un vino conosciuto per queste caratteristiche.Alcune aziende trevigiane, per il Raboso, e due aziende padovane della zona a Denominazione di OrigineControllata Bagnoli per il Friularo, stanno riscoprendo e facendo riscoprire anche vini ottenuti dall'appassimento diqueste uve, ottenendone di simili ai vini della Valpolicella, equilibrati per acidità (tipica di quest'uva) e dolcezza(accumulata nell'appassimento o nella surmaturazione in pianta) e quindi non stucchevoli come certi passiti bianchi,ottenendo così un prodotto simile al Recioto della Valpolicella per il Friularo Passito, all'Amarone della Valpolicellaper il Vendemmia Tardiva. Sono state, tra l'altro, riscontrate altre affinità in questi due vitigni, il Friularo e laCorvina (maggiore componente dei vini della Valpolicella): la presenza di resveratrolo, importante antiossidante.Meno conosciuto e poco diffuso è il vitigno del raboso bianco. Recenti studi hanno visto alcuni importanti soggettidella vitivinicoltura del Piave, impegnati non solo nella riscoperta della Rabosa bianca e della Rabosina, ma ancheun forte impegno nella valorizzazione di una varietà bianca fortemente legata a quella terra, e che ha rischiato erischia, come la Marzemina bianca, la scomparsa dalle cantine venete.

Raboso 65

Il raboso nella letteraturaLo scrittore ertano Mauro Corona ha cantato le lodi del raboso in Aspro e dolce, illustrando anche la peculiaretradizione locale relativa al recipiente da cui assaporare tale prelibatezza.

« Vino duro, denso, quasi oleoso, scuro, vino di ciòche, ma onesto, semplice, un vero amico. Il nonno e Piuto, certe sere,prendevano sbronze memorabili. Bevevano sempre dalle stesse scodelle senza mai lavarle. In questo modo all'interno dellaterracotta veniva a formarsi la gròpola, una crosta violacea e compatta spessa un centimetro. Così se all'inizio la scodellaconteneva mezzo litro, dopo qualche giorno ne conteneva la metà. »

« Ho bevuto di tutto, dal Brunello di Montalcino al migliore Cabernet, dal Tocai al Barolo, dal Merlòt all’umile Clinton oggiquasi introvabile, e via di questo passo. Ne ho mandato giù una petroliera senza diventare (per ora) alcolista. Ma il mio vino,il vino della memoria, della nostalgia, quello che, come il suo colore, rimarrà indelebile nel ricordo è il vino del vecchioPiuto: il sanguigno, robusto, schietto Raboso. »

Altri progetti• Wikisource contiene un ditirambo in lingua veneziana scritto da Lodovico Pastò in onore del Vino Friularo

di Bagnoli

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Raboso Piave• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Raboso Veronese• Vino• Vitigno

Rebo (vitigno) 66

Rebo (vitigno)Il Rebo è un vitigno risultato dell'incrocio tra Merlot e Teroldego. Le sperimentazioni iniziate nel 1948 sono stateperfezionate dal dottor Rebo Rigotti, dal quale prende il nome l'ibridazione, presso l'Istituto Agrario di San Micheleall'Adige.

Voci correlate• Trentino Rebo, in onore di Rebo Rigotti, è un vino trentino Doc.

RegentRegent può indicare:• Regent, tipo di vitigno• Regent's Park, parco di Londra• Regent (Dakota del Nord), città degli Stati Uniti• Regent, birrificio della Repubblica Ceca• Régent, famoso diamante

Ribolla giallaIl Ribolla gialla è un vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli-Venezia Giulia e della Slovenia.

Voci correlate• Collio Goriziano Ribolla Gialla• Colli Orientali del Friuli Ribolla Gialla

Riesling 67

Riesling

Grappolo di Rieslig

Il Riesling Renano è un vitigno bianco dal quale si ottiene un vinofruttato e di carattere. Originario della Germania, si diffuse poi inAlsazia, Austria e Italia; oggi viene prodotto in molti luoghi delmondo, inclusa l'Australia.

Fra le regioni dove si producono i Riesling più rinomati si possonocitare le vallate tedesche attraversate dai fiumi Reno, Nahe,Mosella, Saar e Ruwer. Per le caratteristiche morfologiche delterritorio, i vigneti di questa regione hanno spesso forti pendenzeche favoriscono l'esposizione delle piante ai raggi solari; questodona al vino un’intensità e un bouquet molto apprezzati. Graziealla latitudine settentrionale di questa zona e alle caratteristiche vulcaniche del territorio, il Riesling prodotto inGermania è caratterizzato dall'equilibrio tra acidità, dolcezza e contenuto alcolico.

Coltivato fuori zona tende a mantenere le sue caratteristiche originarie. Esiste anche un vitigno denominato "RieslingItalico".Il vino si presenta di colore paglierino con riflessi verdastri. Il bouquet è fruttato, con sentori di pesca e di albicocca.Vino "per palati fini", secondo molti appassionati ed esperti divide, con lo Chardonnay, il gradino più alto dellaqualità dei vini bianchi. Si accompagna a pesce lesso o ai ferri, a minestre e a carni bianche e va servito a 8-10 °C.

Voci correlate• Ampelografia• Katzenelnbogen

Rossese 68

RosseseIl rossese è un vitigno italiano di uva nera.

Origine e ripartizione geograficaIl vitigno è di origine sconosciuta ma è diffuso da molto tempo nell'Italia del nord. Appare già in documenti del XVIsecolo.È classificato come vitigno supplementare nei vini DOC Riviera Ligure di Ponente Rossese e Rossese diDolceacqua. È classificato raccomandato nelle provincie di Imperia e Savona in Liguria. Nel 1998, copriva 351ettari.

Caratteristiche, esigenze ambientali e colturali• Estremità dei ramoscelli giovani pubescenti, vellutati, verde bronzo.• Foglie giovani pubescenti, gialle a riflessi ramati.• Foglie adulte, a 5 lobi con seni superiori a forma di lira chiusa, denti angolosi, stretti, in due serie, un lembo

lanuginoso.• La maturità è di seconda epoca: 10 giorni dopo il chasselas.

Potenziale tecnologicoI grappoli sono medi e gli acini sono di taglia piccola o media. Il grappolo è troncato, alato e mediamente compatto.Il vitigno è vigoroso e di produzione regolare. Il rossese è poco sensibile all'oidio e alle gelate primaverili.

Voci correlate• Vino• Vitigno• Ampelografia

Sagrantino 69

Sagrantino

grappoli di Montefalco Sagrantino

Il Sagrantino è un vitigno italiano autoctono dell'Umbria, impiegatonella produzione dei migliori vini della regione.

Cresce principalmente nei territori che circondano il comune diMontefalco, con soli 670 ettari in produzione dedicati alla colturagestiti da 350 produttori di uva circa. Gli imbottigliatori sono 89. Lazona di produzione comprende l'intero territorio amministrativo delcomune di Montefalco e parte del territorio dei comuni di Bevagna,Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria siti tutti inprovincia di Perugia.

Il vino che se ne produce è molto rinomato nel mondo, famoso per lasua grande intensità, concentrazione e capacità di invecchiamento grazie all'elevato contenuto polifenolico. È tutelatodal marchio DOCG dal 1992.

Le origini del vitigno sono ancora dibattute, ma una teoria accreditata lo considera originario della Grecia eimportato in Italia da monaci bizantini.L'uva è una delle varietà più tanniniche al mondo e da origine a vini dal coloro viola/nero. Il bouquet è caratterizzatoda aroma di frutti rossi, cannella e terra.Il Sagrantino di Montefalco DOCG richiede il 100 percento di uva sagrantino, con un minimo di 30 mesi diinvecchiamento, di cui almeno dodici in botti di legno.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Sagrantino• Vino• Ampelografia

Collegamenti esterni• http:/ / www. stradadelsagrantino. it/ - "La strada del Sagrantino", sito che illustra l'area di produzione del

Sagrantino• Produttori di Sagrantino [1]

• Sagrantino Passito [2]

• "Il Consorzio Tutela Vini Montefalco", Il Consorzio che tutela, promuove e garantisce il Sagrantino diMontefalco [1]

• "Portale europeo sul sagrantino", Per promuovere il sagrantino in Europa [3]

• Disciplinare del Sagrantino [4]

Sagrantino 70

Note[1] http:/ / www. consorziomontefalco. it/[2] http:/ / www. tuttomontefalco. it/ vino-montefalco/ sagrantino-passito-docg-montefalco. php[3] http:/ / www. sagrantino. eu/[4] http:/ / www. agraria. org/ vini/ disciplinaremontefalcosagrantino. htm

Sangiovese

Grappoli di Sangiovese

Il Sangiovese (insieme alla Barbera) è uno dei vitigni italiani piùdiffusi (le aree coltivate coprono l'11% della superficie viticolanazionale); viene coltivato dalla Romagna fino alla Campania ed ètradizionalmente il vitigno più diffuso in Toscana. Entra negliuvaggi di centinaia di vini, tra i quali alcuni dei più prestigiosi viniitaliani: Carmignano, Rosso Piceno Superiore, Chianti e ChiantiClassico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano,Montefalco rosso, Sangiovese di Romagna, Morellino di Scansanoe molti altri meno conosciuti ma altrettanto validi.

Storia

Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte: le primeinformazioni sicure risalgono solo al XVI secolo, quando GiovanVettorio Soderini, nel suo trattato "La coltivazione delle viti", ne parla dicendo che «il Sangiocheto o Sangioveto èun vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare». Anche l'origine del nome è incerta e varie sono le teorie:alcuni sostengono che derivi da “sangiovannese” in quanto originario di San Giovanni Valdarno; altri invece lo fannorisalire a forme dialettali (da "san giovannina" uva primaticcia dato il suo precoce germogliamento a fine giugno perla festa di San Giovanni Battista), chi sostiene che derivi da “sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove” (in quantoproveniente dal Monte Giove nei pressi di Santarcangelo di Romagna).

Da recenti studi genetici sembra che il "Sangiovese", a dispetto della sua diffusa e storica presenza nell’arearomagnola e tirrenica, possieda parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, soprattutto in Campania e Calabria(Palummina Mirabella e Calabrese Montenuovo). Dieci varietà ne costituiscono la "famiglia" ed il Ciliegiolo sembrasia un suo discendente diretto[1] .

Caratteristiche e diffusione

Vendemmia di Sangiovese a Montepulciano

In generale si parla di Sangiovese, ma in realtà questo terminedefinisce un gran numero di varietà (o cloni) nelle quali si èdifferenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori. In Toscana ad esempio se ne distinguono due grandi famiglie: ilSangiovese Grosso, che comprende tra gli altri le varietà Brunello(utilizzato per la produzione dell'omonimo vino) e PrugnoloGentile (utilizzato per la produzione del Vino Nobile diMontepulciano), ed il Sangiovese Piccolo, utilizzato in gran partedella regione. Non è privo di interesse rilevare che anche il

Sangiovese 71

Brunello costituisce una derivazione del Sangiovese, precisamente un mutante identificato dal signor FerruccioBiondi Santi, all’inizio del secolo scorso, nella propria tenuta il Greppo, a Montalcino, in un appezzamento misto diaceri vitati e di olivi. Il Brunello è assurto tra le star della viticoltura italiana a opera del nipote, Franco Biondi Santi,dopo che il vino fu offerto dalla regina Elisabetta, in un pranzo a Buckingham Palace, al presidente Saragat in vistaufficiale [2] .Per questo motivo è difficile dare una descrizione assoluta del vino che se ne ricava, che ha certo alcune costanticomuni (buoni tannini ed elevata acidità) ma può variare dal vino rosso più economico ai vertici qualitativi delBrunello, vino di elevato valore prodotto nella zona di Montalcino; qui, nell'habitat unico delle colline montalcinesi,produce un rosso fra i più apprezzati al mondo per struttura, pienezza di gusto, eleganza e capacità diinvecchiamento.Il Sangiovese conosce in questi anni una grande popolarità anche in California, grazie al successo internazionale deicosiddetti vini "super tuscans". Dalla Napa Valley si è diffuso nelle maggiori zone vinicole californiane, dallaSonoma County a San Luis Obispo.

Voci correlate• Bisò• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Sangiovese• Vino• Ampelografia

Altri progetti

• Wikimedia Commons contiene file multimediali su Sangiovese

Note[1] http:/ / journal. ashspublications. org/ cgi/ content/ abstract/ 132/ 4/ 514 - ISSN: 0003-1062[2] Antonio Saltini, Scene di storia di un grande vino. Visita alle cantine di Franco Biondi Santi, Previdenza agricola, ago-sett. 2000

Sauvignon 72

Sauvignon

Grappolo di Sauvignon blanc

Il Sauvignon (chiamato anche Sauvignon blanc) è un vitigno a baccabianca, proveniente dalla zona francese di Bordeaux. Il nome derivadalla parola francese sauvage ("selvaggio"), aggettivo dovuto alle sueorigini di pianta autoctona del sud-ovest francese[1] .

Si tratta di uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi nel mondovitivinicolo, con il quale è possibile produrre vini bianchi freschi conuna marcata impronta varietale.

Il vitigno Sauvignon blanc, grazie alla sua capacità di adattamento, ècoltivato estensivamente in Francia, Australia, Nuova Zelanda, SudAfrica, California e Sud America[2] , con una piccola quota anche inItalia. È impiegato anche nella produzione di uno dei più famosi vinidolci al mondo, il Sauternes.

A seconda del clima, le uve Sauvignon possono dare ai vini sentorierbacei o di frutta fresca. In ogni caso i vini risultanti sono destinati adun veloce consumo, dato che l'invecchiamento superiore ad un annonon dà effetti migliorativi sulle caratteristiche organolettiche nellamaggior parte dei casi. Gli abbinamenti migliori lo vedono accompagnato a piatti di pesce e formaggi.

Altri progetti

• Wikimedia Commons contiene file multimediali su Sauvignon

Note[1] K. MacNeil The Wine Bible pg 52 Workman Publishing 2001 ISBN 1-56305-434-5[2] Wine Lover's Page, "Sauvignon Blanc" (http:/ / www. wineloverspage. com/ lexicon/ )

Strade del vino 73

Strade del vinoLe Strade del Vino, istituite in Italia con legge n.268 del 27 luglio 1999, sono percorsi segnalati e pubblicizzati conappositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricolesingole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relativeproduzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica.

Voci correlate• Strada del Vino Erice DOC• Strada del Barolo• Strada del vino dei Colli Euganei• Appia dei vini

Collegamenti esterni• Strade del vino [1] su Open Directory Project ( Segnala [2] su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Strade del vino")

Note[1] http:/ / search. dmoz. org/ cgi-bin/ search?search=Strade+ del+ vino& all=yes& cs=UTF-8& cat=World%2FItaliano[2] http:/ / www. dmoz. org/ cgi-bin/ add. cgi?where=

SummarrelloSummarrello è un vitigno autoctono pugliese, originario della città di Troia, sottospecie dell'Uva di Troia.Caratteristica principale, grappoli piccoli cilindrici con acini piccoli ed inserrati,a buccia spessa, si ottiene uneccellente vino di corpo dal colore rosso rubino intenso a volte impenetrabile, con notevole carica polifenolica.Produzione limitata collocata nella sola città di Troia ed interland.

Sémillon 74

Sémillon

Grappolo di sémillon

Il sémillon è un vitigno francese di uva bianca. Insieme ai vitignisauvignon blanc e muscadelle è utilizzato per produrre vini bianchi eliquorosi ad alta gradazione alcolica come il Sauternes, Monbazillac oil Loupiac. Il sémillon è tra i vitigni più predisposti ad accogliere lamuffa nobile originata dal Botrytis cinerea, fungo microscopico chepermette una concentrazione naturale degli zuccheri dell'uva.

Origine e ripartizione geografica

Di origine incerta la produzione oggi è in netto calo in Francia, doveviene coltivato per lo più nella Gironda e nella Dordogna. Al di fuoridella Francia si trova in Sudafrica, Cile, Australia e Nuova Zelanda.Sebbene una volta fose considerato uno dei vitigni più diffusi al mondoora la sua produzione è in calo un po' ovunque.

Voci correlate

• Sauvignon blanc• Muscadelle

• Chenin blanc

TeroldegoVitigno a bacca nera coltivato quasi esclusivamente in Trentino, nella zona denominata Piana Rotaliana, cui fannocapo i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e la frazione di Grumo nel comune di San Michele all'Adige.

SinonimiTeroldego Rotaliano, Teroldigo, Teroldega, Teroldico, Tiroldico.

Caratteristiche ampelograficheLa foglia è grande, pentagonale e trilobata; il grappolo è medio-grande, allungato e piramidale, talvolta cilindrico, avolte alato, mediamente compatto; l’acino è di media grandezza, rotondo, con buccia di colore nero bluastro, spessa,coriacea e molto pruinosa. La produttività è elevata.

Teroldego 75

Cenni storiciQuesto vitigno, di antiche origini, pare sia arrivato in Trentino dal veronese (zona del lago di Garda) dove eraconosciuto come Tirodola, dal sistema di impianto con tutori denominati tirelle. Per altri sia l’origine che il nomesarebbero invece da far risalire al Tirolo. Comunque se ne hanno notizie documentali certe solo dall’inizio del XIXsecolo.L’analisi del DNA ha rivelato caratteristiche genetiche comuni al Lagrein, al Marzemino e al Syrah, antichissimivitigni di origini medio-orientali.

Il VinoDalle uve Teroldego si ottiene un vino di colore rubino carico con riflessi porpora; il profumo è vinoso, e si possonopercepire odori di viola e lamponi, ma anche di ciliegie e mandorle; il gusto, secco, è strutturato, poco tannico,piuttosto acido, non molto alcolico.Rientra nelle DOC: Casteller, Teroldego Rotaliano, Trentino, Valdadige.

Collegamenti esterni• Il portale del Teroldego Rotaliano [1]

• Il portale della Strada Rotaliana [2]

Note[1] http:/ / www. teroldego. com[2] http:/ / www. stradavinorotaliana. it

TimorassoIl Timorasso è un vitigno rustico e vigoroso anticamente coltivato nell'Alessandrino ed in particolare dal Novese alTortonese fino all'Oltrepò Pavese, sulle colline del Vogherese.

ColtivazioneIl Bollettino Ampelografico del 1885 segnalava tale vitigno come il maggiormente coltivato nel Tortonese. Dopol'invasione della fillossera ha conosciuto un lungo periodo di abbandono preferendo i viticoltori dedicarsi a vitignicaratterizzati da produttività più elevata, quale il Cortese. Attualmente, in Val Borbera è stato avviato un progetto perla rivalutazione del prodotto che inoltre viene anche vinificaro nelle tre valli Tortonesi: val Curone, val Grue e valleOssona.

Il vinoIl vino che si ottiene è un bianco corposo e di buona struttura, dai profumi fruttati e floreali molto delicati, dal coloregiallo paglierino che con l’evoluzione vira verso il dorato. È adatto ad un breve invecchiamento. Nelle sua variante"giovane" costituisce un ottimo aperitivo e si abbina perfettamente agli antipasti a base di verdure o a salumi pocostagionati. Nella variante stagionata si accompagna perfettamente ai primi piatti a base di tartufo, ai formaggi freschi,alle carni bianche ed ai piatti di pesce. La produzione, molto limitata, ne fa un vino pregiato per veri intenditoriappassionati.

Tintilia 76

TintiliaLa Tintilia è un vitigno autoctono del Molise, per secoli considerato dalla popolazione locale il vitigno di eccellenzaqualitativa. Se ne è rischiata la scomparsa in seguito all'introduzione di vitigni più produttivi, ma una recentecampagna di recupero l'ha salvato. Per molto tempo è stato considerato un parente del Bovale Grande oppure unvitigno di origine spagnola (l'etimo è di chiara origine spagnola, dove tinto indica il rosso intenso dell'uva e del vinoche ne deriva). Oggi invece si escludono tali parentele affibbiate in modo semplicistico, dopo una ricercadell'Università del Molise che non ha potuto rintracciare strette parentele con altri vitigni [1].

Note[1] http:/ / www. bortonevivai. it/ news/ articolo. php?id=tintilia,%20un%20vino%20rosso%20del%20molise

Traminer aromaticoIl traminer aromatico o Gewürztraminer (Gewürz significa spezia in tedesco) o termeno aromatico, o ancorasavagnin, è un vitigno coltivato principalmente in Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia; ne esistono due tipi:un traminer aromatico o rosa e un traminer rosso.Vinificato in purezza (cioè utilizzando solo questo vitigno) o in unione con altri vitigni dà vita alle seguenti DOCitaliane: "Trentino Doc" Trentino Traminer aromatico, "Alto Adige Doc" Alto Adige Traminer aromatico, "ColliOrientali del Friuli Doc" Colli Orientali del Friuli Traminer aromatico, "Carso Traminer Doc" Carso Traminer,"Collio Goriziano o Collio Doc" Collio Goriziano Traminer aromatico, "Friuli Grave Doc" Friuli Grave Tramineraromatico, "Friuli Isonzo o Isonzo del Friuli Doc" Friuli Isonzo Traminer aromatico,"Friuli Annia Doc" Friuli AnniaTraminer aromatico, "Friuli Latisana Doc" Friuli Latisana Traminer aromatico, "Friuli Aquilea Doc" Friuli AquileiaTraminer aromatico superiore.Le sue uve sono utilizzate solo per la vinificazione e quindi ne è escluso il consumo come uva da tavola. Per quantoriguarda l'origine del vitigno è probabile che sia nato da incroci di varietà di vitigni selvatici dell'Europa centrale ecentro orientale.Il colore del vino che se ne trae è giallo paglierino, profumi di spezie e canditi, e il gusto è dolce e aromatico. Èaromatico (profumo primario) un gusto che riporta, nel ricordo, il gusto dell'uva. Sono aromatiche (uva aromatica),oltre al traminer aromatico, le seguenti uve: i Moscati, le Malvasie, il Riesling renano.

Trebbiano 77

Trebbiano

Filare di Trebbiano

Il Trebbiano fa parte di una delle famiglie di vitigni a fruttobianco tra i più diffusi in Italia, presenti nell'uvaggio di decine edecine di vini DOC, sia bianchi che rossi.

Da solo forma 6 diverse DOC (Trebbianino Val Trebbia dei ColliPiacentini, Trebbiano di Aprilia, Trebbiano di Arborea, Trebbianodi Capriano del Colle, Trebbiano d'Abruzzo, Trebbiano diRomagna). La sua vasta diffusione è dovuta alla capacità diadattarsi alle più diverse tipologie di terreno e condizioniclimatiche, alla grande produttività ed alle caratteristiche del vinoche ne deriva, generalmente gradevole e corretto e facilmentecommerciabile. Infatti è sufficientemente neutro per essereimpiegato in unione con altri vini dalla personalità più spiccata, senza sopraffarli anche se utilizzato in elevatepercentuali.

Voci correlate• Ampelografia• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Trebbiano Giallo• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Trebbiano Romagnolo• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Trebbiano Toscano• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Trebbiano di Soave

Trebbiano di Soave 78

Trebbiano di SoaveIl Trebbiano di Soave è un vitigno a bacca bianca presente nei vigneti delle province della DOC Soave.Il contributo che può dare alla Garganega, vitigno tipico del Soave, è notevole, soprattutto nella concezione di unSoave meno ricco e più adatto ad un consumo immediato, ottenuto da un taglio che può arrivare fino al 20% diTrebbiano locale.

Caratteristiche ampelograficheAlcuni osservatori sostengono che il Trebbiano di Soave abbia molti aspetti in comune con il Trebbiano di Lugana econ il Verdicchio. Ciò lo si potrebbe evincere da alcuni aromi che questi vini esprimono in uno stato di notevolematurità, sentori di mandarino che ci rimandano anche al Pinot Blanc alsaziano (molto diverso dall’elegante PinotBianco diffuso nell’Italia nord orientale).Certamente il grappolo e la foglia non hanno nulla a che vedere con il Trebbiano Toscano e così la buccia dell’acino:nel Trebbiano italiano è tutto più minuto e ridotto, più spargolo e meno vigoroso, la stessa buccia del chicco èdelicata. Inoltre la sua produttività non è mai elevata.

Cenni storiciÈ probabile che il Trebbiano di Soave sia l’antica Turbiana di cui si parla almeno dal XVI secolo e che, conosciutaanche come Trebbiano veronese, producesse già allora vini di gran pregio in Lombardia. I primi segnali affidabilisulla reale presenza veronese della Turbiana risalgono al 1818, quando il Pollini nelle sue Osservazioni Agrarie loindica come coltivato in tutta la provincia, anche se poi rischia di far confusione con il Trebbiano Toscano eRomano.Dopo Pollini c’è stata una messe di studiosi pronti a scommettere sulla unicità di questo Trebbiano, sulla suadiffusione e sulla qualità di base dei vini. Il più deciso è stato il Cosmo che alla fine del 1939 segnala la sostanziosapresenza del vitigno nell’area del Soave (fino al 20%), al punto che lo si considerava indispensabile per fare unbianco all’altezza della sua fama.Dopo la Seconda guerra mondiale, poiché il Trebbiano di Soave non è un vitigno facile, la sua produttività è minuta,e l’anticipo di maturità rispetto alla Garganega viene quasi considerato un limite, lo si comincia a sostituire con il piùsicuro e legnoso Trebbiano Toscano: inoltre il ceppo autoctono veronese ha un profilo organolettico troppoparticolare. Sono oggi pochissimi i vigneti con presente l’antica Turbiana, riconoscibile dal suo profumo di rosa enella sua fragile sapidità.

Presenza sul territorioIl Trebbiano di Soave è presente in pochi vigneti del comune di Soave. Alcune delle sottozone in cui è statoindividuato sono Castelcerino, Fittà, Calvarino e Palestrello. È più raro trovarlo a Monteforte.

Uva Rondo 79

Uva RondoRondo è una uva a bacca colorata, usata per vinificare, producente un vino rosso. La pianta che la produce è unibrido inter-specifico creato dal Professore V. Kraus della allora Cecoslovacchia, ottenuto da incrocio tra “Zarjasevera” (un ibrido derivato dalla Vitis amurensis) e da uva Vitis vinifera Pinot St. Laurent.Kraus donò il prodotto a Helmut Becker (1927-1990) del Geisenheim Grape Breeding Institute, che condusseulteriori sperimentazioni sulla pianta usando una designazione protetta di questo Istituto -Geisenheim 6494-5 (Gm6494-5)-, mantenuta fino al 1997.[1]

Derivata dalle caratteristiche della antenata Vitis amurensis la pianta presenta un’elevatissima resistenza al freddoinvernale, ed un’ottima resistenza alle malattie micotiche, oltre ad una buona capacità di maturare anche contemperature relativamente basse.Comunque in postazioni particolarmente sfavorevoli sono consigliabili trattamenti contro l’Oidio.Il vino prodotto è di colore rosso rubino, raramente tale uva è vinificata in purezza, di norma è usata per miscele.L'uva Rondo è coltivata in diverse locazioni dei paesi nordici europei, dove le normali varietà europee a bacca rossanon riescono a raggiungere la maturità. In tali locazioni riesce ad avere un buon colore, ed un discreto aroma. [2]

La vite è sporadicamente coltivata nelle regioni vinicole della valle del Reno, ed in diversi paesi del Nord Europa,come Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia.

Note[1] Winegrowers.info: Vine variety: Rondo (http:/ / www. winegrowers. info/ varieties/ Vine_varieties/ Rondo. htm), accessed on March 25,

2008[2] English Wine Producers: The Main Grape Varieties Growing In The UK (http:/ / englishwineproducers. com/ grapes. htm), accessed on

March 25, 2008

Uva di Troia 80

Uva di TroiaL'uva di Troia è un vitigno autoctono pugliese. Il nome lascia immaginare una sua provenienza dalla città di Troia,in provincia di Foggia, molto probabilmente fondata da coloni greci, anche se non si può non considerare l'ipotesi diuna provenienza albanese dalla città di Cruja.È coltivato lungo la zona litoranea pugliese, nel nord barese e nella provincia di Bari. L'Uva di Troia è anche dettaNero di Troia, Uva di Canosa, Vitigno di Barletta, Uva di Barletta, Troiano, Tranese, Uva della Marina.Viene coltivato in due sottospecie: "Uva di Troia" a grappolo più grande e tozzo, e "Summarrello", con un grappolocilindrico più piccolo ed inserrato ed acini piccoli, quest'utltimo prodotto in quantità limitate nella solo città di Troiae nelle zone limitrofe.È stato per lungo tempo un vitigno relegato ad un ruolo secondario, quello di rafforzare con i suoi notevoli corpo ecolore i vini più deboli. Solo in tempi recenti inizia ricevere i giusti riconoscimenti, perché si è dimostrato chevinificandolo in purezza si ottengono vini di assoluto pregio.Le origini del vitigno non sono certe, mentre certo è il legame con la città di Troia.Tra la leggenda che vuole Diomede sbarcato sulle rive del Gargano portando dei tralci di vite, che ha trovato qui ilsuo habitat naturale, a Federico II di Svevia che amava degustare il “corposo vino di Troia”, fino ad arrivare aimarchesi D'Avalos che acquistata la città nel 1533, e notata l'assoluta qualità ed attitudine dei terreni circostantiincrementarono notevolmente le coltivazioni di quest'uva.Una serie di carestie, ed una notevole richiesta di olio, spinsero i contadini a ridurre drasticamente gli allevamenti diquesta vite, già di per sé poco produttiva, sostituendoli soprattutto con ulivetiIl vino che si ottiene da essa al termine dell'affinamento presenta un bel colore rosso rubino intenso giustamentetannico con tannini eleganti; austero, gusto speziato e di legno anche senza passaggio in barrique, con sentori dimore e liquirizia.Prende anche il nome di "Nero di Troia" data la sua lata carica polifenolica che conferisce un colore rubino intenso ache a volte può sembrare "nero".

Voci correlate• Cacc'e Mmitte di Lucera• Castel del Monte Uva di Troia• Castel del Monte Uva di Troia riserva• Castel del Monte rosato• Castel del Monte rosato frizzante• Castel del Monte rosso• Castel del Monte rosso riserva• Rosso Barletta• Rosso Barletta Invecchiato• Rosso Canosa• Rosso Canosa riserva• Rosso di Cerignola• Rosso di Cerignola riserva

Uva sultanina 81

Uva sultanina

Grappolo di uva sultanina.

L'uva sultanina è una varietà d'uva di origine greca, turca oiraniana e particolarmente nota per il fatto che viene utilizzata,attraverso un processo di essiccazione, per ottenere l'uva passa.

È un'uva bianca caratterizzata dal possedere acini piccoli, senzasemi ed alto contenuto di zucchero. Gli acini si presentano dicolore verde chiaro sebbene, giunti ad un elevato grado dimaturazione, possano assumere una colorazione ambrata ed unelevato grado di contenuti zuccherini.

L'uva era tradizionalmente importata nei paesi anglosassoni daiterritori dell'impero ottomano, da cui il collegamento del nomedell'uva con la figura del sultano. In base alla tradizione dell'impero ottomano, il nome dell'uva fu inventato dopo cheil sultano fu costretto a lasciare esposta al sole l'uva per sfuggire ad un attacco di una tigre, da cui derivò il nomesultana.

Attualmente la Turchia e l'Australia sono i maggiori produttori di questa uva.Negli Stati Uniti l'uva sultanina è conosciuta anche con il nome di Thompson Seedless, dal nome di WilliamThompson, il primo viticoltore a coltivarla in California.

VerdicchioIl Verdicchio è un vitigno a bacca bianca coltivato quasi esclusivamente nelle Marche. Si tratta di un vitignopiuttosto eclettico che viene utilizzato per produrre, generalmente in purezza, sia vini freschi e di pronta beva, siavini molto strutturati e capaci di notevole longevità. È altresì utilizzato per produrre spumanti (sia metodi classici, siaCharmat) e vini passiti.Il nome verdicchio deriva chiaramente dal colore dell'acino, che mantiene evidenti sfumature di verde anche a pienamaturazione.

StoriaIl vitigno è considerato autoctono delle Marche: le prime testimonianze della sua coltivazione risalgono al XVIsecolo.Recentemente, l'analisi genetica ha evidenziato una parentela molto stretta tra il Verdicchio e il Trebbiano di Soave:si è dunque ipotizzato che il verdicchio sia stato introdotto nelle Marche da coloni veneti, giunti alla fine del '400 perripopolare le campagne dopo un'epidemia di peste.

Zone di coltivazioneLe principali zone di coltivazione sono quella di Matelica in provincia di Macerata e quella dei castelli di Jesi inprovincia di Ancona, ove si producono gli omonimi vini DOC. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi tende a esibire uncorpo maggiore rispetto al Verdicchio di Matelica, mentre quest'ultimo è in genere più dotato dal punto di vistaolfattivo.Il verdicchio è diffuso anche in altre zone delle Marche, dell'Umbria e dell'Abruzzo: tuttavia, al di fuori delle zonesuddette, il vitigno tende a perdere il suo nerbo e a volte a far emergere alcune caratteristiche negative.

Verdicchio 82

Caratteristiche morfologiche• Germogliamento: ?• Fioritura: ?• Invaiatura: ?• Maturazione dell'uva: prima decade di ottobre.

Attitudini enologicheÈ un vitigno piuttosto duttile, adatto alle più diverse tecniche di allevamento e di vinificazione. Storicamente, ilVerdicchio ha avuto una grande fortuna commerciale sin dagli anni '60, in una versione fresca e semplice, anchegrazie a un'azzeccata campagna di marketing. Tuttavia, con una maggior cura in vigna e in cantina, il Verdicchioproduce uve di altissima qualità: oggigiorno tutti i principali produttori vinificano versioni del verdicchio di qualitàsuperiore, aventi grande struttura, buona spalla acida ed elevato tenore alcolico. Risultati eccellenti si sono ottenutianche con le vendemmie tardive. Questi verdicchi evoluti presentano un'ampia gamma di profumi floreali e fruttati, espesso marcate note minerali (particolarmente la pietra focaia). In bocca, è caratteristico il finale gradevolmenteamarognolo.Sia che venga vinificato in acciaio, sia che venga vinificato in legno, il Verdicchio ha il potenziale per produrre vinidi grande longevità, superando anche i vent'anni, almeno nelle annate favorevoli. Concretamente, soltanto pocheetichette sono capaci di sopportare un tale invecchiamento, anche perché la maggior parte delle cantine cerca diprodurre vini immediatamente godibili.Il Verdicchio si presta particolarmente bene anche alla produzione di spumanti naturali, sia con il metodo classico,sia con il metodo Charmat. I primi esperimenti di spumantizzazione "alla maniera del vero champagne" sarebberostati condotti a metà dell'800 da Ubaldo Rosi. Si produce anche il Verdicchio passito, tipicamente più abboccato chedolce, anche in versione muffato.

Sinonimi del VerdicchioVerdicchio Bianco, Verdicchio Verde, Verdicchio Giallo, Trebbiano di Soave, Trebbiano di Lugana.

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Vermentino 83

VermentinoIl Vermentino è un vitigno aromatico probabilmente originario del Portogallo (dove è conosciuto con il nome di"codega"), o dell'isola di Madera, considerate le numerose affinità (ricchezza del colore e di estratto) con la localemalvasia; dalla penisola iberica si è poi diffuso in Liguria, in Corsica, in Sardegna e, in minor misura, anche inalcune zone della Toscana e della Francia (Languedoc-Roussillon).Il vitigno viene utilizzato per la produzione di numerosi vini.In Sardegna uno tra i più conosciuti ed apprezzati vini a base di Vermentino è il Vermentino di Gallura, vino aDenominazione di Origine Controllata e Garantita, caratterizzato da una notevole struttura e alcolicità; tra i vini aDenominazione di Origine Controllata a base di Vermentino si possono citare l'Alghero Vermentino frizzante, e ilVermentino di Sardegna (contraddistinto da caratteristiche più diversificate, dal vino più strutturato a quello piùfresco e usato come aperitivo).Meno strutturati ma dotati di maggiore eleganza sono i vini a Denominazione di Origine Controllata liguri a base diVermentino, quali il Riviera Ligure di Ponente, il Val Polcevera, il Golfo del Tigullio e il Colli di Luni.In Liguria il vitigno è noto anche con i nomi di Malvasia Grossa, e Carbesso o Carbess; inoltre il pigato èconsiderato da alcuni come una varietà di Vermentino.In Toscana i più conosciuti vini DOC a base di Vermentino sono: il Candia dei Colli Apuani, il Montecarlo ed ilBolgheri bianco.Negli ultimi anni gli enologi hanno lavorato per creare tipologie di Vermentino vinificato in purezza, per farlorisultare più fruttato e gradevole. Un espediente per accentuare queste caratteristiche è anticiparne la vendemmia, inmodo che il mosto abbia maggior ricchezza di acidità.I vini a base di Vermentino sono generalmente dei bianchi secchi, ma delicatamente morbidi, di colore giallopaglierino con profumi intensi di fiori di campo ed erbacei, e una nota di pesca gialla.Possono essere abbinati con antipasti di mare, piatti di pesce (come il classico abbinamento tra aragosta e vermentinosardo) e polpo, ma anche con i tipici pansoti liguri con salsa di noci e gli altri piatti della cucina ligure.In Liguria, questo vitigno è maggiormente sviluppato nella Riviera di Ponente, in special modo nelle zone inprovncia di Imperia.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG prodotti con uva Vermentino• Vino• Ampelografia

Vespolina 84

VespolinaLa vespolina o ughetta, (vitis vinifera circumpadana) è un vitigno, che giunge a piena maturazione verso la primametà di ottobre. Sull'origine del suo nome esistono molte versioni, tra le quali quella che lo attribuisce al fatto chel'uva è molto dolce e attrae le vespe.Viene coltivato in provincia di Novara già dal secolo XVIII; di notevole regolarità nella seppur modesta produzione,il vitigno va lodato anche per la sua buona vigoria.I caratteri distintivi della pianta sono la foglia piccola pentagonale, il grappolo abbastanza compatto ed allungato,acino scuro tendente al nero.La prima descrizione della Vespolina risale al 1825, poi ad opera del Gallesio (che la chiamò V. circumpadana). Frai sinonimi ricordiamo ughetta e uvetta di Canneto in Oltrepo, balsamina in Val d'Ossola, nespolina o nespolino(nespoulìn), inzaga o inzagre, massana, solenga, novarina, uva cinerina, vispavola, vespolino.

Voci correlate• Colline novaresi

Collegamenti esterni• Agricoltura in Piemonte [1]

• Storia dell'uva vespolina [2]

Note[1] http:/ / www. regione. piemonte. it/ agri/ ita/ piemontedoc/ vino/ vitigni/ vespolina. htm[2] http:/ / www. collinenovaresi. it/ Viticoltura/ vitigni/ vespolina_cenni-storici. htm

Vitigno 85

Vitigno

I filari di un vigneto

Con il termine vitigno si indica unaparticolare varietà di vite, generalmenteutilizzata per la produzione di vino.

I vitigni si possono distinguere per differentiforme e colori dei chicchi di uva, delgrappolo e delle foglie, oltre che perdifferenti periodi di maturazione esoprattutto per le diverse caratteristicheorganolettiche dei vini da essi ottenuti.

Per identificare un dato vitigno è necessariauna accurata descrizione della forma dellefoglie e dei frutti (grappoli); di questo sioccupa l'ampelografia. Tale studiosistematico ebbe inizio con l'agronomolatino Columella e si sviluppò con Pier deiCrescenzi nel XIII secolo e soprattutto con ilConte Odart che scrisse nel XIX secolo l'Ampelografia universale. Oggi, a queste accurate descrizioni morfologiche,standardizzate dall'Organisation Internationale de la Vigne et du Vin si sono aggiunte le più accurate analisi delDNA.

Numerosi vini vengono prodotti utilizzando miscele di uve di differenti vitigni, ad esempio il vino Chianti è prodottoprincipalmente con vitigni di Sangiovese a cui si possono aggiungere Canaiolo Malvasia o Trebbiano.In Italia i vitigni più diffusi sono tra i rossi il Nebbiolo, il Sangiovese, il Primitivo ed il Montepulciano; tra i bianchiil Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia ed il Moscato.Nel mondo si stima che esistano circa 5000 vitigni coltivati. I più famosi e diffusi nel mondo (i cosiddetti "Vitigniinternazionali") sono fra i rossi il Cabernet-Sauvignon, il Cabernet franc, il Merlot, il Pinot nero, lo Zinfandel e laSyrah; tra i bianchi il Sauvignon, lo Chardonnay, il Muscat ed il Riesling.

Elenco dei vitigni diffusi in Italia

Rossi• Aglianico• Aleatico• Alicante• Ancelotta• Barbera• Bombino nero• Bonarda• Bonarda piemontese• Bovale sardo• Brachetto• Cabernet franc• Cabernet-Sauvignon• Caddiu

Vitigno 86

• Calabrese• Canaiolo• Cannonau• Carignano• Casetta• Castiglione• Cesanese• Cigliegiolo• Colorino• Corvina veronese• Corvinone• Croatina• Dolcetto• Enantio• Fortana• Franconia• Frappato• Freisa• Fumin• Gaglioppo• Gamay• Greco nero• Grignolino• Groppello• Lacrima• Lagrein• Lambrusco• Magliocco canino• Malvasia di Casorzo• Malvasia di Schierano• Malvasia nera di Brindisi• Malvasia nera di Lecce• Mammolo• Marzemino• Merlot• Molinara• Monica• Montepulciano• Moscato rosa• Nebbiolo• Negrara• Negroamaro• Nerello• Nerello mascalese• Nero d'Avola• Neyret• Nieddera

Vitigno 88

Bianchi

• Albana• Ansonica• Antiniello• Arneis• Asprinio• Bellone• Biancame• Bianchello• Biancolella• Bombino bianco• Bosco• Bovale grande• Carricante• Catarrato• Chardonnay• Chasselas• Cococciola• Coda di volpe• Cortese• Durello• Erbaluce• Falanghina• Fiano• Forastera• Francavidda

• Garganega• Glera• Grecanico dorato• Grechetto• Greco• Greco bianco• Grillo• Guarnaccia• Impigno• Inzolia• Kerner• Malvasia• Marchione• Maruggio• Minutolo• Montonico• Montù• Moscato• Moscatello selvatico• Müller Thurgau• Nosiola• Nuragus• Ortrugo• Pampanuto• Passerina

• Pecorino• Picolit• Pigato• Pignoletto• Pinot bianco• Pinot grigio• Priè blanc• Prosecco• Prosecco• Ribolla gialla• Riesling• Sauvignon• Sylvaner Veltiner• Tocai friulano• Traminer aromatico• Trebbiano• Verdeca• Verdicchio• Verduzzo• Vermentino• Vernaccia• Vitovska• Zibibbo

Voci correlate• Ampelografia• Categoria:Vini DOC e DOCG per vitigno• Categoria:Vitigni• Enologia• Vino• Vite• Uva

Bibliografia• Cavazza Domizio, Viticoltura, in Nuova enciclopedia agraria italiana, Torino 1914• Marescalchi Arturo, Dalmasso Giovanni, Storia della vite e del vino in Italia, 3 voll., Unione Italiana Vini,

Milano 1931-33-37• Saltini Antonio, Per la storia delle pratiche di cantina. I, Enologia antica, enologia moderna: un solo vino, o

bevande incomparabili?, in Rivista di storia dell'agricoltura, XXXVIII, n. 1, giu. 1998• Saltini Antonio, Per la storia delle pratiche di cantina. II, La tradizione enologica italiana dal ritardo secolare alle

ambizioni di eccellenza, in Rivista di storia dell'agricoltura, XXXVIII, n. 2, dic. 1998• Seltman Charles T., Wine in the ancient world, Routledge & Paul, London 1957• Viala Pierre, Traité generale de viticulture. Ampelografie, 7 voll., Masson & C., Paris 1901-10• Zaccaria Demetrio, Sulla potatura della vite al tempo degli Arabi di Ibn al-Awwa^m, in Quaderni Viticoltura e

Enologia, Università di Torino, 4, Torino 1980

Vitigno 89

Collegamenti esterni• Vitigni storici a cura dell'Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino [1]

• Guida dei vitigni di laVINIum.com [2]

• vinoinrete.it i Vitigni dalla A alla Z [3]

• vinostore.it i Vitigni coltivati in Italia regione per regione [4]

• (FR) Organisation Internationale de la Vigne et du Vin [5]

• (FR) vitis.org [6]

Note[1] http:/ / www. vitignistorici. it/[2] http:/ / www. lavinium. com/ vitigni/ guiduve_indice. shtml[3] http:/ / www. vinoinrete. it/ sommelier/ _vitigni. html[4] http:/ / www. vinostore. it/ argomese/ agosto03. php[5] http:/ / www. oiv. int/ it/ accueil/ index. php[6] http:/ / www. vitis. org/ accueil. html

Vitigno autoctonoIl vitigno autoctono è una particolare varietà di vite utilizzata per la produzione di vino, coltivato e diffuso nellastessa zona storica di origine del vitigno stesso, trattasi quindi di un vitigno non trapiantato da altre aree.Ogni vitigno autoctono presenta una sua caratteristica e distintiva forma e colore del grappolo, del chicco e dellefoglie e conferisce al vino, da esso ottenuto, alcune caratteristiche organolettiche ben precise e tipiche.La coltivazione e la difesa dei vitigni autoctoni, ed anche la riscoperta di vitigni quasi scomparsi dal panoramaagricolo viene intrapresa nell'ambito dello sviluppo dell'industria enologia verso la creazione di prodotti di qualità, adenominazione locale, in grado di combattere l' importazione di vini provenienti dal altre regioni o aree del mondoed anche a contrastare, se possibile, la commercializzazione dei vini commerciali a basso costo e privi di specificheproprietà organolettiche.In Italia sono circa 350 i vitigni autoctoni registrati ufficialmente [1] , e tutte le principali regioni agricole italiane,con produzione vinicola hanno un elenco di vitigni autoctoni locali.

Voci correlate• Categoria:Vini DOC e DOCG per vitigno• Enologia• Vino• Uva

Note[1] Vitigni Autoctoni (Italian Native Vines): Witness to the Past and Protagonists of the Future (http:/ / italian-flavor. com/ news/ Italian_vines/

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Zibibbo 90

ZibibboLo zibibbo è sia il nome di un vitigno sia del vino dolce liquoroso che se ne ottiene. La parola "zibibbo" deriva dallaparola araba zabīb (بيبز) che vuol dire "uvetta" o "uva passita". Sinonimi che designano il vino zibibbo sono:Moscato di Pantelleria o di Alessandria, Moscatellone, Salamonica e Salamanna.

StoriaL'uva zibibbo, originaria dell'Egitto, è stata introdotta per opera dei Fenici a Pantelleria, dove tuttora ne vienecoltivata la quasi totalità della produzione nazionale. Di origine araba sono invece i caratteristici terrazzamentidell'isola in cui viene coltivato il vitigno. Dall'uva zibibbo si ricava non solo il vino zibibbo, ma anche il moscato diPantelleria.

Caratteristiche dell'uvaA foglia media, normalmente trilobata, a grappolo ben voluminoso e oblungo, l'acino è grosso, ovoidale a bucciaspessa di colore verde tendente al giallo; la maturazione è un po' tardiva. L'uva Zibibbo è usata sia per lavinificazione sia per il consumo diretto o per l'essiccazione. L'uva zibibbo ha eccezionali proprietà organolettiche.

Caratteristiche del vinoSe ne ricava un vino giallo paglierino carico con riflessi dorati, dolce e con elevato grado alcolico dal caratteristicoprofumo. Oltre al consumo a se stante è utilizzato per la produzione del vino DOC di Pantelleria, nella versionepassito, moscato e spumante.

Voci correlate• Vitigno Moscato• Moscato di Pantelleria• Moscato di Pantelleria naturalmente dolce• Moscato passito di Pantelleria• Moscato passito di Pantelleria liquoroso• Moscato passito di Pantelleria liquoroso extra• Ampelografia

Fonti e autori delle voci 91

Fonti e autori delle vociAglianico  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32894656  Autori:: Andre315, CUSENZA Mario, Ciaurlec, Emiliadotcom, Generale Lee, MM, Mizardellorsa, Mnenno, Paginazero,Razzabarese, Tafkal, Tycheros, 30 Modifiche anonime

Aleatico  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=33711807  Autori:: Basilicofresco, Fazzino, Gdevidi, Mizardellorsa, Rutja76, Triquetra, Xelloss, 5 Modifiche anonime

Alicante (vitigno)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32062091  Autori:: .jhc., Anglogel, Mizardellorsa, 3 Modifiche anonime

Ansonica  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32086354  Autori:: Maxx1972, Mizardellorsa, 2 Modifiche anonime

Arneis  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32193900  Autori:: Ary29, Gosmardi, Luccaro, Mizardellorsa, Vigorone, 8 Modifiche anonime

Barbarossa (vitigno)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32095063  Autori:: Balfabio, Gianma87, Mizardellorsa, 1 Modifiche anonime

Bombino bianco  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32066852  Autori:: Al-Nablusi, Biopresto, Mizardellorsa, Rollopack, 6 Modifiche anonime

Bombino nero  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=33537697  Autori:: Basilicofresco, Mizardellorsa, 2 Modifiche anonime

Cabernet franc  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32390597  Autori:: Mizardellorsa, Phantomas

Cabernet-sauvignon  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32507289  Autori:: AnjaManix, Biopresto, Enrico, Francisco83pv, Frieda, Jalo, Lavinium, Mizardellorsa, Sbisolo,Speleologo, Ylebru, 7 Modifiche anonime

Cacchione  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32062856  Autori:: AttoRenato, Buggia, Fabio.gastone, Kiado, Mess, Mizardellorsa, Sbisolo, 7 Modifiche anonime

Cagnulari  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32117544  Autori:: Abisys, Mizardellorsa, No2, Paphlagon, Tanarighes

Canaiolo  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32083134  Autori:: Beechs, Cosicome, Dylan--86, Frazzone, Giova81, Mizardellorsa, Paperoastro, Vaccaricarlo, 2 Modificheanonime

Cannonau  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34160170  Autori:: *Raphael*, Alfreddo, Elcaracol, ElfQrin, Felisopus, Frantore, Marcol-it, Marzedu, Maxx1972, Mizardellorsa,Paginazero, Panaboy, Pigr8, Symposiarch, 24 Modifiche anonime

Carmenere  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32096360  Autori:: Mizardellorsa, Nrykko, Rosenzweig, 5 Modifiche anonime

Catarrato  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32086829  Autori:: CRSA Basile Caramia, Fradeve11, Mau db, Mizardellorsa, 1 Modifiche anonime

Catarratto  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32072107  Autori:: Giancarlodessi, Maxx1972, Mizardellorsa, Triquetra, 1 Modifiche anonime

Chardonnay (vitigno)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=33538043  Autori:: Basilicofresco, Esculapio, MaEr, Marcok, Mizardellorsa, Nrykko, Numbo3, Orric, Paginazero,Petitverdot, Ronchet, Sedlex, Speleologo, 6 Modifiche anonime

Chenin blanc  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=33040866  Autori:: Artisto, Mizardellorsa, Rago

Clinton (vitigno)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32564868  Autori:: Basilero, Giancarlodessi, Marko86, Mau db, Mizardellorsa, Threecharlie, 3 Modifiche anonime

Croatina  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32058452  Autori:: Alexale, Awd, Dakrismeno, Dommac, Giova81, Gvf, Mizardellorsa, Rdocb, TheLoneRanger, TierrayLibertad,VLiberali, ZioNicco, 10 Modifiche anonime

Dolcetto (vitigno)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32444685  Autori:: Maxx1972, Mizardellorsa, Sesostris, Speleologo

Falanghina  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32983689  Autori:: Bbruno, Giuliano56, Lillolollo, Mizardellorsa, Orso della campagna, 1 Modifiche anonime

Frappato  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=32285524  Autori:: LucaGaluzzi, Mizardellorsa, Pymouss, Triquetra

Friulano (vino)  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=33070499  Autori:: Andrejdros, Balfabio, Biopresto, Ciuck, Kaspo, Marcok, Misterioso, Mizardellorsa, Panapp, Pok,Raparossa, Salvini, Sebi1, Servator, 12 Modifiche anonime

Gaglioppo  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31598476  Autori:: Aqua, Frazzone, Gianfranco, Mauro742, Mizardellorsa, Rinaldo Rossini, Snowdog, 1 Modifiche anonime

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Fonti, licenze e autori delle immagini 94

Fonti, licenze e autori delle immaginiImmagine:Wine grapes03.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wine_grapes03.jpg  Licenza: sconosciuto  Autori:: User:Fir0002File:Cabernet Franc Weinsberg 20060909.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Cabernet_Franc_Weinsberg_20060909.jpg  Licenza: Creative CommonsAttribution-Sharealike 3.0  Autori:: User:RosenzweigImmagine:Carmenere grapes close.JPG  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Carmenere_grapes_close.JPG  Licenza: GNU Free Documentation License  Autori:: Originaluploader was Agne27 at en.wikipediaImmagine:Carmenere leaf.JPG  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Carmenere_leaf.JPG  Licenza: GNU Free Documentation License  Autori:: Original uploader was Agne27at en.wikipediaFile:Chardonnay grapes close up.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Chardonnay_grapes_close_up.jpg  Licenza: Attribution  Autori:: Dan Random; original uploaderwas 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2.5  Autori:: User:ThemightyquillFile:Pinot Gris close.JPG  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Pinot_Gris_close.JPG  Licenza: Creative Commons Attribution 2.0  Autori:: Andy / Andrew FoggFile:Pinot Meunier.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Pinot_Meunier.jpg  Licenza: Public Domain  Autori:: BerndtF at de.wikipediaImmagine:Prié blanc.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Prié_blanc.jpg  Licenza: Public Domain  Autori:: User:RollopackImmagine:Wikisource-logo.svg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikisource-logo.svg  Licenza: logo  Autori:: Nicholas MoreauFile:Riesling grapes leaves.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Riesling_grapes_leaves.jpg  Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.5  Autori:: Liftarn,Rotkraut, T.o.m., Tomas er, 1 Modifiche anonimeImmagine:Montefalco_z09.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Montefalco_z09.jpg  Licenza: 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