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Etimologia: drao () significa AGIRE, OPERARE (dramma) poieo () significa FARE, FABBRICARE, COSTRUIRE (poesia) Teatro da + Dramma da cioè VEDERE + AGIRE Cos’è il teatro?

Immaginiteatro

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Testo sulla storia del Teatro e la particolarità del linguaggio drammaturgico, a cura di Maria Rosa Panté, docente presso Istituto Superiore d'Adda di Varallo, in www.campustralenuvole.altervista.org

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Etimologia:

drao () significa AGIRE, OPERARE (dramma)

poieo () significa FARE, FABBRICARE, COSTRUIRE (poesia)

Teatro da + Dramma da cioè

VEDERE + AGIRE

Cos’è il teatro?

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Tappe della storia del teatro occidentale:

TEATRO GRECOTEATRO GRECO, esempio di teatro insuperato!

Lo spaziospazio era ricavato per lo più da declivi naturali, ne risultava armonia con la natura e poco ”impatto ambientale”; le strutture all’inizio erano in legno, poi in pietra, con meravigliosi sfondi naturali.Elementi caratteristici: caveacavea = dove stava il pubblico; orchestraorchestra = luogo in cui si recitava e in cui si muoveva anche il coro; skenèskenè = evoluzione da tenda porta attrezzi a vera struttura portante di elementi scenografici, soprattutto in epoca ellenistica; parodoiparodoi = corridoi da cui entrava danzando il coro…

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Luoghi scenici teatro occidentale

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ScenografiaScenografia, molto semplice, sempre uguale: da una parte la città, dall’altra la campagna; inventore fu Sofocle. Nel tempo si ricorrerà all’uso di macchine teatrali es. piattaforma girevole su ruote, tuoni e fulmini (ottenuti con un bacile di metallo e grosse pietre) ecc.

MA IMPORTANTE E’ IL POTERE EVOCATIVO DELLA PAROLA E IL LAVORO DI IMMAGINAZIONE DEL

PUBBLICO!

MusicaMusica, importante, ma legata alla vicenda; drammaturghi sono anche compositori; per lo più era cantata con veri virtuosismi!

(Teatro romanoTeatro romano prima legno, poi muratura, struttura tutta costruita. Creazione degli Anfiteatri es. il Colosseo dove però i generi erano diversi dal teatro: cioè pantomimi, soprattutto spettacoli circensi e trionfi militari)

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Taormina, Teatro Greco

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TragediaTragedia: caratteristico il finale senza speranza, personaggi elevati, sentimenti elevati, linguaggio elevato (inizia bene, finisce male )

CommediaCommedia: caratteristiche lazzi, divertimento, finale lieto, personaggi medio-bassi, sentimenti spesso confinanti con ciò che è terreno, quindi sesso, cibo, scatologia, ma anche feroce satira politica o sociale, linguaggio basso, spesso volutamente scurrile, ma letterariamente elaborato:

far ridere è più difficile che commuovere.far ridere è più difficile che commuovere.

I generi teatraligeneri teatrali

codificati dal teatro greco (tragedia, commedia) sono arrivati sino a noi, le caratteristiche basilari sono:

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Dramma borgheseDramma borghese:Finale medio, personaggi medi,Linguaggio elaborato, ma quotidianoTutto molto vicino alla realtà, non necessariamente realismo.

Teatro dell’assurdoTeatro dell’assurdo:Simbolico, personaggi quasi marionette, dialoghi essenziali o pieni di luoghi comuni, situazioni estreme.

In seguito i generi si contaminano, si complicano, oltre a far piangere e a far ridere, si fa piangere e ridere insieme, si fa rimanere stupiti, si fa sorridere, si rende pensosi e malinconici, talvolta si provoca, si irrita lo spettatore.

La gamma di emozioni è molto vasta e così i generi ( o meglio i sottogeneri teatrali), citiamo i principali:

Scena da “Aspettando Godot”

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Il teatro greco codificò anche la strutturastruttura che sta ancor oggi alla base del teatro occidentale.

Anche in questo caso nel corso dei secoli sono state apportate delle modifiche e spesso delle trasgressioni, ma la base da modificare o trasgredire o a cui tornare è stata sempre quella greca.

AttiAtti (di solito 5) prima partizione del testo teatrale. Di solito cambiano quando cambia il luogo dell’azione o c’è un salto temporale; sono delimitati dalla chiusura e apertura del sipario.

Gli atti si suddividono in un numero variabile di scenescene che spesso sono delimitate da entrate e/o uscite di personaggi.

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Grandi autori del teatro greco

EschiloEschilo nacque a Eleusi nel 525 a.C. circa; combattè a Maratona ed a Salamina. Vinse per 28 volte nel concorso per tragedi, che si teneva ad Atene, dal 484 in poi. Fu più volte in Sicilia. Morì infatti a Gela tra il 456 ed il 455,

SofocleSofocle nacque ad Atene nel 497 a.C. da una famiglia della ricca borghesia. Educato brillantemente, a diciassette anni fu prescelto a guidare il coro dei giovani che cantò per la vittoria di Salamina nel 480. Nel 468, trionfando su Eschilo, ebbe il suo primo successo come drammaturgo,  conseguì numerose altre vittorie, l’ultima a ottantotto anni. Ricoprì importanti cariche pubbliche. Nel 417 il figlio Iofonte denunciò il padre alla Fratria per demenza senile. Sembra che al processo Sofocle si sia difeso limitandosi a leggere alcuni versi dell'Edipo a Colono, sua ultima tragedia.

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Grandi autori del teatro greco

AristofaneAristofane scrisse le più belle commedie dell'antichità classica. Le sue commedie prendono in giro, prima di tutto i personaggi politici, poi i personaggi più alla moda e in vista, prendono in giro anche la folla anonima e un po' pecorona.

Politicamente fu un conservatore, soprattutto fu nemico della guerra tra Atene, la sua città, e Sparta perché ne vedeva gli effetti nefasti. Scrisse molte commedie "pacifiste".

Dopo i tragici un commediografo

EuripideEuripide, nato nel 480 a Salamina, l’anno della famosa battaglia, è figlio di un ricco proprietario terriero. L’attitudine dei suoi personaggi a filosofeggiare deriva forse dai suoi contatti con i sofisti. Il suo scetticismo antireligioso e la polemica contro gli dèi frequente nelle sue opere gli procurano, si dice, accuse di ateismo; le sue disavventure coniugali quella di misoginismo. Ha carattere inquieto e si isola dalla vita politica di Atene, ma è critico lucido e polemico della realtà contemporanea. Ormai vecchio si ritira a Pella, in Macedonia, alla corte di Archelao, dove muore, si dice, sbranato dai cani molossi del re mentre rincasava ad ora tarda. È stato il primo ad avere una biblioteca privata. Ci restano di lui 18 tragedie e un dramma satiresco.

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Temi e titoli del teatro greco

Sia le tragedie che le commedie del teatro greco hanno al centro della loro riflessione l’essere umano!

Ω In rapporto a se stesso (Edipo reEdipo re di Sofocle)

Ω In rapporto al nucleo familiare (FedraFedra di Euripide)

Ω In rapporto al contesto sociale (la città) (MedeaMedea di Euripide; Le VespeLe Vespe di Aristofane)

Ω In rapporto alla pace e alla guerra (I PersianiI Persiani di Eschilo; LisistrataLisistrata di Aristofane)

Ω In rapporto alla divinità (BaccantiBaccanti di Euripide)

Ω Spesso l’eroina è una donna, che porta in sé valori diversi da quelli maschili:amore, maternità, pace. (AntigoneAntigone di Sofocle)

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Temi e titoli del teatro greco

più o meno libero, più o meno già deciso dalla tuche cioè il fato, la sorte, suprema divinità, che regge uomini e dei (naturalmente nel cristianesimo le cose cambieranno, ma solo in parte: tanto che le tragedie greche vengono rappresentate spesso ancor oggi e con grande successo).

rapporto dell’uomo col suo destinorapporto dell’uomo col suo destino,

In sostanza però il grande tema della tragedia (e in parte della commedia) è il

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TEATRO MEDIEVALETEATRO MEDIEVALE

Tipico prodotto della sensibilità medievale furono le Sacre Rappresentazioni; si recitavano in chiese; strade, piazze, anche case private. Importante e innovativa era la scena multipla, gli eventi venivano recitati contemporaneamente in luoghi diversi.

I LUOGHI SCENICI SONO MOLTEPLICI, QUINDI IL I LUOGHI SCENICI SONO MOLTEPLICI, QUINDI IL PUBBLICO NON GUARDA SOLTANTO, MA PARTECIPA, SI PUBBLICO NON GUARDA SOLTANTO, MA PARTECIPA, SI

MESCOLA ALLA SCENAMESCOLA ALLA SCENA.

(cfr. spettacoli di Ronconi “Orlando Furioso”, Barrow sulla fisica…)

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Allestimento

“Orlando Furioso”

Luca Ronconi

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Costumi e scenografia erano semplicissimi, ma fortemente simbolici, ad esempio uso simbolico di: alto, basso, colori ecc.Il TEMA TEMA era sempre religioso, spesso la Passione di Cristo.Facevano eccezione le giullarate, i giullari infatti giravano per corti e piazze e rappresentavano anche argomenti profani e fortemente comici.

(Per avere una idea di una giullarata sarebbe interessante vedere Mistero Buffo di Dario Fo)

Giullare, da una miniatura mdievale Dario Fo in Mistero

Buffo

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RINASCIMENTORINASCIMENTO

Nell’Umanesimo nuovi luoghi: le Università e il palazzi, ma ancora scena ridottissima e molto spazio all’immaginazione. In seguito rappresentazione teatrale diviene simbolo del prestigio del signore, dunque uso di macchine teatrali sempre più complesse, vi venne impiegato addirittura Leonardo da Vinci. Ancora scena multipla.Solo nel RinascimentoRinascimento, passaggio dal luogo (spazio occasionalmente adibito per le rappresentazioni) all’edificio teatrale, cioè un luogo costruito apposta per la rappresentazione teatrale, ma questo avviene solo alla fine del ‘500.Si diffonde ovunque il teatro all’italiana, in cui la zona della realtà (pubblico) è divisa da quella della illusione (palcoscenico). Si rifanno ai classici (Vitruvio).

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Tra i più antichi edifici teatrali, ecco un’immagine del Teatro olimpico di Vicenza costruito dal PalladioPalladio nel 1590 ca.Importante notare le scene

PROSPETTICHE (la prospettiva dalla pittura è passata subito alla scenografia). Riguardo alla scenografia lo spazio e gli attrezzi scenici sono allusivi alla realtà non più simbolici!

Vicenza, Teatro olimpico, scenografia plurifocale e prospettica

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Vicenza, Teatro olimpico, palcoscenico e scalinate spettatori

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Il teatro Umanistico - Rinascimentale è totalmente altro rispetto alle rappresentazioni medievali.

Si ispira, infatti, alla tradizione del grande teatro greco che cerca di far rivivere, anche se i risultati sono ovviamente diversi, condizionati dalla nuova situazione politica, sociale e religiosa.

Il tematema fondamentale non è più il rapporto uomo-Dio, ma l’uomo soprattutto l’uomo soggetto politico e sociale.

In Italia fondamentale è la commedia di MachiavelliMachiavelli “La Mandragola”.

Ma il più grande autore di teatro rinascimentale è l’inglese ShakespeareShakespeare (quello di “Amleto” per intenderci).

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Sabbioneta, Teatro interno, zona spettatori

Antica riproduzione di teatro elisabettiano

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Ha sviluppo e successo la scena all’italiana, ma si assiste a uno sviluppo verticale dei teatri per aumentarne la capienza; nascono poi un maggior numero di teatri stabili, non legati a una signore (si inizia a Venezia), tale tipo di teatro dall’Italia si diffonde in tutta Europa. Ha grande sviluppo la scenografia: fondale piatto con scene fantastiche, meno funzionali al testo, più volte a sollecitare stupore e meraviglia nello spettatore.

Dal 1600 (BAROCCO) al 1900Dal 1600 (BAROCCO) al 1900

Esempio di scenografia barocca

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È questo il caso della commedia dell'arte, diffusa soprattutto nei secoli XVI-XVIII, nella quale gli attori, che rivestivano il ruolo di maschere fisse e che dovevano raggiungere un ottimo affiatamento, improvvisavano battute, lazzi e scherzi su di una traccia fornita loro dal capocomico. I canovacci erano testi sintetici, ma non approssimativi o trascurati, nella cui stesura si cimentarono poeti e scrittori di buona fama; anche la recitazione era spesso di buona qualità, affidata ad attori di mestiere, la cui abilità traeva origine dalla loro brillante e viva creatività. Nel teatro odierno, alcune scuole di sperimentazione e di avanguardia hanno occasionalmente riportato in vita il canovaccio.Un esempio moderno è l’avanspettacolo.

La Commedia dell’arteLa Commedia dell’arte

In alcune rappresentazioni teatrali, in cui l'improvvisazione è una componente di rilievo, gli attori creano il dialogo direttamente sulla scena, sulle indicazioni di una traccia scritta il canovaccio.

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Un discorso a parte merita la nascita e l’enorme sviluppo d’un genere che segnerà la storia del teatro per almeno tre secoli e che ancor oggi riscuote grande successo, cioè il melodrammamelodramma, chiamato anche opera liricaopera lirica. E’ un fenomeno che per molto tempo parla italiano, il musicista, inventore del genere, fu Claudio Monteverdi (1567/ 1653), vennero poi grandi autori, spesso italiani (Rossini, Verdi, Puccini) con luminosissimi esempi stranieri quali Mozart e Wagner.

Il melodrammaIl melodramma

Interno teatro “La Scala” di Milano

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Il modello all’italiana continua per tutto il 1700, ma i teatri diventano sempre più grandi perché c’è più pubblico pagante e si cercano soluzioni nuove per il palcoscenico in modo che sia più visibile.Importanti gli sviluppi dell’illuminazione che arriveranno alle lampade a gas; la scenografia da solo pittorica diviene anche architettonica…

Il Teatro dell’800 presenta una ricerca di maggior realismo. FINE ‘800 ETA’ CONTEMPORANEAFINE ‘800 ETA’ CONTEMPORANEASi afferma l’idea di spettacolo teatrale come conciliazione di pluralità di codici!Diverse idee sia sulla scenografia che sul luogo teatro, insomma si avvia la caratteristica del ‘900: la sperimentazionesperimentazione.Ancor oggi coesistono antichi spazi all’italiana e nuove soluzioni ad esempio la scena aperta; la struttura circolare, le scene polivalenti; anche spazi alternativi (come nel Medio Evo).

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Le forme teatrali rimangono sempre legate ai canoni della tragediatragedia e della commediacommedia, anche se si inserisce una “via di mezzo” il dramma borghesedramma borghese, che si afferma dall’Ottocento e rappresenta la vita della borghesia con i suoi problemi e i suoi drammi sotterranei, senza né l’eroe della tragedia, né la comicità della commedia.Nel ‘900 nascono poi altre forme, quali:il teatro dell’assurdoteatro dell’assurdo, un esempio è il testo “Aspettando Godot” per due atti due personaggi non fanno altro che attendere un terzo personaggio che, almeno per ora, non verrà…Oppure l’intuizione grande pirandelliana del teatro nel teatroteatro nel teatro, cioè attori recitano altri attori che recitano una commedia o un dramma (“Sei personaggi in cerca d’autore”).

I sei personaggi (in cerca d’autore)

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Calderòn de la Barca(Spagna,

1600/ 81)

““La vita è La vita è sogno”sogno”

Pierre Corneille

(Francia 1606/ 84)

Moliére

(Francia 1622/ 73)

““L’avaro”L’avaro”

Jean Racine

(Francia 1639 / 99)

““Fedra”Fedra”

Carlo Goldoni

(Venezia 1707 / Parigi 1793)

““La La locandiera”locandiera”

Lessing

(Germania 1729 / 81)

Vittorio Alfieri

(Asti 1749 / Firenze 1800)

““Mirra”Mirra”

Principali drammaturghi europei tra 1600 e Principali drammaturghi europei tra 1600 e 17001700

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Principali drammaturghi del 1800 e 1900 Principali drammaturghi del 1800 e 1900

Ibsen

(Norvegia,

1828 / 1906)

““Casa di Casa di bambola”bambola”

Anton Cechov

(Russia,

1860/ 1904)

““Il giardino Il giardino dei ciliegi”dei ciliegi”

George

Feydeau

(Francia,

1862/ 1921)

Luigi Pirandello

(Italia,

1867/ 1936)

““Sei Sei personaggi personaggi in cerca in cerca d’autore”d’autore”

Eugene

O’Neill

(USA,

1888/ 1953)

““Il lutto si Il lutto si addice ad addice ad Elettra”Elettra”

Bertold Brecht

(Germania,

1898/ 1956)

““L’opera da L’opera da tre soldi”tre soldi”

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Principali drammaturghi del 1800 e 1900 Principali drammaturghi del 1800 e 1900 (seconda (seconda parte) parte)

Eduardo de Filippo

(Italia,

1900 / 1984)

““Natale in Natale in casa casa Cupiello”Cupiello”

Samuel Beckett

(Irlanda,

1906 / 89)

““Aspettando Aspettando Godot”Godot”

Marguerite Duras

(Francia,

1914 / 1996)

Arthur Miller

(Usa,

1915 / 2005)

““Uno Uno sguardo dal sguardo dal ponte”ponte”

Dario

Fo

(Italia,

1926)

““Mistero Mistero Buffo”Buffo”

Harold Pinter

(Inghilterra,

1930)

““La serra”La serra”

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Attore e recitazioneAttore e recitazione

Fino al 16001600 circa gli attori sono stati uomini, quindi anche le parti femminili erano recitate da uomini per lo più giovani e imberbi, ma quando, ad esempio nel teatro greco, c’era la maschera che qualificava il personaggio, anche queste convenzioni erano meno seguite; non c’era però pretesa di realismo. La recitazione era fortemente stilizzata.Centrale nel teatro grecoteatro greco fu il corocoro. Le donne recitavano nel mimo, ma erano considerate prostitute. La professione d’attore era però molto rispettata.Addirittura nell'Ellenismo ci fu il fenomeno del divismo. Nel Medio EvoMedio Evo c'erano due categorie di attori e quindi di spettacoli: chiericichierici (Sacre rappresentazioni) e giullarigiullari, figura molto importante sia come divulgatore di "cultura" nelle piazze che come elemento di continuità tra l'attore antico e l'attore rinascimentale e moderno.

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L' attore ebbe dal Medio Evo in poi fortune alterne: ci fu certo il grande attore, ma la massa era considerata negativamente tanto da essere seppellita in terra sconsacrata. Naturalmente il periodo più duro fu quello della Controriforma cattolica. Anche la riforma protestante non amava il teatro, considerato troppo coinvolgente e licenzioso. Nel Rinascimento gli attori erano anche i cortigiani, in

seguito tornarono gli attori professionisti e comparvero le donne. Si assiste poi a una progressiva rivalutazione di teatro (cominciano a nascere i teatri pubblici a Venezia) e attori (fino al divismo).

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La recitazione rimane sempre poco naturalistica, è una recitazione molto "calcata", l'idea d'una recitazione realista nasce alla fine dell'ottocento e nel '900 (metodo StanislavskijStanislavskij -1863/1938- psicotecnica, cioè l'attore deve cercare dentro di sé, nella sua esperienza biografica, la molla per dare vita ai personaggi. Dall' io privato, all'io creativo fino all'io personaggio ), contribuisce a ciò il cinema; ma restano periodi di forte formalizzazione della recitazione per esigenze drammaturgiche: Brecht, teatro dell' Assurdo, teatro futurista, teatro sperimentale.

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Facce da attori (1)

Sarah Bernhardt 1844/1923

Sir Henry Irving1838-1905

Eleonora Duse 1858-1924

Laurence Olivier 1907-89

Ermete Zacconi 1857/1948

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Facce da attori (2)

Luois Jouvet 1887/1951

Ruggero Ruggeri1871-1953

Vittorio Gassman 1922-2000

Mariangela

Melato 1945

Rossella Falk 1926

Carmelo Bene 1938-2002

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Il teatro di regia

Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 nasce in Europa la figura del REGISTA. Cioè colui che assume in sé la funzione coordinatrice di tutti gli elementi costitutivi dello spettacolo, ponendosi come creatore unico, come autore dell’evento teatrale (non del testo naturalmente).

Il regista toglierà sempre più spazio al primo attore e si affermerà sempre di più, sino ad oggi…

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Testo SpettacoloTesto Spettacolo multimediale con musica, luci, costumi, scenografia, presenza fisica degli attori, inoltre c’è un

Testo drammaticoTesto drammatico parte verbale del Testo Spettacolo, di cui vedremo le caratteristiche fondamentali.

Il teatro è unico perché: evento in presenza e irripetibile!

In presenzaIn presenza perché si dà teatro quando ci sono contemporaneamente attori e spettatori.IrripetibileIrripetibile perché ogni sera si recita quanto meno per un pubblico diverso…

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Caratteristiche del linguaggio teatraleCaratteristiche del linguaggio teatrale

DIALOGODIALOGO è la base del testo teatrale (in cui la forma minima è la battuta, già il termine rende l’idea del ritmo, non sono del richiamo dell’attenzione), lo è anche negli a parte o nei monologhi, infatti agli attori o all’attore bisogna sempre aggiungere lo SPETTATORE il vero interlocutore di chi scrive e mette in scena (regista).

Battuta, Osservando i dialoghi tratti dalla Locandiera di GoldoniGoldoni si notano battute ampie e articolate e altre che si susseguono rapide e brevi. Inoltre, fra le battute più lunghe, alcune sono di tipo espositivo-narrativo, altre di tipo argomentativo.Le battute brevi e lunghe determinano differenze nel ritmo, nell’intensità e nei rapporti tra personaggi.Importante capire quali emozioni produce l’alternanza tra battute brevi e lunghe.Quando in un dialogo un personaggio recita una battuta molto lunga, articolata su più argomenti, si parla di tirata.

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Primo Dialogo

MARCHESE: Fra voi e me vi è qualche differenza.CONTE: Sulla locanda tanto vale il vostro denaro, quanto vale il mio.MARCHESE: Ma se la locandiera usa a me delle distinzioni, mi si convengono più che a voi.CONTE: Per qual ragione?MARCHESE: Io sono il Marchese di Forlipopoli.CONTE: Ed io sono il Conte d'Albafiorita.MARCHESE: Sì, Conte! Contea comprata.CONTE: Io ho comprata la contea, quando voi avete venduto il marchesato.MARCHESE: Oh basta: son chi sono, e mi si deve portar rispetto.CONTE: Chi ve lo perde il rispetto? Voi siete quello, che con troppa libertà parlando...

BATTUTE BREVI (ritmo incalzante)

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Secondo Dialogo

FABRIZIO: Si è sempre costumato, che i forestieri li serva io.MIRANDOLINA: Voi con i forestieri siete un poco troppo ruvido.FABRIZIO: E voi siete un poco troppo gentile.MIRANDOLINA: So quel quel che fo, non ho bisogno di correttori.FABRIZIO: Bene, bene. Provvedetevi di cameriere.MIRANDOLINA: Perché, signor Fabrizio? è disgustato di me?FABRIZIO: Vi ricordate voi che cosa ha detto a noi due vostro padre, prima ch'egli morisse?MIRANDOLINA: Sì; quando mi vorrò maritare, mi ricorderò di quel che ha detto mio padre.FABRIZIO: Ma io son delicato di pelle, certe cose non le posso soffrire.MIRANDOLINA: Ma che credi tu ch'io mi sia? Una frasca? Una civetta? Una pazza? Mi maraviglio di te. Che voglio fare io dei forestieri che vanno e vengono? Se il tratto bene, lo fo per mio interesse, per tener in credito la mia locanda. De' regali non ne ho bisogno. Per far all'amore? Uno mi basta: e questo non mi manca; e so chi merita, e so quello che mi conviene. E quando vorrò maritarmi... mi ricorderò di mio padre. E chi mi averà servito bene, non potrà lagnarsi di me. Son grata. Conosco il merito... Ma io non son conosciuta. Basta, Fabrizio, intendetemi, se potete.

ALTERNANZA BATTUTE BREVI LUNGHE (ritmo diverso)

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Nel dialogodialogo basilare è il ritmo, quindi le PAUSE e i SILENZI, ma anche le SOVRAPPOSIZIONI di voci (il parlarsi sopra, purché voluto e significativo aldilà del significato delle parole).

MonologoMonologo, famosissimo “AmletoAmleto” CI PROVIAMO?

Riscrivere il monologo: trasportandolo in un’altra epoca; Amleto diviene donna; monologo di Shakespeare (tema possibile del dubbio amletico: se mettere in scena l’Amleto o no pensando a tutti coloro che l’avrebbero recitato).

A parteA parte, usato molte volte in “La locandiera” (cfr. Moriconi); CI PROVIAMO?

Individuare le diverse funzioni degli a-parte. Individuare cosa permette di credere che l’altro non senta (convenzione tra pubblico e autore/attore; il teatro non è naturalistico).

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Essere, o non essere...questo è il nodo: se sia più nobil animosopportar le fiondate e le frecciated'una sorte oltraggiosa,o armarsi contro un mare di sciagure,e contrastandole finir con esse.Morire... addormentarsi: nulla più.E con un sonno dirsi di por finealle doglie del cuore e ai mille maliche da natura eredita la carne.Questa è la conclusioneche dovremmo augurarci a mani giunte.Morir... dormire, e poi sognare, forse...Già, ma qui si dismaga l'intelletto:perché dentro quel sonno della mortequali sogni ci possono venire,quando ci fossimo scrollati viada questo nostro fastidioso involucro?Ecco il pensiero che deve arrestarci.Ecco il dubbio che fa così longevoil nostro vivere in tal miseria.(…)

Monologo dall’Amleto

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CAVALIERE: (Non si può però negare, che costei non sia una donna obbligante). (Da sé.)MIRANDOLINA: (Veramente ha una faccia burbera da non piacergli le donne). (Da sé.)CAVALIERE: Date la mia biancheria al mio cameriere, o ponetela lì, in qualche luogo. Non vi è bisogno che v'incomodiate per questo.MIRANDOLINA: Oh, io non m'incomodo mai, quando servo Cavaliere di sì alto merito.CAVALIERE: Bene, bene, non occorr'altro. (Costei vorrebbe adularmi. Donne! Tutte così). (Da sé.)MIRANDOLINA: La metterò nell'arcova.CAVALIERE: Sì, dove volete. (Con serietà.)MIRANDOLINA: (Oh! vi è del duro. Ho paura di non far niente). (Da sé, va a riporre la biancheria.)CAVALIERE: (I gonzi sentono queste belle parole, credono a chi le dice, e cascano). (Da sè.)

Gli “a parte” (da sé) nella

Locandiera di Goldoni

Eleonora Duse “Mirandolina”

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DidascalieDidascalie Il termine deriva dalla radice didaskalos, cioè insegnare, dare indicazioni, infatti le didascalie sono solitamente delle parti nel Testo Drammatico inserite dall’autore per dare indicazioni su: ambiente, abbigliamento, postura, gesti, dei personaggi/attori.

Le didascalie possono essere:impliciteimplicite, esempio prologo “Edipo re” di Sofocle (testo trad. Romagnoli)

ÈDIPO: O nuova stirpe del vetusto Cadmo,

figli, perché, venuti alle mie soglie, tendete i rami supplici? D'incensi,

di peani, di pianti, è piena tutta la città. Figli, non mi parve bene

chieder notizie a messaggeri: io stesso son qui venuto: Èdipo: il nome mio

è chiaro a tutti. - O vecchio, ora tu dimmi, ché degno sei di favellar tu primo,

perché veniste? Per pregare? O quale terror vi spinse? Ad ogni modo io voglio

darvi soccorso: se di tante preci non sentissi pietà, non avrei cuore!

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espliciteesplicite, esempio “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello

Inizio: Si vedranno in fondo gli alberi d'un viale, con le lampade elettriche che traspariranno di tra le foglie. Ai due lati, le ultime case d'una via che immette in quel viale. Nelle case a sinistra sarà un misero Caffè notturno con tavolini e seggiole sul marciapiede. Davanti alle case di destra, un lampione acceso. Allo spigolo dell'ultima casa a sinistra, che farà cantone sul viale, un fanale anch'esso acceso. Sarà passata da poco la mezzanotte. S'udrà da lontano, a intervalli, il suono titillante d'un mandolino. Al levarsi della tela, l'Uomo dal fiore in bocca, seduto a uno dei tavolini, osserverà a lungo in silenzio l'Avventore pacifico che, al tavolino accanto, succhierà con un cannuccio di paglia uno sciroppo di menta.

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DeissiDeissi, DeitticiDeittici sono i pronomi personali, gli indicativi pronominali, o avverbiali, il tempo verbale presente e passato prossimo, i dimostrativi, i modali. Secondo Berruto: “Ogni volta che una produzione linguistica, una frase contiene del materiale linguistico che, per essere compreso, rimanda al contesto, siamo in presenza di un fenomeno di deissi”.

ÈDIPO:

(…) io stesso son qui venuto: Èdipo: il nome mio è chiaro a tutti. - O vecchio, ora tu

dimmi, ché degno sei di favellar tu primo, perché veniste? Per pregare? O

quale terror vi spinse? Ad ogni modo io

voglio darvi soccorso: se di tante preci

non sentissi pietà, non avrei cuore!

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PerformativitàPerformativitàSi rifà alla teoria degli atti linguistici: (Austin), atto locutorio dire qualcosa, diviene spesso un atto illocutorio, cioè fare qualcosa: una domanda e rispondere, dare un’informazione, lanciare un appello ecc. (…) Dire qualcosa produrrà di norma determinati effetti consecutivi sui sentimenti, i pensieri, le azioni dell’uditorio, o di chi parla, o di altri: e si può dire qualcosa col preciso scopo, l’intenzione, il proposito di produrre tali effetti (…). L’esecuzione di un atto di questo genere può essere detta esecuzione di un atto perlocutorio.

“Apri la porta!”

E’ il classico esempio di atto perlocutorio; infatti le mie parole producono un’azione; un atto.

Un esempio sublime di atto perlocutorio potrebbe essere la creazione.

“Sia fatta la luce. E la luce fu”

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Esempio di performativi verbali uniti alla deissi.

Performativo e deittico verbalida “Casa di bambola” di Ibsen:

HELMER Non disturbarmi! [performativo] (dopo un po' apre la porta e dà un'occhiata, con in mano la penna) Hai detto comprato? Tutta quella [deittico] roba? La mia [deittico] testolina matta è uscita e ha di nuovo [deittico] buttato via un sacco di soldi?NORA Ma certo Torvald, quest' [deittico] anno non dobbiamo [performativo] badare a spese.

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Esempio di performativo non verbale.

Performativo non verbaleda: “Atto senza parole” di Beckett

Spinto violentemente [performativo] in scena da destra, all'indietro, l'uomo barcolla, cade, si rialza immediatamente, si spolvera, riflette.

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Anafora:L’anafora nel teatro è fondamentale sia per recuperare elementi del passato che non entrano nell’azione; sia per riprendere, all’interno del testo, elementi del discorso lasciati magari in sospeso tra due personaggi

Attore e gesti

mimica, l’arte di rappresentare coi gesti un’azione drammatica;

prossemica significato che assumono per la comunicazione umana e animale i gesti e i rapporti spaziali delle distanze poste tra sé e i propri simili o gli oggetti, naturale nella vita quotidiana, studiata nella rappresentazione teatrale.

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CREONTE (Ad Antigone) Tu, sì tu, che stai col capo chino a terrastai col capo chino a terra, affermi oppure neghi di aver commesso i fatti?ANTIGONE Affermo di averli commessi, non lo nego.CREONTE (Alla guardia) Tu vattene dove ti pare, libero, estraneo alle pesanti colpe. (La guardia esce. Ad Antigone) Tu invece dimmi, senza lungaggini, con brevità: sapevi degli ordini gridati dal banditore che vietavano queste azioni?

Tu deittico

capo chino a terracapo chino a terra prossemica

Affermi atto perlocutorio

(Ad Antigone) didascalia

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Lo scrittore di teatroLo scrittore di teatro……

Chi è il drammaturgo?Chi è il drammaturgo?Molti scrivono per il teatro: sembra che basti scrivere un botta e risposta e tutto finisce lì,ma c’è differenza tra lo scrittore d’un romanzo e il drammaturgo.

Quale?Quale?Tentiamo noi una risposta.Il Drammaturgo non scrive nel chiuso della sua stanza o anche all’aperto, ma da sé e per sé (un po’ anche per i lettori), bensì scrive perché le sue parole vengano incarnate da un attore che si muoverà sulla scena, userà la voce, la sua personalità ecc. Dunque l’attore sarà tramite tra il drammaturgo e il pubblico.Inoltre lo spazio e il tempo della vicenda teatrale richiedono una concentrazione sconosciuta al romanzo.

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Dunque richiediamolo: chi è il Dunque richiediamolo: chi è il drammaturgo?drammaturgo?

I migliori sono stati e sono uomini I migliori sono stati e sono uomini di teatro!!!di teatro!!!

Spesso hanno cominciato come attori, anche Shakespeare (e alcuni hanno continuato fino alla morte sulla scena come Molière); oppure hanno amato il teatro e l’hanno seguito fisicamente come Goldoni; altri sono diventati direttori di teatro, altri erano capocomici o registi… Quasi tutti i più grandi hanno biografie legate al teatro, alla scena (ci sono le eccezioni, ma sono appunto eccezioni).Talvolta il rapporto col teatro passa attraverso gli affetti: Brecht fu influenzato da un comico bavarese, poi sposò in prime nozze un’attrice… ma non calcò mai lui stesso le scene.Negli ultimi due secoli tra i iù grandi drammaturghi figurano almeno tre grandi attori: Eduardo De Filippo, Dario Fo e Harold Pinter (questi ultimi due anche premi Nobel)

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E per finire alcuneE per finire alcuneREGOLE AUREEREGOLE AUREE

per lo scrittore di teatroper lo scrittore di teatro

Chiedersi COSA FA il personaggio; non solo cosa dice. Cioè pensare ai dialoghi in termini d’azione.

Tenere conto dei TEMPI di presenza degli attori sul palco (importanza silenzi, pause, non forzare la forza fisica dell’attore…).Considerare il CORPO in scena (mimica/ prossemica): dunque quello che le parole NON dicono. (esercizi sulla postura es. Antigone)

Calibrare RITMO e PAUSE (battute lunghe ossia tirate; battute brevi; dialoghi serrati…).

Tener conto del PUBBLICO che non può rileggere le pagine (come nel romanzo), che deve capire i salti di tempo e di luogo: ossia le ellissi, i vuoti ecc. (esempio: finali delle tragedie greche)

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E per l’attore non dimentichiamo leE per l’attore non dimentichiamo leREGOLE AUREEREGOLE AUREE

dettate da dettate da Shakespeare nell’Amleto nell’Amleto

AMLETO - (Al primo attore)La tirata, ti prego, devi dirlacome l’ho pronunziata io a te,sciolta, in punta di lingua. Se la urli,come fan tanti nostri attori d’oggi,sarebbe come affidare i miei versialla bocca del banditore pubblico.Non trinciar troppo l’aria con la mano,così, gesticola invece con garbo;giacché pure nel mezzo della piena,della tempesta, e potrei dir nel vorticedella passione devi manteneresempre quel tanto di moderazioneche le dia una certa compostezza.

Però non esser troppo in sottotono,ma làsciati guidare dal mestieree dalla personale discrezione.Il gesto sia accordato alla parolae la parola al gesto, avendo curasoprattutto di mai travalicarei limiti della naturalezza;ché l’esagerazione, in queste cose,è contraria allo scopo del teatro;il cui fine, da quando è nato ad oggi,è di regger lo specchio alla natura,di palesare alla virtù il suo volto,al vizio la sua immagine,ed al tempo e all’età la loro impronta.

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Proposte di filmatiProposte di filmati

Edipo reEdipo re di Sofocle (Vittorio Gassman)

Mistero BuffoMistero Buffo (Dario Fo)

AmletoAmleto di Shakespeare (Laurence Olivier)

La LocandieraLa Locandiera di Goldoni (Valeria Moriconi)

Brano di opera lirica

Sei personaggi in cerca d’autoreSei personaggi in cerca d’autore di Pirandello