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Common Goods Social Business School ed. 2015-16 THE SECOND CHANCE Forma la tua Possibilità

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Common GoodsSocial Business School

ed. 2015-16

THE

SECOND CHANCEForma la tua Possibilità

I.I.S.S. A. GREPPI,

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Monticello B.za (LC)Liceo delle Scienze Umane

Classe 3 SB

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PREMESSA

Questo progetto ci è stato presentato come attività inerente l’alternanza scuola-lavoro. La finalità del progetto era quella di individuare eventuali mancanze all’interno del nostro territorio e, per sopperire ad esse, ideare un ente funzionale al soddisfacimento di tali bisogni.

Noi, della classe 3SB del Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Alessandro Greppi di Monticello Brianza, abbiamo deciso di rivolgere il nostro progetto agli ex-detenuti al fine di ridurre la recidiva che, dalle nostre ricerche, è risultata piuttosto alta, come è facilmente intuibile osservando il grafico qui sotto riportato.

La recidiva è una circostanza aggravante che comporta un aumento della pena per chi, dopo essere stato condannato per un reato, ne commette un altro. Ciò avviene nel momento in cui l’ex-detenuto, in mancanza di possibilità economiche dovute alla mancanza di lavoro, infrange nuovamente la legge.

Sulla base del percorso di studi che stiamo affrontando, in vista delle caratteristiche specifiche del progetto che richiede un preciso valore sociale, ci siamo focalizzati particolarmente su questo aspetto, selezionando tra le varie proposte emerse durante i nostri confronti in classe, la più consona. Tenendo in considerazione anche la difficoltà riscontrata dagli soggetti appena usciti dal carcere, a causa dei pregiudizi a cui essi vanno in contro nel momento in cui tentano di reinserirsi all’interno di una società in continua evoluzione, il nostro intervento vuole, dunque, mirare all’abbattimento della classica immagine stereotipata dell’ex-detenuto.

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Abbiamo pensato che, se non per eliminare la recidiva, ma per lo meno per ridurla, fosse necessario fornire a queste persone delle competenze base in diversi ambiti, affinché potessero trovare nel loro futuro un'occupazione dignitosa. Per favorire il loro reinserimento nel mondo del lavoro, abbiamo previsto di indirizzare i detenuti verso aziende disposte ad assumerli.Questo sarebbe veicolato in prima persona dal nostro ufficio in sede comunale, gestito da volontari forniti dall’Onlus “Il Gabbiano” con la quale siamo associati.

Per giungere alla formulazione del progetto, siamo stati divisi in gruppi, ognuno dei quali si è occupato di un determinato ambito autonomo all’interno del quale muoversi.

Immancabile per la buona riuscita del lavoro, è stata senza dubbio la comunicazione e il confronto tra i vari team anche se spesso difficoltosi a causa di pareri contrastanti che emergevano con il procedere del progetto. Grazie alla mediazione della nostra educatrice e formatrice Rita Ceresoli e del nostro professore referente Flavio Clerici, siamo giunti a un accordo che tenesse conto anche delle idee dei singoli.

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INDAGINE SUL TERRITORIO(Brambilla Laura, Corti Sabrina, Gerosa Federica, Redaelli Sara)

Il nostro gruppo si è chiesto in che area sviluppare il progetto. Inizialmente volevamo indirizzarci verso la zona di Monza, pensando di poter utilizzare il parco della città come luogo dove realizzare il nostro servizio. Ci siamo, però, resi conto della già abbondante presenza di attività del genere in loco e dunque ci siamo diretti verso la provincia di Lecco che ci è sembrata essere la zona più idonea, per una triplice ragione:

- la sua collocazione centrale nel territorio della provincia stessa;- la facile raggiungibilità mediante i mezzi di trasporto pubblici;- la vicinanza alla casa circondariale di Pescarenico.

Quindi, ci siamo attivati mettendo in campo un’indagine nell’area in questione per verificare l’eventuale presenza di servizi affini sul territorio. Dai risultati delle analisi, abbiamo trovato delle realtà che, pur avendo caratteristiche simili al nostro progetto, non prevedono percorsi “completi”. Nello specifico, ci siamo accorti che le varie associazioni che prendono in carico il problema, si limitano ad accompagnare i soggetti solo nella fase di acquisizione delle competenze, mentre risultano assenti nell’effettiva ricerca di un’azienda in cui inserirli.Come punto di partenza, per sviluppare la nostra idea, ci siamo interfacciati con il comune di Lecco e, dopo aver parlato con il responsabile dei servizi sociali, siamo stati indirizzati verso l’ufficio Caritas, che però non ha risposto alle nostre chiamate.Di fronte a tali difficoltà, ci siamo quindi informati autonomamente attraverso la navigazione su internet. Ci siamo così occupati di individuare uno spazio concreto in cui situare il nostro ufficio di collocamento. Abbiamo chiamato, nuovamente, il comune di Lecco, il quale ci ha orientati verso la direttrice dei servizi sociali, la dott.ssa Chiara Scaccabarozzi. Quest’ultima ci ha invitato a scrivere una mail in cui spiegare il nostro progetto e ciò di cui avevamo bisogno. Vista la mancata risposta, abbiamo rintracciato altri enti. Ci siamo, quindi, rivolti all’associazione “Arcobaleno”, una cooperativa che nel corso degli anni ha portato avanti attività a favore degli adulti e delle famiglie in difficoltà. Si tratta di un’attività a carattere sociale. Poiché offre servizi volti ad

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accompagnare le persone verso un reinserimento nella comunità, abbiamo pensato di associarci ad essa, in modo tale da avere un supporto al nostro servizio. Nel frattempo, abbiamo contattato la casa-famiglia “Kairos”, che si occupa di assistenza a persone che stanno vivendo un disagio sociale (per esempio minori, immigrati o donne che hanno subito violenze) e l’Arci di Lecco (in particolare abbiamo parlato con la segretaria amministrativa), nota associazione italiana di promozione sociale. Abbiamo mandato una mail a questi tre enti, i quali però non ci hanno risposto. Quindi, ne abbiamo ricercati altri e, dopo aver effettuato alcune chiamate, abbiamo trovato disponibilità da parte dell’Onlus “Il Gabbiano”, al quale abbiamo inviato la seguente mail:

“Salve, siamo la classe IIISB dell'istituto Alessandro Greppi di Monticello. Con la seguente email, vorremmo presentarle il progetto teorico a cui stiamo lavorando per l'attività di alternanza scuola- lavoro e chiederle se possiamo associarci alla vostra cooperativa.Ecco il nostro progetto: il nostro progetto si rivolge agli ex detenuti. Ha l'obiettivo di ridurre la recidiva, fenomeno molto frequente in questo contesto. Come ci confermano i dati delle statistiche, infatti, gran parte delle persone che hanno trascorso del tempo in carcere, una volta uscite da quell'ambiente ed entrate nel mondo circostante, si sentono disorientate ed estranee. Il nostro intento è quello di fornire a queste persone delle competenze base in diversi ambiti, affinché possano trovare nel loro futuro un'occupazione. Per favorire il loro reinserimento nel mondo del lavoro, abbiamo previsto di indirizzare gli ex detenuti verso aziende disposte ad assumerli attraverso dei corsi di formazione. Tale servizio sarebbe svolto in prima persona dal nostro ufficio. Per fare ciò servirebbero dei volontari che lo gestiscano e, per questo, avremmo bisogno di aiuto. Inoltre, il progetto deve essere auto sostenibile; abbiamo, quindi, pensato di chiedere la vostra disponibilità a sostenerci economicamente, anche parzialmente. Infine, considerato che voi vi occupate di persone con disagio sociale, cercando di reinserirle nella società, volevamo sapere se è possibile collaborare per l'avvio di potenziali corsi di formazione. Proprio per questo potrebbe essere

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utile chiedere un colloquio per definire meglio il progetto e ascoltare un parere in proposito. Noi siamo disponibili nel pomeriggio dopo la scuola o il sabato mattina, fateci sapere cortesemente quando e dove sarebbe possibile incontrarci.p.s.: le ricordiamo che il progetto, pur essendo ipotetico, dovrà essere pensato come se dovesse realmente essere realizzato.Cordiali salutiIIISB”

Nel frattempo, il comune di Lecco ha risposto alla mail da noi inviata, dicendo di definire ulteriormente il luogo che cercavamo. Per farlo, ci siamo chieste cosa avrebbe dovuto essere presente nell’ambiente e abbiamo optato per:

- una rete ADSL e telefonica;- due postazioni computer.

Ci siamo, poi, occupati dell’onlus “Il Gabbiano”, chiamando il direttore Massimiliano Pirovano. Egli ha fatto delle osservazioni in merito al nostro progetto, proponendoci alcuni consigli, che non abbiamo potuto mettere in atto, dati i tempi ristretti a nostra disposizione. Ci ha, poi, indirizzate verso la dott.sa Jessica Vanelli; con lei abbiamo previsto un incontro a scuola. Quindi, abbiamo richiamato Chiara Scaccabarozzi che ci ha segnalato la presenza di un monolocale disponibile.

“Buongiorno siamo la classe IIISB.Ecco in che cosa consiste il nostro progetto:A chi è rivolto: il nostro lavoro è rivolto agli ex detenuti, quindi persone che hanno terminato la pena detentiva, ed è rivolto ai residenti della provincia di Lecco e limitrofe.Il tipo di servizio: il nostro servizio è di orientamento, infatti noi indirizzeremo gli ex detenuti verso corsi di formazione, per poi avere una possibilità in futuro di essere inseriti in una azienda. Lo spazio: un monolocale avente la rete adsl e telefonica. Dovrà essere fornito di due postazioni, possibilmente con due computer e due telefoni. Il nostro locale dovrà essere collocato vicino alla stazione così potrà essere facilmente raggiungibile.

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Collegamento con altri servizi esistenti: saremo collegati con il carcere di Pescarenico e con l'onlus “Il gabbiano” che si occupa dello stesso tema.Durata: almeno un anno con la possibilità di un eventuale rinnovo.I costi: visto che siamo una onlus chiederemmo cortesemente comodato d'uso gratuito.I responsabili del progetto sono gli alunni della classe IIISB guidati dal professore Flavio Clerici.Cordiali saluti IIISB”

Nell’incontro con l’onlus “Il Gabbiano”, la Sig.ra Vanelli ci ha dato alcuni suggerimenti e consigli per attuare al meglio il nostro progetto. In particolare, noi del gruppo Territorio abbiamo chiesto la disponibilità di due volontari, membri di questa cooperativa, che si potessero occupare della gestione dell’ufficio collocamento (ricevere chiamate e indirizzare gli ex-detenuti). Ci ha risposto, però, che nell’associazione non vi sono addetti specializzati alla gestione dell’ufficio con orari e procedure da seguire. Tuttavia, ci ha parlato della presenza di un’equipe di reinserimento che, per un tempo prestabilito (che abbiamo ipotizzato essere il periodo dell’iscrizione ai corsi), potrebbe ricevere le chiamate e indirizzare le varie persone ai corsi scelti. Ci sarebbe, però, una ragazza volontaria che potrebbe occuparsi del nostro ufficio, in questo modo, essendo lei ipovedente ma molto competente nell’ambito sociale, tale impiego potrebbe giovarle. Inoltre, abbiamo deciso di collaborare con questa Onlus che potrebbe segnalarci persone a cui rivolgerci; potrebbe anche aiutarci a stabilire dei tirocini per gli ex detenuti di cui ci occupiamo. Jessica Vanelli ci ha, poi, informato dell’esistenza di un servizio indirizzato alle donne (Donne oltre le mura) in cui vengono aiutate queste ultime a reinserirsi nella società. Abbiamo così, avanzato l’ipotesi di aderire a questa iniziativa.

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INTERLOCUTORI E BENEFICIARI(Beretta Letizia, Olivoni Camilla, Origgi Giulia, Perego Melissa, Rigamonti Vera, Tulli Sara)

Il nostro gruppo si è occupato di cercare sia degli enti a cui potersi appoggiare per la realizzazione del progetto sia dei possibili destinatari a cui rivolgerlo.

La prima cosa che abbiamo fatto è stata stendere una presentazione del progetto da inserire in ogni e-mail inviata in maniera da risultare comprensibili ai nostri possibili interlocutori.

“Il nostro progetto si rivolge ad ex-detenuti, ha come obiettivo quello di ridurre la recidiva, fenomeno molto frequente in questo contesto: come ci confermano le statistiche, infatti, gran parte delle persone che hanno trascorso del tempo in carcere, una volta usciti dal quell’ambiente ed entrate a contatto con il mondo circostante, si sentono molto disorientate ed estranee. Il nostro intento è quindi quello di fornire a queste persone delle competenze base in diversi ambiti, affinché possano trovare una possibilità nel mondo del lavoro. L’Idea è quella di creare un’apposita struttura dove le persone addette si occuperanno, a seconda delle diverse richieste degli ex-carcerati, di iscriversi a corsi piuttosto che organizzare attività finalizzate alla loro formazione.”

In collaborazione con il gruppo “costi e budget” abbiamo contattato vari enti, associazioni e scuole a cui poterci appoggiare, che riporteremo successivamente.Abbiamo poi pensato di rivolgere un questionario (inserito di seguito) ai detenuti attuali per individuare le loro aspettative dal punto di vista lavorativo e le attività a cui sarebbero interessati una volta usciti dal carcere.

QUESTIONARIO:

Ricerca sul reinserimento sociale dei detenuti ed ex detenuti

Dati anagrafici

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- Sesso: M / F- Età: _______________- Regione di origine (se italiano) _______________________________________________________- Stato di origine (se straniero): _______________________________________________________- Numero delle carcerazioni sofferte: 1 / 2 / più di 2- Quanto tempo (in totale) hai trascorso in carcere? _______________________________________- In quale anno termini o hai terminato la pena? __________________________________________

Proposte attività di formazione: Corso artigianato Corso alfabetizzazione informatica corso di alfabetizzazione linguistica altri corsi di lingue Altro (collabora con nuove idee)

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Pensi che sia un progetto che abbia una validità ? ( sì/no motiva la tua risposta) ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Hai già svolto dei corsi all’interno del carcere? Se sì, quali? ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Scolarità e competenze professionali1.Titolo di studio __________________________________________________________________________________2. Qualifica professionale (certificata da un attestato) __________________________________________________________________________________3. Esperienze di lavoro precedenti alla carcerazione __________________________________________________________________________________4. Esperienze di lavoro in carcere __________________________________________________________________________________5. Esperienze di lavoro seguenti alla carcerazione __________________________________________________________________________________6. Mansione lavorativa attuale __________________________________________________________________________________

Se hai già cercato un lavoro, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate? Pregiudizio in quanto detenuto (o ex detenuto) Pregiudizio in quanto straniero Ostilità da parte degli altri lavorator Disabitudine al lavoro Assenza di professionalità Limitazione nei movimenti, imposta dalle autorità Controlli da parte delle forze dell’ordine Mancanza della patente di guida L’età avanzata Nessuna difficoltà particolare

GRAZIE PER LA PARTECIPAZIONE

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PROMO E MARKETING(Caroli Sarafrancesca, Minardi Francesca, Pecoraro Gaiamaria, Sanders Davide, Vassallo Immacolata)

Dopo i primi incontri nei quali abbiamo deciso le linee guida e la spartizione dei campi d'azione di ciascun gruppo, il nostro si è dedicato a pubblicizzare il progetto.Prima di tutto abbiamo selezionato alcuni tra i mezzi di comunicazione di massa più utilizzati dal target a cui “The Second Chance” è rivolto, ovvero Il Giornale di Merate, Facebook, forum, volantinaggio, RadioLecco, la Onlus “Il Gabbiano”.All'interno del gruppo ci siamo divisi i compiti, in modo tale da riuscire a realizzare in poco tempo una solida rete di diffusione su tutta la zona.

Brochure e manifesti Per entrare in contatto con i detenuti con meno di un anno di pena ancora da scontare e gli ex-detenuti frequentanti ancora il carcere e il tribunale di Lecco, abbiamo individuato come mezzo cartaceo più agevole la brochure in formato A5 ripiegato. Questo ci consente di entrare “nelle tasche” degli interessati, con un maggior numero di informazioni rispetto a un semplice volantino, dettagliando i vari ambiti in cui opereremo.Le aree di diffusione saranno il tribunale di Lecco, il carcere di Pescarenico e le associazioni della zona che si occupano di ambiti affini al nostro. Oltre ai dépliant verranno affissi dei manifesti nei centri culturali comunali.Per la realizzazione della pubblicità cartacea ci siamo rivolti alla tipografia “Tipo Artigiana” di Missaglia, la quale ha fornito un preventivo tra i 300 € ed i 500 € variabili in base alle caratteristiche specifiche (es. numero colori, tipo di carta,…).

Il Giornale di MerateAltro mezzo cartaceo altamente diffuso nella provincia di Lecco è Il Giornale di Merate. Abbiamo contatto l'ufficio delle pubbliche relazioni della redazione e siamo riusciti ad ottenere, dopo varie e-mail e telefonate, un articolo ed un'intervista da parte del giornalista Matteo Scerri.

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Questo ci permette di pubblicizzare su vasta scala l'iniziativa senza alcun tipo di costo aggiuntivo.

RadioLeccoInizialmente abbiamo contattato telefonicamente e via mail la radio, chiedendo informazioni riguardo la disponibilità a fornirci uno spazio pubblicitario e i relativi costi.Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta, nonostante i numerosi tentativi.

FacebookTra i vari social network più diffusi abbiamo optato per Facebook in quanto offre la possibilità di creare pagine per società e associazioni, pubblicizzandole automaticamente agli utenti che ritiene interessati, in tal modo l'attività sarà promossa senza costi aggiuntivi a tutti i possibili fruitori.I dati richiesti attualmente rendono impossibile la creazione della pagina, poiché l'associazione non è ancora stata fondata, e il sito richiede informazioni, come ad esempio la partita IVA, la ragione sociale e l'iscrizione ad una camera di commercio.

ForumPer fornire un miglior servizio di assistenza ai partecipanti, abbiamo optato per la realizzazione di un forum, dove gli ex-detenuti potranno confrontare le loro esperienze, porre domande sui corsi e ricevere delucidazioni in tempo reale. Al suo interno verranno indicati i contatti e l'indirizzo della sede, con relativa mappa ed indicazioni per raggiungerla.I costi di gestione vengono ridotti a zero, poiché “Wordpress” e “Altervista” permettono di creare, anche senza conoscere il linguaggio di programmazione, forum autogestiti dai possessori.Oltre all'assistenza, il forum permette di pubblicizzare sul web la nostra iniziativa attraverso vari banner ed affiliazioni con i siti di altre associazioni che lavorano nel nostro stesso campo.Poiché l'ufficio utilizzato è comunale, sfrutteremo la pagina web del comune di Lecco dedicata alla pubblicizzazione delle iniziative comunali (http://www.comune.lecco.it/) .

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Associazione “Il Gabbiano Onlus”Attraverso il rapporto sinergico stretto con l'associazione Onlus “Il Gabbiano” ci sarà possibile contattare direttamente coloro che necessitano del nostro supporto, oltre che creare un gruppo sperimentale ristretto, grazie al quale potremo verificare la reale efficacia del nostro operato.

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COSTI E BUDGET(Colturri Chiara, Gioia Giulia, Micale Giulia, Similimeo Marika, Viale Manuel)

Il nostro gruppo si è occupato di tutti i costi necessari alla realizzazione di tale progetto.In primo luogo abbiamo cercato dei bandi a cui affiliarci per recuperare fondi, senza però ricevere alcuna risposta. Successivamente abbiamo richiesto un preventivo al comune di Lecco e a una tipografia, per la realizzazione di volantini e l’affissione di manifesti:

- costo per il volantinaggio: 15,60 euro a persona (per due giorni);- costi per l’affissione dei manifesti della durata di 15 giorni (70*100 cm):

28,00 euro;- costi per grafica brochure: dai 300 ai 500 euro (per il numero di 1000

volantini).

Per il costo dei corsi proposti e del personale certificato, insieme al gruppo “Interlocutori e beneficiari”, abbiamo ricercato aziende e istituti scolastici:

- Istituto superiore Graziella Fumagalli - Casatenovo (LC): corsi di cucina;- Choco scuola - Lecco: corsi di pasticceria; - Istituto superiore Citi - Merate (LC): corsi di lingue;- Istituto Dante Alighieri - Lecco: corsi di barman;- Istituto superiore Fiocchi - Lecco: corsi di artigianato e fotografia;- Istituto superiore A. Volta - Lecco: corsi di artigianato;- Istituto superiore Medardo Rosso - Lecco: corsi di arte;- Istituto Gamma - sede centrale Milano: corsi di fotografia.

Dopo aver comunicato telefonicamente, solo una parte di questi ci ha chiesto di inviare loro una mail, ma nessuno ci ha dato risposta.

Siccome non abbiamo avuto riscontri positivi con nessuno di questi, ci siamo rivolti al sito “ UIDU ”, consigliatoci dalla responsabile del progetto di alternanza scuola lavoro, Rita Ceresoli; tramite il quale abbiamo saputo che si può inserire la

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propria organizzazione all’interno della pagina web e ottenere fondi e volontari per il proprio progetto.Sempre sotto consiglio della formatrice abbiamo contattato il responsabile del progetto S.H.A.R.E, Giovanni Zanoletti, per ottenere informazioni e un consulenza, ma nuovamente senza successo.

L’unico tentativo coronato da successo, è stato il contatto con il CPIA (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) di Lecco, che al modico costo di 30,00 € a utente fornisce corsi annuali di alfabetizzazione, informatica e lingue.

Per quanto riguarda gli sponsor abbiamo contattato l’ingegnere Micale Walter dell’azienda “Aeromeccanica Stranich”, per sapere i requisiti necessari per essere sostenuti economicamente dalla ditta, ottenendo però come risposta che non erano disponibili a fornirci fondi.Non avendo ottenuto risposta positiva, ci siamo orientati verso una serie di bandi. Analizzando i criteri di partecipazione, l’unico dimostratosi idoneo è risultato quello della “Fondazione provincia di Lecco Onlus” (vedasi il seguente link: http://www.fondprovlecco.org/)

Per quanto riguarda i costi della sede del nostro sportello, il gruppo “Territorio” ha trovato un luogo a Lecco, in via dell’Eremo 28, ed essendo comunale non vi saranno costi aggiuntivi.

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CONCLUSIONI

Lavorare a questo progetto, con risultati non sempre soddisfacenti, è stato molto difficoltoso. Come studenti di un liceo, infatti, abbiamo sempre inteso il nostro stare a scuola come un tempo da dedicare all’acquisizione di nozioni teoriche da immagazzinare per, poi, applicarle al momento opportuno (in un domani ancora imprecisato). Una simile attività, oltre ad averci provocato in una dimensione altra di cui non sempre abbiamo saputo cogliere le reali opportunità, ci ha messi in gioco nell’immediato ed è forse questo ciò che ci ha maggiormente spiazzati e colto di sorpresa. La prima sensazione, dopo l’iniziale entusiasmo (frutto di un po’ di incoscienza) è, infatti, stata quella di un totale disorientamento frutto del non sapere da che parte partire e dove andare a parare.Senza contare le criticità emerse nel doversi rapportare con le altre equipe (nei tempi, ritmi e diverse modalità di ciascuno) mediante un confronto costante e una dipendenza (che ha implicato pazienza) dai risultati del lavoro altrui.

Tutto questo può, evidentemente, essere letto in una chiave positiva, in quanto ci ha fatto comprendere quei meccanismi invisibili, caratterizzanti ogni lavoro, che altrimenti avremmo ignorato.Iniziare a mettere le mani in pasta e sbattere contro alcuni problemi solo apparentemente semplici (ma solo perché mai affrontati concretamente e in prima persona), è stato , dunque, altamente formativo perché ci ha permesso di capire le fatiche connesse all’ideazione di un servizio e il grande lavoro che vi è dietro la realizzazione di ogni prodotto.

Non sappiamo se il nostro progetto riscuoterà interesse, ma l’aver provato a uscire dalle nostre confortanti certezze è stato già un successo.