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comprensivoruffano
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Il termine “ ” deriva dal latino
,che significa “fossa”.
Si tratta di inghiottitoi tipici dei terreni
carsici,scavati dai corsi d’acqua
che,scorrendo nella roccia calcarea, creano
voragini molto profonde.
Le foibe spesso sono poco visibili, perché
le aperture sulla superficie sono fenditure
nascoste dalla vegetazione.
Queste cavità naturali sono presenti
sul Carso (altipiano alle spalle di
Trieste e dell’Istria) e in Friuli.
Circa 1.000 sono state le salme
esumate,molte cavità sono
irraggiungibili, altre se ne scoprono
solo adesso (60 anni dopo).
Approssimativamente si può parlare
di 6.000-7.000 persone uccise nelle
Foibe.
Nei primi vent’anni del 1900, nella
regione del Friuli vivevano persone
appartenenti ad etnie differenti:
italiani,croati,sloveni e serbi.
Nel 1922,il governo di Mussolini attuò
una politica di snazionalizzazione ed
italianizzazione in questa zona del nostro
Paese.
Nacquero così i primi movimenti
rivoluzionari contro lo Stato; si formarono
delle organizzazioni antifasciste.
La politica di snazionalizzazione
ebbe come risultato quello di
alimentare l’odio da parte della
popolazione slovena e croata nei confronti dello Stato Italiano.
La prima ondata di violenza esplose
subito dopo la firma dell’armistizio dell’8
settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i
partigiani slavi si vendicano contro i
fascisti e gli italiani non comunisti.
Torturano,massacrano, affamano
e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone.
Ma la violenza aumenta nella
primavera del 1945.
A cadere dentro le foibe ci sono fascisti,
cattolici, liberaldemocratici,
socialisti,uomini di chiesa,donne,
anziani e bambini.
La persecuzione prosegue fino
alla primavera del 1947 quando è fissato il
confine fra l’Italia e la Jugoslavia; ma il
dramma degli istriani
e dei dalmati non finisce.
Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli.
“Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo…
...T’ho visto…
... Hai ucciso ancora,
come sempre,come uccisero i padri,come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.”da Uomo del mio tempo
Salvatore Quasimodo
Il fenomeno dei massacri delle foibe è da
inquadrare storicamente:
-nell’ambito della secolare disputa fra
italiani e popoli slavi;
-nelle lotte intestine fra i diversi popoli
che vivevano in quell’area;
-nelle mire espansionistiche sui territori
di diversi paesi confinanti.
Inoltre,
la composizione etnica sarebbe stata un
fattore decisivo nelle conferenze di pace,
che sarebbero seguite nel dopoguerra,
e la riduzione della popolazione italiana
sarebbe stata essenziale per l’annessione
alla Jugoslavia di tutta la Venezia Giulia.
Solo a partire dai primi anni ‘90, a seguito
della fine della guerra fredda, sulle foibe
venne fatta pienamente luce e si iniziò a
trattarle attraverso i media, coinvolgendo
cultura, società e politica.
Bisogna ricordare.
Bisogna sempre ricordare
ogni dramma che ha
macchiato di sangue la mano
di un uomo, affinché gli
uomini del futuro non
sbaglino più.
Ed è così facile sbagliare,
così come è facile
dimenticare…
soprattutto quando la storia
è raccontata a metà…
Nell’area della di Basovizza nelle
immediate vicinanze di Trieste,
è stato costruito un monumento
in bronzo che evoca
una carrucola di fortuna,
fatta con travi e blocchi di legno.
Proprio come quelle che servirono
per ritrovare le vittimegettate nelle foibe.
Il 10 Febbraio del 2005
il Parlamento Italiano
ha dedicato
la Giornata del ricordo
ai morti nelle Foibe.