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Roma Tre abroad yieldroma3.blogspot.it Carceri: l’inciviltà di una nazione a pag. 6 Anno IX - # 2 Novembre 2013 Periodico universitario Yield! Problemi e esperienze dello studente che deve partire a pag. 2 Cultura: la battaglia della storia dell’arte a pag. 12

Yield anno 9 n°2

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Periodico universitario di Roma Tre

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Roma Tre abroad

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Carceri: l’inciviltà di una nazionea pag. 6

Anno IX - # 2Novembre 2013

Periodico

universitarioYield!

Problemi e esperienze dello

studente che deve partire a pag. 2

Cultura:la battaglia della storia dell’arte a pag. 12

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2 Yield

Il mito dell’eccellenzaProduttività negativa degli studenti in mobilità in tutti i

dipartimenti. Una sola isola felice: Architettura

Negli ultimi mesi la Commissione

Europea ha elaborato una propo-

sta legislativa con l’obiettivo di

razionalizzare e mettere sotto un’unica

denominazione i vari programmi di mobi-

lità europea. L’iniziativa unica si chiamerà

Erasmus for all e ha già visto assegnato un

budget specifico nel piano finanziario plu-

riennale 2014-2020 approvato a settembre

con il via libera del Parlamento di Strasburgo.

Le prospettive di questa riforma appaiono

incoraggianti, a partire dall’allargamento

della possibilità di mobilità ai master post-

universitari e ai giovani lavoratori. Tuttavia,

come sempre, molto dipenderà dalla capa-

cità del sistema universitario a incentivarne

la partecipazione.

Guardando a noi, cosa succede a Roma Tre?

Il Nucleo di Valutazione ha recentemente

pubblicato (Ottobre 2013) la valutazione

annuale sulla didattica di Ateneo. Rispetto

all’internazionalizzazione, Roma Tre con-

fermerebbe – secondo il Nucleo - “una

posizione molto soddisfacente, se si pensa

INTERNAZIONALIZZAZIONE E ROMA TRE

UNIVERSITA’

Page 3: Yield anno 9 n°2

Novebre 2013 3che già nel 2007-08 l’Ateneo si situava tra

i primi 10 Atenei italiani rispetto alla mobi-

lità Erasmus degli studenti. Le percentuali di

iscritti che partecipano ai programmi di mobi-

lità internazionale sono nel triennio 2008-11

costantemente superiori sia alle percentuali

nazionali che a quelle degli altri due atenei

romani. E’ tuttavia da rilevare un andamento

decrescente, con una lieve inversione di ten-

denza nel 2011-12”.

Se è vero che l’Ateneo di Roma Tre raggiunge

un buon risultato nel panorama nazionale,

che è un risultato fortemente condizionato

al ribasso dal peso delle università meri-

dionali, nel comparto delle università del

centro Italia il nostro Ateneo non è né primo

né ultimo della classe: è stabile sulla media

a 1,2%, senza fare di meglio o di peggio. Se

confrontato con la media nord Italia (1,6%),

si può dire che stiamo lavorando bene ma ci

sono ampi margini di miglioramento.

Una analisi più critica può farsi nel confronto

tra le facoltà. A Roma Tre, gli studenti di

Architettura e Ingegneria si scoprono mag-

giormente produttivi tra quelli che si recano

all’estero, che hanno in media conseguito

circa 35 CFU, valore superiore di circa 5

CFU rispetto a quello dei colleghi di facoltà

rimasti a Roma. Inversione di tendenza

assoluta per Giurisprudenza, Economia e

Scienze della Formazione, dove gli studenti

in mobilità rallentano clamorosamente in

produttività rispetto a chi decide di rimanere

nella capitale: chi parte acquisisce in media

un terzo di crediti in meno.

In conclusione possiamo sfatare il mito

dell’eccellenza accademica del Terzo

Ateneo in tema di internazionalizzazione.

Galleggiare sulla media nazionale per mobi-

lità in uscita non ci attribuisce meriti se non

si riesce a garantire una eguale produttività

dello studente all’estero. Al momento il dato

è nudo e crudo. La differenza di CFU acquisiti

tra chi rimane e chi parte rema verso un’u-

nica via: disincentivare la mobilità.

Valerio Natale

Periodico di informazione a cura di Ricomincio dagli Studenti

Responsabile dell’iniziativaDavid De Concilio

Direttore responsabileLudovico Tuoni

Contatti

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Yield!

Page 4: Yield anno 9 n°2

4 Yield

Datagate: The Big Brother is watching you

È il 5 giugno 2013 quando il quo-

tidiano inglese “The Guardian”

pubblica un ordine top secret della

Corte di Sorveglianza Straniera (FISC),

che ha ordinato ad un ramo dell’azienda

Verizon Communications di fornire quoti-

dianamente, con il sistema metadata, tutte

le chiamate all’interno degli Stati Uniti, sia

quelle locali sia quelle dagli U.S.A. verso

paesi terzi. È la data di inizio di quello che,

la stampa italiana ed internazionale, ha

definito come Datagate.

Le rivelazioni di Edward Snowden, opera-

tore della NSA (National Security Agency),

nel frattempo rifugiato in Russia, sono

continuate per tutta la stagione estiva,

dando vita a scandali, pubblico imbarazzo

statunitense di fronte alla vetrina interna-

zionale per essere stati colti con le mani

nel sacco, giustificazioni improbabili e

poco chiare, smentite e conferme (poche)

da parte dello stesso Governo ameri-

cano, richiesta di spiegazioni da parte

dei Governi e dei Ministeri Degli Esteri

di alcuni tra i principali partner (non-

ché membri della NATO) degli Stati Uniti,

fino alle ultime notizie, apparse sul sito

“Cryptome”, che aggiungono, alla lista dei

Paesi spiati dalla NSA, l’Italia.

Ciò che più impressiona e che preoc-

cupa, (oltre ai privati cittadini) i Governi

dei Paesi spiati , e che rende il caso

“Datagate-Snowden” diverso dal caso

“Wikileaks-Assange” è la mole di dati

Page 5: Yield anno 9 n°2

Novebre 2013 5raccolti (oltre che il contenuto di tali dati):

il sito “Cryptome” cita, per quanto riguarda

il nostro Paese, cifre forse di poco conto,

se si considera l’intero traffico telefonico

nazionale, ma comunque da capogiro: 46

milioni di metadati (numero di telefono,

identità del ricevente e del chiamante,

durata della telefonata). Se questa notizia

dovesse essere confermata dal Dis, ciò si

andrebbe ad aggiungere ai 361 milioni di

metadati raccolti in Germania, ai 70 milioni

in Francia e ai 61 milioni raccolti in Spagna.

Tali cifre hanno prevedibilmente provocato

proteste e reazioni diplomatiche da parte

dei Paesi “vittime” della NSA: il premier

spagnolo Mariano Rajoy ha affermato che

“se la rivelazione dovesse essere confer-

mata si tratterebbe di un evento improprio

tra due Paesi alleati ed amici”, mentre il

portavoce del governo tedesco, in rife-

rimento al probabile spionaggio della

Cancelliera Angela Merkel, ha parlato di “

notizie che, se si dimostrassero vere, provo-

cherebbero una grave rottura della fiducia

tra i due Paesi”; il presidente del Copasir,

Giacomo Stucchi, pur invitando alla cau-

tela, ha comunque dichiarato che “pur non

essendoci prove al momento, gli Stati Uniti

hanno comunque tenuto un comporta-

mento scorretto”. Inutile aggiungere come

Francia, Germania, Spagna e Italia non si

siano solo limitati a dichiarazioni ufficiali

di condanna, ma abbiano anche avviato

indagini interne per scoprirne “di più”.

Nonostante sia ormai risaputo che i servizi

di intelligence di qualsiasi paese spiino

e controllino gli altri paesi, e che spesso

questo accada anche tra alleati, il caso

Datagate non può essere incluso in questo

tipo di operazioni per tre motivi: quan-

tità delle informazioni (124,8 miliardi di

metadati raccolti in tutto il mondo); con-

tenuto delle informazioni raccolte( nomi,

numeri di telefono, probabilmente anche

contenuto delle conversazioni tra pri-

vati cittadini); utilizzo delle informazioni

raccolte (oltre che nella lotta al terrori-

smo, pare che le informazioni raccolte,

comprendenti anche la raccolta di dati da

aziende e industrie, siano servite a rendere

più competitive le aziende e le industrie

americane). Questi tre motivi, sono suffi-

cienti a rendere le operazioni rivelate dal

“Datagate” diverse dal “normale” spio-

naggio di qualsiasi agenzia di intelligence

esistente al mondo. Ma come influirà tutto

questo nei rapporti diplomatici tra U.S.A.

ed alleati europei coinvolti? Le reazioni

delle vittime e la direzione in cui si stanno

muovendo i vari Governi, dimostrano, a

differenza del caso Wikileaks, che questa

volta gli Stati Uniti dovranno darsi da fare

per recuperare la fiducia degli alleati e

non sarà sufficiente giustificarsi semplice-

mente con un “lo fanno tutti”.

Riccardo Grazioli

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6 Yield

La s i t u a z i o n e c h e s i p r e s e n t a

quest’oggi nelle carceri italiane è

quantomai critica: i 205 istituti ita-

liani deputati alla detenzione ospitano

quasi 65 000 detenuti, quando i reali

posti disponibili sono 47 615.

Le condizioni in cui i detenuti si tro-

vano a vivere sono malsane e talvolta

inumane: celle di piccole dimensioni

sovraccaricate di posti letto non previ-

sti; scarsa, scarsissima igiene, freddo,

umidità, infiltrazioni, violenze.

Dal 7 dicembre 2012 al 26 settem-

bre appena trascorso si contano più di

ottanta morti: chi è morto per malattia,

chi per “cause da accertare” e chi infine

si è tolto la vita.

L’impiccagione è risultato il metodo più

frequente per il suicidio, seguito dall’a-

sfissia con il gas delle bombolette da

camping in uso ai detenuti.

Non è un caso che le carceri in cui si è

registrato il maggior numero di suicidi

siano quelle che presentano gravi situa-

zioni di sovraffollamento: Sollicciano a

Firenze e Poggioreale a Napoli.

Il sovraffollamento delle nostre carceri

è un problema così rilevante da aver

motivato il presidente della Repubblica

a scrivere un messaggio alle Camere

Sovraffollamento carceri: l’inciviltà di una nazione

Page 7: Yield anno 9 n°2

Novebre 2013 7per valutare la necessità di un provve-

dimento di grazia quale l ’amnistia o

l’indulto.

Questo provvedimento sembra met-

tere d’accordo Pd e i 5 Stelle, entrambi

contrari, mentre l’orientamento del Pdl

sembra diverso, a quanto pare favore-

vole, sulla base di un giudizio che nel

corso del ventennio berlusconiano è

cambiato innumerevoli volte.

Per quanto riguarda gli elettori, è noto

che i provvedimenti di clemenza sono

in genere i più impopolari, soprattutto

in questo particolare momento poli-

tico in cui potrebbero riguardare Silvio

Berlusconi, e sia gli elettori di centrode-

stra che di centrosinistra vedono un’alta

percentuale di contrari ad amnistia e

indulto.

I l 28 maggio 2014 scadrà i l termine

posto dalla Corte Europea dei diritti

del l ’uomo per provvedere a trovare

soluzioni al sovraffollamento dei peni-

tenziari, in modo da riuscire ad evitare

che l’Italia sia condannata per la vio-

lazione della Convenzione dei diritti

dell’uomo, che vieta agli Stati di sotto-

porre le persone a trattamenti inumani

e degradanti.

Secondo i 5 Stelle il ministro Cancellieri

dovrebbe chiedere all’Europa una pro-

roga di almeno un anno presentando un

effettivo piano di rientro che preveda

l’immediato avvio della ristrutturazione

delle carceri attuali e il recupero di tutte

le migliaia di posti inutilizzati, in modo

tale da rendere accettabili le condizioni

di vita dei detenuti.

È però davvero possibi le attendere

ancora tutto questo tempo e lasciare

che i detenuti vivano in tali condizioni di

degrado? Il carcere dovrebbe essere un

luogo di riabilitazione e rieducazione,

non un luogo di morte e maltrattamenti.

Per citare Voltaire: “Non fatemi vedere i

vostri palazzi ma le vostre carceri perché

è da esse che si misura il grado di civiltà

di una nazione”.

Roberta Di Cio

L’aforisma del giorno

“Non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permet-tono che, in alcuni eventi, l’uomo cessi di essere persona e diventi cosa” Cesare Beccaria

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8 Yield

In questi ultimi tempi abbiamo assistito a

due disgrazie, quasi, antitetiche : il ragazzo

italiano emigrato ed ucciso in Inghilterra e

la strage di Lampedusa.

Un rapporto dell’Ismu sui flussi migratori

svela che per la prima volta negli ultimi anni

il numero di stranieri immigrati nel nostro

Paese è superato dal numero di italiani

emigrati all’estero. La crisi economica ha

riportato l’Italia ad essere un paese di emi-

granti, che non sono più poveri e poverissimi,

ma perlopiù giovani laureati cui il nostro

paese non offre alcuna opportunità.

È un paradosso, come spiega Gian Carlo

Blangiardo, docente di Demografia alla

università Milano-Bicocca e curatore del

rapporto Ismu: “Da una parte importiamo

giovani stranieri laureati che finiscono per

trovare un mestiere poco qualificato, dall’al-

tra esportiamo giovani cervelli che soltanto

all’estero trovano una professione alla loro

altezza”.

Infatti, la prima storia non ha come teatro una

megalopoli del terzo mondo ma Maidstone,

capitale del Kent. Ad essere ucciso, lo scorso

23 ottobre, è stato un ragazzo di Nibionno,

Joele Leotta, accusato di ‘’lavorare il lavoro

agli inglesi’’.

Nove persone sono state già arrestate.

Joele era un teenager italiano , partito con

Immigrazione: è lotta in Unione Europea

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Novebre 2013 9l’obiettivo di perseguire un suo grande

sogno: imparare a parlare bene l’inglese. E”

stato pugnalato da otto persone che vole-

vano dare una lezione a lui ed al suo amico,

come segno della ‘’frustrazione’’ che pro-

vano nei confronti degli immigrati.

Il secondo caso,invece, riguarda il popolo

somalo ed eritreo. Una tragedia senza

precedenti nel lungo elenco di drammi

dell’immigrazione.

Circa 500 emigranti, in cerca di un futuro,

erano diretti verso la costa di Lampedusa

quando ha cominciato a propagarsi a bordo

un incendio causato dal tentativo di segna-

lare la propria presenza dando fuoco, pare,

ad una coperta. La gran parte di loro ha tro-

vato una morte orribile.

Decine e decine di migranti, in gran parte di

origine somala ed eritrea, erano ammassati

su un barcone che si trovava a mezzo miglio

dall’isola dei Conigli, al largo di Lampedusa.

Il bilancio, terribile, potrebbe arrivare a 300

vittime. Una strage. Con l’orrore di immagini

come quelle girate dalla Guardia Costiera che

mostrano decine e decine di corpi galleg-

gianti. I soccorritori hanno recuperato 127

corpi, compresi quelli di una donna incinta e

di due bambini, un maschio e una femmina,

mentre molti altri sarebbero sotto il barcone.

Le persone tratte in salvo sono 155. Secondo

la ricostruzione il barcone si è rovesciato a

poca distanza dalla riva e ha preso fuoco.

L’allarme è stato dato dall’equipaggio di due

pescherecci che transitavano nella zona.

Sono innumerevoli gli sbarchi che avven-

gono ogni giorno a Lampedusa, il tasso di

immigrati aumenta giorno dopo giorno.

L’Italia è divisa su due fronti: chi è a favore

della loro integrazione e chi no.

Ma comunque sia la situazione mondiale

è chiara, la sopportazione è arrivata alle

minimo, che sia il caso di Joele o dei diversi

immigrati che ogni giorno sbarcano in Italia

il risultato non cambia, le persone non sono

più capaci di essere solidali e questo ,spesso,

sfocia in atti di cattiveria brutale.

Beatrice Fianco

La redazione è aperta

a tutti gli studenti di Roma Tre, se

vuoi scrivere con noi contattaci!

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10 Yield

Romeo e Giulietta: ama e cambia il mondoVerona. Due famiglie, un odio secolare, un

amore impossibile … Sto parlando della più

grande storia d’amore di tutti i tempi: “Romeo

e Giulietta” di William Shakespeare. Molte sono

state le trasposizioni cinematografiche e tea-

trali del romanzo ma l’ultima creazione è stata

l’opera musicale “Romeo e Giulietta: ama e

cambia il mondo” che ha avuto il suo esordio in

Italia all’Arena di Verona il 2 Ottobre ed è stata

trasmessa in diretta sul Raidue. Tra gli inter-

preti troviamo Davide Merlini (partecipante di

XFactor 2012) nel ruolo di Romeo, Giulia Luzi

(vista nel cast dei Cesaroni) nel ruolo di Giulietta,

il grandissimo Vittorio Matteucci (già visto in

diversi musical: Notre-Dame de Paris, Dracula,

Tosca, I Promessi Sposi, La Divina Commedia)

nel ruolo del padre di Giulietta. Sul palco si

esibiscono 45 artisti tra cantanti,attori e un

corpo di ballo fenomenale che è riuscito a dare

vita a scene come la festa in casa Capuleti o il

duello tra i giovani delle due famiglie. In questa

nuova versione per condurre lo spettatore alla

maggiore comprensione del testo sono state

inserite delle parti recitate che danno anima

alle scene e possibilità agli interpreti di entrare

in maniera più incisiva nel personaggio. Lo spet-

tacolo si svolge attraverso due filoni paralleli;

nel primo i personaggi agiscono come impone il

loro ruolo e contemporaneamente, nel secondo,

ognuno rivela i moti del proprio animo: Tebaldo

non sarà solamente il “cattivo” della storia ma

un giovane adolescente combattuto tra ciò che

è veramente e ciò che la famiglia si aspetta che

lui sia, rivelandosi un uomo tormentato da un

amore folle per la cugina e la consapevolezza

di non poterla avere. Il padre di Giulietta non

sarà soltanto il severo e austero capofamiglia

che costringerà Giulietta ad un matrimonio

senza amore con Paride ma anche un padre

che ama la figlia più di ogni altra cosa e che nel

profondo non vorrebbe mai lasciarla andar via

Mercuzio, a mio avviso uno dei personaggi più

belli e complessi dell’opera, viene interpretato

magnificamente da Luca Giacomelli.

Si presenta come il folle e il diverso, in parte

deriso in parte non ascoltato, che si dimo-

strerà essere poi un visionario tormentato

da un amore non confessabile. Per questo gli

unici personaggi puri sono appunto i protago-

nisti che vivono il loro amore incuranti delle

convenzioni e degli ostacoli. L’opera così revi-

sionata ci propone tutte le problematiche che

caratterizzano anche i nostri tempi. Un musi-

cal unico: scenografie e costumi maestosi che

ricordano Le Cirque du Soleil , musiche dalla

melodia moderna , testi coinvolgenti e un cast

eccezionale. Stravolgendo una citazione di

Shakespeare: “Mai vi fu spettacolo più emozio-

nante di quello di Giulietta e del suo Romeo”.

Alice Agostini

SPETTACOLO

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Novebre 2013 11Best seller: gara a colpa di milioni

Best seller o detta in maniera più spic-

ciola: libri di cui si vendono talmente

tante copie da rendere ricchi i propri

autori. Siamo d’accordo che non tutti hanno la

stessa qualità, che alcuni hanno più successo di

altri, che qualcuno è così commerciale da essere

l’equivalente di un tormentone estivo musi-

cale. Un esempio di tormentone? Certamente

“Cinquanta sfumature di grigio” che, se per

molti ha significato una perdita di denaro e di

tempo (risulta il libro più comprato e abbando-

nato degli ultimi anni secondo il sondaggio di

“Goodreads” un famoso sito dedicato ai libri e

alle recensioni dei lettori) per la scrittrice E.L.

James e per il suo conto in banca ha voluto

dire invece ben 1,3 milioni di euro a settimana,

facendola diventare la scrittrice con più incassi

dell’anno, per un totale di ben 95 milioni di

dollari! Cifre che noi universitari non possiamo

neanche immaginare. Probabilmente la James

avrà destato l’ira o almeno la gelosia di molti

altri suoi colleghi. Sicuramente quella di James

Patterson, spodestato dal primo posto su cui

siede quasi ogni anno grazie ai sequel delle

sue numerose saghe da Alex Cross a Maximum

Ride e quella di Danielle Steel, seconda autrice

donna dopo Agatha Christie per numero di

copie vendute con più di 590 milioni ma solo

ottava nella classifica dei ricconi.

I grandi scrittori però rimangono sulla cresta

dell’onda per anni e per più di una serie o di

un libro, come Stephen King che realizza Best

Seller con la stessa facilità con cui noi riman-

diamo la sveglia la mattina per dormire dieci

minuti in più, o come J.K Rowling (mamma-Row-

ling per tutti coloro che sono cresciuti insieme

ad Harry Potter). Nel 2006 infatti la rivista ame-

ricana “Forbes” la dichiara la donna più ricca

del Regno Unito, superando di quasi sei volte la

regina Elisabetta. Il suo ultimo libro “Il seggio

vacante”, indirizzato esclusivamente agli adulti,

sarà probabilmente il soggetto di una serie tele-

visiva che uscirà l’anno prossimo, prodotta dalla

BBC. Prima sul grande e ora sul piccolo schermo

abbiamo capito che forse la Rowling ha davvero

una bacchetta magica dato che tutto quello

che tocca non diventa oro ma sterline sì. Nomi

diversi e generi diversi, sarebbe quindi impos-

sibile decretare per quale tipologia di libro è

più facile diventare un best seller, sicuramente

è più complicato per uno scrittore emergente

mentre i “veterani” a volte vivono di rendita.

Questo vale anche se voltiamo lo sguardo verso

le librerie del nostro Paese: Fabio Volo ha pub-

blicato il 22 ottobre il suo nuovo libro “La strada

verso casa” e, ahimè, anche se lui stesso si è

definito un “non-scrittore” continua a scrivere e

a vendere più di altri autori italiani. Ancora una

volta, non sempre successo vuol dire bravura

ma colpire il pubblico e si sa... de gustibus non

est disputandum!

Chiara Davitti

CULTURA

Page 12: Yield anno 9 n°2

12 Yield

“Ahi serva Italia , di dolore

o s t e l l o , n a v e s a n z a

n o cc h i e re i n g ra n t e m -

pesta, non donna di province, ma di

bordello!” Queste le parole profetiche

che Dante pronuncia nel sesto canto

del Purgatorio, il canto della politica.

Parole brucianti, colme di indignazione

e di sconcerto per la situazione dell’I-

talia di allora: si sta parlando del 1200,

eppure, nonostante siano passati secoli,

suonano ancora attuali. E cosa direbbe

Dante se sapesse quello che sta succe-

dendo ora, se vedesse crollare, un pezzo

dopo l’altro, la nostra identità culturale?

Una delle tante vittime di questo irre-

frenabile processo di disfacimento, è la

Storia dell’Arte nelle scuole. In base alla

riforma Gelmini del 2010, che entrerà

in vigore dal prossimo anno, questa

disciplina sarà oggetto di tagli e ridu-

zioni di ore. Una decisione che, adesso

più di prima, ha acceso un focolaio di

proteste. I dati che emergono sono i

seguenti: la cancellazione della mate-

ria negli istituti tecnici e ad indirizzo

turistico e la parziale riduzione di ore

in alcuni licei, come il Socio-Pedagogico

e il Linguistico. Dunque non c’è un’a-

bolizione “totale”, che coinvolge tutte

La battaglia della Storia dell’Arte

Page 13: Yield anno 9 n°2

Novebre 2013 13le scuole, come è stato erroneamente

riportato da molte testate giornalisti-

che dai titoli catastrofici; ma di sicuro si

tratta di un notevole depotenziamento

della materia, che non lascia presagire

nulla di buono. Se già da prima que-

sta disciplina veniva superficialmente

considerata, nella mentalità scolastica,

come “l ’ult ima ruota del carro”, con

questa proposta le è stato assestato il

colpo di grazia. La scelta più assurda

e discutibile è quella di cancellare la

discipl ina dagl i ist i tut i ad indir izzo

turistico, considerando che proprio alla

base del turismo ci sono la cultura e

l’arte; soprattutto in una nazione come

l’Italia (non a caso chiamata dal resto

del mondo “Il Bel Paese”), che vanta

un’immensa varietà di beni culturali

e in cui il turismo è uno dei capisaldi

del l ’economia . Se a l l ’estero ancora

godiamo di un qualche prestigio come

popolo, è grazie alla nostra cultura e

al nostro patrimonio artistico; ma se i

Ministri continueranno ad effettuare

tagli sull’istruzione, estirpando dalla

formazione delle nuove generazioni

la conoscenza di grandi personalità e

prodigiosi talenti, saremo un popolo di

ignoranti. I Ministri infatti prediligono

l ’aspetto “pratico”, che si manifesta

in discipline più “moderne” e “utili”,

come le lingue straniere, l’informatica,

l’economia; ben vengano queste mate-

rie, ma non lasciamo che, a causa di

esse, sia trascurata la Storia dell’Arte.

A difesa della disciplina sta circolando

una petizione, sottoscritta dal Ministro

dei beni culturali Massimo Bray, che

vanta più di quindicimila firme. Tra i

fautori ci sono non solo professori e

storici dell’arte, ma anche persone non

direttamente coinvolte nel settore: tutti

uniti dallo stesso proposito, difendere

la Storia dell’Arte dagli attacchi della

riforma, tutti concordi sul fatto che non

ha senso risparmiare sulla cultura. Non

è giusto che a pagarne le conseguenze

siano gli adulti di domani, danneggiati

da un’istruzione declassata e medio-

cre, insensibili all’istinto primordiale

dell’uomo, il bisogno di comunicare e

di trasmettere emozioni. Non dimen-

tichiamoci di ciò che diceva il mitico

Professor Keating nel f i lm “L’att imo

fuggente”: “La razza umana è piena di

passione. Medicina, legge, economia

ingegner ia sono nobi l i profess ioni ,

necessarie al nostro sostentamento. Ma

la poesia, la bellezza, il romanticismo,

l’amore, sono queste le cose che ci ten-

gono in vita”.

Sofia Barbanti

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14 Yield

La rubrica dello Sport: novembre

Da quando ci siamo lasciati poco meno di

un mese fa la situazione in Serie A è cam-

biata relativamente poco. In testa c’è una

Roma che incappa nella prima “non vittoria” pareg-

giando in casa di un buon Torino ma che guardando

la classifica ha raccolto molto meno di quanto meri-

terebbe. Dietro di lei Juventus e Napoli che vincono

e convincono nonostante qualche occasionale pas-

saggio a vuoto ma comunque hanno totalizzato 28

punti sui 33 disponibili. Qui si crea la prima frattura:

6 punti sotto, a quota 22 troviamo appaiate l’in-

credibile Verona, rivelazione indiscussa di questo

campionato, con 6 vittorie su 6 partite in casa ove

possiamo ammirare un Toni in forma straordinaria

ed un Inter che a vedersi sembra troppo dipen-

dente dalle giocate di Palacio e di Alvarez ma che

comunque ha il migliore attacco della serie A ed è

andata in gol già con 11 giocatori. Un punto sotto

a loro c’è la Fiorentina di Montella e dell’ancora

assente Gomez, che cambiando sistema di gioco

è riuscita a mantenersi su grandi livelli soprattutto

grazie a Cuadrado,Rossi e Borja Valero. Da questo

punto parte la seconda grossa frattura del nostro

campionato dove per ora primeggia la Lazio a quota

15 punti ma in sole 6 lunghezze ci sono 11 squadre,

tra cui il Milan e l’Udinese, ma anche il Sassuolo

che nonostante i miglioramenti si trova ancora al

terzultimo posto che vorrebbe dire retrocessione.

Analizzando la classifica possiamo vedere appunto

come tra la 7 e la 18, cioè tra la posizione che fino

a qualche stagione fa garantiva la qualificazione

all’europa league e la retrocessione,ci siano sola-

mente 2 “partite”(6 punti). Ciò è un dato che deve

far riflettere. Penso che se da un lato si stia cer-

cando di far risorgere il calcio italiano con realtà

come la Juventus, il Napoli o la Roma dall’altro lato

il livello si stia notevolmente abbassando perché le

grandi vincono contro la stragrande maggioranza

delle squadre con facilità mentre in Europa fati-

cano troppo. E’ come se mancassero le squadre di

mezza classifica, che rendono il campionato incerto

ad ogni giornata. Con questo non voglio dire che

questa stagione sia brutta, tutt’altro, finalmente si è

superato quel dualismo che aveva caratterizzato la

serie A per troppo tempo,si è passati ad una corsa a

tre ma con il vuoto alle loro spalle. C’è ancora un’in-

finità di lavoro da fare, e spero che le “piccole”, e

qualche presunta grande, prendano spunto dal

Verona.

Cambiando completamente sport vorrei fare un

salto oltre oceano, dove da una settimana è rico-

minciato l’NBA. Quest’anno più che mai si prospetta

un campionato molto incerto: se da un lato i Miami

Heat campioni in carica puntano ad uno storico

tree-peat(vincere per tre volte consecutivamente

il titolo) dall’altro ci sono diverse contender con il

dente avvelenato. Basti pensare ad Indiana, tutte

e due le squadre di New York(con i nuovi Brooklyn

Nets che hanno sforato per la prima volta nella sto-

ria la quota di 100 milioni di $ di ingaggi ma che

pagheranno anche 80 milioni di dollari di tasse

aggiuntive, per aver appunto superato il così detto

SPORT

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Novebre 2013 15“salary-cap”), Chicago e via discorrendo. Sarà tut-

tavia una stagione strana perché mancheranno a

lottare per il titolo le due squadre più titolate cioè

i Los Angeles Lakers ed i Boston Celtics in quanto

impegnate a rifondare ed in questa lega per forza

di cose si è costretti a perdere almeno una sta-

gione per avere una futura squadra vincente. Per

fortuna aggiungo io, almeno qui si è fatto di tutto

per arginare la “legge del più ricco” che al momento

troviamo già a sufficienza nella vita reale ma

almeno nello sport limitiamola. Lo sport lasciatelo

a noi “romantici” ai quali basta una palla di qualsi-

voglia genere per farci brillare gli occhi o una birra

ad un pub insieme ad un gruppo di amici blate-

rando, per l’appunto, di tutti questi giochi, i giochi

più belli del mondo, e non infangate tutto ciò con

il dio denaro..

Luca Iacovelli

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SVAGO

Istruzioni:

Riempire la griglia in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro conten-gano una sola volta i numeri dall’1 al 9.

L’aforisma del giorno

“La società di massa non vuole cultura, ma svago.”

Hannah Arendt

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INIZIATIVA

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