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Maurizio De Filippis Samarani Ruggero Ospedali e territorio ASST Fatebenefratelli Sacco

Ospedali e territorio. L' Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano-Italy

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Maurizio De FilippisSamarani Ruggero

Ospedali e territorio

ASST Fatebenefratelli Sacco

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Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.

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FATEBENEFRATELLI SACCO

ASST

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Dalla seconda metà del XX secolo, grazie al progressivo miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della popolazione e all’introduzione di nuove terapie farmacologiche, la tubercolosi e gran parte delle principali malattie infettive, potevano considerarsi malattie del passato.

Il graduale declino della morbosità e mortalità per tubercolosi si poteva attribuire all’attività dispensariale, all’assistenza sanatoriale e, in un secondo momento, ad una sempre più efficace chemioterapia.

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I progressi scientifici e tecnologici in campo medico raggiunti a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso fornirono un considerevole impulso ai tentativi di riforma del sistema sanitario italiano.

Nel caso dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Vialba, ad esempio, la conversione da sanatorio in ente ospedaliero costituì una premessa indispensabile per far fronte alle mutate esigenze della popolazione che risiedeva nei popolosi quartieri di Quarto Oggiaro, Musocco, Roserio e Vialba.

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Nonostante le difficoltà e i problemi suscitati dalla fusione con l’ente assistenziale ”ANEA” e con il “Bassi”, gli interventi previsti dal nuovo piano di sviluppo dell’ospedale “Sacco” furono portati gradualmente a termine completando il passaggio dal vecchio al nuovo assetto istituzionale iniziato con la legge n. 132, del 1968 e proseguito con la riforma sanitaria del 23 dicembre 1978, n.833, istitutiva del “Servizio sanitario nazionale”.

L’edificio liberty di Davos– immortalato nella «Montagna incantata» di Thomas Mann – fu inaugurato nel 1900 come

sanatorio di lusso Schatzalp e trasformato più tardi in albergo di montagna..

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La legge n. 833, del 1978, portava a compimento la riforma sanitaria iniziata dieci anni prima con la legge Mariotti sugli enti ospedalieri.

Sul piano giuridico si intendeva “rendere gratuita e accessibile a tutti i cittadini un insieme di prestazioni sanitarie (infermieristiche, domiciliari, ambulatoriali, specialistiche, ospedaliere, farmaceutiche) con la creazione di una rete di servizi adatti allo scopo (USSL)”.

L’inadeguatezza del sistema precedente, “caratterizzato da dispersione di strutture, da difformità di prestazioni e da sperequazioni sociali, richiedeva da tempo tale innovazione”.

“ La Montagna incantata” di Thomas Mann è un romanzo che si svolge in un sanatorio di

montagna per tubercolotici (1924)

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L’adozione del nuovo modello rappresentò, di fatto, il superamento del precedente sistema mutualistico-ospedaliero, caratterizzato dalla frammentazione e dalla carenza di collegamenti tra cure ambulatoriali o domiciliari e ospedaliere.

Il graduale trasferimento di competenze alle Regioni consentì agli ospedali, divenuti presidi costitutivi delle unità sanitarie locali, di implementare le proprie prerogative: l’ospedale “non è più un luogo isolato di ricovero e cura: è divenuto parte di un sistema integrato di servizi assistenziali, ha ampliato le proprie finalità alla prevenzione e riabilitazione collegandosi al territorio con servizi ambulatoriali, con centri diurni che forniscono vari tipi di assistenza, con altre forme “aperte” di intervento (home care)”.

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I propositi di tutela della salute dei cittadini emersi nel secondo dopoguerra, l’istituzione del “servizio sanitario nazionale” negli anni settanta e il processo di aziendalizzazione degli anni novanta hanno permesso un’ulteriore trasformazione del tradizionale assetto delle istituzioni ospedaliere e delle funzioni della sanità pubblica.

Alla prassi diagnostico-terapeutica si è aggiunta un’intensa attività di prevenzione e riabilitazione, in stretto collegamento con le necessità e i bisogni del territorio.

L’interesse nei confronti della “sanità” fisica e psichica della popolazione ha tentato di riportare al centro dell’attenzione generale la condizione individuale del malato e il suo rapporto con l’istituto di cura che lo ospita.

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I momenti fondamentali che hanno determinato l’evoluzione di Vialba da sanatorio ad Azienda ospedaliera, consentono di individuare le tracce di un percorso istituzionale capace di conservare intatta la vocazione assistenziale che ne aveva caratterizzato gli esordi.

Inaugurato nel 1931, il Sanatorio di Vialba è rimasto tale sino a quando fu convertito nel 1971 in Ospedale generale provinciale per effetto della riforma ospedaliera del 1968.

Il Sanatorio di Vialba

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Grazie al progressivo miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della popolazione e all’introduzione di nuove terapie la tubercolosi in Italia poteva, infatti, considerarsi una malattia del passato.

Il declino delle principali malattie infettive e l’ascesa delle malattie metabolico-degenerative portarono pertanto ad un radicale rinnovamento delle istituzioni nosocomiali.

Nel 1975 l’Ospedale “Agostino Bassi” e l’Ospedale “ANEA” furono accorpati con il “Luigi Sacco”, a seguito della soppressione degli istituti di ricovero monospecialistici prevista dal piano ospedaliero regionale lombardo 1974-1978.

Il Sanatorio di Vialba

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Lo sviluppo cui è andato incontro l’Ospedale “Luigi Sacco” negli ultimi decenni, ha risentito profondamente delle croniche difficoltà del sistema sanitario italiano.

Queste ultime hanno spesso influito sulle vicende storiche dell’ospedale rendendo più instabile il suo rapporto con il territorio circostante.

La conversione in ente ospedaliero e l’accorpamento con gli ospedali “Bassi” e “ANEA” non si verificarono al termine di un percorso lineare, ma al culmine di un periodo di grandi trasformazioni che si concluse alla fine degli anni settanta.

L’Ospedale “Luigi Sacco”

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Nonostante la presenza dell’Università, il connubio tra “Sacco” e “Bassi”, voluto dalla Regione Lombardia nel 1975, rimase inefficace per molti anni.

Costruiti a più di trent’anni di distanza uno dall’altro, i due nosocomi avevano alle spalle una storia e una tradizione clinica completamente differenti.

Il Sanatorio di Vialba faceva parte di una rete sanatoriale estesa su tutto il territorio nazionale per combattere la tubercolosi.

Costruita nel corso della prima metà del XVIII secolo e adibita a chiesa e cimitero, la Rotonda della Besana è

l'opera più originale del Settecento milanese

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L’Ospedale “Bassi”, situato in via Livigno nel quartiere di Dergano, era sorto nel 1896 per sostituire la Rotonda della Besana nel ricovero degli ammalati contagiosi.

Le terapie sanatoriali tradizionali comportavano lente guarigioni, lunghe convalescenze e momenti di vita comunitaria.

Negli ospedali pei contagiosi invece, tra il momento della guarigione e quello delle dimissioni, l’intervallo era molto più breve, i reparti erano maggiormente isolati e le occasioni d’incontro ridotte all’essenziale.

L’Ospedale Agostino Bassi Milano, 1896

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La Cura del Sole Prima dell’avvento delle

terapie antibiotiche, le cure d’aria e di sole, accompagnate da una corretta alimentazione e dal riposo prolungato, costituivano gli unici rimedi ritenuti validi nel trattamento dei pazienti affetti da tubercolosi.

Il principe Umberto visita il Sanatorio di Vialba(dicembre 1932)

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Foto di gruppo a Vialba: al centro il principe Umberto e il direttore Arrigo Perin (1932)

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La comparsa dell’AIDS costituì l’occasione per effettuare la svolta tanto attesa e programmare una riqualificazione terapeutica che avrebbe permesso all’Ospedale di Vialba di diventare un centro di riferimento fondamentale nella lotta contro questo tipo di patologia.

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A partire dal 1985 l’Ospedale multizonale “Luigi Sacco” si trovò ad affrontare l’emergenza AIDS, divenendo, grazie al potenziamento delle divisioni di malattie infettive, un punto di riferimento nazionale per la ricerca scientifica e la cura di questa nuova patologia.

L’AIDS (Acquired Immuno-Deficiency Syndrome) provocata da un virus denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus), “irrompe senza preavviso in un mondo ipersviluppato, culturalmente impreparato e biologicamente indifeso”.

Ciò che sconcerta la scienza medica, è il fatto che l’AIDS fa la sua comparsa proprio in una fase storica che si pensava inaugurasse l’era del definitivo trionfo medico-sanitario”.

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Tubercolosi e AIDS, malattie infettive e “sociali”, hanno influenzato profondamente la storia passata e recente del “Sacco”, contribuendo al recupero di un’identità rimasta a lungo in bilico durante i profondi cambiamenti strutturali degli anni settanta.

Il processo di crescita ed integrazione con il territorio, iniziato con l’ingresso nel 1974 della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e proseguito con l’apertura del centro poliambulatoriale “T. Pansini” nel 1979, è culminata nel 1995 con il conferimento della qualifica di Azienda ospedaliera in attuazione del decreto legislativo n. 502 del 30 dicembre 1992 e con l’inaugurazione nel 1998 del dipartimento di emergenza e accettazione.

Il Sanatorio di VialbaIl Sanatorio di Vialba

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L’evoluzione di Vialba da sanatorio ad azienda ospedaliera, un percorso spesso accidentato e comunque non sempre lineare, è stata caratterizzata dalle “svolte epidemiologiche” di cui abbiamo cercato di mettere in evidenza le dinamiche storiche e i riflessi in campo scientifico, istituzionale e assistenziale.

L'ospedale "Luigi Sacco" è divenuto nel tempo un centro di riferimento per le emergenze epidemiologiche (SARS e bioterrorismo) e per importanti patologie infettive (HIV/AIDS), oltre che per patologie di natura oncologica e cardiologica.

Negli ultimi anni l'ospedale, divenuto una delle realtà ospedaliere milanesi più conosciute a livello nazionale, è cresciuto anche nelle aree della reumatologia, della gastroenterologia, oculistica, pediatria, riabilitazione e nella diagnosi e cura delle malattie psichiatriche. Il polo cardiologico e cardiochirurgico è tra i più apprezzati della città di Milano. Il “Sacco”, infine, è all'avanguardia nel campo della farmacologia clinica e nella ricerca biomedica.

Monumento a Luigi Sacco dei fratelli Pandiani (Ospedale Maggiore di Milano, 1858)

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La recente trasformazione delle Aziende ospedaliere lombarde in ASST (Aziende Socio- Sanitarie Territoriali) ha comportato l’accorpamento all’interno della stessa struttura assistenziale di ospedali moto diversi tra loro: “Luigi Sacco”, “Fatebenfratelli e Oftalmico”, “Vittore Buzzi” e “Macedonio Melloni”.

L’ ASST Fatebenefratelli-Sacco si è costituita il 1° gennaio 2016 in attuazione della  Legge Regionale n. 23 dell’ 11 agosto 2015 denominata “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo”.

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APPENDICE L’Annuario degli Ospedali

Italiani 1971, realizzato in collaborazione tra la Federazione Italiana delle Associazioni Ospedaliere (FIARO) e il Centro Italiano per la Ricerca Sanitaria e Sociale (CIRSS) ha rappresentato nella prima metà degli anni settanta del XX secolo (1968-1976), un importante strumento statistico-sanitario.

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Per quanto riguarda l’Ospedale “Sacco”, in quel momento sotto l’egida dell’INPS, la scheda informativa, relativa al periodo compreso tra il 1968 e il 1970, riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 913 di cui 812 riservati ai tubercolotici e 101 dedicati alla Chirurgia toracica;

• Personale: 803 dipendenti di cui 45 medici;

Anni Posti letto Ricoveri annui

GG degenza

1968 913 1.169 302.871

1969 913 999 276.538

1970 913 1.067 260.408

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Anni Posti letto Ricoveri annui

GG degenza

1968 221 5.301 64.967

1969 221 5.333 64.705

1970 221 5.216 67.440

Per quanto riguarda l’Ospedale “ANEA ”, la scheda informativa, relativa al periodo compreso tra il 1968 e il 1970, riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 221;

• Personale: 141 dipendenti;

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Per quanto riguarda l’Ospedale “Bassi”, in quel momento sotto l’egida dal Comune di Milano, la scheda informativa, relativa al periodo compreso tra il 1968 e il 1970, riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 270;

• Personale: 168 dipendenti;

Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza

1968 270 6.071 102.893

1969 270 5.577 97.013

1970 270 5.056 87.199

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Anni Posti letto Ricoveri annui

GG degenza

1968 1.020 25.095 369.569

1969 1.020 25.491 368.943

1970 1.020 23.732 364.877

Per quanto riguarda l’Ospedale “Fatebenefratelli-Fatebenesorelle Ciceri Agnesi”, la scheda informativa relativa al periodo compreso tra il 1968 e il 1970 riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 1.020;

• Personale: 1.118 dipendenti;

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Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza

1968 132 2.344 42.461

1969 132 2.329 40.535

1970 132 2.349 41.394

Per quanto riguarda il “Pio Istituto Oftalmico”, la scheda informativa relativa al triennio 1968-70 riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 132;

• Personale: 81 dipendenti;

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Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza

1968 256 9.022 81.035

1969 284 8.026 81.667

1970 284 7.731 78.046

Per quanto riguarda l’Ospedale “Buzzi”, la scheda informativa risalente al periodo compreso tra il 1968 e il 1970 riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 274 circa;

• Personale: 183 dipendenti;

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Per quanto riguarda l’Istituto Ospitaliero Provinciale Maternità di via Melloni, la scheda informativa risalente al periodo compreso tra il 1968 e il 1970 riportava i seguenti dati:

• Posti letto disponibili: 200;

• Personale: 201 dipendenti;

Anni Posti letto Ricoveri annui

GG degenza

1968 200 9.139 58.630

1969 200 9.049 58.022

1970 200 9.086 58.992

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Bibliografia

• M. De Filippis, L'Ospedale "Luigi Sacco" nella Milano del Novecento, Milano, Franco Angeli, 2003,ISBN 88-464-5152-X. 

• G. Cosmacini, M. De Filippis, P. Sanseverino, La Peste Bianca. Milano e la lotta antitubercolare (1882-1945), Milano, Franco Angeli, 2004, ISBN 88-464-5505-3.

• G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità nell’Italia contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 1994.

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Grazie per l’attenzione!!!!