Anno XXX - n. 4luglio/agosto 2012Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abb. legge 662/96 DCB Centro 1 Perugia
l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
Università degli Studi di Perugia
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LA ROVENTE ESTATE DELLA MATEMATICAUn’a�ollata quarantesima edizione per i corsi estivi del S.M.I.
NEWSl’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
INDICE
I numeri non vanno in vacanza
Un passaporto di qualità per l’Europa
Qualitativamente attivi
Meno energia per i computer del futuro
Le libellule, i bioindicatori della qualità dell’ambiente
Circolo San Martino: un anno di entusiasmo e grandi successi
Farmacia: dai banchi universitari al lavoro
Messico chiama Italia
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Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia
Anno XXX
n.4 luglio/agosto 2012
Auorizzazione del Tribunale di Perugia
n. 659 del 7/3/1983
Direttore reponsabile : Laura Marozzi
Redazione: Piazza dell’Università, 1
06123 Perugia (PG)
mail: [email protected]
Tel. 075 585 2395
Fax 075 585 2182
Progetto grafico: Thema_design e comunicazione
Stampa in proprio
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 2
A Perugia 90 laureati italiani e stranieri per la summer school della Scuola Matematica Interuniversitaria.
di Maurizio Baglioni
La matematica non va in vacanza e si studia bene anche d’estate,
nonostante il gran caldo di quest’anno.
Sono stati 90 i giovani, di vari Atenei italiani e stranieri, selezionati
in base ai titoli da un’apposita commissione, che hanno partecipato
ai corsi estivi di avvio alla ricerca in Matematica per laureati della
Scuola Matematica Interuniversitaria (SMI), corsi che da
quarant’anni si tengono nel capoluogo umbro, grazie all’impegno
dei docenti dell’Università degli Studi di Perugia.
L’iniziativa, che si è tenuta nel mese di agosto presso il Dipartimento
di Matematica e Informatica dell’Ateneo perugino, è stata organizza-
ta dal Consorzio Interuniversitario per l’Alta Formazione in Mate-
matica (Ciafm), di cui fa parte, sin dalla fondazione, anche lo
Studium perugino, il quale è riuscito a superare le difficoltà econo-miche dovute ai tagli dei finanziamenti ministeriali e alla partecipa-
zione, non sempre attiva, di istituzioni che dovrebbero favorire
l’attività e costruire anche l’edizione appena conclusa. I corsi, peraltro, sono stati inseriti in uno specifico progetto di Educazione, Istruzione e Formazione della Fondazione Cassa di
Risparmio di Perugia, che grazie a ciò ha potuto sostenerne lo svolgi-
mento. Lo scopo di questa frequentata e longeva summer school è quello di preparare i giovani studiosi ai corsi di Dottorato di ricerca, da
frequentare poi in Italia o all'estero e, più in generale, alle Scuole di
specializzazione post-lauream e, infine, all’attività di ricerca.In questo modo il capoluogo umbro, grazie al Dipartimento di Matematica e Informatica sede dell’iniziativa, ribadisce di essere
all’altezza di ospitare adeguatamente un evento di rilievo per qualità
e prestigio – si tratta di un’attività quarantennale nel settore dei corsi estivi - e si conferma polo di eccellenza per l’approfondimento di questa disciplina spesso al centro del dibattito: tanto importante,
quanto ostica, soprattutto per i giovani. E i Corsi 2012 non hanno deluso le attese, nonostante siano risultati
8Meno energia per i
computer del futuro
4Un passaporto di qualità per l’Europa
I NUMERI NON VANNO IN VACANZA
l’UNIVERSITA' n.4 2012 15
Dopo quattro anni di scambi e incontri con professori messicani a Perugia, da questo anno accademico (2011-2012) è ufficialmente partito anche presso la sede del Politécnico di Monterrey (Messico) il dottorato “Società della conoscenza e cultura dell’integrazione, un corso di studio attivato nel 2008 sulla base di un accordo scientifico-didattico fra l’Ateneo di Perugia e l’università messicana. Dopo gli scambi di professori, quindi, ora per la prima volta i dottorandi messicani sono venuti a Perugia, per frequenta-
re in particolare la Summer School
"Integrazione internazionale attraver-
so la tutela dei diritti umani
fondamentali".
L’importante risultato è stato
illustrato al pubblico dallo stesso
rettore dello Studium professore
Francesco Bistoni, nel corso di una
Conferenza stampa alla quale ha
partecipato il professore Andrea
Sassi, coordinatore del dottorato di
Perugia e il prof. Mario I.Alvarez
Ledesma, direttore dell’Istituto
Tecnólogico di Monterrey, Campus di Città del Messico.
Il Rettore ha ringraziato Alvarez per
l’ampia disponibilità dimostrata nello sviluppo del rapporto di cooperazione con Perugia, rapporto
che stanno generando risultati
concreti ed importanti: "tra le numerose sfide che abbiamo di fronte – ha sottolineato Bistoni –
quella dell’internazionalizzazione è una delle principali, ed intendiamo
ribadire che verrà fatto ogni sforzo per sostenere le azioni scientifiche-didattiche di questo dottorato, che rappresenta senz’altro una eccellenza del nostro Ateneo, grazie anche alla collaborazione di un Ateneo di fama
quale è il Politécnico". Il Rettore ha anche ricordato il ruolo politico
rilevante svolto nel paese centramericano da Alvarez, in particolare nella lotta contro i narcotrafficanti.Il professore Andrea Sassi ha evidenziato il valore della scelta strategica
dell’accordo del 2008 con l’Istituto di Monterrey, che consente di rilascia-
MESSICO CHIAMA ITALIA
re un titolo congiunto di Dottorato europeo e internazionale, riconosciuto in Italia, nei paesi dell’Unione Europea, in Messico e negli Usa. "Abbiamo rapporti continui di scambio tra professori e studenti con il Messico - ha ricordato Sassi -, in virtù dell’attività concordata con il professor Alvarez, direttore del Departamento de Derecho del Campus di Città del Messico, una struttura che gestisce anche una attività didattica che possiede imposta-
zione analoga a quella italiana”.Il professor Alvarez, a sua volta, ha
ringraziato l’Università di Perugia e
in particolare il Rettore Bistoni, il
quale ha creduto nel rapporto di
collaborazione con l’Ateneo messica-
no fin dal momento della stipula
dell’accordo nel 2008, accettando
quindi una un’inedita scommessa
che si è rivelata vincente, per gli
ottimi risultati che sta dimostrando
sia da un punto di vista scientifico
che didattico. Ha, inoltre, ricordato
la vicinanza storica e culturale del
Messico con l’Italia, più ancora che
con la Spagna, in particolare per quanto riguarda la dottrina e le
scienze giuridiche. "Auspico che
questo rapporto - ha concluso Alvarez – possa continuare con lo stesso spirito entusiasta che ha
guidato la collaborazione tra noi in
questi primi quattro anni, per ottenere risultati ancora più importanti e gratificanti".
Professori perugini, in questi anni, hanno tenuto lezioni a Città del
Messico per questo dottorato e hanno pubblicato studi in lingua spagnola, in Messico. L’Istituto Tecnològico è l’università privata in lingua spagnola più importante al mondo, ha grande interesse per il diritto italiano, cui è
vicino il diritto messicano. Il dottorato è in tre lingue (spagnolo, inglese e
italiano); i professori Andrea Sassi, Roberto Cippitani, Stefania Stefanelli e Valentina Colcelli sono molto conosciuti in Messico per le loro lezioni e pubblicazioni. Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet
dell'Istituto messicano: www.itesm.mx.
Per la prima volta a Perugia i dottorandi del corso internazionale di Diritto “Società della conoscenza e cultura dell’integrazione”.
Il Professor Andrea Sassi e il Professor Mario Alvarez.
Un’istantanea della conferenza stampa, cui ha partecipato anche il Rettore.
l’UNIVERSITA' n.4 2012 3n.4 2012 l’UNIVERSITA' 14
FARMACIA: DAI BANCHI UNIVERSITARI AL LAVORO
La Facoltà di Farmacia ha organizzato il 25 maggio 2012 la “Giorna-ta della Facoltà” nell’ambito della quale, come di consueto, sono stati premiati i suoi migliori laureati nell’A.A.
2010/2011.
La giornata si è articolata
in un iniziale saluto del
Rettore professore Francesco Bistoni, che ha sottoli-
neato il momento che sta vivendo l’Università in
generale e quella di Perugia, in particolare in
riferimento ai cambiamenti introdotti dalla Legge
Gelmini.
Di seguito l’intervento del preside professore
Massimo Curini, che si è intrattenuto sulle proble-
matiche relative alla trasformazione delle Facoltà in
Dipartimenti e il riflesso che tale processo avrà nei
corsi di laurea in Farmacia, Chimica e tecnologia
farmaceutiche e Biotecnologie Farmaceutiche.Un aspetto innovativo, rispetto alle precedenti
edizioni della Giornata, è stato quello di raccontare
ai nostri laureati il transito “dalla Laurea al mondo del lavoro” attraverso il racconto delle esperienze maturate da ex studenti nei vari settori in cui
operano, a dimostrazione della capaci-
tà della Facoltà di preparare laureati in grado di affrontare le più ampie proble-matiche presenti nel mondo produttivo.
Un primo aspetto è stato curato dal
dottor Vittorio Pace - School of Chemi-stry - The University of Manchester - UK - con una relazione “Chemistry
around Europe: from Perugia to
Manchester”, il quale ha posto in evidenza come la preparazione ottenuta nella nostra Facoltà gli abbia permesso
di accedere al Dottorato di Ricerca in
Spagna e successivamen-te di occupare posizioni di rilievo in altre sedi e di sviluppare quindi ricerche di estrema attualità nel settore della Chimica Organica.La dottoressa Michela
Rapucci - Baxter
Manufacturing spa -
Cittaducale (RI) - con
una relazione dal titolo “La mia Laurea in CTF,
dieci anni dopo…” ha voluto mostrare come sia
difficile operare nel mondo dell’industria farmaceuti-
ca e che solo attraverso un consolidamento struttura-
le delle basi ricevute nel corso degli studi, unitamen-
te ad una volontà di emergere, sia possibile adeguarsi
a situazioni di lavoro estremamente differenti.
Il dottor Emiliano Giovagnoni – Aboca spa – S.
Sepolcro (AR) – con una relazione “Manager e
complessità” ha apportato a quanto precedentemen-
te discusso il proprio contributo nel campo manage-
riale e ai requisiti che si devono possedere in funzio-ne della complessità del ruolo.Da ultimo, particolarmente interessante, è stato
l’apporto alla problematica relativa alla funzione
della Farmacia nell’ambito sociale con una relazione dal titolo “La Farmacia nella realtà territoriale”: accanto ad una esperienza
del dottor Federico Bolli - Farmacia
Bolli Perugia - sulla questione di una corretta gestione di una Farmacia con tutta una serie di interventi atti a
stabilire contatti con la realtà cittadina e
gli elementi che la contraddistinguono, il Dott. Guido Zuccari – Farmacia Farchioni Bastardo (PG) – ha successi-
vamente ampliato e caratterizzato alcune problematiche nel campo di una
Farmacia “rurale”.
NEWS
La Giornata di Facoltà premia i migliori laureati e accoglie gli Alumni illustri
In alto: il Preside insieme agli Alumni illustri.In basso: il Preside, Professor Massimo Curini e il Rettore professor Francesco Bistoni.
un’attività molto impegnativa sia per i docenti che per gli studenti i quali, quotidianamente, hanno svolto lezioni, esercitazioni e prove di valutazione in itinere e finali in un clima di scambio culturale e di esperienze per certi aspetti informale sul piano operativo, ma molto proficuo sul fronte della didattica e della ricerca.Sotto la direzione del professor Leonede De Michele, dell’Università di Milano Bicocca, e con il coordinamento del professor Paolo Baldi dell’Università Tor Vergata di Roma, le lezioni sono state dedicate a settori fondamentali della Matematica, e sono stati tenute da docenti che insegnano in prestigiose Università europee e extraeuropee: Analisi Funzionale - professor Harold Dales, University of Lancaster, Algebra - professor Thomas Weigel, Università di Milano Bicocca, Geometria Algebrica - professor Kristian Ranestad, Università di Oslo, Geometria Differenziale - professor Francesco Mercuri, University of Campinas, Equazioni Differenziali Stocastiche - professor Paolo Baldi (Università Tor Vergata Roma), Statistica -
professor Yosef Rinott, Hebrew University Jerusalem).
“L’esperienza di insegnare nei corsi estivi di Perugia, nell’arco degli
anni, è stata fatta dalla quasi totalità dei docenti e ricercatori che
operano nelle Università italiane, e non solo.
Tutti loro mantengono un piacevole ricordo della ospitalità offerta
loro dalla città di Perugia e dal Dipartimento di Matematica e Infor-
matica – sottolinea la professoressa Francesca Conti Candori, da
sempre fra i promotori della prestigiosa iniziativa -.
I dati relativi ai partecipanti, contattati tempo dopo la loro esperien-
za umbra, mostrano come, in generale, questi abbiano poi occupato
incarichi di grande rilievo, sia in ambito universitario, che in enti di
ricerca pubblici o privati, o anche a livello direttivo presso aziende
private”.
“Gli aspetti che sono da evidenziare in iniziative come queste -
aggiunge la professoressa Giuliana Fatabbi, del Dipartimento di Matematica e Informatica - sono l’alto livello scientifico dei corsi e la reale integrazione e interazione fra studenti di così diversa prove-
nienza e fra studenti e docenti in un clima disteso e collaborativo
non sempre facile da trovare nelle nostre sedi universitarie”.Perugia, a testimonianza del ruolo che si è conquistata nell’ambito dello studio e della ricerca nella matematica, ha ospitato, in questo
periodo, anche un’altra iniziativa.
In agosto al Dipartimento di Matematica e Informatica si è svolto l’incontro dei borsisti dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica (Indam): vi hanno preso parte i vincitori delle 40 borse di studio che
ogni anno l’Indam eroga per studenti particolarmente meritevoli,
nelle diverse università italiane, iscritti ai primi due anni della laurea triennale in Matematica. Per questi studenti sono stati organizzati dei minicorsi e conferenze
che hanno suscitato molto interesse e che si sono svolti in un clima di proficuo scambio di esperienze favorendo l’interazione degli
studenti sia tra loro sia con i docenti dell’ Indam e della SMI.
EVENTI
Gli allievi dei diversi corsi della S.M.I. 2012
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 4 l’UNIVERSITA' n.4 2012 13
RICERCA
Quando nel Trecento gli Atenei europei erano ancora solo una quindicina,
l’internazionalizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento era favori-
ta con provvedimenti che agevolavano la vita degli studenti “forestieri” nella città universitaria. Il Comune di Perugia, ad esempio, garantì loro l’immunità dalle rappresaglie, giungendo persino a equipararli, in caso di
giudizio, ai suoi stessi cittadini.
Sette secoli dopo, mutatis mutandis, l’Università di Perugia conferma il suo impegno volto a favorire la mobilità internazionale: ovviamente con modalità ben diverse da quelle medievali.
Nel 1989 è stato introdotto, nell’ambito del programma Erasmus,
l’European Credit Transfer System (ECTS), concepito per il trasferimento dei crediti e usato con successo a livello nazionale ed europeo: nel giugno scorso, l’Ateneo perugino ha presentato la propria candidatura per ottenere
il marchio ECTS (ECTS label), il cui conferimento è subordinato alla cor-retta applicazione dell’ECTS in tutti i programmi di primo e secondo
ciclo. Ciò allo scopo di migliorare l’immagine esterna dell'istituzione quale partner trasparente ed affidabile nella cooperazione europea e internazionale.
Per consentire a tutti di contribuire all’ottenimento del riconoscimento
europeo, le varie procedure sono state illustrate nel corso di un incontro seminariale al corpo docente perugino dalla professoressa Maria Sticchi Damiani, Coordinatrice Nazionale dei Bologna Promoters e dalla profes-
soressa Elda Gaino, Delegato del Rettore per l’Internazionalizzazione,
incontro cui hanno assistito anche il Rettore professore Bistoni e il Direttore Amministrativo dottoressa Lacaita.In particolare, la professoressa Sticchi Damiani si è soffermata a mettere
in evidenza che il sistema ECTS, utilizzato nello spazio europeo dell’Istruzione superiore, comprende i quarantasei Paesi impegnati nel
processo di Bologna e ne costituisce una pietra angolare. Molti paesi che hanno aderito al processo di Bologna hanno adottato il sistema ECTS
RICERCARICERCARICERCAFOCUS
Quando nel Trecento gli Atenei europei erano ancora solo una quindicina,
l’internazionalizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento era favori-
ta con provvedimenti che agevolavano la vita degli studenti “forestieri”
nella città universitaria. Il Comune di Perugia, ad esempio, garantì loro
ciclo. Ciò allo scopo di migliorare l’immagine esterna dell'istituzione
quale partner trasparente ed affidabile nella cooperazione europea e
internazionale.
Per consentire a tutti di contribuire all’ottenimento del riconoscimento
Un seminario per spiegare alla comunità accademica di Perugia i vantaggi per l’Ateneo di possedere la certificazione internazionale
UN PASSAPORTO DI QUALITÀ PER L’EUROPA
Tutto quanto detto serve ad illustrare l’attività del Circolo S.Martino ed è la risposta a tutti quei colleghi che mi chiedono “a cosa serve il Circolo”.La partecipazione, l’interesse, l’affetto, l’appartenenza, l’impegno, l’aggregazione, la non politicizzazione ed ultima ma non meno importante l’assenza di guadagno, sono i fattori che ancora oggi costitu-iscono i punti di forza del circolo. Sono stati proprio questi i pilastri basilari posti dai fondatori del Circolo ed io, insieme ai consiglieri ed ai responsabili dei gruppi, sono orgoglioso di continuare su questa strada; orgoglioso di essere ai vertici di una organizzazione che nonostante i tempi difficili riesce ad esprime-re delle potenzialità insperate.Per concludere invito, chi vuole, a partecipare ad una qualunque iniziativa del Circolo, per constatare con i propri occhi quanto viene fatto e quante adesioni abbiamo. Pertanto chi pensa che ci sia uno spreco di energie e di risorse dovrà sicuramente ricredersi.
Dal mio punto di vista - e penso di interpretare anche il pensiero dei Consiglieri e dei soci il Circolo – il Circolo ricreativo San Martino è
una realtà della quale non si può davvero fare a meno.
tori migliori non solo nelle manifestazioni tra circoli Universitari ma anche a livello nazionale, riesce a focalizzare l’interesse dei pochi amanti di questa disciplina all’interno del nostro Ateneo.Il Circolo ovviamente organizza altre iniziative, non solo sportive ma anche culturali, che continuano ad essere partecipate dai colleghi. È stata effettuata una visita guidata alla mostra su “Luca Signorelli” con la preziosa conclusione del Prof. Francesco Federico Mancini, che come in altre occasioni ci ha accompagnato illustrandoci con ricchezza di particolari le opere esposte. Colgo, quindi, l’occasione per ringraziar-lo della sua ampia disponibilità a nome mio personale e di tutti coloro che hanno partecipato alla visite organizzate dal Circolo.L’annuale festa della Befana, poi, continua a raccogliere consensi da parte dei bimbi e dei genitori, nonostante la presenza di analoghe manifestazioni che si tengono un po’ dovunque nel territorio: questa è una iniziativa che il Circolo ha sempre portato avanti e continuerà a farlo anche nel futuro, per la gioia
dimostrata dai bimbi che intervengono.
La partecipazione numerosa dei colleghi alla annuale cena sociale, pur dovendone sostenere la spesa, dimostra che ancora si gradisce stare insieme al di fuori dell’ambiente di lavoro.
L’attività culturale coordinata da Corrado Stornelli, si avvale di un
gruppo molto attivo e che collabora pienamente nella scelta delle iniziative. Le proposte sono state quasi tutte portate a temine con una forte
partecipazione e soddisfazione dei colleghi.
I tempi attuali ci costringono però ad effettuare una maggior selezione nella programmazione in quanto il partecipante deve, come ovviamen-te in tutte le iniziative sopraelencate, contribuire con quote pari quasi
alla spesa intera.
Comunque i colleghi non ci hanno abbandonato, anzi le adesioni sono in crescita. Tralascio di elencare le varie convenzioni stipulate per acquisti (vedi
Mirabilandia, Grifo Latte ecc.).
SPECIALE
Nella pagina a fiancoin alto: l’allenatore-giocatore Simone Baiocccosotto: la squadra vincitrice della “Coppa Italia ANCIU 2012”
In questa paginaa sinistra: la squadra Ba destra: la squadra A del Gruppo Pesca del Circolo
l’UNIVERSITA' n.4 2012 5n.4 2012 l’UNIVERSITA' 12
FOCUSSPECIALE
CIRCOLO SAN MARTINO: UN ANNO DI ENTUSIASMO E GRANDI SUCCESSI
di Paolo DiniPresidente Circolo San Martino
Voglio iniziare queste poche righe ringraziando tutti coloro che con sacrificio tengono in alto e portano ancora avanti la bandiera del Circolo San Martino e conseguentemente anche quella dell’Ateneo di Perugia.Nell’anno trascorso ed in quello attuale abbiamo avuto momenti intensi soprattutto per le attività sportive che hanno condotto a dei risultati insperati e quindi hanno confermato il cammino presente,
consolidato il passato e stimolato tutti per il futuro.
A questo proposito voglio ricordare gli ottimi piazzamenti del gruppo
Pesca, dei quali in un precedente numero del giorna-
le d’Ateneo si è già parlato ampiamente, indicando
anche i nomi dei colleghi che si sono distinti
riportando ottimi risultati in competizioni non
certamente facili. La guida di suddetto gruppo è
affidata all’amico Mauro Peccetti, che riesce a
stimolare i colleghi ed a farli partecipare nonostante
le difficoltà.
Basta recarsi presso la portineria di Palazzo Murena
dove sono state sistemate le coppe conquistate dai
gruppi sportivi in questi ultimi anni per constatare
che la maggioranza di queste apprtengono al gruppo
pesca.In questo momento, però, bisogna congra-
tularsi anche con il
gruppo del calcio, che lo scorso mese di giugno 2012, nella
m a n i f e s t a z i o n e
svoltasi a Marina di Orosei, ha vinto la
“Coppa Italia
ANCIU”.
Le squadre presenti al torneo erano 24, in rappresentanza di
altrettanti atenei. La formazione
guidata dal collega
Simone Baiocco (nella duplice veste di giocatore-allenatore) ha vinto tutte le partite tranne una. I gol segnati sono stati 25 e le reti subite 15. È una vittoria che conferma l’impegno del gruppo che, grazie ad un intenso allenamento durante tutto l’anno, è riuscito a trovare la coesione ed l’affiatamento che mancavano da tempo. Ricordiamo che i calciatori vengono seguiti ed allenati dal collega/pensionato Alessandri-
ni.
È doveroso ringraziare, inoltre, gli sponsor che hanno contribuito
affinchè si potesse partecipare alla manifestazione: Tetra Engineering
s.r.l., Sixtus, Cesar, ed infine l’Ateneo di Perugia
che ovviamente non è uno sponsor ma continua ad
avere fiducia nelle potenzialità dei suoi atleti.
Ricordiamo i componenti della squadra: Andrea
Alunni, Andrea Santoni, Stefano Saracca, David
Aristei, Simone Baiocco, Marco Giommini,
Andrea Speziali, Nicola Pimpinelli, Francesco
Paterna, ed infine il più “anziano” - ma solo di età
perché lo spirito può fare invidia ai più giovani -,
Paolo Chiabolotti.
Tutti ci auguriamo che alla fine dell’estate possano riprendere gli allenamenti, in vista del prossimo
anno agonistico,
con la grinta e la volontà dimostrata, forti anche del fatto
che alcuni amici
m a n c a n t i all’appuntamento di Marina di Orosei
a m b i s c o n o
sicuramente ad esse-re presenti in futuro.Abbiamo avuto
ottimi piazzamenti
anche nel tiro a volo. Il gruppo coordina-
to da Cassetta, tra l’altro uno dei tira-
come sistema nazionale: non a caso uno
degli obiettivi del Processo è, appunto,
“l’istituzione di un sistema di crediti
come strumento utile a promuovere la
più ampia e diffusa mobilità studentesca”.
“Tra le ragioni che ci hanno portato alla
richiesta dell’ECTS label – ha dichiarato
la professoressa Gaino -, sta il fatto che lo Studium è molto efficiente
nelle attività di scambio con altre università europee. È giunto, quindi, il momento di standardizzare i nostri processi, per ampliare ulteriormente la
mobilità e rendere il periodo di studi all’estero sempre più fruttuoso e pia-
cevole. Ottenere il marchio ECTS significa comunicare agli studenti che le nostre procedure di mobilità vengono validate da esperti. Il marchio, inoltre, consolida la prospettiva internazionale della cultura della nostra
organizzazione, secondo il cammino disegnato dai ‘Bologna Promoters’
di cui oggi la Professoressa Sticchi Damiani rappresenta la figura di riferimento”.Il Programma Erasmus, nel corso degli anni, ha messo in luce che
esistono ancora problemi nel trasferimento dei risultati dello studio e
nel riconoscimento reciproco dei curricula. “Per questo la Commissione Europea – ha chiarito la professoressa Sticchi Damiani - ha dato il via alla possibilità di richiedere l’ ECTS label, ovvero il marchio di qualità,
a supporto della mobilità studentesca in tutti i rapporti con le istituzioni
partner. L’ECTS label garantisce la trasparenza delle procedure, dal ‘Learning agreement’ al ‘Transfer of records’, e sottolinea, al contempo, come l’insegnamento a livello universitario sia molto cambiato: dalla
conoscenza alla competenza; dall’insegnante che orienta lo studente, allo studente che orienta l’insegnante”.
Con una punta di giusto orgoglio, la professoressa Gaino ha annotato che “la graduatoria degli Atenei italiani pubblicata dal Censis ha confermato il nostro Ateneo come Università internazionale grazie, in partico-lare, alla mobilità studentesca e ai progetti di ricerca. Il marchio ECTS contribuirà senza dubbio all’organizzazione dei PhD e delle lauree a tutti i livelli, a ciclo unico e magistrale, rendendo la nostra offerta formativa ben chiara agli studenti interessati. Quest’ultima condizione è
essenziale per convincere i
giovani di altri paesi a fare
un’esperienza presso l’Università
di Perugia, nell’ambito di
programmi comuni, per ottene-
re anche il doppio titolo o un titolo
congiunto spendibile in Europa. Fin
da quando la mobilità ERASMUS ha
avuto inizio, ovvero nel 1987, l’Ateneo
di Perugia ha visto crescere la mobilità
internazionale, seppure con qualche
criticità, che, sicuramente, il marchio
ECTS contribuirà a sanare, aprendo un rinvigorito dialogo con le sedi
partner nella risoluzione di problemi comuni. Gli studenti, insomma, in
futuro, si orienteranno sempre di più verso le sedi in possesso dell’ECTS label, perché ciò rappresenta un attestato di qualità. Al contempo, esso costituirà uno stimolo per tutti i corsi di studio a perfezionare le proprie
procedure, ottenendo così una maggiore credibilità non solo a livello
nazionale: si tratta di un traguardo importante, e gli sforzi che faremo in questa direzione verranno ricompensati dalla possibilità di offrire ai nostri studenti una esperienza di mobilità bene integrata nel percorso
accademico”.
La presentazione della professoressa Sticchi Damiani, protrattasi anche nel pomeriggio, è stata molto apprezzata per la chiarezza espositiva, per la ricchezza di contenuti e per l’analisi accurata delle varie problematiche e
criticità. Il vivace dibattito che ne è seguito ha rappresentato un importan-
te momento di confronto per promuovere una programmazione didattica di alto livello.
Informazioni dettagliate sul sistema ECTS sono disponibili nel sito ufficiale della Commissione Europea: (http://ec.europea.eu/education/lifelong-learning policy/ects_en.htm) o nel sito del Processo di Bologna (http://www.processodibologna.it)
la professoressa Gaino
la professoressa Sticchi Damiani
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 6 l’UNIVERSITA' n.4 2012 11
QUALITÀ
QUALITATIVAMENTE ATTIVI I laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale e il Centro di Ricerca sulle Biomasse scelgono il sistema di gestione della qualità per assicurare un alto livello prestazionale.
Le attività di ricerca svolte dai Laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale, oltre a coinvolgere docenti, ricercatori, dottorandi, assegnisti e borsisti, prevedono la partecipazione di clienti e partner, ai fini del trasferi-mento tecnologico nel settore industriale, e quella di studenti dei Corsi di Laurea della Facoltà di Ingegneria, che in tal modo ricevono formazione universitaria superiore.La Direzione per la Qualità dei Laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale comprende la Sezione di Macchine e Sistemi Energetici e la
Sezione di Fisica Tecnica. Presso la Sezione di Macchine e Sistemi Energetici
del Dipartimento di Ingegneria Industriale sono attivi il Laboratorio di
Macchine e il Laboratorio di Celle a Combustibile.
Il Laboratorio di Macchine è costituito da due aree: Laboratorio di Iniezione
e Laboratorio di Flussaggio e Motori.
Il Laboratorio di Iniezione si occupa prevalentemente della caratterizzazione
sperimentale di sistemi di iniezione per applicazioni automotive. L’analisi dei
sistemi di iniezione, sia in termini idraulici sia di formazione e di evoluzione
degli spray di combustibile, si inquadra nelle problematiche generali del
contenimento delle emissioni inquinanti e del miglioramento dell’efficienza
energetica dei motori a combustione interna: lo sviluppo del processo di
combustione è largamente controllato dalle modalità con cui si realizza il
complesso meccanismo di formazione della miscela aria-combustibile, per il
quale sono cruciali sia le modalità di alimentazione sia le caratteristiche degli
spray di combustibile. Il Laboratorio di Flussaggio e Motori è attivo su due fronti. Il primo si occupa della misura di portate in massa di aeriformi quali quelle che attraver-
sano valvole di motori a combustione interna, sistemi di aspirazione e scarico
o qualsiasi dispositivo operante con aria come fluido di lavoro. Il secondo è dedicato alla misura di prestazioni, in termini di coppia, potenza e consumo di combustibile, di motori a combustione interna di qualsiasi tipologia fino
a 500 CV di potenza e inoltre è specializzato nella misura delle emissioni
inquinanti prodotte da motori (misurazioni di concentrazioni di CO2, CO, NOx e particolato). Il Laboratorio di Celle a Combustibile (FCLab) è uno dei pochi laboratori
universitari dedicati alla sperimentazione e modellazione di componenti e
sistemi basati su celle a combustibile a carbonati fusi (MCFC) e ad ossidi solidi (SOFC). L’attività sperimentale riguarda monocelle, short-stacks e sistemi micro-CHP di potenza fino a 2,5 kW. Vengono effettuati test per la
valutazione delle prestazioni, test di durata e test di inquinamento da impuri-tà presenti nel combustibile. Altri settori di ricerca sono la cattura della CO2
mediante MCFC e il trattamento dei combustibili attraverso sistemi di clean-up e reforming.
Il laboratorio è in grado di ospitare fino a 13 banchi prova
e di effettuare analisi gascroma-
tografiche e di impedenza elettrochimica. È inoltre parte attiva nello sviluppo di
procedure di prova e report
standardizzati. Il gruppo di ricerca conta un responsabile scientifico, 3 dottorandi e 1
assegnista. FCLab è coinvolto
in progetti nazionali quali EFESO, il cui obiettivo è la realizzazione di caldaie SOFC per micro-cogenerazione distribuita, ed
internazionali, quali LOTUS, il cui focus è costituito da celle SOFC innova-tive a bassa temperatura.
La Sezione di Fisica Tecnica del Dipartimento di Ingegneria Industriale ha
di Michele Goretti
un ruolo quasi esclusivo nella percezione dell’ambiente fino a quando saggi sulle risposte a stimoli odorosi di diversa natura hanno provato, senza ombra di dubbio, che i sensilli olfattivi, complesse e microscopiche strutture ubicate sulle antenne, svolgo-no un ruolo di primo piano in questo ambito. La curiosità di capire sempre meglio e sempre di più ha aperto nuove collaborazioni con studiosi francesi, spagnoli e tedeschi, consolidando nel contempo quelle già in essere con alcuni colleghi della Facoltà di Agraria. E poiché nella ricerca l’entusiasmo e la curiosità costituiscono una molla difficilmente tacitabile, ecco l’attività sinergica delle varie parti nella presentazione di un progetto FIRB. Chi avrebbe mai pensato che ci potesse essere un interesse nazionale in tale ambito? Invece, bando al pessimismo, il progetto ha avuto successo ed ora... abbiamo una ragione di più per continuare a studiare le libellule, anche perché si può contare su un finanziamento a lungo termine,
aspetto non banale in questi tempi di ristrettezze economiche.
alcune aree di interesse comunitario, i ricercatori campionano mensilmente gli adulti che, dopo essere stati catturati, misurati e marcati con coloranti non tossici, vengono nuovamente liberati. È un’attività intensa non scevra di imprevisti, anche se la ricerca di campo è forse la più entusiasmante: si cerca, si scrive, si fotogra-fa, si stilano elenchi di annotazioni relative all’ambiente, al sesso dell’individuo catturato, al tipo di volo, all’ora del campionamen-to ecc. Ciò spiega l’esigenza di poter disporre di un congruo numero di persone anche perché nella stessa giornata ci si deve spostare in zone spesso molto lontane tra loro. Le libellule rappresentano dei sensibili bioindicatori della qualità dell’ambiente perché molte loro specie sono particolarmente esigenti e il loro ciclo biologico si completa solo se le condizioni ambientali, ivi compresi i valori dei parametri chimico-fisici, subiscono oscillazioni che non alterano la naturalità dell’habitat. Altre specie riescono ad adattarsi alla crescente pressione antropi-
ca, ma nessuno è in grado di prevedere quanto queste potranno
resistere alla continua e spregiudicata trasformazione
dell’ambiente.
Il riscaldamento del pianeta costituisce una reale minaccia, poiché
la riduzione delle aree umide,
cui si aggiunge una diminuzio-
ne delle portate di molti tratti
dei corsi fluviali per captazio-
ne delle acque, interrompe lo
svolgimento dei processi vitali
che sono indispensabili per la
conservazione e sopravvivenza
di questi insetti.
Voraci predatrici prima in
acqua e poi nel volo, le libellu-le si collocano ai vertici della catena alimentare, nutrendosi
anche di insetti dannosi
all’agricoltura o molesti per altri animali e per l’uomo. Lo studio delle libellule non è
certo recente anche se più
recenti sono gli studi su alcuni aspetti della loro biologia. L’avvio è stato dato da uno studio sulla successione e definizione degli stadi larvali, utilizzando una specie modello, la stessa da cui
sono partiti gli studi sulle capacità sensoriali di questi insetti,
come la percezione di gradienti di umidità che possono orientare le larve nella ricerca dell’acqua al prosciugarsi delle pozze. Gli studi sulle strutture sensoriali, abbinati a quelli di elettrofisio-
logia, stanno mettendo in luce aspetti davvero insospettabili in insetti così antichi.
Si pensava che i grandi occhi delle fasi alate delle libellule avessero
RICERCA
Il gruppo di ricerca. Da sinistra: Alessandro dell’Otto, Angelo Speziale, Elda Gaino, Enzo Goretti, Manuela Rebora, Silvana Piersanti e Gianandrea La Porta.
QUALITÀ
istituito il Laboratorio di Fisica Tecnica, che si articola in tre aree: Laborato-rio di Acustica, Laboratorio di Controlli Ambientali e Laboratorio di Termo-tecnica.Il Laboratorio di Acustica è dotato di strumentazioni, apparecchiature e codici di calcolo al passo con l’evoluzione delle tecniche di misura, previsione e intervento specifiche per lo studio del rumore. Il laboratorio effettua misure, valutazioni previsionali e progettazioni nei diversi settori dell’acustica ambien-tale, acustica architettonica, acustica edilizia e vibro-acustica.Il Laboratorio di Controlli Ambientali si occupa prevalentemente della valutazione della qualità dell’aria, della misura delle emissioni inquinanti e dello studio delle condizioni di benessere termoigrometrico negli ambienti
c o n f i n a t i , quali edifici residenziali, scolastici e m u s e a l i ,
m e d i a n t e
monitoraggi
in continuo,
simulazioni
e analisi pre-
visionali per
la progetta-
zione, il con-
trollo dei li-
miti di legge
e le compara-
zioni con i
valori ottima-
li dei diversi
parametri ambientali. Nel Laboratorio di Termotecnica si effettuano ricerche sulla resistenza termica di materiali e componenti
attraverso l’apparato sperimentale “Hot box”,
affiancato da termocamere ad infrarosso e da codici di simulazione numerica. Le proprietà ottico-emissive dei materiali sono oggetto di
analisi anche attraverso l’impiego di spettrofo-
tometri ed emissometri.
Il Centro di Ricerca sulle Biomasse (CRB), è stato istituito nel 2003 dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per coordinare le attività in materia di conversione energetica delle biomasse e
di promuoverne lo sviluppo e l’impiego su tutto il territorio nazionale mediante progetti di ricerca e sperimentazione di particolare interesse e la
realizzazione di laboratori e campi sperimentali per la certificazione ed etichettatura energetica ed ambientale delle filiere delle biomasse. Suddette attività impiegano 20 unità di personale, costituite da ricercatori, dottoran-
di, assegnisti e borsisti, e coinvolgono studenti dei Corsi di Laurea delle Facoltà di Ingegneria e di Biotecnologie nello svolgimento di didattica integrativa in laboratorio e nell’elaborazione di tesi di laurea.Il CRB dispone di un Laboratorio di caratterizzazione di biomasse e biocombustibili, dotato di strumentazioni che consentono di effettuare analisi prossima, analisi ultima, contenuto di cloro e zolfo, potere calorifico superiore e inferiore, durabilità del pellet. Si effettuano corren-temente analisi su campioni di biomasse, sia per scopi interni di ricerca sia per conto terzi; i dati sono organizzati in un data base, denominato BIO.DAT, appositamente elaborato. Le strumentazioni disponibili sono un mulino RESTCH SM 2000 per la preparazione dei campioni; un analizzatore termogravimetrico TGA 701 per misure di contenuto di umidità (CENT/TS14774-1, CENT/TS14774-2, CENT/TS14774-3), ceneri (CENT/TS 14775), carbonio fisso e sostanze volatili (UNI 9003-8); un Truspec CHN per misure di contenuto di carbonio, idrogeno e azoto (ASTM D 5373); un Calorimetro AC-350 per misure
di Potere Calorifico Superiore e Inferiore (UNI9017); un tester per la
durabilità del pellet per misurare la capacità di resistere a sollecitazioni
meccaniche di varia natura nelle fasi di vita del prodotto; un cromatogra-
fo ionico per la misura del contenuto di cloro e zolfo.
E’ inoltre attivo il Laboratorio di Processi Termici, all’interno del quale
sono presenti i seguenti impianti pilota su scala da laboratorio e banchi
per la certificazione di apparati.
Il digestore anaerobico di tipo batch dimensionato sulla base delle
produzioni medie di biogas di alcuni substrati di interesse (reflui suini,
reflui bovini, pollina, scarti di cartiera, sansa di oliva, scarti di mense,
alghe, FORSU) accoppiati con diversi tipi di inoculo.
L’impianto di pirolisi di tipo batch: i componenti essenziali del sistema
sono il reattore, la fornace, un serbatoio di gas inerte, un sistema di
raccolta e stoccaggio del pyrogas prodotto, sistema di controllo e acquisi-zione dati e relative sonde. Il reattore è posto all’interno di gusci cerami-
ci che per il riscaldamento dell’ambiente interno fino alla temperatura
di pirolisi. Il tappo superiore del reattore è provvisto di fori per il collega-mento alla linea di campionamento del tar (frazione liquida dei prodotti della pirolisi) a norma CEN/TS 15439. Il pyrogas non condensato è
prelevato in sacche di tedlar e analizzato con tecniche gascromatografi-
che.Il banco prova per stufe e caldaie a pellet, ai sensi della UNI EN 14785, tratta i dispositivi impiegati per riscaldamento residenziale. Il sistema
permette di acquisire le temperature superficiali a distanza di sicurezza,
la portata, la temperatura e la composizione dei fumi. I dati acquisiti sono utilizzati per effettuare le verifiche di sicurezza, per calcolare le prestazioni energetiche del generatore di calore e per verificare la
congruenza delle emissioni con i limiti di legge.
La coltivazione di microalghe: per la coltivazione di microalghe è stato progettato e realizzato un fotobioreattore a colonna, che offre la miscela-zione più efficiente, la più alta velocità di trasferimento volumetrico del
gas e la migliore controllabilità delle condizioni di crescita.
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 10 l’UNIVERSITA' n.4 2012 7
di Elda Gaino
Chi di noi alla parola libellula non associa
immediatamente l’immagine di un insetto
dal volo rapido e dai colori sgargianti? La
libellula è senza dubbio una delle forme più
note anche ai profani, come lo sono le farfalle,
anche se solo lo specialista, nel vederle passare,
è in grado di identificarle a livello specifico, distin-
g u e n - done il sesso e, in molti casi, riconoscendone
la fase giovanile o matura in base ad una diversa
p i g m e n t a - zione del corpo e delle ali. Le libellule non sono solo belle a vedersi, un aspetto di per sé già attraente e capace di suscitare interesse, ma costituiscono, dal
punto di vista scientifico, validi bioindicatori della qualità
dell’ambiente. Il loro ciclo biologico, infatti, richiede una lunga fase larvale acquatica, in cui gli individui crescono nei corsi d’acqua, laghi e stagni, attraverso mute periodiche, fino
all’emergenza dell’individuo adulto che si libra nell’aria.
È quest’ultima fase quella più nota e colorata, a differenza delle fasi larvali la cui pigmentazione, tipicamente monocromatica, contribuisce a renderle mimetiche quando si spostano sul substrato.
Un gruppo di lavoro, interessato alla biologia e distribuzione di
questi insetti in Umbria, opera presso il Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale allo scopo di elencare le specie di questo territorio e delinearne l’area di distribuzione. Tale ricerca rientra
in un progetto finanziato dalla Regione Umbria e sta ponendo le basi per la realizzazione di un atlante, utile anche per
l’identificazione specifica di questi bellissimi volatori. Così, scelte
RICERCA
LE LIBELLULE,I BIOINDICATORI DELLA
QUALITÀ DELL’AMBIENTE
Chi di noi alla parola libellula non associa
immediatamente l’immagine di un insetto
dal volo rapido e dai colori sgargianti? La
libellula è senza dubbio una delle forme più
note anche ai profani, come lo sono le farfalle,
anche se solo lo specialista, nel vederle passare,
è in grado di identificarle a livello specifico, distin
g u e n - done il sesso e, in molti casi, riconoscendone
la fase giovanile o matura in base ad una diversa
p i g m e n t a - zione del corpo e delle ali.
Le libellule non sono solo belle a vedersi, un aspetto di per sé già
attraente e capace di suscitare interesse, ma costituiscono, dal
RICERCA
I BIOINDICATORI DELLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE
I BIOINDICATORI DELLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE
I BIOINDICATORI DELLA
Fig. 1
Fig. 2
Nelle foto (1-3), le fasi di sfarfallamento dell’insetto.
Fig. 3
RICERCA RICERCA
l’UNIVERSITA' n.4 2012 9n.4 2012 l’UNIVERSITA' 8
MENO ENERGIA PER I COMPUTER DEL FUTURO
Chi può oggi ragionevolmente pensare di fare a meno del computer? Probabilmente nessuno. Infatti, sin dalla sua introduzione, avvenuta poco
più di cento anni fa, il computer ha acquistato un’ importanza sempre maggiore nella nostra società. Durante questa carriera tutta in ascesa si è
spesso cambiata tecnologia mantenendo immutati i principi del calcolo. Ai tempi pioneristici di Charles Babbage (fine 1800) il computer era esclusi-
vamente meccanico: un insieme di leve, ruote e ingranaggi. Fu solo negli anni Trenta del secolo scorso che il primo computer elettromeccanico vide
la luce negli USA ad opera di Vannevar Bush. Pochi anni dopo George Stiblitz, altro americano, introdusse la logica binaria, quella secondo cui è conveniente usare rappresentazioni numeriche basate su due soli simboli: 0
e 1. Un computer completamente elettronico, anche se con valvole e lampadine fu costruito poco prima della seconda guerra mondiale da Konrad Zuse, inizialmente in Germania e poi emigrato negli USA.Dopo la guerra la tecnologia cambia ancora: tre fisici americani (Bardeen, Brattain and Shockley, Nobel per la Fisica nel 1956) inventano il transistor e rivoluzionano l’elettronica. Si apre l’era dei semiconduttori e con essa arrivano computer sempre più piccoli e più potenti. Nel 1971 l’Intel presenta in California il primo microprocesso-re (progettato dall’italiano Federico Faggin): in una piastrina di pochi centimetri quadrati una rivoluzionaria tecnologia di miniaturizzazione consente di stipare fino a circa 2.300 transistor. Da allora è stata tutta una corsa a mettere sempre più transistor in sempre meno spazio, portan-do a livelli un tempo inimmaginabili la potenza dei computer odierni che racchiudono nello spazio di un centimetro quadrato fino a un miliardo di transistor.
E domani? In questi tempi sono in molti a chiedersi come sarà fatto il
computer del futuro, quale sarà la tecnologia che ne aumenterà ancora la
potenza, diminuendone sempre più le dimensioni. E’ per rispondere a
questa domanda che il gruppo di ricerca raccolto attorno al NiPS Labora-
tory, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia, lavora
oramai da diversi anni mettendo insieme competenze che vanno dalla fisica
fondamentale all’elettronica dei semiconduttori fino alla teoria
dell’informazione. In modo particolare al NiPS si lavora per superare
quello che viene considerato oggi il principale ostacolo per costruire i
computer della prossima generazione. Questo ostacolo si chiama “dissipa-
zione di energia”. Vediamo di spiegare in poche parole di cosa si tratta.
Chiunque abbia tenuto sulle ginocchia un computer portatile si è presto
accorto che il computer tende a scaldarsi e già dopo pochi minuti può
raggiungere temperature sufficientemente alte che risulta disagevole continuare a tenerlo a contatto con il proprio corpo. Da dove viene tutto
questo calore? Ebbene esso è prodotto dal funzionamento del microproces-
sore, vero cuore del computer. Il microprocessore, come abbiamo detto, è costruito mettendo insieme molti transistor i quali a loro volta non sono altro che piccolissimi pezzi di materiale semiconduttore in cui transitano
cariche elettriche le quali, durante il tragitto, tendono a trasferire parte della
loro energia di movimento al materiale stesso che in questo modo si scalda. Se il flusso di cariche diventa molto elevato il calore trasferito può essere rilevante e finisce per bruciare il microprocessore stesso. Ecco: il problema
principale che dobbiamo risolvere oggi per costruire computer più potenti
è proprio questo: evitare che il microprocessore si bruci. Fino a pochi anni fa si pensava di risolverlo cercando di raffreddare il materiale mediante un getto di aria (le ventole che si sentono funzionare nei computer da tavolo)
o, nei computer più recenti, mediante un flusso d’acqua (grazie a microtu-
bi, questa penetra nel materiale e lo raffredda come farebbe il radiatore di un’auto con il motore). Purtroppo però ci si è accorti che questi sono solo palliativi e il problema va affrontato alla radice: invece di tentare di raffred-
dare il calore prodotto, sarebbe di gran lunga preferibile evitare di produrre
il calore durante il movimento delle cariche nei transistor. Questo anche perché oramai, con sempre più transistor per microprocessore, il calore prodotto è troppo grande e l’energia che si consuma sia per far funzionare il computer, sia per raffreddarlo rappresenta una quantità troppo elevata e… l’energia costa.Quest’ultimo aspetto del consumo energetico è stato anche al centro del recente rapporto “SMART 2020: Enabling the low carbon economy in the information age” prodotto dal Gruppo del Clima della “Global eSustaina-bility Initiative (GeSI)”. Si tratta di uno studio condotto da esperti interna-zionali in cui si afferma che “i settori legati alla tecnologia dell’informazione (ICT) potrebbero causare una riduzione pari al 15% della emissione globale di gas serra e contemporaneamente produrre nuove occasioni di sviluppo economico del valore di miliardi di dollari.” Il rapporto “SMART2020”, chiamato così perché auspica che nel 2020 si raggiunga una riduzione del 20% del carbon footprint su scala planetaria rispetto ai valori del 1990, spiega che ciò sarà possibile grazie alla maggiore efficienza introdotta da un
uso massiccio delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Ora, affinché la cura non sia peggiore della malattia, resta da capire quale sia
il carbon footprint lasciato da un uso massiccio dell’ICT. Su questo aspetto
il rapporto prevede che il contributo percentuale della ICT sulla produzio-
ne globale di gas serra, passerebbe dallo 0.5% del 2002 al 1.4% del 2020,
triplicando quindi il proprio peso relativo rispetto ad altre sorgenti. A fronte
di questo interessante scenario vale la pena chiedersi se non sia possibile
migliorare le prestazioni delle tecnologie associate al ICT al fine di far sì che
l’impiego massiccio di tali tecnologie possa risultare in un minore consumo
di energia, assieme ad un ridotto impatto sul carbon footprint.
Proprio su questo punto, da qualche anno la Commissione Europea (CE)
ha organizzato un’intensa attività di stimolo verso i laboratori di ricerca
europei perché si trovino soluzioni efficaci al problema della dissipazione di
energia nei computer. In particolare, pochi mesi fa la divisione Future and
Energy Technologies (FET) della Commissione ha emesso un’importante call” per progetti di ricerca intitolata “Minimizing Energy Consumption of Computing to the Limit” (MINECC) mettendo a disposizione 15 milioni
di Euro per finanziare queste ricerche. A questa richiesta della CE hanno
risposto circa 70 laboratori riuniti in 22 consorzi che hanno presentato progetti originali. I progetti sono stati valutati e i primi 7 classificati hanno ricevuto un finanziamento per poter condurre la ricerca. Il laboratorio NiPS
è il coordinatore di un consorzio il cui progetto si è classificato al primo
posto e che vede partecipi oltre all’Università di Perugia (con il laboratorio NiPS e GHOST entrambi al Dipartimento di Fisica), l’Università di Wuerzburg (in Germania), la Delft University of Technology (in Olanda)
e L’ Instituto de Telecomunicacoes di Lisbona (in Portogallo).
Il progetto arrivato primo si chiama “Landauer” e vedrà impegnati per i prossimi tre anni i fisici perugini, assieme ai loro colleghi europei nella ricerca di computer sempre più potenti ma che consumino sempre meno
energia.
Ulteriori informazioni su: www.nipslab.org
I ricercatori di Perugia coordinano“Landauer” il progetto europeo per studiare PC potenti ma a basso consumo energetico.di Luca GammaitoniNiPS Laboratory
RICERCA RICERCA
l’UNIVERSITA' n.4 2012 9n.4 2012 l’UNIVERSITA' 8
MENO ENERGIA PER I COMPUTER DEL FUTURO
Chi può oggi ragionevolmente pensare di fare a meno del computer? Probabilmente nessuno. Infatti, sin dalla sua introduzione, avvenuta poco
più di cento anni fa, il computer ha acquistato un’ importanza sempre maggiore nella nostra società. Durante questa carriera tutta in ascesa si è
spesso cambiata tecnologia mantenendo immutati i principi del calcolo. Ai tempi pioneristici di Charles Babbage (fine 1800) il computer era esclusi-
vamente meccanico: un insieme di leve, ruote e ingranaggi. Fu solo negli anni Trenta del secolo scorso che il primo computer elettromeccanico vide
la luce negli USA ad opera di Vannevar Bush. Pochi anni dopo George Stiblitz, altro americano, introdusse la logica binaria, quella secondo cui è conveniente usare rappresentazioni numeriche basate su due soli simboli: 0
e 1. Un computer completamente elettronico, anche se con valvole e lampadine fu costruito poco prima della seconda guerra mondiale da Konrad Zuse, inizialmente in Germania e poi emigrato negli USA.Dopo la guerra la tecnologia cambia ancora: tre fisici americani (Bardeen, Brattain and Shockley, Nobel per la Fisica nel 1956) inventano il transistor e rivoluzionano l’elettronica. Si apre l’era dei semiconduttori e con essa arrivano computer sempre più piccoli e più potenti. Nel 1971 l’Intel presenta in California il primo microprocesso-re (progettato dall’italiano Federico Faggin): in una piastrina di pochi centimetri quadrati una rivoluzionaria tecnologia di miniaturizzazione consente di stipare fino a circa 2.300 transistor. Da allora è stata tutta una corsa a mettere sempre più transistor in sempre meno spazio, portan-do a livelli un tempo inimmaginabili la potenza dei computer odierni che racchiudono nello spazio di un centimetro quadrato fino a un miliardo di transistor.
E domani? In questi tempi sono in molti a chiedersi come sarà fatto il
computer del futuro, quale sarà la tecnologia che ne aumenterà ancora la
potenza, diminuendone sempre più le dimensioni. E’ per rispondere a
questa domanda che il gruppo di ricerca raccolto attorno al NiPS Labora-
tory, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia, lavora
oramai da diversi anni mettendo insieme competenze che vanno dalla fisica
fondamentale all’elettronica dei semiconduttori fino alla teoria
dell’informazione. In modo particolare al NiPS si lavora per superare
quello che viene considerato oggi il principale ostacolo per costruire i
computer della prossima generazione. Questo ostacolo si chiama “dissipa-
zione di energia”. Vediamo di spiegare in poche parole di cosa si tratta.
Chiunque abbia tenuto sulle ginocchia un computer portatile si è presto
accorto che il computer tende a scaldarsi e già dopo pochi minuti può
raggiungere temperature sufficientemente alte che risulta disagevole continuare a tenerlo a contatto con il proprio corpo. Da dove viene tutto
questo calore? Ebbene esso è prodotto dal funzionamento del microproces-
sore, vero cuore del computer. Il microprocessore, come abbiamo detto, è costruito mettendo insieme molti transistor i quali a loro volta non sono altro che piccolissimi pezzi di materiale semiconduttore in cui transitano
cariche elettriche le quali, durante il tragitto, tendono a trasferire parte della
loro energia di movimento al materiale stesso che in questo modo si scalda. Se il flusso di cariche diventa molto elevato il calore trasferito può essere rilevante e finisce per bruciare il microprocessore stesso. Ecco: il problema
principale che dobbiamo risolvere oggi per costruire computer più potenti
è proprio questo: evitare che il microprocessore si bruci. Fino a pochi anni fa si pensava di risolverlo cercando di raffreddare il materiale mediante un getto di aria (le ventole che si sentono funzionare nei computer da tavolo)
o, nei computer più recenti, mediante un flusso d’acqua (grazie a microtu-
bi, questa penetra nel materiale e lo raffredda come farebbe il radiatore di un’auto con il motore). Purtroppo però ci si è accorti che questi sono solo palliativi e il problema va affrontato alla radice: invece di tentare di raffred-
dare il calore prodotto, sarebbe di gran lunga preferibile evitare di produrre
il calore durante il movimento delle cariche nei transistor. Questo anche perché oramai, con sempre più transistor per microprocessore, il calore prodotto è troppo grande e l’energia che si consuma sia per far funzionare il computer, sia per raffreddarlo rappresenta una quantità troppo elevata e… l’energia costa.Quest’ultimo aspetto del consumo energetico è stato anche al centro del recente rapporto “SMART 2020: Enabling the low carbon economy in the information age” prodotto dal Gruppo del Clima della “Global eSustaina-bility Initiative (GeSI)”. Si tratta di uno studio condotto da esperti interna-zionali in cui si afferma che “i settori legati alla tecnologia dell’informazione (ICT) potrebbero causare una riduzione pari al 15% della emissione globale di gas serra e contemporaneamente produrre nuove occasioni di sviluppo economico del valore di miliardi di dollari.” Il rapporto “SMART2020”, chiamato così perché auspica che nel 2020 si raggiunga una riduzione del 20% del carbon footprint su scala planetaria rispetto ai valori del 1990, spiega che ciò sarà possibile grazie alla maggiore efficienza introdotta da un
uso massiccio delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Ora, affinché la cura non sia peggiore della malattia, resta da capire quale sia
il carbon footprint lasciato da un uso massiccio dell’ICT. Su questo aspetto
il rapporto prevede che il contributo percentuale della ICT sulla produzio-
ne globale di gas serra, passerebbe dallo 0.5% del 2002 al 1.4% del 2020,
triplicando quindi il proprio peso relativo rispetto ad altre sorgenti. A fronte
di questo interessante scenario vale la pena chiedersi se non sia possibile
migliorare le prestazioni delle tecnologie associate al ICT al fine di far sì che
l’impiego massiccio di tali tecnologie possa risultare in un minore consumo
di energia, assieme ad un ridotto impatto sul carbon footprint.
Proprio su questo punto, da qualche anno la Commissione Europea (CE)
ha organizzato un’intensa attività di stimolo verso i laboratori di ricerca
europei perché si trovino soluzioni efficaci al problema della dissipazione di
energia nei computer. In particolare, pochi mesi fa la divisione Future and
Energy Technologies (FET) della Commissione ha emesso un’importante call” per progetti di ricerca intitolata “Minimizing Energy Consumption of Computing to the Limit” (MINECC) mettendo a disposizione 15 milioni
di Euro per finanziare queste ricerche. A questa richiesta della CE hanno
risposto circa 70 laboratori riuniti in 22 consorzi che hanno presentato progetti originali. I progetti sono stati valutati e i primi 7 classificati hanno ricevuto un finanziamento per poter condurre la ricerca. Il laboratorio NiPS
è il coordinatore di un consorzio il cui progetto si è classificato al primo
posto e che vede partecipi oltre all’Università di Perugia (con il laboratorio NiPS e GHOST entrambi al Dipartimento di Fisica), l’Università di Wuerzburg (in Germania), la Delft University of Technology (in Olanda)
e L’ Instituto de Telecomunicacoes di Lisbona (in Portogallo).
Il progetto arrivato primo si chiama “Landauer” e vedrà impegnati per i prossimi tre anni i fisici perugini, assieme ai loro colleghi europei nella ricerca di computer sempre più potenti ma che consumino sempre meno
energia.
Ulteriori informazioni su: www.nipslab.org
I ricercatori di Perugia coordinano“Landauer” il progetto europeo per studiare PC potenti ma a basso consumo energetico.di Luca GammaitoniNiPS Laboratory
QUALITÀ
istituito il Laboratorio di Fisica Tecnica, che si articola in tre aree: Laborato-rio di Acustica, Laboratorio di Controlli Ambientali e Laboratorio di Termo-tecnica.Il Laboratorio di Acustica è dotato di strumentazioni, apparecchiature e codici di calcolo al passo con l’evoluzione delle tecniche di misura, previsione e intervento specifiche per lo studio del rumore. Il laboratorio effettua misure, valutazioni previsionali e progettazioni nei diversi settori dell’acustica ambien-tale, acustica architettonica, acustica edilizia e vibro-acustica.Il Laboratorio di Controlli Ambientali si occupa prevalentemente della valutazione della qualità dell’aria, della misura delle emissioni inquinanti e dello studio delle condizioni di benessere termoigrometrico negli ambienti
c o n f i n a t i , quali edifici residenziali, scolastici e m u s e a l i ,
m e d i a n t e
monitoraggi
in continuo,
simulazioni
e analisi pre-
visionali per
la progetta-
zione, il con-
trollo dei li-
miti di legge
e le compara-
zioni con i
valori ottima-
li dei diversi
parametri ambientali. Nel Laboratorio di Termotecnica si effettuano ricerche sulla resistenza termica di materiali e componenti
attraverso l’apparato sperimentale “Hot box”,
affiancato da termocamere ad infrarosso e da codici di simulazione numerica. Le proprietà ottico-emissive dei materiali sono oggetto di
analisi anche attraverso l’impiego di spettrofo-
tometri ed emissometri.
Il Centro di Ricerca sulle Biomasse (CRB), è stato istituito nel 2003 dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per coordinare le attività in materia di conversione energetica delle biomasse e
di promuoverne lo sviluppo e l’impiego su tutto il territorio nazionale mediante progetti di ricerca e sperimentazione di particolare interesse e la
realizzazione di laboratori e campi sperimentali per la certificazione ed etichettatura energetica ed ambientale delle filiere delle biomasse. Suddette attività impiegano 20 unità di personale, costituite da ricercatori, dottoran-
di, assegnisti e borsisti, e coinvolgono studenti dei Corsi di Laurea delle Facoltà di Ingegneria e di Biotecnologie nello svolgimento di didattica integrativa in laboratorio e nell’elaborazione di tesi di laurea.Il CRB dispone di un Laboratorio di caratterizzazione di biomasse e biocombustibili, dotato di strumentazioni che consentono di effettuare analisi prossima, analisi ultima, contenuto di cloro e zolfo, potere calorifico superiore e inferiore, durabilità del pellet. Si effettuano corren-temente analisi su campioni di biomasse, sia per scopi interni di ricerca sia per conto terzi; i dati sono organizzati in un data base, denominato BIO.DAT, appositamente elaborato. Le strumentazioni disponibili sono un mulino RESTCH SM 2000 per la preparazione dei campioni; un analizzatore termogravimetrico TGA 701 per misure di contenuto di umidità (CENT/TS14774-1, CENT/TS14774-2, CENT/TS14774-3), ceneri (CENT/TS 14775), carbonio fisso e sostanze volatili (UNI 9003-8); un Truspec CHN per misure di contenuto di carbonio, idrogeno e azoto (ASTM D 5373); un Calorimetro AC-350 per misure
di Potere Calorifico Superiore e Inferiore (UNI9017); un tester per la
durabilità del pellet per misurare la capacità di resistere a sollecitazioni
meccaniche di varia natura nelle fasi di vita del prodotto; un cromatogra-
fo ionico per la misura del contenuto di cloro e zolfo.
E’ inoltre attivo il Laboratorio di Processi Termici, all’interno del quale
sono presenti i seguenti impianti pilota su scala da laboratorio e banchi
per la certificazione di apparati.
Il digestore anaerobico di tipo batch dimensionato sulla base delle
produzioni medie di biogas di alcuni substrati di interesse (reflui suini,
reflui bovini, pollina, scarti di cartiera, sansa di oliva, scarti di mense,
alghe, FORSU) accoppiati con diversi tipi di inoculo.
L’impianto di pirolisi di tipo batch: i componenti essenziali del sistema
sono il reattore, la fornace, un serbatoio di gas inerte, un sistema di
raccolta e stoccaggio del pyrogas prodotto, sistema di controllo e acquisi-zione dati e relative sonde. Il reattore è posto all’interno di gusci cerami-
ci che per il riscaldamento dell’ambiente interno fino alla temperatura
di pirolisi. Il tappo superiore del reattore è provvisto di fori per il collega-mento alla linea di campionamento del tar (frazione liquida dei prodotti della pirolisi) a norma CEN/TS 15439. Il pyrogas non condensato è
prelevato in sacche di tedlar e analizzato con tecniche gascromatografi-
che.Il banco prova per stufe e caldaie a pellet, ai sensi della UNI EN 14785, tratta i dispositivi impiegati per riscaldamento residenziale. Il sistema
permette di acquisire le temperature superficiali a distanza di sicurezza,
la portata, la temperatura e la composizione dei fumi. I dati acquisiti sono utilizzati per effettuare le verifiche di sicurezza, per calcolare le prestazioni energetiche del generatore di calore e per verificare la
congruenza delle emissioni con i limiti di legge.
La coltivazione di microalghe: per la coltivazione di microalghe è stato progettato e realizzato un fotobioreattore a colonna, che offre la miscela-zione più efficiente, la più alta velocità di trasferimento volumetrico del
gas e la migliore controllabilità delle condizioni di crescita.
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 10 l’UNIVERSITA' n.4 2012 7
di Elda Gaino
Chi di noi alla parola libellula non associa
immediatamente l’immagine di un insetto
dal volo rapido e dai colori sgargianti? La
libellula è senza dubbio una delle forme più
note anche ai profani, come lo sono le farfalle,
anche se solo lo specialista, nel vederle passare,
è in grado di identificarle a livello specifico, distin-
g u e n - done il sesso e, in molti casi, riconoscendone
la fase giovanile o matura in base ad una diversa
p i g m e n t a - zione del corpo e delle ali. Le libellule non sono solo belle a vedersi, un aspetto di per sé già attraente e capace di suscitare interesse, ma costituiscono, dal
punto di vista scientifico, validi bioindicatori della qualità
dell’ambiente. Il loro ciclo biologico, infatti, richiede una lunga fase larvale acquatica, in cui gli individui crescono nei corsi d’acqua, laghi e stagni, attraverso mute periodiche, fino
all’emergenza dell’individuo adulto che si libra nell’aria.
È quest’ultima fase quella più nota e colorata, a differenza delle fasi larvali la cui pigmentazione, tipicamente monocromatica, contribuisce a renderle mimetiche quando si spostano sul substrato.
Un gruppo di lavoro, interessato alla biologia e distribuzione di
questi insetti in Umbria, opera presso il Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale allo scopo di elencare le specie di questo territorio e delinearne l’area di distribuzione. Tale ricerca rientra
in un progetto finanziato dalla Regione Umbria e sta ponendo le basi per la realizzazione di un atlante, utile anche per
l’identificazione specifica di questi bellissimi volatori. Così, scelte
RICERCA
LE LIBELLULE,I BIOINDICATORI DELLA
QUALITÀ DELL’AMBIENTE
Chi di noi alla parola libellula non associa
immediatamente l’immagine di un insetto
dal volo rapido e dai colori sgargianti? La
libellula è senza dubbio una delle forme più
note anche ai profani, come lo sono le farfalle,
anche se solo lo specialista, nel vederle passare,
è in grado di identificarle a livello specifico, distin
g u e n - done il sesso e, in molti casi, riconoscendone
la fase giovanile o matura in base ad una diversa
p i g m e n t a - zione del corpo e delle ali.
Le libellule non sono solo belle a vedersi, un aspetto di per sé già
attraente e capace di suscitare interesse, ma costituiscono, dal
RICERCA
I BIOINDICATORI DELLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE
I BIOINDICATORI DELLA QUALITÀ DELL’AMBIENTE
I BIOINDICATORI DELLA
Fig. 1
Fig. 2
Nelle foto (1-3), le fasi di sfarfallamento dell’insetto.
Fig. 3
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 6 l’UNIVERSITA' n.4 2012 11
QUALITÀ
QUALITATIVAMENTE ATTIVI I laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale e il Centro di Ricerca sulle Biomasse scelgono il sistema di gestione della qualità per assicurare un alto livello prestazionale.
Le attività di ricerca svolte dai Laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale, oltre a coinvolgere docenti, ricercatori, dottorandi, assegnisti e borsisti, prevedono la partecipazione di clienti e partner, ai fini del trasferi-mento tecnologico nel settore industriale, e quella di studenti dei Corsi di Laurea della Facoltà di Ingegneria, che in tal modo ricevono formazione universitaria superiore.La Direzione per la Qualità dei Laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale comprende la Sezione di Macchine e Sistemi Energetici e la
Sezione di Fisica Tecnica. Presso la Sezione di Macchine e Sistemi Energetici
del Dipartimento di Ingegneria Industriale sono attivi il Laboratorio di
Macchine e il Laboratorio di Celle a Combustibile.
Il Laboratorio di Macchine è costituito da due aree: Laboratorio di Iniezione
e Laboratorio di Flussaggio e Motori.
Il Laboratorio di Iniezione si occupa prevalentemente della caratterizzazione
sperimentale di sistemi di iniezione per applicazioni automotive. L’analisi dei
sistemi di iniezione, sia in termini idraulici sia di formazione e di evoluzione
degli spray di combustibile, si inquadra nelle problematiche generali del
contenimento delle emissioni inquinanti e del miglioramento dell’efficienza
energetica dei motori a combustione interna: lo sviluppo del processo di
combustione è largamente controllato dalle modalità con cui si realizza il
complesso meccanismo di formazione della miscela aria-combustibile, per il
quale sono cruciali sia le modalità di alimentazione sia le caratteristiche degli
spray di combustibile. Il Laboratorio di Flussaggio e Motori è attivo su due fronti. Il primo si occupa della misura di portate in massa di aeriformi quali quelle che attraver-
sano valvole di motori a combustione interna, sistemi di aspirazione e scarico
o qualsiasi dispositivo operante con aria come fluido di lavoro. Il secondo è dedicato alla misura di prestazioni, in termini di coppia, potenza e consumo di combustibile, di motori a combustione interna di qualsiasi tipologia fino
a 500 CV di potenza e inoltre è specializzato nella misura delle emissioni
inquinanti prodotte da motori (misurazioni di concentrazioni di CO2, CO, NOx e particolato). Il Laboratorio di Celle a Combustibile (FCLab) è uno dei pochi laboratori
universitari dedicati alla sperimentazione e modellazione di componenti e
sistemi basati su celle a combustibile a carbonati fusi (MCFC) e ad ossidi solidi (SOFC). L’attività sperimentale riguarda monocelle, short-stacks e sistemi micro-CHP di potenza fino a 2,5 kW. Vengono effettuati test per la
valutazione delle prestazioni, test di durata e test di inquinamento da impuri-tà presenti nel combustibile. Altri settori di ricerca sono la cattura della CO2
mediante MCFC e il trattamento dei combustibili attraverso sistemi di clean-up e reforming.
Il laboratorio è in grado di ospitare fino a 13 banchi prova
e di effettuare analisi gascroma-
tografiche e di impedenza elettrochimica. È inoltre parte attiva nello sviluppo di
procedure di prova e report
standardizzati. Il gruppo di ricerca conta un responsabile scientifico, 3 dottorandi e 1
assegnista. FCLab è coinvolto
in progetti nazionali quali EFESO, il cui obiettivo è la realizzazione di caldaie SOFC per micro-cogenerazione distribuita, ed
internazionali, quali LOTUS, il cui focus è costituito da celle SOFC innova-tive a bassa temperatura.
La Sezione di Fisica Tecnica del Dipartimento di Ingegneria Industriale ha
di Michele Goretti
un ruolo quasi esclusivo nella percezione dell’ambiente fino a quando saggi sulle risposte a stimoli odorosi di diversa natura hanno provato, senza ombra di dubbio, che i sensilli olfattivi, complesse e microscopiche strutture ubicate sulle antenne, svolgo-no un ruolo di primo piano in questo ambito. La curiosità di capire sempre meglio e sempre di più ha aperto nuove collaborazioni con studiosi francesi, spagnoli e tedeschi, consolidando nel contempo quelle già in essere con alcuni colleghi della Facoltà di Agraria. E poiché nella ricerca l’entusiasmo e la curiosità costituiscono una molla difficilmente tacitabile, ecco l’attività sinergica delle varie parti nella presentazione di un progetto FIRB. Chi avrebbe mai pensato che ci potesse essere un interesse nazionale in tale ambito? Invece, bando al pessimismo, il progetto ha avuto successo ed ora... abbiamo una ragione di più per continuare a studiare le libellule, anche perché si può contare su un finanziamento a lungo termine,
aspetto non banale in questi tempi di ristrettezze economiche.
alcune aree di interesse comunitario, i ricercatori campionano mensilmente gli adulti che, dopo essere stati catturati, misurati e marcati con coloranti non tossici, vengono nuovamente liberati. È un’attività intensa non scevra di imprevisti, anche se la ricerca di campo è forse la più entusiasmante: si cerca, si scrive, si fotogra-fa, si stilano elenchi di annotazioni relative all’ambiente, al sesso dell’individuo catturato, al tipo di volo, all’ora del campionamen-to ecc. Ciò spiega l’esigenza di poter disporre di un congruo numero di persone anche perché nella stessa giornata ci si deve spostare in zone spesso molto lontane tra loro. Le libellule rappresentano dei sensibili bioindicatori della qualità dell’ambiente perché molte loro specie sono particolarmente esigenti e il loro ciclo biologico si completa solo se le condizioni ambientali, ivi compresi i valori dei parametri chimico-fisici, subiscono oscillazioni che non alterano la naturalità dell’habitat. Altre specie riescono ad adattarsi alla crescente pressione antropi-
ca, ma nessuno è in grado di prevedere quanto queste potranno
resistere alla continua e spregiudicata trasformazione
dell’ambiente.
Il riscaldamento del pianeta costituisce una reale minaccia, poiché
la riduzione delle aree umide,
cui si aggiunge una diminuzio-
ne delle portate di molti tratti
dei corsi fluviali per captazio-
ne delle acque, interrompe lo
svolgimento dei processi vitali
che sono indispensabili per la
conservazione e sopravvivenza
di questi insetti.
Voraci predatrici prima in
acqua e poi nel volo, le libellu-le si collocano ai vertici della catena alimentare, nutrendosi
anche di insetti dannosi
all’agricoltura o molesti per altri animali e per l’uomo. Lo studio delle libellule non è
certo recente anche se più
recenti sono gli studi su alcuni aspetti della loro biologia. L’avvio è stato dato da uno studio sulla successione e definizione degli stadi larvali, utilizzando una specie modello, la stessa da cui
sono partiti gli studi sulle capacità sensoriali di questi insetti,
come la percezione di gradienti di umidità che possono orientare le larve nella ricerca dell’acqua al prosciugarsi delle pozze. Gli studi sulle strutture sensoriali, abbinati a quelli di elettrofisio-
logia, stanno mettendo in luce aspetti davvero insospettabili in insetti così antichi.
Si pensava che i grandi occhi delle fasi alate delle libellule avessero
RICERCA
Il gruppo di ricerca. Da sinistra: Alessandro dell’Otto, Angelo Speziale, Elda Gaino, Enzo Goretti, Manuela Rebora, Silvana Piersanti e Gianandrea La Porta.
l’UNIVERSITA' n.4 2012 5n.4 2012 l’UNIVERSITA' 12
FOCUSSPECIALE
CIRCOLO SAN MARTINO: UN ANNO DI ENTUSIASMO E GRANDI SUCCESSI
di Paolo DiniPresidente Circolo San Martino
Voglio iniziare queste poche righe ringraziando tutti coloro che con sacrificio tengono in alto e portano ancora avanti la bandiera del Circolo San Martino e conseguentemente anche quella dell’Ateneo di Perugia.Nell’anno trascorso ed in quello attuale abbiamo avuto momenti intensi soprattutto per le attività sportive che hanno condotto a dei risultati insperati e quindi hanno confermato il cammino presente,
consolidato il passato e stimolato tutti per il futuro.
A questo proposito voglio ricordare gli ottimi piazzamenti del gruppo
Pesca, dei quali in un precedente numero del giorna-
le d’Ateneo si è già parlato ampiamente, indicando
anche i nomi dei colleghi che si sono distinti
riportando ottimi risultati in competizioni non
certamente facili. La guida di suddetto gruppo è
affidata all’amico Mauro Peccetti, che riesce a
stimolare i colleghi ed a farli partecipare nonostante
le difficoltà.
Basta recarsi presso la portineria di Palazzo Murena
dove sono state sistemate le coppe conquistate dai
gruppi sportivi in questi ultimi anni per constatare
che la maggioranza di queste apprtengono al gruppo
pesca.In questo momento, però, bisogna congra-
tularsi anche con il
gruppo del calcio, che lo scorso mese di giugno 2012, nella
m a n i f e s t a z i o n e
svoltasi a Marina di Orosei, ha vinto la
“Coppa Italia
ANCIU”.
Le squadre presenti al torneo erano 24, in rappresentanza di
altrettanti atenei. La formazione
guidata dal collega
Simone Baiocco (nella duplice veste di giocatore-allenatore) ha vinto tutte le partite tranne una. I gol segnati sono stati 25 e le reti subite 15. È una vittoria che conferma l’impegno del gruppo che, grazie ad un intenso allenamento durante tutto l’anno, è riuscito a trovare la coesione ed l’affiatamento che mancavano da tempo. Ricordiamo che i calciatori vengono seguiti ed allenati dal collega/pensionato Alessandri-
ni.
È doveroso ringraziare, inoltre, gli sponsor che hanno contribuito
affinchè si potesse partecipare alla manifestazione: Tetra Engineering
s.r.l., Sixtus, Cesar, ed infine l’Ateneo di Perugia
che ovviamente non è uno sponsor ma continua ad
avere fiducia nelle potenzialità dei suoi atleti.
Ricordiamo i componenti della squadra: Andrea
Alunni, Andrea Santoni, Stefano Saracca, David
Aristei, Simone Baiocco, Marco Giommini,
Andrea Speziali, Nicola Pimpinelli, Francesco
Paterna, ed infine il più “anziano” - ma solo di età
perché lo spirito può fare invidia ai più giovani -,
Paolo Chiabolotti.
Tutti ci auguriamo che alla fine dell’estate possano riprendere gli allenamenti, in vista del prossimo
anno agonistico,
con la grinta e la volontà dimostrata, forti anche del fatto
che alcuni amici
m a n c a n t i all’appuntamento di Marina di Orosei
a m b i s c o n o
sicuramente ad esse-re presenti in futuro.Abbiamo avuto
ottimi piazzamenti
anche nel tiro a volo. Il gruppo coordina-
to da Cassetta, tra l’altro uno dei tira-
come sistema nazionale: non a caso uno
degli obiettivi del Processo è, appunto,
“l’istituzione di un sistema di crediti
come strumento utile a promuovere la
più ampia e diffusa mobilità studentesca”.
“Tra le ragioni che ci hanno portato alla
richiesta dell’ECTS label – ha dichiarato
la professoressa Gaino -, sta il fatto che lo Studium è molto efficiente
nelle attività di scambio con altre università europee. È giunto, quindi, il momento di standardizzare i nostri processi, per ampliare ulteriormente la
mobilità e rendere il periodo di studi all’estero sempre più fruttuoso e pia-
cevole. Ottenere il marchio ECTS significa comunicare agli studenti che le nostre procedure di mobilità vengono validate da esperti. Il marchio, inoltre, consolida la prospettiva internazionale della cultura della nostra
organizzazione, secondo il cammino disegnato dai ‘Bologna Promoters’
di cui oggi la Professoressa Sticchi Damiani rappresenta la figura di riferimento”.Il Programma Erasmus, nel corso degli anni, ha messo in luce che
esistono ancora problemi nel trasferimento dei risultati dello studio e
nel riconoscimento reciproco dei curricula. “Per questo la Commissione Europea – ha chiarito la professoressa Sticchi Damiani - ha dato il via alla possibilità di richiedere l’ ECTS label, ovvero il marchio di qualità,
a supporto della mobilità studentesca in tutti i rapporti con le istituzioni
partner. L’ECTS label garantisce la trasparenza delle procedure, dal ‘Learning agreement’ al ‘Transfer of records’, e sottolinea, al contempo, come l’insegnamento a livello universitario sia molto cambiato: dalla
conoscenza alla competenza; dall’insegnante che orienta lo studente, allo studente che orienta l’insegnante”.
Con una punta di giusto orgoglio, la professoressa Gaino ha annotato che “la graduatoria degli Atenei italiani pubblicata dal Censis ha confermato il nostro Ateneo come Università internazionale grazie, in partico-lare, alla mobilità studentesca e ai progetti di ricerca. Il marchio ECTS contribuirà senza dubbio all’organizzazione dei PhD e delle lauree a tutti i livelli, a ciclo unico e magistrale, rendendo la nostra offerta formativa ben chiara agli studenti interessati. Quest’ultima condizione è
essenziale per convincere i
giovani di altri paesi a fare
un’esperienza presso l’Università
di Perugia, nell’ambito di
programmi comuni, per ottene-
re anche il doppio titolo o un titolo
congiunto spendibile in Europa. Fin
da quando la mobilità ERASMUS ha
avuto inizio, ovvero nel 1987, l’Ateneo
di Perugia ha visto crescere la mobilità
internazionale, seppure con qualche
criticità, che, sicuramente, il marchio
ECTS contribuirà a sanare, aprendo un rinvigorito dialogo con le sedi
partner nella risoluzione di problemi comuni. Gli studenti, insomma, in
futuro, si orienteranno sempre di più verso le sedi in possesso dell’ECTS label, perché ciò rappresenta un attestato di qualità. Al contempo, esso costituirà uno stimolo per tutti i corsi di studio a perfezionare le proprie
procedure, ottenendo così una maggiore credibilità non solo a livello
nazionale: si tratta di un traguardo importante, e gli sforzi che faremo in questa direzione verranno ricompensati dalla possibilità di offrire ai nostri studenti una esperienza di mobilità bene integrata nel percorso
accademico”.
La presentazione della professoressa Sticchi Damiani, protrattasi anche nel pomeriggio, è stata molto apprezzata per la chiarezza espositiva, per la ricchezza di contenuti e per l’analisi accurata delle varie problematiche e
criticità. Il vivace dibattito che ne è seguito ha rappresentato un importan-
te momento di confronto per promuovere una programmazione didattica di alto livello.
Informazioni dettagliate sul sistema ECTS sono disponibili nel sito ufficiale della Commissione Europea: (http://ec.europea.eu/education/lifelong-learning policy/ects_en.htm) o nel sito del Processo di Bologna (http://www.processodibologna.it)
la professoressa Gaino
la professoressa Sticchi Damiani
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 4 l’UNIVERSITA' n.4 2012 13
RICERCA
Quando nel Trecento gli Atenei europei erano ancora solo una quindicina,
l’internazionalizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento era favori-
ta con provvedimenti che agevolavano la vita degli studenti “forestieri” nella città universitaria. Il Comune di Perugia, ad esempio, garantì loro l’immunità dalle rappresaglie, giungendo persino a equipararli, in caso di
giudizio, ai suoi stessi cittadini.
Sette secoli dopo, mutatis mutandis, l’Università di Perugia conferma il suo impegno volto a favorire la mobilità internazionale: ovviamente con modalità ben diverse da quelle medievali.
Nel 1989 è stato introdotto, nell’ambito del programma Erasmus,
l’European Credit Transfer System (ECTS), concepito per il trasferimento dei crediti e usato con successo a livello nazionale ed europeo: nel giugno scorso, l’Ateneo perugino ha presentato la propria candidatura per ottenere
il marchio ECTS (ECTS label), il cui conferimento è subordinato alla cor-retta applicazione dell’ECTS in tutti i programmi di primo e secondo
ciclo. Ciò allo scopo di migliorare l’immagine esterna dell'istituzione quale partner trasparente ed affidabile nella cooperazione europea e internazionale.
Per consentire a tutti di contribuire all’ottenimento del riconoscimento
europeo, le varie procedure sono state illustrate nel corso di un incontro seminariale al corpo docente perugino dalla professoressa Maria Sticchi Damiani, Coordinatrice Nazionale dei Bologna Promoters e dalla profes-
soressa Elda Gaino, Delegato del Rettore per l’Internazionalizzazione,
incontro cui hanno assistito anche il Rettore professore Bistoni e il Direttore Amministrativo dottoressa Lacaita.In particolare, la professoressa Sticchi Damiani si è soffermata a mettere
in evidenza che il sistema ECTS, utilizzato nello spazio europeo dell’Istruzione superiore, comprende i quarantasei Paesi impegnati nel
processo di Bologna e ne costituisce una pietra angolare. Molti paesi che hanno aderito al processo di Bologna hanno adottato il sistema ECTS
RICERCARICERCARICERCAFOCUS
Quando nel Trecento gli Atenei europei erano ancora solo una quindicina,
l’internazionalizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento era favori-
ta con provvedimenti che agevolavano la vita degli studenti “forestieri”
nella città universitaria. Il Comune di Perugia, ad esempio, garantì loro
ciclo. Ciò allo scopo di migliorare l’immagine esterna dell'istituzione
quale partner trasparente ed affidabile nella cooperazione europea e
internazionale.
Per consentire a tutti di contribuire all’ottenimento del riconoscimento
Un seminario per spiegare alla comunità accademica di Perugia i vantaggi per l’Ateneo di possedere la certificazione internazionale
UN PASSAPORTO DI QUALITÀ PER L’EUROPA
Tutto quanto detto serve ad illustrare l’attività del Circolo S.Martino ed è la risposta a tutti quei colleghi che mi chiedono “a cosa serve il Circolo”.La partecipazione, l’interesse, l’affetto, l’appartenenza, l’impegno, l’aggregazione, la non politicizzazione ed ultima ma non meno importante l’assenza di guadagno, sono i fattori che ancora oggi costitu-iscono i punti di forza del circolo. Sono stati proprio questi i pilastri basilari posti dai fondatori del Circolo ed io, insieme ai consiglieri ed ai responsabili dei gruppi, sono orgoglioso di continuare su questa strada; orgoglioso di essere ai vertici di una organizzazione che nonostante i tempi difficili riesce ad esprime-re delle potenzialità insperate.Per concludere invito, chi vuole, a partecipare ad una qualunque iniziativa del Circolo, per constatare con i propri occhi quanto viene fatto e quante adesioni abbiamo. Pertanto chi pensa che ci sia uno spreco di energie e di risorse dovrà sicuramente ricredersi.
Dal mio punto di vista - e penso di interpretare anche il pensiero dei Consiglieri e dei soci il Circolo – il Circolo ricreativo San Martino è
una realtà della quale non si può davvero fare a meno.
tori migliori non solo nelle manifestazioni tra circoli Universitari ma anche a livello nazionale, riesce a focalizzare l’interesse dei pochi amanti di questa disciplina all’interno del nostro Ateneo.Il Circolo ovviamente organizza altre iniziative, non solo sportive ma anche culturali, che continuano ad essere partecipate dai colleghi. È stata effettuata una visita guidata alla mostra su “Luca Signorelli” con la preziosa conclusione del Prof. Francesco Federico Mancini, che come in altre occasioni ci ha accompagnato illustrandoci con ricchezza di particolari le opere esposte. Colgo, quindi, l’occasione per ringraziar-lo della sua ampia disponibilità a nome mio personale e di tutti coloro che hanno partecipato alla visite organizzate dal Circolo.L’annuale festa della Befana, poi, continua a raccogliere consensi da parte dei bimbi e dei genitori, nonostante la presenza di analoghe manifestazioni che si tengono un po’ dovunque nel territorio: questa è una iniziativa che il Circolo ha sempre portato avanti e continuerà a farlo anche nel futuro, per la gioia
dimostrata dai bimbi che intervengono.
La partecipazione numerosa dei colleghi alla annuale cena sociale, pur dovendone sostenere la spesa, dimostra che ancora si gradisce stare insieme al di fuori dell’ambiente di lavoro.
L’attività culturale coordinata da Corrado Stornelli, si avvale di un
gruppo molto attivo e che collabora pienamente nella scelta delle iniziative. Le proposte sono state quasi tutte portate a temine con una forte
partecipazione e soddisfazione dei colleghi.
I tempi attuali ci costringono però ad effettuare una maggior selezione nella programmazione in quanto il partecipante deve, come ovviamen-te in tutte le iniziative sopraelencate, contribuire con quote pari quasi
alla spesa intera.
Comunque i colleghi non ci hanno abbandonato, anzi le adesioni sono in crescita. Tralascio di elencare le varie convenzioni stipulate per acquisti (vedi
Mirabilandia, Grifo Latte ecc.).
SPECIALE
Nella pagina a fiancoin alto: l’allenatore-giocatore Simone Baiocccosotto: la squadra vincitrice della “Coppa Italia ANCIU 2012”
In questa paginaa sinistra: la squadra Ba destra: la squadra A del Gruppo Pesca del Circolo
l’UNIVERSITA' n.4 2012 3n.4 2012 l’UNIVERSITA' 14
FARMACIA: DAI BANCHI UNIVERSITARI AL LAVORO
La Facoltà di Farmacia ha organizzato il 25 maggio 2012 la “Giorna-ta della Facoltà” nell’ambito della quale, come di consueto, sono stati premiati i suoi migliori laureati nell’A.A.
2010/2011.
La giornata si è articolata
in un iniziale saluto del
Rettore professore Francesco Bistoni, che ha sottoli-
neato il momento che sta vivendo l’Università in
generale e quella di Perugia, in particolare in
riferimento ai cambiamenti introdotti dalla Legge
Gelmini.
Di seguito l’intervento del preside professore
Massimo Curini, che si è intrattenuto sulle proble-
matiche relative alla trasformazione delle Facoltà in
Dipartimenti e il riflesso che tale processo avrà nei
corsi di laurea in Farmacia, Chimica e tecnologia
farmaceutiche e Biotecnologie Farmaceutiche.Un aspetto innovativo, rispetto alle precedenti
edizioni della Giornata, è stato quello di raccontare
ai nostri laureati il transito “dalla Laurea al mondo del lavoro” attraverso il racconto delle esperienze maturate da ex studenti nei vari settori in cui
operano, a dimostrazione della capaci-
tà della Facoltà di preparare laureati in grado di affrontare le più ampie proble-matiche presenti nel mondo produttivo.
Un primo aspetto è stato curato dal
dottor Vittorio Pace - School of Chemi-stry - The University of Manchester - UK - con una relazione “Chemistry
around Europe: from Perugia to
Manchester”, il quale ha posto in evidenza come la preparazione ottenuta nella nostra Facoltà gli abbia permesso
di accedere al Dottorato di Ricerca in
Spagna e successivamen-te di occupare posizioni di rilievo in altre sedi e di sviluppare quindi ricerche di estrema attualità nel settore della Chimica Organica.La dottoressa Michela
Rapucci - Baxter
Manufacturing spa -
Cittaducale (RI) - con
una relazione dal titolo “La mia Laurea in CTF,
dieci anni dopo…” ha voluto mostrare come sia
difficile operare nel mondo dell’industria farmaceuti-
ca e che solo attraverso un consolidamento struttura-
le delle basi ricevute nel corso degli studi, unitamen-
te ad una volontà di emergere, sia possibile adeguarsi
a situazioni di lavoro estremamente differenti.
Il dottor Emiliano Giovagnoni – Aboca spa – S.
Sepolcro (AR) – con una relazione “Manager e
complessità” ha apportato a quanto precedentemen-
te discusso il proprio contributo nel campo manage-
riale e ai requisiti che si devono possedere in funzio-ne della complessità del ruolo.Da ultimo, particolarmente interessante, è stato
l’apporto alla problematica relativa alla funzione
della Farmacia nell’ambito sociale con una relazione dal titolo “La Farmacia nella realtà territoriale”: accanto ad una esperienza
del dottor Federico Bolli - Farmacia
Bolli Perugia - sulla questione di una corretta gestione di una Farmacia con tutta una serie di interventi atti a
stabilire contatti con la realtà cittadina e
gli elementi che la contraddistinguono, il Dott. Guido Zuccari – Farmacia Farchioni Bastardo (PG) – ha successi-
vamente ampliato e caratterizzato alcune problematiche nel campo di una
Farmacia “rurale”.
NEWS
La Giornata di Facoltà premia i migliori laureati e accoglie gli Alumni illustri
In alto: il Preside insieme agli Alumni illustri.In basso: il Preside, Professor Massimo Curini e il Rettore professor Francesco Bistoni.
un’attività molto impegnativa sia per i docenti che per gli studenti i quali, quotidianamente, hanno svolto lezioni, esercitazioni e prove di valutazione in itinere e finali in un clima di scambio culturale e di esperienze per certi aspetti informale sul piano operativo, ma molto proficuo sul fronte della didattica e della ricerca.Sotto la direzione del professor Leonede De Michele, dell’Università di Milano Bicocca, e con il coordinamento del professor Paolo Baldi dell’Università Tor Vergata di Roma, le lezioni sono state dedicate a settori fondamentali della Matematica, e sono stati tenute da docenti che insegnano in prestigiose Università europee e extraeuropee: Analisi Funzionale - professor Harold Dales, University of Lancaster, Algebra - professor Thomas Weigel, Università di Milano Bicocca, Geometria Algebrica - professor Kristian Ranestad, Università di Oslo, Geometria Differenziale - professor Francesco Mercuri, University of Campinas, Equazioni Differenziali Stocastiche - professor Paolo Baldi (Università Tor Vergata Roma), Statistica -
professor Yosef Rinott, Hebrew University Jerusalem).
“L’esperienza di insegnare nei corsi estivi di Perugia, nell’arco degli
anni, è stata fatta dalla quasi totalità dei docenti e ricercatori che
operano nelle Università italiane, e non solo.
Tutti loro mantengono un piacevole ricordo della ospitalità offerta
loro dalla città di Perugia e dal Dipartimento di Matematica e Infor-
matica – sottolinea la professoressa Francesca Conti Candori, da
sempre fra i promotori della prestigiosa iniziativa -.
I dati relativi ai partecipanti, contattati tempo dopo la loro esperien-
za umbra, mostrano come, in generale, questi abbiano poi occupato
incarichi di grande rilievo, sia in ambito universitario, che in enti di
ricerca pubblici o privati, o anche a livello direttivo presso aziende
private”.
“Gli aspetti che sono da evidenziare in iniziative come queste -
aggiunge la professoressa Giuliana Fatabbi, del Dipartimento di Matematica e Informatica - sono l’alto livello scientifico dei corsi e la reale integrazione e interazione fra studenti di così diversa prove-
nienza e fra studenti e docenti in un clima disteso e collaborativo
non sempre facile da trovare nelle nostre sedi universitarie”.Perugia, a testimonianza del ruolo che si è conquistata nell’ambito dello studio e della ricerca nella matematica, ha ospitato, in questo
periodo, anche un’altra iniziativa.
In agosto al Dipartimento di Matematica e Informatica si è svolto l’incontro dei borsisti dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica (Indam): vi hanno preso parte i vincitori delle 40 borse di studio che
ogni anno l’Indam eroga per studenti particolarmente meritevoli,
nelle diverse università italiane, iscritti ai primi due anni della laurea triennale in Matematica. Per questi studenti sono stati organizzati dei minicorsi e conferenze
che hanno suscitato molto interesse e che si sono svolti in un clima di proficuo scambio di esperienze favorendo l’interazione degli
studenti sia tra loro sia con i docenti dell’ Indam e della SMI.
EVENTI
Gli allievi dei diversi corsi della S.M.I. 2012
NEWSl’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
INDICE
I numeri non vanno in vacanza
Un passaporto di qualità per l’Europa
Qualitativamente attivi
Meno energia per i computer del futuro
Le libellule, i bioindicatori della qualità dell’ambiente
Circolo San Martino: un anno di entusiasmo e grandi successi
Farmacia: dai banchi universitari al lavoro
Messico chiama Italia
2
4
6
8
10
12
14
15
Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia
Anno XXX
n.4 luglio/agosto 2012
Auorizzazione del Tribunale di Perugia
n. 659 del 7/3/1983
Direttore reponsabile : Laura Marozzi
Redazione: Piazza dell’Università, 1
06123 Perugia (PG)
mail: [email protected]
Tel. 075 585 2395
Fax 075 585 2182
Progetto grafico: Thema_design e comunicazione
Stampa in proprio
n.4 2012 l’UNIVERSITA' 2
A Perugia 90 laureati italiani e stranieri per la summer school della Scuola Matematica Interuniversitaria.
di Maurizio Baglioni
La matematica non va in vacanza e si studia bene anche d’estate,
nonostante il gran caldo di quest’anno.
Sono stati 90 i giovani, di vari Atenei italiani e stranieri, selezionati
in base ai titoli da un’apposita commissione, che hanno partecipato
ai corsi estivi di avvio alla ricerca in Matematica per laureati della
Scuola Matematica Interuniversitaria (SMI), corsi che da
quarant’anni si tengono nel capoluogo umbro, grazie all’impegno
dei docenti dell’Università degli Studi di Perugia.
L’iniziativa, che si è tenuta nel mese di agosto presso il Dipartimento
di Matematica e Informatica dell’Ateneo perugino, è stata organizza-
ta dal Consorzio Interuniversitario per l’Alta Formazione in Mate-
matica (Ciafm), di cui fa parte, sin dalla fondazione, anche lo
Studium perugino, il quale è riuscito a superare le difficoltà econo-miche dovute ai tagli dei finanziamenti ministeriali e alla partecipa-
zione, non sempre attiva, di istituzioni che dovrebbero favorire
l’attività e costruire anche l’edizione appena conclusa. I corsi, peraltro, sono stati inseriti in uno specifico progetto di Educazione, Istruzione e Formazione della Fondazione Cassa di
Risparmio di Perugia, che grazie a ciò ha potuto sostenerne lo svolgi-
mento. Lo scopo di questa frequentata e longeva summer school è quello di preparare i giovani studiosi ai corsi di Dottorato di ricerca, da
frequentare poi in Italia o all'estero e, più in generale, alle Scuole di
specializzazione post-lauream e, infine, all’attività di ricerca.In questo modo il capoluogo umbro, grazie al Dipartimento di Matematica e Informatica sede dell’iniziativa, ribadisce di essere
all’altezza di ospitare adeguatamente un evento di rilievo per qualità
e prestigio – si tratta di un’attività quarantennale nel settore dei corsi estivi - e si conferma polo di eccellenza per l’approfondimento di questa disciplina spesso al centro del dibattito: tanto importante,
quanto ostica, soprattutto per i giovani. E i Corsi 2012 non hanno deluso le attese, nonostante siano risultati
8Meno energia per i
computer del futuro
4Un passaporto di qualità per l’Europa
I NUMERI NON VANNO IN VACANZA
l’UNIVERSITA' n.4 2012 15
Dopo quattro anni di scambi e incontri con professori messicani a Perugia, da questo anno accademico (2011-2012) è ufficialmente partito anche presso la sede del Politécnico di Monterrey (Messico) il dottorato “Società della conoscenza e cultura dell’integrazione, un corso di studio attivato nel 2008 sulla base di un accordo scientifico-didattico fra l’Ateneo di Perugia e l’università messicana. Dopo gli scambi di professori, quindi, ora per la prima volta i dottorandi messicani sono venuti a Perugia, per frequenta-
re in particolare la Summer School
"Integrazione internazionale attraver-
so la tutela dei diritti umani
fondamentali".
L’importante risultato è stato
illustrato al pubblico dallo stesso
rettore dello Studium professore
Francesco Bistoni, nel corso di una
Conferenza stampa alla quale ha
partecipato il professore Andrea
Sassi, coordinatore del dottorato di
Perugia e il prof. Mario I.Alvarez
Ledesma, direttore dell’Istituto
Tecnólogico di Monterrey, Campus di Città del Messico.
Il Rettore ha ringraziato Alvarez per
l’ampia disponibilità dimostrata nello sviluppo del rapporto di cooperazione con Perugia, rapporto
che stanno generando risultati
concreti ed importanti: "tra le numerose sfide che abbiamo di fronte – ha sottolineato Bistoni –
quella dell’internazionalizzazione è una delle principali, ed intendiamo
ribadire che verrà fatto ogni sforzo per sostenere le azioni scientifiche-didattiche di questo dottorato, che rappresenta senz’altro una eccellenza del nostro Ateneo, grazie anche alla collaborazione di un Ateneo di fama
quale è il Politécnico". Il Rettore ha anche ricordato il ruolo politico
rilevante svolto nel paese centramericano da Alvarez, in particolare nella lotta contro i narcotrafficanti.Il professore Andrea Sassi ha evidenziato il valore della scelta strategica
dell’accordo del 2008 con l’Istituto di Monterrey, che consente di rilascia-
MESSICO CHIAMA ITALIA
re un titolo congiunto di Dottorato europeo e internazionale, riconosciuto in Italia, nei paesi dell’Unione Europea, in Messico e negli Usa. "Abbiamo rapporti continui di scambio tra professori e studenti con il Messico - ha ricordato Sassi -, in virtù dell’attività concordata con il professor Alvarez, direttore del Departamento de Derecho del Campus di Città del Messico, una struttura che gestisce anche una attività didattica che possiede imposta-
zione analoga a quella italiana”.Il professor Alvarez, a sua volta, ha
ringraziato l’Università di Perugia e
in particolare il Rettore Bistoni, il
quale ha creduto nel rapporto di
collaborazione con l’Ateneo messica-
no fin dal momento della stipula
dell’accordo nel 2008, accettando
quindi una un’inedita scommessa
che si è rivelata vincente, per gli
ottimi risultati che sta dimostrando
sia da un punto di vista scientifico
che didattico. Ha, inoltre, ricordato
la vicinanza storica e culturale del
Messico con l’Italia, più ancora che
con la Spagna, in particolare per quanto riguarda la dottrina e le
scienze giuridiche. "Auspico che
questo rapporto - ha concluso Alvarez – possa continuare con lo stesso spirito entusiasta che ha
guidato la collaborazione tra noi in
questi primi quattro anni, per ottenere risultati ancora più importanti e gratificanti".
Professori perugini, in questi anni, hanno tenuto lezioni a Città del
Messico per questo dottorato e hanno pubblicato studi in lingua spagnola, in Messico. L’Istituto Tecnològico è l’università privata in lingua spagnola più importante al mondo, ha grande interesse per il diritto italiano, cui è
vicino il diritto messicano. Il dottorato è in tre lingue (spagnolo, inglese e
italiano); i professori Andrea Sassi, Roberto Cippitani, Stefania Stefanelli e Valentina Colcelli sono molto conosciuti in Messico per le loro lezioni e pubblicazioni. Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet
dell'Istituto messicano: www.itesm.mx.
Per la prima volta a Perugia i dottorandi del corso internazionale di Diritto “Società della conoscenza e cultura dell’integrazione”.
Il Professor Andrea Sassi e il Professor Mario Alvarez.
Un’istantanea della conferenza stampa, cui ha partecipato anche il Rettore.
Anno XXX - n. 4luglio/agosto 2012Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abb. legge 662/96 DCB Centro 1 Perugia
l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
Università degli Studi di Perugia
www.unipg.it
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LA ROVENTE ESTATE DELLA MATEMATICAUn’a�ollata quarantesima edizione per i corsi estivi del S.M.I.