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Page 1: Gerontocrazia in Italia, Morosini, Area, Lugano, 22.11.203

n° 18, 22 novembre 2013 - area di sosta

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Pagano di piùma contano poco

I giovani italiani sono i più colpiti dalla crisi, ma una legge arcaica conferisce loro i pieni diritti politici solo a 25 anni

Il costo della giustizia è unaquestione ancora aperta e tut-t’altro che risolta.Nel 2011 è entrato in vigore ilnuovo Codice di proceduracivile. I vantaggi sono evi-denti: in ogni cantone le pro-cedure seguono ora la stessastrada e l’inquilino che dal Ti-cino si trasferisce a Zurigopuò vedersi applicare oltre chela stessa legge anche lo stessomodo di procedere. Contem-poraneamente, adattando leprocedure e uniformandole,nel nostro Cantone gli Ufficidi conciliazione hanno persogran parte del loro potere de-cisionale, che la vecchia leggeconferiva loro. Di primo acchito potrebbesembrare un problema di lanacaprina, in fin dei conti. E lodice il nome stesso: hannosolo il compito di conciliare,di trovare un accordo fra leparti. Nella realtà prima del2011 gli Uc avevano poteredecisionale. Ora non hannopiù l’obbligo di decidere, solose lo desiderano possono pro-porre un giudizio. Questo hadelle conseguenze pesanti perl’inquilino. Poiché non c’èuna decisione, a volte la partelocatrice non si presenta inudienza e pertanto non è nep-pure possibile discutere e ten-tare di trovare un soluzionealla vertenza, tutto si demandaal giudice. In ogni casoquando è accertata la mancataconciliazione sarà l’inquilinoche ha chiesto ad esempiol’annullamento della disdetta,la proroga del contratto, l’eli-minazione dei difetti a ricor-rere al Pretore e depositareuna petizione per accertare lapertinenza delle sue contesta-zioni e più in generale la fon-datezza dei suoi diritti. Maaccedere alla giustizia ha i suoicosti. Prima ancora di entrarenel merito della richiesta,prima di fissare l’udienza allaquale le parti sono chiamate,la Pretura chiede pagamentoanticipato delle spese, calco-lato sulla base della legge can-tonale che regola le tariffegiudiziarie. Ad esempio l’in-quilino che vuole contestare laliceità della disdetta e chie-derne l’annullamento può es-sere chiamato a versare da1.000 a 4.000 franchi. Spesso,non essendo nella possibilitàdi anticipare tale cifra, l’in-quilino si limita a chiedere laprotrazione della locazione,perché in tal caso la tariffa saràmolto più limitata (dai 100 ai200 franchi). Anche nel casodi una richiesta di diminu-zione della pigione per l’ab-bassamento del tassoipotecario può essere richiestoun anticipo tra 1.500 e 6.000franchi, a seconda dell’am-montare del canone di loca-zione. Un bel deterrente perchi vuol far valere i propri di-ritti. La giustizia oltre cheuguale per tutti deve anche es-sere accessibile a tutti, è unprincipio fondamentale inuno Stato equo, attento ai bi-sogni e ai diritti di tutti i suoicittadini.

Giustizia per tuttie non per pochi

Dolce casa

Le vecchie biciclette, nonostante siano an-cora in grado di viaggiare, terminano illoro viaggio molto spesso nei negozi di fer-rivecchi o fanno la polvere nelle cantinedelle abitazioni. Nel quadro del programmaoccupazionale Ri-cicletta, le bici vengonoraccolte e rimesse in buono stato da disoc-cupati. Queste persone che si trovano inuna condizione sociale difficile o hannodei problemi di salute possono approfittaredi uno spazio di accoglienza protetto, sep-pure per un periodo limitato. Il progettoaumenta le prospettive per la loro integra-zione nel mondo del lavoro svizzero.

buona qualità e resistono su strade disse-state. Le biciclette riciclate non solo per-mettono un accesso alla mobilitàecologica ed economica nei paesi africani,ma creano pure dei posti di lavori in loco,che possono essere negli atelier di ripara-zione come nei negozi di vendita di bici edi pezzi di ricambio.Abbiamo aderito a questa interessante ini-ziativa e stiamo preparando anche noi le bi-ciclette per poi spedirle in Africa. Crediamoche questo sia un ulteriore tassello da ag-giungere al puzzle dell’attività di Sos Ticinoche lotta in favore dei più deboli.

Nel corso degli ultimi mesi l’atelier hapreso contatto con la Fondazione Bici-clette per l’Africa per intraprendere unacollaborazione con loro. Di che cosa sitratta? Viene svolto lo stesso tipo di atti-vità come da Sos Ticino, ma le biciclettevengono poi spedite in Africa. Le biciclette possono essere esportate in

Africa solo dopo aver superato lo standardqualità definito dai responsabili di Bici-clette per l’Africa. Una volta sul posto, lebiciclette vengono vendute dando la pos-sibilità alle persone che non possono per-mettersi un’auto o una motocicletta dimuoversi. La domanda di biciclette sviz-zere in Africa è grande perché sono di

di Marco Morosini

L’Italia – secondo Time Magazine«l’economia più pericolosa delmondo» – vede ogni giorno vacillareil suo 62° governo in 68 anni e sta di-ventando un rischio per l’Europa. Idue politici chiave del dramma ita-liano sono il presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano e ilpregiudicato Silvio Berlusconi. La loroetà: 88 e 77 anni.

La gerontocrazia (potere degli an-ziani) è un fenomeno in crescitanella maggior parte dei paesi ric-chi. Dal 1990 al 2005, l’età del-l’elettore mediano nei paesi Ocseè aumentata tre volte più rapida-mente che nei precedenti 30 anni.In molti paesi più della metà deglielettori ha 50 anni o più. Questatendenza è confermata dall’Indicedi giustizia tra le generazioni (IJI),composto da quattro indicatori:debito pubblico per ogni mino-renne, povertà giovanile, spesa so-ciale pro capite per gli anziani,impronta ecologica pro capite. Se-condo gli autori di questo Indice,i paesi Ocse prosperano in buonaparte a spese dei loro giovani edelle generazioni future.I molti paesi che vedono crescereil numero e il peso politico deicittadini più anziani farebberobene a volgere lo sguardo versol’Italia. La popolazione italiana èla terza più vecchia del mondo.Questa peculiarità e una leggeelettorale arcaica hanno portatoda molti anni a un dominio deglianziani nella società, nell’econo-mia, nel parlamento e nel go-verno. Le conseguenze si possonomisurare: tra 29 paesi Ocse, l’Ita-lia è ventisettesima sia nell’Indicedi giustizia tra le generazioni sia

nello squilibrio della spesa sociale,sette volte più alta per gli anzianiche per il resto della popolazione(rispetto a tre volte in molte na-zioni). Il debito pubblico per ogniminorenne è di 220.000 euro, ilsecondo più alto tra i paesi Ocse,il tasso di povertà giovanile è ilquinto più alto.Secondo il Centro Europa Ricer-che, il calo del reddito pro capiteitaliano dal 2007 è stato più pro-fondo che non nelle due peggioridepressioni del 1866-1871 e del1929-1935. In Italia una quotacrescente del gettito fiscale va apagare gli interessi sull’enorme ecrescente debito pubblico (133%del Pil), dal 2007 la produttivitàe la produzione industriale sonocalate del 20%, il Pil si è ridottodel 9%. Da decenni l’economiasommersa e l’evasione fiscale am-montano a un quinto del Pil. Di-suguaglianza economica, povertàe disoccupazione (13%), conti-nuano a crescere, mentre ognianno decine di migliaia di giovanilaureati lasciano il paese. In Italia sindacati e partiti deipensionati difendono efficace-mente gli interessi degli anziani, icui patrimoni e redditi matura-rono nei decenni di rapida crescitaeconomica dopo la secondaguerra mondiale. A tali patrimonie redditi non potranno certo aspi-rare molti giovani di oggi, che vi-vono in tempi di precarietà dellavoro, bassi salari, disoccupa-zione e recessione.«Con un’età media di 59 anni, gliuomini di potere italiani sono i piùvecchi in Europa», dice un rap-porto dell’Università della Cala-bria. Secondo il rapporto l’etàmedia dei professori universitari èdi 63 anni, quella dei banchieri edei vescovi 67. Solo 3 su 2.500parlamentari scelti con le ultime

tre elezioni politiche prima del2013 avevano meno di 30 anni.Nel programma dell’Ocse per lavalutazione internazionale dellecompetenze degli adulti (Piacc,2013) l’Italia èall’ultimo postotra 24 paesiOcse. In effetti,l’Italia è uno deipaesi industria-lizzati con il piùbasso tasso di scolarizzazione e dilaureati. Questo divario è ancoramaggiore per gli italiani più an-ziani, che furono giovani quandopochi accedevano all’istruzionesuperiore.L’Italia è l’unico paese in cui i cit-tadini devono attendere i 25 annid’età per godere i pieni diritti po-litici. Mentre in tutto il mondo sivota in media a 18 anni, per eleg-gere il Senato italiano ce ne vo-gliono almeno 25. Tra i cinquantamilioni di maggiorenni con di-ritto di voto per la Camera, 4,3milioni di 18-24enni (8%) nonpossono votare per il Senato, il cuivoto di fiducia è obbligatorio perqualsiasi governo. Di conseguenzail governo del Paese è determinatosolo dalla parte più anziana deicittadini adulti.Il risultato delle elezioni di feb-braio ha costretto la formazione diun innaturale governo di partitinemici di sinistra, destra e centro.Se però i 18-24enni avessero po-tuto votare, l’Italia avrebbe oraforse la stessa maggioranza poli-tica nelle due ca-

mere e un governo più stabile.Mentre la disoccupazione giova-nile ha superato in Italia il 40%, èparadossale che proprio i più col-piti non siano autorizzati ad eleg-

gere l’insieme deiparlamentari equindi a determi-nare il governo. Algiorno d’oggi, lamaggior parte deidecisori econo-

mici e politici trascurano l’im-patto a lungo termine – peresempio in campo ambientale efinanziario – delle loro decisionie praticano scelte che massimiz-zano i benefici a breve termine.Diversi autori e organizzazionipropugnano un maggior peso po-litico per i giovani. La Fondazioneper i diritti delle generazioni fu-ture sostiene il diritto di voto dallanascita (www.wir-wollen-wae-hlen.de), esercitato dai genitori peri loro figli. Altre organizzazionisono a favore del diritto di voto a16 anni, come in Brasile e in Au-stria.Decenni di gerontocrazia hannorallentato in Italia la capacità d’in-novazione, la competitività e ilrinnovo generazionale. Abbassareda 25 a 18 anni l’età per eleggereil Senato è una misura semplice ea costo zero, che può essere presaimmediatamente. L’equilibrio ge-nerazionale e la stabilità politicain Italia e in Europa ne potrannosolo beneficiare.

Un paese rallentatoda decenni

di gerontocrazia

di Elena Fiscalini, presidente Asi Fsi

Spazio Sos

di Tatiana Lurati, responsabile settore disoccupazione Sos Ticino

In Africacon la bicicletta